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da Monique » 27/11/2011, 22:24
[Venerdì - ore 01.46]
Non poteva credere di essere davvero lì, a quell'ora: ma perchè andare in biblioteca se non riusciva a dormire? Poteva starsene in camera e mettersi a suonare, ad esempio... invece no, si era dovuta alzare, infilandosi un paio di calzettoni rossi e pesanti fin sotto il ginocchio ad accompagnare la camicetta lunga fino a metà coscia che fungeva come pigiama, e con la bacchetta tra le mani era dovuta a tutti i costi uscire, come se rimanere nella propria stanza fosse quasi un crimine.
Voglio proprio vedere che m'invento ora che sono qui...
Si disse Monique con un lieve sospiro, guardandosi attorno: si trovava nel reparto proibito della biblioteca, ed era sola ovviamente vista l'ora tarda; con fare indeciso, la donna iniziò a girare per gli scaffali con la bacchetta stretta tra le dita per farsi luce e studiare così i titoli dei vari libri. C'erano un sacco di letture interessanti, indubbiamente, ma un tomo in particolare attirò l'attenzione della francese: "L'immunità agli incantesimi - teoria e pratica"; lo sguardo di Moni s'illuminò appena, spingendola a prendere il libro per dargli un'occhiata.
Quella poltroncina farà al caso mio.
Pensò avvicinandosi ad una poltrona di pelle verde scura situata in un angolo della biblioteca, accanto al fuoco spento: Moni lo accese con un colpo di bacchetta e si accomodò su di essa per poi aprire il libro ed iniziare a leggere; l'argomento le interessava parecchio perchè Nicholas, suo padre, era immune alle sue illusioni e lei non sapeva bene spiegarsene il motivo. Sarebbe stato così facile, altrimenti, metterlo fuori gioco dentro una illusione e poi spedirlo ad Azkaban per sempre... in ogni caso, forse quella lettura le avrebbe dato le risposte che cercava. I minuti trascorsero lenti, cinque, dieci e poi quindici, fino a quando un rumore distrasse la lettura di Moni, la quale posò il libro sul tavolo accanto alla poltroncina, si alzò lievemente col busto e lo ruotò in direzione della fonte del suono udito precedentemente: qualcuno - si sperava non uno studente avrebbe passato guai seri - era appena entrato nel settore proibito della biblioteca.
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da Sandyon » 27/11/2011, 23:24
Interessante è l'approccio con il quale le illusioni si insinuano nella mente dell'uomo. Le terminazioni nervose principali che regolano gli istinti e i sensi più importanti come l'udito, il tatto e la vista vengono subito intaccati e alterati momentaneamente per far risultare la magia come una fonte naturale in fronte a chi la osserva o intorno a chi si trova. Tutte le terminazioni esattamente come se fossero scosse e toccate da aghi sottili, possono essere messe in difficoltà da certi tipi e livelli di illusioni, così tanto potenti da far subire un'alterazione non solo momentanea ma anche costante e in crescita che conduce la persona che le subisce, qualora osservasse nell'illusione un caso o una situazione che non gli piace o è per lui di rischio, ad intraprendere con facilità la via dell'arresto cardiaco. Tale processo e decesso dalla persona verranno identificate, sempre per il modo in cui vengono intaccati u suoi sensi, di pensare di morire nel modo che ha davanti e che i suoi occhi sembrano fargli osservare come reale, come per esempio affogando, bruciando, trafitto da una freccia e così via.
Stupefacente vero?
Già, fin troppo. Adesso capisco molte cose e sopratutto perchè quel viscido francese la vuole per se.
E' veramente un cattivone, devi eliminarlo Sandy!
Fosse così facile Mog. Se avessi potuto lo avrei fatto anche alla festa, non credi? Non avrei avuto problemi poi a spiegarlo alla donna.
Guarda che la donna ha un nome, oppure te lo sei dimenticato già dopo una settimana che non ci parli?
Mmhhh... Monique.
Bravo Sandy, "accettabile"!
Che fai, ti metti a dare anche tu voti adesso?
Sembra divertente quando lo fai tu ihihihi!
Non lo è, anzi, è una grandissima rottura di... Mh?
Che c'è? Che è successo? Che cos...
C'è qualcuno, è entrato qualcuno, beh pazienza, sarà qualche studente che vuole infrangere le regole.
Sandyyyy... Sei un professore e Capo Scuola, non puoi fargliela passare liscia, è il tuo dovere!
No, il mio dovere è proteggere una cantante dal paparino con le manie di grandezza, ecco qual'è il mio lavoro attuale e quello mi basta.
Dimostri scarsa professionalità!
... Prego?
Si si, sei poco professionale. Anche questo è un tuo lavoro, ti pagano per farlo, anche se è una miseria rispetto a quello che prendi, ma i soldi sono importanti, te lo ricordi quando non avevamo da mangiare perchè come compito ti davano di andare a ritrovare il pettirosso della signora Wiscker oppure di andare a fare la spesa al vecchio signor Uljivald? Quando eri mercenario ma non ti credeva nessuno perchè eri troppo giovane? Ecco, io me lo ricordo, che tempi brutti quelli, dove anche solo un pezzo di pane ser...
Ho capito, basta andare avanti con la solfa, preferisco togliere 400 punti al ragazzo che sta camminando da queste parti piuttosto che proseguire a sentirti!
Oh... beh... va bene allora, ecco, bravo, così mi piaci!
Mmhh... e comunque, era il signor Julgivald, non Uljivald.
Prrr... fiscale!
Tsk, permaloso!
