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Quest n° 6: La Stanza Nascosta

Svolgimento delle Quest

Messaggioda Sandyon » 30/03/2015, 15:29

Fino a quel momento tutto era andato per il meglio e pareva che la fortuna fosse dalla parte degli esploratori.
Erano riusciti a non farsi trovare dai Prefetti di ronda e per di più avevano risolto l'indovinello per accedere all'Ottavo Piano Nascosto.
Evidentemente quella era la parte più semplice oppure davvero era finito tutto quanto lì, come aveva pensato Jorge pessimista?
La gigantesca stanza completamente pulita e un bel po' tetra, non aveva porte e le finestre apparivano come sigillate.
Grazie alla magia di luce, Caroline Priscilla O'Neill poté constatare che non c'erano mobili, messaggi in codice e quant'altro.
Però rimaneva ancora una parte di indovinello e allora perché non sfruttarla, dal momento che ormai erano giunti fino a lì?
Non appena la Tassorosso pronunciò quelle parole, il terreno iniziò a fremere leggermente e dalla finestra più grande e centrale, un raggio di Luna entrò come un filo sottile, toccando il pavimento in un punto preciso, nel mezzo perfetto dell'intera sala. Il raggio poi, cominciò ad espandersi e diventare sempre più grande ed ogni superficie che sfiorava prendeva a brillare come se fosse fatta d'oro bianco. Gli unici a non essere mutati dalla luce della Luna erano ovviamente loro quattro, i quali non trassero alcun beneficio o sensazione da quell'evento insolito e misterioso.
Dopo alcuni secondi, all'interno dei quali la stanza divenne così tanto luminosa da non permettere a nessuno di tenere gli occhi aperti onde non voler rimanere ciechi per un bel po', la luce scomparve all'improvviso, di colpo, come se qualcuno avesse appena chiuso o oscurato la finestra.
La verità però... era che la finestra non esisteva più e tutto l'intero Ottavo Piano era cambiato diventando il VERO Ottavo Piano Nascosto.

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L'anticamera era spaziosa ed enorme, con un soffitto basso e di legno pregiato, un camino spente e laddove prima c'era il nulla adesso era apparsa una porta spalancata che dava su un'altra porzione dell'area meravigliosa e ben curata. Quella non era semplice opera di pulizia da parte degli elfi domestici, assolutamente no. Quella era magia, il luogo ne era pregno e persino i ragazzi dell'ultimo anno, seppur ancora molto giovani, potevano accorgersene senza troppa fatica. Differente la storia per Victoria e Brianna, decisamente troppo inesperte per captare simili variazioni magiche.
Andando oltre la porta, quindi, i ragazzi avrebbero incontrato un'altra grande scalinata in parquet, la quale saliva su mostrando altre porzioni del luogo segreto. Colonne in marmo lucido e liscio, parapetti in legno massello, tappeti arabi finemente lavorati e arazzi decorati ad arte antica.

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Quell'ottavo piano era grande esattamente come tutti gli altri, la sola differenza era che in teoria non doveva nemmeno esistere.
Una struttura di quella portata completamente invisibile e impalpabile: quale grande genio della stregoneria poteva esser mai riuscito in una tale impresa? Possibile che fosse proprio l'uomo del libro preso da Jorge in biblioteca? Un Alchimista in grado di effettuare prodigi di quel calibro?
Non restava che continuare ad esplorare, già, peccato che il vero problema era che nel mentre loro avanzavano, silenziosamente la porta di ingresso si chiudeva e si sigillava, divenendo impossibile che fosse aperta dall'interno... Intanto, lungo il corridoio del Settimo Piano, una figura osservava nell'ombra la porta segreta scomparire lentamente, tornando ad essere semplice muro spesso e impenetrabile.

... Mmmmhhh...

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La gita degli esploratori andò avanti fino a condurli presso il salone principale, ancora più sfarzoso ed elegante delle stanze visitate in precedenza.
Le colonne erano più imponenti, il pavimento in marmo e alcuni dei mobili avevano rifiniture in oro ed argento, mentre i cesti con la frutta sembravano servire cibo reale e commestibile! I lampadari emettevano luce magica chiara per mostrare il cammino anche con la notte e in diversi punti erano disposti divani, poltrone e sedie comodissimi. Era un vero sogno, ogni dettaglio era curato per presentarsi perfetto e i passi dei quattro ragazzi rimbombavano nel silenzio più vuoto e netto, creando forse ogni tanto una specie di inquietudine generale e comprensibile.
La vera svolta però, avvenne quando raggiunsero un altro punto del piano nascosto: una stanzetta di dimensioni minime rispetto al resto della struttura e per di più... completamente scarna, fredda, triste, mattonata e con una finestrella circolare piccola giusto per dare una media illuminazione. La particolarità però, stava in ciò che c'era al centro della stanza, ovvero una scalinata che scendeva verso il basso.
Avevano esplorato tutto, non rimaneva altro che raggiungere anche la prossima meta e scoprire che scese tutte le scale... davanti ai loro occhi si presentava un autentico, grandioso e immenso laboratorio. Lì l'arredamento era decisamente più antico, un po' come le aule del Castello, specie quelle di Pozioni ed Alchimia, ma non mancavano delle teche piuttosto nuove con dentro materiali di ogni tipo, minerali mai visti prima e pietre dall'aria magicamente potente. Poi, sopra un cerchio di rocce con dentro del legno secco, un calderone gigante in rame e peltro.
Sulla destra, sulla sinistra e in avanti, libreria vastissime con testi scientifici e magici di ogni tipo, divisi alfabeticamente con estrema minuzia.

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In più, sopra un leggio di legno vicino al calderone, c'era un libro lasciato aperto ad una pagina precisa.
Avvicinandosi ad esso era possibile accorgersi che il recipiente di grosse dimensioni era ancora pieno e di una sostanza abbastanza melmosa.
L'odore che veniva su non era terribile, ma comunque non il più buono del mondo, mentre la colorazione variava ininterrottamente dal violetto al verde acido al blu oltremare con qualche saltuaria striatura di giallo limone. Vi erano poi tutti gli attrezzi del mestiere, da ampolle a forchette a cucchiai di legno spesso fino alle lenti di ingrandimento e gli attizzatoi. Infine, sullo stesso lato delle scale, a destra e sinistra c'erano due porte da una parte e due porte dall'altra, completamente chiuse e apparentemente bloccate, pur tentando con un "Alohomora".
Purtroppo le sorprese non erano affatto finite: trascorsi pochi secondi dal loro arrivo, l'entrata/uscita divenne una parete murata, chiudendoli all'interno del laboratorio senza alcun modo per andarsene (ovviamente la smaterializzazione era fuori discussioni, essendo dentro Hogwarts).
Pur non esistendo spifferi o finestre, ad un tratto un vento gelido attraverso il posto, facendo sfogliare le pagine del libro aperto, che si fermarono ad una precisa e fondamentale. Chiunque si fosse avvicinato per primo per tentare di leggere, avrebbe trovato questa iscrizione...

Come avrai capito, stolto visitatore, non sono solito avere ospiti, anzi, preferisco definirli intrusi.
L'unico modo per andartene è trovare le quattro chiavi per aprire il passaggio di emergenza, ma pensi davvero di esserne in grado?
Il sistema di sicurezza magica è progettato per far avvenire diverse esplosioni, innocue per il mio materiale ma letali per te, nell'arco di sessanta minuti. Le chiavi si trovano dentro le quattro stanze alle tue spalle, credo sarà meglio che ti sbrighi, non hai molto tempo...
... Ah, dimenticavo, entrando in una stanza essa si sigillerà fino a quando non avrai trovato la chiave, quindi attento a cosa scegli per cominciare visto che, nel caso, non potrai cambiare e sarai costretto a morire lì dentro dopo una cortissima ora di agonia ed ansia.


A. T. V. M.


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Le quattro serrature si sbloccarono e le porte si spalancarono lentamente.
Certo, l'unione faceva la forza, ma era saggio rimanere tutti assieme e ritrovare una chiave per volta?
Oppure sarebbe stato ideale dividersi il lavoro e ridurre ad un quarto il tempo di ricerca?
Il libro si chiuse di scatto e nello stesso istante, un orologio illusorio apparve di fronte ai loro occhi, o più che altro un timer.
I sessanta minuti erano appena cominciati e non c'era tempo da perdere.
Che per caso l'ultima avventura del Delfino e della Tassetta fosse davvero... l'ultima?

Spoiler:
L'ordine di risposta per questo turno cambia in questo modo:

1) Jorge
2) Caroline Priscilla
3) Victoria
4) Brianna
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Messaggioda Jorge » 31/03/2015, 10:57

Palatium Mirabile!

Quelle due semplici parole latine erano l’ultima opzione che restava ai ragazzi perché la loro avventura non terminasse ancor prima di iniziare, visto che la stanza in cui si trovavano non sembrava celare alcun mistero se non se stessa : Hogwarts aveva Sette piani e quindi già di per sé aver posato i piedi su uno Ottavo era una piccola conquista. Non appena la voce di Caroline Priscilla si disperse nell’aria il pavimento sotto di loro iniziò a tremare come a causa di un terremoto di lieve intensità –e che spinse Jorge a rafforzare la presa sulla mano di Victoria sia per darle più stabilità che per rassicurarla – e il centro della sala venne illuminato da un raggio di Luna. Memore del gioco di luci impossibile che un raggio simile aveva creato poco primo nel corridoio, Jorge ne seguì attentamente la traiettoria, cercando di cogliere eventuali anomalie nelle ombre o negli oggetti stessi che esso colpiva senza lasciarsi fuorviare da tutti quei luccichii dorati. O almeno tentò di farlo fino a quando il bagliore non divenne talmente intenso da costringerlo a chiudere gli occhi per proteggere la vista.

Oh porc…

Iniziò a imprecare per poi mordersi la lingua – cercava sempre di moderare il linguaggio in presenza della Draghessa per non parlare del fatto che con loro vi era anche la piccola Brianna – e restare per un minuto buono in silenzio a girovagare per la nuova stanza in cui erano stati magicamente catapultati e che era…

Magnifica… - sussurrò con un tono di voce che lasciava trasparire quella sorta di timore reverenziale che stava provando in quel momento non solo per l’eleganza e la raffinatezza di quel luogo – Cosa hai detto che vuol dire quella frase in latino? – chiese rivolto alla fidanzata che, se non si fosse spostata per un qualche motivo, si sarebbe trovata ancora accanto a lui sempre mano nella mano – Giusto… Palazzo Meraviglioso… Mai parola d’ordine – o formula magica che dir si voleva – è stata più azzeccata. Questo luogo è magnifico e trasuda magia da ogni asse di legno o pietra, lo senti anche tu?

Chiese per conferma alla sua sorellina, prima di superare la porta spalancata e avviarsi alla scoperta di quell’Ottavo Piano, con il naso quasi perennemente all’insù e la bocca dischiusa in una piccola “O” di sorpresa e di ammirazione.

Un genio… solo un genio altamente dotato può aver creato dal nulla un simile prodigio… riuscire ad occultare un intero piano grande quanto tutti gli altri e a mantenerlo uguale a se stesso nel corso dei decenni… un alchimista può davvero creare tutto questo?

La domanda ovviamente non era posta a nessuno dei presenti anche se non fu difficile per le ragazze cogliere la sfumatura di cupidigia nella voce del portoghese. Per chi lo conosceva bene, come appunto la fidanzata e la sorellina, non era mistero che Jorge volesse intraprendere la carriera di Alchimista e quindi non era difficile comprendere su cosa si stesse soffermando la sua mente in quell’istante.

Anch’io potrò arrivare fino a tanto? Cosa dovrò fare per sviluppare le mie capacità in modo da raggiungere questi livelli?

Perso nella contemplazione di quell’opera straordinaria di magia e nei propri pensieri, il portoghese non si accorse – e come poteva quando la porta si richiusa silenziosamente quando loro aveva già abbandonato la prima sala? - che man mano che avanzavano la strada per il ritorno veniva loro preclusa e fu quindi con animo abbastanza sereno e leggero che si avventurò per quelle stanze sfarzose, traboccanti di oro e argento, capaci di accogliere molte persone dato il numero di divani, sedie e poltrone sparse qua e là ma in realtà privi di vita. I loro passi, che riecheggiavano sinistri nel silenzio che li circondava e che rendevano Jorge un filino nervoso, erano probabilmente i primi che quelle mura sentivano da tanto, tanto tempo.

Hummm… mi sa che dovremo scendere laggiù.

Commentò con molto poco entusiasmo quando, dopo aver esplorato ogni anfratto del piano, si ritrovarono in quella che sembrava essere l’anticamera di una prigione o di una buia e fredda segreta, visto che stavano in un Castello di stampo medievale.

Vado avanti io.

Affermò con una voce per una volta autoritaria – quell’improvviso cambio di ambientazione dall’opulente e sfarzoso al minimale non lasciava presagire nulla di buono secondo lui - mettendosi davanti a Cappie e tacitando con un’occhiata seria e irremovibile eventuali sue rimostranze.

Dubito che ci riporteranno direttamente al Settimo Piano.

