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Cucina Comune

Messaggioda Rebecca » 08/04/2014, 22:03

[8 Marzo - Anno 2108 - Cucine Docenti, ore 9:10]


Sedeva da sola nel salone, godendosi la pace e la tranquillità che l'orario -le nove passate- garantiva a quella stanza in comune fra tutti i docenti.
L'Auditore aveva salutato i propri colleghi con cortesia e affabilità, con alcuni di loro aveva anche scambiato quattro chiacchiere e poi, alla fine, era rimasta da sola a continuare la propria colazione di fronte alla finestra che si affacciava sull'esterno.
Non aveva ancora visto Phoebe quella mattina e in verità era da tempo che attendeva di poter trovare un momento tutto per loro, per salutarsi come avrebbero dovuto fare fin dall'inizio. Il Vento scalpitava dalla voglia di andarla a trovare, ora e subito, per porre fine a quell'agonia iniziata il giorno stesso nel quale la Chamberlain aveva messo piede ad Hogwarts. Ma la Terra - ferma, solida, paziente- si imponeva su di esso, aspettando con calma che giungesse il momento propizio per dare luogo a quell'incontro.
Era fiduciosa l'italo-svedese, convinta che ben presto lei e la sua amica d'infanzia sarebbero state riunite dopo anni e anni di separazione. All'inizio, quando Phoebe era partita lasciandola da sola per seguire la propria strada, Rebecca aveva sofferto con intensità il sapore dell'abbandono: era giovane e ancora poco esperta di come funzionassero il cuore e l'animo della compagna, nonostante avesse passato con lei ogni singolo istante della propria vita.
Solo quando la Terra dentro di lei divenne più forte e il Vento maggiormente presente, la donna aveva compreso che uno spirito libero come il Ciclonis non avrebbe mai potuto rimanere legato troppo a lungo ad un luogo e che il suo spirito necessitava di quella libertà e indipendenza che era il tratto distintivo del suo Elemento.
Col passare del tempo il dolore e la delusione cessarono di esistere, lasciando spazio solo ad una profonda nostalgia e ad una più viva speranza di poterla rivedere quanto prima possibile.
Poi, col suo lavoro da Master Teacher, la vita al di fuori dalla Gilda e gli impegni con amici sinceri e altrettanto amati, il Bosco aveva pian piano smesso di pensare a colei che era partita per non fare più ritorno a casa.
Smesso di pensare con la mente, ma non con il cuore: quando Logan le aveva rivelato che una Phoebe Chamberlain sarebbe presto arrivata ad Hogwarts, la donna ebbe un moto di gioia e l'antica fiamma che aveva animato l'affetto e il desiderio di lei si era riaccesa, ravvivata dai refoli che la presenza della giovane donna portava con sè.
Fu quindi con la consapevolezza che quel momento, infine, era giunto che Rebecca accolse l'entrata nelle Cucine di Phoebe, esibendo solo per lei un sorriso dolce quanto un fiore di primavera appena sbocciato.

Immagine


Finalmente il Vento ti ha riportata da me...- sussurrò con voce calma e e paziente, come se la Terran non fosse sorpresa di vederla lì, sebbene fossero di tutt'altro avviso le emozioni che agitavano il suo cuore -Bentornata Phoebs...

Si alzò, esaudendo il desiderio che aveva contenuto fino a quel momento, fino a quando la Chamberlain non si era presentata di fronte a lei in tutto il suo splendore: abbracciarla e sentirsi, con lei vicino, finalmente a casa.
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Rebecca
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Messaggioda Phoebe » 08/04/2014, 22:51

§ 8 Marzo 2108 - ore 9.12 §


Un'altra mattina, ad Hogwarts: ma differentemente dal solito, essendo un Sabato, non c'erano lezioni da seguire per gli studenti, o da spiegare per gli insegnanti, il che spiegava perché alcuni di loro optassero per fare colazione nella cucina comune che avevano in dotazione, piuttosto che in Sala Grande.
In effetti era abbastanza strano, per Phoebe, mangiare con gli studenti che ogni tanto la fissavano: non guardavano solo lei naturalmente, bensì tutto il tavolo dei docenti, ma era stressante lo stesso per una persona ormai abituata a consumare i propri pasti da sola.
La Luna si stava riempiendo lentamente, e seppur non fosse ancora arrivata al suo culmine, comunque influenzava l'animo della Terran più di quanto avesse potuto fare qualche giorno prima, quando aveva conosciuto, incontrato e parlato con Jeremiah Murray, collega di Storia della Magia: si teneva ancora sotto controllo, ovviamente, ma a tratti provava l'impulso di scappare nella Foresta e rimanere lì, libera da ogni costrizione, dove nessuno poteva disturbarla.
Aveva anche più appetito, quando la Luna cominciava a modificare il suo umore e la sua sensibilità agli stimoli esterni: mangiava di più nelle quantità e con voracità maggiore, e doveva solo ringraziare il fatto che, di solito, si nutriva poco, e che di costituzione era magra - oltre ad un buon metabolismo - se non era diventata una botte di grasso negli ultimi anni.
Perciò non vedeva l'ora di arrivare in cucina e godersi una sana e ricca colazione calorica, magari con un bagel spalmato di burro, del caffé forte e del succo d'arancia, tanto per dare l'impressione di voler rimanere leggeri.
Subito dopo pranzo sarebbe andata in Gilda per stare col nonno, i genitori e i Confratelli, per questo aveva optato per un look che lasciasse spazio al suo essere uno spirito libero e frizzante, a volte anche femminile - per quanto non fosse un effetto forzatamente voluto; era per questo che aveva optato per un vestito, smorzandone però la delicatezza con un paio di stivali da cowgirl di colore nero, come la fantasia dell'abito indossato. I capelli erano semi raccolti in un puccio laterale ed ornati con un cerchietto nero, lo sguardo furbo e luminoso come sempre, e le movenze leggere, perché da una Terran Ciclonis di sicuro non ci si poteva aspettare altro.
Non si aspettava d'incrociare Lindë nella cucina comune, immaginando che fosse a casa propria col marito, né Jeremiah, perché l'aveva visto dirigersi in Sala Grande e poteva dunque supporre che avrebbe fatto colazione lì - Martha, senza cattiveria ma non conoscendola praticamente per nulla, non la considerò nemmeno; c'era un'altra persona, però, che sperava tanto d'incontrare, una persona che non vedeva da tanto tempo e che aveva scoperto lavorare lì, ad Hogwarts, come lei.
Non avevano ancora avuto modo di parlare in privato, di recuperare almeno in parte il rapporto speciale di un tempo, ma Phoebe era sicura che il momento giusto sarebbe arrivato, che il Conflux l'avrebbe loro concesso: e quella certezza divenne concreta quando, mettendo piede nella cucina, la ragazza si ritrovò di fronte l'amica di sempre, con cui aveva condiviso molto più di un semplice percorso di crescita adolescenziale, che le sorrideva.

Finalmente il Vento ti ha riportata da me...

Era bella come sempre, forse anche di più; la Chamberlain percorse con lo sguardo le forme femminili della donna, prorompenti al punto che quasi sembrava difficile per gli abiti contenerle - un particolare che aveva sempre amato di lei, un dettaglio così diverso da sé stessa, da quel corpo che invece era magro, longilineo, delicato.
Aprì le labbra ad un sorriso radioso, avvicinandosi a lei con passo leggero mentre Rebecca si alzava in piedi, per arrivarle finalmente di fronte e colmare la distanza tra loro con un abbraccio.

Bentornata Phoebs...

Antares...

Sussurrò la giovane Terran, usando il nome con cui la collega e amica si era sempre fatta chiamare, in Gilda, con cui lei stessa per anni l'aveva chiamata - alternandolo col diminutivo di "Becks", a seconda dei casi; la strinse forte a sé, inspirando il suo odore familiare che, nel corso degli anni, non era cambiato.
La riportava indietro nel tempo, facendola volare tra i ricordi, così da ripensare a tutti i momenti importanti condivisi insieme: solo in quel momento, solo abbracciandola forte, realizzò quanto le fosse mancata.
Era stato difficile allontanarsi dalla Gilda, per lei... ma il Vento l'aveva spinta in quel viaggio, ed il tempo, lentamente, aveva alleviato la ferita fino a farla chiudere e sparire, lasciandole solo la consapevolezza di aver preso la scelta migliore per sé: tornare, però, significava anche recuperare qualcosa che si era dimenticato di aver perso, come quella sensazione unica e speciale che provava quando l'altra le era vicina.

Fatti guardare... per la miseria, quanto sei bella!

Esclamò subito la Chamberlain, con voce emozionata, non appena si fu staccata da lei quel tanto che bastava per osservarla nuovamente dal basso verso l'alto, con un sorriso deliziato ed ammirato sulle labbra: era trascorso tanto tempo, eppure per una parte di sé era come se, ora che l'aveva ritrovata, le due non avessero mai passato un singolo giorno lontane.

Hai già mangiato? Mi fai compagnia?

Le domandò speranzosa, e qualora Rebecca avesse acconsentito, prendendola per mano come nulla fosse - come se fosse la cosa più naturale del mondo - Phoebe la portò fino al tavolo usato per mangiare, di fronte al quale apparì immediatamente ciò che la Terran desiderava mettere nello stomaco per iniziare bene la giornata.

Sempre efficienti, gli elfi di Hogwarts...

Commentò ironica, sedendosi ed accavallando le gambe per cominciare subito a mangiare e, nel frattempo, a studiare l'altra con un'espressione maliziosa e divertita.

Immagine


Hai una vaga idea di quanto ti sia cresciuto il seno dall'ultima volta che ci siamo viste? Sul serio, è impossibile non guardarlo!

Eccola lì.
La battuta, la presa in giro affettuosa, ciò che normalmente condividevano quando passavano ogni secondo insieme, al villaggio dei Terran: quella fu, soprattutto, la prova che per Phoebe non era cambiato nulla, che loro non erano cambiate... non nel modo di rapportarsi, perlomeno - o perlomeno, nel modo in cui la Terran si rapportava con la Consorella.

... come stai?
È passato così tanto tempo, eppure quasi mi sembra di non esserti mai allontanata da te... lo trovi così assurdo?
- le domandò appena più seria - Invece sono passati sette anni... mi sei mancata. - lo disse così, all'improvviso... ma lo pensava davvero.
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Messaggioda Rebecca » 09/04/2014, 0:13

Antares...

Quel nome. Quanto le era mancato sentirsi chiamare in quel modo? Troppo e non perchè non vi fossero persone all'interno della Gilda che si rivolgevano a lei appellandola col suo primo, vero nome; le era mancato perchè solo Phoebe riusciva ad pronunciarlo in un modo del tutto particolare -come un sospiro che le entrava nell'anima.
Gli anni sembravano non essere passati per le due Terran, mentre l'una stretta fra le braccia dell'altra si davano il proprio reciproco benvenuto, come si confaceva a due Consorelle, due amiche, due amanti.
Rebecca approfittò di quella stretta gentile per sentire -dopo sette anni- il corpo sodo e scolpito della Ciclonis sotto le proprie mani, ammirandone le curve delicate che tanto aveva amato in passato e che, ancora adesso, riuscivano ad esercitare su di lei un certo fascino.
Era semplicemente meravigliosa e il suo sguardo non poteva essere frainteso al riguardo. Tuttavia, fu proprio la giovane donna a rivolgerle per prima quel tipo di complimento, spingendo il suo sorriso ad allargarsi ancora di più -grata che l'altra la trovasse ancora bella, nonostante il tempo trascorso lontane.

Fatti guardare... per la miseria, quanto sei bella!

E tu sei a dir poco stupenda Phoebs...

Pronunciò ancora una volta quel nomignolo con dolcezza, meravigliandosi di quanto le fosse mancato - di quanto lei le fosse mancata- e godendo dello sguardo luminoso della ragazza, mentre era intenta a parlare.

Hai già mangiato? Mi fai compagnia?

Ho solo spiluccato qualcosa- mentì spudoratamente, senza preoccuparsi se l'altra le avrebbe creduto o meno. Che cosa le importava in fondo? Ora che poteva averla tutta per sè, non avrebbe sprecato un minuto di più senza di lei -Quindi si, ti farò compagnia!