Erano passati appunto circa sette giorni dall'ultima volta che aveva avuto modo di parlare con Monique, alla festa a Parigi della madre, e da allora la donna non aveva fatto che evitarlo, dopo avergli mandato la mattina successiva a quella sera, una lettera con delle scuse abbastanza in difficoltà chiedendogli anche di non sgridare Dastel per quello che aveva rivelato, ed era stata piuttosto brava a scrivergli così presto altrimenti non sarebbe riuscito a fermarlo nella sua furia verso l'animale che però appunto venne salvato e si beccò soltanto una bella ramanzina ed un incantesimo di solletico perpetuo per cinque minuti buoni. Adesso l'uomo, dopo tutti quei giorni, nella notte, si trovava lì, nel reparto proibito della biblioteca a cercare maggiori informazioni sulle illusioni e sul loro effetto sull'uomo e su quanto potessero divenire potenti con l'aumentare del potenziale magico della persona che le utilizzava, ed in effetti più andava avanti a leggere e più si spaventava. Quella sera indossava gli stessi abiti che aveva portato per fare le lezioni, leggermente eleganti e piuttosto classici. Uno dei pochi regali che gli aveva fatto Asher, un suo caro amico del passato reincontrato pochi giorni prima. Non ci si trovava molto bene ad indossarli ma per quella sorta di rispetto e allo stesso tempo convenienza, dato che spesso la Preside gli aveva chiesto la cortesia di mettere cose più inclini all'ambiente scolastico, aveva deciso di mettere ogni tanto qualcosa che potesse essere accettato da tutti gli altri, con evidente indifferenza da parte sua visto che a lui quello che aveva addosso gli importava poco, bastava che coprisse bene e non desse impiccio quando si doveva schivare uno schiantesimo lanciato bene e a poca distanza. Libro tra le mani quindi ed ora sguardo in direzione della zona di ingresso della biblioteca. Sguardo fiero e serio, abbastanza scocciato e irrequieto, visto che voleva dopo tanto tempo un po' di solitudine, seduto ancora su quella poltrona di velluto così comoda che quasi lo avrebbe convinto a rimanere a leggere tutta la notte, certo, se non fosse arrivata la presenza fastidiosa a rovinargli i piani.
Si alzò dunque in piedi, posando il libro al suo posto, in maniera da non destare sospetti qualora l'avessero visto leggere una cosa del genere così particolare, e si diresse a passi calmi ma ben sentiti nella direzione della zona proibita settore C-K-58, "Contro Incantesimi e Difese Avanzate", un settore interessante che se non altro non era stato scelto con poco gusto, ma non era questo che gli doveva interessare. Avrebbe mandato via il soggetto velocemente, togliendo giusto quella miseria di punti da togliere tanto per far denotare un minimo di severità e poi sarebbe tornato alla sua lettura. Girò l'angolo tra le due scaffalate della zona dirigendosi verso la poltroncina di velluto nero che era già stata bella e occupata da qualche minuto buono e facendosi forza per non andarsene di nuovo scocciato, sospirò e si diresse ancora più vicino, se non fosse che, avvicinandosi sempre di più, gli sembrava quasi di vedere quanto la figura seduta fosse molto ma molto familiare.
Cazzo, tra tutta la gente del castello deve essere...
Monique.
Disse soltanto, con il suo solito tono distaccato ma ormai conosciuto più che mai dalla donna che adesso incrociava lo sguardo col suo, mentre lui con gli occhi scuriti dal chiaroscuro della notte, sfrecciava a dare una svelta occhiata alla mise della Vice Preside che si era sistemata proprio con la stessa idea dell'ex mercenario e cioè di essere completamente sola, per quanto il venticello che tirava tra gli infissi di quella vecchia struttura non doveva essere proprio così caldo quindi forse da parte di lei una scelta azzardata.
Ma se non altro per lo sguardo, gradita.
Buonasera.
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da Monique » 27/11/2011, 23:43
A dover azzardare una previsione, avrebbe detto che lo studente - se di studente si fosse trattato - così pazzo da girare per il castello a quell'ora sarebbe stato un Serpeverde, o al massimo un Grifondoro completamente scriteriato; avrebbe puntato anche sui prefetti Dragargenteo, le avevano detto che si trattava di due figure piuttosto inclini a fregarsene delle regole. Il punto, comunque, era che alla fine il suo sesto senso aveva visto giusto: si trattava proprio di un Serpeverde. ... peccato non fosse uno studente.
Monique.
Ormai quella voce la conosceva fin troppo bene, anche se dopo una settimana intera passata cercando di evitarlo, ritrovarselo di fronte così di colpo era una bella botta per il suo autocontrollo, soprattutto perchè nella sua mente non poteva non pensare alle parole da lei stessa pronunciate una settimana prima.
" ... tu mi piaci tanto, Sandyon... ... mi piaci tanto... ... tanto..."
No, cazzo, basta! Ho fatto una figura di merda, meglio lasciarsela alle spalle e andare avanti!
Si disse Monique, scuotendo appena il capo e fingendo così di scostarsi i capelli per non far capire all'uomo quali fossero i suoi pensieri: certo, vederlo così tranquillo non faceva che confermare l'ipotesi che a lui la cosa non avesse fatto né caldo né freddo, però... però ricordava il suo tono di voce dubbioso, la sua mano intrecciata alla propria, e non riusciva a capire come inserire quei gesti in un contesto apparentemente freddo e distaccato come quello che lui sembrava voler tenere con lei.
Buonasera.
Sandyon... buonasera a te. Pensavo non ci fosse nessuno a quest'ora.
Mormorò Moni in risposta, abbozzando un piccolo sorriso imbarazzato: sì, a lei quel ricordo faceva effetto eccome soprattutto perchè, per quanto magari inappropriate o premature, quella sera aveva detto cose che pensava veramente; lui le piaceva, e per quanto vederlo con quei vestiti così sobri la stranisse - paradossalmente essendosi ormai abituata a vestiari più rozzi lo preferiva così - sentiva comunque un desiderio fisico non indifferente verso l'uomo.
Già, anche se penso che non sia solo colpa sua e di quanto sia appetibile, ma anche del fatto che a dirla tutta non combino niente da mesi... e non penso di potermi proprio definire una ragazza "pura e casta" per natura.
Pensò Monique ironicamente, voltandosi completamente col corpo per poi alzarsi in piedi, sentendosi appena in imbarazzo per il proprio vestiario sicuramente non consono all'incontro con un uomo: ma che ne poteva sapere che avrebbe avuto compagnia quella notte?
Almeno ti suscitasse qualcosa...
Un pensiero fugace che la donna cercò di reprimere, ma non era per nulla brava a farlo - sicuramente non si sarebbe mai potuta paragonare a lui in quanto a bravura, in questo senso.
Come stai? Io... vorrei ancora scusarmi per l'altra sera. Mi rendo conto di averti messo in una posizione... - si bloccò un momento, incerta su come proseguire - ... di disagio. Avrei dovuto tenermi certi... commenti per me. Mi dispiace davvero.
