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Londra (babbana)

Messaggioda Sandyon » 01/05/2014, 17:18

… e va bene, l'ascolterò cercando di non partire prevenuta!
Non vale, con questa storia dell'essere la migliore riesci sempre a fregarmi… e io ti dò pure retta!


Se non altro puoi star certa che è una storia valida.
Inoltre avrai la certezza che pur facendo qualcosa che non ti va, in realtà starai eseguendo un allenamento propedeutico per te stessa.
E' una buona via di mezzo, calcolando che dovrai perdere tempo ad incontrare Roberta, no?


Fece attenzione quella volta a non nominarla come "madre", sapendo che forse avrebbe dato molto fastidio alla ragazza.
Sandyon la conosceva abbastanza per sapere quale tasti sfiorare così da farsi ascoltare da lei, e allo stesso tempo era in grado di capire quando doveva parlare od esprimersi un certo modo per compiacerla e farla sorridere, calmandole i nervi e facendo in modo che si distendesse.
Il mondo era già troppo difficile per entrambi, avevano necessità di rafforzarsi a vicenda e la cosa bella era che non solo l'uomo riusciva a fortificare la figlia, ma anche lei con le sue considerazioni e i suoi pensieri cercava di aiutarlo a riflettere, migliorarsi, ragionare e cambiare angolazione con la quale osservava ed aveva sempre osservato le situazioni. Come ad esempio la faccenda Rachel.

Il fatto che questi due eventi siano successi con così tanta distanza non vuol dire niente…
Primo, non sappiamo se si tratti dello stesso "male" per entrambi i casi, e secondo, possibilmente dopo quello accaduto a te, ne sono successi tantissimi altri di casi simili, solo che non hanno suscitato scalpore come venti studenti che tentano un suicidio di massa.


Ormai comincio a credere che tutto sia possibile.
A volte pensiamo che una cosa sia fatta, decisa, sicura al 100% e poi giunge qualcosa a sconvolgere ogni nostra certezza, anche la più ferma.
Da un lato non so se la cosa debba farmi timore oppure darmi coraggio di proseguire...


Non aggiunse altro, non perché non ce ne fosse bisogno ma perché per ora non aveva molte altre idee su cosa dire, su cosa fare, come comportarsi.
Rachel aveva rappresentato per lui esattamente una certezza, come anche la sua amicizia con Tyslion, ed entrambi quei capi saldi erano stati spazzati via da eventi concatenati e devastanti sia psicologicamente che fisicamente.
Anche per lui era incredibile pensare che avesse cambiato idea da un giorno all'altro, rifiutandola ieri e volendola il giorno successivo, ma in quel periodo tante stranezze non esistevano, non aveva assunto veleni o pozioni strane quindi aveva semplicemente accantonato quel discorso come archiviato, sistemato nel suo angolo di bastardate fatte per egoismo, un egoismo si dettato dal sentimento, ma comunque tale.
Uscirono dalla cucina, dirigendosi nell'area del giardino e della piscina. Fu lì che Sandyon decise di spiegare alla figlia come mai il suo Patronus si era modificato nello scontro con i Dissennatori Blu, o magari anche prima, ma lei non ci aveva fatto caso.

… pazzesco…
Quindi è per questo che… insomma, secondo te il mio Patronus è cambiato perché noi…


Il Patronus è influenzato da molte cose.
Raramente capita anche che il rapporto con una persona lo condizioni a tal punto da mutare drasticamente.
... Non ci sono molte altre spiegazioni plausibili, quindi si, secondo me il tuo è cambiato per questo...


Affermò con saggezza e una velata sicurezza, mentre la figlia con la bacchetta si preoccupava di evocare il proprio compagno magico, il quale dopo un iniziale volo intorno a lei si andò subito ad avvicinare al Leone di Sandyon, richiedendone attenzioni, affettuosamente.
Era uno spettacolo davvero singolare: non capitava certo tutti i giorni che due Patronus si comportassero in quel modo, ma era proprio bello osservare come sembrassero complici, come entrassero in sintonia, come assomigliassero proprio all'uomo e alla ragazza al suo fianco.
Pareva davvero molto stanca, comunque. Lo si notava dalle piccole occhiaie e dalle palpebre molto pesanti. Era stata un'avventura molto ardua per lei ed era necessario che si andasse a prendere il meritato sonno.

Sono belli insieme… papà e figlia, come noi...
Forse dovrei tornare a casa… Typhon ancora non sa niente di tutto quello che è successo, e non voglio lasciarlo all'oscuro.
Posso lasciarti il pendente? Di sicuro tu riuscirai a scoprire qualcosa di più su cosa sia esattamente…


Si, lascialo pure a me, forse so a chi mostrarlo per capire meglio che poteri abbia.
Brava, fila immediatamente sotto le coperte.
Domani ripassa qui e parleremo dell'ultimo iter da seguire prima di inserirti ufficialmente nella lista dei Mercenari standard.
Nessuno sforzo eccessivo con la caviglia, intesi?
Buon riposo bambina mia...


Le diede un piccolo bacio sulla fronte, guardandola intensamente negli occhi mentre i due animali magici scomparivano nell'aria con delicatezza.
Infine la osservò allontanarsi, decidendo di rimanere lì fuori ancora per un po', sospirando e ripensando a tutte le cose dette, a tutte le novità.
Aryanne era sua figlia, figlia di sangue. A Monique probabilmente sarebbe venuto un colpo e magari quella sarebbe stata una delle poche volte che Sandyon Vastnor avrebbe accennato ad una specie di risata di gusto ed anche di trasporto.
Tra l'altro quel giorno a pranzo sarebbero venuti anche Alistair e Celine, quindi perché non approfittare di quel momento per esporre la notizia?
L'ex Mercenario emise un ghigno quasi malefico, rigirando tra le mani il pendente rubato dalla figlia nella villa Ozufu.

Non resta altro che la trasformazione in Animagus e... il "Tornadus Elemens".

FINE GIOCATA
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Messaggioda Ariel » 06/06/2014, 18:59

[tahoma]
[6 Luglio 2108 - ore 11.02 - Hyde Park]


Mamma mia, che fame che ho!!

