Ricordo bene, credo che certi dettagli non se ne andranno dalla mia mente per molto, molto tempo! Però, tripudio di parole a parte, mi sembra che tuo fratello sia davvero felice con Hope, e in fondo questo è ciò che più conta, non credi?
Ne parlava con lui proprio un paio di giorni fa. Mi ha detto che Hope gli ha già confessato di essersi innamorata, ma lui teme di non provare lo stesso. In realtà penso solo che, non avendolo mai provato, fa fatica a distinguerlo da un affetto molto forte, niente di più. Ha avuto come minimo una ventina di fidanzate, chiaro che adesso sia più difficile fare lo giusto spazio nel cuore per giungere alla verità.
Si fidava moltissimo del fratello minore, sapeva che aveva un cervello attivo e razionale abbastanza da convincerlo ad analizzare i propri sentimenti in tempi brevi, ma era anche consapevole del timore nei confronti dell'amore posseduti dal ragazzo, per quello cercava di consigliarlo nei limiti del possibile, sperando di aiutarlo ad imboccare la giusta strada. Hope era perfetta per lui: si completavano a vicenda.
Magari una volta potresti provare a farci quattro chiacchiere. Forse sentire il parere femminile potrebbe giovargli.
In fondo Tristan e Rachel avevano la stessa età, quindi in un certo senso si potevano capire anche meglio rispetto ad Edward con il parente. La bionda dimostrava una maturità ben superiore alle altre della sua generazione, forse era anche per quello che il docente di Hogwarts ne era così tanto invaghito. Abbandonarono quei discorsi decisamente più leggeri per passare a qualcosa di decisamente più pesante e rognoso.
Anche a me piace moltissimo! Sto davvero bene con te, Edward...
Bene, sicuramente, ma non abbastanza da desiderare un rapporto monogamico, almeno dal punto di vista frequentativo. Edward tenne per sé quelle parole, perché sapeva che qualora le avesse esposte, lei forse avrebbe cercato di fargli cambiare idea, mortificandosi nel frattempo, e preferì più che altro informarsi se con l'altro individuo avesse mai fatto sesso o comunque avesse avuto atteggiamenti intimi.
Io, beh... sì, sono andata a letto con lui una volta. Ma mi sono sentita talmente male, dopo, talmente in colpa... che non ho molta voglia di ripetere l'esperienza.
In caso ne saresti libera, l'importante è che lo sai.
Giusto per puntualizzare che mai avrebbe tentato di limitarla, non considerandosi nella posizione per farlo. Insomma ci era andata a letto. Un bel colpo per l'autostima del Remingford, questo perché lei, per limitare la realtà aveva parlato di solo due incontri. Con Edward il sesso era giunto dopo diverse uscite, mentre con questo tipo anonimo addirittura alla seconda volta, se non addirittura alla prima. Deprimente. Fastidioso.
... Non voglio assolutamente protrarre questa situazione per le lunghe, sto ferendo entrambi e il ruolo della doppiogiochista non fa proprio per me... anche se è così che mi sento ora.
Devi sentirti come una persona che sta facendo una scelta importante per se stessa, nulla più. Stai vagliando delle possibilità, tutto qui. Come abbiamo già detto, non hai dato garanzie o esclusive a nessuno. Comunque, quando sarà il momento ci comunicherai la tua scelta, fino ad allora, non pensiamoci e godiamoci la serata, vuoi?
Preferì archiviare quell'argomento molto velocemente per cercare in seguito di elaborarlo in solitudine. Non avrebbe consultato Tristan, di sicuro il fratello gli avrebbe detto di mandare la veterinaria a quel paese, ma per Edward lei era troppo preziosa e importante, non poteva permetterselo, non poteva permettersi di perdere la possibilità di concorrere al cuore di una persona così fantastica sotto tanti punti di vista.
È molto piccante la tua zuppa? Mi piacerebbe assaggiarla dopo, ma temo di sentirmi andare la bocca a fuoco se solo ci provassi!
Non tanto quanto dovrebbe, lo ammetto! Assaggiala quando è un po' più fredda, così hai la certezza che sentirai meno il piccante.
Ah, ricordi la cucciola di volpe di cui ti avevo parlato, quella piccolina che nessuno sembrava volere?
Come non potrei? Novità in proposito?
Alla fine gli abbiamo trovato una casa, non sai che sollievo per tutti noi!
Oh ma è fantastico! Allora qui c'è bisogno di un brindisi...
Versò un poco di vino nei due bicchieri, riempiendoli fino a metà, per poi alzare il suo e rivolgerlo a Callisto. La guardò negli occhi e per un attimo pensò a quegli stessi occhi che osservavano con affetto e desiderio un uomo che non era lui. Quella fantasia bastò da sola a fargli crescere un sentimento di rabbia e gelosia interiore davvero sconcertante. Quanto avrebbe voluto sapere chi fosse.
Alla piccola volpe che ha trovato una famiglia e... a noi.
Pronunciò quell'ultima frase calcando leggermente il tono, facendolo risultare più basso e caldo, quasi un misto tra il dolce e il virile. Tintinnarono i due recipienti di vetro ed ecco che il docente bevve un generoso sorso. Nel contempo, il padrone del locale annunciava l'inizio delle esibizioni musicali ad opera di artisti privati e gruppi ingaggiati per l'occasione. Edward si pulì le labbra con educazione, appena curioso.
Chissà che generi fanno... Devo dire che l'accompagnamento sonoro al pasto non mi dispiace, a te? Tristan mi ha detto che lui ed Hope hanno sentito un po' di tutto, magari ci fosse un po' di jazz!
Ne parlava con lui proprio un paio di giorni fa. Mi ha detto che Hope gli ha già confessato di essersi innamorata, ma lui teme di non provare lo stesso.
Immagino debba essere stato un momento decisamente imbarazzante per entrambi, nel momento in cui si son resi conto di essere a due livelli diversi di sentimenti... - commentò Callisto, dispiaciuta naturalmente più per Hope, visto che si era messa in gioco buttandosi alla cieca, senza sapere se Tristan ricambiasse o meno il suo amore - E tu cosa pensi? Hai avuto modo di farti un'idea sui sentimenti di tuo fratello?
In realtà penso solo che, non avendolo mai provato, fa fatica a distinguerlo da un affetto molto forte, niente di più. Ha avuto come minimo una ventina di fidanzate, chiaro che adesso sia più difficile fare lo giusto spazio nel cuore per giungere alla verità.
Caspita, un vero rubacuori! - esclamò la donna, ridendo - La cosa non mi stupisce molto, comunque posso capire il tuo ragionamento: per quello che vale, a me sembrano davvero una bellissima coppia, e mi pare che Hope sia sinceramente presa da lui. - e quindi non avesse detto "ti amo" solo per il gusto di sentirselo ripetere.
Magari una volta potresti provare a farci quattro chiacchiere. Forse sentire il parere femminile potrebbe giovargli.
Non vorrei risultare invadente, ma se pensi che il mio punto di vista possa giovargli, perché no! - rispose lei, con un sorriso gentile e disponibile.
