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da Alistair » 26/07/2015, 22:48
"La mela verde è così fresca... Soddisfa il palato ed accompagna le capesante con eleganza. A mio avviso, nella sua apparente semplicità è un piatto che conquista!"
Speravo davvero di riuscire a conquistarvi. Per fortuna ci sono riuscito!
"La porzione è abbastanza ridotta ma considerando quanto portato finora, credo sia anche motivata. Ha fatto bene a non rigirare troppo le capesante in padella, così facendo la consistenza è rimasta compatta e solida."
La prego, se ha dei consigli, mi dica pure, è un onore imparare da esperti come voi.
"Il contrasto di sapore con il lardo si fa sentire, ma non guasta, perché cotto bene, croccante e adeguatamente salato. Forse l'unico problema del piatto è che né la mela né il lardo sono effettivi protagonisti, come invece richiesto, ecco tutto!"
Capisco, spero allora che non sia troppo grave!
Per fortuna non lo fu: Alistair passò anche quel turno, per la sicura felicità e acclamazione della fidanzata ed anche del cugino, a casa a seguire la competizione attraverso le radio magiche ad altissima frequenza. Adesso mancava soltanto la "semifinale", ovvero i contorni, un piatto per nulla semplice, un piatto che doveva accompagnare quello portato come secondo e per di più deliziare il palato alla stessa maniera, ma probabilmente con molta più accortezza e semplicità. Quella notte, prima di dormire, passò al setaccio tutte le ricette che gli venivano in testa, sperando che in mezzo a queste ce ne fosse una adatta agli ingredienti che gli avrebbero assegnato. I giudici si fidavano nuovamente di lui, non poteva/doveva deluderli. Chiuse completamente gli occhi molto tardi, intorno alle tre e mezza, anche leggermente agitato. Sorrideva però, adrenalinico ed in attesa del giorno seguente. Per uno chef non c'era momento migliore se non quello in cui c'era da mettersi alla prova e lui avrebbe sicuramente dimostrato di avere le carte in regola per realizzare un piatto non solo strepitoso, ma anche da qualifica immediata.
La Mattina Successiva
Erano veramente stati decimati. Adesso che poteva spaziare con lo sguardo in giro, se ne stava accorgendo pienamente. Naturale quindi che si innervosì poco poco di più, considerato il fatto che adesso i giudici erano sicuramente più rigidi e severi. Dovevano eliminarne un'altra bella fetta, portando il numero di concorrenti a una decina, per poi trasformarli solo in cinque, i quali avrebbero gareggiato per la serata conclusiva e per i cinque attestati premio in palio. Attese le disposizioni per quella manche, restando concentrando e lanciando velocemente uno sguardo amichevole di saluto verso Noah ed Amy, augurando loro buona fortuna.
Come andiamo?! Ieri ne abbiamo viste proprio delle belle e di tutti i colori. Un vero peccato per gli incidenti avvenuti ed un vero peccato per la scarsa sportività di alcuni degli eliminati. Ricordate sempre che non esistono antipatie o simpatie nella giuria, quindi i loro pareri sono sempre soggettivi ma comunque esperti. Il piatto è una vostra creazione, ci mette l'anima e l'energia, ma non è detto che ogni ciambella riesca col buco, ci siamo capiti? Beh, augurandoci che nella giornata di oggi problematiche simili non ce ne siano, direi che è meglio passare all'argomento protagonista della sfida, ovvero i contorni! Il contorno è un accompagnamento del secondo piatto, tal volta tanto buono da diventare anche più apprezzato della portata principale, ma non è sicuramente un'impresa così semplice, concorderete con me. A breve, naturalmente, vi verrà presentata una lista di ingredienti dai quali dovrete attingere per realizzare il vostro contorno perfetto. Ricordate bene: il contorno può essere facile, difficile, elaborato o strano, basta che sappia stupire e possa essere accostato a diversi sapori! Ecco a voi il vostro elenco preferito, signore e signori:
1) Zucca 2) Broccoletto 3) Pomodoro ciliegino 4) Fontina 5) Patate 6) Speck 7) Cardi 8) Olive 9) Carciofi 10) Fagioli 11) Animella 12) Funghi 13) Moscardini
Il tempo a disposizione per la preparazione è di UN'ORA E UN QUARTO. Questo contorno ha l'odore della Semifinale, ci siamo capiti tutti? ... VIA!
Per l'ennesima volta, molti partirono in velocità, volendo assicurarsi tutto il tempo disponibile per la preparazione, mentre invece Alistair avanzò fino alle credenze con calma strategica, soprattutto perché quello era il momento adatto per spulciare di nuovo in mezzo a tutte le ricette ipotizzate la notte precedente. In mezzo a quegli ingredienti qualcosa di adatto c'era, in effetti, ma alcune cose erano decisamente troppo pesanti per poterle utilizzare. Non aveva fornito un secondo esagerato, ma il primo era stato a base di gnocchi, quindi "non esagerare" doveva essere necessariamente la parola d'ordine. Individuò dei funghi belli grandi e validi allo scopo, ovvero gli champignon, poi del formaggio caprino estremamente leggero e con poco sale, cipolla, burro, semi di cumino, pepe da macinare e parmigiano reggiano.
Tanto per cominciare, riscaldiamo il forno a 200°!
Attendendo che il forno raggiungesse la temperatura desiderata, Alistair cominciò con il tagliare i gambi dei funghi, lasciando solo i cappelli. Una volta fatto questo, gli stessi gambi vennero tagliuzzati e poi tritati, per poi essere uniti alla cipolla che intanto venne messa a rosolare nel burro. Tutto questo per circa una decina di minuti. In realtà cominciò a preparare piuttosto tardi rispetto a tutti gli altri, in quanto il tempo di preparazione non andava oltre i tre quarti d'ora. Sembrava procedere tutto normalmente, nessun ostacolo sul cammino, ma d'altronde non è che stesse facendo chissà quale piatto complesso o difficile.
Ora vediamo di far venire fuori una bella crema, con il formaggio caprino e il parmigiano... ... Attenzione a non farci scappare di mano il pepe oppure sono fregato!
Una volta rosolati per bene sia la cipolla che i funghi, il Druido aggiunse quindi sia il caprino che il reggiano, analizzando di volta in volta il dosaggio grazie all'assaggio, l'arma più importante per uno chef. Come ulteriore accorgimento, non esagerò con il pepe, anche se a lui piaceva moltissimo, in quanto non era detto che fossero dello stesso avviso anche i giudici. In confronto a quello che stavano facendo sia Amy che Noah, probabilmente il suo era un altro di quei piatti di cucina rustica, buoni ma non particolarmente elaborati, però ormai lui aveva fatto della "semi-normalità" la sua arma principale, quindi uscire dallo schema adesso sarebbe stato un po' folle, nonché privo di carattere.
D'accordo, ora non mi resta che riempire i cappelli e poi infornare, rilassati, rimani focalizzato e andrà tutto bene!
Inserì adeguatamente il composto cremoso ottenuto dalla preparazione precedente all'interno delle zone cave dei funghi champignon, disponendoli poi tutti quanti in una teglia da forno abbastanza grossa. Infine, inserì la stessa nel forno ormai giunto ai 200°, osservandone di secondo in secondo la cottura, visto che non gli andava di affidarsi troppo al timer. Di norma sapeva che ci sarebbero voluti circa venti minuti, ma Alistair si accorse che già giunto verso i 15-17, il risultato era quello che desiderava, quindi spense tutto e procedette nell'impiattare. Proprio come ipotizzava, al momento della "consegna" lui era già in prima linea, fiero delle sue scelte e senza tanto sudore sulla fronte.
La mia proposta come contorno è: funghi champignon ripieni di formaggio caprino cotti al forno. Non scottano, tranquilli!
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Alistair
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da Sandyon » 28/07/2015, 19:37
AMY:
Giudice Generico I°
"Fonduta di formaggio da accostare ad una frittura? Audace come scelta, delicata, ma rimane pur sempre una fonduta..."
Giudice Generico II°
"Sapore ottimo, ma piatto pesante per essere un semplice accompagnamento. Se questo fosse stato un pasto completo con portate una di seguito all'altra, avrei dovuto decidere se mangiare secondo o contorno!"
Giudice Generico III°
"La zucca, con la sua dolcezza, può essere una scelta giusta o sbagliata a seconda dei gusti soggettivi. Per me, personalmente, ci può stare, ma è sconsigliato rinforzare salato con salato e dolce con dolce, signorina..."
NOAH:
Giudice Generico I°
"Coscienzioso come contorno. Piena consapevolezza di ciò che è stato portato, complimenti!"
Giudice Generico II°
"Il vero punto di forza è la varietà leggera dei sapori e delle consistenze. Nella semplicità si trova un piccolo capolavoro!"
Giudice Generico III°
"Uno potrebbe dire che si tratta di una normalissima insalata elaborata, ma non è affatto così. Diventa un piatto speciale nell'accostamento di sapori ed equilibri. La vinaigrette all'aceto balsamico poi... Mh, indescrivibile!"
ALISTAIR:
Giudice Generico I°
"La scelta rustica è ormai per lei una costante, ma ha saputo renderla adatta allo scopo. Cottura in forno precisa ed impeccabile, è un contorno che stuzzica il palato sapientemente..."
Giudice Generico II°
"Adoro i funghi quindi credo di essere poco obiettivo, resta comunque il fatto che nessuno potrebbe mai definirlo un piatto sbagliato. Apparentemente facile da preparare, ma in realtà l'equilibrio dei sapori è ricercatissimo!"
Giudice Generico III°
"Pur essendo anche questo un contorno un po' pesante, essendo diviso in mini porzioni, risulta ugualmente gestibile. Forse l'unico appunto che potrei fare è che potrebbe risultare sia un contorno, che un antipasto, quindi ha poca definizione."
I contorni, pur essendo dei piatti apparentemente facili da preparare, nascondevano al loro interno delle insidie, insidie molto pericolose. Alcuni dei concorrenti, convinti di aver fatto dei veri e propri capolavori, si ritrovarono eliminati per dei dettagli verso i quali non avevano tenuto conto, andandosene sconvolti e dandosi degli scemi per non averci pensato da soli. Noah fu il vincitore quasi esclusivo di quella giornata, nettamente superiore a tutti gli altri sfidanti, ma anche Alistair seppe distinguersi adeguatamente, rientrando nella rosa dei semi finalisti. Amy, invece, avendo osato nuovamente con una pietanza troppo pesante per essere contemplata in un menù completo, venne "ricompensata" con il grembiule nero, ovvero la possibilità all'80% di essere eliminata nella fase successiva. Per fortuna però, in teoria, la semi finale era pure il suo cavallo di battaglia, ovvero i dessert, ma non poteva di certo abbassare la guardia solamente per quel motivo. Era ancora in gara, doveva pensare positivo ad ogni costo, altrimenti perdendo la concentrazione avrebbe perso anche la sua posizione nella gara.
IL GIORNO DOPO
Dieci concorrenti. Dieci promesse della cucina europea. Dieci chef con talento da vendere. Oggi non è un giorno come gli altri. Oggi è IL giorno. I cinque che resteranno ancora in gara dopo questa mattina avranno il 20% di probabilità di conquistare almeno un premio finale in palio. Un attestato che potrà rendervi la vita culinaria molto più semplice e sicuramente riconosciuta a livello globale. Per essere sicuri di accedere a questo onore, dovrete addolcire i nostri giudici e non certo con belle parole, ma bei dessert. La lista, di gran lunga più piccola rispetto a tutte le altre avute fin ora, vi suggerisce e vincola non troppo, per lasciare che la fantasia faccia parte del vostro lavoro, ma ricordate sempre: ogni mossa azzardata va valutata adeguatamente, oppure sarete fuori di qui in un battibaleno. La signorina Harada indossa un grembiule di un colore davvero brutto, dobbiamo ammetterlo, ma sono certo che saprà rifarsi. Auguro buona fortuna a tutti voi...
1) Noci 2) Lime 3) Cacao 4) Ricotta 5) Frutta candita 6) Pistacchio 7) Glassa
Il tempo a disposizione per la preparazione è di UN'ORA SPACCATA. Altro che sale in zucca, qui ci vuole zucchero zucchero e ancora zucchero! ... VIA!
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da Amy » 04/08/2015, 21:55
L'aria allegra e divertita con cui Amy aveva preparato il contorno dimostrava quanto la ragazza fosse soddisfatta della scelta fatta. Il tortino di zucca, nella sua ottica, non era né troppo semplice né troppo elaborato, gustoso senza essere pesante, ma le era bastata una sola occhiata alle pietanze presentate dagli altri concorrenti, come per esempio i funghi ripieni di Alistair, per farla vacillare. Ma era stata la creazione di Noah, un tripudio di verdure condite con una vinegrette all'aceto balsamico, a darle il colpo di grazia. A quel punto i commenti dei giudici non furono altro che una conferma di ciò che aveva già compreso da sola. Aveva toppato e alla grande!Giudice Generico I°
"Fonduta di formaggio da accostare ad una frittura? Audace come scelta, delicata, ma rimane pur sempre una fonduta..."
Giudice Generico II°
"Sapore ottimo, ma piatto pesante per essere un semplice accompagnamento. Se questo fosse stato un pasto completo con portate una di seguito all'altra, avrei dovuto decidere se mangiare secondo o contorno!"
Giudice Generico III°
"La zucca, con la sua dolcezza, può essere una scelta giusta o sbagliata a seconda dei gusti soggettivi. Per me, personalmente, ci può stare, ma è sconsigliato rinforzare salato con salato e dolce con dolce, signorina..." Aria mesta e un po' colpevole, sguardo basso, un enorme sospiro che la portò a inclinare le spalle in avanti, nell'atteggiamento tipico di chi era certo di essere arrivato alla fine della competizione. Grande fu quindi la sorpresa dell'Harada quando i giudici invece di eliminarla le avevano consegnato il grembiule nero. Aveva steso le braccia, i palmi delle mani rivolti verso l'alto per ricevere il grembiule, e si era esibita in un profondo inchino di ringraziamento. Non si sentiva "punita" quanto "graziata" e per quello era colma di gratitudine. Le avevano dato una seconda occasione e avrebbe fatto di tutto per esserne all'altezza.
IL GIORNO DOPO
Ce la posso fare.
Non ce la posso fare. I dolci sono la mia specialità.
Se toppo il dessert con che faccia torno in Cioccolateria? Devo avere fiducia in me stessa.
Come faccio a fidarmi del mio istinto se fino a ora non si é dimostrato affidabile?
Mentre il presentatore spiegava le caratteristiche della giornata, all'interno di Amy stava imperversando una furiosa battaglia tra la sua indole ottimista e un refolo di pessimismo, figlio delle scelte errate fatte fino a quel momento.