Sorrise e ricambiò la stretta della sua mano, riesumando vecchi ricordi - quando camminavano mano nella mano all'interno della Gilda, prima bambine, poi ragazze e infine alla soglia della maturità- con quel semplice gesto.
Si sedetterò una di fronte all'altra, vedendo comparire immediatamente ogni singola portata desiderata dalla mente - e dallo stomaco- di Phoebe. Fissò un po' stupita l'abbondanza di quella colazione -ricordava che la ragazza non era una persona estremamente vorace- ma reputò quel repentino cambio di abitudini ai sette anni che aveva passato lontana dalla Gilda.
Lei, di contro, optò per versarsi una generosa dose di caffè bollente nella tazza, mescolandolo con un cucchiaino d'argento sebbene non l'avesse nemmeno zuccherato.

Hai una vaga idea di quanto ti sia cresciuto il seno dall'ultima volta che ci siamo viste? Sul serio, è impossibile non guardarlo!

Tipico della Ciclonis farle notare in maniera tanto spudorata quella parte del suo corpo che lei -a suo dire- non era capace di celare in maniera adeguata. In effetti, la scelta di quel completo candido come la neve e tanto scollato non giocava molto a favore del seno dell'italo-svedese, che veniva messo molto in risalto, lasciando ben poco all'immaginazione altrui.
Probabilmente quella stessa mattina colleghi come Sykes o il professore di Volo, Cartwright, non erano riusciti a trattenersi dal fissarle la scollatura; eppure fu il commento di Phoebe a darle maggiori soddisfazioni e -allo stesso tempo- ad imbarazzarla: come donna si sentiva lusingata delle attenzioni dell'altra, come amante temeva che tanta abbondanza non avrebbe fatto piacere alla collega di Cura.
Tuttavia non era quello il momento di pensare al passato: Phoebe non aveva perso lo spirito allegro e provocatorio che l'Auditore adorava in lei e solo quello -al di là delle paure legate al proprio aspetto fisico- bastava per renderla felice e disposta a scherzare con lei come erano solite fare un tempo.

Molto vaga...
Per la precisione quasi due taglie: ad un certo punto i vestiti non mi entravano più.
Ero disperata!


Commentò ridendo, soffiando sulla propria tazza di caffè per far si che la bevanda si raffreddasse in fretta.

Tu invece sei diventata più adulta...- un omaggio velato verso i tratti giovanili della Terran si, ma che per lei stavano lentamente sbocciando, diventando più maturi e se possibile ancora più belli -I nostri colleghi devono essere rimasti abbagliati dalla tua bellezza, quando ti hanno vista...-O almeno per lei quella era la conseguenza logica di chiunque vedesse Phoebe per la prima volta.

... come stai?
È passato così tanto tempo, eppure quasi mi sembra di non essermi mai allontanata da te... lo trovi così assurdo?


No, affatto
Ricordi quello che dicevamo da bambine?
Che i nostri spiriti erano talmente affini che nessuna delle due poteva allontanarsi troppo l'una dall'altra...
- si permise una piccola pausa, sorridendo al ricordo di quei giochi infantili che avevano scandito la loro infanzia nella Gilda -Eppure c'è stato un momento nel quale ho creduto che il nostro legame si fosse spezzato...- lo disse con tono malinconico, triste, perchè il giorno in cui Phoebe era partita lei aveva sentito il proprio cuore andare in frantumi e l'animo tradito dalla persona più cara che aveva al mondo.

Sembra che il tempo sia passato in un soffio...

Invece sono passati sette anni... mi sei mancata

E tu sei mancata a me

Sempre sincera con la consorella, stringendole per un attimo la mano che la ragazza teneva poggiata sul tavolo, un tocco delicato e fugace.

E' davvero una strana coincidenza esserci ritrovate qui ad Hogwarts, non trovi?- commentl ironica, lei che non credeva affatto alle coincidenze, ma solo all'instancabile energia del Mana e della Trama, che lavoravano senza sosta per connettere i fili di coloro che condividevano il medesimo cuore -Non avrei mai creduto che avresti accettato un lavoro simile: che cosa ti ha spinto a farlo?- chiese poi incuriosita, fissandola negli occhi. Era strano che uno spirito indomito come lei si legasse ad un lavoro che imponeva ogni giorno di rimanere fissi e stabili in un unico luogo. Lei stessa, a causa dell'elemento secondario, a volte soffriva di tale imposizione e per trovare pace era spesso costretta a spendere lunghe passeggiate nei giardini e verso la Foresta Proibita, lasciando che il suo corpo si alimentasse della Terra e del Vento lì presenti.

Ti prego, Phoebs, raccontami un po' dei tuoi viaggi, di ciò che hai fatto...
La tua voce mi è mancata così tanto che sarei disposta ad ascoltarti per ore!
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Messaggioda Phoebe » 09/04/2014, 15:48

Tutto sembrava aver riacquistato un senso, ora che Rebecca era con lei: non era semplice, per la Terran, spiegare a se stessa la marea di sensazioni che stava provando in quel momento. Si sentiva felice, perché le era di nuovo accanto, ed in colpa per averla lasciata così tanto sola.
Naturalmente il distacco era stato difficile anche per Phoebe, ma non poteva paragonare il suo dolore e dispiacere a quelli della Consorella: aveva provato tristezza nell'allontanarsi da lei, certo, ma l'aveva scelto; Rebecca, al contrario, non aveva potuto scegliere o dire la sua, si era dovuta attenere alla decisione dell'altra senza poterla fermare, senza poter scegliere a sua volta. Aveva dovuto accettare passivamente, impossibilitata a far cambiare idea l'amica di sempre e amante segreta.
C'era da dire, comunque, che non ci aveva provato, mai, nemmeno una volta, forse comprendendo il bisogno della Chamberlain di distaccarsi dalla Gilda, dal villaggio e dalla sua vita piatta, fervente di attività ma comunque statica, per abbracciare nuovi posti, per fare nuove scoperte, per crescere.
La ringraziava, per questo, perché era stato molto meno difficile per lei lasciarsi guidare dal Vento e dal bisogno di sperimentare sapendo che l'altra non la incolpava per quel desiderio che le proveniva da dentro: ciò non cambiava però il fatto che ora, trovandosela davanti, la consapevolezza di averla abbandonata si stava facendo risentire prepotentemente in lei, spingendola a stringere più forte l'italiana a sé - e perché negarlo, anche per darle modo di saggiare nuovamente le sue forme.
Non era cambiata, presentava sempre quel corpo morbido e florido che le aveva sempre dato un senso di abbondanza e prosperità, così diverso dal proprio - e per questo, tanto più apprezzato dalla Terran Ciclonis.

E tu sei a dir poco stupenda Phoebs...

Che strano sentirsi chiamare nuovamente così, da lei; surreale, assolutamente, ma al tempo stesso bellissimo, perché le ricordava di tutti i momenti stupendi nelle quali l'italiana aveva avuto l'occasione di pronunciarlo; ma anche quando era partita, l'altra l'aveva salutata in quel modo, con dolcezza e affetto, come sempre.
Sorrise di fronte alla possibilità di fare colazione con lei, seppure l'Auditore non avesse particolarmente fame, ed avesse preferito optare per un semplice caffè forte e amaro: Phoebe, al contrario, sembrava particolarmente affamata, ma era colpa della Luna, e lei stessa lo sapeva bene; era quasi terrificante pensare a quanto quel satellite potesse influenzare i suoi modi di fare, e dire che era solo all'inizio del suo cammino per diventare piena.
Negli ultimi giorni che precedevano la sua totale pienezza sarebbe stato difficile, per lei, mantenere l'auto-controllo e la calma, ed avrebbe dovuto concentrarsi con ogni briciolo di forza che possedeva, per non lasciar prendere il sopravvento al proprio lato animalesco - e per fortuna che nonno Raiden aveva creato una versione potenziata della Pozione Antilupo, altrimenti sì che se la sarebbe vista ancora peggio di quanto già non fosse di suo.
Non voleva pensarci, non in quel momento, non con Rebecca di fronte - perché sarebbe stato già abbastanza pesante doverglielo raccontare più tardi. Per questo preferì posare la sua concentrazione su qualcosa di più frivolo, che la facesse sorridere e che avrebbe fatto divertire ed imbarazzare l'italiana: e cosa c'era di meglio che un commento sul suo seno, così abbondante e prosperoso, molto più che in passato?

Molto vaga...
Per la precisione quasi due taglie: ad un certo punto i vestiti non mi entravano più.
Ero disperata!


Scommetto che quel tuo momento di disperazione ha fatto invece la gioia di tutti gli uomini che ti stavano intorno… - replicò Phoebe, con un sorrisetto - Davvero, Becks, mi chiedo come facciano gli studenti a concentrarsi su quello che dici, se ti presenti così. Io non ce la farei! - esclamò divertita, scuotendo il capo mentre si bagnava le labbra con del succo d'arancia fresco e delicatamente zuccherato, con quella punta di aspro che tanto le piaceva.

Tu invece sei diventata più adulta…
I nostri colleghi devono essere rimasti abbagliati dalla tua bellezza, quando ti hanno vista...


Onestamente non saprei: se il loro tipo di donna è una come te, difficilmente potrebbero trovare attraente la sottoscritta! - commentò, serena e senza alcuna inflessione negativa nella voce: non le importava di attirare troppo le attenzioni maschili, prima doveva ancora abituarsi alla vita ad Hogwarts e ad un mondo che per il momento non le apparteneva affatto - E poi non ho avuto modo di conoscere in modo approfondito quasi nessuno, se escludiamo te, la Sempreverde - titolo pronunciato con profondo rispetto - e Jeremiah Murray, il nostro collega di Storia della Magia. - aggiunse, senza però rivelarne l'appartenenza agli Acuan: non sapeva se il giovane uomo volesse o meno mantenere il riserbo su quel particolare della sua vita, e sarebbe stato ingiusto nei suoi confronti rivelarlo senza alcun rispetto per la sua privacy.

Si sentiva bene, sembrava che quegli anni non fossero mai passati o che, semplicemente, avessero avuto la durata di un giorno, e nulla dunque fosse cambiato tra loro: nonostante fossero cresciute, infatti, e Phoebe si sentisse diversa dalla ragazzina che passava i propri pomeriggi in compagnia dell'italiana, non aveva perso affatto l'affinità che sentiva con lei, e che le permetteva di parlare all'altra come se non fosse trascorso nemmeno un singolo istante dal momento del loro arrivederci.

No, affatto.
Ricordi quello che dicevamo da bambine?
Che i nostri spiriti erano talmente affini che nessuna delle due poteva allontanarsi troppo l'una dall'altra…


Non ho mai smesso di pensarlo.

Eppure c'è stato un momento nel quale ho creduto che il nostro legame si fosse spezzato…

Abbassò il capo, a quelle parole, sospirando leggermente prima di mormorare alcune parole con un tono rammaricato e triste, nella lingua comune ad entrambe e ad ogni Gildato.

Mi dispiace di essere stata tanto egoista, Antares.
Ho seguito il Vento, e non ho pensato a quanto questo potesse farti soffrire: avrei dovuto scriverti di più, e non l'ho fatto.
Puoi perdonarmi?


Alzò nuovamente lo sguardo sulla donna e la fissò speranzosa, sentendo che dalla risposta di lei sarebbe dipeso lo sciogliersi o meno di un gran peso dal suo cuore.
A prescindere da cosa l'altra avesse detto, comunque, era vero e giusto da parte della Terran confessare quanto l'Auditore le fosse mancata, come amica e come amante, per tutto quel tempo.

E tu sei mancata a me.

Le strinse la mano a sua volta, sorridendole teneramente mentre riprendeva a consumare la propria colazione, non volendo permettere al proprio stomaco di lamentarsi nemmeno per un secondo.

E' davvero una strana coincidenza esserci ritrovate qui ad Hogwarts, non trovi?

Coincidenza?
Io direi che il Conflux ci ha fatto un gran bel regalo, piuttosto.
- replicò Phoebe con un sorriso furbo e vispo, strizzando l'occhio alla donna con aria complice.

