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Nuuk

Messaggioda Jasper » 02/09/2015, 13:25

Quindi vivevi in una abitazione lussuosa.

Solo la mia camera lo era.
Inizialmente sarei dovuta essere un Faro per il mio popolo, ricordi?
Alcuni Na'eh dicevano che quando li avessi finalmente condotti alla luce, sarei stata considerata come una Dea, e tutta la nostra esistenza sarebbe stata benedetta dal Sole.


... E poi?

Poi tutto cambiò: cominciai a leggere nei loro volti la diffidenza, il sospetto, l'incomprensione verso una creatura che loro stessi avevano generato, ma che non erano in grado di controllare; avevano paura di me, e persino io ne avevo di me stessa.
Questa stanza divenne il mio rifugio, l'unico luogo in cui sentirmi al sicuro, dove poter osservare il Sole.


Ciò che non si può controllare, si finisce per temerlo.
La tua difficoltà nel tenere a bada i tuoi poteri e dipeso anche dalla diffidenza altrui.


Se qualcuno si fosse messo in testa di aiutarla, di regalarle un sorriso, forse le cose sarebbero andate diversamente.
Thera per paura usava le sue doti senza accorgersene e quindi, di riflesso, faceva del male, scatenando il terrore, le male parole, la sfiducia.
C'era poco da fare, che fossero Na'eh o persone qualsiasi, determinati preconcetti vivevano a prescindere, come una piaga dell'umanità intera.
Jasper avrebbe voluto abbracciarla, stringerla forte, farle capire che non aveva per nulla paura di lei, ma stavano parlando d'altro, cambiando discorso.
La nenia sentita poc'anzi era un richiamo alla curiosità troppo forte per essere ignorato. La ragazza pareva conoscerlo bene ma non del tutto.
Alcuni dettagli della sua esistenza le erano ignoti, altri motivo in più per far salire l'interesse verso quella melodia ancestrale.

La sentii per la prima volta qui, a Madain Sari.
Non lasciavo spesso questa stanza, ma quando ciò avveniva era qui che venivo a rifugiarmi: i babbani, anche se all'epoca non li chiamavano così, non osavano mettervi piede, era il posto migliore dove rimanere sola.


Queste rune ci sono sempre state?

C'erano già delle rune, la prima volta che varcai la sua soglia, e non appena le sfiorai quella nenia si diffuse per tutto il tempio, entrandomi in testa: provai a chiedere informazioni ai Na'eh coi quali vivevo, ma nessuno seppe o volle dirmi nulla.

Non sapremo mai qual era la verità, ma adesso come adesso pensarci risulta inutile.

Mentre parlava, Jasper si avvicinò alla zona dove prima c'era il cristallo che conteneva la ragazza, poi andato in frantumi ed evaporato.
Erano trascorsi mesi eppure gli sembrava fosse accaduto il giorno precedente. Stavano in alto mare, le ricerche erano ferme e il tempo volava via.
Ora che un fatto assurdo come le voci dentro il tempio aveva donato nuovi elementi di studio, lui ed Haytham sarebbero dovuto tornare lì.
In un certo senso quel luogo gli metteva inquietudine, perché era permeato di una energia instabile ed esplosiva, incontrollata, un po' come Thera.
La differenza sostanziale però, stava nel fatto che Thera aveva un cervello ed un cuore, mentre quel luogo probabilmente nessuna delle due cose.
Ancora parecchi quesiti, ancora tanti vicoli senza uscita e per di più... la loro unica fonte di ricerca era invulnerabile.

... mi dispiace non poterti dare il mio sangue per studiarlo.
Ma potresti prenderlo in un altro modo... con la magia, per esempio.


... Come?!

Il ragazzo si volse a guardarla, corrugando la fronte.

Tu e tuo fratello siete i primi a trattarmi come una persona normale, o quasi.
Non siete gentili perché mi temete, o perché vi aspettate qualcosa da me, e lo apprezzo, anche se lo dimostro poco. Se usassi la tua magia per farmi un piccolo taglietto, potresti prendere il sangue che ti serve per le vostre ricerche.


... Thera...

E forse potrei... mostrarti qualche incantesimo che sono in grado di fare.
Ma solo se siamo da soli e lontani dal laboratorio, non mi sento a mio agio lì.


La osservò a lungo negli occhi, era non solo molto dolce ma anche bellissima, una perla rara, luccicante, grezza ma in grado di levigarsi da sola.
Migliorava giorno dopo giorno, imparando sempre più cose, apprendendo i linguaggi, la storia, le scienze e quant'altro.
Qual era il vero scopo dei due Ravnick? Trattarla come una cavia o donarle una seconda chance?
In teoria tutte e due le cose, ma la seconda per loro o almeno, per Jasper, aveva la valenza maggiore e doveva essere preservata.
Sorrise lentamente, mentre la vedeva avanzare dentro quella stanza illusoria, davanti all'uscio della porta di legno con tanti vari chiavistelli.
Come se delle simili accortezze fossero bastate per tenerla confinata lì.

... c'era sempre qualcuno a vigilare alla mia porta.
Come se fossi mai potuta scappare da qui...


Allora ti prometto che nessuno vigilerà più sulla tua attuale.

Altro motivo per il quale Haytham probabilmente lo avrebbe preso a colpi di machete fra capo e collo.
Il ragazzo si avvicinò e cercò di prenderle le mani, fissandola intensamente.

Toglieremo la sicura alla tua porta della stanza nel laboratorio.
Potrai girare quanto vuoi, spaziare, osservare anche il lavoro di tutti gli scienziati, basta che non darai loro fastidio.
Inizieremo così e poi se convincerai Haytham che può evitare di avere le palpitazioni,k cercherò di convincerlo a... permetterti di andare fuori.
Sì, hai capito bene, andare a vedere il Sole senza accompagnatori o personale di servizio, tutto il tempo che desideri...


Le sorrise, facendole poi una carezza sulla guancia destra, con estrema delicatezza.