La signorina Harada indossa un grembiule di un colore davvero brutto, dobbiamo ammetterlo, ma sono certo che saprà rifarsi.
Sentendosi chiamare, Amy raddrizzò la schiena ed esibì uno dei suoi sorrisi radiosi e sinceri. Era troppo contenta di essere ancora in gara per preoccuparsi del colore del suo grembiule.1) Noci 2) Lime 3) Cacao 4) Ricotta 5) Frutta candita 6) Pistacchio 7) Glassa Il tempo a disposizione per la preparazione è di UN'ORA SPACCATA. Altro che sale in zucca, qui ci vuole zucchero zucchero e ancora zucchero!... VIA!
Alla vista della lista degli ingredienti gli occhi della nippoirlandese si illuminarono mentre nella sua mente sfilavano le immagini di diversi tipi di dolci che avrebbe potuto preparare con essi.
No no -borbottò scuotendo la testa come a volerle cacciare via tutte - Semplicità, gusto e leggerezza o almeno ci devo provare.
Con questo proposito ben saldo in in mente Amy si avvicinò alla dispensa per prendere tutto l'occorrente necessario per il suo dessert:ricotta, pistacchi, panna, uova, zucchero, cacao, arancia candita, marsala e una tavoletta di cioccolato al latte. Per la cottura, o meglio il "raffreddamento" invece avrebbe dovuto utilizzare la bacchetta e qualche incantesimo ben mirato perché non avrebbe mai avuto il tempo di far raffreddare il tutto in maniera naturale. Una volta tornata alla sua postazione, per prima cosa tostò i pistacchi in un padellino antiaderente per poi mettere una pentola piena di acqua sul fuoco e dentro di essa una ciotola metallica con i tuorli, lo zucchero e il Marsala. Quando ottenne uno zabaione cremoso, unì la ricotta e i pistacchi tritati grossolanamente.
Per una dose o per due dosi?
Si chiese quando venne il momento di montare la panna, optando per lavorare la quantità giusta per un solo tipo di mousse. Non le interessavano le discussioni accademiche su quale fosse il modo più corretto di preparare una mousse, se con la panna o con le sole uova, quanto ottenere due composti dalle consistenze differenti. Così una volta incorporata la panna montata al composto di ricotta, si dedicò alla seconda mousse unendo il cacao setacciato in una ciotola con dell'acqua riscaldata. Una volta montati a neve ferma gli albumi con lo zucchero, unì al composto della mousse al cacao in successione un tuorlo, un terzo dell’albume montato, un secondo tuorlo e il resto dell'albume.
Una manciata di candita e anche questa é fatta!
A meno di quindici minuti dallo scadere del tempo Amy doveva "solo" impiattare e raffreddare il tutto. Velocemente sciolse del cioccolato al latte a bagnomaria per poi farlo colare sopra delle formine rettangolari disposte su della carta forno. Una volta fatti indurire con un colpo di bacchetta, prese quattro sfoglie sottilissime e le dispose nei bicchieri come separatore tra i due tipi di mousse. Un altro colpo di bacchetta e il dessert raggiunse la temperatura ideale.
E con questo é pronto!
Esclamò, sistemando in cima ai bicchieri dei riccioli di cioccolato al latte. Una volta che ebbe tutto pronto prese un profondo respiro e si rivolse ai giudici.
Come dessert vi propongo una mousse di ricotta e pistacchi e al cacao con scorze di arancia!
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Amy
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da Noah » 07/08/2015, 22:13
Non avrebbe mai immaginato che il suo contorno potesse riscuotere tanto successo: naturalmente egli era soddisfatto del proprio lavoro, ma c’era sempre la possibilità che ai giudici non piacesse, che non lo trovassero abbastanza saporito o adeguato al secondo con cui si era presentato. Piacevolissimo era stato, invece, sentire i commenti positivi dei suoi commensali, e leggere sui loro volti una gran soddisfazione per ciò che stavano gustando. Era stato con un sorriso che Noah aveva concluso la giornata, non prima però di aver incantato un bigliettino affinché arrivasse sotto la porta di Amy: non aveva scritto nulla di strano a parte qualche semplice ma sincera parola d’incoraggiamento, visto che all’Harada era toccato il grembiule nero… tuttavia, il giorno successivo sarebbe toccato loro cucinare il dolce, e chi meglio di una Cioccolataia per spiccare sugli altri? Non che Pellegrino avesse intenzione di dargliela vinta tanto facilmente, comunque.
Dieci concorrenti. Dieci promesse della cucina europea. Dieci chef con talento da vendere. Oggi non è un giorno come gli altri. Oggi è IL giorno.
Erano rimasti solo in dieci, incredibile se si ripensava alla marea di persone del primo giorno: loro dieci erano i migliori di tutta Europa e, Noah lo commentò tra sé con un sorriso orgoglioso, era già un gran bel traguardo.
I cinque che resteranno ancora in gara dopo questa mattina avranno il 20% di probabilità di conquistare almeno un premio finale in palio. Un attestato che potrà rendervi la vita culinaria molto più semplice e sicuramente riconosciuta a livello globale.
Non aveva mai pensato di fare lo Chef a tempo pieno - a dire il vero quello era solo un hobby, per lui - ma più passavano i giorni e più quell’ipotesi gli frullava nella testa: non avrebbe mai potuto prendere il posto del padre, avendo lui un’idea di cucina molto diversa… ma sarebbe stato tanto assurdo provare ad aprire un posto tutto suo? Cosa ne avrebbe pensato Tissi? Meglio pensarci, così si disse l’uomo scuotendo appena il capo, a gara finita, e soprattutto solo dopo aver eventualmente vinto un qualche attestato.
Per essere sicuri di accedere a questo onore, dovrete addolcire i nostri giudici e non certo con belle parole, ma bei dessert. La lista, di gran lunga più piccola rispetto a tutte le altre avute fin ora, vi suggerisce e vincola non troppo, per lasciare che la fantasia faccia parte del vostro lavoro, ma ricordate sempre: ogni mossa azzardata va valutata adeguatamente, oppure sarete fuori di qui in un battibaleno.
Pochi ingredienti significavano meno scelta, ma anche meno possibilità di confondersi: era quasi certo, Pellegrino, che ci sarebbe stato del cioccolato… ma oltre a quello? Cosa si sarebbe dovuto aspettare?
La signorina Harada indossa un grembiule di un colore davvero brutto, dobbiamo ammetterlo, ma sono certo che saprà rifarsi. Auguro buona fortuna a tutti voi...
Le fece un’occhiolino di incoraggiamento, immaginandosi Lucas e Tisifone che facevano il tifo per loro insieme: il pensiero della sua bellissima e meravigliosa mogliettina fu esattamente la spinta che gli serviva, e fu con espressione piena di determinazione ed amore che l’uomo abbassò lo sguardo sulla propria lista per il dessert.
1) Noci 2) Lime 3) Cacao 4) Ricotta 5) Frutta candita 6) Pistacchio 7) Glassa
Il tempo a disposizione per la preparazione è di UN'ORA SPACCATA. Altro che sale in zucca, qui ci vuole zucchero zucchero e ancora zucchero! ... VIA!Manco a dirlo, il primo ingrediente che gli era saltato all’occhio era la ricotta: era un sapore tipico di molti dolci siciliani, di quelli con cui era cresciuto grazie alle amorevoli cure di Francesco, e sarebbe sicuramente stato il protagonista del dolce che l’uomo aveva intenzione di cucinare. Sì, ma da sola non basta, devo inventarmi qualcosa.Non voleva puntare su qualcosa di scontato - per quanto buono e senza tempo - come un cannolo, voleva mantenere una coerenza di stile col menu presentato fino a quel momento: mentre si muoveva in dispensa, la mano dell’italo-americano si allungò quasi in automatico per afferrare il pistacchio di Bronte, l’ingrediente preferito della madre… e poi il cioccolato, perché in coppia con la ricotta non poteva stare male; solo in un secondo momento si accorse di aver scelto tre ingredienti presenti nella lista, e quindi, in un certo senso, principali, e più li guardava, più l’idea di un piatto gli si formava nella mente. D’accordo, allora devo muovermi, ho poco tempo questa volta!Se voleva davvero realizzare il dolce che si era immaginato, la prima cosa da fare era muoversi a prendere gli altri ingredienti: farina, burro, zucchero a velo, uova, arance, colla di pesce ed agar agar. Tornato alla propria postazione, e dopo essersi lavato meticolosamente le mani, Pellegrino si fece un programma mentale di ciò che andava fatto, ed in quale ordine: la prima preparazione sarebbe stata sicuramente quella delle lingue di gatto al cioccolato, che avrebbero dovuto cuocersi in forno e soprattutto raffreddarsi per bene, prima di poter essere servite. Con estrema precisione, Noah pesò gli ingredienti: farina, burro, zucchero a velo, cacao amaro ed albume, controllando le dosi al grammo; la pasticceria, infatti, era sinonimo di precisione, era un mondo nel quale anche un solo cucchiaino di troppo poteva fare la differenza e rovinare l’intero piatto. Si mise a lavorare il burro, dunque, ammorbidendolo con la forchetta così da metterlo poi nella boule della planetaria e montarlo insieme agli altri ingredienti: quando gli sembrò aver raggiunto la consistenza giusta - setosa, senza grumi e ariosa - trasferì il tutto su un tappeto di silicone, sopra il quale stese il composto fino a fargli raggiungere lo spessore di circa 2,5 millimetri, e infine cosse in forno a 120° per cinque minuti. Ed ora meglio lasciarlo raffreddare come si deve, prima di tagliare i quadratini… intanto posso passare alla gelatina di agrumi.L’aveva preparata poche volte in vita sua, ma sperava di ricordarsi con esattezza il procedimento: mise la gelatina in acqua fredda, per farla ammollare, e intanto spremette le arance, così da ricavarne il succo che poi filtrò affinché non vi rimanessero in mezzo fastidiosi semini. In un pentolino che mise sul fornello mescolò acqua e zucchero, aggiungendo poi il succo d’arancia, la gelatina strizzata e l’agar agar: non dovette mescolare per molto, il tempo di portare il tutto ad ebollizione, e dopo un minuto tolse il liquido dal fuoco per versarlo in un stampo rettangolare basso; creò uno strato alto 5 millimetri circa, e lasciò anch’esso a raffreddare, mettendolo da parte perché solo in un secondo momento sarebbe stato necessario tagliare la gelatina della stessa grandezza dei cubi di ricotta. Bene, ed ora passiamo alla ricotta!Era la base del suo dessert, l’ingrediente che voleva valorizzare, con cui voleva concludere - si sperava in bellezza - il suo percorso culinario a MagiChef: in realtà, ed era questa la cosa che gli piaceva di più, non sarebbe stato necessario lavorarla molto, affatto. La ricotta al forno era semplicissima da fare, nel senso che era necessario amalgamarla con lo zucchero - a velo, naturalmente - e poi cuocerla in forno dandole la forma che si desiderava. La vera bravura stava tutta nel dosare proprio lo zucchero, affinché non rendesse la ricotta troppo dolce o, viceversa, non fosse sufficiente a renderla gustosa: per questo Noah assaggiò il composto più volte, aggiungendo zucchero a poco a poco proprio per non rischiare di rovinarla; dopodiché la mise in uno stampo da plumcake di silicone e la fece cuocere nel forno magico per quaranta minuti, i primi venti a 140° e gli altri venti a 160°. Aveva poco, pochissimo tempo ancora: una volta che lo stampo di silicone venne tirato fuori dal forno, il Pellegrino lo mise in abbattitore per farlo raffreddare, ultimando la preparazione dei vari componenti del piatto. Ecco qui, un po’ di cioccolato fuso che non fa mai male… - che sciolse a bagno maria con un goccio di panna - … e dei pistacchi tostati in padella per qualche istante. Invece questi… questi li posso tritare, daranno un tocco croccante ed inaspettato al cubo, perfetto! … merda, devo darmi una mossa!Tritò i pistacchi quasi con ferocia per fare in fretta, ma doveva ancora tagliare tutte le componenti: tuttavia non poteva assolutamente lasciarsi prendere dal panico… doveva essere preciso, molto preciso, altrimenti l’effetto visivo finale ne sarebbe uscito compromesso. Cominciamo con le lingue di gatto…Erano state la sua prima preparazione, ed è proprio da lì che ripartì: con molta delicatezza, tagliò col coltello dei quadrati perfetti, con un lato di 4 centimetri; sembrava quasi in apnea mentre svolgeva quell’operazione, come se respirare fosse un gesto che poteva portarlo a sbagliare. Espirò solo quando i quadrati furono pronti, ma non c’era tempo per sentirsi sollevati: doveva ancora tagliare la gelatina e i cubi di ricotta - tolti dall’abbattitore dopo averceli tenuti fino all’ultimo - ed entrambi dovevano risultare dei quadrati di 3 centimetri. Diamine, sto tremando!Chiuse gli occhi un secondo, concentrandosi e facendo dei respiri profondi, al termine dei quali si costrinse a finire ciò che aveva cominciato con precisione chirurgica. Mancano solo cinque minuti, andiamo!!Rischiava davvero di non finire in tempo, aveva forse fatto il passo più lungo della gamba, come diceva sempre suo padre? No, non poteva mollare ora, doveva muoversi e finire: prese i piatti per l’assaggio e procedette all’impiattamento. Spennellò generosamente il fondo con del cioccolato fuso, poi passò due lati opposti del cubo di ricotta nella granella di pistacchi; lo adagiò sulla pennellata di cioccolato al centro del piatto - dal lato “sporco” - vi posò sopra il quadretto di gelatina di arance, e ai lati liberi del cubo appoggiò con cautela le lingue di gatto. Una fogliolina di menta in cima ed un paio di pistacchi tostati… e il dessert, sul filo di lana, fu completo. Come conclusione del mio menu vi propongo un cubo di ricotta al forno con pistacchi, cioccolato ed agrumi. Buon appetito!
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da Alistair » 11/08/2015, 22:18
"La scelta rustica è ormai per lei una costante, ma ha saputo renderla adatta allo scopo. Cottura in forno precisa ed impeccabile, è un contorno che stuzzica il palato sapientemente..."
Mi auguro che una tale sapienza possa farmi accedere alla prossima sfida.
"Adoro i funghi quindi credo di essere poco obiettivo, resta comunque il fatto che nessuno potrebbe mai definirlo un piatto sbagliato. Apparentemente facile da preparare, ma in realtà l'equilibrio dei sapori è ricercatissimo!"
Sono felice di questo giudizio, dato da chi è obiettivamente un alto esponente della cucina.
