Con qualche piccolo sforzo in più rispetto alle sfide precedenti, anche in quel caso Nylea riuscì a qualificarsi, accedendo alle semifinali. Cole, dagli spalti, era davvero in visibilio, gli occhi luminosi di gioia e lo sguardo di un bambino felice per i regali di Natale sotto l'albero. La Herbert non poteva nemmeno immaginare quanto lui credesse in lei, quanto fosse orgoglioso e quanto bene le volesse. Danielle, dal suo canto, applaudiva sicuramente più contenuta ma non nascondendo un'espressione fiera e soddisfatta. Al termine della prima parte delle gare uno contro uno, i cinque ultimi concorrenti vennero di nuovo sistemati in fila orizzontale. In realtà avevano già vinto tutti quanti, visto che i premi erano cinque, ma ogni premio andava secondo un ordine preciso e definito. Al primo classificato la coppa d'oro, al secondo la coppa d'argento, al terzo la coppa di bronzo e al quarto e quinto le medaglie di rame. Non restava altro che decidere le posizioni e per far ciò, sarebbe bastata una semplice ultima prova per accumulare più punti possibili. A dire la verità, comunque, tanto semplice la prova non era, visto che consisteva in una replica del secondo giorno ma molto più pericolosa. Pericolo fittizio, naturalmente, ma c'erano dei fattori da calcolare che mettevano in serio rischio tutti i punti accumulati fino ad allora. Il giudice prese il microfono al termine della pausa pranzo e dell'ora di riposo, chiedendo gentilmente ai partecipanti e agli spettatori di tornare ai loro posti in quanto a breve sarebbe cominciata l'impresa finale di quell'iniziativa sportiva internazionale.
Grazie a tutti. Desidero innanzitutto fare i miei complimenti a questi cinque arcieri, i quali hanno già di base dimostrato il loro valore raggiungendo la vetta. Tutti potrebbero già considerarsi vincitori di un premio, ma c'è differenza tra una medaglia ed una coppa, non siete d'accordo? Durante il secondo giorno si è svolta una particolare prova, ovvero la caccia all'interno dei siti verdi dei giardini sportivi. Nelle prossime ore, tale prova verrà replicata con lo stesso sistema per decidere la classifica conclusiva di queste gare. Qualcosa comunque cambierà rispetto all'altro ieri ed ora sto per dirvi in che modo. Gli animali computerizzati ora saranno in grado di muoversi come animali normalissimi e potranno anche decidere di attaccare l'arciere qualora lo individuassero ed egli fosse abbastanza esposto da farsi caricare e colpire. Gli animali scelti saranno incredibilmente abili, agili e difficili da prendere e non basterà un solo colpo per considerarli eliminati. Ogni qual volta un arciere subirà un colpo da una preda, colpo ovviamente indolore e che farà scomparire all'istante l'immagine virtuale per farla poi riapparire in un altro luogo a caso della zona, perderà immediatamente 5.000 punti. Vi sembrano tanti? In effetti è così, ma adesso lasciate che vi illustri le nuove prede e i relativi valori, oltre che il quantitativo di frecce da utilizzare per considerarle abbattute e portate a casa...
1) Tigre --> 2500 punti --> Tre frecce 2) Orso kodiak --> 4000 punti --> Cinque frecce 3) Anaconda gigante --> 3000 punti --> Due frecce 4) Giaguaro nero --> 3500 punti --> Quattro frecce 5) Lupo bianco --> 1500 punti --> Una freccia
Il fatto che adesso siete soltanto in cinque ci ha permesso di espandere le aree di competenza per ciascuno di voi. Ricordo che non è possibile sfruttare trappole di alcun genere ma si possono distrarre gli animali con sassi e rami sparsi. È consentito arrampicarsi sugli alberi ma non uscire dal confine della boscaglia, pena la perdita istantanea di mille punti per secondo. La prova inizierà non appena sentirete il suono di un fischietto ed avrà termine tra sei ore, quindi alle 21:30. Non appena sentirete nuovamente il fischio, comprenderete che potete tornare qui e procederemo al conteggio dei punti persi e vinti. Ai vostri posti... Pronti... VIA.
Tirare per 25 volte il d20 sommando il Talento Fisico, la Concentrazione e l'Elaborazione. Dopo di che, inviarmi tramite MP il risultato finale di 5 in 5. Infine, attendere il mio SM per poi rispondere alla Narrazione. Grazie.