Normale che avesse fame, dopo aver corso per un paio d'ore senza mai prendere fiato: era un'abitudine, quella, che le era nata da quando aveva lasciato Hogwarts, anche se inizialmente correva solo per 15-20 minuti e non di più - non avendo una resistenza tale da potersi permettere di andare oltre.
Ma visto che non faceva più pasti regolari come quando andava a scuola e gli orari erano quelli, quindi bisognava rispettarli volenti o nolenti, e che mangiava anche più schifezze, le sembrava giusto mantenersi in forma, e correre ogni mattina le era parsa la soluzione ideale: in più passava il resto della giornata a camminare per Londra in cerca di pub, caffè, posti dove le si potesse dare la possibilità di esibirsi e cantare; in fondo da qualche parte doveva pur cominciare, se voleva farsi conoscere, no? Oltretutto, se voleva pagarsi uno studio di registrazione per incidere il proprio demo doveva guadagnare un po' di soldi, e cantare nei locali le permetteva di racimolare il denaro necessario per muovere il primo passo verso il suo sogno.
Prima di tutto, però, una leggera ma gustosa seconda colazione, come sempre al bar vicino all'uscita sud di Hyde Park, il luogo dove andava a correre: il proprietario, un anziano signore, era sempre molto gentile con lei, ed in cambio di qualche aiuto nelle giornate più piene di clienti o di qualche canzone gratis per intrattenerli era ben felice di offrirle un succo d'arancia ed un croissant integrale ogni giorno, sempre verso le 11.15 - era diventata metodica, non sapeva bene il perché.
La prima volta che era entrata nel bar aveva appena rotto con Vergil, in Marzo: era stata una decisione ponderata a lungo, quella, ma Ariel si era accorta, dopo 10 mesi, che l'Auror non sembrava aver fatto alcun passo sentimentale in sua direzione, e dopo una sincera chiacchierata con lui, erano entrambi giunti alla conclusione che fosse meglio per tutti e due - sicuramente per lei, almeno - interrompere la relazione; la Jiménez voleva sì un ragazzo da amare, ma che la amasse a sua volta, che condividesse il suo sentimento… e Vergil non era, evidentemente, la persona giusta.
Rimpianti? No, aveva seguito il cuore e aveva fatto sì di non rimanere tutta la vita chiedendosi "e se?", e tanto bastava; certo, era stato molto triste da accettare, soprattutto all'inizio, ma lentamente l'aveva fatto, giorno dopo giorno nel corso di quei mesi, ed ora era tutto sommato abbastanza serena. Non si era vista con alcun ragazzo, naturalmente, dopo la rottura, anche perché ce n'era uno che, già quando ancora stava con Cartwright, occupava la sua mente… ma non avrebbe mai avuto il coraggio di cercarlo, e per dirgli cosa, poi?
Sì, in passato ti ho mollato per Vergil, ma ora che sono di nuovo single mi posso accontentare di te?
A prescindere dal fatto che non sarebbe stato un accontentarsi, non si sarebbe mai sentita a suo agio nel cercarlo, nel tentare di riavvicinarsi a lui pur volendolo, anche perché non era detto che la persona in questione la volesse ancora.
Ed ovviamente stava parlando di quella persona… Zephyr Kenway.
Scosse il capo, sospirando leggermente, e riprese a camminare nel mezzo del parco, a passo mediamente svelto: dei pantaloni di cotone misto lino color carta da zucchero, ballerine dello stesso colore, una camicetta bianca e leggera a maniche corte e capelli raccolti in uno chignon morbido, così si presentava la bella colombiana che completava quel look semplice con una borsa bianca tenuta dai manici nella mano destra.
Persa nei propri pensieri, nemmeno si accorse di avvicinarsi, passo dopo passo, ad una persona che mai si sarebbe aspettata di vedere lì, ad una persona che il Fato sembrava aver voluto mettere sulla sua strada per divertimento - alla faccia di chi diceva invece che fosse neutrale - ad una persona che, entrata nel campo visivo di Ariel, la fece bloccare sul posto, lasciandola per un attimo inebetita.

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Zephyr[/tahoma]
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Messaggioda Zephyr » 07/06/2014, 15:40

[newsgoth]
6 Luglio 2108 | Ore 10:58 | Hyde Park

Hai visto quel tipo?
Che cosa non si inventa la gente per mettersi al centro dell'attenzione!


Ma quello lì ha gli occhi rossi?
Dici che posso chiedergli dove ha comprato le lenti?
Sembrano quasi un colore naturale...


...


Per la prima volta nella sua vita, Zephyr Kenway si limitava a sorridere quasi divertito ascoltando i commenti delle persone che gli passavano vicino e poi, convinti di essere abbastanza lontani da non farsi sentire, prendevano a parlare di lui e di quella sua stranezza: le iridi color rubino.
Certi lo insultavano, altri lo prendevano in giro, altre infine facevano apprezzamenti a volte anche poco eleganti con le amiche, insomma, un vero via vai di chiacchiere che soltanto le grandi città come Londra potevano offrire in abbondanza, specie in una zona come quella.
Comunque, il ragazzo non si trovava certo lì per starsene seduto su una panchina a dare spettacolo, anzi, il suo scopo era ben preciso e importante, ovvero incontrare una persona, una persona speciale per lui da molto tempo, una persona tornata sola da qualche mese ed ora possibilmente più in grado di non essere triste o emotivamente provata dal distacco con il professore di Volo Vergil Cartwright: Ariel Jiménez.
Ricevuta la "soffiata" da parte di Melia che lo aveva informato alla perfezione sui vari spostamenti della ex Grifondoro (lode al potere ipnotico), Zephyr aveva quindi saputo che solitamente la colombiana usava mettersi a correre in quel parco per un'ora abbondante e successivamente, dopo essersi lavata e cambiata, andava a prendersi una sorta di "brunch" in un locale lì vicino. La giornata del sei Luglio concedeva un piacevole venticello che limitava abbastanza l'incedere del calore e dell'alta temperatura, ora maggiormente mal sopportata dall'Acuan Nix, così quella mattina egli aveva deciso che l'avrebbe incontrata casualmente per scambiarci due parole e scoprire così se fosse ancora rimasta una possibilità per loro.
Non sapeva se ella fosse cambiata, se avesse subito un cambiamento brusco grazie alla vita frenetica lavorativa e a causa della sua relazione andata male, ma doveva scoprirlo, doveva capire se lei fosse ancora la Ariel conosciuta anni prima e della quali si era innamorato perdutamente, anche non volendolo, anche rifuggendo quel sentimento, pur avendo iniziato tutto come un semplice gioco per divertirsi.
Si alzò in piedi, stufo di ascoltare tutte quelle chiacchiere inutili. Rivolse un mezzo sorriso ad un gruppo di ragazze che per poco non svennero e scuotendo il capo mise le mani in tasca e si avviò verso la strada indicatagli da Melia Herbert, la sua meravigliosa e adorata complice.
Isolata in quel momento, meglio così, avvolta da varie aiuole ed una fontana molto caratteristica ed anche bella architettonicamente.
Un poco di ombra creata dagli alberi, per fortuna, e tutte quante le carte in regola per cominciare quell'incontro. Per quanto avesse organizzato tutto nei minimi dettagli, si sentiva emozionato, incredibilmente emozionato, una cosa che avveniva soltanto con lei, con la sua Ariel.
Sentì immediatamente i suoi passi a una distanza di venti metri. Il respiro trattenuto e ogni tanto qualche piccola parola tra sé: era lei, senza ombra di dubbio, non avrebbe mai potuto dimenticare quella voce unica e inimitabile. Non appena però la Jiménez si trovò nella sua linea visiva, effettivamente Zephyr dovette ammettere di non aver calcolato la crescita di quest'ultima che lo rese altamente basito e rapito da quanto la ragazza si fosse fatta bella, bellissima, spettacolare, sotto ogni aspetto, sotto ogni sfaccettatura. Le labbra più carnose, gli occhi più scintillanti, la pelle levigata come se fosse marmo, il seno molto più abbondante, i fianchi più pronunciati e le gambe toniche come possibilmente era anche il fondoschiena. Le efelidi accennate sul naso e i capelli come una grande onda setosa e profumata che si lamentavano contenuti da un laccio.
Le pupille del ragazzo si dilatarono, quasi bloccato in quella posizione, vestito con una semplice maglia leggera ed estiva a maniche corte color verde scuro e dei jeans blu scuro, non poté far altro che rimanere a fissarla, e forse quello sconcerto lo aiutò molto a far figurare erroneamente a lei che quello fosse un incontro totalmente casuale e voluto dal destino, perché in volto esprimeva stupore, sorpresa e... ammaliamento.

… Zephyr…

... Ariel...

