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Los Angeles

Messaggioda Caroline Priscilla » 12/07/2015, 21:32

[Malibu, ad ovest della contea di Los Angeles - 29 Luglio 2110 - Ore 15:30]


Sono a casa!

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Era distrutta. Aveva passato la mattinata girando alla ricerca della casa dei Fornstrand, a Princeton, lo stesso paese natale -aveva scoperto- di Irina. Prima ancora era stata a Washington, nel cimitero magico, cercando la tomba del padre di Irina, morto qualche anno prima della figlia stessa. Senza volerlo, l'unione con la ex-gildata aveva fatto sì che l'irlandese si assumesse delle responsabilità extra nei suoi confronti, responsabilità che Irina non le aveva minimamente richiesto. Grazie alla dritta di Marshall, Cappie avrebbe contattato presto l'uomo che lavorava al Ministero, esperto nella lotta contro i vampiri e probabilmente egli stesso istruttore delle nuove reclute. D'altronde, essendo il Rosenberg stesso un Auror, era ovvio che avesse agganci un po' ovunque. Prepararasi mentalmente e fisicamente ad affrontare l'assassino di Irina era solo uno dei tanti compiti che la O'Neill stava svolgendo in quel periodo: continuare l'addestramento di Ermes, ad esempio, era uno, prepararsi al superamento dei master un altro, imparare a gestire il suo elemento un altro ancora; e poi visite alla Gilda, allenamenti obbligatori, ambientarsi, passare del tempo con Axell, con sua madre, con i suoi amici. La sua vita era totalmente cambiata da quando aveva scoperto l'esistenza delle gilde e la sua appartenenza agli Ignis del Fulmine. Si sentiva energica, agitata, elettrizzata, era diventata una pila ambulante, sempre indaffarata e pronta a fare qualsiasi cosa. Anche il sesso con il proprio fidanzato aveva subito un incredibile aumento, diventando più coinvolgente e più frequente nell'ultimo periodo.

Hai finito con gli allenamenti?
Grazie per avermi aspettata, preparo subito da mangiare...


Si informò di come il proprio fidanzato avesse trascorso la giornata, cercando di non pensare all'inquietitudine e al magone che invece avevano costantemente fatto parte della sua. Non era brava a mentire, le sue emozioni le si leggevano in faccia e questo era un male per la sua futura carriera da investigatrice. Ma c'era anche da dire che Cappie non aveva alcuna intenzione di mentire ad Axell, di nascondergli qualcosa. Stava solo elaborando le proprie emozioni, prima di essere pronta a buttarle fuori rendendolo partecipe di esse. I primi tempi era stato difficile svegliarsi la mattina e osservare la propria immagine allo specchio: vedeva qualcosa di sè cambiare ogni giorno e contava ogni volta ciò che lasciava per ciò che acquisiva, senza però nulla dire al Cartwright. Per certi versi si sentiva fortunata, perchè la sua migliore amica Victoria non aveva neanche avuto il tempo di abituarsi all'idea. Per altri dentro la sua testa ticchettava un lento conto alla rovescia, che la rendeva sempre meno sè stessa e sempre più Irina. Ma sopportava, teneva duro, perchè erano quelle le conseguenze delle sue scelte e come tali doveva portarle avanti senza lamentarsi.
Invece aveva fatto di tutto per sapere qualcosa di più sulla Honeywell: si era informata all'interno della Gilda, aveva parlato con un suo parente, Daniel Speed, aveva scoperto qualcosa di più sul suo conto; lucidava ogni giorno la spada, tentava di mantenersi in allenamento anche con il basso adesso, perchè era un altro dei doni che Irina le aveva lasciato. Faceva ricerche sul vampiro che l'aveva uccisa -poca roba in realtà e giusto per tenersi informata- girando principalmente sulle riviste cinematografiche che parlavano di lui. E poi, ciliegina sulla torta, andava a trovare suo padre al cimitero, portandogli ogni volta un mazzo di cleome color porpora acceso. Sentiva che quel fiore era stato molto importante per Irina e stranamente le piaceva, così non ci aveva pensato due volte e aveva scelto quel fiore per la tomba del padre, una tomba che adesso risultava quasi gioiosa e allegra con quell'eccentrica nota di colore.
Trovare Honeywell non era stato difficile; ben più complesso si era rivelato cercare Alex Fonstrand, forse perchè i genitori erano entrambi babbani e non aveva molte fonti di ricerca a disposizione. Tuttavia quel giorno finalmente aveva scoperto l'indirizzo esatto della sua famiglia, una famiglia che aveva scelto di cremare il suo corpo e di erigere una singola stele commemorativa all'interno del giardino di casa. Come per i fiori, per alcuni particolari cibi e per tante altre cose, Cappie sentiva un'attrazione magnetica nei confronti di quella stele e uno strano peso che le schiacciava il cuore ogni volta che leggeva quel nome: Alex.
Che fosse a causa di Irina o per suggestione sua, la O'Neill, nel vederla, aveva provato un forte senso di vuoto e un dolore talmente acuto che si sarebbe messa a piangere lì, su quel marciapiede, se non avesse corso il rischio di farsi scoprire dai Fornstrand. Era però fin troppo facile fare il collegamento con Axell e sentirsi male all'idea che lo stesso destino potesse capitare a lui. Aveva portato gli stessi fiori anche per Alex: aveva chiesto il permesso dei genitori di posare quei fiori sulla tomba, inventandosi una scusa per giustificare la sua presenza lì. Nonostante le domande incuriosite dei signori Fornstrand, Cappie era riuscita a mantenere un profilo basso, rimanendo poi sola di fronte alla stele, ascoltando il tambureggiare del proprio cuore e provando un'angoscia che aveva portato dietro con sè fino a casa.
Aveva cercato di fare finta di niente, ma non poteva guardare Axell e non sentire il bisogno di abbracciarlo stretto a sè. Così, mentre tagliuzzava i pomodori per il pranzo di quel giorno -una bella insalata fredda da gustare in due, con petti di pollo alla griglia- Cappie si fermò di colpo, non riuscendo più a reggere quell'angoscia, pulendosi le mani sul grembiule e avvicinandosi ad Axell, stringendolo forte a sè.

Ti prego, non farmi domande e ascoltami...

Lui stava seduto, lei in piedi, circondandogli la testa con le braccia e facendo sì che il suo orecchio poggiasse ad altezza del petto, là dove il Cartwright avrebbe potuto sentire il suo cuore battere a velocità inaudita.

Questa mattina sono andata a vedere la tomba di Alex, il ragazzo di Irina. Quando mi sono trovata lì di fronte, mi sono sentita malissimo: non riuscivo quasi a respirare e provavo un dolore fortissimo al petto.
Forse mi sto solo facendo suggestionare da questa storia, ma per un attimo mi sono immedesimata nei panni di Irina e ho provato a comprendere ciò che lei deve aver sentito quando ha perso l'amore della sua vita.
Tu sei l'amore della mia vita e io credo che morirei se non ti avessi più al mio fianco.
Quindi scusami se ti sto abbracciando tanto forte, ma non riesco a farne a meno, m-mi fa troppo male il pensiero che tu n-non possa esserci più!
Ti amo Axell, ti amo tantissimo e ti prometto che farò di tutto per far sì che tu sia al sicuro.
E s-scusa ancora se sono diventata t-tanto emotiva... Col tempo le cose dovrebbero migliorare...