Non avrei mai creduto che avresti accettato un lavoro simile: che cosa ti ha spinto a farlo?

Non sono sicura di saperti rispondere… - mormorò la Chamberlain, pensierosa - Quando sono tornata a casa, dopo tutto questo tempo lontana dal villaggio, volevo solo recuperare un po' della vita normale che avevo prima, quando le mie relazioni sociali non si basavano solo sulle chiacchierate tra me e la creatura magica di turno… - sorrise, prendendosi in giro da sola - Il Vento mi aveva spinta ad andarmene, ed ora mi stava riportando a casa: forse era convinto che fossi abbastanza matura, ora, da mettere radici in un posto senza sentirmene costretta… per questo credevo che sarei andata a lavorare nell'allevamento coi miei.
Quando Madeline Bergman mi ha offerto la cattedra di Cura, qui ad Hogwarts, ho pensato fosse il modo perfetto di coniugare la mia voglia di novità con il fermarmi in un posto, almeno per un po': dover presentare agli studenti una creatura diversa ogni giorno, e sperare d'incuriosirli, è una bella sfida, e lo sai che sono una persona piuttosto competitiva.
- le lanciò un'occhiata complice, poi riprese - Inoltre, quando ho visto lo sguardo orgoglioso dei miei e del nonno, ed ho saputo che anche la Sempreverde lavorava qui, ho pensato che fosse il posto giusto per me, tutto sommato: e quando mi sono resa conto che c'eri anche tu… ho capito che era davvero così. - concluse dolcemente, cercando nuovamente la mano di Rebecca per accarezzarla con dolcezza e tenero affetto, un sorriso velato sulle labbra che poco dopo venne nascosto dalla tazza di caffè caldo che la giovane donna si concesse, sapendo che presto sarebbe dovuta passare alle tisane rilassanti, per tenere sotto controllo i nervi.

Ti prego, Phoebs, raccontami un po' dei tuoi viaggi, di ciò che hai fatto...
La tua voce mi è mancata così tanto che sarei disposta ad ascoltarti per ore!


La cosa è reciproca… per questo qualche giorno fa mi sono messa ad origliare la tua lezione, dietro la porta semi aperta della tua aula.

Confessò candidamente la Chamberlain, come se non avesse detto nulla di assurdo, o quantomeno di particolare: eppure aveva appena ammesso di aver ascoltato di nascosto la lezione della collega solo per poter sentire la sua voce… e senza provare alcuna vergogna, per quanto detto.
Ma il Vento in lei rappresentava anche questo, la capacità di parlare senza alcuna pudicizia né vergogna - non quando non stava dicendo nulla di male, comunque.

Sono stata in moltissimi posti, in questi anni: Cina, Hawaii, Sud Africa, Nuova Zelanda, California, Guatemala… mi sono fatta le ossa, come dicono i non-maghi, nelle riserve naturali più grandi e famose del mondo magico, e sono stata per la maggior parte del tempo da sola, senza nessuno che mi affiancasse. All'inizio è stato molto difficile, a tratti deprimente, ma poi ho cominciato a prenderci gusto: sai, gestirmi come preferivo, non dover rendere conto a nessuno delle mie abitudini, dei miei orari… è stato tanto nuovo quanto stimolante, per me. - e con l'Elemento che possedeva nello spirito, non c'era da stupirsene - Ho anche fatto un incontro particolare… unico, direi.
È successo due anni dopo che ero partita, quando mi ero stabilita da poco nella riserva cinese: non mi aspettavo di trovarvi anima viva, umanamente parlando… e invece ho conosciuto un Keltòi.
- le rivelò, pronunciando nella lingua delle Gilde quel termine che significava, comunemente… "Druido".

Non che sia stato un incontro piacevole, comunque: era piuttosto anziano, e decisamente mal disposto verso i Gildati in generale e i Terran in particolare; ha inveito contro di me, quello che rappresentavo, ha insultato la mia famiglia ed il Sempreverde… - all'epoca ancora Pryce - non è stato un bel momento, comunque.
L'ho lasciato sfogarsi e poi, quando se n'è andato, mi sono sentita molto meglio: non sarei riuscita a fargli cambiare idea, perciò non avrebbe avuto senso discutere con lui.
- e probabilmente anche Rebecca sarebbe stata d'accordo con lei.

Ah, ma ci sono stati anche momenti positivi, sai? Per esempio… sono diventata una Terran Ciclonis, a 19 anni.
Sorpresa!
- esclamò, perché la Consorella non aveva ancora abbastanza affinità coi suoi Elementi, per rendersi conto della potenza del Vento dell'altra.

Glielo disse così, con un gran sorriso orgoglioso e gli occhi che brillavano, luminosi e compiaciuti per quel traguardo che aveva raggiunto da sola, coltivando l'amore per il suo Elemento giorno dopo giorno.
Qualche secondo dopo, però, si fece nuovamente più seria, anche un po' triste: c'era un'altra cosa che voleva confessarle, una cosa così personale che, prima di pronunciarne parola, sfilò dalla tasca del vestito la propria bacchetta, così da stringerla tra le dita ed insonorizzare la cucina in modo tale che nessun altro potesse ascoltare la sua voce.

C'è un'altra cosa… la sanno solo i miei genitori, Raiden, la Sempreverde e la Bergman, visto che ormai insegno qui… - le disse dunque, mordicchiandosi il labbro inferiore prima di fare un sospiro e costringersi a parlare velocemente, temendo forse di poter cambiare idea - Sono stata morsa da un Lupo Mannaro.
Ecco, l'ho detto. È successo quattro anni fa ormai, ed io sto bene… tranne durante il periodo della Luna piena, naturalmente, ma sono piuttosto brava a controllarmi, perciò non devi preoccuparti per me.
Solo… sentivo che era una cosa che dovevi sapere. A te non avrei mai potuto nasconderlo…
- concluse, abbassando leggermente gli occhi.
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Messaggioda Rebecca » 10/04/2014, 21:45

Il tempo trascorso lontane l'una dall'altra aveva reso le due giovani ragazze -poco più che adolescenti all'epoca della loro separazione- delle donne in cammino verso la loro maturità.
Phoebe era rimasta la stessa - la sua vivacità il suo spirito e la determinazione non erano state scalfite da tutti quegli anni passati chissà dove- e allo stesso tempo era cambiata, sebbene la Terran non sapesse ancora quanto nè come.
Stando vicino a lei sentiva solo di aver trovato nuovamente sè stessa, una parte della sua famiglia che pensava di aver perduto per sempre. Questo era l'effetto che Phoebe aveva sul suo spirito e sul suo cuore: lo colmava con la sua presenza e lo rendeva più propenso a ridere, a gioire, a godere di quella vita che le era stata concessa dai suoi genitori.
Era nuovamente viva e per quanto razionalmente non riuscisse a ragionare su quelle emozioni che scandivano ogni singolo battito del suo cuore, erano i suoi Elementi a parlare per lei: Terra e Vento si univano per la prima volta dopo tanti anni, abbracciando colei che era il frutto di quella perfetta armonia fra essi.
Dopo aver preso posto e apparecchiato la tavola con ogni genere di cibarie che gli elfi domestici erano in grado di cucinare, l'italo-svedese non si accontentò di ammirare con gli occhi la bella figura della Chamberlain, ma glielo fece presente, con dolcezza, palesando quanto la trovasse attraente anche adesso.

Onestamente non saprei: se il loro tipo di donna è una come te, difficilmente potrebbero trovare attraente la sottoscritta! E poi non ho avuto modo di conoscere in modo approfondito quasi nessuno, se escludiamo te, la Sempreverde e Jeremiah Murray, il nostro collega di Storia della Magia

Non ho avuto ancora modo di relazionarmi con Murray- disse scuotendo appena il capo -In compenso ho fatto amiciza con il professore di Babbanologia, Logan Sykes: è un uomo molto piacevole ed estroverso, credo che anche tu ci andresti d'accordo!

Concluse, non aggiungendo al momento i suoi propositi di conoscere quanto prima possibile la collega di Divinazione - in quanto per farlo avrebbe dovuto aggiornarla su quale filo legasse lei e Tisifone Samyliak. Avrebbe avuto tanto da raccontare alla sua Phoebs -l'aver vinto la fobia di uscire fuori dalla Gilda, l'essersi avventurata da sola in giro per il mondo, la relazione con Noah e il lavoro che fino a poco tempo prima i due svolgevano insieme- ma il loro incontro era appena all'inizio e c'erano ancora tanti punti da chiarire dopo sette lunghi anni di lontananza.
Come il dolore che la partenza della Ciclonis aveva scatenato nell'animo del Bosco.

Mi dispiace di essere stata tanto egoista, Antares.
Ho seguito il Vento, e non ho pensato a quanto questo potesse farti soffrire: avrei dovuto scriverti di più, e non l'ho fatto.


Scosse la testa in segno di diniego -non perchè non credesse alle sue parole- ma perchè erano superflue: lei sapeva, sapeva già tutto prima ancora che la giovane donna gliene parlasse. Fin da quando Phoebe aveva manifestato il proprio desiderio di seguire il Vento che era dentro di lei, Rebecca sapeva che combattere per fermarla sarebbe stato inutile, oltre che doloroso. Lei era libera, indipendente, imprevedibile: non poteva contenerla, non poteva legarla e lasciare che rinunciasse ai proprio sogni, al proprio futuro, al proprio destino.
E anche se egoisticamente - dopo la partenza della ragazza- l'Auditore aveva pensato più volte che avrebbe dovuto farlo, subito si rendeva conto che un atto del genere avrebbe fatto appassire l'amore che la Ciclonis provava per lei.
Piuttosto che averla vicina e priva d'affetto nei suoi confronti, preferiva averla lontana e sperare che in un angolo del suo cuore Phoebe pensasse ancora a lei.

Puoi perdonarmi?

C'è anche da chiederlo?- rispose sorridendo, con tono leggero e sincero, perchè non le costava nulla dirle che dentro di lei era già stata perdonata molto tempo fa -Lasciamoci alle spalle il passato Phoebs: ora sei qui con me e questa è l'unica cosa che conta davvero...

Si erano mancate a vicenda e adesso si erano riunite: non c'era bisogno di aggiungere altro, nè di giustificarsi l'una agli occhi dell'altra. Rebecca aveva assaporato molto presto -subito dopo Phoebe- cosa significasse il desiderio di di libertà: il Vento che era in lei iniziò a manifestarsi con sempre maggior intensità, come sospinto dall'assenza di quello che apparteneva alla collega di Cura, portandola infine a prendere la sua stessa identica decisione.
Allontanarsi dalla Gilda per vivere finalmente una nuova vita.
Per questo non avrebbe mai potuto avercela con lei e anzi si dimostrò molto incuriosita di conoscere ogni minimo particolare del viaggio dell'altra, così come il motivo che l'aveva spinta ad accettare l'incarico di docente lì ad Hogwarts.

Non sono sicura di saperti rispondere…Quando sono tornata a casa, dopo tutto questo tempo lontana dal villaggio, volevo solo recuperare un po' della vita normale che avevo prima, quando le mie relazioni sociali non si basavano solo sulle chiacchierate tra me e la creatura magica di turno…Il Vento mi aveva spinta ad andarmene, ed ora mi stava riportando a casa: forse era convinto che fossi abbastanza matura, ora, da mettere radici in un posto senza sentirmene costretta… per questo credevo che sarei andata a lavorare nell'allevamento coi miei.
Quando Madeline Bergman mi ha offerto la cattedra di Cura, qui ad Hogwarts, ho pensato fosse il modo perfetto di coniugare la mia voglia di novità con il fermarmi in un posto, almeno per un po': dover presentare agli studenti una creatura diversa ogni giorno, e sperare d'incuriosirli, è una bella sfida, e lo sai che sono una persona piuttosto competitiva.
-annuì alle parole dell'altra, sorridendole con aria complice-Inoltre, quando ho visto lo sguardo orgoglioso dei miei e del nonno, ed ho saputo che anche la Sempreverde lavorava qui, ho pensato che fosse il posto giusto per me, tutto sommato: e quando mi sono resa conto che c'eri anche tu… ho capito che era davvero così.