Immagine


Sbattendo le palpebre lentamente, conscio dell'effetto che adesso avrebbe fatto in lei grazie all'aiuto del sangue dell'Eterno, il ragazzo prese a camminare con calma per raggiungerla, anche lui cresciuto molto dal loro ultimo incontro, adesso molto più simile ad un uomo grazie anche alla barbetta velata che gli decorava il mento e le guance. Il petto, le gambe e le braccia si erano fatti più massicci, era anche cresciuto decisamente in altezza, ma se lei lo avesse voluto più alto o più massiccio, per assurdo, l'avrebbe anche potuta accontentare. Sentiva dentro di sé che avrebbe fatto di tutto pur di essere la persona giusta per lei, ogni cosa pur di averla di nuovo vicino, e adesso che era diventata ancor più bella, quella certezza non aveva fatto altro che aumentare in modo spropositato, per quanto a lui fosse sempre piaciuta a prescindere e l'avesse sempre trovata il top.
Quando arrivò davanti a lei, a meno di un metro di distanza, non poté frenare gli occhi dal muoversi e osservarla ancora meglio e da vicino, esplorando il suo corpo partendo dal viso fino ad arrivare ai piedi. Possibile che gli facesse più sangue di Melia? Sospirò, poi... sorrise.

E' proprio una piacevole coincidenza, non trovi?


Una piccola pausa, magari aspettando una risposta da parte della ragazza, per poi proseguire e lusingarla, come sempre.

... Ti sei fatta ancora più bella.
Non immaginavo, onestamente, che fosse possibile.
... Come stai?
[/newsgoth]
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Messaggioda Ariel » 07/06/2014, 17:12

[tahoma]Non era possibile… era lì.
Zephyr Kenway, il suo Zephyr era lì.
E la fissava, incredulo, spaesato quanto lei: naturalmente la ragazza pensò subito che quella fosse una pura, per quanto assurda, coincidenza, non immaginando - né riuscendo ad ipotizzare mentalmente - che fosse stata tutta opera di Melia, la quale aveva sfruttato le informazioni in suo possesso a seguito di una chiacchierata con Vergil per permettere all'amico di trovarsi lì quel giorno, in quel preciso orario.
Lui era… bellissimo: lo era sempre stato, in realtà, ma adesso era più grande, più adulto, e si vedeva, un cambiamento assolutamente in positivo che lo rendeva ancora più appetibile di quanto già non fosse all'epoca; ed in effetti, mentre le si avvicinava, Ariel poteva percepire il proprio corpo andare in subbuglio istantaneo, farsi più reattivo alla sua presenza, più eccitato. Non si fece particolari domande a riguardo, perché si era sempre sentita molto affascinata da lui ed ora, anche se la cosa accadeva con più forza, pensava semplicemente che fosse dovuto al fatto che Zephyr era cresciuto, ed era diventato quindi ancora più ammaliante del passato.
Si aspettava dunque, in un certo senso, di sentire il proprio corpo svegliarsi, così come immaginava che il cuore avrebbe preso a battere come un treno in corsa, perché l'aveva pensato spesso - forse anche troppo per considerarlo un semplice ex - ed ora era lì, davanti a lei… ciò che non si aspettava, invece, era di vederlo sorridere con tanta naturalezza, come invece accadde.

E' proprio una piacevole coincidenza, non trovi?

Io… sì… ciao…

Balbettò lei, inizialmente ancora basita dell'essere di fronte a lui, del fatto che fosse così bello e che per di più le stesse sorridendo.

Cioè, volevo dire… - aggiunse, schiarendosi appena la voce - … è davvero una coincidenza inaspettata!

Per lei, più che altro, perché erano mesi che passava per Hyde Park ogni giorno e mai una volta l'aveva incrociato, nemmeno da lontano.

... Ti sei fatta ancora più bella.
Non immaginavo, onestamente, che fosse possibile.


Voleva sapere se fosse rimasta la stessa? Beh, di sicuro le guance che divennero all'istante rosse quanto due pomodori maturi erano un indizio perfetto su quanto effettivamente fosse simile all'Ariel di sempre: le labbra sorrisero automaticamente, timide ed imbarazzate, gli occhi si velarono di piacere per quel complimento e il cuore saltò uno o due battiti.

Grazie… - mormorò, passandosi una mano sul collo con fare imbarazzato - anche tu sei bellissimo… lo sei sempre stato, ma ora sei più grande, si vede!
E i tuoi occhi… sono più intensi, e più…
- si fermò un attimo, alla ricerca dell'aggettivo giusto - vivi, ecco… sono stupendi.

Ammise, ma lo sguardo di Zephyr le era sempre piaciuto, e lui lo sapeva bene.

... Come stai?

Oh, sì, che stupida, nemmeno te l'ho chiesto, mi sono messa subito a parlare dei tuoi occhi… - ridacchiò nervosamente, sentendosi nuovamente la studentessa impacciata di un tempo - … comunque sto bene, stavo andando a fare uno spuntino ad un bar qui vicino.
Ti… ti va di accompagnarmi, o hai da fare?


Gli domandò, una lieve nota speranzosa nello sguardo: chiaro che dopo tutti quei mesi di lontananza non potesse tornare ad essere naturale con lui da un secondo all'altro, ma di sicuro una parte di sé, proprio come allora, si sentiva attratta da Zephyr come se il suo corpo fosse una calamita, come se il suo sguardo la legasse a lui.
E quella stessa parte non vedeva l'ora che l'ex Corvonero la legasse di nuovo a sé, e non la facesse più andare via.

Spoiler:
I riferimenti a Melia e Vergil sono stati scritti dietro consenso dei player dei rispettivi PG, e tramite accordo con questi stessi.
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Messaggioda Zephyr » 07/06/2014, 23:03

[newsgoth]
Io… sì… ciao…

... Mh?

Cioè, volevo dire… è davvero una coincidenza inaspettata!


Non era cambiata di una virgola, o meglio, di cambiamenti ce ne erano stati, ma soltanto nell'aspetto e probabilmente nella maturità.
Però il carattere, quel modo di fare a tratti impacciato e quella interiorità esplosiva non si erano modificati, lasciandola quella che era, ovvero una perfezione dolcissima agli occhi di Zephyr, il quale faceva fatica a distaccare lo sguardo dal suo, troppo rapito da quegli smeraldi luccicanti.

Grazie… anche tu sei bellissimo… lo sei sempre stato, ma ora sei più grande, si vede!
E i tuoi occhi… sono più intensi, e più… vivi, ecco… sono stupendi.


Forse si sono ravvivati non appena ti hanno potuta rivedere.


Ecco, quello gli era decisamente mancato: lusingarla, lasciarla senza fiato, farle ricordare quanto per lui fosse unica a differenza di chiunque.
Lui era stato il primo a valorizzarla così tanto con le parole, credendo sempre in lei, credendo nella sua bellezza sia interiore che esteriore, ed anche se per molto tempo lei aveva affermato che lo trovasse eccessivo, lui non aveva mai spesso, probabilmente donandole più di un sorriso.

Oh, sì, che stupida, nemmeno te l'ho chiesto, mi sono messa subito a parlare dei tuoi occhi…
Comunque sto bene, stavo andando a fare uno spuntino ad un bar qui vicino.
Ti… ti va di accompagnarmi, o hai da fare?


Se anche avessi avuto qualche altro impegno, me lo sono dimenticato in questo istante.


