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Cucina Comune

Messaggioda Rebecca » 15/04/2014, 21:36

Se l'erba al villaggio potesse parlare…

Avrebbe avuto molto da dire. Rebecca sorrise alla consorella, un sorriso complice, divertito e allo stesso tempo imbarazzato. Non aveva bisogno naturalmente di rispondere a quella provocazione, il suo sguardo la diceva lunga su quello che in quel momento la mente dell'italo-svedese stava ricordando.
Il Vento che piegava appena i fili d'erba, sopra i quali erano stesi i corpi nudi delle due Terran, all'epoca ancora delle adolescenti; i respiri mozzati, i sussurri, le parole dolci e quelle spinte e infine l'intrecciarsi dei loro gemiti, nel piacere ultimo che entrambe donavano l'una all'altra. Le era mancato tutto questo, così come l'odore dell'erba mischiato al dolce profumo della pelle di Phoebe; ma a giudicare dall'espressione maliziosa che stava esibendo la Ciclonis, non sarebbe passato molto tempo prima di ripetere nuovamente quell'esperienza.
Un'esperienza molto bella e piacevole, rispetto a quella che la Chamberlain aveva dovuto affrontare quattro anni prima quando era stata morsa da un Licantropo. Nonostante l'incidente però la giovane donna aveva dimostrato ancora una volta di possedere uno spirito saldo e forte, che l'aveva aiutata ad accettare la sua condizione senza l'aiuto di nessuno.
Ovvio che Rebecca provasse un po' di tristezza nel sapere che la sua Phoebs, anche in quel frangente, non aveva avuto bisogno di lei. Ma da un lato ella era contenta, perchè questo stava a significare semplicemente che la donna che le sedeva di fronte era in grado di cavarsela in ogni situazione, quindi non avrebbe dovuto temere troppo per la sua incolumità.
Non come invece sembrò fare Phoebe con lei.

E sono contenta, in fondo, che tu non sia venuta… o saresti potuta diventare una Lupa Mannara anche tu, e non avrei potuto sopportarlo. Non credo me lo sarei mai potuto perdonare…

Oppure le cose sarebbero potute andare diversamente...- rispose saggiamente il Bosco -Forse non saresti stata morsa, forse non avremmo mai incontrato quell'uomo- perchè al di là della sua malattia, Rebecca non si sarebbe mai azzardata a discriminarlo o avrebbe fatto un torto alla sua stessa Phoebs -Non sappiamo come sarebbe andata, se io fossi venuta con te.
Eppure non si vive nè di "se" nè di "ma", dico bene?


Concluse con un sorriso, accantonando l'argomento che non avrebbe portato da nessuna parte, poichè era impossibile col senno di poi capire come si sarebbero svolti gli eventi facendo delle scelte diverse.
Molto meglio parlare invece di cosa aveva fatto lei negli ultimi sette anni, concentrandosi maggiormente sulle varie relazioni che aveva avuto in passato, sia per saggiare la reazione di Phoebe, sia per farle comprendere che nella sua vita nessuno era riuscito a rubarle -almeno per il momento- il cuore.
Con suo grande piacere, l'Auditore -grazie allo scherzo che anni prima le aveva tirato Noah Pellegrino- riuscì a scatenare le gelosie della consorella, gelosie che in verità non avevano motivo di esistere ma che la misero ugualmente di buonumore, facendole battere più forte il cuore.
Subito dopo però fu il turno di Phoebe di confessare se avesse avuto relazioni -più o meno serie- durante i suoi anni di assenza. Ma la risposta che diede all'italo-svedese riuscì a calmare, almeno per il momento, quella strana ansia che all'improvviso le aveva chiuso le stomaco e inaridito le labbra, come se il terrore che fosse esistito qualcuno di molto importante per la Ciclonis scatenasse le sue paure.

Non emotivamente… - e qui il sospiro di sollievo del Bosco fu talmente udibile che Phoebe non avrebbe potuto non accorgersene -Ho incontrato altri allevatori e ricercatori, in alcune riserve, e ho avuto un paio di… storie, relazioni di sesso, non saprei nemmeno come definirle.
Rapporti solo fisici, comunque, senza alcun sentimento vero di mezzo: forse perché sono uno spirito libero, o forse perché non ho ancora trovato la persona giusta che imbrigli il mio Vento, chi può dirlo.
Ma, in fondo, ho ancora tutto il tempo del mondo…


Come darle torto? Rebecca sperava in cuor suo che quel tempo fosse estremamente lungo per entrambe -perchè lei stessa non era sicura di cosa volesse di preciso dalla vita- così da poter godere ancora una volta, ancora per un po' dell'amore e del corpo dell'altra.

Ho ancora tempo prima di andare a trovare il nonno al villaggio… ti va di farmi un po' di coccole, come regalo di bentornata a casa?

Credevo che non me le avresti chieste più...

Disse, sorridendo a sua volta con aria maliziosa e alzandosi dal proprio posto in attesa che anche la donna facesse altrettanto. Subito dopo, stringendole di nuovo la mano, Rebecca la condusse verso la propria stanza privata, insonorizzandola e chiudendola a chiave, prima di dare libero sfogo a tutta la passione arretrata di quei sette anni e al bisogno che aveva sempre avuto di lei.

{FINE ROLE}
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Messaggioda Rebecca » 06/08/2014, 18:08

{13 Settembre 2108, Cucina Comune ore 17:05}


Un invito da parte di Tisifone. Questa la causa che aveva spinto la docente di Antiche Rune a dirigersi verso le cucine private dei docenti, con una presenza di spirito si può dire...molto su di giri. D'altronde non era certo cosa di tutti i giorni che il proprio migliore amico si decidesse infine a fare il grande passo. E che la sua novella sposa fosse proprio una collega di lavoro. Il primo incontro fra l'Auditore e la Samyliak non era andato molto bene, anzi era stato decisamente un disastro: soltanto la maturità e la voglia di conoscersi delle due donne le aveva spinte infine ad una sorta di promessa di riconciliazione, che la futura moglie di Noah aveva quasi subito messo in atto, prestandole un libro sull'interpretazione profetica delle Rune.
Quello stesso libro era stretto in mano dalla italo-svedese mentre si dirigeva verso il luogo dell'incontro, con mille domande in testa e non solo riferite al tomo che aveva sapientemente studiato nel corso di quei mesi. Si era pentita mille e mille volte di non aver mai preso l'occasione per parlare ancora una volta con Tisifone, ma temendo di ripetere lo stesso sbaglio della prima volta aveva preferito lasciare all'altra la volontà di fare il primo passo.
La calma e la pazienza con il quale aveva gestito quel lungo periodo di tempo erano state infine premiate. Forse entrambe sentivano che non potevano lasciare nulla in sospeso, non quando una persona a loro molto cara ci teneva affinchè la sua grande amica e la sua futura sposa imparassero ad andare d'amore e d'accordo. Ma naturalmente quelle erano solo supposizioni dell'Auditore, che non aveva ipotesi certe sul perchè la collega di Divinazione avesse voluto vederla. Fatta eccezione per la restituzione del libro.
Poichè lei stessa ci teneva molto alla propria biblioteca personale, in tutto quel tempo lo aveva conservato con cura, evitando di sgualcirlo o rovinarlo in qualsiasi modo. La copertina così come le pagine si presentavano in maniera impeccabile, segno che la Terran aveva davvero ritenuto un onore poter leggere quel tomo che Tisifone le aveva affidato. C'erano ancora dei punti tuttavia che rimanevano oscuri -gli appunti della stessa Samyliak per intenderci- ma quelli sarebbero stati via via chiariti dalla donna stessa. Ferma di fronte alla porta della cucina, un odore delizioso e dolcissimo si espandeva nell'aria, facendo presto salire l'acquolina in bocca all'Auditore. Forse qualcuno aveva finito di utilizzare i fornelli e la cucina -così come il corridoio- era rimasta pervasa dall'odore di zucchero e vaniglia tipico dei biscotti fatti in casa; di sicuro Rebecca non immaginava che la collega di Divinazione si fosse dedicata a cucinare qualcosa per il loro incontro, per questo la sua sorpresa fu immensa quando, aperta la porta, si ritrovò la donna intenta nella preparazione di deliziosi dolcetti.

Miss Samyliak...buonasera!

Esclamò cercando di mascherare la sorpresa prima che questa fosse troppo evidente agli occhi dell'altra. Il sorriso invece era sincero, tipico dell'Auditore, grande e smagliante, mentre richiudeva la porta dietro di sè e si avvicinava al tavolo già apparecchiato di tutto punto. Indossava un completo molto semplice e leggero, costituito da pantaloni lunghi di cotone nero, maglietta bianca coi bordi anche essi neri e scarpe di colore scuro. I capelli erano sciolti e leggermente ondulati, quasi tutti pendenti su un lato e sul volto solo un filo di trucco, per lasciare il viso con un look quanto più naturale possibile.

Immagine


E' un vero piacere rivederla.
Come sta? Posso fare qualcosa per aiutarla?


Tono cordiale ma non troppo informale, così da non offendere la rigida educazione dell'altra e mantenere la conversazione su un tono accettabile per entrambe. Nel mentre parlava, Rebecca poggiava il libro sul tavolino, fissando divertita e al tempo stesso serena la collega di lavoro.

Non smetterò mai di ringraziarla per il libro che mi ha prestato: sono stata davvero felice di poterlo leggere.

Attese la risposta dell'altra e dopodichè -se non avesse avuto bisogno nè della sua bacchetta nè del suo aiuto- avrebbe preso posto su uno dei comodi divanetti attorno al tavolino imbandito, aspettando che anche l'altra facesse la medesima cosa.
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Messaggioda Tisifone » 08/08/2014, 20:58

{13 Settembre 2108, Cucina Comune ore 16.00}


Professoressa Auditore,
vorrebbe unirsi a me per un tè questo pomeriggio alle cinque nelle cucine riservate al personale docente?

Tisifone Samyliak


Educato, cortese, forse ancora un po’ freddo e distaccato ma per quanto la diffidenza immotivata che aveva animato il primo incontro con la collega di Rune fosse evaporata lasciando il posto a una molto più genuina curiosità, pretendere qualcosa di più “caloroso” come per esempio un invito nei suoi alloggi o “mondano” in uno dei locali di Hogsmeade sarebbe stato decisamente troppo. Le cucine di Hogwarts rappresentavano per Tisifone il giusto compromesso, un posto dove entrambe sarebbero state a proprio agio e che avrebbe assicurato loro un po’ di privacy, dandole allo stesso tempo la possibilità di prepararsi all’incontro dedicandosi a una attività rilassante che le piaceva molto e a cui si dedicava per ovvie ragione molto poco e cioè cucinare. Probabilmente Noah non le avrebbe negato l’accesso alla sua cucina – perché se l’appartamento era “loro” i fornelli restavano regno indiscusso del compagno – ma difficilmente sarebbe stato in grado di lasciarla creare senza darle qualche consiglio “giusto per migliorare un po’ il sapore”. Onde evitare quindi inutili discussioni, Tisifone si avvicinava ai fornelli di casa il minimo indispensabile e senza alcuno sforzo avendo imparato in fretta ad apprezzare di essere viziata in quel modo dal compagno. Così, pur avendo terminato le lezioni verso le 15.30, la Divinante aveva dato appuntamento alla collega di Rune solo per le cinque in modo da avere a disposizione il tempo per preparare dei biscotti da gustare insieme al tè. Mentre impastava il burro con la farina alla maniera babbana, le maniche della maglietta arrotolate sopra al gomito e un grembiule a proteggere il resto del vestiario da macchie indesiderate, Tisifone lasciò la mente libera di vagare ovunque volesse con eccezione dell’incontro che avrebbe avuto di lì a breve. Non voleva, anche solo inconsciamente, presentarsi di fronte all’Auditore con una scaletta di argomenti precostituiti privando così la conversazione di quella spontaneità che sperava l’avrebbe caratterizzata e avrebbe aiutato le due donne a conoscersi meglio soprattutto in vista del matrimonio. Eh già perché ormai era ufficiale, a breve sarebbe diventata la Signora Pellegrino come la caotica, affettuosa, esuberante ed enorme famiglia di Noah le aveva ricordato ogni singolo secondo delle due settimane che avevano trascorso a New York e da cui più volte si era detta che non ne sarebbe uscita viva. Il contrasto con la sua di famiglia, ristretta – anche se ormai a Demetri e Asher si era unito il clan Vastnor Vireau con buona pace del Professore di Difesa – riservata e compassata era così palese che temeva che il matrimonio sarebbe stato un vero e proprio fiasco con le due famiglie schierate come due eserciti in battaglia su due fronti opposti, una armata di sorrisi ampi e sinceri – quella dell’italoamericano – l’altra di sopraccigli inarcati e mugugni intellegibili.