Il cuore dell'italo-svedese ebbe un tuffo nel sentire l'ultima affermazione di Phoebe, un moto di gioia perchè la giovane donna -così come lei- sapeva di essere nel posto dove avrebbe dovuto essere anche perchè c'era lei. Il sorriso non riuscì a contenere la felicità che provava e la sua voce- quando le chiese ulteriori dettagli sugli anni passati lontani da casa- suonava più calda e dolce del normale.
Una dolcezza che lei riscontrava invece nella voce della stessa Phoebe e alla quale non mancò di far presente quanto le fosse mancata ascoltarla.

La cosa è reciproca… per questo qualche giorno fa mi sono messa ad origliare la tua lezione, dietro la porta semi aperta della tua aula.

Sembra che tu non sia cambiata affatto, allora...- pronunciò quella frase ridacchiando appena, deliziata però di scoprire che la sua Phoebs si era improvvisata spia per poterla ascoltare indisturbata -Ricordi quando da bambina passavo interi pomeriggi sui libri? Tu ti annoiavi e te ne andavi via sempre offesa, perchè ero troppo impegnata a leggere per poter giocare con te! - quel ricordo continuò a farla sorridere, riportando alla mente il viso imbronciato della piccola Chamberlain che le faceva una linguaccia per dispetto prima di andarsene chissà dove -Tuo nonno un giorno mi confessò che in realtà te ne stavi acquattata dietro una finestra ad ascoltarmi ripetere la lezione del giorno, aspettanto che finisse per potermi trascinare nei boschi insieme a te...

L'Auditore mimò una linguaccia, simile a quelle che l'amica da ragazzina era solita lanciarle, prima di scoppiare in un'allegra risata e cambiare l'argomento del loro discorso, spostandolo sui viaggi compiuti dalla stessa Phoebe.

Sono stata in moltissimi posti, in questi anni: Cina, Hawaii, Sud Africa, Nuova Zelanda, California, Guatemala… mi sono fatta le ossa, come dicono i non-maghi, nelle riserve naturali più grandi e famose del mondo magico, e sono stata per la maggior parte del tempo da sola, senza nessuno che mi affiancasse. All'inizio è stato molto difficile, a tratti deprimente, ma poi ho cominciato a prenderci gusto: sai, gestirmi come preferivo, non dover rendere conto a nessuno delle mie abitudini, dei miei orari… è stato tanto nuovo quanto stimolante, per me.

Non faccio fatica a crederlo!

Ho anche fatto un incontro particolare… unico, direi.
È successo due anni dopo che ero partita, quando mi ero stabilita da poco nella riserva cinese: non mi aspettavo di trovarvi anima viva, umanamente parlando… e invece ho conosciuto un Keltòi.


Da allegra, spensierata e anche un po' sbarazzina, l'espressione della Terran mutò nel momento stesso in cui sentì l'altra pronunciare il nome con il quale i gildati chiamavano i Druidi.
Non poteva dirsi felice che quell'incontro fosse avvenuto, anzi il cipiglio sul volto della donna si indurì talmente tanto da sembrare a tratti...disgustato.
Non era un mistero per la Chamberlain che, a causa di ciò che era successo in passato alla sua famiglia, Antares mal sopportava la razza dei Druidi: li trovava bigotti, dispotici, incapaci di accettare che la loro stessa divinità - Gaia- avesse potuto donare parte del proprio potere a dei semplici figli della Trama.
E sopratutto colpevoli di aver iniziato quell'inutile guerra che l'avevano strappata dalle braccia amorevoli dei suoi genitori.

Non mi piace che tu abbia incontrato uno di quelli.

E per quanto le riuscisse difficile, cercò di smorzare il tono di disprezzo con il quale aveva appellato i figli di Gaia.

Non che sia stato un incontro piacevole, comunque: era piuttosto anziano, e decisamente mal disposto verso i Gildati in generale e i Terran in particolare; ha inveito contro di me, quello che rappresentavo, ha insultato la mia famiglia ed il Sempreverde…non è stato un bel momento, comunque.
L'ho lasciato sfogarsi e poi, quando se n'è andato, mi sono sentita molto meglio: non sarei riuscita a fargli cambiare idea, perciò non avrebbe avuto senso discutere con lui.


Quando mai qualcuno di noi ci è riuscito?- rispose con voce gelida e sarcastica, abbassando lo sguardo affinchè Phoebe non fosse costretta a vedere con quanta poca volontà riuscisse a tollerare che la persona che le era più cara al mondo fosse stata a stretto contatto con la peggior nemesi esistente sulla faccia della Terra -Spero non ti debba più ricapitare una cosa del genere. E' una fortuna che all'epoca non fossi a conoscenza dei tuoi spostamenti e dei tuoi incontri: credo che sarei stata in grado di partire immediatamente per raggiungerti e tenerti al sicuro dai Keltòi.

Ah, ma ci sono stati anche momenti positivi, sai? Per esempio… sono diventata una Terran Ciclonis, a 19 anni.
Sorpresa!


Un'altra notizia shock, questa volta più piacevole dell'altra, anche se fu comunque un bel colpo per la donna. Per un attimo gli occhi si fissarono incapace di credere a quello che Phoebe le aveva appena rivelato. Subito dopo però, il suo istinto le suggeriva che invece non c'era nulla di strano in tutto ciò, anzi tutto il contrario! Con una famiglia come la sua, era quasi inevitabile che il Vento si sarebbe manifestato in lei in tutta la sua potenza e di questo l'Auditore ne fu infine immensamente felice.

Tu non me la racconti giusta!
Dammi le mani e fammi sentire: devo provare per credere!


Disse punzecchiandola in tono scherzoso, allungando le mani e aspettando che la Chamberlain facesse quanto richiesto. Il suo in realtà, più che una prova tangibile, era un espediente per poter ancora una volta entrare a contatto con la pelle morbida e calda della Ciclonis, per stringerle le mani e sentirne la consistenza, una cosa che le era mancata molto.
Il resoconto di viaggio della giovane donna tuttavia non si era ancora concluso: c'era un altro importante avvenimento accaduto qualche anno prima alla docente di Cura, un incidente che aveva segnato per sempre la sua intera esistenza.

C'è un'altra cosa… la sanno solo i miei genitori, Raiden, la Sempreverde e la Bergman, visto che ormai insegno qui…Sono stata morsa da un Lupo Mannaro.
Ecco, l'ho detto. È successo quattro anni fa ormai, ed io sto bene… tranne durante il periodo della Luna piena, naturalmente, ma sono piuttosto brava a controllarmi, perciò non devi preoccuparti per me.
Solo… sentivo che era una cosa che dovevi sapere. A te non avrei mai potuto nasconderlo…


Il viaggio che Phoebe aveva intrapreso sette anni prima aveva fatto molto di più che cambiarla e farla crescere.
Rebecca era caduta in un silenzio attonito, attonito non solo per la mole della notizia, ma anche perchè dentro di sè si stava maledicendo per non essere stata al fianco della sua migliore amica e amante nel momento del bisogno.
Ma come avrebbe potuto saperlo, dal momento che non vi era stato modo per le due di comunicare quando lei era lontana? No, non aveva colpe, eppure allo stesso tempo sentiva di averne, perchè in quel momento più del suo silenzio Phoebe aveva bisogno delle sue parole.

Phoebs non puoi chiedermi di non preoccuparmi per te...- le disse infine in tono dolce e carico di emozione, allungando una mano per posarla sotto il mento dell'altra e costringerla così ad alzare lo sguardo su di lei -Perchè non sei tornata subito in Gilda, quando è successo? Perchè...hai dovuto sopportare il peso di tutto questo completamente da sola?- non era arrabbiata, solo profondamente intristita di non aver fatto niente all'epoca per aiutare la ragazza a convivere con la propria malattia e il proprio dolore -No aspetta, non c'è bisogno che tu risponda. So già perchè non l'hai fatto: per lo stesso motivo per cui sei dovuta partire, lasciandoci indietro...- lei, la sua famiglia, la Gilda-Ti ammiro Phoebs: non solo sei diventata ancora più bella, tenace e intraprendente, ma adesso ti scopro essere anche forte e coraggiosa. Devi essere fiera di te stessa: io lo sono...

La mano, che fino a poco prima le aveva sorretto il mento con delicatezza, si spostò sulla guancia -accarezzandone la pelle morbida- e poi sui capelli, sfiorandoli per evitare di scombinarle la perfetta acconciatura con la quale era entrata quella mattina in cucina. Era perfetta e quel giudizio si rafforzava ogni minuto in più che passava a contatto con lei, scoprendo cose nuove della donna che stava diventando e riscoprendo quelle vecchie della ragazza che aveva lasciato.

Curioso...
Oggi è il giorno delle coincindenze...
- disse, allontanando di nuovo la mano e spostandola sulla tazza di caffè -Sono diventata Animagus all'incirca quattro anni fa...- la informò con tono noncurante, fissandola con sguardo sbarazzino e risaputo -E quando mi sono trasformata, sai che forma ho assunto?
Quella di un lupo.
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Messaggioda Phoebe » 10/04/2014, 23:01

Non ho avuto ancora modo di relazionarmi con Murray…
In compenso ho fatto amiciza con il professore di Babbanologia, Logan Sykes: è un uomo molto piacevole ed estroverso, credo che anche tu ci andresti d'accordo!


Uhm, è quell'uomo alto, dalla pelle scura e con un gran sorriso accattivante? - domandò di rimando la Chamberlain, descrivendo il collega con ciò che più l'aveva colpito di lui, e proseguendo poi a parlare, non appena l'altra avesse confermato la sua identità, con un gran sorriso divertito sulle labbra - Scommetto che anche per lui è stato un vero piacere conoscere il tuo seno, Becks! - e si lasciò andare ad una bella risata dopo quelle parole, prendendola in giro con quella dolcezza e quel tenero affetto che era sempre stata parte di lei.

Da leggera e scherzosa, però, la conversazione divenne velocemente più pesante, seria e triste, almeno da parte della Terran che si sentiva in dovere di scusarsi con la Consorella per essere partita così, di punto in bianco, seguendo l'impulso del suo Elemento senza nemmeno provare a contrastarlo.
Ricordava ancora quando aveva avvisato Rebecca, come non le avesse dato alcun sentore della sua decisione nei giorni precedenti, e di come lo stesso preavviso fosse stato assolutamente ridicolo - meno di 72 ore. Eppure, l'Auditore non aveva tentato di fermarla, non l'aveva biasimata, non aveva detto nulla.
L'aveva lasciata andare, salutandola con affetto e sorridendole come sempre, dandole così modo di blandire i sensi di colpa provati: eppure, dentro di sé, la Chamberlain sapeva, aveva sempre saputo, quanto avesse fatto soffrire l'altra con la sua scelta egoistica. Era per questo che si sentiva in dovere di chiederle perdono… perdono per non essere stata un'amica migliore, per aver pensato solo a se stessa e ai propri bisogni, invece che a lei.

C'è anche da chiederlo?
Lasciamoci alle spalle il passato Phoebs: ora sei qui con me e questa è l'unica cosa che conta davvero...


Sospirò sollevata, sentendo il grande peso che le opprimeva il cuore sparire, grazie alle sue parole: le sorrise, infatti, grata e con gli occhi leggermente lucidi. Rebecca era in grado di farla sentire meglio in un istante, ma era normale quando due persone erano così legate - e loro lo erano, non aveva importanza quanti anni fossero passati.
Ricacciò indietro le lacrime ed annuì, ancora sorridente verso la donna, lasciandosi, come lei aveva chiesto, il passato alle spalle per poterle raccontare tutto ciò che si era persa in quegli anni, o quasi… a cominciare dal perché avesse scelto proprio Hogwarts come suo luogo di lavoro - lei, che per il Vento dentro di sé era una delle persone meno stabili in un posto che potessero esistere.
Le raccontò piuttosto dettagliatamente cosa avesse sentito dentro di sé e come l'Elemento l'avesse spinta a prendere quella decisione, rivelandole poi anche che le era mancato talmente tanto ascoltare la sua voce che, qualche giorno prima, si era accostata dietro la porta aperta della sua aula, per origliare la lezione di Antiche Rune della donna e soprattutto il tono di voce entusiasta con cui parlava della sua materia preferita.