L'avrebbe baciata, anche subito, anche lì, senza nemmeno aspettare qualche altro secondo, senza nemmeno attendere un permesso da parte sua.
Desiderava ardentemente farlo ed anche se il ghiaccio il lui era in grado di frenare quei bollenti spiriti, di fronte ad una persona come Ariel anche gli stessi elementi riuscivano a fare ben poco, perché lei lo scaldava, lei lo faceva sentire davvero su di un altro pianeta, il loro.

Dai, fammi strada...
Ti spiace se offro io?


Si incamminò con lei fino a raggiungere il luogo già comunque indicatogli da Melia qualora non avesse trovato Ariel in giro per il parco.
Avrebbero passato ancora diversi minuti insieme, finalmente, ma non aveva intenzione di rivelarle il fatto di essere al corrente della sua separazione da Vergil. L'avrebbe messa in imbarazzo ulteriore e in tal caso non positivo, quindi non aveva motivo di esporsi troppo, non adesso.

Ci sediamo in un punto appartato?
Va' pure avanti...


Quella fu la prima volta che sfruttò una scusa stupida per poter guardare il fondoschiena ad una ragazza, infatti fece in modo che lei andasse avanti per poterle guardare il sedere, già, che cosa assurda. Come poteva immaginare, anche quella parte del corpo di lei era ulteriormente migliorata, rassodandosi, prendendo più forma ed appetibilità. Incredibile cosa non facessero pochi mesi di lontananza. Attese che si sedesse, poi fece lo stesso.

Il proprietario ti ha salutata, vieni spesso qui?
Sei vestita molto bene, questo abbigliamento ti dona.


Si leccò le labbra senza nemmeno accorgersene, guardandola dritto negli occhi. Il respiro era calmo ma non si poteva dire lo stesso del suo animo.
Il cuore di lei batteva fortissimo, lo sentiva distintamente ed era un suono meraviglioso che gli era mancata nemmeno poteva immaginare quanto.
Trascorsero cinque minuti scarsi e subito una cameriera li raggiunse per prendere ordinazioni, una cameriera che lo guardò affascinata.

Cosa...
... Cosa vi... vi porto ragazzi?
Ehm, Ariel, per te il solito?


Un tramezzino tonno e pomodoro.
Poi una Pepsi Light, la ringrazio.


Si appuntò velocemente tutte quante le scelte, lanciando un'ultima occhiata abbastanza eloquente a Zephyr prima di allontanarsi ed andarsi ad occupare di preparare lo spuntino di metà mattinata richiesto. Kenway non parve per nulla interessato allo sguardo della cameriera, anzi, sembrava quasi non ci avesse fatto caso, infatti non smetteva mai di fornire attenzione solo ed esclusivamente a lei, la sua colombiana.

Allora... che novità racconti?
Non ti sei fatta più vedere ad Hogwarts.
[/newsgoth]
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Messaggioda Ariel » 09/06/2014, 14:42

[tahoma]Forse si sono ravvivati non appena ti hanno potuta rivedere.

In quel preciso istante, Ariel pensò che se anche fossero passati anni ed anni prima di rivederlo, Zephyr sarebbe sempre riuscito a farla arrossire ed imbarazzare: quelle parole, infatti, fecero saltare un paio di battiti al suo cuoricino, in quel momento iperattivo, portarono le sue guance a tingersi di un rosso acceso, e le labbra ad incurvarsi in un piccolo sorriso lusingato, sorpreso, felice.
In realtà, rispetto a prima, ora certe sue affermazioni le facevano molto, molto più effetto, ma la colombiana - non immaginando quale fosse il reale motivo per quel particolare - attribuì la cosa al semplice fatto che, a differenza del passato, non c'era più l'ombra di Vergil ad incombere su di lei, su di loro: quando stava con Kenway, infatti, una parte del suo cuore non aveva mai smesso di domandarsi "E se?" facendole forse percepire di meno certi input da parte dell'allora Corvonero; ora, però, questa domanda non aveva più motivo di farsela, perché con Cartwright aveva provato evitando rimpianti futuri, e quindi magari si sentiva più libera di essere affascinata dai modi di fare del ragazzo dagli occhi rossi che le stava di fronte, e a cui la Jiménez chiese se volesse farle compagnia nel prendere qualcosa ad un bar vicino al parco, ammesso naturalmente che non avesse altro da fare di più importante.

Se anche avessi avuto qualche altro impegno, me lo sono dimenticato in questo istante.

Oh… ehm…

Mormorò Ariel, abbassando lo sguardo senza sapere come comportarsi: da un lato era felice, troppo felice che lui le avesse risposto in quel modo, perché era come se le stesse facendo capire indirettamente di essere ancora interessato a lei, ancora sensibile al suo fascino, magari desideroso di un riavvicinamento - non l'aveva mai visto come il tipico ragazzo che flirtava con una femmina tanto per farsi bello, o con intenti poco seri; dall'altro, invece, si chiedeva se fosse giusto, se non avesse dovuto allontanarsi da lui perché già una volta gli aveva fatto del male, e Zephyr non si meritava nulla di tutto questo.
Ma come poteva allontanarsi, quando ogni fibra del suo essere le stava urlando di perdersi nel rosso del suo sguardo?

… allora sei ancora più libero di accompagnarmi, suppongo…

Commentò infatti, con un sorriso timido ma felice.

Dai, fammi strada…
Ti spiace se offro io?


Se ti chiedessi di non farlo, mi daresti ascolto? - gli chiese di rimando, forse sinceramente curiosa di sapere chi avrebbe avuto la meglio in quel caso, se lo Zephyr galantuomo o quello che accoglieva le sue richieste - Comunque no, non mi dispiace… è bello essere viziata ancora da te.

Lo disse ben prima che il suo cervello potesse filtrare quelle parole, e quando si accorse che sarebbe stato davvero insensibile pronunciarle - perché era stata la volontà di lei a volere che ciò non accadesse più quando l'aveva lasciato - ormai era troppo tardi, ed erano già uscita dalla sua bocca, facendola diventare nuovamente un peperone.
Temeva di dargli l'impressione sbagliata, ma qual era quella giusta?
Era come essere dilaniata dal desiderio di qualcosa - di qualcuno - e la consapevolezza di non meritarselo: avrebbe voluto che Kenway capisse che effetto le stava facendo, e al tempo stesso temeva che lui lo comprendesse, perché era stata lei a lasciarlo, lei a ferirlo, lei a non volerlo più, quindi ora come poteva rivolerlo indietro?
Perché se c'erano dubbi sul fatto che era quello ciò che volesse, erano spariti non appena aveva incrociato i suoi occhi: pensava a lui fin da quando le cose con Vergil avevano cominciato ad andare male - anzi, a non andare, semplicemente - aveva pensato a lui ancora di più quando lei e Cartwright si erano lasciati del tutto, e non si era più avvicinata a nessun ragazzo, non ci aveva nemmeno provato perché era consapevole che nel suo cuore vi era ancora la traccia di quel Corvonero silenzioso che per primo l'aveva fatta sentire speciale; alla luce di tutto questo, chi mai avrebbe potuto volere accanto, se non lui?

Ci sediamo in un punto appartato?
Va' pure avanti...


Si era così tanto concentrata su quei pensieri da non rendersi conto di aver camminato in silenzio per tutto il tragitto fino al bar, e di esservi anche entrata con Zephyr: sobbalzò leggermente quando la voce di lui s'insinuò nella sua mente, portandola ad annuire in maniera veloce per precederlo, e scegliere un tavolo lontano dagli altri già occupati dopo aver salutato di rimando il proprietario - ovviamente mai le sarebbe passato per la testa che Kenway volesse guardarle il sedere.

