... Giusto, non conosci nemmeno il suo nome ed in effetti è più che giusto tu lo sappia...
Caroline Victoria Martha Eleanor Alexis Cartwright... Oh beh, il primo nome è soltanto Caroline Victoria, non volevo costringerla ad una firma chilometrica!
... Martha?
Ho voluto che avesse i nomi delle femmine più importanti della mia vita.
Se ottenesse un briciolo di spirito da ognuna di voi, verrebbe su una bambina eccezionale, ne sono certo.
La convinzione delle sue parole era più che concreta e sincera. Vergil non diceva le cose tanto per, anzi, dava peso ad ogni frase, come una persona matura, come un uomo.
Tante vicende ed esperienze lo avevano condotto lì, dov'era adesso, ad occuparsi di una piccola creatura indifesa e fragile oltre ogni immaginazione.
Nessuno avrebbe creduto fino a dieci anni prima che il Cartwright potesse divenire un bravo padre da lì ad appena pochi mesi ed invece era successo proprio così.
Osservò la donna negli occhi, scorgendo il luccichio di una emozione forte e incontrollabile, la commozione nel sapere che la bimba aveva ottenuto anche il nome della Pozionista.
Sorrise piano, allungando una mano verso un pacchetto di fazzoletti non troppo distante per poi porgergliene uno.
Sei davvero imperdonabile, Vergil Cartwright!
E io sono una sciocca sentimentale a commuovermi per una cosa del genere...
È la prima volta che ti vedo in lacrime, credo proprio sia una sorta di evento inenarrabile!
... Non pensavo possibile che i tuoi occhi potessero risultare ancora più belli... Mi sbagliavo.
Con quell'uscita, Vergil rinnovò implicitamente la veridicità dietro al fascino che la donna esercitasse su di lui ancora, dopo quelle settimane di silenzio dalla famosa dichiarazione declinata.
Per quanto fosse strano, ancora una volta si ritrovarono l'uno di fronte all'altra come ben più che due semplici colleghi, come ben più che uno studente e la sua docente di Pozioni.
Martha, attraverso quella sorpresa non contemplata, aveva riscoperto di nuovo la gioia dello scoprire un Cartwright sempre più degno della sua attenzione e del suo cuore.
Era sereno, era tranquillo, era sicuro che ormai quella bimba contenesse già in buona parte totalitaria quell'amore incondizionato che da sempre cercava per se stesso.
Ma quello della piccola sarebbe stato l'amore di una figlia. A lui questo bastava? Si era deciso a non fornirsi risposte confuse ma la Bennet scelse a sorpresa di rimettere in gioco quel bisogno.
Ancora una volta devo ammettermi sconfitta e riconoscere in te l'uomo che sei diventato.
... A dirla tutta, sono ormai mesi che ci penso ed è iniziato tutto quanto la sera in cui ti sei dichiarato a me, chiedendomi una possibilità.
Pur rifiutando la tua proposta, io non sono più riuscita a scacciare il pensiero di te dalla mia testa... E dal mio cuore.
Ricordi quanto fossi distaccata da te negli ultimi tempi?
Avrai sicuramente pensato di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma non è così.
Ero io il problema, io che non riuscivo a prendere una decisione perché l'idea di stare con te, di vivere con te mi spaventava come una ragazzina.
Anzi, ancora adesso ho paura di quello che potrebbe accadere, se mi affidassi completamente a te.
... La paura è una sensazione autentica che molti considererebbero una debolezza.
Nel tempo ho imparato a capire che quando si ha paura, è anche possibile che dipenda dall'importanza eccessiva che ha per noi una determinata cosa.
La paura è di soffrire, la paura è di vivere qualcosa di non calcolato... Di non saperlo gestire.
Ogni tanto mi è successo.
Ti sei spaventata come una ragazzina... Credo che questo accada quando non si è state per il giusto tempo delle ragazzine!
Il contatto visivo era ormai perpetuo ed il cuore nel petto del Cartwright batteva forte, molto forte, decisamente fuori dall'ordinario.