Quelle lunghe ore di caccia parvero quasi interminabili per la stragrande maggioranza della folla sugli spalti. Cole di tanto in tanto si scolava qualche bibita nell'attesa mentre Danielle tranquilla si studiava qualche caso portatosi nella valigetta. Di tanto in tanto qualche ragazzo o ragazza, addetti alla ristorazione, passavano tra le fila chiedendo se qualcuno volesse degli snack dolci o salati, ma a parte quello, niente di effettivamente sostanzioso, tanto che appunto, verso le 20:00 lo stomaco del Capitano già cominciava a reclamare cibo in abbondanza. Non appena fossero tornati in albergo (felici a prescindere dalla posizione raggiunta dal Caporale), egli avrebbe chiesto una di quelle bistecche giganti talmente corpose e succose da far impallidire anche un divoratore seriale di carne al sangue. Nel frattempo, Nylea, passando tra una fronda e l'altra cercava di dare il massimo, cacciando e colpendo le prede con precisione davvero invidiabile. Si sentivano spesso da lontano degli urli di spavento, segno che forse qualcuno veniva attaccato all'improvviso da un ologramma e quindi perdeva drasticamente punti, magari vanificando l'impresa compiuta fino ad allora, perché comunque 5000 erano pur sempre 5000. Non appena giunsero le 21:30, orario limite della gara, un fischietto suonò acuto e imperativo, facendo deporre le armi ad ogni partecipante. Di lì a poche manciate di secondi, la Herbert assieme a tutti gli altri si ritrovarono nello stesso punto dal quale erano partiti, sempre in fila sparsa ed ora onestamente ansiosi di sapere come fosse andata definitivamente quella sfida all'ultima freccia. Il giudice, ricevendo il cartellino informativo da parte della consulta amministrativa e gestionale, annuì tra sé, senza scomporsi o fare alcuna espressione riferita a nessuno di loro, volendo mantenere la suspance fino alla fine.
Signore e Signori. Anche questa edizione del torneo Europeo di Tiro con l'Arco si è conclusa. Come sempre, anche oggi abbiamo visto sfidarsi tra loro sportivi di livello altissimo. Ma l'oro, l'argento, il bronzo e il rame hanno una specifica valenza ed è giusto assegnarla. Andando per ordine, partendo dall'ultimo classificato, citerò il nome, i relativi punti, prede catturate e attacchi subiti. Congratulandomi nuovamente con tutti quanti per la splendida impresa, direi di cominciare da...
Cole Darksteel fu il primo ad alzarsi, al termine delle parole del giudice, per lanciare un urlo di esultanza allucinante e stratosferico. Molti per altro si volsero a fissarlo inizialmente interdetti, prima di alzarsi anche loro e cominciare ad applaudire ognuno il proprio vincitore. Ad un tratto poi, il Capitano alzò con le mani una sciarpa sulla quale era cucita la scritta "Il Plotone dei Sicari del Ministero Inglese tifa Nylea Herbert", chiaro riferimento al fatto che evidentemente tutti quanti: Fernandez, Douglas e Laghoon avevano contribuito alla spesa di creare quell'oggetto per poter essere lì a festeggiarla anche se non fisicamente, perché credevano in lei e speravano nella sua vittoria, però giustamente Cole aveva evitato di mostrargliela aspettando il momento effettivo nel quale si fosse scoperto che aveva vinto davvero. Intanto, il giudice faceva avanzare ogni partecipante in ordine crescente, consegnando il relativo premio e stringendogli la mano. La coppa che diede in mano a Nylea, a dir la verità, era un vero splendore ed in più neanche tanto piccola, con tanto di targa placcata oro.
È grande... È mitica... È unica...
Aveva le lacrime agli occhi, era commosso, possibile che un omone come lui fosse così sensibile?
Danielle, se ti dicessi che questo è uno dei giorni più belli della mia, mi crederesti?
Mentre gli altri contendenti, ricevuta la stretta di mano dal giudice, si avviavano verso i parenti e gli amici in attesa di festeggiare, l'incappucciato passò "accidentalmente" vicino alla Herbert, sussurrandole delle parole ben specifiche, prima di allontanarsi con un mezzo sorriso e alzare la mano in segno di saluto verso tutti quanti, specie la terza classificata di quella competizione così difficile, intensa ma soddisfacente e avvincente. Ora era davvero il momento della cena, lo stomaco la reclamava, come anche un bel goccio di champagne per inaugurare a dovere quella coppa!
Era stata la prova più bella di tutte, forse perché le ricordava le ore passate nella foresta in piena libertà, dove non c'erano limiti di tempo o penalità che distraessero dall'obiettivo: si arrampicò sugli alberi, usò arco e frecce come non ci fosse un domani e si concentrò al punto da non rendersi quasi conto del tempo che passava, e da sobbalzare quando il fischio che indicava la fine della gara le raggiunse le orecchie. Abbassò le braccia e prese un lungo respiro, le guance rosse, i capelli scompigliati e la pelle leggermente sudata: eppure si sentiva soddisfatta, orgogliosa di se stessa, a prescindere dal risultato; si avvicinò agli altri partecipanti, lanciando un'occhiata veloce a "Oliver Queen" - che, ne era sicura, si era guadagnato il primo posto senza difficoltà - prima di concentrare il proprio sguardo sul giudice che, subito dopo, annunciò i risultati finali.
Terza classificata su un gruppo di 150 persone... e non aveva nemmeno mai gareggiato davvero, non entrando nel vero spirito della competizione: che risultati avrebbe potuto raggiungere se, la prossima volta - ammesso che ci fosse stata - si fosse realmente impegnata per vincere? Volse lo sguardo verso Cole e Danielle, e per poco non imprecò in tedesco quando vide la sciarpa - una stramaledettissima sciarpa, per diavolo! - che l'uomo teneva in mano e che aveva innalzato manco fosse allo stadio durante una partita di Quidditch: alzò gli occhi al cielo e scosse il capo con lunghi e profondi respiri, evitando di sbottare in pubblico e ripromettendosi di farlo in privato; si concentrò invece sulla coppa che le venne consegnata dal giudice, abbozzando persino un sorriso e stringendogli la mano con un "Grazie" sussurrato. Una coppa piuttosto grande, con targa placcata in oro... il suo primo trofeo. Era così assurdo osservare ciò che aveva tra le mani e sentirsi... felici? Scosse il capo, la Herbert, muovendosi per avvicinarsi a Cole e Danielle e festeggiare con loro... e sussultando nel sentire le parole che il ragazzo incappucciato le sussurrò quasi impercettibilmente mentre la oltrepassava.