Disse con un sorriso velato dalle lacrime che stavano scendendo adesso dai suoi occhi. Lo baciò, imprimendo in quel gesto tutto il sentimento provato dalla Ignis Fulmen, mentre dentro di sè esplose per un istante il ricordo delle parole che aveva rivolto ad Alex Fornstrand, una muta preghiera che sperava avesse raggiunto il ragazzo ovunque egli fosse.

Ciao Alex!
Mi sento così strana a parlare con una stele, ma sento che questa è la cosa più giusta da fare.
Ti ricordo Irina? Forse fra qualche mese sarò più simile a lei e allora quando mi guarderai ti sembrerà di scorgere in me un po' dei suoi tratti e alcune sue caratteristiche che ti piacevano tanto.
Non so se sarai in grado di sentirmi o se sai già quello che sto per dirti ma... lei vive ancora dentro di me.
Un giorno io e lei ci separeremo e allora tu e Irina potrete di nuovo stare insieme e questa volta per sempre. Devi solo avere pazienza e aspettare, anche se probabilmente hai già aspettato tanto!
Mi sembra quasi di sentire il suo dolore... Ti amava tanto e penso che ancora adesso ti ami. Probabilmente non ti ha mai dimenticato, nemmeno mentre era bloccata in quel luogo.
Mi dispiace tanto che tutto questo sia accaduto proprio a voi. Non posso fare niente per cambiare il passato, ma posso cercare di rendere giustizia ad entrambi, in qualche modo. Non mi metterò in pericolo, l'ho promesso alla tua ragazza eheheh! Però... la creatura che ti ha ucciso non merita di rimanere in libertà: ha distrutto la tua vita e quella di Irina e ha portato dolore e tristezza anche alle persone che vi amavano.
Troverò il modo di fargliela pagare, te lo prometto.

Questi fiori... Credo che fossero i preferiti di Irina, così te li ho portati.
Spero che ti facciano sentire un po' più vicino a lei.
Te ne porterò altri se mi sarà possibile! Sai, non posso rischiare di attirare troppo l'attenzione...
Allora... addio Alex.
Anzi, non addio: arrivederci...


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Messaggioda Lyra » 18/08/2015, 17:19

[Santa Barbara, California - Settembre 2110]


Prima Settimana


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Erano da poco passate le nove del mattino quando Lyra Bennet si presentò sulla veranda della piccola casetta che aveva affittato, sorseggiando del tè freddo alla pesca. Fissava il mare -visibile dalla casa- con un sorriso sereno e tranquillo, che rifletteva pienamente lo stato d'animo della diva in incognito.
Aveva scelto proprio Santa Barbara come località del suo ritiro dal mondo magico per la bellezza dei paesaggi, la caoticità del trovarsi in città e per la possibilità di ottenere una casa con vista sul mare. Nonostante fosse Settembre, le correnti calde soffiavano sul luogo rendendo l'estate molto più lunga rispetto ai climi freddi e umidi della sua terra natìa.
Erano passati solo pochi giorni e già sentiva di stare meglio: non solo nell'ambiente babbano -dove nessuno la riconosceva, mantenendo quindi un anonimato che lei trovava delizioso- ma anche con sè stessa, come se si fosse liberata di un peso enorme. Era sola, certo, ma non perchè glielo imponeva la sua posizione nel mondo magico. Era sola per scelta, era sola perchè adesso era "quella nuova" ed era anche una solitudine non destinata a rimanere tale.
Lyra amava mescolarsi fra i babbani, osservarli da lontano e carpirne le abitudini e i modi di fare. Poi, avvicinarsi a loro, imparare i costumi, imparare a comportarsi e a pensare come loro. Aveva iniziato a sperimentare per la prima volta dei fornelli non magici, facendo pratica con le ricette più semplici: uova all'occhio di bue, uova strapazzate, uova in camicia e infine una bella omelette che però era stata costretta a buttare a causa del troppo sale.
Nonostante qualche piccolo insuccesso, stare lì le riempiva il cuore di speranza, la speranza di aver trovato finalmente il proprio posto nel mondo.

Seconda Settimana


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A volte le risultava ancora strano camminare liberamente per strada senza essere fermata da nessuno. Aveva portato Pantalaimon con sè in quel viaggio -non avrebbe mai potuto lasciarlo da solo- mentre i due gatti erano stati affidati temporaneamente alla sua governante. Passeggiava per le strade, semplicemente col desiderio di visitare quella città per lei ancora inesplorata, beandosi del suo immergersì in mezzo ad una folla e sembrare del tutto normale, esattamente come una persona qualunque.
A dire il vero non era proprio una persona come tutte le altre: teneva comunque la sua bacchetta nascosta nella borsa ma a portata di mano, perchè pur amando quel mondo, la magia faceva parte di lei a prescindere da ogni cosa. Era il suo posto nel mondo dello spettacolo che veniva messo in dubbio dalla Bennet. Aveva accarezzato molte volte l'idea di ritirarsi completamente, pensiero che si era rafforzato dopo aver assistito all'esibizione e alla vittoria di Ariel Jiménez.
Si sentiva in qualche modo orgogliosa della ex-Grifondoro e al tempo stesso desiderosa di lasciarle il suo posto come nuovo astro nascente della musica. Erano pensieri che non aveva confessato a nessuno, perchè non erano ancora delle idee precise nè tanto forti da volerle realizzare.
Per il momento aveva semplicemente deciso di staccare la spina per un po' -utilizzando una metafora usata da un certo MagiArcheologo- e di godersi ogni momento così come sarebbe venuto.

Terza Settimana


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Haytham Yuan Ravnick.
Quello strano, stranissimo ragazzo non riusciva proprio a lasciarla in pace, nemmeno da lontano! Anche in quel momento, stesa sul divano a bearsi dei programmi che passavano in televisione, i suoi pensieri andavano a finire sempre su di lui, su quello sfrontato, esuberante e maledettamente provocante MagiArcheologo.
Provava una fortissima attrazione fisica nei suoi confronti -acuita dalla lontananza- e un piacevole tepore che si concentrava nel basso ventre ogni volta che ripensava alle parole che si erano scambiati, a quel bacio e alla promessa di rivedersi. Le dita andarono a sfiorare le labbra, provando a rievocare il sapore di quelle del Ravnick, ma era davvero terribile rendersi conto che le sensazioni rischiavano di svanire in pochissimo tempo. Non il ricordo, no quello non si affievoliva mai, ma ciò che aveva provato, per quanto cercasse di riesumarlo, ci riusciva sempre e solo all'ottanta percento.
Mentre lei avrebbe voluto avere Haytham lì e scoprire quali nuove sensazioni fosse in grado di suscitarle il ragazzo.
Si mosse, sistemandosi meglio e fissando per un attimo Pan accoccolato ai suoi piedi: doveva tornare? Doveva restare? Doveva chiedergli di lasciar perdere oppure provare a stare insieme?
Dentro di lei Lyra sapeva che, al momento, Haytham era l'unico legame che ancora la teneva ancorata al suo vecchio mondo. Non quello magico, ma quello musicale. Perdere lui sarebbe equivalso a rinunciare -forse per sempre- a ciò che era sempre stata.
E stare insieme a lui invece a che cosa avrebbe portato?
Era proprio questo il punto: non riusciva a darsi una risposta e il non prevedere come sarebbero andate a finire le cose se da un lato la spaventava, dall'altro la rendeva ancora più entusiasta. Perchè con lui sentiva che nulla era ancora stato deciso, che l'avrebbe trattata in maniera diversa e lei stessa si sarebbe comportata in maniera diversa.
Ma per scoprirlo avrebbe dovuto rivederlo e trovare conferma nella realtà di tutti i suoi pensieri.

