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Denver

Messaggioda Tybalt » 10/05/2017, 18:25

Non si può fare davvero nulla per alterare questa situazione?
Hai provato a parlarne con il Sole o con qualcuno del Consiglio degli Incendi, per dire...
Beh, che scemo, ovvio che tu l'abbia già fatto!


Eheheh tranquillo!
Per il momento no, forse un giorno riuscirò a scoprire cosa dovrò fare per sbloccare questa situazione.
Diciamo che non mi posso lamentare: ho comunque un'affinità molto alta, anche se fissa, e poi non si può mai sapere che cosa ci riservi il futuro, no?


Hai perfettamente ragione, l'importante è non perdere mai la speranza, concordo con te.
D'altronde anche se fermo, l'Elemento è ugualmente Dinamico, quindi è ugualmente bello forte!
Avete proprio una gran fortuna voi Gildati, lasciatevelo dire...


La leggera nota di invidia si notava, ma Dre non cercava per nulla di nasconderla, perché obiettivamente incolparlo per quello sarebbe stato stupido.
Avere il Fuoco dentro e sentirne la forza faceva nascere l'obiettiva curiosità di sapere come potesse essere quel Fuoco con ancora più impeto e potenza.
Comunque, tralasciando quello, i progetti in programma immediato del Kingston e il sapore delle sue dita, si passò poi a definire un nuovo tipo di mago o strega.

Sarei il primo caso di Trasfigurazione umana volontaria in un vegetale!
Vediamo... Potrei essere definita una Vegimagus?
Trama suona veramente orribile, non è vero?


Più che altro l'assonanza con "Vagimagus" è stata quasi immediata e...
... Lo ammetto...
La mia immaginazione mi sta proponendo figure mitologiche tremende, ahahah!


Il buonumore e la simpatia erano due realtà che, stando di fronte a quella biondina, venivano fuori spontanee e piacevoli, senza ombra di dubbio.
Dre dovette ammettere con se stesso di trovarsi bene in sua compagnia, anche perché pur conoscendosi da pochi minuti, sembrava che invece fossero a contatto da mesi.
Anche il capire quando all'altra andava a tutti i costi l'ultimo pezzo di bistecca faceva parte di quel meccanismo, per quanto forse sarebbe bastato osservare la bavetta.

Lo sapevo che la mia tecnica era infallibile.
Dovrei provare ad usarla anche con i miei informatori, magari la smetterebbero di prendermi in giro solo perché sembro piccola e inesperta...


Questa è una città caotica e fatta per persone rodate e forti, ovvio che tu possa essere vista come la novellina pronta per essere sbranata.
Ma presto farai vedere a tutti quello sguardo che ho osservato io quella notte e allora Denver diverrà la tua nuova casa!


Risoluta, coraggiosa, intraprendente. Tybalt aveva visto tutto ciò in quegli occhi per nulla spenti o privi di vita, quindi c'era solo da aspettare che li guardassero tutti.
Magari senza il conseguente sesso a quattro, era abbastanza ovvio, ma il senso era quello! Anche perché a Denver gli informatori non erano mica pochi!
Battute interiori a parte, si proseguì parlando della musica e soprattutto della possibilità per la O'Neill di cimentarsi in qualcosa al più presto, magari al ritorno di Dre.

Ahahahah!
Così mi metti l'ansia da prestazione, dico sul serio!
Okay, prometto che ti lascerò a bocca aperta.


Ci conto!

Alzò il bicchiere per un brindisi silenzioso con lei e poi mandò giù un po' di birra, lasciandola col mistero di come cantasse.
In verità era davvero difficile ascoltarlo, perché non cantava quasi mai, ma eventualmente in futuro avrebbe potuto fare un'eccezione.
Hank invece la voce la usava eccome, intonando canzoni scritte sia da lui che dal nonno, uomo grande a detta del Muscle ed anche di molti altri in quel locale più veterani.

Non capisco come faccia a starsene così tranquillo.
Io, in una situazione del genere, impazzirei se non riuscissi a scoprire che cosa ci sia nascosto dietro.
Non per niente però io sono un'investigatrice e lui un vigilante.
Fare luce sui misteri è il mio lavoro... Anche se quelli più importanti sono ancora ben lontana dal risolverli.


In quanto Terran, lui è molto paziente, ma non è solo quello il punto.
Per lui, quello che ha vissuto Clint è un frammento di esistenza prezioso e nascosto, non necessario da condividere.
Nella sua ottica se il nonno non ha voluto mai approfondire con lui quella faccenda era perché ci fosse un motivo dietro.
Si fidava di lui, ecco perché non dubita nemmeno del silenzio, consacrando in quel modo la sua memoria.
I misteri che risolvi tu devono essere risolti perché qualcuno vuole che lo siano, ma il suo non è un mistero, è solo un'eredità.
Quando canta queste canzoni è felice e tanto gli basta per ricordare con un sorriso il caro King Muscle.


Sorrise anche lui, guardando in lontananza Hank che si dava da fare con la chitarra, continuando con le note e le parole, affascinando la folla.
Forse al termine del brano qualche femmina avrebbe tentato l'approccio, che poteva dirlo, ma in alternativa l'avrebbe fatto lui, conoscendolo.
Ancora immerso nei pensieri, venne poi attirato subito dalle parole della irlandese, che lo fecero voltare per guardarla.

... Voglio confessarti un segreto che sanno in pochi.
Non ho scelto questo mestiere perché amavo risolvere i misteri, ma perché volevo scoprire che cosa fosse accaduto a mio padre.
Lui è morto quando avevo tredici anni.
Anzi, se devo essere sincera, nessuno sa se sia morto ufficialmente, visto che il suo corpo non è mai stato ritrovato.
Ma io so che non ho più speranze di ritrovarlo in vita...


... Vai avanti.

Sospetto che la sua morte sia legata a qualche organizzazione criminale magica, anche se purtroppo non so di preciso quale.
Ciò che però mi ha più tormentata è stato il non sapere perché proprio a lui.
Il desiderio di conoscere la verità alla fine mi ha spinta verso questa carriera... E adesso credo di non poter vedere un mistero senza provare l'impulso irresistibile di risolverlo.


Sospirò profondamente, abbassando un attimo lo sguardo ed analizzando con attenzione le parole di Caroline Priscilla.
Aveva deciso di condividere con lui quel segreto, quindi era importante per lui che la sua risposta e la sua riflessione fossero autentiche e non di circostanza.
Era ovvio che non si aspettasse un "Oh poverina" e di certo Dre non aveva alcuna intenzione di banalizzare il tutto a quella maniera.

Se non hai alcun dubbio riguardo un presunto passato oscuro legato a tuo padre, allora vai avanti e non ti fermare.
A volte si possono scoprire cose sulle persone care a dir poco incredibili e in alcuni casi anche molto, molto dolorose, amare.
Inoltre, se ormai il tuo desiderio di verità si estende a tutto, forse significa che a prescindere questa fosse la tua strada, il tuo destino!


La vide tornare a sorridere, forse volendo anche tralasciare quel discorso più pesante del solito, così il Kingston decise di assecondarla.
Questo però non prima di aver fatto un'ultima aggiunta importante e fondamentale.
D'altronde in quell'ambiente la collaborazione e l'aiuto reciproco erano a dir poco fondamentali.

Le mie conoscenze in determinati angoli bui e angusti della malavita le ho, quindi se per te va bene, potrei farti conoscere qualche informatore meno in luce.
Il caro Vice Sceriffo mi ucciderebbe se mi sentisse ma lo sa che abbiamo due metodi diversi e nessuno pretende di mettere troppo bocca sull'operato dell'altro.
Una volta rientrato dall'Europa ci faremo una passeggiata in qualche locale specifico ed anche per alcuni quartieri particolari, giuro.


Le promesse, Tybalt Kingston, le manteneva sempre.

Sto per dire una cosa che ti lascerà davvero sconcertato ma io ho ancora fame.

Come scusa?!
Non ci posso credere!
Ahahahah!


Però voglio qualcosa di dolce e mi andrebbe di prenderlo fuori, anche perché inizio a non sopportare più tutto questo caldo qua dentro!
Ti andrebbe di prendere un gelato o un frozen yogurt e di gustarcelo mentre camminiamo?
Lascio decidere a te dove sia meglio andare, io qui sono nuova e non ho ancora stanato le migliori pasticcerie o gelaterie della città.


Uhm, frozen yogurt, mica male come idea sai?
Così magari intanto ci incamminiamo e ti accompagno a casa.
A proposito, in quale quartiere sei sistemata?


Chiese mentre si alzava in piedi, facendo segno al proprietario al bancone di segnare tutto a nome suo, tanto poi sarebbe passato a pagare.
In breve furono fuori, non prima di aver lanciato un saluto svelto ad Hank, che tanto si stava preparando per cantare qualcos'altro dal suo repertorio personale.
Strano come ultimamente fosse meno propenso ad intrallazzarsi col pubblico femminile.

CIRCA 15 MINUTI DOPO

Questo è il locale migliore dove prendere un frozen yogurt nei dintorni.

Immagine

Le coppette non erano niente male, piuttosto grandi e soprattutto da gustare alla fine della crema, un po' come il cono gelato.
Tybalt aveva optato per lo yogurt aromatizzato al latte di mandorla con la granella di pistacchio ed un fondo di caramello.
Era piuttosto sicuro che la O'Neill avrebbe optato per la coppa gigante, ma tanto ormai aveva capito come fosse fatta quindi non se ne stupì nemmeno troppo.

... Così ho iniziato a prendere un sacco di attestati in Abilità Magica un po' di tutti i tipi.
Purtroppo però non hai idea di quanta discriminazione e gente malfidata ci sia nel mondo del lavoro, magico compreso.
Ormai con la fedina sporca non potevo andare più da nessuna parte, così non appena ho potuto, ho scelto la via del guadagno da "libero professionista", per così dire!


Alla fin fine il Mercenario era un libero professionista, anche se il termine forse non è che fosse esattamente quello più appropriato.

E comunque credo di esserci stato due o tre volte al White Lion di Boston, te lo assicuro...
La proprietaria è una ragazza dai capelli scuri?
Allora sì sì, ne ho la certezza, forse ci ho pure suonato una sera, figurati!
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Messaggioda Caroline Priscilla » 11/05/2017, 22:16

Hai perfettamente ragione, l'importante è non perdere mai la speranza, concordo con te.
D'altronde anche se fermo, l'Elemento è ugualmente Dinamico, quindi è ugualmente bello forte!
Avete proprio una gran fortuna voi Gildati, lasciatevelo dire...


Mi dispiace molto che in te non si sia sviluppato l'elemento dinamico...

Lo disse con tono realmente dispiaciuto, ma non aggiunse altro la O'Neill perché non avrebbe potuto consolare il Mercenario in nessun modo per la sua condizione. Il Conflux aveva sempre un piano per tutto e nel suo piano rientrava che Dre fosse un Semi-Gildato e non un Gildato vero e proprio. Nell'ottica dell'irlandese, però, le cose potevano sempre cambiare e il destino rovesciarsi per azione umana o per quella dell'Equilibrio. Non lo stette a ripetere una seconda volta, concentrandosi invece sulla bellezza di conversare insieme al Kingston, condividendo con lui non solamente un pasto. Non c'erano mai momenti di silenzio fra di loro, ma proseguivano a parlare come se fossero amici di vecchissima data. In realtà Cappie tendeva a non voler utilizzare quel paragone dentro di sé perché provava un interesse più forte dell'amicizia verso Tybalt, anche se lui per il momento sembrava non ricercare altro da lei se non una semplice amicizia.