Borbottò ironico, e non senza una certa logica visto che le scale puntavano per la prima volta verso il basso, per poi impugnare la bacchetta, per essere pronto ad affrontare qualsiasi cosa vivesse nei sotterraneo. Iniziò quindi a scendere le scale tenendo Victoria – nel caso avesse continuato a tenerlo per mano e quindi fosse scesa insieme a lui – un po’ più indietro in modo da farle da scudo con il proprio corpo. Tutte le ansie e paure del portoghese vennero però spazzate via in un lampo non appena i suoi piedi ebbero lasciato l’ultimo gradino. Nell’arco di meno di un minuto era passato dall’affrontare un incubo – dover scendere nelle segrete sicuramente buie e umide e piene di trabocchetti di un piano inesistente – al vivere un sogno. Non aveva altro modo se non la parola “sogno” per descrivere il meraviglioso laboratorio in cui si erano ritrovati. I suoi occhi si muovevano come trottole impazzite, schizzando dai materiali nelle teche – “Oh Merlino non sapevo neanche che esistessero minerali del genere… chissà che proprietà hanno” – ai libri ordinatamente impilati nelle librerie, molti dei quali aveva solo sentito nominare e che mai, nella sua vita, si sarebbe immaginato di vedere dal vivo. Le dita gli formicolavano dal desiderio di avvolgersi intorno a quelle copertine dall’aria antica, di sollevare le teche di vetro e prendere questo o quella pietra, e inconsapevolmente aveva preso ad aprire e chiudere entrambe le mani, in modo da rendere palese a Victoria cosa gli stesse passando dalla mente.

Dite che posso prendermi un souvenir?

Mormorò estasiato, facendo scivolare via la propria mano da quella della Draghessa per lasciarla libera di curiosare in giro a suo piacimento, e avvicinarsi maggiormente a tutto quel ben di Merlino. Sfiorò con la punta di un dito alcune teche e i dorsi di alcuni libri per poi chinarsi sul calderone per cercare di individuare la sostanza che vi stava ribollendo all’interno.

Hummm… violetto, verde acido, blu oltremare, giallo limone… - elencò in ordine la gradazione di colore che il composto andava assumendo – Uff… questi colori non mi fanno venire in mente nulla e neanche l’odore…

Si lamentò per poi sussultare quando un vento gelido che non poteva esistere – la stanza era priva di finestre – lo sfiorò mentre andava a colpire il leggio accanto a lui e al calderone su cui era chino. Un altro brivido di freddo gli percorse la spina dorsale, causato da un terribile presentimento. Nei film babbani che tanto gli piacevano quando un libro veniva sfogliato da dita invisibili, come stava accadendo in quel momento, ciò che veniva riportato alla luce non era mai nulla di buono. Con l’aria di un condannato a morte si spostò di fronte alla pagina aperta e iniziò a leggere a voce alta.

Come avrai capito, stolto visitatore, non sono solito avere ospiti, anzi, preferisco definirli intrusi.
L'unico modo per andartene è trovare le quattro chiavi per aprire il passaggio di emergenza, ma pensi davvero di esserne in grado?


L’unico modo? Che vuol dire?

Chiese, guardandosi in giro con aria spaesata e preoccupata. Preso com’era dall’ammirare la bellezza del laboratorio non si era reso conto che le scale erano sparite e al loro posto era apparsa una parete di pietra dall’aria molto solida. Allungò una mano verso Victoria e se lei lo avesse raggiunto le avrebbe preso entrambe le mani e se le sarebbe portate al petto.

Mi spiace tantissimo... - le sussurrò e dallo sguardo che le rivolse era chiaro che era sinceramente dispiaciuto e sincero. A poter tornare indietro avrebbe convinto la Randall a rimanere al sicuro nella Hogwarts che conoscevano e avrebbe oltrepassato quella porta magica da solo, perché non avrebbe potuto abbandonare da sola la sua sorellina. – Ti prometto che farò di tutto per portarti fuori di qui sana e salva, per portarvi via tutte…

Si corresse perché in fondo, per un meccanismo molto maschilista si sentiva responsabile di tutte e tre le donzelle che erano con lui, per poi riprendere a leggere, certo che lì avrebbe trovato la soluzione al loro problema.


Il sistema di sicurezza magica è progettato per far avvenire diverse esplosioni, innocue per il mio materiale ma letali per te, nell'arco di sessanta minuti.


Di che diavolo sono fatti per poter uscire indenne da delle esplosioni? O da cosa sono protette?

Due interrogativi quelli che sorsero spontanei nella sua mente ma subito archiviati perché in quel momento non gli parvero di alcuna utilità.

Le chiavi si trovano dentro le quattro stanze alle tue spalle, credo sarà meglio che ti sbrighi, non hai molto tempo...
... Ah, dimenticavo, entrando in una stanza essa si sigillerà fino a quando non avrai trovato la chiave, quindi attento a cosa scegli per cominciare visto che, nel caso, non potrai cambiare e sarai costretto a morire lì dentro dopo una cortissima ora di agonia ed ansia.


A. T. V. M.


Oh Merlino Benedetto… sia letteralmente fottuti!

Esclamò e questa volta l’imprecazione la pronunciò forte e chiara. Fece un respiro profondo e poi un altro, portando la mano tra i capelli e scompigliandoli con forza in un gesto di rabbia repressa e nervosismo.

Mantieni la calma… mantieni la calma e pensa con lucidità… - si andava ripetendo tra sé e sé, mentre spostava lo sguardo dalle quattro porte alle tre ragazze che stavano con lui. – Ha detto un’ora… un’ora per trovare quattro chiavi e andare via da qui prima di saltare in aria.

Un sunto crudo ma efficace che gli fece accendere la classica lampadina babbana in testa. Le chiavi erano quattro e loro erano quattro e questo voleva dire che potevano avere un’ora per trovare ogni chiave e non quindici minuti, ma quello avrebbe voluto dire separarsi, cosa che non era disposto a fare.

Abbiamo mezz’ora per trovare ogni chiave, non è tanto ma di certo è più di quello che l’Alchimista o chi per lui aveva in serbo per l’intruso… - affermò per poi continuare se qualcuno avesse chiesto spiegazioni - Possiamo dividerci a coppie e prendere due porte ciascuna così da avere più tempo a disposizione rispetto all’affrontare ogni porta tutti insieme… Non ho alcuna intenzione di far entrare Victoria da sola in una di quelle stanze. – comunicò deciso, colmando la poca distanza che lo separava dalla ragazza e avvolgendole, se glielo avesse permesso, un braccio protettivo intorno alle spalle - La porta si sigilla non appena viene varcata e questo vuol dire che non potrei aiutarla in alcun modo se ne avesse bisogno. E non possiamo lasciare da sola neanche Brianna – continuò nella strenua difesa della sua posizione – Merlino è solo al quarto anno, come farà a difendersi da qualsiasi cosa si celi dietro la sua porta?

Quella che seguì fu una breve quanto concitata discussione durante la quale Jorge tentò inutilmente di opporre una logica e razionale resistenza alle obiezioni che le altre gli stavano muovendo. Per quanto spaventato dall’idea di separarsi dalla fidanzata, e in parte anche da Brianna, non poteva negare che se avessero affrontato ognuno una porta contemporaneamente le probabilità di riuscita sarebbero state di molto più elevate.

Basta, ho capito! – disse quindi, sconfitto, fendendo l’aria di fronte a sé con entrambe le mani per poi posarle sulle guance di Victoria a incorniciarle il viso – Sei davvero certa che varcare da sola una di quelle è la cosa migliore da fare? – le chiese guardandola fisso negli occhi e in caso di risposta positiva avrebbe aggiunto – Lo sai che verrei con te se solo tu lo volessi?

Si chinò quindi per darle un bacio lieve sulle labbra prima di far scivolare una mano nella sua e voltarsi a fronteggiare i quattro nemici di legno, notando così per la prima volta che ogni porta aveva un colore e un disegno differente. Nello specifico le due porte a destra erano, la prima di colore celeste con delle fauci animalesche stilizzate e la seconda di colore rosso con la raffigurazione di un cervello umano, quelle a sinistra erano, invece, la prima di colore grigio con un mappamondo disegnato sopra e la seconda di colore verde e lo stemma di Hogwarts.Che fossero un indizio di ciò che vi si trovava all’interno? Forse si o forse no. Lo sguardo del Delfino iniziò a spostarsi dalla porta celeste a quella rossa, quelle che avevano attirato maggiormente la sua attenzione perché il disegno e il colore lo spingevano a reputarle, a torto o a ragione, le più pericolose. Il suo orgoglio maschile gli stava urlando di fare il cavaliere e prendere senza indugio la porta con le fauci in modo da essere lui quello che avrebbe affrontato il pericolo più grande, almeno a giudicare dai disegni, mentre una vocina gli sussurrava che non era quella la circostanza più adatta per fare il macho perché se avesse fallito ci sarebbero andate di mezzo anche le ragazze. Per far apparire l’uscita di sicurezza infatti si aveva bisogno di tutte e quattro le chiavi quindi il fallimento di uno avrebbe decretato la morte di tutti.

Per quanto sia dura da ammettere sappiamo entrambi che sei tu quella più brava con la bacchetta e ferrata in Incantesimi e Difesa. - disse quindi rivolto a Cappie, lo sguardo fisso di fronte a sè per evitare di incontrare quello di Victoria al suo fianco e leggervi biasimo o delusione. - Io sono bravo solo a giocare con ampolle e provette.- aggiunse con una semplice scrollata di spalle, l’orgoglio calpestato letteralmente sotto i piedi. – Se non te la senti, però, la porta con le fauci la prendo io.

Perché non l’avrebbe mai costretta a scegliere qualcosa di pericoloso a causa sua. Attese quindi la risposta di Cappie per poi invitare Victoria a fare la sua scelta prima di fare la propria.

Io prendo quella rossa con stilizzato il cervello umano.

Disse sicuro senza far trasparire troppo il nervosismo che avvertiva mentre il ricordo di una delle lezioni di Storia della Magia sulla composizione del Ministero e di una fantomatica Stanza dei Cervelli gli balenava in mente facendo rabbrividire interiormente. Nel caso in cui Brianna avesse opposto qualche resistenza, le si sarebbe rivolto con aria ragionevole cercando di far leva sul suo punto debole e cioè il petauro.

E’ meglio che tu scelga la porta con su raffigurata Hogwarts – che secondo la sua analisi sarebbe dovuta essere la più innocua in quanto portava il simbolo quella che negli ultimi sette anni aveva rappresentato per lui una casa e una famiglia– E’ un disegno familiare e Glaedr si sentirà più a suo agio.

In ogni caso il tempo per le strategie era terminato. Le quattro porte si spalancarono magicamente, il libro con l’avvertimento si chiuse da solo e un orologio apparve dal nulla per scandire quelli che sarebbero potuti essere gli ultimi sessanta minuti della loro vita.

Siete pronte?

Chiese quindi, stringendo con più forza la mano della fidanzata, restio a separarsene.

Spoiler:
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Messaggioda Caroline Priscilla » 31/03/2015, 22:01

Quando aveva pronunciato quelle parole, una minima parte della Tassorosso aveva pensato "e se adesso ci cacciassimo nei guai?". L'ottavo piano, invece, si trasformò in qualcosa di meraviglioso sotto i loro occhi, rincuorando in parte i timori della ragazza che temeva di aver coinvolto, in una disavventura piuttosto che in un'avventura, delle persone innocenti. Si, perchè se lei e Jorge erano ormai adulti per assumersi le resposabilità delle proprie azioni, cosa dire invece di Brianna e Victoria, che si erano lasciate trascinare là dentro grazie alla curiosità di una e all'entusiasmo dell'altro? Sapere di aver coinvolto le due studentesse in una semplice caccia al tesoro fece tirare alla O'Neill un sospiro di sollievo, mentre fissava stupita e meravigliata ciò che la magia di quel luogo le stava offrendo.

Questo luogo è magnifico e trasuda magia da ogni asse di legno o pietra, lo senti anche tu?

Annuì anche lei estasiata alle parole del fratellone, trovandosi completamente d'accordo con lui. Ogni cosa là dentro era frutto di una magia che andava ben oltre i limiti dei due maghi diplomandi, ma abbastanza grandi da capirlo al volo, senza bisogno di ulteriori prove. Procedeva come rapita da tutta quella magnificenza, osservando ogni cosa, cercando di stamparsi i singoli dettagli nella mente che, grazie al regalo di Axell, avrebbe anche potuto rivedere un giorno se ne avesse avuto voglia. Certo le era impossibile rendersi conto di un particolare inquietante come la porta dalla quale erano entrati che si richiudeva, sigillandoli all'interno, e che avrebbero fatto schizzare all'istante i sensi di colpa della prefetta alle stelle.

Un genio… solo un genio altamente dotato può aver creato dal nulla un simile prodigio… riuscire ad occultare un intero piano grande quanto tutti gli altri e a mantenerlo uguale a se stesso nel corso dei decenni… un alchimista può davvero creare tutto questo?

A quanto pare si...

Rispose senza però riflettere davvero su quella domanda, molto più interessata ad una mela di colore rosso scuro adagiata insieme ad altra frutta dall'aspetto invitante in una coppiera in argento. La afferrò con delicatezza, volendo accertarsi che fosse vera, reale, avvicinandola al proprio naso e riconoscendo all'istante il profumo tipico di quel frutto. Solo la paura di finire "avvelenata" accidentalmente la convinse a non darle un morso, ma la mela venne nascosta nella borsa a tracolla che la ragazza portava sul fianco, insieme al foglietto con sopra l'indovinello, ormai del tutto inutile. Voleva delle prove tangibili di quel luogo, ma le sembrava un vero e proprio furto prendere un oggetto prezioso come quelli che stava trovando in giro. Così, bacchetta alla mano, si diresse insieme al resto del gruppo verso l'ultima parte di quel percorso, ovvero uno stanzino completamente diverso dal resto del piano e che mise subito in guardia Jorge per il suo aspetto scarno e vecchio. Al centro di esso, una scalinata scendeva verso il basso, con un chiaro e inequivocabile invito a proseguire verso il piano inferiore.

Hummm… mi sa che dovremo scendere laggiù.

Beh a dire il vero possiamo anche tornare indietro se non ci attira molto...