Sembra che tu non sia cambiata affatto, allora…

Non su certe cose, lo ammetto! - esclamò lei con un sorriso.

Ricordi quando da bambina passavo interi pomeriggi sui libri? Tu ti annoiavi e te ne andavi via sempre offesa, perchè ero troppo impegnata a leggere per poter giocare con te!

Ne avevo tutto il diritto! - replicò lei, mettendo davvero il broncio per qualche istante - Preferivi tutti quei libri alla mia compagnia, nessuno mi avrebbe potuta biasimare!

Tuo nonno un giorno mi confessò che in realtà te ne stavi acquattata dietro una finestra ad ascoltarmi ripetere la lezione del giorno, aspettanto che finisse per potermi trascinare nei boschi insieme a te...

Ah, ma bene… tu e Raiden complottate alle mie spalle, eh?
Bravi bravi!


Scherzò la Terran, e se non fossero state in un contesto scolastico dove chiunque, ovvero uno qualsiasi dei loro colleghi, avrebbe potuto vederle, si sarebbe anche messa a farle il solletico, tanto per vendicarsi un po'.
Non che fosse davvero arrabbiata, comunque, né con Rebecca né con il parente: anzi, li adorava entrambi, seppur in modi molto diversi.
Parlò ancora, la Chamberlain, raccontando all'altra qualcosa sui suoi viaggi, sulla bellezza del potersi finalmente auto-gestire… e sugli incontri meno piacevoli, come quello che avvenne con un Druido due anni dopo la sua partenza: non le ci volle molto per cogliere lo sguardo di Rebecca e capire a cosa fosse rivolto, a quali pensieri corrispondesse; li riteneva colpevoli della morte dei genitori, e come biasimarla? Probabilmente non li odiava, ma di sicuro la infastidivano abbastanza da non volere che Phoebe gli si avvicinasse.

Quando mai qualcuno di noi ci è riuscito?
Spero non ti debba più ricapitare una cosa del genere. E' una fortuna che all'epoca non fossi a conoscenza dei tuoi spostamenti e dei tuoi incontri: credo che sarei stata in grado di partire immediatamente per raggiungerti e tenerti al sicuro dai Keltòi.


La mia eroina senza macchia e senza paura… guarda che so difendermi anche da sola, sai? - la prese in giro la Ciclonis, lo sguardo però carico di affetto: non aveva bisogno di vivere quella situazione per essere sicura che davvero, potendo, Rebecca sarebbe intervenuta per proteggerla e difenderla - E poi non ti avrei mai fatta avvicinare a loro, in nessun caso… se solo avessero provato a farti del male sarei stata io, questa volta, a dare inizio alla guerra - allungò la mano e le accarezzò il volto, un'aria seria e vagamente minacciosa che le aleggiava in viso: perché c'erano poche cose che non si dovevano toccare, alla ragazza… i genitori, il nonno, la Sempreverde e Rebecca.

Una di quelle quattro persone, se anche solo sfiorata, avrebbe fatto saltare i nervi alla Chamberlain - soprattutto se poco poco fosse stata nel periodo peggiore, quello della Luna piena.
Comunque non c'erano solo notizie negative, da quel viaggio: ad esempio, il Vento si era sviluppato in lei al punto da farle raggiungere l'ultimo grado di connessione con esso, e non era una cosa da poco - non a 19 anni, comunque.

Tu non me la racconti giusta!
Dammi le mani e fammi sentire: devo provare per credere!


Ma bene… sto via solo per sette anni e già non ti fidi più di me?

Commentò Phoebe, ironizzando sul tempo passato lontano da lei per sdrammatizzare un po' l'effettiva durata di quella separazione: e intanto, per convincerla - ma ce n'era davvero bisogno? - allungò le mani e sfiorò con le dita quelle della Consorella, accarezzandole delicatamente e lasciando al contempo che il suo Elemento si riversasse, in lei, in tutta la sua maestosa potenza.
Era forte, non certo quanto il gemello che albergava in Raiden, tanto per fare un esempio, ma era solo una questione di esperienza, che si sarebbe acquisita con l'età: e lei ne aveva fatta tanta, per essere appena 25enne.
Aveva vissuto da sola, aveva inseguito il Vento, era cambiata dentro e fuori, a volte per sua volontà e a volte… no. Come "l'incidente" col Lupo Mannaro, che le raccontò quasi vomitando le parole - temendo che, se avesse tentennato, non sarebbe riuscita a dirle nulla.
Il silenzio successivo della Auditore la fece preoccupare, ed il cuore prese a battere più forte: era… disgustata da quella rivelazione? Da ciò che era diventata? Arrabbiata perché non le aveva scritto per dirglielo?
La mano di lei sotto al mento le strappò un sospiro leggero, quasi di sollievo - perché la stava toccando, quindi non poteva essere troppo schifata da lei.

Phoebs non puoi chiedermi di non preoccuparmi per te…
Perchè non sei tornata subito in Gilda, quando è successo? Perchè...hai dovuto sopportare il peso di tutto questo completamente da sola?


Attese qualche secondo, sapendo che Rebecca avrebbe trovato da sola la risposta a quella domanda.
E infatti…

No aspetta, non c'è bisogno che tu risponda. So già perchè non l'hai fatto: per lo stesso motivo per cui sei dovuta partire, lasciandoci indietro…

E perché tanto non avreste potuto fare nulla, ormai. - e per quanto sembrasse brutto dirlo, era così: né lei, né i genitori, né Raiden avrebbero potuto riportarla indietro e cancellare il fatto, una volta accaduto - Ero stata morsa, sarei diventata una Lupa Mannara alla successiva Luna piena… tornare indietro mi avrebbe solo fatta sentire più sotto pressione, controllata.
Avevo bisogno di reagire alla novità
- per così dire - per conto mio… trovare da sola la forza di accettarlo. - come effettivamente aveva fatto.

Ti ammiro Phoebs: non solo sei diventata ancora più bella, tenace e intraprendente, ma adesso ti scopro essere anche forte e coraggiosa. Devi essere fiera di te stessa: io lo sono...

E questo mi riempie il cuore di gioia, Becks.

Sussurrò la Terran, lasciandosi accarezzare dolcemente da lei e sorridendole con tenerezza, cercando anche il palmo della sua mano per posarvi sopra un leggero bacio affettuoso.

Curioso...
Oggi è il giorno delle coincidenze..


Ah sì? Perché lo dici?

Sono diventata Animagus all'incirca quattro anni fa…

Ma allora non sono l'unica in vena di sorprese… congratulazioni!

E quando mi sono trasformata, sai che forma ho assunto?

Quella di un animale con le tette grosse? - domandò ironica e sfrontata, facendole la linguaccia come lei aveva fatto poco prima, quando parlavano del passato.

Quella di un lupo.

Davvero? - questa volta spalancò leggermente gli occhi, colpita da quell'affermazione, dopodiché sorrise lentamente ed annuì con aria dolce e soddisfatta - Forse non dovrei nemmeno stupirmene… sei sempre riuscita a capirmi più di chiunque altro.
Non mi stupirei se, dentro di te, sapessi in qualche modo ciò che mi era successo, ed avessi trovato il modo di starmi vicina.
- perché solo la sua Antares ci sarebbe potuta riuscire - È per questo che sei la persona più speciale che potessi mai sperare di avere accanto, Becks.
Ed ora che sono tornata, ti prometto che non ti lascerò mai più sola.


L'ultima frase la pronunciò in un sussurro, cercando la sua mano per sfiorarne il dorso con un bacio, a suggellare quella promessa di stare sempre al suo fianco, di non andarsene mai più lontana da lei… a meno di non portarla con sé, ovviamente.

E ora, invece, voglio che mi parli di te, di quando hai deciso di uscire dalla Gilda, delle persone che hai conosciuto… di tutto!
Voglio ogni dettaglio, e soprattutto… voglio bearmi del suono della tua voce, ora che non devo nascondermi dietro ad una porta per ascoltarlo!
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Messaggioda Rebecca » 11/04/2014, 0:30

Normale che il primo argomento condiviso dalle due donne fossero le loro impressioni sui loro colleghi di lavoro: nonostante fossero passati già alcuni mesi da quando Rebecca era arrivata ad Hogwarts, l'unica persona con la quale aveva stretto un rapporto -per così dire- di amicizia era stato il nipote della Preside, Logan Sykes.
Phoebe era più giustificata rispetto a lei, dal momento che il suo arrivo lì al castello era avvenuto qualche settimana più tardi. In più la Ciclonis doveva riabituarsi a socializzare con altri esseri umani, visto che vivere sette anni isolata da ogni forma di vita umana non aveva giovato alle sue capacità relazionali con il prossimo.

Uhm, è quell'uomo alto, dalla pelle scura e con un gran sorriso accattivante?

Esattamente, proprio lui!

Scommetto che anche per lui è stato un vero piacere conoscere il tuo seno, Becks

Quanto sei...scema- le rispose imbarazzata e allo stesso tempo divertita dalla battuta dell'altra, che sottolineava come il suo modo di fare non fosse cambiato nonostante tutto quel tempo -Mpf...ha rischiato di avere un incontro anche fin troppo ravvicinato con il mio seno! Per fortuna è stato abbastanza previdente da corprirsi gli occhi prima che accadesse l'inevitabile...

Ammise scuotendo appena la testa e sorridendo nel ricordare la simpatia e l'affabilità con il quale l'omone l'aveva accolta, facendola subito sentire a proprio agio.
Per quanto l'Auditore non lo desse a vedere, mettere radici in un posto nuovo -per lei- risultava sempre qualcosa di estremamente difficile e complesso. Era un processo lento e costante, che pretendeva dedizione e il superamento di tutto ciò che in passato l'aveva spaventata al punto tale da costringerla nei confini limite della Gilda.
Stessa cosa non si poteva dire per Phoebe, che invece della libertà aveva fatto il proprio mondo, buttandosi alla ventura come se nulla fosse e lasciando indietro tutte le persone a cui era più legata.
Rebecca ricordava ancora perfettamente il giorno in cui la sua migliore amica le disse che sarebbe partita: dentro di sè aveva sentito il proprio cuore perdere ogni linfa vitale, come se la notizia appena ricevuta gliel'avesse succhiata via tutta. Ma di fronte a Phoebe -di fronte alla persona che amava di più al mondo- il suo volto si espresse in un sorriso, dolce, tenero, quasi felice per lei, lei che era l'unico legame rimastole fra quelli che se ne erano andati via.
Non avrebbe mai potuto incatenarla a sè. E con quella consapevolezza l'aveva lasciata andare, perdonandole col passare del tempo la decisione presa.
Al punto tale da accoglierla fra le sue braccia con gioia e felicità dopo sette anni.
Una volta rassicurata la consorella -che il passato era passato e nulla di ciò che aveva fatto poteva turbare ora il loro presente- le due Terran si dilettarono nel ricordare vecchi ricordi appartenenti alla loro infanzia, per poi passare più nello specifico ad un resoconto dettagliato dei viaggi compiuti dalla Ciclonis.
La notizia che la sua Phoebs avesse avuto a che fare con un Druido, aveva scatenato nel cuore dell'Auditore il vecchio rancore che ella provava nei confronti del popolo di Gaia, un rancore ben giustificato dal suo passato ma che aveva dovuto mettere a tacere per amore della pace e della tolleranza fra Druidi e Gildati.

La mia eroina senza macchia e senza paura… guarda che so difendermi anche da sola, sai? E poi non ti avrei mai fatta avvicinare a loro, in nessun caso… se solo avessero provato a farti del male sarei stata io, questa volta, a dare inizio alla guerra

Un pensiero condiviso anche dal Bosco, la quale non rispose a quell'affermazione limitandosi ad esternare un sorriso compiaciuto. La vedeva cresciuta, cambiata, più donna certe volte -un tratto di lei che la affascinava moltissimo e che rendeva il suo sguardo più ammirato e rapito che mai- eppure lei stessa era dovuta crescere, sopratutto dopo che Phoebe l'aveva per così dire abbandonata a sè stessa. Senza lei a guidarla, senza lei a stringerle la mano, a farla sentire al sicuro e al riparo, Rebecca era stata costretta ad affrontare le proprie paure da sola, vincendole dopo una battaglia lunga e tortuosa che l'aveva portata, infine, ad uscire dal riparo che si era creata nel covo dei Terran e a scoprire il mondo.
Il Vento l'aveva aiutata, spinta dolcemente verso nuove mete. E sempre il Vento aveva benedetto infine l'animo di Phoebe, crescendo potente in lei fino a raggiungerne lo stadio ultimo ottenibile da un Terran.

