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Centro città

Messaggioda Sandyon » 21/04/2014, 16:48

La tensione mostrata da Ariel, la quale è ancora molto inesperta come futura cantante professionista, potrebbe giocare un ruolo di sfavore nei confronti della sua esibizione davanti a Lyra Bennet, vediamo meglio come:

Prima di dedicarsi al canto, la colombiana deve tirare un d20 e sommare il risultato alla Concentrazione, poi si regolerà in tal modo:

Tra 15 e 20 ---> Lo stato di tensione porta Ariel ad avere un malus di -5 a T/A e C/A
Tra 21 e 25 ---> Lo stato di tensione porta Ariel ad avere un malus di -4 a T/A e C/A
Tra 26 e 30 ---> Lo stato di tensione porta Ariel ad avere un malus di -3 a T/A e C/A
Tra 31 e 34 ---> Lo stato di tensione porta Ariel ad avere un malus di -2 a T/A e C/A

Di seguito, passando alla esibizione vera e propria, Ariel dovrà fare due tiri di d12 e sommare ad essi T/A e all'altro C/A.
Il motivo del d12 è che essendo ancora inesperta non sa esprimere al top le sue capacità senza una adeguata preparazione.
Dal risultato totale dovrà togliere il malus dato dalla tensione dopo di che semplicemente, lascio che la player si regoli di conseguenza senza darle indicazioni, sicuro che saprà essere onesta e precisa nel descrivere la resa finale del brano in base ai punteggi ottenuti.

Buon gioco.

Spoiler:
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Messaggioda Ariel » 21/04/2014, 21:48

[tahoma]E lo stai affrontando con lo spirito giusto!

Sorrise per quell'affermazione, compiaciuta ed imbarazzata al tempo stesso per le parole della cantante che, per Ariel, rappresentava un esempio vero e proprio: lei era riuscita ad affermarsi nel panorama musicale da sola, ed era esattamente ciò che anche l'ex Grifondoro avrebbe tanto voluto… diventare una cantante famosa e conosciuta quanto Lyra, in grado di emozionare le persone grazie alla propria voce.
Inoltre, scrivendo lei stessa i suoi testi, avrebbe tanto voluto condividere parte della sua anima col pubblico, un giorno, e sperare ovviamente in una sua risposta positiva, un po' come succedeva per i concerti della Bennet dove le persone, i fans, ridevano e piangevano con lei, sulla scia delle sue emozioni.
La colombiana, però, era solo all'inizio del proprio cammino, e a dire il vero non sapeva nemmeno da che parte cominciare: in quel senso fu proprio una fortuna, per lei, che la giovane ed elegante donna accanto a sé avesse deciso d'interessarsi tanto al suo futuro, altrimenti Ariel aveva come l'impressione che i suoi sogni sarebbero rimasti tali per sempre.
Tuttavia non sembrava esser partita col piede giusto, o almeno fu questo ciò che la ragazza pensò quando, rispondendo alla domanda di Lyra sul manager musicale, notò come l'espressione della cantante farsi riflessiva ed alquanto preoccupata, segno che le parole dell'altra non l'avevano soddisfatta affatto.

Andrebbe bene se fosse seguito da una persona che può insegnargli il mestiere e dargli qualche dritta utile.

Annuì, abbassando lo sguardo con aria pensierosa e tesa: lei non conosceva nessun manager che potesse insegnare a Calvin il mestiere, ed era anche abbastanza convinta che il ragazzo stesso non sapesse, in quel senso, a chi rivolgersi… ma allora avrebbe dovuto rinunciare al proprio sogno, o magari cambiare manager e dare un dispiacere all'amico di Vergil - ed ormai anche proprio?

...Facciamo così: chiederò al mio manager di istruire i tuoi amici e di...aiutarli in caso di bisogno.
In fondo è giusto che anche i giovani abbiano le stesse possibilità dei veterani no?


Alzò di scatto la testa, puntando i suoi occhi su Lyra con un'espressione sorpresa e del tutto riconoscente sul viso: non ci poteva credere, Lyra Bennet le stava davvero "prestando" il suo storico manager affinché istruisse Calvin e lo rendesse in grado di accompagnarla nel - si sperava - suo percorso di crescita ed affermazione come cantante? Naturalmente non lo stava facendo in esclusiva per lei, perché nel corso del tempo era ipotizzabile che, se tutto fosse andato bene, il ragazzo ed il suo socio, Evan, avrebbero messo sotto contratto altri artisti, occupandosi di loro ed aiutandoli a raggiungere la fama e la realizzazione dei loro desideri… ma lei era la prima, la prima artista - sperando non fosse troppo audace definirsi così - che avevano per le mani, e forse sarebbe stato proprio grazie a lei che Owens avrebbe imparato il mestiere da un manager qualificato e di ampia esperienza.

Miss Lyra, io… io non so nemmeno come ringraziarla! - esclamò dunque, con palese entusiasmo - Lei è davvero troppo gentile, mi sta aiutando davvero tantissimo, e io sono… sono onorata e lusingata da tutto questo!
Grazie, davvero, grazie mille!


Quasi si sarebbe messa a piangere dalla gioia, se non fosse stato per la tensione che ancora provava e che quasi era palpabile, intorno a lei: nonostante avesse acquisito maggior sicurezza, ultimamente, non era ancora del tutto consapevole delle proprie capacità - non lo era affatto, in effetti - e l'aver perso la sfida contro Barbara, nello scontro tra i cori di Hogwarts e Cyprus, di sicuro non l'aveva aiutata ad aumentare la propria autostima.
Ciò nonostante, la ragazza si dimostrò previdente nell'aver portato un raccoglitore con i magispartiti delle canzoni che aveva scritto, ovviamente arrangiati solo con la base musicale e non già con la sua voce incisa sopra: in realtà era stata più volte tentata di lasciarli a casa, pensando che magari portarseli appresso avrebbe potuto anche essere un segno di cattivo auspicio - mai stata una persona scaramantica, ma la tensione e la paranoia influenzavano anche lei; alla fine, però, aveva optato per portarli con sé perché magari a Lyra sarebbe interessato darci un'occhiata, o perlomeno avrebbe potuto chiederle un parere professionale.
E per fortuna che non aveva dato retta al suo pessimismo…

Non farti pregare, Ariel!
Non hai da temere nulla, dimostri di essere una ragazza attenta e che ci tiene molto al proprio sogno…


Con le guance leggermente arrossate per quelle parole, la colombiana prese dunque dalla borsa il proprio raccoglitore - piuttosto spesso, in effetti, come se ne avesse scritte parecchie di canzoni - per passarlo alla cantante.

Posso?

Oh sì, naturalmente, prego!

Non poteva ancora crederci: se, un mese prima, le avessero detto che Lyra Bennet, la famosa cantante, avrebbe potuto mettersi a sfogliare le sue canzoni con espressione interessata… non ci avrebbe creduto.
E invece, ora che quella scena le si palesava di fronte, le risultava impossibile negarle la veridicità: ed era una sensazione stupenda e terrificante al tempo stesso, così intensa da lasciarla quasi confusa su come si dovesse realmente sentire.
Sentì Lyra pronunciare i titoli di alcune canzoni, forse quelle che più la incuriosivano, canzoni che la ragazza aveva scritto in momenti diversi della propria vita, a fronte di eventi molto differenti tra loro e con consapevolezza minore o maggiore a seconda del periodo: le prime canzoni rivelavano un'Ariel ancora piuttosto incantata e romantiche, mentre andando avanti nel tempo si potevano cogliere momenti ed istanti di realismo a volte più freddo o cinico, un disincantarsi dai sogni infantili che poi sfociava in una nuova grinta e considerazione di sé.
C'era tutta la sua vita, in quei testi, tutto ciò che aveva passato, affrontato, che l'aveva fatta sorridere e piangere, sentire felice e triste, che l'aveva fatta crescere e maturare… e per un secondo la Jiménez si chiese se la donna che aveva a poca distanza da sé sarebbe stata in grado di cogliere tutto ciò semplicemente sfogliando e leggendo parole e note su semplici pezzi di pergamena.

Suoni qualche strumento?

No, purtroppo… conosco alcune nozioni di pianoforte, ma nulla di più - rispose Ariel, sentendosi leggermente in imbarazzo - Tutte le basi che sente sono state gentilmente realizzate dai musicisti del coro di Hogwarts.

E non li avrebbe mai ringraziati abbastanza per questo, visto come si erano messi a sua disposizione senza mai chiederle o pretendere nulla in cambio, senza mai uno sbuffo, una parola od un'espressione di fastidio: erano stati degli angeli, li adorava per questo.
Continuò a fissarla, cercando di farlo perlomeno in modo discreto così da non farsi notare palesemente dalla donna e tentando al tempo stesso di capire cosa Lyra stesse pensando dei suoi testi, o se ce n'era uno in particolare che aveva scatenato la sua curiosità: la risposta non si fece attendere… anche se Ariel non avrebbe mai immaginato potesse essere tale.