Sarei il primo caso di Trasfigurazione umana volontaria in un vegetale!
Vediamo... Potrei essere definita una Vegimagus?
Trama suona veramente orribile, non è vero?


Più che altro l'assonanza con "Vagimagus" è stata quasi immediata e...
... Lo ammetto...
La mia immaginazione mi sta proponendo figure mitologiche tremende, ahahah!


Oh Trama mandale via ti prego! Aahahahahahah!
Non voglio nemmeno provare ad immaginare che cosa sei riuscito a partorire!


Immagine


Rideva, scherzava, provava una fortissima attrazione verso di lui ed un feeling che poche altre volte le era capitato di sentire. Con Axell era stato subito sesso, persino con Vergil il tutto si era innescato perché i due amici erano finiti a letto insieme. Con Dre invece -incontro drammatico a parte- stava filando tutto liscio come l'olio. Cappie non si stancava mai di parlargli, ma al tempo stesso cercava di lanciare messaggi velati che facessero capire all'altro quali fossero le sue mire. Poteva nascere fra di loro qualcosa di unico e speciale? A volte se lo chiedeva, a volte scacciava via quel pensiero, perché troppe cose avevano da raccontarsi per avere il tempo di fermarsi a ragionare.

Lo sapevo che la mia tecnica era infallibile.
Dovrei provare ad usarla anche con i miei informatori, magari la smetterebbero di prendermi in giro solo perché sembro piccola e inesperta...


Questa è una città caotica e fatta per persone rodate e forti, ovvio che tu possa essere vista come la novellina pronta per essere sbranata.
Ma presto farai vedere a tutti quello sguardo che ho osservato io quella notte e allora Denver diverrà la tua nuova casa!


... Grazie.
Apprezzo molto le tue parole, davvero.


Era stato delicato nello sfiorare l'argomento senza però prenderlo in esame. Forse aveva preferito non rischiare di rovinare quel momento rievocando dei brutti ricordi per l'irlandese -che tanto ormai ai brutti ricordi ci aveva fatto il callo. Ad ogni modo, la Ignis lo fissò molto incuriosita, anche se con un sorriso velatamente morbido sulle labbra. Se lo aveva fatto come forma di rispetto nei suoi confronti, dentro di sé la lo ringraziava per la gentilezza. Una gentilezza che non era certo da dare per scontata, specie per una persona che aveva scelto come mestiere di fare il Mercenario. La loro serata venne allietata, in seguito, da un'esibizione del loro amico in comune, Hank, che cantò una canzone scritta dal nonno per una donna misteriosa. Lo spirito indagatore della O'Neill prese subito il sopravvento, dichiarando a gran voce che lei sarebbe morta di curiosità per scoprire l'intera verità dietro quella storia. Ma il Muscle -come le spiegò Dre- non era fatto della sua stessa pasta.

In quanto Terran, lui è molto paziente, ma non è solo quello il punto.
Per lui, quello che ha vissuto Clint è un frammento di esistenza prezioso e nascosto, non necessario da condividere.
Nella sua ottica se il nonno non ha voluto mai approfondire con lui quella faccenda era perché ci fosse un motivo dietro.
Si fidava di lui, ecco perché non dubita nemmeno del silenzio, consacrando in quel modo la sua memoria.
I misteri che risolvi tu devono essere risolti perché qualcuno vuole che lo siano, ma il suo non è un mistero, è solo un'eredità.
Quando canta queste canzoni è felice e tanto gli basta per ricordare con un sorriso il caro King Muscle.


Non giudico il pensiero di Hank, trovo che sia il suo personale punto di vista e in questo caso è più che giusto che per lui sia così. Dico semplicemente che se io mi fossi trovata al suo posto non avrei sopportato di accettare quel tipo di eredità senza svelarne i segreti. Nel mio passato ho avuto a che fare con tanti tipo di misteri, alcuni piccoli piccoli da risultare quasi invisibili, altri talmente grandi che quando li ho scoperti mi hanno colpita talmente forte da lasciarmi senza fiato. Eppure credo che qualunque cosa mi si parasse davanti, cercherei sempre di scoprirne la verità nascosta.
... In pratica sono una ficcanaso vivente, ma solo per le cose che riguardano la mia vita, tranquillo!
Quella degli altri è sacra, non oserei mai impicciarmi se non avessi una ragione valida...


Dopo Jorge, dopo Dave, tutto aveva assunto dei connotati diversi per la O'Neill. Ogni luogo, ogni persona veniva attentamente scrutato dai suoi occhi, occhi che sentivano un bisogno disperato di mantenersi aperti sulla realtà, di vederne le bruttezze e gli orrori per non sentirsi mai più presa in giro. Rischiava, quel suo modo di fare, di renderla una persona disincantata, troppo cinica di fronte alla vita. A guardarla, nessuno avrebbe mai potuto pensare che ella nascondesse un passato tanto burrascoso, probabilmente nemmeno lo stesso Dre che l'aveva vista in azione in Serbia. Forse fu proprio per questo motivo che la Fulmen decise di spingersi a tanto, rivelandogli una parte importante di sé nonostante di lui sapesse poco e niente. Tuttavia, a sua discolpa si può dire che il suo istinto, da quando aveva incontrato il Kingston, continuasse a ripeterle la stessa identica cosa: che di lui ci si potesse fidare.

Sospetto che la sua morte sia legata a qualche organizzazione criminale magica, anche se purtroppo non so di preciso quale.
Ciò che però mi ha più tormentata è stato il non sapere perché proprio a lui.
Il desiderio di conoscere la verità alla fine mi ha spinta verso questa carriera... E adesso credo di non poter vedere un mistero senza provare l'impulso irresistibile di risolverlo.


Se non hai alcun dubbio riguardo un presunto passato oscuro legato a tuo padre, allora vai avanti e non ti fermare.
A volte si possono scoprire cose sulle persone care a dir poco incredibili e in alcuni casi anche molto, molto dolorose, amare.


Lo so. Lo so perfettamente, perché l'ho già provato sulla mia pelle. Ma non mi importa. Se mio padre era un figlio di puttana, voglio scoprirlo. Non voglio chiudere gli occhi e girarmi dall'altra parte... Non riuscirei a sopportarlo.

Inoltre, se ormai il tuo desiderio di verità si estende a tutto, forse significa che a prescindere questa fosse la tua strada, il tuo destino!

... In un certo senso, penso che al mondo esistano tante persone che hanno subito qualcosa di simile a ciò che ho passato io.
Vorrei poter dire a me stessa che riuscirò nell'intento di aiutarle a scoprire la verità se lo volessero, in maniera che nessuna di loro viva ciò che sto vivendo io da quando lui non c'è più.


Un altro sguardo più intenso, serio e maturo a dispetto della sua giovane età, e poi il sorriso tornò a spuntare sulle sue labbra, decretando in quel modo la possibilità di poter andare avanti e chiudere lì quell'argomento. Dre però aveva in mente un più che gradito regalo da farle, che Cappie accettò subito con tantissima gratitudine.

Le mie conoscenze in determinati angoli bui e angusti della malavita le ho, quindi se per te va bene, potrei farti conoscere qualche informatore meno in luce.

Cosa?!
D-dici sul serio?


Il caro Vice Sceriffo mi ucciderebbe se mi sentisse ma lo sa che abbiamo due metodi diversi e nessuno pretende di mettere troppo bocca sull'operato dell'altro.
Una volta rientrato dall'Europa ci faremo una passeggiata in qualche locale specifico ed anche per alcuni quartieri particolari, giuro.


Dre... Grazie! Davvero, grazie mille!
So che per una novellina non è facile inserirsi in quel tipo di giri ma accidenti mi stai facendo un grosso favore.
D'accordo, ci conto!


Possibile che finalmente la fortuna stesse girando un po' dalla sua parte? Insomma, quanti secoli erano che non le capitavano tante belle notizie tutte in fila l'una dietro l'altra? Forse l'Equilibrio aveva finalmente chiuso con le iettature nei confronti dell'irlandese, cercando di compensare quegli ultimi anni burrascosi e pieni di sorprese prettamente di natura negativa. La serata stava andando ormai verso la chiusura visto che la cena era stata consumata del tutto, ma Cappie non aveva assolutamente nessuna voglia di lasciar andare via il Kingston tanto facilmente. Quindi perché non proporgli di andare a prendere qualcosa di fresco come dolce -tipo un frozen yogurt- così da gustarselo insieme mentre passeggiavano? L'idea piacque molto al Mercenario, che si offrì anche di accompagnarla poi dopo fino a casa. Abitando in zona periferia, non avrebbero dovuto allontanarsi per chissà quanto, quindi la passeggiata era una cosa fattibile da fare. Uscirono dal locale dopo che Cappie insistette a tutti i costi per pagare lei almeno le birre prese dal ragazzo, dopo di ché salutarono Hank al volo e uscirono, con il cuore e lo spirito dell'irlandese sempre in fibrillazione.

CIRCA 15 MINUTI DOPO


... Così ho iniziato a prendere un sacco di attestati in Abilità Magica un po' di tutti i tipi.
Purtroppo però non hai idea di quanta discriminazione e gente malfidata ci sia nel mondo del lavoro, magico compreso.
Ormai con la fedina sporca non potevo andare più da nessuna parte, così non appena ho potuto, ho scelto la via del guadagno da "libero professionista", per così dire!


L'aveva portata in un locale dove servivano -a detta sua- il miglior frozen yogurt di Denver. Quando Cappie vide la quantità di gusti fra cui poter scegliere gli credette sulla parola, ma le sue papille gustative andarono in estati nel momento stesso in cui affondò il cucchiaino nello yogurt variegato vaniglia e cioccolato, con una cascata di praline e caramello come decorazione, e lo portò alla bocca. Aveva gli occhi socchiusi dal piacere, sia per quello che stava mangiando sia perché, seduti sulla panchina, aveva avuto la possibilità di togliersi i tacchi, rimanendo a piedi nudi ma poggiati anche essi sul freddo metallo. Questo però non significava che non stesse ascoltando con attenzione il Kingston, al contrario: era in paradiso, ma una parte di sé rimaneva sempre e comunque ancorata alla Terra.

Ci vuole davvero poco per rovinarsi la reputazione, lo so bene.
A me è bastato combinare un bel po' di disastri quando andavo a scuola per precludermi per sempre la carriera da Auror.
Almeno ti piace fare il Mercenario? Hai trovato uno scopo che ti aiuti a proseguire nella tua carriera?


Chiese incuriosita, finendo molto in fretta il suo frozen yogurt, mentre gli raccontava dei vari lavori che aveva svolto lei in passato, come quello di cameriera al White Lion di Hayley.

E comunque credo di esserci stato due o tre volte al White Lion di Boston, te lo assicuro...

Davvero?

La proprietaria è una ragazza dai capelli scuri?

Sì, sì! Si chiama Hayley!

Allora sì sì, ne ho la certezza, forse ci ho pure suonato una sera, figurati!

Ti giuro mi sembra assurdo che io non riesca proprio a ricordarmi di te!
Forse sei capitato proprio nei giorni in cui non lavoravo...
Incredibile come a volte le nostre vite siano governate da queste coincidenze. Chissà che cosa sarebbe successo se ci fossimo conosciuti prima!


