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Messaggioda Typhon » 18/05/2013, 22:42

Perché mai aprirsi con una come lei, con la quale aveva scambiato si e no dieci parole da quando la conosceva?
Obiettivamente, non gli interessava chi ci fosse di fronte, bastava che avesse un cervello abbastanza sviluppato da capire il suo discorso e tanto bastava, calcolando che aveva così tanta rabbia in corpo per non essere ancora riuscito a trovare una soluzione che per sfogarsi non necessitava per forza di Alexis o di Arianna... Per quanto, una capocciata alla Vilvarin sarebbe stata di grande aiuto in un certo senso.
Mentre conversavano, lei all'insaputa del Prefetto, cercò di imprimere il suo potere in lui, forse con il chiaro intento di divertirsi un po'.
Inutile dire che con Typhon Seal non poteva risultare così semplice, alla fin fine era pur sempre un Dragargenteo, dalla ferrea concentrazione.
Tra una chiacchiera e l'altra provava ancora, più volte, parlando il più possibile in modo disinvolto per non dare a pensare niente di strano.

Magari mi farò un giro, la notte Hogwarts ha tutto un altro fascino...
La promozione è l'ultima delle mie preoccupazione, e per quanto riguarda Alchimia, è una materia che mi prende davvero, la mia preferita.
Ma ultimamente... ho rivalutato anche Erbologia.


Rivalutare Erbologia grazie a lui?
O era un vero e proprio prodigio nell'insegnamento o la Mentore le stava decisamente sulle p***e.
Non si sentiva questo gran che di professore, improvvisato per altro.
Riflettendo su queste stupidaggini di poco conto, per la seconda volta Seal riuscì ad evitare il controllo mentale della Herbert, dimostrando nuovamente una stabilità interiore degna di nota.
Certo, si poteva anche menzionare la possibilità che lei si fosse indebolita, ma perché mai, dato che anzi, a 15-16 anni il corpo e la testa si sviluppano in meglio e non in peggio?
Di nuovo ella non mostrò niente che potesse far pensare ad una difficoltà o ad un fastidio, senza contare che quello poteva considerarlo un buon allenamento per le sue facoltà, qualora fossero riuscite nell'arduo intento.
Per questo il futuro erbologo proseguì nel discorso, spiegando la motivazione dietro alla sua incredibile inca****ura, spingendo in uno strano moto di gentilezza, la ragazza a rispondere per aiutarlo... Ovviamente con doppio fine, ma era una cosa calcolata?

Il veleno del serpente a sonagli è particolare, Seal... quando viene iniettato nel sangue di un suo simile, gli enzimi presenti in comune si mischiano e si uniscono creando un composto differente ma affine, quindi innocuo.

... Prego?

Hai presente in matematica che succede coi simboli meno e più?
Più per meno fa meno, ma meno per meno fa più... ed è lo stesso principio che vige nella mescolanza dei veleni dei serpenti: veleno con veleno risulta composto curativo.


Rimase per qualche secondo interdetto dal discorso della collega, non capacitandosi bene di come facesse a conoscere così bene l'argomento.
Il veleno a contatto con un altro veleno poteva produrre effetti benefici, per questo un serpente poteva curarne un altro mordendolo mentre invece mordendo un altro essere vivente risultava potenzialmente letale.
Ciò però come si poteva farlo riferire alla sua materia, al suo studio? Una buona base per iniziare una successiva ricerca, senza ombra di dubbio, fermo restando che quella ipotesi poteva anche rivelarsi vana ai fini della comprensione di quella pianta.
Vero era però che se invece il discorso di Melia filasse anche in quella casistica...

Allora la soluzione è mischiare le spore dell'Agerato Celestino con quelle di un'altra pianta velenosa.
Ingegnoso e quasi impossibile da capire, non per uno alle prime armi come me!
Dannazione... Ma... Come... Ha... Fatto... ?


Troppo tardi per farsi delle domande, troppo tardi per anche soltanto formularle una richiesta per farsi dire come avesse fatto a fare tanta chiarezza nei suoi dubbi, trovando una soluzione in maniera tanto elementare da sembrare un argomento svolto a lezione il giorno prima.
Mentre i suoi occhi facevano dilatare le pupille per lo stupore e la sorpresa nei confronti di quelle parole, allo stesso tempo anche quelle della Herbert facevano lo stesso, ma non per le stesse emozioni, ma perché forse quell'attimo di smarrimento e contropiede del ragazzo significò la caduta della sua resistenza e l'ingresso del potere nel suo pensiero e nella sua volontà.
Il viso di Typhon Seal adesso somigliava più a quello di una statua di cera, assoggettato al volere, al potere e al piacere della Serpeverde.
Prese a respirare più regolarmente, segno inequivocabile che le sue sensazioni si erano assopite, spente, ora non provava niente di rilevante.
Momento adeguato e perfetto per iniziare il gioco da parte della creazione più sensuale e maliziosa della Setta dei 12.

Ti ho aiutato molto, vero?
Non mi merito nulla in cambio?


A differenza di Dylan Connor, il docente di Alchimia già sotto le grinfie della giovane dagli occhi d'oro, il Prefetto dei draghi, forse per differenza di carattere e indole, non assunse quell'aria da bambola telecomandata simile ad uno schiavetto senza spina dorsale.
Al contrario, egli prese a comportarsi comunque normalmente, appoggiando il braccio sul banco, sistemandosi in una posizione più comoda, chiudendo la serie di libri vicino a lui, non bevendo però, questo perché non gli era stato concesso dalla attuale "padrona".
L'espressione mutò lievemente, apparendo quasi cosciente, schietta, tra il serio e il sarcastico come al suo solito, ma gli occhi mostravano chiaramente quelle pupille troppo dilatate e per troppo a lungo per far pensare che l'Ipnosi non fosse andata a buon fine del tutto.
Melia avrebbe dovuto imparare col tempo che ognuno rimaneva abbracciato dalla sua energia in modo diverso, a seconda di mille sfaccettature del genere umano, dall'impostazione mentale alla flessibilità delle emozioni.
Restava comunque il fatto... Che per il momento, egli era Suo.

Davvero parecchio, lo devo ammettere...
E cosa vorrebbe mai in cambio, signorina?
Vedrò di accontentarti come posso, ovviamente...
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Messaggioda Melia » 18/05/2013, 23:07

Ovvio che l'avesse aiutato, e pure parecchio: praticamente gli aveva messo davanti la soluzione a quell'enigma che, a quanto aveva capito, lo tormentava da tutta la sera; era piuttosto soddisfatta dell'aiuto prestato al Dragargenteo che, in fondo, gli stava piuttosto simpatico... ma questo non voleva certo dire che fosse pronta a fare qualcosa senza nulla in cambio, non sarebbe stata Melia se avesse dato una mano a Typhon così, gratuitamente.
Certo, ci mise un bel po' per far attecchire l'ipnosi in lui, che evidentemente aveva una mente molto più sviluppata e dedita alla concentrazione di altre, ma alla fine, con sua somma soddisfazione, ci riuscì: le sue pupille si dilatarono in corrispondenza di quelle della Herbert e la posizione del suo corpo si rilassò, seppur il suo modo di essere, anche sotto ipnosi, rimase tale, semplicemente assoggettato al suo volere.