... Io mi fido di te, so che non scapperesti.
E non faremo alcun prelievo, per ora.
Non voglio farti del male, cercheremo una soluzione alternativa, te lo giuro.
Intanto, se ci mostrerai qualche tua capacità magica, sarà già un passo avanti...
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Messaggioda Thera » 02/09/2015, 14:51

Ciò che non si può controllare, si finisce per temerlo.
La tua difficoltà nel tenere a bada i tuoi poteri è dipeso anche dalla diffidenza altrui.


Più o meno.

Era la prima volta che parlava apertamente dei propri poteri, e questa poteva essere considerata una grande dimostrazione di fiducia nei confronti di Jasper: ma d'altronde, Thera sentiva che egli -più che il fratello, che già di suo era, nella sua ottica, una brava persona- non avrebbe mai potuto farle del male, né volesse farla in alcun modo soffrire. Si fidava davvero del minore dei Ravnick, al punto da rivelargli i suoi più intimi segreti.


I miei poteri... reagiscono all'emotività altrui.
Se non c'è nessuno intorno a me riesco a gestirli come voglio, ma se più persone provano lo stesso sentimento, io... ne divento vittima, e non mi controllo.


Ecco svelato il motivo per cui i Na'eh avevano finito per temerla, per il quale la consideravano instabile: una creatura come lei, che avrebbe dovuto andare tra gli umani per convincerli ad accettare una specie diversa dalla loro, quella dei maghi, come avrebbe mai potuto risultare credibile se era così preda dei sentimenti, e tra l'altro manco i propri? Avrebbe potuto fare loro del male senza volerlo, rischiando di peggiorare la situazione dei Na'eh invece che migliorarla.
Abbassò lo sguardo, rispondendo alle domande di Jasper sulla nenia che aveva cantato a Madain Sari -anche se purtroppo ne sapeva davvero poco a riguardo- prima di scusarsi con lui per l'impossibilità di dargli ciò che desiderava: sapeva bene che i Ravnick avrebbero potuto ottenere molto studiando il suo sangue, ma sfortunatamente per loro l'Ibrida era invulnerabile a qualsiasi danno fisico... il che significava non poterlo prelevare in alcun modo.
O quasi.


... mi dispiace non poterti dare il mio sangue per studiarlo.
Ma potresti prenderlo in un altro modo... con la magia, per esempio.


... Come?!

Tu e tuo fratello siete i primi a trattarmi come una persona normale, o quasi.
Non siete gentili perché mi temete, o perché vi aspettate qualcosa da me, e lo apprezzo, anche se lo dimostro poco. Se usassi la tua magia per farmi un piccolo taglietto, potresti prendere il sangue che ti serve per le vostre ricerche.


... Thera...

A lei, in fondo, non costava nulla, ed anzi le sembrava il minimo verso coloro che sì, magari la tenevano ancora "prigioniera", ma avevano anche l'obiettivo finale di lasciarla libera e, comunque, non volevano farle del male; fu anche per quella consapevolezza che propose a Jasper di mostrargli di cosa fosse capace di fare, ovviamente da soli -così da non essere influenzata da nessun sentimento altrui- e magari lontano dal laboratorio, all'aperto, sotto il Sole.
Il Sole, forse ora il Ravnick avrebbe capito perché ci teneva tanto a vederlo quanto più possibile: non solo aveva passato a Madain Sari più di mille anni, imprigionata in un cristallo, ma anche prima, quando ancora viveva coi Na'eh, spesso doveva chiudersi nella sua camera per sentirsi al sicuro, con qualcuno perennemente fuori dalla porta per assicurarsi che non scappasse via.


Allora ti prometto che nessuno vigilerà più sulla tua attuale.

... cosa?

Toglieremo la sicura alla tua porta della stanza nel laboratorio.
Potrai girare quanto vuoi, spaziare, osservare anche il lavoro di tutti gli scienziati, basta che non darai loro fastidio.


Jasper dici... dici davvero?

Inizieremo così e poi se convincerai Haytham che può evitare di avere le palpitazioni, cercherò di convincerlo a... permetterti di andare fuori.

Andare... andare...

Sì, hai capito bene, andare a vedere il Sole senza accompagnatori o personale di servizio, tutto il tempo che desideri...

Lo fissò per un lungo istante, con gli occhi spalancati e la bocca aperta, incredula: davvero le stava promettendo tutto ciò? Avrebbe avuto più libertà, sarebbe stata fuori, sotto il Sole, per quanto avesse voluto e senza controllori? Le vennero le lacrime agli occhi per la gioia, e d'istinto si avvicinò a lui per abbracciarlo forte, fortissimo, in un gesto spontaneo, forse goffo, ma dolcissimo.


... Io mi fido di te, so che non scapperesti.

Anche io mi fido di te... e non voglio scappare.

E non faremo alcun prelievo, per ora.

Ne sei sicuro?

Non voglio farti del male, cercheremo una soluzione alternativa, te lo giuro.
Intanto, se ci mostrerai qualche tua capacità magica, sarà già un passo avanti...


Annuì, con un sorriso leggero ed ancora attaccata a lui, quando improvvisamente la terra intorno a loro prese a tremare: in brevissimi istanti, Madain Sari tornò esattamente al proprio posto, lì dove non si era mai spostata; le rocce, la terra, tutto tornò alla normalità, tranne Thera che si sentì improvvisamente... stanca.


... Jasper, io... forse dovremmo... tornare...

Si sentiva svenire, ed infatti nel giro di pochi istanti reclinò il capo all'indietro mentre le gambe le cedevano, facendola cadere letteralmente tra le sue braccia: quel luogo la stancava incredibilmente, ma era felice di esserci andata, nonostante tutto... soprattutto perché l'aveva fatto con lui.
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Messaggioda Jasper » 02/09/2015, 22:09

I miei poteri... reagiscono all'emotività altrui.
Se non c'è nessuno intorno a me riesco a gestirli come voglio, ma se più persone provano lo stesso sentimento, io... ne divento vittima, e non mi controllo.


Quindi il vero problema è questo... Capisco...