In fondo non le dispiaceva affatto dargli il proprio parere, come donna e come persona ovviamente più vicina alla sua età rispetto al fratello maggiore. Erano bei discorsi, importanti ma comunque leggeri e sereni, che però fecero presto posto ad altri argomenti molto meno piacevoli, benché necessari: Callisto si frequentava con un altro uomo, e dopo lunga riflessione aveva deciso di armarsi di coraggio e farglielo presente, cosicché venisse al corrente di tutta la verità... compreso il fatto di esserci andata a letto insieme.
In caso ne saresti libera, l'importante è che lo sai.
Era davvero un gentiluomo, la Veterinaria non avrebbe saputo come atro definirlo: stava accettando tutto, le stava persino dando il permesso di andare a letto con entrambi se l'avesse voluto... era gentile, altruista, generoso, una persona speciale. E forse era proprio per questo che la donna si sentiva ancora più in colpa.
Devi sentirti come una persona che sta facendo una scelta importante per se stessa, nulla più. Stai vagliando delle possibilità, tutto qui. Come abbiamo già detto, non hai dato garanzie o esclusive a nessuno. Comunque, quando sarà il momento ci comunicherai la tua scelta, fino ad allora, non pensiamoci e godiamoci la serata, vuoi?
Sì... sì, godiamoci la serata.
Lo voleva davvero, perché le piaceva passare il tempo con lui, si divertiva quand'erano insieme e grazie alla sua presenza riusciva anche a dimenticare tutti i casini e i momenti brutti della sua vita: voleva che quella fosse una bella serata, ed avrebbe fatto tutto il possibile affinché ciò avvenisse.
Non tanto quanto dovrebbe, lo ammetto! Assaggiala quando è un po' più fredda, così hai la certezza che sentirai meno il piccante.
Perché mangi molto piccante, o perché questa in particolare è piuttosto insipida? - s'informò la donna con curiosità, parlandogli poi della cucciola di volpe a cui finalmente avevano trovato una casa.
Oh ma è fantastico!
Sì, Phoenix si è prodigato tanto per trovarle una famiglia che volesse prendersene cura... è davvero un bravo ragazzo, senz'ombra di dubbio. - confermò Callisto con un sorriso.
Allora qui c'è bisogno di un brindisi...
Ci sto! A cosa brindiamo? - gli chiese, prendendo il calice col vino che lui stesso le aveva versato nel bicchiere.
Alla piccola volpe che ha trovato una famiglia e... a noi.
A noi...
Ripeté la Dyther con un sorriso dolce ed il cuore che le batteva più forte per l'emozione, bagnandosi le labbra e notando poi con la coda dell'occhio che il padrone del locale stava salendo sul palchetto per annunciare che, di lì a poco, sarebbero cominciate le esibizioni della serata.
Chissà che generi fanno... Devo dire che l'accompagnamento sonoro al pasto non mi dispiace, a te? Tristan mi ha detto che lui ed Hope hanno sentito un po' di tutto, magari ci fosse un po' di jazz!
Anche a me piace molto sentire un po' di musica mentre mangio, l'importante è che non sia ad un volume talmente alto da impedire la conversazione... trovo che dover urlare per parlare con la persona che ho accanto sia davvero fastidioso!
Commentò Callisto, finendo la pasta e passando all'insalata greca, di cui prese una bella forchettata... per poi avvicinarla alle labbra di Edward e, se lui avesse voluto, imboccarlo, in un gesto intimo che però lasciava ben intendere quanto la donna si sentisse a suo agio con lui.
Che ne pensi? A me piace moltissimo, la trovo fresca e leggera come molte pietanze della cucina greca!
[tahoma]26-01-2109 / Buffet Music Restaurant "Fiera del Gusto" / Londra Babbana / Ore 21:45
Tu sei il primo, d'accordo?
D'accordo.
Non te la prendere, ma non ti conosco. Almeno sei fai brutta figura ho il resto dei musicisti a risollevare la serata.
Se lo dici tu...
Cosa intendi?
Intendo che mi auguro tu abbia musicisti molto bravi. Stai mostrando il meglio per primo.
... Ahahah, forza preparati, ti presento tra cinque minuti! Tsk, "il meglio per primo"...
La porta del camerino si chiuse velocemente, lasciando l'investigatore completamente da solo con se stesso, a ripensare al da farsi. In realtà non doveva fare moltissimo, soltanto palesare la propria presenza alla donna amata, niente di assurdo o troppo strano. Lui, di quello strano triangolo, era quello più in ombra e allo stesso tempo quello più preso, ben più di lui e purtroppo... ben più di lei. Non era comunque un problema, non per Shuyun almeno, visto che al momento Callisto stava effettuando una scelta, ma forse, una volta che l'avesse fatta, allora il suo cuore avrebbe potuto anche decidersi a battere più forte, ad aprirsi con il fortunato. Con questa speranza nell'anima, l'Ignis Sagitta si alzò in piedi, attraversando il corridoio tra le cucine e il palco, raggiungendo i musicisti in una saletta privata, intenti a preparare gli strumenti. Disse al chitarrista di non sprecarsi ad accordare e sistemare, tanto non avrebbe suonato. L'investigatore non sarebbe stato solo la voce, ma anche il suono, per raggiungerla a dovere, per farle vibrare ogni millimetro del corpo, inguine compreso, possibilmente. Nel frattempo, aveva individuato il tavolo ove lei era presente con l'altro uomo ed aveva gioito internamente del fatto che non fossero troppo distanti dal palco. Non era stato necessario intercettare alcun messaggio di posta o fare eccessivamente lo scorretto. Aveva seguito Edward fino a quel ristorante il giorno della prenotazione e poi si era semplicemente chiesto come poteva apparire senza essere troppo invadente. La risposta venne trovata in quella sorta di esibizione pubblica a pagamento dell'artista privato, la quale faceva proprio al caso suo. Il presentatore, lo scettico, si mise a parlare alla folla, chiedendo un attimo di attenzione e annunciando così il primo della lista, invitando ad un caloroso applauso e dando disposizioni al tecnico luci di seguire le indicazioni date da Shuyun. Il pretendente al cuore e al corpo di Callisto desiderava che ci fosse il buio fino al momento della prima strofa cantata, a quel punto, sarebbe dovuta rimanere la penombra fino al termine della canzone, quel giusto compromesso tra luce ed oscurità che permettesse di mangiare. Quando la luce si spense completamente, le prime note iniziarono a volare nell'aria e di seguito, il sound mostrato si definì molto rock-metal.
You won't hear me, but you'll feel me Without warning, something's dawning, listen Then within your senses, You'll know you're defenseless How your heart beats, when you run for cover Your can't retreat, I spy like no other...
La voce cantata dell'uomo era sia maliziosa che "cattiva", il modo in cui pizzicava le code della chitarra era divino. Si notava senza dubbio che aveva una gran dimestichezza con quello strumento e con esso creava vere e proprie meraviglie. Il suo volto adesso era visibile ed anche il suo abbigliamento, total white, in contrasto con il nero folto e profondo dei capelli.