Davvero parecchio, lo devo ammettere...
E cosa vorrebbe mai in cambio, signorina?
Vedrò di accontentarti come posso, ovviamente...


Cosa poteva chiedergli?
Si umettò le labbra, osservandolo da capo a piedi con attenzione, con riflessione pensierosa, come se fosse una decisione importantissima quella da prendere; alla fine sorrise lentamente e schiuse le labbra, pronta a dare il suo ordine al giocattolino temporaneo che aveva di fronte.

Voglio un bacio.
Ma non un bacio qualsiasi: voglio che mi baci come se stessi baciando la donna che ami... dopodiché, mi lascerai farti un servizietto di cui penso tu abbia bisogno.


Ordini precisi, ordini forti e magari anche un po' volgari, ma la Herbert era anche questo nonostante qualcuno, come Dylan, non potesse minimamente concepirlo; ma non aveva finito, no, c'era ancora qualcosa che Melia doveva dire... le istruzioni per il post lavoretto, ovviamente, poiché non poteva certo rischiare che Seal si ricordasse di lei o di quel particolare della serata.

Quando avrò finito, e credimi che a quel punto sarai pienamente soddisfatto e molto, molto più rilassato, io me ne andrò, e tu ti dimenticherai non solo di avermi parlato o di avermi baciata, ma anche di avermi incontrata: per te, nella tua mente, sarai rimasto da solo in questa biblioteca tutto il tempo, e ti convincerai che l'intuizione sul veleno del serpente l'hai avuta di tuo pugno, ricordando un particolare letto in un libro anni fa, uno dei tanti che ti sono passati tra le mani.

Chiara, precisa, e in fondo nemmeno troppo cattiva visto che a Typhon non avrebbe fatto ricordare nulla, proteggendo così il suo rapporto con Alexis: e un tradimento dimenticato, estirpato dalla memoria, non era un vero tradimento, no?

Cosa aspetti, Seal?
Avanti, fammi felice...


Lo esortò infine, rimanendo ferma per permettergli di avvicinarsi e mettere in pratica gli ordini della sua ipnosi, al termine dei quali se ne sarebbe semplicemente andata, facendo dietro-front per uscire dalla biblioteca e farsi un ultimo giro per il Castello prima di rientrare nei propri alloggi.
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Messaggioda Typhon » 20/05/2013, 0:14

Voglio un bacio.
Ma non un bacio qualsiasi: voglio che mi baci come se stessi baciando la donna che ami... dopodiché, mi lascerai farti un servizietto di cui penso tu abbia bisogno.


Un bacio come se fosse innamorato di lei, davvero una richiesta interessante e ardua allo stesso tempo.
Ovvio, una difficoltà qualora lui fosse stato coscente e intenzionato ad accontentarla per sua volontà, ma in quelle condizioni la storia era diversa, molto diversa.
Impegnato a guardarla a metà tra il consapevole e lo schiavizzato, Typhon Seal non faceva che annuire a quegli ordini che gli venivano imposti, quasi che stesse appuntando tutto quanto nella sua mente a promemoria.
Melia comunque non pareva avercela troppo nei suoi confronti o nei confronti della fidanzata, Alexis Parker, perché comunque con l'ordine successivo fece capire che al termine dell'atto egli non avrebbe dovuto ricordare niente di lei, nemmeno di averla vista, incontrata, nominata, guardata in tutto il suo erotico splendore degno di una ben più che semplice 16enne.

Quando avrò finito, e credimi che a quel punto sarai pienamente soddisfatto e molto, molto più rilassato, io me ne andrò, e tu ti dimenticherai non solo di avermi parlato o di avermi baciata, ma anche di avermi incontrata: per te, nella tua mente, sarai rimasto da solo in questa biblioteca tutto il tempo, e ti convincerai che l'intuizione sul veleno del serpente l'hai avuta di tuo pugno, ricordando un particolare letto in un libro anni fa, uno dei tanti che ti sono passati tra le mani.

Interessante, insomma devo rimuovere tutto quanto?
E sia, d'accordo, tanto anche se non volessi dovrei farlo lo stesso!
Sei davvero una bella furbetta, Herbert, sono allibito e sorpreso...


Cosa aspetti, Seal?
Avanti, fammi felice...


Ok ok, niente più interruzioni, vieni qui a sederti, mi sono chiesto spesso com'è averti a cavalcioni...

E chissà se quell'affermazione venne detta per via del potere di Melia attivato in lui oppure no, ma di certo questo lei adesso come adesso non lo avrebbe potuto scoprire.
Se quindi avesse acconsentito a quell' "ordine" di Typhon, egli l'avrebbe accolta sopra di lui facendola scendere con il collo ed il viso per catturarle le labbra in un bacio spettacolare, tra il passionale e l'innamorato, non percependo minimamente il freddo provenire dalla pelle di lei, questo sempre per effetto dell'Ipnosi che vigeva nel suo cervello e gli impedivi qualunque analisi razionale lucida.
La lingua carezzò in modo irruento quella della collega Prefetta, e le mani, mai e poi mai ferme, scesero a sfiorarle il seno e la gamba.
Essendo una poltrona comoda poté andare indietro con la schiena in una posizione quasi sdraiata, trascinandosi appresso anche tutto il corpo della Serpeverde non smettendo per niente di baciarla, come se non fosse mai sazio di lei, come se di quelle labbra non ne avesse mai abbastanza, come se ne fosse veramente innamorato.

... Mmhh... Come sei buona amore mio... Ti amo da impazzire, altro che angioletta, diecimila volte meglio la diavoletta dei miei sogni... Torna qui che non ho finito di dissetarti!

Quindi quella fu soltanto una breve interruzione, quasi un "fine primo tempo" del bacio che lei gli aveva chiesto.
Davanti alla ragazza c'era un Typhon diverso da quello che si approcciava normalmente ad Alexis, seppur innamorato allo stesso modo.
Questo perché era Alexis stessa con il suo modo di fare e di essere a renderlo meno irruento di come invece si presentava a Melia.
L'amore è soggettivo, esattamente come le reazioni all'ipnosi e se con Arianna avrebbe baciato in un modo ed Alexis la baciava in un altro, l'aberrazione poteva vantare di aver ricevuto un bacio innamorato tutto speciale, tutto per lei, solo per lei.
Le strinse il seno con possessione, le carezzò la coscia con fare molto lascivo e si eccitava ogni attimo in più che passava dimostrandoglielo con strane presenza che crescevano sotto il bacino di lei.
Quando quell'atto infine si concluse, lasciò lo spazio necessario alla continuazione di quel potere, che consisteva in un pregiato "servizietto" che Melia Herbert si volle regalare e volle regalare al supplente di Erbologia di Hogwarts.
Iniziò a scendere piano piano, strusciandosi con tutto il corpo addosso a lui per alimentare ancora di più l'erezione che sentiva prepotente in lui, fissandolo intensamente con occhi vogliosi e scintillanti di puro egoismo.
Nel frattempo, il ragazzo si iniziava a slacciare i pantaloni togliendosi anche la cintura, lasciando fare poi il resto alla sua "amata" momentanea.
In effetti con Alexis determinate situazioni non capitavano spesso, o meglio, quasi mai, per via dell'ancora troppa timidezza della delfina nei confronti di certe cose, per questo adesso ogni sensazione, ogni gesto, ogni parola, ogni suono che egli avesse percepito, avrebbe sortito un effetto almeno quadruplo rispetto al normale.