Drinn drinnn

Il trillo del forno riportò Tisifone alla realtà giusto in tempo per impedire ai biscotti di bruciacchiarsi e per accogliere la sua ospite.


Miss Samyliak...buonasera! E' un vero piacere rivederla.

Miss Auditore buonasera a lei. La ringrazio per essere venuta.

Rispose guardando l’altra da sopra la spalla mentre si chinava per estrarre la teglia dal forno, un sorriso piccolo ma sincero sulle labbra e un luccichio divertito negli occhi. Qualcosa [Intuito(S)/37] le diceva che quella scena – lei che cucinava dei biscotti apposta per il loro incontro – doveva aver sorpreso non poco la collega anche se non avrebbe saputo dire cosa l’avesse colpita di più tra il vederla cucinare e il fatto che si fosse presa quel disturbo solo per lei.

Come sta?

Le devo confessare che mai come quest’anno sono stata grata alla Trama di dover tornare a Hogwarts il primo di Settembre. Credo che se avessi passato un solo altro giorno a New York sarei esplosa – sincera e soprattutto informale, un comportamento che forse avrebbe incrementato il senso di sorpresa dell’altra donna ma la russa sapeva essere una piacevole compagnia quando non doveva guardarsi le spalle da ignoti manipolatori – Lei invece, ha passato delle piacevoli vacanze?

Posso fare qualcosa per aiutarla?

No, non si preoccupi, i biscotti sono pronti e sul tavolino ho già sistemato il resto. Si accomodi pure, un attimo e la raggiungo.

La rassicurò, indicandole con un cenno del capo il tavolino circondato da alcuni divanetti su cui vi erano sistemate due tazze, una brocca di acqua calda, un cestello con diverse tipologie di tè e tisane, un piattino con del burro e diversi tipi di marmellata e un altro cestino con del pane caldo e delle fette biscottate. Dispose i biscotti al burro, alcuni con la vaniglia e altri con la cannella, in un piatto di ceramica, si tolse il grembiule, rinfilò l’anello di fidanzamento al dito – lo aveva tolto per evitare di rovinarlo mentre impastava i biscotti - e finalmente rivolse completamente la sua attenzione alla collega. Per un secondo un’espressione seria e interdetta comparve sul suo viso per poi lasciarsi andare a una breve risata sincera e cristallina.


Immagine



A quanto pare abbiamo molto in comune…

Commentò divertita, accomodandosi di fronte alla collega e riferendosi al tipo di abbigliamento che avevano scelto, entrambi composti da una maglia bianca – più sportiva a occhio quella della Divinante – e un paio di pantaloni di lino nero, per non parlare dei capelli sciolti, che coprivano in parte gli orecchi di ambra che indossava, e della quasi totale assenza di trucco sul viso.

Non smetterò mai di ringraziarla per il libro che mi ha prestato: sono stata davvero felice di poterlo leggere.

Sono contenta che l’abbia trovata una lettura interessante ma non mi deve ringraziare, dovevo assolutamente trovare il modo di scusarmi con lei per il pessimo modo con cui l’ho trattata e non solo perché è una grande amica di Noah – forse non ce ne era bisogno ma Tisifone ci teneva che Rebecca comprendesse che le sue azioni, il libro prima e l’invito adesso, non erano dettati dal desiderio di compiacere il compagno ma da un reale senso di pentimento per il comportamento tenuto e da una genuina curiosità nei confronti dell’altra – Confondere le persone con il ruolo che svolgono o hanno svolto e giudicarle in base a quello è qualcosa che solitamente evito di fare ma purtroppo mi ha colto in un momento particolare. – sospirò accavallando le gambe e prendendo un tovagliolo dal tavolo per posarlo sulle gambe. Sentiva di dover dare all’altra una spiegazione del suo comportamento senza ovviamente entrare nel dettaglio ma parlare di certe cose, anche se in maniera approssimativa, non la esaltava per nulla. – Ho avuto delle pessime, davvero pessime, esperienze con il genere “ex” , l’ultima pochi giorni prima che lei venisse nel mio ufficio, e questo mi ha influenzato tanto da rendermi caustica e maleducata. Non che solitamente sia gioiosa ed esuberante eh…

Aggiunse con una smorfia divertita nel tentativo di fare una battuta.

Mi scusi credo di aver un po’ esagerato ma nonostante viva in Inghilterra da secoli non sono ancora riuscita a comprendere cosa esattamente vada servito con il tè. – commentò poi rendendosi conto di aver messo in tavola l’equivalente di una mini colazione in Sala Grande piuttosto che un tè pomeridiano e anche un po’ per smorzare il senso di imbarazzo che serpeggiava sotto pelle per essersi esposta con tale sincerità con quella che ancora era una sconosciuta – Personalmente, per esempio, preferisco una miscela più dolce e aromatica al classico tè inglese.

E così dicendo mise una bustina di tè verde al gelsomino e vaniglia nella sua tazza e vi versò sopra dell’acqua calda.
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Messaggioda Rebecca » 13/08/2014, 15:25

Miss Auditore buonasera a lei. La ringrazio per essere venuta.

Vedere la collega di Divinazione alle prese con cucina e fornelli era uno spettacolo che -in tutta sincerità- l'Auditore non si sarebbe mai persa al mondo. Non perchè questo costituisse per lei un motivo di derisione nei riguardi di Tisifone Samyliak, ma perchè era piacevole scoprire i lati più dolci -se così possono essere definiti- e nascosti della donna.
Oltre al fatto che alcune delle sue passioni venivano ampiamente condivise dall'italo-svedese. Rebecca non era molto brava con i dolci, ma se la cavava ampiamente con primi piatti e stuzzichini tutti rigorosamente italiani. D'altronde, avere un amante/amico come Noah significava imparare ad amare e ad apprezzare la buona cucina italiana, nonchè provare a riprodurla. Pellegrino era stato terribile con lei all'inizio, pignolo e sempre pronto a prenderla bonariamente in giro là dove l'Auditore si dimostrava incapace di realizzare bene le sue ricette. Ma col passare del tempo e con tanta pratica, la Terran era riuscita a padroneggiare quell'arte nel quale il suo vecchio amico era ormai un veterano. Con molta soddisfazione di tutti coloro che avevano avuto l'onore di assaggiare la sua cucina.
Per questo, quando entrò nella cucina dei docenti, Rebecca sorrise a Tisifone per la gentilezza che l'altra stava dimostrando nei suoi confronti e non solo: cucinare per qualcuno significava -almeno per il Bosco- voler condividere una parte di sè e non solo al livello metafisico. Il pasto consumato insieme era la realizzazione di quella condivisione, che avrebbe aiutato le due donne a parlare e a conoscersi reciprocamente, per la gioia e il desiderio di entrambe.

Le devo confessare che mai come quest’anno sono stata grata alla Trama di dover tornare a Hogwarts il primo di Settembre. Credo che se avessi passato un solo altro giorno a New York sarei esplosa

Deve essere stata una pessima vacanza allora!

Rispose, sorpresa di vedere la collega molto più disponibile e informale nei suoi confronti, ma uniformandosi subito al suo modo di parlare e di rapportarsi. Trovava inutile e dannoso, in fondo, fare la sostenuta e covare antichi rancori, specie poichè la Samyliak aveva cercato fin da subito di rimediare al proprio errore prestandole un libro che trattava di un argomento molto caro all'Auditore. Quello stesso libro ora poggiava su un angolo del tavolino, in attesa di ritornare nelle mani della legittima proprietaria.

Lei invece, ha passato delle piacevoli vacanze?

Molto piacevoli, si...- rispose con un tono appena un po' più malizioso sebbene non voluto, ricordando le piacevoli giornate trascorse assieme alla collega di Cura- Ma non mi dispiace affatto ritornare ad Hogwarts. Le vacanze fanno bene al corpo e allo spirito, ma non sono capace di rimanere troppo tempo senza far nulla!- senza contare che poteva vedere Phoebe tutti i giorni, quando stava a scuola, quindi non era poi un gran sacrificio tornare a lavorare.

No, non si preoccupi, i biscotti sono pronti e sul tavolino ho già sistemato il resto. Si accomodi pure, un attimo e la raggiungo.

Dopo che la sua offerta di aiuto venne gentilmente rifiutata dalla collega, Rebecca prese finalmente posto su uno dei morbidi divanetti, fissando tutte le bontà che Tisifone aveva sistemato sul tavolino: burro, varietà di marmellate, fette biscottate, fette di pane caldo e fragrante, acqua e diversi tipi di tè, alla quale ben presto si aggiunsero dei biscotti appena sfornati al gusto -come potè capire dall'odore- di vaniglia e cannella. Non sfuggì al suo sguardo neanche l'anello di fidanzamento che la donna si mise al dito una volta servito tutto quanto a tavola, sorridendo sinceramente felice per lei, prima di avvertire addosso a sè uno sguardo lungo e strano, come se la collega la stesse squadrando dalla testa ai piedi.

A quanto pare abbiamo molto in comune…

Come prego?

Solo allora Rebecca si rese conto di quello che Tisifone aveva voluto dire, unendosi a lei in una risata -quella dell'Auditore molto più ampia e vivace- che alleggerì di colpo e spontaneamente l'atmosfera fra di loro.

E non solo i vestiti!
Anche io amo cucinare, mi rilassa, anche se non sono molto pratica con i dolci.


Ammise i propri limiti senza problemi, elogiando incosciamente la bravura della collega invece nell'aver saputo preparare quei biscotti che sembravano assolutamente squisiti.

E comunque devo ringraziarla per il libro che mi ha prestato!
E' stata una lettura più che gradita.


Sono contenta che l’abbia trovata una lettura interessante ma non mi deve ringraziare, dovevo assolutamente trovare il modo di scusarmi con lei per il pessimo modo con cui l’ho trattata e non solo perché è una grande amica di Noah- annuì e apprezzò la sincerità della donna, che voleva sottolineare ancora una volta il suo desiderio di conoscerla non per quello che rappresentava per Noah, ma per ciò che lei era veramente -Confondere le persone con il ruolo che svolgono o hanno svolto e giudicarle in base a quello è qualcosa che solitamente evito di fare ma purtroppo mi ha colto in un momento particolare.

Cioè?
Cosa intende dire, se posso sapere ovviamente.


Ho avuto delle pessime, davvero pessime, esperienze con il genere “ex” , l’ultima pochi giorni prima che lei venisse nel mio ufficio, e questo mi ha influenzato tanto da rendermi caustica e maleducata. Non che solitamente sia gioiosa ed esuberante eh…

Davvero? Molto strano e io che credevo tutto il contrario!- si permise una piccola battuta, sorridendo allegra e prendendo a sua volta un tovagliolo che aprì a metà e con il quale afferrò un biscotto alla cannella. Sentiva, attraverso il sottile strato di carta, che esso era ancora caldo, per questo lo aprì in due e aspettò che si raffreddasse a dovere, prima di assaggiarlo -Non si preoccupi, ormai è acqua passata come direbbero alcune persone! Però ammetto che ha stuzzicato la mia curiosità: di quale ex di Noah sta parlando?- chiese, ignorando naturalmente le vicende che riguardavano lei e il migliore amico del futuro marito, supponendo che la donna che aveva inacidito il suo umore fosse legata a Noah e non a Lucas Turner. Un errore abbastanza comune, se si pensava che solo le ex dell'attuale compagno fossero in grado di scatenare la gelosia di una donna.

Mi scusi credo di aver un po’ esagerato ma nonostante viva in Inghilterra da secoli non sono ancora riuscita a comprendere cosa esattamente vada servito con il tè.

Era abbastanza palese che Tisifone non fosse avvezza a prendere un tè con delle quasi semi-sconosciute, ma l'italo-americana stava apprezzando lo sforzo che la collega aveva compiuto per rendere quel tè pomeridiano quanto più piacevole possibile per entrambe. D'altronde nemmeno lei era mai stata capace di adattarsi agli usi e i costumi degli inglesi, cercando invece di uniformarsi a quelle che erano le origini italiane del defunto padre.

Spero che lei stia scherzando.
Ogni tè pomeridiano dovrebbe offrire la varietà di cose che ha preparato lei questo pomeriggio.


Rispose sinceramente, facendo comprendere all'altra quanto amasse la buona cucina e anche mangiare, cosa della quale non si faceva problemi a rivelare al prossimo.

Personalmente, per esempio, preferisco una miscela più dolce e aromatica al classico tè inglese.

Io invece preferisco il tè nero.- disse, imitando la collega e prendendo una bustina del tè appena scelto -D'accordo, molto nero.- e con sguardo divertito e un sorriso furbo, afferrò una seconda bustina della stessa miscela, mettendole entrambe nella propria tazza e versandoci sopra l'acqua calda. -Solitamente la mia pausa consiste in una tazza di caffè nero, amaro e bollente. Per questo, se devo ripiegare su altro, tendo a prediligere i sapori forti e decisi- come quello di un tè molto concentrato- Ha detto di essere stata a New York. Si è interessata solo della parte magica o ha visitato anche quella babbana?

