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da Noah » 30/01/2014, 13:50
Ho visto donne passare l'intera giornata a discutere su quale decotto fosse il migliore per mascherare i segni dell'età... Dovresti chiedere loro dei consigli, ti saprebbero indicare le marche migliori!
Che impertinente!
Esclamò Noah, scuotendo il capo con fare offeso e a tratti minaccioso, lasciandosi poi andare a quella risata che coinvolse entrambi, facendo probabilmente ricordare loro quant'era bello quando si concedevano del tempo per scherzare insieme e quanto fosse stupido da parte di entrambi non riuscire a trovare mai qualche minuto da dedicarsi a vicenda. Pellegrino non avrebbe mai negato, a se stesso o ad altri, che la compagnia dell'italiana era assolutamente piacevole, poiché si trattava di una donna brillante, carica di senso dell'umorismo, intelligente e versatile, in grado di passare dai decotti anti-età ad un ricordo ironico quanto affettuoso di uno dei suoi ex professori del Ministero.
Con quella gobba sembrava più un dromedario...ma in fondo era pur sempre un uomo colto e ben preparato!
Il che spiega perché i suoi Master fossero sempre così seguiti nonostante la pioggia di saliva...
Commentò l'italo-americano, la voce che si ammorbidiva e si sfumava di affettuoso rispetto per quell'uomo che era stato un ottimo collega ed anche una guida, per Pellegrino, che era diventato un insegnante ministeriale da poco quando aveva avuto la possibilità di conoscere Leonard Wessex: gli aveva insegnato molto, professionalmente ed umanamente, e per questo si era sentito molto toccato dalla sua morte al punto di parlare al suo elogio funebre - l'unico a farlo, visto che non aveva figli ed era vedovo da anni. Scosse appena il capo, preferendo non affrontare ancora certi argomenti perché sarebbe stato molto triste per entrambi, preferendo concentrarsi sul presente e sulle cose belle ad esso legate, come il nuovo lavoro che di lì a poco Rebecca avrebbe potuto cominciare nella prestigiosa scuola di Hogwarts: i complimenti furono d'obbligo, per Noah, ma sembrava che l'Auditore desse praticamente tutto il merito ad un'amica misteriosa che aveva fatto come da intermediario tra lei e la Preside del Castello.
E' l'insegnante di Erbologia e una delle miglior erbologhe che io abbia mai conosciuto!
Insegnante di Erbologia, eh? Fammi pensare... - aggrottò le fronte ed assunse un'aria pensierosa, scavando nella memoria alla ricerca del nome della docente in questione: dopo l'episodio di Lucas a New York, Noah aveva preferito farsi nominare uno per uno tutti i colleghi della fidanzata, così da confermare di non conoscerne altri a parte l'amico. Annuì lentamente, dopo un minuto buono, portando gli occhi sulla collega del Ministero - Vilvarin, giusto? Il nome non lo rammento, ma se non sbaglio ho azzeccato il cognome!
Esclamò l'italo-americano, attendendo solo una conferma da parte dell'altra per esibirsi in un gran sorriso soddisfatto per se stesso: ricordava quel cognome perché nel campo erbologico si vociferava che molte delle ultime scoperte fossero avvenute proprio grazie a lei, che però evitava costantemente di accettarne i meriti, come se volesse rimanere il più anonima e nell'ombra possibile; d'altronde, comunque, la donna non era l'unica con cui Rebecca avrebbe fatto amicizia al Castello, perché Noah era più che sicuro che si sarebbe avvicinata anche alla docente di Divinazione, Tisifone Samyliak, una volta scoperto che si trattava della fidanzata del suo più caro amico - o uno dei suoi più cari amici, perlomeno.
Chissà, potrebbe aiutarmi ad approfondire l'aspetto profetico delle Rune...
Non rispose a quelle parole, cercando piuttosto di capire se la donna si fosse insospettita o non avesse creduto alla risposta di lui sull'assenza di un Dono nella compagna: non voleva mentire a Rebecca, non era solito farlo, ma non si trattava di un suo segreto e come tale non poteva decidere lui a chi rivelarlo e a chi no; l'altra, comunque, non sembrava aver fatto troppo caso alla cosa, e questo tranquillizzò Pellegrino che poté passare alla descrizione dell'altra sua conoscenza all'interno del Castello, Lucas Turner.
Dal tipo di parole che hai utilizzato, non sembra che tu abbia molta stima di lui, lo sai?
Dovresti sentirmi descrivere qualcuno per cui non ho davvero alcuna stima, così cambieresti idea in un secondo!
Commentò Noah di rimando, perché sapeva che per quanto potesse prenderlo in giro o altro, lo sguardo e la voce sarebbero bastati per far comprendere a chiunque che in realtà all'amicizia dell'inglese teneva molto.
Ma non preoccuparti: farò amiciza con tutti i miei futuri colleghi, promesso!
Lo sai che questa suona molto come una minaccia, vero?
Le domandò con ironia l'uomo, tanto per non smettere mai di punzecchiarla, passando poi a trattare con lei i lati pratici di quel nuovo lavoro, come il trasferimento all'interno del Castello, e sicuramente la minore disponibilità che avrebbe potuto dare per i Master del Ministero perché, e lui lo vedeva sia con Tisifone che con Lucas, fare l'insegnante non era un lavoro da prendere sottogamba, bensì un impegno costante e continuo che, appunto, lasciava poco spazio per tutto il resto.
Non lascerò il mio lavoro come Master Teacher, se è questo che intendi dire. Ma si, sicuramente mi vedrai girare di meno al Ministero... E probabilmente non sarà così semplice prendere un caffè io e te insieme, come stiamo facendo adesso...
