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Centro città

Messaggioda Alexis » 26/08/2015, 20:55

Santi numi Lex allontanati subito da lui!

Come tranquillizzarla, insomma: sentire quell'urlo spaventato provenire da Cecilia le fece ipotizzare che, in qualche modo, la Bishop conoscesse la natura di quella strana medusa, una medusa che però, a voler essere onesti, non le sembrava poi così tanto pericolosa; dopo aver fluttuato intorno al corpo della Parker, infatti, l'essere sconosciuto si era avvicinato alla lavagna con sopra gli appunti della studentessa e, in un battito di ciglia, li aveva risolti con estrema facilità, lasciando l'Acuan a bocca aperta e, sopratutto, in cerca di risposte.

Io... Io non lo so!
E' assurdo Lex, quel coso assomiglia alla creatura aliena di un videogioco babbano!


Cosa?!
Ma sei sicura?
- spalancò gli occhi, allibita: possibile che i videogiochi babbani avessero in qualche modo preso spunto dalla realtà magica? - Di quale videogioco parli?

E' un Baby Metroid, anzi, potrebbe essere, solo che non è possibile una cosa del genere!

Tu dici?
Ti ricordo che facciamo parte del mondo in cui tutto è possibile...


Mi spiace per l'amica di Vergil ma credo proprio che dovremmo andare da lei e fare due chiacchiere con quella ragazza: non so che cosa ci facevano ad Hogwarts queste uova, ma dobbiamo scoprire qualcosa di più.

Se non ti dispiace vorrei... parlarci io.
La conosco, e forse con me si aprirebbe di più...


Una bugia, ovviamente, visto che di Victoria sapeva poco e nulla, ma era l'unico modo per far sì che Cece non scoprisse la sua identità: non perché pensasse che la Bishop avrebbe giudicato negativamente il rapporto tra Vergil - docente di Volo - e la Randall - sua studentessa - ma perché voleva mantenere il segreto che il Cartwright, fidandosi ciecamente di lei, le aveva rivelato.
In ogni caso c'era ancora un uovo da aprire, ovvero quello della bionda: attese con lei che la seconda creatura misteriosa si palesasse, immaginando che non si sarebbe trattato di una seconda medusa - le uova avevano colori diversi - e infatti...

Ehm... Non ti sembra un po' esagitato?

Mi sembra molto... come dire... felice!
Sta cambiando colore... cosa pensi voglia significare?


Credo... che mi stia potenziando magicamente!

Po... potenziando?!
E cosa si prova??


E'... wow! Sì, non riesco a trovare nessun'altra parola per descriverlo se non: W-O-W!

Decisamente fuori dal comune, quelle creature, anzi, al di là di ogni immaginazione: questo, se da un lato galvanizzava Alexis, dall'altro le faceva paura, poiché temeva di non sapere come gestirle; il tempo a disposizione, dopotutto, era pochissimo, e loro non avevano la minima idea di come comunicare con loro, e semplicemente come rapportarcisi.

Quindi non hai intenzione di dirlo a Desmond?

Mi fido di lui, del tutto, ma... non sarebbe meglio capire prima un po' meglio con cosa abbiamo a che fare? - domandò all'amica, titubante.

Dovremmo provare a cammuffarli con la magia, ma non sono sicura che starebbero buoni e tranquilli nel vederci puntare contro di loro una bacchetta...

Sospirò, la Parker, osservando sconsolata la creaturina che le fluttuava intorno e chiedendosi come avrebbe potuto fare per comunicare con lei, per tenerla al sicuro, per evitare che diventasse una cavia da laboratorio: beh, in effetti già poterle parlare sarebbe stato un gran passo avanti.

... ehi, ma che fai??

Domandò allarmata Alexis quando la medusa le si appoggiò sulla testa, spalancando gli occhi quando poi la bocca della creatura - ma era davvero una bocca? - aderì al suo cranio: stava per farle del male? No, qualcosa di decisamente diverso.

Questo è il mio metodo per comunicare con te.
Tu sei mia madre e ti seguirò ovunque vorrai.


Tua m-madre?! - lo disse ad alta voce, fissando sconvolta Cece che probabilmente non stava sentendo nulla di quello che la medusa le stava dicendo.

Nel mio sistema nervoso e cognitivo sono registrati tutti i dati relativi alle seguenti materie: Algebra, Fisica, Chimica, Geometria.
Il mio livello di apprendimento attuale si aggira intorno all'80%.


Aspetta, quindi tu sei una sorta di... enciclopedia scientifica?! - quello era un sogno, forse, o l'illusione più realistica che avesse mai vissuto.

Non posseggo un nominativo, il tuo è Alexis Parker... Età biologica 17 anni. Età psico-genetica 21 anni. Quoziente Intellettivo 148,8.

Quindi non hai un nome... - sussurrò la ragazza, mentre Cecilia riusciva a comunicare con la propria creatura tramite le stelle nel cielo, cosa di cui Alexis al momento non si era accorta - Beh, allora immagino che dovrò dartelo io!
Che ne dici di... Doc?


Un ottimo nome per qualcuno di così preparato, almeno dal punto di vista dell'Acuan che si volse verso la Bishop come a richiedere un suo parere... trovandola però, probabilmente, incredula a fissare il cielo.

Cece... tutto okay?

Quanto doveva sembrare strana con quella medusa sulla testa?

Lei... lui... insomma, Doc non vuole farmi del male!
Al contrario, è un pozzo di conoscenza, e... beh, credo che possiamo stare tranquille!


A parte che ancora non sapevano come portarseli appresso senza farli notare troppo: alzò gli occhi verso la creatura che aveva posata sul capo, trovando surreale il parlarle... e al tempo stesso rendendosi conto di come fosse tutto reale, assolutamente reale.

