1664 punti 1267 punti 1021 punti 1415 punti 1750 punti 1032 punti

Messaggioda Vergil » 01/02/2014, 21:27

Mi dica che quelli sono il frutto di anni di cibo elfico o al massimo di un qualche decotto magico della crescita contrabbandato da Seal...

Affermarlo significherebbe mentirti, Sergente!
Purtroppo questi derivano da allenamenti sfiancanti e costanti, alimentazione più o meno controllata e un paio di integratori...


Tutta roba legale ovviamente, ma non serviva nemmeno che lo rendesse specifico, in fondo era un professore, mica lo studente folle di un tempo.
Ad essere sinceri ogni tanto gli mancava essere libero da molte responsabilità ed impegni improrogabili, ma sapere che stava crescendo, che stava aumentando la proprie considerazione positiva agli occhi del prossimo, tutto ciò lo spingeva a non arrendersi, a non buttarsi giù ed anzi, affrontare la vita e ogni giorno con sforzo e coraggio, dimostrando a sé stesso quanto i suoi limiti fossero ancora molto lontani.
Alvares si dedicò al cambio dei vestiti, indossando qualcosa di più consono all'attività sportiva, mentre Vergil si dedicava ad approntare qualche attrezzo utile agli esercizi in arrivo, quelli di riscaldamento generale e di routine.

E soprattutto mi dica che non devo aspettare i M.A.G.O. per poterne esibire un paio anch'io.
Mi basterebbe poterne sfoggiare un quarto per far capitolare Rosita quest'estate.


Beh, allora considerala pure già capitolata!
Hai tutte le basi necessarie per mostrare un quarto del mio fisico ed anche di più, il vero lavoro da svolgere è definire la muscolatura ed asciugare i punti dove c'è più accumulo di massa grassa, tutto qui!
Intanto dimmi: quanto sei alto e quanto pesi?
Colazione tipica?
Quanta acqua bevi nell'arco della giornata, approssimativamente?


Quella era la base per iniziare a delineare un profilo adeguato di addestramento al fine di aiutarlo con la forma fisica, ma sopratutto, c'era da capire cosa volesse migliorare lui di sé stesso, se ci fossero zone del corpo alle quali fosse più interessato oppure se desiderasse una specie di rimessa a nuovo completa e generica. Jorge si era espresso molto poco nel suo messaggio privato al docente ma Cartwright si mise apposta seduto comodo ed in ascolto per cercare di elaborare adeguatamente le istruzioni dello studente e così vedere di accontentarlo il più possibile entro le sue capacità, conoscenze e competenze.

La domanda giusta è cosa non devo migliorare... Devo irrobustire spalle e braccia non solo per avere una migliore presa sulla scopa ma anche per evitare di perdere la concentrazione mentre sono chinato sul calderone, ampliare la capacità polmonare perchè è una vergogna arrivare con il fiatone sulla Torre di Astronomia quando sono in ritardo, tonificare le gambe così forse Vastnor smetterà di lanciare occhiate omicide alle mie giunture che scricchiolano troppo forte e ridurre i miei tempi di reazione... Di questo passo non sarei in grado di prendere il boccino neanche se mi levitasse sotto il naso, figuriamoci schivare un gancio...

Spalle, braccia e gambe, in sostanza...
Ok ok, adesso cerchiamo di ragionare!
Hai scelto due gruppi muscolari grandi e uno piccolo, ovvero spalle e gambe e poi le braccia.
Dovrai conciliare l'allenamento delle braccia a quello delle gambe e in separata sede ti dedicherai anche alle spalle.
Per quanto concerne il fiato e quindi il respiro e l'efficenza polmonare, non ti resta da fare altro che correre, correre e ancora correre.
Puoi venire il Sabato e la Domenica qui al campo e farti cinque giri.
Non ho altre soluzioni per quello, spiacente...


Detto questo, Vergil si avvicinò ad un macchinario molto simile a quello utilizzato per rafforzare i pettorali, con delle differenze strutturali che lo facevano invece risultare adatto allo sviluppo delle braccia, grazie a due sbarre laterali guida che imponevano al bilanciere di essere tirato su verso l'alto. La meccanica era semplicissima: caricare coi pesi il bilanciere, mettersi con le spalle sotto di esso, afferrare con le mani e tirare su.
Una volta sentite le proporzioni di altezza e peso elencate da Alvares, il professore decise di andarci leggero, scegliendo come peso iniziale complessivo venti chili, niente di esagerato ma abbastanza consistente per essere sentito da un corpo come quello del ragazzo.

Adesso ti farò vedere alcuni esercizi da fare con le specifiche macchine.
Per due volte alla settimana nell'arco di due mesi, voglio che vieni qui e metti in pratica tutto in un tempo stabilito di due ore, intesi?
Ti farò avere io il permesso per accedere alla palestra anche senza la mia supervisione ma avrò bisogno di una firma da parte della tua famiglia, altrimenti qui da solo non potrai venirci se non durante il weekend e, come abbiamo già detto, quello dovrai dedicarlo alla corsa!


Fosse stato per lui avrebbe anche fatto in modo di esserci ogni volta, per consigliarlo ed aiutarlo, ma i suoi impegni come professore erano talmente tanti che non poteva permettersi di seguire privatamente un singolo studente per due volte alla settimana e per quattro ore.
Fece sistemare il delfino sotto il bilanciere, gli diede la giusta indicazione su dove posare le mani ed infine lo aiutò a cominciare con le prime alzate, forse un po' faticose ma necessarie, altrimenti niente Rosita!

Bene... Bravissimo, no no no, non cambiare posizione!
Devi inspirare quando tiri su ed espirare quando scendi con le braccia, è fondamentale per resistere il più possibile.
Proviamo ad eseguire sei alzate, poi ci riposiamo un minuto di orologio e ci diamo sotto con altre sei, d'accordo?
Ce la farai, fidati... Pensa a tutte le conquiste che potrei fare quest'Estate!
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Messaggioda Jorge » 04/02/2014, 23:53

Affermarlo significherebbe mentirti, Sergente!
Purtroppo questi derivano da allenamenti sfiancanti e costanti, alimentazione più o meno controllata e un paio di integratori...


Jorge si sentì come uno di quei personaggi dei manga giapponesi, con un enorme macigno che calando dall'alto lo faceva sprofondare nel terreno e grossi, enormi lacrimoni che cadevano dagli occhi. Non che credesse davvero che Vergil avesse conquistato quel fisico pressocchè perfetto solo per "magia" o peggio facendo affidamento a sostanze illegali, ma un conto era pensarlo un'altro invece era sentirselo dire apertamente, soprattutto quando quella "non - rivelazione" implicava per lui un futuro fatto di lacrime, sudore e privazioni alimentari. Mentre indossava degli abiti un po' più consoni e comodi per allenarsi, lanciò un'occhiata super critica ai muscoli poco definiti delle proprie braccia che apparivano asciutte ma un po' troppo esili, alla pancetta da "cucina elfica" abbozzata ma non troppo sotto la maglietta del Benfica e alle proprie gambe, toniche ma decisamente poco scattanti. Sospirò leggermente, cercando di consolarsi con il pensiero che il suo era ancora un corpo in crescita e quindi poteva modellarlo senza troppo sforzo, almeno per fare breccia nel cuore di Rosita durante le vacanze estive.

Beh, allora considerala pure già capitolata!
Hai tutte le basi necessarie per mostrare un quarto del mio fisico ed anche di più, il vero lavoro da svolgere è definire la muscolatura ed asciugare i punti dove c'è più accumulo di massa grassa, tutto qui!


Massa grassa?!?

Si ritrovò a pensare, chiedendosi cosa diavolo fosse, ma per non sembrare più stupido di quello che si sentiva evitò accuratamente di dire alcunché, impiegando più tempo del dovuto ad allacciarsi le scarpe da ginnastica.

Intanto dimmi: quanto sei alto e quanto pesi?

L'ultima volta che ho controllato ero sul metro e sessanta e in quanto al peso... Non è che la bilancia sia propriamente la mia migliore amica ma dovrei stare intorno ai cinquanta.

Colazione tipica?

Non vuole sapere davvero cosa mangio... - domandò scandalizzato, sperando in cuor suo che il docente stesse scherzando - Ok lo vuole sapere... Solitamente latte e caffè con una fetta di torta e due muffin a rotazione...

Le tavolate della Sala Grande assomigliavano sempre ai bacchetti più lussuosi che avesse mai sognato e resistere alle tentazioni, per lui che aveva una sorta di fame atavica dovuta alle ristrettezze economiche della sua famiglia che non permettevano di concedersi poi questi lussi culinari, era praticamente impossibile. Così fin dal secondo anno, per evitare l'umiliazione di non riuscire a sollevarsi sulla scopa per il peso in eccesso, si era dato una regola: provare ogni giorno due dolci diversi ma in quantità contenute. In quel momento però, mentre parlava con Cartwright il suo non gli appariva più un compromesso così brillante.

Quanta acqua bevi nell'arco della giornata, approssimativamente?

Dipende dalle lezioni che ho. Con Cure, Pozioni ed Erbologia nel pomeriggio giusto un paio di bicchieri a pranzo - e spiegare il perchè sarebbe stato troppo imbarazzante - e un altro paio a cena. Gli altri giorni qualcosina in più a meno che non studiamo in Biblioteca, in ogni caso non credo di superare ... boh... il litro e mezzo al giorno.

Era troppo? Troppo poco? Il giusto? Non riusciva a leggere bene le espressioni del viso del docente così si dovette tenere la curiosità ancora per un po' e continuare quella specie di interrogatorio che aveva l'unico scopo di mettere l'ex Tassorosso nelle condizioni di tracciare un piano di allenamento personalizzato per le sue esigenze specifiche anche se, a giudicare da tutte le cose che il portoghese voleva migliorare, avrebbe avuto bisogno del pacchetto più completo e complesso esistente. Il Quidditch infatti era stata la leva che aveva messo in moto il tutto, ma il portoghese doveva anche fare i conti con il suo imminente ritorno a casa dove, per tutti, sarebbe stato il louco da tiranneggiare.

Spalle, braccia e gambe, in sostanza...
Ok ok, adesso cerchiamo di ragionare!


Mosse con enfasi il capo su e giù a mo' di conferma, non volendo disturbare il docente con inutili parole.

Hai scelto due gruppi muscolari grandi e uno piccolo, ovvero spalle e gambe e poi le braccia.
Dovrai conciliare l'allenamento delle braccia a quello delle gambe e in separata sede ti dedicherai anche alle spalle.
Per quanto concerne il fiato e quindi il respiro e l'efficienza polmonare, non ti resta da fare altro che correre, correre e ancora correre.
Puoi venire il Sabato e la Domenica qui al campo e farti cinque giri.
Non ho altre soluzioni per quello, spiacente...


