Ignaro di aver già affrontato una “prova” del genere l’anno precedente – come per la docente la sua mente era stata ripulita a dovere da Connor – Jorge aveva rimuginato per mesi su quell’incontro, su cosa dire, come dirlo, e quando dirlo, aspettando pazientemente quello che, secondo lui, sarebbe potuto essere il momento propizio, quello ciò in cui le probabilità di incorrere in una Martha Bennet versione Severus Piton erano ridotte al minimo. Tutta la sua apprensione era dovuta non solo al voler mostrare alla docente il frutto di tutto il suo lavoro natalizio – che aveva dato pessimi risultati pratici – per farsi spiegare dove il suo ragionamento era errato ma soprattutto alla richiesta che, dopo lunghe e tormentate riflessioni, aveva deciso di avanzare. Intanto però ad avanzare era stato solo lui, fisicamente, entrando nell’ufficio e richiudendo dietro di sé la porta per poi prendere posto sulla poltrona che la docente gli aveva indicato.
La ascolto.
Si sedette in silenzio, con la schiena dritta e le mani posate sulle ginocchia, gli occhi puntati sul volto della donna, il cui lieve sorriso incoraggiante finì per rammentargli un sorriso simile e allo stesso tempo diverso che aveva addolcito non poco la sconfitta amara che la Cyprus aveva inflitto loro durante lo scontro dell’anno precedente. Il sorriso di Lyra era molto più bello, coinvolgente e caloroso ma nonostante quello Jorge si ritrovò ad apprezzare di più quello della sorella maggiore forse perché i suoi erano molto più rari e quindi, per certi versi, più preziosi.
Io – esordì titubante, scuotendo la testa per togliersi dalla mente quei pensieri inutili e inopportuni, per poi tirare un profondo respiro – Vorrei che desse un’occhiata a questo e mi dicesse in cosa ho sbagliato.
Chiese, tirando fuori dalla tasca del mantello un pezzo di pergamena ripiegato e allungandosi per posarlo sulla scrivania in modo che la docente potesse prenderlo e leggerne il contenuto.
Spoiler:
Ingredienti Pozione Rinforzante Base:
Un litro e mezzo di acqua distillata, un misurino di Uova di Doxy, 3 cavallucci marini volanti essiccati, 3 pizzichi di ali di fata e toraci di libellula tostati
Ingredienti aggiuntivi:
10 gr polvere di Capperuncolo, 3 tentacoli essiccati di Murtlap,5 gr di corno di Erumpent
Ingredienti Decotto:
50 gr di Timo, 20 gr di maggiorana, 20 gr di erica e 20 gr di lavanda
Procedimento:
Mettere nel calderone tre pizzichi di ali di fata, regolare al minimo la fiamma sotto di esso e attendere che l'acqua assumi un colorito turchese prima di aggiungervi un misurino di uova di Doxy. Girare il mestolo per una volta e mezzo in senso orario e non appena il liquido assunse un colorito rosato aggiungere i toraci di libellula tostati fino a quando la superficie non diviene rossa. Girare il mestolo di mezzo giro in senso antiorario e quando il rosso della pozione vira verso un blu intenso aggiungere altri toraci libellula tostati fino a rendere il liquido argentato. Immergere nel calderone tre cavallucci marini volanti, girare due volte in senso orario e mezza in senso antiorario e lasciare la pozione a sobbollire fino a quando non raggiunge un colore verde brillante. Far macerare per due ore in un litro di acqua distillata 50 gr di Timo, 20 gr di maggiorana, 20 gr di erica e 20 gr di lavanda, versare il tutto in un pentolino d’acciaio e metterlo sul fuoco a fiamma bassa per 15 minuti. Allo scadere del tempo filtrare il decotto con un panno di cotone 100% e rimetterlo sul fuoco con 3 tentacoli essiccati di Murtlap tritati grossolanamente e 10 gr di polvere di Capperuncolo mescolando il tutto con un cucchiaio di metallo. Quando la pozione è pronta versare nel calderone posizionato sotto una fiamma bassa a filo il contenuto del pentolino mescolando in continuazione fino a quando non sarà amalgamata anche l’ultima goccia.
E’ qualcosa su cui ho lavorato durante le Vacanze di Natale, una sorta di progetto extra di Pozioni. Lo so che lei non ha richiesto nulla del genere e sinceramente quando mi sono messo a lavorarci su non avevo intenzione di farglielo vedere per non sembrarle che so… sfacciato?... – chiese occhieggiando verso la docente come a chiedere un aiuto per trovare l’aggettivo che meglio avrebbe descritto quel tipo di comportamento – Però alla fine, nonostante tutte le ricerche che ho fatto e l'accuratezza con cui ho segnato i vari passaggi, si è rivelato un completo fallimento e per quanto ci abbia provato in questi mesi non sono riuscito a comprendere da solo cosa ho fatto di sbagliato…
Confessò candidamente perché, in fondo, le variabili in gioco erano davvero tanto per poter essere vagliate tutte dalla mente giovane e inesperta di un sedicenne, soprattutto quando l’errore poteva risiedere non tanto sulle quantità o sugli ingredienti scelti ma addirittura sul tipo di approccio utilizzato per risolvere il problema che lo aveva assillato tanto da spingerlo a cimentarsi in quella folle impresa. Problema che in quel momento sentiva la necessità di dover condividere con qualcuno.
Vede dopo quello che è accaduto durante la partita di fine anno – continuò quindi dopo un po’, incapace di reprimere il brivido che gli scosse tutto il corpo al ricordo del sangue e delle urla che avevano saturato il campo di Quidditch – mi sono sentito impotente e vulnerabile – perché lui era convinto che i ragazzi non avessero inscenato un suicidio di massa spontaneamente - con una sorta di smania di fare qualcosa e quello – indicò con un cenno del capo la pergamena – è stata la cosa relativamente più innocua da fare che mi sia venuta in mente.
Di sicuro più innocua che giocare al piccolo Investigatore o fare congetture assurde su chi, cosa, perché e come avrebbe potuto indurre un gruppo di ragazzi a fare quello che avevano fatto.
In realtà all’inizio ero partito con il voler potenziare una Pozione che agisse sulla mente di un individuo ma sul nostro libro di testo non ho trovato nulla che sembrava fare al caso mio così ho ripiegato sul tentare di creare una sorta di corazza magica.
Concluse, sollevando le spalle con aria rassegnata, attendendo in fibrillazione i commenti della docente.
Quando Alvares entrò nel suo ufficio, la pozionista non ebbe il minimo sentore di quello che il ragazzo avrebbe voluto chiederle o -più precisamente- si era fatta un'idea, ma nulla si avvicinava minimamente alla realtà.
Vorrei che desse un’occhiata a questo e mi dicesse in cosa ho sbagliato.
Con fare interrogativo, la donna prese il foglio dalle mani del ragazzo, fissando la lista di ingredienti che vi era scritta sopra e leggendo attentamente il procedimento che avrebbe dovuto creare un qualche tipo di pozione. Lo sguardo di Martha si fece ancora più perplesso e forse fu proprio quel suo sguardo a spingere Jorge a rivelare infine che cosa fosse quel pezzo di pergamena che le aveva portato.
E’ qualcosa su cui ho lavorato durante le Vacanze di Natale, una sorta di progetto extra di Pozioni. Lo so che lei non ha richiesto nulla del genere e sinceramente quando mi sono messo a lavorarci su non avevo intenzione di farglielo vedere per non sembrarle che so… sfacciato?...
Martha non disse nulla, preferendo non avallare nè smentire la sua affermazione, ma facendo segno con la mano di andare avanti.
Però alla fine, nonostante tutte le ricerche che ho fatto e l'accuratezza con cui ho segnato i vari passaggi, si è rivelato un completo fallimento e per quanto ci abbia provato in questi mesi non sono riuscito a comprendere da solo cosa ho fatto di sbagliato…
Certo che aveva sbagliato! Uova di Doxy e polvere di Capperuncolo insieme? Avrebbe dovuto per lo meno utilizzare un ingrediente che annullasse gli effetti velenosi oltre che urticanti. E che dire del procedimento? Certo, aveva segnato con meticolosa precisione ogni minimo passaggio da effettuare, ma era pur vero che certe pozioni richiedevano l'utilizzo della bacchetta magica per mescolare al meglio il fluido creato. Cosa che naturalmente Alvares non avrebbe potuto fare in quel caso. Martha era troppo allibita per riuscire a parlare, non quando aveva in mente mille domande da fare al ragazzo, a partire da come avesse fatto a procurarsi alcuni di quegli ingredienti al motivo che lo aveva spinto a cimentarsi in quella impresa, senza prima un'adeguata preparazione e il consenso, sopratutto, di un adulto più esperto di lui. Non che il Ministero vietasse categoricamente di non creare pozioni durante le vacanze -non vi era nessuna legge che lo vietava come per il caso dell'uso della bacchetta- ma lei stessa sconsigliava caldamente ai suoi studenti di provare a fare i piccoli pozionisti: vi erano molti fatti di cronaca di ragazzi che avevano fatto saltare in aria la propria casa o che avevano provocato spiacevoli incidenti a sè stessi e a chi stava loro intorno, a causa della loro sconsideratezza.
Eppure tu stessa quando eri giovane ti cimentavi a fare lo stesso...
Le disse la sua coscienza, coscienza che venne subito messa a tacere: le sue esercitazioni erano poche, organizzate un mese prima del ritorno a casa e -cosa ancora più importante- aveva sempre chiesto l'approvazione del proprio insegnante di Pozioni, nonchè consigli per evitare di provocare incidenti irreversibili. Era sempre stato quello il suo modo di comportarsi -seguire le regole minuziosamente- e qualora avesse voluto spingersi oltre, non farlo mai all'oscuro, ma sempre previo consenso di chi per esperienza era superiore a lei. Il comportamento di Alvares rivelava -almeno ai suoi occhi- quanto quel ragazzo si dimostrasse privo di quella coscienza e di quel senso del pericolo che per lei dovevano essere innate in qualsiasi persona. Tuttavia si poteva presuppore almeno che il portoghese avesse un ottimo motivo per spingersi a fare una cosa del genere, senza aver prima consultato qualcuno. E fu proprio su quello che la donna decise di indagare.
E di grazia, può dirmi cortesemente per quale motivo ha deciso di cimentarsi nella preparazione di questa pozione?
Vede dopo quello che è accaduto durante la partita di fine anno mi sono sentito impotente e vulnerabile, con una sorta di smania di fare qualcosa e quello è stata la cosa relativamente più innocua da fare che mi sia venuta in mente.
Lo sguardo -da preoccupato e scettico- si ammorbidì nell'ascoltare la spiegazione del ragazzo. Era ovvio che non solo le vittime e i loro cari erano stati scossi da quella vicenda, ma anche tutti gli studenti, le persone che avevano assistito alla strage e ogni singolo docente di Hogwarts lì presente. All'epoca del fattaccio, Martha non aveva ancora ripreso una pacifica convivenza con i suoi colleghi, ma non era nè cieca nè sorda ai loro volti segnati da quanto era accaduto: non erano riusciti a salvarli tutti, non erano riusciti a prevenire che una cosa del genere accadesse proprio sotto il loro naso. Lei personalmente aveva provato un profondo senso di colpa che aveva acuito ancora di più la propria solitudine. Ma quale effetto aveva avuto sul resto degli studenti -quei pochi che ancora frequentavano Hogwarts nonostante tutto? La maggiore delle Bennet scosse la testa, socchiudendo appena gli occhi, stanca di non aver trovato ancora delle risposte alle proprie incertezze.
In realtà all’inizio ero partito con il voler potenziare una Pozione che agisse sulla mente di un individuo ma sul nostro libro di testo non ho trovato nulla che sembrava fare al caso mio così ho ripiegato sul tentare di creare una sorta di corazza magica.
Ha cercato di applicare quello che le ho spiegato in classe sul potenziare una pozione già esistente?
Domanda retorica la sua, ma aveva bisogno di un ulteriore conferma sulla base di cosa il ragazzo avesse voluto agire in quel modo.