Ehm, Doc...
Tu sai diventare invisibile, o qualcosa del genere? Se qualcuno ti vedesse, credo che... non sarebbe un bel momento...
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Messaggioda Cecilia » 27/08/2015, 20:33

Ritrovarsi di punto in bianco con la realizzazione vivente di uno dei tuoi videogiochi preferiti fin dall'infanzia fu un vero e proprio shock per la Bishop: ora che avevano aperto le uova, ora che stavano affrontando faccia a faccia il frutto delle proprie scoperte, si rese conto che le due non avevano calcolato la possibilità che le creature al loro interno potessero essere pericolose.
Il Baby Metroid -era così che lei lo conosceva- sembrava essere uguale in tutto e per tutto al suo corrispettivo babbano, tranne per l'atteggiamento decisamente poco aggressivo e più portato ad aiutare l'amica Alexis Parker. Dopo averle spiegato di quale videogioco si trattasse -Metroid, per la precisione- Cecilia confessò all'amica il desiderio urgente di vedere la ragazza che aveva dato loro le uova, convinta che solo parlandosi avrebbe potuto svelare almeno in parte il mistero.

Se non ti dispiace vorrei... parlarci io.
La conosco, e forse con me si aprirebbe di più...


Ah, d'accordo, se pensi che con te possa essere più sincera...

Liquidò così la faccenda, convinta che se l'amica davvero credeva di avere qualche chance allora era meglio lasciarla fare. Si fidava ciecamente di lei, per questo passò oltre concentrandosi invece sulla sua stellina, che saltava, roteava e cambiava colore praticamente ogni cinque secondi. Dopo aver intuito, più che compreso, che quella era la capacità speciale della creatura, le due ragazze si posero infine il problema più grande da quando le due uova si erano schiuse: come nascondere al resto del mondo magico la loro scoperta?
Il mondo era pieno di malintenzionati pronti a sottrarre loro quelle piccole meraviglie per farne delle cavie da laboratorio ed era proprio ciò che sia Alexis che Cece volevano evitare alle due creature. Ma come comunicare con loro, spiegare loro che non avevano nulla da temere, quando non possedevano alcun modo per capirsi e parlare l'uno con l'altro?
Ovviamente entrambe si stavano sbagliando di grosso.
Quando il Baby Metroid si posizionò sulla testa della migliore amica, la Bishop ebbe l'impulsò di prendere quella cosa e staccarla da lì per paura che potesse farle del male. Invece l'espressione perplessa ma non sofferente della Parker la bloccò, in attesa di comprendere meglio che cosa diavolo stesse accadendo fra la ragazza e la piccola medusa aliena.

Tua m-madre?!

Cece la fissò, cercando di capire se la migliore amica si stesse ammattendo, ma da quello che poteva intuire {I/P: 30} la Parker aveva appena trovato un modo per comunicare con il piccolo medusoide.
E la sua invece che fine aveva fatto?
Quando si voltò a cercarla con lo sguardo, la Bishop si rese conto che la piccola stella era sgusciata via chissà dove, spingendola ad inseguirla prima che potesse uscire -a suo rischio e pericolo- verso il mondo esterno. La ritrovò per fortuna vicino ad una finestra e sembrava fissare il cielo con interesse, cosa che spinse anche l'americana ad alzare gli occhi e a rimanere basita da quello che vide.

Io posso parlarti solo così, mamma!

M-mamma?

E' una illusione però, non posso muovere davvero lo stelle.
Però loro mi aiutano a comunicare, soltanto la notte, quando il cielo è limpido!


Buono a sapersi. Almeno adesso sapeva di poter parlare con la sua creatura, anche se certo si sentiva decisamente troppo giovane per ricoprire già le veci di una madre, per di più di un essere tanto strano quanto quella stella!

Come ti chiami?

Cecilia... ma tutti mi chiamano Cece...- disse ad alta voce, rivolgendosi alla stella e fissandola ancora con espressione incredula e incerta.

Io posso renderti più forte quando uso la mia energia, ma tu devi ricaricarmi di tanto in tanto.
Esattamente come le mie cinque punte, puoi impostarmi l'insegnamento di cinque incantesimi della Trama!


Aspetta! Aspetta!
Ricaricarti? E come?
Cinque incantesimi... Per la miseria, questa è davvero una cosa assurda!


Ma a che scopo era stata creata? Perchè aveva tutte quelle capacità? Erano pensieri che in un secondo attraversarono la mente della Bishop che fissava forse un po' impietosità la stellina tutto pepe, non sapendo bene che cosa dire o fare. Anche se avesse voluto sfruttare le sue potenzialità non lo avrebbe certo fatto quella sera e in più le sembrava che in qualche modo l'essere stata ribattezzata la sua mamma la ponesse ormai nella condizione di doversi prendere cura di lei -o di lui, non aveva ancora capito se era maschio o femmina- in qualche modo...

Tu non hai un nome?
Sei un maschio o una femmina?
... Sai perchè sei qui?


Chiese, prima di essere interrotta dalla migliore amica.

Cece... tutto okay?

Sì, stavo scambiando quattro chiacchiere con...- disse, indicando la stella e poi il cielo, non aggiungendo altro. Alexis aveva ancora la medusa attaccata alla sua testa, cosa che da un certo lato la faceva apparire davvero buffa -Ti fa male? Senti dolore?

Lei... lui... insomma, Doc non vuole farmi del male!
Al contrario, è un pozzo di conoscenza, e... beh, credo che possiamo stare tranquille!


Doc?!
... Bel nome, mi piace!


Disse, aprendosi in un sorriso per poi rivolgere nuovamente lo sguardo verso il cielo, forse la stellina aveva risposto alle sue domande.

Ehm, Doc...
Tu sai diventare invisibile, o qualcosa del genere? Se qualcuno ti vedesse, credo che... non sarebbe un bel momento...


Giusto!
Hai modo di nasconderti?
- chiese, rivolgendosi alla sua creratura -Se lo facessi io, non ti spaventeresti, giusto?

Almeno avrebbe potuto spiegarle che cosa avrebbe fatto ed essere sicura che lei o lui la capiva perfettamente.