... Il posto lo conosci. Stanotte, dopo l'una.
Non disse nulla, limitandosi a deglutire e a ricomporsi così da fingere che nulla fosse accaduto di fronte al Capo dei Sicari e fidanzata: e a proposito del primo...
Giuro che ti ammazzo, anzi, ti strozzo con quella fottutissima sciarpa!
Una minaccia quasi ringhiata, ma per fortuna le labbra erano leggermente inarcate in un sorriso divertito... una volta tanto. Si lasciò riempire di complimenti, mangiò fino a scoppiare, si rilassò e diede alla coppia la buonanotte, fingendo di andare a dormire... ma all'una, la Herbert si trovava nel punto esatto che si era sognata la notte prima, in attesa che le sue domande ricevessero risposta.
Giardini Sportivi di Limassol Stessa Notte del Termine della Competizione Ore 01:00
Mentre la ragazza camminava per la boscaglia cercando di raggiungere il luogo designato, ad un certo puntò poté sentire distintamente nell'aria un suono estremamente simile a quello udito nel sogno da bambina e in quello dove gli era sfuggita la preda durante la caccia. L'unica differenza era che la musica non solo aveva le note ma in quel caso anche la voce, la voce del tizio misterioso che, sopra un albero, la stava aiutando a raggiungerlo con la musica. Una volta che ella si fosse trovata proprio sotto quell'albero, il ragazzo smise di suonare e discese con un bel salto.
E così, alla fine hai deciso di venire. Mi fa molto piacere, mia cara allieva sempre imbronciata.
Il tono, un po' divertito e un po' contento, era la riprova che quel tipo era lo stesso dei sogni e sapeva che lei lo aveva sognato. Sicuramente ormai c'erano pochi dubbi in merito ma la faccenda si faceva sempre più interessante e soprattutto curiosa. Lasciò che Nylea si avvicinasse a lui, osservandola dall'alto verso il basso, ma rimanendo col cappuccio, per il momento. La Luna, alta nel cielo, illuminava i loro volti, placida, specchiandosi nelle acque del lago.
Hai raggiunto la terza posizione. Credo tu possa reputarti molto soddisfatta. Ad un pelo dall'argento, un gran peccato lo ammetto! Se non ti avesse morso quel lupetto cattivo, ahi ahi ahi...
Era consapevole che lei non fosse venuta lì per una semplice chiacchierata informale, ma che stesse cercando la verità dietro quei sogni. Poteva leggerglielo negli occhi e probabilmente anche le parole avrebbero aiutato, con quel tono freddo e velenoso sempre posseduto. Certo, adesso le sfumature che vedeva in lei erano quelle di una persona logorata da un periodo passato in cella. L'incappucciato la fissò con aria più seria, poi finalmente si abbassò il cappuccio rivelando due belle orecchie a punta da folletto.
Mi chiamo Robin Hood, sono una semi-divinità dei boschi, ma di razza base un Eladrin.
Se Nylea avesse riflettuto attentamente sulla razza citata dal suo interlocutore (Elaborazione + d20 = o > 24) forse avrebbe ricordato quei blandi fondamenti di Cura delle Creature Magiche che Cole le aveva gentilmente imposto di apprendere. Gli Eladrin, detti anche "Folletti della Natura" erano una razza magica molto rara, ormai quasi estinta, con pochissimi esemplari ancora presenti nel Mondo Magico. Di norma dotati di poteri speciali molto elevati, evitavano da sempre di mostrarsi agli umani per pura scelta oggettiva.
Sono protagonista di molte leggende e storie narrate tra i babbani, ma ovviamente nessuno pensa che io possa esistere realmente. Allora, immagino tu abbia un bel po' di domande da farmi, comincia pure da dove vuoi, non ti negherò alcuna verità.
Non vedeva ancora nessuno, né sapeva effettivamente cosa fare: doveva cercarlo per tutti i giardini di Limissol, magari come prova ulteriore? Mentre la Herbert rifletteva su cosa fare, una musica assolutamente uguale a quella dei suoi sogni le giunse alle orecchie, indicandole la via da seguire: con un sospiro leggero, Nylea s'incamminò verso il punto da cui la canzoncina proveniva, ritrovandosi a fissare un ragazzo - quel ragazzo - seduto sul ramo di un albero, intanto a suonare e cantare come nulla fosse; quando scese con un salto, la Sicaria lo fissò molto seriamente, non sorridendo nemmeno nel sentire il modo in cui lui la salutò.
E così, alla fine hai deciso di venire. Mi fa molto piacere, mia cara allieva sempre imbronciata.
Incrociò le braccia all'altezza del petto, fissandolo con diffidenza ed impazienza: lui sapeva perché Nylea si trovava lì, allora perché farla tanto lunga e non passare subito al dunque?
Hai raggiunto la terza posizione. Credo tu possa reputarti molto soddisfatta. Ad un pelo dall'argento, un gran peccato lo ammetto! Se non ti avesse morso quel lupetto cattivo, ahi ahi ahi...