Probabilmente nulla, dato che all'epoca sicuramente la ragazza era ancora fidanzata ed innamoratissima del Cartwright. Ormai quella storia si era chiusa del tutto e lei riusciva a guardarsi avanti senza più provare l'impulso irresistibile di voltarsi a fissare il passato. Più precisamente i suoi occhi non si staccavano mai di dosso a Dre, tenendosi ad una distanza molto ravvicinata perché sentiva il bisogno di un contatto fisico fra di loro. A volte la mano gli sfiorava accidentalmente il ginocchio, a volte erano le gambe che lo toccavano, quando cambiava posizione sulla panchina. Sembrava davvero che quello fosse il momento perfetto perché accadesse qualcosa di assolutamente imprevedibile. Il cielo era ricco di stelle e la panchina era un po' isolata dalla strada, regalando tutta l'intimità di cui avevano bisogno per spingersi ad avvicinarsi ancora di più. Almeno, l'istinto era quello per la O'Neill, non era detto che il Mercenario lo condividesse. Ma Cappie si sentiva parecchio audace quella sera, complici quelle emozioni -tutte positive- che Tybalt le aveva trasmesso per l'intera serata.

Sai Dre... Sono stata davvero bene con te stasera. Non mi capitava da tantissimo tempo di uscire con un ragazzo e sentirmi subito presa in questo modo da lui.
A d-dire il vero mi sono sentita attratta da te già dopo quello che... è successo in Serbia. Forse... Forse dipende dal modo in cui ti sei comportato, dalla forza che mi hai donato semplicemente con le tue parole, standomi accanto e non abbandonandomi.
E poi... Poi ti sei beccato quel colpo al posto mio...


D'istinto, allungò una mano là dove il Muscle le aveva detto che Dre era stato ferito da Dave, sapendo per fortuna che ormai il Mercenario era completamente guarito, ma sentendosi in colpa perché aveva rischiato di morire per lei. Rialzò lo sguardo dal suo addome al suo viso, sorridendogli imbarazzata e anche molto dolce, avvicinandosi un po' di più per poter osservare meglio le sue reazioni mentre continuava a parlare.

Ho passato mesi a chiedermi perché lo avessi fatto. C'erano momenti in cui sentivo l'impulso di farmi dire da Hank dove potessi trovarti in Europa soltanto per incontrarti e chiedertelo, in modo da togliermi quel tarlo dalla testa eheheh...
Però la verità è che adesso mi sembra... Poco importante saperlo.
L'unica cosa davvero importante è che vorrei ringraziarti per averlo fatto... A modo mio.


Si morse per qualche secondo il labbro inferiore in un attimo di esitazione. Poi, raccogliendo il proprio coraggio, la ragazza si sporse su di lui, accarezzandogli prima con tenerezza la guancia e, se lui non si fosse sottratto a quel tocco, accompagnarlo gentilmente verso di sé, facendo sì che le loro labbra si incontrassero a metà strada in un bacio dolce, gentile e romantico. Sentiva lo stomaco stringersi in una morsa talmente tanto piacevole da farla sospirare in maniera pesante, perché l'aria le stava mancando al contatto con le labbra morbide del Mercenario. Erano sensazioni bellissime, che credeva aver dimenticato dopo la rottura con Axell. Che credeva non avrebbe provato più con nessun altro e quel pensiero era al tempo stesso meraviglioso e spaventoso da morire. Quando -dopo qualche secondo in cui aveva appena accennato lo schiudersi delle labbra- si staccò da lui e riaprì gli occhi, quelli dell'irlandese si erano fatti più lucidi, mentre il sorriso adesso sembrava più luminoso delle stelle che risplendevano su in cielo.

... Rovinerei questo momento se... Se ti dicessi che mi piacerebbe... "ringraziarti" ancora?
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Messaggioda Tybalt » 12/05/2017, 22:02

Questa è una città caotica e fatta per persone rodate e forti, ovvio che tu possa essere vista come la novellina pronta per essere sbranata.
Ma presto farai vedere a tutti quello sguardo che ho osservato io quella notte e allora Denver diverrà la tua nuova casa!


... Grazie.
Apprezzo molto le tue parole, davvero.


Le fece solo un semplice occhiolino, perché non c'era bisogno di aggiungere altro. Dre sapeva essere discreto e per di più ipotizzava quanto per lei non fosse semplice parlare di certi argomenti passati.
Per lui la conoscenza con la O'Neill cominciava da quella sera, mettendo da parte gli episodi di qualche settimana prima, per quanto stare a contatto con lei fosse insospettabilmente particolare.
La biondina riusciva a farlo sentire a suo agio come se si conoscessero da un bel po', sprigionando simpatia ed ironia un po' da tutti i pori.
Con lei si riuscivano a svolgere argomenti di conversazione sia seri che non, passando dalle battute più sceme a le chiacchiere inerenti alle mentalità diverse e agli obiettivi di vita.
Come quando si misero ad ascoltare il caro Hank Muscle, giovane uomo decisamente criptico e virile, con tanti di quei segreti dentro di sé da apparire impenetrabile.
Molti sapevano quanti altrettanti misteri avesse portato con sé suo nonno nella tomba, ma per motivazioni personali Kid non sembrava voler andare a scavare, a differenza di una come Cappie.

Non giudico il pensiero di Hank, trovo che sia il suo personale punto di vista e in questo caso è più che giusto che per lui sia così.
Dico semplicemente che se io mi fossi trovata al suo posto non avrei sopportato di accettare quel tipo di eredità senza svelarne i segreti.
Nel mio passato ho avuto a che fare con tanti tipo di misteri, alcuni piccoli piccoli da risultare quasi invisibili, altri talmente grandi che quando li ho scoperti mi hanno colpita talmente forte da lasciarmi senza fiato. Eppure credo che qualunque cosa mi si parasse davanti, cercherei sempre di scoprirne la verità nascosta.
... In pratica sono una ficcanaso vivente, ma solo per le cose che riguardano la mia vita, tranquillo!
Quella degli altri è sacra, non oserei mai impicciarmi se non avessi una ragione valida...


Le esperienze in un modo o nell'altro ci plasmano e ci rendono ciò che siamo, nel bene e nel male.
Diventare un po' più sospettosa o impicciona non credo possa essere definito esattamente un difetto, ma nemmeno un pregio.
Ormai sei così e se ti stai bene, l'importante è quello, no?


Forse un po' sbrigativa come risposta, ma Dre non aveva molte altre vie per definire il proprio ideale, fermo e considerato che fosse d'accordo con lei sul rispettare la vita altrui.
Ma oltre alla vita, il Kingston rispettava anche la mentalità, il carattere e le inclinazioni, trovando ogni persona a se stante come un mondo da scoprire e non da rifiutare.
Per quello si apriva alle conoscenze, per quello non si preoccupava tanto delle conseguenze, per quello era stato scelto dal Fuoco, dopotutto.

Il caro Vice Sceriffo mi ucciderebbe se mi sentisse ma lo sa che abbiamo due metodi diversi e nessuno pretende di mettere troppo bocca sull'operato dell'altro.
Una volta rientrato dall'Europa ci faremo una passeggiata in qualche locale specifico ed anche per alcuni quartieri particolari, giuro.


Dre... Grazie! Davvero, grazie mille!
So che per una novellina non è facile inserirsi in quel tipo di giri ma accidenti mi stai facendo un grosso favore.
D'accordo, ci conto!


L'importante è che tu non faccia nomi, ovviamente.
Ma questo penso proprio tu ormai l'abbia capito alla perfezione!
Tornato dall'Europa ci faremo una passeggiata da quelle parti che Hank definisce solitamente "Vicoli per Topi".


Ed era abbastanza calzante come metafora, considerando chi passasse di lì, ma per gente come Tybalt o come Caroline Priscilla quei "vicoli" erano un po' una garanzia.
Le chiacchiere si compravano con un drink, si potevano anche ascoltare in diretta direzionando bene l'orecchio verso qualche coppia o tavolo.
Se davvero l'intento della irlandese era quello di farsi valere in quell'ambiente, allora farsi un piccolo nome lì in mezzo era praticamente l'ABC da seguire.
Comunque, finito anche quel discorso ed anche il pasto, in effetti, si decise di passare al dolce, un bel frozen yogurt da gustare in quella serata calda e afosa del Colorado.
Le aveva permesso di offrire da bere, mentre per il pasto aveva provveduto lui facendosi segnare tutto dal padrone del locale sul suo conto personale.
La serata forse non era destinata fin dall'inizio nel volgere ad un termine svelto, ma ci furono alcuni step di percorso che avrebbero mutato inesorabilmente quella ipotesi, almeno per Dre.

Allora sì sì, ne ho la certezza, forse ci ho pure suonato una sera, figurati!

Ti giuro mi sembra assurdo che io non riesca proprio a ricordarmi di te!
Forse sei capitato proprio nei giorni in cui non lavoravo...
Incredibile come a volte le nostre vite siano governate da queste coincidenze.
Chissà che cosa sarebbe successo se ci fossimo conosciuti prima!


... A volte un incontro prima o dopo può cambiare tutto, in effetti!
Però se ricordo bene, al tempo non è che stessi vivendo una situazione così rosea...


Terminò lì il racconto, senza entrare ulteriormente nei dettagli.
La sua vita non era esattamente un libro aperto e prima di sfogliarne le pagine era necessaria un po' di confidenza.
Non arrivava certo ai livelli di Hank, ma comunque...

Sai Dre... Sono stata davvero bene con te stasera.
Non mi capitava da tantissimo tempo di uscire con un ragazzo e sentirmi subito presa in questo modo da lui.
A d-dire il vero mi sono sentita attratta da te già dopo quello che... è successo in Serbia.
Forse... Forse dipende dal modo in cui ti sei comportato, dalla forza che mi hai donato semplicemente con le tue parole, standomi accanto e non abbandonandomi.
E poi... Poi ti sei beccato quel colpo al posto mio...


... Era necessario.
L'attacco a sorpresa che subisti è avvenuto per colpa mia.
Se ti fosse successo qualcosa di molto grave, o peggio se fossi morta, non avrei potuto proprio sopportarlo.


Lasciò intendere che in passato qualcosa di analogo fosse successo, ma non aggiunse nulla, per l'ennesima volta, invitandola a proseguire.
Aveva ascoltato il discorso precedente e già sentiva di non sapere bene come reagire ad una cosa simile.
Da un lato poteva anche fargli piacere la spontaneità sincera della O'Neill, da un altro però non si aspettava un'uscita così tanto in anticipo.

Ho passato mesi a chiedermi perché lo avessi fatto.
C'erano momenti in cui sentivo l'impulso di farmi dire da Hank dove potessi trovarti in Europa soltanto per incontrarti e chiedertelo, in modo da togliermi quel tarlo dalla testa eheheh...
Però la verità è che adesso mi sembra... Poco importante saperlo.


Poco importante, dici?

L'unica cosa davvero importante è che vorrei ringraziarti per averlo fatto... A modo mio.

Non fu così tanto difficile intuire cosa volesse fare, ma Dre decise di non imporsi o non opporsi a quel bacio che infatti arrivò poco dopo, facendosi anche sfiorare la guancia.
Ricambiò, effettivamente, anche se non con eccessivo trasporto, pur cercando di analizzare non solo cosa percepisse effettivamente ma anche quali sensazioni quel contatto gli regalasse.
Era effettivamente bello ricevere un gesto simile non per forza come preludio al sesso selvaggio e crudo, ma non tutto stava andando come voluto, c'era qualche nota più incerta.
Le posò una mano sul fianco ma non strinse troppo, restando ad occhi chiusi ed assaporando quelle labbra come a voler imprimere per bene il ricordo nella testa.
Portarlo con sé lo avrebbe aiutato a capire tante cose, ma a prescindere doveva interrompersi, specie perché era necessario dirle cosa pensasse o provasse.
Fu naturale allo stesso tempo però, non riuscire facilmente ad essere sinceri nel vederla con quel sorriso e con quegli occhi lucidi e felici.