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da Sandyon » 27/11/2011, 23:59
Ci furono intensi attimi di sguardi tra loro, potè giurarlo senza alcun dubbio in merito, e probabilmente in mezzo a quegli sguardi vi erano sicuramente mille e più domande, ma nessuna di queste conteneva frasi fatte come "cosa ci fai qui" oppure "come mai a quest'ora" al semplice "come stai". Questo Sandyon lo sapeva bene e non poteva negarlo, nemmeno per far risultare a se stesso un autocontrollo che ora come ora, davanti ad un corpo come quello di lei messo in mostra a quel modo, andava vacillando molto più del solito.
Sandyon... buonasera a te. Pensavo non ci fosse nessuno a quest'ora.
Pensiero reciproco.
Rispose velocemente, analizzando il fatto che per la prima volta si era permessa a chiamarlo per nome. Si sentiva più in confidenza? Era probabile, ma in fondo non che gli fosse mai importato qualcosa di come lo chiamavano, l'importante era che lo facevano il meno possibili e solo nelle occasioni di stretta necessità. Quella non lo era, ma ormai per Monique era abituato a fare eccezioni.
Come stai? Io... vorrei ancora scusarmi per l'altra sera. Mi rendo conto di averti messo in una posizione ... di disagio. Avrei dovuto tenermi certi... commenti per me. Mi disp...
Non l'ho rimproverato.
L'uomo la bloccò prima che andasse oltre. Certo, poteva sembrare che non volesse sentirla, ma di fondo c'era un motivo molto più umano di quanto non sembrasse e cioè che comunque immaginava l'imbarazzo che la donna provasse nel dire quelle cose, sopratutto a fronte che forse qualche sera prima quando parlò non era proprio lucidissima, così Sandyon semplicemente spostò l'argomento sull'altra preoccupazione descritta nella lettera dalla Vice Preside, facendole intendere che non se l'era presa con Dastel, forse proprio grazie al suo intervento.
Uhm?
Gli occhi dell'uomo infine saettarono verso la copertina del libro che la donna teneva saldamente fra le mani, infine, ecco che risalirono per tutto il suo corpo, soffermandosi rallentando ancora una volta su qualcosa di meno professionale o di studio e cioè il petto di lei che evidentemente sotto la camicetta non doveva portare reggiseno, anche perchè il freddo aveva fatto si che si notasse anche bene l'assenza di intimo. L'uomo inspirò appena, come a voler trattenere gli ormoni e tutto quello che poteva esserci appresso, dato che se lei era a secco da mesi, lui lo era da anni, e di certo non è che capitavano sotto i suoi occhi tutti i giorni donne di quel calibro di sensualità e femminilità nel corpo come anche nelle espressioni e nelle movenze. Quindi di nuovo sul volto e dritto negli occhi, ancora una volta uno di quei loro classici sguardi intensi.
Ti documentavi su qualcosa di interessante? Toglimi una curiosità: tuo padre ne è immune, vero?
E Sandyon in quel momento seppe perfettamente che non sarebbe servito specificare ancor meglio la domanda.
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da Monique » 28/11/2011, 0:13
Non l'ho rimproverato.
Monique non fece in tempo a finire la propria frase che lui le parlò sopra, bloccando quelle scuse che evidentemente non riteneva necessarie sentire: anzi, spostò il discorso su Dastel e la donna trovò che Sandyon fosse stato molto gentile a rassicurarla in tal senso... evidentemente la lettera che gli aveva spedito - per quanto assurda - aveva sortito l'effetto desiderato.
Uhm?
No, nessuno sguardo poteva sfuggire ai riflessi scattanti ed immediati di Moni, che dunque colse perfettamente prima l'occhiata lanciata dall'uomo al libro che lei stava leggendo - avrebbe fatto il collegamento? Era piuttosto perspicace, quindi era un'opzione da tenere in considerazione - e poi al suo corpo, fermandosi in particolare all'altezza del petto: quello sguardo fece sfuggire a Monique un sospiro appena tremante, e non certo per il freddo che permeava quel luogo.
... se mi guardi così mi riesce ancora più difficile non desiderarti.
Sì, l'aveva detto davvero ad alta voce: perchè? Perchè tanto paradossalmente si era già esposta con lui, per quanto fosse avvenuto senza che lei lo volesse; a quel punto tanto valeva essere sinceri sempre, un po' perchè Moni era fatta così di suo, un po' perchè forse Sandyon avrebbe apprezzato quella sua schiettezza - che ormai non chiedeva più nulla in cambio - ed un po' perchè effettivamente quello sguardo così intenso sul proprio corpo le faceva bollire il sangue nelle vene.
Ti documentavi su qualcosa di interessante? Toglimi una curiosità: tuo padre ne è immune, vero?
Se non lo fosse stato, sarebbe chiuso ad Azkaban già da tempo.
Commentò la donna con sarcasmo, spostando dunque l'argomento di conversazione dalle proprie emozioni al padre: un cambiamento piuttosto sgradevole visto chi era diventato l'oggetto delle loro considerazioni, ma tant'è, bisognava sapersi accontentare.
Cercavo di capire come fosse possibile una cosa del genere, le mie illusioni dovrebbero poter essere contrastate solo da specifiche pozioni e non da innate capacità... è una cosa che mi manda i bestia. Speravo che questo libro mi dicesse come renderlo vulnerabile al mio potere così da assicurargli un biglietto di sola andata per Azkaban.
Aggiunse con un sospiro Monique, passandosi distrattamente una mano tra i capelli per poi tornare a guardare l'uomo: la cosa più assurda era che, fino a poco tempo prima, la francesina si fosse sempre considerata una ragazza, una giovane nel fiore degli anni ma ancora sostanzialmente immatura ed acerba; ma da quando Sandyon aveva preso a guardarla non più solo come una carica ambulante, ma come una conoscente - un'amica? - ed un essere umano in primis, Moni aveva preso a sentirsi più... donna. Aveva una diversa percezione di sé ora, era più consapevole del suo corpo e di come esso rispondesse a certi stimoli... e l'uomo di fronte a lei di stimoli ne forniva parecchi.
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da Sandyon » 28/11/2011, 0:26
... se mi guardi così mi riesce ancora più difficile non desiderarti.