Correre ... - ripetè con un tono e un'espressione del viso schifato, abbassando le spalle e sporgendo il collo in avanti, la testa che ciondolava afflitta. - Odio correre... - rincarò la dose a voce ancora più bassa perchè in effetti stava facendo la figura del piagnucolone anche se quella era la pura verità. - Ma verrò qui ad allenarmi tutte le volte che posso... Quanto tempo dovrei impiegare per fare cinque giri? Cioè mi po’ dire un minimo e un massimo così almeno ho un obbiettivo tangibile da raggiungere e non mi demotivo.

La parola giusta era annoiare ma non era così suicida da pronunciarla. Seguì quindi Vergil verso un macchinario che aveva già adocchiato durante le lezioni indoor ma a cui non si era mai avvicinato, osservandolo mentre caricava sul bilanciere venti chili. Una veloce occhiata a destra e a sinistra e le proprie braccia non gli erano mai apparse così fragili e inadeguate.

Adesso ti farò vedere alcuni esercizi da fare con le specifiche macchine.
Per due volte alla settimana nell'arco di due mesi, voglio che vieni qui e metti in pratica tutto in un tempo stabilito di due ore, intesi?


Quattro ore a settimana per due mesi... un po' troppo visto i G.U.F.O. in arrivo ma cercherò di venire almeno un paio di volte prima di partire per Lisbona in modo da prendere dimestichezza con gli attrezzi. Prendiamo appuntamento di volta in volta o preferisce stabilire fin da ora un calendario di allenamento?

Chiese pratico, dando per scontato che per poter utilizzare i macchinari avrebbe avuto necessariamente bisogno della supervisione del docente.

Ti farò avere io il permesso per accedere alla palestra anche senza la mia supervisione ma avrò bisogno di una firma da parte della tua famiglia, altrimenti qui da solo non potrai venirci se non durante il weekend e, come abbiamo già detto, quello dovrai dedicarlo alla corsa!

Posso dire a mio padre che lei crede che io abbia una carriera promettente davanti come giocatore professionista di Quidditch? Tanto non verrà mai a chiederle se è vero o meno.

Chiese speranzoso perchè quello sarebbe stata l'unica motivazione che avrebbe spinto Alvares Senior a permettere al figlio di sottrarre tempo prezioso allo studio in favore dello sport, qualsiasi sport. In alternativa avrebbe dovuto chiedere a sua madre e lei, di certo, sarebbe capitolata ma poi o avrebbe dovuto mentire al padre oppure avrebbero litigato e lui non voleva essere causa di tensione in famiglia, non più di quanto lo era di solito. Intanto che attendeva una qualsiasi risposta dal docente, il portoghese prese posto sotto il bilanciere e divaricò leggermente le gambe, i piedi ben piantati in terra e la testa rivolta all’insù per vedere come posizionare le mani in maniera corretta. Avvolse l’asta del bilanciere intorno al pollice e all’indice e poi flettè le altre dita, come a volerle sgranchire, fino a chiudere le mano a pugno e ruotarle per saggiarne la presa.

Così va bene?

Si informò prima di fare un profondo respiro, inarcare la schiena leggermente all’indietro e spingere simultaneamente il petto all’infuori per darsi la spinta e sollevare in alto i venti chili stabiliti. Il tragitto, per quanto breve, sembrò durare un’eternità con i muscoli del collo in tensione che tiravano fastidiosamente mentre riportava giù il bilanciere lentamente. Un altro respiro e nuovamente su, con un movimento che gli sembrava ancora più lento del precedente, il busto ruotato verso sinistra per cercare di alleviare il principio di dolore che avvertiva lungo il fianco.

Bene... Bravissimo, no no no, non cambiare posizione!

S..cus…i

Biascicò, incapace di articolare le parole in maniera corretta e allo stesso gestire il bilanciere senza rimetterci qualche muscolo. Raddrizzò nuovamente la schiena, usando come punto di riferimento le due aste laterali e prese una ulteriore boccata d’aria, trattenendola questa volta nei polmoni durante il movimento di risalita con l’obbiettivo, per altro non raggiunto perfettamente, di non far tremare troppo le braccia.

Devi inspirare quando tiri su ed espirare quando scendi con le braccia, è fondamentale per resistere il più possibile.

Pen..sa…vo fosse… trat..te..nere il res…piro il truuuucco…

Esalò quasi, posando il bilanciere sul suo sostegno in modo da riprendere fiato e massaggiandosi le mani doloranti per aver stretto con troppa forza.
Inspiro, espiro e non cerco di assumere una posizione strana solo perché mi tira qualche muscolo…
Riepilogò, annuendo tra sé, prima di rimettere le braccia in posizione, la testa dritta e lo sguardo determinato fisso davanti a sé.

Proviamo ad eseguire sei alzate, poi ci riposiamo un minuto di orologio e ci diamo sotto con altre sei, d'accordo?

E' lei il Coach.

Scherzò prima di inspirare profondamente e allo stesso tempo spingere le braccia e con esse il bilanciere verso l’alto. Una volta raggiunta l’estensione massimo, rimase fermo per mezzo secondo prima di riportare giù il tutto espirando lentamente. La prima volta fece male i conti e l’aria nei polmoni terminò prima che giungesse a metà discesa, la seconda alzata invece rimase a corto di aria in salita tanto da boccheggiare gli ultimi centimetri, la terza cercò di concentrarsi sulla respirazione, espirando a scatti e facendo coincidere ogni scatto con una “tacchetta” immaginaria del bilanciere che scendeva e corse il rischio di perdere la presa, la quarta volta tenne le labbra semi aperte così che gli si seccò la gola e per poco non si stirò un muscolo soffocando un colpo di tosse. Le ultime due alzate furono una lenta agonia. [Talento (F)=15+4/d20=19],

Non… ce la… farò… mai…

Affannò disperato e quando si accorse di avere di già il fiatone dopo solo una serie da sei il suo umore raggiunse i minimi storici e un broncio irritato e disperato gli si dipinse in volto.

Ce la farai, fidati... Pensa a tutte le conquiste che potrei fare quest'Estate!

Giusto… Rosita… e il Boccino… solo loro i miei obbiettivi e io li raggiungerò entrambi…

Si spronò, avvolgendo nuovamente le mani intorno al bilanciere e iniziando la seconda serie. Le prime quattro alzate gli sembrarono perfette, quasi da manuale, un bel respiro profondo, nessun tremolio delle braccia, un lento espirare mentre il bilanciere tornava giù, nessun fastidio particolare. A partire dalla quinta Jorge iniziò ad avvertire i primi fastidi [Talento (F)=15+12/d20=27], i muscoli del collo che tiravano troppo nel tentativo di controllare la velocità di discesa e per dare il giusto stacco in salita e i polsi che mandavano segnali di allarme, come se si dovessero spezzare da un momento all’altro.

Seee…iii

Esclamò esausto mentre il clank del bilanciere che veniva gettato con le ultime briciole di forze sul suo sostegno riecheggiava nella palestra.

Sono un caso disperato?

Chiese a scatti, il cuore che gli batteva così freneticamente da temere che potesse schizzargli fuori dalla gola.
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Messaggioda Vergil » 10/02/2014, 19:18

L'ultima volta che ho controllato ero sul metro e sessanta e in quanto al peso... Non è che la bilancia sia propriamente la mia migliore amica ma dovrei stare intorno ai cinquanta.

Colazione tipica?

Non vuole sapere davvero cosa mangio...

Ho la faccia di uno che scherza, Alvares? - rispose divertito, facendogli un occhiolino - Dai dimmi...

Ok lo vuole sapere... Solitamente latte e caffè con una fetta di torta e due muffin a rotazione...

In pratica andiamo sul leggero eh!? - sarcasmo a go go - E 1uanta acqua bevi nell'arco della giornata, approssimativamente?

Dipende dalle lezioni che ho.
Con Cure, Pozioni ed Erbologia nel pomeriggio giusto un paio di bicchieri a pranzo e un altro paio a cena.
Gli altri giorni qualcosina in più a meno che non studiamo in Biblioteca, in ogni caso non credo di superare...
Boh... il litro e mezzo al giorno.


Alimentazione generica in linea con quella che possedeva lui stesso all'età del Delfinazzurro, anzi, Vergil ci dava anche sotto con maggiore cattiveria, mettendo a dura prova il fegato con qualche birra, bacon e uova, ciambelloni farciti e magari anche budini e salatini.
Riuscire a tornare in una forma fisica decente e poi successivamente più che sufficiente aveva significa rinunciare a molte di quelle cose, mantenendo solo qualche vizio troppo radicato, come ad esempio quello nei confronti della panna cotta: ah, di quella ne avrebbe mangiata a chili ed in tutte le salse, con caramello, con sciroppo d'acero, con cioccolato fuso, con cioccolato in polvere, con miele, con sciroppo ai frutti di bosco, insomma, tutte le maniere possibili e immaginabili, come anche senza nulla, d'altronde.
L'attività come barista lo aveva aiutato tantissimo in effetti, permettendogli di muoversi spesso la sera e fare attività fisica spontanea e involontaria. Andare in giro tra i tavoli, correre a prendere ordinazioni, lavare piatti, pulire i pavimenti, ogni movimento svolto gli faceva bruciare calorie e di conseguenza riuscendo a trattenersi dal mangiare un bue intero il giorno successivo, perdeva peso a vista d'occhio.
Dopo aver dato le indicazioni iniziali al ragazzo su come svolgere gli allenamenti interni alla palestra, si passò alla parte pratica più importante.
Della dieta e delle nuove abitudini alimentari avrebbero parlato successivamente, adesso bisognava capire quanto fosse davvero in forma Jorge.

Correre... Odio correre...
Ma verrò qui ad allenarmi tutte le volte che posso...
Quanto tempo dovrei impiegare per fare cinque giri?
Cioè mi può dire un minimo e un massimo così almeno ho un obbiettivo tangibile da raggiungere e non mi demotivo?


Nella corsa non si può parlare di ritmo costante.
Solitamente all'inizio, avendo più energia i giri si svolgono più velocemente, poi si decelera con il passare dei minuti.
Facendo una stima approssimativa... Direi più o meno sei minuti e mezzo a giro, dunque 32 minuti e mezzo per cinque giri!


In pratica gli stava chiedendo di svolgere mezz'ora di corsa ogni tanto. Praticamente nulla, col senno di poi.
Ma Vergil non era un tipo cattivo e ricordava alla perfezione i tempi in cui era lui a fissare il campo con odio mettendosi una mano tra i capelli con aria affranta prima di cominciare a correre e darsi una mossa, svogliato e infastidito, pensando ai mille modi diversi con i quali poteva passare quella stessa identica mezz'ora che fossero decisamente migliori che girare attorno ad un uovo d'erba gigante.
Adesso però, quando faceva degli scatti improvvisi per delle emergenze o per degli allenamenti, il fiatone non c'era più, scomparso!
La sua salute lo ringraziava ogni giorno e di conseguenza anche il suo buon umore ne aveva risentito positivamente.
Il fisico di Jorge suggeriva che con pochi sforzi il Sergente avrebbe potuto tirare su un'ottima muscolatura e un'ottima impostazione sportiva di base, così da rimorchiare ogni fanciulla che gli capitasse a tiro e fosse alla sua portata.
Non c'era bisogno che il professore lo convincesse... Il tempo gli avrebbe dato ragione.