Possiamo saltare queste stronzate e arrivare al punto? Non me ne frega niente della terza posizione, voglio sapere chi cazzo sei e cosa c'entri col mio passato.
Era stata anche troppo gentile, pazientando tutto quel tempo e considerando che, di attendere per avere spiegazioni, non aveva per nulla voglia: era lì perché voleva conoscere la verità, non c'era nessun altro motivo.
Mi chiamo Robin Hood, sono una semi-divinità dei boschi, ma di razza base un Eladrin.
Beh, voleva la verità... Aggrottò la fronte, richiamando a sé le nozioni - Elaborazione + d20 = 27 - di Cura delle Creature Magiche che Cole l'aveva costretta ad imparare nel corso dei suoi studi privati, per arrivare a ricordare come gli Eladrin fossero chiamati anche "Folletti della Natura", una specie rara, anzi, rarissima, che normalmente si nascondeva dagli umani. Spalancò gli occhi - il massimo dello sconcerto che si permetteva di mostrare di fronte ad un estraneo - irrigidendo il corpo e guardandolo con ancora più sospetto di prima.
Sono protagonista di molte leggende e storie narrate tra i babbani, ma ovviamente nessuno pensa che io possa esistere realmente. Allora, immagino tu abbia un bel po' di domande da farmi, comincia pure da dove vuoi, non ti negherò alcuna verità.
Ti ho davvero conosciuto quand'ero piccola? - se doveva cominciare lei, meglio partire dall'inizio - Perché mi hai regalato un arco, e perché mi hai cancellato la memoria? Non mi conoscevi, ti sei insinuato nella mia vita e poi mi hai privato dei miei ricordi... che cazzo di mente malata farebbe una cosa del genere?
Nervosa, sia per l'idea di trovarsi di fronte ad un semi-Dio o come diavolo si dicesse, sia al pensare di esser stata manipolata da qualcuno senza avere alcuna facoltà di scelta.
Ti ho davvero conosciuto quand'ero piccola? Perché mi hai regalato un arco, e perché mi hai cancellato la memoria? Non mi conoscevi, ti sei insinuato nella mia vita e poi mi hai privato dei miei ricordi... ... che cazzo di mente malata farebbe una cosa del genere?
Sarà meglio andare per ordine, immagino... Ad ogni modo, gradirei non essere insultato o definito "mente malata", ci siamo capiti? Se ami tantissimo ciò che porti in spalla è anche e forse soprattutto merito mio. Non offendere chi crede in te, non credo tu definisca mente malata l'uomo che ti ha tolto da Azkaban, o sbaglio?
Lo sguardo che le lanciò fu piuttosto eloquente: gradiva rispetto e non in quanto semi-divinità ma in quanto persona. L'aveva conosciuta cocciuta, determinata, orgogliosa, permalosa, ma non maleducata. Attese che la ragazza comprendesse il suo discorso, prima di tornare a parlare, avanzando di qualche passo in direzione del lago. Posò addosso ad un albero il proprio banjo, strumento suonato poco fa, ipotizzando che per il momento non gli servisse.
Sì, mi hai davvero conosciuto in tenera età. Quel giorno stavo vagando in quelle zone perché degli animali mi avevano riferito di strani movimenti nella foresta. Tali movimenti erano tuo padre e la sua equipe che lavoravano al fine di creare quello stesso siero che hai tu oggi in corpo. Sfruttarono un enorme quantitativo di piante e per questo motivo la natura si stava preoccupando, era in allerta.
Quella fu la prima parte del racconto, parte che confermava quindi il loro effettivo incontro in quel periodo e in quel luogo. A giudicare dal modo in cui parlava, Robin Hood era davvero un difensore dei boschi e del verde, preoccupato per piante, fiori e animali. Le orecchie di tanto in tanto si muovevano, come se captassero delle vibrazioni e gli occhi, quando si concentrava a fissare un determinato dettaglio, assottigliavano le pupille facendole diventare verticali come quelle dei rettili.
Ti regalai un arco perché ti sentii piangere. Eri triste, la tua anima era piena di dolore, malinconia e sofferenza. Nonostante tuo padre fosse a pochi passi, sapevi di essere sola. Devi sapere che noi Eladrin abbiamo un dono molto sviluppato, denominato "Settimo Senso". Lo hanno pochissime altre creature del Mondo Magico e serve a predire le situazioni in modo ipotetico. Questo cosa vuol dire? Semplice, noi facciamo una domanda alle forze dell'Essere su un possibile futuro e l'Equilibrio ci risponde. Non ci fornisce la risposta sicura ma comunque quella più probabile ed io chiesi se tu fossi ben predisposta a saper usare l'arco.
Volse un attimo lo sguardo e la fissò, intensamente.
Non appena feci quella domanda, ebbi una visione: tu, oggi, durante la premiazione di questo torneo. La differenza sostanziale rispetto alla mia predizione ipotetica... è che in quell'immagine improvvisa tu vincevi la quinta posizione. Quella fu una buona garanzia e mi convinse a darti una possibilità, a fornirti un mezzo per allontanarti dalla tristezza.
Significava allora che Nylea Herbert aveva gratificato ancora di più il tentativo del folletto, arrivando addirittura terza.