Ma questo lasciava intendere che avrebbero dovuto lasciare la risoluzione del mistero a metà. Un po' incuriosita un po' guardinga, la O'Neill accettò che il delfino andasse prima di tutte loro, optando quindi per essere lei la chiudi-fila, nel caso in cui qualcosa di non troppo amichevole fosse sbucato dietro di loro per sorprenderli in un agguato. Per sua fortuna, nulla attentò alla loro vita mentre scendevano la scalinata che li portò all'interno di un laboratorio molto simile a quello che era presente a scuola, ma decisamente più grande e più fornito.

Credo proprio che questo sia il tuo regno, fratellone!

Disse in una risata, avvicinandosi ad osservare un po' i vari libri sugli scaffali, gli ingredienti e gli utensili alchemici esposti in ordine e con precisione e infine al leggio dove era aperto un grosso libro, dando una veloce occhiata a quello che c'era scritto su di esso. Dopo aver soddisfatto la propria curiosità, la Tassorosso riservò tutta la propria attenzione al calderone che stava ribollendo di una sostanza assai strana e dall'aria non troppo invitante.

Hummm… violetto, verde acido, blu oltremare, giallo limone…Uff… questi colori non mi fanno venire in mente nulla e neanche l’odore…

Proprio come aveva fatto in precedenza con la mela, Cappie si chinò appena sul calderone per sentire l'odore emanato dai suoi effluvi, facendo una smorfia disgustata quanto alle narici le arrivò un olezzo non proprio gradevole.

Bleah...sembra spazzatura...
Però...uhm...


Osservò le pile di ampolle vuote, prendendone una media assieme ad un mestolo, con il quale versò a filo una dose di quella melma disgustosa, riempiendola fin quasi all'orlo.

Non si sa mai, potrebbe essere utile!

Avrebbe detto in risposta a qualsiasi domanda da parte del resto del gruppo, mentre applicava un incantesimo di trasfigurazione sull'ampolla, cambiandone il materiale di vetro in alluminio.

Transfiguretur

Difficoltà: 6
Tipo: Incantesimo di Trasfigurazione
Descrizione: Trasmuta un oggetto di piccole dimensioni (max. 5 kg) in legno/pietra/vetro/alluminio
Genere: //
Danno: //


Aveva appena concluso quella piccola magia quando la porta dalla quale erano entrati si trasformò in un muro, impedendo ai ragazzi di poter percorrere la stessa via per uscire dal laboratorio. Un vento gelido iniziò a soffiare all'interno della stanza, pur non essendoci finestre, facendo rabbrividire la ragazza ma dalla paura di quello che lo strano fenomeno le lasciava presagire [Intuito(S)=20]. La pagina dove si era soffermata la sua attenzione poco prima sparì, sommersa da altre nuove le cui parole scritte vennero lette ad alta voce da Jorge, il più vicino al leggìo in quel momento.

Come avrai capito, stolto visitatore, non sono solito avere ospiti, anzi, preferisco definirli intrusi.
L'unico modo per andartene è trovare le quattro chiavi per aprire il passaggio di emergenza, ma pensi davvero di esserne in grado?


L’unico modo? Che vuol dire?

Scosse la testa impotente, ma cercando di prestare quanta più attenzione possibile al messaggio lasciato dall'alchimista che non lasciava alcun dubbio in merito: si trattava di una trappola messa lì apposta ma progettata contro un solo intruso. Di sicuro l'uomo non si era posto il problema che nel proprio laboratorio privato potessero entrare ben quattro persone tutte insieme...

Il sistema di sicurezza magica è progettato per far avvenire diverse esplosioni, innocue per il mio materiale ma letali per te, nell'arco di sessanta minuti.
Le chiavi si trovano dentro le quattro stanze alle tue spalle, credo sarà meglio che ti sbrighi, non hai molto tempo...
... Ah, dimenticavo, entrando in una stanza essa si sigillerà fino a quando non avrai trovato la chiave, quindi attento a cosa scegli per cominciare visto che, nel caso, non potrai cambiare e sarai costretto a morire lì dentro dopo una cortissima ora di agonia ed ansia.


No, no, no, no...

Immagine


Le mancava il respiro. Il cuore aveva preso a battere ad una velocità inaudita, lasciando la Tassorosso a corto di ossigeno o almeno quella era la sensazione che sentiva il proprio corpo. Sarebbero morti, sarebbero tutti morti là dentro e la colpa era solo ed esclusivamente sua. Aveva iniziato lei tutto quanto; aveva letto lei l'indovinello e si era gettata su di esso, famelica, convinta che non avrebbe portato a nulla di pericoloso; aveva messo a tacere i sensi di colpa, aiutato degli studenti ad infrangere le regole e portati in quella che era, senza ombra di dubbio, una trappola mortale. Cercava di imporsi un controllo sul proprio corpo e sulle proprie emozioni, ma era difficile: le mani tremavano, l'ansia le attanagliava le viscere e l'unica cosa che la Tassorosso avrebbe voluto fare era raggomitolarsi da qualche parte e mettersi a piangere. Riuscì a non fare la prima, ma la seconda fu praticamente impossibile da trattenere. Si mise una mano davanti alle labbra, perchè aveva anche iniziato a singhiozzare e non voleva che gli altri capissero quanto lei, lei che era sempre stata quella che teneva alto l'umore del resto del gruppo, fosse irrimediabilmente spaventata da tutta quella situazione [d20:2 + Concentrazione:10= 12].

M-mi d-dispiace...

Sussurrò avvicinandosi verso le porte che l'alchimista aveva dato loro come scelta, mentre ascoltava, totalmente incapace di prendervi parte, alla discussione che si stava creando fra Jorge, Victoria e Brianna.

Abbiamo mezz’ora per trovare ogni chiave, non è tanto ma di certo è più di quello che l’Alchimista o chi per lui aveva in serbo per l’intruso…

Voglio uscire da qui, voglio uscire da qui...

Possiamo dividerci a coppie e prendere due porte ciascuna così da avere più tempo a disposizione rispetto all’affrontare ogni porta tutti insieme… Non ho alcuna intenzione di far entrare Victoria da sola in una di quelle stanze.

Sola...completamente da sola...
Vergil potrebbe aiutarci, Vergil sta facendo la ronda, adesso, lui...lui può aiutarci...


La porta si sigilla non appena viene varcata e questo vuol dire che non potrei aiutarla in alcun modo se ne avesse bisogno. E non possiamo lasciare da sola neanche Brianna
Merlino è solo al quarto anno, come farà a difendersi da qualsiasi cosa si celi dietro la sua porta?


Se lei morisse...se loro morissero...
E' tutta colpa mia...


Quanto si sentiva patetica e impotente in quel momento, mentre la Randall tentava di spiegare le proprie ragioni secondo cui l'idea migliore era cercare di dividersi e prendere ognuno per conto proprio una delle quattro porte. La lancetta dei secondi scorreva inesorabile e il tempo che loro sprecavano nel parlare era tempo che davano alla morte di arrivare prima. Non le importava nulla di cosa avrebbe dovuto fare, era troppo impanicata per riuscire a ragionare con freddezza. Ma non appena i tre si decisero (e la decisione a quanto pare fu quella di dividersi) Cappie cercò di fare un bel respiro e di accettare la dura realtà, ovvero che fra il non fare nulla e il fare qualcosa avrebbe cambiato poco, quindi tanto valeva darsi da fare e impegnare gli ultimi minuti della propria vita a cercare di salvarsi la pelle.

Per quanto sia dura da ammettere sappiamo entrambi che sei tu quella più brava con la bacchetta e ferrata in Incantesimi e Difesa. Io sono bravo solo a giocare con ampolle e provette. Se non te la senti, però, la porta con le fauci la prendo io.

Morire saltando in aria o masticata dalle zanne di una belva? Erano due modi di andarsene al creatore molto allettanti e divertenti, ma Cappie in quel momento non sapeva proprio decidersi su quale scegliere. Sapeva che in diverse circostanze avrebbe scelto il cervello perchè qualcosa le diceva, a torto o a ragione, che dietro quella porta c'era pane per i suoi denti da neo-investigatrice. Ma Jorge l'aveva messa di fronte all'evidenza che era lei quella che sapeva cavarsela in uno scontro, lei che ogni volta lo mandava col culo per aria durante le lezioni di Difesa, lei che era la più veloce a schivare gli attacchi...E di fronte a tutto questo, la O'Neill si limitò ad annuire e ad accettare il proprio destino, lasciando al suo fratellone la possibilità di misurarsi con la propria intelligenza e posizionandosi automaticamente di fronte alla porta celeste con il simbolo delle fauci.
Avrebbe tanto voluto vedere Axell almeno un'ultima volta. La sua presenza, come quella di Vergil, le avrebbe infuso coraggio: forse perchè erano grandi e grossi o forse perchè erano più adulti di lei e avrebbero saputo come comportarsi in una situazione simile. Anche Marshall sarebbe stato un valido supporto per la piccola irlandese, che stringeva spasmodicamente entrambe le mani, una per la bacchetta e l'altra per una fantomatica wakizashi che in quel momento non era lì.
Se solo l'avesse portata con sè...

Siete pronte?

Si voltò verso il proprio destino, la porta ormai aperta e non certo per merito suo, senza rivolgere parola al delfino. No, non si sentiva affatto pronta, ma sapeva che pronunciare quelle parole di fronte al resto del gruppo avrebbe potuto influenzarli e renderli meno combattivi. Bastava lei a soffermarsi su quello stato d'animo, mentre si asciugava le ultime lacrime rimaste e guardava con puro e autentico terrore la via aperta di fronte a sè.

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Messaggioda Victoria » 01/04/2015, 21:41

[handwriting]Con la mano stretta in quella di Jorge, Victoria pensò che sarebbe stato più saggio tenere gli occhi chiusi per tutto il tempo, perché preferiva non guardare cosa sarebbe successo -temendo il peggio, ovviamente; e non avrebbe potuto aprirli nemmeno volendo, perché attraverso le palpebre serrate si rese conto che tutto, intorno a lei, diventava sempre più chiaro e brillante, impedendo a chiunque di osservare e capire cosa stesse succedendo. Quando, finalmente, la luce che li circondava fu abbastanza soffusa da permettere loro di riaprire gli occhi, e la Randall si decise a guardare... si rese conto che tutto era cambiato, e che probabilmente quello era l'ottavo piano nascosto di cui parlava l'indovinello.

Magnifica…

Non disse nulla al commento del ragazzo, limitandosi a guardarsi intorno con aria piuttosto inquieta: sì, naturalmente era tutto bellissimo e ben arredato, raffinato ed elegante... e forse era proprio per questo che l'americana non si sentiva tranquilla.

Cosa hai detto che vuol dire quella frase in latino?

Gli ripeté la traduzione letterale dal latino che aveva fatto quel pomeriggio, senza lasciare la sua mano e spostandosi quindi con lui ad ogni passo compiuto da Jorge.

Giusto… Palazzo Meraviglioso… Mai parola d’ordine è stata più azzeccata. Questo luogo è magnifico e trasuda magia da ogni asse di legno o pietra, lo senti anche tu?

Magnifico, di nuovo quell'espressione.
No, lei non sentiva la magia di cui parlavano Cappie ed Jorge, ma non aveva bisogno di percepirla in prima persona per rendersi conto di come quel luogo fosse pieno: era celato all'interno del Castello di Hogwarts, tenuto in uno stato perfetto, e probabilmente apparteneva a quello stesso Alchimista da lei studiato sui libri di Storia della Magia... che altro serviva per considerarlo un immenso contenitore di Trama?
Cominciarono a muoversi per quel piano celato fino a poco prima, esplorandolo tutti insieme, passo dopo passo: Jorge sembrava completamente entusiasta, ed anche Cappie in fondo le pareva abbastanza tranquilla, presa ad annusare una mela presente in un cesto di frutta nel salone principale.

Un genio… solo un genio altamente dotato può aver creato dal nulla un simile prodigio… riuscire ad occultare un intero piano grande quanto tutti gli altri e a mantenerlo uguale a se stesso nel corso dei decenni… un alchimista può davvero creare tutto questo?

A quanto pare si...

Un genio?
Era così che Alvares vedeva tutto ciò? Possibile che lui e la O'Neill fossero così sereni -perché era ciò che percepiva dal loro modo di camminare e dalle sfumature delle loro voci- in un contesto tanto... inquietante?
In quel momento, forse più che in ogni altro, Victoria si rese conto di quanto poco conoscesse quel lato del portoghese, e di quanto poco le piacesse: era talmente preso dallo sbavare su quello che aveva di fronte, da non essere nemmeno in grado di coglierne quello che per lei era una evidente situazione di pericolo? Certo, nemmeno la Tassorosso sembrava essersene resa conto, ma non era con lei che la bionda era fidanzata!
Ignara che, intanto, la loro unica possibilità di fuga fosse bellamente andata a farsi fottere, la Dragargenteo proseguì in quel tour da cardiopalma in religioso silenzio, ascoltando con inquietudine sempre crescente l'eco dei propri passi che riecheggiavano in quell'ambiente vuoto, fino a raggiungere una stanzetta dall'aria scarna la cui unica particolarità erano delle scale che scendevano verso il basso.

Hummm… mi sa che dovremo scendere laggiù.

Beh a dire il vero possiamo anche tornare indietro se non ci attira molto...

'E sarebbe una così grave perdita?' -si domandò Victoria mentalmente, poiché l'uso della parola sembrava improvvisamente esserle stato interdetto.

Vado avanti io.
Dubito che ci riporteranno direttamente al Settimo Piano.


Ancora la Randall non aveva pronunciato una singola parola, limitandosi a scendere le scale col resto del gruppo ma facendo scivolare lentamente la sua mano via da quella di Jorge: la sensazione d'inquietudine provata fino a quel momento non faceva altro che acuirsi, e raggiunse il suo culmine massimo quando, alla fine delle scale, i quattro sbucarono sull'ingresso di quello che sembrava essere un vero e proprio laboratorio, con tanto di scaffali pieni di libri, un calderone con qualcosa dentro, insomma, tutto l'occorrente per esercitarsi e sperimentare.