Then we race together, we can ride forever Wrapped in horsepower, driving into fury Changing gear I pull you tighter to me
I'm your turbo lover Tell me there's no other I'm your turbo lover Better run for cover...
Spostò solo per un secondo lo sguardo in direzione di quel preciso tavolo, individuando gli occhi della bionda veterinaria. Non poteva permettersi di più, stavano in un luogo pubblico e in qualche modo doveva proteggerla dall'essere notata eccessivamente. Quella canzone era per lei, lei lo avrebbe capito e compreso, non era necessario che passasse troppo tempo a fissarla.
We hold each other closer, as we shift to overdrive And everything goes rushing by, with every nerve alive We move so fast it seems as though we've taken to the sky Love machines in harmony, we hear the engines cry
I'm your turbo lover Tell me there's no other I'm your turbo lover Better run for cover...
A quel punto ci fu la parte completamente musicale dove l'uomo diede il meglio di sé ed anche senza troppo sforzo, a dirla tutta. Muoveva le mani e l'elettricità insita nel suo corpo faceva almeno il 60% del lavoro, dando vita ad una performance da lasciare senza fiato. Il proprietario del locale, da dietro le quinte, rimaneva a bocca semi aperta, ricredendosi su tutto il pensato precedente.
On and on we're charging to the place so many seek In perfect synchronicity of which so many speak We feel so close to heaven in this roaring heavy load And then in sheer abandonment, we shatter and explode.
I'm your turbo lover Tell me there's no other I'm your turbo lover Better run for cover...
Quelle parole l'avrebbero raggiunta abbastanza da scuoterla internamente e farla pendere da una parte o dall'altra? Domanda troppo difficile, anche per un detective come lui. Quella era una mossa azzardata ma era necessario che la facesse. Non poteva lasciare ancora troppo terreno libero al professore di Hogwarts, tanto valeva altrimenti arrendersi e uscire di scena.
I'm your turbo lover Tell me there's no other I'm your turbo lover Better run for cover...
Mentre la musica sfumava e con essa anche la sua voce, proprio come indicato al tecnico, la penombra tornò ad esser piano piano buio. Lo scopo era scomparire non appena concluso il brano, così da osservare in lontananza le reazioni della donna e regolarsi di conseguenza. Dopo un ben più che generoso applauso, la luce tornò nella sala e Shuyun, da un angolo lontano del ristorante, vide che Callisto si stava alzando in piedi. Evidentemente stava chiedendo al suo cavaliere della serata qualche minuto per prendere una boccata d'aria fresca all'esterno, infatti poco dopo si allontanò a passo sostenuto, lasciando forse un po' perplesso l'aritmante. Quello era il momento giusto per parlarle prima di lasciarla in pace. La serata era piacevole, una temperatura non troppo fastidiosa e pochissime nuvole in cielo. Utilizzando una porta secondaria che si affacciava su un vicolo alla destra del locale, l'investigatore poté apparire da lontano alla bionda, avvicinandosi e parlando per attirare la sua attenzione. Tra l'altro, ora che a distanziarli non erano che appena un paio di metri, ella avrebbe potuto osservare meglio la sua mise della sera.
Hai gradito la serenata? ... Sei splendida, Miracolo.
Nonostante gli argomenti tutt'altro che leggeri che lei ed Edward dovettero affrontare in quella prima parte della serata - per amore della verità e della chiarezza nei confronti dell'uomo che, comunque, stava lottando per lei - Callisto era molto soddisfatta per come stessero andando le cose tra loro: erano riusciti a riprendere una normale conversazione, cercando di riavvicinarsi il più possibile, ed il resto della serata si prospettava, ora che tutto era chiarito, oltremodo piacevole. Così, quando il padrone del locale annunciò l'esibizione del primo artista amatoriale della serata, tutto ciò che la Dyther fece fu pregare che chiunque fosse, e per quanto bravo potesse risultare, non cantasse a voce troppo alta, altrimenti come avrebbero fatto a parlare/commentare le esibizioni stesse o il cibo che avevano nei piatti? Applaudì, la donna, cercando di scorgere la figura del primo ad esibirsi in mezzo a quel buio totale... ma quando la prima frase della canzone raggiunse le sue orecchie, la Veterinaria si rese conto che quella voce le suonava in qualche modo familiare. Molto familiare. Troppo familiare.
You won't hear me, but you'll feel me Without warning, something's dawning, listen Then within your senses, You'll know you're defenseless How your heart beats, when you run for cover Your can't retreat, I spy like no other...
Non è possibile...
Non poteva essere lui. Ma come negare che la sua voce, il suo volto, il suo corpo ed il suo Elemento erano parte dell'uomo - l'altro uomo - che stava cercando di rubarle il cuore? Ovviamente non poteva essere una coincidenza, Callisto non era certo così stupida da pensarlo... sapeva che sarebbe stata lì con Edward, ed aveva deciso di mostrarsi a lei: forse per destabilizzarla, forse per ricordarle della propria esistenza, forse solo per il gusto di rovinare la serata perfetta del rivale in amore. La penombra, probabilmente, avrebbe impedito al Remingford di osservare la reazione della donna, e meno male... perché se l'intento di Shuyun era sconvolgerla, beh, ci era riuscito in pieno.
I'm your turbo lover Tell me there's no other I'm your turbo lover Better run for cover...
Quell'unico secondo in cui i loro sguardi si incontrarono bastò alla Veterinaria per sentirsi ribollire gli Elementi nello spirito, al punto da costringerla a portarsi una mano al petto e respirare a fondo: si sentiva... non avrebbe saputo nemmeno lei come definirlo. Emozionata, senza parole, eccitata in parte ed in parte arrabbiata... mille e più sensazioni insieme per quel momento, per quel contesto, per quell'uomo che la sconvolgeva, facendole sentire che quello sconvolgimento era giusto e sbagliato al tempo stesso; probabilmente, a posteriori, sarebbe stata in grado di considerare anche la bravura della sua performance generale, ma in quell'istante non se ne stava minimamente rendendo conto. Tutto ciò che sapeva e che poteva dire, era che nonostante fossero in un locale pieno di gente, nonostante accanto a lei ci fosse un uomo fantastico che la faceva stare bene... le sembrava di essere sola, in quel momento. Sola, insieme all'Ignis che cantava per lei.
I'm your turbo lover Tell me there's no other I'm your turbo lover Better run for cover...
Il buio tornò per qualche istante, alla fine della canzone, e Callisto dovette fare l'impossibile in quei pochi secondi per recuperare un minimo di auto-controllo: sentiva caldo e freddo insieme, e non sapeva come sarebbe apparsa agli occhi di Edward... ma si sentiva soffocare. E si vedeva.
Io... ho bisogno d'aria. Puoi aspettarmi un paio di minuti?