Annuì, pensando la stessa identica cosa che era passata nella mente di Rebecca, ma come lei senza pronunciarla ad alta voce, perché sarebbe stato come rimproverarla - e rimproverarsi - per qualcosa che purtroppo faceva parte della loro vita, ovvero quelle mille attività che li rendevano sempre incapaci di concedersi vicendevolmente un po' di tempo.
La cosa ti dispiace?
Naturalmente - ammise l'uomo, che non vedeva motivo di mentire in tal senso - Almeno prima potevo salutarti quando t'incrociavo per i corridoi o fuori dalle Sale Master, cosa che probabilmente ora capiterà molto più di rado... ma sono contento per te, davvero. Ti meriti quel posto, non credo ci sia un'insegnante più preparata di te, perciò vai lì e fa' vedere a tutti chi sei, mh? - continuò Noah, esibendo quel sorriso orgoglioso di lei ed affettuoso per la donna alla quale, nonostante non ci fosse stato più dell'ottimo sesso, aveva sempre voluto bene - E poi chissà, magari presto potremo fare un'uscita a quattro: io, te, Tisifone e Lucas!
Sai che divertimento?
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da Rebecca » 01/02/2014, 19:01
Aveva fatto bene a prendere quella pausa caffè e ad invitare il suo amico Noah a passarla insieme. I due amici avevano molto da raccontarsi - escludendo punzecchiature reciproche, quelle facevano parte del loro parlato giornaliero-, novità che l'italo-svedese era riuscita ad anticipargli fra una battuta sulla vecchiaia impellente dell'uomo e il ricordo di un vecchio Master Teacher del Ministero di NewYork. L'Auditore aveva rivelato con orgoglio e tanta umiltà la possibilità di un lavoro che le era stato offerto proprio ad Hogwarts, la scuola di magia più rinomata -si può dire- in tutto il mondo. Rebecca non credeva certo che questo fosse accaduto solo e soltanto per merito suo, ma sentiva di dovere molto invece al Capo dei Terran che aveva proposto il suo nominativo a Madeline Bergman.
Insegnante di Erbologia, eh? Fammi pensare... Vilvarin, giusto? Il nome non lo rammento, ma se non sbaglio ho azzeccato il cognome!
Annuì sorridendo, come se si stesse complimentando con Noah per essere riuscito a ricordare quel nome, evitando tuttavia di far presente ulteriori informazioni sulla Sempreverde. Sapeva quanto ella ci tenesse alla propria privacy e in fondo non era importante focalizzare l'attenzione su chi fosse l'insegnante di Erbologia, quanto sul fatto che a breve -probabilmente- lei avrebbe fatto parte di quella schiera di professori che insegnavano ad Hogwarts. Di cui fra l'altro facevano anche parte l'attuale compagna di Pellegrino, Tisifone Samyliak, e il suo più caro amico, Lucas Turner. Proprio parlando di quest'ultimo, l'uomo non si preoccupò di dipingerlo agli occhi della Terran con parole poco lusinghiere, sebbene il tono facesse comprendere quanto in realtà Noah fosse legato al docente di Trasfigurazione. In ogni caso, Rebecca avrebbe ben presto fatto visita anche a lui, così come a tutti i suoi futuri colleghi di lavoro.
Lo sai che questa suona molto come una minaccia, vero?
Nessuno si è mai lamentato della mia compagnia...nemmeno tu, professore!
Disse, accentuando il tono sull'ultima parola proprio per fargli comprendere che non si riferiva solamente alla pura e semplice compagnia di un'amica, ma anche -e sopratutto- a quella di una compagna di letto. Era stato motlo diverte in passato chiamarlo in quel modo durante i loro momenti di intimità ed ora, nel presente, era solo un pretesto per prenderlo in giro e rammentargli che non aveva molto da fare lo spiritoso. Almeno non con lei, pronta a rispondergli per le rime, come aveva imparato a fare in tutti quegli anni. Nonostante quei piacevoli intermezzi però, i due amici non si discostarono molto dall'argomento che li aveva visti riuniti in quel caffè: diventare docente di Antiche Rune avrebbe portato l'Auditore a non frequentare più così tanto spesso l'ambiente lavorativo di Noah e, di conseguenza, a non poterlo vedere quanto avrebbe voluto. Lei provava dispiacere per tutto ciò, ma cosa ne pensava l'uomo? Invece che lambiccarsi il cervello, Rebecca preferì chiedere al diretto interessato, ascoltando con attenzione la sua risposta.
Naturalmente. Almeno prima potevo salutarti quando t'incrociavo per i corridoi o fuori dalle Sale Master, cosa che probabilmente ora capiterà molto più di rado... ma sono contento per te, davvero. Ti meriti quel posto, non credo ci sia un'insegnante più preparata di te, perciò vai lì e fa' vedere a tutti chi sei, mh?
Avevi qualche dubbio in merito? Cercherò comunque di scriverti ogni tanto!
E poi chissà, magari presto potremo fare un'uscita a quattro: io, te, Tisifone e Lucas!
Rimase un po' sorpresa dalla sua proposta, che però venne ben presto accolta con un sorriso: in fondo, se avesse trovato simpatici sia Tisifone che Lucas, non c'era nulla di male a fare quell'uscita e ad approfittarne per passare un po' di tempo insieme!
D'accordo, signor Viaggiatore! Credo che sia ora di andare, purtroppo.- disse, controllando l'orologio del bar- Mi accompagni fino in ufficio o hai altri impegni?