Immagine


Un laboratorio.
Quell'Alchimista aveva costruito il suo appartamento personale sopra l'ultimo piano di Hogwarts, con tanto di laboratorio personale... era ben oltre l'inquietante!
Un brivido freddo le corse lungo la schiena, ed un'espressione assolutamente incredula le sbocciò sul viso quando ascoltò le parole -e vide gli atteggiamenti- dei due diplomandi.

Dite che posso prendermi un souvenir?

Credo proprio che questo sia il tuo regno, fratellone!

Hummm… violetto, verde acido, blu oltremare, giallo limone…Uff… questi colori non mi fanno venire in mente nulla e neanche l’odore…

Bleah...sembra spazzatura...
Però...uhm...
Non si sa mai, potrebbe essere utile!


State... state scherzando? -ecco, finalmente la voce le era uscita dalle labbra: ma seppure quelle parole, nella sua mente, avesse un tono più scioccato che altro, quando le pronunciò assunsero una sfumatura decisamente... arrabbiata- Mi state prendendo in giro?
Come diavolo fate a ridere e scherzare come se nulla fosse? Vi sembra divertente o meraviglioso quello che avete di fronte agli occhi?


Passò lo sguardo su Cappie prima e su Jorge poi, indugiando sul suo volto un paio di secondi perché, chiaramente, era da lui ad essere più delusa.

Siamo in un luogo che non risulta da nessun libro di Hogwarts, non vi ricorda niente tutto ciò? La storia della Camera dei Segreti ve la siete forse scordata?! -certo, non si aspettava d'incontrare un Basilisco, ma questo non bastava certo per farla sentire leggera e tranquilla- Siamo circondati dalla magia per vostra stessa ammissione, e l'unica cosa che sapete fare è... trovare tutto questo incredibile e fantastico come fosse un'avventura pazzesca? -perché nella propria concezione delle cose, influenzata dal personale background della bionda, il fatto che un luogo fosse pregno di magia era, per la maggior parte dei casi, qualcosa di negativo.

Non era sull'orlo dell'isteria comunque, anzi, la voce per quanto ringhiante di rabbia era estremamente controllata: ed era proprio quello il problema... la rabbia.
Non pensava di averne accumulata così tanta, ma più parlava, più si rendeva conto di averla fatta ribollire dentro di sé ad ogni passo compiuto in quell'ottavo piano nascosto, e di essere ormai -più che preoccupata o spaventata, o forse persino incazzata- totalmente frustrata, perché sembrava essere l'unica tra loro tre -chiaramente non avrebbe potuto parlare per Brianna- a vedere le cose come stavano e a comportarsi emotivamente di conseguenza: decisamente il suo lato più Dragargenteo, e quindi povero di auto-controllo, stava venendo fuori.

Ci troviamo negli appartamenti personali di un Alchimista che si presuppone sia morto anni fa, eppure qui è tutto perfettamente pulito e funzionante come se qualcuno ci abitasse per davvero... e se ve lo foste dimenticato, quello stesso Alchimista è stato licenziato da Hogwarts per motivi sconosciuti, quindi non credo che fosse esattamente una brava persona! -e ciò a cui stava pensando (tiro su Concentrazione d20= 16) era piuttosto palese... vendetta, anche se non era certa che le proprie supposizioni fossero esatte e non sapesse esattamente, in caso di ragione, verso chi fosse rivolta- Insomma, quale mente malata e seriamente disturbata si creerebbe un posto del genere proprio nel luogo da cui è stato mandato via, secondo voi?

Scosse appena il capo, sbuffando e muovendo qualche passo per almeno un minuto buono come per volersi scaricare -e magari dando modo ai due ragazzi di ragionare sul suo punto di vista- tornando infine a guardarli negli occhi.

Sapete cosa mi da' veramente fastidio di tutta questa situazione? Non che mi trovi qui con voi, perché avrei potuto scegliere di non venire, e invece ho fatto una cazzata di mia spontanea volontà.
No, quello che mi lascia più basita è che per me evidentemente non c'è niente, niente per cui ridere, per cui scherzare, mentre per voi sì! Io non credo sia il momento più adatto per sbavare
-come aveva fatto Jorge- o per fare gli Investigatori amatoriali -come aveva fatto Cappie- dovremmo solo andarcene subito e ritenerci fortunati se--

S'interruppe di colpo quando un refolo di vento gelido le scivolò accanto, scompigliandole leggermente i capelli e facendola irrigidire sul posto, e forse in un certo senso fu meglio così: probabilmente la sua era una reazione esagerata e fuori luogo, o forse la si poteva giustificare per il fatto che era spaventata, lucida fino ad un certo punto, e che si trattasse proprio di lei, la cui storia era un po' atipica rispetto a quella degli altri -una Purosangue che però aveva vissuto pochissimo nel mondo magico, e che stava ancora imparando a conoscere Hogwarts e tutti i suoi segreti.
E Jorge lo sapeva, sapeva benissimo quanto anche le piccole cose, per lei, risultassero ancora sconosciute... allora perché, perché non si era accorto del suo stato d'animo? O forse era Victoria ad essere pazza nell'essere così pessimista, e quindi la reazione di Cappie e del fidanzato era assolutamente giusta e corretta? Quanto avrebbe voluto avere il tempo di parlarne ancora, sentendo anche il parere di Brianna -che pur essendo più piccola sembrava più a suo agio nel mondo magico della Randall... ma non poté farlo, perché all'improvviso la voce del portoghese la raggiunse, leggendo parole che mai la bionda avrebbe voluto sentire.[/handwriting]


Come avrai capito, stolto visitatore, non sono solito avere ospiti, anzi, preferisco definirli intrusi.
L'unico modo per andartene è trovare le quattro chiavi per aprire il passaggio di emergenza, ma pensi davvero di esserne in grado?


[handwriting]L’unico modo? Che vuol dire?

Bloccati dentro.
Quella fu l'unica cosa a cui Victoria riuscì a pensare... anzi, la seconda, perché la prima fu che il suo stra-maledettissimo presentimento si stava rivelando esatto.

Mi spiace tantissimo...
Ti prometto che farò di tutto per portarti fuori di qui sana e salva, per portarvi via tutte…


Non gli rispose, lasciò che Jorge le prendesse le mani senza nemmeno accorgersi del gesto, troppo concentrato sul resto delle parole apparse sul libro poggiato sul leggìo presente nel laboratorio.[/handwriting]


Il sistema di sicurezza magica è progettato per far avvenire diverse esplosioni, innocue per il mio materiale ma letali per te, nell'arco di sessanta minuti.
Le chiavi si trovano dentro le quattro stanze alle tue spalle, credo sarà meglio che ti sbrighi, non hai molto tempo...
... Ah, dimenticavo, entrando in una stanza essa si sigillerà fino a quando non avrai trovato la chiave, quindi attento a cosa scegli per cominciare visto che, nel caso, non potrai cambiare e sarai costretto a morire lì dentro dopo una cortissima ora di agonia ed ansia.


A. T. V. M.


[handwriting]Oh Merlino Benedetto… siamo letteralmente fottuti!

Come se avesse perso nuovamente la voce, tutto ciò che riuscì a fare Victoria fu chiudere gli occhi e scuotere il capo, come a volersi convincere che fosse tutto uno scherzo di pessimo gusto, o magari un incubo dovuto ad una cena indigesta... invece erano lì per davvero, imprigionati, con le vite in pericolo e pochissime chances di uscirne vivi.
Quella consapevolezza la lasciò attonita, basita, completamente senza forze: le lacrime cominciarono a sgorgarle dagli occhi e lungo le guance, ed una sensazione di vuoto le attanagliò lo stomaco, stringendolo in una morsa tanto dolorosa che se anche avesse provato ad urlare, non ci sarebbe riuscita.

M-mi d-dispiace...

Abbiamo mezz’ora per trovare ogni chiave, non è tanto ma di certo è più di quello che l’Alchimista o chi per lui aveva in serbo per l’intruso…
Possiamo dividerci a coppie e prendere due porte ciascuna così da avere più tempo a disposizione rispetto all’affrontare ogni porta tutti insieme… Non ho alcuna intenzione di far entrare Victoria da sola in una di quelle stanze.
La porta si sigilla non appena viene varcata e questo vuol dire che non potrei aiutarla in alcun modo se ne avesse bisogno. E non possiamo lasciare da sola neanche Brianna... Merlino è solo al quarto anno, come farà a difendersi da qualsiasi cosa si celi dietro la sua porta?


... dobbiamo separarci. -fu l'unica cosa che riuscì a dire dopo circa due minuti di silenzio totale, perlomeno se nemmeno Brianna, troppo sconvolta dall'accaduto, avesse parlato: scivolò via dalla sua stretta protettiva, fissando gli altri come se non fosse nemmeno lì con la testa. La verità era che lo shock non le permetteva di fare altro che non fosse continuare a piangere, mentre la poca razionalità rimasta aveva seguito il ragionamento del portoghese e lo stava elaborando a modo proprio- Non c'è abbastanza tempo per andare a coppie, e non sappiamo cosa si celi dietro quelle porte.
Potrebbero esserci mostri da battere come indovinelli da risolvere, il fatto di essere al quarto anno, al quinto o al settimo non vuol dire niente.


Nuovamente, scoprì che quando i propri pensieri prendevano vita, finivano per essere pronunciati con toni diversi da quelli ipotizzati: in questo caso, la sua voce risuonò molto più dura di quanto pensasse.

E non credo nemmeno sia un caso che le porte siano quattro per quattro chiavi, e noi quattro persone... anche questa è una prova, e l'unico modo per superarla è andare ognuno per conto proprio. -quella era la sua posizione, e non l'avrebbe cambiata per nulla al mondo... anche perché, al momento, di andare con Jorge non aveva proprio voglia, provava sentimenti troppo negativi per pensare di collaborare col fidanzato in una situazione così delicata.

Basta, ho capito!
Sei davvero certa che varcare da sola una di quelle è la cosa migliore da fare?


È la cosa migliore per tutti. -rispose lei, atona.

Lo sai che verrei con te se solo tu lo volessi?

E tu lo sai che non mi stai per nulla aiutando a sentirmi meglio? -sbottò improvvisamente la Draghessa, guardandolo negli occhi ancora in preda al pianto.

Immagine


Mi stai trattando come se fossi una povera principessina indifesa da salvare... ma io non sono così, Jorge! Ho bisogno che tu mi dica che posso farcela, che ti fidi di me abbastanza da credere che qualunque cosa ci sia dietro a quella porta sarò in grado di venirne fuori, ho bisogno che tu abbia fiducia nelle mie capacità e non che mi faccia sentire come se non fossi in grado di fare nulla solo perché sono più piccola di te! -era il suo orgoglio di Dragargenteo a parlare, per la maggior parte, ma possibile che dopo un anno insieme Alvares non avesse ancora capito come trattarla?

Scosse il capo, perché discutere ancora non sarebbe servito a niente, limitandosi a guardare le porte per scegliere quella che avrebbe voluto affrontare: chiaramente il discorso precedente valeva anche per Brianna -Victoria infatti credeva nelle capacità della Delfina ed era convinta che spronarla a non arrendersi e combattere per la propria sopravvivenza e, di riflesso, quella di tutti, fosse la cosa migliore da fare... ma non potendo sapere quale fosse il modo migliore per fomentare la Wollis, la Randall non disse nulla, limitandosi ad un sorriso incoraggiante -o almeno tentò di farlo sembrare tale verso di lei- per poi indicare la porta con sopra il disegno stilizzato di un mappamondo.

Io scelgo quella.

Fu l'ultima cosa che disse, facendo scivolare la mano da quella di Jorge e non guardandolo nemmeno in faccia: l'ora di tempo era ormai cominciata, e la bionda non aveva intenzione di perdere altri secondi preziosi; posò la mano sulla maniglia, aprì la porta, e la oltrepassò senza più voltarsi indietro, lasciando che si chiudesse -e si sigillasse- alle sue spalle.

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Messaggioda Brianna » 03/04/2015, 9:53

Palatium Mirabile!

Dopo le parole pronunciate dalla Tassorosso, il terreno iniziò a muoversi sotto i suoi piedi ed un raggio di luce iniziò ad entrare in quella stanza vuota; Brianna osservò affascinata quella luce ingrandirsi sempre più che faceva brillare tutto ciò che toccava... la osservò finchè fu possibile, fino a quando la luce non divenne così forte da farle chiudere gli occhi per proteggerli, mentre una mano correva la dove era Glaedr, a proteggere anche i suoi, di occhietti – molto più delicati – anche se non ce ne sarebbe stato bisogno... il giovane petauro era n grado di badare a se stesso più di quanto Brianna immaginasse.

Poi, qualche istante più tardi, da sotto le palpebre abbassate Brianna si accorse che la luce così forte non c'era più... socchiuse gli occhi per intravedere qualcosa e, non vedendo nulla nell'immediato di cui preoccuparsi, li riaprì completamente... la finestra non c'era piu'! Si vedeva ora il VERO Ottavo Piano!

wow!

La voce di Brianna era appena un sussurro, ma sarebbe bastato ascoltarlo – o guardarla in viso – per rendersi conto di quanto meravigliata fosse la ragazzina.


Questo luogo è magnifico e trasuda magia da ogni asse di legno o pietra, lo senti anche tu?

Brianna osservò Jorge e vide Cappie annuire alla domanda del Delfino... no, lei non sentiva assolutamente nulla, ma era anche vero che aveva decisamente meno anni di esperienza dei due e, se loro due erano d'accordo su questo fatto, allora voleva dire che era vero, quel luogo trasudava magia.

Brianna osservava tutto, incapace di rendersi perfettamente conto di tutto ciò che la circondava, tanto era felice di essere – e vedere con i suoi occhi – un posto del genere... un posto che nemmeno avrebbe dovuto esistere!