Chiese gentilmente, afferrando una metà del proprio biscotto e soffiandoci sopra prima di morderne un pezzo. Il sapore di cannella -una spezia molto amata dall'Auditore- si espanse in bocca, lasciandola con un sorriso soddisfatto e godurioso, mentre Rebecca mandava giù il primo pezzo, pronta a morderne un altro.

Assolutamente buonissimo!
Dove ha imparato a cucinare?
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Messaggioda Tisifone » 27/08/2014, 20:46

Mentre impastava i biscotti lentamente la tensione che aveva accumulato durante la giornata in vista di quell’incontro era andata scivolando via e quando aveva messo la teglia in forno un sorriso tenue, sereno, quasi fiducioso le era comparso in volto. Le cose che potevano andare storte erano ancora decine, grazie al suo carattere non proprio dolce, ma l’atmosfera quasi casalinga che era riuscita a ricreare nelle cucine del Castello lasciavano ben sperare in un tranquillo pomeriggio di chiacchiere che, a Merlino piacendo, avrebbe potuto portare ad altro. Animata da quell’inusuale spirito ottimista, Tisifone accolse Rebecca con il sorriso ancora sulle labbra, sfornando i biscotti e rispondendo in maniera sincera e soprattutto informale alla domanda dell’altra su come stesse, probabilmente cogliendola nuovamente di sorpresa. Era stata spontanea nel parlare anche se una parte di lei considerava quel primo scambio di battute come una sorta di test per scoprire se e quanto l’Auditore fosse una persona che portasse rancore. In fondo sapeva che così non era – l’aveva osservata bene nei mesi passati – ma l’essere per metà Serpeverde implicava l’aver bisogno a volte di prove concrete con cui supportare le proprie intuizioni.

Deve essere stata una pessima vacanza allora!

In realtà no. La città è molto bella, le persone accoglienti e interessanti e il cibo ottimo. Diciamo che sono stati i ritmi a essere stati un po’ troppo caotici e stressanti per i miei standard ma è qualcosa a cui riuscirò ad abituarmi.

Perché in fondo si parlava della – enorme esuberante caotica – famiglia di Noah e non aveva alcuna intenzione di permettere al caratteraccio schivo e asociale che Demetri le aveva trasmesso di rovinare in alcun modo i rapporti con loro. Una smorfia di dolore – che la collega non poteva vedere visto che in quel momento le stava dando le spalle – le attraversò il viso al pensiero che prima o poi le loro famiglie avrebbe dovuto incontrarsi possibilmente prima del matrimonio. Temeva infatti che la benedizione ottenuta dal Pozionista per le nozze non avrebbe avuto alcuna influenza sui suoi pregiudizi riguardanti i babbani. Scosse la testa, un po’ per spostare una ciocca di capelli da davanti al viso un po’ per liberarsi di quei pensieri nefasti e si informò a sua volta su come fossero andate le vacanze della collega.

Molto piacevoli, si... – non le sfuggì il tono [Intuito(S)/27] malizioso dell’altra che aveva stuzzicato un po’ la sua curiosità ma si trattenne dal fare domande o commenti invadenti che avrebbero potuto mal disporre Rebecca. Dopotutto se c’era una persona speciale nel suo cuore l’avrebbe scoperto il giorno delle sue nozze, o almeno di questo ne era convinta - Ma non mi dispiace affatto ritornare ad Hogwarts. Le vacanze fanno bene al corpo e allo spirito, ma non sono capace di rimanere troppo tempo senza far nulla!

Annuì, comprendendo e condividendo completamente quel punto di vista. Per quanto fosse piacevole conoscere posti nuovi o anche solo poltrire un po’ di più la mattina a letto abbracciata a Noah senza lo spettro – perché a volte per lei avere a che fare con gli studenti era un vero e proprio incubo – delle lezioni mattutine ad aleggiare su di loro, stare troppo tempo lontano dalle sue ricerche e dalle sue sfere le pesava non poco. In più adesso che con Zephyr avevano deciso di aprire un negozio insieme a Diagon Alley ogni giorno in più che passava nel dolce far nulla aumentava il senso di colpa nei confronti del suo Assistente per aver scaricato sulle sue giovani spalle quell’ulteriore incombenza. Rifiutato l’aiuto della collega, Tisifone prese le ultime cose e la raggiunse al tavolino dove aveva disposto un vario assortimento di dolciumi per il loro tè, non senza sottolineare con una risata divertita l’aver scelto lo stesso tipo di abbigliamento.

Come prego?
E non solo i vestiti!
Anche io amo cucinare, mi rilassa, anche se non sono molto pratica con i dolci.


Personalmente invece i dolci sono la cosa che mi riesce meglio, forse perché c’è meno fantasia da utilizzare per la loro preparazione... In ogni caso ha perfettamente ragione. Oltre a piacermi molto, cucinare è una delle poche attività che riesce a rilassarmi completamente e oggi mi ha permesso di raggiungere due degli obiettivi che mi ero prefissata: offrirle dei biscotti casalinghi e un’atmosfera molto più informale e spero piacevole dell’ultima volta.

Soprattutto perché lei si sentiva meno formale e aperta al dialogo e alla conoscenza reciproca rispetto a quando si erano incontrare nel suo ufficio mesi prima.

E comunque devo ringraziarla per il libro che mi ha prestato!
E' stata una lettura più che gradita.


Accarezzò soprapensiero per un secondo o due la copertina del libro posato sul tavolo, saggiando in un certo senso la sua determinazione a voler spiegare alla Terran perché non poteva accettare i suoi ringraziamenti per quel dono sincero certo ma non del tutto spontaneo, considerato che in parte era dovuto al senso di colpa che l’aveva infastidita fin dal momento in cui era uscita dal suo ufficio. Un piccolo sospiro, più mentale che fisico, e Tisifone si ritrovò a spiegare, senza entrare troppo nel dettaglio, cosa l’aveva maldisposta nei suoi confronti e cioè non tanto l’essere stata “intima” con il suo uomo ma più in generale il suo status di “ex”, cercando di stemperare l’aria seriosa che si era venuta a creare con una battuta sul proprio carattere in ogni caso non propriamente espansivo.


Davvero? Molto strano e io che credevo tutto il contrario!- sorrise a quella battuta, sentendosi in pace con se stessa dopo quella piccola confessione, decidendosi a sua volta di prendere un biscotto e spezzarlo per farlo raffreddare più velocemente - Non si preoccupi, ormai è acqua passata come direbbero alcune persone! Però ammetto che ha stuzzicato la mia curiosità: di quale ex di Noah sta parlando?

A quella domanda, pur se lecita anche nell’errore, la russa rimase basita, con le due metà del biscotto tra i polpastrelli, sbattendo le palpebre più volte come se non riuscisse a comprenderne il senso e quando ciò accadde imbarazzata perché non sapeva come rispondere.

Ahi! – esclamò quando il calore del biscotto divenne insopportabile, lasciandolo cadere sul tovagliolo e soffiando sopra le punta delle dita per avere un po’ di sollievo – Mi scusi ma la sua domanda mi ha preso un po’… diciamo in contropiede. – esordì subito dopo, prendendo un po’ di tempo per cercare una qualche risposta diplomatica che non facesse riaffiorare troppi brutti ricordi. Alla fine optò per una parte della verità. Dopotutto tutti a Hogwarts erano a conoscenza della sua relazione con Lucas e la cosa avrebbe potuto venire fuori in qualsiasi momento considerato che non era propriamente un argomento tabù. – Non si tratta di una delle ex di Noah anche se da quello che ho capito Mister Pellegrino è stato un vero Dongiovanni in gioventù– e lo disse con un sorriso sulle labbra che denotava quanto poco fosse gelosa del passato del suo compagno, considerato che appunto si trattava del passato – ma di Lucas… cioè del Professor Turner. Siamo stati insieme tempo fa ed è finita in maniera alquanto spiacevole e insolita. A marzo sono emersi alcuni dettagli che hanno gettato una luce nuova su tutta la situazione e questo mi ha spinto inconsciamente sulla difensiva con tutti…

Aggiunse in maniera serena e pacata ma il tono usato era quello di qualcuno che non aveva alcuna intenzione di aggiungere altro. Se in futuro Rebecca avesse sentito qualche pettegolezzo su Lucas e la Moreau e avesse fatto qualche collegamento non era qualcosa che poteva prevedere né che le interessava. Per quanto avesse detto chiaramente alla docente di Babbanologia che le sarebbe piaciuto rivelare a tutti la sua natura doppiogiochista e falsa, non si sarebbe mai abbassata al suo livello un’altra volta come quando l’aveva schiaffeggiata in riva al Lago Nero. Lasciò vagare gli occhi sul tavolino, persa dietro a vecchie riflessioni, e quando finalmente rimise a fuoco lo sguardo si rese conto di quante cose avesse preparato per quel tè. Fatta esclusione dei classici stuzzichini russi salati vi era davvero di tutto e per quello si sentì in dovere di scusarsi visto che, dal suo punto di vista, era un chiaro segno di come non fosse avvezza a prendere un tè pomeridiano con qualcuno.

Spero che lei stia scherzando.
Ogni tè pomeridiano dovrebbe offrire la varietà di cose che ha preparato lei questo pomeriggio.


Un piccolo sospiro di sollievo, questa volta molto fisico e quindi udibile dall’altra, sfuggì dalle labbra della donna, dovuto principalmente alla sincerità che traspariva dal tono della voce della collega, che si apprestò a preparare per sé una tisana aromatica al tè verde, gelsomino e vaniglia.

Io invece preferisco il tè nero. D'accordo, molto nero.- al sorriso furbo di Rebecca Tisifone rispose incassando la testa nelle spalle e mostrando una espressione raccapricciante in viso. Lei non sarebbe mai riuscita a bere qualcosa di così forte e probabilmente amaro come la bevanda che la Terran stava preparando per sé - Solitamente la mia pausa consiste in una tazza di caffè nero, amaro e bollente. Per questo, se devo ripiegare su altro, tendo a prediligere i sapori forti e decisi.

Anche sapendo di questa sua preferenza non mi sarei mai azzardata a farle trovare del caffè. Sarà perché non mi piace molto ma sono incapace di prepararne uno decente. Quello all’americana assomiglia a della brodaglia sporca e quello italiano invece sa di bruciato. Noah mi ha vietato l’uso di quell’aggeggio babbano italiano… caffequalcosa … dopo che ne ho bruciato una.

Confessò candidamente, togliendo la bustina dalla tazza il cui contenuto aveva assunto un delicato colorito giallo ocre e sorbendone un lungo sorso ristoratore. L’assenza di zucchero o miele esaltava, secondo lei, il delicato sapore della vaniglia e del gelsomino.

Ha detto di essere stata a New York. Si è interessata solo della parte magica o ha visitato anche quella babbana?

In realtà questa estate non ho visto molto al di là della numerosa famiglia di Noah – perché tutti sembravano essere desiderosi di conoscere la donna che aveva finalmente fatto mettere la testa a posto al MT e quindi era stato un continuo andare in visita da qualcuno o accogliere qualcun altro al ristorante di Francesco – Per il resto credo di aver visto entrambe le facce della città… Dovunque andiamo quell’uomo non è capace di restare fermo solo nella parte magica – scosse la testa con aria fintamente sconsolata assaggiando uno dei suoi biscotti e appuntandosi mentalmente di provare a mettere una scorza di limone nell’impasto di quelli alla vaniglia la volta successiva – Ammetto che all’inizio la cosa mi destabilizzava non poco, sopratutto con la sua mania di viaggiare alla babbana, la mia conoscenza del mondo babbano era abbastanza limitata e sinceramente non provavo molta attrazione verso di esso – con buona pace di Asher che aveva cercato in tutti i modi di ammorbidire gli insegnamenti purosangue ultra tradizionalista del compagno. – Eppure alla fine mi sono dovuta ricredere su un sacco di cose ma non lo dica a Noah, diventa insopportabile quando gongola perché ha ragione… - una lieve risata che sapeva di complicità – E lei invece? Come si è trovata a New York? Deve essere stato un bel cambiamento venire a vivere a Londra e poi a Hogwarts…

Si informò a sua volta, rinunciando a prendere un altro biscotto a favore di una fetta biscottata su cui stese una generosa quantità di marmellata di more. Non era ancora stata colpita dalla sindrome prematrimoniale con tanto di incubo di non riuscire a entrare nell’abito da sposa – forse perché non l’aveva ancora scelto – semplicemente amava variare e assaporare più cose.

Assolutamente buonissimo!

Sono contenta che le piacciono.

Dove ha imparato a cucinare?