Sì ok, ma a che pro prenderla in giro?
Nel bene o nel male non posso farle una cosa del genere...
... Non se lo merita, è una persona fantastica.


... Rovinerei questo momento se... Se ti dicessi che mi piacerebbe... "ringraziarti" ancora?

Credo proprio che la causa di rovina del momento sarò io e non tu, davvero...

Inspirò profondamente, sospirando con una voce sicuramente meno serena.

... È stato bellissimo, te lo giuro, ma le mie esperienze femminili sono così inesistenti che faccio molta fatica ad essere sciolto, ora come ora.
Il dialogo tra noi è stato fenomenale e mi è piaciuto un sacco parlare con te ma... Percepisco come se manchi qualcosa a concretizzare quello che invece hai concretizzato tu.
Penso tu possa essere una ragazza in grado di piacermi, ma le mie emozioni e sensazioni sono state contrastanti in questo bacio e per questo non ho voglia di prenderti in giro.
Sono certo di volerti rivedere al mio ritorno e magari anche riparlare di questa cosa... Ma darti sicurezze no, perché adesso come adesso non ne sarei capace.
Mi dispiace, lo so bene di aver probabilmente mandato all'aria questa serata magnifica, ma credo sarebbe andata peggio se ti avessi presa in giro...
... Ho fatto già i conti in passato con i miei errori e come avrai capito rifuggo la possibilità di far soffrire il prossimo con tutto me stesso.


Sorrise leggermente, sbuffando e scuotendo il capo, portandosi una mano sul viso in un gesto leggermente nervoso e impacciato.

Mi auguro tu possa perdonarmi e farti ugualmente accompagnare a casa perché a quest'ora non mi sento tranquillo a lasciarti andare sola...

Qualora quindi l'irlandese avesse accettato, probabilmente non con il miglior stato d'animo ma d'altronde era anche giusto, lui e lei si sarebbero diretti verso il suo appartamento.
Durante il tragitto Dre ovviamente cercò di parlare d'altro, indirizzando gli argomenti di conversazione un po' in tutto proprio per non lasciar mai cadere il silenzio.
Purtroppo quella sarete avrebbe avuto una conclusione anticipata, ma quando si aveva a che fare con un Fulmine Istintivo, c'era ben poco da essere sicuri di esiti o ipotesi.

Quindi è qui che sei, per ora...

Annuì, memorizzando il posto, tornando poi a guardarla negli occhi.

Ok, credo proprio sia il momento dei saluti...
Come detto, starò via per una decina di giorni scarsa, poi una volta tornato te lo farò sapere e ci beccheremo al locale o altrove, vedremo.
... Porca t***a mi sento di un impedito...


Sbuffò innervosito, stringendo il pugno.
Era facile capire quanto non stesse bene e fosse turbato.
Ma Tanto di sicuro non era lui quello messo peggio, dei due.

Allora... Ti auguro buonanotte... Ciao Cappie...

Sorrise appena, in maniera sicuramente amara e dispiaciuta, avvicinandosi e, se lei lo avesse permesso, dandole un bacio guancia a guancia con confidenza.
Dopo di che, facendo qualche passo indietro, alla fine sarebbe scomparso dietro un vicolo, smaterializzandosi e lasciandola sola.
Aggiungere altro sarebbe stato idiota e in fondo, non avendo alcuna esperienza in materia di cuore, nemmeno lui avrebbe saputo minimamente cosa dire in più.
Trascorsi quei giorni fuori, in Europa, sarebbe tornato e l'avrebbe rivista, probabilmente analizzando meglio la questione e cercando di capire, standoci a contatto, se potesse scattare qualcosa.
Quella sera era stata la prima, chi diceva che dovesse essere l'ultima? Pur avendo i propri dubbi, Dre non voleva essere lapidario, ma solo obiettivo.
La cosa sicura, era che quello stacco gli avrebbe permesso in parte di riflettere ed in parte di mettere tutto in stand by fino al ritorno nel Nuovo Mondo.
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Messaggioda Caroline Priscilla » 13/05/2017, 16:09

Quella sera, Cappie aveva conosciuto una persona che era riuscita a colpirla al punto da farle perdere la testa. I pensieri fuggevoli che aveva rivolto verso Dre dopo l'episodio in Serbia, si erano fatti man mano che il tempo passava sempre più costanti. Il Muscle aveva alimentato -anche se di poco- le fantasie della O'Neill, che erano esplose completamente quando si era ritrovata di fronte il Kingston in carne ed ossa al locale. Era bello, era scherzoso, era simpatico e le trasmetteva sempre e solo sensazioni positive, più il desiderio di conoscerlo a fondo. Possedere il Fulmine poteva portare tanti vantaggi quanto svantaggi: da un lato la razionalità non veniva mai compromessa e la lucidità di pensiero veniva mantenuta costante in ogni situazione; dall'altro, però, il sentimento -totalmente irrazionale- poteva essere immediato, viaggiare alla velocità della luce e colpire proprio come un fulmine. Ma non era detto che dall'altra parte potesse accadere lo stesso. Dopo aver concluso le ultime chiacchiere, dopo aver preso un ottimo frozen yogurt ed essersi seduti sulla panchina, Cappie sentiva dentro di sé di voler smuovere un po' di più quella situazione che percepiva come statica, ma non come sbagliata. Troppo elettrizzata dalla presenza del ragazzo, sembrava non vedere l'assenza di segnali da parte sua, in parte probabilmente per una vanità ed un'autostima che le facevano credere di riuscire nell'intento di saper affascinare chiunque. Il tutto partì con il fargli un discorso molto serio, che le stava davvero a cuore, ovvero perché Tybalt si fosse frapposto in mezzo a lei e Dave quando il mostro stava per colpirla.

E poi... Poi ti sei beccato quel colpo al posto mio...

... Era necessario.
L'attacco a sorpresa che subisti è avvenuto per colpa mia.
Se ti fosse successo qualcosa di molto grave, o peggio se fossi morta, non avrei potuto proprio sopportarlo.


Sul momento, non si chiese perché lui sentisse così forte quel tipo di senso di responsabilità, ma vide semplicemente che c'era e questo diede una carica ancora più forte ed una spinta potente verso il Mercenario. Lei si stava avvicinando a lui correndo. Ma Dre, in quel momento, non era ancora pronto per quel tipo di ritmo.

L'unica cosa davvero importante è che vorrei ringraziarti per averlo fatto... A modo mio.

Quel bacio, sperava, avrebbe dovuto scatenare in lui delle sensazioni e delle reazioni che la O'Neill stava aspettando fin dalla prima volta che lo aveva visto. Avrebbe dovuto lasciarsi coinvolgere, premere con la bocca contro la sua, sentire la sua lingua e magari anche qualcos'altro mentre il ragazzo se la posizionava addosso, facendole sentire qualcosa di piacevolmente duro sotto di sé. Non accadde niente di tutto ciò, forse perché aveva bisogno di un'altra spinta? Ma quando Cappie svelò le proprie carte, Dre mise fuori le sue, facendo comprendere all'irlandese di aver preso un abbaglio anche piuttosto consistente.

... Rovinerei questo momento se... Se ti dicessi che mi piacerebbe... "ringraziarti" ancora?

Credo proprio che la causa di rovina del momento sarò io e non tu, davvero...

Che... Che cosa intendi dire?

Avrebbe dovuto avvicinarsi di più a lui, invece si staccò, ritornando seduta al proprio posto, con il cuore che non diminuiva certo i propri battiti ma questa volta senza offuscarle la mente.

... È stato bellissimo, te lo giuro, ma le mie esperienze femminili sono così inesistenti che faccio molta fatica ad essere sciolto, ora come ora.
Il dialogo tra noi è stato fenomenale e mi è piaciuto un sacco parlare con te ma... Percepisco come se manchi qualcosa a concretizzare quello che invece hai concretizzato tu.
Penso tu possa essere una ragazza in grado di piacermi, ma le mie emozioni e sensazioni sono state contrastanti in questo bacio e per questo non ho voglia di prenderti in giro.
Sono certo di volerti rivedere al mio ritorno e magari anche riparlare di questa cosa... Ma darti sicurezze no, perché adesso come adesso non ne sarei capace.


Wow... Che... Insomma, che brutto... colpo...

Si lasciò sfuggire solo quel commento, ma gli chiese immediatamente scusa, invitandolo a proseguire. Non voleva farlo sentire in colpa, sembrava una persona capace di farlo anche per le cose più stupide e normali... Un po' come capitava a lei del resto e certo non era una bella cosa.

Mi dispiace, lo so bene di aver probabilmente mandato all'aria questa serata magnifica, ma credo sarebbe andata peggio se ti avessi presa in giro...
... Ho fatto già i conti in passato con i miei errori e come avrai capito rifuggo la possibilità di far soffrire il prossimo con tutto me stesso.


Chiaro che sul momento l'espressione della Ignis non era delle più felici, anzi. Il volto era leggermente pallido, gli occhi spalancati e lei priva di parole. Il silenzio regnò per quasi quindici secondi abbondanti, prima che lei si riprendesse, come se finalmente qualcosa le avesse dato la scossa, rendendosi conto di dover per forza dire qualcosa al Mercenario.

Mi piacciono le persone che non vogliono prendermi in giro, quindi non preoccuparti.
Hai fatto bene a dirmi la verità, lo apprezzo molto più di una pietosa bugia.
Tu... Tu non hai fatto niente di male, insomma... In realtà non hai fatto niente! Sono io che ho iniziato a fantasticare troppo e ti chiedo scusa se ho dato per scontato... Be', se ho dato per scontato che io potessi piacerti talmente tanto da spingerti subito verso di me.
Adesso mi sento davvero una totale cretina...


Il suo sorriso era un po' tirato, ma non le sembrava proprio il caso di mettersi a spiegare al Kingston in quel momento quali tipo di sensazioni stesse provando. Bastava fargli sapere che, delusione a parte, non ce l'aveva con lui. Come avrebbe potuto? Si era comportato in maniera onesta e leale, due qualità molto apprezzate dalla O'Neill... Forse troppo, perché rischiavano di renderle Dre ancora più appetibile e adesso, lentamente, stava comprendendo di non poterselo permettere.

Mi auguro tu possa perdonarmi e farti ugualmente accompagnare a casa perché a quest'ora non mi sento tranquillo a lasciarti andare sola...

Sì... Mi farebbe piacere se tu mi accompagnassi a casa.

Non gli disse, orgogliosa, che sapeva difendersi da sola. Non gli fece vedere una maschera di sé stessa soltanto perché era appena stata rifiutata, anche se non completamente. Sarebbe stato un tragitto un po' strano, ma Cappie non se la sentiva di mortificare ulteriormente il Mercenario. In fondo non mancava poi molto dalla panchina alla sua nuova casa, per cui era un viaggio più che sopportabile. Prese la sua borsa, si rimise i tacchi e si alzò in piedi, fissandolo con un sorriso morbido sulle labbra.

Vogliamo andare?

Come previsto, non ci misero tanto, cercando entrambi di sforzarsi a trovare altri tipi di argomenti per non lasciare che il silenzio distruggesse anche quel poco di feeling che era nato fra di loro. Non appena giunsero di fronte al palazzo, Cappie arrestò il proprio incedere, avvisando il ragazzo di essere arrivati.

Quindi è qui che sei, per ora...

Sì... Settimo piano, quella finestra laggiù.
Non male devo dire, il mio ultimo appartamento era un seminterrato...


E ogni tanto avere la possibilità di poter guardare un paesaggio non le dispiaceva affatto.

Ok, credo proprio sia il momento dei saluti...
Come detto, starò via per una decina di giorni scarsa, poi una volta tornato te lo farò sapere e ci beccheremo al locale o altrove, vedremo.
... Porca t***a mi sento di un impedito...