E' ovvio che lei non è riuscito a combinare nulla: alcuni di questi ingredienti, senza l'uso un elemento aggiuntivo, hanno reso la sua pozione inutilizzabile. Inoltre vedo che aveva intenzione di usufruire del corno di Erumpent- scosse appena la testa, incredula dell'assurdità della cosa -Immagino che quello non sia riuscito a reperirlo da nessuna parte, visto che è estremamente costoso- e di sicuro non in vendita in un qualsivoglia negozietto a Diagon Alley -E se anche fosse riuscito a crearlo, credeva che questa pozione avrebbe potuto proteggere le persone a lei care- [Intuito(P):32] ipotizzò, pensando istintivamente alla giovane O'Neill, sua compagna inseparabile e sempre al fianco del portoghese -da qualche pericolo?
Non aveva parlato in tono scettico, perchè questo avrebbe sminuito l'intenzione -valida in fin dei conti- del ragazzo. Ma il tono preoccupato, quello era più che udibile, anche se probabilmente Jorge non avrebbe compreso per quale motivo ella si dimostrasse tale.
Signorino Alvares, è ormai superfluo ribadirle il concetto che non è saggio da parte sua cimentarsi in questi esperimenti, senza aver consultato prima me o qualche altro docente- esordì con fare calmo e autoritario, senza però imprimere nella voce quel tono severo che avrebbe potuto spaventare il ragazzo o fargli temere di aver infranto qualche legge magica a lui ignota -Non esiste alcun divieto che le impone di non esercitarsi durante le vacanze, lo so, ma questo non significa che lei non debba assumersi la responsabilità di ciò che fa e mi creda quando le dico che decidere di preparare una pozione senza prima avermi chiesto un parere o il giusto procedimento da adottare è da incoscienti- e se avesse fatto esplodere il calderone? Se avesse provocato la morte di qualcuno? Certo, la pozionista non poteva sapere che il ragazzo era stato a contatto con una maestra vodoo che, probabilmente, avrebbe impedito qualsiasi tipo di catastrofe che avrebbe potuto minare lei e il suo negozio. Ma essendo all'oscuro di tutto, la Bennet dovette procedere per deduzioni, deduzioni che potevano anche essere smentite da Alvares stesso -Comprendo che lei è rimasto scosso da quella vicenda -tutti lo siamo stati in fin dei conti- e non posso biasimarle il desiderio di voler cercare una soluzione per proteggere coloro che le sono vicini. Ma d'ora in avanti le consiglio caldamente di consultare me, prima di preparare o creare qualsiasi tipo di pozione.
Gli stava offrendo una mano, una sorta di aiuto, in mezzo a quel rimprovero che doveva essere tale solo perchè ella si aspettava molto più senno e capacità di giudizio da un ragazzo che ormai aveva ben sedici anni -un anno in meno prima di diventare maggiorenne. C'era però un altro punto da chiarire e che la donna non avrebbe lasciato in sospeso: Jorge non aveva scelto di potenziare un incantesimo o di trasfigurare una corazza, non aveva optato per un composto alchemico o per un decotto erbologico; voleva creare una pozione, il che fece presupporre alla docente che il ragazzo dimostrasse molto più che una semplice passione per la sua materia, una materia nel quale -lo vedeva- il portoghese bramava eccellere con tutto sè stesso.
Perchè non si è limitato a creare un decotto? Perchè ha scelto proprio di creare una pozione?
Chiese quindi attendendo la risposta dell'altro, mentre posava il pezzo di pergamena sulla propria scrivania, e facendo apparire -con un colpo di bacchetta- del thè freddo al limone, aromatizzato con foglie di menta, in due bicchieri trasparenti, offrendone implicitamente uno al ragazzo seduto di fronte a sè.
Jorge si era presentato al cospetto della Bennet con due obiettivi da raggiungere, capire dove aveva sbagliato nel preparare il potenziamento della Pozione Rafforzante e chiedere alla docente di diventare il suo Assistente. Aveva riflettuto a lungo su quale dei due quesiti porre per primo e alla fine, a malincuore, aveva scelto di mettere da parte il suo interesse personale in nome della “scienza” – giusto per essere un po’ melodrammatici. In realtà il ragionamento che aveva fatto il Delfino era abbastanza semplice. Se per prima cosa avesse chiesto alla Pozionista di diventare la sua Mentore e lei, per qualche dono di Merlino, avesse acconsentito per poi ritrattare tutto nel momento in cui lui le avesse fatto vedere la pergamena – perché era stato stupido, incosciente, megalomane o qualsiasi altro aggettivo negativo e dispregiativo esistente – lui ne sarebbe uscito totalmente distrutto. Non che un rifiuto successivo lo avrebbe lasciato indifferente – anzi lo avrebbe costretto a rivedere tutti i mezzi progetti che si era azzardato a formulare per il futuro - ma almeno si sarebbe risparmiato il dolore di vedersi strappare dalle mani qualcosa che aveva agognato da mesi. Così, facendosi forza, aveva posato sulla scrivania il foglio di pergamena su cui aveva annotato con una scritta chiara e precisa sia gli ingredienti che i passaggi che aveva compiuto per ottenere quello che Madama Lemourt aveva definito un ottimo veleno per poi chiedere alla docente se poteva spiegarli dove aveva sbagliato. Il silenzio che seguì riecheggiò sinistro nel cuore di Jorge che, con gli occhi puntati sul viso della donna per cogliere eventuali reazioni al suo lavoro, pregava la Trama affinchè la Bennet non lo cacciasse adirata dal suo ufficio minacciandolo di farlo espellere se si fosse solo azzardato ad avvicinarsi nuovamente a un calderone ma gli desse almeno la possibilità di spiegarle il come e il perché si era avventurato in quella impresa. A giudicare dalla domanda con cui la donna ruppe quel silenzio logorante, la Trama o chi per lei doveva aver ascoltato in parte la sua preghiera.
E di grazia, può dirmi cortesemente per quale motivo ha deciso di cimentarsi nella preparazione di questa pozione?
Rassicurato dal tono usato dalla docente, secondo il suo non proprio obiettivo parere non troppo contrariato ma ancora abbastanza scettico, Jorge le aveva descritto in maniera sintetica e chiara come si era sentito dopo la partita di fine anno di Quidditch – terrorizzato, in ansia, impotente, frustrato - e la necessità impellente di dover fare qualcosa di utile, anche se solo nella sua mente. Non gli sfuggì [Intuito/P=16] il lieve cambiamento nell’atteggiamento della docente, come se la sua motivazione l’avesse in qualche modo colpita in positivo anche se non seppe come interpretare quello scuotimento di testa – si era così totalmente concentrato su di lei che probabilmente sarebbe riuscito a cogliere anche dei cambiamenti nel modo di respirare – cosa quello che lo spinse a esporsi ancora un po’, confessandole come in realtà la pozione Rafforzante non rappresentasse esattamente la sua prima scelta.
Ha cercato di applicare quello che le ho spiegato in classe sul potenziare una pozione già esistente?
Si – rispose con voce calma e sincera, senza alcun tentennamento – Non mi azzarderei mai a creare un composto nuovo dal nulla soprattutto perché non saprei da dove cominciare senza correre il rischio di combinare qualche danno irreparabile mentre credevo, a torto a questo punto, di essere in grado di individuare gli ingredienti giusti per migliorare una pozione preesistente e di creare una base perfetta da cui partire.
L’ultima parte del discorso la pronunciò con un tono più basso e smorzato perché quella era la prima volta che metteva in dubbio la validità della pozione base. Se fosse stato davvero quello il problema avrebbe volentieri fatto un volo giù dalla Torre di Astronomia con un calderone a fargli da paracadute babbano.
E' ovvio che lei non è riuscito a combinare nulla – si sporse in avanti verso la cattedra attento alla spiegazione che attendeva di avere da mesi - alcuni di questi ingredienti, senza l'uso di un elemento aggiuntivo, hanno reso la sua pozione inutilizzabile.
Un elemento aggiuntivo? In che senso?
Chiese immediatamente, forse invogliato dal tono della donna che per quanto incredulo e contrariato, non gli sembrava totalmente indisposta nei suoi confronti.
Inoltre vedo che aveva intenzione di usufruire del corno di Erumpent.
Si. Incrociando il libro di Pozioni con quello di Cure delle Creature Magiche – perché dietro a quella pergamena vi erano un bel po’ di ricerca, almeno secondo il parere del Delfino - ho scoperto che la pelle dell’Erumpent è in grado di respingere molti incantesimi e maledizioni e avevo pensato che potesse fare al caso mio.
Immagino che quello non sia riuscito a reperirlo da nessuna parte, visto che è estremamente costoso.
Bè si – ammise nuovamente, portando una mano a scompigliarsi i capelli – Non credevo che potesse esistere qualcosa di così costoso senza sbrilluccicare o essere ricoperto d’oro.
E se anche fosse riuscito a crearlo, credeva che questa pozione avrebbe potuto proteggere le persone a lei care da qualche pericolo?
Si, il mio intento era quello. Volevo creare qualcosa che sviluppasse quel nucleo di energia che abbiamo dentro di noi e ci permette di assorbire gli incantesimi senza risentirne – e grazie a Vastnor che aveva spiegato loro da poco il concetto di Resistenza Magica così che adesso Jorge non doveva fare immensi giri di parole per esprimere il proprio pensiero – Sa in modo da poter essere al sicuro anche se siamo impossibilitati per un motivo o per un altro a utilizzare la bacchetta.
Signorino Alvares, è ormai superfluo ribadirle il concetto che non è saggio da parte sua cimentarsi in questi esperimenti, senza aver consultato prima me o qualche altro docente – in un altro tempo Jorge avrebbe interrotto la docente per ribadire le proprie motivazioni e far presente che aveva preso tutte le precauzioni possibili, viste le circostanze ma in fondo anche lui era maturato in tutti quegli anni. Non solo quindi fu in grado di trattenersi ma anche di comprendere che la ramanzina che la Bennet gli stava facendo era del tutto giustificata, soprattutto perché l’altra non era a conoscenza di tutta la situazione. - Non esiste alcun divieto che le impone di non esercitarsi durante le vacanze, lo so, ma questo non significa che lei non debba assumersi la responsabilità di ciò che fa e mi creda quando le dico che decidere di preparare una pozione senza prima avermi chiesto un parere o il giusto procedimento da adottare è da incoscienti – arrossì e abbassò lo sguardo sulle proprie mani perché su quello la Pozionista aveva perfettamente ragione. In fin dei conti nessuno gli aveva detto come lavorare visto che Madama Lemourt si era limitata ad assicurarsi che non facesse esplodere nulla - Comprendo che lei è rimasto scosso da quella vicenda -tutti lo siamo stati in fin dei conti- e non posso biasimarle il desiderio di voler cercare una soluzione per proteggere coloro che le sono vicini. Ma d'ora in avanti le consiglio caldamente di consultare me, prima di preparare o creare qualsiasi tipo di pozione.
Le assicuro che se mi fossi trovato a Hogwarts la sua sarebbe stata la prima porta e unica porta a cui avrei bussato, anche a costo di farmi mettere in punizione per la mia arroganza – esordì non appena ebbe la sensazione che la ramanzina fosse finita, il tono fermo e pacato e gli occhi che gli brillavano per l’entusiasmo nel vedere la docente ben disposta nei suoi confronti. Che quello fosse il segnale che dopo anni di assedio era finalmente riuscito a creare una microscopica breccia nelle difese di Martha Bennet? – Purtroppo trovandomi a Lisbona l’unica cosa che ho potuto fare è stato rivolgermi a Madama Lemourt e lei è una seguace della teoria del “sbagliando si impara” . Si è limitata a eliminare l’Erumpent dalla mia lista, a fare non so quale magia sul calderone per evitare che potesse esplodere e a controllare il risultato che avevo ottenuto definendolo un ottimo veleno.