Posso dire a mio padre che lei crede che io abbia una carriera promettente davanti come giocatore professionista di Quidditch?
Tanto non verrà mai a chiederle se è vero o meno.


Gli si potrebbe dire che hai davanti a te una sfavillante carriera come rubacuori ma non credo faccia lo stesso effetto!
Ok ok allora, digli pure quello che preferisci ma togli il "professionista", per ora limitiamoci al "bravo".


Iniziarono gli esercizi veri e propri e Alvares si mise sotto al bilanciere pronto a darsi da fare con esso e mostrare il proprio talento.
Posizionate le mani e le braccia, Vergil gli spiegò anche come mettere le gambe e andare in giù con il corpo, spingendo il bacino all'indietro ma con la schiena sempre diritta, in modo da creare un effetto elastico della muscolatura che lo aiutasse poi a spingere la barra metallica in alto.
Le alzate iniziali furono decisamente positive e il docente dovette ammettere che andava tutto secondo i piani senza intoppi.
Andando verso la fine però, il delfino, non avendo idea di come sfruttare adeguatamente il respiro, si ritrovò col fiato corto e una difficoltà enorme nel rispedire in su il bilanciere, per questo Vergil gli andò subito dietro e con le proprie mani lo aiutò a compiere il gesto di chiusura di quella serie.

Pen..sa…vo fosse… trat..te..nere il res…piro il truuuucco…

E invece no Sergente!
Cos'è che serve ai muscoli per lavorare al meglio, per gonfiarsi come si deve?
Ossigeno.
E cosa portano i globuli rossi?
Ossigeno.
Il respiro, ovvero il gesto di inspirare quando si sta per effettuare lo sforzo, ci permette di mandare l'ossigeno ai muscoli e allo stesso tempo, più ossigeno incameriamo più il nostro sangue è pulito e aumentato, quindi evitiamo giramenti di testa o cali di pressione.
Quando tiri su il bilanciere, inspiri, quando invece fai in modo che torni giù lentamente, espiri e butti fuori anidride carbonica.
Flusso di cambio e scambio di ossigeno e sangue, tutto chiaro?
Avanti, proviamo ad eseguire sei alzate, poi ci riposiamo un minuto di orologio e ci diamo sotto con altre sei, d'accordo?


E' lei il Coach.

Annuì verso il ragazzo rassicurandolo poi che gli sarebbe stato sempre dietro per il resto dell'esercizio così da aiutarlo qualora non riuscisse nell'arduo intento, ma la motivazione data da Rosita e dal boccino fu sufficiente a permettergli di non creare un disastro.
Naturalmente essendo la prima volta, molti gesti, posizioni, calibrazioni respiratorie li sbagliò, ma Cartwright non era un professore o un allenatore cattivo, esigente o desideroso del "meglio" subito e all'istante. Ai traguardi ci si arrivava con calma, esperienza di vita.
Quando arrivarono all'ultima serie e di conseguenza all'ultima ripetizione, il Prefetto dei Tassi aiutò comunque Alvares dandogli l'ok per spostarsi dal bilanciere poiché l'avrebbe posato lui sui sostegni, così da non fargli fare altri sforzi inutili.
Lo invitò a prendere prima qualche sorsata d'acqua perché idratare il corpo era un altro dei fondamentali per quelle attività, dopo di che, si passò ai resoconti finali.

Sono un caso disperato?

Meno disperato di tantissimi altri, posso assicurartelo!
Bisognerà modificare un poco il regime alimentare e bere più acqua, ma per il resto, tutto sta al tempo che dedicherai alla palestra.
Ti invierò per una lista dei cibi da mangiare come dieta durante questo paio di mesi e prova ad assumere almeno due litri e mezzo d'acqua al giorno. So che è pesante ma non puoi nemmeno immaginare cosa possa fare l'acqua per il corpo.
Aiuta a sgonfiare la pancia, fa lavorare i reni e di conseguenza i muscoli vicini ad essi: i lombari.
Migliora li circolazione sanguigna e quando facciamo attività fisica ci permette di sudare maggiormente ed espellere più tossine.
Vedrai che in questi 60 giorni subirai una bella trasformazione, te lo garantisco io!


Diede un paio di pacche sulla spalla al ragazzo prima di prendere le sue cose ed uscire di seguito con lui dalla palestra.


MESSAGGIO PRIVATO DEL GIORNO SEGUENTE:

Colazione:

Un bicchiere di succo d'arancia non zuccherato
Un bicchiere di latte scremato con mezza tazzina di caffè non zuccherato
Un Cornetto integrale al miele
Un frutto a scelta tra ananas, pera, mela, kiwi, prugna gialla

Pranzo:

Due panini con pane integrale
Per il ripieno: una sottiletta di formaggio e due fettine tra fesa di tacchino, petto di pollo arrosto, bresaola o prosciutto cotto
Un uovo sodo
Un frutto a scelta tra ananas, pera, mela, banana, arancia

Metà pomeriggio:

250 ml di Yogurt a tua scelta (possibilmente bianco o senza pezzi, magro)

Cena:

Carne rossa o bianca di qualunque tipo, max 350 grammi
60 grammi di insalata verde con un cucchiaino d'olio vergine e mezzo limone spremuto
Due patate lesse con un cucchiaino d'olio vergine e due pizzichi di sale
Un frutto a scelta tra ananas, pera, kiwi, arancia, fragola (100 grammi)

Da assumere all'interno della giornata: 2 litri e mezzo d'acqua non gassata

Bevande a base di zuccheri o gas: un bicchiere a fine pasto del pranzo e della cena



Esercizi da effettuare in palestra:

Per riscaldamento:

100 addominali
20 piegamenti sulle braccia
5 minuti di corsa

Spalle:

Bilanciere verticale: 3 serie da 7 ripetizioni con 18 kg, un minuto di pausa tra una serie e l'altra

Braccia:

Pesi a mano singola: 3 serie da 8 ripetizioni con manubri da 6 kg, un minuto di pausa tra una serie e l'altra

Gambe:

50 squat semplici
Pressa: 3 serie da 12 ripetizioni con 25 kg, un minuto di pausa tra una serie e l'altra

Se hai bisogno di aiuto o altri consigli, scrivimi pure quando vuoi!
Buon lavoro!

Vergil Cartwright


Ho ricevuto da parte dell'Amministrazione il permesso per valutare io le tue azioni in quanto a punti bonus.
Devi svolgere due autoconclusive.
La prima dove spieghi nell'arco di una giornata la tua dieta, come la vivi e la affronti.
La seconda dove racconti un tipico pomeriggio trascorso in palestra.
Forza Sergente, fammi vedere chi sei!


| CHIUSURA DOPPIA |
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Messaggioda Jorge » 21/02/2014, 0:37

[Primo martedì di Giugno 2107 – ore 18.00 – Palestra Interna ]


Subito dopo essersi congedato da Vergil, quel lontano pomeriggio di Maggio, Jorge aveva fatto due cose: nascosto la dieta – perché definire in altro modo le indicazioni alimentari che gli aveva dato il docente sarebbe equivalso a prendersi in giro – sul fondo della sua borsa e mandato un gufo ai suoi genitori per avere il permesso di seguire degli allenamenti extra a cui il docente di Volo aveva ritenuto opportuno sottoporlo. Era stato generico, nella missiva, qualcuno avrebbe potuto persino dire che era stato un bugiardo, ma lui conosceva i proprio polli – ahemm genitori – e sapeva perfettamente che, senza il giusto incentivo, non avrebbero mai acconsentito a farlo accedere alla palestra della scuola da solo, non dopo tutti i guai che aveva combinato in passato pur essendo sotto la stretta supervisione degli adulti.

Per favore fa che accettino…

Andava mormorando, rivolgendosi di volta in volta a Merlino, Morgana, i padri fondatori di Hogwarts e a diversi maghi del passato che aveva conosciuto durante le lezioni, rammentando loro come stesse già ripagando in anticipo quella sorta di grazia che chiedeva, patendo la fame. In realtà, dopo un inizio pressoché catastrofico, Jorge si era messo d’impegno nell’adattarsi al suo nuovo stile di vita alimentare, affogando i picchi di fame improvvisa, e fortunatamente sempre più rari, sotto litri di acqua naturale e i suoi sforzi, dopo la prima settimana, iniziavano già a essere ripagati. In un impeto di ottimismo aveva persino riorganizzato la sua settimana, eleggendo il martedì e il giovedì pomeriggio ai “giorni dello sport”, anche se non aveva dovuto fare poi tutto questo sforzo creativo considerato che i pomeriggi dispari e la domenica erano già dedicati alle prove con il coro e che il sabato fungeva da bonus per svagarsi o, alle brutte, eseguire una qualche ricerca più complicata del solito. Quando finalmente uno dei gufi del Signor da Silva aveva lasciato cadere davanti a lui in Sala Grande una inquietante busta rossa – per una manciata di secondi aveva letteralmente sudato freddo al pensiero che l’ex Auror avesse procurato a suo padre una Strillettera – Jorge quindi si sentiva a tutti gli effetti un “ragazzo nuovo” pronto a dar prova delle proprie capacità fisiche, avendo ormai ampliamente dimostrato, a se stesso e in parte anche alla sua sorellina, la portata della sua forza di volontà.

Si comincia!

Esclamò eccitato, strofinandosi le mani l’una contro l’altra mentre, dalla porta d’ingresso, abbracciava con lo sguardo l’interno dalla palestra deserta prima di compiere il fatidico primo passo al suo interno. Cartwright lo aveva avvertito che sarebbe stato da solo durante quei due pomeriggi, dopotutto era quello il motivo per cui aveva dovuto chiedere un permesso speciale alla Preside e ai suoi genitori, ma a quanto sembrava una parte di lui non vi aveva creduto realmente. Per quale motivo l’ex Tassorosso avrebbe dovuto fidarsi di lui a tal punto da lasciarlo da solo in mezzo a tutto quel ben di Merlino di attrezzatura? Non lo sapeva e in parte si malediva per non avergli posto quella domanda quando ne aveva avuto l’occasione. La cosa davvero importante però, in quel momento, era non tradire quella fiducia in alcun modo e impegnarsi a fondo, anche oltre le proprie possibilità, non solo per preservare l’incolumità della palestra ma anche per migliorare la propria prestanza fisica.
Con passo sicuro si diresse verso una panca e, liberatosi della giacca della tuta che aveva utilizzato per nascondere, lungo il tragitto dalla Torre dei Delfinazzurro alla palestra, la maglietta del Benfica che indossava sopra un paio di pantaloncini a mezza gamba, indossò le scarpe da ginnastica e ripose nel borsone la sua bacchetta tirandone fuori, al contempo, un asciugamano, la prima di diverse bottigliette d’acqua che si era portato dietro, e la pergamena su cui il docente aveva appuntato gli esercizi che avrebbe dovuto fare.