Quella frase non fu schietta e sincera, di più. Gli occhi dell'uomo, a tratti gelidi e calcolatori, sgranarono le pupille fino a farle diventare dilatate quasi come quelle di un felino nella notte, tanto quella frase l'aveva colpito ed innervosito. Non era un nervoso di rabbia, no, semplicemente un nervoso dato dal fatto che entrambi si desideravano, almeno dal punto di vista corporeo, ma era come se sapessero che fare un passo del genere senza i dovuti motivi dietro sarebbe stato la conclusione di un rapporto già troppo in bilico così com'era. In ogni caso, a quella frase lui si leccò le labbra, fissandola ancora una volta dalla testa ai piedi. Già, alla fine lei non lo conosceva ancora così bene per sapere che per alcuni versi risultava quasi essere sadico e bastardo, ma era qualcosa che faceva venir fuori solo in poche occasioni, solo nelle occasioni in cui la preda che aveva davanti era qualcosa di assolutamente raro. Comunque, il discorso doveva essere cambiato e quel momento legato ai sensi e alle pulsioni venne represso giustamente come ipotizzato da lui grazie proprio a quella domanda con un'importanza tale da poter essere certo che avrebbe indirizzato il dialogo su altre frontiere.
Cercavo di capire come fosse possibile una cosa del genere, le mie illusioni dovrebbero poter essere contrastate solo da specifiche pozioni e non da innate capacità... è una cosa che mi manda i bestia. Speravo che questo libro mi dicesse come renderlo vulnerabile al mio potere così da assicurargli un biglietto di sola andata per Azkaban.
Se fosse esistito un tale libro, penso che sarebbe già bruciato da tempo, copie comprese.
E in effetti tutti i torti proprio non li doveva avere. Un uomo scaltro e macchinoso come il signor Vireau di certo non si sarebbe fatto sfuggire un'informazione tale da relegarlo alla prigione così facilmente e di certo alcune letture come quelle che lei cercava, semmai fossero esistite, di sicuro le poteva tenere soltanto lui nella sua amata libreria e in nessun altro luogo.
Sei la figlia, penso tu sappia bene qual'è l'unica biblioteca dove potresti cercare.
Ed infatti, per Sandyon fu abbastanza facile dare il consiglio più giusto in quel momento alla donna, anche se ipotizzava bene che fare una cosa del genere poteva significare anche metterle in testa strane idee, ma era anche vero che da quello che aveva capito, Monique era istintiva, non stupida e quindi non si sarebbe mai andata ad impelagare in un problema come intrufolarsi nella biblioteca del padre sopratutto per ricercare un tomo del genere. Infine, quel gesto di spostarsi e sistemarsi i capelli ebbe quel certo non so che di infinitamente femminile che gli fece quasi tremare le mani, che tenne però belle e buone al loro posto, prima che facessero qualcosa per la quale avrebbe valso la pena tagliarsele il giorno dopo.
Mmhhh... Non finirò mai di fare doccie fredde di questo passo, tsk, merda.
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da Monique » 28/11/2011, 0:41
Si era leccato le labbra. No no, Monique era certa di non esserselo immaginato, era sicura di aver visto la lingua dell'uomo umettare le sue labbra mentre con lo sguardo ancora la studiava da capo a piedi, e questo le provocò l'ennesimo, potente brivido per tutta la schiena.
Dannato, ma lo fai apposta?
Si chiese la donna mentre Sandyon cambiava discorso ed ascoltava poi le parole di lei su quali fossero le sue speranze per quella sera: sembrava però che l'uomo fosse molto meno ottimista di lei, difatti poco dopo commentò le parole della giovane in modo piuttosto categorico.
Se fosse esistito un tale libro, penso che sarebbe già bruciato da tempo, copie comprese.
No, sapeva bene che Nicholas non avrebbe mai lasciato nulla al caso, ovviamente... ma sperava che in qualche modo ci fosse anche solo un piccolo accenno di speranza, un riferimento anche velato alla possibilità di rendere la vita dell'uomo un vero inferno come lui l'aveva resa a Monique per anni ed anni.
Sei la figlia, penso tu sappia bene qual'è l'unica biblioteca dove potresti cercare.
Ed anche l'unica dove non posso mettere piede come se nulla fosse.
Mormorò Moni con un piccolo sbuffo: anni prima avrebbe lasciato parlare la parte più istintiva di sé, lanciandosi in una missione suicida come quella di infiltrarsi - ed uscire illesa - a Chateau Vireau per consultare la biblioteca di famiglia; fortunatamente gli anni erano passati e lei un po' di raziocinio aveva imparato ad usarlo, perciò era consapevole che se davvero avesse voluto consultare i libri in quella casa avrebbe dovuto avere un piano così perfetto da pararle il fondoschiena, prima.
Inutile pensarci adesso, dunque...
Si disse Monique, tornando con lo sguardo su di lui: rivivendo attimo per attimo quelle poche occasione di "intimità" avute con lui, si poteva anche evincere che pure Sandyon avesse un certo debole fisico per lei... insomma, un uomo che la guardava in quel modo non poteva rimanere indifferente alle movenze del suo corpo. Certo, giocare su una cosa del genere sarebbe stato totalmente scorretto, però... cosa costava provare? Cos'aveva da perdere?
Al massimo mi scoppia a ridere in faccia, ma se poco poco andasse bene... domattina mi sentirei beata e così intensamente soddisfatta da poter tener testa a chiunque, Nicholas Vireau compreso.
Si disse Moni, decidendo quindi di mettere in atto quel mezzo piano di seduzione: niente parole particolari o gesti eclatanti comunque, da quel po' che aveva capito di lui, per Sandyon erano i piccoli movimenti a fare la differenza; per questo, poco dopo, alzò gli occhi su di lui e sempre guardandolo con quel ghiaccio bollente nell'oscurità delle sue iridi, si morse lentamente il labbro inferiore, passandosi ancora una volta la mano tra i capelli ma con più lentezza, sfiorandosi così con le dita anche il collo diafano e scoperto.
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da Sandyon » 28/11/2011, 1:36
Già, fortunatamente sembrava che la donna non avesse la minima intenzione di dirigersi verso la biblioteca segreta del padre. Oramai non si faceva più domanda stupide come ad esempio il perchè lei non si fosse stranita a sapere che lui era al corrente di un luogo del genere. Evidentemente era entrata nell'ottica che lui aveva lavorato per il padre in passato e obiettivamente almeno a giudicare dal fatto che si riusciva a trovare nella stessa stanza con lui senza insultarlo, doveva averlo accettato fin da subito.
Cosa ti da' la sicurezza che io non ti tradirei per una somma maggiore?