... Vuoi sapere la verità, anche questo mi son sempre chiesto come... Ooohh, incredibile...

RED LIGHT


Riaprì gli occhi a distanza di almeno un'oretta da quando lei era arrivata, con la differenza che adesso non c'era nessuno.
Sbattendo le palpebre lentamente, si accorse di sentirsi molto bene, come se avesse un peso in meno addosso che lo opprimeva e innervosiva, ma adesso definire esattamente di cosa si trattasse era troppo difficile.
Rivestito completamente, senza alcuna traccia, forse solo un particolare odore nell'aria ma rarefatto e impossibile da distinguere.
I libri aperti come li aveva lasciati, probabilmente ripresi e sistemati da Melia prima di andarsene, per non lasciare tracce evidenti.
Deglutì, sentendo il palato più freddo, non capendone la motivazione e sfiorandosi le labbra, mordendole, stranito.
Forse aveva fatto un sogno, forse si era addormentato per via del troppo alcol, difatti non ricordava che la boccetta di liquore fosse già vuota fino a quel punto, lui che faceva attenzione sempre a non esagerare e diluire le bevute nel tempo.
Si mise più composto, fissando per qualche istante in maniera vuota i propri appunti.

Il veleno dei serpenti, già... Come c***o ci sono arrivato?
Ah giusto, quel libro rubato all'ex professoressa di Erbologia tre anni fa per copiarne gli appunti, grazie professoressa Morker!


Un ghigno soddisfatto e già che c'era, un'altra piccola sorsata al rum e pera in segno di vittoria.
Adesso aveva in mano la soluzione apparente per risolvere il mistero e far rimanere di sasso la Vilvarin, e tutto per merito della sua memoria.
Già, questo era ciò che gli era stato imposto di pensare.
Chiuse il libro una volta per tutte, intenzionato a cercare riposo almeno per qualche ora, il giorno dopo avrebbe attaccato alle 09:00 con le lezioni e non poteva permettersi di farsi trovare con le occhiaie.
Si alzò in piedi, prendendo subito a camminare ma per un mezzo secondo le gambe gli cedettero, come se avesse avuto un calo di pressione improvviso, dovuto a cosa poi?
Da quando non percepiva una debolezza dalla cinta in giù di quella maniera?

Era dai tempi quando stavo con Ary che non mi succedeva...
... Però in quel caso la motivazione era ben diversa!
Forse mi si sono addormentati i muscoli, avrò dormito in una posizione strana.


Beata ignoranza, Seal.

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Messaggioda Martha » 15/11/2014, 23:05

[Sala Grande > Biblioteca Settore Proibito - Mercoledì Marzo 2109, ore 11:30]


Eccoti qua Alvares.
Ti stavo cercando.


La docente di Pozioni irruppe nella Sala Grande facendo ticchettare sul pavimento in pietra le décolleté nere che portava ai piedi. Sapeva che a quell'ora il suo assistente non aveva lezione, ma si trovava probabilmente in giro per il Castello. I posti potevano essere tanti, ma lei ne aveva ipotizzati tre -Sala Grande, sala comune dei Delfinazzurro e Biblioteca- decidendo di tentare il primo nella lista e ritrovandosi decisamente fortunata di quella scelta.

Lascia pure qui le tue cose, immagino che le tue compagne saranno così gentili da restituirtele una volta che avrai finito.

Non stava mettendo fretta al ragazzo, ma il tono di voce con il quale gli si rivolse era autoritario, esprimendo quindi la consapevolezza che non avrebbe accettato un rifiuto da parte del portoghese.
Il loro rapporto -da quando lo aveva accettato come proprio assistente- era maturato di molto in quegli ultimi mesi: Jorge si era avvicinato sempre di più al mondo e al modo di fare della donna, che di contro aveva ingentilito i propri atteggiamenti nei suoi confronti, sebbene quello non sembrasse proprio un esempio lampante. Per quanto Martha potesse essere più gentile e meno fredda nei confronti dello studente, rimaneva sempre e comunque un suo superiore e in quel caso anche la diretta responsabile del Delfinazzurro, che era stato preso autmaticamente sotto la sua ala protettiva. La Bennet condivideva e passava la maggior parte del suo tempo a scuola insieme al portoghese, facendosi aiutare durante le lezioni, rispondendo alle sue curiosità e in generale plasmando il suo carattere in maniera tale che da adolescente con una grande passione ma ancora immaturo diventasse un adulto coscenzioso e che utilizzava con intelligenza le qualità che Madre Natura gli aveva donato. Possedeva, ad aiutarlo in questo, una caparbietà che se indirizzata verso il giusto fine sarebbe stato più un pregio che una disfatta per Alvares.
In quel caso le serviva proprio la determinazione del quale Jorge era provvisto, nonchè del suo avere più di dieci anni in meno della docente di Pozioni: avrebbero svolto una ricerca particolare in Biblioteca e le serviva una mente fresca e brillante -nonchè due occhi meno affaticati dei suoi- per svolgere quel compito nel più breve tempo possibile.

Andiamo, ti spiegherò tutto strada facendo...

Anche la scelta di utilizzare il tu invece del lei era un altro piccolo traguardo che il ragazzo era riuscito a raggiungere dopo circa tre mesi. Il tempo era la chiave per far si che quella donna -a prima vista tanto fredda e distante- riuscisse ad aprirsi al prossimo, magari sorprendendolo anche in positivo com'era accaduto con il collega di Volo, Vergil Cartwright. D'altronde la sorpresa era stata reciproca e la Bennet aveva scoperto nel prefetto dei Tassorosso un ragazzo che ce la stava mettendo davvero tutta per diventare un uomo, mettendosi in gioco senza mai risparmiarsi nulla.

Ho bisogno che mi aiuti a cercare dei testi presenti solo nel Settore Proibito della nostra biblioteca.
Sono per lo più manoscritti molto antichi, di illustri sapienti vissuti nel Giappone del VIII-VIII secolo.
Questa è la lista con i vari titoli, ti ho lasciato quelli trascritti in alfabeto latino...


Disse, passandogli un pezzo di pergamena dove erano vergati, con inchiostro blu e una calligrafia precisa ma elegante, all'incirca cinque o sei titoli di libri che Jorge avrebbe dovuto cercare per i vari scaffali del Settore Proibito. Varcarono la soglia della biblioteca, ritrovandosi immediatamente immersi in un'atmosfera ovattata e silenziosa e adeguandosi così all'ambiente circostante.

Possiamo iniziare le ricerche nella parte ovest, solitamente i testi del periodo Nara sono stati catalogati laggiù.