Quarta Settimana


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Era persa nel suo mondo.
In piedi sull'autobus -aveva imparato a prenderli per spostarsi da zona a zona- Lyra si perdeva nel suo personalissimo mondo personale, non rendendosi conto per la prima volta di ciò che le accadeva intorno. Non vedeva il gruppo di ragazzi che la fissava, approvando con risate e battute. Nè l'uomo che da quando era salita l'aveva adocchiata, senza mai rivolgerle la parola. Fosse stata la diva, avrebbe fatto di tutto per alimentare le battute dei ragazzi o l'interesse dello sconosciuto; ma sotto quei panni si sentiva una perfetta nessuno ed era così che voleva continuare ad essere vista.
Ma non da Haytham. Era a lui che rivolgeva i propri pensieri, chiedendosi non senza timore come sarebbe andato il loro incontro e come avrebbe dovuto organizzarlo. Gli aveva promesso che sarebbe stata lei a farsi viva, ma adesso che mancava meno di una settimana all'appuntamento, provava una sorta di ansia che non riusciva proprio a spiegarsi.
A dire il vero sapeva spiegarsela, ma non riusciva a credere che dipendesse realmente da quello: era il pensiero di ritornare nel mondo magico a impensierirla così tanto. Ritornare a indossare i panni della diva, a nascondersi agli occhi di tutti per non dare troppe noie a sè stessa o alle persone che aveva intorno. Immaginava un primo appuntamento con Haytham assediata dai fan: quanto ci avrebbe messo il ragazzo a stufarsi di lei? E di certo la Bennet non avrebbe neanche potuto dargli torto.
L'autobus si fermò e lei scese, proseguendo dritta per la propria strada. Era inutile che ragionasse troppo sulla sua situazione: non era la sorella maggiore, non era fatta per prendere una decisione dopo lunghe e attente riflessioni. Sapeva che tutte le risposte che andava cercando le avrebbe trovato solo ed esclusivamente nel momento in cui si fosse trovata di fronte al fatto compiuto.
Per sapere cosa provava per Haytham, doveva vederlo.
Per sapere cosa voleva da lui, doveva uscirci insieme.
Per sapere cosa fare della sua vita, doveva semplicemente aspettare.
E cogliere l'attimo nel momento in cui fosse arrivato.

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Messaggioda Lyra » 01/09/2015, 21:03

[28 Settembre 2110 - Santa Barbara (California), ore 10:00]


E' in ritardo?
No, sono io che sono in anticipo...
Accidenti, mi sento così nervosa!


Continuava a tormentare un povero fazzolettino di carta la più giovane delle Bennet, un fazzolettino che in realtà aveva già quasi totalmente distrutto a furia di stracciarlo. Poteva capitare che Lyra scaricasse la tensione e il nervosismo dell'attesa in quel modo, formando piccole montagne di carta che poi, puntualmente, avrebbe buttato all'interno di un cestino. I primi tempi era un vizio che si manifestava poco prima di salire sul palco e cantare, ma che aveva trasmesso ad ogni singolo momento nella sua vita in cui c'era da attendere.
E la persona che stava aspettando non la rendeva certo calma e tranquilla.
Haytham le aveva messo sottosopra anima e corpo e la distanza non aveva fatto altro che acuire il desiderio che aveva di rivederlo. Una parte di lei si sentiva una sciocca e si imponeva un autocontrollo e una fermezza che non possedeva: le sue esperienze passate avrebbero dovuto renderla più cauta e mantenere a bada la speranza che qualcosa di buono e di bello potesse nascere da una relazione con lui.
Inutile a dirlo, nemmeno per sogno la sua testa pareva seguire i propri ragionevoli consigli: era sempre stato il cuore a governare ogni singola mossa della cantante ed anche un mese prima -quando alla fine aveva accettato di dargli un'occasione- era stato per esso che Lyra aveva agito, fregandosene delle proprie paure e buttandosi ad occhi chiusi e senza paracadute.
Durante quelle settimane si era rimproverata molte volte la sua avventatezza, quasi rammaricandosi di ciò che aveva fatto. Ma aveva ormai accettato di vedere come sarebbero andate le cose e, un po' per lealtà, un po' per voglia, un po' per speranza, alla fine la diva si era data appuntamento con Haytham in uno dei parchi presenti a Santa Barbara, la città babbana dove ora risiedeva la Bennet.
Gli aveva scritto informazioni precise nel pezzo di pergamena che gli aveva inviato: si sarebbero incontrati al Wild Park, poco dopo l'ingresso del parco in questione. L'appuntamento sarebbe stato per le 10:15 circa, ma lei si era presentata lì un quarto d'ora prima, incapace di rimanere confinata in casa un minuto di più.
Persino Pan, il suo cane, aveva avvertito l'agitazione della padrona, palesandola nell'unico modo che conosceva: abbaiando e facendo il matto per tutta casa. Dopo averlo calmato e promesso che sarebbe ritornata presto - aveva chiesto alla vicina, una signora babbana gentilissima di 50 anni di dargli un'occhiata di tanto in tanto- Lyra si era diretta verso il luogo dell'appuntamento, suscitando nella donna di mezza età una serie di commenti scherzosi sulla scelta dell'abbigliamento.
Era palese infatti che la giovane donna avesse scelto un look che si adattava poco ad un'uscita fra "soli amici". E nonostante Lyra avesse continuato a ripeterlo a più non posso, la donna babbana aveva scosso la testa, sorriso e acconsentito a quella bugia bella e buona, augurando alla sua vicina di casa di riuscire a conquistare "il cuore dell'uomo che ti piace".
Forse parlare di uomo era un po' troppo eccessivo, ma 25 anni non erano pochi e in più Haytham -a dispetto della sua giovane età- era già molto ben avviato nel suo lavoro, non che famoso in tutte le sfere alte della Magiscienza magica.

Eccolo!

Non appena riuscì a vedere la figura del ragazzo in lontananza, Lyra si alzò in piedi, dandosi una leggera sistemata al vestito e ai capelli, sperando di essere presentabile.