... Dre, sopravviverò.
Davvero, non... Non preoccuparti.
- per un istante la mano si alzò in aria, come a voler di nuovo fargli una carezza, ma a metà strada la ragazza scelse di dargli una semplice schicchera sul naso in modo che l'altro la smettesse di tormentarsi -Quando tornerai, ci penseremo. Che vada in un senso o che vada in un altro, a prescindere questo non cambierà la bellissima opinione che mi sono fatta di te.

E su questo poteva anche annullare ogni suo dubbio.

Allora... Ti auguro buonanotte... Ciao Cappie...

Buonanotte Dre...

Lasciò che l'altro la salutasse in quel modo, facendo finta di cercare la chiave per entrare nel portone mentre aspettava che il ragazzo si allontanasse via. Non appena lo vide sparire dietro ad un vicolo, la O'Neill smise di fingere, sedendosi sui gradoni del palazzo con un sospiro pesante e la voglia matta di piangere. Non era stato solo una questione che le cose non erano andate come aveva sperato: il Kingston le stava piacendo sul serio, come nessun altro le era mai piaciuto dopo Axell. Che cosa avrebbe fatto se con lui non fosse andata? Dove avrebbe potuto trovare qualcuno che riuscisse a suscitarle di nuovo quelle sensazioni? Era la tristezza che parlava per lei, lo sapeva, per questo cercò in tutti i modi di scacciarla, prendendo il suo peluche, stringendoselo al petto e lasciando che alcune lacrime le scorressero sul viso.

Ermes... sembra davvero che io non riesca mai a combinarne una giusta...
Ma che cosa diavolo ha in testa la tua mamma?
Sono davvero una totale cretina...


Il vento caldo della sera le asciugava in fretta tutte le lacrime che la ragazza stava buttando fuori. Non un pianto disperato, ma silenzioso e delicato, perché quando aveva detto che sarebbe sopravvissuta non aveva mentito al Mercenario. In quel momento aveva un po' il cuore incrinato, ma se era riuscita a superare la rottura con Axell e quella con Jorge, il resto poteva soltanto colpirla forte ma mai scalfirla.

Dai, torniamo a casa.
Ho pure mangiato troppo... Ci starò le ore in bagno...


Con quell'ultimo pensiero -un po' sconfortante- la ragazza si decise finalmente a rientrare a casa, lasciandosi alle spalle i dubbi ed i pensieri fino al mattino successivo.

[Fine]
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Messaggioda Kirie » 08/06/2017, 11:39

2113年 09月 1日 (Sabato)
Caserma dei Vigilanti - Zona Periferica, Denver
Ore 20 Minuti 36


... TIC... TOC... TIC... TOC...


Immagine


L'orologio a muro scandiva il tempo con lentezza, lasciando che i minuti colpissero ogni pensiero della giapponese, seduta al tavolo all'interno della sua stanza. Era un buchetto molto piccolo quello destinato alla MagiDottoressa ufficiale della Caserma di Denver, ma Kirie poteva contare su una cosa di fondamentale importanza nella sua vita: la sicurezza. La sua famiglia non avrebbe mai osato rapirla lì dentro e questo le permetteva di dormire rilassata e serena. Tuttavia, l'incontro con Nigel soltanto il giorno prima aveva disturbato quella perfetta armonia, facendo sì che una violenta depressione calasse ad oscurare l'animo della Morimoto - ora Nonomiya.
Aveva scelto di rassegnarsi all'evidenza di aver perso la propria occasione con il Sykes. Poi, dopo qualche settimana, aveva scoperto che per lei c'era ancora speranza, visto che la storia fra il ragazzo di colore e la sua ex-fiamma si era nuovamente conclusa. Ma aveva scelto di aspettare, di nuovo, perché aveva letto nei suoi occhi un dolore tale da impedirle di parlargli serenamente e consapevole che il suo cuore sarebbe stato in grado di ascoltarla. Così era andata avanti con la sua vita, convinta che avrebbe avuto modo di essere sincera con Nigel una volta per tutte. Invece, sul finire di quella estate afosa, il Sykes le aveva annunciato il suo rinnovato fidanzamento con la Longarno e questo aveva distrutto del tutto ogni briciolo di speranza nella giovane orientale.

... TIC... TOC... TIC... TOC...


Si sentiva privata di ogni energia e volontà di vivere. Non era come la prima volta, quando il dolore della sconfitta l'aveva comunque mantenuta in vita e in grado di provare emozioni, seppur dolorose. In questa seconda occasione andata perduta, la Morimoto non riusciva a provare più nulla, se non un gran senso di vuoto e solitudine che la stavano soffocando lentamente.
Si alzò in piedi, ignorando la cena che la aspettava già pronta nel suo magifrigo personale e fermandosi di fronte all'unico specchio presente all'interno della stanza. Si tolse la giacchetta -indossata perché l'interno della stanza aveva una temperatura molto più bassa rispetto all'esterno- poi la parte di sopra, la gonna e infine l'intimo, scrutando la sua immagine nuda riflessa nello specchio.
Era una bella ragazza, si chiedeva. Poteva attirare lo sguardo di un uomo come Nigel, proseguiva a domandarsi. Oppure non aveva nessun tipo di attrattiva per una persona come lui, per qualunque uomo in verità? E dentro? Non era possibile vedere la sua anima, il suo spirito, ma Kirie avrebbe tanto voluto. Solo così forse si sarebbe rassegnata di fronte all'evidenza che lei non aveva nulla di speciale da offrire al mondo. Gli occhi erano due pozze scure e prive di luce, dove era impossibile vedere persino un accenno di lacrima. Alla fine, così nuda, la ragazza si allontanò all'interno del suo bagno privato, aprendo l'acqua fredda e infilandosi sotto la doccia.
Si stringeva le braccia intorno al corpo perché stava tremando di freddo, ma si ostinò a proseguire in quel modo perché era così che si sentiva dentro. Fredda. E il calore esteriore non poteva scaldarla, non poteva aiutarla in nessun modo a sciogliere quel blocco di ghiaccio che sentiva averle congelato ogni singola emozione. Non stava programmando nulla di ciò che fare. Lasciava che l'istinto la guidasse, così dopo aver concluso la sua doccia, la ragazza fece tutto quello che avrebbe fatto normalmente, ma in maniera automatica. Indossò l'accappatoio. Si asciugò i capelli con l'asciugamano. Mise una crema idratante sul viso. Pettinò e districò i nodi. Accese il magiphon. E intanto i minuti passavano e passavano, con la Morimoto in quel perenne stato catatonico.

Immagine


... TIC... TOC... TIC... TOC...


Prese un vestitino nero dal suo armadio a muro -installato magicamente per occupare così il minor spazio possibile-e lo indossò, legando i capelli in una coda di cavallo elaborata e mettendo un velo di trucco sugli occhi e sulle guance. I tacchi alti completarono la scelta di quel look, mentre la Nonomiya si posizionava nuovamente di fronte allo specchio, osservando la sua immagine riflessa. Era splendida vestita in quel modo, seducente e femminile. Ma di fronte agli occhi spenti di lei, tutte quelle qualità diventavano come invisibili: restava soltanto, in piedi, la ragazza che Nigel Sykes non aveva mai voluto.

Immagine


Le nove e mezza. Solitamente le colleghe della caserma la invitavano ad uscire con loro il sabato sera, per incontrarsi al pub frequentato da tutti i militari del circondario. C'era stata qualche volta, ascoltando Hank Muscle esibirsi sul palchetto allestito all'interno. Ricordava di essere rimasta molto colpita dalla sua bravura e di aver ascoltato con molta attenzione le canzoni che egli cantava, per capirne il testo. Lo aveva anche applaudito con un sorriso sincero, senza però amalgamarsi alle -spesso- urla di ovazioni nei suoi confronti. Forse quella sera, come ogni sabato sera, lui era lì, pronto ad incantare con una nuova canzone. Forse, se si fosse sbrigata, non avrebbe perso la sua esibizione.
La giapponese prese la sua borsa e una giacchetta leggera da indossare per strada, coprendo la scollatura vertiginosa sulla schiena. Non desiderava stare da sola. Ci si sentiva quasi ogni giorno della sua vita, per questo alla fine il suo animo spento la portò proprio in quel locale, sperando che la confusione, la folla e le note di una piacevole canzone fossero in grado di scacciare quell'oscurità che minacciava di catturarla per sempre.
Una volta giunta al Real Steel Pub, la Nonomiya scelse un tavolino libero dove sedersi, liberandosi della giacchetta. Un addetto al servizio le portò un menù che ella sfogliò più per abitudine che per reale interesse. Non aveva fame e non aveva voglia di bere nulla. Anche se il caldo e il fatto che avesse saltato tutti i pasti quel giorno iniziavano a farla sentire più debole.
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Messaggioda Hank » 21/06/2017, 22:03

Sabato 01/09/2113
Real Steel Pub
Denver - Colorado
Ore 21:45




Più ti guardo e meno lo capisco
da che posto vieni
forse sono stati tanti posti
tutti da straniera

chi ti ha fatto gli occhi e quelle gambe
ci sapeva fare
chi ti ha dato tutta la dolcezza
ti voleva bene

quando il cielo non bastava
non bastava la brigata
eri solo da incontrare
ma tu ci sei sempre stata

quando si allungava l'ombra
sopra tutta la giornata
eri solo più lontana
ma tu ci sei sempre stata


Ovviamente anche quel pezzo non era suo e questo lo sapevano un po' tutti nel locale, ma cosa importava?
Hank sapeva dargli la giusta dose di anima e sound, riportando la folla al tempo in cui non era lui a cantare e suonare ma il nonno, Clint.
Di certo non si era mai messo a dare spettacolo come Kid, ma quelle poche volte che decideva di esibirsi, il boato veniva quasi obbligatorio.

Più ti guardo e più mi meraviglio
e più ti lascio fare
che ti guardo e anche se mi sbaglio
almeno sbaglio bene

il futuro è tutto da vedere
tu lo vedi prima
me lo dici vuoi che mi prepari
e sorridi ancora...

quando il tempo non passava
non passava la nottata
eri solo da incontrare
ma tu ci sei sempre stata

e anche quando si gelava
con la luna già cambiata
eri solo più lontana
ma tu ci sei sempre stata


Un altro brano dedicato ad una persona misteriosa, persona misteriosa legata proprio a colei che entrò dalla porta del Real Steel Pub in quel momento.
Non lo sapeva nessuno, né lei, né tanto meno Hank stesso, ma erano quelli i determinati momenti nei quali toccava chiedersi: c'era forse qualche fottuto destino di mezzo?
Il Muscle adocchiò la ragazza, Kirie Nonomiya, entrare e guardarsi attorno con un'aria non certo molto allegra.

Nemmeno un bacio
che sia stato mai sprecato
nemmeno un gesto così..., così...
nemmeno un bacio
che sia stato regalato
nemmeno un gesto così...
tanto per
così

più ti guardo e meno lo capisco
quale giro hai fatto
ora parte tutto un altro giro
e ho già detto tutto

quando il cielo non bastava
non bastava la brigata
eri solo da incontrare
ma tu ci sei sempre stata

quando il tempo non passava
non passava la nottata
eri solo più lontana
ma tu ci sei sempre stata


Non appena il brano si interruppe, scivolando lentamente, lo scroscio delle mani in applauso riempì tutta la sala, mentre il Muscle alzava la mano come a dire "Finitela".
Non suonava mai per la gloria, non suonava mai per l'ascolto altrui, suonava come se fosse ogni volta un inno alla persona più importante della sua vita.
Semplicemente voleva che quel ricordo si spargesse ovunque, tra le pareti e i cuori dei presenti, fine dei giochi.