"Pur essendo anche questo un contorno un po' pesante, essendo diviso in mini porzioni, risulta ugualmente gestibile. Forse l'unico appunto che potrei fare è che potrebbe risultare sia un contorno, che un antipasto, quindi ha poca definizione."
Oh beh, giusto, a questo non avevo proprio pensato... Grazie della correzione!
Il Mana, anche in quel caso, sembrò non abbandonarlo, facendogli guadagnare la qualificazione alla Semi-Finale. Per Alistair era difficile decifrare esattamente cosa passasse nella propria mente e nel proprio animo, poiché erano emozioni nuove, mai provate prima. C'era adrenalina, voglia di mettersi in gioco, soddisfazione e paura, sì, adesso anche quella iniziava a farsi spazio nel cuore, perché era talmente vicino all'obiettivo da avere timore di lasciarselo sfuggire da un secondo all'altro. Non aveva mai partecipato a competizioni di nessuna tipologia in passato ed ora forse gli dispiaceva che non fosse accaduto. Non era pronto come tanti altri, non era lucido come tanti altri. Beh, tanti, si faceva per dire, erano rimasti appena in dieci, un numero poverissimo considerando quello iniziale. Tornato al proprio posto e una volta gioito per la bella notizia, l'Hyrule prese un gran respiro e rivolse un ultimo sorriso ad Amy e Noah, dirigendosi verso la propria camera, così da rilassarsi e riposare. Quello stesso pomeriggio avrebbe fatto una passeggiata per i giardini limitrofi, guadagnando tranquillità attraverso la natura e Gaia stessa. Gli mancavano le parole di conforto di Celine o anche di Wyatt, ma lui non era capace di utilizzare i camini telecomunicativi, quindi doveva forzatamente farne a meno e mettersi in testa che se avesse perso la Concentrazione, probabilmente avrebbe perso tutto.
La Mattina Successiva
Il dessert era uno dei suoi piatti preferiti: amava preparare dolci per Celine ed anche per gli amici di famiglia, ma c'era un piccolo problema, ovvero che la sua concezione di dolce era, come il resto della sua cucina, molto semplice, rustica, come anche zuccherosa e per palati agguerriti. Spesso e volentieri, infatti, la Sauvage gli chiedeva di preparare torte giganti, oppure mousse ricche, dolci al cucchiaio abbondanti, mai cosette leggere o ricercate. Questo per Alistair costituiva l'ennesimo limite, ma non bisognava sottovalutarlo per quello, forse avrebbe nuovamente cercato di conciliare le sue due realtà, ciò che sapeva fare meglio e ciò che gli veniva richiesto, sperando nella riuscita completa dell'impresa. Se ne stava lì, presso la sua postazione, con gli occhi rivolti verso il presentatore e verso la giuria. Non voleva deludere nessuno, in primis chi credeva in lui, ma onestamente sentiva che contrariamente a quanto si potesse pensare, quella giornata sarebbe stata la più difficile e complessa tra tutte.
Dieci concorrenti. Dieci promesse della cucina europea. Dieci chef con talento da vendere. Oggi non è un giorno come gli altri. Oggi è IL giorno. I cinque che resteranno ancora in gara dopo questa mattina avranno il 20% di probabilità di conquistare almeno un premio finale in palio. Un attestato che potrà rendervi la vita culinaria molto più semplice e sicuramente riconosciuta a livello globale. Per essere sicuri di accedere a questo onore, dovrete addolcire i nostri giudici e non certo con belle parole, ma bei dessert. La lista, di gran lunga più piccola rispetto a tutte le altre avute fin ora, vi suggerisce e vincola non troppo, per lasciare che la fantasia faccia parte del vostro lavoro, ma ricordate sempre: ogni mossa azzardata va valutata adeguatamente, oppure sarete fuori di qui in un battibaleno. La signorina Harada indossa un grembiule di un colore davvero brutto, dobbiamo ammetterlo, ma sono certo che saprà rifarsi. Auguro buona fortuna a tutti voi...1) Noci 2) Lime 3) Cacao 4) Ricotta 5) Frutta candita 6) Pistacchio 7) Glassa Il tempo a disposizione per la preparazione è di UN'ORA SPACCATA. Altro che sale in zucca, qui ci vuole zucchero zucchero e ancora zucchero! ... VIA!
Solo un'ora... Adesso che combino?
Nuovamente tutti si mossero per dirigersi verso la credenza vasta ed immensa e lo stesso fece lui, molto più preoccupato rispetto al passato. Gli ingredienti obbligatori forniti erano pochi proprio per garantire una maggiore fantasia ma per Alistair quello era più un limite che un vantaggio. Osservava gli scaffali con estrema difficoltà, mentre molti già si erano muniti di ciò che serviva loro per iniziare a creare. Chiuse gli occhi, prendendo un bel respiro, mentre un brivido gli correva lungo la schiena. Non poteva rimanere fermo lì senza far nulla, doveva agire e ancora agire. Nemmeno dieci secondi dopo si era procurato burro, farina, sale, uova, zucchero e acqua. Successivamente passò a latte, uova e bacche di vaniglia. Dopo di che fu la volta di fragole, lamponi, pistacchio, arance, panna liquida vegetale, mascarpone, limone e nocciole. Deglutì con agitazione e tornò alla postazione, posando tutto e prendendosi ancora qualche istante per organizzare la preparazione: sbagliare significava essere eliminati ma non era nemmeno troppo sicuro di ciò che stava facendo, ipotizzando che alla fine lo avrebbero reputato troppo "classico". Doveva quindi cercare di rendere la ricetta il più possibile fantasiosa e audace, oltre che vivace e differente dal canone solito.
Intanto però cominciamo dalla pasta choux!
Mise un tegame sul fuoco e aggiunse il burro e l'acqua, unendo poi lo zucchero e la presa di sale. Mescolò il tutto con una piccola frusta ed una volta raggiunto il bollore tolse il tegame dal fuoco e aggiunse anche la farina setacciata. Poco dopo riportò la pentola sul fuoco e continuò la cottura rigirando il composto con un cucchiaio di legno.
Quando il composto si staccherà completamente dalla pentola, formando una patina bianca sul fondo, dovrò toglierlo dal fuoco e lasciarlo raffreddare in un piatto...
Non era finita assolutamente lì: bisognava ancora aggiungere le uova e naturalmente il Druido non avrebbe avuto la possibilità di usare una planetaria, quindi giù di braccia e cucchiaio grande di legno, con l'accortezza di mettere l'uovo successivo soltanto dopo che quello precedente fosse stato assorbito del tutto. Pur stancandosi un bel po', alla fine (circa dieci minuti) era riuscito nell'impresa, adesso doveva semplicemente procedere alla stesura in forno. Il composto si presentava liscio e omogeneo, quindi trasferì la pasta choux in una sac-à-poche munita di bocchetta liscia dal diametro di 3 cm, e spremette il composto su una leccarda coperta con carta forno, formando dei bastoncini della lunghezza di circa 10-12 cm, I quali vennero infornati a 170° per 30-35 minuti in forno ventilato e poi lasciati in forno aperto ad asciugare.
Ok... Ok... Ora devo occuparmi di glasse e ripieni... ... Ne farò... Mh... Quattro!
Più facile a dirsi che a farsi, in realtà. Solitamente il ripieno di ciò che stava facendo era abbastanza normale, mono crema senza sfumature di sapore. Invece lui doveva dimostrare di avere una versatilità culinaria esemplare, per questo non poteva fermarsi allo standard ma inventare e creare. A tal proposito vennero in suo aiuto il pistacchio, le fragole, i lamponi e le arance. Prese un pentolino e mise a bollire dell'acqua mentre nel frattempo si occupava di tagliare a pezzetti sottilissimi la frutta e inserire dello zucchero a velo in una ciotola. Ad acqua pronta, la versò nel contenitore dello zucchero assieme ai lamponi e alle fragole in pezzettini, cominciando a mescolare così da ottenere una glassa colorata e aromatizzata. Stesso discorso valse anche per il pistacchio, la quale glassa assunse una tipica colorazione sul verde acceso. Le arance invece sarebbero servite come decorazione e come ingrediente per fornire un sapore nuovo ad una delle creme in preparazione.
Devo però permettere a tutti di poter potenzialmente finire tutto, uff, potrei...
Questa volta stava andando seriamente sul pesante, mica tutti avevano lo stomaco senza fondo come la fidanzata. Per questo scelse di tagliare volutamente gli involucri delle creme dando così un aspetto estetico più particolare e dimezzandone il quantitativo. Con il liquido restante ottenuto dal taglio dei frutti rossi, colorò uno dei bignè in pasta choux, rendendola a tono con glassa e interno corrispettivi. Poi passò a riempire anche gli altri, facendo attenzione che ogni crema risultasse compatta e non fuoriuscisse, sistemando ogni mini dolce sopra un piccolo cartoncino a balze bianco. Mancavano appena cinque minuti e doveva ancora sistemare la glassa, ma non doveva preoccuparsi, quello era un passaggio semplice, il peggio era passato. Sopra quella verde mise anche dei pezzettini di arancia e quando il presentatore fece alzare ad ognuno le mani per il tempo scaduto, Alistair trasse un gran respiro di sollievo, non ancora sicuro però di aver creato un dessert degno per la finalissima.
La mia idea di fine pasto consiste in dei mezzi Éclair, ognuno con un ripieno differente. Crema pasticcera e mou... Crema al limone e arance con variegatura al pistacchio... Crema chantilly ai frutti rossi... Crema mascarpone e nocciole... ... Per una dolce conclusione!
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Alistair
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da Sandyon » 26/08/2015, 18:39
AMY:
Giudice Generico I°
"In base ai suoi dati, lei dovrebbe essere una cioccolataia... Strano che non abbia reso protagonista il cioccolato, decisione alquanto rischiosa!"
Giudice Generico II°
"L'equilibrio dei sapori è ottimo, la morbidezza della mousse azzeccata e nel complesso è un dolce delicato. Forse la semplicità del dessert potrebbe non giocare a suo favore, ma bisogna anche vedere cosa porteranno gli altri."
Giudice Generico III°
"Pulisce il palato, conclude adeguatamente il pasto, sazia il giusto senza stancare. Non ci sono molti termini per definire questo dolce, se non essenziale."
NOAH:
Giudice Generico I°
"Cioccolato, agrumi, ricotta, pistacchi... Forse sono troppi ingredienti per un dessert così piccolo. Non riesco a distinguerli tutti e questo mi dispiace, perché consistenza e gusto sono decisamente all'altezza di questa competizione!"
Giudice Generico II°
"La presentazione è meravigliosa: elegante e raffinata. Il cioccolato però è troppo fondente, avrei accompagnato la ricotta con quello al latte o gianduia."
Giudice Generico III°
"Sarei lieto di servire questo dessert nel mio ristorante, sono assolutamente sincero!"
ALISTAIR:
Giudice Generico I°
"Non potevamo immaginare che qualcuno cadesse nella nostra trappola. La glassa non può essere utilizzata come protagonista in un piatto, se ne rende conto? ... Il gusto è delizioso ma... Beh, non saprei proprio cosa dire!"
Giudice Generico II°
"Questo dessert è esattamente come lei: tanto buono quanto poco raffinato. Ci sono piccoli elementi piacevoli e la varietà di colore mette allegria, però manca tutto il resto. Manca tutto quello che hanno portato fin ora gli altri sfidanti."
Giudice Generico III°
"Io, a differenza degli altri miei colleghi, vorrei premiare un suo merito. Lei ha effettivamente seguito dall'inizio alla fine un percorso con tecniche simili e sapori rustici, senza mai variare. Anche questa si potrebbe definire coerenza e giunto a questo punto della gara, direi che si capisce quanto per lei l'autenticità sia fondamentale. Bravo!"
Quell'ultima manche prima della finalissima decretò la sconfitta di cinque chef giunti fino a lì con speranze e aspettative altissime. Alcuni piatti furono del tutto bocciati, altri presi in considerazione ma alla fine scartati, infine altri ancora valutati nell'insieme e non nel singolo. Ci fu addirittura uno chef che venne eliminato mentre cercava di ricopiare la ricetta di Noah, pensando poi di non essere stato visto da nessuno dei giudici, molti dei quali invece erano ben più che attenti, considerando anche l'ormai esiguo numero di partecipanti. In sostanza, giunti alla fase totalmente conclusiva, mister Pellegrino ricevette l'avanzamento immediato. Fu il primo ad essere promosso. Successivamente altri due concorrenti di ottimo livello e valore e poi, in penultima posizione... Amy Harada, mentre in ultima... Alistair Hyrule. Pur non presentando dessert completamente soddisfacenti, erano riusciti comunque nell'intento di conquistare qualche giudice, risultando nel gusto anche più capaci di molti eliminati, ma le ultime due posizioni significavano una cosa sola: rischio, rischio e ancora rischio. I piatti venivano conteggiati in base a punteggi ottenuti, i premi si prendevano in base ai punteggi raggiunti nelle singole pietanze e questo voleva dire che più si stava indietro nella classifica e meno era probabile che, pur avendo avuto accesso alla finale delle finali, si ottenesse un premio vero e proprio. Per l'occasione, agli chef vennero fornite 48 ore di riposo, già, ma questo solo perché l'impresa che avrebbero dovuto affrontare era davvero epica. Peccato che nessuno si sognò di informarli, volendo tenere la sorpresa per il giorno decisivo, sorpresa più colpo tra capo e collo...
DUE GIORNI DOPO
Pensavate di aver dato il massimo? Pensate di essere riusciti nell'impossibile? Sbagliato, non avete ancora dimostrato abbastanza, mi spiace molto per voi. Adesso siete nella fase finale, siete su un podio ipotetico, ma appunto, si tratta ancora di una semplice ipotesi. Di fronte a me ho i migliori cinque, rispetto ai 350 dell'inizio della gara. In altre parole ho il top di MagiChef, ma non ho ancora dei MagiChef. Per essere considerati MagiChef bisogna ottenere almeno UN titolo onorario in una categoria qualsiasi. Tornerete a casa pieni di titoli oppure a mani vuote? Gran bella domanda, domanda la quale risposta sarà data dal vostro impegno e dal vostro sangue freddo. ... Non ci saranno ingredienti da scegliere, non ci sarà una lista da seguire, nessun piatto specifico da portare. Bensì... Un intero menù comprensivo di antipasto, primo, secondo più contorno e dolce da presentare come un vero e proprio pasto completo. Leggo nei vostri sguardi incredulità e sgomento, in altri adrenalina e spirito di competizione, in altri ancora freddezza e serietà. Avete a disposizione 45 minuti per ogni portata, a parte secondo e contorno da portare assieme in un'ora e mezza. I giudici, dopo un attento esame svoltosi nella giornata di ieri, hanno deciso però dei criteri che dovranno avere i singoli menù. Siete pronti a sapere come potrete soddisfarli? Bene, iniziamo subito...