Disse a bassa voce, precedendo il Delfinazzurro e arrivando di fronte ad una fila lunghissima, sia da un lato che dall'altro, di testi antichi e polverosi. Da alcuni di questi provenivano degli strani sussurri, segno che c'era qualcosa di molto oscuro nascosto dentro le pagine ingiallite dal tempo. Martha, per esperienza, non ci badò più di tanto, ma il suo assistente poteva non possedere il suo stesso sangue freddo, per questo si voltò verso di lui raccomandandogli -con un accenno appena velato di preoccupazione- di non toccare nulla che non fosse segnato sulla lista che gli aveva lasciato in mano.

Non appena riesci a trovare qualcosa, poggialo su quel tavolino laggiù.
Nessuno farà domande, visto che sei con me.


Disse, lanciandogli uno sguardo intenso e profondo, come se volesse comunicare al suo assistente che si fidava di lui e del suo giudizio.

Immagine


Ci rivediamo qui fra una ventina di minuti circa.
Buon lavoro.


E si allontanò, iniziando la propria ricerca più silenziosa e pensierosa che mai.

Heathcliff...
Spero davvero che questo non sia un buco nell'acqua...



:arrow:
Spoiler:
Il PG Martha deve lanciare il d20 su Elaborazione e raggiungere un risultato pari come minimo a 12.
Se dovesse fare di meno, ma il tiro risultasse compreso comunque fra il 9 e l'11, non riuscirà a completare la propria ricerca ma troverà in ogni caso qualcosa di utile.

Il PG Jorge deve lanciare il d20 su Elaborazione e raggiungere un risultato pari come minimo a 14.
Se il tiro del dado fosse minore di 14 ma compreso comunque fra il 10 e il 13, valgono le stesse regole dette sopra per il PG Martha.

Magi Amuleto NON attivo.

I tiri di dado sono stati accordati dall'admin Sandyon.
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Martha
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Messaggioda Jorge » 17/11/2014, 22:27

[Sala Grande > Biblioteca Settore Proibito - Mercoledì Marzo 2109, ore 11:00]


Non lo capirò mai, mai mai!

Seduto tra Miyabi e Cappie, Jorge aveva rinunciato a decifrare il testo runico su cui stava lavorando da una decina di minuti per passare a un metodo di apprendimento empirico e barbaro consistente nello sbattere lievemente la fronte sul libro aperto davanti a lui allo stesso ritmo con cui l’anello della sfinge al suo pollice sinistro tamburellava sul tavolo. L’ansia da M.A.G.O. sembrava aver pervaso lentamente molti degli studenti dell’ultimo anno e la Sala Grande era diventata il luogo di un appuntamento non dichiarato per chiunque avesse bisogno di una mano per migliorare in questa o in quella materia. Il lieve brusio che vi aleggiava, infatti, sarebbe stato inconcepibile in Biblioteca.

Eccoti qua Alvares.
Ti stavo cercando.


Sprofondato in quel momento di autocommiserazione Jorge non riconobbe al volo la voce che l’aveva chiamato così volse la testa in maniera quasi indolente verso l’alto portando il dito indice davanti alla bocca per intimare con un sorriso divertito alla nuova arrivata di abbassare il tono della voce per non disturbare gli altri occupanti del tavolo.

Immagine


Tempo due secondi – quello che il suo unico neurone sopravvissuto allo studio di Rune impiegò per registrare la presenza della Bennet di fronte a lui – che l’espressione del Delfino mutò radicalmente, assumendo una sfumatura seria e mortificata allo stesso tempo.

Mi scusi professoressa, non l’avevo riconosciuta.

Disse, mettendosi quasi sull’attenti per poi voltarsi a prendere dalla spalliera della sedia la giacca della divisa e la cravatta – entrambi indumenti troppo scomodi per lui per poterli indossare quando non era strettamente necessario – e rinfilarli alla meno peggio.

Lascia pure qui le tue cose, immagino che le tue compagne saranno così gentili da restituirtele una volta che avrai finito.

Non c’è problema, vero sorellina? – chiese alla Tassetta attendendo un suo cenno del capo prima di alzarsi – Ci vediamo dopo a lezione.

Salutò quindi le ragazze, lasciando sul tavolo i libri e la borsa, per seguire la docente, la divisa quasi perfettamente in ordine se non fosse stato per il nodo sbilenco della cravatta che, senza uno specchio, non sarebbe mai riuscito a fare in maniera precisa. Non aveva colto il tono autoritario con cui la donna si era rivolto a lui e l’incedere rilassato come il sorriso curioso che era comparso sul suo viso forse avrebbero lasciato perplessi più di una persona. Il vecchio Jorge, quello che aveva una “allergia” dichiarata nei confronti dell’autorità, si sarebbe dimostrato come minimo contrariato per essere stato trascinato via senza una motivazione né un tono gentile e probabilmente avrebbe persino espresso il proprio disappunto all’istante e non propriamente a bassa voce. Il nuovo Jorge invece stava solo facendo una enorme fatica nel contenere l'eccitazione di scoprire per cosa la Bennet avesse bisogno di lui. La determinazione e la precisione che lo avevano caratterizzato durante il periodo in cui cercava di diventarne l'Assistente non erano scemati anzi, se possibile, erano diventati più forti. Voleva dimostrare a Marthadi non aver preso una cantonata nel dargli la sua fiducia, di possedere una mente acuta se non proprio brillante e di essere in grado di smussare, almeno sul posto di lavoro, gli angoli più vivi del suo carattere in modo da trasformare la propria esuberanza in un pregio e non in un ostacolo nel raggiungere i propri obiettivi.

Andiamo, ti spiegherò tutto strada facendo...

L'uso del tu da parte dell'altra era ai suoi occhi la prova di essere riuscito nel suo intento, di aver fatto una piccola breccia nella corazza della donna e aver trovato in lei una valente alleata per dirimere le nubi che ancora si affollavano nella sua mente riguardo al proprio futuro, causate principalmente dai dubbi che si erano materializzati nella sua mente lavorando al Tribal Studio. In quei mesi di intenso lavoro fianco fianco, infatti, il Delfino aveva imparato a conoscere un po’ la donna e il suo punto di vista sul mondo, arrivando a giudicarla più riservata e professionale che spigolosa e insofferente nei confronti degli studenti. Era semplicemente una persona competente a cui non piaceva sprecare il proprio tempo che, a giudicare da quello che aveva potuto constatare di persona, era davvero poco. Sicuro quindi che da quel brusco "rapimento" non avrebbe che tratto un qualche interessante insegnamento, Jorge seguì sereno e fiducioso la docente in silenzio, azzardandosi a parlare solo quando, una volta usciti dalla Sala Grande, gli fu palese che non si stavano dirigente nei Sotterranei.

In che modo posso aiutarla?

Ho bisogno che mi aiuti a cercare dei testi presenti solo nel Settore Proibito della nostra biblioteca. - ancora incapace di dissimulare le proprie emozioni anche con il linguaggio del corpo, Jorge sgranò gli occhi, sorpreso, una luce predatrice nello sguardo, la lingua stretta tra i denti in una morsa quasi dolorosa per impedirsi di fare qualche commento inopportuno - Sono per lo più manoscritti molto antichi, di illustri sapienti vissuti nel Giappone del VIII-VIII secolo. Questa è la lista con i vari titoli, ti ho lasciato quelli trascritti in alfabeto latino...