Se l'avesse detto in giro, probabilmente nessuno le avrebbe creduto, ma che importava? Lei era li, lo stava vedendo con i suoi occhi... era qualcosa di magnificamente bello.

In tutto questo ammirare il nuovo posto in cui erano arrivati, non si rese conto che erano stati chiusi dentro, altrimenti la meraviglia avrebbe immediatamente lasciato il posto all' apprensione se non direttamente alla paura.

Un genio… solo un genio altamente dotato può aver creato dal nulla un simile prodigio… riuscire ad occultare un intero piano grande quanto tutti gli altri e a mantenerlo uguale a se stesso nel corso dei decenni… un alchimista può davvero creare tutto questo?

A quanto pare si...

Intanto i quattro procedevano, Brianna troppo persa ad ammirare il tutto per captare qualche segnale di pericolo, tanto da far uscire Glaedr e farlo appoggiare alla sua spalla; procedeva la ragazza, con una specie di “o” muta tra le labbra e gli occhi che luccicavano, senza rendersi conto dei passi che rimbombavano nel silenzio tetro del posto.

Piano piano la situazione si fece strada nella mente di Brianna, i loro passi echeggianti nel vuoto e il silenzio assoluto iniziarono a rendere la giovane Delfina un pochetto nervosa... com'era possibile che nessuno conoscesse quel luogo se quattro studenti erano riusciti a trovarlo?

Hummm… mi sa che dovremo scendere laggiù.

Brianna osservò dapprima le scale e poi Jorge... non era per nulla entusiasta il portoghese... eppure, se non un senso di disagio viscerale che tentava di ignorare, Brianna non scorgeva nulla di inquietante, nulla di cui preoccuparsi.

Beh a dire il vero possiamo anche tornare indietro se non ci attira molto...

Anche no

pensò la Wollis... non le andava di lasciare l'esplorazione a metà, e fu ben lieta di seguire gli altri giu per le scale che si erano palesate davanti a loro, con Jorge davanti e Cappie a chiudere la fila, lasciando i due più esperti all'esterno e lei e Victoria al centro del gruppo, in modo che se ci fosse stato qualche pericolo i due più esperti sarebbero stati pronti.

Un laboratorio... e che laboratorio si palesò davanti agli esploratori! Pieno di qualsiasi cosa utile per le Pozioni... il regno di Jorge!

Dite che posso prendermi un souvenir?

Credo proprio che questo sia il tuo regno, fratellone!

Hummm… violetto, verde acido, blu oltremare, giallo limone…Uff… questi colori non mi fanno venire in mente nulla e neanche l’odore…

Bleah...sembra spazzatura...
Però...uhm...


Non si sa mai, potrebbe essere utile!

State... state scherzando?

Brianna si voltò alla voce arrabbiata di Victoria, più stupita che altro

Mi state prendendo in giro?
Come diavolo fate a ridere e scherzare come se nulla fosse? Vi sembra divertente o meraviglioso quello che avete di fronte agli occhi?


Brianna avrebbe voluto rispondere di si, ma si trattenne, non capendo cosa la Randall volesse dire, e lasciandola continuare il suo sfogo... d'altro canto la Wollis era la più piccola del gruppo e non aveva ancora captato nulla, se non quel senso di disagio che cercava di camuffare, e soprattutto si fidava dei due Prefetti, e se loro due erano tranquilli, perchè agitarsi tanto?

Siamo in un luogo che non risulta da nessun libro di Hogwarts, non vi ricorda niente tutto ciò? La storia della Camera dei Segreti ve la siete forse scordata?!

Victoria poteva anche avere ragione ma...

Siamo circondati dalla magia per vostra stessa ammissione, e l'unica cosa che sapete fare è... trovare tutto questo incredibile e fantastico come fosse un'avventura pazzesca?

Beh, tutta Hogwarts è circondata di magia – si trovò a pensare Brianna – eppure nessuno si fa più tante domande...

rimase però zitta ad ascoltare lo sfogo della Draghessa

Ci troviamo negli appartamenti personali di un Alchimista che si presuppone sia morto anni fa, eppure qui è tutto perfettamente pulito e funzionante come se qualcuno ci abitasse per davvero... e se ve lo foste dimenticato, quello stesso Alchimista è stato licenziato da Hogwarts per motivi sconosciuti, quindi non credo che fosse esattamente una brava persona! Insomma, quale mente malata e seriamente disturbata si creerebbe un posto del genere proprio nel luogo da cui è stato mandato via, secondo voi?
Sapete cosa mi da' veramente fastidio di tutta questa situazione? Non che mi trovi qui con voi, perché avrei potuto scegliere di non venire, e invece ho fatto una cazzata di mia spontanea volontà.
No, quello che mi lascia più basita è che per me evidentemente non c'è niente, niente per cui ridere, per cui scherzare, mentre per voi sì! Io non credo sia il momento più adatto per sbavare o per fare gli Investigatori amatoriali dovremmo solo andarcene subito e ritenerci fortunati se--


La Randall si interruppe quando un refolo di vento gelido attraversò la stanza, e Brianna sentì un brivido freddo scendere giù per la schiena... e se Victoria avesse avuto ragione?


Non era più felice e spensierata, un senso d' inquietudine sempre più forte e ormai difficile da ignorare si stava impadronendo della ragazzina.

Le parole che stava leggendo Jorge la raggiunsero come una doccia fredda

Come avrai capito, stolto visitatore, non sono solito avere ospiti, anzi, preferisco definirli intrusi.
L'unico modo per andartene è trovare le quattro chiavi per aprire il passaggio di emergenza, ma pensi davvero di esserne in grado?


L’unico modo? Che vuol dire?

Intrappolati... erano intrappolati li dentro!

Il sistema di sicurezza magica è progettato per far avvenire diverse esplosioni, innocue per il mio materiale ma letali per te, nell'arco di sessanta minuti.
Le chiavi si trovano dentro le quattro stanze alle tue spalle, credo sarà meglio che ti sbrighi, non hai molto tempo...
... Ah, dimenticavo, entrando in una stanza essa si sigillerà fino a quando non avrai trovato la chiave, quindi attento a cosa scegli per cominciare visto che, nel caso, non potrai cambiare e sarai costretto a morire lì dentro dopo una cortissima ora di agonia ed ansia.

Noooooo!!!

L'urlo riecheggiò nella mente di Brianna, mentre il panico si impossessava di lei... poteva soppportare tutto, ma non di essere la responsabile della morte del suo amato Glaedr... perchè aveva deciso di portarselo via? Non sarebbe stato piu' saggio lasciarlo nel Dormitorio? Lui che colpe aveva se lei, Brianna, lo aveva portato con se? E doveva morire perchè si era fidato di lei? Che razza di persona era Brianna, a mettere in pericolo proprio chi amava di più?

Il cuore iniziò a battere più veloce, ciò che la circondava divenne lontano ed ovattato... l'inizio di un vero e proprio attacco di panico... solo la linguetta umida di un ignaro Glaedr riuscì a calmarla, tanto i due erano attaccati emotivamente e lei sapeva che doveva fare il possibile per proteggerlo, o non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato... ed un attacco di panico non era quello che ci voleva, non in quel momento.

Ok Bri... calma e sangue freddo... dobbiamo uscirne, ce la faremo... per Glaedr

Si disse, accarezzando il petauro che stava nella sua mano, per trovare un appiglio alla sua convinzione

Abbiamo mezz’ora per trovare ogni chiave, non è tanto ma di certo è più di quello che l’Alchimista o chi per lui aveva in serbo per l’intruso… Possiamo dividerci a coppie e prendere due porte ciascuna così da avere più tempo a disposizione rispetto all’affrontare ogni porta tutti insieme… Non ho alcuna intenzione di far entrare Victoria da sola in una di quelle stanze. La porta si sigilla non appena viene varcata e questo vuol dire che non potrei aiutarla in alcun modo se ne avesse bisogno. E non possiamo lasciare da sola neanche Brianna, Merlino è solo al quarto anno, come farà a difendersi da qualsiasi cosa si celi dietro la sua porta?

... dobbiamo separarci. Non c'è abbastanza tempo per andare a coppie, e non sappiamo cosa si celi dietro quelle porte. Potrebbero esserci mostri da battere come indovinelli da risolvere, il fatto di essere al quarto anno, al quinto o al settimo non vuol dire niente.

Victoria ha ragione... dobbiamo separarci... è vero che sono solo al quarto anno, ma qualsiasi cosa si celi la dietro io ce la farò

per Glaedr

si disse tra se e se, asciugandosi una lacrima che aveva osato sconfinare e scendere giu dalla guancia; non si sarebbe permessa di cedere alla paura, non adesso che doveva salvare Glaedr... non pensava a se stessa, non le importava... era Glaedr la sua priorità, per lui era andata a parlare con ogni singolo professore, per lui aveva fatto di tutto... per lui avrebbe combattuto ed avrebbe vinto... era determinata e niente l'avrebbe fermata

Io prendo quella rossa con stilizzato il cervello umano.

No, Jorge, lasciala a me! Per favore!

E’ meglio che tu scelga la porta con su raffigurata Hogwarts.

E perchè mai? Posso farcela benissimo, come chiunque altro!

E’ un disegno familiare e Glaedr si sentirà più a suo agio.

Glaedr, il suo punto debole, il suo unico punto debole, e Jorge aveva fatto centro... qualsiasi cosa avesse potuto dire Brianna, il fatto stesso di aver accennato al petauro ed aver detto che sarebbe stato più a suo agio dietro quella porta, l'avrebbe portata a scegliere quella e nessun altra.

Ok... forse hai ragione tu, prendo quella li

Siete pronte?

No - avrebbe voluto dire Brianna – ma non lo disse, il tempo a loro disposizione non era infinito e non avrebbe avuto senso sprecarlo parlando; quindi si avviò verso la porta che portava il disegno dello stemma di Hogwarts pronta ad entrare ed incontrare il suo destino, non prima di essersi girata e di aver dato un ultimo sguardo ai suoi compagni di sventura per dire semplicemente

Ci vediamo dopo aver trovato la chiave

Era terrorizzata da quello che sarebbe potuto succedere, ma Glaedr doveva sopravvivere, e questo dipendeva dalla riuscita di tutti e quattro.

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Messaggioda Sandyon » 03/04/2015, 22:33

Che fosse il momento di rimanere estasiati, oppure atterriti, oppure seri, non era così tanto importante.
Il timer correva e i minuti assieme ad esso, segnalando che non c'era molto tempo da perdere e bisognava fare delle scelte.
Scelte difficili, scelte poco dettate dal raziocinio quanto dall'istinto, mischiando appena appena un po' di logica giusto per non fare pazzie.
Jorge avrebbe optato per il Cervello, Victoria per il Mappamondo, Caroline Priscilla per le Fauci e Brianna per lo Stemma di Hogwarts.
Era una decisione oculata e positiva? Non restava altro che scoprirlo e sperare in qualche miracolo della Trama o magari anche del Mana.
Ognuno di loro fece ingresso nella propria saletta segreta, sentendosi chiudere alle spalle la porta e sigillarsi completamente.
Prigionieri fino al raggiungimento del prossimo scopo, dovettero farsi forza, per non rischiare di cadere vittime della tensione.
La stanza che trovò la Tassorosso fu decisamente interessante: le pareti erano interamente fatte di ghiaccio, mentre il pavimento aveva un sottile strato di neve. L'area era molto grande, forse una cinquantina di metri quadri, niente male, ma dipendeva anche da quanto fosse grossa la minaccia al suo interno quindi tutto era relativo. Riguardo invece Jorge, luogo totalmente diverso: le pareti sembravano giganteschi ingranaggi, il soffitto proiettava numeri e formule matematiche mentre l'intera stanza era lunga e stretta, forse intorno ai quindici metri quadri.
Altro cambio di registro per Victoria, la quale trovò davanti ai suoi occhi un mappamondo a dir poco gigantesco e olografico, volteggiante.
La stanza aveva le pareti ricurve e pareva quasi sferica, a parte il pavimento liscio e di pietra levigata, davvero insolito.
Per concludere, Brianna una volta oltrepassata la propria porta si ritrovò... in un altro corridoio con una finestra non tanto lontana in fondo.
Tale corridoio aveva sulla destra tre porte e sulla sinistra altre tre: follia delle follie, ogni porta recava lo Stemma di una Casata di Hogwarts.
Questo cosa stava a significare? Che forse entrando in una di quelle porte Brianna sarebbe finita in una delle Sale Comuni?
Beh, nemmeno un bambino del primo anno avrebbe potuto sperare anche solo per un secondo in una eventualità così tanto bella.
Intanto, all'interno della stanza con le Fauci, qualcosa iniziava ad andare abbastanza storto: un verso feroce e possente, simile a quello di un drago mischiato con una acromatula, provenne dalla parte più profonda e in penombra. L'illuminazione presente era contrassegnata da alcune piccole torce disposte in alto, soltanto quattro per la precisione ed anche abbastanza piccole. Subito dopo al ruggito stridulo, dei passi pesanti e costanti segnalarono la presenza di una creatura estranea e intenzionata a "divertirsi" con la giovane e impanicata O'Neill.
Non appena fosse stata visibile la forma di quella bestia terrificante, probabilmente il nervosismo di Caroline Priscilla sarebbe aumentato.
Due zampe posteriori con lunghi artigli, assenza di quelle anteriori (per fortuna), guscio protettivo ghiacciato sulla schiena e una bocca piena zeppa di denti affilati e pieni di saliva. Come grandezza, probabilmente si poteva pensare ad un peso approssimativo di cinque quintali, in parole povere non era tanto più piccolo di un SUV babbano. Se non altro il colore era piacevole: intonato al resto dell'arredamento!