Sono stati i miei genitori, mio padre per l’esattezza. A cinque anni, dopo aver fatto esplodere il mio primo calderone nel tentativo di imitare mia madre, mi mise in punizione in cucina per sei mesi, dicendomi che lì avrei potuto creare tutto quello che volevo senza distruggere nulla e da allora non ho più smesso. – la voce le si incrinò leggermente e gli occhi le luccicarono come spesso le accadeva quando parlava dei suoi genitori – La sua passione invece dov’è nata? Mi piacerebbe assaggiare qualche volta una sua creazione, se le va.
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Messaggioda Rebecca » 29/08/2014, 17:27

La tensione per quell'incontro era un elemento che entrambe le donne condividevano e affrontavano in maniera diversa. Tisifone la scaricava impastando e cucinando biscotti, mentre l'Auditore...l'Auditore si aggrappava al proprio elemento primario, la Terra, cercando di mantenersi calma e controllata.
Il timore di poter sbagliare ancora una volta con quella donna criptica e poco incline a socializzare l'aveva resa molto più attenta e meno spontanea di quanto avesse voluto, sebbene di tanto in tanto Rebecca cercasse di porre rimedio a tale comportamento. Fu proprio l'insegnante di Divinazione a venirle incontro in questo senso, accogliendola in un'atmosfera calma e rilassata, dove l'odore dei biscotti appena sfornati, misto ad un delicato aroma di tè e dolciumi vari, aveva sciolto l'ansia che attanagliava le viscere della bella italo-svedese, facendola tornare a sorridere come un tempo.
Le due donne cercarono di entrare subito in un contatto verbale, parlando di come avessero trascorso le proprie vacanze prima di rientrare ad Hogwarts. La Terran -sebbene non potesse parlarne- era stata in compagnia della sua amica/amante Phoebe Chamberlain, felice di trascorrere il tempo con lei e di recuperare sette anni di assenza in quei due mesi che erano state nel suo appartamento a Stoccarda. La collega invece -almeno a suo dire- aveva trascorso delle vacanze a New York che le avevano fatto rimpiangere presto le mura del castello. Cosa che spinse Rebecca a pensare -erroneamente- che la donna non si fosse trovata molto bene nella cittadina americana.

In realtà no. La città è molto bella, le persone accoglienti e interessanti e il cibo ottimo. Diciamo che sono stati i ritmi a essere stati un po’ troppo caotici e stressanti per i miei standard ma è qualcosa a cui riuscirò ad abituarmi.

Già, i ritmi. Quanto ci aveva messo lei ad abituarsi a quel continuo caos, uno spettacolo di frenesia che New York offriva in abbondanza a tutti coloro che vi abitavano? Abituata al silenzio quasi etereo del covo della Gilda, la docente di Antiche Rune si era sentita spaesata i primi giorni, cercando di comprendere perchè la gente -babbani e non- che le girava intorno andasse sempre così di fretta, come se vi fosse qualcosa di urgente da fare. Naturalmente dopo qualche tempo e con l'aiuto di Noah, Rebecca si era abituata a quella frenesia, amandola tanto quanto la dolce oziosità che le offriva il villaggio dei Terran. Per questo annuì in maniera convinta alla Samyliak, nello sguardo un balugino di comprensione perchè lei stessa aveva condiviso quei pensieri, all'epoca del suo primissimo soggiorno a New York. In ogni caso, tornare ad Hogwarts era stata una benedizione per entrambe le colleghe.
Non appena i biscotti furono pronti -appena sfornati e ancora bollenti- le due donne continuarono quel lento lavorio che spesso i babbani definivano <rompere il ghiaccio> e che si basava non solo sulle proprie considerazioni personali riguardo faccende di varia natura, ma anche sugli interessi e le situazioni che le due condividevano. Che andava dal tipo di vestiario scelto per quel pomeriggio alla passione di entrambe per la cucina.

Personalmente invece i dolci sono la cosa che mi riesce meglio, forse perché c’è meno fantasia da utilizzare per la loro preparazione...

Ma maggiore tecnica e precisione.

Obiettò tranquillamente, facendo notare come quei due aspetti della cucina dolciaria fossero i più ostili al carattere a volte sbadato e poco esperto dell'Auditore.

In ogni caso ha perfettamente ragione. Oltre a piacermi molto, cucinare è una delle poche attività che riesce a rilassarmi completamente e oggi mi ha permesso di raggiungere due degli obiettivi che mi ero prefissata: offrirle dei biscotti casalinghi e un’atmosfera molto più informale e spero piacevole dell’ultima volta.

Aveva già intuito che tutto quel da farsi fra impasti e fornelli era stato fatto unicamente perchè lei era l'ospite d'onore di quel tè pomeridiano. Tuttavia, Rebecca non nascose affatto l'immensa gratitudine che provava nei confronti dell'altra per essersi impegnata affinché lei si sentisse a proprio agio e avesse l'opportunità di assaggiare quei meravigliosi biscotti. Una gratitudine riservata anche al libro che Tisifone le aveva prestato e con il quale la donna aveva avuto intenzione di chiederle scusa per il pessimo comportamento dei mesi precedenti.
Questo però portò la Samyliak ad approfondire maggiormente il discorso, spiegandole i motivi che l'avevano resa intrattabile e maleducata il giorno che si erano incontrate e facendo sorgere nell'italo-svedese il dubbio che vi fosse stata un'altra ex -ma quale fra le tante- che aveva infastidito la neo-coppia. Nell'alto della sua ignoranza, Rebecca si azzardò a chiedere maggiori informazioni al riguardo alla sua collega, venendo ben presto smentita sull'idea che si era fatta in principio.

Mi scusi ma la sua domanda mi ha preso un po’… diciamo in contropiede.

La prego, se l'ho messa in imbarazzo le chiedo subito scusa.
Non è costretta a rispondermi, anzi può tranquillamente ignorare la mia domanda se le da problemi.


Si affrettò a rispondere la Terran, sperando di non aver infastidito la collega di Divinazione con la sua eccessiva curiosità e incapacità -purtroppo- di farsi gli affari suoi.

Non si tratta di una delle ex di Noah anche se da quello che ho capito Mister Pellegrino è stato un vero Dongiovanni in gioventù ma di Lucas… cioè del Professor Turner. Siamo stati insieme tempo fa ed è finita in maniera alquanto spiacevole e insolita. A marzo sono emersi alcuni dettagli che hanno gettato una luce nuova su tutta la situazione e questo mi ha spinto inconsciamente sulla difensiva con tutti…

Tisifone si stava aprendo con lei, lasciando l'Auditore allibita e in silenzio ad ascoltare la spiegazione sulle sue vicende passate e sul suo coinvolgimento personale con il migliore amico di Noah. Per quanto potesse essere impicciona e curiosa però, Rebecca non ci tenne a sapere altro, perchè sapeva che in quel caso sarebbe entrata troppo in profondità nella sfera personale e privata di una persona che stava imparando a conoscere solo da poco. Lei stessa non si sentiva all'altezza di una confessione più approfondita e fu grata che la collega possedesse un carattere molto schivo e chiuso, che le impedì di rivelare altro alla docente di Antiche Rune.
Era lì per conoscere la Tisifone del presente, non quella del passato.

L'ho costretta a dire anche più di quello che avrei dovuto sentire.
La prego, non parliamone più: siamo due donne abbastanza mature da saper riconoscere i propri sbagli e credo che adesso cercare di giustificarci l'una agli occhi dell'altra sia del tutto inutile.
Aveva le sue buone ragioni per comportarsi in quel modo, non c'è altro da aggiungere.


Lo disse con il sorriso sulle labbra, ma decisa a mettere un punto su quello spiacevole incontro. Voleva concentrarsi solo su di loro, su quel momento che si prospettava essere davvero piacevole. Quando i biscotti furono messi a tavola, finalmente le due donne poterono scegliere la propria miscela di tè preferita, Tisifone optando per un aroma dolce e delicato, Rebecca invece puntando su qualcosa che le ricordasse un sapore deciso, come quello del suo amato caffè. La sua abitudine -pessima sotto certi punti di vista- di utilizzare due bustine invece che una suscitò nella collega un'espressione che la bella italo-svedese trovò estremamente buffa. Si trovava su territorio inglese in fondo e per quanto la Samyliak fosse inglese quanto lei, sembrava comunque non apprezzare molto quella miscela scura e nera che invece il Bosco amava tantissimo.

Anche sapendo di questa sua preferenza non mi sarei mai azzardata a farle trovare del caffè. Sarà perché non mi piace molto ma sono incapace di prepararne uno decente. Quello all’americana assomiglia a della brodaglia sporca e quello italiano invece sa di bruciato. Noah mi ha vietato l’uso di quell’aggeggio babbano italiano… caffequalcosa … dopo che ne ho bruciato una.

Questo è un colpo veramente duro alla mia profonda stima per lei, miss Samyliak- scherzò allegra, ridendo del piccolo aneddoto che la collega le aveva appena raccontato -Lei non può dire ad una mezza italiana come me che il caffè italiano sa di bruciato! E' pura eresia!- naturalmente il suo non era un modo per far polemica, ma solo un tentativo di farle comprendere un po' di più il suo di mondo, quello dal quale proveniva in parte e che amava più di ogni altra cosa -E' mai stata in Italia? Le basta entrare in qualsiasi bar di una qualsiasi città italiana per sentire il buon aroma del caffè spandersi tutto intorno. Basta solo quel profumo per sentirmi come a casa...- confessò candidamente, lasciando per un attimo vagare lo sguardo, rammentando delle proprie esperienze passate in varie località della penisola -In ogni caso se posso farle cambiare idea sul caffè, le consiglio di berlo con un goccio di latte e due cucchiaini di zucchero: il sapore amaro sarà ancora molto forte, ma almeno non le parrà di bere qualcosa di bruciato!

Dopo quel breve(?) intermezzo sul caffè, finalmente l'attenzione dell'Auditore si concentrò su un altro argomento che le sembrava -a prima vista- piacevole sul quale discutere: ovvero se la collega avesse avuto modo di visitare sia la parte babbana di New York, oltre che quella magica. Per lei che non aveva avuto molti contatti con il mondo esterno fino all'età di 18 anni, entrambe erano state una tentazione troppo forte al quale poter resistere. Le piaceva uscire e osservare i modi tanto strani dei maghi quanto quelli dei babbani, chiedendosi quali dei due sembrasse più strambo ai suoi occhi. Dilemma che ancora oggi non ha trovato alcuna risposta.

In realtà questa estate non ho visto molto al di là della numerosa famiglia di Noah

Annuì in silenzio, girando di tanto in tanto il cucchiaino nel tè nero bollente per far si che l'infuso si espandesse più velocemente. Aveva conosciuto soltanto i genitori del vecchio Master Teacher -una volta a pranzo, come amica del figlio- e le erano sembrate fin da subito delle persone molto energiche e solari, sopratutto il padre di Pellegrino, un babbano che si era mostrato molto gentile con lei.

Per il resto credo di aver visto entrambe le facce della città… Dovunque andiamo quell’uomo non è capace di restare fermo solo nella parte magica. Ammetto che all’inizio la cosa mi destabilizzava non poco, sopratutto con la sua mania di viaggiare alla babbana, la mia conoscenza del mondo babbano era abbastanza limitata e sinceramente non provavo molta attrazione verso di esso.
Eppure alla fine mi sono dovuta ricredere su un sacco di cose ma non lo dica a Noah, diventa insopportabile quando gongola perché ha ragione…


Bocca cucita e mano sul cuore.
Qualsiasi cosa pur di non dare soddisfazione a quel vecchio barbagianni!


Uno dei tanti soprannomi affettuosi che l'Auditore aveva coniato per Noah, solo per fargli sentire di tanto in tanto il peso della vecchiaia sulle spalle.

E lei invece? Come si è trovata a New York? Deve essere stato un bel cambiamento venire a vivere a Londra e poi a Hogwarts…

Esattamente come lei: anche io all'inizio mi sono sentita spaesata e fuori luogo in quella città. Ma devo ammettere senza modestia che me la sono cavata molto meglio di quanto avessi prospettato!
E le assicuro che venire a vivere qui ad Hogwarts è stato un cambiamento molto meno potente di quello fatto quando sono andata per la prima volta a New York
- era arrivato il suo turno di parlare un po' di sè stessa, del suo passato, sebbene non fosse prudente per il Bosco rivelare troppo o essere del tutto sincera con la propria collega -Quando ero maggiorenne da poco, avevo paura del mondo esterno, di quello che avrei trovato al di fuori delle mura di casa mia. Non riuscivo a pensare un solo giorno lontana dal luogo dove mi sentivo...al sicuro - perchè quale luogo era più sicuro del covo dei Terran, dove nessuno poteva entrare per attaccarli e farle del male, com'era successo ai propri genitori -Quando infine mi decisi al grande passo, non sapevo quasi nulla di ciò che mi aspettava: speravo solo di riuscire a sopravvivere un intero giorno senza rimpiangere...la mia casa- ovvero il villaggio all'interno della Foresta Nera -Per mia fortuna ho incontrato persone come Noah, durante il mio soggiorno a New York, che mi hanno fatto apprezzare la bellezza e il piacere di conoscere ciò che è nuovo e diverso dal mio mondo. Quindi, dopo quel battesimo del fuoco, trasferirmi a Londra come Master Teacher o qui ad Hogwarts come insegnante non è stato un cambiamento troppo strano o spiacevole, anzi.
Sono riuscita a ritrovare anche una mia carissima amica, che non vedevo da tantissimo tempo!