1) Noah Pellegrino: Menù totalmente a base di carne (dessert escluso). 2) Keigo Yamashita: Menù totalmente vegetariano (dessert escluso). 3) Leonardo Melli: Menù speziato e colorato (dessert incluso). 4) Amy Harada: Menù light con antipasto finger food (dessert incluso). 5) Alistair Hyrule: Menù d'alta cucina con ricette elaborate ed eleganti (dessert incluso).
So che non sarà per nulla semplice, ma so anche che avete le carte in regola per farcela. I giudici, contrariamente alle scorse giornate, si trovano nella hall dell'albergo, accomodati su un lungo tavolo. Una volta concluso un piatto, potrete andare a servirlo e non riceverete pareri. Qualora due concorrenti dovessero finire assieme, sarà la posizione ricoperta nella classifica a stabilire l'ordine di assaggio. Un caloroso in bocca al Drago ad ognuno di voi, non mi resta altro che dire... VIA!
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da Amy » 29/08/2015, 16:03
Si era sempre ritenuta soddisfatta della sua vita, dei suoi (pochi) talenti e dei suoi (innumerevoli) difetti e raramente si era ritrovata a invidiare qualcosa a qualcuno come invece le accadde mentre ascoltava i commenti dei giudici sul suo dolce. Quanto avrebbe voluto avere la pacatezza e di Alistair e riuscire a controbattere in maniera educata e poco colorita a quell’irritante fiume di parole. Non potevano limitarsi a un “buono”, “pessimo” o “discreto”? Dovevano per forza aggiungere spiegazioni su spiegazioni? Solitamente le piacevano le critiche, perché avevano sempre un fondo di costruttività, ma in quell’occasione la facevano solo sentire stupida visto che aveva orientato la propria scelta – a quanto pareva erroneamente – basandosi sui commenti precedenti.Giudice Generico I°
"In base ai suoi dati, lei dovrebbe essere una cioccolataia... Strano che non abbia reso protagonista il cioccolato, decisione alquanto rischiosa!"
Io sono una cioccolataia… e il motivo per cui non ho reso il cioccolato protagonista del dessert lo chieda a Mister “ avrei dovuto scegliere tra secondo e contorno”!
Giudice Generico II°
"L'equilibrio dei sapori è ottimo, la morbidezza della mousse azzeccata e nel complesso è un dolce delicato. Forse la semplicità del dessert potrebbe non giocare a suo favore, ma bisogna anche vedere cosa porteranno gli altri."
La semplicità del dessert potrebbe non giocare a mio favore???? Ma ma ma… la fanno una perizia psichiatrica babbana ai giudici prima di sceglierli?
Giudice Generico III°
"Pulisce il palato, conclude adeguatamente il pasto, sazia il giusto senza stancare. Non ci sono molti termini per definire questo dolce, se non essenziale."
E se non fossi felicemente fidanzata le darei un bacio in bocca! Pfui almeno qualcuno che sa riconoscere e valorizzare gli sforzi c’è. Rimase in piedi di fronte al tavolo della giuria con un sorriso tirato sul volto, lo sguardo che vagava da un giurato all’altro senza soffermarsi sul viso di nessuno per evitare di rendere palese quanto fosse irritata – più con se stessa che con i giurati - e si ritirò con un rigido inchino, permettendosi di stringere i pugni sotto il grembiule non appena ebbe dato loro le spalle. Tornata alla sua postazione scrocchiò il collo e liberò i capelli dalla cuffietta in cui li aveva rinchiusi, una cascata di riccioli castani che rimbalzarono arruffati sulle sue spalle quando venne pronunciato il nome del primo finalista: Noah. Era così contenta per lui che sarebbe corsa ad abbracciarlo se non fosse stato alquanto sconveniente interrompere in quel modo il presentatore.
Io… io…io… WOW
Contenersi quando venne pronunciato il suo nome, in quarta posizione ma pur sempre in lista, fu uno sforzo supremo così quando anche Alistair rientrò nella rosa dei cinque migliori MagiChef l’Harada ruppe gli indugi e a meno che i due uomini non si fossero spostati, li avrebbe travolti entrambi, un braccio intorno alla vita di ognuno, e li avrebbe stretti forte, il viso schiacciato sui loro toraci a respirare, indirettamente, l’aria di casa.
48 ore di relax??? Non saranno troppe?... Ahhhhhh ma che importa… Ce le siamo meritate… Ho intenzione di poltrire, passeggiare, curiosare in giro e conoscere meglio i miei avversari…
Lo disse con un enorme sorriso stampato in viso e gli occhi che le brillavano di felicità – l’irritazione di prima sparita in un secondo – anche se forse il MT e il Druido avrebbero potuto sentirsi un po’ minacciati. Probabile che prima della gara decisiva sarebbero caduti entrambi ai suoi piedi, sfiniti dalla valanga di chiacchiere con cui aveva intenzione di inondarli.
DUE GIORNI DOPO
Quella mattina Amy esibiva un’aria serena e rilassata che forse stonava un po’ con l’importanza di quella giornata ma aveva mantenuto fede ai suoi programmi e quindi, quelle appena trascorse, erano state davvero 48 ore di pieno, completo e assoluto relax. Aveva fatto il pieno di natura, pensieri positivi ed energie e nello stesso tempo si era dedicata a uno dei suoi sport preferiti: le public relations. Aveva così approfondito la conoscenza di Alistair, autoinvitandosi praticamente a casa sua attirata dalla prospettiva di passare una giornata immersa nella campagna, rispolverato il suo giapponese con Kiego Yamashita, un simpatico pasticciere di 60 anni di Osaka, e sfinito Noah di chiacchiere, confidandogli che in fondo sua moglie non era terribile come voleva apparire e che era felice di essere riuscita a trovare una piccola breccia nella sua armatura, non solo per loro ma soprattutto per Lucas. L’unico che era sfuggito al suo assalto era stato Melli, un po’ per mancanza di tempo un po’ perché, su di giri com’era, l’altro avrebbe potuto fraintendere le sue intenzioni. Impeccabile con i capelli raccolti nella cuffietta e il grembiule indosso, adesso tutta l’attenzione dell’Harada era rivolta al presentatore che avrebbe finalmente svelato loro che tipo di prova li attendeva per dimostrare di essere IL MagiChef almeno in una delle categorie in gioco.
Non ci saranno ingredienti da scegliere, non ci sarà una lista da seguire, nessun piatto specifico da portare. Bensì... Un intero menù comprensivo di antipasto, primo, secondo più contorno e dolce da presentare come un vero e proprio pasto completo.
TONK!
Il rumore che riecheggiò forte nella mente della nippoirlandese era la sua mascella che cadeva a terra mentre gli occhi schizzavano fuori dalle orbite in perfetto manga style. Un intero menù? Dall’inizio alla fine? Che quindi avrebbe dovuto avere un filo conduttore ed essere abbastanza calibrato da non impedire al cliente di dover scegliere tra un piatto e un altro? – alla fine si, le parole dei giurati avevano attecchito in lei.
Quanti giorni ho a disposizione?
Si chiese, rivolgendo uno sguardo tra l’incredulo e lo sgomentato al presentatore che divenne di puro terrore quando l’altro, involontariamente, rispose alla sua domanda.
Avete a disposizione 45 minuti per ogni portata, a parte secondo e contorno da portare assieme in un'ora e mezza.
45 minuti. La tentazione di togliersi il grembiule e andare via era forte, non si sentiva per nulla all’altezza di un compito del genere ma poi i volti di Lucas, Alfred e Lan, delusi non da un eventuale fallimento ma da quella sua mancanza di coraggio le balenarono davanti agli occhi e la costrinsero a rimanere ferma e immobile al suo posto.
I giudici, dopo un attento esame svoltosi nella giornata di ieri, hanno deciso però dei criteri che dovranno avere i singoli menù.Siete pronti a sapere come potrete soddisfarli? Bene, iniziamo subito...
1) Noah Pellegrino: Menù totalmente a base di carne (dessert escluso).
2) Keigo Yamashita: Menù totalmente vegetariano ( dessert escluso).
3) Leonardo Melli: Menù speziato e colorato (dessert incluso).
4) Amy Harada: Menù light con antipasto finger food (dessert incluso).
5) Alistair Hyrule: Menù d'alta cucina con ricette elaborate ed eleganti (dessert incluso).
So che non sarà per nulla semplice, ma so anche che avete le carte in regola per farcela.I giudici, contrariamente alle scorse giornate, si trovano nella hall dell'albergo, accomodati su un lungo tavolo.Una volta concluso un piatto, potrete andare a servirlo e non riceverete pareri.Qualora due concorrenti dovessero finire assieme, sarà la posizione ricoperta nella classifica a stabilire l'ordine di assaggio.Un caloroso in bocca al Drago ad ognuno di voi, non mi resta altro che dire... VIA!
Light, light, LIGHT!!!
Urlava indignata la nonna O'Brian che era in lei mentre rivolgeva ai giudici un rigido cenno di assenso e un sorriso tirato, di circostanza. Non voleva mostrare quanto la loro richiesta l'avesse sconvolta soprattutto perché era ragionevole e, a essere onesti, anche un tantino scontata visto il tipo di piatti che aveva presentato. Uno Chef che si rispettava, e che ambiva a vincere una competizione come quella almeno in una categoria, doveva dare prova di essere in grado di cucinare qualsiasi cosa in qualsiasi salsa. Eppure quella consapevolezza non riusciva a smorzare i suoi pregiudizi irlandesi secondo cui un piatto light era sinonimo di ragazza frustrata e schizzinosa dalla vita scialba e insapore come il cibo che mangiava.
Signorina, se hai prestato un po’ di attenzione alla gara dovresti aver imparato che questo non é sempre vero!
Si rimproverò da sola, voltandosi ad osservare Noah. L'italoamericano aveva presentato per la maggior parte piatti leggeri ma gustosi visto che si era guadagnato il primo posto in finale. Per la barba di Merlino, era stato capace di rendere appetitose persino delle semplici verdure cotte!
Leggero é sinonimo di sano e gustoso!
Con quel nuovo motto ben radicato nella testa e nell'animo, Amy si avviò verso la dispensa con aria battagliera, decisa a vincere anche quella sfida!
Finger food, finger food...
Mormorò in piedi di fronte la dispensa, la fronte aggrottata e l'indice cha picchiettava la punta del naso in una posa di profonda riflessione. Il motivo principale per cui non appezzava il finger food risiedeva non, come molti avrebbero potuto pensare dopo aver visto i suoi piatti,nella sua scarsa consistenza quanto nel suo non prestarsi a essere assaporato. Le porzioni infatti erano così piccole, spesso addirittura confinate in un cucchiaino, da perdersi in bocca. Amy era quindi convinta che quel tipo di cibo, per poter suscitare un qualche appezzamento, dovesse generare una istantanea esplosione di sapori. Peccato che lei, ancora, non si fosse mai imbattuta in un "miracolo" culinario del genere.
E in ogni caso non sarei in grado di riprodurlo.
Ammise con se stessa mentre prendeva dalla dispensa cetrioli, tranci di salmone fresco abbattuti -in modo da poter essere consumati crudi come nel sashimi- uova di salmone, yogurt greco, robiola, pepe rosa, succo di limone, erba cipollina, sale e olio. Non aveva ancora definito ogni piatto del suo menù light - paradossalmente il tempo a sua disposizione limitava il ventaglio di scelte più del doversi attenere a una specifica lista di ingredienti - ma almeno aveva deciso che sarebbe stato a base di pesce.
Forse avrei dovuto optare per dei mini cupcake al salmone!
Borbottò mentre sistemava le barchette di cetriolo che aveva appena intagliato su della carta forno, la polpa messa da parte nel caso la mousse fosse risultata troppo densa. Le persone sembravano adorarli ed era possibile trovarli praticamente ovunque in qualsiasi accostamento, dolce o salato che fosse, ma di certo non potevano essere definiti leggeri, neanche in versione mini. La mousse di salmone, preparata mixando dei bocconcini di salmone insieme allo yogurt greco, all'erba cipollina tritata, alla robiola, alle uova di lompo, al sale rosa, al pepe e a un filo di olio, era meglio usarla per riempire le barchette di cetriolo piuttosto che decorare un mini pasticcino.
No, la polpa di cetriolo non serve.
Decise, trovando il composto abbastanza spumoso. Una volta riempite tutte le barchette -tecnicamente erano dei cilindri visto che aveva tolto tutta la polpa nel timore che cedesse sotto il peso della mousse non appena fosse stata sollevata - le ripose in frigo per poi sfruttare il tempo rimanente per preparare la decorazione e ripulire la postazione. Sfilettò il trancio di salmone rimasto in fettine sottili e lavò accuratamente l'erba cipollina per poi tagliarli tutti alla stessa altezza. Cinque minuti prima dello scadere del tempo tirò fuori dal frigo le barchette finger food adagiando sopra ognuna di esse una strisciolina di salmone fresco arrotolata e un po' di erba cipollina.
Finito!
Per quanto la preparazione non fosse stata per nulla complicata, Amy aveva il fiato corto e delle lievi scocche rosse a colorarle le guance. Non si era mai cimentata prima in quel tipo di cucina e avvertiva un po’ di ansia da prestazione, come dimostrava l'aria titubante con cui si avvicinò al tavolo dei giudici.
Come antipasto ho pensato di proporvi delle barchette di cetrioli con mousse rosa e bocconcini di salmone fresco.
Pur sapendo che i giudici non si sarebbero espressi subito, l'Harada rimase una manciata di secondi in più lì davanti, prima di congedarsi con un inchino e dirigersi nuovamente verso la dispensa con una frase nuova di zecca che le ronzava nella testa.
Ciò che rende calorica la pasta non é la pasta in sé quanto il condimento che si usa.
Non era una perla di saggezza tramandata da nonna in nipote quanto uno di quegli slogan che faceva bella mostra di sé sui giornali salutisti o presunti tale a ridosso delle vacanze estive, quando ogni donna, maga o babbana, era alla ricerca dell'alimentazione perfetta per non sfigurare in costume da bagno. Inutile dire che tra il suo amore per la buona cucina e la sua scarsa propensione a ingrassare, Amy non avrebbe mai pensato che un giorno consigli del genere le sarebbero potuti tornare utili.
Che sia vero o meno, non ho un'altra base da cui partire!
Si lamentò tra sé, scartando quindi tutti quei sughi super gustosi a base di panna, besciamella e formaggi grassi e puntando suun trancio di pesce spada, olive verdi, olive nere, filetti di acciuga sott'olio, pomodorini belli rossi e succosi, sale, origano, basilico e olio extravergine di oliva. Al momento di prendere il formato della pasta la nippoirlandese indugiò. Il menù doveva si essere light ma doveva anche rispecchiare il suo modo di essere e di rapportarsi con il cibo e dei bucatini al ragù di pesce erano decisamente poco corposi per i suoi standard.