Domandò all'uomo, incurvando leggermente le labbra in un sorriso che risultasse, si sperava, il più spontaneo possibile: non appena Edward avesse acconsentito alla sua richiesta, la donna avrebbe preso il cappotto - perché per quanto non si congelasse fuori, uscire in maniche corte sarebbe stato impensabile ed eccessivo - ed infilandoselo sarebbe uscita dall'ingresso principale, passandosi poi una mano sulla fronte ad occhi chiusi e stringendosi nel soprabito mentre respirava a pieni polmoni l'aria decisamente fresca della sera.
Hai gradito la serenata?
Sobbalzò, spalancando gli occhi e voltandosi di scatto verso l'uomo in total white che la stava fissando.
... Sei splendida, Miracolo.
... perché? - fu solo un sussurro, il suo, ma era sicura che Shuyun l'avrebbe colto - Che bisogno c'era di... di fare una cosa del genere? Perché hai dovuto... insomma, era proprio necessario cantare quella canzone, e proprio ora?
Arrabbiata ed emozionata al tempo stesso, gli Elementi liberi di vorticare inquieti nel suo animo permettendo all'altro di percepirli nella loro interezza.
Perché l'hai fatto, Shuyun? Volevi rovinare la serata, o solo sconvolgermi il più possibile? Perché ci sei riuscito, se era quello il tuo intento, io... - scosse il capo, passandosi nuovamente una mano bruciante sulla fronte fredda - Non so davvero che dire. Pensavo che... non lo so, che quando sono fuori con lui tu non ci dovessi essere, e viceversa, è stata... una sorpresa. Una inaspettata, sconcertante e destabilizzante sorpresa.
Domanda lecita, quella di Callisto. Anche se forse, più che altro la si poteva definire retorica, per certi versi. I motivi di quella serenata erano abbastanza ovvi, ed anche se diversi, tutti avevano del vero a pari merito. Farle una sorpresa, farla eccitare sessualmente, mostrare la propria presenza e rovinare la serata al rivale, tutto questo e anche di più. Shuyun era un'ombra sempre più frequente e presente in quella coppia, la quale lentamente si stava trasformando in un triangolo. Ma quanto sarebbe andata ancora avanti in quel modo? Un mese? Forse due? Si sperava meno, ma la bionda era sempre più in difficoltà. Lo sguardo dell'uomo rimase abbastanza fermo e imperturbabile, perché era consapevole che ben presto lei avrebbe proseguito il discorso, che fosse stato con un tono arrabbiato, risentito o compiaciuto aveva poca importanza, se non altro adesso erano solo loro due.
Che bisogno c'era di... di fare una cosa del genere? Perché hai dovuto... insomma, era proprio necessario cantare quella canzone, e proprio ora?
Qual è la vera domanda?
Perché l'hai fatto, Shuyun?
Eccola lì, la vera domanda, quella autentica, da un milione di Galeoni.
Volevi rovinare la serata, o solo sconvolgermi il più possibile? Perché ci sei riuscito, se era quello il tuo intento, io... Non so davvero che dire.
L'Ignis fece qualche passo avanti, arrivandole molto vicino e cercando il suo sguardo con accurata calma.
Pensavo che... non lo so, che quando sono fuori con lui tu non ci dovessi essere, e viceversa, è stata... una sorpresa. Una inaspettata, sconcertante e destabilizzante sorpresa.
Quello che tu non capisci è che quando sei fuori con lui io non ci sono, ma quando sei fuori con me, lui c'è, sempre. Ti senti in colpa per lui, releghi la tua spontaneità a qualche gesto sporadico e intendi così mettere un freno alle tue emozioni. Qui nasce la prima frase della mia canzone: tu non vuoi sentirmi ma mi percepisci benissimo e a volte credo che ti faccia paura.
Forse perché lui rappresentava una realtà temuta fino a poco tempo prima, o forse perché con Edward lei poteva fingere di essere chi in parte non era, ovvero una persona come tante altre: bella, interessante, intelligente, simpatica, maliziosa, magari anche porca, ma non un Miracolo come la vedeva Shuyun e come le ripeteva da tempo lei doveva sentirsi senza rifiutarsi di ammetterlo. Shuyun era la verità, l'altro una costruzione ben pensata di una vita qualsiasi. Non sminuiva affatto le qualità del professore di Hogwarts, non lo conosceva e non si sarebbe mai permesso, ma conosceva lei e sapeva fino a dove potesse spingersi a considerarla non troppo adatta ad egli sotto tantissimi fronti.
Mi condanni per ciò che sono, ripetendomi che l'elemento nel mio corpo sia una agevolazione, ma non ti rendi conto che questo elemento è parte integrante di me, non l'ho scelto, ci sono nato e non posso escluderlo dal vibrare in tua presenza. Paradossalmente sono il più escluso in questa faccenda ma anche quello più coinvolto emotivamente... Tsk, assurdo, non ci posso quasi credere...
Scuotendo il capo la oltrepassò, volendo guardare all'interno del locale se per caso il rivale si stesse preoccupando nel non veder tornare la ragazza, così che, qualora l'avesse visto alzarsi in piedi e dirigersi da quella parte, l'avrebbe salutata lasciandola in pace, non volendo di sicuro metterla in qualche guaio o ancor peggio in un disagio maggiore di quello attuale. Quella era una questione tra loro, ma non era giusto che Shuyun la facesse diventare di dominio pubblico, oltre al fatto che in particolare non andava a lui in primis per se stesso. Se fino a quel punto lei non avesse ancora replicato alle sue parole, forse per rifletterci attentamente sopra ed interiorizzarle, allora lui sarebbe andato avanti spedito.
Non so se può aiutarti ciò che sto per dire, ma io mi sono posto una domanda qualche giorno fa: la troverei ugualmente così preziosa per me, per il mio corpo e per il mio cuore anche se non avesse quei tre elementi nello spirito che la decretano come un Miracolo? ... Beh, mi sono risposto che al massimo ti avrei considerata il mio Miracolo Personale e non quello del Conflux, ma non avrebbe cambiato niente nei sentimenti che provo per te. Combatterei lo stesso per averti, con la stessa grinta e con lo stesso coraggio.[/tahoma]
Quello che tu non capisci è che quando sei fuori con lui io non ci sono, ma quando sei fuori con me, lui c'è, sempre. Ti senti in colpa per lui, releghi la tua spontaneità a qualche gesto sporadico e intendi così mettere un freno alle tue emozioni. Qui nasce la prima frase della mia canzone: tu non vuoi sentirmi ma mi percepisci benissimo e a volte credo che ti faccia paura.
Certo che mi fa paura! - replicò lei istintivamente, con rabbia ed inquietudine ad animare gli occhi chiari e luminosi sul suo volto - Tu rappresenti quella parte della mia vita da cui sto tentando di scappare da anni, quella fetta del mio passato che ha quasi portato alla mia morte, tutto ciò che d'innaturale c'è in me e che in parte odio, perché non so cosa darei per essere normale, una qualsiasi!