Ariel cara, potresti eseguire questo brano per me, adesso?

Quasi sbiancò a quelle parole, e non per il brano che le aveva chiesto di cantare - l'aveva scritto lei, lo conosceva, lo sentiva dentro - ma proprio per la richiesta in sé che, non tanto per il tono ma per l'espressione della cantante, sembrava essere stata fatta con la sicurezza di non ricevere un rifiuto.
Si umettò le labbra secche, la colombiana, guardandosi un poco intorno perché, insomma, d'improvvisare un concerto all'aperto per più persone - domestici od eventuali ascoltatori esterni alla villa - non era esattamente ciò che aveva in programma.

Ecco… io…

Non temere: Lidya è all'interno della casa e non può sentirci e anche se ci troviamo in giardino, l'intera villa è insonorizzata.
Protezioni su protezioni contro i babbani o possibili intrusi.


Almeno nessuno l'avrebbe sentita cantare… ma se la sentiva davvero?
Cantare così, da un momento all'altro, di fronte ad un mito come Lyra Bennet - mito per lei, almeno… era davvero in grado di esibirsi senza alcuna preparazione?

Allora, te la senti?

Prese un bel respiro, socchiuse gli occhi, ed annuì lentamente: dopotutto, se davvero era quello il suo sogno ed era decisa a perseguirlo, doveva anche essere pronta a mettersi in gioco, e non aspettarsi che il mondo e le persone si muovessero coi suoi tempi.
Si pulì le labbra col tovagliolo, dunque, alzandosi in piedi per poi lisciarsi qualche piega immaginaria dei pantaloni e prendere dei lunghi respiri profondi, cercando di calmare la tensione che rischiava quasi di farle tremare le gambe: già sapeva l'ex Grifondoro, dentro di sé, che quello stato di irrequietezza non avrebbe giovato alla sua performance, anzi… ma visto che non riusciva proprio a rasserenarsi del tutto, doveva semplicemente cercare di fare del suo meglio non per impressionare Lyra, ma per essere certa di aver dato quanto poteva in quella esibizione inaspettata.

Quando vuole, miss Lyra… può far partire la musica…

Mormorò dunque, lasciando che fosse proprio la cantante a dare il via alla base: nessuna competizione, questa volta, nessun confronto con qualche altra cantante - o aspirante tale - per far vincere la propria scuola… solo lei, Lyra, ed una canzone che aveva scritto in un momento molto, molto particolare.



Sentì la musica entrarle nella mente e quasi scorrerle nelle vene, facendole nascere un sorriso leggero e spontaneo sulle labbra - quelle stesse che poco dopo si schiusero e diedero vita alla voce di Ariel, per il momento morbida ma decisa quanto lo sguardo che, lentamente, rivolse alla sua unica ascoltatrice mentre voltava il viso verso di lei.

Do you ever feel
Like a plastic bag
Drifting through the wind
Wanting to start again

Do you ever feel
Feel so paper-thin
Like a house of cards
One blow from caving in

Do you ever feel
Already buried deep
Six feet under
Screams but no one seems to hear a thing

Do you know that there's
Still a chance for you
'Cause there's a spark in you
You just gotta

Ignite the light
And let it shine
Just own the night
Like the Fourth of July


Il piede cominciò a battere il ritmo a tempo di musica, e le braccia si mossero, aprendosi ai lati del busto della ragazza mentre lasciava andare la voce che, una volta tanto, sapeva esattamente quali registri adottare e come giocare con le note per farle proprie.

'Cause baby, you're a firework
Come on show them what you're worth
Make them go, "Oh, oh, oh"
As you shoot across the sky

Baby, you're a firework
Come on let your colors burst
Make them go, "Oh, oh, oh"
You're gonna leave them all in awe


Ricordava ancora il giorno in cui l'aveva scritta, perché non era nemmeno passato troppo tempo: aveva appena perso contro Barbara, e si sentiva uno schifo, temeva di aver deluso il suo gruppo che, comunque, contava su di lei per portare un punto dalla loro ed avere la possibilità di battere la Cyprus; sentiva ancora la sensazione delle lacrime che le bruciavano gli occhi, e quella consapevolezza di non aver fatto abbastanza per arrivare dove avrebbe voluto.
Alzando lo sguardo sui suoi amici e compagni, era stato lo sguardo di Zephyr quello che aveva incrociato per primo, ed erano state le sue parole a colpirla: "Non hai nulla da rimproverarti. Semmai un giorno vi sfiderete ancora, le cose potrebbero essere diverse." … sì, ricordava ancora a memoria ogni sillaba da lui pronunciata perché, insomma… l'aveva lasciato, e lui nonostante questo le era stato vicino, l'aveva consolata - a modo suo, forse, ma l'ex Grifondoro sapeva ben leggere tra le righe di quelle poche frasi da lui pronunciate.
Kenway era riuscito a darle nuovamente la forza per sorridere, e per pensare che sì, non ce l'aveva fatta, ma questo non voleva certo significare che non fosse brava, o che dovesse sentirsi in colpa: aveva dato il meglio, e loro lo sapevano.
Lui lo sapeva.

You don't have to feel
Like a waste of space
You're original
Cannot be replaced

If you only knew
What the future holds
After a hurricane
Comes a rainbow

Maybe the reason why
All the doors are closed
So you could open one
That leads you to the perfect road

Like a lightning bolt
Your heart will glow
And when it's time you know
You just gotta

Ignite the light
And let it shine
Just own the night
Like the Fourth of July


Si sentiva più sicura, forse più libera di cantare il proprio pezzo senza esser ancora paralizzata dalla paura di fallire, di sbagliare: sorrideva persino, mentre cantava, muovendo qualche passo a destra e a sinistra come se stesse marcando lo spazio di un palco immaginario sul quale lei voleva stare ad ogni costo, perché era quello il suo futuro, il suo destino.
Gli occhi le brillavano come mai prima, scintillavano quasi nel loro verde smeraldo fatto di sogni, speranze, ma anche, in quel momento, voglia di continuare a cantar; il corpo si muoveva a tempo di musica, saltava persino per sottolineare la carica che la canzone, e la sua voce, avrebbero dovuto trasmettere.

'Cause baby, you're a firework
Come on show them what you're worth
Make them go, "Oh, oh, oh"
As you shoot across the sky

Baby, you're a firework
Come on let your colors burst
Make them go, "Oh, oh, oh"
You're gonna leave them all in awe

Boom, boom, boom
Even brighter than the moon, moon, moon
It's always been inside of you, you, you
And now it's time to let it through


Sentiva il cuore batterle forte dentro al petto, nemmeno stesse seguendo il ritmo della canzone in cui Ariel stava finendo di esibirsi in quel momento: non era quella che metteva più in risultato le sue doti, ma era anche vero che l'emozione provata in quel momento non sarebbe stata in grado di farla cantare qualcosa di più difficile vocalmente.
Non se la stava cavando male, comunque, soprattutto quando poco dopo tenne una nota piuttosto a lungo, rivelando solo una lieve incertezza nell'ultimo paio di secondi dell'acuto.

'Cause baby, you're a firework
Come on show them what you're worth
Make them go, "Oh, oh, oh"
As you shoot across the sky

Baby, you're a firework
Come on let your colors burst
Make them go, "Oh, oh, oh"
You're gonna leave them all in awe


Aveva quasi finito, le ultime battute anticipavano la fine della sua performance: com'era andata? Non ne aveva idea, ma essendosi divertita molto a cantare una canzone così carica di grinta e voglia di vivere sperava che un po' di quei sentimenti fossero arrivati anche a Lyra, e tanto sarebbe bastato.

Boom, boom, boom
Even brighter than the moon, moon, moon
Boom, boom, boom
Even brighter than the moon, moon, moon


Si fermò sul posto, il fiato leggermente corto ed il cuore che batteva forte mentre gli occhi si posavano sulla cantante che l'aveva ascoltata: chiaro che ora rimanesse in attesa del suo giudizio, ed un po' lo temeva.
Ma era pronta, perché sapeva che tutto le sarebbe servito per crescere.

Spoiler:
Concentrazione 14 + 19/d20 -> 33 = Malus di -2 a T/A e C/A
T/A: 28 + 10/d20 - 2 (Malus) -> 36 | C/A: 28 + 9/d20 - 2 (Malus) -> 35
[/tahoma]
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Messaggioda Lyra » 23/04/2014, 22:27

Miss Lyra, io… io non so nemmeno come ringraziarla! Lei è davvero troppo gentile, mi sta aiutando davvero tantissimo, e io sono… sono onorata e lusingata da tutto questo!
Grazie, davvero, grazie mille!