100 Addominali… Iniziamo leggeri eh?

Si prese in giro, scrocchiando il collo a destra e a sinistra e ruotando le spalle per sciogliere i muscoli e liberarsi della tensione residua che la riflessione sulla fiducia si era portata dietro. Si sedette quindi su uno dei tappetini presenti nella stanza e, posata asciugamano e bottiglietta a terra alla propria destra, si sdraiò supino.

Ginocchia flesse - si auto istruì a mezza voce, piegando le gambe in modo da avere entrambi i piedi ben piantati a terra e le ginocchia che puntavano verso il soffitto - spalle allineate alle anche a contatto con il pavimento insieme alla testa - si agitò lievemente fino ad assumere la postura corretta - e infine le braccia...

Istintivamente le mosse per poi bloccarsi, indeciso su dove fosse più opportuno posizionarle. Aveva seguito abbastanza lezioni di Vergil e sentito anche troppi sproloqui di Gorca, il "palestrato" del suo mini gruppo di amici a Lisbona, in materia da avere una idea chiara delle alternative a sua disposizione. Gorca, per esempio si vantava - perché nessuno lo aveva mai visto all'opera- di poter eseguire un centinaio di addominali con le mani incrociate dietro la testa e considerava delle mammolette chiunque tenesse le braccia stese lungo i fianchi. Il Prof, dal canto suo, non faceva altro che ripetere quanto fosse importante partire con calma e andare ad aumentare gradualmente il grado di difficoltà dell'esercizio per evitare incidenti anche spiacevoli.

Non sono una mammoletta ma questo é pur sempre il primo giorno, quindi meglio optare per una via di mezzo.

Portò quindi le braccia al petto, incrociandole come se dovesse tenere stretto qualcosa e, fatti due respiri ampi di prova, diede il via al riscaldamento.

Inspirare - pensò e mentre l'aria riempiva i suoi polmoni inarcava la colonna vertebrale in modo da staccare dal pavimento solo la parte alta della schiena - espirare - e il sibilo dell'aria che fuorusciva dalla sua bocca accompagnava il movimento di ritorno alla posizione semi iniziale, visto che nel corso dell'esercizio la testa non doveva toccare nuovamente terra ma rimanere in sospensione.

Ripetendosi il mantra della respirazione, Jorge eseguì senza intoppi i primi cinquanta addominali [Talento (F)/15 + 15/d20=30] riuscendo allo stesso tempo a non spostare i piedi dal pavimento o inclinare troppo la testa in avanti per aiutarsi a sollevare solo la parte superiore della schiena. Superata la boa dei cinquanta iniziò ad avvertire la fatica e un dolore fastidioso che si irradiava dai lati del collo fino alle spalle e che lo spingeva a ogni salita ad avvicinare il mento allo sterno, peggiorando così la situazione.

Uff... con qualcuno che ti blocca le gambe è decisamente più semplice...

Si lamentò tra sè per non sprecare fiato e interrompere il ritmo della respirazione mentre slittava i piedi lateralmente, in modo da divaricare leggermente le gambe, e cercava di rilassare i muscoli delle spalle.

Mantieni ferma la testa e non sollevare le anche...

Con quest'ultima raccomandazione data a se stesso, Jorge riuscì a portare a termine il primo esercizio, concludendo l'ultimo sollevamento abbracciando le ginocchia per tirarsi su a sedere. Una mezza rotazione del collo a destra e una a sinistra, un sorso d'acqua, un'occhiata alla pergamena ed eccolo nuovamente sdraiato a terra, questa volta prono, per eseguire i 20 piegamenti richiesti. Distese quindi le braccia che, rispetto alle spalle, erano un po' spostaste verso l'esterno, appoggiò le ginocchia a terra e puntò i piedi, sistemò i palmi delle mani paralleli al tronco e allargando per bene le dita in modo da farli aderire perfettamente al pavimento si preparò a sostenere tutto il peso del corpo.

Inspirare - sollevò le ginocchia dal pavimento e rimase per un secondo o due in sospensione con la schiena dritta, le gambe distese e le braccia tese prima di iniziare formalmente l'esercizio - espirare - piegò le braccia e avvicinò il tronco al pavimento fino a quando i gomiti non disegnarono virtualmente un angolo di 90 gradi, per poi risalire e re - inspirare.

Giunto anche questa volta a circa metà percorso [Talento (F)/15 + 13/d20=28] le braccia del portoghese iniziarono a tremare e dovette fare uno sforzo tremendo per continuare a mantenere lo sguardo puntato sul pavimento invece che in avanti, preservando in parte i muscoli del collo.

Peso decisamente troppo.

Sbuffò facendo sempre più fatica a spostare in su e giù il corpo fino a cedere e inarcare la schiena in modo da poter raggiungere la soglia dei venti piegamenti richiesti. Molto poco orgoglioso di se stesso e sperando che quel piccolo "sgarro" non incidesse negativamente sulla sua schiena, si rimise in piedi, piegando e distendendo nel vuoto le braccia per scacciare il fastidio che avvertiva all'altezza dei gomiti.

Iniziare a correre quando si ha già il fiatone è proprio l'ideale.

Ironico e un po' ansimante ma con un sorriso divertito in viso si allontanò dai tappetini, lanciando un'occhiata desiderosa verso il Campo da Quidditch che si intravedeva da una delle finestre. Se proprio doveva sottoporsi a quella tortura - come aveva già detto a Vergil lui odiava la corsa - avrebbe preferito farlo all'aria aperta, con la brezza serale che gli scompigliava i capelli e la possibilità di far spaziare lo sguardo e con esso la mente in modo da non annoiarsi troppo. Quella però era un'opzione non praticabile e non solo perchè, sudato com'era, avrebbe corso il rischio di prendersi un bel raffreddore fuori stagione. Lì era al sicuro da sguardi indiscreti e battutine sarcastiche che avrebbero minato sia la sua concentrazione che la sua determinazione, per non parlare del fatto che doveva correre solo per cinque minuti, giusto il tempo per concludere la fase di riscaldamento e quindi non valeva la pensa spostarsi da un posto all'altro. Regolò quindi la sveglia dell'orologio che si era fatto prestare per l'occasione per suonare da lì a cinque minuti e iniziò a correre svogliatamente, con le braccia penzoloni e molleggiando sulle gambe.

Guardati, di nuovo a fare i capricci - lo rimproverò la sua coscienza con la voce di sua madre - Sono solo cinque minuti mica cinque chilometri. E se anche fossero? Quando prendi un impegno devi portarlo a termine nel suo complesso, non puoi prendere solo la parte che ti fa comodo o che ti piace di più e tralasciare il resto. E' una questione di essere responsabili e di conseguenza anche affidabili. Forse è il caso che cresci e inizi a riflettere bene prima di prendere una qualsiasi decisione. L'istinto va bene fino a un certo punto, poi dovrebbe subentrare la razionalità, il cervello o forse dovrei credere che la testa ti serve solo per separare le orecchie? Devi imparare a valutare attentamente il pacchetto completo, tutti gli aspetti di qualsiasi cosa tu voglia affrontare e chiederti se sei in grado di svolgerlo al meglio nel complesso e non solo in parte...

Pur essendo fisicamente costretto tra quattro mura, la mente di Jorge aveva iniziato a "vagare" prendendo spunto dall'approccio superficiale con cui si era messo a correre per fargli una ramanzina più generalizzata sul modo ancora infantile che aveva di affrontare la vita. Non avrebbe saputo dire, il portoghese, quanto di quel monologo interiore gli sarebbe rimasto effettivamente impresso dopo quel pomeriggio ma di certo ebbe due pregi. Lo spinse ad assumere una postura più corretta e un andamento più regolare [Talento (F)/15 + 14/d20=29] - gambe e braccia che si muovevano quasi in maniera coordinata, con il piede che andava in appoggio con tutta la pianta e non solo con le mezze punte e i gomiti piegati che oscillavano quanto più vicini possibile al corpo - e fece scorrere il tempo così velocemente che quando suonò la sveglia rimase interdetto per un attimo, non comprendendo da dove venisse quel suono. Continuando a mantenere un'andatura sostenuta tornò ai tappeti per prendere l'asciugamano con cui tamponare il sudore e bere due lunghi sorsi d'acqua ben distanziati l'uno dall'altro anche se, il suo primo istinto, era stato quello di attaccarsi letteralmente alla bottiglia.

E ora sotto con i pesi...

Mormorò allegro avvicinandosi alla rastrelliera per prendere le "pizze" - una da 5 kg e una da 4 kg per lato - con cui tarare il suo bilanciere, bloccato sull'apposito sostegno, con il peso consigliato da Vergil. Dopo aver sistemato l'ultima "pizza" fece scorrere una mano sul bordo, chiedendosi se forse non era un po' troppo per un novellino come lui.

Inutile pensarci tanto sto per scoprirlo.

Si sedette quindi a cavalcioni della panca, la schiena dritta e i piedi ben piantati per terra, e impugnò il bilanciere verso l'esterno, vicino alle "pizze" in modo da avere un'apertura maggiore rispetto alla larghezza delle spalle. Uno scossone generale di assestamento di tutto il corpo e al "tre" mentale sganciò il bilanciere dal sostegno delle due aste laterali distendendo di poco le braccia.

Inspira - e lentamente portò il bilanciere all'altezza del petto, fermando la discesa poco sotto il mento - Espira... - e con ancora maggior lentezza distese le braccia portando i pesi al di sopra della testa. - Inspira - e di nuovo giù - ed Espira...

Riuscì a portare a termine la prima serie di sette ripetizioni senza troppi problemi, mantenendo costante sia la respirazione che il movimento e anche il bilanciere venne posato con attenzione sull’apposito supporto. Già dalla prima ripetizione della seconda serie le cose iniziarono ad andare male, come se il minuto di pausa per riprendere fiato non fosse stato sufficiente, o forse erano le sue braccia a non essere abituate a dover gestire tutto quel peso [Talento (F)/15+7/d20=22]. Fatto sta che portare a termine tutte e tre le serie fu un piccolo calvario, con i muscoli delle braccia che sembravano bruciare e i polsi doloranti. Persino le dita delle mani gli dolevano. All'inizio dell'ultima serie infatti nonostante si fosse asciugato i palmi sui pantaloncini aveva avuto la sensazione che le mani fossero sudaticce così, temendo che il metallo potesse scivolargli via, aveva stretto la presa intorno al manubrio con tanta forza da farsi sbiancare le nocche. Inutile dire che la fine dell'esercizio fu sottolineato da un pesante TONK che riecheggiò per tutta la palestra silenziosa, indice che il bilanciere era stato gettato al suo posto con un ultimo grande sforzo. Rimase seduto ancora due minuti pieni, con il cuore che gli batteva forsennatamente nel petto e le braccia penzoloni lungo i fianchi. Era davvero un piccolo catorcio o meglio, a voler essere ottimisti e guardare il bicchiere mezzo pieno, se la cavava meglio con il corpo libero che con gli attrezzi. Fu quindi con riluttanza che si avvicinò alla rastrelliera più piccola per prendere i due manubri necessari per lavorare sulle braccia.