Oh, quante volte, guardando gruppi di ragazze camminare insieme per strada, aveva sognato di essere come loro? Non avere pensieri, o perlomeno doversi preoccupare di cose "normali", avere delle amiche di cui potersi fidare, a cui poter dire tutto... ma lei non poteva. Non si fidava abbastanza degli altri, temeva sempre che qualcosa avrebbe potuto tradirla e costringerla a scappare, o peggio mettere in pericolo la sicurezza delle persone che le stavano intorno: no, la normalità era qualcosa che difficilmente si sarebbe mai potuta permettere, uno di quei sogni utopici che la Dyther continuava a rincorrere, nonostante tutto.
Mi condanni per ciò che sono, ripetendomi che l'elemento nel mio corpo sia una agevolazione, ma non ti rendi conto che questo elemento è parte integrante di me, non l'ho scelto, ci sono nato e non posso escluderlo dal vibrare in tua presenza. Paradossalmente sono il più escluso in questa faccenda ma anche quello più coinvolto emotivamente... Tsk, assurdo, non ci posso quasi credere...
Non è una condanna la mia, ma una semplice constatazione. - replicò Callisto, abbassando i toni e cercando di controllare gli Elementi nel proprio spirito - Ciò che io ho dentro e che tu consideri una benedizione, per me in parte è una condanna, e non riesco a vederla diversamente. Quando lavoro, quando azzero i miei Elementi, quando sto con Edward, posso quasi fingere che tutto ciò non esista, posso quasi sfiorare la normalità che tanto anelo... ma poi arrivi tu, e allora tutto torna indietro: li sento di nuovo vibrare dentro di me, cercandoti, sento il mio spirito che richiama il tuo e sì, questo mi terrorizza, perché non ho più il controllo di me stessa, delle mie emozioni... e io non posso, non posso permettermelo!
Perché per troppo tempo era stata impossibilitata a decidere per sé, a prendersi cura della propria persona nel modo che voleva, e perdere il controllo equivaleva, nella mente di Callisto, a tornare indietro ad un periodo terribile, per lei.
Non so se può aiutarti ciò che sto per dire, ma io mi sono posto una domanda qualche giorno fa: la troverei ugualmente così preziosa per me, per il mio corpo e per il mio cuore anche se non avesse quei tre elementi nello spirito che la decretano come un Miracolo?
Lo fissò, immaginando che non fosse una domanda retorica, che Shuyun le avrebbe dato la risposta, e non solo la domanda.
... Beh, mi sono risposto che al massimo ti avrei considerata il mio Miracolo Personale e non quello del Conflux, ma non avrebbe cambiato niente nei sentimenti che provo per te. Combatterei lo stesso per averti, con la stessa grinta e con lo stesso coraggio.
Non puoi saperlo. - sussurrò lei con aria quasi stanca, scuotendo appena il capo - Puoi crederci con tutto te stesso, ma non puoi averne la certezza, perché non è questa la condizione che stai vivendo. Anche io passo serate intere a chiedermi se tu, senza il Fulmine, avresti su di me lo stesso ascendente... e mi rispondo che non lo so: forse sì, o forse no, io non ho la risposta perché la realtà è che tu, quell'Elemento, ce l'hai. E io ho i miei.
Gli diede le spalle per un momento, stringendosi nel cappotto ed abbassando lo sguardo, un po' perché aveva freddo - un freddo interiore, più che fisico - ed un po' perché in parte si vergognava di ciò che stava per dire.
E ti sbagli quando dici che, se sono fuori con lui, tu non ci sei... - mormorò infatti, senza però riuscire a guardarlo negli occhi - Tu... ci sei sempre. Ti cerco con lo sguardo ogni volta che esco dallo studio o che vado a casa, mi chiedo cosa tu stia facendo o se stai bene... anche stasera, appena mi sono incamminata con Edward, il mio sguardo ha cercato il tuo. - un attimo di pausa - Non lo faccio apposto, non lo controllo... ma istintivamente il mio spirito richiama il tuo, ogni volta.
Sospirò, e se lui fino a quel momento non avesse tentato di farla voltare, allora a quel punto l'avrebbe fatto lei autonomamente.
È vero, fino ad oggi mi sono trattenuta con te e mi sono sentita in colpa verso Edward... ma era perché lui non sapeva niente, e mi sembrava di tradire la sua fiducia: tu sapevi dall'inizio che c'era un altro, ma lui no, e questo era sbagliato, io lo vivevo nel modo sbagliato! - un altro sospiro e un abbassamento dello sguardo - Però stasera gli ho detto come stanno le cose: gli ho detto che mi sto frequentando anche con un altro uomo, che siamo andati a letto insieme, e lui... Edward l'ha accettato, e mi ha detto di non trattenermi, di fare ciò che mi sento in piena libertà. - un gesto generoso e bellissimo - E questo... sarà egoistico da dire, ma mi ha tolto un gran peso dal cuore.
Non che ora si sentisse nella posizione di poter andare a letto con l'uno e l'altro a piacere, ma di sicuro aveva contribuito a ridimensionare i sensi di colpa verso Edward.
Però su una cosa la tua canzone aveva ragione... - sussurrò la donna dopo un lungo istante di silenzio, tornando a guardarlo negli occhi - Per quanto una parte di me non voglia farlo, io... non posso fare a meno di percepirti. Ogni volta.
[tahoma]Certo che mi fa paura! Tu rappresenti quella parte della mia vita da cui sto tentando di scappare da anni, quella fetta del mio passato che ha quasi portato alla mia morte, tutto ciò che d'innaturale c'è in me e che in parte odio, perché non so cosa darei per essere normale, una qualsiasi!
Nemmeno si stava rendendo conto quanto in quel momento stesse offendendo solennemente il Conflux, ma lei non era una Gildata, non aveva alcun dovere nei confronti dell'Equilibrio anche se esso l'aveva scelta e quindi evitò di replicare, l'Ignis Sagitta, a quella affermazione, decidendo semplicemente di soffermarsi sulle parole successive, valutando i ragionamenti uno dopo l'altro, senza lasciarsi prendere dall'istinto.
Non è una condanna la mia, ma una semplice constatazione. Ciò che io ho dentro e che tu consideri una benedizione, per me in parte è una condanna, e non riesco a vederla diversamente. Quando lavoro, quando azzero i miei Elementi, quando sto con Edward, posso quasi fingere che tutto ciò non esista, posso quasi sfiorare la normalità che tanto anelo... ma poi arrivi tu, e allora tutto torna indietro: li sento di nuovo vibrare dentro di me, cercandoti, sento il mio spirito che richiama il tuo e sì, questo mi terrorizza, perché non ho più il controllo di me stessa, delle mie emozioni... e io non posso, non posso permettermelo!
Quante donne al suo posto si sarebbero comportate in maniera diversa? Era risaputo che uno dei sentori più veri e autentici dell'amare qualcuno fosse proprio non avere il controllo di sé in presenza di quella persona, eppure lei lo rifiutava, lo scacciava come un morbo, non riconoscendo che non si trattava di un elemento o più di uno, ma di un impulso irrefrenabile che bloccandolo per troppo tempo sarebbe diventato deleterio per lei.
Anche io passo serate intere a chiedermi se tu, senza il Fulmine, avresti su di me lo stesso ascendente... e mi rispondo che non lo so: forse sì, o forse no, io non ho la risposta perché la realtà è che tu, quell'Elemento, ce l'hai. E io ho i miei.