Era la stessa sensazione che provava quando guardava Cavy dormire nella culla, ma con una matrice diversa, di uguale intensità ma differente entità.
Quando ella gli prese le mani, comprese che c'era ancora tanto da dire, che ci fosse quella possibilità di stare assieme che ormai aveva del tutto messo da parte o almeno al 95%.
Possibile che quel 5% si stesse avverando davvero di fronte ai suoi occhi in un momento simile?
Non restava altro se non lasciarla proseguire, mettendosi in piedi con lei, sovrastandola con la sua massiccia corporatura.
Non so dirti quando e come questo sentimento sia sbocciato in me.
Ma posso garantirti che non sfiorirà facilmente, se non addirittura mai, perché so che quando amo qualcuno, lo amo con tutta me stessa, incondizionatamente e per sempre.
Adesso tu sei felice e appagato, perché hai appena scoperto l'amore di un genitore per la propria figlia, qualcosa a cui anche io ho sempre anelato.
Ma se pensi che non sia troppo tardi per me, che non sia troppo tardi per noi, allora ti prego fammelo capire in qualche modo perché...
Forse l'idea iniziale di Martha era quella di parlare, terminare la frase e di conseguenza alzarsi in punta di piedi per baciarlo sulle labbra, prendendo l'iniziativa.
Ma adesso era lei la ragazzina, era lei quella inesperta appena tornata ai primi sospiri e ai primi batticuore da adolescenza saltata e mai vissuta veramente.
Ecco perché fu Vergil a prendere in mano la situazione, a mostrarsi uomo, a non aspettare permessi o concessioni, ma a prendersi ciò che sentiva da quel momento fosse suo.
Interruppe tutto con quel bacio, con quel gesto ricco di passione e amore così tanto traboccanti da lasciare completamente senza fiato anche una donna navigata come la Bennet.
Perché nella conoscenza poteva essere un passo avanti, nel sesso pure, ma nell'amore l'esperto era lui e non si sarebbe lasciato sfuggire la possibilità di dimostrarglielo.
Ti amo, Vergil.
... Martha Medea Bennet, vuoi sposarmi?
Caroline Victoria Martha Eleanor Alexis Cartwright... Oh beh, il primo nome è soltanto Caroline Victoria, non volevo costringerla ad una firma chilometrica!
... Martha?
Ho voluto che avesse i nomi delle femmine più importanti della mia vita.
Se ottenesse un briciolo di spirito da ognuna di voi, verrebbe su una bambina eccezionale, ne sono certo.
La convinzione delle sue parole era più che concreta e sincera. Vergil non diceva le cose tanto per, anzi, dava peso ad ogni frase, come una persona matura, come un uomo.
Tante vicende ed esperienze lo avevano condotto lì, dov'era adesso, ad occuparsi di una piccola creatura indifesa e fragile oltre ogni immaginazione.
Nessuno avrebbe creduto fino a dieci anni prima che il Cartwright potesse divenire un bravo padre da lì ad appena pochi mesi ed invece era successo proprio così.
Osservò la donna negli occhi, scorgendo il luccichio di una emozione forte e incontrollabile, la commozione nel sapere che la bimba aveva ottenuto anche il nome della Pozionista.
Sorrise piano, allungando una mano verso un pacchetto di fazzoletti non troppo distante per poi porgergliene uno.
Sei davvero imperdonabile, Vergil Cartwright!
E io sono una sciocca sentimentale a commuovermi per una cosa del genere...
È la prima volta che ti vedo in lacrime, credo proprio sia una sorta di evento inenarrabile!
... Non pensavo possibile che i tuoi occhi potessero risultare ancora più belli... Mi sbagliavo.
Con quell'uscita, Vergil rinnovò implicitamente la veridicità dietro al fascino che la donna esercitasse su di lui ancora, dopo quelle settimane di silenzio dalla famosa dichiarazione declinata.
Per quanto fosse strano, ancora una volta si ritrovarono l'uno di fronte all'altra come ben più che due semplici colleghi, come ben più che uno studente e la sua docente di Pozioni.