Ehi, bellezza... Che fai qui tutta sola?!
Dai, ti offro qualcosa, che ne dici?


Immagine

Pessima mossa, quella della giapponese, nel mettersi seduta da sola in un posto come quello, pieno di militari ma non certo tutta brava gente.
Un uomo abbastanza piazzato, con una bottiglia di vodka al limone in mano, si accomodò senza nemmeno chiedere il permesso alla giovane donna.
Le avevano già portato il bicchiere, quindi fu un gesto veloce quello del tizio il riempirlo con un po' di liquido alcolico, avvicinando poi il tutto a lei.

Dai manda giù!
Non fare complimenti!
Questa è roba di qualità!
Forza forza, avanti!
Non farti pregare!


Attese che Kirie mandasse in gola il primo bicchiere (poco pieno e quindi facile da ingerire), per poi rimettere altra vodka quasi all'istante.

Ma lo sai che sei davvero uno schianto?
Non ti avevo mai vista, ma adesso che ti ho inquadrata mica ti lascio scappare!
Come ti chiami?
Intanto manda giù ancora, su!
Questa è tutta salute e fa passare i brutti pensieri!


L'aveva vista anche il tizio l'espressione crucciata e triste della Nonomiya, quindi perché non fare leva sulla situazione negativa per farle mettere altro alcol in corpo?
Nel frattempo, Hank, seduto vicino al palchetto a parlare con qualche amico di passaggio ed alcuni colleghi Vigilanti, allungava lo sguardo per inquadrare la lontana giapponese.
Sospirò, leccandosi le labbra, bevendo al volo l'ultimo sorso di amaro, prima di alzarsi in piedi e sistemarsi i jeans.

Non mi dire che già te ne vai?

Naaaa, ma devo sistemare una questione.

Di che parli?

Non rispose proprio, il Muscle, concentrandosi maggiormente sull'aggirare i vari tavoli e muoversi in direzione di quello della nuova MAgiDottoressa della Caserma.

Dai, questo è l'ultimo!
Facciamoci un bel brindisi assieme!
Tra l'altro... Non mi hai mica detto dove abiti...


Perché a te non deve fregare un c***o di dove abita lei.

L'uomo si girò subito verso Hank, che lo fissava con aria lievemente alterata, mani nelle tasche e ben poca voglia di andarsene.

Immagine

Hank, non rompermi le palle!
Questa l'ho puntata prima io!
Vedi di trafficare altrove, mi pare che di figa ce ne sia abbastanza per entrambi!


Quella non la punti.
Non è la solita z****la che ti puoi sbattere qui dietro nel vicolo.
Addirittura usare la carta dell'ubriacarla: fai pena.
Togliti di mezzo e farò finta di non aver visto niente.
Di figa in abbondanza puoi trovarne anche sui marciapiedi in periferia e credimi, quella è più adatta a te, pur non essendo gratis.


A quel punto, l'uomo piuttosto massiccio (braccia enormi e petto tozzo e grosso) si avvicinò al Muscle con aria incazzata.
Si mise di fronte a lui, guardandolo dall'alto verso il basso, in quanto poco più alto del Vice Sceriffo, ma a Kid la cosa parve interessare o preoccupare decisamente poco.
Calò quasi subito un silenzio nel pub, mentre i due si continuavano a fissare, tutto ciò per circa cinque secondi.
Dopo di che l'energumeno tentò di colpirlo con un cazzotto diretto al viso, ma Hank si spostò solo di qualche centimetro sulla destra, facendogli colpire una trave di legno.
Fu un dolore davvero atroce, al quale seguì un pugno allo stomaco da parte del Muscle e poi un colpo di taglio dietro al collo non appena il tizio si chinò in avanti.

STOMP

... E la vodka si beve liscia, testa di c***o.

L'uomo giaceva a terra svenuto.

Marvin, portalo via.
Buttalo fuori vicino ai secchi.
Credo sia rifiuto organico... O indifferenziato... Non ricordo.


Il cameriere più piazzato di tutti si avvicinò al tipo disteso e privo di sensi, afferrandolo e mettendoselo in spalla, mettendosi in tasca prima i dieci Falci di mancia che gli diede Kid.
Successivamente a quella scena, Hank si rimediò qualche altro applauso e qualche sguardo eccitato da parte delle colleghe di lavoro, dopo di che ritornò la stessa atmosfera di sempre.
A quel punto, il Vice Sceriffo si mise seduto al contrario sulla sedia di fronte a Kirie, fissandola calmo.

Che ti prende, Momoka-chan?
Qualche problema?
Anche tu però, vestiti meno sexy, sei una calamita per l'uccello.
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Messaggioda Kirie » 22/06/2017, 21:36

Più ti guardo e più mi meraviglio
e più ti lascio fare
che ti guardo e anche se mi sbaglio
almeno sbaglio bene

Il futuro è tutto da vedere
tu lo vedi prima
me lo dici vuoi che mi prepari
e sorridi ancora...


Hank Muscle era già sul palco quando la Nonomiya fece il suo ingresso all'interno del locale, sedendosi silenziosa ad un tavolo completamente sola. Quella canzone aveva un non so che di dolce e nostalgico, una melodia che cullava gentilmente il cuore della mora orientale. Se solo avesse saputo la verità. Se soltanto avesse potuto ricordare qualcosa del suo passato. Ma l'oblio forzato in cui era stata costretta non era certo facile da spezzare, non con una semplice canzone che per quanto bella non aveva il potere di spazzare quelle tenebre che avvolgevano la memoria di Kirie. La giovane donna dagli occhi a mandorla fissava il palco come se fosse in trance, distinguendo a malapena la figura del Muscle in mezzo a quelle note. Aveva un carisma ereditato dal nonno, la persona a lui più cara al mondo, un po' come lo zio che la Morimoto aveva perso da poco più di un anno. Anche se il cuore batteva all'unisono con quella melodia, la testa era completamente vuota, incapace di pensare perché il pensiero diventava sofferenza e di sofferenze la MagiDottoressa ne aveva davvero abbastanza.

Ehi, bellezza... Che fai qui tutta sola?!

...

Dai, ti offro qualcosa, che ne dici?

Non... Non ne ho... voglia... Grazie...

Persino la sua voce si era fatta piccola piccola, quasi sussurrando quel "No" che rimase inascoltato da parte del nuovo arrivato. L'uomo che prese posto al suo tavolo con una bottiglia di vodka al limone in mano era massiccio, grosso e probabilmente sulla quarantina. Sembrava essere quel tipo di persona che difficilmente accettava un rifiuto e si rivelò, inoltre, molto insistente. La Morimoto lo fissava, sempre spaesata, sempre con quegli occhi tristi e spenti di chi non aveva più la forza di opporsi alla vita. Per questo, quando il biondo le versò la vodka nel bicchiere, lei non reagì in alcun modo, fissando ora quel liquido trasparente da cui si sprigionava un forte aroma di limone.

Dai manda giù!
Non fare complimenti!
Questa è roba di qualità!


... No...

Forza forza, avanti!
Non farti pregare!


Un po' per derivazione culturale, un po' per mancanza di forze, alla fine Kirie cedette alle insistenze dell'uomo, prendendo il bicchiere e mandandone giù il contenuto in una sola sorsata. L'alcool le bruciò il palato e la gola, scendendo giù fino allo stomaco vuoto. Tossì anche perché lei non era abituata a bere, ma tanto di lì a breve non le sarebbe importato più nulla: la vodka le andò subito alla testa, rendendola ancora meno propensa ad opporre resistenza.

Ma lo sai che sei davvero uno schianto?
Non ti avevo mai vista, ma adesso che ti ho inquadrata mica ti lascio scappare!
Come ti chiami?
Intanto manda giù ancora, su!
Questa è tutta salute e fa passare i brutti pensieri!


Non rispondeva alle domande dell'altro, limitandosi semplicemente a fare ciò che lui le stava imponendo. Il secondo bicchiere venne mandato giù a sorsate, ogni volta chiudendo gli occhi quando l'alcolico, nel suo passaggio, le feriva la gola. In men che non si dica, il mondo iniziò a vorticare intorno alla giapponesina. A dirla tutta, non era veramente il mondo, quanto la testa della Nonomiya che non funzionava più tanto bene. Lo status perfetto per un uomo privo di scrupoli che voleva approfittarsi di lei, inerme ed incapace a difendersi. Sarebbe potuta andare a finire molto male per lei, se all'incirca qualche istante dopo non fosse intervenuto proprio Hank per mettere fine a quella situazione pericolosa.

Dai, questo è l'ultimo!
Facciamoci un bel brindisi assieme!
Tra l'altro... Non mi hai mica detto dove abiti...


Perché a te non deve fregare un c***o di dove abita lei.

Quando la voce del Muscle la raggiunse, Kirie alzò lo sguardo su di lui, facendo un po' fatica a distinguerne i contorni. Hank-san era forse arrabbiato? Il tono della sua voce suggeriva quello, ma non riusciva ad averne conferma anche dall'espressione, perché tutto le sembrava vorticare su una giostra senza fine. Posò sul tavolo il terzo bicchiere che l'uomo avrebbe voluto farle bere, per poter dire qualcosa. Ma scoprì ben presto di non avere le forze nemmeno per quello, anche perché ora la battaglia si stava consumando fra il Vice Sceriffo e l'energumeno che voleva approfittarsi di lei.

Hank, non rompermi le palle!
Questa l'ho puntata prima io!
Vedi di trafficare altrove, mi pare che di figa ce ne sia abbastanza per entrambi!


Quella non la punti.
Non è la solita z****la che ti puoi sbattere qui dietro nel vicolo.
Addirittura usare la carta dell'ubriacarla: fai pena.
Togliti di mezzo e farò finta di non aver visto niente.
Di figa in abbondanza puoi trovarne anche sui marciapiedi in periferia e credimi, quella è più adatta a te, pur non essendo gratis.


Dalle parole si passò ben presto alle mani. Quando l'uomo si alzò in piedi, Kirie osservò la scena sempre con quello sguardo trasognato. Avrebbe dovuto reagire, tentare di porre un freno, convincere quei due a non farsi del male a vicenda. Invece rimase semplicemente fissa ed immobile, come se ciò che stava accadendo non fosse reale. Fu per quel motivo che non si coprì il viso con le mani, quando l'uomo cercò di tirare un pugno al Muscle. Né che il suo cuore balzò spaventato nel petto quando vide Hank spostarsi e colpire più duro e più forte l'avversario, mandandolo presto al tappeto. Non si precipitò di scatto a vedere se stesse bene o meno. La testa le girava troppo e lei non riusciva a realizzare nulla di tutto quello. Sapeva solo che adesso quel vuoto era diventato ancora più assordante, perché ora i suoi sensi erano resi ovattati dall'alcool. Lo sguardo si alzò sul Vigilante quando questi prese posto al suo tavolo. L'aveva salvata e nemmeno riusciva a rendersene conto. Forse perché in quel momento non le importava più nulla di sé stessa.

Che ti prende, Momoka-chan?
Qualche problema?
Anche tu però, vestiti meno sexy, sei una calamita per l'uccello.


Wakatta...
[Sì...]