Si morse il labbro inferiore subito dopo aver finito di parlare, maledicendosi per aver nominato la Strega del Voodoo. Non aveva ancora compreso come quella branca della magia venisse considerata nel Mondo Magico e quindi temeva di fare una brutta impressione sulla Bennet, però d’altro canto non voleva in alcun modo che la docente pensasse che lui avesse già qualcuno che lo guidava nel mondo delle pozioni perché per lui esisteva un’unica figura di Mentore ed era incarnata dalla persona che gli sedeva di fronte. Prese quindi un profondo respiro prima di confessare alla docente qualcosa che a scuola, secondo lui, solo la sua sorellina e la VicePreside, per ovvio motivi, sapeva.
Madama Lemourt è … la mia datrice di lavoro. Sa la mia famiglia non ha molti soldi e io ho sempre svolto qualche lavoretto per dare una mano e non pesare troppo sul bilancio familiare soprattutto da quando sono venuto a Hogwarts – a discapito delle apparenze Jorge possedeva un lato giudizioso e responsabile anche se veniva a galla raramente e il non mettere sua madre nelle condizioni di dover dire di no a un rotolo extra di pergamene o a un nuovo set di ampolle e piume era uno di quelli. E poi il suo orgoglio gli impediva di vivere per sette anni a scrocco della sua sorellina in tema di lecca lecca al sangue e cioccorane – Lei gestisce uno dei pochi negozi magici di Lisbona, un negozio di voodoo per la precisione e oltre a vendere un sacco di ingredienti e oggetti che non avevo mai visto e che non ho il permesso neanche di annusare ha anche un laboratorio di pozioni sul retro che mi ha permesso di usare fuori dall’orario di lavoro. Lei dice che bisogna dare alle giovani menti la possibilità di spaziare ed esplorare i confini delle proprie capacità e all’inizio questo mi ha molto intrigato. Adesso invece credo che senza una guida reale che mi sappia indirizzare il mio è solo un inutile girare a vuoto…
Un’ammissione enorme quella per il Delfino, fatta con un tono di voce affranto e lo sguardo basso, ma che gli fece molto meno male di quando quella verità aveva divelto il velo delle sue errate convinzioni. Si era sentito sciocco, stupido, incosciente, egocentrico e megalomane – giusto per citare alcuni degli epiteti che si era lanciato contro quel giorno nella sua camera da letto – e cosa peggiore di tutte aveva avuto la terribile sensazione di aver gettato ai vermicoli un sacco di tempo prezioso, tempo che avrebbe potuto impiegare molto più proficuamente approfondendo qualche aspetto teorico a lui sconosciuto che avrebbe potuto aiutarlo a non commettere errori del genere.
Perchè non si è limitato a creare un decotto? Perchè ha scelto proprio di creare una pozione?
La domanda lo lasciò spiazzato e la prima risposta che gli si materializzò sulla punta della lingua fu un non ci ho pensato…, ma si vide bene dal dirlo. Prese il bicchiere che era comparso sulla scrivania, ringraziando la docente, e giocherellando con la foglia di mente, le sopracciglia aggrottate segno che stava intensamente riflettendo sulla risposta da darle. Non che ce ne fosse una giusta e una sbagliata, semplicemente voleva essere sincero e preciso. In effetti quando si era ricordato della lezione di Erbologia avrebbe potuto prendere il decotto di Timo e provare a potenziare lui aggiungendo qualche altro estratto naturale ma semplicemente non ci aveva pensato.
Non ci ho pensato – alla fine quelle quattro inutili parole scivolarono lo stesso fuori dalle sue labbra, seguite da un centinaio di altre – Semplicemente ogni qualvolta mi trovo di fronte a un problema la prima cosa che mi viene in mente è quale Pozione posso usare per risolverlo. Raffreddore? Pozione Pepata. Ossa rotte? Ossofast. Necessità di camuffarsi? Polisucco. Liberare un cunicolo da una qualunque ostruzione? Pozione Esplodente. Per fortuna che ho imparato a riflettere prima di parlare perché se no a quest’ora mi ritroverei in punizione con il professor Vastnor fino al diploma. – fece una piccola pausa per bere un sorso di tè e fare un sorriso un po’ furbetto alla docente - Quando ci ha spiegato la Magia Poderosa e gli effetti collaterali del trasferire parte della nostra aurea magica protettiva per incrementare la nostra Capacità Magica volevo chiedergli a che pro correre tutti quei rischi quando con la Pozione Corroborante + si potevano ottenere più o meno gli stessi risultati.
Fece un’altra pausa, scompigliandosi i capelli già di per loro disordinati, il sorriso che si affievoliva diventando una smorfia di scusa.
Lo so che il decotto di Timo che ho tentato di usare nel mio potenziamento già di per sé permette di attutire i colpi magici fino a un 20% o più ma per quanto la Professoressa Vilvarin mi abbia più volte spiegato che utilizzando ciò che Madre Natura ci offre si ottengono li stesse risultati di una qualsiasi Pozione io non riesco a essere completamente d’accordo con lei. Qui – e si portò la mano all’altezza del cuore – c’è sempre una vocina che mi dice che se metto un decotto o una tisana in un calderone e vi aggiungo qualcos’altro il risultato sarà certamente migliore. Temo di essere un inguaribile razzista e non riuscire a considerare l’Erbologia più di una valida vassalla di Pozioni.
Sperare che il ragazzo fosse risucito ad acquisire un minimo di buonsenso in tutti quegli anni forse era stato troppo: con il suo tentativo di rafforzare una pozione preesistente -che se fatto in altri modi avrebbe favorito la sua conversazione con la docente- all'insaputa di quest'ultima e sopratutto col rischio di far saltare in aria l'intera Lisbona, Martha non se la sentiva di volgere uno sguardo indulgente nei confronti di Jorge. Salvo quando il portoghese spiegò alla donna i motivi che lo avevano spinto ad un tale gesto -per lei sconsiderato. Alvares aveva cercato di mettere a frutto le lezioni della Bennet, senza però fare i conti con la pozionista: giocare con gli ingredienti, tentare una via non sapendo bene come seguirla e utilizzare componenti che, se messi insieme, potevano creare più danni di quelli che lo stesso Jorge potesse immaginare, furono tutti incentivi ad oscurare ancora di più il sentimento benevolo e disponibile con la quale la donna aveva accolto il ragazzo nel suo ufficio. Non che in quel momento sentisse il bisogno di sbraitargli contro e nemmeno di cacciarlo fuori dalla stanza: ma dopo aver sperato -perchè in fondo un'insegnante aveva sempre delle aspettative nei confronti dei suoi alunni- che il ragazzo stesse finalmente mettendo giudizio, ecco che tutti i suoi buoni propositi venivano prontamente delusi, delusi dalla mancanza di assennatezza nel sedicenne.
Forse pretendo troppo da lui...
Quella voce della sua coscienza che continuava a martellarle la mente -e che forse in parte proveniva dall'Acqua dentro di lei, che la invitava alla pazienza e alla comprensione- ebbe ancora una volta la meglio su di lei, reprimendo i cattivi giudizi ma non la ramanzina che, in quanto insegnante, era suo diritto fare.
Le assicuro che se mi fossi trovato a Hogwarts la sua sarebbe stata la prima porta e unica porta a cui avrei bussato, anche a costo di farmi mettere in punizione per la mia arroganza
Mi pare che esistano i gufi per comunicare quando si è lontani.
Rispose tagliente, salvo poi fare cenno al portoghese di continuare e di spiegare per filo e per segno che cosa lo aveva spinto a cimentarsi in un'impresa simile.
Purtroppo trovandomi a Lisbona l’unica cosa che ho potuto fare è stato rivolgermi a Madama Lemourt e lei è una seguace della teoria del “sbagliando si impara” . Si è limitata a eliminare l’Erumpent dalla mia lista, a fare non so quale magia sul calderone per evitare che potesse esplodere e a controllare il risultato che avevo ottenuto definendolo un ottimo veleno.
Chi è Madama Lemourt?
La domanda venne posta prima ancora che la docente potesse riflettere se fosse il caso di farla o meno. Convinta che fosse suo diritto conoscere chi aveva aiutato il delfino e come, non si era posta il problema che questo avrebbe spinto Jorge a farle delle confidenze estremamente private su di lui e sulla propria famiglia. Tuttavia, Martha non era un pezzo di ghiaccio -o per lo meno il suo elemento rimaneva sempre l'Acqua, fluida e malleabile- ascoltando con attenzione la risposta del ragazzo alla propria domanda.
Madama Lemourt è … la mia datrice di lavoro. Sa la mia famiglia non ha molti soldi e io ho sempre svolto qualche lavoretto per dare una mano e non pesare troppo sul bilancio familiare soprattutto da quando sono venuto a Hogwarts
Lo sguardo si addolcì, mentre le spalle della donna si rilassarono visibilmente, come se le fosse stato tolto un peso di dosso.
Grazie al cielo, credevo che avesse combinato tutto quanto da solo...
Era vero che lei non conosceva questa Madama Lemourt, ma convinta di trovarsi di fronte ad una strega e non ad una maga voodoo, Martha era più propensa ad ascoltare il resto della spiegazione del Delfino e, anche, ad ammorbidire un po' i toni con lui.
Lei gestisce uno dei pochi negozi magici di Lisbona, un negozio di voodoo per la precisione...
Voodoo! Un mago di sedici anni aveva avuto a che fare con una strega voodoo! L'emozione che investì il volto della donna, facendole strabuzzare gli occhi dalla sorpresa, probabilmente sarebbe stata colta dal delfino, tanto era palese. Le labbra si assottigliarono nervosamente, mentre ascoltava il continuo del discorso, non riuscendo a credere che Jorge fosse finito nelle grinfie di una seguace della magia nera.
...e oltre a vendere un sacco di ingredienti e oggetti che non avevo mai visto e che non ho il permesso neanche di annusare ha anche un laboratorio di pozioni sul retro che mi ha permesso di usare fuori dall’orario di lavoro. Lei dice che bisogna dare alle giovani menti la possibilità di spaziare ed esplorare i confini delle proprie capacità e all’inizio questo mi ha molto intrigato. Adesso invece credo che senza una guida reale che mi sappia indirizzare il mio è solo un inutile girare a vuoto…
Ciò che ha detto non è nè giusto nè sbagliato. E' giusto dare la possibilità di essere creativi, ma bisogna anche saper indirizzare le giovani menti prima di lasciarle andare libere...
Rispose quasi automaticamente, intuendo forse dove il ragazzo volesse andare a parare [Intuito(P):32]: che fosse venuto lì con lo scopo preciso di chiederle aiuto? Si certo, era ovvio che volesse il suo aiuto, ma l'idea che si era formata in testa la donna -e forse non a torto- era che il delfino volesse in lei una sorta di guida in quel campo, un mentore, proprio come Heathcliff tempo addietro lo era stato per lei. Prima di provare qualsiasi tipo di emozione di fronte a quella possibilità, Martha voleva essere sicura delle intenzioni del ragazzo: per questo gli chiese di spiegarle esattamente per quale motivo avesse deciso di preparare una pozione, invece che limitarsi al semplice decotto erbologico -sicuramente molto più semplice.
Non ci ho pensato. Semplicemente ogni qualvolta mi trovo di fronte a un problema la prima cosa che mi viene in mente è quale Pozione posso usare per risolverlo. Raffreddore? Pozione Pepata. Ossa rotte? Ossofast. Necessità di camuffarsi? Polisucco. Liberare un cunicolo da una qualunque ostruzione? Pozione Esplodente. Per fortuna che ho imparato a riflettere prima di parlare perché se no a quest’ora mi ritroverei in punizione con il professor Vastnor fino al diploma. Quando ci ha spiegato la Magia Poderosa e gli effetti collaterali del trasferire parte della nostra aurea magica protettiva per incrementare la nostra Capacità Magica volevo chiedergli a che pro correre tutti quei rischi quando con la Pozione Corroborante + si potevano ottenere più o meno gli stessi risultati.
Eppure il decotto bastava a soddisfare il suo scopo...
Lo so che il decotto di Timo che ho tentato di usare nel mio potenziamento già di per sé permette di attutire i colpi magici fino a un 20% o più ma per quanto la Professoressa Vilvarin mi abbia più volte spiegato che utilizzando ciò che Madre Natura ci offre si ottengono li stesse risultati di una qualsiasi Pozione io non riesco a essere completamente d’accordo con lei. Qui c’è sempre una vocina che mi dice che se metto un decotto o una tisana in un calderone e vi aggiungo qualcos’altro il risultato sarà certamente migliore. Temo di essere un inguaribile razzista e non riuscire a considerare l’Erbologia più di una valida vassalla di Pozioni.