Ma bene… sto via solo per sette anni e già non ti fidi più di me?

Sette anni non sono pochi e poi devo ancora convincermi che tu sia vera e non il frutto dei miei desideri, diventati realtà...

Le rispose allegra nel tono, ma anche dolce e suadente, mentre stringeva con delicatezza le mani della Ciclonis lasciando che ella riversasse tutto il suo Elemento in lei. Un refolo d'aria fresca le soffiò sul volto, passando dalla bocca ed entrandole dentro, in profondità. L'Auditore per un attimo smise di respirare, come se quel colpo di Vento fosse stato talmente tanto forte che i suoi polmoni non erano riusciti ad incamerarne tutta l'aria. Era semplicemente straordinario: il suo secondo elemento e quello primario di Phoebe si unirono, il primo uscendone rafforzato dal secondo, mentre un sorriso estatico si dipinse sul volto del Bosco.

Sembra quasi di sentire il vecchio Raiden...

Commentò infine, staccandosi da lei e scuotendo leggermente il capo con fare incredulo, ma sinceramente colpito ed entusiasta.
L'entusiasmo però venne smorzato subito dopo dalla rivelazione che la Chamberlain -quattro anni prima- era stata aggredita da un Lupo Mannaro, diventandolo lei stessa a sua volta. Quella notizia era stata sconcertante, dolorosa: non avrebbero mai più potuto guardare Phoebe con gli stessi identici occhi di un tempo e non perchè il suo essere un Licantropo la rendesse disgustosa; al contrario, nel suo sguardo si accese la consapevolezza che di fronte a lei sedeva una donna dal carattere forte e capace di affrontare da sola qualsiasi avversità -anche la prospettiva di una malattia che sarebbe durata per il resto della sua vita.
Orgoglio, tristezza e un senso di inferiorità nei confronti dell'amica: questo provò la bella italiana, che non riuscì a non ammirare il coraggio della consorella, consapevole di quanto lei invece dovesse sembrare debole e insignificante quando rimaneva prigioniera delle proprie fobie.
Phoebe una volta al mese si trasformava in un licantropo e lei, Rebecca, aveva la capacità di trasformarsi in un lupo a suo piacimento. Era strano rendersi conto di quante cose accomunassero le due donne, di quante le avessero legate anche quando erano lontane e non potevano sapere nulla l'una dell'altra. Un'osservazione che fu proprio la Chamberlain a fare e che attirò l'attenzione dell'Auditore, chiedendosi se la sua forma da Animagus fosse dovuta a semplice casualità oppure a qualcosa voluto dal Conflux.

Davvero? Forse non dovrei nemmeno stupirmene… sei sempre riuscita a capirmi più di chiunque altro.
Non mi stupirei se, dentro di te, sapessi in qualche modo ciò che mi era successo, ed avessi trovato il modo di starmi vicina.


Sinceramente non ne ho la minima idea...- ammise i propri limiti, scuotendo appena la testa e sorridendo ironica -Quando sono in forma di lupo, però, mi sento...diversa. Tendo a voler stare all'aria aperta, a voler correre, giocare e andarmene via, senza sapere nè dove nè quanto lontano...- elencò tutte le emozioni che provava da Animagus, quella sorte di furore selvaggio che le faceva anelare la libertà -Forse non ho assunto la forma del mio spirito...- disse ad un certo punto, quasi con tono serio nella voce -...forse ho preso la forma dello spirito di Phoebe Chamberlain!- concluse, facendole la linguaccia e ridendo divertita, sebbene sentro di lei nulla l'avrebbe resa più felice che scoprire che una parte dell'anima -o del cuore- di Phoebe le appartenesse. Al punto tale da influenzare anche il suo trasformarsi in animale.

È per questo che sei la persona più speciale che potessi mai sperare di avere accanto, Becks.
Ed ora che sono tornata, ti prometto che non ti lascerò mai più sola.


Lo stomaco le si attorcigliò a quelle parole, mentre le labbra che sfiorarono con delicatezza il doso della sua mano erano come la brezza più fresca e più lieve che l'Auditore avesse mai sentito sulla pelle.

Ti prego, Phoebs non fare promesse che non puoi mantenere...- la rimproverò bonariamente, prendendo a sua volta la mano dell'altra e baciandola dolcemente sul palmo -Ti conosco abbastanza da sapere che sei imprevedibile e che un domani potresti andartene via da qui per seguire altri Venti...e non è detto che io possa venire con te- sentiva il cuore stringersi all'idea di perdere nuovamente l'amante ritrovata, ma un'altra parte di lei sapeva che, come aveva aspettato sette anni il suo ritorno, ne avrebbe aspettati altri cento se fosse stato necessario -Promettimi invece che se mai un giorno dovessi andartene senza di me, ritornerai come hai fatto questa volta. Non importa quanto tempo ti ci vorrà per trovare la strada di casa: io sarò sempre qui ad aspettarti...

Avrebbe voluto baciarla. Avrebbe voluto assaporare le sue labbra dopo sette anni nei quali era stata costretta a farne a meno. Ma non poteva, non in un luogo simile, non alla mercè degli sguardi di chiunque. Quel bacio sarebbe stato il dono più prezioso per lei, un dono da custodire gelosamente e al riparo da chiunque. E l'avrebbe ottenuto solo quando fosse stata sicura che nessuno potesse condividere quel momento a parte loro due.

E ora, invece, voglio che mi parli di te, di quando hai deciso di uscire dalla Gilda, delle persone che hai conosciuto… di tutto!
Voglio ogni dettaglio, e soprattutto… voglio bearmi del suono della tua voce, ora che non devo nascondermi dietro ad una porta per ascoltarlo!


Se vuoi posso riprendere la vecchia abitudine di leggerti le favole della buonanotte, prima di addormentarti!- rispose ridacchiando, per poi fare mente locale delle sue esperienze passate per poterle raccontare alla Ciclonis -Dunque...diciamo che non ho seguito un percorso molto diverso dal tuo. Dopo la tua partenza, la Gilda ha iniziato ad essere per me...troppo soffocante! Mi sentivo vuota, priva di aspettative e incapace di rimanere lì un minuto di più Avevo ancora tanta paura dell'esterno, ma tuo nonno ha saputo darmi un ottimo consiglio, ancora una volta! Al Ministero di New York c'era il più grande esperto di Antiche Rune che teneva dei Master specifici su quell'argomento. Dopo un paio di mesi alla fine mi decisi a seguire anche io il corso del Vento e così arrivai a New York con una passaporta e...ho fatto le mie esperienze!
All'inizio è stato difficile, ma poi grazie all'aiuto di un mio carissimo amico sono riuscita a non sentirmi male ogni volta che mettevo piede fuori casa!Dopo è stato un percorso tutto in discesa: Cina, Corea, Arabia...ho visitato anche l'Italia, la terra di mio padre! E' stato bellissimo e allo stesso tempo strano...ho sempre creduto che avrei condiviso queste cose con te e invece...
- invece lo aveva fatto da sola o al massimo con quel matto di Pellegrino -Il mio amico mi ha instradata verso la professione di Master Teacher, che ho svolto e svolgo tutt'ora al Ministero della Magia di Londra.
E poi...nulla, la Sempreverde mi ha proposta alla Preside come nuova docente di Antiche Rune ed eccomi qua!
- alzò leggermente le spalle, come a dire che in fondo non le era accaduto nulla di troppo strano o entusiasmante -Una storia molto semplice, se si esclude qualche mezza relazione con alcuni uomini e un flirt spudorato con un babbano italiano di 47 anni...
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Messaggioda Phoebe » 11/04/2014, 15:25

Nel momento in cui Rebecca le disse di aver conosciuto in maniera più approfondita il docente di Babbanologia, Logan Sykes, Phoebe fu sicura che il collega in questione fosse stato entusiasta di conoscere l'italiana… soprattutto le sue tette.
Lo descrisse, per essere sicura di aver capito a chi la donna si stesse riferendo: non che se fosse stato basso, con la pelle chiara e senza denti sarebbe potuto cambiare qualcosa, comunque, ma almeno aveva associato spontaneamente il nome al volto, segno che stava iniziando a conoscere i suoi colleghi e a ricordarli.

Quanto sei…scema.

Realista, Antares, realista.

Mpf...ha rischiato di avere un incontro anche fin troppo ravvicinato con il mio seno! Per fortuna è stato abbastanza previdente da coprirsi gli occhi prima che accadesse l'inevitabile…

Arricciò appena il naso a quelle parole: le accadeva spesso e spontaneamente quando qualcuno si avvicinava troppo a Rebecca e al suo corpo - ed in passato, grazie alle sue forme, era accaduto spesso; non era troppo contenta, quindi, che questo Logan Sykes avesse avuto un tête-à-tête col seno dell'italiana, seppur non fosse comunque successo nulla d'irreparabile.
Era gelosa della donna che le aveva fatto scoprire un nuovo lato della sfera sessuale, un lato di cui non si parlava quasi mai ma che riusciva ad essere altrettanto soddisfacente, almeno per lei, di quello "classico" … forse perché era stata l'unica, forse perché dopo lei non aveva avuto altre femmine nel suo letto, tra le sue braccia, chi poteva dirlo; era qualcosa d'irrazionale ed incontrollato sul momento, che per fortuna la Chamberlain riuscì a manipolare così da non fare commenti acidi o peggio.
Era fortunata, l'Auditore, che Phoebe non fosse ancora sotto il prepotente effetto della Luna, o quella circostanza si sarebbe potuta sviluppare e svolgere molto diversamente.
Lasciò dunque che l'irritazione si placasse e lentamente scivolasse via dal suo spirito, concentrandosi sul racconto di come fosse arrivata ad Hogwarts prima, e di come avesse vissuto quegli anni lontani da casa poi; le raccontò anche dell'incontro ben poco piacevole con un Druido, che scatenò nell'altra una reazione negativa - e Phoebe capiva il perché.
Sentirla dire che l'avrebbe protetta, se l'avesse saputo, le fece nascere un sorriso riconoscente sulle labbra: d'altronde capiva i suoi sentimenti, poiché i suoi erano a specchio di quelli del Bosco; anche lei l'avrebbe protetta da tutto e tutti, anche a costo di cominciare l'ennesima guerra contro i Druidi, se fosse stato necessario. In quei casi, per le persone a cui davvero teneva, la razionalità veniva meno, ed era solo l'istinto di protezione a guidarla.
C'erano stati anche momenti piacevoli, in quei sette anni, come il raggiungimento di una totale affinità col suo Elemento, una sorpresa che Rebecca volle a tutti i costi toccare con mano e che scatenò nell'altra una leggera e scherzosa battuta.

Sette anni non sono pochi e poi devo ancora convincermi che tu sia vera e non il frutto dei miei desideri, diventati realtà...

Se fossi il frutto dei tuoi desideri, sarei davvero seduta qui, a fare colazione… vestita?

Le domandò Phoebe con voce appena più calda, decidendo di tastare il terreno: non che fosse essenziale per lei, dopotutto voleva bene all'italiana a prescindere dall'esistenza di un rapporto più intimo tra loro o meno, ma non c'era nulla di male a sondare il terreno e capire se la Terran la vedesse ancora in quel modo, o meno.
A prescindere dalla risposta, comunque, la Chamberlain allungò poi le mani verso l'amica e le permise di sentire il suo Elemento in tutta la sua forza vibrante, facendolo fondere con quello gemello dell'italiana.

Sembra quasi di sentire il vecchio Raiden...