Se l'uomo avesse acconsentito Rebecca, dopo aver pagato entrambi i caffè - quella volta toccava a lei-,si sarebbe diretta insieme a Noah verso il Ministero della Magia. Altrimenti, avrebbe semplicemente lasciato quel luogo da sola, facendosi promettere che non sarebbero passate altre settimane, prima di potersi rivedere.
[Fine]
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Rebecca
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da Monique » 02/02/2014, 17:20
[Villa Vireau - Mercoledì 14 Agosto - ore 16.57]
Ricordami perché ho accettato...
Perché mi adori, è ovvio!
Ah-ha... tutto qui?
Eddai Celine!!!
Monique Vireau tirò fuori la sua faccia migliore, quella alla quale era impossibile dire di no, quella dolcissima e carica di aspettativa sulla quale sembrava quasi un delitto farne scomparire il sorriso.
... non vale.
Certo che vale, mi appello al sacro vincolo dell'amicizia, no?
Stronza.
Commentò in un sussurro lapidario Celine Sauvage, lo sguardo di chi avrebbe voluto uccidere la migliore amica e si stava trattenendo solo perché, appunto, la donna era tale.
Aveva accettato quell'invito da parte della francese perché credeva di passare un pomeriggio con lei in santa pace, a mangiare schifezze e chiacchierare come fossero ancora due ragazzine... ed una volta arrivata a casa di Monique, invece, la Vice Preside di Hogwarts le aveva comunicato la splendida - come no - notizia.
Scommetto che non l'hai detto nemmeno a lei, vero?
Se l'avessi fatto puoi star certa che non sarebbe mai venuta...
Uhmpf, almeno su una cosa saremmo state d'accordo.
Monique lanciò un'occhiata quasi esasperata all'amica, proprio mentre qualcuno bussava alla porta di casa: con uno sguardo piuttosto serio ed intenso le intimò di fare la brava, dopodiché prese un gran respiro ed andò verso l'ingresso della Villa, aprendone la porta poco dopo per ritrovarsi davanti una giovane donna sorridente e allegra.
Ciao Monique!
La più grande delle sorelle sorrise con tenerezza alla giovane donna, facendola entrare: in qualche modo il suo rapporto con Veronique era radicalmente cambiato nel corso dei 7 mesi che erano trascorsi dal loro incontro/scontro nel suo ufficio di Hogwarts, in cui la seconda aveva scoperto la verità sul suo rapporto con la prima; a distanza di quasi un anno da allora, le due sorelle si erano avvicinate molto, scoprendo di avere molte cose in comune oltre a Nicholas Vireau, Rose Dubois e le illusioni. Veronique aveva cominciato anche ad avere un lieve rapporto con Sandyon, e visto che Monique già l'aveva con Ryan, erano persino riusciti ad organizzare qualche sporadico pranzo a quattro. Tutto perfetto, insomma... tranne che per un piccolo dettaglio.
Ciao Vero... Vieni, ti stavamo aspettando.
Stavamo?
Domandò la francese, aggrottando la fronte per seguire la sorella maggiore all'interno dell'abitazione, fino al salotto dove il suo incedere si fermò e gli occhi si fissarono su Celine, il sorriso che svaniva dalle sue labbra.
... che ci fa lei qui?
Guarda che sono arrivata prima di te, quindi al massimo dovrei essere io a domandarlo. E comunque il fastidio è reciproco.
Allora perché non te ne vai?
Perché la mia migliore amica mi ha chiesto di venire qui, e se ha bisogno di me non la lascio sola.
Ma ora ci sono io che sono la sorella, quindi tu non servi più.
E dov'era sua sorella in tutti questi anni, mentre io le stavo accanto e quando serviva mi prendevo cura di lei?
Eccolo, il piccolo dettaglio. Celine e Veronique, insieme, quando si parlava di Monique. Per un qualche strano motivo, le due non riuscivano proprio a comunicare: aveva parlato con Madeline, e la donna aveva cercato di far capire alla "nipotina" che probabilmente era tutta una questione di gelosia; come la Veronique allora bambina era gelosa delle amiche che Monique si sarebbe fatta a scuola mentre lei non c'era, così quella adulta, avendo in qualche modo sbloccato quelli che erano i suoi sentimenti e le sue paure infantili, era ora gelosa del rapporto tra la sorella e Celine, che ovviamente aveva avuto tutti quegli anni per consolidarsi. Come la piccola Veronique avrebbe voluto essere l'unica di cui la sorella maggiore aveva bisogno, così la grande Veronique si sentiva in competizione con l'amica di sempre, Celine Sauvage, vista quasi come una minaccia al rapporto tra le sorelle; allo stesso modo, Celine mal sopportava la presenza di Veronique, che per una qualche strana ragione cercava sempre di mettersi in mezzo tra lei e la migliore amica, con tutto che per anni non aveva voluto fare altro che ucciderla - e che quindi, nella sua mente, di sicuro non poteva pretendere alcunché ora, limitandosi a stare con la sorella nei ritagli di tempi che la Diplomatica le concedeva. Monique alzò gli occhi al cielo e sospirò leggermente, passando lo sguardo da una all'altra: inizialmente credeva che Madeline stesse esagerando, e che forse sarebbe stata una questione di tempo... ma più i mesi passavano, più quella rivalità si faceva forte, al punto che spesso la maggiore delle Vireau doveva suddividere la propria libertà tra l'una e l'altra, perché farle incontrare insieme era più che altro una fonte di stress, per lei.
Bene, abbiamo assodato che continuate ad odiarvi reciprocamente, ora possiamo andare avanti? - domandò la francese, incrociando le braccia all'altezza del petto con fare vagamente minaccioso - C'è un motivo se vi ho chiesto di essere qui insieme, e cioè che devo provare una cosa ed ho bisogno che voi due mi facciate da... beh, cavie.