Immagine

Tornando invece dal maschio del quartetto, ad un tratto, di fronte a lui si materializzò una figura non troppo mostruosa ma comunque inquietante. La creatura in questione (come anche quella con la quale stava avendo a che fare l'amica Tassorosso), non sembrava essere catalogata in nessun libro studiato lungo il periodo scolastico. Nessuna lontanamente somigliava a quell'essere strano ed enigmatico.
Pareva una testa, dotata di tentacoli inferiori che ricordavano dei capelli sciolti. Questa testa, dotata di occhi rossi spenti e preoccupanti, mostrava il proprio interno: un cervello di dimensioni esagerate, pulsante e rosso quanto gli occhi. La figura aleggiava piano in su e in giù, fluttuando e fissando proprio Jorge, mentre i secondi passavano inesorabili e c'era la necessità di muoversi onde evitare di morire.

Immagine

Non uscirai con la chiave se non avrai risolto prima i miei tre giochi di logica.
Questo è il primo: Qual è l'unica creazione fisica dell'uomo operata senza mani e senza macchine?


La voce uscì atona, estremamente fredda e calcolatrice, simile a quella di un computer, a dir poco da brividi.
Nel mentre quindi il signor Alvares cominciava la sua impresa di cervello e ragionamento, sul terreno delle stanze di Victoria e Brianna appariva lentamente una scritta, la quale indicava loro come si dovessero comportare prima di andare avanti. La Dragargenteo lesse chiaramente: "Nomina cinque stati del Mondo ed ognuno di essi avrà un quesito per te". La Delfinazzurro invece, lesse così: "Scegli liberamente in quale porta dirigerti per prima, tanto dovrai attraversarle tutte, prima o poi. All'interno di ognuna di esse ti attenderà un prova di conoscenza".

Da questo momento in poi, non esiste più un ordine effettivo di risposta, in quanto le vostre azioni non influiscono su quelle degli altri.
Considerando che c'è di mezzo la Pasqua, avete tempo eccezionalmente 72 ore per rispondere (Fino a Lunedì 6 Aprile ore 12:00).
Non appena leggerò tutti e quattro i post, proseguirò a narrare.
Caroline Priscilla si regolasse come se il duello fosse cominciato, analogamente al CdD, quindi ha diritto ad un solo incantesimo di attacco.
Jorge deve semplicemente riflettere e rispondere senza alcun tiro del dado. Per questo indovinello non sono previsti indizi.
Victoria e Brianna, per ora limitatevi a fare solo la scelta richiesta, per voi il bello deve ancora arrivare.

Buona Fortuna e con l'occasione, Buone Feste.


Spoiler:
Sezione del libro letta da Caroline Priscilla:

Muffa Rossa
Muffa di Mare
Escremento di Drago
Pungiglione di Vespa
Unguento Amalgamante
Bile di Folletto
Polvere di Mithril
Polline di Girasole
Alcol Puro
Brodo Vegetale
Pietra Lavica


Se i dosaggi dovessero essere esatti, con questa pozione potrò migliorare la mia arma magica senza doverla modificare.
Il potere aumenterebbe esponenzialmente ma la durata di vita del composto è incerta e non è detto che perda efficacia nel tempo.
Non posso interrompere ora i miei studi, significherebbe gettare alle ortiche anni ed anni di lavoro.
Donald si occuperà di catalogare gli avanzamenti della tesi e delle ipotesi, ma il suo sguardo cupido mi mette apprensione.
Speriamo soltanto che si tratti di una semplice pessima impressione.
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Messaggioda Caroline Priscilla » 04/04/2015, 21:38

Muffa Rossa
Muffa di Mare
Escremento di Drago
Pungiglione di Vespa
Unguento Amalgamante
Bile di Folletto
Polvere di Mithril
Polline di Girasole
Alcol Puro
Brodo Vegetale
Pietra Lavica

Se i dosaggi dovessero essere esatti, con questa pozione potrò migliorare la mia arma magica senza doverla modificare.
Il potere aumenterebbe esponenzialmente ma la durata di vita del composto è incerta e non è detto che perda efficacia nel tempo.
Non posso interrompere ora i miei studi, significherebbe gettare alle ortiche anni ed anni di lavoro.
Donald si occuperà di catalogare gli avanzamenti della tesi e delle ipotesi, ma il suo sguardo cupido mi mette apprensione.
Speriamo soltanto che si tratti di una semplice pessima impressione.


Donald? Chi era Donald? E perchè inquietava l'alchimista (secondo le ipotesi della Tassorosso) che aveva con ogni probabilità messo su quell'intero piano? Di sicuro leggere quelle informazioni rese Cappie più sicura nel prendere una fiala di quella pozione, una pozione però che avrebbe potuto rivelarsi totalmente inutile se fosse passato troppo tempo da quando era stata preparata. Il luogo pulito e lindo faceva supporre che non fosse così, ma la magia era strana e quella che permeava lì era potente: era plausibile, secondo la tassetta, che pur non vivendoci nessuno il luogo sarebbe potuto rimanere sempre così, stabile e immutato. Stessa cosa invece non stava pensando la Dragargenteo Victoria, che forse presa da un buonsenso maggiore rispetto ai due ragazzi del settimo anno, si lasciò andare infine ad una ramanzina dettata molto dallo stato d'animo di quel momento.

State... state scherzando? Mi state prendendo in giro?
Come diavolo fate a ridere e scherzare come se nulla fosse? Vi sembra divertente o meraviglioso quello che avete di fronte agli occhi?
Siamo in un luogo che non risulta da nessun libro di Hogwarts, non vi ricorda niente tutto ciò? La storia della Camera dei Segreti ve la siete forse scordata?! Siamo circondati dalla magia per vostra stessa ammissione, e l'unica cosa che sapete fare è... trovare tutto questo incredibile e fantastico come fosse un'avventura pazzesca?


Era difficile stare dietro al ragionamento della ragazza, forse perchè la O'Neill stava dimenticando un particolare molto importante della vita dell'amica: pur essendo una Purosangue, Vicky era cresciuta come una babbana a tutti gli effetti. A volte le capitava ancora di sussultare quando un quadro le rivolgeva la parola o di sbagliare strada perchè non ricordava che le scale, lì ad Hogwarts, si muovevano con una volontà tutta loro. Era ovvio che per lei quel luogo fosse inquietante, piuttosto che fantastico! Ma la Randall non aveva certo finito di parlare e di dare ulteriori spiegazioni ai due migliori amici, facendo nascere, almeno in Cappie, un profondo senso di colpa e di vergogna.

Ci troviamo negli appartamenti personali di un Alchimista che si presuppone sia morto anni fa, eppure qui è tutto perfettamente pulito e funzionante come se qualcuno ci abitasse per davvero... e se ve lo foste dimenticato, quello stesso Alchimista è stato licenziato da Hogwarts per motivi sconosciuti, quindi non credo che fosse esattamente una brava persona!
Insomma, quale mente malata e seriamente disturbata si creerebbe un posto del genere proprio nel luogo da cui è stato mandato via, secondo voi?


Perchè vuole restarci, con tutte le sue forze...

Ma quel desiderio non era detto che fosse positivo. Forse era vero, forse l'alchimista era una persona malvagia che era stata licenziata perchè costituiva un pericolo per gli studenti e i docenti. A quel punto il ragionamento di Victoria era esatto e, cosa più importante, loro si trovavano in quel momento in un luogo pericolosissimo. Il cuore prese a battere più forte nella O'Neill, mentre il senso di colpa per aver spinto il resto del gruppo a seguirla in quell'avventura lentamente nasceva e diventava sempre più grande in lei.

Sapete cosa mi da' veramente fastidio di tutta questa situazione? Non che mi trovi qui con voi, perché avrei potuto scegliere di non venire, e invece ho fatto una cazzata di mia spontanea volontà.
No, quello che mi lascia più basita è che per me evidentemente non c'è niente, niente per cui ridere, per cui scherzare, mentre per voi sì! Io non credo sia il momento più adatto per sbavare o per fare gli Investigatori amatoriali...


Aveva giocato per tutto quel tempo? Era quella l'impressione che aveva dato a Victoria, mentre l'inquietitudine nasceva in lei ad ogni passo in più che facevano, addentrandosi all'interno dell'ottavo piano? Le parole dell'amica l'avevano colpita in profondità, mentre Cappie la fissava a bocca aperta, ancora incapace di reagire a quel fiume in piena che era diventata la Randall. No, per lei il suo lavoro non era un gioco, non lo sarebbe mai stato: lo faceva per scoprire la verità sulla morte del padre, per avere delle risposte e solo quello le interessava. Certo, man mano che si era addentrata nei meccanismi di quella carriera, l'aveva trovata stimolante e a volte divertente! Ma il pensiero del padre, che aspettava da qualche parte di essere ritrovato e sepolto, era costante in lei e fece scattare, all'istante, una rabbia nei confronti di Victoria che mai aveva provato in vita sua così fulminea e che lasciò stupita la stessa O'Neill. Non avrebbe dovuto permettersi di insultarla in quel modo, non lei che sapeva quanto la Tassorosso ci tenesse al proprio futuro. Ma la rabbia, lungi dallo scatenarsi, dovette lasciare il posto ben presto ad un attacco di panico in piena regola, quando la situazione andò peggiorando con lo scattare di una trappola mortale.
Le parole dell'alchimista, lette ad alta voce dall'amico Jorge, scatenarono nei diversi componenti del gruppo reazioni differenti, ma nessuno di loro si lasciò prendere dal panico tanto quanto la piccola O'Neill: spinta dal senso di colpa e dalla paura di ciò che avrebbero dovuto affrontare, Cappie sembrava incapace di reagire a qualunque stimolo, l'aria che si faceva sempre più rarefatta per lei, le lacrime che scendevano copiose. Non poteva supportare nessuno, non poteva aiutare l'intero gruppo nè sè stessa: era totalmente inutile, in quel momento, priva delle proprie facoltà mentali e delle capacità necessarie per affrontare la porta che era stata scelta per lei. Si era posizionata automaticamente di fronte ad essa, una volta deciso che avrebbero dovuto separararsi per avere una minima chance di vittoria. Ma quale chance poteva vedere in quel momento l'irlandese, con gli occhi sbarrati dal terrore? Nessuna, neanche una fottutissima speranza che potesse spingerla a reagire e a pensare "Posso farcela".
Uno stato d'animo che venne percepito anche dal suo migliore amico, quando richiamò la sua attenzione per farle comprendere che era disposto a prendere il suo posto. Cappie si voltò verso di lui con estrema lentezza, il viso pallido mentre gocce di sudore freddo le scendevano lungo la tempia. Era disposto a sacrificarsi (perchè per lei sarebbe stato un sacrificio quello dell'amico) per lei, per aiutarla a superare quel momento. E forse, fu proprio la volontà di Jorge a non arrendersi a convincerla nel fare quel passo avanti che l'avrebbe portata irrimediabilmente verso la porta con le fauci stilizzate. Fissò per un attimo Brianna, così piccola eppure così coraggiosa nel voler affrontare la propria prova, poi il punto dove prima c'era Victoria, determinata proprio come una Draghessa, che già era scivolata dietro la sua porta. Infine i suoi occhi si posarono nuovamente sul delfino, cercando di sorridergli per ringraziarlo del suo gesto e per rassicurarlo che sarebbe andato tutto bene. Ma il sorriso non riuscì neanche ad incurvarsi all'insù e le lacrime ripresero a scendere dagli occhi arrossati della ragazza. Con un movimento delle spalle, Cappie si voltò nuovamente verso la porta celeste e, prima che Jorge potesse dire o fare altro, entrò al suo interno, sentendo la serratura dietro le sue spalle bloccarsi e impedirle ogni possibile via di fuga.

Fa freddo qui...

La stanza, di forma quadrangolare, era illuminata fiocamente da quattro torce che non davano una visibilità completa del luogo. Il fiato si condensava, mentre la ragazzina si guardava intorno, il respiro veloce, gli occhi che saettavano da una parte all'altra, cogliendo i particolari di quella stanza. Patine di ghiaccio ricoprivano i muri, mentre il terreno era ammantato da un sottilissimo strato di neve. Cappie iniziò a rabbrividire e non solo per il freddo, mentre stringeva la mano attorno alla bacchetta ancora più forte, sperando che qualunque cosa avesse trovato là dentro non fosse tanto letale quanto la stesse concependo la sua mente. Il cuore si fermò di colpo quando qualcosa di simile ad un ruggito fece capire alla O'Neill che non era sola in quella stanza. I passi di una creatura pesante le fecero rizzare i peli del corpo, mentre dalla penombra fuoriusciva finalmente il mostro che la Tassorosso avrebbe dovuto affrontare e la cui vista le fece gelare immediatamente il sangue nelle vene.

Immagine


Ancora una volta il ritmo del suo cuore schizzò a mille, facendole quasi credere che presto sarebbe potuto uscire fuori dal petto. La creatura sembrava non possedere nè occhi nè orecchie, eppure era riuscita a capire subito che lì dentro era entrato un intruso poco gradito. Le enormi zampe sul quale reggeva tutto il peso di un corpo massiccio erano robuste e adornate da artigli letali. Ma la cosa che fece singiozzare la O'Neill dal terrore furono le fauci, una fila di denti aguzzi colanti bava che la fecero indietreggiare di qualche passo, mentre le lacrime riprendevano a scorrere senza alcun freno.

N-no...NO!
VAI VIA!


Non poteva farcela, che cosa diavolo le era saltato in mente di entrare lì dentro? Sapeva che sarebbe morta, sapeva che non poteva sperare di riuscire a battere quel mostro. Alzò la bacchetta in alto, puntandola contro la creatura, non aspettando altro tempo prezioso prima di agire: un fascio di luce si concentrò sulla punta della bacchetta, mentre Cappie, in preda al panico, fletteva il polso e urlava a squarciagola l'incantesimo, in un tentativo disperato quanto inutile di colpire la bestia e tenerla quanto più possibile lontana da lei.