Magari… ce ne vuole ancora prima che diventi come il nonno, Becks. - commentò la ragazza con un sorriso leggero: non aveva fretta di diventare più forte e ancora più unita col suo Elemento, sapeva che era una questione d'esperienza e d'età, e non era qualcosa che poteva accelerare in modo forzato - Ma sicuramente sono sulla buona strada… ora devo solo lasciare che la natura ed il Conflux facciano il loro corso. - e anche in quel caso, non avrebbe forzato nulla.

Sembrava, però, che le cattive notizie e gli avvenimenti negativi superassero i positivi, soprattutto se dalla parte dei primi c'era il morso di un Lupo Mannaro che aveva reso tale anche lei: non avrebbe potuto nascondere quell'avvenimento alla sua Antares, non quando era così parte della sua vita e così tanto l'aveva influenzata negli ultimi quattro anni.

La cosa più assurda è stata incontrare poi il Lupo Mannaro che mi aveva morsa in forma umana… credo di non aver mai visto una persona tanto mortificata in tutta la mia vita. - ed era comprensibile, in fondo. Fece un piccolo sospiro e ad abbassò lo sguardo, con un leggero sorriso malinconico sulle labbra - Purtroppo non c'era nulla che io potessi fare per tranquillizzare quell'uomo, e tirarlo su di morale… - già, lei, la vittima, che rassicurava il suo "carnefice" … tipico di Phoebe - Mi ha regalato uno strumento molto utile per calcolare l'influenza che ha la Luna su di me, sai? Suppongo fosse il suo modo di ripagare, in minima parte, il danno che mi aveva fatto. - e la Chamberlain l'aveva accettato perché sapeva che, oggettivamente, le sarebbe stato utile, seppur non avesse bisogno di quel regalo per perdonare un uomo che aveva agito senza averne coscienza.

Ma anche Rebecca era cambiata, in qualche modo, e proprio quattro anni prima, diventando un Animagus a forma di lupo: una coincidenza? Phoebe non ci credeva affatto, al contrario, secondo lei era lo spirito della donna che non aveva mai lasciato il proprio, e che in questo senso l'aveva influenzata.

Sinceramente non ne ho la minima idea…
Quando sono in forma di lupo, però, mi sento...diversa. Tendo a voler stare all'aria aperta, a voler correre, giocare e andarmene via, senza sapere nè dove nè quanto lontano…


Mi ricorda qualcuno tutto questo… - commentò la Chamberlain, con un sorriso leggero e divertito.

Forse non ho assunto la forma del mio spirito… forse ho preso la forma dello spirito di Phoebe Chamberlain!

Un'ottima forma, se posso dire la mia… e non sono assolutamente di parte, eh!

Le fece la linguaccia a sua volta, senza alcuna vergogna, e poi le promise che non l'avrebbe più lasciata sola, che non avrebbe più ferito il suo cuore ed il suo spirito abbandonandola come aveva fatto in passato - suggellando poi quella promessa con un bacio sul palmo della mano di Rebecca.
Un gesto che la donna replicò a specchio, prima di parlare a sua volta.

Ti prego, Phoebs non fare promesse che non puoi mantenere…
Ti conosco abbastanza da sapere che sei imprevedibile e che un domani potresti andartene via da qui per seguire altri Venti...e non è detto che io possa venire con te.
Promettimi invece che se mai un giorno dovessi andartene senza di me, ritornerai come hai fatto questa volta. Non importa quanto tempo ti ci vorrà per trovare la strada di casa: io sarò sempre qui ad aspettarti...


Te lo prometto, Becks. - mormorò con voce seria ed espressione solenne in volto, prima di studiarla ancora più intensamente con lo sguardo - Dimmi una cosa, però: se un giorno volessi partire, allontanarmi da qui e vivere un'altra avventura, e ti chiedessi di seguirmi… tu non verresti con me?

Una domanda legittima, o forse no, forse non aveva alcun diritto di porle una domanda del genere: egoisticamente, tuttavia, avrebbe voluto che la risposta fosse positiva, avrebbe voluto avere la certezza che sì, Antares l'avrebbe seguita ovunque, se solo Phoebe gliel'avesse chiesto.
Non ne aveva ancora abbastanza della sua voce, però, voleva sentirla parlare ancora e ancora, e fu anche per questo che le chiese poi di raccontarle della sua vita dopo la partenza improvvisa di quella che era la sua migliore amica, di come si fosse distaccata dalla Gilda ed avesse abbracciato il mondo fuori da essa: tutto, pur di sentire quel suono meraviglioso uscirle ancora dalle labbra.

Se vuoi posso riprendere la vecchia abitudine di leggerti le favole della buonanotte, prima di addormentarti!

Ma che simpatica… parla, avanti!

Dunque...diciamo che non ho seguito un percorso molto diverso dal tuo. Dopo la tua partenza, la Gilda ha iniziato ad essere per me...troppo soffocante! Mi sentivo vuota, priva di aspettative e incapace di rimanere lì un minuto di più.

Credo di averti influenzata non poco, in questo… - mormorò Phoebe con un'espressione dolcemente divertita - Forse una parte di me e della mia voglia di libertà è rimasta con te, dopo che me ne sono andata. - aggiunse con aria pensierosa, facendolo un lieve cenno col capo così da spingerla a proseguire.

Avevo ancora tanta paura dell'esterno, ma tuo nonno ha saputo darmi un ottimo consiglio, ancora una volta! Al Ministero di New York c'era il più grande esperto di Antiche Rune che teneva dei Master specifici su quell'argomento. Dopo un paio di mesi alla fine mi decisi a seguire anche io il corso del Vento e così arrivai a New York con una passaporta e...ho fatto le mie esperienze!
All'inizio è stato difficile, ma poi grazie all'aiuto di un mio carissimo amico sono riuscita a non sentirmi male ogni volta che mettevo piede fuori casa!Dopo è stato un percorso tutto in discesa: Cina, Corea, Arabia...ho visitato anche l'Italia, la terra di mio padre! E' stato bellissimo e allo stesso tempo strano...ho sempre creduto che avrei condiviso queste cose con te e invece…


Abbassò lo sguardo ed annuì leggermente, consapevole che avrebbero potuto condividerle insieme, tutte quelle cose, se non fosse stato per lei; avrebbero potuto farlo comunque, nessuno glielo vietava, ma non sarebbe comunque stata la stessa cosa.

Il mio amico mi ha instradata verso la professione di Master Teacher, che ho svolto e svolgo tutt'ora al Ministero della Magia di Londra.
E poi...nulla, la Sempreverde mi ha proposta alla Preside come nuova docente di Antiche Rune ed eccomi qua!


Sei una Master Teacher, davvero? - domandò Phoebe, piacevolmente stupita da quella notizia - Complimenti davvero Becks, ne hai fatta di strada… sono molto fiera di te. - e lo era davvero, in tutto e per tutto.

Erano cresciute entrambe, su fronti diversi, ma ora che si erano ritrovate, forse, avrebbero potuto proseguire a migliorarsi l'una accanto all'altra, come sarebbe sempre dovuto essere.

Una storia molto semplice, se si esclude qualche mezza relazione con alcuni uomini e un flirt spudorato con un babbano italiano di 47 anni...

Quarantasette anni?! - ripeté la Terran, scioccata - Ma è… vecchio! - vecchio per lei, naturalmente - Non posso crederci Becks, ma come hai potuto accettare di flirtare con un tizio del genere?
La cosa non mi piace per niente…


Mormorò infine, incrociando le braccia all'altezza del petto con un'espressione imbronciata sul viso.
Sì, era gelosa.
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Messaggioda Rebecca » 12/04/2014, 19:18

Parlare degli incontri ravvicinati che il docente di Babbanologia aveva avuto con il suo seno, aveva scatenato in Phoebe Chamberlain una reazione che l'Auditore non vedeva da moltissimo tempo e che la fece sorridere di cuore. Quel suo modo di arricciare il naso quando qualcosa non le piaceva o le dava fastidio era assolutamente adorabile e l'italo-svedese l'avrebbe volentieri abbracciata e riempita di baci sul collo, se fossero state sole e al sicuro da sguardi indiscreti.
Rebecca non ci mise molto a comprendere che la Ciclonis era gelosa di lei {Intuito P=35}, ma dal momento che non c'era motivo per lei di esserlo -in fondo Logan non aveva fatto nulla- nè sentiva il bisogno di stuzzicare ulteriormente la sua gelosia, preferì concentrarsi su altri argomenti, lasciando cadere per il momento le relazioni amorose che aveva stretto nel corso di quegli ultimi sette anni.
Il tempo aveva cambiato la sua Phoebe e allo stesso tempo aveva rafforzato molte sue peculiarità: fra i cambiamenti più sentiti vi era il suo essere diventata una Ciclonis a soli 19 anni, una cosa che il Bosco volle constatare, scherzosamente, di persona.

Se fossi il frutto dei tuoi desideri, sarei davvero seduta qui, a fare colazione… vestita?

Il cuore battè più forte e il sorriso sbarazzino e dolce assunse un'aria più maliziosa, a tratti persino compiaciuta nel vedere che certe cose non era cambiate, per nessuna delle due.

No, hai ragione: probabilmente saresti in un letto completamente nuda.
Oppure, meglio ancora, stesa in mezzo all'erba con gli alberi e il cielo a farci da tetto...


Disse alla sua compagna, facendole intuire con quelle affermazioni che i suoi gusti in fatto di sesso non erano cambiati molto durante quegli anni -anzi, se possibile, essi si erano accentuati ancora di più. Le piaceva fare l'amore all'aria aperta -una caratteristica di lei scoperta anche da Noah- ma era sopratutto con la sua Phoebs che quell'unione carnale diventava anche spirituale.
Solo con la donna, infatti, l'italo-svedese aveva provato quel senso di appagamento completo che solo la persona che ami e che ti ama a sua volta può darti.
Che tipo di amore fosse poi quello condiviso fra le due consorelle, questo ancora era tutto da scoprire.
Dopo aver appurato che la Terran avesse detto la verità, la giovane donna le raccontò dell'esperienza che quattro anni prima aveva cambiato per sempre la sua vita. Sapere che la Chamberlain fosse ora un Lupo Mannaro riempì l'animo dell'Auditore di dolore e pena -dolore per lei, per la sua dolce Phoebs e pena per non esserle stata affianco fin dall'inizio. Tuttavia la Ciclonis sembrava aver ormai accettato la sua condizione e il fatto che ci fosse riuscita senza l'aiuto suo, o di Raiden o degli altri gildati innalzò ancora di più la stima che Rebecca provava nei confronti della ragazza.

La cosa più assurda è stata incontrare poi il Lupo Mannaro che mi aveva morsa in forma umana… credo di non aver mai visto una persona tanto mortificata in tutta la mia vita. Purtroppo non c'era nulla che io potessi fare per tranquillizzare quell'uomo, e tirarlo su di morale…

Hai un cuore forte e generoso, Phoebs...- osservò con una punta d'orgoglio nella voce -Sapevo che non avresti mai potuto accusare l'uomo che ti ha fatto del male non voluto...

Mi ha regalato uno strumento molto utile per calcolare l'influenza che ha la Luna su di me, sai? Suppongo fosse il suo modo di ripagare, in minima parte, il danno che mi aveva fatto.

Davvero?
Posso dargli un'occhiata, quando hai tempo?