Oh fantastico, faccio da cavia a mia sorella in compagnia di quella sboccata della sua migliore amica... il modo perfetto di passare un pomeriggio d'Agosto.
Se ti da' tanto fastidio puoi sempre andartene, sai? Ce la caviamo anche da sole, l'abbiamo fatto per così tanto tempo...
E darti questa soddisfazione? Nemmeno morta, Sauvage.
Ragazze, vi prego!! - sbottò Monique, allargando le braccia con fare esasperato - Potreste fingere di andare d'accordo almeno per cinque minuti?! È una cosa seria!
... scusa Monique.
Sì, scusa.
Sospirò, questa volta con forza, la francese, annuendo nel vedere che la sorella e l'amica sembravano davvero aver capito che almeno per un po' avrebbero dovuto fare uno sforzo: e meno male, perché non poteva gestirle insieme e fare anche ciò che aveva in mente.
Bene, grazie. Dunque... - si passò una mano tra i capelli per riordinare le idee, poi riprese - vi ho chiesto di venire perché, come sapete, sto affrontando un percorso per... affinare l'arte delle illusioni. Visti i nemici che a quanto pare dovremo affrontare, prima o dopo - e per fortuna nessuna delle due vide Veronique abbassare lo sguardo per qualche secondo, visto che lei sapeva, grazie a Marcus, di che cosa si stesse parlando con esattezza - è necessario essere il più preparate possibile, ed è questo il modo in cui io posso assicurarmi di essere pronta e di saper proteggere quelli che amo. In questi anni mi sono esercitata a lungo su due spartiti che Rose mi ha lasciato, e che Madeline Bergman custodisce gelosamente... servono per affinare la mia arte illusoria, per renderla più letale anche se io vorrei evitare di usarla per far del male a qualcuno.
A meno che non fosse strettamente necessario, ovviamente.
Gli spartiti che ho studiato non sono semplici melodie per violino... sono fatti apposta per scatenare effetti specifici nelle persone che li ascoltano; è per questo che vi ho chiesto di venire, perché devo provare su qualcuno se e quanto io sia in grado di sfruttare il loro potenziale.
Quindi... che dovremmo fare noi esattamente?
È molto semplice: suonerò il primo spartito, ed avvolgerò Veronique con la mia illusione... io sarò concentrata sulla musica, quindi non ci farò caso, ma tu, Celine, dovrai dirmi se l'effetto sarà scattato oppure no. Per il secondo spartito faremo l'esatto contrario, quindi tu sarai avvolta dall'illusione, mentre Veronique controllerà che il suo potere stia funzionando.
E come faremo a sapere se il potere si è attivato o meno? Insomma, che dobbiamo aspettarci che succeda?
Col primo spartito dovresti cadere addormentata, Veronique... mentre, col secondo, Celine sarà completamente paralizzata, impossibilitata a muovere qualsiasi muscolo del corpo... solo gli organi interni rimarranno attivi e vigili.
Aspetta un secondo... Mi stai dicendo che sei in grado di addormentare e paralizzare le persone?!
Solo quando suono queste musiche, al momento. Devo terminare il mio percorso prima di poterne sfruttare il potere in un'illusione qualsiasi.
D'accordo, muoviamoci allora... sono proprio curiosa di vedere che succede.
Monique annuì a quelle parole, muovendosi il più velocemente possibile per recuperare lo Stradivari che aveva lasciato in camera sua: la casa era tutta per lei e le ragazze, quel giorno, con Sandyon fuori per degli allenamenti - che novità - con Aryanne, e Robyn al mare con la fidanzata; era la cosa migliore per lei, comunque, per poter mettere finalmente alla prova le proprie capacità. Tornò in salone col violino in mano, occhieggiando Celine e Veronique quasi a voler chiedere loro se fossero pronte per quella prova: entrambe fecero un cenno di assenso e si sistemarono meglio sul divano grande della stanza, così da permettere a Monique d'iniziare. La donna prese un respiro profondo, e sistemò il violino sulla propria spalla sinistra, l'archetto ben stretto nella destra: socchiuse gli occhi, concentrandosi sul proprio battito cardiaco quasi fosse quello a darle il tempo... e successivamente iniziò a suonare il primo spartito, ormai impresso a memoria nella sua mente.
Gli occhi si chiusero completamente, l'aura magica della donna si espanse ed andò ad abbracciare la sorella, avvolgendola e catturandola nella sua illusione: per effetto di essa, il potere dello spartito si attivò [Concentrazione 25 + 19/d20 = 44], e le palpebre di Veronique cominciarono a farsi pesanti, al punto che, se anche la donna cercava di combattere contro il sonno che la stava facendo addormentare, le risultava impossibile avere la meglio; in meno di due minuti, la minore delle sorelle Vireau si ritrovò completamente assopita, persa in un sonno profondo sotto lo sguardo stupito di Celine, che purtroppo non riusciva nemmeno a godersi la bellezza della melodia suonata dall'amica tanto era concentrata sul sonno dell'altra francese, assolutamente profondo ed autentico.
Incroyable...
Mormorò nella sua lingua madre, ed in effetti "incredibile" riassumeva alla perfezione l'unicità di quel momento. Quando la musica finì, Monique mise altresì fine all'illusione, facendo così risvegliare la sorella che aprì gli occhi di scatto, sbattendo le palpebre per guardarsi intorno.
Beh, ha funzionato?
Domandò la più grande delle Vireau, passando lo sguardo dalla sorella all'amica.