Almeno pesano la metà.

Borbottò, molleggiando l'avambraccio destro per farsi una idea di quanto "pesassero" davvero 6kg, senza alcuna traccia di ironia o polemica nella voce. Se Vergil gli aveva dato quelle indicazioni allora voleva dire che era in grado di eseguirle senza danno. Quanto allo sforzo e alla fatica di giungere alla fine degli esercizi, quelli erano impliciti nel concetto stesso di allenamenti extra. Presi i due manubri, si andò a posizionare davanti alla parete a specchio per tenere agevolmente sotto controllo la postura, scartando subito l'idea di svolgere l'esercizio da seduto. Distese quindi le braccia lungo i fianchi, raddrizzò la schiena e divaricò le gambe, flettendo leggermente le ginocchia. Ruotò i polsi, in modo che i palmi fossero rivolti verso l'alto e data una fugace occhiata al proprio riflesso per assicurarsi che i gomiti fossero il più vicino possibile al bacino, prese un respiro profondo e diede inizio alla prima delle tre serie prescritte.

Espira - un soffio basso e prolungato che accompagnava la flessione di entrambi gli avambracci in contemporanea per portare i pesi all'altezza delle spalle - Inspira - le braccia si abbassavano per tornare alla posizione di partenza mentre il delfino ossigenava muscoli e sangue per poter portare a termine le otto ripetizioni.

Continuando così mi dimenticherò come si respira normalmente.

Si lamentò ironicamente nel minuto di pausa tra una serie e l'altra. Dopo la spiegazione di Vergil sul perché la respirazione fosse fondamentale per una corretta esecuzione degli esercizi, quel gesto automatico e scontato era diventato per Jorge il fulcro di tutta l'attività sportiva, una sorta di metronomo con cui scandire il ritmo di flessioni, piegamenti e affini.

E di nuovo espira... e inspira...

Proseguendo con le ripetizioni però diventava sempre più difficile [Talento(F)/15+ 11/d20= 26] riuscire a prolungare le due fasi della respirazione fino a farle coincidere con la flessione e distensione degli avambracci, spezzando così l’armonia che aveva costruito all’inizio. Ogni volta che si trovava a corto di aria o con i polmoni così pieni da esplodere, Jorge invertiva immediatamente la rotta così da rendere i movimenti meno fluidi e perdere allo stesso tempo la concentrazione sugli altri aspetti dell’esercizio come la postura, finendo di volta in volta per inarcare la schiena o rilasciare istintivamente i muscoli dell’addome quando buttava fuori l’aria.

Cosa non si è disposti a fare pur di sfoggiare dei bicipiti invidabili…

Si prese in giro, piegando la testa di lato per usare la manica della maglietta per detergersi il sudore dalla fronte: trascinarsi fino alla spalliera dove aveva lasciato l’asciugamano era decisamente troppa fatica in quel momento. In più per distruggersi… ops allenare i muscoli delle gambe aveva bisogno ancora dello specchio e quindi sarebbe dovuto anche ritornare indietro. Meglio risparmiare fiato e forze per cercare di eseguire al meglio gli squat. L’unica consolazione era che non doveva usare pesi e quindi non avrebbe dovuto sollecitare troppo i poveri bicipiti che tra manubri e bilanciere tiravano non poco e, di certo, gli stavano scagliando contro un bel po’ di colorite maledizioni babbane. I due passi necessari per rimettere a posto i pesi usati – si era ripromesso di non rimandare alla fine degli allenamenti la fase di riordino perché temeva che sarebbe stato troppo distrutto persino per agitare il suo catalizzatore magico – gli ricordarono come anche le gambe, seppur in via indiretta, erano state tirate in ballo e adesso gridavano o meglio scricchiolavano vendetta.

Tranquille che il Tassobello ha pensato anche a voi!

Le rassicurò, sempre con quel tono ironico che non si era smorzato neanche di un millimetro da quando aveva iniziato perché, dolori e fatica a parte, si stava divertendo da matti, salvo poi voltare frenetico la testa a destra e a sinistra per assicurarsi che fosse davvero da solo in palestra. Cinque anni passati a Hogwarts e ancora non era riuscito a comprendere tutte le sfumature delle varie storpiature dei nomi delle Casate. Certo Tassofesso era un insulto, ma Tassobello? Ad Alfama si sarebbe beccato un cazzotto in entrambi i casi per mancanza di rispetto, lì a scuola non ne era sicuro quindi meglio non rischiare.

E ora a noi due… sssquat.

Storpiò anche quello di nome, giusto per divertimento, prolungando la S per prendere la rincorsa e fare un piccolo salto di incoraggiamento. Un paio di colpi di tosse per ricomporsi, inutilmente tra l’altro, ed eccolo nuovamente di fronte allo specchio, gambe divaricate, piedi in linea con le spalle, braccia distese in avanti e sguardo fisso sul proprio riflesso sia per controllare la postura che per cercare di coordinare meglio i movimenti.

U… - piegò le gambe ispirando profondamente e portando il busto verso il basso come se volesse sedersi su una sedia immaginaria - … no – e poi di nuovo su, espirando, ma facendo attenzione a non stendere le gambe completamente.

Du… - questa volta si ricordò di contrarre i glutei in fase di discesa -…e – e di continuare a mantenere contratti i muscoli addominali in fase di risalita.

Tr… - e quasi perse l’equilibrio nel tentativo di aggiustare le ginocchia che erano troppo proiettate in avanti rispetto al resto del corpo - …e

E così via, lentamente, fino a cinquanta [Talento (F)/15 + 12/d20= 27], cercando di mantenere sempre la testa dritta mentre lo sguardo saettava dallo specchio all’ampiezza delle gambe, alla posizione delle ginocchia e soprattutto alla linea immaginaria che non doveva superare in fase di discesa. Alla fine dell’esercizio le gambe stavano benissimo ma in compenso gli bruciavano punti nella zona del sedere dove non credeva ci fossero muscoli ma solo cuscinetti di grasso. Muscoli appena riscoperti che tiravano in maniera fastidiosa a ogni passo che dovette fare per andare a prendere la bottiglietta d’acqua prima e avvicinarsi alla pressa dopo. Sbuffando per la fatica e il timore che il peso indicato nelle istruzioni fosse eccessivo per chiudere quel primo circuito, sistemò il fermo in corrispondenza del blocchetto da 25 kg, flettendo il busto in avanti perché ancora non si azzardava a piegarsi sulle gambe.

Neanche stare seduto su una scopa per un'ora mi riduce in queste condizioni.

Era un’esagerazione la sua, ovviamente, ma ciò non tolse che prendere posto alla pressa fu tutt’altro che piacevole, almeno per i primi dieci secondi. Poi la stanchezza ebbe la meglio e anche se la sua testa sapeva di non trovarsi lì per riposare il suo corpo era di tutt’altro avviso. Posare la schiena sul pianale fu una piccola goduria ampliata di molto quando distese le gambe, poggiando i piedi sulla pedana di fronte. Con il macchinario bloccato era un po’ come stare sdraiato a letto, soprattutto se rilassavi tutta la muscolatura, come stava facendo Jorge, arrivando a lasciare le braccia, inermi, a penzolare, sfiorando il pavimento con la punta delle dita.

Forza e coraggio. Ancora 36 ripetizioni e poi potrò stramazzare davvero su un letto.

In realtà non doveva eseguirle una di seguito all’altra, ma ogni 12 aveva la possibilità di fermarsi per riprendere fiato e raccogliere le ultime briciole di forza di volontà per proseguire. Peccato che questa fosse praticamente agli sgoccioli, così come le sue forze e la sua capacità di attenzione [Talento (F)/15 + 4/d20=19]. Provò a concentrarsi sulla respirazione, ma con scarsi risultati. Piegava troppo le gambe, a volte così tanto da trovarsi compresso con le ginocchia in bocca, così da essere costretto a compiere uno scatto improvviso per risalire su. Contrarre i glutei era impraticabile e anche trovare la giusta posizione dei piedi rispetto alle spalle risultò essere un’impresa titanica. In conclusione l’esercizio fu un vero e proprio disastro ma Jorge era troppo stanco per potersene rammaricare. Con la mano destra ancora posata sulla leva del freno e lo sguardo fisso al soffitto, il Delfino ripercorse con la mente tutti gli esercizi che aveva svolto, analizzando le sensazioni che aveva provato e su cui, sul momento, non si era troppo soffermato, eccitato com’era dalla novità e dal desiderio di passare allo step successivo. Non era solito indugiare nell’autoanalisi ma quella era una scusa troppo ghiotta e da “persone mature” dietro cui nascondere il suo desiderio /bisogno di poltrire altri due o tre minuti, giusto il tempo perché il cuore tornasse a battere a ritmi normali e le gambe si decidessero a ubbidirli nuovamente.

I pesi sono decisamente il mio punto debole così come la resistenza… Non è possibile che già dopo la prima serie inizio ad avvertire non solo la fatica ma anche un fastidio ai muscoli sollecitati per non parlare di quelle parti del corpo che mi fanno male senza essere state tirate in causa direttamente… Devo parlare con Vergil, forse due volte a settimana non sono abbastanza… E ora doccia!

Con passo lento e calibrato il Delfino raccolse la sua roba e si diresse al Castello. La doccia meglio farla direttamene nei bagni della Torre dei Delfinazzurri, giusto per non correre il rischio di addormentarsi negli spogliatoi della palestra.

[FINE AUTOCONCLUSIVA]
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Messaggioda Jorge » 24/09/2014, 13:09

[ 3 Novembre 2108 - ore 10.30 - Palestra Interno ]


Erano tre dannati, fottutissimi giorni che Cappie lo evitava come se avesse il vaiolo di drago e la già di per se esigua pazienza di Jorge era ormai giunta agli sgoccioli mentre il suo pessimismo aveva raggiunto vette mai esplorate prima. Il venerdì dopo la festa di Halloween aveva imputato lo strano comportamento della Tassetta ai postumi della festa e della discussione emotivamente pesante che avevano avuto. Sabato aveva fatto finta di credere che lei e Kelly avessero bisogno di passare un po di tempo sole tra donne -come se l'essere state smistate nella stessa Casata non desse loro abbastanza possibilità per farlo - ed era sceso al villaggio con i suoi compagni di Dormitorio ma ogni risata aveva finito per avere un retrogusto di abbandono. Quando poi quella mattina lo aveva salutato frettolosamente bonfocchiando qualcosa a proposito di Vergil dimenticandosi completamente il loro proposito di ripassare insieme Difesa, il portoghese era definitivamente crollato. In quei tre giorni doveva essere accaduto qualcosa che aveva spinto la sua sorellina ad allontanarsi da lui e le uniche ipotesi che si affacciavano nelle mente del delfino erano due. O lui non era stato abbastanza convincente quella sera così da spingere la ragazza ad allontanarlo per prima o l'Americano alla fine era riuscito a convincerla che averlo come amico era solo una perdita di tempo. Purtroppo l'unica che avrebbe potuto fugare i suoi dubbi era la stessa che cambiava strada, o quasi, ogni volta che lo vedeva gettandolo in dubbio amletico. Rincorrerla per tutto il Castello e costringerla a parlargli oppure lasciarle il tempo di metabolizzare qualsiasi cosa fosse accaduto e di scegliere il momento migliore per un confronto? Fortunatamente crescere voleva anche dire capire quali fossero le battaglie perse in partenza così, abbandonata la strada per la Biblioteca e ogni proposito di studiare, si diresse in palestra con la speranza di riuscire a scaricare abbastanza rabbia repressa e frustrazione da non saltare alla gola della sua sorellina all'ora di pranzo.