Prese il pezzo di pergamena e lesse con attenzione i titoli più volte indeciso se essere contrariato dal non riconoscerne neanche uno o eccitato dalla prospettiva di poter mettere le mani su delle letture inedite, sempre ammesso che la Bennet gliene avesse dato la possibilità.

Non accadrà mai…

Si disse sconsolato mettendo per la prima volta piede nel Settore Proibito – e quindi più ambito – della Biblioteca. Completamente calato nel suo ruolo di Assistente zelante e giudizioso, il portoghese si limitò a dare una veloce occhiata in giro, ruotando la testa a destra e a sinistra, soffermandosi giusto un secondo o due in più nella direzione da cui sembravano provenire strani sussurri, la mano che teneva la pergamena distesa lungo il fianco, l’altra nascosta nella tasca dei pantaloni, dov’era fin da quando avevano varcato la soglia della Biblioteca.

Possiamo iniziare le ricerche nella parte ovest, solitamente i testi del periodo Nara sono stati catalogati laggiù.

Perfetto. - Affermò, confermando allo stesso tempo con un cenno del capo la raccomandazione silenziosa della donna - Non che mi serva saperlo ai fini della ricerca ma… come mai ha bisogno di questi testi?

Chiese, per poi mordersi il labbro inferiore in segno di pentimento per essersi fatto sfuggire quella che probabilmente poteva essere considerata una domanda inopportuna. Per quanto si stesse sforzando in tal senso, il Delfino era ancora molto lontano dal riuscire a comportarsi come un bravo e ubbidiente soldatino, ma almeno aveva imparato a non offendersi quando le sue domande non ricevevano risposta, come denotava la premessa fatta poco prima.

Non appena riesci a trovare qualcosa, poggialo su quel tavolino laggiù.
Nessuno farà domande, visto che sei con me.
– un altro cenno del capo accompagnato dall’espressione più seria che il portoghese possedeva nel suo repertorio - Ci rivediamo qui fra una ventina di minuti circa. Buon lavoro.

Buon lavoro anche a lei!

Rispose Jorge, volgendo le spalle alla docente per concentrare tutta la sua attenzione sulla parte della Biblioteca a lui assegnata alla ricerca del metodo migliore da utilizzare per setacciare in maniera scientifica tutti gli scaffali.

Mah! Alla fine un punto vale l’altro…

Mormorò tra sé, scrollando lievemente le spalle e avviandosi verso il fondo della parte ovest, preferendo iniziare da quella che concettualmente poteva essere considerata la fine per poi avvicinarsi lentamente al punto in cui si era separato dalla docente. Una volta fuori portata dalla visuale della Bennet Jorge si concesse di comportarsi come il quasi diciassettenne che era, facendo dei piccoli giri su se stesso con le braccia stese verso il basso come a voler abbracciare tutta quella conoscenza. Quante volte aveva sognato di poter varcare la soglia del Settore Proibito, di perdersi in quelle letture definite oscure - che per lui rappresentavano esclusivamente una ulteriore fonte di sapere - per scovare l’utile, quel quid che se usato nel giusto modo poteva arrecare enormi benefici al Mondo. Nonostante i sette anni scolastici e una lezione personalizzata sul perché dovesse tenersi alla larga dal voodoo, il portoghese era ancora convinto che la distinzione tra Magia buona e quella oscura non risiedesse in un incantesimo, in una pozione o in un ingrediente specifico quanto nell’intenzione di chi li usava e quindi ciò che era nascosta ai più in quella parte della Biblioteca era solo pura e semplice conoscenza. Il fatto che la docente di Pozioni si fosse avventurata fino lì alla ricerca di quei testi a lui sconosciuti non faceva altro che rafforzare quella sua idea perché mai la Bennet, per come la conosceva lui, avrebbe volontariamente utilizzato della Magia Oscura per far del male a qualcuno. Più verosimile era che stesse cercando delle informazioni per produrre qualcosa di altamente complesso e "disgustosamente" buono. Sollevò una mano, attirato da quei dorsi vecchi e polverosi, e si fermò a pochi centimetri di distanza, lasciandola scorrere come se li stesse accarezzando, leggendo con attenzione i titoli, spesso consunti, e sobbalzando lievemente quando qualcheduno reagiva al suo passaggio con sibili accentuati o saltando come a volerlo invogliare a prenderlo. Fu una ricerca lunga e meticolosa durante la quale il portoghese si appuntò un paio di titoli che gli sarebbe piaciuto leggere prima o poi ma allo scadere dei venti minuti l’unica cosa che ottenne [7/d20] fu un forte bruciore agli occhi – diventati rossi per lo sforzo di decifrare le stampe più piccole – e un senso di inutilità che gli opprimeva il petto.

Mi spiace professoressa ma non ho trovato nulla – mormorò mesto, tornando sconfitto al tavolino desolatamente vuoto dalla sua parte – Alcuni dorsi sono così consunti che decifrarne i titoli è molto difficile quindi non posso essere certo che non mi sia sfuggito qualcosa… Se crede potremmo scambiarci le liste ed effettuare un secondo controllo…
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Messaggioda Martha » 19/11/2014, 18:16

Mi scusi professoressa, non l’avevo riconosciuta.

Neanche si sprecò a rispondere all'affermazione del ragazzo, conscia che probabilmente il suo cervello al momento era talmente occupato sui libri -di Antiche Rune da quel che vedeva- da non riuscire a distinguere la sua voce da quella di qualsiasi altra persona lì presente. Spiegò invece al portoghese che aveva urgente bisogno del suo aiuto e di seguirla in direzione della Biblioteca, facendogli presente durante il tragitto che cosa esattamente sarebbero andati a fare. Alla fine Mano Kazumi -la donna che le era stata consigliata dall'Ignis Celine Sauvage- era riuscita a tradurre i testi in antico giapponese, dando modo alla donna di comprendere appieno il significato delle formule che le aveva lasciato Norrel. Esse non erano, come aveva creduto all'inizio, un corpus unico e completo, ma ben tre formule distinte che prevedevano l'utilizzo di un ingrediente segreto in tre diverse forme: solido, liquido e gassoso.
Proprio quel materiale -quasi leggendario agli occhi della Bennet- era ora al centro delle sue ricerche: gli scritti in giapponese parlavano di antichi stregoni vissuti nel Giappone del VII-IX secolo che menzionavano questo ipotetico minerale che riproduceva le stesse identiche proprietà dell'acqua. Era rimasta sbalordita da quella scoperta: non era ancora sicura che l'orichalcum -questo il nome che il suo mentore aveva dato al minerale- esistesse veramente oppure no. Se così non fosse stato, Heathcliff avrebbe basato tutte le sue ricerche e la composzione delle formule sul nulla, buttando all'aria anni e anni di lavoro nonchè la propria vita. Per questo motivo Martha, nel venire a conoscenza di una cosa del genere, si era decisa ad agire con ancora più vigore rispetto a prima: non poteva lasciare che la memoria dell'uomo venisse infangata -almeno ai suoi occhi- da un insuccesso colossale come quello.

Non che mi serva saperlo ai fini della ricerca ma… come mai ha bisogno di questi testi?

Ne ho bisogno per alcune ricerche strettamente personali.