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Messaggioda Sandyon » 30/08/2015, 16:00

Quindi non hai un nome...
Beh, allora immagino che dovrò dartelo io!
Che ne dici di... Doc?


Registrazione nominativo in corso.
Attendere prego.
Nominativo registrato: Doc.


Aspetta! Aspetta!
Ricaricarti? E come?
Cinque incantesimi... Per la miseria, questa è davvero una cosa assurda!


Puoi ricaricarmi grazie ad un incantesimo che potenzia l'energia magica di un soggetto.
La Trama ne prevede diversi, hai l'imbarazzo della scelta!
Anzi, ora a dire il vero ho un po' di fame...


Tu non hai un nome?
Sei un maschio o una femmina?
... Sai perchè sei qui?


No che non ho un nome, la mia nascita è avvenuta adesso!
Cosa sono un maschio e una femmina?
... Sono qui perché mi hai fatto nascere, grazie mamma!


Il comportamento delle due creature era diametralmente opposto: uno più maturo, calcolatore, serio, robotico, mentre l'altro era infantile, semplice, tenero e ricco di emozioni. Probabilmente non l'avrebbero mai saputo, le due scienziate, ma nel futuro dal quale erano giunto Jasper e Victoria, Doc apparteneva a Cecilia mentre la "Stella" ancora senza un nome, ad Alexis. Particolare come il destino fosse cominciato a mutare da subito, ma forse era la bellezza del divenire e del trasformarsi degli eventi. Nonostante la sorpresa fosse molta e la felicità che le creature fossero innocue ancor più grande, c'erano ancora da definire diversi fattori fondamentali. Né l'una né l'altra potevano sognarsi di uscire ed andare in giro con quelle due novità senza il timore che qualcuno le prendesse di mira e le gliele portasse via. Era necessario trovare un escamotage per nascondere gli esseri così anche da poter celare la loro esistenza (per il momento) anche ad amici e parenti. Nessuna delle due parve essere illuminata da qualche idea, ma forse la soluzione migliore poteva risultare chiedere direttamente alle fonti del problema.

Ehm, Doc...
Tu sai diventare invisibile, o qualcosa del genere?
Se qualcuno ti vedesse, credo che... non sarebbe un bel momento...


Giusto!
Hai modo di nasconderti?
Se lo facessi io, non ti spaventeresti, giusto?


Il primo a dimostrare il metodo per non mostrarsi apertamente al pubblico dei due, fu Doc.
Fluttuando davanti ad una bottiglietta d'acqua di vetro da mezzo litro lasciata vuota e probabilmente da riusare in laboratorio, si tuffò letteralmente dentro di essa trasformandosi in un contenuto liquido dal colore simile all'amarena slavata, tipico di quando lo sciroppo si allungava con l'acqua per renderla meno dolciastra. Evidentemente quello era il risultato della natura liquida delle meduse mischiata al colore del cervello interno della creatura.
Prendendo in mano la bottiglia, essa avrebbe dimostrato lo stesso peso come se fosse stata piena d'olio, quindi piuttosto leggera e facilmente trasportabile

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La "Stella", poco dopo, cominciò a vorticare velocemente, così tanto che per un attimo parve quasi un corpo sferico, questo per circa cinque-otto secondi.
Al termine del giro, le sembianze della creatura mutarono in una sorta di spilla di piccole dimensioni che si andò a sistemare perfettamente sul vestito indossato dalla Bishop. La spilla era dorata e luccicante, molto simile come sembianze alla creatura vera e propria, ma se opportunamente contestualizzata e rappresentata come un regalo, un elemento di piacere personale o un piccolo artefatto magico comprato da qualche parte, allora forse non molti ci avrebbero fatto poi così tanto caso, reputandola semplicemente un po' eccentrica e singolare.

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Messaggioda Alexis » 30/08/2015, 21:30

Registrazione nominativo in corso.
Attendere prego.
Nominativo registrato: Doc.


D'accordo, forse se la creatura - Doc, ormai era stata nominata in quel modo - fosse stata un po' più... calorosa, ad Alexis non sarebbe dispiaciuto; tuttavia se ci pensava bene, un essere così pieno di conoscenza, di sapere scientifico a livello quasi enciclopedico, non poteva dimostrarsi troppo infantile, un po' come la stellina che invece stava parlando con Cecilia. Già, e la sua creatura come si chiamava?

Le hai dato un nome?

Domandò quindi la Parker alla migliore amica, non immaginando quanto potesse sembrare ridicola con Doc sopra la testa: se non altro, essendo molto leggero, non le dava fastidio, anzi, già non ci stava più facendo caso; il problema, però, era la consapevolezza di non poter andare in giro con la medusa in testa per tutto il tempo. Anche pensando di dire la verità a Desmond - che tanto ormai alle stranezze della fidanzata, come i viaggetti dell'Oltremondo, ci aveva fatto il callo - come avrebbe potuto girare per l'A.G.E.R. indisturbata? Era certa che, appena fatto il primo passo, qualcuno l'avrebbe fermata e le avrebbe portato via Doc, e se non aveva modo di lasciarlo nella stanza quando lei doveva girare per i corridoi dell'Accademia, allora che altra soluzione avrebbero mai potuto provare?

... dove stai and--

Cominciò a chiedergli quando Doc si staccò dalla sua testa, per poi spalancare gli occhi sorpresa quando lo vide tuffarsi - letteralmente - dentro una bottiglia d'acqua mezza vuota presente lì, sul tavolo del laboratorio.

Porca...
Cece, hai visto?!


Quindi ecco il modo per Doc di "scomparire": diventare liquido, così da poter essere chiuso in un contenitore; certo, doversi portare sempre appresso una bottiglietta sarebbe stato alquanto scomodo, ma forse... forse prendere una fiala da laboratorio, di quelle con chiusura ermetica, ridurne le dimensioni e poi variarne la capienza con un semplice "Adduco Maxima" sarebbe potuto risultare la soluzione migliore.