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Vestito color rosa pallido stretto in vita, scarpe alte con cavigliera, capelli mossi raccolti in parte dietro e un leggerissimo -quasi inesistente- velo di trucco: sfruttando le alte temperature californiane che le permettevano di vestirsi come se l'estate non fosse mai passata, la Bennet attese che il ragazzo la raggiungesse, mentre lei si preoccupava di buttare i pezzi di carta dentro il cestino accanto alla panchina e di recuperare la borsa al cui interno teneva nascosta anche la bacchetta.
Inutile dire che più guardava Haytham farsi vicino, più sentiva il cuore palpitare veloce.
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Messaggioda Haytham » 02/09/2015, 19:38

27/09/2110
Laboratorio A.G.E.R.
Ore 20:37


COME?!

Eh, sì, era domani mattina...
Non posso crederci che te ne sei dimenticato.


Un attimo!
Non me ne sono dimenticato, sono loro che hanno anticipato, è diverso!
Uff, adesso come faccio?
L'appuntamento con Lyra è fissato per le 10:15...


Scrivile e dille che ritardi, o magari posticipa al pomeriggio, no?

Ma ti rendi conto che ore sono?
Ci farei una pessima figura!
Allora, a che ora è la conferenza scientifica?


Alle 08:45.

Bene, e dovrebbe durare circa... ?

Un'ora, su per giù!

Quindi se i miei calcoli sono esatti, terminerò alle 09:45, con mezz'ora per essere in orario all'appuntamento.
Non c'è problema! Visto? Mi rimarrà anche il tempo per cambiarmi e profumarmi, eheheh!


Se lo dici tu...

Non mi portare sfortuna!

Ah, ma dov'è che vi vedete?

Ho l'indirizzo scritto, me la caverò!

Ma tu non conosci minimamente il Mondo Babbano, mi spieghi come...

Ehi ehi ehi, stai annichilendo il mio karma!
Rilassati, andrà tuuuuuuutto bene!


28/09/2110
Conferenza Scientifica di Washington
Ore 09:57


Come sempre è stato illuminante, dottor Ravnick!

Professor Carter, lei mi lusinga!

Ci vediamo la prossima settimana, dottor Ravnick!

Non vedo l'ora dottoressa Apple!

Mi invii al più presto questo resoconto, sono ansioso di rileggermelo con calma!

Sarà fatto Signor Spengler!

Arrivederci...

Arrivederci...

Arrivederci...

Arrivederci a voi tutti, sì... sì... Arrivederci... Grazie... Sì...
... CAZZOOOOOOO!


Haytham Yuan Ravnick si precipitò alla velocità del suono dentro al primo bagno disponibile dell'edificio.
Non aveva nemmeno cinque minuti per cambiarsi, dannato karma rovesciato dal fratello, questa l'avrebbe pagata cara!
Si diede una sistemata ai capelli, corti per l'occasione, poi alla giacca, alla camicia e alla cravatta.
Era vestito come un uomo d'affari e dire che voleva presentarsi un po' casual, un po' sportivo, dannazione.
Nella mano destra portava ancora la cartella con i propri progetti di MagiArcheologia esposti poc'anzi alla conferenza scientifica.
Una sciacquata, una annusata alle ascelle (per fortuna pulite e profumate quanto bastava) e poi una bella pipì contro la tensione.
Uscito in velocità dal bagno e giunto al pianterreno, si informò di una possibile MetroPolvere con direzione Santa Barbara.

Oh, sì, certamente, ne trova una lì in fondo, la terza a partire da sinistra.

Per la Trama grazie!

Corse come un dannato cercando di non inciampare e si infilò nel camino, sbucando magicamente in un altro ufficio.

Anf... Anf... Scusi, dove trovo il Wild Park?

Intende nella Santa Barbara babbana?

Sì... Puff... Certo... Lo sa?

Non è neanche troppo distante, forse cinque minuti a piedi o poco più...
... Allora, mi ascolti bene... Dunque una volta uscito, si diriga verso...


Nei successivi due minuti, Haytham memorizzò perfettamente tutto il percorso da seguire per raggiungere il luogo esatto dell'appuntamento.
Si fece gentilmente dare un bicchiere d'acqua perché stava morendo disidratato e poi si fiondò all'esterno della struttura filiale di Washington.
Girando la testa a destra e sinistra fece mente locale, tenendo ancora stretta la cartellina: perderla significava la morte.

Immagine


Dunque, allora, dove aveva detto... Ah sì, di là!
... Sono già le 10:10?! Svelto svelto svelto!


28/09/2110
Wild Park - Santa Barbara
Ore 10:14


Giunto nell'area prestabilita, Haytham si passò un fazzoletto sulla fronte, fattosi prestare gentilmente da una vecchietta nelle vicinanze.

Ehi... E' profumato e rinfrescato!
Hai capito che furbi i babbani!
Devo comprarne qualche confezione prima di tornare nel Mondo Magico...


Non era però il momento di pensare a certe cose: si sporse con la vista in giro e riconobbe all'istante quello schianto che era Lyra Bennet.
Porca miseria quanto stava bene, doveva cercare di contenere possibili erezioni ed avvicinarsi con un minimo di decoro.
Quando fu di fronte a lei, con un bel respiro cercò di non far capire che aveva corso come un ossesso per arrivare in tempo, ma la vena sulla tempia parlava al suo posto ed anche piuttosto eloquentemente.

Ciao... Uff... Che piacevole passeggiata che mi son fatto!
... Wow sei... Sei wow, appunto!
C-come stai?
Io da paura, fresco come una rosa!
... Quella è una fontanella per caso?
Ti spiace se ci avviciniamo un secondo?
Sai com'è, ho un lievissimo principio di disidratazione, può capitare a chiunque no?!


Trascorse i successivi trenta secondi attaccato all'acqua come se provenisse direttamente dal deserto.
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Messaggioda Lyra » 02/09/2015, 20:49

Eccolo!

Ma era davvero lui? Per un attimo Lyra fu convinta di aver sbagliato persona, perchè non credeva che Haytham fosse il tipo di ragazzo che prediligeva un completo giacca e cravatta per un appuntamento. Poi, quando i suoi lineamenti le furono ben chiari, arrivò anche la spiegazione di una simile scelta d'abito: probabilmente si era vestito in quel modo per lavoro, in fondo non era neanche raro che lo facesse almeno a giudicare dalle riviste scientifiche -che aveva sfogliato di tanto in tanto in quei mesi- che lo ritraevano esattamente vestito in quel modo.
Il terzo pensiero che arrivò, quando le fu più vicino, era che aveva il fiatone come se avesse appena corso una maratona. Il quarto che era felicissimo di vederlo.

Ciao... Uff... Che piacevole passeggiata che mi son fatto!

Sei sicuro che sia stata piacevole? Sembri affaticato...

... Wow sei... Sei wow, appunto!

Ahah, grazie!
Anche tu stai benissimo, ma... vieni da un qualche convegno?


C-come stai?

Benissimo, direi! Mai stata meglio, in effetti.- disse, esibendo un bellissimo sorriso finalmente spontaneo, di quelli che negli ultimi tempi si vedevano molto raramente -E tu invece?

Io da paura, fresco come una rosa!
... Quella è una fontanella per caso?
Ti spiace se ci avviciniamo un secondo?
Sai com'è, ho un lievissimo principio di disidratazione, può capitare a chiunque no?!