Era ovvio che se Tisifone fosse stata attenta nell'osservarla in tutto quel tempo avrebbe intuito subito a chi si stava riferendo: Rebecca passava molto tempo assieme alla docente di Cura, quindi era quasi impossibile che la donna non avesse notato che vi era un forte legame fra le due donne, probabilmente instaurato già in passato.
L'italo-svedese fece una breve pausa dal suo discorso, prendendo finalmente il biscotto alla cannella e assaggiandolo: rimase talmente tanto colpita dalla sua bontà che non potè non congratularsi con la collega di Divinazione per le mani d'oro che aveva dimostrato di possedere in cucina. Anzi, la sua curiosità si spinse ben oltre: dove aveva imparato Tisifone a cucinare così bene?

Sono stati i miei genitori, mio padre per l’esattezza. A cinque anni, dopo aver fatto esplodere il mio primo calderone nel tentativo di imitare mia madre, mi mise in punizione in cucina per sei mesi, dicendomi che lì avrei potuto creare tutto quello che volevo senza distruggere nulla e da allora non ho più smesso.

Sarebbe stato un aneddoto divertente e sul quale scherzarci sopra se le due donne, in quel momento, non stessero condividendo lo stesso pensiero e lo stesso dolore. Tisifone non poteva sapere che l'insegnante di Antiche Rune aveva perso, proprio come lei, i genitori. Idem si poteva dire per la stessa Auditore, che ignorava del tutto il passato della donna seduta di fronte a sè. Ma quello sguardo lucido, quella voce appena un po' più incrinata fece scattare qualcosa dentro la bella italiana che -nonostante fossero passati anni e anni ormai- a volte si sentiva ancora privata di qualcosa che doveva appartenerle per diritto divino.

Ha un padre davvero meraviglioso, miss Samyliak...

Disse con una punta d'invidia, che subito però venne scacciata via: non era colpa di nessuno -tranne della guerra- se i suoi genitori erano morti. Anzi, avrebbe dovuto essere orgogliosa di loro per il sacrificio compiuto per il bene della Gilda e di tutti i gildati. Ma stranamente, non le era così semplice provare orgoglio, quando pensava che avrebbe potuto vivere con loro ancora tanti anni della sua vita.

La sua passione invece dov’è nata?

La mia passione è molto più recente della sua!
E' stato la sua dolce metà ad insegnarmi il significato della buona cucina: prima non avrei mai saputo fare neanche un uovo al tegamino, ma sa com'è fatto Noah
- probabilmente lo sapeva molto bene, pensò sorridendo fra sè -Un Master Teacher come lui non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione di indottrinare una neofita all'arte culinaria! In un certo senso è stata anche una questione di sopravvivenza personale: non potevo spendere tutto il mio patrimonio andando sempre a mangiare fuori...- incassò la testa nelle spalle, mentre faceva sciogliere un cucchiaino di zucchero nel tè, facendolo tintinnare contro la ceramica bianca della tazza.

Mi piacerebbe assaggiare qualche volta una sua creazione, se le va.

Una mia...oh si, molto volentieri!
Magari una sera potremmo cenare qui, invece che in Sala Grande. Noah penserà sicuramente che stiamo tramando qualcosa alle sue spalle...


Disse ridendo, sorseggiando finalmente il proprio tè e facendo una strana smorfia disgustata, come se la bevanda che aveva appena ingerito non fosse proprio di suo gradimento.

Niente, continua a sapere di acqua sporca.
La prego miss Samyliak, è meglio che si copra gli occhi. Sto per aggiungere un'altra bustina di tè e non vorrei scandalizzarla troppo con queste mie pessime abitudini...
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Rebecca
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Messaggioda Tisifone » 30/08/2014, 18:26

Simpatica, spontanea, una persona con cui scambiare piacevolmente quattro chiacchiere. Questa era la sensazione che Rebecca le aveva trasmesso dopo appena cinque minuti, la stessa sensazione che aveva avuto all’inizio il giorno in cui l’aveva conosciuta, prima che il suo pessimo carattere mescolato ai pessimi avvenimenti recenti l’avessero spinta a chiudersi a riccio e rifiutare, in maniera alquanto maleducata, ogni suo tentativo di approccio. Fu proprio per il desiderio di mettere una sorta di pietra metafisica sul loro recente e per nulla idilliaco passato che Tisifone decise di aggiungere alle scuse anche una sintetica ma, sperava, esaustiva spiegazione del perché si fosse comportata in quel modo. Ciò che non aveva previsto era la possibilità che l’altra presupponesse che ad averla mal disposta fosse una delle ex di Pellegrino. Presa in contropiede, la Divinante tacque per una manciata di secondi prima di optare per raccontare all’altra una versione super ridotta della verità, spinta dalla consapevolezza che non aveva nulla da nascondere, che i suoi sentimenti nei confronti di Lucas era chiari e noti a tutti gli interessati e quindi nessuno avrebbe potuto accusarla – o insinuare nel compagno il dubbio – che la sua reazione fosse stata determinata da un ritorno di fiamma. Il tono usato, sempre pacato ed educato, però lasciava trasparire chiaramente come non avrebbe mai approfondito il discorso e quindi fu immensamente grata all’Auditore per il commento che fece.

L'ho costretta a dire anche più di quello che avrei dovuto sentire.
La prego, non parliamone più: siamo due donne abbastanza mature da saper riconoscere i propri sbagli e credo che adesso cercare di giustificarci l'una agli occhi dell'altra sia del tutto inutile.
Aveva le sue buone ragioni per comportarsi in quel modo, non c'è altro da aggiungere.


Ha perfettamente ragione. Meglio lasciare il passato alle spalle e dedicarci a questo tè pomeridiano un po’ atipico.

Concordò con un sorriso molto più ampio del precedente che rendeva il suo viso quasi luminoso. Scelse quindi dal contenitore in vimini una delle sue miscele preferite che rifletteva il suo stato d’animo sereno e in pace con il mondo – così diverso dalla tisana allo zenzero e cannella che invece era solita bere nei momenti di crisi – per poi esprimere con una smorfia del viso la sua contrarietà nei confronti del tè nero che l’altra aveva scelto per sé. Certo quella miscela forte e, per lei, dal retrogusto un po’ amaro rappresentava la giusta alternativa al caffè ma la russa non apprezzava molto neanche quella bevanda che era solita annegare nel latte quelle rare volte che si trovava a doverla bere. Probabilmente era proprio a causa di questa sua leggera “avversione” verso il caffè che non era capace di prepararlo decentemente né all’americana né all’italiana, come fece presente alla collega subito dopo.

Questo è un colpo veramente duro alla mia profonda stima per lei, miss Samyliak

Che vuole farci, purtroppo la perfezione non è di questo mondo…

Ribattè con aria fintamente snob, il capo inclinato e il naso all’insù, con una luce divertita negli occhi.

Lei non può dire ad una mezza italiana come me che il caffè italiano sa di bruciato! E' pura eresia!

Rimase un attimo perplessa non comprendendo cosa l’altra stesse dicendo. Si, per lei il caffè aveva un sapore poco gradevole perché troppo amaro ma non aveva mai detto che sapesse di bruciato. Probabilmente l’altra aveva frainteso le sue parole ma era così divertente e piacevole vederla difendere a spada tratta quel simbolo delle sue origini che si vide bene dal correggerla, ascoltandola con attenzione e genuino interesse.

E' mai stata in Italia? – annuì con un lieve cenno del capo per non interrompere quell’arringa così interessante - Le basta entrare in qualsiasi bar di una qualsiasi città italiana per sentire il buon aroma del caffè spandersi tutto intorno. Basta solo quel profumo per sentirmi come a casa...

Comprendo perfettamente cosa vuole dire. Ci sono suoni e odori della nostra infanzia che rimangono per sempre impressi nella nostra memoria e il solo riassaporarli ci fa sentire al caldo e al sicuro come tra le mura di casa.

Per lei erano l’odore della rapa e della verza lessi, della panna acida e dell’aneto, tutti ingredienti quelli che non mancavano mai nella cucina dell’isba in cui viva a Ekaterimburg.

In ogni caso se posso farle cambiare idea sul caffè, le consiglio di berlo con un goccio di latte e due cucchiaini di zucchero: il sapore amaro sarà ancora molto forte, ma almeno non le parrà di bere qualcosa di bruciato!

Mi leverà il saluto se le confessò che per bere il caffè ho necessità di metterci ben più di un goccio di latte?

Chiese con aria divertita e finta innocenza, ricordando come più volte il suo compagno avesse paragonato il suo caffè a un mini cappuccino vista l’enorme quantità di latte che era solita versare dentro la tazzina. Tra un morso a un biscotto e un sorso di tisana dal sapore dolce anche senza zucchero per la felicità delle papille gustative della Divinante, la conversazione si spostò su New York e sulla sua conoscenza delle due anime della città: quella magica e quella babbana. Raccontò quindi di come il compagno l’avesse praticamente costretta a conoscere entrambe confessandole serenamente e senza alcun imbarazzo le remore e i problemi che, soprattutto all’inizio, aveva avuto con quella non magica. Dopotutto era pur sempre una strega purosangue cresciuta a magia e tradizioni e pur non nutrendo alcun sentimento di superiorità o di razzismo nei loro confronti, la sua curiosità e attrattiva verso i loro usi e costumi rasentava praticamente lo zero. Dando prova di infinita pazienza e amore Noah l’aveva introdotta in quel mondo a lei sconosciuto piano piano, aprendole gli occhi sull’utilità di molti aggeggi babbani e facendole apprezzare alcuni aspetti del loro modo di vivere.

Bocca cucita e mano sul cuore.
Qualsiasi cosa pur di non dare soddisfazione a quel vecchio barbagianni!


Vecchio barbagianni? – ripetè scoppiando a ridere divertita, immaginando il compagno nelle vesti di uno dei gufi che portavano la posta in Sala Grande la mattina – Mi piacerebbe tanto rubarle questo simpatico soprannome ma ahimè sarebbe come darmi il mestolo del calderone in testa.

Perchè in fondo lei e Noah erano quasi coetanei.

E lei invece? Come si è trovata a New York? Deve essere stato un bel cambiamento venire a vivere a Londra e poi a Hogwarts…

Esattamente come lei: anche io all'inizio mi sono sentita spaesata e fuori luogo in quella città. Ma devo ammettere senza modestia che me la sono cavata molto meglio di quanto avessi prospettato! E le assicuro che venire a vivere qui ad Hogwarts è stato un cambiamento molto meno potente di quello fatto quando sono andata per la prima volta a New York. Quando ero maggiorenne da poco, avevo paura del mondo esterno, di quello che avrei trovato al di fuori delle mura di casa mia. Non riuscivo a pensare un solo giorno lontana dal luogo dove mi sentivo...al sicuro

Tisifone la osservò con un leggero senso di invidia, chiedendosi se anche lei si sarebbe sentita così insicura nell’affrontare il resto del mondo se il Fato non l’avesse resa orfana in così giovane età. Dopo la caduta di Durmstrang infatti i suoi genitori aveva deciso che avrebbe continuato gli studi a casa con un precettore privato e si sarebbe recata a Hogwarts solo per conseguire i G.U.F.O. e i M.A.G.O. Probabilmente si, si rispose, considerato che era in quel modo che si era sentita durante il suo primo anno di scuola.

Lei non ha studiato in una delle scuole di magia?

Chiese sull’onda di quella considerazione personale, sperando, a posteriori, di non essere stata troppo invadente.

Quando infine mi decisi al grande passo, non sapevo quasi nulla di ciò che mi aspettava: speravo solo di riuscire a sopravvivere un intero giorno senza rimpiangere...la mia casa. – annuì comprensiva ricordando come le ci era voluto più di un anno per poter iniziare a chiamare casa il Manor e ad accettare la sua nuova vita - Per mia fortuna ho incontrato persone come Noah, durante il mio soggiorno a New York, che mi hanno fatto apprezzare la bellezza e il piacere di conoscere ciò che è nuovo e diverso dal mio mondo. Quindi, dopo quel battesimo del fuoco, trasferirmi a Londra come Master Teacher o qui ad Hogwarts come insegnante non è stato un cambiamento troppo strano o spiacevole, anzi.
Sono riuscita a ritrovare anche una mia carissima amica, che non vedevo da tantissimo tempo!