Potrei anche fermare la fiala con una corda e poi legarmela al collo, nascondendola sotto i vestiti...

Pensò l'Acuan, annuendo tra sé per poi concentrarsi sulla trasformazione della stellina che, in effetti, dava molti meno problemi di quella di Doc.

Beh, mi sembra un'ottima soluzione! - esclamò allegra Alexis, sorridendo a Cece con aria incoraggiante prima di dare un'occhiata all'orologio: era tardissimo, e di sicuro Desmond si stava chiedendo dove diavolo fosse finita la fidanzata - Cece...

Le indicò l'ora prima di far spostare Doc da un contenitore all'altro, così da assicurarsi che la sua idea fosse effettivamente fattibile: il giorno successivo sarebbero dovute tornare all'A.G.E.R., ed era più che normale voler trascorrere le sue ultime ore di libertà col fidanzato.
Se quindi anche la Bishop fosse stata pronta per andare, allora le due avrebbero lasciato il laboratorio ed Alexis sarebbe rientrata nell'appartamento del fidanzato con la fiala in mano e il cuore che batteva a mille per quell'ennesima assurdità della sua vita...
... e per ciò che avrebbero dovuto fare al fine di vivere in un futuro migliore.
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Messaggioda Cecilia » 31/08/2015, 20:34

Puoi ricaricarmi grazie ad un incantesimo che potenzia l'energia magica di un soggetto.
La Trama ne prevede diversi, hai l'imbarazzo della scelta!
Anzi, ora a dire il vero ho un po' di fame...


Fissò il cielo stellato, attraverso il quale la creatura riusciva a comunicare con lei, poi la stella stessa che la fissava con quegli occhioni enormi e lucenti -come il resto del suo corpo d'altro canto. Poi, con sguardo pensieroso, tirò fuori la bacchetta castando un Magica Potens per ogni tipo di caratteristica, notando che la creatura assorbiva l'incantesimo con molta nonchalance, probabilmente riempiendosi il pancino -"Ma ce l'avrà davvero lo stomaco?" si stava chiedendo la Bishop.

Ora va meglio?

Chiese, tornando a guardare in su prima di porre le sue successive domande.

No che non ho un nome, la mia nascita è avvenuta adesso!
Cosa sono un maschio e una femmina?
... Sono qui perché mi hai fatto nascere, grazie mamma!


Tecnicamente non ti ho partorito io, sei uscita fuori da quell'uovo che non ho neanche deposto nè creato tutta da sola, anzi se fosse stata Alexis a farti nascere è probabile che avresti considerato lei la sua mamma...
... Ma tanto è probabile che non hai capito un acca di tutto quello che ti ho detto vero?


Chiese retoricamente, dandole a prescindere del lei perchè le pareva che la stella fosse molto più affine ad essere una femmina che un maschio, anche se di fatto si poteva definire asessuata.
Ad interrompere il fiume di parole di Cece intervenne la migliore amica che, intelligentemente -e con quella medusa ancora ancorata sulla testa- le chiese se avesse già deciso come chiamare la sua creatura.

Le hai dato un nome?

Sono ancora troppo sotto shock per essermi scoperta mamma da un secondo all'altro per aver pensato a come chiama...- stava per rispondere alla Parker, quando la creatura aliena sopra di lei le fece venire in mente l'assurda somiglianza con quel videogioco babbano, che fra l'altro era anche il suo preferito. Alla fine, visto che l'associazione di idee la riportava al nome della protagonista, perchè non darle quello di nome?- Che ne dici di Samus, ti piace?

Chiese sia all'amica che alla stella, aspettando la risposta di entrambe prima di passare ad un'altra difficile questione, ovvero quella di come nascondere le due creature agli occhi avidi del mondo.
Cecilia era già convinta di dover trasfigurare Samus -quel nome le stava piacendo sempre di più- per potersela portare in giro, ma non ce ne fu bisogno: dopo che Doc ebbe dimostrato la sua capacità di diventare liquido, la stella prese a vorticare a velocità massima diventando una sfera di luce priva di forma, per poi fermarsi e adagiarsi -sottoforma di spilla- sulla maglia della ragazza.

Ottimo! Risolto il problema!
Non è meraviglioso Lex?


Disse abbracciandola contenta, prima che l'amica le facesse notare quanto si fosse fatto tardi. Il giorno dopo sarebbero rientrate entrambe all'A.G.E.R. e questo significava che Alexis aveva solo pochissime ore da poter passare insieme al futuro marito.

D'accordo è meglio che vada o mio padre mi romperà le scatole da qua fino alla fine dei miei giorni...

Assurdo che una ragazza di 21 anni dovesse sottostare ancora alle regole del padre vero? Ma quando quel padre era Thomas Bishop non c'era verso per Cecilia di riuscire a disobbedirgli in modo palese. Abbracciò forte la migliore amica, perchè in fondo quella piccola avventura -e nemmeno troppo piccola- aveva lasciato in entrambe un segno indelebile, oltre che un regalo inaspettato.
Con la sicurezza che si sarebbero riviste il giorno seguente, la Bishop salutò la ragazza, pronta ad un nuovo futuro roseo e privo di apocalissi.

The End


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Messaggioda Tisifone » 17/10/2015, 10:28

Seduta sulla sua poltrona preferita, le gambe raccolte sotto il sedere e le mani strette con forza intorno a una tazza di tisana alle erbe, Tisifone aveva il viso rivolto verso il fuoco scoppiettante davanti a sé e lo sguardo vacuo per non cadere nella tentazione di interrogare quelle fiamme allettanti. Avrebbe potuto farlo, fisicamente non ne avrebbe risentito, o almeno non troppo, ma non aveva la lucidità necessaria per piegare al proprio volere le linee temporali e qualsiasi responso avesse ottenuto sarebbe stato oltremodo fuorviante.

Ho bisogno di certezze non di risposte sibilline.