Jasper si mise a riflettere attentamente sulle parole della ragazza, portando una mano sotto il mento e ragionando sui mezzi moderni a disposizione.
La magia aveva svolto grandi progressi, bisognava ammetterlo, inoltre il fatto che lui col fratello fossero degli scienziati affermati facilitava le cose.
Forse poteva esserci una soluzione da utilizzare per evitare che Thera risultasse preda delle proprie emozioni.
Evidentemente il suo spirito era una calamità che attirava le sensazioni altrui tramutandole in proprie, ma come limitare questo effetto?
Di sicuro parlarne con Haytham era la prima cosa da fare, non poteva credere che ad oggi non avessero le soluzioni per arginare il problema.
Dovevano trascorrere mille anni dalla sua nascita, ma alla fine l'Ibrida sarebbe stata felice, libera e non più schiava dei suoi stessi poteri.

Dovrò svolgere una ricerca approfondita.
I miei testi sui minerali e le rocce magiche saranno sicuramente utili!


Vane speranze? Eccessivo ottimismo? Solo il tempo conosceva le risposte e Jasper era intenzionato a scoprirle tutte, una dietro l'altra.
Intanto però, la prima cosa da fare era cominciare a trattare la ragazza non più come una cavia o uno strumento di laboratorio, bensì un essere umano.
Erano bastati tutti i Na'eh nel passato a farla sentire sbagliata, né lui né il fratello avrebbero fatto la stessa cosa, trasformandosi in dei mostri senza cuore.
Jasper promise quindi a Thera di non bloccarle più l'accesso all'intera struttura, permettendole di uscire dalla propria stanza e spaziare liberamente.
Col dovuto tempo, sarebbe riuscito anche a convincere Haytham a darle modo di andare fuori, al Sole, quando e quanto voleva, poteva giurarci.
Quando vide gli occhi di lei così felici, luminosi e carichi di ringraziamento, seppe che aveva fatto la scelta più giusta nel fidarsi di lei.

Anche io mi fido di te... e non voglio scappare.

E non faremo alcun prelievo, per ora.

Ne sei sicuro?

Non voglio farti del male, cercheremo una soluzione alternativa, te lo giuro.
Intanto, se ci mostrerai qualche tua capacità magica, sarà già un passo avanti...


... Jasper, io... forse dovremmo... tornare...

Thera!
Che hai?
Che ti succede?
Thera!


Troppo tardi: l'illusione scomparve e con essa anche tutte le forze dell'Ibrida, la quale cadde tra le sue braccia esausta.
Bastarono pochi controlli semplici per capire che stava solo dormendo profondamente, quindi non c'era affatto da preoccuparsi.
Dopo qualche istante, sia Jasper che la ragazza erano tornati nel laboratorio, in "casa" di lei, al sicuro e al fresco.
La adagiò sul letto, sistemandola sotto le lenzuola, mettendosi infine accanto a lei, tenendole la mano, aspettando che il sonno si stabilizzasse.
Doveva aver utilizzato tantissimi poteri per far arrivare la stanchezza a quel livello. Il Ravnick sospirò, guardandola intensamente.
Era così bella, così delicata, così candida, così... Tutto.

Alla fine... è solo un bacio...
... Non se ne accorgerà...


Lentamente, scese con le labbra su quelle di lei e le sfiorò piano piano, assaporando il sapore di quella bocca illibata e morbida.
Non fece trascorrere nemmeno due secondi, poiché tornò subito su, temendo che ella potesse svegliarsi, ma no, era davvero troppo povera di energia.
Ancora una carezza sulla guancia, sorridendo, come quando si fissava qualcosa di assolutamente meraviglioso e perfetto.
Haytham l'aveva capito già da tempo quanto il fratello tenesse a lei, lui stava ancora elaborando giorno dopo giorno e quel bacio ne era la riprova.
La sua più grande paura era quella di non poter mai stare con lei, che una volta libera, ella avrebbe trovato qualcun altro.
Assurdo, nemmeno le aveva ancora insegnato cosa fosse l'amore... E già aveva paura di perderla.

Questo perché io so perfettamente che cos'è...
... E non faccio molta fatica a riconoscerlo, piccola mia.


FINE GIOCATA
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Messaggioda Rebecca » 20/09/2015, 19:59

{Domenica 1 Novembre 2110 - A.G.E.R. Esterno - 11:30}


Thera.
Non sapeva altro di questa misteriosa ragazza alla quale avrebbe fatto da tutor. Jasper Ravnick aveva fornito all'Auditore solo il nome, dimenticandosi del cognome o -come sospettava Rebecca- omettendolo di proposito, come se volesse proteggerla da qualcuno o qualcosa. A dire il vero le informazioni possedute dalla MT su di lei erano davvero scarse e confinate al semplice ambito scolastico: sapeva dei progressi fatti con i due ragazzi Ravnick, della sua capacità di apprendimento molto alta e delle lacune che ancora la rendevano un soggetto, secondo il minore, inadatto a vivere normalmente in mezzo alla società magica.
Questa ragazza era diventata un mistero per Rebecca, della quale aveva anche accennato alla compagna senza però renderla partecipe dei suoi molti, troppi dubbi. Prima di decidere qualsiasi cosa in un senso o in un altro, voleva vederla di persona, scambiarci due chiacchiere e comprendere quanto effettivamente sarebbe stato difficile lavorare assieme a lei. Non aveva alcuna intenzione di rovinare per colpa della sua negligenza una giovane che, secondo il Terran, era tanto promettente quanto preziosa.
E il modo migliore per arrivare allo scopo che si era prefissata era capire fin da principio quanto lei e Thera sarebbero potute andare d'accordo.
Per questo motivo quella mattina il Bosco aveva scelto un abbigliamento decisamente informale: pantaloni neri, stivaletti bassi, maglia con scollatura tonda e una collana con ciondolo a fiore per spezzare un po' la monotonia del colore scuro. Poi, per coprirsi, un trench bianco e infine -come pezzo forte- un bellissimo sorriso con il quale avrebbe accolto la ragazza che avrebbe avuto l'onore di seguire.