In parte preoccupata per lui, in parte divertita dalla situazione, Lyra accompagno il Ravnick fino alla fontanella in questione, osservandolo con le braccia incrociate e un sorrisetto risaputo mentre il ragazzo ingollava litri e litri di acqua fresca e purissima.

Ti senti meglio adesso?

Chiese allegra, prendendo un fazzoletto profumato dalla confezione dentro la borsa e porgendola ad Haytham.

Guarda che se facevi tardi, potevi avvisarmi lo sai?
Non mi sarei mica arrabbiata!
Ora va meglio? Ti va di sederci un po' su qualche panchina? Almeno puoi riprendere fiato.


Disse dolcemente, guidando il Ravnick -se avesse acconsentito- verso la prima panchina libera e sedendosi volgendo il busto verso di lui. Era così strano pensare di aver condiviso tanto e di aver condiviso anche troppo poco con quel ragazzo dagli occhi limpidi.

Allora?
Che cosa ha rischiato di farti saltare l'appuntamento con me?


Volle informarsi, tenendo per il momento le mani giunte sul ginocchio. Si stava controllando, cercava di tenersi tranquilla e di vedere come sarebbe andata quel primo approccio fra di loro: voleva capire che sensazioni le suscitasse stare insieme allo Yuan, sensazioni possibilomente non legate al desiderio fisico che aveva di lui.
Quello era davvero forte e potente, acuito da ben un mese e passa di astinenza. Se stava ritornando la voglia di fare sesso, decisamente la giovane Bennet era sulla buona strada verso la guarigione.
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Messaggioda Haytham » 03/09/2015, 19:48

... Glu Glu Glu Glu Glu Glu Glu Glu Glu Glu Glu Glu Glu...

Ti senti meglio adesso?

Anf... Anf... Glom... Oh sì... Decisamente meglio!

Si espresse come se gli avessero appena fatto un servizio orale epico.

Guarda che se facevi tardi, potevi avvisarmi lo sai?
Non mi sarei mica arrabbiata!


In realtà... Anf... Dovevo concludere molto prima!
Quei maledetti del comitato scientifico mi hanno trattenuto oltre il dovuto... Puff...


Ora va meglio?
Ti va di sederci un po' su qualche panchina?
Almeno puoi riprendere fiato.


Un'altra ottima idea!

Alzò il pollice in direzione della Bennet, aspettando che facesse strada fino al luogo stabilito per accomodarsi.
Vedeva le persone camminare con in mano strani aggeggi elettronici, toccavano con le dita gli aggeggi e facevano... "cose".
Poi sempre col telefono sull'orecchio, parevano quasi tutti automi, nessuno conversava con nessuno, nemmeno tra amici o parenti.

Ma che gli prende a tutti quanti?
Per fortuna che tra noi Maghi quella roba non c'è... Stiamo decisamente preservando il lato sociale della vita...


Inarcò il sopracciglio mentre si sistemava meglio la cravatta in modo che non gli stringesse al collo, perplesso nel vedere quello strano spettacolo.
La Tecnologia babbana stava un po' ovunque e forse per riuscire a farsi un dialogo sincero con qualcuno bisognava entrare in luoghi dove fosse proibita.
C'era addirittura un ottantenne con degli occhialini 3D a realtà virtuale che presumibilmente si trovava in qualche fil porno d'alto livello.

Chissà quante tette e culi sta vedendo!
Guarda che sorriso smagliante e da zozzone, eheheh!
... Ehm... Comunque...


Stava troppo divagando, decisamente.

Allora?
Che cosa ha rischiato di farti saltare l'appuntamento con me?


Una riunione del consiglio scientifico generale.
Dovevo mostrare alcuni progetti riguardo delle ricerche da svolgere in Guatemala.
Avevo chiesto a mio fratello ma lui purtroppo è meno ferrato di me sull'argomento, quindi ho preferito occuparmene personalmente!
Sembra che siamo vicini al ritrovamento di un artefatto antico strepitoso!
Credo proprio che si tratti di un prototipo vecchio secoli di una Giratempo, non lo trovi assurdo?
Decenni e decenni fa, i nostri avi già sapevano sfruttare queste tecniche magiche avanzate!


Era ovvio vederlo esaltato quando parlava di certe questioni, con gli occhi luminosi e la mente già lì, tra reperti e rovine.
L'esistenza di un MagiArcheologo era quella, non si poteva cambiare, piena di avventure, scoperte, sorprese e in alcuni casi pericoli.
Ad un tratto però, una musichetta attirò la sua attenzione, facendolo voltare di scatto... Ed ecco che gli occhi si illuminarono... Per qualcos'altro...

Immagine


Fantastico!
Gelati!
Andiamo andiamo su, ti va il gelato vero?!


Per l'occasione, furbo, si era anche fatto cambiare i Galeoni in dollari americani babbani autentici, volendo offrire lui ogni cosa.
Non che fosse una sua prerogativa (basti ricordare la granita in spiaggia), ma quando c'era di mezzo un appuntamento, meglio fare i galantuomini.
Tempo cinque minuti e nella mano del Ravnick c'era un bel cono grande con tre gusti dall'aspetto invitante.

Mela verde, banana e limone!
Vuoi assaggiare qualcosa?
... Mmmhhh, delizioso!
Senti la mela, senti!
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Messaggioda Lyra » 03/09/2015, 22:59

Guarda che se facevi tardi, potevi avvisarmi lo sai?
Non mi sarei mica arrabbiata!


In realtà... Anf... Dovevo concludere molto prima!
Quei maledetti del comitato scientifico mi hanno trattenuto oltre il dovuto... Puff...


Non lo disse apertamente, ma una parte di lei era felice che il Ravnick si fosse quasi ammazzato pur di arrivare puntuale all'appuntamento con lei. Dimostrava che ci teneva, che non voleva passare un minuto di più lontano dalla donna che, a detta sua, gli era entrata in testa senza più andarsene via.
Lyra non sapeva ancora nè quando nè in che modo ci fosse riuscita: era quasi un paradosso pensare che quando ci si impegnava non rimaneva mai molto nel cuore di un uomo, mentre quando sembrava palesemente disinteressata... riusciva a far cadere ai propri piedi chiunque.
Non sapeva nemmeno se loro due fossero compatibili insieme: lui apparteneva al mondo della scienza, lei a quello dello spettacolo e non avevano certo chissà quanto in comune o di cui parlare.
Ma la vitalità di Haytham e la sua allegria erano contagiose e ben presto la Bennet si ritrovò seduta su di una panchina a ridere di lui e sopratutto con lui.

Ma che gli prende a tutti quanti?
Per fortuna che tra noi Maghi quella roba non c'è... Stiamo decisamente preservando il lato sociale della vita...


Non giudicarli male: sopperiscono alla mancanza di magia con la tecnologia.
Io li trovo strabilianti e li ammiro molto per questo...


Disse, fissando quasi con affetto i babbani, mentre il Ravnick si lasciava trascinare dal proprio fiume di pensieri fissando un vecchietto con annessi occhiali 3D, intento a guardare qualcosa di particolarmente interessante.