Mormorò in serpentese, la voce roca per il pianto represso e lo scarso utilizzo. Da quando erano giunti al Manor dal Ministero, la Divinante si era raccolta in se stessa, combattuta tra la gioia della gravidanza e l'apprensione per la sorte dei suoi due ex alunni, e pur essendo vigile e reattiva aveva ridotto al minimo le interazioni con il mondo esterno. Fortuna che al suo fianco aveva un uomo speciale e meraviglioso come Noah Pellegrino che, lungi dall'averle fatto pesare quel comportamento, l'aveva sostenuta in ogni modo sempre con un sorriso seppur stanco sul viso e una parola dolce. Le aveva fatto un lungo bagno, prendendosi cura di lei come se fosse stata la cosa più preziosa e fragile del mondo, trasmettendole con ogni gesto tutto l'amore che provava per lei. Ed era proprio così che si sentiva, fragile e spaesata, non più padrona delle proprie emozioni che si rincorrevano liberamente tra le rughe di espressione del suo volto. Non si sentiva così esposta da anni, incapace di erigere anche solo una parvenza di scudo occlumantico, e poteva solo essere grata per l'orgoglio smisurato di Demetri che gli aveva impedito di emergere dal suo laboratorio se non in pomeriggio inoltrato, attirato nel Salone da un inquietante rumore di vetri esplosi. Sarebbe stato alquanto rozzo e triviale da parte sua mettersi a gongolare come un babbano qualunque -come se i maghi non potessero gongolare- per quello che al suo sguardo frettoloso era apparso un non semplice litigio familiare.

L'aver acconsentito al matrimonio e aver accolto tutta quella gente in casa nostra non vuol dire che mi fidi di lui.

Era e sempre sarebbe rimasto un Serpeverde, diffidente per natura e convinto, più per orgoglio che per altro, che da qualche parte esistesse un uomo più degno del MT di stare accanto alla sua figlioccia e renderla felice. Aveva quindi accolto con sollievo la notizia che non ci sarebbe stato nessun pranzo in famiglia -perché difficilmente sarebbe riuscito a esimersi dal lanciare qualche frecciatina delle sue - e aveva consumato un pasto leggero tra i fumi delle sue pozioni. La giovane coppia invece aveva optato per una passeggiata in giardino, confidando nell'aria fresca per distendere i nervi della russa, così tesi che il solo pensiero di ingerire qualcosa le provocava dei conati di vomito. Aveva anche tolto scarpe e mantello, sfidando le temperature non proprio miti, per trarre dalla natura che la circondata quel conforto che era solita darle e che non era caratteristica esclusiva dei Terran. Il vento che le scompigliava i capelli privi di qualsiasi costrizione, l'erba ben curata che le solleticava le piante dei piedi, i petali dei fiori che sfiorava con le punte delle dita, tutte cose che solitamente la rilassavano e che adesso invece le apparivano estranee.

Anche questo é cambiato.

Aveva borbottato rientrando in casa senza entrare nel dettaglio o spiegare a cosa si riferisse, il capo posato sulla spalla di Noah e le mani avvolte intorno al suo braccio. Il profumo dei fiori era diventato insopportabile al pari del desiderio di qualcosa di dolce, caldo e denso.

Vorrei della cioccolata calda con i mashmallow e... dei biscotti al burro.

Piccoli peccati di gola su cui di solito non indugiava ma era incinta e in ansia, due motivazioni che giustificavano qualsiasi cosa. I biscotti in realtà non rientravano del tutto tra le "voglie" improvvise, erano più una scusa perfetta per dare al marito la possibilità di pensare ad altro per un po', qualcosa di concreto da fare che non fosse sedersi accanto a lei di fronte al camino spento e attendere.

Vieni con me in cucina a farmi da aiuto cuoco?

Il piccolo stratagemma non aveva ovviamente funzionato e Pellegrino, restio a lasciare la moglie da sola a crogiolarsi nei suoi nefasti pensieri, aveva tentato la strada del compromesso.

Preferirei di no.

L'aveva detto con un lieve sorriso a incresparle il volto, un sorriso che sapeva di amore ma anche di stanchezza e di necessità di gestire quella "cosa" a modo suo anche se voleva dire trasfigurare la poltrona in una sedia a dondolo e sorbire in silenziosa attesa la cioccolata calda. Era stato quello - la sedia a dondolo - il dettaglio che aveva fatto comprendere al Pozionista che la situazione era più complessa di quella che credeva, ancor più dei frammenti di vetro che ricoprivano completamente il pavimento del salone o del potente Protego che avvolgeva il compagno, la figlioccia e il cognato.

Lento... imprevedibile...

Due aggettivi per sintetizzare quello che doveva essere accaduto nella stanza pochi attimi prima, almeno a giudicare dai graffi che i tre presentavano su volto e mani. Qualcuno aveva versato nel calderone emozionale di Tisifone la classica goccia di troppo a cui era seguito un imprevedibile scoppio di magia involontaria a cui Noah aveva reagito con un secondo di ritardo nel proteggere tutti.

Cosa diavolo sta accadendo!

Aveva urlato, guardando la donna con aria minacciosa, pretendendo risposte immediate ma Tisifone non aveva battuto ciglio, come se lui non fosse lì, come se non esistesse null'altro se non il senso di panico crescente che le stava togliendo il respiro e la necessità di fare qualcosa per estirparlo. Fin da quando aveva visto emergere solo Asher dal camino del Manor aveva compreso che qualcosa doveva essere andato terribilmente storto e alla fine del racconto del Medimago il suo cervello era riuscito a trattenere solo due informazioni: i ragazzi non erano lì e un vampiro era ancora vivo. Immagini a tinte fosche si erano affollate nella sua mente accompagnate da un unico interrogativo: che fare ora?

Chiamo gli Auror.