Naturale che non avrebbe approfondito l'argomento con il suo assistente, in parte perchè quella rappresentava una sfida che il mentore aveva lanciato a lei, in parte perchè il ragazzo era troppo giovane per addossarsi il peso di un segreto simile. Venire a conoscenza delle sue ricerche avrebbe messo anche la sua vita in pericolo e Martha, prima che una pozionista, si sentiva la sua insegnante: la sua priorità, pertanto, era che il ragazzo concludesse i suoi studi con ottimi voti e possibilmente in piena salute.
Una volta arrivati nel settore giusto -quello proibito- della Biblioteca, la donna affidò ad Alvares il compito di ricercare alcuni manoscritti molto antichi, le cui copie erano presenti proprio nella biblioteca di Hogwarts. Aveva lasciato al ragazzo tutti i titoli trascritti in inglese -così infatti li avrebbe trovati- augurandogli e augurandosi una ricerca che fosse fruttuosa e degna del tempo che vi stavano dedicando.

Buon lavoro anche a lei!

Nel momento stesso in cui Jorge si allontanò, lasciandola sola, Martha si concentrò solo ed esclusivamente sulla propria lista, iniziando la ricerca nel reparto che aveva selezionato per entrambi. Inutile dire che, tuttavia, dopo aver passato venti minuti buoni a cercare fra testi polverosi e spesso molto antichi -aveva sforzato così tanto gli occhi da essersi costretta ad indossare gli occhiali da riposo- il risultato fu pari a zero [Elaborazione:13 + d20:3= 16]. La pozionista provò un profondo senso di sconforto e di perplessità, incapace di comprendere se quei testi non erano stati trovati perchè lei non aveva cercato bene o perchè non erano presenti in biblioteca.

Mi spiace professoressa ma non ho trovato nulla
Alcuni dorsi sono così consunti che decifrarne i titoli è molto difficile quindi non posso essere certo che non mi sia sfuggito qualcosa… Se crede potremmo scambiarci le liste ed effettuare un secondo controllo…


Questo è molto strano...- mormorò fra sè, senza fissare il ragazzo ma guardando invece un punto oltre la sua spalla, ragionando velocemente sul da farsi -Continua a cercare sempre in questa zona o al massimo spostandoti qualche scaffale più indietro...- disse, indicandogli la zona che riguardava i testi immediatamente precedenti il periodo Nara -Io provo a controllare lì.
Faremo sempre il punto della situazione fra venti minuti.


Si allontanò, dirigendosi verso un altra fila di scaffali e iniziando la medesima ricerca effettuata prima. Gli occhi le bruciavano e il pensiero che ciò che stava cercando potesse non trovarsi lì, agitava l'Acqua che dimorava dentro di lei. Quando ormai mancava meno di un minuto allo scadere del tempo [Elaborazione:13 + d20: 4= 17], Martha comprese che da quella ricerca ne sarebbe uscita solo che sconfitta. Solo Alvares rimaneva la sua unica speranza, ma prudente la Bennet preferì non sperarci troppo, per il timore di scoprire che neanche lui era riuscito nella sua impresa. Si avvicinò con passo silenzioso verso il ragazzo, con nulla in mano se non la propria bacchetta e gli occhialetti da riposo, palesando la propria presenza con un colpo di tosse prima di iniziare a parlare.

Sei riuscito a trovare qualcosa, questa volta?

Il tono usato, naturalmente, non lasciava trapelare quanto ci tenesse che Jorge le desse una risposta affermativa.

:arrow:
Spoiler:
Jorge deve effettuare per la seconda volta un tiro su Elaborazione.
In questo caso la difficoltà è aumentata di un punto: dal 15 in su, troverà tutti i testi; un numero compreso fra 11 e 14, riesce a trovarne solo alcuni.
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Messaggioda Jorge » 20/11/2014, 21:13

Probabilmente se quella mattina avesse avuto sotto mano uno di quegli oroscopi babbani che le amiche della madre si ostinavano a considerare verità pura Jorge avrebbe letto, in corrispondenza del proprio segno zodiacale, qualcosa del tipo “ meglio se ti rimetti a dormire perché oggi non è proprio la tua giornata”, dovendo così rimangiarsi tutti i commenti negativi e poco lusinghieri che era solito rivolgere a quegli illustri ciarlatani. Iniziato con una colazione lampo perché era sceso in ritardo, un rimprovero non propriamente meritato da parte di Murray e uno largamente meritato del Prof. di Trasfigurazione – no, non aveva dimenticato di svolgere il compito di Storia ma solo di metterlo nella borsa mentre si, non stava prestando molta attenzione alla spiegazione di Turner - , quel mercoledì di marzo si stava davvero dimostrando di essere nato sotto dei cattivi auspici. Il compito di Antiche Rune, che aveva lasciato appositamente per ultimo – avendo lavorato quel week end aveva preferito dare priorità alle materie più complesse - si era dimostrato più ostico del previsto e continuando con quel ritmo di traduzione non sarebbe mai riuscito a completarlo in tempo per il giorno dopo, per non parlare del fatto che, avendo assorbito tutti i suoi neuroni, lo aveva spinto a fare una cattiva figura con la Bennet. La mattinata aveva iniziato ad acquisire un qualche barlume di miglioramento quando la docente lo aveva invitato – ok tecnicamente era un ordine ma lui lo aveva percepito come un invito - a seguirla per aiutarla nello svolgimento di alcune ricerche, che era diventato un piccolo Lumos al loro ingresso nella Sezione Proibita – che il portoghese sognava da anni di poter visitare – della Biblioteca. Incapace di tenere a freno la propria curiosità, alimentata non poco dal fatto che i titoli che doveva cercare appartenevano a libri che non aveva mai neanche sentito citare, Jorge aveva chiesto delucidazioni alla docente restando positivamente colpito dalla risposta ricevuta.

Ne ho bisogno per alcune ricerche strettamente personali.

Neanche il tempo di rallegrarsi per essere stato giudicato dalla Bennet abbastanza affidabile e capace da poterlo coinvolgere in ricerche strettamente personali, di cui quindi probabilmente ne erano a conoscenza pochissime persone, che subito la scure del Fato, crudele e beffardo, si abbattè nuovamente su di lui.
La parte ovest del Settore Proibito della Biblioteca non era piccola ma neanche così vasta e lui doveva solo individuare sei essenziali – per Martha– tomi i cui titoli erano scritti non in giapponese antico, non in runico ma in semplici, conosciute lettere latine eppure dopo venti minuti di ricerca – in cui aveva dovuto far ricorso a tutto il suo autocontrollo per non fare l’immensa fesseria di allungare una mano e prendere uno di quei vecchi e polverosi libri dall’aria molto interessante che gli sfilavano sotto gli occhi – l’unica cosa che aveva ottenuto era un lieve bruciore agli occhi e una buona dose di frustrazione.

Questo è molto strano...- rimase in silenzio, con le mani chiuse a pugno ben piantate nelle tasche dei pantaloni in attesa di altre indicazioni, l’interno della guancia che veniva ritmicamente morsicata per scaricare in parte il nervosismo -Continua a cercare sempre in questa zona o al massimo spostandoti qualche scaffale più indietro...- voltò la testa per memorizzare la nuova e più ampia zona di ricerca per poi annuire con un cenno secco -Io provo a controllare lì. Faremo sempre il punto della situazione fra venti minuti.