Chissà quante tette e culi sta vedendo!
Guarda che sorriso smagliante e da zozzone, eheheh!


Haytham...

... Ehm... Comunque...

Si riscosse dai suoi pensieri, tornando a guardare nuovamente la dova che adesso sorrideva, posando una mano davanti alle labbra come se volesse nascondere il suo sorriso all'altro. Ora che finalmente aveva la sua completa attenzione, gli chiese maggiori informazioni sul perchè del suo ritardo, ascoltando con attenzione la risposta.

Una riunione del consiglio scientifico generale.
Dovevo mostrare alcuni progetti riguardo delle ricerche da svolgere in Guatemala.
Avevo chiesto a mio fratello ma lui purtroppo è meno ferrato di me sull'argomento, quindi ho preferito occuparmene personalmente!
Sembra che siamo vicini al ritrovamento di un artefatto antico strepitoso!
Credo proprio che si tratti di un prototipo vecchio secoli di una Giratempo, non lo trovi assurdo?
Decenni e decenni fa, i nostri avi già sapevano sfruttare queste tecniche magiche avanzate!


Sì, era strabiliante, ma la Bennet in quel momento non stava pensando molto al succo del discorso. La sua attenzione si focalizzava su Haytham, osservandolo mentre parlava, spiegava, si entusiasmava per il proprio lavoro e per quella scoperta stupefacente. Aveva l'entusiasmo di un ragazzino, la passione di un adulto e la mente di uno scienziato, si disse infine. Uno strano connubio che però non era male, anzi a dire il vero l'affascinava e la faceva sorridere sempre di più.
Come a volerle dimostrare di non aver mai perso il proprio lato infantile, il Ravnick si lasciò ancora una volta distrarre da una musichetta suonata poco più avanti e appartenente ad un tipico chiosco ambulante di gelati.

Fantastico!
Gelati!
Andiamo andiamo su, ti va il gelato vero?!


Venne trascinata, lasciandosi coinvolgere dall'entusiasmo dell'altro e ordinando per sè due gusti decisamente diversi da quelli suoi preferiti: pistacchio e nocciola.
Da quando si era presa quella vacanza, infatti, aveva smesso di "mangiare sano" per dedicarsi alla semplice degustazione del cibo in sè per sè. Non che avesse iniziato a strafogarsi da catene di fast food come McDonald, ma aveva decisamente fatto degli strappi alla sua dieta ferrea e gli effetti -un corpo leggermente più morbido- si iniziavano a vedere.

Mela verde, banana e limone!
Vuoi assaggiare qualcosa?
... Mmmhhh, delizioso!
Senti la mela, senti!


Haytham, aspett...mh!
Sei incredibile! Lasciami almeno il tempo di assaggiare anche il mio.
- disse, con tono di rimprovero [Talento Arte: 34], rimanendo in silenzio per qualche secondo, per poi prendere un po' di gelato con l'indice e sporcare il naso dell'altro, ridendo divertita -Il mio invece com'è?
Ti piace?


Non contenta di quella burla, lo prese anche un po' in giro, pulendologli il naso con un altro fazzoletto di carta e, questa volta, facendogli assaggiare il gelato direttamente dal proprio cono.
Chissà le sue labbra se erano rimaste dello stesso identico sapore di sempre...

Insomma ti hanno fatto fare tardi.
In ogni caso, potevi sempre avvertirmi: sembravi aver appena corso una maratona e non sto scherzando!
- breve cenno di pausa -Come hai passato questo mese?
Sei stato bene?


Ovviamente la domanda secondaria era: ti sono mancata?
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Messaggioda Haytham » 06/09/2015, 18:16

Non giudicarli male: sopperiscono alla mancanza di magia con la tecnologia.
Io li trovo strabilianti e li ammiro molto per questo...


Ehm, ma li stai vedendo?
Non si guardano nemmeno negli occhi, sembrano rapiti, assenti...
Ammiro tantissime cose della loro vita e della loro tecnologia, ma non come spesso convivono con essa, ecco tutto!


I Babbani, per quanto apprezzati dalla Bennet, non potevano essere visti soltanto come delle persone straordinarie e spettacolari.
Haytham le osservava con obiettività, affibbiando loro sia pregi che difetti, come faceva pure nei confronti della società magica, non certo da meno.
Era difficile amalgamarsi a quella cultura e a quelle abitudini così differenti e strane, ma osservando negli occhi Lyra, il ragazzo poté facilmente intuire quanto per lei quello fosse una sorta di paradiso da vivere intensamente giorno dopo giorno con entusiasmo ed emozione. Evidentemente l'essere anonima e senza particolari pressioni e preoccupazioni date dalla fama continuava a rimanere un sogno bellissimo e insostituibile.

Fantastico!
Gelati!
Andiamo andiamo su, ti va il gelato vero?!


La trascinò verso il carretto ambulante di gelati artigianali, con lo stesso spirito di un bambino goloso, lo stesso animo di una persona spensierata.
Il suo intento era quello di mostrarle il lato giocoso della vita, che fosse magica oppure no, che fosse nel loro contesto madre o meno.
Quando furono finalmente serviti, poi, il Ravnick non perse tempo, volendole far assaggiare i propri gusti di frutta decisamente deliziosi.

Haytham, aspett...mh!
Sei incredibile! Lasciami almeno il tempo di assaggiare anche il mio.


Non lo sai che il sapore delle creme è più forte rispetto a quello dei frutti?
Volevo che assaggiassi prima il mio altrimenti se fosse arrivato dopo il tuo, non ti saresti goduta la degustazione!
Essendo le creme fatte col latte e i frutti con l'acqua, il palato viene aggredito e condizionato maggiormente, già già!


In tutta risposta alla sua argomentazione scientifica e logica, la cantante gli mise del gelato sulla punta del naso, sorridendo divertita.

Il mio invece com'è?
Ti piace?


No no no!
Non usare il fazzoletto, non ce n'è bisogno, ce la faccio!
Ce la posso... fare... ok ok dai dai dai... uff... sì!


Spingendo la lingua verso l'alto concentrandosi e sforzando i muscoli della mascella, Haytham riuscì ad arrivare al gelato, leccandolo con difficoltà.
Dopo di che, trionfante, passò ad analizzare il sapore, giudicandolo ugualmente ottimo e quindi non si risparmiò qualche altro assaggio direttamente dal cono della donna, con la quale tornò a sedersi nel frattempo.

Insomma ti hanno fatto fare tardi.
In ogni caso, potevi sempre avvertirmi: sembravi aver appena corso una maratona e non sto scherzando!


L'ho corsa davvero una maratona e questa corsetta di oggi non è stata nulla, te lo assicuro!
Partecipo ogni anno al "miglio nudo" dell'A.G.E.R., beh, partecipavo, quando ero studente!
Non dico che arrivavo col fiatone e distrutto, ma mi metteva a durissima prova!
... Come? Non sai cos'è il "miglio nudo"?
In pratica si tratta di...