Un sussurro incrinato pronunciato mentre si avvicinava al camino e solo la prontezza di riflessi del marito le aveva impedito di compiere una enorme sciocchezza. L'aveva stretta tra le braccia, posandole il capo sul petto e, accarezzandole i capelli, aveva tentato di instillare in lei un po' di quel buon senso, di lucidità e di spirito di autoconservazione di cui la donna andava tanto fiera. Tisifone in quell'abbraccio si era sciolta, lasciando scivolare finalmente le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento, borbottando un dannati ormoni! contro la stoffa della camicia del marito, imputando quel crollo alla gravidanza e agli annessi sconvolgimenti ormonali. Già, la gravidanza. Quanto male stava facendo al loro bambino comportandosi come una donnina isterica incapace di controllare le proprie emozioni e facendosi prendere dal panico per un nonnulla? Ci potevano essere decine di spiegazioni logiche, razionali e non necessariamente nefaste per quello che era accaduto in quel vicolo e lei li aveva accantonati subito tutti. Strinse con più forza la tazza per impedirsi di far scorrere le mani fino al ventre per accarezzare quella minuscola creatura che stava crescendo dentro di lei. Sapeva di avere gli occhi dei suoi uomini puntati addosso e quel gesto, così come il significato implicito, non sarebbe sfuggito a nessuno di loro.

Milaya vuoi che chieda a Yuma di prepararti qualcosa per cena?

Io...

Il ticchettio di un becco contro il vetro la fece letteralmente saltare in piedi e, incurante della tazza che rotolava a terra e del liquido che le impregnava le vesti, Tisifone corse alla finestra per permettere al gufo di entrare e lasciarle la sua preziosa missiva su cui erano vergate poche semplici parole con la calligrafia elegante e ordinata di Zephyr.

Stanno bene.

Due semplici, innocue parole che ebbero l'effetto di un complesso e arcano incantesimo. La tensione, l'ansia, le paure, tutto il bagaglio emotivo che aveva accumulato in quelle ore evaporò all'istante. La voce era roca ma cristallina e sicura, il portamento eretto, i lineamenti del viso stanchi ma distesi e una luce strana, che nessuno dei due padrini riuscì a decifrare, le illuminò lo sguardo.

Immagine


Voleva delle risposte più esaustive e le avrebbe pretese anche se in un futuro indefinito, lo sapeva lei e probabilmente lo sapeva anche Zephyr.

Cena.... - mormorò con aria pensosa - No grazie è ora che torniamo a casa. Mangeremo qualcosa strada facendo ma cosa... - un'altra pausa meditabonda - Hummm si... se non mi ha ucciso prendere un taxi babbano dubito che lo farà un fast food...

Sei paia d'occhi la guardarono sconvolti, difficile dire se perchè la donna avesse preso volontariamente un taxi o per il suo desiderio di mangiare in un luogo che persino Pellegrino, pur essendo babbano, tendeva a non apprezzare. Uscì quindi dal salone con passo fermo e disinvolto, diretta verso le proprie stanze per rinfrescarsi e rendersi presentabile prima di andare a cena con il marito, mentre almeno due dei tre uomini da cui si era congedata la guardavano con un misto di ansia e perplessità. Un cambiamento di umore e di comportamento così repentino appariva, agli occhi ignari dei padrini, ancor più assurdo e preoccupante della crisi di nervi a cui avevano assistito.

Siamo sicuri che è tutto a posto? Che era solo quello a preoccuparla?

Fu Asher a dar voce ai loro dubbi, ricevendo in cambio una ferma rassicurazione da parte di Noah. Si, era solo la sorte di Ariel e Zephyr ad aver mandato in crisi Tisifone e ora che si era,apparentemente, risolta in maniera positiva, la donna poteva concentrarsi solo ed unicamente sulla creatura che le cresceva in grembo. Come poteva quel compito renderla meno che raggiante?

[FINE]


Spoiler:
Reazioni di Noahconcordate con il plè.
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Messaggioda Sandyon » 20/10/2015, 13:38

Villa Vireau-Vastnor
05-01-2111
Ore 12:47
Stanza dei Gemelli


State abbastanza caldi, mh?

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L'uomo rimboccò le copertine ai bimbi, facendo attenzione che i cappelletti di lana coprissero loro adeguatamente la testa e le orecchie.

Qui si sta bene, ma la prudenza non è mai troppa.
Sei d'accordo Lionel?
E tu, Liezel?


Con la destra faceva ondeggiare la culla, parlando piano, guardando i due piccoli tesori intensamente.

La mamma arriverà presto, doveva incontrarsi con quella impicciona della zia.
Dovrete sorbirvi il papà ancora per poco, ve lo prometto...


Avvicinò due dita alle guance dei neonati, carezzando la pelle liscia e vellutata, sospirando in contemplazione.

Mi sa che è proprio destino: il maschio dal viso allegro come la madre, la femmina seriosa come il padre.
Mi toccherà avere un'altra figlia simile a me... Aryanne sarà molto gelosa, dovrai farti perdonare dandole tanto amore, lo sai vero?


Cercava di avere una voce gentile, la più calda e dolce che potesse esprimere, per quanto facesse di sicuro un po' fatica.

Vostro padre non permetterà mai che vi accada qualcosa di male.
Siete al sicuro...


Da quanto stava lì?
Un'ora?
Due?
Aveva perso la cognizione del tempo, ma succedeva spesso quando si chiudeva in camera con loro.
Chiedeva a Sophie di rimanere in disparte e pensare solo alle pappette per la colazione e il pranzo, del resto se ne occupava lui.
Li lavava, li profumava, metteva loro il borotalco, cambiava i pannolini, insomma, ci stava sempre a contatto.
Nessuno avrebbe mai potuto pensare che fosse un padre tanto premuroso, ma molti non sapevano del suo passato, delle sue sofferenze.
Considerava ogni istante passato con quelle due creature come imperdibile e inestimabile, per questo voleva goderseli tutti a pieno, al 100%.
Non trascurava però la figlia più grande, per timore che ci rimanesse male, facendola allenare ugualmente tre-quattro volte alla settimana.
Poteva contare sull'aiuto di Kalas e questo era un grandissimo vantaggio, oltre alla presenza di Tyslion, meno gradita ma ugualmente favorevole.
Di solito Monique rientrava più tardi quando usciva con la sorella o la migliore amica per il solito aperitivo del Sabato mattina, quindi il marito si sentiva anche più libero di comportarsi naturalmente con i piccoli, essendo a disagio nel mostrarsi tale agli altri della famiglia, chiunque, moglie compresa.