Immagine


L'italo-svedese aveva un modo di fare decisamente diverso rispetto a tante altre sue colleghe: non possedeva l'inflessibilità della docente di Pozioni o la freddezza della Samyliak -solo una facciata della straordinaria donna che era Tisifone- ma solo la passione per il suo lavoro, per tutto ciò che faceva e la disponibilità a condividere tutto ciò col resto del mondo.
Una filosofia di vita che rispecchiava in tutto e per tutto la sua appartenenza alla gilda Terran.
Attendeva quindi nel luogo indicatole da Jasper, guardando di tanto in tanto l'orario e poi volgendo gli occhi intorno a sè: lei non aveva mai avuto modo di frequentare un'Accademia tanto prestigiosa -era sola al mondo e nessuno, una volta maggiorenne, avrebbe potuto pagarle gli studi- ma sapeva che se avesse avuto la possibilità di farlo con molta probabilità si sarebbe trovata benissimo lì dentro.
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Messaggioda Jasper » 20/09/2015, 22:15

Ascensore del Laboratorio Ravnick
Groenlandia
Ore 11:26
01/11/2110


Tranquilla, te l'ho promesso no?
Se non ti sentirai a tuo agio, non dovrai per forza continuare ad averla come insegnante.
Fidati di me, mi sembra che fino ad ora non ti abbia mai preso in giro, giusto?


Calmare la tensione di Thera era più facile a dirsi che a farsi.
Non amava stare a contatto con gli estranei, men che meno quando le si faceva capire che ben presto Jasper avrebbe trascorso meno tempo con lei.
Era necessario però che non solo avesse vicino una figura più che competente, ma anche che imparasse ad apprezzare un poco il genere umano.
C'erano persone spietate, cattive, poco sensibili, ma anche altre buone, intelligenti, simpatiche e degne di essere conosciute.
Il ragazzo sperava proprio che Rebecca Auditore rientrasse nella seconda categoria ed in un certo senso ne era quasi sicuro.
Aveva un abbigliamento informale, ma solo perché entro poco tempo sarebbe tornato ad indossare il camice da lavoro, non certo per maleducazione.

Sei davvero... Davvero molto bella vestita così, oggi, lo sai?
Anche i capelli sistemati in questo modo ti stanno benissimo...


Non erano affatto parole dette appositamente per farla concentrare su altro, pensava davvero tutto ciò che le stava dicendo, mentre la osservava.
Quando le aveva chiesto di mettersi qualcosa di carino dall'armadio, non immaginava proprio di poterla poi trovare così tanto carina.
Uscire durante l'Estate a fare shopping in un certo senso era servito anche a quell'altro piccolo scopo, infatti Thera aveva potuto osservare anche tutte le altre ragazze andare in giro vestite in tanti stili diversi, chiedendo anche a lui dei pareri, essendo abituata alle tuniche antiche o allo stare direttamente senza niente addosso mentre dormiva (già, mai sopportato il pigiama). D'accordo, anche in quel frangente portava i piedi scalzi come al solito perché ancora mal sopportava le scarpe, ma già essersi accostata ad una moda più moderna rendeva la sua figura molto più "normale" e "attuale".

Eccoci, ci siamo ormai... Professoressa Auditore, buongiorno!

Appena le porte dell'ascensore si aprirono, Jasper individuò subito la figura di Rebecca poco distante da loro, mostrandole un sorriso gentile e cordiale.
Avvicinandosi, le strinse la mano con riconoscenza, facendole le classiche domande di rito sul come andava e come fosse proseguita la settimana.
Haytham purtroppo quella mattina non poteva esserci per motivi abbastanza seri: un test accademico da far svolgere ai propri studenti.
Avrebbe preferito di gran lunga trovarsi lì e supervisionare un secondo il comportamento della donna, ma il fratello minore lo aveva rassicurato che non c'era da aver timori e che poteva stare tranquillo nell'affidargli interamente il compito di presentare la ragazza alla forse futura tutrice. Questo comunque non gli aveva impedito di salutare "Il Faro" adeguatamente prima di uscire, augurandole una buona giornata con sincero attaccamento affettuoso.

Thera, vorrei presentarti Rebecca Auditore.
Professoressa, lei è Thera, una possibile allieva promettente e sveglia.


Immagine


Attese che la donna si rivolgesse all'Ibrida Na'eh, osservando le reazioni di quest'ultima con ben celata attenzione, prima di proseguire.

Vi suggerirei di fare una bella passeggiata, tanto l'area è delimitata dalla cupola magica, non si può sbagliare dottoressa.
Io vi aspetterò qui tutto il tempo necessario... Se girate l'angolo e fate un centinaio di metri, troverete anche dei distributori automatici.
Le panchine di pietra sono sparse un po' dappertutto, non preoccupatevi del sottoscritto, rimarrò qui buono e tranquillo ad attendere.
Non me ne vado Thera, te lo giuro...


Detto ciò, non restava altro che sperare in una reazione positiva da parte della ragazza, poi per il resto, stava tutto nelle mani della italo-svedese.
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Messaggioda Thera » 20/09/2015, 23:19

- Groenlandia _ A.G.E.R. _ Esterno del Laboratorio dei fratelli Ravnick _ 01/11/10_ 11:27 h -


... davvero?

Tranquilla, te l'ho promesso no?
Se non ti sentirai a tuo agio, non dovrai per forza continuare ad averla come insegnante.
Fidati di me, mi sembra che fino ad ora non ti abbia mai preso in giro, giusto?


Giusto...

Non aggiunse altro, l'Ibrida.
Si sentiva molto nervosa, diffidente: era la prima volta che usciva dal Laboratorio per incontrare qualcuno di specifico; aveva fatto compere con Jasper, quell'estate, ma stavolta si trattava di una cosa completamente diversa. Le aveva trovato una persona che l'affiancasse, che l'aiutasse nello studio, qualcuno che le facesse da insegnante -termine nuovo, per Thera.
Il Ravnick sembrava fidarsi, di questa persona, e le aveva promesso di non costringerla a fare nulla che non le andasse: con quelle premesse, il Faro aveva deciso di accettare, pur mantenendo gran parte della propria diffidenza.