Annuì silenziosa, bevendo un sorso di thè e gongolando fra sè e sè di poter dare una mano alla sua giovane ospite e al suo amico, che avrebbe voluto intraprendere come lei una carriera non particolarmente facile. D'altronde, Alfred aveva tutta l'esperienza - e il tempo a volte- di questo mondo, quindi perchè non avrebbe dovuto dare una mano ad un giovane volenteroso e con tanta voglia di imparare? Si lamentava sempre di non poter trasmettere il proprio mestiere ai figli, dal momento che i pargoli avevano scelto strade differenti da quelle del padre!
Al di là di tutte quelle premure e gentilezze, Lyra prese molto seriamente il suo compito di guidare la colombiana ad entrare nel mondo dello spettacolo, tanto da chiedere alla Jiménez di poter dare un'occhiata ai testi e agli arrangiamenti dei brani scritti da lei stessa. Non appena ebbe ricevuto il consenso di Ariel per sfogliare il suo raccoglitore, la giovane Bennet non si fece pregare ulteriormente, sfogliando man mano quell'oggetto e osservando con attenzione le parole e le note scritte all'interno. Di tanto in tanto puntava la bacchetta su qualche magispartito che l'aveva colpita particolarmente, facendone sprigionare la musica solo arrangiata e alla quale mancava l'elemento essenziale che l'avrebbe resa unica: la voce.
Naturalmente, non essendo la ragazza una musicista, le canzoni che aveva scritto puntavano molto sull'unico strumento che le avrebbe valorizzate, concentrandosi anche sulle parole -un elemento indispensabile per chi, come lei, desiderava far conoscere la propria anima tramite il canto.
Fu proprio questo a colpirla, nei testi scritti da Ariel: leggendone i titoli e parte del testo, si rendeva conto di come la ragazza ci avesse messo la propria anima, le esperienze, i dolori e i momenti del passato, racchiudendoli in brani che riuscivano a far sentire le stesse emozioni provate dalla colombiana, chi più e chi meno. Fra tutti quei testi originali, ci fu uno che colpì maggiormente la solista per la forza e la grinta che sembrava voler buttare fuori. E, dal momento che aveva a disposizione la cantante proprio lì di fronte a sè, perchè non approfittarne per fargliela cantare e sentire come lei riusciva ad interpretare ciò che aveva scritto?

Ecco… io…

La giovane donna non accettò quei tentennamenti. Rassicurò la sua ospite che nessuno -all'infuori di lei- l'avrebbe sentita cantare e dunque non aveva nulla da temere a dare libero sfogo alla propria voce. Quello che evitò di rivelarle invece fu che oltre al desiderio di ascoltare Ariel cantare, si univa la volontà di vedere come la colombiana se la cavava ad esibirsi sotto effetto della tensione e dello stress. Certo, la sua villetta non era un palcoscenico e non aveva milioni di spettatori ma solo una, eppure Lyra era convinta che in quel momento la Jiménez si sentisse come se fosse di fronte ad un pubblico numeroso ed esigente e questo, in qualche modo, avrebbe potuto influenzare la sua esibizione.

Quando vuole, miss Lyra… può far partire la musica…

Annuì senza dire altro, accavallando le gambe come per mettersi comoda e godersi quell'esibizione. Dopodichè, non appena vide Ariel concentrata, con un semplice movimento del polso colpì il magispartito con la punta della bacchetta, facendo sprigionare all'istante le prime note della canzone.
Si era alzata in piedi per poter dare il meglio di sè, iniziando a cantare quasi subito, non appena la canzone partì. Lyra la osservava con attenzione, facendo caso ai movimenti, ai gesti, agli occhi che brillavano più verdi che mai, mentre la ragazza dava vita alla sua voce e alle sue emozioni, riempiendone lo spazio circostante. Ma non erano solo gli occhi della cantante a stare attenti: anche l'udito voleva -per così dire- la sua parte e nonostante per la giovane Bennet fosse chiaro che il difetto più grande della Jiménez era proprio la tensione, d'altro canto era incredibile quello che lei riusciva a tirare fuori, trasmettendo dentro la cantante molta energia e la voglia di mettersi gioco. Si, la colombiana aveva talento e ancora una volta il suo giudizio venne confermato dall'esibizione che si stava consumando proprio davanti ai suoi occhi; ma doveva superare l'ostacolo della paura che -probabilmente- le metteva esibirsi di fronte a qualcuno. Il lavoro di una solista non consisteva solo nell'incidere dei CD all'interno di uno studio protetto e insonorizzato: gran parte del lavoro lo facevano i tour, i concerti, gli spettacoli nei quali la Jiménez un giorno avrebbe dovuto partecipare se avesse voluto farsi conoscere al pubblico. La nota finale, che avrebbe dovuto essere forte, potente, decisa, mancò di quella certezza verso la fine. Era stato un vero peccato, ma non per questo l'ex-Grifondoro andava affossata o biasimata: come il suo manager aveva bisogno di esperienza, lei aveva bisogno di farsi la pelle sul palcoscenico, imparando a gestire l'ansia in maniera che essa non costituisse più un problema in grado di influenzare le sue esibizioni.
Quando infine Ariel smise di cantare, il silenzio calò nuovamente nel giardino, mentre Lyra la fissava in maniera decisa e seria prima di schiudere le labbra in un sorriso.

Mi hai ulteriormente convinta di esserti meritata il mio voto quel giorno...- disse battendo con dolcezza le mani, riferendosi naturalmente al giorno nel quale la ragazza aveva sfidato la punta di diamante della Cyprus, uscendone sconfitta -Siediti, cara e ti prego bevi qualcosa: ne hai bisogno dopo un'esibizione del genere! Vuoi una bevanda fresca? Una spremuta d'arancia, magari?

Chiese, aspettando che la ragazza rispondesse prima di esaudire qualsiasi sua richiesta -che fosse il desiderio di bere del succo di frutta, una tazza di thè freddo o qualsiasi altra cosa. Una volta quindi che la Jiménez si fu ristorata abbastanza -magari mangiando anche qualcosa- Lyra decise di affrontare subito l'argomento con lei e di rivelarle quali erano le sue maggiori preoccupazioni riguardo la futura carriera della colombiana.

Ariel è giusto elogiarti quando dimostri di essere una ragazza piena di talento, come hai fatto adesso. Ma è anche vero che la tensione per te sembra essere l'ostacolo peggiore e che rischia di rovinare quella che sarebbe una promettente carriera per te.
Anche se sei stata brava, non sei riuscita a dare il massimo, me lo confermi?
- chiese con tono serio ma gentile, perchè quello non voleva essere un rimprovero ma solo un modo per far comprendere all'altra quali fossero le sue pecche maggiori -Il tuo lavoro un giorno non sarà solo quello che registrare canzoni e cantarle in un ambiente chiuso e protetto: dovrai mostrarti al pubblico, far vedere loro ciò di cui sei capace, rapire i loro cuori dal vivo...e per farlo, hai bisogno di tenere sotto controllo l'ansia- sarebbe stato stupido e controproducente dirle di superarla, dal momento che lei stessa ogni volta che saliva su un palco provava un po' di quell'ansia attanagliare il suo stomaco -Essa non deve influenzarti al punto tale da sbagliare! Capito?- chiese, aspettando l'eventuale risposta dell'altra prima di porle un'altra domanda.

Che cosa ti ha consigliato di fare la tua coordinatrice, per superare questo blocco?
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Messaggioda Ariel » 24/04/2014, 12:47

[tahoma]Tutto si sarebbe aspettata, durante quell'incontro, meno che ritrovarsi a cantare di fronte ad una persona come Lyra, che era un po' l'esempio di ciò che Ariel avrebbe voluto diventare, un giorno: c'era da dire, però, che alla colombiana era risultato praticamente impossibile rifiutarsi di cantare per lei, un po' perché non sembrava essere il tipo di donna che accettava un "no" come risposta, ed un po' perché era stata talmente gentile fino a quel momento - aveva persino messo a disposizione il suo manager a Calvin così che potesse diventare adatto ad occuparsi della sua carriera! - che sarebbe parso molto scortese negarle una richiesta del genere, anche perché non era nemmeno così assurda… il brano l'aveva scritto la Jiménez stessa, quindi di sicuro lo conosceva, e nessuno a parte la Bennet più giovane avrebbe potuto sentirle.
Per questo, seppur con un po' di titubanza - un bel po' - la ragazza si arrischiò a performare quella canzone, cercando di mettere tutta se stessa nell'esibizione anche se la tensione, come ipotizzato, le impedì di dare il meglio di sé, quel massimo che ad esempio avrebbe dato se fosse stata da sola, nella sua camera ad Hogwarts o, essendo ormai diplomata, nella sua mansarda dalle parti di Trafalgar Square.
Solo quando Lyra le fece un piccolo applauso e le sorrise, Ariel riuscì a sciogliere leggermente la tensione che le aveva irrigidito tutti i muscoli, preferendo sedersi quasi all'istante visto che le gambe avevano preso a tremare per l'adrenalina ormai scemata.