Succube. Silenziosa. Triste. Non reagì come avrebbe fatto di solito ad un'osservazione fin troppo spinta del Muscle. Il rifiuto di un uomo non avrebbe dovuto essere la fine del mondo, ma quello che era accaduto aveva scatenato molto più di una semplice delusione d'amore nella Morimoto. Tutti quegli anni passati a sentirsi disprezzata, inutile, non amata erano ritornati con prepotenza a pesare sulle spalle della giovane orientale che, sotto le spinte di tale peso, si stava convincendo ormai del tutto di non avere alcuna utilità, di non avere alcuna qualità per nessuno. Desiderava con tutta sé stessa sentirsi amata, amata da un uomo che la rispettasse, la proteggesse e si prendesse cura di lei. Quell'amore avrebbe dovuto sopperire all'affetto che la madre le aveva fatto mancare fin da quando ella ne aveva memoria. Eppure sembrava che il destino avesse deciso di mettersi contro di lei, facendola sognare e poi distruggendo i suoi sogni mandandoli in mille pezzi.

Hank-san... pensa che Kirie sia una persona inutile?

Gli chiese di colpo, in giapponese perché con lui le veniva spontaneo e naturale parlare nella sua lingua madre. Sapeva che il Muscle non avrebbe avuto alcuna difficoltà a seguirla, avendo egli stesso una padronanza del giapponese a dir poco eccezionale.

Sento tanto freddo... Perché c'è tanta solitudine in me... Per colpa mia...- se avesse ascoltato il consiglio di Ruka, forse in quel momento non sarebbe stata lì in quel pub ma fra le braccia dell'uomo di cui si era innamorata -Continuo a chiedermi... Forse non è colpa degli altri se non riescono ad amarmi... Forse la colpa è mia perché sono... Così... Inutile...

Non sarebbe stato difficile per Hank capire che dietro quei pensieri ci fossero vecchie ferite di cui egli stesso era stato testimone durante gli anni di scuola. Quando la Nonomiya veniva presa in giro perché non possedeva i poteri del clan Kurosawa. Quando la madre aveva schifato la sua esibizione, distruggendo i suoi sogni e mettendola davanti alla realtà che l'unico modo affinché la sua vita avesse valore era sposare l'uomo scelto da lei e proseguire la stirpe della famiglia, come era tradizione da generazioni. Quando persino le compagne di scuola -tranne poche- si approfittavano di lei, della sua incapacità di reagire e di dire di no. Esattamente come stava per accadere quella stessa sera, con l'energumeno biondo che l'aveva fatta bere a forza.

Non voglio più essere sola...
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Messaggioda Hank » 25/06/2017, 0:24

Dopo aver messo K.O. il simpatico playboy senza arte né parte, Hank decise di prendersi qualche minuto da dedicare alla giapponese.
Aveva notato l'espressione poco luminosa nel suo viso all'ingresso nel pub, ma non poteva certo immaginare che potesse avere uno stato d'animo così pessimo.
Gli occhi della ragazza erano piuttosto vacui e l'alcol non aveva migliorato la situazione. Che polla a non saper dire di "no".

Che ti prende, Momoka-chan?
Qualche problema?
Anche tu però, vestiti meno sexy, sei una calamita per l'uccello.


Wakatta...

Sì... Va beh... Ehi smilzo, porta un caffè americano lungo con ghiaccio e una bustina di zucchero!

La prima cosa importante era innanzitutto farle passare la mezza sbronza appena arrivata, trasformandola per lo meno in una condizione da "brilla".
C'era il rischio se no di parlare con una sorta di pupazzo mosso a manovra meccanica, piuttosto che con la solita MagiDottoressa della Caserma.
Tornò a fissarla negli occhi ed ascoltò attentamente le parole che ella pronunciò in giapponese proprio perché potesse essere solo lui ad intenderle.

Hank-san... pensa che Kirie sia una persona inutile?

Spiegati meglio.

Sento tanto freddo... Perché c'è tanta solitudine in me... Per colpa mia...

Nello stesso momento arrivò il cameriere con la tazza di caffè americano freddo e lo zucchero. Hank gli fece segno di posarla davanti alla Nonomiya.
Dopo di che, con uno sguardo molto più che truce, la "invitò" calorosamente a mettere lo zucchero nella tazza e bere a piccoli sorsi, per darsi una svegliata.
Tuttavia, ciò che sentì poco prima, in quanto frutto dell'inconscio più autentico, venne preso in seria considerazione dall'uomo, tanto da non azzardarsi a non bloccarla.

Continuo a chiedermi... Forse non è colpa degli altri se non riescono ad amarmi... Forse la colpa è mia perché sono... Così... Inutile...

... Mhmh...

Non voglio più essere sola...

Amore. Non parlava di amicizia, fiducia, rispetto, ma di Amore. Il Muscle comprese pienamente quale fosse l'effettivo dolore della orientale di fronte a lui.
Evidentemente qualcuno l'aveva fatta soffrire, qualcuno l'aveva rifiutata o abbandonata... O semplicemente fatta sentire tale, volente o nolente.
Decise di aspettare che ella concludesse il suo caffè, dopo di che le fece segno di alzarsi e controllare se la testa rispondesse un po' meglio agli stimoli.

Andiamo, forza.
Seguimi e non fare storie.
Da quella parte.


Fece cenno al capo del locale di segnare tutto sul proprio conto e condusse Kirie fino alle scale che avrebbero portato entrambi fino al camino di trasporto.
Casa sua era collegata ad esso e grazie a quell'accessorio magico Kid avrebbe risparmiato una bella crisi di nausea potente alla ex studentessa della Musashi.
In meno di cinque secondi si ritrovarono nel suo salotto, senza i cani a rompere le palle, in quanto tutti fuori all'aria aperta, ognuno nella propria cuccia, forse.

Togliti le scarpe, mettiti comoda, insomma fai come ti pare.

Dal canto proprio, Hank se ne andò nella zona cucina prendendosi una birra gelata che stappò velocemente, tornando nella zona del salotto.
Era iniziato tutto lì, due mesi prima. La conoscenza per caso, l'assunzione in Caserma, il trasferimento. Eppure in due mesi non l'aveva mai vista in quel modo.
Il peso dei dolori e dei problemi del passato tornava a farsi vivo forse solo una volta ogni tanto ed Hank si ritrovò stranamente a volerla aiutare, almeno un minimo.

Io non penso tu sia una persona inutile, Kirie.
Ogni persona in questo mondo è utile a modo suo, anche quella apparentemente più piccola o insignificante.
Ci sono persone che con un singolo gesto possono cambiare l'esito di tutto.
È una opportunità data a chiunque, purtroppo, sia nel bene che nel male.
Basti pensare che molti individui si arrogano il diritto di scegliere tra la vita e la morte, i peggiori, quelli che mi fanno più schifo.


Indurì il tono e l'espressione a quell'ultima affermazione, inspirando profondamente, per poi bere un altro sorso, restando in piedi a prescindere da dove si fosse messa lei.

La tua solitudine, il tuo freddo... Potrebbero dipendere anche dalle scelte di altri, non per forza da tue mancanze.
Ognuno ha il potere di scegliere arbitrariamente le proprie intenzioni e non tanto raramente capita che queste vadano poi a ledere la sensibilità altrui.
Il più grande errore che puoi fare, però, è donare a chi non lo merita una importanza eccessiva, derivata soltanto da imposizioni, carattere, cultura o quant'altro.


Era così difficile comprendere a chi si stesse riferendo l'uomo?

Nella vita niente è d'obbligo. Tutto va meritato e conquistato. Non sempre con estrema facilità.

Si avvicinò di qualche passo alla Nonomiya, continuando a fissarla con aria un po' seria, ma non certo contrita come in precedenza.

In tutta onestà, pensi seriamente di essere una persona inutile, senza valore, da buttare via?
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Messaggioda Kirie » 25/06/2017, 18:39

Sì... Va beh... Ehi smilzo, porta un caffè americano lungo con ghiaccio e una bustina di zucchero!

Come già detto, Kirie era come una bambola incapace di reagire in quel momento. Avrebbe fatto tutto quello che le avesse detto chiunque, per questo motivo era un bene che vicino a lei ci fosse Hank, un uomo di sani principi, e non qualche mascalzone pronto ad approfittarsi della situazione. Il Muscle era l'unico che potesse comprendere la lingua parlata dalla Nonomiya e il primo lì a Denver ad averle offerto la propria amicizia ed il proprio aiuto. Con lui, la Morimoto parlò del suo attuale stato d'animo, di quel freddo che raggelava il suo cuore e che faceva riaffiorare tutte le paure inconsce dell'orientale. Era la prima volta che il Vigilante assisteva ad un simile sfogo da parte sua, di solito una ragazza solare, forse un po' timida ma mai depressa come in quel modo. Il caffé arrivò dopo qualche minuto che ella stava già raccontando a mozzichi e bocconi ciò che si portava dentro. Non c'era bisogno di alcuno sguardo feroce o intimidatorio per farle bere il caffé da lui ordinato, perché Kirie non aveva alcuna intenzione di opporre resistenza. Zuccherò la bevanda amara e la mandò giù lentamente, lasciando poi che la caffeina facesse il suo effetto.

Andiamo, forza.
Seguimi e non fare storie.
Da quella parte.


Un...

Una volta in piedi, la testa non le girava più così tanto e questo la rese in grado di camminare in maniera abbastanza stabile sui tacchi a spillo. Quando scesero le scale però, Kirie cercò comunque il braccio ed il sostegno del Muscle, appoggiandosi a lui per evitare di fare qualche passo falso e cadere giù, con il rischio di farsi molto male. Una volta giunti di fronte al caminetto, ci entrò dentro e in un battibaleno si ritrovarono all'interno della tenuta Muscle a Fort Collins. Niente cani in giro per casa, solo il silenzio più totale.

Togliti le scarpe, mettiti comoda, insomma fai come ti pare.

Non si era nemmeno chiesta perché Hank l'avesse portata fin lì. Si chinò in avanti, togliendosi le scarpe e rimanendo a piedi scalzi, ma più stabili rispetto ai tacchi per camminare. Chiese al Muscle di portarle un bicchiere d'acqua, mentre lei alla fine sceglieva di sedersi sullo stesso divano dove in passato si era seduta per la prima volta, quando era capitata in quella casa per chiedere scusa al Vice-Sceriffo.

Io non penso tu sia una persona inutile, Kirie.
Ogni persona in questo mondo è utile a modo suo, anche quella apparentemente più piccola o insignificante.
Ci sono persone che con un singolo gesto possono cambiare l'esito di tutto.
È una opportunità data a chiunque, purtroppo, sia nel bene che nel male.
Basti pensare che molti individui si arrogano il diritto di scegliere tra la vita e la morte, i peggiori, quelli che mi fanno più schifo.


Lui si trovava in piedi, di fronte a lei, mentre lei lo guardava dal basso, col viso rivolto verso di lui e lo sguardo che pareva sempre vacuo, ottenebrato ed anche un po' lucido. Poteva sembrare assente in quel momento, ma non era così: la caffeina in circolo nel suo corpo la rendeva abbastanza lucida da riuscire a recepire i messaggi che il Muscle le stava inviando con il suo discorso. Per rispetto ed educazione, scelse di rimanere in silenzio, fino a quando l'uomo non avesse concluso tutto ciò che aveva da dirle.

La tua solitudine, il tuo freddo... Potrebbero dipendere anche dalle scelte di altri, non per forza da tue mancanze.
Ognuno ha il potere di scegliere arbitrariamente le proprie intenzioni e non tanto raramente capita che queste vadano poi a ledere la sensibilità altrui.
Il più grande errore che puoi fare, però, è donare a chi non lo merita una importanza eccessiva, derivata soltanto da imposizioni, carattere, cultura o quant'altro.
Nella vita niente è d'obbligo. Tutto va meritato e conquistato. Non sempre con estrema facilità.