Non lo so, io... non ricordo bene. So solo che per tutto il tempo sono stata cullata dalla musica e non mi sono resa conto di nulla...
E ti sei addormentata, te lo posso assicurare... eri di fronte a me, ti ho vista chiudere gli occhi e sembravi tipo... non lo so, come in coma! E quando la musica è finita hai riaperto gli occhi di scatto, è stato persino un po' inquietante!
Inquietante o meno, a quanto pare ha funzionato... Benissimo.
Vuoi riposarti? Ti senti bene?
Tranquilla, ho mantenuto l'illusione solo per qualche minuto, nulla di grave. Se siete pronte, perciò, andrei subito col secondo spartito... che ne dite?
Oh sì, non vedo l'ora di vedere la tua cara amica completamente paralizzata!
Sempre più simpatica, mh? ... dai Moni, fai quello che devi.
La Vireau annuì, posandosi nuovamente il violino sulla spalla: chiuse gli occhi per la seconda volta ed iniziò a far danzare l'archetto sulle corde, espandendo la sua musica e con essa l'illusione, che questa volta abbracciò Celine Sauvage e la rese schiava [Concentrazione 25 + 17/d20 = 42] del suo potere. In pochi secondi, Celine sentì il corpo irrigidirsi, paralizzarsi arto dopo arto, in una successione veloce ed inarrestabile: provò a muovere le dita delle mani e dei piedi, il collo, persino a sbattere le palpebre... ma nulla. Era una perfetta statua di cera sotto lo sguardo meravigliato ma quasi compiaciuto di Veronique, che tentò persino di alzarle un braccio come prova della sua immobilità: niente, pesava anche quanto una statua di cera, non c'era verso di spostarla; scosse appena il capo, incredula, posando gli occhi sulla sorella che, ad occhi chiusi, stava suonando con carisma e forza, muovendo ogni tanto il corpo a tempo di musica, come se stesse danzando una coreografia immaginaria che solo lei conosceva. Un sospiro leggero le sfuggì dalle labbra: sarebbe mai diventata brava come lei? Non fece in tempo a formulare una risposta, che la musica finì, e finalmente Celine poté muoversi, andando per prima cosa a sbattere le palpebre, e come seconda a grattarsi il naso.
Pazzesco... l'hai completamente immobilizzata!
È vero Moni, non riuscivo a muovere nemmeno gli occhi... niente! Ci sei riuscita, è chiaro che funzionano tutti e due alla perfezione!
Monique sorrise, abbassando lentamente il violino mentre annuiva tra sé: era pronta per lo step successivo, tanto che il giorno dopo sarebbe andata da Madeline per farsi consegnare il terzo spartito e riprendere il percorso di studio che le avrebbe permesso di apprendere la leggendaria tecnica dello "Squarcio del Velo".
Grazie a tutte e due per essere state così disponibili... e visto che ho ancora un po' di tempo prima che Sandyon torni a casa, che ne dite di fare qualcosa per ingannare l'attesa?
Io ci sto! Che ne dici, andiamo a prenderci un bel gelato io e te da sole?
Perché invece non te ne vai a casa, Sauvage, e lasci me e mia sorella per conto nostro? Potremmo andare a farci pedicure e manicure in un salone di bellezza di lusso, che ne pensi Moni? Altro che gelato!
Guarda che se mi fai arrabbiare ti mando a calci nel sedere fuori dalla porta Veronique, e non sto scherzando!
Dai, provaci se ci riesci, sboccata di una Diplomatica con le smagliature!
Ha parlato la disoccupata con la ricrescita!!
.... povera me...
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Monique
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da Asher » 06/02/2014, 23:15
[ Manor Kovarnikov Brigthless – Salone – Inizi Ottobre 2107 – ore 18.00] No! Mi era sembrato avessi detto tutto quello che vuoi. Solo perché tenevi in ostaggio parti di me a cui tengo particolarmente. Molti dei nostri compromessi sono stati stipulati in quel modo e guarda dove siamo arrivati. Più di cinquant'anni insieme senza mai un cedimento o un tradimento. Nulla in ogni caso a cui valesse la pena anche solo pensare. Stai cercando di adularmi? Perché usare il sesso per ottenere qualcosa era un modo prettamente Serpeverde di gestire una relazione anche se funzionava solo perché un certo Grifondoro aveva ancora qualche problema a rimangiarsi la parola data, anche quando gli veniva strappata sull'onda dell'orgasmo. Sarebbe di qualche utilità se ti dicessi di si? No. Ho di meglio da fare che spiegarti un processo alchemico complesso che io stesso ho impiegato mesi per padroneggiare perfettamente. Soprattutto perché non ti servirebbe a nulla... A nulla? - sibilò freddo, assottigliando gli occhi - Solo perché tu non comprendi l'importanza di provare dei sentimenti ... Mi stai adulando, di nuovo. - commentò compiaciuto Demetri- Ci devi tenere proprio tanto affinché quella mezza serpe perdi il suo ingiusto vantaggio sul mondo. - perché come nelle migliori e obsolete tradizioni di maghi oscuri e purosangue provare sentimenti era a dir poco un'onta - In ogni caso, ottuso Grifondoro che non sei altro, non ti serve tutto il procedimento, solo 4 gr di Argento vivo, 4 lacrime di sirena donate spontaneamente e 4 lacrime di fenice, oltre al sangue di Vastnor. Asher osservò allibito il proprio compagno mentre si rifiutava dettagliatamente di illustrargli il procedimento per non creare una parte del composto base di cui aveva bisogno per poi esibirsi in uno sfrontato sorriso innamorato. E poi c'é chi ancora si domanda perché ti amo. Si si va bene... Basta che ti ricordi di usarlo come ultimo ingredienti. Qualsiasi altra cosa aggiungerai dopo non servirà a nulla. Ora se vuoi scusarmi Mephisto mi sta aspettando. Una occhiata penetrante, tagliente, più eloquente di mille parole. Devo solo dargli da mangiare, rilassati. Prima che Demetri uscisse dalla stanza il Medimago gli fece un'ultima domanda. Ma perché é considerato un esempio di Arti Oscure? Hai mai visto una sirena piangere spontaneamente?