SBAM!

L'impatto abbastanza violento della borsa contro la parete riecheggiò nella palestra silenziosa come lo scoppio di una bomba babbana e avrebbe generato uno scompiglio non indifferente se i tenui raggi del sole autunnale non avessero attirato in giardino praticamente tutti gli studenti. Ignorando i libri sparsi sul pavimento e il suo album da disegno aperto su pagine compromettenti che ritraevano una mano femminile con un braccialetto sottile al polso mentre sistemava una ciocca di capelli dietro l'orecchio, scandagliò con uno sguardo truce i vari attrezzi lì a sua disposizione, imprecando mentalmente sulla carenza di oggetti babbani. Aveva bisogno di un punch ball o di un semplice sacco, di qualcosa da poter prendere a pugni a piacimento fino a sentire le mani dolere e i muscoli bruciare, ma in giro non vi era neanche l'ombra di un oggetto simile.

Forse quello potrebbe fare al caso mio!

Mormorò tra i denti avvicinandosi allo "spara bolide"un oggetto simile a un cannone che sparava bolidi a varie velocità e che serviva ad allenare i Battitori. Con un gesto rabbioso gettò a terra la parte di sopra della divisa, rimanendo con addosso una semplice maglietta bianca aderente giro maniche , per poi posarvi con attenzione la bacchetta che aveva riposto nella tasca dei pantaloni.


Immagine


Per un attimo il pensiero di prendere le protezioni attraversò la sua mente annebbiata ma la scartò quasi subito. Un po' di dolore forse lo avrebbe aiutato a fare chiarezza almeno in sé. Prese la mazza e se la rigirò nella mano destra per abituarsi al suo peso per poi impugnarla con entrambe le mani. Da quando aveva rinunciato a entrare nella squadra di Quidditch dei Delfiniazzurro - tra lo studio, i compiti di Assistente di Pozioni e il lavoro due weekend al mese non avrebbe proprio saputo dove ritagliare il tempo per occuparsi anche di quello - aveva perso interesse per il lato tecnico del gioco preferendo quello ludico quindi non aveva una idea precisa di quale fosse il modo corretto di allenarsi con quell'aggeggio.

Non sarà poi tanto così diverso dal baseball!

Pensò divaricando le gambe e ruotando il busto come aveva visto fare un migliaio di volte ai giocatori in televisione - ovviamente lui non aveva mai giocato a baseball in vita sua. Il primo bolide lo prese alla sprovvista, ancora troppo concentrato su Cappie e il suo strano comportamento, e dovette quasi gettarsi a terra per non farsi colpire subito. Una volta preso il ritmo, complice un ampio intervallo di tempo tra un lancio e l'altro, staccò la spina al cervello, abbassandosi, schivando e roteando la mazza come un automa o almeno fu quello che fece fino a quando i lanci non divennero più rapidi e quindi più difficili da gestire.

Foda!

( C***o!)


Imprecò in portoghese quando un bolide più maligno degli altri gli prese la spalla destra quasi in pieno, facendogli fare un mezzo giro su se stesso. Digrignando i denti, spense l'aggeggio e si lasciò cadere a terra, sudato e ansimante, con la mano sinistra a coprire la parte lesa e in viso un'espressione di pura sofferenza.

Spoiler:
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Messaggioda Victoria » 24/09/2014, 16:07

[handwriting]• Domenica _ Novembre, 3 _ 2108 _ ore 10.45 •[/handwriting]


[handwriting]Professor Cartwright, mi scusi... posso disturbarla un momento?

Dica dica!

Mi stavo chiedendo se ci fosse nel Castello un luogo dove potersi tenere in forma fisicamente... magari un luogo chiuso, così da evitare di fare jogging o cose del genere, non mi piace per niente correre!

Uhm, infatti non l'ho mai vista... era già qui all'inizio dell'anno?

No, ma... questo cosa c'entra, mi scusi?

Eh no, perché se ci fosse stata avrebbe saputo fin dalla prima lezione di Volo che è possibile allenarsi nella palestra interna accanto al Campo da Quidditch!

Oh, capisco...
Comunque no, sono arrivata ad Hogwarts solo da un mesetto, e... beh, niente, grazie dell'informazione e buon appetito!


Giorno proteico... tutto kebab!
Ne vuole un pezzetto?


Ah... ehm, no no!

Sicura?
C'è anche la salsa allo yogurt... è la morte sua!


Ne sono certa, ma... no, grazie...

D'accordo, allora buona giornata!

A lei, arrivederci![/handwriting]


[handwriting]Ad una prima occhiata, Vergil Cartwright tutto le era sembrato tranne che un docente di una scuola di magia, specie se prestigiosa come Hogwarts: in effetti il fisico c'era tutto - Victoria l'aveva soprannominato "Armadio a tre ante" - però l'atteggiamento era piuttosto... discutibile.

'No, anti-convenzionale...'

Si corresse l'americana, i cui genitori le avevano inculcato fin da piccola l'importanza del "politically correct": in questo senso, Hogwarts non era un Castello vecchio e diroccato, bensì "vintage", e i modi di fare del professore di Volo diventavano, appunto, anti-convenzionali; in fondo, comunque, il giovane insegnante le stava pure simpatico - senza contare che ci voleva una certa bravura per ingoiare giganteschi kebab come quello che le aveva offerto di assaggiare a pranzo il giorno prima.
Inoltre, cosa ancora più importante, Vergil le aveva dato l'informazione che più le serviva: esisteva una palestra coperta, accanto all'ingresso dell'enorme campo da Quidditch, che faceva proprio al caso suo; un luogo dove potersi allenare con la tranquillità di non essere osservata, il posto perfetto dove ricercare quella solitudine che aveva perso da quando aveva messo piede al Castello.
Non biasimava i compagni di scuola - dopotutto anche nel college babbano che aveva frequentato per anni, i nuovi arrivati destavano sempre grande interesse... il problema di fondo era che non le piaceva per nulla essere l'oggetto di quell'interesse, non quando preferiva starsene per conto proprio il più possibile. Non a caso, infatti, non poteva ancora dire di aver fatto delle vere e proprie amicizie, al massimo blande conoscenze con le compagne di Casata che guardavano con fare perplesso i libri di scuola - babbani - su cui la Randall passava le ore pomeridiane dopo aver seguito le lezioni magiche.

'Come se non attirassi già abbastanza l'attenzione di mio...'

Perché era consapevole di essere un tipo piuttosto carino - capelli lunghi, visino da bambola, un fisico formoso e tutto sommato niente male - perché si era trasferita ad Hogwarts durante l'anno scolastico, perché aveva studiato in un college babbano per tutto quel tempo anche se era una Purosangue... e in più perché, dopo le lezioni normali, perdeva anche tempo su libri che di magico non avevano nulla.
E tuttavia, Victoria non se l'era proprio sentita di abbandonare di punto in bianco quella parte della sua vita: d'altronde, dopo aver passato tutti quegli anni nel mondo babbano, seguendone le regole, i precetti, le leggi e la cultura, sarebbe stato impossibile rinunciarvi da un secondo all'altro per abbracciare un mondo magico che nemmeno conosceva; per questo si era portata appresso i libri di testo, quelli che usava nella sua ex scuola, per questo cercava un posto dove allenarsi, come quando era alla "Milton Private School" ... e per questo le mancava così tanto casa.

'Beh, inutile pensarci ancora, tanto non serve a nulla.'

E non serviva davvero, la bionda ne era più che consapevole.
Così, con un paio di scarpe da ginnastica, dei pantaloni grigi e morbidi della tuta, una canotta nera ed una felpa grigia semi chiusa, l'americana era entrata nella palestra togliendosi intanto la parte superiore del proprio abbigliamento, rivelando appunto la canotta scura ed una piccola collana al collo: quella ed il braccialetto che portava al polso sinistro erano gli unici monili che la Randall portava addosso, rispettivamente dono del padre e della madre.
Con sé si era portata appresso una piccola sacca da palestra con una bottiglia d'acqua fresca all'interno, degli asciugamani, un piccolo flaconcino di bagnoschiuma e la divisa della scuola, il necessario dunque per allenarsi tranquillamente e poi cambiarsi per il pranzo e le lezioni del pomeriggio.
Tuttavia, quando la sua figura varcò l'ingresso della palestra e posò la sacca sulla panca di legno, fu chiaro che in quel luogo la bionda non sarebbe di certo stata sola: la prima cosa che notò, infatti, fu una borsa a terra appoggiata malamente alla parete, il cui contenuto si era riversato in parte sul pavimento... e forse fu proprio l'album da disegno aperto e raffigurante un polso femminile - il suo polso - con un braccialetto ad adornarlo - il suo braccialetto - ad attirare l'attenzione della Dragargenteo più di ogni altra cosa, facendole aggrottare la fronte in un moto di perplessità.

'Ma che...'

Si domandò la ragazza, prima di notare che, poco più in là, c'era qualcuno - il proprietario del borsone, con tutta probabilità - intento a farsi... beh, colpire da una palla, non avrebbe saputo come altro dirlo.
Ignara di chi fosse il ragazzo che le dava le spalle, l'unica cosa che le venne in mente da fare fu di attirare la sua attenzione schiarendosi la voce, così da rivolgergli poi la parola con aria imbarazzata.

Immagine


Ehm... ti serve aiuto?