Ti dovetti cancellare la memoria perché doveva assicurarmi che tu scegliesti la tua strada senza ricordi. Il tuo spirito doveva svilupparsi da solo. Se ti fossi ricordata del nostro incontro, sarebbe stato come un albero che viene aiutato a crescere verso l'alto grazie ad uno stecco di plastica legato al tronco ed io volevo essere sicuro che la mia visione si rivelasse esatta.
Non sorrise ancora però, cosa che poteva far pensare alla ragazza che qualcosa comunque non era andata nel modo sperato.
Tuttavia, pur essendo riuscita nel compito più difficile per un arciere, ti sei persa nel più facile. Hai interiorizzato quest'arte, trasformando lo strumento in una parte di te, ma non hai imparato a divertirti con esso. Questo è alquanto singolare e non l'avrei mai e poi mai potuto prevedere...
Sarà meglio andare per ordine, immagino... Ad ogni modo, gradirei non essere insultato o definito "mente malata", ci siamo capiti?
Non disse nulla, tenendo ancora le braccia incrociate in una posizione chiaramente difensiva.
Se ami tantissimo ciò che porti in spalla è anche e forse soprattutto merito mio. Non offendere chi crede in te, non credo tu definisca mente malata l'uomo che ti ha tolto da Azkaban, o sbaglio?
L'uomo che mi ha tolto da Azkaban non ha cancellato i miei ricordi, né si è divertito a farmi passare nottate di merda con sogni del cazzo in grado di scombussolarmi totalmente, di cui uno "tanto per divertirsi" ... - replicò Nylea gelida, usando le stesse parole che aveva sentito pronunciare da lui nell'ultimo sogno - ed oltretutto è qualcuno che conosco, che rispetto e di cui so di potermi fidare perché me l'ha dimostrato, nel tempo. Quindi non pensare di poterti paragonare a lui, né tantomeno di poter richiedere il suo stesso trattamento.
Perché per lei qualcuno che manipolava in quel modo la sua mente, qualunque fosse il motivo, tanto sano di mente o gentile non era: era un modo di vedere estremo, chiaramente, ma la Herbert aveva dimostrato da tempo che per lei era tutto o bianco o nero, e che le mezze misure non esistevano.
Sì, mi hai davvero conosciuto in tenera età. Quel giorno stavo vagando in quelle zone perché degli animali mi avevano riferito di strani movimenti nella foresta. Tali movimenti erano tuo padre e la sua equipe che lavoravano al fine di creare quello stesso siero che hai tu oggi in corpo. Sfruttarono un enorme quantitativo di piante e per questo motivo la natura si stava preoccupando, era in allerta.
Non commentò quelle parole, perché non c'era nulla da dire: sapeva che il padre e la sua équipe avevano sfruttato moltissime piante e radici per sviluppare il siero di potenziamento, era la verità; e poi era quasi più interessante osservare le sue orecchie a punta muoversi, o le sue pupille farsi verticali, tipo quelle dei rettili.
Ti regalai un arco perché ti sentii piangere. Eri triste, la tua anima era piena di dolore, malinconia e sofferenza. Nonostante tuo padre fosse a pochi passi, sapevi di essere sola.
Anche in quel caso, niente di nuovo: ricordava bene la sensazione di solitudine provata per tutti quegli anni, con tutto che il padre le era spesso accanto; ma stare accanto ad una persona per la quale si era invisibili non era certo abbastanza, soprattutto non per una bambina piccola che necessitava di attenzioni e di affetto.
Devi sapere che noi Eladrin abbiamo un dono molto sviluppato, denominato "Settimo Senso". Lo hanno pochissime altre creature del Mondo Magico e serve a predire le situazioni in modo ipotetico. Questo cosa vuol dire? Semplice, noi facciamo una domanda alle forze dell'Essere su un possibile futuro e l'Equilibrio ci risponde. Non ci fornisce la risposta sicura ma comunque quella più probabile ed io chiesi se tu fossi ben predisposta a saper usare l'arco.
Sentì il cuore battere appena più forte a quelle parole, ma continuava a mantenere la stessa postura del corpo, a sottolineare che di certo ancora non si fidava di lui.
Non appena feci quella domanda, ebbi una visione: tu, oggi, durante la premiazione di questo torneo. La differenza sostanziale rispetto alla mia predizione ipotetica... è che in quell'immagine improvvisa tu vincevi la quinta posizione. Quella fu una buona garanzia e mi convinse a darti una possibilità, a fornirti un mezzo per allontanarti dalla tristezza.
Sono stata ancora meglio delle aspettative, allora.
Commentò la Herbert ironica, riferendosi al proprio terzo posto raggiunto durante la competizione conclusasi quello stesso giorno.
Ti dovetti cancellare la memoria perché doveva assicurarmi che tu scegliesti la tua strada senza ricordi. Il tuo spirito doveva svilupparsi da solo. Se ti fossi ricordata del nostro incontro, sarebbe stato come un albero che viene aiutato a crescere verso l'alto grazie ad uno stecco di plastica legato al tronco ed io volevo essere sicuro che la mia visione si rivelasse esatta.
Beh, mi pare che sia andato tutto bene allora: tu mi hai regalato l'arco, io l'ho fatto diventare una parte di me. Dovremmo essere tutti contenti, giusto?
No, non era giusto proprio per niente.