Mi hai ulteriormente convinta di esserti meritata il mio voto quel giorno…

Sgranò leggermente gli occhi, a quelle parole: dunque, contro Barbara, Lyra aveva votato per lei? Non poteva che esserne entusiasta e lusingata, perché essendo la donna il suo esempio vivente, sapere di averla convinta contro una fuoriclasse come l'americana era una gran bella soddisfazione!

Siediti, cara e ti prego bevi qualcosa: ne hai bisogno dopo un'esibizione del genere! Vuoi una bevanda fresca? Una spremuta d'arancia, magari?

Va benissimo del tè freddo, Miss Lyra… la ringrazio.

Rispose Ariel, arrischiandosi anche a mangiare un pasticcino visto che le sembrava di aver perso di colpo qualsiasi forza avesse in corpo: decisamente la paura, l'ansia e l'inquietudine erano i suoi nemici naturali più forti, capaci di ostacolarla sempre e comunque… ed era una cosa che una persona di provata esperienza come Lyra Bennet non fece alcuna fatica a capire.

Ariel è giusto elogiarti quando dimostri di essere una ragazza piena di talento, come hai fatto adesso. Ma è anche vero che la tensione per te sembra essere l'ostacolo peggiore e che rischia di rovinare quella che sarebbe una promettente carriera per te.
Anche se sei stata brava, non sei riuscita a dare il massimo, me lo confermi?


Io… - mormorò la colombiana, prima di sospirare con aria triste e mortificata ed annuire leggermente col capo, abbassando appena lo sguardo - Sì, Miss Lyra, mi rendo conto di non aver cantato al meglio delle mie possibilità.

Perché mentire, quando la cantante accanto a sé voleva solo darle una mano? Soprattutto considerando che lei per prima si era resa conto della cosa, quindi negare il fatto sarebbe stato come pronunciare una menzogna consapevole.

Il tuo lavoro un giorno non sarà solo quello che registrare canzoni e cantarle in un ambiente chiuso e protetto: dovrai mostrarti al pubblico, far vedere loro ciò di cui sei capace, rapire i loro cuori dal vivo...e per farlo, hai bisogno di tenere sotto controllo l'ansia.

Tenerla sotto controllo… erano anni che ci provava, e di sicuro era migliorata molto, ma non poteva certo dire di aver vinto quella che, per lei, era la sfida più difficile!

Zephyr sapeva sempre come calmarmi…

Già, lui lo sapeva, sapeva come prenderla e farla sentire più tranquilla, più capace di gestire l'ansia che le attanagliava lo stomaco e quasi le faceva morire la voce in gola… ma Zephyr non c'era, e se anche ci fosse stato comunque non poteva certo affidarsi esclusivamente a lui!

Essa non deve influenzarti al punto tale da sbagliare! Capito?

Ho capito, Miss Lyra.

Sì, la parte teorica l'aveva assimilata al suo primo anno di Coro… era con la pratica che aveva ancora alcuni - una valanga di - problemi.

Che cosa ti ha consigliato di fare la tua coordinatrice, per superare questo blocco?

La professoressa Vireau mi ha dato molti esercizi di meditazione da effettuare ogni giorno, per imparare a tenere sotto controllo i nervi - rispose dunque, alzando lo sguardo sulla cantante - Mi servono per prendere coscienza della mia ansia come se diventasse tangibile, e plasmarla così da non farla essere più un problema, per me.
Mi ha anche suggerito alcune tisane che posso bere prima di un'esibizione, e che servono proprio per distendere i nervi senza pregiudicare la resa della voce… ed infine mi ha consigliato di provare ad espormi gradualmente ad un pubblico quando canto, così da imparare a non farmi prendere dal panico: iniziare magari semplicemente a cantare di fronte ad uno specchio, poi di fronte ad una persona conosciuta, poi due, e poi magari passare ad un estraneo… e così via.


Concluse, abbassando nuovamente lo sguardo sulle proprie mani - le dita erano attorcigliate tra loro per la tensione - così da sciogliere la morsa a cui le aveva costrette e bere un sorso di tè freddo, attendendo commenti, e magari ulteriori consigli, da parte della donna.[/tahoma]
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Messaggioda Lyra » 26/04/2014, 18:07

Va benissimo del tè freddo, Miss Lyra… la ringrazio.

Annuendo lieta che Ariel avesse finalmente deciso di dar retta al suo consiglio, la giovane donna suonò un campanello d'argento con il quale richiamò l'attenzione di Lydia, che si presentò subito di fronte a loro per prendere gli ultimi ordini della cantante. Dopo aver fatto portare un bicchiere di thè freddo, quindi, Lyra passò -per così dire- alle note dolenti, spiegando secondo il suo parere quali fossero state le maggiori pecche dell'ex-Grifondoro durante la sua esibizione e, ancora, chiedendo che tipo di consigli la sua coordinatrice le avesse dato per superare i suoi ostacoli.

La professoressa Vireau mi ha dato molti esercizi di meditazione da effettuare ogni giorno, per imparare a tenere sotto controllo i nervi.
Mi servono per prendere coscienza della mia ansia come se diventasse tangibile, e plasmarla così da non farla essere più un problema, per me.


Molto utili, si, mi trova pienamente d'accordo!
Altro?


Mi ha anche suggerito alcune tisane che posso bere prima di un'esibizione, e che servono proprio per distendere i nervi senza pregiudicare la resa della voce… ed infine mi ha consigliato di provare ad espormi gradualmente ad un pubblico quando canto, così da imparare a non farmi prendere dal panico: iniziare magari semplicemente a cantare di fronte ad uno specchio, poi di fronte ad una persona conosciuta, poi due, e poi magari passare ad un estraneo… e così via.

E' esattamente qui che volevo arrivare!

Rispose entusiasta, battendo le mani e sorridendo alla giovane promessa che finalmente si arrischiava di bere un sorso di thè.

Devi esibirti, Ariel cara!
Devi cantare di fronte ad un pubblico per imparare a controllare l'ansia.
Naturalmente meglio farlo prima di salire su un palcoscenico: non riuscire a cantare di fronte ad una decina di persone è più gestibile rispetto a diecimila, non credi?


Disse, sparando una cifra esorbitante certo, ma in fondo perchè non veritiera? Ariel aveva tutte le carte in tavola per arrivare molto, molto lontano e lei era assolutamente convinta che la ragazza ce l'avrebbe fatta.

Prima del mio debutto nel mondo della musica, ero solita allenarmi insieme ad un gruppo di streghe, delle signore anziane che si dilettavano nell'arte del canto.
Ogni fine mese esse davano uno spettacolo gratuito a tutti coloro che avessero voluto ascoltarle cantare ed io con loro.
Confrontarmi con un pubblico meno esigente e poco numeroso mi ha aiutata molto: nel corso di quelle esibizioni ho capito quali erano i miei punti deboli e come calmare i nervi che mi agitavano poco prima di salire sul palco!
Certo i miei erano altri tempi e forse non ti troveresti tanto bene a seguire un gruppo di vecchie streghe amanti del gospel babbano...
- disse con una lieve risata, portando alle labbra la tazza di thè e bevendone un sorso- Ma credo che nel tuo caso possa andare bene anche una semplice esibizione...per strada!

Cantare in mezzo ad gruppo di passanti, far vedere a degli sconosciuti che cosa era in grado di fare con la propria voce: tutte cose che avrebbero messo in difficoltà la dolce Ariel, ma non abbastanza da non poter essere superate. Lyra aveva fiducia nella volontà della ragazza che le stava seduta di fronte, con lo sguardo color smeraldo che brillava quando parlava della musica e del suo futuro lavoro.
La Bennet riconosceva lo stesso identico fuoco che tempo addietro aveva animato il suo spirito di diciannovenne, quando appena uscita da Hogwarts la sua mente e il suo corpo erano pieni di un unico grande sogno: diventare una cantante famosa.
La donna attese quindi se vi fossero ulteriori domande e chiarimenti che Ariel avrebbe voluto chiederle, prima di darle il suo ultimo consiglio riguardo la sua carriera futura.

Mia cara, non ho altri consigli da darti purtroppo, se non l'ultimo, uno dei più importanti.
Ho osservato che hai una buona tecnica nel canto e sai modulare la tua voce a seconda delle emozioni che vuoi trasmettere.
Ma questo non è abbastanza.
Hai bisogna di una persona che ti segua, che ti dia dei consigli e ti sproni a fare del tuo meglio, a raggiungere i tuoi limiti e a superarli.
Insomma quello di cui hai bisogno è di un Vocal Coach.


Fece una pausa, osservando la reazione della Jiménez alla sua proposta, conscia che probabilmente la ragazza sapesse già di cosa stesse parlando.

Il mio manager è stato anche il mio Vocal Coach, quindi se credi che il tuo amico possa aiutarti in quel senso non hai bisogno di andare a cercare altrove.
Altrimenti, qui si pone un bel problema ma confido che riusciremo a risolverlo, anche a costo di ingaggiarne uno io stessa!


Esclamò infine, finendo di bere dalla propria tazza e fissando divertita la reazione della colombiana.