Il proprietario ti ha salutata, vieni spesso qui?

Praticamente tutti i giorni! - confermò lei, sedendosi per prima sulla panca lunga e spaziosa - Quando ci sono stati molti clienti è capitato che dessi una mano come cameriera, o che cantassi per intrattenerli: per questo, Jackson ha deciso di sdebitarsi facendomi pagare una sterlina sola ogni volta che consumo qualcosa qui, indipendentemente da quello che mangio… - che poi si limitasse a succo d'arancia e brioche era un altro discorso, ma le sembrava una questione di correttezza verso quel babbano fin troppo gentile con lei - e così è diventato un po' il mio punto di ritrovo!

Sei vestita molto bene, questo abbigliamento ti dona.

Ah… grazie…

Abbassò il capo, arrossendo, lusingata: sapeva che il suo corpo era cambiato nel tempo, facendosi più appetibile, ma non immaginava di essere tanto bella quanto, in realtà, era; senza contare che comunque Zephyr l'aveva sempre riempita di complimenti, in ogni circostanza, in ogni occasione.

Cosa...
... Cosa vi... vi porto ragazzi?


Un tramezzino tonno e pomodoro.
Poi una Pepsi Light, la ringrazio.


Ehm, Ariel, per te il solito?

Sì, grazie Mindy!

Non biasimava la cameriera per aver praticamente sbavato su Zephyr, ma la colpì molto - positivamente - il fatto che lui in pratica non l'avesse nemmeno guardata, rimanendo al contrario concentrato solo su di lei come se Ariel fosse l'unica ragazza presente, l'unica che gli interessasse.
Era davvero ancora così?

Allora... che novità racconti?
Non ti sei fatta più vedere ad Hogwarts.


No, è vero… - ammise Ariel, con un sospiro leggero - È solo che mi sto concentrando molto sulla mia carriera: sono riuscita ad incontrare Lyra Bennet, e lei mi ha dato dei consigli davvero preziosi, primo tra tutti quello di incidere un demo da presentare in giro, per far conoscere le mie potenzialità… ma è un passo costoso, per me, per questo faccio il giro dei locali di Londra e vedo dove e se mi viene data la possibilità di cantare per qualche soldo: così guadagno e al tempo stesso mi faccio conoscere dal pubblico!

E soprattutto faceva un ultimissimo esercizio consigliatole sia dalla cantante che dalla sua ex Coordinatrice, Monique Vireau: cantare di fronte ad un pubblico e vincere la paura e la timidezza, che spesso erano i motivi di una resa minore rispetto a quella che la colombiana avrebbe potuto dare.

… inoltre ora ho meno motivi di prima di venire a scuola… - aggiunse, abbassando gli occhi con aria imbarazzata, ma non triste o sofferente - Io e Vergil ci siamo lasciati.

Nessun tentennamento nella voce né dolore nello sguardo che tornò su Zephyr, solo una placida consapevolezza che indicava come, in fondo, ormai quel capitolo della sua vita fosse stato superato - per quanto comunque non le andasse di parlarne approfonditamente, particolare che si evinse dal suo cambio di argomento successivo, non repentino ed improvviso ma comunque veloce.

Tu, invece?
Sei sempre assistente della professoressa Samyliak?
[/tahoma]
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Ariel
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Messaggioda Zephyr » 09/06/2014, 21:18

[newsgoth]
Se ti chiedessi di non farlo, mi daresti ascolto?

Soltanto previo valida motivazione.

Comunque no, non mi dispiace… è bello essere viziata ancora da te.

E allora perché non hai lasciato che continuassi a farlo?


Sapeva che non aveva il diritto di chiederlo, perché in passato era stato una persona ben diversa da quella attuale, ma ugualmente lo faceva soffrire ancora ripensare a quando lei aveva interrotto bruscamente la loro relazione per avvicinarsi al docente di Volo, inseguendo un semplice "E se?".
Non la biasimava, forse perché ne era innamorato, forse perché a volte i dubbi erano in grado di far fare moltissime stupidaggini (lui ne sapeva qualcosa), però non riuscì a risponderle in modo dolce, non in quell'istante, riuscendo appena a coprire il silenzio creatosi con un debole sorriso, aspettando che la colombiana facesse strada e lo accompagnasse fino al locale dove si andarono a sedere appartandosi rispetto al resto della gente.
Come aveva fatto Vergil a non prendersi totalmente di lei? Cosa aveva che non andava? Era bellissima, dolce, sensuale, intelligente e talentuosa.
Se lo stava domandando già da diversi minuti, Zephyr Kenway, mentre occupava il tempo chiedendole informazioni maggiori sul suo rapporto con quel posto e con il proprietario, per quanto già sapesse tutto quanto benissimo grazie a Melia, la sua fida complice.

Quando ci sono stati molti clienti è capitato che dessi una mano come cameriera, o che cantassi per intrattenerli: per questo, Jackson ha deciso di sdebitarsi facendomi pagare una sterlina sola ogni volta che consumo qualcosa qui, indipendentemente da quello che mangio… e così è diventato un po' il mio punto di ritrovo!

Ti sei emancipata ed hai cominciato a prendere la vita con due mani... mi fa piacere.


Perché forse quello era l'unico vero limite e difetto di Ariel: il timore di gettarsi nella mischia, la paura di non farcela, l'ansia da prestazione.
Dopo l'ottima performance nella sfida contro la Cyprus (una sconfitta, si, ma che fece sudare tantissimo la sua avversaria Barbara), la Jiménez aveva raccolto moltissime forze dandosi da fare affinché il mondo non le salisse sopra e la riducesse in frantumi. Forse quel coraggio le era nato grazie all'aiuto di Zephyr e magari anche del Cartwright, non era detto, ma comunque a prescindere da tutto era maturata tantissimo.
Arrivata la cameriera, si occuparono entrambi di fare delle ordinazioni e per tutto il tempo il ragazzo non fece altro che guardare negli occhi la ex Grifondoro, dimostrandole che non le interessava nessun altro che lei, suscitando probabilmente un bel moto di compiacimento nella ragazza.
Una volta andata via Mindy, si passò a parlare della prolungata assenza di Ariel da Hogwarts, seguita dalla rivelazione "shock" riguardo la conclusione del suo rapporto con Vergil.

No, è vero… È solo che mi sto concentrando molto sulla mia carriera: sono riuscita ad incontrare Lyra Bennet, e lei mi ha dato dei consigli davvero preziosi, primo tra tutti quello di incidere un demo da presentare in giro, per far conoscere le mie potenzialità… ma è un passo costoso, per me, per questo faccio il giro dei locali di Londra e vedo dove e se mi viene data la possibilità di cantare per qualche soldo: così guadagno e al tempo stesso mi faccio conoscere dal pubblico!

Che ne diresti di... beh, cantare qualcosa insieme una volta?
E' tanto che non capita.


… inoltre ora ho meno motivi di prima di venire a scuola… Io e Vergil ci siamo lasciati.

... Capisco...

Tu, invece?
Sei sempre assistente della professoressa Samyliak?


Prima che risponda, dimmi una cosa: ti ha sempre trattata bene?
Voglio sapere solo questo, poi se vorrai rimandare altre spiegazioni più avanti o a mai più, lo accetterò.