Va bene.

Mormorò più determinato che eccitato, avviandosi con passo marziale verso la zona nemica. Tentò di essere più meticoloso della prima volta, controllando prima gli scaffali ad altezza viso e poi, al ritorno, inginocchiandosi per poter verificare con maggiore accuratezza i titoli posti nei ripiani più bassi. Più leggeva, gli occhi spesso ridotti in due strette fessure un po’ per la luce non proprio accecante un po’ a causa delle copertine logore, più la speranza di riuscire a trovare qualcosa di utile diventava sempre più flebile [Elaborazione/8+2 bonus anello della Sfinge+1/d20=11] più il senso di inutilità e frustrazione aumentava in maniera esponenziale fino a esplodere letteralmente una volta trovatosi di fronte alla Bennet. Vedere la donna con null’altro in mano che i suoi occhiali da riposo gli fece provare una stretta fastidiosa alla bocca dello stomaco. Se la ricerca si era dimostrata stancate e leggermente dolorosa per un ragazzo giovane come lui probabile che la Bennet si sentisse alquanto provata, fisicamente parlando.

Sei riuscito a trovare qualcosa, questa volta?

Non aveva bisogno che l'altra usasse chissà quale tono per sapere che l’ovvia risposta negativa che non voleva uscire dalle sue labbra l’avrebbe delusa. Per lui l’importanza di quella ricerca e quindi di un risultato positivo era insito nel fatto che la docente avesse richiesto il suo aiuto, probabilmente contando sul fatto che quattro occhi erano meglio di due. Peccato che quella situazione si era appena rivelata essere la classica eccezione che confermava la regola.

Nulla! – esclamò con un tono irato che lasciava ben intravedere la frustrazione che non riusciva più a tenere a bada – Solo polvere, polvere e ancora polvere!

Il tono era andato via via aumentando pur rimanendo entro un limite accettabile per un Biblioteca perché, furioso con se stesso e incapace di contenere ancora la frustrazione che aveva accumulato durante la mattinata, Jorge pensò bene di sfogarsi colpendo lo scaffale a lui più vicino dove sarebbero dovuti essere conservati i libri che stavano cercando. Come animata di vita propria la mano destra uscì dalla tasca dei pantaloni e a palmo aperto si abbattè con forza Talento/F=20] sul bordo di legno dello scaffale. Non appena si rese effettivamente conto di quello che aveva fatto, Jorge ritirò la mano colpevole come se si fosse appena scottato e la nascose istintivamente dietro la schiena per poi rivolgere uno sguardo sconvolto e spaventato alla docente.

Mi… mi… mi dispiace – riuscì alla fine a dire una volta superato lo shock per il gesto appena compiuto – Non volevo… Cioè non avrei dovuto farlo. Non è stato un comportamento maturo il mio e non ho giustificazioni a riguardo, mi scusi.

Tecnicamente di giustificazioni ne aveva a iosa ma dire alla Bennet che quella era stata decisamente una mattinata di m***a e che il vederla a mani vuote, supponendo quanto quel fallimento doveva farla star male, aveva rappresentato la classica goccia che faceva esplodere il calderone non sarebbe stata una mossa saggia. Si limitò quindi a guardarla negli occhi con sguardo sinceramente rammaricato ignorando del tutto lo scaffale che adesso si trovava alle sue spalle e l’effetto che il suo colpo potesse aver avuto su di esso.
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Messaggioda Sandyon » 21/11/2014, 20:56

Il colpo che Jorge diede alla libreria, pur essendo stato dettato dalla rabbia, in un certo qual modo ebbe un effetto positivo sulla ricerca.
Infatti, tre scaffali più in alto rispetto al primo, un volume di medie dimensioni in leggera sporgenza cadde precipitosamente fino a colpire la testa del Delfinazzurro, non provocandogli particolari danni se non un futuro bernoccolo della durata di un paio di giorni.
Dopo aver incontrato la zucca del ragazzo, il tomo finì del tutto a terra, aprendosi a metà con il senso giusto di lettura dalla parte di Martha Bennet, non troppo distante dall'accaduto. Una fotografia di buona grandezza raffigurava uno scienziato, o meglio, il ritratto di uno scienziato con gli occhi a mandorla e una barba molto lunga e bianca. In testa portava un cappello a basco nero e nella mancina stringeva una bacchetta dei primi modelli conosciuti e studiati. Le informazioni accanto alla foto lo definivano come un luminare antichissimo nella materia geomorfica magica, un astronomo di illimitata cultura e l'inventore di alcuni tra i filtri pozionistici più comuni anche ai tempi moderni. Il suo nome era "Chen Tsun Pao". Pareva un articolo come un altro in effetti, se non fosse stato che, leggendo attentamente fino alla fine, la docente avrebbe letto un'altra informazione molto ma molto interessante: l'anziano, vissuto fino a 109 anni in Nepal, affermava di aver incontrato lungo la sua esperienza di vita un giacimento minerario estremamente raro nato dall'impatto di un corpo celeste col pianeta diversi millenni prima. Il libro non parlava però di dove si trovasse tale giacimento e se quelle voci fossero effettivamente vere, ma poteva essere un buon punto di partenza per cominciare una ricerca approfondita su questo individuo.
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Messaggioda Martha » 23/11/2014, 17:16

Forse aveva sbagliato luogo. Forse non avrebbe dovuto mettersi a cercare lì e coinvolgere nella sua ricerca il proprio assistente. Non che pensasse non fosse d'aiuto, ma se quella fosse stata una ricerca infruttuosa, avrebbe fatto perdere del tempo prezioso anche ad Alvares, che il ragazzo avrebbe potuto sfruttare per studiare.
Chissà, magari Jorge invece era felice di trovarsi lì, in mezzo ai libri del Settore Proibito, con la possibilità di prenderne alcuni -anche se erano quelli che la docente gli aveva specificatamente richiesto.
In ogni caso, più il tempo passava e più la donna sembrò incapace di accettare la sconfitta, ovvero che in quella biblioteca non c'erano i libri che stava cercando. Tuttavia c'era ancora un'ultima speranza rimasta: il portoghese avrebbe ancora potuto trovare qualcosa.

Nulla! Solo polvere, polvere e ancora polvere!

Il tono di voce del ragazzo andò alzandosi sempre di più, sfociando infine in un colpo -dettato dalla rabbia e dalla frustrazione- col pugno chiuso contro lo scaffale più vicino. Anche la Bennet stava provando gli stessi sentimenti dell'assistente -forse con un'intensità anche maggiore, visto che quelle ricerche servivano più a lei che a lui- ma aveva mantenuto comunque un contegno distaccato e freddo di fronte alla delusione cocente che stava provando. Lo sguardò, pertanto, si indurì appena quando Alvares sfogò la propria rabbia in quel modo, un'occhiata che dovette essere percepita dallo stesso visto che si affrettò subito dopo a scusarsi con la docente.

Mi… mi… mi dispiace
Non volevo… Cioè non avrei dovuto farlo. Non è stato un comportamento maturo il mio e non ho giustificazioni a riguardo, mi scusi.