Sta forse parlando della docente di Cure? Non ho avuto ancora il piacere di conoscerla ma da quello che dicono gli alunni e dal modo in cui ne parla lei deve essere una persona molto interessante.

Commentò, incurante del fatto che forse quella sua osservazione avrebbe potuto far sorgere nell’altra il dubbio di essere stata “tenuta sotto controllo” nei mesi successivi al loro incontro. In realtà Tisifone ne aveva seguito i movimenti, con fare discreto ovviamente, spinta dal rimorso e dalla curiosità instillata in lei dalle lodi che il compagno aveva tessuto della collega di Rune. Si presero una piccola pausa dalle chiacchiere per gustare alcune delle prelibatezze che aveva portato in tavola e quando Rebecca le chiese chi le avesse insegnato a cucinare, Tisifone le raccontò un piccolo aneddoto della sua infanzia, non senza un po’ di malinconia nella voce. Benché fossero passati quasi trent’anni da quando erano morti, non passava giorno che i suoi genitori non le mancassero immensamente.

Ha un padre davvero meraviglioso, miss Samyliak...

Avevo… Miss Auditore, ma grazie lo stesso.

Rispose con un sorriso mesto. La sua infanzia non era qualcosa di cui parlasse volentieri ma non aveva molto senso tacere su una cosa del genere, non quando la donna sarebbe stata presente al suo matrimonio. Probabilmente Demetri, che l’avrebbe accompagnata all’altare, sarebbe potuto essere scambiato per il padre ma difficilmente Asher, che sarebbe stato al tavolo dei genitori con il compagno e i suoceri, sarebbe potuto passare per sua madre. Considerazione chiama considerazione e così Tisifone si ritrovò a chiedersi se Noah avesse già avvertito la collega che i suoi padrini erano omosessuali o, in caso contrario, se fosse il caso di avvertirla prima. Vista la stima che Pellegrino nutriva per lei, Tisifone non credeva che l’Auditore fosse omofobica ma forse non era il caso di aspettare il giorno del matrimonio per scoprirlo.

Sono rimasta orfana a undici anni e da allora mi sono trasferita in Inghilterra a casa dei miei padrini. Sono una coppia particolare ma formidabile e nel bene e nel male devo a loro quello che sono.

Continuò quindi con lo stesso tono colloquiale, calcando sulla parola “coppia” e nascondendo in parte il visto dietro la tazza di porcellana per scrutare con attenzione il viso dell’altra in cerca di una qualche reazione a quella notizia. Dopo aver eventualmente commentato quel particolare, Tisifone si informò a sua volta dove fosse nata la passione per la cucina di Rebecca non rimanendo poi tanto sorpresa dalla risposta ottenuta.

La mia passione è molto più recente della sua!
E' stato la sua dolce metà ad insegnarmi il significato della buona cucina: prima non avrei mai saputo fare neanche un uovo al tegamino, ma sa com'è fatto Noah. Un Master Teacher come lui non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione di indottrinare una neofita all'arte culinaria! In un certo senso è stata anche una questione di sopravvivenza personale: non potevo spendere tutto il mio patrimonio andando sempre a mangiare fuori...


Impossibile stare vicino a quel vecchio barbagianni – e aveva un’aria deliziata mentre pronunciava quel nomignolo – senza imparare a cucinare, ad apprezzare la buona cucina e a correre il rischio di prendere un centinaio di chili ogni volta che decide di preparare una cenetta speciale.

Il tono era leggermente affranto perché, abituata a pasti leggeri e poco raffinati, i primi tempi con Noah erano stati un vero e proprio calvario per la sua linea, ma anche leggero e divertito. Non pensava che sarebbe stato così divertente avere qualcuno con cui sparlare del proprio compagno con cognizione di causa. Così sull’onda di quelle emozioni positive propose alla collega di farle assaggiare la sua cucina.

Una mia...oh si, molto volentieri!
Magari una sera potremmo cenare qui, invece che in Sala Grande. Noah penserà sicuramente che stiamo tramando qualcosa alle sue spalle...


Mi sembra una idea eccellente e se le va potremmo invitare anche la nostra collega così avrò modo di conoscere anche lei e chissà che grazie alla tua presenza io non riesca ad evitare di fare pessime figure… Come avrai ben notato non sono un asso in socializzazione - e nel caso l’altra fosse rimasta colpita dall’uso del “tu” avrebbe aggiunto - Se dobbiamo ordire qualche terribile scherzo alle spalle di Noah è il caso che iniziamo a darci del tu, sempre che a… te… vada bene.

Niente, continua a sapere di acqua sporca.
La prego miss Samyliak, è meglio che si copra gli occhi. Sto per aggiungere un'altra bustina di tè e non vorrei scandalizzarla troppo con queste mie pessime abitudini...


In maniera alquanto teatrale Tisifone si portò la mano sinistra a coprire gli occhi, inclinando persino la testa di lato dalla parte opposta rispetto a dove si trovava Rebecca, storcendo la bocca in una smorfia buffa.

Per quanto siano davvero pessime le sue abitudini le fanno onore… In un villaggio nel cuore della Cina Orientale vi è una leggenda secondo cui per comprendere il cuore di una persona basta vedere il tipo di tè che beve e il suo denota una personalità forte, determinata, un po’ testarda e poco incline al compromesso… Io invece, non bevendo tè puro ma alterato con altre spezie non verrei considerata una brava persona… Troppo misteriosa e dedita a nascondere la mia vera essenza…
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Messaggioda Rebecca » 03/09/2014, 0:37

Conversare amabilmente con Tisifone Samyliak era un'attività alla quale l'Auditore si abituò molto presto rispetto a quanto avesse previsto. A prescindere dall'incontro consumato qualche tempo prima, Rebecca aveva osservato l'atteggiamento della collega, traendo le conclusioni che ella fosse una donna piuttosto seria e riservata, molto poco incline a socializzare con il prossimo.
Eppure guardandola adesso- mentre rideva, ironizzava, scherzava con lei- le sembrava di scoprire un altro lato della russa che fino ad allora ella aveva mantenuto nascosto. Naturale che all'inizio fosse difficile per la Terran riuscire a conciliare l'immagine formatasi nella sua mente in tutti quei mesi, con quella che le si stava presentando in quel momento davanti agli occhi. Ma fu ben contenta di poter assistere ad un tale privilegio, tanto più che Tisifone si stava dimostrando una persona molto arguta e piacevole con la quale passare il tempo.
E ne era passato di tempo -per rimanere in tema- dall'ultimo incontro avvenuto fra le due donne! Tisifone, forse per amor di chiarezza, volle spiegare alla propria collega che cosa l'avesse spinta quel fatidico giorno a chiudere qualsiasi porta all'Auditore, risultando una persona estremamente scorbutica agli occhi dell'altra. Ma a prescindere dalla confessione che venne spinta a fare -sollecitata dalle domande della stessa Rebecca- il Bosco desiderò e comprese che sarebbe stato meglio non far progredire oltre la propria curiosità, lasciando all'altra uno spazio sicuro per la propria privacy che nessuno, nemmeno lei, avrebbe dovuto o potuto toccare.
La scelta quindi di lasciarsi alle spalle ciò che era stato venne accolta con gratitudine e serenità dalla Samyliak, preferendo concentrarsi sul tè pomeridiano che stavano consumando in quel momento. Non c'era alcun modo di far piacere all'italo-svedese una miscela di tè, che alle sue papille gustative risultava sempre troppo delicata rispetto al sapore forte e corposo di un caffè amaro. La miscela che aveva accompagnato la giovane donna -dalla sua infanzia fino ai giorni odierni- fu l'oggetto sul quale Rebecca lanciò la propria filippica, tentando invano di convincerne la collega del buon sapore e dell'aroma delizioso, un aroma che -come le fece giustamente notare Tisifone- era strettamente legato ai ricordi felici di quando era una bambina.

Comprendo perfettamente cosa vuole dire. Ci sono suoni e odori della nostra infanzia che rimangono per sempre impressi nella nostra memoria e il solo riassaporarli ci fa sentire al caldo e al sicuro come tra le mura di casa.

O insieme alle persone che non ci sono più...

Commentò quella che per lei era un'ovvietà, dal momento che il profumo del caffè era sempre stato per lei associato al padre, un padre perduto in tenera età e della cui mancanza l'Auditore non riusciva a liberarsene.

Mi leverà il saluto se le confessò che per bere il caffè ho necessità di metterci ben più di un goccio di latte?

Farò finta che le mie orecchie non abbiano mai sentito queste oscenità.

Rispose fingendo un tono sdegnato e mimando un'espressione disgustata. Tutta quella farsa però durò pochissimo, poichè Rebecca era incapace di mettere su un cipiglio severo, riprendendo a ridere come se nulla fosse dopo pochi secondi.
Proseguendo dunque a bere e mangiare dei deliziosi biscotti, le due donne si scambiarono reciproche confidenze su come avessero trascorso i loro rispettivi soggiorni a New York. Tisifone era stata costretta ad affrontare in blocco tutta la famiglia Pellegrino - un evento al quale ben pochi sarebbero sopravvissuti senza impazzire- e spiegando la sua incapacità, prima di incontrare Noah, di conoscere e comprendere il mondo babbano. Quell'uomo sembrava assumere -man mano che la conversazione andava avanti- i connotati di un santo, un buon samaritano pronto ad aiutare tutte le belle donne in difficoltà che aveva l’occasione di incrociare per la propria strada e spiegando loro come andava vissuta la vita e tutti gli aspetti più belli di essa. Per Tisifone consisteva nell'aver appreso qualcosa di più sul mondo non magico, per Rebecca il superamento delle proprie paure ed una buona attitudine per la cucina italiana e sopratutto casereccia.
Raccontare della sua prima esperienza all'estero non fu semplice per l'Auditore, poichè doveva stare molto attenta a ciò che avrebbe potuto rivelare alla collega di Divinazione. Tuttavia nulla le impediva di essere sincera nello spiegarle le sensazioni provate la prima volta che aveva messo piede fuori dal covo della Gilda -alias "la propria casa"- dopo anni di volontaria reclusione al suo interno. Spaesamento, senso di solitudine, paura di non farcela: e proprio nel momento in cui un'altra persona a lei cara se n'era andata -ovvero Phoebe- nella sua vita era entrato Noah, l'uomo che prima che amante e amico, era stato una vera e propria guida.

Lei non ha studiato in una delle scuole di magia?

La domanda in Tisifone sorse spontanea, visto che l'italo-svedese -nel parlare del proprio passato- aveva fatto intuire all'altra che non era mai stata fuori dalle mura di casa propria. Prima di rispondere però Rebecca si prese cinque secondi di silenzio, il tempo che le serviva per mandare giù un altro pezzo di biscotto e ripassare a mente e con rapidità la storia che aveva messo su per coprire il proprio passato.

No, affatto.
Quando è arrivato il momento, ho preferito rinunciare e intraprendere una serie di studi privati che come vede hanno dato comunque i loro frutti.
Certo nulla mi potrà mai ripagare degli anni che ho perso e sopratutto delle esperienze che non ho vissuto, ma è stata una mia scelta e per questo non provo alcun rimorso nell'averla presa.


Anche perchè, fu proprio grazie a quella scelta che lei e Phoebe avevano sviluppato un legame tanto forte e indissolubile. La sua amicizia con l'insegnante di Cura, infatti, non doveva essere passata inosservata in giro per il castello, dal momento che era molto facile vedere le due donne insieme a chiacchierare e a scherzare di qualsiasi cosa.
Proprio per questo motivo Rebecca non trovò così strano che Tisifone le avesse notate -era una cosa ovvia visto che non era la loro amicizia che mantenevano segreta- nè le sorse il dubbio che la collega l'avesse tenuta d'occhio per tutto quel tempo: entrambe se possibile si erano studiate a vicenda, quindi inutile rimuginare su certi pensieri che comunque non l'avrebbero portata da nessuna parte.

Sta forse parlando della docente di Cure? Non ho avuto ancora il piacere di conoscerla ma da quello che dicono gli alunni e dal modo in cui ne parla lei deve essere una persona molto interessante.

Proprio lei!
Phoebs e io ci conosciamo da quando eravamo bambine ed è stata una vera sorpresa per me ritrovarmela qui ad Hogwarts.