Tuttavia, pur essendo riuscita nel compito più difficile per un arciere, ti sei persa nel più facile.
Cosa vuol dire?
Hai interiorizzato quest'arte, trasformando lo strumento in una parte di te, ma non hai imparato a divertirti con esso. Questo è alquanto singolare e non l'avrei mai e poi mai potuto prevedere...
Io mi diverto col mio arco. - replicò lei, infastidita da quella stupida, a suo giudizio, insinuazione - Lo porto sempre con me, mi ci alleno, ci parlo anche... è il mio migliore amico, ed è stato anche l'unico per molto tempo. L'unica cosa che non posso fare col mio arco sono le magie, ma per quello non ci posso fare nulla.
L'uomo che mi ha tolto da Azkaban non ha cancellato i miei ricordi, né si è divertito a farmi passare nottate di merda con sogni del cazzo in grado di scombussolarmi totalmente, di cui uno "tanto per divertirsi" ... ed oltretutto è qualcuno che conosco, che rispetto e di cui so di potermi fidare perché me l'ha dimostrato, nel tempo. Quindi non pensare di poterti paragonare a lui, né tantomeno di poter richiedere il suo stesso trattamento.
Chi ha mai parlato di paragoni? Non paragono l'affetto che hai per lui, la considerazione o la fiducia. Qui si tratta di insulti gratuiti... I sogni che hai fatto erano tutti finalizzati ad uno scopo, anche quello nel quale mi sono un po' divertito. Evitare troppe chiacchiere qui ed ora e farti ricordare la musica da seguire una volta giunta sul posto, per raggiungermi.
Scosse il capo, ritrovandosi davvero sconcertato dal modo di fare di quella ragazza. Il suo carattere scontroso e sfrontato era peggiorato moltissimo nel corso della crescita, anche per via dell'assenza di una figura paterna stabile probabilmente, ma di sicuro questo non cambiava affatto la situazione: Nylea Herbert non brillava come ogni altra ragazza della sua età. Nascondeva il suo vero io dietro a parole ciniche e sguardi assenti. Soltanto quando impugnava l'arco quello sguardo mutava radicalmente, facendosi più sveglio, facendosi più attento, facendosi più vivo. L'intervento del folletto era fondamentale al fine di restituirle qualche briciolo di serenità in più, questo lo sapeva bene, ma non era facile aiutare chi non pensava di dover essere aiutato. Le raccontò chi fosse, la sua identità, i dettagli del loro primo incontro e di cosa lo spinse a considerare una buona idea farle il dono dell'arco, cancellandole dei frammenti di memoria in maniera che fosse completamente scevra da ogni condizionamento mentale o emotivo esterno. La visione avuta grazie al "Settimo Senso" si era rivelata non solo esatta, ma anche lievemente imprecisa in positivo. Piazzarsi al terzo posto su scala europea non era da definirsi impresa piccola, un'impresa per nulla aiutata dalla fortuna, per altro. Dunque la bravura c'era, la connessione con lo strumento sportivo pure, la concentrazione, l'isolamento dal mondo eccetera eccetera, ma tutto ciò non bastava, o per lo meno queste furono le parole che più destabilizzarono il Caporale dei Sicari quando le ascoltò provenire da Robin Hood.
Io mi diverto col mio arco. Lo porto sempre con me, mi ci alleno, ci parlo anche... è il mio migliore amico, ed è stato anche l'unico per molto tempo. L'unica cosa che non posso fare col mio arco sono le magie, ma per quello non ci posso fare nulla.
Ma questo non è divertirsi! Questo è starci a contatto, interiorizzare e legare la sua essenza con la tua. Sono cose molte belle ma ben lontane dal divertimento. Divertirsi significa ridere, significa scherzare, significa essere di buon umore... e a te non capita da molti anni. Non sono io a dirlo e non puoi neanche negarlo... perché è lui che me lo sta comunicando.
Indicando con gli occhi proprio l'arco che la ragazza portava in spalla.
Posso comunicare con lui ed esso mi sta dicendo che dentro hai una gran tristezza. La stessa che avevi mentre piangevi quella mattina, una tristezza data dalla perenne paura di rimanere sola. Ti fidi del tuo Capitano, ma hai il costante terrore che possa abbandonarti da un momento all'altro. Temi che le persone, in quanto tali, possano cambiare idea senza che tu te ne accorga. Il tuo arco invece, in quanto oggetto facente parte di te, non può lasciarti, per questo lo adori così tanto. ... Puoi dirmi che sbaglio?
Mosse l'attenzione ora sul viso della ragazza, girandosi con tutto il corpo in sua direzione.
Anche la competizione è un divertimento, se vissuta con serenità e senza la voglia spasmodica di vincere. Si chiama "sana competizione", ma tu non hai neanche quella, ci sono volute due teste per convincerti a partecipare. Il divertimento è tutto, anche scagliare una freccia verso il Sole pur sapendo che non lo si raggiungerà mai. Fu la prima cosa che facesti non appena ti lasciai sola, te lo ricordi?
Chi ha mai parlato di paragoni? Non paragono l'affetto che hai per lui, la considerazione o la fiducia. Qui si tratta di insulti gratuiti... I sogni che hai fatto erano tutti finalizzati ad uno scopo, anche quello nel quale mi sono un po' divertito. Evitare troppe chiacchiere qui ed ora e farti ricordare la musica da seguire una volta giunta sul posto, per raggiungermi.