Se non posso viziare il palato almeno posso ingannare l'occhio.
Scelse quindi dei conchiglioni e completò la spesa con del vino bianco e delle vongole dalla funzione prevalentemente decorativa. Tornata alla sua postazione si dedicò prima di tutto a preparare gli ingredienti in modo da averli già pronti al momento di buttarli in padella. Sciacquò quindi il trancio di pesce spada sotto acqua corrente, togliendo la pelle e la lisca, e lo tagliò a piccoli cubetti di 1 cm di lato. In una ciotolina snocciolò e spezzettò grossolanamente le olive e in un'altra dispose le acciughe dopo averle tamponate con carta da cucina per togliere l'olio in eccesso. All'inno di:
Un po di soffritto si nega solo agli ammalati
mise in una capace padella l'olio, gli spicchi d'aglio spellati e le acciughe e regolò il fuoco a fiamma vivace in modo da far dorare l'aglio. A quel punto aggiunse il pesce spada e quando anche esso assunse un bel colorito dorato fu il turno delle olive e, dopo un paio di minuti, dei pomodorini su cui aveva inciso una piccola X in modo da farne fuoriuscire il succo senza schizzare, un pizzico abbondante di sale e una manciata di origano. Con un mestolo di legno amalgamò per bene gli ingredienti e una volta che il sugo ebbe ripreso il bollore, coprì con un coperchio di vetro e lasciò cuocere a fiamma bassa.
Ora tocca alla pasta e alle vongole.
Fece quindi aprire le vongole con mezzo bicchiere di vino bianco e bollire abbondante acqua salata per cuocere i conchiglioni.
Non li ripasso al forno quindi non devono essere troppo al dente.
Quando fu soddisfatta del grado di cottura della pasta, li scolò con una schiumarola, mettendoli direttamente nel piatto di portata, e li condì con olio e pepe prima di riempirne la cavità con il ragù di pesce spada e decorare con le vongole, qualche pomodorino cotto e delle foglie di basilico fresco. Un incantesimo ben mirato affinché il pentolame si pulisse da solo-non avrebbe mai avuto il tempo di farlo lei - e poi via, di nuovo dai giudici.
Come primo ho deciso di preparare dei conchiglioni ripieni di ragù di pesce spada.
Beati Kami! Non pensavo che potesse essere così ... così ...
Stressante, impegnativo, stancante, complesso. Mentre si avvicinava per la terza volta alla dispensa, l'Harada si interrogava su quale aggettivo potesse rendere al meglio il miscuglio di sensazioni che stava provando in quegli istanti. Si sentiva stanca, una spossatezza più mentale che fisica, e anche leggermente dolorante lungo la linea delle spalle come se avesse passato ore in laboratorio china sugli stampi.
Dopo questa esperienza mangiare in un ristorante assumerà tutto un altro fascino.
Soprattutto avrebbe guardato con occhi diversi, pieni di ammirazione e di una nuova consapevolezza, qualunque ristoratore perché, al di là della riuscita di un piatto il lavoro che vi era dietro era davvero immane.
Pensare che il padre di Noah fa questo lavoro da tutta una vita!
Si ritrovò a pensare, rivolgendo, in assenza di Pellegrino Senior, l'occhiata ammirata al figlio che stava dimostrando la veridicità del motto babbano, "buon sangue non mente".
Chissà se a Lucas andrebbe di passare qualche giorno questa estate in America, così da assaggiare finalmente la fantomatica cucina di Pellegrino Senior!
Mentre si perdeva in quelle elucubrazioni mentali, le mani di Amy si muovevano agili e sicure sul piano di lavoro. Pur non essendo una cuoca provetta, la nippoirlandese si dilettava abbastanza in cucina e pulire il pesce - scampi, capasante, seppioline, coda di rospo, gamberoni, calamari e tonno - era ormai una attività che faceva in automatico, come pelare le patate - viola in questo caso - prima di metterle a bollire. Una volta pulito tutto il pesce e ridotti in cubetti sia la coda di rospo che il tonno, li mise in una padella antiaderente ben calda per scottarli appena.
Humm ... Si dovrei farcela.
Dopotutto il grosso, cuocere le patate, era già stato eseguito e il tempo, in quel caso, era raddoppiato, dovendo presentare secondo e contorno insieme.
Già il contorno...
Pensò lievemente sconsolata mentre metteva le patate tagliate grossolanamente nel mixer insieme a olio, sale, pepe. Accanto un bicchiere d’acqua calda nel caso in cui la crema stentasse a diventare ... bè cremosa. Era stata indecisa fino all'ultimo sull'utilizzare del brodo vegetale ma aveva temuto di offuscare il sapore delicato di quel tipo di patata, simile a quello delle castagne.
Si, ho fatto bene.
Mormorò, concedendosi un assaggio con un cucchiaino. Quella scelta era stata un vero e proprio azzardo, dettata più dall'effetto cromatico e decorativo che da quello "gustativo " considerato che l'unica volta che aveva mangiato la patata viola era stata durante una fiera alimentare a Londra.
E ora impiattiamo!
Si chinò sul piatto di portata e, mestolo in mano, vi versò al centro la crema in modo da formare un cerchio perfetto. Successivamente, aiutandosi con delle bacchette di metallo, vi dispose intorno i vari tipi di pesce come se volesse disegnare un orologio.
La seppiolina al centro e il piatto é pronto!
Si passò il braccio sulla fronte per detergere il sudore, l'espressione soddisfatta sul viso che diventava allarmata quando si accorse di essersi dimenticata del classico "colpo del maestro."
Il tartufo nero!
L'esclamazione fu ben udibile da tutti così come difficilmente ai giudici e al presentatore sarebbe sfuggita la corsa che fece fino alla dispensa per prendere l'ingrediente mancante. Con il fiato grosso Amy grattugiò un po’ di tartufo su ogni piatto per poi finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Un piatto sfizioso e leggero che esalta il sapore naturale del pesce.
Una considerazione ovviamente di parte che la rendeva al contempo orgogliosa di sé e preoccupata. Cosa avrebbe potuto abbinarci come contorno che fosse altrettanto sfizioso senza coprire il sapore del pesce?
Una insalata.
Fu la triste conclusione a cui giunse e il passo con cui si avvicinò alla dispensa sembrava quello di un condannato a morte che percorreva l'ultimo miglio.
Finocchio a pancia larga, arancia, melagrana,indivia belga, limone, pepe, sale e olio exvergine d’oliva aromatizzato a ... curcuma o sedano, curcuma o sedano...
Spostò il dito da una bottiglietta a un'altra come se stesse facendo davvero la conta e non, come in realtà era, valutando i pro e i contro dei due aromi. La curcuma dava all'olio una colorazione giallo dorata che sarebbe risaltata sulle verdure e che ben si sposava con le arance. L'accostamento agro - amarognolo però poteva non risultare gradevole a tutti quindi meglio andare sul sicuro e optare per l'olio al sedano. Portati tutti gli ingredienti alla sua postazione, sciacquò sotto l'acqua corrente l'indivia e il finocchio per poi sfogliare attentamente la prima e tagliare finemente il secondo con l'ausilio di una affettatrice. Dopo aver disposto le sfoglie di finocchio e le foglie di indivia a testa in giù su un foglio di carta da cucina per farle asciugare si occupò della frutta. Con un coltello affilato tagliò a vivo l’arancia ricavandone alcune piccole fettine e riducendo in piccoli pezzi il resto della polpa.
A noi due.
Pensò rivolgendo uno sguardo di sfida alla melagrana. Sgranarla era un'arte che non aveva mai imparato e il succo che schizzava da tutte le parti e i semi che saltavano impazziti come dotati di vita propria ne erano la dimostrazione. Alla fine ne uscì vincitrice, una tazza ricolma di chicchi integri e lucidi e il grembiule chiazzato di rosso.
E ora componiamo.
Dispose sul piatto l'indivia in modo da formare una corona di foglie e in ognuna di esse inserì alcuni chicchi di melagrana e una fettina di arancia. Spremette qualche goccia di limone sulle lamelle di finocchio sistemandole al centro insieme alla polpa di arancia e i restanti grani di melagrana per poi condire il tutto con sale, pepe e l'olio aromatizzato.
L'occhio di sicuro sarà soddisfatto.
La pancia probabilmente un po’ meno, in fondo si trattava di una semplice insalata senza neanche un dressing a darle un po’ di corpo, ma la consegna ricevuta parlava di menù light e l'Harada voleva a tutti i costi rispettarla. Si diede una veloce ripulita, sciacquando il viso dalle gocce di melagrana, prima di presentare ai giudici le sue creazioni.
Come secondo vi propongo invece uno specchio di patata viola con spadellata di pesce con contorno di indivia e finocchi condita con olio extravergine di oliva aromatizzato al sedano.
L’ultimo viaggio verso la dispensa Amy lo fece con passo fermo e deciso, quasi aggressivo. Aveva preso come una offesa personale il condizionale usato dal primo giurato sulla sua professione e aveva tutta l’intenzione di fargliela rimangiare. Poteva peccare di fantasia e non aver dimestichezza con le pietanze leggere ma il cioccolato era il suo mondo e lì si trovava completamente a suo agio. Tenendo bene a mente la consegna – menù light, menù light – si limitò quindi a prendere delle tavolette di cioccolato fondente e della frutta, fragole, melone, banane e pera.
No, i bastoncini di legno non mi servono.
Perché limitarsi a servire degli spiedini di frutta ricoperti di cioccolata quando avrebbe potuto preparare dei cioccolati ripieni di frutta? Erano più comodi da mangiare, una sorta di finger food dolce, più sfiziosi e ognuno poteva decidere quanti prenderne in base alla capienza del proprio stomaco. L’unico rammarico che aveva era quello di non avere abbastanza tempo per temperare il cioccolato e diversi quindi accontentare di scioglierlo a bagnomaria.
Prima però la frutta.
Sciacquò le fragole, le privò del picciolo e le mise a sgocciolare su un foglio di carta da cucina. Pulì le banane e le intagliò in modo da trasformarli in qualcosa di simile a dei mini rossetti, le pere vennero ridotte in dei triangoli mentre dal melone ottenne delle palline di piccole dimensioni. Una volta messo in frigo le teglie con la frutta sciolse a bagnomaria il cioccolato, mescolando di tanto in tanto con la frusta per evitare che si formassero dei grumi e controllando con il termometro da pasticciera che non superasse la temperatura dei 50°. Scelse quindi degli stampini in silicone dalle forme diverse e ne spennellò l’interno con il cioccolato per poi metterli nel congelatore per 10 minuti. Operazione quella che ripetè una seconda volta, giusto per dare un po’ di consistenza all’involucro di cioccolata. A circa un quarto d’ora dalla scadere del tempo, le rimanevano ancora due cose da fare, riempire gli stampini con la frutta, cosa che fece con precisione e delicatezza, e sigillare il tutto spennellando la base con il cioccolato rimasto. A quel punto avrebbe dovuto far riposare i cioccolatini nel congelatore per almeno 30 minuti, tempo che però non aveva.
I vantaggi dell’essere una strega!
Con un sorrisino divertito prese il suo catalizzatore magico e lo puntò verso gli stampini in modo da far raffreddare il tutto a tempo di record. La prova che era andato tutto a buon fine? Il modo fluido con cui i cioccolatini scivolarono via sul piatto di portata. Erano belli ed eleganti, di sicuro gustosi ma come li avrebbero trovati i giudici? Scontati? Essenziali? Poco in tema? Avrebbe forse dovuto abbellire il piatto con qualche ciuffo di panna? Questi e altri interrogativi si affollavano nella mente di Amy mentre posava i piatti del dessert sul tavolo dei giurati. Quel che era stato fatto ormai era, appunto stato fatto, non possedeva una Giratempo per tornare indietro e poi, anche potendolo fare, non avrebbe saputo cos’altro inventarsi.
Come dessert vi propongo dei semplici cioccolatini di frutta.
Disse quindi, cercando di modulare la voce in modo che risuonasse decisa, per poi fare un passo indietro e incrociare le dita sotto il grembiule. Di tutti i piatti che aveva presentato in quei giorni l’unico giudizio che le stava davvero a cuore riguardava quel semplice piatto.
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Amy
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da Noah » 30/08/2015, 17:59
Arrivare alla finale: un obiettivo a cui Noah non aspirava, per quanto una parte di sé non avesse mai del tutto perso la speranza; quando si gareggiava con persone di talento, Alistair ed Amy in primis, era normale farsi prendere dai dubbi e temere di non sentirsi all’altezza, ma per fortuna il sangue di Francesco nelle vene, la determinazione di Lucilya, l’inqualificabilità propria del suo essere e l’amore per la cucina l’avevano fatto arrivare fino a quel punto.
Pensavate di aver dato il massimo? Pensate di essere riusciti nell'impossibile? Sbagliato, non avete ancora dimostrato abbastanza, mi spiace molto per voi. Adesso siete nella fase finale, siete su un podio ipotetico, ma appunto, si tratta ancora di una semplice ipotesi. Di fronte a me ho i migliori cinque, rispetto ai 350 dell'inizio della gara. In altre parole ho il top di MagiChef, ma non ho ancora dei MagiChef. Per essere considerati MagiChef bisogna ottenere almeno UN titolo onorario in una categoria qualsiasi. Tornerete a casa pieni di titoli oppure a mani vuote? Gran bella domanda, domanda la quale risposta sarà data dal vostro impegno e dal vostro sangue freddo. ... Non ci saranno ingredienti da scegliere, non ci sarà una lista da seguire, nessun piatto specifico da portare. Bensì... Un intero menù comprensivo di antipasto, primo, secondo più contorno e dolce da presentare come un vero e proprio pasto completo. Leggo nei vostri sguardi incredulità e sgomento, in altri adrenalina e spirito di competizione, in altri ancora freddezza e serietà. Avete a disposizione 45 minuti per ogni portata, a parte secondo e contorno da portare assieme in un'ora e mezza. I giudici, dopo un attento esame svoltosi nella giornata di ieri, hanno deciso però dei criteri che dovranno avere i singoli menù. Siete pronti a sapere come potrete soddisfarli? Bene, iniziamo subito...