Nei suoi occhi esisteva un desiderio unico e impossibile da non realizzare: garantirgli che l'ex fidanzato non l'avesse fatta soffrire mai e in alcun modo, non volontariamente almeno. Perché se fosse stato il contrario, Zephyr avrebbe fatto di tutto per rendergli la vita un inferno, a costo di chiedere per la prima volta alla migliore amica e amante di far del male con il suo potere a qualcuno, la prima volta per lui, si intende.
Passata quella fase di spiegazioni che probabilmente non durò moltissimo, Kenway era quindi libero di ritornare a parlare d'altro e raccontare come invece stava passando lui la sua esistenza e quale rapporto esistesse ancora con la professoressa di Divinazione.
Avrebbe voluto prenderle la mano, ma non sapeva quanto a lei sarebbe andato, quanto a lei l'avrebbe messa in imbarazzo, quindi si frenò, aiutato anche dal fatto che poco dopo giunse la cameriera con il cibo che, posati i piatti sul tavolo, li lasciò quasi immediatamente soli.

Tornando a me, sono ancora Assistente della professoressa Samyliak.
Non intendo abbandonare presto quel posto in quanto credo abbia ancora tante cose da potermi insegnare.
Non mi riferisco solo alle tecniche in sé per sé quanto le modalità per affrontare il lavoro e svolgere una carriera come quella del Divinante.
Nel frattempo ho inviato una domanda di iscrizione ad un corso di MediMagia presso l'ospedale pubblico di Reykjavík e un curriculum vitae al Ministero della Magia che ha aperto le ammissioni al corpo delle Spie.
Credo che per quanto mi riguarda sia proprio tutto...


Naturalmente il discorso "Lestat", "Suicidio" e "Acuan" non potevano essere contemplati nell'aggiornamento globale.
Bevve un sorso di Pepsi Light, dimenticandosi che forse per Ariel sentirlo parlare e fare tutto quel lungo discorso prolisso potesse essere sconcertante. Melia ci aveva messo all'incirca due mesi per abituarcisi e lo frequentava di continuo.
Il tramezzino comunque aveva un bellissimo aspetto e sembrava non esser stato farcito con avarizia, per questo dopo aver dato un morso alla parte angolare di esso, Zephyr lo avvicinò alla colombiana, chiedendole implicitamente se volesse assaggiare.

Mh?
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Messaggioda Ariel » 09/06/2014, 22:06

[tahoma]La confondeva, la affascinava, la intrigava, la irretiva.
Zephyr Kenway era capace di fare tutto questo solo con uno sguardo, nonostante fosse passato tanto tempo, nonostante lei fosse stata con un altro… nonostante l'avesse lasciato.
Eppure quel cuore che si era volontariamente allontanato da lui, ora sembrava voler tornare prepotentemente tra le sue braccia, e non andarsene più, lasciandola spaesata, confusa più di prima perché non sapeva se fosse il caso o meno di provare certe cose, se dovesse sentirsi in colpa o meno.
Doveva?
Avrebbe tanto voluto avere qualcuno a cui chiederlo.

Ti sei emancipata ed hai cominciato a prendere la vita con due mani... mi fa piacere.

Ancora una volta non si era nemmeno resa conto di aver parlato, di avergli risposto, persa nei suoi ragionamenti: fu la voce di lui a riportarla nuovamente coi piedi per terra, facendola imbarazzare e sorridere al tempo stesso; sì, rispetto al passato stava cominciando a darsi una mossa, a cercare di ottenere ciò che voleva col lavoro, provando ogni giorno, e non aspettando speranzosa che qualcosa accadesse.
Si metteva in gioco, ed era grazie a tutte le persone che le erano state vicine - Zephyr compreso, dunque - se questo era stato possibile.

Che ne diresti di... beh, cantare qualcosa insieme una volta?
E' tanto che non capita.


Davvero ti andrebbe di cantare insieme?
Io... ne sarei davvero felice, Zephyr, davvero tanto.


Ammise l'ex Grifondoro con un sorriso sinceramente felice, il cuore che le batteva forte e gli occhi luminosi, accesi, raggianti; proseguì nel discorso, e gli raccontò dunque di cosa le fosse successo ultimamente, dei suoi progetti, ed infine del fatto che se non tornava ad Hogwarts era perché non ne aveva più motivo, visto che lei e Vergil si erano lasciati - argomento del quale non aveva molto piacere di parlare, in realtà.

Prima che risponda, dimmi una cosa: ti ha sempre trattata bene?
Voglio sapere solo questo, poi se vorrai rimandare altre spiegazioni più avanti o a mai più, lo accetterò.


Oh… certo, sì, Vergil è sempre stato fantastico con me, davvero!

Esclamò sinceramente Ariel, annuendo con convinzione: non poteva proprio lamentarsi di lui come fidanzato, al massimo prendere atto della sua incapacità d'innamorarsi di lei, ma quella era una condizione del cuore su cui non si poteva proprio fare nulla, e che sarebbe stato stupido recriminargli.
Gli fece un piccolo sorriso, per tranquillizzarlo ulteriormente, e gli chiese poi di lui, delle novità sul suo conto: si portò poi il bicchiere col succo d'arancia alle labbra, ma non riuscì a berlo perché non appena Kenway aprì bocca la lasciò totalmente senza fiato.

Tornando a me, sono ancora Assistente della professoressa Samyliak.
Non intendo abbandonare presto quel posto in quanto credo abbia ancora tante cose da potermi insegnare.
Non mi riferisco solo alle tecniche in sé per sé quanto le modalità per affrontare il lavoro e svolgere una carriera come quella del Divinante.
Nel frattempo ho inviato una domanda di iscrizione ad un corso di MediMagia presso l'ospedale pubblico di Reykjavík e un curriculum vitae al Ministero della Magia che ha aperto le ammissioni al corpo delle Spie.
Credo che per quanto mi riguarda sia proprio tutto…


Lo fissò piuttosto incredula, stranita, sbattendo le palpebre mentre lui dava un morso al tramezzino e poi glielo allungava, invitandola così ad assaggiarlo.

Mh?

Ah… n-no, grazie…

Mormorò lei, scuotendo leggermente la testa prima di guardarlo ancora, schiarirsi la voce e bere un sorso di succo, quasi preparandosi mentalmente a parlare.

Zephyr… - lo chiamò infatti, titubante - … non hai mai parlato così tanto.
Sei… sei davvero cambiato molto anche tu.


Ma subito dopo aver pronunciato quelle parole sorrise, come a fargli capire che per lei era un cambiamento in positivo, non certo in senso negativo o dispregiativo.

È bello sentirti parlare così a lungo, è un modo molto più semplice per conoscerti… forse ora non dovrò più diventare matta per cercare di capire cosa stai pensando!

Esclamò sorridente, prima di rendersi conto del senso implicito delle sue parole.

Cioè… nel senso… se ci rivedessimo altre volte, a parte questa… se… se ti andasse, ecco, e volessimo uscire ancora… uscire nel senso di passare del tempo insieme, e…

Si fermò e preferì dare un morso al proprio croissant, nervosa: non riusciva proprio a dirglielo, a dirgli che le era mancato, che voleva rivederlo, che voleva… già, che voleva?
Tornare con lui, al 99.9%: ma che diritto aveva, come diavolo poteva desiderare qualcosa del genere? Certo, ormai non stava più con Vergil da mesi, ma l'aveva mollato proprio per l'ex Tassorosso, ed ora… ora lo rivoleva?