Nessuno può costringerla ad avere un'opinione diversa da quella che ha, suppongo...
Nessuna critica nei confronti del ragazzo con quell'affermazione, ma la pura e semplice constatazione di una verità: cambiare idea non doveva essere un atto di costrinzione, ma un processo di assimilazione e di rinnovo del pensiero che al momento Jorge Alvares non aveva. Non che questo fosse suo dovere -lei stessa in fondo condivideva quel tipo di pensiero- semplicemente la donna stava riflettendo attentamente e cercando di comprendere quale fosse il modo giusto di agire con il ragazzo. Era chiaro che Alvares mostrasse una passione spropositata per la sua materia, così come la sua incredibile capacità di non seguire le regole. Due fattori che lo ponevano in una posizione di vantaggio e svantaggio sul piatto della bilancia, lasciandolo al momento in equilibrio. Ma venire a sapere che il ragazzo si fosse fatto influenzare da una strega voodoo -e il suo risentimento e preoccupazione erano giustificati dal fatto che quella veniva considerata una branca della magia nera- lo metteva in una situazione oltremodo negativa. Martha non credeva che Jorge si fosse lasciato corrompere dal Male, ma non avrebbe mai neanche permesso che ad un suo studente potesse accadere una cosa del genere -non sotto il suo naso, per lo meno! Insomma quei minuti di riflessione infine divennero una consapevolezza certa, ma che ancora avrebbe celato al portoghese: era giusto che fosse lui a prendere parola e a precisare quali fossero le sue intenzioni, prima che la donna iniziasse a fare delle congetture sul suo futuro e sul modo di tenerlo lontano da quella sciamana da quattro soldi.
Alvares mi ascolti attentamente: non approvo che lei abbia a che fare con una strega voodoo, è chiaro? Forse potrà ignorare la mia opinione, ma nel mondo magico consideriamo il voodoo magia nera e questo è un incentivo sufficiente a portarla dalla Preside e chiedere dei provvedimenti affinchè lei non abbia più a che fare con certe mantiche- si permise una pausa, per far si che quelle parole si imprimessero per bene nella mente del ragazzo, facendogli comprendere l'enorme errore che a suo avviso aveva compiuto -Ma non lo farò.- nonostante quella concessione, il volto della Bennet era serio e privo di un sorriso, mentre riprendeva a parlare lasciando che l'Acqua guidasse le sue parole- Comprendo cosa l'ha spinta a tentare e che i problemi economici della sua famiglia la portano a caricarsi di molti più fardelli di quanti dovrebbe portare uno studente della sua età. Mi creda però quando le dico che è nel suo interesse non avere a che fare con certe persone. Voglio credere nelle sue buone intenzioni e per questa volta- rafforzò il tono, sottolineando che non sarebbe stata di nuovo tanto indulgente -eviterò di andare dalla Preside. Ma voglio che lei mi prometta che si licenzierà dal negozio di questa Madama Lemourt e che non avrà mai più a che fare con il voodoo.
Su questo era categorica. Non avrebbe mai accettato di prendere sotto la sua ala protettiva una persona incline più al male che al bene: per quanto i suoi stessi modi potessero apparire non proprio benevoli, la donna sapeva imporsi un limite fra ciò che le era lecito e ciò che diventava ingiusto fare. Subito dopo aver parlato, l'espressione sul suo volto si distese, addolcendone i tratti così come la voce, mentre Martha si sporgeva un po' di più sulla scrivania, ricercando lo sguardo del delfino.
So che le sto imponendo un immenso sacrificio da fare, ma voglio che lei capisca che il mio è solo un modo di proteggerla da ciò che può corromperla e farle del male. Ci sono altri modi per aiutare la sua famiglia e non ha bisogno di avere a che fare con la magia nera per riuscirci. Per quanto riguarda la pozione...- e nel dire questo, osservò ancora una volta il foglio stretto nel suo pugno -potrà contare sul mio aiuto: le spiegherò qual è il giusto processo da seguire e quali sono gli ingredienti che facilitano un potenziamento rispetto ad altri. Naturalmente se è questo ciò che lei vuole.
Al momento l'idea che il ragazzo volesse farle da assistente non le era ancora balenato in mente.
Mi pare che esistano i gufi per comunicare quando si è lontani.
Jorge arrossì per quella precisazione e abbassò lo sguardo sulle proprie mani per non dover reggere anche il disappunto di certo – secondo lui – presente in quello della docente oltre al tono tagliente della risposta che gli ricordava tanto il modo in cui lo aveva trattato anni prima. Non ribattè nulla, sicuro di non riuscire a non suonare patetico, petulante e infantile mentre pronunciava le uniche parole che fossero state allo stesso tempo sincere e sensate: non ci ho pensato. E i motivi che stavano dietro a tale mancanza non erano di certo tutti onorevoli. Il loro rapporto, o meglio l’assenza di un qualsiasi rapporto privilegiato o speciale, che giustificasse un gufo nel bel mezzo delle Vacanze di Natale in cui chiedeva consigli su come preparare una Pozione era solo la punta dell’icerberg. Sarebbe, infatti, stato in grado di rispettare i voleri della Bennet nel caso in cui, cosa molto probabile, gli avesse caldamente sconsigliato di tentare alcunché? Era quello un interrogativo insidioso a cui non sapeva né voleva rispondere e su cui era anche inutile soffermarsi considerato che ormai il danno era fatto. La smania di rendersi utile gli era venuta mentre si trovava a Lisbona e quindi si era visto costretto ad affidarsi non alla docente di Hogwarts quanto alla proprietaria creola di un negozio di voodoo, come confidò subito dopo sperando in quel modo di dimostrarle che non era più l’incosciente e lo sprovveduto di un tempo. Dopotutto non si era chiuso in un vecchio edificio scolastico abbandonato a maneggiare ingredienti pericolosi ma si era affidato alle cure di un adulto che almeno si era assicurato che non avrebbe fatto saltare in aria tutta o parte della capitale portoghese.
Chi è Madama Lemourt?
Ecco quella era una domanda spinosa a cui Jorge non era propriamente felice di rispondere perché non gli piaceva far sapere in giro delle condizioni economiche in cui versava la sua famiglia, e perché in fondo non si era mai preso il tempo per approfondire cosa volesse dire “voodoo” nel Mondo Magico. Fece un veloce bilancio mettendo da un lato la sua riservatezza e l’incognita rappresentata dalla branca della magia in cui la creola era specializzata e dall’altra la possibilità che la Bennet pensasse che lui avesse già qualcuno che lo potesse guidare nel mondo delle Pozioni. Inutile dire che la sua bocca si dischiuse per rispondere quando ancora l’ultimo pesetto virtuale non era stato posto su quella fantomatica bilancia. Non aveva lavorato sodo - e combinati tutti quei guai involontari – in quegli anni per vedersi rifiutare la sua richiesta sulla base di una stupida incomprensione.
Ottima scelta Alvares!
Si complimentò con se stesso, dandosi un “cinque” mentale non appena notò i lineamenti del viso della docente distendersi. Così, galvanizzato dal’ottimo – ai suoi occhi - risultato ottenuto, Jorge continuò la sua spiegazione, addentrandosi in particolari che forse avrebbe fatto meglio a tenersi per sé. Lì per lì, preso dalla propria epifania sull’importanza di avere una guida piuttosto che il libero accesso a un laboratorio, non si accorse del moto di nervosismo che attraversò il viso della Bennet e anche se fosse non sarebbe stato in grado di cogliere quale del flusso di informazioni continuo che le stava dando ne fosse stata la causa scatenante.
Ciò che ha detto non è nè giusto nè sbagliato. – aggrottò le sopracciglia tra il perplesso e il curioso. - E' giusto dare la possibilità di essere creativi, ma bisogna anche saper indirizzare le giovani menti prima di lasciarle andare libere...
La creatività senza la giusta preparazione porta all’esplosione. - Commentò con un tono di voce un po’ più basso, come se parlasse più a se stesso che alla docente - Mi scusi… è un motto che ho creato per cercare di mettere un freno alla mia impulsività.
Si giustificò subito dopo, scompigliandosi i capelli con fare nervoso, un tic quello che a lungo andare avrebbe finito per renderlo calvo prima dei quarant’anni. Parte del nervosismo, in realtà era dovuto al fatto che temeva, con le parole di poco prima, di essersi sbilanciato un po’ troppo e di aver scoperto le proprie carte troppo in fretta, sbandierando – perché per lui era ovvio il senso implicito del suo discorso – alla Bennet il suo desiderio di averla come Mentore senza prepararla adeguatamente prima. Fu per questo che di fronte alla domanda puramente tecnica che la Pozionista gli rivolse lui non rispose immediatamente e con prontezza ma con un altro piccolo sproloquio tentennate. Nessuna frase a effetto, nessun concetto complesso acquisito su qualche tomo, solo la pura e semplice verità. Per lui Pozioni rappresentava la risposta magica a qualsiasi dubbio e la soluzione a qualsiasi problema anche se, così facendo, dimostrava una certa colta ottusità nei confronti di altre materie, come Erbologia, che ricoprivano un ruolo importante non solo nel panorama scolastico di Hogwarts ma nella vita di tutti i giorni del Mondo Magico.
Nessuno può costringerla ad avere un'opinione diversa da quella che ha, suppongo...
Alzò le spalle e incassò la testa, una smorfia sul viso che sembrava voler dire “ purtroppo penso proprio di no”. Già aver ammesso con la Vilvarin di trovarsi in torto nel considerare Pozioni più importante di Erbologia rappresentava per lui una grossa prova di maturità, una sorta di presa di coscienza che la sua non era una impuntatura puerile ma il frutto di una passione ragionata, ragionamento il suo però che non doveva per forza essere condiviso dagli altri. Il voler avere per forza di cose ragione sugli altri non era uno dei suoi numerosi difetti, così come il voler prevaricare il prossimo. La testardaggine invece, quella si che rientrava nella top ten dei suoi difetti e per quanto cercasse di smussarne gli angoli, essa rimaneva ancorata alla sua anima e finiva per guidare, in tutto o in parte, le sue azioni. Come guidarlo nell’ufficio della Bennet, nonostante la docente non gli avesse mai fatto intuire neanche lontanamente che potesse essere interessata ad avere a che fare con lui al di là del normale orario di lezioni. Si umettò le labbra pronto ad avanzare la propria richiesta, sicuro che quello fosse il momento più propizio ma non fece in tempo a prendere il fiato necessario per parlare che la docente lo gelò sul posto, facendo defluire dal suo viso tutto il colorito che aveva raccolto nel corso della conversazione.
Alvares mi ascolti attentamente: non approvo che lei abbia a che fare con una strega voodoo, è chiaro?
La sua testa si mosse in automatico, come governata da fili invisibili, mentre guardava allibito la professoressa, il cervello che andava progressivamente spegnendosi per lasciare posto solo a un enorme punto interrogativo.
Forse potrà ignorare la mia opinione, ma nel mondo magico consideriamo il voodoo magia nera e questo è un incentivo sufficiente a portarla dalla Preside e chiedere dei provvedimenti affinchè lei non abbia più a che fare con certe mantiche.
Magia nera. No, non era possibile. Aveva passato in quel negozio praticamente quasi tutto il suo tempo libero e non aveva mai visto… già, cosa? Cosa ne poteva sapere lui del modo in cui la magia nera veniva praticata? Quali erano i riti, gli incantesimi – al di là di quelli che i suoi libri di testo classificavano come “oscuri” – le pozioni? Nulla, non ne sapeva nulla e quella ignoranza era da imputare principalmente a se stesso e alla sua superficialità. Era stato troppo accecato dalla felicità di potersi dedicare ai suoi esperimenti per chiedersi davvero cosa di reale ci fosse nel voodoo. Abbassò il volto, sconsolato, pronto ad alzarsi in piedi e recarsi, scortato dalla maggiore delle Bennet nell’ufficio della Preside. Non credeva di poter essere espulso per un motivo del genere, ma di certo non ne sarebbe venuto fuori nulla di buono e soprattutto poteva dire addio al diventare Assistente della docente. Avrebbe potuto protestare, affermare la propria innocenza anche se sarebbe stato meglio dire ignoranza, ma preferì tacere. Che non sapeva cosa rappresentasse il voodoo nel Mondo Magico era implicito nell’averlo nominato in maniera così spontanea e smaliziata – o almeno lui credeva che lo fosse – e fare una scenata sarebbe stato del tutto inutile.