Lì si stava giocando il tutto per tutto: non ci sarebbero stati altri grembiuli neri, altre seconde chances… era il suo momento, era la sua giornata; un menu intero, questo avevano richiesto i giudici, dando loro un tempo limite - come sempre - e delle indicazioni precise per ciascun concorrente. Non sapeva bene che aspettarsi, Pellegrino, ma a chiunque avesse prestato attenzione ai suoi piatti nel corso della competizione sarebbe apparso lampante come avesse prediletto preparazioni a base di solo pesce: possibile, dunque, che la difficoltà imposta per la finale avrebbe riguardato proprio la materia prima da usare? 1) Noah Pellegrino: Menù totalmente a base di carne (dessert escluso).
So che non sarà per nulla semplice, ma so anche che avete le carte in regola per farcela. I giudici, contrariamente alle scorse giornate, si trovano nella hall dell'albergo, accomodati su un lungo tavolo. Una volta concluso un piatto, potrete andare a servirlo e non riceverete pareri. Qualora due concorrenti dovessero finire assieme, sarà la posizione ricoperta nella classifica a stabilire l'ordine di assaggio.
Quando la voce del presentatore confermò quella sua idea, Noah si chiese per un secondo se Tisifone non gli avesse per caso passato una qualche sua dote divinatoria, prima di concentrarsi sulla richiesta per quel menu così importante: piatti a base di carne, rendere quel prodotto il protagonista dell’intero menu - dolce escluso; ce l’avrebbe fatta, lui che, potendo, cucinava pesce sempre e comunque?
Se solo mi sentisse mio padre… quasi riesco ad immaginarmelo: “Diamine, figliolo, ma che discorsi sono?! Sai cucinare qualsiasi cosa, quant’è vero che sei un Pellegrino, quindi fila in dispensa e datti da fare!”
Sì, suo padre se ne sarebbe proprio uscito con qualcosa del genere, ed aveva perfettamente ragione: le capacità le aveva, la fantasia anche, doveva solo metterci tutto se stesso e dare il massimo, tenendo fede a se stesso ed al proprio modo di cucinare… sperando naturalmente che i giudici apprezzassero come avevano fatto fino a quel momento.
Un caloroso in bocca al Drago ad ognuno di voi, non mi resta altro che dire... VIA!
Fu con spirito combattivo, dunque, che l’italo-americano si avviò verso la dispensa: aveva 45 minuti per ciascun piatto, e farsi prendere dal panico non lo avrebbe portato a nulla; doveva rimanere concentrato ed affrontare una preparazione alla volta, considerando che la dispensa sarebbe rimasta aperta per tutto il tempo. Aveva già un’idea, se non altro, del tipo di menu che voleva proporre: una tartare come antipasto - leggera e fresca - poi un bel risotto - a cui affiancare dell’ottima carne cotta alla perfezione - di seguito un filetto alla Rossini - un classico senza tempo della cucina italiana, tanto tecnico quanto gustoso - ed infine un dessert con frutta - fresco e leggero esattamente come l’antipasto anche se con note di gusto diverse, così da chiudere per bene il pasto. Non sarebbe stato semplice, ci sarebbe voluta tanta organizzazione e, soprattutto, niente colpi di testa.
Meglio cominciare subito con l’antipasto, visto che dovrà essere freddo.
Si disse l’uomo, che aveva ipotizzato per la sua preparazione all’incirca 40 minuti - in modo da averne 5 per impiattare: una tartare di manzo alla quale avrebbe accostato un’insalata nizzarda in chiave rivisitata, giusto per mostrare sempre e comunque la propria creatività. Per la tartare, dunque, avrebbe avuto bisogno della carne - filetto di Fassona - di un po’ di erba cipollina, scalogno tritato, olio evo, sale e pepe; per l’insalata, invece, doveva prendere fagiolini, patate gialle e viola, cipolle, olive, taccole, acciughe, e delle uova di quaglia. Avrebbe condito il tutto, infine, con un’emulsione all’acciuga, per la quale avrebbe dovuto usare acciughe, scalogno, maionese e e pepe. La prima cosa che fece, una volta presi gli ingredienti, fu lavarsi le mani e indossare il grembiule, a seguito del quale decise velocemente in quale ordine procedere: per prima cosa avrebbe dovuto battere la carne al coltello finemente - tritarla avrebbe rovinato il sapore del manzo, rendendolo simile ad una pappetta informe - dopodiché la depose in un contenitore nel quale aggiunse l’olio evo, l’erba cipollina e lo scalogno tritati, il sale ed il pepe; una volta fatto ciò, Noah lasciò la tartare a riposare, preoccupandosi invece dell’insalata nizzarda. Cominciò con le uova di quaglia, che cosse per 2 minuti e mezzo in acqua bollente e che sgusciò poi sotto l’acqua fredda molto delicatamente, per non rischiare di rovinarle; successivamente fu la volta di sbollentare - e di seguito raffreddare in acqua e ghiaccio - fagiolini, patate e taccole; anche la cipolla di Tropea, dopo essere stata tagliata a spicchi, venne sbollentata in aceto rosso ed acqua. Avendone il tempo, creò anche qualche scaglia tostata di parmigiano, che sarebbe andata ad abbellire il piatto e donargli un sapore in più. Infine fu la volta della maionese: sbatté a mano uova, olio di arachidi limone e sale, mescolando con la frusta ad un ritmo sostenuto affinché il composto diventasse bello corposo ed invitante: ad esso, infine, aggiunse semplicemente dello scalogno e delle acciughe tritati finemente ed un pizzico di pepe. Tutti procedimenti piuttosto semplici, in realtà, ma che gli portarono via esattamente la quantità di tempo prevista: negli ultimi cinque minuti, l’uomo si preoccupò di impiattare, cercando di non perdere mai di vista quell’eleganza estetica che aveva caratterizzato, fino a quel momento, ogni suo piatto. Con un coppapasta quadrato adagiò sul fondo del piatto la tartare di manzo, e sopra vi adagiò le verdure della nizzarda: patate, fagioli, taccole, olive, cipolla, uova di quaglia, il parmigiano, un paio di acciughine intere - così da richiamare il sapore della salsa - e qualche erbetta; ai lati della tartare, poi, fece colare delicatamente un poco di salsa, preoccupandosi infine di ripulire il piatto prima di prendere un bel respiro profondo e presentarlo ai giudici nella sala da pranzo di MagiChef allestita apposta per l’occasione.
Come antipasto per questa finale, vi propongo una tartare di manzo alla nizzarda con maionese all’acciuga. Buon appetito, e a dopo per il prossimo piatto.
Non avrebbe saputo darsi un giudizio obiettivo sull’antipasto: a lui sembrava di essere andato bene e di aver portato un ottimo piatto, ma il giudizio degli esperti poteva essere di tutt’altro tipo, e naturalmente insindacabile; per questo, semplicemente, Noah si decise a non pensarci troppo su e a concentrarsi, piuttosto, sul piatto successivo del suo menu, ovvero un bel risotto allo zafferano con quaglie al profumo di maggiorana che, se fatto bene, gli avrebbe regalato non poche soddisfazioni. L’unico problema sarebbe stato il tempo che, tra preparazione e cottura, gli avrebbe portato via poco meno di 45 minuti, in pratica poi per impiattare avrebbe dovuto correre. Per questo si decise a non perdere tempo, volando - quasi letteralmente - in dispensa per prendere le cosce di quaglia, il burro, la maggiorana, il vino bianco, le cipolle, il brodo di carne, il riso - carnaroli, il migliore tra i prodotti italiani - l’aglio, l’olio evo, il sale e il pepe. Per prima cosa si dedicò alla preparazione delle quaglie, che controllò una per una così da avere la certezza dell’assenza di eventuali rimasugli di piume; successivamente, in un tegame, mise l’olio, la maggiorana, lo spicchio di aglio schiacciato e le quaglie, che fece rosolare un paio di minuti per lato a fuoco vivace, aggiungendo anche una leggera macinata di pepe: la carne dovette raggiungere un colorito bruno prima di potervi aggiungere mezzo bicchiere di vino bianco, a seguito del quale Pellegrino si preoccupò di declassare il tutto. Quando l’alcol fu evaporato completamente, l’uomo le tolse dal fuoco insieme alla maggiorana - cuocerla ancora l’avrebbe resa amara - lasciando le quaglie da parte e al caldo.
Hanno un odore davvero ottimo… ora devo fare in modo che il risotto sia all’altezza!
Si disse, tritando finemente la cipolla e facendola appassire in una padellina con una noce abbondante di burro prima di versarla nel tegame in cui erano state precedentemente cotte le quaglie: ivi aggiunse il carnaroli e ne portò avanti la cottura, bagnando con un altro mezzo bicchiere di vino bianco prima e poi col brodo di carne insaporito allo zafferano - che diede anche quel bel colore giallo - ogni volta che il riso si asciugava. Quando la cottura fu quasi completa, Pellegrino spense la fiamma e mantecò il risotto con burro e parmigiano, affinché raggiungesse la consistenza cremosa e “all’onda”, tipica di quel tipo di piatto.
Cosa?! Solo due minuti per impiattare?! Per la Trama, devo correre!!
Fortuna che era già tutto pronto e che, soprattutto, l’impiattamento non sarebbe dovuto essere particolarmente elaborato: adagiò infatti il risotto cremoso sul piatto, e lo guarnì con tre cosce di quaglia sopra di esso e qualche fogliolina di maggiorana a richiamare il profumo della carne.
Fiuuuu, al limite!
Si passò la manica sulla fronte, l’italo-americano, prendendo nuovamente un bel respiro prima di avanzare speranzoso e sorridente verso i giudici.
Ben ritrovati! Ecco il primo piatto di questo menu: risotto allo zafferano con quaglie al profumo di maggiorana. Spero sia di vostro gradimento, buon appetito!
Mentre tornava alla sua postazione, Pellegrino era già concentrato su quello che, nella sua ottica, sarebbe stato il piatto più complesso dell’intero menu: fare un buon piatto di carne era già difficile di suo, ma proporre un classico senza tempo come il filetto alla Rossini… era quasi da folli. D’altronde, era la sua inqualificabilità ad averlo reso ciò che era, e ad avergli addirittura permesso di prendersi in moglie quel miracolo della natura che era Tisifone Samyliak, giusto? Doveva solo aver fiducia nel suo… discutibile genio!
Per prima cosa, dritti in dispensa, ho una bella spesa da fare.
Ed in effetti sarebbe stata la più costosa - idealmente - che l’uomo avesse mai effettuato nella dispensa di MagiChef: filetto di vitello di prima scelta, spinaci, uvetta, burro, Madeira, fois gras, tartufi di Norcia con la loro acqua di governo, pinoli, fondo bruno, prezzemolo, aglio, sale e pepe. La prima cosa da fare in assoluto fu mettere a cuocere il filetto di vitello in una pentola di rame - per favorirne la cottura perfetta: per il filetto alla Rossini la cottura giusta era quella al sangue, con una bella rosolatura esterna, da effettuarsi a fuoco vivace con una noce di burro; una volta che la carne fu pronta, il filetto venne posato su una griglia per farlo riposare, così da ridistribuire i succhi interni e renderlo ancora più gustoso. Intanto, una volta tolta la carne, Noah buttò il burro in eccesso e deglassò col Madeira, aggiungendo poi l’acqua di tartufo: una volta ridotto il liquido, aggiunse anche il fondo bruno che, fortunatamente, aveva trovato già pronto in dispensa.
Un po’ di tartufo di Norcia tritato… del sale… ci siamo, la salsa per il filetto è pronta!
Ed aveva anche un ottimo sapore, ma quella era solo la sua opinione - e sfortunatamente non contava nulla. Prese una nuova padella, la sporcò con del burro, e procedette così alla cottura del fois gras, un procedimento che quasi lo portò a trattenere il respiro - perché se cotto troppo sarebbe stato immangiabile: lo irrorò più volte col burro fino a che non raggiunse la rosolatura desiderata, dopodiché lo tolse dal fuoco e procedette alla preparazione del contorno. Inizialmente pensò di limitarsi a saltare degli spinaci freschi con un po’ di pinoli rosolati e dell’uvetta lasciata precedentemente in ammollo, ma in un secondo momento decise di aggiungere qualche altra verdura passata in una padella con del burro, giusto per dare un po’ di colore - nello specifico fagiolini e carote e patate baby. Le varie preparazioni erano pronte… ora si doveva solo assemblare il piatto, ma prima Noah controllò la cottura sia del filetto che del fois gras, trovandole - a suo giudizio - adeguate.
Mi auguro solo che nessuno dei giudici si aspetti un filetto alla Rossini ben cotto…
Pensò Pellegrino, mentre disponeva il filetto di vitello al centro del piatto: sopra di esso appoggiò la scaloppa di fois gras, ed intorno gli spinaci, le carote, i fagiolini e le patate che aveva preparato per contorno. Glassò il tutto con la salsa al Madeira e tartufo… e servì il tutto con un sorriso stanco ma soddisfatto sul volto.
Cari giudici, come secondo piatto vi propongo un classico intramontabile: filetto alla Rossini accompagnato da verdure di stagione saltate con del burro. A più tardi per il dessert, buon appetito!
Sono esausto… ma manca ancora il dessert, un ultimo sforzo! … e per fortuna che, questa volta, non devo usare la carne come ingrediente principale!
Pensò Pellegrino, sgranchendosi il collo e le spalle: per rimanere coerente col proprio menu, comunque, aveva deciso di optare per un dolce fresco, leggero, in linea coi piatti precedenti che, rispetto al pesce, erano sicuramente più pesanti. Non perse tempo, quindi, ed entrò per l’ultima volta nella dispensa di MagiChef, dalla quale prese fragole, zucchero, gelatina in fogli, liquore alle fragole, menta e tutto l’occorrente per preparare un bel pan di Spagna - uova, farina, zucchero, sale, vaniglia e fecola di patate. E fu proprio dal pan di Spagna che partì - dovendo cuocere parecchio in forno - sbattendo gli albumi d’uovo con parte dello zucchero zucchero e sale, e i tuorli coi semi della bacca di vaniglia e lo zucchero restante: a quel punto unì i tuorli agli albumi, aggiunse la farina e la fecola setacciate, amalgamò il composto e lo versò in una teglia imburrata e foderata con carta forno, così da cuocerlo per 30 minuti a 160° nel forno ventilato. Mentre il pan di Spagna cuoceva, Noah si occupò del resto: lavò sia le fragole che le foglie di menta, poi mise a bagno la gelatina per 10 minuti, la scolò e la strizzò; versò successivamente in una casseruola dell’acqua a cui unì zucchero e 4 fragole tagliate a pezzettini, mise il tutto sul fuoco e, dopo due minuti di ebollizione, spense, incorporando metà della gelatina nel composto bollente così da farla sciogliere all’istante.
Perfetto, ora metto il liquido negli stampini con qualche pezzetto di fragola e qualche fogliolina di menta… e via, nel magi-frigo per mezz’ora!