Sei davvero... Davvero molto bella vestita così, oggi, lo sai?
Anche i capelli sistemati in questo modo ti stanno benissimo...


... mi hai chiesto di essere carina, ed ho cercato di accontentarti.
Le ragazze si vestono così, a quanto ho capito.


Aveva passato molto tempo a studiare l'abbigliamento altrui, cercando di capire perché le persone scegliessero determinati abiti: lei, ad esempio, pur avendo provato ad indossare dei pantaloni, ci si trovava davvero scomoda, arrivando ad essere proprio insofferente nei loro confronti.
Per quel giorno, infatti, l'Ibrida aveva indossato un vestito bianco, con spalline sottili, ed aveva raccolto i capelli in una coda laterale,e bassa e morbida: niente scarpe, pur sapendo che le persone normali le indossavano... ma come si poteva negare ai propri piedi un diretto contatto con l'erba?


Eccoci, ci siamo ormai... Professoressa Auditore, buongiorno!

Gli occhi della Phyris saettarono sulla donna che li stava aspettando con un sorriso sulle labbra: sembrava gentile, ma la diffidenza nell'Ibrida era tanto radicata da spingerla ad accertarsene... a modo proprio.


Thera, vorrei presentarti Rebecca Auditore.
Professoressa, lei è Thera, una possibile allieva promettente e sveglia.


Immagine


... buongiorno.

Le lesse nel pensiero -Incanto "Lettura Mentale"- quasi in modo istintivo, scoprendo ciò su cui la donna stava riflettendo in quel momento ed analizzandolo nella propria mente, rimanendo esternamente impassibile.


Vi suggerirei di fare una bella passeggiata, tanto l'area è delimitata dalla cupola magica, non si può sbagliare dottoressa.
Io vi aspetterò qui tutto il tempo necessario... Se girate l'angolo e fate un centinaio di metri, troverete anche dei distributori automatici.
Le panchine di pietra sono sparse un po' dappertutto, non preoccupatevi del sottoscritto, rimarrò qui buono e tranquillo ad attendere.
Non me ne vado Thera, te lo giuro...


... d'accordo.

Era evidentemente più tesa e taciturna del solito, Jasper l'avrebbe intuito senza alcuna difficoltà visto che si era espressa a monosillabi o quasi nell'ultimo minuto: senza aggiungere altro, dunque, l'Ibrida affiancò in silenzio Rebecca, muovendo qualche passo prima di porre una domanda -probabilmente l'ultima che l'Auditore si sarebbe aspettata di udire da lei.


... cos'è una Gildata?
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Messaggioda Rebecca » 21/09/2015, 0:28

Professoressa Auditore, buongiorno!

Buongiorno anche a lei dottor Ravnick!

Non appena vide Jasper avvicinarsi a lei, cordiale e gentile come sempre, l'Auditore andò incontro a lui e alla ragazza che lo accompagnava camminando al suo fianco, stringendo la mano allo Yuan e scambiandosi le solite informazio di rito, cosa che comunque durò poco dato che l'italo-svedese era lì esclusivamente per Thera.

Thera, vorrei presentarti Rebecca Auditore.
Professoressa, lei è Thera, una possibile allieva promettente e sveglia.


Ciao Thera! Finalmente!
Sono molto felice di conoscerti.


... buongiorno.

La freddezza con la quale la ragazza accolse il saluto dell'italo-svedese la lasciò un po' sorpresa, spingendola a guardarla con più intensità: Jasper aveva forse dimenticato di accennarle qualcosa sul conto di Thera, come la sua inspiegabile diffidenza nei confronti dell'Auditore stessa. Non credeva di averle inspirato antipatia a prima vista, per questo deduceva che il suo atteggiamento fosse universale nei confronti dell'essere umano, ad eccezione dei due Ravnick possibilmente.
Gli occhi scuri e caldi di Rebecca scrutarono dentro quelli chiari di Thera: le sembrava quasi di osservare lo stesso sguardo in un animale selvatico, che mal si era adattato all'interno di una nuova comunità.
Cercò di scacciare quel pensiero e ritrasse la mano che aveva teso alla ragazza, mantenendo comunque un sorriso che da sicuro, solare e allegro, passò ad essere più calmo e dolce. Se era spaventata da lei -assurdo però, perchè avrebbe dovuto?- non l'avrebbe costretta a fare nulla che non volesse. Lanciò invece un'occhiata al Ravnick e, notando la sua espressione tranquilla e serena, si rassenerò anche lei: forse quello era un comportamento molto tipico della ragazza.
Il suo abbigliamento invece era del tutto atipico per quella stagione: sembrava che Thera non sentisse il bisogno nè di camminare con le scarpe -ma in quello la capiva anche lei, perchè adorava camminare a piedi nudi- nè di ripararsi dal freddo con vestiti più pesanti.

E' possibile che sia una Gildata, probabilmente un'Acuan...

Fu questa l'unica spiegazione razionale che si diede la bella italiana, cercando il segno di un tatuaggio sul corpo della ragazza ma lasciando perdere quasi subito: probabilmente era in un punto talmente nascosto che solo vedendola nuda avrebbe potuto trovarlo.

Vi suggerirei di fare una bella passeggiata, tanto l'area è delimitata dalla cupola magica, non si può sbagliare dottoressa.
Io vi aspetterò qui tutto il tempo necessario... Se girate l'angolo e fate un centinaio di metri, troverete anche dei distributori automatici.
Le panchine di pietra sono sparse un po' dappertutto, non preoccupatevi del sottoscritto, rimarrò qui buono e tranquillo ad attendere.
Non me ne vado Thera, te lo giuro...


... d'accordo.

Anche le ultime parole pronunciate dal Terran furono un ulteriore indizio che fece comprendere a Rebecca l'intrinseca paura della sua futura allieva. La cosa migliore da fare in quel momento era trovare un posto appartato dove potersi conoscere meglio e, soprattutto, dove farsi conoscere meglio: se Thera imparava a fidarsi di lei, allora non avrebbe avuto problemi ad accettarla come tutor.