Questo è tutto.
Se non ci sono altre domande, sei libera di poter andare via in qualsiasi momento!
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Messaggioda Ariel » 26/04/2014, 21:20

[tahoma]Aveva cantato, alla fine: carica di tensione, di ansia e di paura di non essere all'altezza, ma aveva cantato davvero di fronte ad un'estranea… e non un'estranea qualsiasi, bensì la famosa Lyra Bennet!
Insomma, poteva essere fiera di se stessa, soprattutto considerando che la giovane donna l'aveva elogiata per la sua bravura e che le aveva rivelato, inaspettatamente, di averla votata nella competizione contro la Cyprus: un bel traguardo per Ariel, ed un bel colpo per la sua incertezza cronica.
Ciò comunque non voleva assolutamente dire che potesse sentirsi tranquilla o totalmente soddisfatta della propria performance attuale, perché come Lyra stessa aveva sottolineato, la tensione ed il nervosismo della colombiana erano tali da influenzare le sue capacità vocali ed interpretative… e non poteva permetterselo, non quando desiderava diventare una cantante di professione.
Per fortuna sembrava che la donna fosse pronta ad aiutarla dandole qualche consiglio, o perlomeno indirizzandola verso la strada giusta per risolvere il problema, ed oltretutto pareva altresì che i suggerimenti già ricevuti dalla docente d'Incantesimi di Hogwarts nonché Coordinatrice del Coro fossero condivisi anche dalla cantante - il che le permetteva di poter continuare a seguirli senza doverli stravolgere di punto in bianco, una bella fortuna!

E' esattamente qui che volevo arrivare!
Devi esibirti, Ariel cara!
Devi cantare di fronte ad un pubblico per imparare a controllare l'ansia.
Naturalmente meglio farlo prima di salire su un palcoscenico: non riuscire a cantare di fronte ad una decina di persone è più gestibile rispetto a diecimila, non credi?


Diecimila… non voleva né poteva nemmeno immaginare diecimila persone riunite tutte insieme per sentir cantare lei, le pareva davvero impossibile! Eppure, forse, un giorno ce l'avrebbe potuta fare, ma solo se avesse imparato a tenere sotto controllo lo stress, la tensione e la paura; annuì, dunque, alle parole di Lyra, non potendo non essere d'accordo con lei visto anche il fatto che quello stesso consiglio le era stato dato dalla professoressa Vireau.

Prima del mio debutto nel mondo della musica, ero solita allenarmi insieme ad un gruppo di streghe, delle signore anziane che si dilettavano nell'arte del canto.
Ogni fine mese esse davano uno spettacolo gratuito a tutti coloro che avessero voluto ascoltarle cantare ed io con loro.
Confrontarmi con un pubblico meno esigente e poco numeroso mi ha aiutata molto: nel corso di quelle esibizioni ho capito quali erano i miei punti deboli e come calmare i nervi che mi agitavano poco prima di salire sul palco!


Oh… beh, credo sia stato un ottimo esercizio visti i risultati…

Commentò Ariel, che non poteva non ammirare Lyra non solo per la sua splendida voce, ma anche per la grazia e la semplice eleganza con cui catturava l'attenzione e l'anima del pubblico che l'ascoltava.

Certo i miei erano altri tempi e forse non ti troveresti tanto bene a seguire un gruppo di vecchie streghe amanti del gospel babbano…
Ma credo che nel tuo caso possa andare bene anche una semplice esibizione...per strada!


Per… strada? - ripeté Ariel per essere certa di aver compreso ciò che effettivamente Lyra le stava suggerendo: beh, forse non era poi una cattiva idea - Immagino che possa essere una buona gavetta, tutto sommato… e poi potrei avere un pubblico sempre diverso ogni giorno!

Lentamente le labbra si distesero in un sorriso forse un po' incerto, ma che esprimeva perfettamente la voglia di mettersi in gioco e di provare, di arrivare a migliorare se stessa per poter superare i propri limiti e poter essere non solo una cantante migliore, ma anche una persona migliore.
Nei minuti che seguirono, la Jiménez si permise di fare qualche domanda a Lyra che riguardasse il suo percorso musicale: i primi posti in cui si era esibita, quando avesse cominciato ad amare la musica, quand'era arrivata per lei la svolta… ne approfittò per conoscerla meglio, insomma, approfittando - doveva ammetterlo - del fatto che la giovane Bennet era una donna molto disponibile e incline al dialogo; non aveva atteggiamenti da diva, né tentava in tutti i modi di far sentire Ariel inferiore o a disagio, al contrario si prodigava affinché la neo-diplomata avesse tutta la serenità possibile per farle domande e togliersi ogni dubbio dalla mente.
In questo modo il tempo passò velocemente, e prima ancora che potesse rendersene conto, per Lyra ed Ariel venne il tempo di congedarsi - anche perché era plausibile che, se la Bennet si era liberata apposta per lei, ciò significasse che di cose da fare ne aveva e pure parecchie.

Mia cara, non ho altri consigli da darti purtroppo, se non l'ultimo, uno dei più importanti.

La ascolto, Miss Lyra!

Ho osservato che hai una buona tecnica nel canto e sai modulare la tua voce a seconda delle emozioni che vuoi trasmettere.
Ma questo non è abbastanza.
Hai bisogna di una persona che ti segua, che ti dia dei consigli e ti sproni a fare del tuo meglio, a raggiungere i tuoi limiti e a superarli.
Insomma quello di cui hai bisogno è di un Vocal Coach.


Un Vocal Coach.
Qualcuno che le insegnasse ad andare oltre le sue capacità ed esplorare nuovi confini vocali, arrivando a toccare note ancora più alte e a giocare ancor di più con le sfumature di colore che la voce della colombiana poteva offrire.

Il mio manager è stato anche il mio Vocal Coach, quindi se credi che il tuo amico possa aiutarti in quel senso non hai bisogno di andare a cercare altrove.
Altrimenti, qui si pone un bel problema ma confido che riusciremo a risolverlo, anche a costo di ingaggiarne uno io stessa!


Io… penso di avere in mente una persona che potrebbe fare al caso mio.

Confermò Ariel, che però non stava pensando né a Calvin, né ad Evan: naturalmente era possibilissimo che il Vocal Coach a cui lei aveva pensato non fosse disponibile - o che comunque non se la sentisse di svolgere un lavoro così importante - ma se non gliel'avesse chiesto non avrebbe mai potuto saperlo, e dunque tanto valeva rischiare non avendo nulla da perdere.

Questo è tutto.
Se non ci sono altre domande, sei libera di poter andare via in qualsiasi momento!


La devo ringraziare ancora, Miss Lyra… non può nemmeno immaginare quanto mi sia stata utile questo pomeriggio. Spero non le dispiaccia se le scriverò qualche lettera, per aggiornarla dei miei progressi… - perché aveva intuito, forse a torto, che alla giovane donna interessasse la condizione della colombiana ed i suoi eventuali successi in campo canoro - E ringrazio anticipatamente il suo manager per tutto l'aiuto che darà al mio amico, Calvin Owens… gli prenderà un colpo quando glielo dirò!

E si permise di sorridere divertita a quelle parole, perché sapeva quanto fossero vere.
Si alzò dunque in piedi e tese la mano alla cantante, così da stringerla mentre si congedava da lei con un sorriso riconoscente e solare.

A presto dunque, Miss Lyra… e grazie, grazie ancora per tutto!

Detto questo, la colombiana lasciò la villetta della donna e si apprestò a tornare a casa, scoppiando dalla voglia di raccontare quanto successo a Calvin ed Evan - chissà come ci sarebbero rimasti! - e ansiosa di scrivere a colui che, sperava, sarebbe diventato il suo Vocal Coach.
Naturalmente non vedeva l'ora di raccontarlo anche a Vergil…
… e a lui, che in un modo o nell'altro era sempre nei suoi pensieri.

[FINE]
[/tahoma]
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Messaggioda Tisifone » 27/06/2014, 22:36

[Londra – Giardino del Manor Brightless Kovarnikov – Metà Luglio – ore 18.30]


Scommetto due noiosissime serate a teatro contro due partite di rugby che la manda a gambe all’aria al secondo incantesimo massimo.

Comodamente seduti su delle sedie di vimini sotto il portico interno del Manor, Asher e Demetri stavano assistendo allo scontro/allenamento tra la loro figlioccia e il suo compagno/istruttore sorseggiando limonata fresca e lasciando cadere di volta in volta qualche commento caustico o qualche frecciatina ironica. La postazione che avevano allestito si trovava, ovviamente, a distanza di sicurezza rispetto a dove la coppia stava duellando, giusto per evitare di finire vittima di un qualche incantesimo vagante, ma grazie all’ausilio di due omniocoli e di alcuni incatesimi ad hoc era un po’ come se si trovassero a pochi passi da loro. I padrini potevano vedere e sentire tutto quello che accadeva nell’arena improvvisata al pari dei due duellanti.