Ma non lo farò.
Davvero!
Esclamò sorpreso, ricadendo all’indietro sulla sedia.
Comprendo cosa l'ha spinta a tentare e che i problemi economici della sua famiglia la portano a caricarsi di molti più fardelli di quanti dovrebbe portare uno studente della sua età. Mi creda però quando le dico che è nel suo interesse non avere a che fare con certe persone. Voglio credere nelle sue buone intenzioni e per questa volta eviterò di andare dalla Preside. – espirò con forza, afflosciandosi su se stesso, concentrandosi sull’enorme peso che la Pozionista stava togliendo dal suo povero animo che sul significato intrinseco di quel questa volta. In ogni caso ci pensò la donna a chiarirgli per bene il concetto in modo che non potesse fraintendere in alcun modo. - Ma voglio che lei mi prometta che si licenzierà dal negozio di questa Madama Lemourt e che non avrà mai più a che fare con il voodoo.
Io non pratico il voodoo e Madama Lemourt non mi ha mai insegnato nulla al riguardo. A ben vedere non mi ha mai insegnato nulla e basta.
Precisò con un tono serio e veemente, senza però ovviamente alzare la voce mentre la sua mente si affannava alla ricerca di una risposta che avrebbe potuto soddisfare la docente senza però impegnarlo realmente nel lasciare l’impiego al negozio. Al di là dell’accesso al laboratorio quello era a tutti gli effetti un buon lavoro, gli permetteva di portare un po’ di galeoni a casa che, tradotti in euro, era più di quello che si guadagnava come commesso babbano, per non parlare del fatto che non era certo di aver ripagato, con le ore di lavoro extra che aveva svolto durante le vacanze, il costo degli ingredienti che aveva utilizzato. Lì per lì non ci aveva pensato, grato alla strega di dargli lo stesso un po’ di soldi a fine settimana, sicuro che con il tempo avrebbe avuto modo di ripianare del tutto il debito. Adesso si trovava nella condizione non solo di doverci pensare ma anche di dover prendere una decisione e anche in fretta. La bilancia virtuale di prima si materializzò nuovamente nella sua mente, portandolo a chiedersi cosa ci fosse esattamente in ballo. Una ramanzina della Preside? Un gufo ai suoi genitori sui pericoli che incorreva nel frequentare quel negozi? Una litigata con i suoi? Nulla che non avesse già subito e, a voler essere sinceri, anche per motivi ben più gravi.
So che le sto imponendo un immenso sacrificio da fare, ma voglio che lei capisca che il mio è solo un modo di proteggerla da ciò che può corromperla e farle del male. Ci sono altri modi per aiutare la sua famiglia e non ha bisogno di avere a che fare con la magia nera per riuscirci.
Puntò i suoi occhi celesti in quelli della docente, rimanendo in apparente contemplazione una manciata di secondi, il tempo di rendersi conto che la posta in gioco era più alta. Si stava giocando il rispetto della donna, o qualsiasi fosse il sentimento che Martha Bennet provasse per lui e che l’avesse spinta a dargli quella che a tutti gli effetti suonava come una seconda possibilità.
Non sono interessato alle Arti Oscure e di certo quello non è l’unico posto in tutta Lisbona ad avere bisogno di un garzone quindi… - si morsicò l’interno della guancia, consapevole che una volta data la propria parola non sarebbe più potuto tornare indietro e che mentire non era un’opzione praticabile, non solo per l’altra l’avrebbe scoperto in un decimo di secondo – sei lei crede che per me sia meglio evitare certe frequentazioni allora mi licenzierò non appena tornato a Lisbona.
Affermò serio, più di quanto era mai stato in tutta la sua breve vita, dimostrando alla Pozionista quanto tenesse in conto la sua opinione e quanto si fidasse del suo giudizio.
Per quanto riguarda la pozione...potrà contare sul mio aiuto: le spiegherò qual è il giusto processo da seguire e quali sono gli ingredienti che facilitano un potenziamento rispetto ad altri. Naturalmente se è questo ciò che lei vuole.
Non è ciò che voglio o meglio non è solo ciò che vorrei… - rispose in maniera calma e pacata seguendo l’istinto, senza darsi il tempo e il modo di pensare perché se lo avesse fatto dubitava fortemente che avrebbe avuto il coraggio di farlo – Capire dove ho sbagliato – e indicò con un cenno del capo la pergamena – è importante per me e la ringrazio per dimostrarsi disposta ad aiutarmi ma ciò di cui ho davvero bisogno è di qualcuno che mi guidi e mi indirizzi sulla strada giusta per diventare un valente Pozionista. - fece una pausa per recuperare tutto il coraggio che aveva per pronunciare le ultime, fatidiche parole - Io vorrei che lei mi accettasse come suo Assistente e Allievo.
Chiese alla fine, ostentando un atteggiamento fiero e sicuro, con la schiena dritta e il capo eretto, lo sguardo determinato fisso sul viso della donna.
Quando Jorge le aveva rivelato il suo impiego in un negozio di voodoo, Martha non aveva potuto lasciar correre quel fatto, riprendendo lo studente e cercando di fargli comprendere quanto fosse dannoso per lui e sconsiderato per la sua posizione a scuola continuare quel tipo di frequentazioni. In gioco non c'era solo la sua propensione al bene o al male: la donna era convinta che se il portoghese fosse stato ripreso di nuovo -e questa volta per un fatto grave come l'avvicinarsi alla magia nera- la Preside non sarebbe stata tanto indulgente da punirlo o sospenderlo. In ballo ci sarebbe stata la sua espulsione e la Bennet era convinta che nulla avrebbe potuto danneggiare di più quel ragazzo se non il bando a vita dalla scuola di Hogwarts. Convinta ad accettare, pertanto, la sua ignoranza in materia -anche se le ci volle uno sforzo immane per farlo- la pozionista preferì ascoltare tutte le motivazioni e le vicissitudini che avevano portato Alvares, infine, a bussare alla porta del suo ufficio. Da tutto quello che le aveva raccontato, Martha comprese che lo studente -a causa della sua inclinazione verso la materia insegnata da lei stessa- aveva identificato in lei una sorta di mentore da seguire e alla quale alla fine si era deciso per chiedere consiglio riguardo una pozione che sarebbe servita a potenziare la resistenza di un mago. Prima di decidersi ad accettare di dargli consiglio però, la donna non potè esimersi dallo spiegare al ragazzo che non avrebbe mai avuto il suo aiuto se prima egli non le avesse garantito che si sarebbe allontanato da quel negozietto di voodoo e dalla sua fantomatica proprietaria. I motivi che l'avevano spinta a fargli un tale discorso forse non sarebbero stati ben compresi dal portoghese: non era una pretesa dovuta solo alla sua volontà di vedere le regole rispettate -ed avere a che fare tanto da vicino con la magia nera equivaleva ad infrangerle tutte- ma anche l'istinto di protezione nei confronti di colui che lei considerava un suo allievo. Era suo dovere morale pensare al benessere del ragazzo, guidarlo nelle scelte giuste e non lasciare che egli andasse alla deriva facendosi influenzare da una strega da quattro soldi. Si, le stava a cuore il benessere di Jorge Alvares, ma a giudicare dalla risposta che il ragazzo le diede all'inizio, probabilmente lui non lo aveva compreso.
Io non pratico il voodoo e Madama Lemourt non mi ha mai insegnato nulla al riguardo. A ben vedere non mi ha mai insegnato nulla e basta.
Non mi interessa.- rispose con tono serio e sguardo deciso, fulminandolo all'istante-Può dirsi capace di resistere alla tentazione di apprendere qualcosa da lei? No, non credo proprio- non gli lasciò il tempo di rispondere alla propria domanda -Perchè lei è giovane, è volubile e facilmente influenzabile da chi le sta intorno e da chi è più esperto di lei di come va il mondo.
Il che presupponeva che anche la Bennet avrebbe potuto influenzare il portoghese, ma al momento era un problema che la donna non si poneva. Non era il suo mentore, al di là del semplice rapporto fra insegnante e studente non c'era modo che Martha potesse influenzare Jorge nelle sue scelte di vita...salvo quelle che riguardavo -probabilmente- le pozioni. Dopo aver spiegato al portoghese per quale motivo era tanto importante che lui stesse lontano da Madama Lemourt, il ragazzo infine sembrò aver compreso il succo del suo discorso, accettando quella richiesta che prima -ipotizzava- gli era sembrata tanto astrusa.
Non sono interessato alle Arti Oscure e di certo quello non è l’unico posto in tutta Lisbona ad avere bisogno di un garzone quindi…sei lei crede che per me sia meglio evitare certe frequentazioni allora mi licenzierò non appena tornato a Lisbona.
Un sorriso gentile, disponibile si aprì sul volto della pozionista, un sorriso dovuto interamente alle parole del ragazzo e alla scelta che aveva deciso di compiere. Non che l'altra alternativa fosse migliore -in fondo un provvedimento disciplinare gli avrebbe fatto rischiare un'espulsione- ma ciò che contava era che Jorge avesse accettato il suo consiglio, senza provare a mentirle in alcun modo. Un fatto che gli fece guadagnare punti agli occhi della donna e che la spinse ad essere più accondiscente nell'esaudire la sua richiesta originaria. Invece le sorprese non finirono lì, giacchè il delfino aveva in mente ben altro oltre che chiederle un suo personale parere sulla pozione che voleva potenziare.
Non è ciò che voglio o meglio non è solo ciò che vorrei…
Che cosa intende dire? Si spieghi meglio.
Capire dove ho sbagliato è importante per me e la ringrazio per dimostrarsi disposta ad aiutarmi ma ciò di cui ho davvero bisogno è di qualcuno che mi guidi e mi indirizzi sulla strada giusta per diventare un valente Pozionista.
Quindi che cosa vuole che io faccia?
Io vorrei che lei mi accettasse come suo Assistente e Allievo.
Il silenzio calò per la seconda volta nell'ufficio di Pozioni -questa volta però non un silenzio attonito, dovuto ad un fatto spiacevole- che si protrasse per almeno un minuto buono, lasciando al momento il ragazzo in una situazione incerta. In quel breve lasso di tempo la donna vagliò ogni minimo fattore che potesse essere positivo o negativo per la richiesta fattale da Jorge. A primo impatto la risposta che le affiorò alle labbra era un secco no: non aveva bisogno di un assistente nè di un allievo da seguire, quindi non era disposta a prenderlo come tale. Tuttavia il suo carattere riflessivo le fece intendere due cose che la costrinsero a rivedere la posizione presa inizialmente. In primo luogo, non era lei ad avere bisogno di un assistente, vero, ma qui si stava parlando di ciò di cui aveva bisogno lui: Alvares non necessitava solo di un'insegnante che lo seguisse maggiormente in Pozioni, ma anche di una guida nella vita del mondo magico. Una persona insomma che gli inculcasse in quella sua testa dura -molto simile ad una roccia- il limite fra ciò che era lecito e non lecito fare. Una distinzione che al momento il portoghese sembrava ignorare con tutte le proprie forze. In secondo luogo, non era vero che lei non aveva bisogno di un assistente. Forse adesso poteva sperare di riuscire a gestire tutti i propri impegni -fra lezioni, compiti e Gilda- ma quando avrebbe iniziato le ricerche affidatele da Norrel -e sapeva che sarebbe successo molto presto- avere una persona che le togliesse un po' di lavoro le sarebbe stato...molto utile. Insomma, nell'arco di 60 secondi, Martha Bennet era passata da un secco "no" ad un possibile "si". Un grande passo in avanti per Alvares, che avrebbe però dovuto superare una piccola prova prima di ottenere il tanto ambito premio.