Vieni, sediamoci lì. C'è una splendida vista di tutto il campus.

Così si diressero verso la prima panchina disponibile, ma invece che sedersi sopra di essa -come probabilmente ci si aspettava- l'Auditore prese posto sul morbido praticello dietro di essa, sitemandosi -non contenta- all'ombra di un albero.

Mi sembra che ti piaccia molto il contatto con la Terra.- disse, indicando i suoi piedi nudi -Anche a me, ma di solito lo faccio d'estate, quando non rischio di congelarmi e di prendermi un brutto raffreddore!

Scherzò, anche se non era molto convinta che Thera avrebbe capito la battuta. Invece -a prescindere che la ragazza l'avesse seguita o meno- per un attimo rimase spaesata quando il Faro le rivolse quell'assurda domanda.

... cos'è una Gildata?

Come cos'è una Gildata?- chiese non nascondendo la sorpresa, prima che la mente captasse il reale significato di quella frase -Aspetta... Osserva il mio polso destro...- sollevò la manica quel tanto che bastava per scoprire il tatuaggio Terran, che spiccava nero contro la pelle candida della giovane donna -Vedi niente?

Alla successiva risposta negativa della Phyris, l'italo-svedese la fissò con sguardo carico d'ansia: dove aveva sentito la parola "gildato"? E perchè porre proprio a lei quella domanda e non a Jasper, di cui sicuramente si fidava molto di più? Un momento: lei lo aveva pensato poco prima ma... la ragazza non aveva bacchetta con sè e non poteva averle fatto un Legilimens, impossibile.
Rendendosi conto che col suo atteggiamento -negativo- rischiava di allontanare da sè la ragazza, Rebecca fece un bel respiro, raccogliendo la Terra dentro di sè e provando a calmarsi. Il contatto con l'erba l'aiutava non poco e in pochi secondi riuscì ad ottenere quel minimo di autocontrollo che le serviva per gestire quella situazione molto scomoda.

Mi dispiace Thera, questa è l'unica domanda alla quale non potrò risponderti mai.
Ho fatto un voto di silenzio, un giuramento che non posso infrangere.
Ma tu dove l'hai sentito?
Forse è successo per caso dal dottor Ravnick?


Era l'ipotesi più probabile.
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Messaggioda Thera » 21/09/2015, 10:36

Vieni, sediamoci lì. C'è una splendida vista di tutto il campus.

La seguì passivamente, camminandole accanto mentre ascoltava i suoi pensieri: aveva imparato a fidarsi, ormai, delle persone nel Laboratorio, degli scienziati che ogni giorno effettuavano test su di lei -senza arrivare mai a nulla di concreto che potesse aiutare le loro ricerche- e questo perché sin dal primo giorno era stata a contatto con loro e sotto la costante vigilanza di Haytham e Jasper; anche quando era uscita nel mondo esterno il Ravnick più giovane era sempre stato con lei, permettendo a Thera di rimanere quasi sempre in silenzio, per conto proprio.
Ora, invece, Rebecca avrebbe dovuto interagire con lei da sola, come sua insegnante, il che significava, per l'Ibrida, fidarsi di un'estranea venuta fuori dal nulla, un passo tanto grande quanto complicato per il Faro, ben poco avvezzo ad accettare serenamente le novità, anche le più piccole -figurarsi quelle consistenti.


Mi sembra che ti piaccia molto il contatto con la Terra.
Anche a me, ma di solito lo faccio d'estate, quando non rischio di congelarmi e di prendermi un brutto raffreddore!


Imitando i movimenti della donna, Thera si era seduta sull'erba, ma a differenza dell'altra aveva preferito posizionarsi sotto il Sole, facendosi scaldare dai suoi tiepidi raggi -erano pur sempre a Novembre.


... non ho mai avuto molte scarpe.

Quand'era tra i Na'eh indossava solo un paio di calzari, quelli con cui era stata imprigionata, e da quando si era risvegliata le era sempre andato bene rimanere a piedi nudi: il che significava che, contando i calzari e le ciabatte che Jasper le aveva fatto comprare a forza per la spiaggia, il numero di paio di scarpe posseduto dalla Phyris... era due.


... cos'è una Gildata?

Come cos'è una Gildata?
Aspetta... Osserva il mio polso destro...
Vedi niente?


Osservò per alcuni istanti il polso candido della docente, scrutandolo intensamente... per poi scuotere il capo in un cenno di diniego: lei non vedeva assolutamente nulla, ma sembrava che qualcosa dovesse esserci; percepiva le sue domande ansiose, cariche di incomprensione, eppure rimaneva impassibile all'esterno, chiusa in quel muro di distacco e conscia di poter usare i suoi poteri per difendersi qualora l'altra avesse voluto farle del male.


Mi dispiace Thera, questa è l'unica domanda alla quale non potrò risponderti mai.
Ho fatto un voto di silenzio, un giuramento che non posso infrangere.


... hai dato la tua parola.
So cos'è una promessa... va bene.
Tutti gli esseri umani hanno dei segreti. Mantenerli, però, a volte è molto stancante.


Sembrava stesse parlando della razza umana come se lei non vi appartenesse... Rebecca non poteva ancora immaginare quanto quella sensazione fosse vicina alla realtà.


Ma tu dove l'hai sentito?
Forse è successo per caso dal dottor Ravnick?


L'hai pensato.

Rispose candidamente l'altra.


Non dovresti più pensare a questo argomento, se vuoi mantenere il tuo segreto.
Io non farò più domande.


Essendo l'incantesimo di lettura del pensiero nato dall'emozione provata da Thera, la diffidenza, era difficile per lei smettere di leggere nella mente della donna: avrebbe continuato fino a che non avesse smesso di provare quel tipo di sentimento nei suoi confronti, oppure focalizzandocisi molto, ma questo le avrebbe impedito di fare altro, compreso parlare, a causa della sua scarsa (Concentrazione 5) propensione alla concentrazione.
Però poteva sforzarsi di non chiedere nulla, nonostante la propria naturale propensione alla curiosità, propensione dovuta alla consapevole ignoranza di tutto ciò che la circondava.