ULTIMATUM!

Ultimatum

Difficoltà: 7
Tipo: Schiantesimo
Descrizione: Lancia il bersaglio designato a diversi metri di distanza. Ai livelli magici più alti al 50% lo fa svenire
Genere: Offensivo
Danno: 21


La mano le tremava, mentre la ragazza fissava terrorizzata il colpo fallire miseramente e mancare il bersaglio. Sapeva di aver provocato maggiormente la creatura e che ben presto essa si sarebbe rivoltata contro di lei. Il suo ultimo pensiero, prima che il mostro attaccasse, andò al padre, il cui spirito riposava chissà dove, le palpebre spalancate come se Cappie non riuscisse a distogliere lo sguardo dalla propria, imminente morte.

Papà...ti prego...AIUTAMI!

Spoiler:
d20:2 + Cap. Magica: 8 + 1 bonus bacchetta= 11

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Messaggioda Jorge » 05/04/2015, 21:18

Beh a dire il vero possiamo anche tornare indietro se non ci attira molto...

No, quella stanza spoglia e male illuminata non lo attirava molto – quel cambiamento di atmosfera repentino non gli lasciava presagire nulla di buono - eppure non rispose lasciando che fossero le altre, eventualmente, a proporre di tornare indietro. Quando ciò non accadde prese il posto di “capo fila” andando avanti in avanscoperta con la bacchetta sguainata pronto a fronteggiare – si sperava – qualsiasi pericolo li stesse attendendo in fondo alle scale. Quando Victoria fece scivolare via la sua mano dalla propria Jorge si accigliò lievemente per poi annuire convinto che quel gesto fosse dovuto semplicemente al desiderio dell’altra di avere entrambe le mani libere nel caso avessero dovuto combattere o fuggire. Tra l’euforia dell’avventura, lo stupore per quello che avevano trovato fino a quel momento e l’inquietudine che gli trasmetteva quella piccola stanza Jorge non si era accorto [Intuito/SS=18] dello stato d’animo della Randall, complice anche il fatto che la fidanzata si stesse tenendo tutto dentro senza esternare neanche con una battuta sarcastica il malessere che stava provando e che le trasmetteva quel luogo. Il ritrovarsi poi, alla fine della scalinata, non in una qualche cella angusta o in un sotterraneo freddo e umido ma nel sogno di un qualsiasi aspirante Alchimista - un laboratorio tirato a lucido super attrezzato – spazzò via anche quel poco di inquietudine che si era insinuato nell’animo del portoghese.

Credo proprio che questo sia il tuo regno, fratellone!

Caroline Priscilla aveva davvero ragione. Se avesse potuto Jorge avrebbe trascorso in quel luogo le ultime settimane di scuola a studiare i libri contenuti negli scaffali e studiato le proprietà dei minerali e delle pietre conservate nelle teche. Quanto avrebbe voluto prendere un souvenir da portare con sé e analizzare con tutta calma una volta tornati a Hogwarts ma temeva che se avesse toccato anche solo un’ampolla avrebbe fatto scattare una qualche trappola come in uno di quei film di avventura babbani che era solito vedere con suo cugino quando tornava a casa. Una vocina in un angolo della sua mente gli sussurrava che le sue erano paranoie infondate ma per esserne certi c’era solo un modo, chiedere.

Dite che posso prendermi un souvenir?

Bleah...sembra spazzatura...
Però...uhm...


Per tutta risposta Cappie, dopo aver gironzolato un po’ per la stanza, riempì una ampolla con un mestolo del contenuto del calderone, gesto quello che fece sentire il Delfino autorizzato a fare altrettanto. Egli però non si avvicinò a sua volta al calderone – avrebbe potuto convincere la sua sorellina in un secondo momento a cedergli un paio di gocce della pozione che aveva preso per analizzarla e scoprire cosa fosse – ma bensì alle teche di vetro al fine di, nel caso fosse riuscito ad aprirne una, prendere una di quelle pietre dall’aria magicamente potente e farlo scivolare in una delle tasche del suo pantalone.

Non si sa mai, potrebbe essere utile!

State... state scherzando?

Il tono di voce palesemente arrabbiato della fidanzata congelò Jorge sul posto, scioccato perché mai prima di allora aveva sentito quel tipo di suono uscire dalle labbra della Draghessa, accanto al leggio a cui si era avvicinato, incuriosito dal tomo che vi era adagiato sopra.

Mi state prendendo in giro?
Come diavolo fate a ridere e scherzare come se nulla fosse? Vi sembra divertente o meraviglioso quello che avete di fronte agli occhi?


Si, gli sembrava meraviglioso e non tanto perché non era abituato a tutto quel lusso e quello sfarzo. Quel piano era la manifestazione di un potere così grande e perfetto che non poteva non ammirarlo, a maggior ragione quando tutto ciò che li circondava era stato creato da un Alchimista. Il suo istinto di sopravvivenza, che fino a quel momento sembrava essersi preso una vacanza, tornò più in forma che mai convincendolo a non ribattere nulla e a sostenere lo sguardo della fidanzata con una lieve aria interrogativa di chi era ansioso di conoscere il punto di vista dell’altro.

Siamo in un luogo che non risulta da nessun libro di Hogwarts, non vi ricorda niente tutto ciò? La storia della Camera dei Segreti ve la siete forse scordata?!

No che non se l’era dimenticata ma come si poteva paragonare quel luogo angusto, umido, buio abitato da un Basilisco con tutto quello? Se proprio doveva paragonare l’Ottavo piano nascosto a qualcosa che già conosceva Jorge avrebbe optato per la Stanza delle Necessità, viste le similitudini che vi aveva riscontrato.

Siamo circondati dalla magia per vostra stessa ammissione, e l'unica cosa che sapete fare è... trovare tutto questo incredibile e fantastico come fosse un'avventura pazzesca?

Si morse l’interno della guancia, spostandosi da un piede all’altro, improvvisamente a disagio, il “si” che si era immaginato di pronunciare sicuro che si sgretolava sulla lingua prima di venire fuori. La frustrazione più che le parole della bionda stavano insinuando in Jorge il dubbio di aver affrontato quell’esplorazione con animo troppo leggero e di essersi fatto abbindolare da tutta quella esibizione di potere e magia.

Ci troviamo negli appartamenti personali di un Alchimista che si presuppone sia morto anni fa, eppure qui è tutto perfettamente pulito e funzionante come se qualcuno ci abitasse per davvero... e se ve lo foste dimenticato, quello stesso Alchimista è stato licenziato da Hogwarts per motivi sconosciuti, quindi non credo che fosse esattamente una brava persona! – no, non ripetè ciò che aveva detto in Biblioteca e cioè che probabilmente c’era stata una incomprensione con il Preside di allora, rimase in silenzio a riflettere, il dubbio che andava sempre più ingigantendosi - Insomma, quale mente malata e seriamente disturbata si creerebbe un posto del genere proprio nel luogo da cui è stato mandato via, secondo voi?

Qualcuno che non ha intenzione di andarsene davvero.

Mormorò distogliendo lo sguardo da Victoria per volgerlo in giro con circospezione, come se si aspettasse di veder comparire il fantasma dell’Alchimista da un momento all’altro. Eppure c’era qualcosa che ancora non lo convinceva, che cercava di contrastare il dubbio che Victoria aveva instillato in lui.

Se questa è un piano di vendetta per un qualche torto subito perché nascondere l’indovinello che conduce fino a qui? Perché non lasciarlo in bella vista in modo da attirare “in trappola” più persone possibili? Humm forse perché non voleva attirare l’attenzione dei Presidi su questo posto e spingerli quindi a farlo sparire, in questo modo però che vendetta si ottiene?

Questi e altri interrogativi avevano iniziato a vorticare nella mente di Jorge, mentre l’espressione del suo viso passava da estasiata a perplessa a concentrata e infine a preoccupata indice che le parole della Dragargento erano andate a segno. Preferì però rimanere in silenzio, reputando più saggio non interrompere quello sfogo e lasciare che fosse il suo atteggiamento e il suo sguardo a far capire all’altra che l’aveva ascoltata attentamente, che fosse dispiaciuto per aver preso la situazione sotto gamba e sopratutto non aver colto il suo disagio.

Sapete cosa mi da' veramente fastidio di tutta questa situazione? Non che mi trovi qui con voi, perché avrei potuto scegliere di non venire, e invece ho fatto una cazzata di mia spontanea volontà.
No, quello che mi lascia più basita è che per me evidentemente non c'è niente, niente per cui ridere, per cui scherzare, mentre per voi sì! Io non credo sia il momento più adatto per sbavare o per fare gli Investigatori amatoriali, dovremmo solo andarcene subito e ritenerci fortunati se--


Pur non potendo sapere quale delle due visioni dell’Ottavo Piano fosse quella corretta – la propria che lo considerava magnifico e innocuo o quello della fidanzata per la quale era fonte di pericolo – dopo la sfuriata della Draghessa Jorge era pronto ad abbracciare l’idea di andarsene da lì anche solo per tranquillizzare la bionda peccato che non sarebbe stato tanto facile, almeno a giudicare dal messaggio che quel folle – si perché adesso anche lui lo considerava tale – Alchimista aveva lasciato loro. Entrando nel laboratorio avevano davvero fatto scattare un qualche meccanismo magico che aveva fatto scomparire le scale di accesso, intrappolandoli in quel luogo. Alla fine il ragionamento di Victoria si era rivelato corretto e sarebbe stato molto orgoglioso della ragazza per il suo intuito e la sua perspicacia se non avessero avuto problemi molto più urgenti da risolvere. Terminato di leggere il messaggio Jorge spostò lo sguardo dal leggio alle ragazze, in particolar modo verso la sua sorellina per trarre da lei la forza e la lucidità necessaria per elaborare un piano che avrebbe dato loro il maggior numero di probabilità di trovare le chiavi e uscire fuori di lì vivi. Quello che vide però gli fece gelare il sangue nelle vene, lasciandolo interdetto. Calde lacrime stavano bagnando le guance di Victoria e Cappie stava… singhiozzando

M-mi d-dispiace...

Non avrebbe ricevuto alcun aiuto da lei, nessun lampo di genio, nessuna battuta mirata per tenere alto il morale del gruppo così, per quanto fosse palese che la cosa più logica da fare fosse prendere ognuno una porta, Jorge lasciò che fossero le sue paure e il suo spirito protettivo nei confronti di Victoria a prendere il sopravvento, proponendo quindi di dividersi a coppie. Dopo aver esposto la sua teoria per i successivi due minuti l’atmosfera del laboratorio fu avvolta da un pesante silenzio, rotto solo dai singhiozzi di Cappie e dall’eco dei passi del Delfino. Incapace di stare fermo, Jorge aveva preso a camminare nervosamente avanti e indietro le mani a scompigliare i capelli come se potesse in quel modo dare un qualche ordine al caos di pensieri che si stavano affollando nella sua mente e gli occhi che saettavano per ogni angolo della stanza alla ricerca di qualcosa da utilizzare come arma contro ciò che avrebbero trovato al di là della porta, il peso della sua bacchetta che per la prima volta gli sembrava insufficiente.

... dobbiamo separarci.

La voce di Victoria lo distolse dal compiere qualsiasi gesto che lo avrebbe portato solo a perdere del tempo prezioso che non avevano.

Non c'è abbastanza tempo per andare a coppie, e non sappiamo cosa si celi dietro quelle porte.
Potrebbero esserci mostri da battere come indovinelli da risolvere, il fatto di essere al quarto anno, al quinto o al settimo non vuol dire niente.
E non credo nemmeno sia un caso che le porte siano quattro per quattro chiavi, e noi quattro persone... anche questa è una prova, e l'unico modo per superarla è andare ognuno per conto proprio.


Victoria ha ragione... dobbiamo separarci... è vero che sono solo al quarto anno, ma qualsiasi cosa si celi la dietro io ce la farò

Quando a Victoria si aggiunse anche Brianna Jorge capitolò, accettando la proposta delle due ragazze anche se a malincuore, facendo presente alla fidanzata che, se avesse voluto, sarebbe andato con lei.

E tu lo sai che non mi stai per nulla aiutando a sentirmi meglio?

No, non lo sapeva e perché mai poi? Perché le stava dimostrando di tenere a lei più che a qualunque altra cosa, la sua stessa vita in primis? Perché era disposto a tutto pur di farla sentire al sicuro, protetta e amata anche solo per gli ultimi sessanta minuti della loro vita? Probabilmente se fosse stato più lucido quel botta e risposta non ci sarebbe mai stato, perché lui per primo avrebbe convenuto che il dividersi sarebbe stata la cosa più logica da fare.

Mi stai trattando come se fossi una povera principessina indifesa da salvare... ma io non sono così, Jorge! Ho bisogno che tu mi dica che posso farcela, che ti fidi di me abbastanza da credere che qualunque cosa ci sia dietro a quella porta sarò in grado di venirne fuori, ho bisogno che tu abbia fiducia nelle mie capacità e non che mi faccia sentire come se non fossi in grado di fare nulla solo perché sono più piccola di te!

Ma io ho fiducia in te. Sei la persona più intelligente, caparbia, equilibrata e motivata che io conosca e tutto ciò che ti serve per superare la prova che ti attende ce l’hai qui e qui. – affermò serio, sfiorandole il petto all’altezza del cuore e la testa all’altezza delle tempie uno sguardo talmente serio che era palese che non stesse pronunciando quelle parole solo perché era quello che l’altra voleva sentirsi dire - Il mio non era un atto di sfiducia ma di egoismo, perché la sola idea di dovermi separare da te mi uccide. Sei la parte migliore della mia vita e vorrei solo che tu stessi al sicuro, lontano da tutto questo.