Le avrebbe potuto parlare dell'Equilibrio? No, certamente no, lei non ne faceva parte, o meglio, non faceva parte di quella filosofia e non era possibile che la contemplasse come giusta proprio adesso, adesso che era nervosa, preoccupata, sfinita dal nervosismo di una scelta che non riusciva ad eseguire in tempi brevi. Voglia di normalità contro desiderio inconscio e intimo. Shu aveva timore di sapere già chi avrebbe vinto.
E ti sbagli quando dici che, se sono fuori con lui, tu non ci sei... Tu... ci sei sempre.
Fece un passo avanti, avvicinandosi ancor di più a lei, cercando di percepire i suoi elementi, interpretando le sue emozioni.
Ti cerco con lo sguardo ogni volta che esco dallo studio o che vado a casa, mi chiedo cosa tu stia facendo o se stai bene... anche stasera, appena mi sono incamminata con Edward, il mio sguardo ha cercato il tuo. Non lo faccio apposta, non lo controllo... ma istintivamente il mio spirito richiama il tuo, ogni volta.
Non fece nulla per farla voltare, quelle parole lo spinsero a riflettere e cercare di analizzare cosa gli stessero trasmettendo. Per quanto fosse molto preoccupato per l'andazzo di quella storia, di quel triangolo, non voleva in alcun modo essere pessimista, specie quando poi lei lo fissava con quegli occhi profondi e scintillanti che lo facevano quasi tremare ed emozionare oltre ogni immaginazione.
È vero, fino ad oggi mi sono trattenuta con te e mi sono sentita in colpa verso Edward... ma era perché lui non sapeva niente, e mi sembrava di tradire la sua fiducia: tu sapevi dall'inizio che c'era un altro, ma lui no, e questo era sbagliato, io lo vivevo nel modo sbagliato! Però stasera gli ho detto come stanno le cose: gli ho detto che mi sto frequentando anche con un altro uomo, che siamo andati a letto insieme, e lui...
... Lui?
Edward l'ha accettato, e mi ha detto di non trattenermi, di fare ciò che mi sento in piena libertà. E questo... sarà egoistico da dire, ma mi ha tolto un gran peso dal cuore.
Tutto gli si può dire meno che non sia un gran signore. Per quanto rivale in amore, non posso negare la verità che si è comportato in modo coraggioso e maturo.
Quindi da quel giorno... sarebbe venuta a letto con lui molto più tranquillamente? E non solo, forse avrebbe avuto anche atteggiamenti più intimi, più profondi e quasi romantici, come quelli che aveva tal volta con lui quando Shu li spiava da lontano per non farsi vedere o sentire? Il tempo avrebbe dato la giusta risposta, ma ora come ora, lui, che cosa avrebbe dovuto fare? Istinto contro ragione, ardua sfida per un Ignis.
Però su una cosa la tua canzone aveva ragione... Per quanto una parte di me non voglia farlo, io... non posso fare a meno di percepirti. Ogni volta.
Ecco, forse quell'espressione fu in grado di decretare la definitiva vittoria tra un fronte e l'altro nello spirito inquieto dell'investigatore. Rimasero a fissarsi per diversi secondi, all'interno dei quali gli occhi dell'uomo solcarono interamente il suo corpo con malizia e desiderio eloquenti, poi, di improvviso, Shuyun le prese la mano, non strattonandola ma comunque tirandola per indurla a seguirlo velocemente, diretto verso il vicolo dal quale era uscito in precedenza e dove sapeva non sarebbe passato nessuno. Qualora anche l'altro fosse uscito a cercarla, al massimo non l'avrebbe trovata ed avrebbe tentato di chiamarla ma niente di più. Non gli importava nulla delle conseguenze, non gli importava nulla dei discorsi e dei ragionamenti, c'era una sola cosa che intendeva fare e voleva che accadesse subito. Se quindi lei avesse accettato di farsi portare fino a quella strada isolata nella penombra, l'Ignis l'avrebbe sbattuta al muro, afferrandole la coscia con la mancina per tirarla su e baciandola sulle labbra con un impeto devastante e furiosamente passionale. Non attese nemmeno un paio di secondi che la sua lingua andò a cercare quella del Miracolo, mentre alzarle la gamba fu un gesto idoneo a farle sentire, con i due corpi attaccati, la propria erezione spingerle sul tessuto intimo, dura e pulsante, come quell'unica volta nella quale aveva deciso di inginocchiarsi per trovarsela di fronte agli occhi. Sapeva che l'avrebbe ricordata, sapeva che le era rimasta impressa, soprattutto per come e quanto l'aveva presa in un'unica notte. Desiderava far tornare quella voglia, desiderava farla bagnare assurdamente per farle capire che la normalità non era nelle abitudini o nelle usanze della vita, bensì in quello che trasmetteva genuinamente il corpo in ogni istante, perché da che mondo e mondo la normalità era rappresentata dall'animo selvaggio e indomabile presente in ogni individuo, anche il più serio, anche il più posato, anche il più imperturbabile. Quel momento venne interrotto dal suono delle porte scorrevoli del ristorante che, non troppo distanti, segnavano che qualcuno era uscito, e non era nemmeno troppo difficile intuire di chi si trattasse. Con il respiro corto e la voce bassa, calda ed eccitata, Shuyun le fece appoggiare il piede al terreno, fissandola intensamente.
"Quando lavoro, quando azzero i miei Elementi, quando sto con Edward, posso quasi fingere che tutto ciò non esista, posso quasi sfiorare la normalità che tanto anelo"... Queste sono state le tue parole poc'anzi... Ma la finzione non può essere normalità, perché la normalità è verità. Io sono il tuo ponte di contatto con ciò che è dentro di te, con ciò che di te è autentico, con ciò che di te è vero. Dunque io sono la tua normalità, che sarà diversa da quella di tanti altri, ma è tale e tu, rifiutandola, decidi solo di mentire a te stessa.
La voce di Edward che chiamava preoccupato Callisto non poteva essere presa sotto gamba. L'investigatore fece qualche passo indietro, lasciandola completamente libera di muoversi, avvicinandosi di più all'ombra.
... Quando rientrerai a casa tua, io sarò lì, da qualche parte. Se ti vedrò guardarti intorno, capirò che mi vuoi, se invece tirerai dritta verso la porta, capirò che non è gradita la mia presenza. ... Ovviamente stesso vale se deciderai di entrare con lui.
Detto ciò, decise che forse era il momento migliore per scomparire... forse solo per un poco. Sarebbe dipeso tutto da lei.[/tahoma]
L'esibizione del primo gruppo, almeno a suo parere, fu un vero successone. Il cantante aveva una bellissima voce ed anche il sound non era niente male, per quanto non fosse esattamente nelle sue corde, essendo un amante sfegatato del jazz e dei generi più soft. Determinati tipi di musica erano molto più apprezzati dal fratello minore e dal collega e amico Lucas Turner, ma senza la possibilità di alternative, Edward sapeva comunque adeguarsi. Impossibilitato ad osservare l'espressione sconcertata della veterinaria a causa del buio presente in quasi tutta la sala, l'uomo si godette la performance di Shuyun, applaudendo anche al termine di essa con molto entusiasmo. Il problema fu quando si volse per chiedere alla ragazza se avesse gradito anch'ella quella prima parte dello spettacolo.