Nei successivi cinque minuti, il Ravnick si mise a decantare le lodi di una delle manifestazioni più trasgressive alle quali si potesse partecipare.
Un intero miglio corso da studenti di ogni razza, sesso e anno accademico, completamente nudi, di notte, per celebrare la conclusione degli studi.
Ovviamente non tutti aderivano, bisognava essere particolarmente trasgressivi, ma quella era una dote che ad Haytham non era mai mancata.

... Eeeehhh va beh, gran bei vecchi ricordi!
Comunque, altre domande?


Come hai passato questo mese?

Pensandoti, pensandoti e ancora pensandoti.

A domanda risposta, senza tanti giri di parole o battute, perché in quel frangente no, non erano necessarie, anzi, avrebbero solo rovinato il momento.

Il lavoro è stato tanto, mi ha aiutato a tenermi impegnato, ma con la testa tornavo sempre a quella mattina, in spiaggia.
A dire il vero, spesso e volentieri chiedevo alla Trama di proteggerti e renderti il soggiorno babbano bello come lo avevi sempre immaginato.
Primo dello stare bene con me, dovevi e devi esserlo con te stessa, una condizione giusta che non ho mai dimenticato.


Tentò di farle una carezza sulla guancia, fissandola intensamente, con aria molto più matura ed adulta.

Lo so quello che stai pensando: come fanno ad essere compatibili uno scienziato ed una artista?
Di cosa potremmo mai parlare quando siamo assieme, cosa potremmo mai condividere?
Beh la mia risposta è "tutto", non ci annoieremmo mai, basterebbe avere un interesse aperto e acceso verso la vita dell'altro.
Tu mi sei piaciuta proprio perché sei così diversa da me: hai un animo variopinto, fantasioso, allegro, emotivo...
... Non prendiamoci in giro, sei anche una gnocca stratosferica, di sicuro non mi metterò a fare il finto spiritualista!
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Messaggioda Lyra » 06/09/2015, 22:09

Ehm, ma li stai vedendo?
Non si guardano nemmeno negli occhi, sembrano rapiti, assenti...
Ammiro tantissime cose della loro vita e della loro tecnologia, ma non come spesso convivono con essa, ecco tutto!


Non poteva dare completamente torto ad Haytham, perchè certo non era bello vedere la gente camminare senza mai scambiarsi un saluto o uno sguardo. In un'altra situazione sarebbe stato avvilente vivere in un mondo simile, ma per la Bennet l'anonimato che offrivano i babbani di quel tempo era l'ideale, perchè di attenzioni -nella sua vita- ne aveva ricevute anche fin troppe.

Probabilmente hai ragione e io sono troppo di parte per poter esprimere un'opinione che ti faccia cambiare idea...

Disse quindi, arrendendosi all'evidenza dei fatti e lasciando perdere quel discorso per dedicarsi completamente al MagiArcheologo. La verità era che Lyra non riusciva a lasciarsi andare completamente, un po' per timore di soffrire ancora, un po' per paura di far del male al ragazzo con il suo atteggiamento sconsiderato. Le era bastata l'espressione di Lucas quando gli aveva spezzato il cuore, un cuore che non si sarebbe mai rotto se solo ci fosse andata più cauta invece che buttarsi a capofitto in quella relazione.
Il Ravnick invece sembrava essere di tutt'altro parere: non avendo mai avuto il cuore spezzato, Haytham si comportava alla stregua di un ragazzino spensierato, che assaporava le gioie del mondo e dell'amore -o presunto tale- senza porsi alcun timore o freno. Per questo motivo la trascinò fino al chioschetto dei gelati, offrendole un cono e facendole assaggiare il proprio, con entusiasmo e allegria, senza nemmeno dare il tempo alla Bennet di dire una singola parola.

Non lo sai che il sapore delle creme è più forte rispetto a quello dei frutti?
Volevo che assaggiassi prima il mio altrimenti se fosse arrivato dopo il tuo, non ti saresti goduta la degustazione!
Essendo le creme fatte col latte e i frutti con l'acqua, il palato viene aggredito e condizionato maggiormente, già già!


Per tutta risposta, Lyra gli sporcò il naso di gelato, mettendo da parte i dubbi e i pensieri per lasciarsi andare un po' e vivere senza angosce quella piacevole giornata insieme al MagiArcheologo. Lo osservò per tutto il tempo che tentò con la lingua di pulirsi il naso e quando stranamente ci riuscì, battè persino le mani, ridendo spensierata, prima di costringerlo con dolcezza a girare il volto verso di lei e posandogli un casto bacio sulla punta del naso, ripulendolo completamente da tutto il gelato.

Ecco, ora va meglio!

Riusciva a notare quanto fosse dolce e spontaneo il sorriso della Bennet? Lei, non potendosi vedere, non avrebbe potuto rendersene conto, mentre continuavano a mangiare e a parlare ancora della mega corsa fatta dal Ravnick per arrivare puntuale.

L'ho corsa davvero una maratona e questa corsetta di oggi non è stata nulla, te lo assicuro!
Partecipo ogni anno al "miglio nudo" dell'A.G.E.R., beh, partecipavo, quando ero studente!
Non dico che arrivavo col fiatone e distrutto, ma mi metteva a durissima prova!


Cos'è il miglio nudo?

... Come? Non sai cos'è il "miglio nudo"?
In pratica si tratta di...


Ascoltò la spiegazione del ragazzo su cosa fosse quella maratona, non riuscendo proprio a trattenere un sorriso nell'ascoltare la follia degli studenti che, pur di festeggiare la fine dell'anno accademico, avevano trovato un modo tanto pazzo per sfogare la propria ritrovata libertà.

... Eeeehhh va beh, gran bei vecchi ricordi!

Non mi dispiacerebbe vederti correre una simile maratona...
E' ovvio che io farei solo il tifo per te!


Disse con una linguaccia, sottolineando che no, non avrebbe partecipato mai ad una cosa simile pur trovandola estremamente divertente. Questo perchè in parte Lyra era rimasta legata all'immagine che aveva nel mondo magico: l'Angelo della Musica che corre nuda in mezzo ad un gruppo di studenti scatenati? Assolutamente da evitare!

Comunque, altre domande?

Come hai passato questo mese?

Pensandoti, pensandoti e ancora pensandoti.

Il sorriso si fece più ampio sulle labbra della Bennet, andando ad illuminare anche i suoi grandi occhi color nocciola. Si vedeva che le faceva davvero tanto piacere sapere che Haytham non avesse fatto altro che pensare a lei: stava rispolverando sensazioni che sembravano vecchie di secoli, insieme a lui, come un batticuore molto forte e accelerato, sorrisi involontari, a volte persino delle morse allo stomaco quando l'emozione arrivava a livelli altissimi.

Il lavoro è stato tanto, mi ha aiutato a tenermi impegnato, ma con la testa tornavo sempre a quella mattina, in spiaggia.
A dire il vero, spesso e volentieri chiedevo alla Trama di proteggerti e renderti il soggiorno babbano bello come lo avevi sempre immaginato.
Primo dello stare bene con me, dovevi e devi esserlo con te stessa, una condizione giusta che non ho mai dimenticato.