Ricordate sempre una cosa: anche se vostro padre non sorride moltissimo, vi ama con tutto se stesso.
Lo vedrete scorbutico, chiuso, serio, poco incline all'umorismo, ma questo non vorrà dire che ce l'avrà con voi.
Ci sarà quando avrete bisogno e vi consiglierà quando chiederete il suo parere.
Non dovrete mai temere di perdere importanza, perché siete... siete tutto ciò che di più caro ha al mondo, capito?
... Siete la mia gioia, voi, Ary e la mamma.


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Messaggioda Monique » 20/10/2015, 17:15

[Villa Vireau-Vastnor - 5 Gennaio 2111 - ore 12.51]


Bentornata a casa padroncina Monique!

Grazie Sophie!
Uhm, che buon profumo... cosa stai cucinando?


Gâteau di patate per padron Sandyon ed insalata mista con falafel per la padroncina Monique.
Sophie è stata brava?


Più che brava!
Mangeremo per le 13.30, puoi apparecchiare in cucina visto che saremo solo noi.


Certo padroncina Monique!
La padroncina Monique si è divertita con la signora Bergman?


Più che altro sono mi sono stancata da morire... - perché star dietro a Madeline e alla sua valanga di pettegolezzi la mandava ai matti ogni volta - Mio marito dov'è?

Di sopra padroncina, nella stanza dei gemelli...

Monique non poté non cogliere la leggera sfumatura di tristezza nella voce di Sophie, che la spinse a farle una carezza sul capo: comprendeva che, nell'ottica dell'elfa, non potersi prendere cura completamente dei due gemellini era come una mancanza verso la padrona; allo stesso tempo, però, vedere Sandyon così preso da loro, così deciso ad occuparsi dei figli in ogni momento libero, la riempiva di gioia, perché sapeva come per lui fosse importante recuperare gli anni persi a causa di un'illusione dolorosa e perfida.
Inoltre bisognava dire che lei per prima si preoccupava per loro più che poteva, impegni scolastici permettendo, a costo di stancarsi più del necessario: solo in caso di estrema necessità chiedeva aiuto a Sophie, ma di solito non serviva perché il marito era lì per lei, pronto a farsi carico dei propri doveri come genitore per permettere alla moglie di riposarsi - soprattutto la notte, quando Lionel o Liezel, e a volte entrambi, piangevano perché non riuscivano a dormire.
Fu con un sorriso sereno, dunque, che la donna, dopo essersi tolta il cappotto, la sciarpa e i guanti ed averli dati a Sophie, cominciò a salire le scale, chiedendosi se il marito si fosse o meno reso conto che la moglie sapeva bene cosa facesse nella stanza dei gemelli quando nessuno lo vedeva: si comportava come una sorta di "papà orso", in grado di commuoversi, di ridere coi propri figli, di fare loro anche le boccacce pur di farli ridere. E quando sentì la sua voce, calda ed amorevole, attraverso la porta leggermente aperta, non poté non alzare lo sguardo e sorridere con aria furbetta.

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Ricordate sempre una cosa: anche se vostro padre non sorride moltissimo, vi ama con tutto se stesso.
Lo vedrete scorbutico, chiuso, serio, poco incline all'umorismo, ma questo non vorrà dire che ce l'avrà con voi.
Ci sarà quando avrete bisogno e vi consiglierà quando chiederete il suo parere.


E sicuramente sarebbe stato pronto a morire per loro, come Monique: quella era la loro famiglia, la loro bellissima famiglia che la riempiva di gioia, orgoglio e commozione, come commosse furono le lacrime che le salirono agli occhi - ancora gli ormoni, probabilmente - quando sentì le ultime, dolci parole pronunciate dal marito.

Non dovrete mai temere di perdere importanza, perché siete... siete tutto ciò che di più caro ha al mondo, capito?
... Siete la mia gioia, voi, Ary e la mamma.


In ordine sparso, o potrebbero montarsi la testa.

La voce morbida della donna lo raggiunse alle spalle, forse sorprendendolo: si avvicinò al marito, cercando le sue labbra per posarvi sopra un bacio innamorato prima di abbassare gli occhi sui gemellini, sorridenti e dolcissimi, che si agitavano alla vista della loro mamma che ogni notte, per quanto stanca, non si dimenticava mai di cantare per loro.

... sono la soddisfazione più grande della mia vita.
Quanto vorrei che Rose potesse essere qui per vederli...
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Messaggioda Sandyon » 21/10/2015, 13:50

Non dovrete mai temere di perdere importanza, perché siete... siete tutto ciò che di più caro ha al mondo, capito?
... Siete la mia gioia, voi, Ary e la mamma.


In ordine sparso, o potrebbero montarsi la testa.

Volse il capo, non di scatto, ma comunque velocemente, individuando la moglie e sospirando con aria fintamente infastidita.

La mamma è appena scesa all'ultimo posto, bambini.

Si lasciò dare il bacio, posandole una mano sul fianco e stringendolo appena, con fare possessivo e intimo.

... sono la soddisfazione più grande della mia vita.
Quanto vorrei che Rose potesse essere qui per vederli...


Faith è passata l'altro ieri mattina, li ha trovati splendidi.

Cercò di cambiare argomento, sapendo bene che non ci sarebbero state abbastanza parole per confortare la moglie.

Di giorno in giorno torni sempre più in forma smagliante.
Non ricordo più, con chi frequenti la palestra? Tua sorella?