Rise felice e compiaciuta, chiamando la Chamberlain con quel vezzeggiativo che denotava, ad occhi innocenti, solo un legame profondo e radicato nel tempo, come all'effettiva era quello del Bosco e della Ciclonis. Parlare del passato di Tisifone non doveva essere un argomento altrettanto piacevole per la donna: durante il racconto di un aneddoto alquanto spiritoso e dal quale si evinse come nacque la passione per la cucina, per Rebecca fu facile notare o meglio riconoscere quel tono di malinconia che pervase per un attimo la collega di Divinazione nel ricordare il proprio passato e in particolar modo i genitori. Lei stessa assumeva spesso quello stesso tono quando raccontava del padre e della madre, la sua famiglia distrutta durante il settimo anno di età.
L'Auditore non aveva la minima idea che la donna condividesse con lei il medesimo dolore, fino a quando non fu la Samyliak stessa a rivelarlo, prendendo a parlare inoltre dei due padrini che in seguito si presero cura di lei.

Avevo… Miss Auditore, ma grazie lo stesso.
Sono rimasta orfana a undici anni e da allora mi sono trasferita in Inghilterra a casa dei miei padrini. Sono una coppia particolare ma formidabile e nel bene e nel male devo a loro quello che sono.


Oh...comprendo benissimo...

Rimase in silenzio per un po', soffiando sulla propria tazza di tè per farla raffreddare, mentre il suo sguardo si perdeva dentro quella miscela scura -quasi nera- e fumante. Avrebbe dovuto oppure no rivelare a Tisifone che lei stessa era rimasta orfana da bambina? Naturale che questo la portava ad aggiungere un altro punto in comune -seppur triste- nella lista delle cose che le due condividevano e che forse l'altra avrebbe apprezzato sapere.

A quanto pare non condividiamo solo le cose belle.- si decise a rispondere infine, posando nuovamente la tazza sul tavolo e fissando la donna in volta sorridendo, sebbene il suo sorriso fosse molto più malinconico di quelli che solitamente elargiva -Anche io ho perso entrambi miei genitori, a sette anni per la precisione.- non avrebbe potuto aggiungere nient'altro, perchè come poteva spiegarle in quali circostanze fosse rimasta orfana? Per sua fortuna, poteva nascondersi dietro la scusa del troppo dolore, che le impediva di parlare di una faccenda spiacevole e del passato. Ma d'altronde la stessa cosa poteva fare la Samyliak ed era anche giusto che fosse così. -Da allora fu la famiglia di Phoebe a prendersi cura di me...- questa volta il suo sorriso divenne più radioso, poichè stava ricordando qualcosa di piacevole, un bel periodo nonostante gli inizi furono difficili da gestire, sopratutto per la piccola Phoebe Chamberlain non abituata a vedere la sua Becks triste e distrutta.

Lo sa, credo che dovremmo ritenerci fortunate in fondo: nonostante le disgrazie che ci sono capitate, io e lei siamo state comunque cresciute da persone che ci hanno amato e che ci amano ancora oggi.
Io almeno, guardandomi indietro, posso dire di sentirmi così.


Ma sapeva che la stessa cosa era per Tisifone. Noah l'aveva già "avvisata" riguardo i padrini della donna che avrebbe sposato, ma la cosa non aveva fatto alcun effetto sulla giovane Auditore: erano due persone che si amavano, null'altro contava quando si voleva stare insieme e crearsi una famiglia. Lei stessa in fondo amava Phoebe e anche se le due donne non stavano insieme -non ancora per lo meno- conoscevano entrambe quanto profondo e forte fosse il sentimento che le legava. Un legame che lo stesso Conflux aveva benedetto più e più volte nel corso di quei sette anni di separazione.
La collega di Divinazione, tuttavia, ignorava quali fossero i sentimenti o le idee della Terran: per questo Rebecca corse subito ai ripari, cercando di farle comprendere la propria posizione in proposito.

I suoi padrini devono essere delle persone davvero meravigliose.
Sarà un vero piacere per me conoscerli al vostro matrimonio.


E chissà se la donna avrebbe capito! Nel frattempo era doveroso per il Bosco spiegare come fosse nata la sua di passione, spiegando dell'aitante e cavalleresco Noah Pellegrino, corso a salvare l'inesperta Rebecca e sopratutto il suo portafogli dalla bancarotta e dalla pessima cucina! Fu un racconto allegro, divertente, perchè le ricordava un periodo molto felice della sua vita, un periodo nel quale l'Auditore aveva imparato ad adattarsi al mondo esterno, sentendosene sempre meno impaurita e più coraggiosa nel viverci dentro. Non le dispiacque neanche che la collega di Divinazione utilizzasse quel termine -barbagianni- come appellativo per il suo compagno, anzi rise felice della complicità che si stava creando fra le due.
Una complicità che ben presto avrebbe potuto diventare ancora più forte un giorno: quella infatti fu l'occasione giusta per programmare un nuovo pasto da condividere insieme e nel quale questa volta sarebbe stata la stessa Auditore a cucinare.

Mi sembra una idea eccellente e se le va potremmo invitare anche la nostra collega così avrò modo di conoscere anche lei e chissà che grazie alla tua presenza io non riesca ad evitare di fare pessime figure… Come avrai ben notato non sono un asso in socializzazione

...tua?
Ho sentito bene o me lo sono immaginato?


Se dobbiamo ordire qualche terribile scherzo alle spalle di Noah è il caso che iniziamo a darci del tu, sempre che a… te… vada bene.

Se a te va bene, non vedo perchè per me non dovrebbe essere lo stesso!

Rispose con un sorriso enorme, decidendosi infine a bere quell'infima tazza di tè che stava torturando ormai da dieci minuti buoni. Quando la miscela arrivò al suo palato, l'italo-svedese non riuscì a trattenere una smorfia di disgusto nè si vergognò di prendere un'altra bustina e metterla in infusione insieme alle altre. Cosa che avrebbe fatto inorridire qualsiasi appassionato di galateo e sopratutto amante del buon tè all'inglese.
Per sua fortuna la Samyliak non era certo lì per criticare i suoi gusti -anche se, ne era convinta, le risultavano sicuramente pessimi- ma per passare il pomeriggio insieme a lei, scambiandosi opinioni e imparando a conoscersi meglio.

Per quanto siano davvero pessime le sue abitudini le fanno onore…

Cosa intendi dire?

In un villaggio nel cuore della Cina Orientale vi è una leggenda secondo cui per comprendere il cuore di una persona basta vedere il tipo di tè che beve e il suo denota una personalità forte, determinata, un po’ testarda e poco incline al compromesso… Io invece, non bevendo tè puro ma alterato con altre spezie non verrei considerata una brava persona… Troppo misteriosa e dedita a nascondere la mia vera essenza…

Una leggenda davvero interessante e mi piacerebbe sapere a quale villaggio appartenga!
Tu credi che la descrizione ti rispecchia?
Io non ne sono così convinta. Mi divertono questo genere di cose, ma cerco di stare ben attenta a non lasciarmi influenzare da esse.
Descrivono il carattere di una persona in maniera molto generale, ma questo le rende universalmente accettabili e allo stesso tempo universalmente non accettabili.


Fissava in volto la sua interlocutrice, sperando che il discorso appena fatto fosse chiaro e non necessitasse di altre spiegazioni. Non perchè l'Auditore non volesse continuare a parlarne, ma perchè c'era qualcosa che colpiva maggiormente la sua curiosità ovvero il desiderio di saperne di più sulle note in lingua russa presenti nel libro che le aveva prestato.

Ora che siamo...entrate in maggior confidenza- suonava molto come una domanda, mentre l'italo svedese attendeva che l'altra le facesse un cenno d'assenso -mi piacerebbe, anzi sto morendo dalla curiosità di sapere di che cosa parlano quelle note scritte a mano nel libro che mi hai prestato.
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Messaggioda Tisifone » 05/09/2014, 21:07

Farò finta che le mie orecchie non abbiano mai sentito queste oscenità.

Ridacchiò di fronte all’espressione ( non sapeva quanto) fintamente disgustata di Rebecca per la scoperta che lei, per poter bere il caffè italiano, lo annegava nel latte, la malinconia che aveva pervaso lo scambio di battute su come determinati odori avessero il potere di farle sentire a casa messa momentaneamente da parte per darsi la possibilità di conoscersi meglio. Fu così che Tisifone apprese che per l’Auditore il trasferimento in America aveva rappresentato una vera e propria sfida, una sorta di taglio metaforico del cordone ombelicale che la teneva ancorata alla sua famiglia, da cui era uscita vincitrice anche grazie a Noah che l’aveva aiutata sia ad adattarsi alla vita caotica newyorkese che a prendersi cura di se stessa partendo dallo stomaco. Ascoltare la collega mentre le confidava l’ansia e la paura che aveva avuto nell’affrontare il mondo senza il supporto della propria famiglia aveva ricordato a Tisifone, per un certo verso, lo stato di disagio che lei stessa aveva provato quando si era trovata catapultata dalla Russia all’Inghilterra. L’unica differenza era che lei aveva appena dodici anni mentre l’altra diciotto. Da lì la constatazione, camuffata da domanda per non offendere la collega dando le cose per scontato, che Rebecca avesse condotto degli studi privati, cosa neanche troppo rara nella sua ottica purosangue.

No, affatto.
Quando è arrivato il momento, ho preferito rinunciare e intraprendere una serie di studi privati che come vede hanno dato comunque i loro frutti.
Certo nulla mi potrà mai ripagare degli anni che ho perso e sopratutto delle esperienze che non ho vissuto, ma è stata una mia scelta e per questo non provo alcun rimorso nell'averla presa.


Annuì alle parole dell’altra, ricordando come invece lei avesse maledetto più e più volte la decisione dei suoi padrini di mandarla a studiare a Hogwarts invece di tenerla al Manor con loro e affidarla a qualche precettore privato. Aveva dovuto aspettare che Alex le spezzasse il cuore per comprendere il perché di quella scelta ma nonostante tutto nel corso degli anni a volte si era ritrovata a fantasticare su come sarebbe stata la sua vita se le avessero fatto intraprendere una strada differente. Elucubrazioni campate in aria le sue che non portavano a nulla ma che in quel momento le fecero provare una punta di invidia nei confronti della docente di Rune e per la possibilità che le era stata data di decidere da sola del proprio futuro. Scelte le sue che avevano dato ottimi frutti visto che le competenze acquisite nel corso degli anni l’avevano portata ad insegnare in una delle tre Scuole di Magia più prestigiose del mondo dove, a quanto sembrava, aveva anche ritrovato una vecchia e cara amica, la docente di Cure.

Proprio lei!
Phoebs e io ci conosciamo da quando eravamo bambine ed è stata una vera sorpresa per me ritrovarmela qui ad Hogwarts.


Venire a insegnare a Hogwarts riserva sempre più sorprese di quelle che ci si aspetta.

Lei, per esempio, aveva accettato il posto nella speranza di risolvere in parte il mistero che si erano rivelati essere i suoi genitori e aveva trovato più di sterili o scioccanti rivelazioni. Aveva trovato una cugina, e di quello ringraziava ogni giorno la Trama, che aveva ridato un senso tutto nuovo a quel concetto di famiglia che pensava di aver perso per sempre da qualche parte in Bulgaria quando aveva undici anni. Una sensazione di perdita e di malinconia la pervase al pensiero dei suoi genitori, trasformando un piccolo aneddoto sulla sua infanzia – come si era avvicinata alla cucina – in una amara confessione di come fosse rimasta orfana in tenera età.

Oh...comprendo benissimo...

Prese un altro sorso di tisana per dissimulare l’espressione perplessa sul suo viso per poi sollevare mentalmente le spalle. Dal suo punto di vista quella era una non-risposta ma non era per nulla incline a rompere il silenzio che era calato nella stanza. Fu solo dopo alcuni secondi che tutto le divenne più chiaro.

A quanto pare non condividiamo solo le cose belle.- continuò a tacere perché dal sorriso mesto dell’altra aveva iniziato a intuire dove le avrebbe condotto quella conversazione -Anche io ho perso entrambi miei genitori, a sette anni per la precisione.- un semplice gesto del capo in senso di comprensione e nessun accenno a voler porre domande inopportune che avrebbero avuto la sola conseguenza di riaprire ferite che, sapeva per esperienza personale, il tempo non avrebbe mai rimarginato -Da allora fu la famiglia di Phoebe a prendersi cura di me... Lo sa, credo che dovremmo ritenerci fortunate in fondo: nonostante le disgrazie che ci sono capitate, io e lei siamo state comunque cresciute da persone che ci hanno amato e che ci amano ancora oggi.
Io almeno, guardandomi indietro, posso dire di sentirmi così.


Il sorriso radioso e innamorato che comparve sul viso di Tisifone al pensiero dei suoi padrini sarebbe stata una risposta più che esauriente alla domanda inespressa di Rebecca. Potevano non essere d’accordo su alcune cose, potevano dar vita a litigate epiche, far volare anche qualche innocuo incantesimo e meno innocua minaccia, ma la Divinante amava immensamente i suoi padrini e non di meno amava Noah per aver reso possibile qualcosa che le era sempre apparso impossibile e cioè essere in procinto di costruirsi un futuro in cui avrebbe avuto accanto sia l’uomo che amava che i suoi padrini. Avrebbe fatto di tutto per rendere perfetto e memorabile il giorno del loro matrimonio e probabilmente fu in quell’ottica che decise di “mettere in guardia” l’Auditore sulla natura del rapporto che legava due dei tre uomini più importanti della sua vita.