Non rispose, come spesso accadeva quando qualcuno le parlava: alla Herbert l'idea di sprecare il fiato non piaceva affatto, per questo parlava solo quando aveva qualcosa di davvero interessante o importante da dire; ascoltava ogni giorno parole vuote susseguirsi le une dopo le altre, pronunciate da persone che volevano solo dar fiato ai loro polmoni e che, probabilmente, amavano sentire il suono della loro voce. Forse era anche per questo che Nylea difficilmente parlava a vanvera, preferendo un silenzio costruttivo la maggior parte delle volte, come in quel caso. Solo quando il folletto, Robin Hood, insinuò che lei non si divertisse col proprio arco, allora la Sicaria si sentì in dovere d'intervenire per difendere il loro rapporto - anzi, il suo rapporto con l'oggetto che le aveva fatto da confidente, da amico, quasi anche da genitore.
Ma questo non è divertirsi! Questo è starci a contatto, interiorizzare e legare la sua essenza con la tua. Sono cose molte belle ma ben lontane dal divertimento. Divertirsi significa ridere, significa scherzare, significa essere di buon umore... e a te non capita da molti anni. Non sono io a dirlo e non puoi neanche negarlo... perché è lui che me lo sta comunicando.
Spostò con lentezza lo sguardo sull'arco che aveva in spalla, facendoselo scivolare lungo la schiena e prendendolo tra le dita per accarezzarlo dolcemente, con sguardo dolce e quasi innamorato, l'amore che si poteva avere solo per chi - o cosa, in questo caso - c'era stato sempre, in ogni momento della sua vita.
Posso comunicare con lui ed esso mi sta dicendo che dentro hai una gran tristezza. La stessa che avevi mentre piangevi quella mattina, una tristezza data dalla perenne paura di rimanere sola. Ti fidi del tuo Capitano, ma hai il costante terrore che possa abbandonarti da un momento all'altro. Temi che le persone, in quanto tali, possano cambiare idea senza che tu te ne accorga.
Scosse il capo, quasi arrabbiata per quelle parole, ma dentro di sé una vocina non poteva fare a meno d'insinuare come fossero reali: si fidava di Cole, chiaramente, ma avrebbe mai potuto biasimarlo se, un giorno, si fosse stancato di lei, dei suoi modi di fare, delle sue battutine acide e del suo sarcasmo? Era lo stesso principio che la spingeva a tenere a distanza anche Venser, nel timore che prima o poi il suo carattere ed il suo modo di fare l'avrebbero indispettito così tanto da lasciarla: e allora meglio non essere emotivamente troppo coinvolti, per non rimanere feriti più del necessario.
Il tuo arco invece, in quanto oggetto facente parte di te, non può lasciarti, per questo lo adori così tanto. ... Puoi dirmi che sbaglio?
Abbassò lo sguardo, accarezzando ancora ciò che per lei valeva quanto la sua stessa vita, gli occhi che si facevano appena più lucidi in un impeto emotivo di cui nemmeno avrebbe saputo spiegare la provenienza.
Anche la competizione è un divertimento, se vissuta con serenità e senza la voglia spasmodica di vincere. Si chiama "sana competizione", ma tu non hai neanche quella, ci sono volute due teste per convincerti a partecipare. Il divertimento è tutto, anche scagliare una freccia verso il Sole pur sapendo che non lo si raggiungerà mai. Fu la prima cosa che facesti non appena ti lasciai sola, te lo ricordi?
Sono cambiate tante cose da allora... io sono cambiata, irrimediabilmente. - replicò finalmente la Herbert, trovando inutile scendere nei dettagli perché tanto il folletto, grazie all'arco, li conosceva già - Ciò che una volta mi avrebbe divertita, ora non ha più alcun significato per me. Sono stata spezzata in troppi pezzi... e sto ancora cercando di rimetterli insieme.
Ci sarebbe voluto tempo, probabilmente, forse una vita intera, forse nemmeno quella sarebbe bastata. Scosse leggermente il capo, ricacciando indietro le lacrime e posando nuovamente lo sguardo su Robin Hood, con un sospiro leggero.
Senti, parliamoci chiaro: sono venuta qui, ho ricordato il mio passato, ti ringrazio per avermi donato l'arco, e se pensi sia così importante cercherò... di divertirmi di più con esso. Ma a questo punto non credo ci sia altro da dire, no?
Sono cambiate tante cose da allora... io sono cambiata, irrimediabilmente. Ciò che una volta mi avrebbe divertita, ora non ha più alcun significato per me. Sono stata spezzata in troppi pezzi... e sto ancora cercando di rimetterli insieme.
Questa volta fu il folletto a non rispondere, preferendo il silenzio alle parole, limitandosi a guardarla ancora un attimo prima di voltarsi e riprendere a fissare la Luna distante e luminosa. Il dolore espresse in quelle poche frasi era palese, Nylea stava male ogni giorno, non appena apriva gli occhi. La mattina per lei costituiva il ricordo del passato, il momento di tornare a vedere in faccia la realtà e tramutare quelle sensazioni in angoscia. Da quanto andava avanti quella situazione? Mesi ormai, fin da quando era uscita di prigione. Sì, i pezzi era tantissimi, sparsi ovunque e a volte estremamente difficili da trovare e rimettere insieme, ma era anche vero che la Herbert faceva ben poco per raggiungere una soluzione. Non per pigrizia, non per incapacità, ma perché da sola costituiva una forza troppo debole e allo stesso tempo rifiutava ogni aiuto esterno.