E per fortuna che i giudici avevano fornito loro strumenti magici, oltre che i classici babbani, o non ce l’avrebbe mai fatta in 45 minuti di tempo. Non si adagiò sugli allori comunque, al contrario proseguì frullando le altre fragole con lo zucchero, sciolse la gelatina rimasta con dell’acqua e la incorporò al purè di fragole, che andò a distribuire sopra il composto che aveva già messo nel magi-frigo a raffreddare lasciando un centimetro di spazio. Nel frattempo tolse il pan di Spagna dal forno, lo raffreddò con un colpo di bacchetta - il tempo era agli sgoccioli e non avrebbe potuto fare diversamente - e ne ritagliò dei dischetti della stessa grandezza degli stampini ancora nel magi-frigo, che tolse con una certa apprensione visti i pochi minuti rimasti: bagnò i dischi con dell’ottimo liquore alle fragole, e li posizionò nello spazio lasciato apposta negli stampini, così da poter poi rigirare e sformare gli aspic - ed evitare così di vanificare il lavoro svolto fino a quel momento. Li posizionò sul piatto, quindi, guarnì con qualche fetta di fragola e due o tre foglioline di menta, e…
Sperando che fino ad ora i miei piatti vi abbiano soddisfatti, vi presento l’ultima creazione del mio menu: aspic di fragole e menta. Per l’ultima volta… buon appetito a voi!
Quando tornò alla postazione, in attesa che i giudici tornassero nella sala principale per comunicare i vincitori, Noah si appoggiò al bancone quasi senza forze, sorridendo verso Alistair ed Amy: per quello che lo riguardava aveva dato davvero tutto… se fosse bastato o meno, ormai era qualcosa che non dipendeva più da lui.
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Noah
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da Alistair » 31/08/2015, 21:33
"Non potevamo immaginare che qualcuno cadesse nella nostra trappola. La glassa non può essere utilizzata come protagonista in un piatto, se ne rende conto? ... Il gusto è delizioso ma... Beh, non saprei proprio cosa dire!"
Mi basta sapere che lo considera buono...
"Questo dessert è esattamente come lei: tanto buono quanto poco raffinato. Ci sono piccoli elementi piacevoli e la varietà di colore mette allegria, però manca tutto il resto. Manca tutto quello che hanno portato fin ora gli altri sfidanti."
Capisco...
"Io, a differenza degli altri miei colleghi, vorrei premiare un suo merito. Lei ha effettivamente seguito dall'inizio alla fine un percorso con tecniche simili e sapori rustici, senza mai variare. Anche questa si potrebbe definire coerenza e giunto a questo punto della gara, direi che si capisce quanto per lei l'autenticità sia fondamentale. Bravo!"
Non cucino per divertirmi, mi diverto cucinando, ecco tutto!
Conquistare l'ultimo posto nella vera e propria finale era un'eventualità che onestamente non aveva calcolato. Gli ultimi giudizi erano stati aspri nella maggior parte dei casi ed anche se con qualche piccola soddisfazione, Alistair temeva di aver osato e sbagliato troppo. Invece, contrariamente ad ogni possibile previsione, il suo nome compariva tra i migliori cinque di tutta la sfida. Già quello poteva essere considerato un traguardo, ma a quel punto, il Druido iniziava a sentire davvero il bisogno di tornare a casa con qualche attestato, con qualche prova della sua qualità. Sapeva che Celine lo avrebbe aiutato a far ingranare l'agriturismo anche senza il diploma di MagiChef, ma quella era una questione diversa, per lui, per il suo orgoglio, per la sua consapevolezza di poter essere premiato e riconosciuto. Quei due giorni trascorsero velocemente, conducendolo fino al momento tanto atteso. Aveva il fiato corto e le palpitazioni.
... Non ci saranno ingredienti da scegliere, non ci sarà una lista da seguire, nessun piatto specifico da portare. Bensì... Un intero menù comprensivo di antipasto, primo, secondo più contorno e dolce da presentare come un vero e proprio pasto completo.
Leggo nei vostri sguardi incredulità e sgomento, in altri adrenalina e spirito di competizione, in altri ancora freddezza e serietà.
L'ultima era la categoria alla quale apparteneva Alistair Hyrule. Non c'era più spazio per sgomento, timore, incertezza ed emozione: se si fosse lasciato trasportare, avrebbe sicuramente fatto un disastro. Con le braccia conserte, lo sguardo fermo, la mente al lavoro e i nervi d'acciaio, il Druido richiamava a sé tutta l'energia a disposizione dell'Acqua e del Ghiaccio, con qualche piccola scintilla di Elettricità per sprigionare il suo miglior estro culinario. Le Fiamme e il Vento vennero messi a tacere per quella volta, ma neanche la Terra fu troppo interpellata, perché aveva bisogno di elementi freddi e allo stesso tempo mutabili. 45 minuti per ogni piatto, tranne il secondo ed il contorno da portare assieme, più la necessità di dimostrare ai giudici la sua bravura anche nel saper regalare piatti e cibi elaborati, sofisticati, come quelli d'altissima cucina mostrati nei ristoranti a più stelle d'eccezione.
So che non sarà per nulla semplice, ma so anche che avete le carte in regola per farcela. I giudici, contrariamente alle scorse giornate, si trovano nella hall dell'albergo, accomodati su un lungo tavolo. Una volta concluso un piatto, potrete andare a servirlo e non riceverete pareri. Qualora due concorrenti dovessero finire assieme, sarà la posizione ricoperta nella classifica a stabilire l'ordine di assaggio. Un caloroso in bocca al Drago ad ognuno di voi, non mi resta altro che dire... VIA!
Un menù capace di stupire ma con un ordine ben preciso, un equilibrio di sapori e una varietà talmente tanto fantasiosa da lasciare a bocca aperta. Non aveva bisogno di osservare Noah Pellegrino per sapere che già probabilmente aveva individuato cosa fare e in quali salse. Quell'uomo possedeva diversi pregi a livello culinario che non si acquisivano tramite lezioni, apprendimenti e scuole, ma solo con l'esperienza. La differenza sostanziale tra lui e il mezzo italiano stava proprio in quello: Alistair si era pagato corsi di grande livello con istruttori fenomenali, imparando poi giorno per giorno ma solo negli ultimi anni. Noah invece non aveva avuto maestri multi premiati, ma la possibilità di stare a contatto con la cucina fin da piccolo, ascoltando consigli, memorizzando tecniche e apprendendo attraverso errori sia comuni che non. D'altronde, se adesso se ne stava al primo posto tra i favoriti, un motivo doveva pur esserci, no?
Questo però non significa che io debba essere da meno. Celine non me lo perdonerebbe mai, lei crede in me, pensa che io sia il migliore... D'accordo, vogliono qualcosa di elegante e raffinato? L'avranno, glielo posso assicurare...
Si diresse verso la dispensa individuando quello che gli serviva per la prima portata: l'antipasto. Ricotta, tonno, sale, panna, uova, pepe, farina manitoba, olio evo, acqua calda e fagioli. Per prima cosa, prese il sale, la farina, l'olio e l'acqua calda amalgamando il tutto a mano per formare un composto omogeneo. Successivamente, creò diverse "pallette" di composto elastico e le lasciò riposare per una ventina di minuti abbondanti. Nel frattempo, mise il tonno sgocciolato in un mixer assieme alla ricotta, al pepe, al tuorlo d'uovo e frullò per alcuni secondi, così da raggiungere la consistenza cremosa desiderata, alla quale aggiunse subito la panna che montò quasi in concomitanza. Mise nel MagiFrigo la ciotola con il preparato appena fatto e di riflesso riprese le "pallette" lasciata a riposare in precedenza. Stendendole con un mattarello, ottenne una pasta fillo fatta a mano. Ora quello che serviva erano delle pirottine in alluminio dove sistemare la pasta in modo che prendesse la forma di un cestino. Dentro i cestini mise i fagioli secchi e infornò il tutto a 200° per dieci minuti. Non appena il colore della pasta fu dorato come voluto, estrasse i cestini e utilizzando una tasca da pasticciere con bocchetta li riempì con la mousse al tonno raffreddata, togliendo ovviamente i fagioli. Sopra ogni singolo cestino adagiò una foglia di timo come decorazione e tagliò i contenitori di alluminio in modo che rimanesse solo la pasta fillo ormai solidificata adeguatamente. Soddisfatto di quel primo risultato, Alistair posò il suo antipasto su un vassoio e si avviò verso la zona dei giudici, posando il proprio lavoro davanti a loro con aria tranquilla, calma e controllata. Per ogni giudice c'erano tre cestini su un piatto quadrangolare bianco.
La mia prima proposta del menù sono delle "Barchette di Pasta Fillo croccante ripiene di Crema al Tonno". Con permesso...
Il pesce poteva considerarsi archiviato, difatti per quella sfida il Druido non l'avrebbe più riproposto. La sua intenzione era quella di effettuare un antipasto di pesce, un primo vegetariano, un secondo di carne e poi il dessert. Con il primo voleva in un certo senso rendere omaggio al suo essere un Figlio di Gaia, non dedito spesso a sfruttare gli animali per il cibo. Quando stava a casa, spesso e volentieri proponeva dei piatti senza uso di carne o pesce e riusciva comunque a stupire e deliziare il palato della fidanzata o degli amici, quando capitava lui come chef improvvisato. Quando si trattava di usare solo l'essenziale della terra senza andare a scomodare la vita animali, Alistair sapeva, sentiva di potersi considerare allo stesso livello di chiunque, senza mai dimenticare la giusta dose di umiltà. Tornato alla propria postazione, chiuse gli occhi posando le mani sul bancone, sapendo che i secondi correvano maledetti. Qualcosa di eclatante, qualcosa da li potesse lasciare a bocca aperta, qualcosa che non solitamente non faceva, qualcosa che però era in grado di preparare come Mana comandava. D'accordo, forse era giunto il momento si spolverare una ricetta inventata assieme a Wyatt, a sua volta rielaborata da un'altra presentata da un grande chef magico durante il corso avanzato di cucina mondiale. Poteva essere considerato "barare"? Onestamente Alistair non lo sapeva ma in quel momento non gli interessava, anche perché la vera sfida stava proprio per creare una pietanza che deliziasse il palato, che poi fosse tutta farina del suo sacco o meno, forse non aveva così tanta importanza, fermo restando che probabilmente il cugino ne sarebbe stato felicissimo, lui che invece era stato eliminato e che quindi, grazie a quel piatto, poteva quasi stargli accanto nella grande finale. Sorrise lievemente, riaprendo gli occhi. Ora era davvero la volta di creare, creare e ancora creare.
600 g farina tipo 00... 240 g semola di grano duro... 370 g pasta di seitan... 50 g carbone vegetale in polvere... 150 ml acqua... 130 g crema alle nocciole tostate... 4 scorze di limone...
Poi:
5 porri... 1600 ml latte di mandorla non zuccherato... 3 foglie di alloro... 4 grani pepe nero... 3 panetti di tofu affumicato...
E ancora:
750 g purea di lamponi al naturale... 9 g agar-agar in polvere... 600 ml olio di mais...
Uff, dovrebbe essere tutto, adesso all'opera, non ho tanto tempo!
In un cutter mise le due farine, la pasta di seitan, il carbone e l’acqua. Frullò per pochi attimi, poi impastò con le mani fino a ottenere un composto elastico e omogeneo. Successivamente fece una palla e lasciò riposare, rivestendo con la pellicola, per almeno mezz'ora, dopo si che tirò e ricavò dei tagliolini sottili, spolverando sia il tavolo che la sfoglia con della semola. Divisa la pasta in 16 porzioni, lasciò seccare a temperatura ambiente.
Svelto svelto svelto...
Iniziò col pulire il porro e tagliò la parte bianca a rondelle. Una volta fatto, lo fece rosolare con l’alloro il pepe e un po' di olio per alcuni minuti. Aggiunse il latte e continuò la cottura a fuoco moderato per circa 5 minuti. Tolto dal fuoco, eliminò il pepe e l’alloro e frullò con il minipimer fino a ottenere una crema. Dopo aver aggiunto il sale, lo lasciò in caldo ad attendere lo step successivo. Versò l’olio di mais in una bacinella di metallo e la mise in congelatore, lasciando raffreddare in fretta grazie all'uso della MgiTecnologia, altrimenti ci sarebbe voluta un'ora abbondante. Intanto fece sobbollire in una piccola casseruola la purea di lamponi. Aggiunse l’agar-agar in polvere molto lentamente in modo da evitare la formazione dei grumi, cuocendo a fuoco basso per tre minuti rimestando di continuo. Finito, tolse dal fuoco e lasciò riposare per circa 5 minuti. Versò poi parte della purea in una normale siringa da iniezioni, eliminando l’aria e iniziò a far cadere delle piccole gocce di lampone sull’olio di mais freddo. Quasi per magia, si formarono delle piccole sfere dal colore rosso vivo che lasciò riposare nell’olio per alcuni minuti. A quel punto il "caviale" era pronto da recuperare con un piccolo cucchiaio forato, per poi farlo riposare sopra un colino fino. In tutto questo, nel frattempo aveva affettato finemente il tofu, fatto essiccare le fette in forno a 90°C per circa 30 minuti e le aveva tenute da parte. Oltre a questo aveva portato il latte di mandorla a circa 45°C, emulsionandolo con il minipimer in modo da creare una spuma densa e stabile, anch'essa da lasciar riposare. Era il piatto più difficile che avesse mai tentato di fare, ma ne sarebbe valsa la pena? A quel punto non rimase altro che cuocere la pasta in acqua salata (10 g di sale per litro), scolare e saltare per pochi attimi assieme alla scorza di limone, la crema alle nocciole e un po’ di liquido di cottura. Oltre a questo, versò la fonduta sul fondo dei piatti, adagiò al centro i tagliolini al nero, continuò con la spuma di mandorle e le fette di tofu affumicato per poi terminare con il caviale rosso lampone.
44 minuti... Di corsa!
Raggiunta la hall dell'albergo con diverse gocce di sudore sulla fronte prontamente eliminate da un panno bianco, Alistair posò di fronte ad ognuno dei giudici un piatto circolare di ceramica bianca con la sua piccola creazione raffinata, totalmente vegetariana e totalmente folle.
Il mio primo consiste in "Tagliolini al nero di carbone vegetale con tofu affumicato, crema alle nocciole, fonduta di porri e caviale di lamponi"... Buon appetito.