Per un secondo quella fu la domanda che gli balenò in mente. In fondo, Nicholas poteva contattarlo in qualsiasi momento per offrirgli vagonate di milioni pur di averla per se la sua piccola princesse, lui era un mercenario, sempre stato tale da anni e questo era certo che lei lo sapesse, ma allora perchè fidarsi tanto? Perchè era stato garantito dalla Preside? Ma se lei la Preside nemmeno la sopportava... Evidentemente lei voleva credere in lui, evidentemente lei sapeva che poteva contarci, forse Dastel aveva chiacchierato un po' troppo per i suoi gusti ma ormai la ramanzina era stata fatta, quindi pazienza, non c'era da dire altro. Quella domanda però, così com'era giunta, dovette andarsene quasi subito, proprio nel momento stesso in cui Monique decise per fare una mossa molto azzardata verso di lui. Si morse il labbro lentamente, fissandolo languida e possibilmente eccitata. Sandyon rimase immobile a fissare quella scena dall'alto tasso si erotismo e femminilità che gli fece accelerare il battito cardiaco anche se all'esterno non dava ancora a vedere nulla.
Perchè lo fa? E' solo questo che vuole? O vuole di più...
Quella fu la successiva ed imponente domanda che si fece, nel mentre prendeva passo e si avvicinava a lei con ancora molta lentezza, non smettendo di fissarla, arrivandole a circa un metro di distanza. Fremevano entrambi, ognuno per lo stesso identico motivo: la carne, quella che tra loro risultava essere debole ogni volta che si vedevano, come se fosse una sorta di magnetismo, elettricità che si verificava ogni volta che si trovavano abbastanza accanto da sentire il respiro o il profumo della pelle della controparte. Era un momento delicato, e sapeva bene che ogni mossa avventata sarebbe stata pagata cara le ore successive, dove i comportamento avrebbero preso finalmente lucidità effettiva e lui si sarebbe accorto di quello che aveva fatto, anche se in effetti, quello che forse doveva cercare di farle capire era ben altro e magari era proprio il momento di parlare. Portò la mano proprio vicino al suo collo, sfiorando la pelle con la sua e poi con una stretta non troppo energica affondo le dita nei capelli mori di lei e facendo leva con il muscolo bicipite la fece avvicinare a lei fino a far si che le loro labbra fossero a miseri millimetri di distanza, così che i loro respiri potessero incrociarsi e almeno loro, fra di loro, cominciare a mischiarsi e unirsi creando un mix perfetto di desiderio e lussuria. Gli occhi dell'uomo fissi nei suoi, ancora serio, ma allo stesso tempo eccitato seppur lo faceva vedere poco, visto che l'autocontrollo era tutto nella sua disciplina come guerriero a pagamento.
...Vorresti che ti sbattessi qui, su quel divanetto, ora?
La domanda non aveva bisogno di traduzioni, aveva detto esattamente quello che aveva detto, senza mezzi termini o misure. La voce era roca, bassa, virile, da maschio vissuto e assolutamente... dominante, senza ombra di dubbio. La presa sui capelli si affievolì lentamente e l'altra mano nel frattempo saettò dietro la schiena di lei e la tirò a se facendo in modo che i due corpi fossero ancora più attaccati l'un l'altro e le labbra ancora più vicine, forse solo un centimetro a separarle. La mano teneva saldamente, non se ne sarebbe potuta andare nemmeno se lo avesse voluto. Voleva farle comprendere che svegliare troppo quella bestia dentro di lui avrebbe potuto significare potersene pentire, magari in senso buono per il corpo, ma pentirsene in altri sensi e comunque.
Non sa minimamente cosa le farei, Vice Preside, nemmeno lo immagina quello che mi potrebbe passare per la mente... Ma se è davvero quello che vuole lei, beh per me non lo è più da quella notte.
Dicendo questo, lasciò che la donna potesse allontanarsi qualora l'avesse voluto, distogliendo un secondo lo sguardo per poi tornare ad affondare in quello di lei, inspirando profondamente, senza riuscire a provare quella forte fitta al centro dello stomaco che lo faceva trasalire ogni tanto e sentire assurdamente agitato e nervoso.
Sono entrato in un tunnel di non ritorno, Monique, dove so bene che se ti dessi quello che vogliamo ora, tu da domani ti aspetteresti qualcosa che io non posso darti, perchè il mio passato mi vive ancora dentro e ormai credo che tu il mio passato lo conosca abbastanza.
Si, diceva bene. Del sesso? Si, ma dopo? Non avrebbe mantenuto promesse, non avrebbe imbastito discorsi romantici e non sarebbe nato nulla da quell'unione di corpi, almeno per il suo giudizio attuale. Da una parte avrebbe voluto toccarla e fare qualsiasi cosa, in un luogo desolato di notte come quello, dove con i loro incanti l'avrebbero potuto rendere inaccessibile e inudibile, certo, questo era vero, ma era il fondo e la motivazione che ci sarebbe stata dietro che era sbagliata e questo Sandyon lo sapeva bene, dimostrando a se stesso ed anche a lei di essere abbastanza maturo da non fare la fine dello sbarbatello che segue gli istinti e dopo... beh dopo, spezza i cuori altrui perchè ha fatto un "errore".
Avanti, dimmi, che cosa vorresti da questa notte? Questo...
E prendendo la sua mano, di lei, la posò proprio sul cavallo dei pantaloni, senza alcun ritegno e problema, dimostrando di non essere affatto un signorino tutto francesismi e buone maniere come gli idioti che si sarebbe dovuta ogni volta sposare, ma che quando sentiva e ci voleva, sapeva farsi capire anche troppo bene senza infiocchettare niente.
Oppure anche qualcos'altro?
E la mano presa da lui venne fatta risalire poi fino all'altezza del centro del petto, spostato un po' verso sinistra, a sfiorare a contatto diretto con il cuore che lei avrebbe potuto sentire come in una palpitazione forsennata e disperata.
Non mi far credere di essere solo desiderosa di così poco, fammi credere che vuoi di più, ma se così fosse, io non voglio... io, non sono ancora pronto a mettere in un cassetto il mio passato!
Lasciò andare la presa e fu lui a fare qualche metro indietro, fissandola ancora ma per niente arrabbiato con lei, probabilmente lo era molto di più con se stesso, ma non poteva farci niente, forse la donna aveva accelerato troppo i tempi, forse aveva osato troppo presto, forse aveva fatto tutto con troppo vigore e questo il corpo e il cuore di Sandyon non lo avevano sopportato abbastanza e quindi, aveva ceduto alla rabbia verso quello che lo aveva fatto morire con una parte di se molto tempo fa e probabilmente aveva reso partecipe la donna di qualcosa che avrebbe voluto contenere dentro al suo animo per tutta la vita, dato che il suo unico intento era quello di non scendere in nessun particolare sentimentale con lei. Già, tutti buoni propositi che lei aveva puntualmente mandato all'aria.