Alvares venga con me.
Non appena ebbe pronunciato quelle parole, Martha si alzò dalla propria sedia, dirigendosi verso la porta dell'ufficio e aprendola di scatto, aspettando che il ragazzo facesse ciò che gli aveva ordinato. E se Jorge non si fosse sottratto alle sue parole, la donna si sarebbe incamminata insieme a lui verso i corridoi famigliari al ragazzo, scendendo sempre più giù, raggiungendo la Sala Grande e superandola ancora, finendo nei freschi e sempiternamente bui Sotterranei. L'incedere della pozionista si fermò proprio di fronte alla propria aula, che la Bennet aprì con un colpo di bacchetta entrando e chiedendo al delfino di chiudersi alle spalle la porta. Aveva portato con sè la formula scritta sul pezzo di pergamena che il portoghese le aveva dato: quindi, dopo aver letto attentamente tutti gli ingredienti, la donna preparò un calderone di piccole dimensioni, prese dalla propria dispensa personale tutti i componenti necessari - eccetto il corno di Erumpent- alla preparazione della pozione, mettendoli in bella mostra sul tavolino a completa disposizione di Alvares.
Ha tutto ciò che le serve per riprodurre ora e qui la pozione che voleva rinforzare. In più le metto a disposizione la mia dispensa: può scegliere qualsiasi ingrediente che lei pensa sia in grado di farle ottenere il risultato che ha sempre voluto. Mi dimostri quello di cui è capace e poi le dirò se è pronto a diventare il mio assistente.
Spoiler:
Tira un d20 sommando Abilità Magica ed Elaborazione:
Un risultato compreso fra 29 e 34 => Jorge ricorda che la verbena viene utilizzata spesso per annullare l'effetto venefico delle uova di Doxy, costituisce un ottimo legante ed aumenta l'effetto rinforzante della pozione;
Un risultato compreso fra 23 e 28 => Jorge ricorda che la verbena viene utilizzata spesso per annullare l'effetto venefico delle uova di Doxy e costituisce un ottimo legante. Tuttavia aggiunge 5 tentacoli di Murtlap e 15 gr di polvere di Capperuncolo, sperando di ottenere l'effetto rinforzante dalla propria pozione. Come effetto collaterale, la pozione emette volute di fumo maleodorante che provocano mal di testa e nausea;
Un risultato compreso fra 15 e 22 => Jorge non ricorda assolutamente l'utilità della verbena e la sostituisce con delle radici di mandragora essiccate, aggiungendo 5 tentacoli di Murtlap e 15 gr di polvere di Capperuncolo. Come effetto collaterale la pozione inizia a ribollire, strabordando fuori e annerendo la superficie del calderone e del tavolo di legno, dopo aver emesso volute di fumo che provocano forti conati di vomito.
Entrando nell’ufficio della Bennet Jorge aveva in mentre due obiettivi - farsi spiegare dove aveva sbagliato nel preparare il potenziamento e chiederle di diventare il suo Assistente – e fino a quel momento aveva ottenuto solo l’accenno a un vago e non meglio definito “elemento aggiuntivo” e la richiesta/ordine di lasciare il suo impiego part time presso il negozio di Madama Lemourt. Nonostante la spiegazione della docente su come il voodoo venisse considerato una branca della magia nera, il Delfino all’inizio si dimostrò titubante, non comprendendo come il pesare ingredienti e vendere monili o talismani inutili ai turisti potesse essere considerato talmente pericoloso da costargli un viaggio fino all’ufficio della Preside, tanto più che la strega creola si era fino a quel momento non aveva mostrato nessun interesse a insegnarli alcunché. Forte della piega civile che la conversazione aveva preso, Jorge esternò quel pensiero sicuro che in un modo o in un altro la Bennet avrebbe fugato i suoi dubbi, cosa che effettivamente fece anche se con un tono più determinato e molto “collaborativo” che aveva avuto poco prima.
Non mi interessa.- serrò maggiormente le labbra e spostò leggermente il busto all’indietro come a mettere maggiore distanza tra lui e la cattedra dietro la quale la donna sedeva – Può dirsi capace di resistere alla tentazione di apprendere qualcosa da lei? No, non credo proprio. – anche ad aver avuto il tempo per organizzare una risposta Jorge sarebbe rimasto zitto, come appunto fece, fedele a una delle massimo di suoi cugino secondo cui se non hai nulla di sensato da dire lascia che il silenzio parli per te. - Perchè lei è giovane, è volubile e facilmente influenzabile da chi le sta intorno e da chi è più esperto di lei di come va il mondo.
Poteva in qualche modo demolire quella descrizione accurata del suo carattere senza risultare ipocrita e bugiardo? No, non poteva e quindi continuò a tacere, arrossendo leggermente per essere stato colto in flagrante ma senza abbassare lo sguardo, fisso in quello della docente. Non la stava sfidando né voleva dimostrarsi arrogante, semplicemente consapevole di quello che era, dei propri limiti, con la speranza che i tentativi fatti– non tutti infruttuosi – di riscattarsi agli occhi del corpo docente potessero bastare a dimostrare che lui ce la stava mettendo tutta per migliorarsi. Non mirava a diventare, entro la fine della scuola, un ragazzo posato e riflessivo, tutto libri e calderoni – soprattutto perché non credeva nei miracoli - ma almeno ad affinare il suo istinto in modo da diventare più consapevole di sé e delle proprie capacità e di essere in grado di sfruttarle al meglio. Riuscire a demolire la reputazione di incosciente scavezzacollo che si era non del tutto volontariamente costruito nel corso degli anni era un plus che non gli avrebbe per nulla fatto schifo. Da mesi però era giunto alla conclusione – e la frequentazione di Cappie con quel magiinvestigatore da quattro zellini non aveva fatto altro che acuire quel pensiero – che per raggiungere quell’obiettivo aveva bisogno di una guida, di qualcuno di cui fidarsi e rispettare abbastanza da poter ascoltare senza contraddirla a priori, capace di aprirgli gli occhi su quel mondo per certi versi ancora sconosciuto e aiutarlo a compiere le scelte giuste per lui. Quante volte aveva fantasticato su come sarebbe cambiata la sua vita se e quando avrebbe trovato quel fantomatico adulto? E quante volte si era ritrovato a pensare che quel qualcuno potesse essere all’effettiva Martha Bennet? Talmente tante da aver deciso di tramutare i pensieri in azioni e tentare il tutto per tutto. Dopo aver quindi ricordato a se stesso perché lui era lì non fu poi così difficile per Jorge – se si tralasciavano i dettagli pratici – promettere alla docente che avrebbe lasciato il lavoro alla prima occasione utile perché si fidava del suo giudizio, visto che il suo era offuscato dalla giovane età e dall’inesperienza. Un po’ più difficile fu palesarle quel motivo, chiedendogli ufficialmente e senza possibilità di essere frainteso di poter diventare il suo Assistente. Inutile dire che il minuto abbondante di silenzio che seguì fu uno dei più pesanti e lunghi della giovane vita del portoghese che, per non disturbare in alcun modo le riflessioni della donna da cui dipendevano in parte il suo futuro, rimase fermo e immobile seduto sul bordo della sedia, le unghie conficcate nella stoffa dei pantaloni.
Alvares venga con me.
Jorge scattò in piedi come una molla babbana ancor prima che la docente avesse terminato la frase, il corpo proteso verso di lei e i lineamenti del viso così tesi da non riuscire a trasmettere alcuna emozione ben definita al di là del nervosismo. In silenzio – perché anche se non avesse avuto la salivazione azzerata non si sarebbe azzardato a fiatare nel timore di dire qualcosa di inopportuno che avrebbe potuto indispettire la Pozionista – seguì la docente lungo il corridoio del sesto piano fino alle scale, che forse per la presenza della donna, si dimostrarono docili e veloci nel condurli al Piano Terra. Il cuore del Delfino batteva velocemente mentre, superata la Sala Grande, la loro destinazione gli fu chiara e piccole goccioline di sudore scivolarono lungo le tempie perdendosi nel colletto della camicia. Per la prima volta da quando, più o meno dopo la terza lezione del primo, aveva scoperto la sua passione per Pozioni il Delfino si trovava quasi terrorizzato dall’idea di recarsi nei Sotterranei.
Ti prego non ora… non ora… non posso farmi venire un’ansia da prestazione proprio ora…
Si ripetè come un mantra mentre, richiusasi la porta dell’aula di Pozioni alle spalle, osservava con panico crescente la Bennet preparare un calderone e sistemare su un tavolino tutti gli ingredienti indicati nella sua pergamena. Non era un segreto che il Delfino soffrisse di “ansia da prestazione” e che cioè quando si trovava sotto pressione o sotto esame, come durante le esercitazioni in classe, riuscisse a dare il peggio di sé e il pensiero che sicuramente da quella prova sarebbe dipeso la risposta della docente e, a cascata, buona parte dei suoi progetti per il futuro non aiutava di nulla.
Ha tutto ciò che le serve per riprodurre ora e qui la pozione che voleva rinforzare. In più le metto a disposizione la mia dispensa: può scegliere qualsiasi ingrediente che lei pensa sia in grado di farle ottenere il risultato che ha sempre voluto. Mi dimostri quello di cui è capace e poi le dirò se è pronto a diventare il mio assistente.
Non la deluderò!
O almeno lo spero.
Il pensiero che seguì l’affermazione smorzò di non poco il tono sicuro che Jorge aveva tentato di ostentare e per evitare di dover sostenere lo sguardo della docente si diresse immediatamente verso la dispensa a cercare l’elemento mancante che avrebbe trasformato il suo fallimento in un successo. Passò in rassegna con occhio critico ogni barattolo e ampolla, scartando velocemente gli ingredienti di origine animale sulla base di una non accademica e molto irriverente regola babbana, detta di Murphy: vista la scarsa considerazione che aveva nei confronti dell’Erbologia doveva essere per forza una pianta ad annullare gli effetti velenosi del suo preparato. Già, ma quale? Si passò i palmi bagnati sulle cosce un paio di volte, per asciugare il sudore, per poi allungare la mano verso l’Amaranto. La Vilvarin aveva detto loro qualcosa a proposito del fatto che venisse considerata una pianta immortale, per non parlare del fatto che veniva impiegata nella preparazione dell’Elisir di lunga vita. Sfiorò il barattolo, assottigliando gli occhi nello sforzo di concentrarsi e ricordare cos’altro l’Erbologa avesse detto durante la lezione ma purtroppo era passato troppo tempo e la sua memoria era poco avvezza a soffermarsi su quel tipo di dettagli. Forse se avesse prestato più attenzione alle parole della Vilvarin [Abilità/9+El/5+2 Bonus anello+3/d20=19] o avesse mostrato più dedizione verso l’Erbologia, Jorge avrebbe ricordato che quel giorno la docente aveva illustrato loro non solo le proprietà dell’Amaranto ma anche della Verbena, soffermandosi sulle sue capacità di annullare la componente nociva delle uova di Doxy. Invece la sua mano, seppur tentennato, passò oltre lasciandosi guidare dall’istinto e dalla credenza popolare babbana secondo cui le radici di mandragora fossero in grado di espellere gli spiriti degli uomini malvagi che, introducendosi nei vivi, li uccidevano. Stava quasi per allontanarsi dalla dispensa con le radici essiccate di mandragora quando venne assalito da un dubbio: e se a essere sbagliate fossero state anche le quantità? Dopotutto le aveva scelte in base a una valutazione accurata del suo portafoglio piuttosto che della correlazione tra la componente “magica” e la capacità di assorbimento dell’organismo umano. Prese quindi, rispetto alla ricetta originale, altri 2 tentacoli di Murtlap e altri 5 gr di polvere di Capperuncolo, portando i primi a un totale di 5 e i secondi a 15 gr. Una volta preso l’ultimo ingrediente, Jorge tornò alla sua postazione stando ben attento a non incrociare lo sguardo della Bennet per non farsi influenzare, a torto o a ragione, da quello che avrebbe visto o creduto divedere nei suoi occhi. Se doveva sbagliare voleva farlo da solo, con le sue sole forze e non perché si era lasciato fuorviare da un sospiro di troppo. Cercò quindi di isolarsi da ciò che lo circondava, immergendosi totalmente nella pozione che doveva preparare, dosando con attenzione ogni ingrediente e disponendolo secondo l’ordine con cui avrebbe dovuto versarli nel calderone. Nel momento in cui accese la fiamma sotto il calderone il tempo sembrò perdere di consistenza, scandito solo dall’alternanza dei colori assunti dalla pozione, e Jorge non fece altro che versare ingredienti e mescolare con gesti non troppo goffi e il più precisi possibili il contenuto del calderone, il viso contratto in una espressione concentrata e totalmente rapita. Non appena ebbe aggiunto l’ultimo ingrediente la pozione iniziò a ribollire, costringendo il Delfino a fare un saltò all’indietro per impedire al suo contenuto di colargli sui piedi, che non avrebbero fatto una bella fine a giudicare dal colorito nerastro che tavolo e calderone avevano assunto. In un moto di protezione istintivo, che non credeva di avere, si posizionò tra il disastro e la docente, porgendole un fazzolettino con cui proteggersi il naso dalle volute di fumo che si erano levate. La cosa migliore forse sarebbe stato far evanescere il tutto prima di iniziare a vomitare anche il pranzo di Natale ma non si azzardava a toccare la bacchetta che teneva nella tasca dei pantaloni per timore di combinare un qualche altro danno. Con la cravatta premuta contro la bocca – sempre che l’altra avesse accettato il suo gesto di prima – Jorge attese che la Bennet rimediasse al suo disastro per poi posare sul suo viso uno sguardo lucido e non solo a causa del fumo. Si sentiva umiliato e sconfitto da se stesso e se da un lato anelava ad avere una seconda possibilità dall’altro si chiese se davvero avesse il diritto di chiedere alla Pozionista di sprecare altro del suo prezioso tempo dietro a lui.