Senti, parliamoci chiaro: sono venuta qui, ho ricordato il mio passato, ti ringrazio per avermi donato l'arco, e se pensi sia così importante cercherò... di divertirmi di più con esso. Ma a questo punto non credo ci sia altro da dire, no?
Non c'è molto altro da dire oppure non c'è altro che tu voglia ascoltare? C'è una bella differenza tra le due cose e immagino tu la comprenda benissimo.
Su una cosa però la Sicaria aveva ragione: se la sua vita fosse continuata così, non si sarebbe mai potuta riprendere del tutto. Irrimediabilmente il suo cambiamento era statico, fisso, solido, impossibile da smussare allo stato attuale. A Robin Hood però quel dettaglio non piaceva affatto, lui che l'aveva aiutata a trovare lo strumento per la propria felicità e spensieratezza non riusciva a sopportare di vederla in quel modo. Forse per capriccio, forse per presa di posizione, forse per un affetto parallelo dato il legame creatosi tra loro con l'arco, ma restava comunque il fatto che voleva aiutarla, donarle almeno una sostituzione di un buon 20% di quei pezzi ormai andati perduti per sempre, un dono non indifferente, un dono esclusivo, più di quello che già aveva in serbo per lei prima di incontrarla.
Fai un passo avanti e fidati di me, per quanto so che si tratti di una richiesta difficile da accordare. Ti chiedo di rilassare ogni muscolo del corpo, inspirare profondamente e concentrarti sia sull'ambiente verde che ti circonda quando sei in mezzo ad una foresta, sia al vento che ti passa tra i capelli quando ti arrampichi sugli alberi o raggiungi la sommità di una parete rocciosa. Fa' come ti dico e ti assicuro che ti farò stare meglio.
Se ella quindi avesse acconsentito ad avvicinarsi al semi-dio, egli, pur sapendo bene che fosse una mossa azzardata e non contemplata dal Mana, le posò una mano al centro del petto, delicatamente, rilasciando un'energia incredibile dentro il corpo di Nylea, una energia positiva, una energia completamente in accordo con i pensieri che le aveva chiesto di avere ad occhi chiusi. La ragazza quindi, avrebbe visto distintamente nel buio delle palpebre abbassate le immagini di due sfere eteree e luminose, una argentata ed una smeraldina, brillare e pulsare, sistemandosi poi all'interno del suo spirito con una leggerezza ed una facilità estrema, quasi a voler colmare una parte di quel vuoto che lei accusava da dopo i terribili eventi del suo passato infelice. Tutto ciò durò meno di una decina di secondi, dopo di che il folletto ritrasse la mano, pronto a darle dovute spiegazioni.
Da adesso in poi, la Terra e il Vento hanno stabilito una connessione viva e speciale con te. Ho donato al tuo animo due frammenti completamente nuovi a colmare il nulla lasciato da quelli vecchi, ormai ridotti in frantumi. Tra meno di un minuto potrai cominciare a sentire gli effetti benefici del Mana che ho trasferito nel tuo corpo, Nylea Herbert. La Terra ti restituirà maggiore calma, gioia interiore e voglia di vivere quando sarai a contatto con la natura, mentre il Vento farà lo stesso in ogni ambiente che calpesterai, civile o selvaggio che sia, in quanto esso è l'Aria che ti circonda e che respiri. Ci sono persone che hanno la possibilità di far crescere questo legame nel tempo, ma non essendo stata tu prescelta fin dall'inizio dovrai accontentarti solo di ciò che hai ricevuto da me. Posso assicurarti però che è un privilegio non indifferente e che spero apprezzerai.
Non una Gildata, dunque, ma soltanto una persona benedetta da una piccola scintilla di Mana, doppio Mana addirittura. Robin Hood, in quanto entità sovrannaturale legata a quei due specifici elementi dell'Equilibrio, non avrebbe potuto fare nulla di più ed anzi, una scelta simile significava alterare leggermente il piano di Gaia, ma era quasi sicuro che una così insignificante variazione non avrebbe fatto del male a nessuno, anzi, alla diretta interessata non restava altro che trarne i dovuti benefici. Osservò attentamente le variazioni della sua espressione, cercando di capire come stesse reagendo, sicuro che percepire di nuovo una vitalità ormai data spacciata per sempre fosse una sensazione incredibile ed anche indescrivibile. Le sorrise appena, adesso anche lei era piccola parte integrante in più del Conflux.
Spoiler:
Nylea riceve una percentuale di affinità con Terra e Vento pari al 10% e viene definita "Benedetta dal Mana". Tale percentuale, che non può crescere in alcun modo, non costituisce per lei la possibilità per accedere alla Gilda Terran. I Capo Gilda e i Druidi (da adulti in su) possono comunque percepire gli elementi dentro di lei. Le creature appartenenti a questi elementi ricevuti continueranno a comportarsi normalmente con lei, a differenza di come potrebbe avvenire per un gildato anche di primo stadio, ma quelle più aggressive, feroci o irritate, si dimostreranno restie ad attaccarla o farle del male.