Aveva lo sguardo fisso su di lui e l'espressione triste, le braccia strette intorno al corpo per placare quei brividi di freddo che esistevano solo nella sua testa. Per molto tempo aveva vissuto senza provare più quelle emozioni che la facevano stare male, annullando completamente la sua persona e la sua volontà. Era un tempo in cui la Morimoto poteva contare sull'affetto sincero di suo zio, quello zio che era riuscito a scaldarla là dove la madre aveva lasciato soltanto una landa gelida e desolata. Per molto tempo si era sentita fiorire dentro, sbocciare in una nuova sé stessa perché qualcuno finalmente aveva iniziato a prendersi cura di quel terreno arido, innaffiandolo con l'acqua dell'amore e dell'affetto. E quando quel qualcuno era venuto a mancare per fatalità purtroppo inevitabili... Fu altrettanto inevitabile per Kirie sentire prepotente in lei quel senso di vuoto e di abbandono senza riuscire più a contrastarlo.

In tutta onestà, pensi seriamente di essere una persona inutile, senza valore, da buttare via?

Non riesco a capirlo Hank-san... Non ci riesco... Non ci riesco...

Rispose, di nuovo in giapponese, abbracciandosi ancora più forte e abbassando lo sguardo per non far vedere le sue lacrime di cui provava così tanta vergogna. Il dolore era qualcosa di privato, da non esibire di fronte al prossimo. Chi le aveva insegnato quella massima? Sua madre? Sua nonna? I suoi zii? Non aveva importanza, perché tanto era così radicato in lei che le venne persino da arrossire per l'imbarazzo, come se di fronte agli occhi del Vigilante ci fosse non lei in lacrime, ma lei completamente nuda.

Sento che c'è tanta oscurità in me e questa oscurità non vuole andare via, non vuole... Lasciarmi libera...
Come se fosse sempre pronta a trascinarmi giù, come se io le appartenessi...


Stava parlando di sensazioni talmente oscure e profonde, latenti nel suo spirito, che sul momento il Muscle avrebbe potuto non comprendere realmente di cosa ella stesse parlando.

Si alimenta delle mie paure come una bestia affamata e mi priva di quel calore di cui sento tanto bisogno...

Nonostante le lacrime solcassero le sue guance, non c'era però traccia di singhiozzi in lei perché mai si sarebbe lasciata andare ad un pianto isterico o rumoroso. Come sempre, Kirie era delicata in tutto ciò che faceva, temendo sempre di urtare con la sua presenza il mondo che apparteneva ad altri. Era stata quella sua stessa delicatezza a spingerla a prendere la decisione di lasciare Nigel, così che il Sykes potesse vivere felice la sua vita amorosa ritrovata con Eufemia.

Un tempo... Credevo di valere qualcosa anche io...- ricominciò a parlare, ma questa volta in inglese, alternando le due lingue senza nemmeno rendersene conto -Tu puoi capire cosa significa perdere una persona che si ha amato tanto ed è stato per noi un modello... Ma a differenza di me, Hank-san ha saputo accettare la morte di quella persona.
Io l'unica cosa che avrei voluto fare era morire al posto suo, perché senza di lui il senso di abbandono è tornato più forte di prima...


Tentò di alzarsi in piedi, così piccola rispetto al Muscle, guardandolo negli occhi con il volto ancora pieno di lacrime. Poi, timidamente, una mano si posò sul petto dell'uomo, seguita dalla gemella e infine dal resto del corpo di Kirie che cercava, in quella figura dura e virile, un po' di quel calore che in precedenza Hank era riuscito a donarle.

Non voglio... Più essere abbandonata...
Vorrei... Io... Io vorrei... Che qualcuno si prendesse cura di me, per sempre.
... È così sciocco da parte mia, non è vero?
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Messaggioda Hank » 29/06/2017, 17:16

In tutta onestà, pensi seriamente di essere una persona inutile, senza valore, da buttare via?

Non riesco a capirlo Hank-san... Non ci riesco... Non ci riesco...

Le credeva perfettamente, anzi sapeva di non poter pretendere troppo da lei, non in quello stato e forse in generale.
Una femmina come Kirie era stata all'ombra di se stessa da persone intenzionata ad eclissarla così da poterla controllare.
Non era una dote di chiunque possedere la giusta dose di autostima e forza di volontà.
La Nonomiya ne ostentava moltissima ma in verità ormai era verso la fine della propria corsa, agli sgoccioli, senza aiuto o supporto.
Anche il migliore dei corridori necessitava di un po' d'acqua a metà del percorso, ma lei aveva sete da anni, ormai.

Sento che c'è tanta oscurità in me e questa oscurità non vuole andare via, non vuole... Lasciarmi libera...
Come se fosse sempre pronta a trascinarmi giù, come se io le appartenessi...


Piangeva, buttando fuori dolore ed un senso di impotenza che faceva commuovere anche il cuore più di pietra.
Hank, dalla sua parte, nel silenzio più totale, lasciava che quelle lacrime scorressero e facessero il loro dovere, come un po' di pioggia in mezzo al Sahara.
Non esporre gli stati d'animo conduceva solo alla follia e quella sera la giapponese c'era andata molto, molto vicino, una follia senza voce, apatica, ma tale.

Si alimenta delle mie paure come una bestia affamata e mi priva di quel calore di cui sento tanto bisogno...

Sospirò, ancora aspettando che proseguisse, ancora cercando di trovare il senso ad ogni esposizioni, perché quelle erano affermazioni importanti che però andavano contestualizzate.
Suo nonno gli aveva sempre detto che le emozioni residenti nell'anima avevano canali di uscita di ogni genere e non sempre potevano essere viste o capite perfettamente.
Doveva solo aspettare che oltre alle lacrime e al dolore, venisse fuori anche il vero bisogno di lei, quella variabile importante che le mancasse per stare davvero bene.
Riprese a parlare inglese, in automatico, confondendo le lingue ma di certo non il filo del discorso, aggiungendo altri pensieri, altri dettagli, ma no, non era affatto finita.
Infatti, passati altri secondi, ella si alzò, si avvicinò a lui e si appoggiò al suo petto da maschio forte, da roccia, quasi chiedendo una implicita protezione eterna.

Non voglio... Più essere abbandonata...

...

Vorrei... Io... Io vorrei... Che qualcuno si prendesse cura di me, per sempre.

Eccolo lì il vero nodo di tutta la questione, la vera necessità della ex Morimoto, il centro di ogni equazione e di ogni realtà e bisogno.
Kirie voleva semplicemente che una persona si occupasse completamente di lei, dandole quella bella sorsata d'acqua dopo tutta la corsa e il sudore di lacrime e sangue.
Esistevano persone nate per essere emancipate, altre invece nate per sostare tra un lato e l'altro, infine quelle desiderose di avere un punto di riferimento fermo e deciso.
Non c'era da vergognarsi, la Nonomiya voleva un punto di riferimento, voleva appartenere a qualcuno e sentirsi di qualcuno.

... È così sciocco da parte mia, non è vero?

Stava ancora lì, appoggiata a lui, mentre nella mente del Muscle ripassavano i ricordi del passato, in particolare quelli legati a lei e alla vita nella scuola, la Musashi.
Alcuni episodi indelebili avevano segnato pure lui, ricordandogli perché odiasse tanto persone come i genitori di lei, come la madre di lei, senza il minimo senso della misura.
L'onore, il rispetto, tutte cose importanti, ma da non pretendere senza un adeguato compenso interiore dietro. Quando si è merde nell'anima, non si dovrebbe chiedere nulla a gratis.
Pur non dicendo ancora niente, una reazione da parte di Kid ci fu. La mano destra si alzò ed andò ad appoggiarsi dietro il capo della orientale, sul folto manto di capelli scuri.
Quella mano, che prima aveva saputo colpire tanto durante un uomo di stazza imponente, si adagiava in quel caso con una delicatezza disarmante.
La spinse ad appoggiarsi meglio, addosso al suo petto, facendole respirare a pieni polmoni il proprio odore, il proprio profumo.
Restò in quel modo per diversi secondi, anzi no, forse minuti, tre per la precisione, dopo di che finalmente prese la parola e tale fu più un ordine, che una richiesta.

Seguimi.

Si volse, camminando tranquillo verso la zona del bagno, accendendo la luce ed aspettando che lei arrivasse per poi chiudere la porta e spostarsi in direzione del box doccia.
Era molto spazioso, trasparente con le pareti del box in doppio vetro temperato ed il pavimento in legno rivestito di cera impermeabile ad alta resistenza all'umidità.
Fatto ciò, si tolse la maglietta, restando a petto nudo. Poi passò ai jeans dopo le scarpe, di seguito le calze, rimanendo con i soli boxer grigi attillati.

Spogliati.

Quel tono non ammetteva repliche, una frase senza possibilità di altre interpretazioni e se per caso ella fosse stata indecisa davvero sul significato, avrebbe cambiato idea a breve.
Si calò l'ultimo indumento quasi subito, facendo così vedere alla ragazza le proprie parti bassi senza alcun problema di remore, pudori e altre cose simili.
Tornò a fissarla, aprendo il box doccia.

Ti muovi?

Attese che la Nonomiya facesse come richiesto, non soffermandosi troppo momentaneamente sulle nudità di lei, facendolo solo segno di entrare.
Una volta che entrambi furono all'interno, chiuse il box e la fece voltare verso di sé.
Da un attimo all'altro, aprì l'acqua che uscì subito dalla cornetta, un'acqua assolutamente... Fredda.

Non ti lamentare.
Regola il respiro... Fa' come ti dico, regola il respiro.
Lascia che l'acqua fredda ti levighi la pelle, lascia che rinfreschi anche il tuo spirito.
Tieni gli occhi chiusi, chiudili e continua a respirare piano, abituati.


Mentre ella cercava di trovare il proprio Equilibrio sotto il getto freddo della doccia, Hank prendeva una spugna a guanto e se la metteva sulla destra.
Poi, afferrò del bagnoschiuma, l'unico presente lì dentro perché l'unico usato da lui, il Pino Silvestre, mettendosene un poco sul guanto.
Infine prese anche il secondo guanto, mettendolo alla mancina, per poi strofinarli e creare schiuma in abbondanza.
Aggirò la ragazza, andandole dietro la schiena, poi, le posò i guanti sulle spalle e da lì iniziò un lento massaggio.

Non è sciocco, è solamente la tua volontà e il tuo modo per sentirti serena interiormente, quindi può essere opinabile, ma non sciocco.
L'oscurità che hai dentro te l'hanno data le persone rimaste fin troppo preoccupate e spaventate dal tuo eccesso di luce, Kirie.
Hai subito tantissime docce gelate nella tua esistenza ma, come puoi vedere, basta concentrarsi, tenere gli occhi chiusi, regolare i polmoni, è il freddo è solo Acqua.
Acqua che scivola addosso, lungo ogni centimetro del corpo, per poi cadere giù, lasciando solo un ricordo umido che si asciugherà nel tempo, senza altri segni.
Lasciati scivolare addosso il male e vedrai che non ti recherà più fastidio. È un percorso stronzo, complesso, alle volte pesante, specie se si è da soli.
Quello che senti alle spalle è il tocco di ciò che ti aiuta a superare tutto, un intervento esterno, la differenza tra la solitudine e il piacere dell'essere accompagnata.
Indubbiamente è tutt'altra cosa, ma devi fidarti ciecamente di qualcuno per permettergli di esserti alle spalle e non tutti possono meritarsi quel posto.


Una cosa alla volta, comunque.

E adesso alza la testa, apri la bocca e bevi.
Manda giù un bel po' d'acqua e dissetati, come se non bevessi da giorni, da settimane.
Ritrova la pace ma soprattutto... La voglia di ricominciare a camminare.
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