Mi spiace Professoressa… a quanto pare ha sempre avuto ragione lei… sono solo una perdita di tempo… - mormorò sconfitto senza alcuna inflessione nella voce mentre per la prima volta da che aveva memoria esprimeva a voce alta ciò che lui aveva compreso del discorso che la docente gli fece al suo secondo anno e che all’epoca l’aveva mandato totalmente in bestia – Sento la passione per questa materia scorrere nelle mie vene, ho sempre studiato con costanza senza tralasciare alcunché e mi reputo una persona abbastanza arguta ma a quanto pare non basta… - non riusciva a dire che non aveva talento, la quarta caratteristica che all’epoca al docente aveva elencato e che gli erano rimaste marchiate a fuoco nella mente – Vorrei chiederle di poter riprovare ma temo di aver abusato anche troppo della sua pazienza – ed era palese da come stringeva l’orlo della maglia tra lei mani quanto gli costasse pronunciare quelle parole. – però anche se dopo questo non mi vorrà più come suo Assistente potrebbe mostrarmi lo stesso il procedimento corretto e illustrarmi quali sono gli ingredienti che facilitano un potenziamento rispetto ad altri? Ho bisogno di capire dove il mio ragionamento è sbagliato per non commettere lo stesso errore due volte – e avrebbe dovuto essere chiaro, o quasi, alla docente che ciò che gli interessava era non solo la soluzione quanto la spiegazione. Lui voleva imparare a ragionare come un Pozionista, comprendere quale fosse l’approccio mentale giusto da utilizzare in quel campo, non solo sapere che per ottenere Z si dovevano aggiungere 5 gr di X a Y. Dopotutto quelle erano nozioni che si potevano ottenere da qualsiasi libro. – anche se a questo punto non so quanto queste informazioni mi serviranno dopo i M.A.G.O. …
Aggiunse con un tono basso mentre un nodo gli serrava la gola al pensiero di essersi sbagliato così tanto sul proprio conto. Se la sua affinità con le Pozioni era solo frutto della sua fervida immaginazione allora non aveva la più pallida idea di cosa fare della sua vita. Nonostante questo poco prima nel ufficio della docente aveva dichiarato senza mezzi termini di fidarsi completamente del suo giudizio e non aveva intenzione di rimangiarsi la parola data, anche nel caso in cui l’altra gli avesse detto di darsi all’ippica babbana.
Ancora una volta il colloquio con Jorge Alvares si era rivelato una vera e propria sorpresa: non solo il delfino aveva ammesso di aver frequentato -lavorando per lei come garzone- all'emprio di una strega voodoo, cosa che aveva fatto suonare i cosidetti campanelli d'allarme babbani della docente, ma in più aveva manifestato il proprio desiderio di diventare suo assistente, prendendo la donna decisamente in contropiede. Riuscire a rispondere in maniera ponderata e corretta fu un bel traguardo per la Bennet -non perchè non fosse avvezza a quel tipo di riflessione: il primo impulso fu quello di rispondergli negativamente, cosa che avrebbe probabilmente influito sul futuro del ragazzo lasciandolo di nuovo in balia dell'indecisione. Ma una parte più attenta di sè le fece comprendere quanto bisogno Alvares avesse di una guida, una persona che sapesse indicargli la giusta via da seguire e non solo in campo lavorativo. Un bisogno che fece protendere il no iniziale ad un quasi si. Per confermarlo il portoghese avrebbe dovuto dimostrare di meritarselo quell'assenso, per questo Martha, senza dire altro, lo portò con sè nei Sotterranei, aprendo la porta dell'aula di Pozioni e mettendo a disposizione del delfino tutti gli strumenti e gli ingredienti necessari a riprodurre la pozione che lo aveva portato da lei. Con la differenza che ancora una volta sarebbe stato lui a scoprire l'ingrediente segreto capace di rendere efficace la pozione.
Non la deluderò!
Annuì con un cenno d'assenso e e si sedette dietro la propria cattdera, osservando con attenzione le mosse di Jorge. Credeva davvero che il ragazzo fosse in grado di trovare la soluzione da solo? Non poneva limiti alle sue capacità, così come non si sarebbe scandalizzata nel vederlo fallire. Di base il portoghese stava dimostrando di saper lavorare bene una pozione già studiata, ma era da pochi riuscire a potenziarla al primo colpo. Se Alvares non avesse dimostrato di far parte di quei pochi, semplicemente la Bennet avrebbe cercato di comprendere in cosa avesse sbagliato. E di correggerlo eventualmente.
Oh santo cielo...
L'esclamazione -solo pensata- portò la docente a seguire con ancora più attenzioni i passaggi erronei che il delfino stava portando avanti per la sua pozione. In primo luogo non aveva compreso assolutamente che l'ingrediente aggiuntivo era la verbena, cosa che la fece riflettere sulla scarsa memoria del ragazzo; in più non solo aveva deciso di aggiungere le radici di mandragora, ma di cambiare il dosaggio della sua pozione, pensando che questo lo avrebbe portato alla giusta soluzione. Come si dice, sbagliando si impara, ed in questo caso Alvares avrebbe avuto molto da imparare dai suoi errori. Quando a pozione ultimata parte del contenuto del calderone fuoriuscì annerendo il piano da lavoro e volute di fume nauseabonde intossicarono la stanza, Martha si alzò finalmente in piedi avvicinandosi al delfino che stava cercando di proteggerla porgendole un fazzoletto. Con un cenno di diniego, la pozionista rifiutò -in fondo si era già preparata premendo il proprio fazzoletto sul naso- e si frappose fra il calderone disastrato e lo studente, facendo volteggiare la bacchetta ed eseguendo un perfetto Evanesco sulla pozione. Dopodichè fu il turno di arieggiare la stanza -cosa non facile dato che non c'erano finestre che dessero all'esterno- ma dopo alcuni movimenti delicati della bacchetta che dispersero tutto il fumo, la Bennet e il ragazzo furono di nuovo in grado di respirare normalmente.
Mi spiace Professoressa… a quanto pare ha sempre avuto ragione lei… sono solo una perdita di tempo…
Si voltò in direzione del ragazzo, fissandolo perplessa e senza accennare minimamente a fermarlo.
Sento la passione per questa materia scorrere nelle mie vene, ho sempre studiato con costanza senza tralasciare alcunché e mi reputo una persona abbastanza arguta ma a quanto pare non basta...Vorrei chiederle di poter riprovare ma temo di aver abusato anche troppo della sua pazienza però anche se dopo questo non mi vorrà più come suo Assistente potrebbe mostrarmi lo stesso il procedimento corretto e illustrarmi quali sono gli ingredienti che facilitano un potenziamento rispetto ad altri? Ho bisogno di capire dove il mio ragionamento è sbagliato per non commettere lo stesso errore due volte anche se a questo punto non so quanto queste informazioni mi serviranno dopo i M.A.G.O.…
No.- rispose dopo un attimo di riflessione, mantenendo la stessa identica postura di prima, ovvero con le braccia incrociate al petto e lo sguardo serio -Crede che basti sbagliare una volta per capire di non essere capaci? Invece dovrebbe tentare e ritentare e dimostrarmi che questo posto di assistente lo vuole veramente!- non era tipa da regalare niente a nessuno lei, se si voleva così tanto qualcosa bisognava lottare per averla -Non le dirò in cosa ha sbagliato. Sarà suo compito invece scoprirlo lei da solo. Le do un mese di tempo, dove le consiglio vivamente di fare un salto in biblioteca e studiarsi a fondo tutte le proprietà degli ingredienti che ha usato: al momento mi ha solo dimostrato di avere una scarsa memoria, il che non è affatto un bene se vuole intraprendere la carriera di pozionista. Se pensa di aver trovato la soluzione, può nuovamente passare dal mio ufficio e chiedermi di farle usare l'aula di Pozioni. Si ricordi che nessuno le regalerà mai nulla nella vita. Se vuole qualcosa deve imparare a guadagnarsela, capito Alvares?
Le mani si posarono sulle spalle del ragazzo e lo sguardo verde marino puntò negli occhi del portoghese, cercando in lui quel sentimento di determinazione che spesso era l'unica cosa che sarebbe riuscito a farlo proseguire nei propri obiettivi.
Mi dimostri che può migliorare ancora e il posto di assistente è suo.
Non aveva dubbi in merito: non si sarebbe rimangiata la parola, su quello il delfino ci poteva contare.
Ora può andare. Ci vediamo domani a lezione.
Ci avrebbe pensato lei a sistemare l'aula e tutto il resto. Attese quindi che il ragazzo la salutasse uscendo fuori dall'aula, mentre la donna si rimboccava le maniche -per circa dieci minuti- sistemando tutto quanto e riparando il ripiano annerito dalla pozione del portoghese.
Io avere un assistente... Questo si che è strano...
[Exit per Martha]
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Spoiler:
In accordo con l'Amministrazione, il PG Jorge Alvares ha tempo un mese OFF per effettuare due autoconclusive in biblioteca nelle quali dimostra il proprio impegno e la propria determinazione. Sarà a discrezione degli Admin conferirgli dei punti bonus in base alla qualità delle sue autoconclusive.
Inoltre, a seguito di tali autoconclusive, il PG potrà richiedere alla docente di Pozioni di fare un altro tentativo, sempre con lei presente in aula, sottoforma di autoconclusiva: sarà sempre discrezione delle note Fato conferirgli dei bonus o meno per questo secondo tentativo.