[ Manor Kovarnikov Brigthless – Sotterranei – Inizi Novembre 2107 – ore 21.00] Booom! Merda! Imprecare con una mano premuta su naso e bocca per evitare di inalare i fumi di una sostanza non ben identificata non era cosa semplice eppure Asher era riuscito nell'impresa tutte e quattro le volte che il calderone su cui stava lavorando era esploso. Bestemmiando sulla necessità di dover sistemare un laboratorio di pozioni nei sotterranei, e quindi in luoghi privi di prese d'aria dirette, con un colpo di bacchetta fece evanescere quello che restava dell'ultimo esperimento e profondò nella sua poltrona preferita, il tomo di Pozioni avanzate in grembo e una pergamena incantata dotata di piuma prendiappunti che levitava alla sua sinistra. Aggiungere una pustola di Clabbert é stata una pessima idea - affermò e la piuma tracciò un segno netto a depennare l'ingrediente pronunciato - C'é solo da sperare che sia rimasto ancora qualcosa da sperimentare... Dopo aver lasciato il Brasile, Asher aveva dedicato ogni secondo libero alla lotta contro la maledizione che infettava Sandyon fin quasi dalla nascita, cercando di razionalizzare il poco tempo che avevano a disposizione tra il lavoro al San Mungo, il suo “hobby di Mercenario” e il suo esigente compagno. Aveva quindi messo in moto gli ingranaggi babbani per far effettuare all'amico tutte le analisi necessarie in piena sicurezza e anonimato, motivo per cui l'aveva spedito in una clinica privata all'avanguardia spagnola, strappato al compagno le specifiche alchemiche utili alla causa e spulciato ogni preparato esistente in grado di alterare lo stato emotivo di una persona alla ricerca degli ingredienti che meglio si sarebbero prestati ai suoi scopi. Peccato che fino a quel momento non aveva ottenuto alcun risultato apprezzabile a meno di non voler generare effetti collaterali a ben vedere peggiori della situazione attuale. Mai decisione fu più saggia di quella di ricavare dai sotterranei tre laboratori! Esclamò studiando le proprietà dei capelli di Porlok. Difficilmente Demetri gli avrebbe permesso di monopolizzare il suo regno per quasi due mesi e soprattutto avrebbe trasformato lui in un ingrediente da pozioni se solo si fosse permesso di scheggiargli il tavolo da lavoro. Il suo ad ora era per un quarto bruciacchiato, per un quarto semiliquefatto e per un quarto imbrattato di una sostanza oleosa che però non si decideva a scivolare a terra. Il restante quarto ospitava, protetta da un paio di incantesimi di sicurezza, l'ampolla con la base alchemica. Aveva fatto cadere alternativamente a distanza di 4 secondi l’una dall’altra le 4 lacrime di sirena e le 4 lacrime di fenice direttamente nell’ampolla contenente il Mercurio liquido. Hai finito di sfogare la tua inettitudine su quei poveri calderoni indifesi? Per stasera direi proprio di si. Allora puoi unirti a me di sopra a bere un bicchierino di Assenzio. Assenzio hai detto? Humm humm - confermò lanciando una occhiata significativa alla piuma prendiappunti. [ Manor Kovarnikov Brigthless – Sotterranei – Metà Novembre 2107 – ore 17.00] Una volta ricevuto nei tempi previsti tutto quello di cui necessitava, Asher aveva provveduto a inviarne una copia a mezzo gufo a Lindë per poi rinchiudersi nei sotterranei con una super selezionata lista di ingredienti e un ristretto numero di combinazioni da dover ancora sperimentare unitamente al sangue del Mercenario. La pozione base che aveva creato infatti non stava reagendo in maniera perfetta al sangue dell'uomo, determinando reazioni davvero bizzarre. Fino a quel momento quindi aveva dovuto scartare i vermicoli interi a favore di quelli liquefatti, sostituire il sangue di Salamandra con quello di Re’em e stufare le lumache cornute con dieci gocce di Assenzio. In più a causa di quegli errori aveva acquisito una voce nasale, delle striature violacee sui capelli e una pelle schifosamente squamosa sul dorso della mano sinistra. Dannato Salazar, ma perché Diavolo devi essere così complicato pivello?- Esclamò facendo un salto all'indietro giusto in tempo per evitare l'ennesimo sbuffo di vapore maleodorante. - Giammai che i pungiglioni di Billywing si possano accordare con la tua essenza. Scommetto che sono molto più adatti i capelli di Porlok. Seguendo quella intuizione ne fece cadere una alla volta fino a un numero di 4 nel calderone e finalmente la sua pazienza e i suoi sforzi diedero i loro frutti [Abilità Magica/17+10/d20=27]. La pozione gorgogliò, mutò colore in un celeste brillante e produsse quattro bolle a distanza di 4 secondi l'una dall'altra per poi fermarsi. Il MediMago si concesse un sorriso soddisfatto e un sospiro di sollievo, prima di andare lasciare i sotterranei e andare a spedire i due gufi più importanti degli ultimi venti anni. [FINE AUTOCONCLUSIVA]
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da Monique » 11/02/2014, 23:32
[Villa Vireau - Giovedì 11 Novembre - ore 21.20]
Benvenuta signorina Veronique! Padroncina e signorina Celine sono già in salotto! Sophie accompagna signorina Veronique dalla padroncina, se signorina Veronique è d'accordo!