Chiese, mostrando il suo vivo interesse per tutto ciò che ai suoi occhi risultasse nuovo e interessante. Che la risposta della giovane donna fosse stata si o no, in ogni caso l'Auditore andò avanti a parlare, rivelandole di come lei stessa quattro anni prima fosse diventata Animagus, assumendo la forma di un lupo della Tundra. La strana coincidenza degli eventi -quattro anni prima Phoebe era diventata una licantropa e lei un Animagus-, gli atteggiamenti che rispecchiavano quelli della migliore amica quando si trasformava e il fatto che forse il Conflux le avesse dato un'occasione in più per starle vicino -perchè per l'Animagus il licantropo non costituiva un pericolo-fece riflettere le due donne, fino a quando non giunsero alla conclusione che i loro due spiriti fossero rimasti legati nonostante il tempo trascorso lontane fisicamente.
Proprio per tranquillizzare la sua Antares, la Ciclonis le fece infine una promessa: la promessa che non l'avrebbe lasciata mai più da sola. Una promessa che Rebecca apprezzò negli intenti ma che fu costretta e a fatica a rifiutare, dal momento che accettandola avrebbe costretto l'amica ad infrangerla un giorno. Era ben consapevole che il suo essersi fermata ad Hogwarts non era solo che un altro capriccio del Vento dentro di lei, una direzione che la sua vita aveva preso per il momento ma non in maniera stabile.
Sarebbe arrivato il giorno in cui il suo Elemento avrebbe reclamato la sua presenza altrove e allora lei sarebbe partita, infrangendo una promessa che non avrebbe mai dovuto fare.
Ma questo Rebecca non glielo avrebbe permesso: no, l'avrebbe lasciata libera di decidere se rimanere o andarsene via. Ciò che più le stava a cuore, invece, era accertarsi che un giorno -non specificando quando- lei sarebbe tornata nuovamente fra le sue braccia.
Questa fu la promessa che l'italo-svedese chiese alla donna che amava.

Te lo prometto, Becks.- un sospiro di sollievo e di gioia uscì fuori dalle sue labbra, mentre le stringeva con ardore le dita della mano -Dimmi una cosa, però: se un giorno volessi partire, allontanarmi da qui e vivere un'altra avventura, e ti chiedessi di seguirmi… tu non verresti con me?

Io ti seguirei anche in capo al mondo, Phoebs...- esordì con dolcezza, intrecciando le dita a quelle di lei e meravigliandosi di come si incastrassero perfettamente l'una con l'altra -Ti avrei seguito anche sette anni fa, se non avessi compreso una cosa di quel viaggio che stavi per intraprendere: ovvero che per te era fondamentale farlo da sola.- disse infine, mettendo l'accento sul fatto che l'unico ostacolo al loro stare insieme era il benessere di Phoebe. Ma fin quando starle vicino non fosse stato un peso per lei, nulla l'avrebbe fermata allora dal seguire la direzione del suo Vento.

Una volta chiusa la questione fu il turno di Rebecca di parlare delle proprie esperienze all'estero. Il Bosco iniziò a parlare -in maniera molto generale- dei suoi studi a New York, dell'incontro con Noah Pellegrino che sarebbe diventato negli anni un po' la sua guida nel mondo magico e non e dei viaggi che aveva compiuto in giro per il mondo, affinando le proprie capacità linguistiche. Infine, fu l'Italia la meta di cui avrebbe parlato più volentieri con Phoebe e che avrebbe tanto voluto condividere con lei. Naturalmente in tutti quegli anni la donna non era rimasta priva di uomini che le facessero la corte -come d'altronde pensava fosse capitato anche alla sua migliore amica- ma di sicuro non si aspettava ancora una volta una reazione tanto adorabile quanto sincera da parte della Chamberlain.

Quarantasette anni?! Ma è… vecchio!

Non proprio, dai, era un uomo davvero gradevole a guardarsi...- e chissà che cosa avrebbe detto del buon vecchio Pellegrino!

Non posso crederci Becks, ma come hai potuto accettare di flirtare con un tizio del genere?
La cosa non mi piace per niente…


Cos'è, siamo gelose adesso?- chiese maliziosa, fissandola con sguardo intenso e risaputo, sfidandola a dire il contrario -Sei adorabile quando fai così, mi fai venire voglia di mangiarti di baci...- le sussurrò infine con tono basso e sensuale, inclinandosi appena un po' più avanti sul tavolo per far sì che lei e solo lei potesse sentire quel commento -E comunque non ho accettato di flirtare con lui...sono stata costretta!- rispose infine, tornando a parlare con voce allegra e spensierata -Quell'amico di cui ti ho parlato, Noah Pellegrino, è stato così premuroso e gentile con me da lasciarmi sola ad affrontare questo gentiluomo italiano, che a quanto pare stava sbavando da ben trenta minuti sul mio seno...- le spiegò, ridendo adesso del piccolo scherzetto che l'italo-americano le aveva giocato, anche se all'epoca lo aveva guardato male per tutto il resto della serata -Comunque non successe niente fra me e lui, anche perchè Noah, nonostante tutto, non lo avrebbe permesso...- e il motivo per cui non lo avrebbe fatto fece arrossire di colpo l'Auditore: all'epoca le loro assidue frequentazioni li avevano portati spesso ad andare a letto insieme. Se Phoebe avesse scoperto quel particolare, probabilmente avrebbe avuto molto da essere gelosa.

In questi sette anni non ti sei mai...avvicinata a nessuno?

Chiese un po' incuriosita un po' spaventata all'idea che la risposta alla sua domanda potesse essere positiva.
In fondo la Ciclonis non era l'unica a provare gelosia nei confronti dell'altra.
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Messaggioda Phoebe » 13/04/2014, 20:54

Stuzzicarla, provocarla, questo era ciò che Phoebe adorava fare con Rebecca: tra le due, almeno per quanto riguardava, era l'italiana la più timida in campo sessuale, quella più passiva che, per quanto poi passionale e coinvolgente, difficilmente prendeva l'iniziativa; e per la Chamberlain era divertente, quasi appagante, saggiare dopo tutto quel tempo quanto fosse ancora in grado di risultare sensibile al suo fascino.
Vederla sorridere con aria dolce e maliziosa, forse appena compiaciuta, le diede la prova che nemmeno in quel caso, tra loro, era cambiato qualcosa: erano cresciute, naturalmente, ma il desiderio reciproco non era scemato; al massimo l'Auditore sapeva risponderle più a tono di un tempo, ma la Terran Ciclonis la considerava anche una cosa normale.

No, hai ragione: probabilmente saresti in un letto completamente nuda.
Oppure, meglio ancora, stesa in mezzo all'erba con gli alberi e il cielo a farci da tetto...


Se l'erba al villaggio potesse parlare…

Mormorò solo Phoebe, sapendo che quelle parole avrebbero riportato alla mente, se già non c'erano di loro, mille e più ricordi di quando erano adolescenti e il Vento non aveva ancora richiamato la ragazza verso nuovi luoghi inesplorati, per lei; avevano trovato gli angoli segreti e discreti del villaggio, dove poter essere sole e libere da qualsiasi occhiata anche casuale, e li avevano fatti loro, appropriandosene col suono dei gemiti soffusi che uscivano dalle bocche di entrambe, mentre facevano l'amore.
Si chiese, per un secondo, se ora facendo l'amore avrebbe preferito altri luoghi, altre situazioni a quelle che apprezzava in passato… e si rispose che no, avrebbe continuato ad adorare l'aria aperta per quell'atmosfera intima e complice, un po' perché il suo Elemento lì la chiamava, ed un po' perché tanto piaceva a Rebecca.
Non era cambiato dunque il suo amore per determinati contesti, ma era cambiata lei - e non solo per la crescita: avvenimenti cupi avevano influenzato e modellato il suo essere, ma nel profondo era rimasta sempre la stessa persona di un tempo, generosa ed incline al perdono. In fondo l'aveva dimostrato quando aveva conosciuto l'uomo che l'aveva morsa e costretta a diventare un Lupo Mannaro, e che nemmeno per un secondo aveva tentato di far sentire in colpa.

Hai un cuore forte e generoso, Phoebs…
Sapevo che non avresti mai potuto accusare l'uomo che ti ha fatto del male non voluto...


Annuì in direzione della Consorella, perché Antares la conosceva bene: inoltre, comunque, non avrebbe fatto alcuna differenza accusare il pover'uomo ignaro di cosa stesse facendo, perché tanto anche trattarlo male o accusarlo non le avrebbe restituito la normalità che le era stata strappata dalle mani. L'aveva perdonato, perciò, accettando il regalo che lui le aveva fatto: uno strumento che le permettesse di misurare il percorso lunare e calcolare così l'influenza che essa avrebbe avuto su di lei giorno dopo giorno.

Davvero?
Posso dargli un'occhiata, quando hai tempo?


Nulla in contrario!

Esclamò Phoebe, strizzandole l'occhio, ascoltando poi il suo racconto: era diventata Animagus in forma di lupo proprio nell'anno in cui lei era diventata una Lupa Mannara… coincidenza? Da quando la ragazza aveva appreso l'esistenza del Conflux - e dunque in tenera età - non credeva affatto nelle coincidenze, nemmeno alle più piccole: era l'Equilibrio che faceva il suo corso, e probabilmente quella non era altro che la dimostrazione di quanto i loro spiriti, nonostante la distanza, non si fossero mai allontanati troppo, trovando un modo alternativo ma concreto per tenerle unite.
E siccome aveva già passato troppo tempo lontana da lei, Phoebe promise poi poco dopo all'amica/amante italiana che non l'avrebbe mai più lasciata sola - rettificando poi, su sua richiesta, la promessa, con quella di tornare da lei se anche prima o poi si fosse dovuta nuovamente mettere in viaggio, lasciandola sola per un periodo.
Rebecca sapeva che questo sarebbe potuto accadere… ma se la Chamberlain gliel'avesse chiesto, sarebbe partita con lei, o avrebbe voluto a tutti i costi rimanere ancorata al posto dove si trovava?

Io ti seguirei anche in capo al mondo, Phoebs…
Ti avrei seguito anche sette anni fa, se non avessi compreso una cosa di quel viaggio che stavi per intraprendere: ovvero che per te era fondamentale farlo da sola.


E sono contenta, in fondo, che tu non sia venuta… o saresti potuta diventare una Lupa Mannara anche tu, e non avrei potuto sopportarlo. - mormorò la Terran del Vento con un leggero brivido lungo la schiena, una sensazione orribile al solo pensiero di ciò che sarebbe potuto succedere - Non credo me lo sarei mai potuto perdonare… - aggiunse con un sospiro, decidendo di non pensarci.

E in fondo, il modo per distrarsi ce l'aveva visto che toccava a Rebecca raccontarle della sua vita fuori dalla Gilda, una volta trovato il coraggio di mettere il naso fuori dal mondo: peccato che non tutto ciò che l'Auditore le raccontò, finì per piacerle… come un flirt con un uomo - vecchio - di 47 anni.

Cos'è, siamo gelose adesso?

Assolutamente sì. - confermò Phoebe, senza nemmeno provare a nasconderlo.

Sei adorabile quando fai così, mi fai venire voglia di mangiarti di baci…

Non è detto che non possa avvenire: tu non chiuderti a chiave, stasera, nella tua stanza… e vedrai. - la provocò la Chamberlain, anche se aveva pronunciato quelle parole con voce talmente ferma e seria che non si poteva dire se stesse scherzando o meno.

E comunque non ho accettato di flirtare con lui...sono stata costretta!
Quell'amico di cui ti ho parlato, Noah Pellegrino, è stato così premuroso e gentile con me da lasciarmi sola ad affrontare questo gentiluomo italiano, che a quanto pare stava sbavando da ben trenta minuti sul mio seno…


Ma che galantuomo… - mormorò la ragazza, arricciando il naso.

Comunque non successe niente fra me e lui, anche perchè Noah, nonostante tutto, non lo avrebbe permesso…

Vorrà dire che lo ringrazierò per tanta protettività nei tuoi confronti, se mai avrò occasione d'incontrarlo. - e meno male che non sapeva, ancora, cosa fosse successo in realtà tra loro…

In questi sette anni non ti sei mai...avvicinata a nessuno?

Non emotivamente… - rispose lei con una leggera alzata di spalle - Ho incontrato altri allevatori e ricercatori, in alcune riserve, e ho avuto un paio di… storie, relazioni di sesso, non saprei nemmeno come definirle.
Rapporti solo fisici, comunque, senza alcun sentimento vero di mezzo: forse perché sono uno spirito libero, o forse perché non ho ancora trovato la persona giusta che imbrigli il mio Vento, chi può dirlo.
Ma, in fondo, ho ancora tutto il tempo del mondo…


Alzò le spalle e sorrise, bevendo l'ultimo sorso di succo d'arancia e leccandosi poi le labbra con fare più sensuale e malizioso, guardando Rebecca negli occhi.

Ho ancora tempo prima di andare a trovare il nonno al villaggio… ti va di farmi un po' di coccole, come regalo di bentornata a casa?
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