Il silenzio che era seguito alla sua richiesta di diventare Assistente della Bennet aveva fatto sprofondare Jorge in un lago di disperazione, convinto che alla fine di tutto quel riflettere la docente gli avrebbe risposto con un educato ma irremovibile "no". Enorme fu quindi la sua sorpresa quando invece l'altra si era alzata dalla scrivania e l'aveva scortato fino alla sua aula nei Sotterranei per dargli la possibilità di mettersi alla prova e dimostrarle di meritarsi davvero quel posto. E Jorge ce l'aveva messa tutta, passando in rassegna ogni singolo ingrediente ordinatamente disposto nel dispensario di fronte a lui e frugando nella sua memoria - scarsa a giudicare dal disastro che aveva combinato - alla ricerca di una qualsiasi indizio che avrebbe potuto metterlo sulla giusta strada nello scegliere l'ingrediente mancante. Successivamente aveva lavorato senza sosta, riducendo il mondo che lo circondava al calderone che gorgogliava sul fuoco e al tavolo su cui aveva predisposto con cura tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno. Probabilmente non aveva mai messo in vita sua tanto impegno in qualcosa ma la cosa non lo meravigliava più di tanto, considerato che dall'esito di quella prova dipendeva praticamente tutta la sua vita. Diventare Assistente di Martha Bennet per lui era importante, quasi vitale perchè gli avrebbe dimostrato senza alcun margine di errore - o almeno così pensava lui - se effettivamente poteva intraprendere dopo i M.A.G.O. la carriera da Pozionista o se avrebbe dovuto passare i restanti scarsi due anni di scuola a spulciare tutte le opportunità di lavoro esistenti nel Mondo Magico alla ricerca di qualcosa che facesse anche solo vagamente al caso suo. Inutile dire che quando ancor prima della scadenza naturale del tempo la pozione strabordò distruggendo in parte il tavolo tutte le speranze di Jorge si liquefecero in un istante e solo la presenza della docente in aula lì con lui gli impedì di vomitare tutto il cibo che aveva ingerito nelle ultime settimane più per lo stress e la frustrazione di aver fallito una prova così importante che a causa del fumo nauseabondo che stava appestando l'aria. Rimase fermo e in disparte, con l'aria di uno che era appena stato condannato a ricevere il Bacio del Dissennatore, mentre la docente faceva Evanescere il disastro che aveva combinato e tentava in qualche modo di rendere di nuovo l'aria respirabile. A quel punto, non correndo più il rischio di svenire per il cattivo odore, il Delfino prese un profondo respiro prima di scusarsi con la docente per averle fatto perdere tutto quel tempo visto che si era dimostrato un tale incapace. Poteva avere passione e dedizione ma a quanto pare gli mancava il talento e quello, per quel che ne sapeva lui, non era qualcosa che si poteva acquisire con la pratica. Sentì un'ondata di sconforto percuotere il suo animo e scuoterlo così da profondo che per poco non vacillò e desiderò con tutte le sue forze trovarsi in qualsiasi altra parte del mondo, magico o babbano, per potersi lasciare andare a qualche atto vandalico di autolesionismo, ma non poteva ancora andarsene, non senza aver prima compreso cosa diavolo avesse sbagliato. Così, inghiottendo le lacrime che minacciavano di sopraffarlo e conficcandosi le unghie nei palmi delle mani per non permettere alla sua voce di uscire incrinata, chiese alla docente il favore di dargli la tanto agognata spiegazione.
No.
Alzò di scatto la testa che non si era neanche accorto di aver abbassato e fissò i suoi occhi blu in quelli della donna, trattenendo a stento l'ira che gli stava ribollendo sotto pelle. Era suo diritto negargli perdere altro tempo con lui, e di questo ne era consapevole, ma comprenderlo non lo rendeva più facile da digerire. Espirò lentamente e man mano che il respiro abbandonava i suoi polmoni il suo capo di abbassava di qualche millimetro in un sofferto cenno di assenso. Se lei non voleva aiutarlo allora avrebbe passato il resto della sua permanenza a Hogwarts in Biblioteca a cercare una qualche soluzione da solo.
Crede che basti sbagliare una volta per capire di non essere capaci? Invece dovrebbe tentare e ritentare e dimostrarmi che questo posto di assistente lo vuole veramente!
Lo voglio, più di qualunque altra cosa al mondo ma non so come dimostrarglielo. - esplose frustrato, mordendosi il labbro inferiore per impedirsi di urlare - Lei mi ha messo alla prova e io ho fallito e per quanto vorrei sigillare quella porta e non uscire da qui fino a quando non avrò compreso il perchè so che non posso farlo...
Passare tutto quel tempo con Madama Lemourt gli aveva fatto credere che solo la pratica rendeva perfetti e quindi, non potendo continuare ad esercitarsi, non vedeva una via per la redenzione.
Non le dirò in cosa ha sbagliato. Sarà suo compito invece scoprirlo lei da solo. Le do un mese di tempo, dove le consiglio vivamente di fare un salto in biblioteca e studiarsi a fondo tutte le proprietà degli ingredienti che ha usato: al momento mi ha solo dimostrato di avere una scarsa memoria, il che non è affatto un bene se vuole intraprendere la carriera di pozionista.
Teoria. Studio. Approfondimento. Conoscenza degli ingredienti e di tutti i loro svariati usi. Era questo ciò che gli mancava, era in questo - anche se non solo - che difettava ed era per questo che aveva bisogno di una guida, di qualcuno che mettesse un freno alla sua voglia di fare, ridisegnando la scala delle sue priorità. I pugni che aveva così saldamente tenuto chiusi fino a quel momento si distesero lentamente così come i lineamenti del suo viso man mano che la Pozionista continuava a parlare.
Se pensa di aver trovato la soluzione, può nuovamente passare dal mio ufficio e chiedermi di farle usare l'aula di Pozioni. Si ricordi che nessuno le regalerà mai nulla nella vita. Se vuole qualcosa deve imparare a guadagnarsela, capito Alvares?
Sostenne lo sguardo della docente cercando di trasmetterle tutta la determinazione che sentiva scorrere sotto pelle, la speranza che tornava ad ardere dentro di lui donandogli una nuova forza, alimentata dal fatto che adesso aveva un punto concreto da cui partire.
Mi dimostri che può migliorare ancora e il posto di assistente è suo.
Tra un mese esatto avrà sulla sua scrivania una perfetta Pozione potenziata e una dettaglia relazione su come sono arrivato a comporla.
Affermò solenne.
Ora può andare. Ci vediamo domani a lezione.
A domani Professoressa e... grazie di tutto.
Perchè anche se la prova era stata un totale fallimento o se alla fine del mese lui non sarebbe riuscito a giungere a capo di nulla, lei in ogni caso gli aveva dato più di quanto lui si era mai aspettato da un adulto in tutta la sua breve vita e ne avrebbe fatto in ogni caso tesoro. Uscito dai sotterranei Jorge decise per la prima volta da quando si trovava a Hogwarts di ignorare il richiamo del suo stomaco e recarsi direttamente in Biblioteca per farsi dare da Madama Berforth un elenco di tutti i libri a disposizione degli studenti in materia di Pozioni, Erbologia e Cura delle Creature Magiche in modo da poter stilare subito una lista dei libri che avrebbe dovuto consultare con una certa urgenza e quelli invece che invece avrebbe potuto lasciare per un secondo approfondimento. Il mese che lo attendeva non sarebbe stato dei più semplici ma le sfide non l'avevano mai spaventato, sopratutto quando c'era così tanto in gioco.
Ufficio di Martha Bennet 03 Novembre 2109 Ore 18:45 Pioggia Battente
Il Grande Torneo era ormai alle porte, per quanto ci volesse ancora un mese e mezzo abbondante prima del suo inizio. Sandyon osservava la figlia allenarsi con una grinta ed un impegno invidiabili: ben pochi altri Mercenari potevano vantare la sua preparazione, sia atletica che mentale, ma tutto ciò sarebbe bastato per garantirle la vittoria? Onestamente non ne era troppo sicuro, in quanto i partecipanti provenivano da tutto il Mondo Magico e molti di essi erano sconosciuti anche a lui stesso. Chiedendo la cortesia a Kalas, si era fatto inviare alcuni resoconti riguardo le missioni dei favoriti alla vittoria, scoprendo che di avversari temibili ce n'erano abbastanza e per questo aspirare al primo posto sarebbe stato arduo. Tuttavia, Sandyon Vastnor non si fidava completamente dei giudizi della Gilda, in quanto spesso incensava troppo i Mercenari al fine di farli chiamare e guadagnare di più, spesso sotto compenso proprio dei pubblicizzati stessi. C'era un solo modo per assicurarsi che la figlia sputasse sangue durante la competizione dei giovani e soprattutto per assicurarsi che imparasse a guardare in faccia la realtà quando un avversario si dimostrava un osso davvero molto, troppo duro. A distanza di una mesata l'avrebbe portata in ritiro, ma prima di quella occasione, era necessario che prima portasse a termine una missione personale, volta a cambiare per sempre le sorti di quel torneo. Giunto di fronte alla porta dell'ufficio della professoressa di Pozioni Martha Benne, bussò un paio di volte, aspettando di ottenere il permesso per entrare. Qualora ella avesse chiesto prima chi fosse, egli avrebbe aperto l'ingresso mostrandosi direttamente, così da risparmiare tempo e chiacchiere.
Buonasera.
Completo nero con camicia bianca, senza cravatta ovviamente, gli stava sulle palle la cravatta, la odiava con tutto se stesso. Nella mano sinistra teneva un sacchetto piuttosto voluminoso e apparentemente pesante, la destra invece era libera. Arrivato di fronte alla scrivania della donna, Sandyon posò il sacchetto senza proferire ancora alcuna frase, aspettando che ella desse un'occhiata. Dentro a quel contenitore di cuoio c'erano all'incirca due o tre migliaia di Galeoni in contanti, luccicanti e nuovi si zecca, probabilmente appena ritirati dalla Gringott o da qualsiasi altra banca dove fossero stati riposti. Mentre Martha osservava il denaro, l'uomo si sedette.
Non è una prestazione extra professionale che le sto chiedendo, non si preoccupi. Credo però che un favore pozionistico che sfora più che abbondantemente la legalità magica debba essere ben pagato.
In pratica stava chiedendo alla collega di svolgere un lavoro nel suo ambito totalmente punibile dalla legge magica? Sandyon Vastnor era da sempre invischiato con la parte oscura del mondo e del commercio, perciò se avesse avuto la sicurezza di poter trovare qualcun altro di qualità al quale chiedere lo stesso favore, l'avrebbe fatto di sicuro, ma Martha Bennet in quanto a Pozioni era la persona più preparata che conoscesse e della quale potesse in qualche modo fidarsi alla lontana (da qui Demetri andava largamente fuori gioco), ecco spiegato perché si trovava lì e non in giro per Notturn Alley a dar soddisfazione a qualche vecchio pazzo poco credibile o raccomandabile.
Ho bisogno di una Pozione Ringiovanente, ma non di quelle classiche che si possono annullare con l'antidoto canonico o con una linea potente dell'età. Questa Pozione deve rendermi più giovane di circa dieci anni e farmi rimanere tale per un tempo totale di sette giorni. Devo iscrivermi allo stesso torneo al quale vuole partecipare mia figlia e voglio assicurarmi che ottenga un insegnamento come si deve. Quando lotta con me, lo fa sempre al 70% delle sue possibilità, in quanto si rende conto che ha davanti un parente, in quanto sa che non sta scommettendo nulla, non deve vincere per alcun motivo superiore al suo miglioramento personale, che di per sé è un ottimo incentivo ma si sa, quando c'è di mezzo una vittoria e un premio le cose si fanno ancora più interessanti. Desidero che mi affronti pensando che sia un avversario qualsiasi così da rendermi conto del suo reale livello raggiunto e per farle dare qualche forte colpo di culo al terreno, colpi che le facciano male. Le servirà per crescere, per fortificare lo spirito oltre che il corpo, dopo di che, quando e se sarò soddisfatto, potrò anche ritirarmi facendola vincere a tavolino, questo è il mio intento è questo è il perché di questa richiesta sotto pagamento.
Quanto si notava che Sandyon e Martha avevano un buon rapporto poco più umano rispetto che semplici colleghi? Abbastanza, considerando che le aveva spiegato per sommi capi tutte le motivazioni per le quali intendesse avere quella Pozione. Inoltre, era convinto che con un motivo valido la donna si sarebbe sentita molto più invogliata ad accettare piuttosto che il contrario. La fissò intensamente: un uomo di poche parole, che sfruttava in abbondanza solo quando era realmente necessario o importante. O magari entrambe le cose, come in quella situazione del resto.
Posso aggiungerne altri 500, oltre mi sembrerebbe un furto.