In questi giorni, si tu... Mi sei mancata, ma questo non basta, questo non mi basta, mi dispiace.
E adesso forse si sarebbe veramente capito se la donna avrebbe davvero avuto la stoffa di acquistare molti punti nei suoi confronti oppure no, ma di certo forse nessuna persona avrebbe accettato un rifiuto, orgogliosa come poteva esserlo lei. Avrebbe dovuto dimostrare una comprensione oltre ogni limite immaginabile che lui da una parte era sicuro che non poteva possedere, altrimenti si sarebbe trovato in grossi guai con il suo spirito e allora si che avrebbe dovuto fare i conti seri con una situazione che non si sarebbe rivelata affatto semplice da gestire, perchè forse lei sarebbe stata la prima donna a dimostrare di avere molto ma molto di più che semplice coraggio e forza di volontà, una donna... esattamente come era lei.
Vattene via...
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da Monique » 28/11/2011, 17:17
Forse era stata una mossa troppo azzardata: per un istante Monique immaginò di vedere l'altro scuotere la testa, voltarsi ed andarsene lasciandola lì da sola come una cretina, una che si è messa in gioco con imperdonabile leggerezza; in quel caso sì che non avrebbe più potuto guardarlo in faccia. Ma Sandyon non sembrava affatto essere di quell'avviso, anzi: le si avvicinò lentamente - ogni suo passo corrispondeva ad un'accelerazione del battito del cuore di lei - fino a che non furono vicini come mai prima, e quando l'uomo l'attirò a se prendendola per i capelli, con decisione ma senza farle male, un gemito fioco sfuggì dalle sue labbra.
...Vorresti che ti sbattessi qui, su quel divanetto, ora?
C'è anche da chiederlo?
Un botta e risposta veloce, la voce roca di lui che si sposava perfettamente con quella carica di eccitazione di lei: non gli era mai, mai stata così vicina, e la forza che sentiva dentro di sé, l'adrenalina che le scorreva nelle vene era talmente tanta da riuscire a spaventarla; si sentiva come una bomba ad orologeria sul punto di esplodere al minimo tocco da parte di lui. Sandyon le lasciò i capelli ma continuò a trattenerla stretta a sé e la cosa certo non dispiacque a Monique che non si sarebbe mai allontanata dal suo corpo.
Non sa minimamente cosa le farei, Vice Preside, nemmeno lo immagina quello che mi potrebbe passare per la mente... Ma se è davvero quello che vuole lei, beh per me non lo è più da quella notte.
La lasciò libera di allontanarsi, ma la donna non si spostò di un centimetro, continuando a guardarlo dritto negli occhi: le sembrava persino che gli occhi avessero iniziato a bruciarle, forse perchè lo fissava così intensamente da non sbattere nemmeno le palpebre; sentiva che quel momento era come una sorta di punto di rottura con tutto ciò che c'era stato prima, e non voleva in alcun modo spezzare quell'istante in cui, forse, per la prima volta Sandyon era davvero sincero in tutto e per tutto, non solo con lei ma anche con se stesso.
Sono entrato in un tunnel di non ritorno, Monique, dove so bene che se ti dessi quello che vogliamo ora, tu da domani ti aspetteresti qualcosa che io non posso darti, perchè il mio passato mi vive ancora dentro e ormai credo che tu il mio passato lo conosca abbastanza.
Non rispose, non disse niente: non perchè non avesse nulla da dire, ma perchè semplicemente sentiva che l'uomo aveva ancora tanto da dire e da farle capire, e parlare ora avrebbe potuto rovinare tutto: lo fissava negli occhi, notando le pupille dilatate e quello sguardo lievemente lucido ma comunque intenso, profondo, comunicativo; non era mai stato così con lei, ma le piaceva... perchè era come se le stesse aprendo un piccolo spiraglio sulla propria anima.
Avanti, dimmi, che cosa vorresti da questa notte? Questo...
Monique sussultò quando la mano di Sandyon prese la sua, posandola sul cavallo dei suoi pantaloni: non era abituata a quei modi di fare così diretti, espliciti, forse anche rudi, totalmente in contrapposizione con la sua educazione assolutamente distaccata, fredda e calcolata; oltretutto ciò che sentiva a contatto con la propria mano era incredibilmente... duro.
Oppure anche qualcos'altro?
E tornò su con la mano, posandola sul cuore della donna che batteva all'impazzata ora: le sembrava surreale che fossero lì, in quel momento, a dirsi quelle cose quando un mese prima quasi nemmeno si guardavano in faccia... ancora ricordava quanto l'avesse trovato sbagliato per quel posto, osservando il suo file dalle mani di Madeline, ed ora invece tutto era cambiato senza che nemmeno lei l'avesse potuto prevedere.
Non mi far credere di essere solo desiderosa di così poco, fammi credere che vuoi di più, ma se così fosse, io non voglio... io, non sono ancora pronto a mettere in un cassetto il mio passato!
Non te lo sto chiedendo...
Lo pensò e basta Monique senza emettere un fiato, lasciando che questa volta fosse lui ad allontanarsi da lei forse per recuperare lucidità e un minimo di raziocinio: lei dal canto suo, stava forse più in crisi dell'uomo; da un lato voleva solo baciarlo e fargli dimenticare tutto, dall'altro andarsene via non per paura del rifiuto, ma perchè forse così facendo avrebbe smesso di fargli venire in testa dubbi su dubbi che lo facevano solo stare mle.
In questi giorni, si tu... Mi sei mancata, ma questo non basta, questo non mi basta, mi dispiace.
... anche tu mi sei mancato.
Le prime parole che Moni pronunciava da quando era iniziato tutto il discorso da parte di Sandyon: ad esse non seguirono subito altre, era come se anche la donna dovesse fare mente locale e cercare di dire le cose giuste per non farlo scappare; una cosa però era certa... non si sarebbe mossa da lì.
Sandyon... io lo cosa vuol dire aver perso qualcuno che amavi con tutta te stesso. Non paragonerò tua moglie a Flame o a Rose, ma perlomeno capisco anche solo per un decimo quello che provi: ma io non... non ti sto chiedendo niente.