Possiamo fare lezione sempre all'aperto, sotto il Sole?
... lo preferisco.
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Messaggioda Rebecca » 21/09/2015, 22:05

Thera non era propriamente quella che si definiva "una gran chiacchierona": già quando l'aveva osservata insieme a Jasper, Rebecca aveva notato quanto fosse poco loquace la sua futura allieva. Pur avendo avuto a che fare con ragazzi timidi, la Phyris li batteva, perchè non sembrava semplicemente incapace a parlare per troppo imbarazzo, ma pareva quasi... distaccata da quella stessa realtà, come se non vi facesse parte.
L'Auditore si guardò bene dal dire ciò che pensava, ignara che la ragazza invece -a causa dei suoi poteri- stesse leggendo perfettamente tutto ciò che era nella sua mente, segreti di Gilda compresi.

... non ho mai avuto molte scarpe.

Durante l'estate non ne hai bisogno, ma quando inizia a fare freddo le scarpe diventano fondamentali.

Non le sembrava l'argomento adatto per iniziare a fare conversazione, ma Thera non sembrava voler dare modo alla Terran di conoscerla un po' meglio, pur dimostrandosi gentile, disponibile e molto comprensiva. Come poteva sapere che di fronte a sè non aveva una strega qualsiasi, ma la discendente di un'antica razza che aveva dato origine alla stirpe dei maghi? Come poteva cogliere nel suo sguardo la sofferenza di secoli rimasta rinchiusa all'interno di un diamante, cristallizzata come il suo tempo, mentre quello all'esterno cambiava e mutava senza di lei?
Non le era possibile, pur facendo affidamento sul suo sesto senso {S/S: 35} riusciva a leggere in lei solo diffidenza, ipotizzando che questa provenisse da un passato molto doloroso.

... cos'è una Gildata?

Quella domanda fu il trampolino di lancio che fece scattare qualcosa nell'Auditore: era già strano di suo che una ragazza, a inizio Novembre, si vestisse come se fosse in piena Estate -e l'unica spiegazione che si era data, era proprio la sua appartenenza ad una Gilda- ma scoprire che questa non aveva la minima idea di cosa fossero le Gilde nè fosse capace di vedere il suo tatuaggio, fece entrare nel panico più totale l'italo-svedese, rendendosi conto di trovarsi di fronte ad un essere sconosciuto.
Tuttavia più aumentava la sua perplessità, più aumentava anche la sua voglia di conoscere meglio e di più Thera. Ma per farlo avrebbe dovuto essere sincera fino in fondo, spiegandole che non le era proprio possibile rispondere alla sua domanda.

... hai dato la tua parola.
So cos'è una promessa... va bene.
Tutti gli esseri umani hanno dei segreti. Mantenerli, però, a volte è molto stancante.


Sembra che ne parli come se per te invece fosse diverso...

Fece quell'osservazione ad alta voce, volendo vedere la reazione del Faro prima di chiederle dove avesse sentito la parola "gildato". Perchè era assolutamente impossibile che la ragazza che le stava seduta di fronte, col sole che le scaldava la pelle, avesse la capacità di leggerle nel pensiero senza bacchetta, giusto?

L'hai pensato.

Sbagliato.

Non dovresti più pensare a questo argomento, se vuoi mantenere il tuo segreto.
Io non farò più domande.


Calò il più completo silenzio fra di loro, un silenzio che questa volta venne portato avanti da Rebecca. Mille domande si affaccendavano nella sua mente, cercando una risposta che non arrivava se non che la ragazza di fronte a lei fosse un mistero o forse una gran burlona. Quasi ci sperava che tutto quello fosse uno scherzo, ma non credeva che Jasper fosse davvero capace di fare da complice in una burla simile. Thera invece la fissava placidamente come se avesse detto la cosa più normale del mondo e questo, probabilmente per lei, era l'assoluta verità.

Possiamo fare lezione sempre all'aperto, sotto il Sole?
... lo preferisco.


Thera...- perchè continuava a rimanere impassibile? Sembrava davvero incapace di provare emozioni umane o forse le sue, semplicemente, erano ancora ovattate, latenti, tanto che Rebecca fu costretta a fare un enorme sforzo per rimanere seduta lì e schermare se non tutti almeno qualsiasi riferimento alle Gilde {4/d20 + 18 Concentrazione= 22} pur di parlarle apertamente e col cuore in mano -Riesci a capire le mie emozioni? Riesci a comprendere che adesso sono agitata perchè tu stai leggendo i miei pensieri?- anche se non so in che modo, ma questo non lo disse -Non è una cosa bella da fare, quindi ti pregherei di smetterla. E' come se mi stessi rubando la mia identità senza il mio consenso. Come se mi stessi forzando a fare qualcosa che non voglio fare.
Lo comprendi?


Perchè quegli occhi a volte sembravano fin troppo distanti da lei per farle credere che la mente che c'era dietro non stesse facendo altrettanto.

Ho capito subito che non ti fidi di me, ma non è questo il modo giusto per imparare a farlo.
Anche tu sei un'estranea per me e anche io potrei avere paura di te.
Sai leggere nel pensiero, dico bene?
- chiese, aspettando risposta -Quindi potresti essere in grado di fare altro, anche di farmi male.
Impariamo a conoscerci semplicemente parlando.
Chiedimi ciò che vuoi sapere di me e, se vorrò, io ti risponderò. Io ti chiederò cosa voglio sapere di te e tu, se vorrai, mi risponderai.


Rimase in silenzio il tempo necessario affinchè Thera le rispondesse, in qualsiasi modo avesse voluto. Sperava vivamente che la ragazza non avesse scoperto altro sulla Gilda, perchè quello sarebbe stato difficile da spiegare alla Sempreverde.