Spoiler:
Jorge
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Messaggioda Jorge » 24/09/2014, 21:10

L’idea di disertare la Biblioteca in favore della palestra si era rivelata ottimale – con tutta quella rabbia repressa non sarebbe stato in grado di stare seduto in silenzio a studiare qualsiasi cosa e Madama Berforth avrebbe impiegato meno di un nanosecondo a sbatterlo fuori a calci – anche se una volta giunto lì aveva dovuto cambiare i suoi programmi, con dei risvolti per nulla piacevoli che non aveva previsto. La sua intenzione iniziale era quella di prendere a pugni un sacco inanimato, o l’equivalente magico, in modo da poter staccare la spina al cervello e muoversi in automatico – destro sinistro gancio destro sinistro gancio –permettendo a tutta la negatività che minacciava di soffocarlo di scivolare via insieme al sudore. Sarebbe arrivato all’ora di pranzo talmente distrutto fisicamente da non avere neanche la forza di alzare la forchetta e si sarebbe addormentato all’istante non appena avesse posato la testa sul cuscino, troppo stanco anche solo per formulare un qualsiasi pensiero elementare, figurarsi per rimuginare sul perché Cappie avesse preso le distanze da lui. Invece aveva trovato solo uno “spara bolide” , perfetto per distruggere il proprio corpo ma inadeguato per smettere di pensare. In teoria avrebbe dovuto restare concentrato sulle palle che gli venivano sparati contro, rispedendoli indietro con la mazza o in alternativa schivandoli in un qualche modo, in pratica il suo cervello finiva sempre per ritornare sul classico tasto dolente, riproponendogli in un loop senza fine domande a cui non aveva risposte. Perché la Tassetta non gli rivolgeva la parola? Aveva forse fatto qualcosa di sbagliato? E se si, cosa? O forse era accaduto qualcosa con il suo fidanzato che in qualche maniera si stava ripercuotendo sulla loro amicizia? E poi ancora… quanto brutto doveva essere questo “fatidico evento” per averla spinta a fare ciò di cui lo rimproverava sempre e che si erano ripromessi, dopo gli eventi del Covo dei Centauri, di non fare mai più e cioè tenersi tutto dentro e non confrontarsi con l’altro? Troppi pensieri complessi che alimentavano la sua frustrazione e non aiutavano per nulla a mantenere fissa la concentrazione tanto che dopo meno di un quarto d’ora Jorge venne colpito a una spalla da un bolide, incidente quello che lo costrinse a spegnere il macchinario e dichiarare concluso quell’allenamento – allenta – stress. Si lasciò cadere lungo la parete, tenendosi la spalla offesa con l’altra mano, imprecando a occhi chiusi in portoghese a voce non proprio bassissima contro nessuno in particolare approfittando del fatto che era solo nella palestra, o almeno così credeva.

Ehm... ti serve aiuto?

A quella domanda Jorge si irrigidì all’istante, rendendosi conto di aver appena fatto una figura di cacca con un qualche studente che non conosceva, prima di liquidare il tutto come ininfluente e tornare a rilassarsi contro la parete.

Dei riflessi decenti e una spalla nuova, grazie…

Rispose quindi con un tono di voce più stanco che acido, aprendo finalmente gli occhi e sgranandoli leggermente non appena lo sguardo scivolò sulla figura della ragazza in piedi di fronte a lui. E non una qualunque, ma bensì la nuova Draghessa che aveva attirato la sua attenzione fin dal primo giorno in cui aveva messo piede a Hogwarts e non perché fosse una “novità” su cui spettegolare e speculare per passare il tempo. Semplicemente era bella, di una bellezza delicata come i suoi lineamenti e non appariscente, nonostante le curve che, adesso che poteva osservarle da vicino senza l’ingombro della divisa, sembravano davvero appetitose. Indugiò un paio di secondi di troppo – non tanto perché a furia di stare con la Bennet aveva imparato un minimo di autocontrollo – sulla maglietta nera aderente che le metteva in risalto i seni e che immediatamente divenne il suo capo di abbigliamento preferito per poi giungere al viso che non aveva nulla da invidiare al resto del corpo. Istintivamente sorrise, un sorriso un po’ tirato a causa del dolore pulsante alla spalla ma che sperava risultasse amichevole e accogliente, scompigliandosi i capelli corti con la mano sinistra.

Hummm in alternativa andrebbe bene anche un po’ d’acqua…

Aggiunse spostando lo sguardo da Victoria alla sua borsa in cui, sapeva, non esserci nulla che avrebbe potuto essergli utile considerato che quando aveva lasciato il Dormitorio era convinto di andare in Biblioteca. Quando notò il suo album aperto sul pavimento – quale pagina fosse in bella vista - il cuore del delfino perse un battito e dovette ringraziare il dolore che avvertiva se i movimenti con cui prese la bacchetta e appellò il tutto per riporlo al sicuro nella borsa furono lenti e misurati, come se non stesse facendo nulla d’importante, come se non temesse che la ragazza da un momento all’altro gli urlasse contro di essere un maniaco o qualcosa del genere. Fino a quel momento era stato semplice depistare le domande curiose dei suoi compagni e della sua sorellina sui particolari che disegnava, nascondendosi dietro la necessità di affinare la sua tecnica di disegno per il lavoro, ma non avrebbe mai potuto ingannare la proprietaria di quel polso e di quel braccialetto.

In ogni caso io sono Jorge, Jorge Alvares Delfino a tempo pieno, schiavo perenne della Prof di Pozioni, distratto cronico e infortunato occasionale …

Si presentò poco dopo, tendendo verso la ragazza la mano sinistra e rivolgendole un sorriso un po’ furbetto che coinvolgeva anche lo sguardo.

Hummm come mai una bella ragazza come te spreca una giornata così chiusa tra queste quattro mura?
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Messaggioda Victoria » 25/09/2014, 22:29

[handwriting]Dei riflessi decenti e una spalla nuova, grazie…

Non credo di poterteli rimediare facilmente, mi dispiace…

Replicò Victoria con espressione dispiaciuta e le guance rosee per ciò che aveva visto sull'album da disegno di…

'… tu…'

Sentì una vampata di calore raggiungerle il viso, e per un secondo temette che le gote potessero esploderle per l'imbarazzo: il ragazzo dolorante, quello che ora si teneva la spalla ferita chiedendone un'altra come sostituta, quello che aveva disegnato il polso ed il bracciale dell'americana… era lo stesso che Victoria aveva notato fin dai primi giorni della sua permanenza al Castello, a cui aveva sorriso ogni tanto, timidamente, per i corridoi senza sapere chi fosse… lui.
Ed ora la stava fissando ad occhi sgranati, spostando per un momento lo sguardo sul suo seno - movimento che, per quanto veloce, ebbe il potere di farla arrossire ulteriormente - prima di tornare a studiare i suoi occhi e… sorriderle; un po' tirato come sorriso, probabilmente a causa del dolore, ma comunque si trattava senza dubbio di un sorriso.

'Meglio non fargli presente che si è sput*****o con quell'album da disegno…'

Si disse la bionda, portandosi una mano ai capelli per fermarli dietro l'orecchio e studiando intanto il ragazzo con un approccio visivo piuttosto discreto: era bello, più di quanto l'avesse considerato per i corridoi, e questo le faceva battere il cuore con ancora più forza nel petto.

Hummm in alternativa andrebbe bene anche un po’ d’acqua…

Ecco, questo è già più fattibile!

Esclamò la Randall, voltandosi per prendere la bottiglia d'acqua dalla sacca che si era portata appresso e permettendo così senza volerlo all'altro di riporre l'album da disegno nella borsa.

In ogni caso io sono Jorge, Jorge Alvares Delfino a tempo pieno, schiavo perenne della Prof di Pozioni, distratto cronico e infortunato occasionale …

Ed io sono Victoria Randall, Dragargenteo spaesata ed ex studentessa di un college babbano… - valeva come presentazione? L'americana sperò di sì mentre gli stringeva la mano e gli passava intanto la bottiglietta con l'acqua in modo tale che potesse berne qualche sorso.

Hummm come mai una bella ragazza come te spreca una giornata così chiusa tra queste quattro mura?


Volevo stare un po' per conto mio, principalmente, e trovare un posto dove potermi allenare.
Nella mia scuola precedente avevo modo di svolgere un bel po' di attività fisica, e puntavo a far sì che qui fosse lo stesso… così ho chiesto al professor Cartwright, e lui mi ha consigliato di venire in palestra!
Ho pensato che, proprio per la bella giornata, non avrei trovato molta confusione da queste parti...


Ed in effetti non è che a parte lei e Jorge ci fosse qualcun altro, al contrario dei giardini di Hogwarts che pullulavano di studenti.

E tu, invece, come mai sei qui?
Insomma… non è da tutti volersi far comparire lividi su tutto il colpo con quella…
- si bloccò un secondo, incerta, aggrottando la fronte per poi scoppiare a ridere ed indicargli lo strano macchinario a poca distanza da loro - … che diavolo sarebbe quell'aggeggio, a proposito?[/handwriting]
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Messaggioda Jorge » 29/09/2014, 14:03

Non credo di poterteli rimediare facilmente, mi dispiace…

Uno sbuffo ironico morì sulle labbra del portoghese ancor prima di prendere vita al pensiero che lui, invece, avrebbe saputo perfettamente come rimediare all'inconveniente dei riflessi lenti - per la spalla sarebbe bastata una delle miracolose pomate che abbondavano il dispensario dell'Infermeria - facendosi fare dal suo capo un bel tatuaggio. Peccato che le controindicazioni fossero tali e tanti da fargli, per il momento, passare ogni velleità e puntare ai vecchi metodi tradizionali e cioè tanto ma tanto tanto allenamento. In realtà però il Delfino non si trovava in palestra per allenarsi quanto per scaricare il nervosismo accumulato negli ultimi tre giorni senza recare danno a nessuno, proposito questo che aveva appena toppato, ferendosi una spalla e distogliendo un altro studente dal suo programma di allenamento.

E che studente o meglio studentessa...

Si disse quando, una volta aperti gli occhi, mise a fuoco la figura della bella Draghessa che aveva portato scompiglio sia a scuola che tra i suoi ormoni, approfittando della situazione per contemplarne a dovere le curve appetitose e i lineamenti delicati, prima di chiederle un po' d'acqua. A giudicare dal suo abbigliamento, non era stato un raptus momentaneo a condurre Victorie in palestra e quindi, a differenza sua, doveva essersi portata tutto il necessario tra cui, appunto, una bottiglietta d'acqua.

Ecco, questo è già più fattibile!

Sorrise vittorioso tra sè, approfittando dell'occasione per mettere a posto il suo album da disegno - diventato all'improvviso prova compromettente del suo interesse per la ragazza - e per dare un'occhiata irriverente al suo fondoschiena, intrigante come tutto il resto di lei. Per presentarsi, invece, attese che la ragazza tornasse vicino a lui in modo da presentarsi ufficialmente anche se in maniera poco ortodossa.

Ed io sono Victoria Randall ricambiò la stretta senza indugiare troppo nel trattenere la sua mano nella propria per poi prendere la bottiglietta che l'altra le stava porgendo - Dragargenteo spaesata ed ex studentessa di un college babbano…

Molto gentile... - disse per poi bloccarsi nel tentativo di aprirla e rivolgerle uno sguardo perplesso - College babbano? Hummm le voci di corridoio ti davano Purosangue... E come ci sei finita in una Scuola di Magia e Stregoneria così tardi?