Ancora una volta la mano passò tra i capelli, quasi come se quel gesto fosse una sorta di calmante per lei: si sentiva vulnerabile in quel momento ma non voleva tirarsi indietro, voleva che lui capisse che non era un gioco, né per lui né per lei.
Io lo so che la ami ancora, e non posso biasimarti per questo. E posso capire che se provi... qualcosa... se senti qualcosa per un'altra, tu possa sentirti confuso, sbagliato... posso capirlo, davvero. Ma io non... non voglio che la dimentichi. Non ti sto chiedendo di fingere e di partire da zero perchè hai... abbiamo entrambi troppe cose alle spalle per farlo.
Gli si avvicinò lentamente, lo sguardo serio ma il tono addolcito, una sfumatura di fragilità negli occhi come se volesse permettergli, qualora l'avesse voluto, di specchiarvisi dentro e leggerle l'anima.
Non ti mentirò dicendo che vorrei solo andare a letto con te, perchè non è così e credo si sia capito. Ma non ti sto chiedendo di... stare insieme, o di sentirti obbligato a darmi qualcosa. Anche perchè... non potrei mai avere una relazione con te, Sandyon - e così dicendo un mezzo sbuffo sarcastico e triste le uscì dalle labbra - Sei un uomo adulto e vaccinato e sono più che sicura che tu ti sappia difendere da solo, ma non potrei mai volontariamente farti divenire una delle pedine di mio padre per tentare di schiacciarmi, e lui non ci penserebbe due volte ad usarti, Morgana solo sa come.
Ovviamente non poteva nemmeno immaginare che lui in realtà avesse come compito il proteggerla, quindi lo considerava semplicemente come un uomo che si era trovato accidentalmente coinvolto nei casini della famiglia Vireau: alla luce di ciò, come avrebbe potuto anche solo pensare di legarsi sentimentalmente a lui?
Mi piaci? Sì, da morire. Vorrei... averti? Sì, e credo che anche questo si sia capito. Ma non... non voglio che tu mi dia niente più di questo. Seriamente. Non voglio una notte di solo sesso, ma non voglio nemmeno... una relazione. Non posso permettermela, e non ti sottoporrei mai ad una pressione del genere.
Concluse: avrebbe voluto dire altre mille cose ma... forse aveva già detto troppo. Rimase così in silenzio, le braccia che s'incrociavano sotto il suo petto in una posizione di leggero disagio: non per ciò che aveva detto, lo pensava tutto dalla prima all'ultima parola, me perchè non sapeva minimamente come comportarsi con lui per non farlo allontanare da sé. Semplicemente, decise allora di fare un'ultima cosa: si avvicinò ancora di un passo, ed intrecciò appena le dita con quelle di lui, come quella notte; voleva fargli capire che anche per lei era cambiato tutto, quella notte.
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da Sandyon » 28/11/2011, 21:32
Sfacciata, assolutamente sfacciata. La donna non sembrava affatto voler negare ogni cosa, visto che dopo l'ultima notte le verità le aveva dette tutte quante e di sicuro non si sarebbe stranita nel doverne dire ancora e ancora e ancora, sopratutto adesso che lui era così vicino che forse in maniera probabile gran parte del suo cervello era sopperito da puro istinto difficilmente refrenabile. Non negò per nulla che avrebbe voluto giacere con lui su quel divanetto e continuava a fissarlo come se una parte di lei lo pregasse per farlo, ma dopo le sue ultime parole, sembrò zittirsi e cambiare radicalmente idea, per quanto il suo corpo ancora fremente non le dava tregua e le faceva sentire le ginocchia tremare come se ci fosse il terremoto. Un veloce scambio di battute e sguardi, quelli di lei, contro le parole di lui che a seguito, più rozzo e selvaggio che mai le fece ben presente quanto lui fosse completamente diverso dalle persone che poteva aver avuto accanto fino a quel momento, ma non si tirò indietro, più testarda che mai, non aveva intenzione di indietreggiare, lo lasciò fare a lui che comunque nell'arco di pochi istanti decise di lasciar stare e di allontanarsi di qualche passo, prendendo respiro e assimilando energia e nervoso, sistematicamente in quegli istanti vorrebbe stare solo ma lei, con tutto che dentro di se l'aveva appena cacciata via, non si decise affatto ad andarsene, con tutto che le sue parole precedenti non erano state delle migliori e confrotevoli.
... anche tu mi sei mancato.
Ecco quello che riuscì a dire lei, non con tranquillità, né con sfacciatagine, ma comunque con quella sincera verità nello sguardo che non poté non colpirlo un minimo, lui che riprese ad incrociare gli occhi con quelli della superiore, incredulo che fosse ancora lì a perdere tempo con lui, perchè di tempo perso si trattava, o almeno, per lui doveva trattarsi tale, punto, senza nessun ripensamento, per quanto nella sua testa fossero in atto procedimenti e domande molto più complessi ed intricati.
Sandyon... io lo cosa vuol dire aver perso qualcuno che amavi con tutta te stesso. Non paragonerò tua moglie a Flame o a Rose, ma perlomeno capisco anche solo per un decimo quello che provi: ma io non... non ti sto chiedendo niente.
E questa volta fu per lei il momento di fare il monologo verso una figura in silenzioso ascolto. Il mercenario distolse lo sguardo durante quelle parole, visto che odiava parecchio parlare di certe cose, dato che non tirava fuori certi argomenti se non con se stesso da un'eternità ormai, ma sembrava che Monique non avesse la minima intenzione di fermarsi, anzi, proseguiva con il suo discorso, volendo a tutti i costi fargli capire quale fosse il suo punto di vista in tutto e per tutto, senza poi pentirsi di essere rientrata in camera e non aver detto tutto il dicibile.
Io lo so che la ami ancora, e non posso biasimarti per questo. E posso capire che se provi... qualcosa... se senti qualcosa per un'altra, tu possa sentirti confuso, sbagliato... posso capirlo, davvero. Ma io non... non voglio che la dimentichi. Non ti sto chiedendo di fingere e di partire da zero perchè hai... abbiamo entrambi troppe cose alle spalle per farlo.
Almeno questo sembra capirlo...