Detto questo, se mi vorrai come tua tutor sì, possiamo fare lezione all'aperto quando le giornate lo permettono.
Dovrò chiedere il benestare del dottor Ravnick, ma se per lui non ci sono problemi non vedo perchè dovrebbero essercene per me.


Non cercava di essere accomodante con lei per ingraziarsela, ma perchè non le pesava affatto insegnare all'esterno, bastava semplicemente trovare un posto riparato dove Thera e lei avrebbero potuto concentrarsi.

Ti lascio l'onore di iniziare con le domande.

Chissà che cosa le avrebbe chiesto.
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Messaggioda Thera » 21/09/2015, 23:19

Sembra che ne parli come se per te invece fosse diverso...

Una volta non dovevo preoccuparmene.
Ora, invece... anch'io porto quel fardello con me. A differenza degli altri, però, forse non è così pesante.


Perché lei non aveva nessuno a cui voleva raccontare la verità: le persone di cui le importava davvero -i fratelli Ravnick- già la conoscevano, e non c'era nessun altro con cui sentisse il bisogno di essere sincera.
A dire il vero Jasper le aveva detto che, se voleva, poteva anche spiegare a Rebecca chi lei fosse: avrebbe potuto dunque raccontarle che le scarpe, come gli abiti pesanti, non avevano alcuna utilità per la sua persona, o perché una volta non avesse segreti ed ora invece sì... ma la diffidenza, la stessa che aveva innescato in automatico il potere di Thera, la bloccava, impedendole di parlare tanto apertamente, soprattutto di un argomento così delicato come il proprio passato.
Fu proprio leggendole nel pensiero, però, che l'Ibrida colse una parola in grado di destare la sua curiosità: da lì al domandare ad alta voce cosa significasse, quella parola, il passo fu breve... anzi, praticamente nullo; e tuttavia, Rebecca non poté soddisfare la sua sete di sapere a causa di una promessa di silenzio, un concetto che Thera aveva appreso grazie al Ravnick, e che dunque poteva comprendere.
Le bastava che la donna non facesse più pensieri rivolti a quell'argomento specifico, mentre lei non avrebbe più fatto domande a proposito: si sforzò, anzi, di non leggerle nella mente, di rimanerne fuori completamente... ma era difficile, molto, più di quanto Thera stessa immaginasse.


Thera...
Riesci a capire le mie emozioni? Riesci a comprendere che adesso sono agitata perchè tu stai leggendo i miei pensieri?
Non è una cosa bella da fare, quindi ti pregherei di smetterla. E' come se mi stessi rubando la mia identità senza il mio consenso. Come se mi stessi forzando a fare qualcosa che non voglio fare.
Lo comprendi?


Sbatté gli occhi, fissando l'Auditore con aria attenta, presente, ma senza rispondere a quelle parole, non perché non le interessassero o non le stesse considerando come importanti, ma perché spesso concetti molto profondi e complessi necessitavano di tempo per essere elaborati da lei nella maniera giusta, altrimenti le conseguenze potevano essere spiacevoli.


Ho capito subito che non ti fidi di me, ma non è questo il modo giusto per imparare a farlo.
Anche tu sei un'estranea per me e anche io potrei avere paura di te.
Sai leggere nel pensiero, dico bene?


Paura di lei.
Furono quelle le parole che più la colpirono, facendole abbassare gli occhi con lentezza mentre annuiva debolmente.


Quindi potresti essere in grado di fare altro, anche di farmi male.
Impariamo a conoscerci semplicemente parlando.
Chiedimi ciò che vuoi sapere di me e, se vorrò, io ti risponderò. Io ti chiederò cosa voglio sapere di te e tu, se vorrai, mi risponderai.


Farle del male.
Ancora, quelle parole s'insinuarono nella mente dell'Ibrida, cancellando tutto il resto: Rebecca non poteva immaginarlo -come avrebbe potuto?- ma aveva espresso così tanti ragionamenti tutti insieme, normali per un essere umano, difficili e complessi per l'altra, che la Phyris ne trasse le conclusioni a modo suo.
Sbagliando, chiaramente.


... non dovrei essere qui.

Si alzò in piedi goffamente, senza nemmeno aver ascoltato una parola di ciò che aveva detto successivamente l'Auditore, le mani sullo stomaco che si era contratto in una morsa dolorosa, l'angoscia che le montava dentro al pensiero di poter davvero essere la causa del male di qualcuno, e le parole dei Na'eh che le rimbombavano nella mente: doveva andare da Jasper, sentiva che quello era il suo unico porto sicuro, e al tempo stesso stava lottando contro il sentimento che le albergava nel cuore per non caderne vittima -non conoscendo totalmente nemmeno lei i propri poteri e non sapendo dunque cosa sarebbe potuto succedere.


Io non sono cattiva...
Non... non sono...


Non era cattiva, non voleva far del male a nessuno.
Perché la donna doveva aver paura di lei? E Thera allora, tornata alla vita dopo mille anni di prigionia, lei che avrebbe dovuto dire? Era lei, casomai, quella in diritto di provare paura, eppure ancora una volta, come un millennio prima, era l'Ibrida a destare timore, era lei quella sbagliata, quella spaventosa.
Vide Jasper da lontano, e probabilmente egli avrebbe potuto comprendere all'istante che qualcosa non andava, che Thera non stava bene: mai come in quel momento, da quando l'avevano liberata, la ragazza desiderava nascondersi da qualche parte, e non uscire più; aveva covato la speranza di poter vivere una vita normale, dopotutto, di poter essere felice. Ma ora, di nuovo, l'idea di essere solo una minaccia per il prossimo le si era insinuata sotto pelle, spingendola a chiedersi se davvero valesse la pena vivere.
L'angoscia esplose dentro di lei a pochi passi dal Ravnick, innescando il potere dell'Ibrida -Incanto "Regressione"- senza che quest'ultima potesse fermarlo.


......

Fermò di colpo il proprio incedere, come immobilizzata da una forza superiore: gli occhi divennero vacui, assenti, il corpo smise di tremare, ed il volto si rilassò, come se non provasse più alcun dolore, alcuna emozione.
Come se non provasse più niente.
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