A parte l'aver perso il conto di quante volte era stata chiamata "signorina Veronique" in meno di 10 secondi, la più piccola delle Vireau si ritrovò ad annuire alla proposta dell'elfa della sorella, storcendo il naso mentre questa non la vedeva all'idea che la Sauvage fosse già lì: ma non ce l'aveva una vita sua? Era stata Monique ad invitarle entrambe lì, il giorno dopo il suo compleanno, per festeggiare con la sorella e la migliore amica i suoi 30 anni: avrebbe dato una cena quel sabato, alla quale sarebbero stati presenti tutti quanti - lei, Sandyon, Celine, Alistair, Veronique, Ryan, Robyn, Margaret, Typhon, Aryanne, Tisifone e Noah, con buona pace del suo adorato compagno che probabilmente poi avrebbe voluto fare l'eremita per almeno una settimana abbondante - ma intanto, la sera dopo la data fatidica, aveva deciso d'invitare le due donne per capire se potevano trovare un punto d'incontro; aveva parlato separatamente sia con l'una che con l'altra, spiegando loro - su suggerimento di Sandyon - che provava lo stesso affetto per entrambe, e che c'erano cose che avrebbe fatto solo con l'una ed altre che avrebbe riservato solo all'altra... dunque, a modo loro, erano tutte e due speciali in qualcosa, per lei. Questo sembrava averle calmate un po', ed era proprio per quello che Monique aveva tentato di riunirle in quella serata speciale - anche perché era sicura che entrambe le avrebbero regalato qualcosa, e se proprio dovevano scannarsi... era meglio che fossero solo loro tre.
Ciao Monique! Celine...
Salutò Veronique una volta arrivata in salone e dopo essersi tolta il cappotto, posando lo sguardo sulla sorella con un sorriso leggero, anche affettuoso per quanto le risultasse strano provare quel tipo di sentimento per lei.
Si avvicinò alla sorella per abbracciarla, e fece poi un cenno verso Celine che doveva essere di saluto, ricambiato dalla Sauvage che stava comodamente seduta sul divano, accanto a Monique.
Sono contenta che tu sia venuta. Vieni, siediti accanto a me!
Esclamò la maggiore delle Vireau con un gran sorriso.
Prese Veronique per mano e la fece accomodare sul divano, proprio al suo fianco, così da ritrovarsi in mezzo alle due, tra la sorella e l'amica: sorrise ad entrambe, incoraggiante quasi, per poi passare alla prima un bicchiere colmo di champagne visto che la seconda l'aveva già in mano.
Stavamo aspettando giusto te per fare un brindisi!
Già, ancora un po' e lo champagne sarebbe diventato caldo...
Commentò Celine senza riuscire a trattenersi, ricevendo così un'occhiata omicida da parte di Monique che la costrinse ad abbassare il capo e schiarirsi leggermente la gola, muovendosi sul divano come fosse a disagio.
Stavo scherzando! Sono qui da soli dieci minuti...
La più grande tra le due sorelle annuì lentamente verso l'amica, guardandola con aria ammonitrice come a ricordarle di fare la brava, prima di alzare il proprio bicchiere verso l'alto per poter brindare con loro.
Ai miei trent'anni... e alla presenza, questa sera, di due persone importantissime per me.
Sorrise alle due donne, che per fortuna di Monique non commentarono nulla, limitandosi a far tintinnare i loro flûtes con quello della festeggiata così da ufficializzare quel brindisi, concedendosi poi un lungo sorso di ottimo champagne.
Beh, che ti ha regalato il tuo uomo?
In effetti sono curiosa anch'io... oppure è ancora una sorpresa anche per te?
No no, mi ha dato il regalo ieri sera... - rispose Monique, allungando la mano verso una cornice d'argento posata sul tavolino di vetro di fronte a loro, per mostrarne il contenuto alle due donne che la fissarono, un po' stranite - È l'attestato astronomico con valenza mondiale che afferma la rinomina della stella più brillante della costellazione del Lupo... le ha dato il nome di "Monique's Flame".
Niente gioielli?!
Celine e Veronique si fissarono per un lungo istante, stranite dal fatto che avevano posto la stessa domanda all'unisono, mentre Monique si concesse una lunga e gioiosa risata: e avevano anche il coraggio di non andare d'accordo! Scosse il capo, posando nuovamente la cornice sul tavolino con cura, con delicatezza, come se temesse che si potesse rompere da un momento all'altro.
Niente gioielli... e speravo in un po' meno di materialismo da voi due, lo ammetto!
Dai Moni, stavamo scherzando!
Per quanto mi costi ammetterlo, tua sorella ha ragione... era solo una battuta! E poi è chiaro che per noi abbia molto meno valore che per te... Flame era parte della tua vita, è ovvio che ti abbia colpito al cuore più di quanto possa fare con noi.
Veronique si ritrovò ad annuire, seppur a malincuore, in segno di appoggio verso il discorso di Celine: non che avesse la minima intenzione di diventare sua amica o di prenderla in simpatia... ma poteva almeno cercare di tollerarla un pochino, per affetto verso la sorella.
Va bene, va bene... e comunque l'ho apprezzato più che un gioiello!