Avrebbe voluto dirle altro ma il tempo era davvero poco e dovevano ancora decidere quale porta prendere. Istintivamente Jorge propose alla Tassetta di prendere lei la porta con su disegnate le fauci perché, per quanto gli costasse ammetterlo, tra i due era quella che si giostrava meglio con la bacchetta, le strategie e i duelli. Peccato che quella che aveva di fronte non fosse esattamente la solita Cappie e, nell’agitazione del momento, il Delfino se ne rese conto solo all’ultimo istante.

Sorellina aspetta un attimo.

Tentò di fermarla prima che varcasse la soglia e quando lei si voltò verso di lui quello che vide lo spaventò moltissimo. Era pallida cadaverica con lo sguardo non propriamente vivo.

Meglio se vado io lì, ok?

Propose facendo un passo avanti, inutilmente. Con le guance rigate di lacrime e un sorriso debole Cappie sparì dentro la porta con le fauci, lasciandolo con un enorme peso sul cuore. Quella che doveva essere una strategia vincente – sfruttare i punti di forza di ognuno anche se basandosi solo su un disegno su una porta – gli si stava ritorcendo contro. La Tassetta non sembrava per nulla in grado di affrontare un duello, sempre che fosse quello ad attenderla dall’altra parte, e lui? Si sentiva davvero in grado di far lavorare il cervello con tutto quel carico emotivo che si portava dietro?

Mantieni la calma, mantieni la calma… non correre il rischio di farle uccidere perché ti è venuta una crisi di sfiducia nelle tue capacità!

Si disse mentre la porta si chiudeva e sigillava alle sue spalle per trasportarlo in quello che, a giudicare dagli ingranaggi che lo circondavano, sembrava essere la pancia di un gigantesco orologio. Con la bacchetta saldamente stretta nella mano destra e la testa lievemente inclinata all’insù a cercare di decifrare le formule matematiche che venivano proiettate sul soffitto, Jorge avanzò con passo guardingo all’interno della stanza. Isolato dal resto del gruppo si sentiva meno sotto pressione [Concentrazione/8 + 11/d20=19] come se la necessità di mantenere un minimo di lucidità per uscirne vivi avesse momentaneamente soppiantato l’ansia per Victoria e in parte per Brianna e i sensi di colpa per la sua sorellina.

Ma cosa diavolo è?

Esclamò spaventato, facendo un salto all’indietro e coprendosi istintivamente la testa con il cappuccio della felpa per proteggersi dai tentacoli della creatura che si era improvvisamente materializzata davanti a lui.

Materializzata? Ma non è impossibile farlo dentro Hogwarts?

Quello fu il primo pensiero che attraversò la mente di Jorge, seguito da un secondo e cioè se si trattasse o meno di una proiezione oleografica e quindi tecnicamente innocua.

Tszè siamo nel Mondo Magico, qui tutto può essere potenzialmente pericoloso.

Si rimproverò osservandola con molta attenzione nel tentativo, inutile, di comprendere con cosa avesse a che fare. Nessuna delle creature studiate a scuola, a sua memoria, assomigliavano a un’enorme medusa con la testa dalla forma umanoide al cui interno vi era un gigantesco cervello rosso sangue e pulsante, dettaglio quello che gli fece pensare che, proiezione o meno, si trattasse di una creatura senziente.

Cosa sei? – chiese, vincendo la repulsione e guardando quell’essere dritto negli occhi rossi benché non sembrassero avere alcun barlume di vita – Dov’è la chiave?

Quella era la risposta che più gli premeva avere perché di tempo per i convenevoli non ne aveva.

Non uscirai con la chiave se non avrai risolto prima i miei tre giochi di logica.

Logica. Se lo aspettava. Dopotutto non era per quello che aveva scelto quella porta? Perché si sentiva più ferrato in quel campo? E allora perché all’improvviso non si sentiva più così sicuro di se stesso? Era davvero bastato solo sentire quella voce fredda e calcolatrice che di umano – e quindi di compassionevole – non aveva nulla per buttarlo giù?

Questo è il primo: Qual è l'unica creazione fisica dell'uomo operata senza mani e senza macchine?

L'unica creazione fisica dell'uomo operata senza mani e senza macchine…

Ripetè tra sè, guardandosi le proprie di mani come se fossero diventate all’improvviso due appendici inutili, prima di prendere un profondo respiro e iniziare a riflettere il più velocemente possibile. Il concetto di “creazione fisica” non era difficile da comprendere perché, secondo Jorge, stava a indicare un qualcosa di fisico, corporeo, frutto di un processo creativo di manipolazione o trasformazione. Dopotutto era stato un Alchimista a dar vita a tutto quello e questo lo portava ad escludere la possibilità che si trattasse di qualcosa generato dal nulla. Era la specifica successiva che sollevava nella sua mente non pochi interrogativi.

Com’è possibile creare qualcosa senza l’ausilio delle mani o di un qualche strumento?

Da qualsiasi ottica affrontasse il problema, magica o babbana che fosse, la risposta che gli veniva immediata da dare era sempre la stessa: nessuna. I babbani ormai sembravano incapaci di fare alcunché senza il supporto dei loro macchinari e per un mago niente mani implicava non poter usare la bacchetta, rendendo difficile fare qualsiasi cosa.
Sbatté a terra il piede, frustrato per la sensazione di essere finito in un circolo vizioso da cui non riusciva a uscire e che gli stava solo facendo perdere tempo prezioso. Ma se non doveva ragionare come un mago né come un babbano, allora nei panni di chi si doveva mettere?

In quelli dell'Alchimista! – esclamò tra sé sperando che fosse l’opzione più corretta – Quindi di qualcuno che ha dedicato tutta la sua vita ad approfondire lo studio di… -come aveva definito il Professor Connor l'alchimia? Ah si.- "un processo che nasce dall'anima e raggiunge il corpo".

In questa ottica la creazione fisica dell'indovinello diventava il frutto di un processo naturale, spontaneo che veniva dall'interno dell'uomo e non era innescato da un qualcosa di esterno o artificiale, come potevano essere appunto le mani o le macchine. Già ma di cosa si trattava?

Se solo fosse possibile usare la magia senza la bacchetta...

Si rammaricò per poi darsi mentalmente dello stupido idiota. Era possibile, eccome se lo era e lui stesso lo aveva fatto anche con un discreto successo. Forse era giunto alla soluzione, individuando un processo di trasformazione che permettesse di creare un qualcosa di fisico senza l'uso delle mani o di macchinari. Quel processo era l'Animagia e la creazione fisica era...

L'Animagus .

Rispose quindi con la voce meno sicura di quello che avrebbe voluto, facendo istintivamente un passo indietro per allontanarsi da quella creatura inquietante.

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Messaggioda Victoria » 05/04/2015, 21:27

[handwriting]Ma io ho fiducia in te. Sei la persona più intelligente, caparbia, equilibrata e motivata che io conosca e tutto ciò che ti serve per superare la prova che ti attende ce l’hai qui e qui.
Il mio non era un atto di sfiducia ma di egoismo, perché la sola idea di dovermi separare da te mi uccide. Sei la parte migliore della mia vita e vorrei solo che tu stessi al sicuro, lontano da tutto questo.


Ma non sono lontano... sono qui, nella merda come te, Cappie e Brianna. -perché aveva avuto la folle idea di seguirli, non certo perché qualcuno l'avesse costretta: in quel senso se la sarebbe potuta prendere solo con se stessa, e lo sapeva bene- E non ce la faremo mai se non ci dividiamo.

Sottolineò nuovamente il concetto, con forza, anche se Brianna si era espressa d'accordo con lei e Cappie... beh, non era propriamente nelle facoltà di impelagarsi in un discorso sensato e razionale: in effetti, se solo si fosse calmata ed avesse osservato meglio la Tassorosso, probabilmente si sarebbe resa conto che la O'Neill non era proprio nelle condizioni di affrontare un probabile -visto il disegno stilizzato sulla porta- mostro... ma che chances avrebbe avuto lei contro una creatura possibilmente pericolosa rispetto all'amica che era più grande, e dunque più esperta di lei? Oltretutto non aveva mai partecipato al Club dei Duellanti fino a quel momento -figuriamoci, non si sentiva minimamente portata per potercisi impegnare- quindi, se mai fosse andata contro il mostro, o si metteva a scagliare incantesimi a caso o poteva dire addio al resto della sua vita.
Il problema comunque non si pose, non per lei: essendo molto arrabbiata, una volta deciso quale porta facesse al caso proprio -ovvero quella col mappamondo stilizzato- la Draghessa vi scivolò dentro senza guardarsi indietro, sfilando lentamente la bacchetta dalla tasca posteriore dei jeans.
Ciò che si trovò di fronte, però, sembrava non necessitare di alcun intervento da parte del catalizzatore dell'americana: la stanza che l'accolse, infatti, non presentava all'apparenza gravi pericoli, anche perché era vuota -o quasi- e silenziosa, estremamente, particolare che non rendeva di certo la bionda più serena..

Immagine


Oltre alla particolarità delle pareti dalla forma leggermente incurvata, come fossero sferiche, e al pavimento liscissimo, manco ci avessero passato il lucido per i pavimenti... un enorme mappamondo -olografico- a giudizio della Randall, le volteggiava di fronte.

Immagine


'... se mi si chiede di fare la turista in giro per il mondo in meno di un'ora, non ho nulla in contrario...'

Pensò Victoria, tentando di usare quel poco di lucidità che aveva -(tiro su Concentrazione d20= 13)- per sdrammatizzare, anche se la paura era stata a quel punto soppiantata dall'ansia: si poteva avere il terrore di un mostro da affrontare, o di una prova concreta e fisicamente presente da dover superare... ma tutto sembrava tacere, aumentando l'inquietudine della Draghessa che quasi saltò per aria quando a terra, sul pavimento, comparve una scritta che la Randall lesse lentamente e ad alta voce.

Nomina cinque stati del Mondo ed ognuno di essi avrà un quesito per te...

Cinque Stati per cinque domande, probabilmente di carattere culturale... nonostante sapesse cosa ci fosse in ballo, e soprattutto cosa rischiassero tutti quanti, Victoria tentò di non farsi sopraffare dal panico all'idea di fare una scelta sbagliata -(tiro su Concentrazione d20= 15)- socchiudendo gli occhi e riflettendo velocemente: cinque Stati... nominarli a caso sarebbe stato stupido, troppo stupido persino per qualcuno che tutta questa lucidità mentale al momento non ce l'aveva; doveva scegliere bene, doveva scegliere Stati dei quali conosceva bene -o almeno qualcosa- così da aumentare le proprie possibilità di uscire da lì con la chiave in mano.

New York. -disse subito, con voce sicura: lo stato di New York, anzi, nella sua città omonima, era quello in cui era nata e cresciuta, quindi sarebbe stato impossibile per lei non sceglierlo.
Grecia. -una delle sue più belle vacanze estive l'aveva passata proprio in Grecia, tra Atene, Mykonos e Santorini, immergendosi nella sua cultura che, forse, ora le sarebbe potuta risultare utile.
Portogallo. -lo Stato in cui era nato e cresciuto Jorge e di cui le aveva parlato tanto, per richiesta stessa della Draghessa.
Zimbabwe. -uno degli Stati africani che la Randall avrebbe voluto visitare un giorno, per i suoi paesaggi, la natura incontaminata, e perché era situato sul fiume Zambesi, con le vicine Cascate Victoria.. con un nome così, come si faceva a non sentire la voglia di vederle dal vivo?
E infine... la Repubblica Ceca. -aveva visitato Praga, una volta, e ne era rimasta tanto affascinata da chiedersi se tutte le città ceche fossero tanto belle.

Aveva fatto le proprie scelte, seguendo un po' la logica, un po' l'istinto, un po' il cuore: se si fossero rivelate, alla fine, giuste oppure un totale fallimento... l'avrebbe scoperto presto.

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Messaggioda Brianna » 06/04/2015, 9:29

Brianna varcò la porta che si era scelta, e dopo averla varcata la giovane Delfina la sentì distintamente sigillarsi dietro di lei... osservò ciò che aveva davanti... un corridoio ed una finestra in fondo... il corridoio non era particolarmente lungo... osservava il luogo in cui si trovava rimanendo ferma immobile, quasi appoggiata alla porta sigillata dietro di lei.
Fece un passo avanti ed osservò ciascuna delle sei porte che vedeva, tre per lato, ognuna delle quali recava lo stemma di una delle casate di Hogwarts.

E adesso?

Si trovò a pensare la giovane, con il cuore che intanto aveva accelerato la sua corsa.

Una scritta apparve qualche istante più tardi, che Brianna potè leggere chiaramente

Scegli liberamente in quale porta dirigerti per prima, tanto dovrai attraversarle tutte, prima o poi. All'interno di ognuna di esse ti attenderà un prova di conoscenza.


Una prova di conoscenza?

Fece un paio di respiri profondi per cercare di calmare la mente in subbuglio, per cercare di rimanere lucida, ma l' adrenalina che scorreva nel sangue della ragazzina aumentava.

Bri, devi farcela... per Glaedr!

Prova di conoscenza? Io non sono brava in queste cose non ce la faccio

Si, posso farcela, DEVO farcela

No... sei prove... sono troppe!

Dai Bri, partiamo da quella più facile... partiamo dalla casa dei Delfini, se il cappello mi ha scelto proprio per quella non dovrebbe essere troppo difficile, no?

Non ce la faccio, non ce la faccio, non so che fare

Questi i pensieri della giovane, mentre si dirigeva a passo lento e pesante verso la porta scelta – quella che recava lo stemma della casata dei Delfinazzurri – con il cuore che rimbombava in testa.

Si avvicinò quindi alla porta in questione, appoggiò la mano sulla maniglia e spinse; qualora la porta si fosse aperta Brianna sarebbe entrata, lentamente e sempre più impanicata, per conoscere la sua prima prova.

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