Col rischio che il padre le vedesse sulle prime pagine di una rivista?
Certe volte Sandyon era davvero smemorato e sbadato, come quando scambiava diplomati per studenti frequentanti.
Oppure quando nominava ancora il professor Stone per la cattedra di Volo, ma quello ormai era un callo al quale ci si erano abituati tutti.
Tornò a guardare i piccoli: sorridevano, gli occhi scintillanti. Bisognava dire che piangevano molto poco, per fortuna dei genitori.
La femminuccia fece un piccolo starnuto e di improvviso il cassetto del comodino venne sparato in avanti, infrangendosi contro il muro.

... Questi due faranno la gioia della tua elfa.

Scosse il capo, sbuffando con una velatissima ironia, mentre il maschietto si metteva a pancia in sotto, assumendo una posa buffa.

Vuoi vedere che ha preso da suo zio?

Una chiara frecciatina nei confronti di Ryan Angel, di sicuro in passato il più "scemo" tra i due Vastnor.
Nel frattempo, la piccola si sistemò meglio con le gambe sopra la schiena del fratellino, in modo da essere più comoda e sfruttare Lionel.

... E indubbiamente lei ha qualcosa della zia.

Riferimento alla più giovane delle Vireau, sempre comoda e tendenzialmente dedita al sentirsi una Principessa al quale è permesso tutto.

Mi piacerebbe che studiassero in una scuola diversa da Hogwarts.
Non voglio che stiano a contatto stretto con i genitori, verrebbero scambiati per raccomandati.
Tu cosa ne pensi? E' una cattiva idea?
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Messaggioda Monique » 21/10/2015, 15:25

La mamma è appena scesa all'ultimo posto, bambini.

Ridacchiò a quella battuta, strofinando il naso nell'incavo del collo del marito per poi dedicare tutta la propria attenzione ai gemelli, a quelle magnifiche creature che erano sbocciate e cresciute dentro di lei: le sembrava quasi impossibile averle portate in grembo per nove mesi, eppure ora erano lì, felici e pieni di vita, una visione meravigliosa che le faceva venire le lacrime agli occhi... specie pensando a quanto Rose sarebbe stata entusiasta di prendersene cura, proprio come una nonna.

Faith è passata l'altro ieri mattina, li ha trovati splendidi.

Difficile pensarla diversamente...

Commentò Monique, stringendosi al marito e ringraziandolo mentalmente per aver cambiato argomento: dopotutto, anche parlandone, a cosa sarebbero giunti? La francese avrebbe semplicemente finito per provare altro dolore ed altra tristezza, e non era giusto, Rose non l'avrebbe voluto.

Di giorno in giorno torni sempre più in forma smagliante.
Non ricordo più, con chi frequenti la palestra? Tua sorella?


Certo, e il docente di Volo di Hogwarts è il professor Stone... - lo prese in giro la donna, rubandogli un altro bacio dalle labbra - Sono andata con Celine, tesoro, anche se ho quasi sempre l'impressione che lo faccia soltanto per non farmici andare da sola, lei odia fare sport!

O meglio, odiava tutto lo sport che non si potesse praticare con un fidanzato, e magari in camera da letto... ergo, andare in palestra con la Vice Preside di Hogwarts non era esattamente il massimo, anzi, nemmeno il minimo.
Fece un piccolo sbuffo divertito, osservando i gemelli che davano prova delle loro doti, sia magiche che caratteriali: erano pieni di Trama, facevano volare cassetti con uno starnuto, ma con due genitori come Monique e Sandyon cos'altro ci si sarebbe potuto aspettare da loro?

... Questi due faranno la gioia della tua elfa.

A proposito di Sophie... cerca di essere più dolce del solito con lei, mh? Sono felice che tu ti prenda cura dei piccoli quando io non posso, e sei un padre meraviglioso, ma si sente tagliata fuori e questo la fa stare male. - una breve pausa - Le voglio bene, fa parte della famiglia, quindi... falle capire che l'apprezzi, okay?

Gli scoccò un'occhiata penetrante, quasi di rimprovero - per la serie "vedrai che ti succede se non mi dai retta" - per poi concentrarsi totalmente su Lionel e Liezel, che si esibirono in movimenti e gesti tipici di altri familiari, nello specifico Ryan e Veronique.

Vuoi vedere che ha preso da suo zio?
... E indubbiamente lei ha qualcosa della zia.


Pensa che coppia... - commentò Monique ironica - Spero tanto che almeno ad uno dei due piaccia cantare.
Rose e la musica hanno fatto tanto per me, e vorrei poter insegnare loro l'amore per quest'arte come lei ha fatto con me...
- li avrebbe amati ed appoggiati comunque, anche se fossero stati stonati come campane, ma sognare non costava nulla - E tu, amore? Vorresti che diventassero Mercenari come te, o te ne basta una in famiglia? - lo punzecchiò amorevolmente - Di sicuro, con un padre del genere - ed una sorella, ed uno zio, e tanti amici come quelli che componevano il nucleo allargato di quella bellissima famiglia - impareranno presto a difendersi da soli.

E quello, nel mondo in cui vivevano, non poteva che essere un bene.

Mi piacerebbe che studiassero in una scuola diversa da Hogwarts.
Non voglio che stiano a contatto stretto con i genitori, verrebbero scambiati per raccomandati.
Tu cosa ne pensi? E' una cattiva idea?


Che averli lontano da me sarà la prova più difficile a cui sia mai stata sottoposta... ma sono d'accordo.
Studiare ad Hogwarts, con te come docente e me come Vice Preside...
- scosse il capo - Se anche non li prendessero per raccomandati, loro non si sentirebbero mai liberi di esprimersi pienamente con noi in giro.
... però promettimi che studieranno nella stessa scuola: saranno lontani da casa, in un luogo totalmente diverso da quello in cui saranno cresciuti... ed avranno bisogno l'uno dell'altra.
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