Le vennero gli occhi lucidi, una reazione che aumentò quando Haytham le accarezzò la guancia facendola sorridere dolcemente: sembrava davvero un angelo in quel momento, con quel sorriso tenero, quegli occhi carichi di aspettativa nei confronti del MagiArcheologo, nonostante la paura che loro due fossero incompatibili a causa dei diversi mondi dai quali provenivano.

Lo so quello che stai pensando: come fanno ad essere compatibili uno scienziato ed una artista?
Di cosa potremmo mai parlare quando siamo assieme, cosa potremmo mai condividere?


Sembra che tu mi legga dentro...

Beh la mia risposta è "tutto", non ci annoieremmo mai, basterebbe avere un interesse aperto e acceso verso la vita dell'altro.
Tu mi sei piaciuta proprio perché sei così diversa da me: hai un animo variopinto, fantasioso, allegro, emotivo...
... Non prendiamoci in giro, sei anche una gnocca stratosferica, di sicuro non mi metterò a fare il finto spiritualista!


Immagine


Era impossibile rimanere seria con un ragazzo come Haytham al proprio fianco: sembrava farlo apposta a comportarsi in quel modo, come se in qualche modo volesse strappare quanti più sorrisi possibile alla bella cantante. La sua tecnica -vera o presunta che fosse- sembrava funzionare alla grande, perchè Lyra non aveva smesso un solo secondo di ridere.

Sei incredibile: passi dall'essere estremamente romantico al "rovinare" tutto con una battuta!- non c'era vero rimprovero nella sua voce, anzi tutto il contrario, mentre si avvicinava un po' di più al volto del Ravnick, strusciando la punta del naso contro quella di lui: aveva davvero una gran voglia di baciarlo, ma temeva di combinare un disastro, per questo stava cercando di trattenersi quanto più possibile, anche se era palese che ci fosse una forte attrazione sessuale fra i due -E che cosa mi dici sulla paura che questa relazione possa non andare come sperato?
Pensi che valga la pena correre il rischio?


Quella domanda venne espressa con dolcezza, gli occhi fissi dentro quelli azzurro cielo di Haytham e le loro labbra ora estremamente vicine.

Non voglio nasconderti nulla Haytham: io ho ancora tanta paura di soffrire e di farti soffrire se mi lasciassi andare.
Sono stata benissimo durante questo mese e al tempo stesso inquieta, perchè non riuscivo a smettere di pensare a te.
Mi piaci davvero tanto e sei il primo da molto tempo che mi fa un effetto simile.
Ma...
- perchè c'era sempre un ma -... Ci sono ancora tante incertezze nella mia vita che possono influenzare anche un'eventuale relazione con te.
Non so ancora se tornare nel mondo magico o se abbandonarlo completamente...
Se proprio vogliamo dirla tutta, l'unico legame che ancora mi impedisce di prendere una decisione... sei tu.


Si bloccò all'istante quando pronunciò quell'ultima frase, come se si stesse rendendo conto di aver detto troppo, più di quanto avrebbe dovuto.
Il MagiArcheologo si sarebbe spaventato di fronte al peso della sua presenza nella vita di Lyra?
Avrebbe visto come eccessivo il ruolo da lui ricoperto?
Per un attimo la paura si insinuò negli occhi della Bennet, togliendole la facoltà di parlare in attesa della reazione dell'altro.
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Messaggioda Haytham » 07/09/2015, 16:08

Quando la vide sorridere, con un sorriso vero, non di quelli mostrati spesso nelle riviste, Haytham capì che stava riuscendo nel suo intento.
Sapeva che per averla vicino, doveva riportarla a sentirsi se stessa, senza il filtro di espressioni ed emozioni indotte perché lo voleva l'occasione.
Sorridendo a sua volta, le fece una piccola linguaccia, aspettando il turno di lei per parlare, per chiedere, per delineare meglio il discorso.

Sei incredibile: passi dall'essere estremamente romantico al "rovinare" tutto con una battuta!

Troppo zucchero fa male ai denti!

E che cosa mi dici sulla paura che questa relazione possa non andare come sperato?
Pensi che valga la pena correre il rischio?


E tu che mi dici dell'ipotesi che domani moriremo tutti tragicamente?
O che il Sole abbia uno sbuffo che ci incenerisca all'improvviso?
... Lyra, le paure sono lecite solo quando hanno un minimo di fondamento e noi non ne abbiamo.


Palesemente ottimista, il Ravnick ragionava non tanto con istinto quanto con logica, elementi che in quel caso andavano perfettamente a braccetto.
Non avendo avuto mai brutte esperienze, poteva analizzare un fatto per ciò che era, senza timori o preoccupazioni come chi invece aveva sofferto.
Se serviva qualcuno alla Bennet per tornare a credere nel sentimento, allora doveva essere proprio qualcuno in grado di offrirglielo autentico, puro.

Non voglio nasconderti nulla Haytham: io ho ancora tanta paura di soffrire e di farti soffrire se mi lasciassi andare.
Sono stata benissimo durante questo mese e al tempo stesso inquieta, perché non riuscivo a smettere di pensare a te.
Mi piaci davvero tanto e sei il primo da molto tempo che mi fa un effetto simile.


Vai col "ma", su su...

Ma...

Siiiiiiii?

... Ci sono ancora tante incertezze nella mia vita che possono influenzare anche un'eventuale relazione con te.
Non so ancora se tornare nel mondo magico o se abbandonarlo completamente...
Se proprio vogliamo dirla tutta, l'unico legame che ancora mi impedisce di prendere una decisione... sei tu.


Posso farti una domanda?
... Ti rendi conto quante persone, non parlo di decine o di migliaia, ma decine di migliaia... Protesterebbero per una tua scomparsa?
Hai dei fan che adorano la tua musica, gente che si è innamorata con essa, con cui ha organizzato seratine romantiche, con cui ha sognato.
... Io penso che, se davvero ci riflettessi molto bene, scopriresti che non posso essere solo io a tenerti ancorata al Mondo Magico.


Chissà se fino a quel momento la donna ci avesse pensato o avesse posto l'accento esattamente alla stessa maniera dello scienziato che, adesso, senza chiederle alcun permesso, non solo le prese la mano stringendola, ma in più si avvicinò con convinzione e sicurezza, dandole un bacio sulle labbra, ad occhi semichiusi, dimenticando tutto ciò che stava intorno a loro. Eccolo lì il Tuono che albergava in lui, prepotente e impulsivo.

Ripensa ad uno qualsiasi dei tuoi concerti, ripensa al tuo sguardo immerso nella folla di fronte a te...
Ripensa agli applausi, agli urli, ai sorrisi, alle lacrime di gioia...
Non pensare solo alle fotografie, ai paparazzi, alla tua vita sempre in prima pagina.
Se pensassimo tutti solo ai lati negativi del nostro ruolo allora non combineremmo più niente.
Io in primis di grane non ne ho poche, ma quando poi mi trovo davanti ad un nuovo reperto, dimentico tutto, qualsiasi cosa, davvero.
E' come se per un istante tutte le disgrazie, gli impicci e i casini scomparissero in una nuvoletta di fumo...
... Strano però, adesso che ci penso, è accaduta la stesa cosa pochi secondi fa... Per caso sei una reliquia e non me lo hai detto?!
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