Ma non ti vergogni? Usare l’allenamento della tua figlioccia per trascinarmi a uno di quegli spettacoli barbari che i babbani chiamano sport…

Commentò Demetri indignato ma non troppo, socchiudendo gli occhi e sollevando il capo in modo da assaporare il calore dei raggi del sole estivo pomeridiano sulla pelle. Il duello magico non aveva mai rappresentato per lui una forma di intrattenimento – prevalentemente perché, essendo lui più un uomo di scienza che di azione non riusciva ad apprezzare fino in fondo le sfumature che differenziavano un incantesimo da un altro – e per quanto potesse essere interessante constatare i progressi fatti dalla sua milaja e le abilità del MT doveva ammettere che si stava un po’ annoiando e questo rendeva la provocazione del compagno sconvenientemente allettante.

Vogliamo fare tre serate?

Ribattè Asher sollevando un sopracciglio, in volto il ghigno di chi sapeva di averla avuta vinta. Il Mercenario, a differenza del Pozionista, stava trovando lo scontro molto interessante e istruttivo ma quello non gli impediva di cercare di trarre dall’evento il massimo vantaggio possibile, dimostrando così che alla fine decenni di convivenza con un Serpeverde avevano lasciato il segno nel suo animo Grifondoro.

Sei proprio convinto che la nostra milaja avrà la peggio così presto? Si sta difendendo bene mi sembra...

Il fatto che sia migliorata non implica necessariamente che sia in grado di battere Noah… è ancora troppo lenta sia nel pensare che nell’agire secondo me… Allora ci stai?

Mentre i suoi padrini siglavano la scommessa su quanti incantesimi sarebbero ancora stati castati prima che la Divinante venisse dichiara battuta - due secondo Asher, tre secondo Demetri - con uno scambio di occhiate, Tisifone sbuffava come una pentola a pressione babbana e non solo per gli sforzi fatti fino a quel momento per schivare gli incantesimi di Pellegrino e contrattaccare.

Ripetimi un po’ perché abbiamo deciso di allenarci qui invece che nella piccola, buia, asettica e claustrofobica aula del Ministero?

La sua era ovviamente una domanda retorica perchè erano proprio state le caratteristiche dell'aula del Ministero ad averli spinti a cercare un luogo meno impostato che potesse avvicinarsi il più possibile a un eventuale - e si sperava altamente remoto - terreno di scontro. Il fine ultimo di quegli allenamenti infatti non era quello di permetterle di accedere al fantastico mondo dei duelli magici quanto quello di renderla capace di difendere se stessa e le persone che amava in caso di necessità e questo implicava essere capace di sapersi muovere in ambienti diversi e sfruttarne le caratteristiche a proprio vantaggio. Una volta chiarito quel punto la scelta del Manor era stata se non proprio obbligata di certo automatica sia per gli innumerevoli incantesimi di guardia che lo rendevano inaccessibile agli estranei, maghi o babbani che fossero, che per i diversi ambienti che offriva loro. Per non parlare della presenza sul posto di un Medimago fidato pronto a intervenire in caso di necessità come Pellegrino aveva amorevolmente sottolineato con quel ghigno ironico che, nel bene o nel male, le faceva ribollire il sangue nelle vene.

Dovevamo scegliere la biblioteca invece del giardino così forse avrebbero fatto meno gli spiritosi!

Borbottò voltando il capo all’indietro per lanciare un'occhiataccia all'indirizzo dei due uomini, la bocca distorta in una piccola smorfia per soffiare via un ciuffo ribelle da davanti agli occhi, gesto quello dettato più dall'abitudine che da un reale fastidio.

Immagine


L'allenamento andava avanti già da un po' e ormai lo chignon si era irrimediabilmente sfatto, lasciando i capelli sciolti sulle spalle nude e in balia della lieve brezza estiva. Il volto invece, così come il resto del corpo, presentava i segni degli incantesimi che non era riuscita a deviare, nulla che qualche pozione o incantesimo di guarigione non fosse in grado di far sparire in un lampo, ma avevano deciso di comune accordo di rimandare alla fine la conta delle ferite così erano tutti più o meno ben visibili. Solo un taglio sull'avambraccio sinistro - che si era procurata durante il tentativo di schivare un attacco - era stato curato immediatamente e in maniera approssimativa, avvolgendolo in una benda bianca giusto per evitare che si infettasse.

Tzsè... due incantesimi... ho intenzione di durare molto più di così...

Aggiunse, facendo un paio di passi in avanti in modo da assumere la posizione difensiva che Noah le aveva fatto ripetere fino alla nausea, o meglio fino a quando per il suo corpo non era diventato quasi automatico assumerla subito dopo aver castato un incantesimo. Con un movimento fluido distese la gamba sinistra in avanti e puntò il piede destro all'indietro come una molla pronta a scattare all'occorrenza, chiedendosi non per la prima volta quanto il suo abituale vestiario l'avrebbe rallentata nell'eseguire quei semplici spostamenti. Quando avevano deciso di allenarsi al Manor invece che al Ministero l'idea di indossare uno dei suoi abiti lunghi fino alla caviglia l'aveva sfiorata ma era stata subito accantonata in funzione di quello che aveva ribattezzato "Bene superiore" e cioè battere Noah di fronte ai suoi padrini in modo da poter finalmente iniziare con i preparativi delle nozze. Farsi un tatuaggio per potenziare i propri riflessi sarebbe stato barare, optare per un abbigliamento comodo - pantaloni di pelle nera aderente e una casacca di lino giro maniche lunga abbastanza da coprirle il sedere era una scelta tattica in stile verdeargento. Con il palmo sinistro parallelo al suolo e il braccio destro steso in avanti in modo che la punta della bacchetta fosse rivolta verso il basso, Tisifone sollevò gli occhi sul volto di Noah rivolgendogli uno sguardo carico di determinazione e una punta di malizia.

Quando vuole, Professore...
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Messaggioda Noah » 01/07/2014, 15:44

[Giardino del Manor Brightless-Kovarnikov - Metà Luglio - ore 18.32]


Per Noah, allenarsi in un posto piuttosto che in un altro non faceva alcuna differenza: in quel caso specifico, però, sia lui che Tisifone avevano ritenuto più opportuno optare per eseguire i loro allenamenti al Manor, un po' perché il Ministero era un luogo che la Divinante avrebbe dovuto frequentare il meno possibile, un po' perché lo spazio offerto dal giardino della casa di Asher e Demetri era esponenzialmente maggiore e permetteva loro di muoversi meglio, ed anche perché il primo dei due padrini citati, come Medimago, poteva risultare utile nel caso d'incidenti di percorso più o meno bravi.
Inoltre, ma questo alla donna si guardava bene dal dirlo, era piuttosto sicuro che i padrini di lei fossero ben contenti di poter osservare, come spettatori in prima fila, i loro allenamenti, per cui perché privarli di un tale piacere?

Ripetimi un po’ perché abbiamo deciso di allenarci qui invece che nella piccola, buia, asettica e claustrofobica aula del Ministero?

Perché è piccola, buia, asettica e claustrofobica, amore mio!

Replicò lui con un sorriso divertito che si ampliò nel sentire, da lontano, le loro voci: non gli dava fastidio che scommettessero sull'esito del duello, ed una parte di sé, molto grande a dire il vero, sperava che alla fine fosse Tisifone ad uscirne vincitrice, così da poterla finalmente chiedere in sposa; questo però non voleva certo dire che si sarebbe risparmiato nel corso dell'allenamento, e lo si poteva notare da come la spronava a dare il meglio di sé con quello che, per Pellegrino, era un semplice riscaldamento.
Fino a quel momento, infatti, non si era ancora messo seriamente a duellare con lei, usando la bacchetta solo per scagliare qualche incanto base - in grado di ferirla, certo, ma non letale né effettivamente incisivo - che la costringesse ad usare i propri riflessi e riscaldasse così i muscoli del suo corpo.

Dovevamo scegliere la biblioteca invece del giardino così forse avrebbero fatto meno gli spiritosi!

Di sicuro avremmo avuto un sacco di oggetti da cui prendere spunto per il duello…

Convenne Noah, sempre sorridente, pensando ai libri che si sarebbero potuti lanciare, ai divani, alle scrivanie, persino ai tizzoni di legno nel camino spento: scosse appena il capo e si concentrò su Tisifone; era bellissima, anche durante l'allenamento, così scarmigliata, arrossata, fiera. Avrebbe quasi voluto sbatterla a terra e possederla lì, in quel momento, ma se probabilmente lei avrebbe anche potuto gradire una tale iniziativa, era più che certo che i padrini, al contrario, avrebbero voluto ucciderlo se solo ci avesse provato.

Tzsè... due incantesimi... ho intenzione di durare molto più di così...