Rachel, cosa ti succede? Stai male?!
Io... ho bisogno d'aria. Puoi aspettarmi un paio di minuti?
Sì... va bene d'accordo. Ti aspetto qui allora.
Per educazione si alzò in piedi, osservando la bionda allontanarsi ed uscire dal ristorante. Una reazione piuttosto strana, innegabile, ma non riusciva nemmeno a comprendere da cosa potesse essere stata scaturita. Forse la canzone, il testo, le ricordava qualcosa o magari l'aveva sentita in passato durante un periodo non piacevole. Non aveva molte soluzioni in merito, c'era solo da sperare che, una volta che fosse tornata allora avesse avuto più voglia di parlare ed illustrargli la situazione. Quando il cameriere si avvicinò per chiedere se ci fosse qualcosa che non andava, Edward lo ringraziò della premura rassicurandolo che non era successo nulla di grave, dopo di che diede un'occhiata all'orologio accorgendosi che in verità stavano passando ben più di un paio di minuti. Ulteriormente preoccupato decise di alzarsi in piedi, posare il tovagliolo sul tavolo e dirigersi all'uscita, lasciando un documento all'accoglienza.
... Rachel? Dove sei? Rachel?!
Lì non c'era, eppure non poteva essersi allontanata troppo e per di più senza alcun motivo. Che si fosse sentita male? No, di sicuro lo avrebbero avvertito all'interno. Spostò lo sguardo a destra e a sinistra, poi in fondo alle diverse strade, avanzando di qualche passo qua e là. La chiamò per l'ennesima volta, forse perdendo un minimo le speranze che lei rispondesse, ma per fortuna, contro ogni previsione, lei sbucò da dietro un angolo a sinistra del ristorante. Lì si trovava presumibilmente un vicolo o una stradina senza uscita ma non poteva darlo per certo. L'aspetto della ragazza era molto simile a quello precedente, magari si stava trattando di un malessere o di un calo di pressione per il troppo lavoro. Edward immediatamente la raggiunse, cercando con attenzione il suo sguardo per fissarla negli occhi e capire se ci fosse qualcos'altro che non andava. Non facendo poi tanto caldo, l'uomo le diede un piccolo abbraccio protettivo, facendole poi una carezza sulla guancia.
Che cos'hai? Preferisci tornare a casa? Forse hai un poco di influenza...
Tutto gli si può dire meno che non sia un gran signore. Per quanto rivale in amore, non posso negare la verità che si è comportato in modo coraggioso e maturo.
E lei era la stronza senza cuore che li stava tenendo entrambi sulle spine. No, non lo disse, ma lo pensò con forza e rabbia verso se stessa per non essere in grado di scegliere: voleva la normalità, anelava le vite delle persone qualsiasi... ma al tempo stesso lei non era una persona qualsiasi, e questo la spingeva verso ciò che le era familiare, congeniale, affine. La mente razionale voleva Edward, lo spirito istintivo voleva Shuyun. E far andare d'accordo entrambi sembrava essere impossibile.
.........
Quando l'Ignis le prese la mano, tirandola verso di sé, i piedi di Callisto si mossero in autonomia, quasi fossero loro stessi curiosi di capire dove lui volesse portarla e perché.
Shuyun, dove...
Provò a chiederglielo - nonostante i suoi Elementi fossero placidamente pronti a seguirlo, fiduciosi nel Fulmine dell'altro - soprattutto quando vide che stavano svoltando l'angolo in direzione del vicolo cieco e buio accanto al locale... ma come sarebbe riuscita a parlare, con la bocca dell'uomo sulla propria? Si ritrovò in un secondo contro il muro, la mano di lui sulla coscia e le sue labbra, la sua lingua contro le proprie, in un bacio passionale, bollente, eccitato, come eccitata era l'erezione che le premeva contro l'inguine: gli Elementi nel suo spirito presero a vorticare, danzando e fondendosi con quello di Shuyun, e l'inguine prese a pulsare, spingendola a gemere nonostante si fosse morsa la lingua per evitarlo; da dietro le palpebre socchiuse, la donna rivisse nitidamente flashback del loro primo - ed unico - atto sessuale, e questo, purtroppo per lei, non fece che aumentare il desiderio che aveva per l'uomo. Ansimava, e al tempo stesso percepiva i propri occhi pizzicare per le lacrime di rabbia che le stavano montando addosso: perché quel bacio era sbagliato, lui era sbagliato, lei era sbagliata! Allora perché... perché il suo corpo ed il suo spirito le suggerivano che non c'era invece niente di più giusto?
... Rachel? Dove sei? Rachel?!
La stava cercando, Edward la stava chiamando... anzi, no, stava chiamando colei che Callisto avrebbe voluto essere... e che invece non era.
"Quando lavoro, quando azzero i miei Elementi, quando sto con Edward, posso quasi fingere che tutto ciò non esista, posso quasi sfiorare la normalità che tanto anelo"... Queste sono state le tue parole poc'anzi... Ma la finzione non può essere normalità, perché la normalità è verità. Io sono il tuo ponte di contatto con ciò che è dentro di te, con ciò che di te è autentico, con ciò che di te è vero. Dunque io sono la tua normalità, che sarà diversa da quella di tanti altri, ma è tale e tu, rifiutandola, decidi solo di mentire a te stessa.
Gli occhi pizzicavano più intensamente per quelle parole che erano vere, dannatamente vere... e che lei odiava, per questo. Perché il suo desiderio più grande, e altresì l'unico che mai avrebbe potuto raggiungere, era proprio quello di avere una normalità che fosse uguale a quella del resto del mondo. Abbassò lo sguardo, passandosi una mano sul viso e sulle labbra, ricomponendosi quanto più possibile e vergognandosi di se stessa per essersi lasciata andare in quel modo ed in quel vicolo, col docente di Hogwarts a pochi passi da lei.
... Quando rientrerai a casa tua, io sarò lì, da qualche parte. Se ti vedrò guardarti intorno, capirò che mi vuoi, se invece tirerai dritta verso la porta, capirò che non è gradita la mia presenza. ... Ovviamente stesso vale se deciderai di entrare con lui.
Non rispose a quelle parole, in fondo non c'era altro da aggiungere. Chiuse gli occhi, dando le spalle a quell'ombra che celava l'Ignis, ricontrollandosi velocemente prima di uscire dal vicolo: non poteva fare nulla per la propria espressione sconvolta e scombussolata, ma poteva perlomeno assicurarsi di essere impeccabile nel vestiario, nell'acconciatura, così da non far intendere nemmeno alla lontana cosa fosse successo poco prima tra lei e l'altro.
Che cos'hai? Preferisci tornare a casa? Forse hai un poco di influenza...