Una volta ripresa la propria postazione, Alistair si rese conto che poteva finalmente recuperare un minimo di fiato. Per il secondo ed il contorno aveva a disposizione un'ora e mezza, quindi il doppio del tempo rispetto alle prime due prove. Non doveva sottovalutare la difficoltà dell'impresa ma nemmeno affannarsi col rischio di arrivare distrutto al dessert e combinare un guaio. Carne, aveva deciso che come protagonista avrebbe scelto la carne, già, ma come? Mentre rifletteva attentamente sul da farsi vide di sfuggita Noah recuperare del fegato d'oca, intuendo quasi subito, considerando anche il filetto di carne appena recuperato dalla dispensa, che il suo intento sarebbe stato proporre un "Filetto alla Rossini". Gran bella idea, in effetti, di quelle che lasciavano i giudici entusiasti e soddisfatti. C'era però anche un altro tipo di filetto che ricordava bene essere d'eccellenza e raffinatezza assolute, ed era quello alla Wellington. In quel caso, avrebbe dovuto ringraziare non suo cugino ma il suo sfidante, perché gli aveva appena suggerito indirettamente cosa preparare. Tuttavia sapere cosa fare non significava certo stare a metà dell'opera, anzi, quel tipo di secondo richiedeva una tecnica elevatissima e soprattutto un contorno di immenso rispetto che lo accompagnasse adeguatamente. Si passò una mano sul mento, analizzando e riflettendo con attenzione.
Intanto procuriamoci quattro pezzi di filetto da otto etti l'uno. 500 grammi di prosciutto crudo... Uhm, direi semidolce. Poi i funghi, già, champignon... Facciamo un chilo e mezzo! Certo, giusto, la pasta sfoglia, però questa volta prendo quella già pronta, ho poco tempo. Uova, quattro filetti, quindi quattro tuorli... E poi va beh, sale, pepe ed ovviamente olio!
Uno ad uno, tutti i filetti vennero fatti rosolare in padella con un filo d'olio, così da sigillare i succhi dentro la carne. Fatto questo, Alistair spense la fiamma e lasciò a riposare, mentre si occupava di creare la purea di funghi. Non serviva altro che eliminare gambo ed eventuale terriccio, per poi frullarli in un mixer, sistemando di seguito la crema nella padella assieme a sale e pepe così da cuocerla e fare in modo che l'acqua formatasi evaporasse del tutto. Senza aspettare troppo, distese su della pellicola trasparente le fettine di prosciutto crudo, sopra di esse adagiò la purea di funghi e come su un trono, per ultimo, il filetto rosolato. Stava venendo tutto alla perfezione, per il momento. Arrotolò il tutto stretto stretto, lasciando riposare poi per circa venti minuti. Doveva fare in modo che la carne prendesse la forma e che il prosciutto rimanesse saldamente attaccato e fermo. Trascorso quel tempo, sopra la pasta sfoglia, mise l'intero capolavoro togliendo prima la pellicola, spalmando il tuorlo ai lati di essa. Fatto ciò, richiuse completamente il suo prezioso tesoro culinario, riponendolo nel MagiFrigo per circa un quarto d'ora scarso. All'interno di quei minuti, intanto, si adoperò per preparare il contorno...
Barbabietola, pomodori, prezzemolo e parmigiano, non credo mi serva altro!
ALCUNI MINUTI PIÙ TARDI
... Ok, diamo una bella spennellata con l'altro tuorlo e poi qualche taglio trasversale in superficie. Benissimo... Ora dritto dritto in forno... 190° e come timer direi... Mezz'ora.
BIBIP - BIBIP - BIBIP
Wow... Guarda qui che meraviglia, mi congratulo con me stesso!
Tagliò il filetto a fette abbastanza spesse, cominciando a sistemarle sui vari piatti, decorando poi con il contorno. Quando il tempo a disposizione per il secondo fu prossimo allo scadere, Alistair si rese conto che era rientrato perfettamente nei limiti. Con un sorriso soddisfatto e tutta l'intenzione di non mollare, anche se la stanchezza si stava facendo sentire in abbondanza, il Druido mise ogni piatto sul carrello e lo condusse fino alla hall dell'albergo, dove i giudici erano pronti per assaggiare la sua idea per il secondo del menù. C'era una malcelata emozione nel posare ogni portata davanti al singolo esaminatore, le mani tremavano appena ma non era tanto per l'adrenalina in corpo, quanto per la tensione muscolare accumulata nella gestione della cucina fino a quel momento. Inspirò profondamente, poi fece un piccolo passo indietro e strinse le mani dietro la schiena.
Vi presento, come prosecuzione del pasto, "Filetto alla Wellington con purè di barbabietola, emulsione di prezzemolo, pomodorini e tuile di parmigiano", mi auguro possa essere di vostro gradimento.
Rivolgendo un saluto rispettoso verso tutti quanti, Alistair Hyrule si allontanò velocemente per tornare alla propria postazione da combattimento. Ora non rimaneva altro che il dolce, già, l'ultimo ostacolo prima del potersi definire soddisfatto. Doveva trovare la giusta grinta ed impegno per trasformare anche quella conclusione in qualcosa di perfetto, già, ma da dove cominciare? Un dolce elaborato, complesso, oppure un dolce gentile, fantasioso e impiattato a regola d'arte? Forse era preferibile la seconda scelta, considerando le portate precedenti. Eliminò dalla propria lista il cioccolato, non ce lo vedeva bene, piuttosto si concentrò sulla possibilità di inserire nel contesto "dessert" anche la consumazione di altre due cose solitamente inserite nei pasti, ovvero il caffè e il liquore digestivo. Adesso la soluzione gli appariva lampante ma... L'avrebbero forse reputata scontata e rustica? Dipendeva da come veniva servita, almeno dal suo punto di vista.
Uova, miele, farina, zucchero, vaniglia, caffè, mascarpone, cacao amaro in polvere, savoiardi e un amaro italiano leggero... ... Uhm...
... Gradazione alcolica contenuta, sapore dolciastro... Andrà benissimo!
Divise i tuorli (del peso di circa 100 gr) dagli albumi (del peso di circa 150 gr) e sbatté i primi per almeno 10 minuti assieme a 90 gr di zucchero, al miele e alla vaniglia fino a che non divennero chiari e molto spumosi. Montò gli albumi a neve non troppo ferma assieme al restante zucchero, in modo che non si formassero grumi al momento di unirli ad altri ingredienti, poi unì unite i due composti con una spatola senza smontarli. Aggiunse infine la farina setacciata molto delicatamente e la amalgamò alla perfezione. Stese quindi l’impasto su un foglio di carta forno, posto su una leccarda da forno delle dimensioni di 45 x 37 cm, livellandolo con una spatola piatta e liscia fino a raggiungere lo spessore di 1 cm. Infornò in forno statico già caldo a 220° per 6-7 minuti; non appena la superficie del dolce divenne appena dorata, estrasse la pasta biscotto dal forno, togliendola immediatamente dalla teglia, poggiandola con tutta la carta forno su di un piano. Spolverizzò la superficie della pasta biscotto con dello zucchero semolato e sigillò immediatamente con della pellicola, ripiegandola anche sotto i lati.
Questa è fatta, ora passiamo al dolce in sé per sé...
Dividendo nuovamente albumi e tuorli, aggiunse ai secondi lo zucchero necessario e a mano girò con una cucchiarella di legno energicamente, al fine di ritrovarsi con una crema densa e non grumosa. Di seguito, montò gli albumi a neve e li aggiunse al primo composto con estrema lentezza ed attenzione, facendo lo stesso con il mascarpone, utilizzando sempre lo stesso verso, quello antiorario. A quel punto non restava altro che far riposare la crema ottenuta nel MagiFrigo così che si rapprendesse un po' e nel frattempo intingere il pan biscotto nel caffè, imbevendolo abbastanza così da farlo scurire nel colore. Di seguito, sbriciolò i savoiardi dentro ad una teglia con dentro l'amaro e creò una poltiglia che con le mani strinse più e più volte così che non risultasse gonfia di liquore ma con tutto l'aroma al suo interno. Non restava altro che terminare l'operazione, mettendo il pan biscotto in basso, la crema con i savoiardi al centro e poi sulla sommità il cacao amaro in polvere.
Cos'è che manca? ... Forse ho sbagliato a togliere del tutto l'idea del cioccolato! Giusto, visto che siamo in vena di tuile...
Non erano trascorsi nemmeno quaranta minuti che Alistair entrò in albergo con il proprio ultimo piatto del menù: il dolce. Semplice all'apparenza, leggermente modificato e rielaborato in una chiave totalmente personale, ma non era su questo che lui puntava. Quando sistemò i piatti di fronte a tutti, il suo messaggio chiaro era "So essere rustico, sì, ma volendo anche con eleganza, all'occorrenza".
Per addolcire il vostro palato e fornirvi anche caffeina che contrasti il sonnellino post pasto con del liquore che funga da digestivo, vi propongo del buon "Tiramisù rivisitato, con Pan Biscotto al caffè e savoiardi bagnati nell'amaro. A guarnire, tuile di cioccolato fondente". Vista la situazione, non mi resta altro da dire se non che è stato un piacere cucinare per voi.
Eccoli lì tutti i suoi sforzi. Eccolo là tutto il suo coraggio. Eccola là tutta la sua bravura. Raggiunto di nuovo il proprio posto, strinse la mano a Noah in primis, poi ad Amy ed anche a Leonardo e Keigo, in segno di stima. Non era importante chi vincesse, chi venisse premiato... L'importante era l'amore in comune tra tutti per la ristorazione. Una passione, un impegno, un sogno, una filosofia di vita.
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Alistair
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da Madeline » 01/09/2015, 20:34
Serata Conclusiva di MagiChef Ore 21:00 Hall dell'Albergo
Abbiamo gustato tanta tanta roba buona, non credete?
Madeline Bergman, al centro del lungo tavolo dei giudici, ancora ripensava ad ogni piatto assaggiato. Onestamente non credeva che potessero esserci maghi e streghe tanto bravi nell'arte della ristorazione. I cinque partecipanti che si erano battuti quella mattina erano il non plus ultra di ben 350, a loro volta scelti tra migliaia. Per la Preside di Hogwarts, essere giudice era un vero onore, lei che in passato aveva vinto la bellezza di ben tre edizioni, non consecutive. Stavano tutti lì davanti a loro, Noah, Amy, Leonardo, Keigo ed Alistair, visibilmente emozionati ed elegantissimi.
Vi voglio confessare una cosa! Oggi pomeriggio, nella stanza delle decisioni, c'è stato non poco trambusto. Male parole, urli, schiamazzi, minacce di morte e quant'altro...
Alcuni degli esaminatori risero leggermente per la battuta della donna, una battuta neanche troppo falsa a dire il vero. Certi volevano la vittoria assoluta di uno, altri invece volevano suddividerla, altri ancora non sapevano cosa scegliere e si astenevano dal parlare. Quando la qualità dei piatti era talmente tanto alta, si rischiava di non finire mai, ma loro avevano l'obbligo di parlare entro poche ore. La Bergman si alzò in piedi, sistemandosi il vestito estivo e schiarendosi la voce, osservando negli occhi ognuno degli sfidanti. Non le andava proprio di parlare, doveva ammetterlo con sé stessa, e il motivo sarebbe stato presto palese a chiunque.
... Alla fin fine, però, il giudizio è giunto e credo proprio che, pur essendo sicuramente meritato, non piacerà a molti. Pare infatti che un solo concorrente abbia conquistato la bellezza di quattro premi su cinque, superando quindi molti record. Questo concorrente, il quale sarà l'unico quindi ad ottenere il titolo effettivo di MagiChef...
Perché per essere nominato MagiChef bisognava vincere in almeno due categorie su cinque.
... Ha sbaragliato la concorrenza, aggiudicandosi non solo la simpatia dei giudici, ma anche il loro rispetto, la loro stima. E' chiaro comunque che ognuno di voi otterrà il riconoscimento ufficiale: il diploma di finalista di MagiChef 2110, su questo non ci piove. Ma chi è intanto, questo fenomeno, questo cuoco in grado di creare meraviglie e delizie per ogni palato?
Interruppe il suo dire, tanto per creare la tipica suspance di quei format un po' tutti a stampino. C'erano tutte le MagiEmittenti radiofoniche pronte a trasmettere l'annuncio in diretta, i giornalisti pronti a scrivere, la folla di tutti gli eliminati nel corso della competizione pronta ad esultare ed applaudire il vincitore per eccellenza, assieme a tutti gli altri. Lo sguardo di Madeline si posava su ognuno, senza soffermarsi troppo. Era molto brava a non far trapelare il minimo indizio. Trascorso qualche secondo, le giunse dal lato destro un grembiule dorato con il logo della gara ed anche il nome stampato del diretto interessato.
... Sto parlando di te, caro, Noah Pellegrino!
Partì quasi subito una marea di applausi e fischi, non certo negativi, verso il mezzo italiano, mentre la donna invitava il vincitore ad avvicinarsi per farsi consegnare il grembiule d'oro, l'attestato di MagiChef, gli attestati con i premi e un assegno da 10.000 Galeoni per il finanziamento di una propria attività. L'emozione era alle stelle, maree di fotografie rivolte al Master Teacher e alla Preside di Hogwarts, per poi fotografare anche ogni singolo esaminatore che si volle congratulare personalmente con il trionfatore praticamente indiscusso. Noah aveva conquistato i premi nell'Antipasto, nel Secondo, nel Contorno e nel Dessert.
Mentre il Primo Piatto, mi spiace davvero, ma ti toccherà lasciarlo ad un tuo collega! ... Alistair Hyrule, avvicinati, ho qualcosa anche per te!
Non appena il Druido si avvicinò, Madeline gli consegnò un grembiule argentato con il suo nome e il logo di MagiChef, l'attestato con il premio relativo ed un assegno da 1.000 Galeoni. Di seguito, anche agli altri tre partecipanti fu consegnato un grembiule bronzeo col proprio nome e il logo, oltre all'attestato come effettivi finalisti, con valenza similmente importante, per quanto non fosse un vero e proprio premio singolo. Dopo le dovute foto anche agli altri quattro cuochi provetti, Madeline Bergman richiamò l'attenzione sia delle radio, che dei giornali ed ovviamente di giuria e pubblico, considerando importante effettuare un ultimo discorso prima di decretare quella manifestazione culinaria come definitivamente conclusa.
Sappiate che essere giunti tra i primi cinque è già di per sé un onore e un merito. Anche se tre di voi andranno a casa senza un premio in particolare, non dovete dimenticare che quell'attestato significa "Sono giunto alla fine superando migliaia di altri aspiranti chef come me", il che non è poco, direi, giusto? Continuate a credere nelle vostre capacità, continuate a cucinare, continuate a non demordere, perché il gusto e gli odori fanno parte di voi. Il tempo mi darà ragione, potete starne certi... ... Adesso, visto che siamo in tema, c'è una bella cena per tutti che ci aspetta, allora, vogliamo andare sì o no?!
CHIUSURA DI MAGICHEF
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Madeline
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