Martha, attraverso quella sorpresa non contemplata, aveva riscoperto di nuovo la gioia dello scoprire un Cartwright sempre più degno della sua attenzione e del suo cuore.
Era sereno, era tranquillo, era sicuro che ormai quella bimba contenesse già in buona parte totalitaria quell'amore incondizionato che da sempre cercava per se stesso.
Ma quello della piccola sarebbe stato l'amore di una figlia. A lui questo bastava? Si era deciso a non fornirsi risposte confuse ma la Bennet scelse a sorpresa di rimettere in gioco quel bisogno.
Ancora una volta devo ammettermi sconfitta e riconoscere in te l'uomo che sei diventato.
... A dirla tutta, sono ormai mesi che ci penso ed è iniziato tutto quanto la sera in cui ti sei dichiarato a me, chiedendomi una possibilità.
Pur rifiutando la tua proposta, io non sono più riuscita a scacciare il pensiero di te dalla mia testa... E dal mio cuore.
Ricordi quanto fossi distaccata da te negli ultimi tempi?
Avrai sicuramente pensato di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma non è così.
Ero io il problema, io che non riuscivo a prendere una decisione perché l'idea di stare con te, di vivere con te mi spaventava come una ragazzina.
Anzi, ancora adesso ho paura di quello che potrebbe accadere, se mi affidassi completamente a te.
... La paura è una sensazione autentica che molti considererebbero una debolezza.
Nel tempo ho imparato a capire che quando si ha paura, è anche possibile che dipenda dall'importanza eccessiva che ha per noi una determinata cosa.
La paura è di soffrire, la paura è di vivere qualcosa di non calcolato... Di non saperlo gestire.
Ogni tanto mi è successo.
Ti sei spaventata come una ragazzina... Credo che questo accada quando non si è state per il giusto tempo delle ragazzine!
Il contatto visivo era ormai perpetuo ed il cuore nel petto del Cartwright batteva forte, molto forte, decisamente fuori dall'ordinario.
Era la stessa sensazione che provava quando guardava Cavy dormire nella culla, ma con una matrice diversa, di uguale intensità ma differente entità.
Quando ella gli prese le mani, comprese che c'era ancora tanto da dire, che ci fosse quella possibilità di stare assieme che ormai aveva del tutto messo da parte o almeno al 95%.
Possibile che quel 5% si stesse avverando davvero di fronte ai suoi occhi in un momento simile?
Non restava altro se non lasciarla proseguire, mettendosi in piedi con lei, sovrastandola con la sua massiccia corporatura.
Non so dirti quando e come questo sentimento sia sbocciato in me.
Ma posso garantirti che non sfiorirà facilmente, se non addirittura mai, perché so che quando amo qualcuno, lo amo con tutta me stessa, incondizionatamente e per sempre.
Adesso tu sei felice e appagato, perché hai appena scoperto l'amore di un genitore per la propria figlia, qualcosa a cui anche io ho sempre anelato.
Ma se pensi che non sia troppo tardi per me, che non sia troppo tardi per noi, allora ti prego fammelo capire in qualche modo perché...
Forse l'idea iniziale di Martha era quella di parlare, terminare la frase e di conseguenza alzarsi in punta di piedi per baciarlo sulle labbra, prendendo l'iniziativa.
Ma adesso era lei la ragazzina, era lei quella inesperta appena tornata ai primi sospiri e ai primi batticuore da adolescenza saltata e mai vissuta veramente.
Ecco perché fu Vergil a prendere in mano la situazione, a mostrarsi uomo, a non aspettare permessi o concessioni, ma a prendersi ciò che sentiva da quel momento fosse suo.
Interruppe tutto con quel bacio, con quel gesto ricco di passione e amore così tanto traboccanti da lasciare completamente senza fiato anche una donna navigata come la Bennet.
Perché nella conoscenza poteva essere un passo avanti, nel sesso pure, ma nell'amore l'esperto era lui e non si sarebbe lasciato sfuggire la possibilità di dimostrarglielo.
Ti amo, Vergil.
... Martha Medea Bennet, vuoi sposarmi?