Chinò lo sguardo, fissando il pavimento, facendo notare la riflessione sulle parole di lei, per farle capire che non stava prendendo sotto gamba tutto quel discorso, ma purtroppo per lei, Sandyon non era ancora così pronto per ascoltare certe cose, non dopo aver fatto palesemente capire ad un'altra donna, un'altra e non la sua, che c'erano dei sentimenti e delle pulsioni difficilmente controllabili. Così, iniziò a stringere il pugno, nervoso, stressato mentalmente e cominciando a bollire come se fosse una pentola a pressione in procinto di fischiare da un momento all'altro.
Non ti mentirò dicendo che vorrei solo andare a letto con te, perchè non è così e credo si sia capito. Ma non ti sto chiedendo di... stare insieme, o di sentirti obbligato a darmi qualcosa. Anche perchè... non potrei mai avere una relazione con te, Sandyon. Sei un uomo adulto e vaccinato e sono più che sicura che tu ti sappia difendere da solo, ma non potrei mai volontariamente farti divenire una delle pedine di mio padre per tentare di schiacciarmi, e lui non ci penserebbe due volte ad usarti, Morgana solo sa come.
Quella parte, per quanto su una persona normale e con una coscienza pulita avrebbe fatto un bruttissimo effetto, a lui non diede niente da pensare, visto che il lavoro nella sua vita era su un piano diverso, un piano parallelo e paradossalmente non collegato a tutto il resto, ma di sicuro le parole riguardanti quella situazione, le parole della donna che quindi non si sarebbe avvicinata troppo a lui proprio a causa di metterlo in una brutta situazione di pericolo ad opera del padre, di certo volgeva a suo favore. Una volta sarebbe rimasto zitto, e di certo avrebbe semplicemente approfittato del fatto che lei pensava che le loro vite erano discordanti tra loro, ma all'improvviso, le sue labbra sembrarono aprirsi senza che nemmeno lui se ne accorgesse in maniera coerente e logicamente premeditata.
... Ho avuto grane da persone molto più potenti di quel pazzo francese.
Cosa voleva dire? Che non doveva preoccuparsi di inseguire i suoi sentimenti se il problema che vedeva era solo il padre? Cosa gli era saltato in mente? Perchè dover dire una frase del genere, perchè dover esporre così tanto una sua iniziativa, come se per certe intenzioni lui volesse togliere un paletto che li avrebbe potuti dividere con maggiore vigore e forza, ma a quanto parve, l'uomo prese quel paletto e senza alcun motivo logico lo distrusse gettandolo via.
Mi piaci? Sì, da morire. Vorrei... averti? Sì, e credo che anche questo si sia capito. Ma non... non voglio che tu mi dia niente più di questo. Seriamente. Non voglio una notte di solo sesso, ma non voglio nemmeno... una relazione. Non posso permettermela, e non ti sottoporrei mai ad una pressione del genere.
La voce pura della sincerità, che sanciva una volta per tutte che la Vice Preside Monique Vireau era attratta da lui e dal suo corpo e per nulla al mondo lo avrebbe ancora continuato a negare, né a se stessa né a lui. L'uomo dalla sua pregò soltanto che non lo andasse a raccontare anche in giro, ma il suo rapporto nei confronti del resto dei docenti era ancora troppo acerbo per potersi permettere una cosa del genere. Nonostante tutto, le sue parole furono ancora una volta molto importanti e lo colpirono profondamente. Lei aveva coraggio, grinta da vendere, grossa forza di volontà, una leonessa fiera e caparbia, già... quelle due donne sembravano davvero molto... troppo simili... ed il cuore di Sandyon lo stava percependo sempre di più.
... Non posso credere. Così diverse esteriormente...
Così fottutamente uguali dentro!
Il pugno si strinse ancora di più, grazie alla tensione accumulata con quella assurda consapevolezza che si era ormai fatta strada in mezzo ai fitti rovi che avevano circondato il suo cuore. Non poteva rimanere lì oltre, o forse non voleva, sapeva che se fosse rimasto se ne sarebbe pentito poco dopo perchè il suo istinto avrebbe parlato e anche troppo, avrebbe mostrato a lei qualcosa che lui non voleva mostrarle, perchè non era affatto semplice riuscire a dimenticare ogni cosa, non era affatto semplice catalogare tutto come passato e ricordo e metterlo in un angolo per fare spazio a nuove emozioni. Poteva sembrare una cosa semplice, ma non lo era, non lo era per niente.
Ti ringrazio. Adesso però, è meglio che vada, e tu è ora che ti copri, potresti prendere qualche malattia grave...
Punta di premura verso di lei, un brutto segno, o bello avrebbe definito Mog, ma quella era un'altra storia. Forse, la vera novità che prese piede in quella notte iniziata solitaria per entrambi che fece rimanere il piccolo essere invisibile anch'egli di sasso, fu quello che Sandyon decise di fare di sua volontà, cercando il più possibile di contenersi, cercando il più possibile di non fare una fine sperimentata e sperimentata con le sue implicazioni più importanti: il dolore per l'eventuale perdita. Fece di nuovo qualche passo verso di lei e posò le mani sulle sue spalle, stringendo appena, fissandola negli occhi con intensità e trasporto, infine, le mani si levarono verso l'alto e si posarono su entrambe le guance della donna, sentendone la delicatezza e morbidezza pari alla stessa buccia di una pesca matura e vellutata. Deglutì lentamente e infine, si avvicinò col viso, ma quello che fece forse non sarebbe stato il gesto maggiormente aspettato e voluto da lei. Tirò su le labbra e con estrema morbidezza, depositò un bacio leggero, piccolo e assolutamente gentile sulla sua fronte, per poi avvicinarsi di poco e farle sentire ancora un secondo il battito del suo cuore a breve distanza e dar lui la possibilità di percepire ancora una volta il suo odore. Infine, si allontanò, lasciando quella presa così come l'aveva iniziata, sussurrando con voce, bassa, cala e roca un semplice...
Buonanotte.
E dicendo ciò, sostenendo ancora un po' lo sguardo su di lei, fece qualche passo indietro e infine, se non avesse detto nulla per fermarlo, anche se a dirla tutta ci sarebbe voluto davvero molto impegno per bloccarlo dall'andar via, avrebbe preso la propria strada verso gli alloggi dei docenti, dove avrebbe fatto l'ennesima, utile e necessaria doccia fredda, mentre con lentezza, nel corridoio del castello, mentre camminava, portava la mano a sfiorare le proprie labbra, sentendo ancora il sapore di quella pelle sconosciuta e attraente, leccandosi appena il labbro con gli occhi socchiusi di emozioni in un caos senza precedenti ed eguali.
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