I suoi padrini devono essere delle persone davvero meravigliose.
Sarà un vero piacere per me conoscerli al vostro matrimonio.


Il modo in cui la collega pronunciò l’ultima frase diede alla Divinante la sensazione [Intuito(P)/27] che lo status dei suoi padrini lasciasse l’altra del tutto indifferente e di questo non potè che rallegrarsene. Man mano che chiacchieravano Tisifone riusciva a comprendere sempre più chiaramente cosa Noah avesse visto di tanto speciale in lei non tanto per intessere una relazione intima quanto un rapporto di amicizia talmente stretto e sincero da volerla persino come testimone alle loro nozze. Quel piccolo quanto non trascurabile dettaglio fu solo uno dei tanti motivi che la spinse non solo a proporre all’altra una sorta di “secondo appuntamento” durante il quale avrebbe potuto mettere alla prova le abilità culinarie della collega ma anche di mettere da parte inutili formalità e darsi finalmente del tu, sorprendendo e non poco Rebecca.

...tua? Ho sentito bene o me lo sono immaginato? – confermò con un cenno del capo e un sorriso sincero sul viso - Se a te va bene, non vedo perchè per me non dovrebbe essere lo stesso!
Subito dopo la propensione dell’Auditore a bere un tè nero e forte, decisamente forte visto il numero di bustine che aveva messo nella sua tazza, spinse Tisifone a raccontarle un aneddoto cinese sull’esistenza di un legame tra il carattere di una persona e la miscela di tè preferita.

Una leggenda davvero interessante e mi piacerebbe sapere a quale villaggio appartenga!

E’ qualcosa che ho letto molto tempo fa. Se riesco a ritrovare il libro te lo presto volentieri.

Tu credi che la descrizione ti rispecchia?Io non ne sono così convinta. Mi divertono questo genere di cose, ma cerco di stare ben attenta a non lasciarmi influenzare da esse.
Descrivono il carattere di una persona in maniera molto generale, ma questo le rende universalmente accettabili e allo stesso tempo universalmente non accettabili.


Comprendo quello che vuoi dire. Personalmente non sono una persona espansiva e non mi piace parlare di me quindi si, qualcuno potrebbe dire che sono misteriosa ma non per questo mi considero una persona cattiva…

Ora che siamo...entrate in maggior confidenza- un cenno del capo e un sorriso per dire che si, durante quel pomeriggio si era creata tra loro una maggiore confidenza -mi piacerebbe, anzi sto morendo dalla curiosità di sapere di che cosa parlano quelle note scritte a mano nel libro che mi hai prestato.

Allora è una fortuna che non siano dei segreti di stato – rispose divertita, allungando la mano sul tavolo per prendere il libro incriminato – Si tratta per lo più di mie supposizione sulla possibilità di applicare alla lettura delle Rune gli stessi schemi utilizzati per gli Arcani maggiori ma non li ho mai messi in pratica perché non conosco il significato delle Rune così profondamente da sentirmi in sintonia con esse. Inoltre… - disse aprendo il libro alla pagina con lo schema delle corrispondenze tra Rune e Tarocchi – queste corrispondenze sono incomplete: agli Amanti e alla Luna vengono associate due Rune mentre non sono riuscita a trovarne una che possa rappresentare il Papa o il Mago… Al di là di questo non so quanto senso possa avere estrarre sette o dieci rune insieme…

Perché per quello che ne sapeva lei il numero massimo di Rune estraibili era quattro.

:arrow:

Spoiler:
Purtroppo non sono riuscita a riprodurre l'immagine della tabella di corrispondenza che però è consultabile a questo link http://www.sunnyway.com/runes/tarot.html
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Messaggioda Rebecca » 09/09/2014, 16:02

Venire a insegnare a Hogwarts riserva sempre più sorprese di quelle che ci si aspetta.

L'Auditore aveva fatto presto a verificare quella semplice osservazione, avveratasi ancora prima che la giovane donna mettesse piede nella prestigiosa scuola europea. Era stata una sorpresa scoprire che lei e la compagna di Noah sarebbero state colleghe di lavoro, così come il ritrovarsi Phoebe Chamberlain ad insegnare - e la cosa già di per sè aveva del miracoloso- ad Hogwarts; l'amicizia con Logan Sykes, un'altra meravigliosa sorpresa e poi l'ambiente nuovo per lei che non era mai andata a scuola, il rapporto con gli studenti, la vicinanza con la Sempreverde...tutte cose che avevano reso quel posto ben più di un luogo dove svolgere il proprio lavoro.
La vita ad Hogwarts aveva il gusto di un'avventura, anche per una come la Terran che ormai poteva essere considerata, se non adulta, però abbastanza matura per non pensare più a determinate cose. Invece Rebecca, ancora a distanza di mesi, si perdeva ad ammirare i quadri viventi che tappezzavano le mura dell'edificio, di tanto in tanto conversando con qualcuno di essi -alcuni dipinti erano così gentili e curiosi da volerla coinvolgere nelle loro discussioni- o le piaceva salire fin sopra l'Osservatorio di notte e osservare, con il permesso del collega Trigger, le varie costellazioni, riscoprendo quella passione per l'Astronomia che aveva ereditato dalla madre. Un'eredità che l'italo-svedese custodiva gelosamente, cercando di coltivarla ogni qual volta ne avesse le possibilità.
Rimanere orfani dei propri genitori era stato -ovviamente- un'esperienza tragica e molto dolorosa per le due donne: Rebecca ignorava in che modo fossero morti i genitori della Samyliak, ma intuì benissimo come dovesse sentirsi la collega al riguardo: lei stessa c'erano dei momenti nei quali provava un forte sentimento di odio nei confronti del mondo -a volte anche dei Druidi- che le aveva strappato una parte importante della propria infanzia. E quanto più, col passare del tempo, i volti dei suoi genitori si facevano sfocati, tanto più Rebecca rimpiangeva di non aver potuto passare con loro anche solo un altro giorno insieme, qualsiasi cosa insomma per preservare ancora un po' la memoria dei loro visi sorridenti.
Era stata una tragedia a dir poco dolorosa e dalla quale ne era uscita con molte cicatrici, di cui alcune non ancora rimarginate. La sua tolleranza nei confronti dei Druidi infatti si limitava solo a quello, non riuscendo ad accettarli appieno come invece facevano molti suoi confratelli. Quando la stessa Chamberlain le aveva raccontato di un incontro con un vecchio druido pazzo, la Terran non era riuscita a trattenersi nel disapprovare quell'incontro, anche se del tutto casuale. Fosse stato per lei, avrebbe impedito a qualunque keltoi di avvicinarsi ad una sola delle persone a lei care, neanche fossero dei maghi oscuri pronti a uccidere in qualsiasi momento.
L'esperienza di perdere i propri cari però non aveva lasciato solo ricordi spiacevoli: Tisifone aveva trovato l'amore nei suoi padrini, che l'avevano cresciuta come fosse una figlia naturale, e Rebecca aveva stretto un legame molto forte con la Ciclonis e visto nascere in tenerà età la sua passione per le Antiche Rune. Tutto questo l'aveva portata poi a conoscere Pellegrino, una figura talmente importante per lei quanto lei lo era per lui. All punto tale da chiederle di fargli da testimone per le nozze con la Samyliak.
Quando Noah le ebbe comunicato la sua richiesta, per poco l'Auditore non si fece prendere un colpo per la sorpresa: non si aspettava sinceramente di ricevere un simile onore, ma per quel vecchio barbagianni avrebbe fatto di tutto pur di vederlo felice. Per questo aveva accettato, sotto condizione però che l'uomo le spiegasse come e cosa esattamente avrebbe dovuto fare: non era mai stata ad un matrimonio, se non quelli celebrati all'interno della Gilda e lì la maggior parte delle unioni venivano benedette con una cerimonia che invocava la benevolenza del Conflux. Cosa che dubitava avrebbero fatto i novelli sposi.
Osservando Tisifone, Il Bosco si convinceva che quel matrimonio sarebbe stato felice per entrambe le parti: conosceva lo sposo, quindi sapeva quanto fosse fortunata la Samyliak ad averlo accanto come marito; ma la sposa dimostrava di possedere un cervello di tutto rispetto, una cultura vastissima e anche una buona dose di autoironia, che di sicuro non guastava! Si accorse di queste sue qualità nel corso di quell'incontro, mentre la donna scherzava - ad esempio sulla propria incapacità di bere il caffè senza prima annegarlo in un mare di latte-, condivideva le proprie gioie e i propri dolori -come la perdita di entrambi i genitori o l'affettuoso legame con i suoi padrini- e discutendo di antiche tradizioni cinesi, riguardo l'uso di bere il tè.

E’ qualcosa che ho letto molto tempo fa. Se riesco a ritrovare il libro te lo presto volentieri.

Mi farebbe molto piacere!

Incuriosita dall'argomento, l'Auditore aveva chiesto di saperne di più ottenendo in cambio un altro libro che avrebbe potuto leggere con avidità, quasi quanto l'ultimo che la Samyliak le aveva dato in prestito. Anzi, proprio a proposito di quel tomo, l'italo-svedese aveva sviluppato nel corso della sua lettura una curiosità profonda e radicata per delle note scritte in russo -una lingua che lei purtroppo non parlava- e che avevano destato il suo interesse. Ora che con la collega di Divinazione aveva stabilito un'intesa maggiore, si sentiva pronta a chiederle maggiori informazioni, sperando in cuor suo di ricevere una risposta positiva dalla collega.

Allora è una fortuna che non siano dei segreti di stato. Si tratta per lo più di mie supposizione sulla possibilità di applicare alla lettura delle Rune gli stessi schemi utilizzati per gli Arcani maggiori ma non li ho mai messi in pratica perché non conosco il significato delle Rune così profondamente da sentirmi in sintonia con esse. Inoltre… queste corrispondenze sono incomplete: agli Amanti e alla Luna vengono associate due Rune mentre non sono riuscita a trovarne una che possa rappresentare il Papa o il Mago… Al di là di questo non so quanto senso possa avere estrarre sette o dieci rune insieme…

Allungò la mano per prendere il libro, osservando con espressione seria lo schema che la donna le stava mostrando, facendole cenno col capo di continuare. Era una teoria interessante, molto più che interessante ma per lei impossibile da verificare. Era vero, era l'insegnante di Antiche Rune, ma di esse trattava maggiormente l'aspetto...chiamiamolo non profetico dell'antico linguaggio celtico. Per lei le rune non erano altro che una forma di comunicazione non verbale con la quale maghi e streghe del passato scrivevano. Infatti non aveva ancora mai parlato di profezie a lezione, proprio perchè non si sentiva abbastanza preparata sotto quel punto di vista -non quanto la docente di Divinazione per intenderci. Le sarebbe piaciuto poter intraprendere con Tisifone una sorta di studio approfondito, perchè immaginava che la donna, per quanto poco pratica, avesse comunque le capacità di comprendere meglio l'altro lato delle rune.

Non avevo mai pensato ad applicare l'interpretazione dei Tarocchi alle Rune...è un ipotesi strana, ma sinceramente affascinante.
Non sarebbe così strano provare a farlo una volta...anche se temo di non poterti aiutare
- scosse la testa un po' avvilita, restituendo il libro alla legittima proprietaria e bevendo un sorso di tè, appena più decente -I miei studi sulle rune si basano sul suo utilizzo come lingua scritta e non come sistema divinatorio. Conosco ogni singolo significato delle rune, quello si, ma non mi sono mai...azzardata a cercar di utilizzarle in maniera diversa da una traduzione. Purtroppo negli ambienti culturali di New York, la Divinazione non viene considerata uno studio scientifico e quindi da molti snobbato. Anche il mio vecchio Master Teacher la pensava così, per questo durante il suo corso non si è mai spinto più in là di un semplice accenno alle profezie con le rune.- questo non significava però che lei condividesse lo stesso pensiero -A dirla tutta, speravo che tu potessi darmi una mano a colmare le mie lacune.- perchè lei le vedeva come tali-Però credo che in due si possa provare! Possiamo unire il tuo sesto senso con le mie conoscenze e magari cercare di colmare l'una i difetti dell'altra. E forse possiamo anche sperimentare la tua teoria, anche se in quel caso credo che la maggior parte del lavoro toccherà a te!

Disse con un sorriso, aspettando che l'altra assimilasse per bene la propria proposta, prima di riprendere a parlare.

Allora, che cosa ne pensi?
Naturalmente potremmo iniziare dopo il matrimonio, così da avere più tempo...
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Rebecca
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