No, io... sto bene, nessuna influenza. - rispose, abbozzando un sorriso dolce e riconoscente quando lui le accarezzò la guancia - Scusami se sono uscita così di fretta. Solo che quell'uomo... lui... - aveva deciso, forse follemente, di dirgli la verità anche in quel caso: dopotutto Shuyun conosceva bene l'identità del suo rivale, perché Edward avrebbe dovuto rimanerne all'oscuro? - È... è lui. - sottolineò quelle tre lettere con voce e sguardo eloquenti, cosicché il Remingford capisse a cosa si stesse riferendo la Veterinaria.
Non mi aspettavo di vederlo stasera, né di sentirlo cantare, perciò mi ha... presa un po' in contropiede, ecco. Scusami se non te l'ho detto subito, volevo solo... schiarirmi un secondo le idee.
Di nuovo, il senso di colpa tornò a farsi sentire prepotentemente dentro di lei, spingendo Callisto a cercare un abbraccio da parte del Remingford nel quale, eventualmente, rifugiarsi per qualche istante, prima di sorridergli con dolcezza.
Rientriamo, e... ti prego, proseguiamo la nostra serata. Non voglio tornare a casa, voglio continuare a stare con te.
Voglio continuare a sentirmi normale. Ma questo, ovviamente, non lo disse.
No, io... sto bene, nessuna influenza. Scusami se sono uscita così di fretta.
Non c'è bisogno che ti scusi, davvero... Ma... c'è comunque qualcosa che non va? Di qualsiasi genere.
Solo che quell'uomo... lui...
Per "lui" intendi il cantante? ... Chi è? Un ex fidanzato forse?
È... è lui.
... Ah. Lui cioè... lui. Oh, d'accordo.
Come sentirsi in quel momento, di preciso? Aveva anche applaudito a quella persona che, per carità, era stata bravissima, ma era pur sempre l'uomo che era andato a letto con Rachel. Probabilmente aveva fatto quell'ingresso per palesare la sua presenza e ricordarla alla veterinaria, evitando però di presentarsi ad Edward per non creare troppo disagio. Tuttavia, quella notizia lo lasciò molto interdetto e perplesso, così tanto non sapere nemmeno bene cosa replicare. Quel musicista, oltre ad essere molto bravo, era un uomo di bell'aspetto, alto, slanciato e dalla voce carismatica. Non rappresentava sicuramente motivo di spavento o preoccupazione, d'altronde anche Edward aveva le sue ottime qualità, ma non si poteva certo dire che fosse un avversario facile da battere.
Non mi aspettavo di vederlo stasera, né di sentirlo cantare, perciò mi ha... presa un po' in contropiede, ecco. Scusami se non te l'ho detto subito, volevo solo... schiarirmi un secondo le idee.
Ti stai scusando decisamente troppo. È stato un evento decisamente inaspettato, comprensibile che ti abbia scosso.
Callisto, in un impeto di bisogno affettivo gli chiese implicitamente di abbracciarla e per lui non fu altro che un invito a nozze. La strinse tra le proprie braccia facendole sentire il proprio calore, dandole tutto il conforto che stava cercando ed anche molto di più. Non ce la faceva ad avercela con lei, non quando dava per certo che quello fosse stato un "piano" architettato esclusivamente da Shuyun e non un tentativo di metterlo alla prova. Alcune volte, in passato, gli era capitato di incontrare donne che lo avevano fatto ingelosire al solo scopo di vedere le sue reazioni, ma non era così per Rachel, la sua Rachel, perché sì, in fondo la sentiva un poco sua, per quanto sapesse di non averne pieno diritto. Ora non restava altro da fare che decidere se andare via o meno, eventualità che, nel caso, lui non le avrebbe mai e poi mai rimproverato, considerato l'accaduto e considerato l'attuale stato d'animo incerto.
Rientriamo, e... ti prego, proseguiamo la nostra serata. Non voglio tornare a casa, voglio continuare a stare con te.
Ne sei sicura? Allora va bene, i piatti dovrebbero essere ancora caldi, vedrai che con qualcosa nello stomaco ti tirerai su!
Le fece un sorriso dolce, cercando di darle un bacio sulle labbra, ignaro che fossero state già violate da un altro uomo, quindi in pratica fino a quel momento Callisto aveva baciato lui, poi l'altro ed ora di nuovo lui. Si sperava vivamente che la sequenza terminasse lì, almeno per ora. Rientrarono ed Edward fu molto felice di tirarle indietro la sedia per farla accomodare. Voleva che a tutti i costi ella recuperasse il buon umore, per quello cercò di cambiare argomento di conversazione e parlare di tante altre mille cose differenti. Se lei si fosse aspettata qualche domanda in più su Shuyun, allora lui l'avrebbe decisamente stupita (se in positivo o negativo dipendeva dalla bionda), perché il docente non volle conoscere nulla, nessun dettaglio o nessun aneddoto, questo proprio per far sì che la sua compagna si distraesse e non pensasse all'accaduto per un bel po'. Non poteva sapere che si era eccitata, bagnata per lui, non poteva sapere che si era lasciata condurre qualche secondo dalla follia passionale dell'altro, l'unica cosa che sapeva era che stavano insieme, adesso, lei era splendida e meritavano di godersi appieno quella cena premeditata.
Circa un paio di ore dopo... Verso casa di Callisto...
Esatto! Sono entrato in cucina, lei stava seduta sull'isola a gambe aperte e Tristan aveva in mano un barattolo di gelato ed un cucchiaio sporco... Lui si volta e mi fa: "non è quello che sembra, anche se lo potrebbe sembrare tranquillamente!". Ho scosso la testa e chiuso la porta quasi subito, cercando di rimuovere dalla mente quell'immagine esilarante! Ahahahah!
E di aneddoti riferiti al fratello e la fidanzata ne aveva ancora a bizzeffe, in effetti. A proposito di dolci, per altro, quella sera le specialità del ristorante furono semifreddo al cioccolato fondente con cuore bollente di caramello, budino alla gelatina di frutti rossi con panna e topping al cioccolato bianco, mousse di crema al limone con pasta frolla sbriciolata e sorbetto al latte di mandorla aromatizzato alla menta e cocco. L'uomo, al termine del pasto, decise per la terza opzione, trovandola molto classica e sempre gradita, difatti non lo riempì del tutto evitando di lasciare quella fastidiosa sensazione di gonfiore allo stomaco. Passeggiando per le vie londinesi accompagnati dal cielo stellato e dalla luna, i due amanti, perché ancora di innamorati non si poteva parlare, sembravano aver lasciato completamente in un angolo remoto il ricordo dell'accaduto di inizio serata, sostituendo l'argomento scottante con gli ultimi casi svolti dal MagiAvvocato, gli ultimi animali salvati dalla bionda e gli ultimi pettegolezzi su una presunta frequentazione misteriosa tra l'infermiere che era riuscito a dare in affido la volpe desertica e la stessa ragazza alla quale era stata data in adozione la piccola creatura.
E si sa qualcosa di più? Come si chiama? È di qui oppure straniera?