Chiese curioso, convinto che tutti i nati babbani ricevessero la lettera per Hogwarts come lui a undici anni, per poi concentrarsi nuovamente sulla bottiglietta che aveva incastrato tra le ginocchia per poterne svitare il tappo senza incidenti. Stando ben attento a tenere il bordo della bottiglietta lontano dalle labbra bevve un piccolo sorso, beandosi del ristoro che quel liquido trasparente stava donando al suo corpo. La richiesta d'acqua era stata dettata dal desiderio di trattenere Victoria ancora un po' con lui e solo adesso si stava rendendo conto di quanto in effetti avesse sete. Altri due sorsi e restituì la bottiglietta mezza piena alla legittima proprietaria, ringraziandola con un sorriso e chiedendole come mai si trovasse in palestra nonostante la bella giornata che quel pazzo inverno aveva regalato loro.

Volevo stare un po' per conto mio, principalmente, e trovare un posto dove potermi allenare.
Nella mia scuola precedente avevo modo di svolgere un bel po' di attività fisica, e puntavo a far sì che qui fosse lo stesso… così ho chiesto al professor Cartwright, e lui mi ha consigliato di venire in palestra!
Ho pensato che, proprio per la bella giornata, non avrei trovato molta confusione da queste parti...


Da quello che ho visto in questi anni gli unici momenti in cui la palestra è inutilizzabile è quando una delle squadre di Quidditch ha gli allenamenti. Per il resto sembra che agli studenti non interessi molto tenersi in forma, non in maniera sistematica almeno... - raccontò, dandole la sua visione della situazione, per poi tornare con la mente alle prime parole della ragazza e rabbuiarsi per un attimo - Mi spiace aver interrotto i tuoi piani, cercherò di sottrarre al tuo programma il minor tempo possibile.

E per quanto stesse sorridendo era chiaro dal tono di voce che se fosse stato per lui avrebbe fatto esattamente il contrario e passato in sua compagnia tutta la mattinata e oltre.

E tu, invece, come mai sei qui?

Avevo bisogno di staccare la spina al cervello e dare libero sfogo alle emozioni negative prima che queste finissero per soffocarmi - confessò dopo una manciata di secondi, giusto quelli necessari affinchè l'idea di mentire e far finta di essere andato anche lui in palestra per allenarsi gli balenasse nella mente e venisse accantonata - Ma a quanto pare mi sono isolato dal mondo un po' troppo...

Si accarezzò distrattamente la spalla malandata, imputando alla sua scarsa concentrazione il colpo che aveva subito.

Insomma… non è da tutti volersi far comparire lividi su tutto il colpo con quella…che diavolo sarebbe quell'aggeggio, a proposito?

Contagiato dalla risata della Draghessa, Jorge ridacchiò insieme a lei, alternando le risate a qualche singhiozzo di dolore dovuto al movimento istintivo delle spalle.

Non mi meraviglia che tu non ne abbia mai visto uno prima, nessuna palestra babbana, per quanto all'avanguardia, è dotata di uno spara - bolidi. Anche se forse se la osservi bene ti potrà sembrare familiare. Vieni ti faccio vedere... - facendo attenzione a non muovere la spalla si alzò da terra e se Victoria avesse accetto si sarebbe avvicinato all'oggetto incriminato - E' una sorta di cannone che spara i bolidi a velocità e traiettorie differenziate e viene utilizzato principalmente dai Battitori per esercitarsi nei riflessi e nel maneggiare la mazza di ferro - e con un cenno del capo indicò l'oggetto che aveva posato al muro poco distante da dov'era seduto prima - Certo farlo a cavallo di una scopa è molto più difficile ma da qualche parte bisogna pur iniziare...

Fece un passo indietro, dandole il tempo di osservare l'attrezzo e rispondendo eventualmente a qualsiasi domanda le fosse venuta in mente nel frattempo.

Ti va di provarlo?

Le chiese poi, avvicinandosi alle sue spalle e chinando la testa quasi a volerle sussurrare nell'orecchio.
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Messaggioda Victoria » 30/09/2014, 11:28

[handwriting]Molto gentile...

Figurati! - replicò lei, che di certo non avrebbe negato un sorso d'acqua ad un ferito di guerra (?) come Jorge sembrava effettivamente essere.

College babbano? Hummm le voci di corridoio ti davano Purosangue...

Voci di corridoio... beh, d'altronde se l'aspettava; era la novità, l'avvenimento inaspettato in una scuola dove, come in qualsiasi altra in fondo, tutti sapevano tutto. Chiaro, comprensibile che le notizie su di lei si fossero diffuse alla velocità della luce, e che fossero peraltro anche piuttosto accurate.

E come ci sei finita in una Scuola di Magia e Stregoneria così tardi?

Sì, sono una Purosangue, ma... i miei genitori hanno sempre preferito farmi studiare la magia privatamente, con un precettore, e farmi invece approcciare al mondo babbano in prima persona: per questo ho studiato in un college babbano come qualsiasi non-maga al mondo. - e non le era affatto dispiaciuto.

Sapeva bene che, una volta scelto il mondo magico come quello in cui vivere ed impostare la propria vita - perché era la sua natura predominante, qualcosa che percepiva sotto pelle - avrebbe abbandonato o comunque messo molto da parte il mondo babbano, relegandolo ad un ruolo piuttosto marginale e "passivo"; e proprio in funzione di questa previsione, aveva deciso di dedicargli quanto più tempo possibile da giovane, per formarsi una cultura su di esso, anche e soprattutto incoraggiata dai genitori che, comunque, erano affermati professionisti in entrambi i mondi, e non vedevano nulla di male nel fatto che Victoria studiasse in un college babbano piuttosto che in una scuola di magia, o che usasse il cellulare per parlare con le amiche invece che mandare lettere via gufo.

Il mio progetto era di concludere la scuola babbana e prendere il diploma magico privatamente, però... prima di morire, qualche mese fa, mia madre ha manifestato il desiderio che concludessi i miei studi di magia nella scuola dove lei aveva studiato da giovane, e perciò... - alzò le spalle - eccomi qui.

In realtà non aveva mai creduto che a Melanie importasse dove la figlia stava studiando, purché si formasse una cultura: solo quando l'aveva sentita pronunciare quelle parole, poco prima di morire, si era resa conto che forse, per la donna, era giusto ed importante che la Randall facesse quell'esperienza - esperienza che doveva essere stata molto positiva per lei, se teneva così tanto al fatto che la figlia la replicasse.
Un velo di malinconia adombrò gli occhi chiari della bionda americana, che tuttavia si riprese velocemente e rispose alle domande del Delfinazzurro mentre rimetteva a posto la bottiglietta d'acqua che gli aveva prestato.

Da quello che ho visto in questi anni gli unici momenti in cui la palestra è inutilizzabile è quando una delle squadre di Quidditch ha gli allenamenti. Per il resto sembra che agli studenti non interessi molto tenersi in forma, non in maniera sistematica almeno... - in effetti non aveva mai visto gruppi di studenti allenarsi insieme o dimostrare di essere interessati ad un particolare tipo di attività fisica, eccezion fatta per le squadre di Quidditch, appunto.

Nel college dove studiavo, invece, avevamo lezioni di scherma tre volte a settimana... - raccontò la ragazza, dimostrando così implicitamente di non aver passato gli anni scolastici in una scuola qualsiasi, ma in un college babbano piuttosto prestigioso - E visto che i miei compagni erano tutti molto competitivi, e in fondo anche io, passavano i giorni liberi, quelli dove non tiravamo di scherma, ad allenarsi nella palestra della scuola. - anche lei l'aveva fatto qualche volta, ma senza mai troppa convinzione, preferendo magari leggere un buon libro o chiacchierare con le amiche.

Mi spiace aver interrotto i tuoi piani, cercherò di sottrarre al tuo programma il minor tempo possibile.

Cosa? - sul momento non capì esattamente il perché di quelle parole, e fu solo ricordandosi quelle che lei stessa aveva pronunciato che tutto divenne chiaro - Ah... ma no, no, non ti preoccupare! In realtà sei la prima persona con cui mi fermo a parlare per più di 5 minuti... mi fa piacere.

Ed il fatto che fosse proprio lui quella persona non cambiava assolutamente le cose, certo... ma chi voleva prendere in giro? Di sicuro non se stessa, visto il colorito roseo che assunsero le sue guance diafane dopo quell'affermazione, e che Victoria si affrettò a mascherare spingendo l'altro a spiegarle il perché si trovasse lì.

Avevo bisogno di staccare la spina al cervello e dare libero sfogo alle emozioni negative prima che queste finissero per soffocarmi. Ma a quanto pare mi sono isolato dal mondo un po' troppo...

In effetti era meglio isolarsi un po' di meno, se poi si finiva con un braccio malandato per colpa di... già, cos'era quel macchinario assurdo che aveva colpito il Delfino? Nel chiederlo, la bionda non riuscì a trattenere una risata leggera che riempì la palestra e contagiò anche l'altro.

Non mi meraviglia che tu non ne abbia mai visto uno prima, nessuna palestra babbana, per quanto all'avanguardia, è dotata di uno spara - bolidi. Anche se forse se la osservi bene ti potrà sembrare familiare. Vieni ti faccio vedere...

Annuì e si avvicinò a lui e all'attrezzo, ignorando - o tentando di farlo - il battito del suo cuore che si fece appena più veloce nel percepire la presenza di Jorge più vicina a sé.

E' una sorta di cannone che spara i bolidi a velocità e traiettorie differenziate e viene utilizzato principalmente dai Battitori per esercitarsi nei riflessi e nel maneggiare la mazza di ferro. Certo farlo a cavallo di una scopa è molto più difficile ma da qualche parte bisogna pur iniziare...

In pratica è come uno di quei macchinari babbani che sparano le palle da baseball per far esercitare i lanciatori? - domandò Victoria, dando per scontato, forse sbagliando, che Jorge fosse un Mezzosangue o un Natobabbano.

D'altronde se conosceva quali macchinari ci fossero nelle palestre babbane, o se comunque era sicuro che nel mondo dei non-maghi ci fosse qualcosa di simile a quella spara-bolidi, evidentemente un minimo di contatto con quell'universo doveva avercelo.

Ti va di provarlo?

Rabbrividì leggermente nel sentirlo alle proprie spalle, i sensi che si acuivano nel percepire la presenza del suo corpo dietro al proprio, il suo respiro caldo vicino all'orecchio: le sembrava quasi che tutto il suo essere pulsasse, ma in realtà era solo una precisa parte di lei a farlo.

Ah... d'accordo... - mormorò con voce appena più calda del normale, un tono che assunse senza nemmeno rendersi conto - Però mettilo al minimo, okay? Non credo di essere molto brava, e vorrei evitare di finire in Infermeria... - aggiunse, voltandosi verso di lui per sorridergli un po' imbarazzata ma con aria accattivante.[/handwriting]
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