Ancora una volta non ebbe il tempo di aprire bocca, perchè qualcuno -o qualcosa- punì a modo suo il Delfinazzurro, facendogli cascare sulla testa un libro dall'aria molto vecchia e consunta. Martha si ritrovò così ad osservare il ritratto di un anziano uomo orientale, cosa che catturò completamente la sua attenzione. Raccolse il libro da terra, tenendolo fermo sulla pagina aperta e leggendo velocemente le informazioni in esso contenute. La sua curiosità sarebbe stata saziata in breve, se alla fine dell'articolo non avesse letto qualcosa di molto interessante.
L'anziano uomo -che corrispondeva al nome di Chen Tsun Pao- affermava di aver trovato un giacimento minerario rarissimo nel corso della sua lunga esistenza. Non vi erano altre informazioni al riguardo -nè di cosa si trattasse, nè dove fosse ubicato questo giacimento- ma almeno quell'articolo poteva essere definito un buon punto di partenza per la Bennet.
Gaurdò con attenzione il numero della pagina, memorizzandola per poterla ritrovare in seguito, chiudendo poi il libro con uno scatto e concentrandosi finalmente sul proprio assistente. Si era preso una bella botta in tosta, ma non era qualcosa di così grave da mandarlo dritto spedito in Infermeria. Martha in ogni caso si avvicinò a lui, allungando la mano libera per spostare i ciuffi di capelli nel punto dove il libro gli aveva colpito la testa, accertandosi che non vi fosse nulla di grave.

Probabilmente ti uscirà un bel bernoccolo Alvares, ma almeno potrai dire che è servito a qualcosa.- disse con tono ironico, decisamente più sollevata rispetto a prima-Il tuo pugno è stato provvidenziale, ma bada bene che non accada mai più.
In una Biblioteca non sono permessi scatti di rabbia, per nessun motivo.


Ora avrebbe solo dovuto trovare altre informazioni su questo Chen Tsun Pao, ma essendo una ricerca più ristretta avrebbe anche potuto farla da sola.

Sei libero di andare, grazie.
Ho visto che ti stavi impegnando a studiare: sono felice di vedere che compi il tuo dovere.


Lo aveva detto usando un tono quasi indifferente, ma Jorge avrebbe potuto cogliere una sfumatura lievemente più calda -che denotava l'orgoglio provato dalla docente di Pozioni- e un mezzo sorriso che si disegnò appena sulle sue labbra.
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Messaggioda Jorge » 25/11/2014, 20:29

Pretendere un elevato autocontrollo da un ragazzo fondamentale impulsivo e istintivo come Jorge dopo gli eventi sfortunati che avevano caratterizzato quella mattinata sarebbe stato come pretendere che Voldemort sposasse la Granger. Ovvio quindi che quando anche il secondo tentativo di ricerca non diede altri risultati che un forte bruciore degli occhi, probabilmente a entrambi, il portoghese esplose con l'irruenza di una pozione fatta male, i cui effetti collaterali furono per fortuna meno devastanti. Il Delfino infatti ebbe appena il tempo di scusarsi, mortificato, per quel comportamento disdicevole - e che andava contro a tutto ciò che Martha gli stava implicitamente insegnando in quei mesi - che il Fato punì la sua irruenza facendogli precipitare sulla zucca, momentaneamente piena solo di frustrazione, un vecchio libro.

Ahi!

Si lamentò con un tono di voce il più basso possibile viste le circostanze, la mano destra ad accarezzarsi la parte lesa, gli occhi chiusi e la lingua incastrata tra i denti per impedirsi di dire o fare qualcosa di cui la Bennet lo avrebbe fatto pentire a vita, come prendere a calci il tomo. E a proposito della docente, il silenzio che proveniva dalla sua parte era davvero inquietante. Jorge infatti si era aspettato una gelida e indignata ramanzina con i fiocchi, condita magari con una punizione e invece nulla. Preoccupato che il libro killer potesse aver in qualche modo fatto del male alla donna - se potevano urlare, sussurrare e sussultare quando sentivano una mano sfiorarli chissà di cos'altro erano capaci -spalancò gli occhi e si tese in avanti per andare in soccorso della donna, salvo poi bloccarsi allibito. L'attenzione con cui la docente stava leggendo quel vecchio libro lo lasciava ben sperare sul suo contenuto e freddò sul nascere qualsiasi curiosità da parte sua, convincendolo che non fosse il caso di sfidare nuovamente la sorte tentando di dare una sbirciatina da sopra la spalla della donna. Anzi per non avere tentazioni inutili non si sforzò più di tanto neanche a leggerne il titolo perché tanto non sarebbe mai riuscito a rimettere piede nel Settore Proibito da solo. Attese quindi in silenzio che la docente terminasse di leggere il paragrafo con la serenità di chi sapeva di essere colpevole e quindi meritevole di una qualche punizione, con le mani nelle tasche dei pantaloni e una smorfia tra il dolorante e l'infastidito in volto.

Probabilmente ti uscirà un bel bernoccolo Alvares, ma almeno potrai dire che è servito a qualcosa.

Ha trovato qualcosa di interessante in quel vecchio libro?

Chiese cercando di contenere il sorriso soddisfatto che premeva per spuntargli sul viso.

Il tuo pugno è stato provvidenziale, ma bada bene che non accada mai più.
In una Biblioteca non sono permessi scatti di rabbia, per nessun motivo.


Le prometto che la prossima volta cercherò di usare la testa in modo più convenzionale. - Assicurò concedendosi una piccola battuta prima di assumere nuovamente una espressione seria.- Non le nascondo però che mi piacerebbe imparare da lei come mantenere un ferreo autocontrollo in qualsiasi circostanza.

Il tono di voce assunse una sfumatura palese di ammirazione a dimostrazione di quanto il portoghese avesse imparato ad apprezzare e in parte a invidiare quel tratto caratteriale della donna che da molti poteva essere considerato un difetto. Lo sguardo che le rivolse poi era carico di aspettativa come se la Bennet potesse rivelargli chissà quale ricetta segreta per raggiungere quell'obiettivo. Che ottenesse o meno qualche dritta, la loro ricerca era in ogni caso terminata, come la donna gli fece presente poco dopo.

Sei libero di andare, grazie.
Ho visto che ti stavi impegnando a studiare: sono felice di vedere che compi il tuo dovere.


Alla fine un sorriso pieno di soddisfazione fece la sua comparsa sul volto del Delfino in reazione a quello che per lui era un gran complimento.

Sto facendo del mio meglio per non deludere le persone -come lei e la Vireau- che quest'anno hanno avuto fiducia in me e per ottenere il più alto numero di M.A.G.O. possibili.

Perché in quel modo avrebbe avuto la possibilità di scegliere di accedere anche a più di una carriera, visto che il lavoro al Tribal Studio aveva finito per ampliare nuovamente i suoi orizzonti.

A questo proposito se possibile vorrei rubarle altri cinque minuti.

Aveva due cose che gli frullavano in testa da un po di tempo e di cui voleva parlare con la donna e forse quello era il momento giusto per affrontarne almeno uno. Attese quindi un cenno positivo da parte della donna prima di domandarle:

Lei che percorso ha seguito per diventare Pozionista?
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