… sono una persona orribile…

Mormorò con un filo di voce impercettibile Ariel.
Impercettibile per chiunque, ovviamente… ma non per lui.[/tahoma]
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Messaggioda Zephyr » 10/06/2014, 22:28

[newsgoth]
Davvero ti andrebbe di cantare insieme?
Io... ne sarei davvero felice, Zephyr, davvero tanto.


Non credo di raggiungere il tuo livello, ormai, però sarebbe interessante mostrarti i miei progressi.


Sorrise appena, ipotizzando che ormai la tecnica e le capacità della ragazza superassero ampiamente quelle di qualunque altro membro del coro attualmente ad Hogwarts. D'altronde se aveva colto l'attenzione di una cantante professionista come Lyra Bennet, evidentemente doveva aver visto qualcosa in Ariel di molto speciale, tale da permetterle un giorno di diventare famosa e far ascoltare il suo sound in tutto il Mondo Magico.
Adesso che ci pensava, comunque, sarebbe dovuto passare un giorno anche la dalla Vice Preside Vireau a ringraziarla per averlo instradato nel magico universo della musica. In fondo, anche quel contributo aveva dato modo al ragazzo di prendere più tempo prima dell'estremo gesto, permettendo così a Lestat di incontrarlo e frenare l'inevitabile. Forse Monique non avrebbe mai potuto davvero capire il valore avuto per Zephyr, ma bastava che accettasse il suo ringraziamento sentito e sarebbe comunque stato contento così.
Andarono avanti, parlando della relazione interrotta con Vergil, motivo per il quale la Jiménez non si era fatta più vedere a scuola, ma prima di superarlo ed andare oltre, al Prefetto Corvonero premeva una verità importantissima che la colombiana decise di non negargli.

Oh… certo, sì, Vergil è sempre stato fantastico con me, davvero!

... D'accordo.


Era quasi sicuro anche lui che il professore di Volo non fosse una brutta persona, anzi, lo reputava un ragazzo positivo e buono, ma quando si trattava di Ariel, Zephyr preferiva sempre mettere le mani avanti a prescindere da chiunque fosse messo in discussione.
La sicurezza che la ragazza non aveva subito sofferenze volute da parte dell'insegnante furono per il Kenway motivo di tranquillità, infatti seppur inizialmente i suoi occhi mostravano una luce piuttosto apprensiva e rabbiosa, subito dopo tornarono calmi e placidi, forse inquietanti come sempre, ma comunque non spaventosi per Ariel, lei che invece li aveva sempre giudicati bellissimi, espressivi e per nulla motivo di terrore.
Non volle farle altre domande sull'argomento, preferendo concentrarsi nel raccontarle per filo e per segno i suoi progressi nella vita degli ultimi tempi, non accorgendosi minimamente di aver parlato molto, forse troppo, per la normale idea che aveva la Jiménez della sua persona.
Dovette comunque capire che qualcosa non andava quando le avvicinò il tramezzino chiedendole se volesse un assaggio e in risposta trovò una ragazza sconcertata, ad occhi appena spalancati e il respiro mozzato in gola per lo stupore.

Zephyr… non hai mai parlato così tanto.
Sei… sei davvero cambiato molto anche tu.


Non in tutto...


Forse riferendosi ai suoi sentimenti per lei.

È bello sentirti parlare così a lungo, è un modo molto più semplice per conoscerti… forse ora non dovrò più diventare matta per cercare di capire cosa stai pensando!

...

Cioè… nel senso… se ci rivedessimo altre volte, a parte questa… se… se ti andasse, ecco, e volessimo uscire ancora… uscire nel senso di passare del tempo insieme, e… sono una persona orribile…


Una persona orribile.
Lei si stava definendo una persona orribile.
Quanto spesso aveva sentito quelle parole da Melia, riferendosi a lei.
In più di una occasione la Herbert l'aveva incolpata, giudicandola una stupida, una egoista.
Adesso che anche Ariel stava facendo lo stesso, Zephyr si trovò ancora più d'accordo con le sue idee del passato, ovvero che ella non aveva colpe.
Probabilmente era anche l'amore e fargli pensare così, ma non poteva biasimarla per aver inseguito un sogno, per aver inseguito un sentimento nato e radicato dopo anni ed anni, sacrificando tutto, anche lui, pur di capire dove ciò l'avrebbe portata.
Errare è umano, il mezzo-vampiro lo sapeva perfettamente: lui addirittura aveva cercato di ammazzarsi senza dire niente all'unica persona che in quel periodo desiderava stargli accanto perché si trovava bene con lui, perché lo amava e sperava che gli passasse la tristezza.
Melia l'avrebbe potuto odiare per sempre per aver soltanto pensato di morire lasciandola da sola (si con Dylan, ma senza Zephyr) eppure gli aveva regalato il perdono quasi subito, un perdono che fece riflettere moltissimo il ragazzo e gli fece capire quanto a volte fosse indispensabile mettersi nei panni dell'altro per comprendere pienamente la ragione di un gesto, il motivo di un comportamento.
La sua mente era in grado di elaborare ragionamenti complessi all'ennesima potenza, in questo rientrava anche la capacità di razionalizzare per non dare eccessivo spazio all'impulso, agli istinti, supportato anche dal ghiaccio che forte e gelido gli cresceva nell'anima.
La guardava negli occhi e non poteva far altro che sospirare.
La guardava con l'espressione triste ed affranta e non voleva altro che vederla di nuovo sorridere.
Melia lo aveva perdonato perché sarebbe morta lei al posto suo.
Zephyr avrebbe perdonato Ariel esattamente per lo stesso identico motivo.

... Ariel...


Le mani si avvicinarono a quelle della colombiana, provando a prenderle, e fu subito un brivido meravigliosamente dolce e avvolgente.

No me importa lo que pasó antes.
No me importa lo que te trajo aquí.
No me importa que el sol, la luna, las estrellas.
Yo no me preocupo por el destino de los acontecimientos y el futuro.
... Me importa sólo tú y nada más ...


Non mi importa cosa è successo prima.
Non mi importa cosa ti ha portata qui.
Non mi importa del sole, della luna, delle stelle.
Non mi importa del destino, degli eventi e del futuro.
... A me importa solo di te e di nient'altro...


Si alzò in piedi, avvicinandosi a lei, non azzardandosi a lasciarle le mani, invitandola a fare lo stesso, a trovarsi di fronte a lui, occhi negli occhi.

Te amo como una flor ama el rocío de la mañana ...
Te amo como un niño que ama a su primer cachorro ...
Te quiero como el amor ama el perdón ...
... Y si tuviera que esperar una eternidad para que se sienta lo mismo por mí ... entonces será el momento en que el cese permanente de existir, porque no van a descansar hasta que su corazón no está protegido a salvo en mis manos ...


Ti amo come il fiore ama la rugiada del mattino...
Ti amo come un bambino che ama il suo primo cucciolo...
Ti amo come l'amore adora il perdono...
... E se dovessi aspettare l'eternità perché tu possa provare lo stesso per me... allora sarà la volta che il perpetuo smetterà di esistere, perché non avrò pace fino a quando il tuo cuore non sarà protetto al sicuro tra le mie mani...


E se lei non l'avesse fermato, allora si sarebbe abbassato sulla colombiana per appoggiare le proprie labbra sulle sue.[/newsgoth]
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Messaggioda Ariel » 11/06/2014, 20:51

[tahoma]Non credo di raggiungere il tuo livello, ormai, però sarebbe interessante mostrarti i miei progressi.