La osservò assumere la posizione difensiva, provata e riprovata fino alla nausea nel corsod elle settimane, ed annuì compiaciuto nel notare come ora le venisse naturale, quasi a dimostrazione che non doveva più nemmeno pensarci, che le bastava sapere di dover combattere per far sì che il suo corpo l'assumesse di riflesso: era così che Pellegrino voleva che fosse, perché a volte nei duelli - e nella vita - non si aveva nemmeno il tempo di pensare, e la prontezza di spirito, e di riflessi, in quel caso, era essenziale, vitale.

Quando vuole, Professore

Lo sguardo con cui Noah ricambiò le parole di lei fu molto serio e grave, a testimonianza di come, da quel momento in poi, avrebbero smesso di giocare - ovvero di scherzare, fare battute, persino preoccuparsi della presenza di Asher e Demetri - per fare sul serio.

Immagine


Tanto affabile e scherzoso nella quotidianità quanto serio e concentrato nel lavoro, e quello per lui era comunque lavoro, seppur si basasse su atti pratici e al di fuori di un'aula del Ministero: strinse la bacchetta tra le dita, divaricando leggermente le gambe e piegando la schiena in avanti, gli occhi che si assottigliavano leggermente ed il respiro che si faceva più lento e leggero, quasi a volergli permettere la maggiore concentrazione possibile.
Alzò la bacchetta verso l'alto, e decise di usare un incantesimo non-verbale contro la donna non solo per impedirle di riconoscere immediatamente la formula che stava per pronunciare, ma anche per costringerla a basarsi su altri dettagli per capire quale avesse scelto, ad esempio il movimento del polso: tentò di essere il più veloce possibile - [Talento (F) 20 + 19/d20 = 39] - nel muovere il polso proprio per impedirle di avere il tempo di capire qualcosa da esso, dopodiché puntò il catalizzatore contro di lei e castò l'incantesimo scelto - [Cap. Magica 17 + 14/d20 + 1 (Bonus Bacchetta) = 32] - con un'espressione decisa sul volto.


Astralis Colpo

Difficoltà: 9
Tipo: Incantesimo Generico
Descrizione: Attacco magico strategico che colpisce alle spalle
Genere: Offensivo
Danno: 23 + 17 + 1 (Bonus Bacchetta) = 41
Effetto: Per schivarlo si ha un malus di -2 ai Riflessi e Resistenza Magica


Ovvio che non ci andasse leggero con lei, ma d'altronde la vita l'avrebbe fatto? No, sarebbe stata ancora più dura, e se davvero Tisifone voleva imparare a duellare, allora doveva essere pronta ad affrontare tutto, sicura che Noah avrebbe fatto l'impossibile per prepararla al meglio.

Spoiler:
• Tiro su Intuito (P) per comprendere qualcosa sull'incanto scelto: con un risultato maggiore o uguale a 39, il malus di Tisifone sarà solo di -2 a Riflessi e Res. Magica come l'effetto base dell'incantesimo scagliato, con un risultato minore sarà di -4.
• Tiro su Res. Magica o Riflessi (a scelta della PG) con malus basato sul tiro precedente: con un risultato maggiore di 32, il danno verrà evitato, con un risultato minore o uguale verrà dimezzato (con Res. Magica) o preso in pieno (con Riflessi).
• Tiro su Cap. Magica per scagliare un incantesimo a scelta della PG, lasciando in sospeso la riuscita o meno del colpo.
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Messaggioda Tisifone » 05/07/2014, 12:36

Perché è piccola, buia, asettica e claustrofobica, amore mio!

Il broncio che Tisifone stava esibendo, frutto della scommessa appena siglata tra i suoi due padrini sull’esito catastrofico – per lei - dell’allenamento, si distese lentamente fino ad assumere l’aspetto di un ghigno esasperato accompagnato da un sonoro sbuffare. Sapeva che Noah aveva ragione ma sentirlo ribadire in quel modo sarcastico e divertito le dava leggermente fastidio perché, unito alle risate di sottofondo, le davano la sensazione che i suoi uomini si stessero coalizzando contro di lei.

E io che credevo che avrei tratto solo benefici dall’essere l’unica donna di casa…

Si prese in giro da sola, rinunciando quasi subito a fare la sostenuta- uno spreco di energie inutile quanto controproducente visto che le doveva conservare il più possibile nel tentativo di non soccombere mestamente - e ricambiando genuinamente il sorriso del compagno. Dopotutto sentire Demetri sghignazzare – perché era quello che il Pozionista stava facendo in reazione alla risposta dell’italoamericano - era un evento così raro che non aveva senso sminuirlo solo perché erano lei e le sue domande retoriche a esserne la causa, per non parlare del fatto che tutto ciò che il padrino verdeargento faceva con Pellegrino e non contro di lui era un colpo in più ben assestato alla stupida corazza di pregiudizi Purosangue che in parte ancora esibiva. In sintesi Tisifone cercava di vedere il bicchiere mezzo pieno – e al contempo approfittare di quella mini pausa che il suo coach le aveva concesso per recuperare fiato, energie e schiarirsi la mente – ma quello non le impediva allo stesso tempo di paventare vendette tremende ai danni dei due uomini più maturi, come trasfigurare la loro amata biblioteca in un campo di battaglia.

Di sicuro avremmo avuto un sacco di oggetti da cui prendere spunto per il duello…

Una lampo di luce perversa le attraversò lo sguardo mentre si immaginava al pari di una Dea della Distruzione Caduta al centro della biblioteca con oggetti dalla natura più disparata che le vorticavano intorno nel tentativo di mettere il Master Teacher KO. Probabilmente una parte di lei avrebbe sofferto un po’ nel sacrificare i tomi presenti al Manor, alcuni decisamente vecchi e rari, ma nulla era più importante della “causa” e poi ne sarebbe valsa la pena solo per ridimensionare un po’ il divertimento dei suoi padrini.

Tieni da parte l’idea per il prossimo turno allora.

Sibilò e la sua era una minaccia neanche troppo velata all’indirizzo dei due uomini seduti in veranda e soprattutto reale: indipendentemente dall’esito del duello quella non sarebbe stata l’ultima volta che si allenavano insieme. Era consapevole, infatti, di essere ancora parecchio lontana dal proprio concetto di perfezione e di certo Noah non avrebbe avuto alcuna remora a scagliare a terra la sua mogliettina se era per il suo bene. Scosse il capo a destra e a sinistra per sciogliere ancora un po’ i muscoli mentre scivolava nella Posizione Difensiva come se fosse stata uno dei suoi abiti tradizionali, sopprimendo un sorriso di compiacimento di fronte al cenno di assenso che l’uomo le rivolse. La pausa, se così la si poteva chiamare, era finita ed era tornato il momento di fare sul serio – perché quello poteva anche essere un allenamento e loro innamorati cotti ma nessuno dei due aveva alcuna intenzione di fare all’altro degli sconti per quel motivo - anche se era difficile per lei guardare in avanti e vedere un nemico o al più uno sconosciuto al posto dell’uomo che le faceva ribollire il sangue. Si umettò le labbra mettendo da parte ogni pensiero impuro che l’aria da cattivo ragazzo di Pellegrino le suscitava – non avrebbe disdegnato essere sbattuta contro un albero seduta stante con irruenza – e concentrarsi solo ed esclusivamente sul suo avversario. Lo sguardo saettava dagli occhi alle labbra alla mano che impugnava la bacchetta nel tentativo di anticipare anche solo di un decimo di secondo la mossa dell’altro e potersi preparare di conseguenza a respingerne l’attacco. Il tutto si svolse in una manciata di secondi, troppo pochi perché non dovesse pagare lo scotto di aver iniziato il suo processo di “ricerca di indizi” dal punto sbagliato. Gli occhi del compagno, infatti, erano fissi su di lei, e non tradivano l’intenzione di scagliarle qualcosa contro, mentre le labbra erano serrate. Quando finalmente si soffermò sul polso l’incantesimo era già quasi completamente castato e quel mezzo giro che aveva colto non era sufficiente per farle aveva una intuizione corretta [Intuito (P)/27 + 7/d20= 34 < 39] su quello che l’avrebbe colpita da lì a poco. Fece un respiro profondo, incamerando più aria possibile, rafforzò la presa intorno alla bacchetta, per evitare di finire disarmata nell’impatto, irrigidì tutti i muscoli del corpo e socchiuse gli occhi con l’intento di controllare l’istinto di sopravvivenza che l’avrebbe spronata a spostarsi non appena il fascio di luce fosse stato visibile. Visti i suoi scarsi riflessi avrebbe avuto più chance tentando di assorbire il colpo, distribuendone le conseguenze lungo tutto il corpo, invece che schivarlo.

Chjort!

Imprecò in russo non appena l’incantesimo la colpì senza alcun preavviso alle spalle facendole inarcare la schiena all’indietro e sospingendola di un passo in avanti. Noah era dannatamente bravo e la potenza del suo incanto eccessiva perché potesse sperare di assorbirlo in toto senza risentirne [Resistenza/13 + 6/d20 + 3 Bonus Posizione Difensiva – 4 Malus incantesimo = 18 < 32 ].

Se volevi che mi avvicinassi a te non avevi che da chiederlo!

Commentò ironica, la voce bassa e un po’ gracchiante, il respiro affannoso come se avesse preso un pugno in pieno stomaco. La battuta le era scivolata spontanea fuori dalla labbra, nonostante avesse sempre odiato, fin dai tempi della scuola, le persone che ciarlavano nel corso di un duello, come se le parole potessero essere di un qualche sostegno. Ma non aveva il tempo né la voglia di soffermarsi a riflettere sul perché di quel comportamento anomalo. I suoi neuroni erano tutti impiegati nel trovare una strategia e contrattaccare, che fosse l’istinto a guidare tutte le sue altre funzioni cognitive come appunto parlare. Noah aveva sfruttato il suo punto debole più palese, la mancanza di riflessi, attaccandola alle spalle e lei avrebbe tanto voluto ricambiare il favore peccato che, da basso della sua scarsa esperienza, la preparazione dell'altro fosse abbastanza omogenea da non offrire una facile breccia di alcun tipo. Se voleva avere una qualche chance se non proprio di vittoria almeno di cadere con dignità doveva tentare di ridurre la capacità offensiva dell'altro a trecentosessanta gradi.

Non é l'uomo che amo!

Si disse mentre con tutta la velocità che il suo fisico non propriamente prestante le consentiva [Talento(F)/13] castava a sua volta un incantesimo non verbale. [Cap. Magica/14 + 1 Bonus Bacchetta + 12/d20 =27]

Ostrutio Respira

Ostrutio Respira
Difficoltà: 7
Tipo: Incantesimo Generico
Descrizione: Colpisce l'avversario e gli fa credere di avere qualcosa incastrato in gola che non gli permette di respirare bene per due round
Genere: Offensivo
Danno: 17 + 14 + 1 (Bonus Bacchetta)= 32
Effetto: - 2 a Capacità Magica/Resistenza Magica/Elaborazione/Riflessi/Concentrazione per due azioni


Non appena il fascio di luce scaturì dal suo catalizzatore magico Tisifone non ne seguì la traiettoria per vedere se fosse andato a buon fine o meno ma piegò il braccio destro in modo da rivolgere verso se stessa la punta della sua bacchetta e castare un secondo incantesimo non verbale mirante a potenziare se stessa Cap. Magica/14 + 1 Bonus Bacchetta + 12/d20 =27 e ridurre almeno in minima parte la sua lentezza.

Suprema Potens Reflex

Suprema Potens Reflex
Difficoltà: 7
Tipo: Incantesimo di Potenziamento
Descrizione: Conferisce un bonus di +2 ad una Caratteristica a scelta del mago nei confronti di se stesso o di un altro soggetto per tre azioni; la scelta deriva dalla parola utilizzata al seguito della formula base
Genere: Supporto
Danno: //


Rabbrividì leggermente quando il suo nucleo magico venne avvolto da quel surplus di Trama rendendo i suoi movimenti nell'assumere nuovamente la posizione difensiva più sicuri. Il fruscio della stoffa mentre spostava le gambe in modo da avere due punti di appoggio stabili e scattanti era l'unico rumore che risuonava nel giardino, insieme ai loro respiri più accentuati. Asher infatti aveva annullato l'incanto sonoro per evitare di disturbare o peggio influenzare i duellanti con qualche commento accidentale.

Molto Serpeverde attaccare alle spalle.

Molto sensato visti i tempi di reazione di Tissy!

Uno scambio di battute pacato ma che denotava come a nessuno dei due fosse piaciuta quella scelta, per quanto logica e vincente si fosse dimostrata.
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Tisifone
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Messaggioda Noah » 08/07/2014, 11:40

Tieni da parte l’idea per il prossimo turno allora.

Ghignò di gusto, Noah, a quelle parole, immaginando la faccia di Asher e Demetri alla vista della loro preziosa biblioteca ormai distrutta e a pezzi, con libri strappati ovunque e scaffali rovesciati: insomma, il modo migliore per spingerli a fare ciò che ancora non avevano sentito necessità di mettere in pratica… cacciarlo dal Manor a calci nel sedere.
Per quanto gli piacesse quell'atmosfera rilassata, comunque, non era certo lì per quello: Pellegrino avrebbe dovuto far allenare Tisifone, e farlo anche nel migliore dei modi, per questo ritornò velocemente serio e concentrato, spingendo la compagna a fare lo stesso.
Il primo incanto che le lanciò contro fu, ovviamente, tattico, volto a coglierla di sorpresa così da farle realizzare quanto potesse essere difficile un duello vero: la compagna si difese bene, rispetto ad un tempo, assorbendo parzialmente - (Danni subiti: 25) - l'incantesimo che Noah le aveva lanciato… ma era ancora troppo lenta, troppo poco ricettiva per i risultati che entrambi volevano raggiungere.

Se volevi che mi avvicinassi a te non avevi che da chiederlo!

Prima regola in uno scontro: non sottovalutare mai la slealtà del tuo avversario!

Replicò Noah, cogliendo l'ironia della voce di lei ma ricambiando con un'affermazione ancora seria, concentrata: al di là della battuta della Divinante, voleva che la compagna si rendesse conto della realtà dei fatti, e cioè che nove volte su dieci, quando ci si scontrava contro qualcuno, quella persona avrebbe fatto di tutto per buttarti al tappeto e ucciderti; Tisifone doveva imparare a pensare al peggio, sempre, ad aspettarsi le mosse più sleali, perché solo così avrebbe potuto essere preparata mentalmente a qualsiasi duello.
Appena dopo aver pronunciato quelle parole, Pellegrino si mise nella posizione difensiva con una naturalezza invidiabile, tipica di chi non doveva nemmeno pensarci, di chi semplicemente la assumeva in automatico perché esperto in quello che faceva.
Non appena l'incantesimo di Tisifone scaturì dalla punta del suo catalizzatore, Noah flesse le gambe ed attese fino all'ultimo istante, prima di buttarsi di lato con una capriola - [Riflessi 17 + 10/d20 + 3 (Bonus Difensiva) = 30] - ed evitare così l'incanto che gli passò vicinissimo, ma non abbastanza da colpirlo.
Annuì, mentre tornava in piedi velocemente e puntava nuovamente il catalizzatore contro di lei, dopo aver notato l'espediente usato dalla compagna per aumentare i propri riflessi, decidendo in pochi istanti quale strategia utilizzare: quello non era un duello comune, per quanto così potesse sembrare; l'obiettivo di Noah non era certo vincere, bensì far allenare la propria donna, spingerla ad entrare nell'ottica di potersi aspettare di tutto dal proprio avversario, e di doversi dunque regolare di conseguenza, essere pronta a superare ogni difficoltà.
Fu per questo che l'italo-americano optò per una strategia che, di fondamentalmente offensivo, non aveva nulla, ma che mirava a destabilizzare la propria avversaria il più possibile - affinché imparasse nel corso del duello e migliorasse durante la sua esecuzione, invece che finire semplicemente sconfitta, sennò che senso aveva insegnarle?
Anche questa volta, l'incantesimo fu non-Verbale - [Cap. Magica 17 + 19/d20 + 1 (Bonus Bacchetta) = 37] - così da non darle indizi che l'aiutassero a comprendere quale formula avesse scelto da scagliarle contro: il polso si mosse veloce, deciso e sicuro, ed un fascio di luce scaturì dalla punta in direzione dei piedi di Tisifone, pronto per colpirla.


Fondamenta Instabilis

Difficoltà: 8
Tipo: Incantesimo Generico
Descrizione: Genera un piccolo terremoto sotto l'avversario per destabilizzarne l'equilibrio
Genere: Supporto/Difensivo
Danno: 10 + 17 + 1 (Bonus Bacchetta) = 28
Effetto: -5 ai Riflessi per i due turni successivi


Tuttavia non aspettò di assicurarsi visivamente la buona riuscita dell'incantesimo, preferendo castarne - [Cap. Magica 17 + 16/d20 + 1 (Bonus Bacchetta) = 34] - subito un secondo e far apprendere un'altra importante lezione alla propria compagna.

Golem Creatio

Difficoltà: 5
Tipo: Incantesimo Generico
Descrizione: Crea un golem di terra/fango/acqua/neve/ghiaccio a somiglianza del mago che esegue gli ordini dell'incantatore per due azioni
Genere: Supporto/Difensivo
Danno: //


Seconda regola in uno scontro: non pensare mai di essere alla pari col tuo avversario, ma sii sempre pronta a dover combattere in una situazione di minoranza!

Esclamò l'uomo, mentre un Golem di Terra si plasmava accanto a sé; inoltre, se l'incanto precedente fosse andato a buon fine, il bonus che Tisifone si era precedentemente regalata sarebbe praticamente diventato nullo, facendola tornare così al punto di partenza - anzi, anche peggio.
Ma erta così che s'imparava, era così che la sua futura moglie avrebbe imparato, ne era sicuro.
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Noah
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