Io invece scommetto che sei molto, molto più bravo dell'ultima volta che ti ho sentito cantare… - commentò Ariel, scuotendo appena il capo prima di sorridergli dolcemente - E poi canteremo insieme, già questa è una cosa bellissima!

Aggiunse in un'esclamazione sentita, sincera: già di suo adorava cantare, figuriamoci se poteva farlo con Zephyr! Il piacere sarebbe stato a dir poco triplicato, e poi era piuttosto curiosa ed in ansia non solo all'idea di ascoltare la sua voce, ma pensando al fatto che anche Kenway avrebbe ascoltato la sua; gli sarebbe piaciuta come allora, forse anche di più?
Si sarebbe accorto dei suoi progressi, dei suoi miglioramenti, oppure l'avrebbe trovata sempre uguale? Teneva molto al suo giudizio, era stato così fin da quando aveva cominciato a conoscerlo meglio, e per questo l'ansia da prestazione aumentava esponenzialmente.
Tuttavia, Ariel s'impose di stare tranquilla, perché il Prefetto Corvonero era sempre stato dolce, gentile e premuroso con lei, aveva sempre cercato di spronarla a dare il meglio e a migliorarsi senza buttarla giù, ma dimostrandosi al contrario intenzionato ad aiutarla e proteggerla in ogni modo, anche da se stessa… e dagli altri ovviamente, come quando le chiese se Vergil le avesse mai fatto del male: per fortuna del professore di Volo - perché se Melia si fosse messa all'opera sotto richiesta di Zephyr, sarebbero stati guai - la Jiménez non aveva nulla di cui lamentarsi sulla sua persona o su come l'avesse trattata, quindi la risposta fu veloce ed immediata.
Chi invece si dilungò nel parlare fu proprio Kenway, che lasciò basita l'ex Grifondoro: incapace di credere a ciò che aveva appena udito, a quel fiume di parole così normale e spontaneo, l'aspirante cantante non si rese nemmeno conto di cosa stesse dicendo, iniziando a dar fiato ai pensieri prima di tornare coi piedi per terra, vergognarsi e balbettare qualcosa d'incomprensibile.
Si sentiva uno schifo, perché gli stava praticamente facendo presente come avrebbe voluto rivederlo, uscire ancora con lui dopo tutto ciò che gli aveva fatto, dopo tutto il male che gli aveva inflitto: ma che razza di persona orribile ed egoista era? Come poteva desiderare, sperare una cosa del genere?
Abbassò il capo e sospirò, le guance ormai in fiamme, incapace di dire ed aggiungere altro - e forse, visti i risultati, era meglio così, cercando al contempo di riordinare le idee per scusarsi nel modo più sincero ed umile possibile… quando la voce di Zephyr la raggiunse, e con esso il tocco delle mani di lui sulle proprie.

... Ariel...

Anche lei sentì un brivido caldo scivolarle giù per la schiena, facendola sospirare: alzò gli occhi su di lui, posando le iridi color smeraldo in quelle rosso intenso dell'altro, e non provò nemmeno a spostare le mani… stavano troppo bene tra le sue.

No me importa lo que pasó antes.
No me importa lo que te trajo aquí.
No me importa que el sol, la luna, las estrellas.
Yo no me preocupo por el destino de los acontecimientos y el futuro.


Spagnolo.
Le stava parlando in spagnolo.
Non era mai successo prima, non era mai capitato che parlassero nella lingua comune ad entrambi.
Perché ora, perché lì?
Domande a cui non sapeva darsi risposta, domande che forse al momento non erano nemmeno importanti, perché non era tanto la lingua da lui pronunciata - per quanto le facesse effetto - bensì il contenuto delle sue parole, ad interessarla.

... Me importa sólo tú y nada más …

Sentì le lacrime che già si accumulavano negli occhi, rendendoli lucidi, mentre si alzava in piedi sotto invito del ragazzo, già eretto a sua volta; il cuore, oh, quello batteva ad un ritmo tutto suo, e nemmeno se qualcuno le avesse infilato una mano nel petto e glielo avesse stretto sarebbe riuscito a frenarne quel movimento frenetico ed incontrollato.

Te amo como una flor ama el rocío de la mañana ...
Te amo como un niño que ama a su primer cachorro ...
Te quiero como el amor ama el perdón


Come l'amore ama il perdono…
La perdonava.
E l'amava.
Zephyr l'amava ancora, dopo tutto quel tempo, dopo tutto ciò che era successo.
L'amava.

... Y si tuviera que esperar una eternidad para que se sienta lo mismo por mí ... entonces será el momento en que el cese permanente de existir, porque no van a descansar hasta que su corazón no está protegido a salvo en mis manos ...

Lo vide muoversi al rallentatore, abbassarsi su di lei, e se anche ebbe tutto il tempo di capire cosa volesse fare, Ariel non si sarebbe spostata mai, per nulla al mondo: quando le sue labbra sfiorarono quelle di Zephyr, fu come se il velo opaco di fronte ai suoi occhi si fosse appena dissolto, facendole capire qualcosa che in realtà era ovvio.
Aveva sempre cercato la persona giusta per lei, il ragazzo che la guardasse come fosse unica, speciale, che l'amasse in modo totalitario: aveva passato anni a correre dietro a Vergil Cartwright, e se anche era stata con un altro, alla fine era tornata dall'ex Tassorosso convinta che fosse lui quella persona… ed invece ce l'aveva sempre avuta accanto, fin dal primo cioccolatino che le aveva regalato.
Zephyr era sempre stato lì.
Era lui.
Sentì una lacrima che, attraverso le palpebre chiuse, le rigava la guancia, ma non se ne curò, così come non diede alcun peso al fatto che praticamente tutto il bar li stava guardando: lei aveva gli occhi serrati, le mani sul suo petto, e le labbra che lente e dolci si muovevano su quelle del ragazzo per cui il suo cuore batteva, che ora poteva vedere per la prima volta senza filtri, senza lo spettro del rimpianto e del "e se?", e che di conseguenza ora già sentiva di poter amare.

Mi dispiace…

Sussurrò non appena si staccarono quel tanto che bastava per poter parlare, aprendo gli occhi lucidi e posandoli su quelli di lui, cercando di controllare il tremito della voce.

… non avrei mai voluto farti soffrire, Zephyr, anche se so di averlo fatto egoisticamente.
Ma non volevo passare tutta la vita a rimpiangere qualcosa, io… volevo essere sicura.


Sì, l'aveva fatto per egoismo e lo ammetteva, perché così era stato… ma aveva avuto bisogno di capire, aveva sentito dentro di sé quella necessità impellente ed impossibile da ignorare: a costo di perdere l'ex Corvonero, doveva dare al suo primo amore una possibilità, perché se non l'avesse fatto se ne sarebbe pentito per il resto della vita.
E così aveva fatto, seguendo l'istinto anche se non era andata bene… ed ora era lì, a guardare Zephyr negli occhi, piangendo di dolore per quanto l'aveva fatto soffrire, e di gioia per averlo ritrovato.

… ora lo sono.

Concluse, tirando su col naso, incapace di dire altro al momento e desiderando solo di essere abbracciata da lui, stretta forte tra le sue braccia e zittita, magari con un altro bacio: no, probabilmente non c'era nient'altro che avrebbe potuto desiderare di più al mondo.[/tahoma]
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Data Utente Tipo Dado Risultato  
2016-03-19 00:16:30 Caroline Priscilla d20 9  
2015-09-01 23:18:40 Charlotte d100 19  
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