Esclamò la maggiore delle Vireau, bevendo un sorso di champagne mentre Sophie faceva levitare di fronte a loro, poggiandolo sul tavolino di vetro, un vassoio di cioccolatini con cui accompagnare l'alcolico che stavano bevendo: mentre Monique si accingeva a prenderne uno per gustarlo con occhi chiusi ed espressione beata, Celine e Veronique si scambiarono un paio di gesti strani che la Vice Preside di Hogwarts non riuscì a cogliere. Quando però, riaprendo gli occhi, notò lo sguardo luminoso ed il sorriso sornione di entrambe, quasi ebbe paura, inarcando un sopracciglio con aria interrogativa.
... beh, che c'é?
Devi aprire i nostri regali!
Esatto, e devi cominciare col mio!!
Celine non fece in tempo ad aprire la bocca, che Veronique mise sulle gambe della sorella il suo regalo, un pacchetto piuttosto grande ed avvolto da carta argentata, con un fiocco di seta rossa sopra.
Uhmpf, e va bene, apri prima il suo...
Mormorò la Ignis incrociando le braccia all'altezza del petto, mentre Monique scuoteva il capo con un sorriso affettuoso verso l'altra Vireau della coppia e scartava lentamente il pacchetto, facendo attenzione a non strappare la carta tanto per alimentare la propria curiosità, quella della Sauvage e l'ansia di Veronique nel sapere se il suo dono sarebbe piaciuto o meno. Finalmente, la francese si trovò sulle gambe una scatola di velluto blu, piuttosto larga e bassa, ed una volta aperta, il suo contenuto la lasciò senza fiato per qualche istante.
Oh... Vero, è bellissimo! Non avresti dovuto spendere tanto per me, guarda che roba!!
... in effetti è una parure carina.
Concesse Celine, occhieggiando la collana, gli orecchini ed il bracciale con sguardo critico: in realtà trovava quel set assolutamente divino, ma non poteva certo commentare in modo troppo positivo quel regalo, proveniva da Veronique! Monique, intanto, abbracciò la sorella con affetto sincero ed anche un po' di commozione, visibile negli occhi leggermente lucidi: non avrebbe mai pensato, un anno prima, di poter festeggiare i suoi 30 anni con la sorella, di poter instaurare con lei un rapporto del genere... e invece era stato possibile. Rose, grazie ai suoi ricordi, aveva fatto il miracolo.
D'accordo, va bene, bellissimo regalo... ma ora tocca a me! - esclamò la Sauvage, sventolando praticamente sotto il naso della sua migliore amica una busta bianca - Avanti, aprilo!!
E sarebbe quello il tuo regalo?
Prima di commentare, aspetta di vedere cosa c'è dentro!
Replicò Celine, facendo una bella linguaccia a Veronique che rimase sbigottita per qualche secondo da un tale modo di fare - ma come si permetteva, come osava prendersi tanta confidenza con lei? - mentre Monique apriva la busta e ne tirava fuori uno strano biglietto.
Ehm... non credo di aver capito cosa sia, esattamente...
È il biglietto per il Walt Disney World Resort!!
Urlò quasi la Diplomatica, battendo le mani con un sorriso a 10mila denti che le illuminò anche gli occhi.
Il cosa?!
Il Walt Disney World Resort! Si tratta di un complesso costituito da quattro grandi parchi tematici: Magic Kingdom Park, Epcot Center, Disney's Hollywood Studios, ed il Disney's Animal Kingdom; a questo devi aggiungere due parchi acquatici, sei campi da golf, una ventina di hotel, e diverse aree commerciali e di divertimento a Orlando, sparsi fra le Contee di Orange ed Osceola... è il più grande parco divertimenti babbano che esista al mondo! - raccontò Celine, parlando velocemente, quasi mangiandosi le parole dall'euforia - Ti ho prenotato una stanza doppia nell'hotel migliore di tutto il Resort per un'intera settimana, ovviamente in primavera così farà bel tempo! È già tutto pagato: la stanza, i pasti che consumerai sia nell'hotel che fuori, gli spostamenti da una zona all'altra, e ho fatto persino in modo che tu non debba fare la fila per salire sulle attrazioni, basterà mostrare questo biglietto agli addetti alla sicurezza e loro ti faranno passare in un secondo!
Era soddisfatta di se stessa, lo si vedeva dallo sguardo, da quell'aria di gongolamento (?) puro che stava mostrando alla migliore amica ed alla sorella.
Ah, la prenotazione è per due persone... metti caso che Sandyon venga momentaneamente posseduto da uno spirito divertente e accomodante, e decida di accompagnarti! - esclamò subito dopo con un gran ghigno divertito, battuta che, suo malgrado, fece sorridere anche Veronique - In caso contrario, posso sempre fare uno sforzo e accompagnarti io!
O magari, visto che sei stata così gentile da farle questo regalo, potresti anche farti da parte e lasciare che un'esperienza del genere Monique la faccia con sua sorella...
Tu? In un parco divertimento babbano? Ma per favore, non resisteresti nemmeno cinque secondi!
Un regalo davvero particolare Celine, ma ti ringrazio, sembra davvero divertentissimo! Vedrai che riuscirò a convincere Sandyon a ven--
Lo sapevo, non potevi proprio resistere dal fare qualche stupida battuta, mh? È da quando ho messo piede in questa casa che non fai altro che provocarmi con lo sguardo!!
Provocarti? Io?! Ma chi ti calcola, tu per me non esisti proprio carina!
Ma sentitela questa smorfiosa che fa regali come se la festeggiata avesse cinque anni! Cos'è, speravi che Monique portasse te al parco babbano così da poter sfogare le tue manie da bambina repressa?
Ha parlato la donna d'alta classe... quanta personalità c'è voluta per regalarle quei due o tre diamanti? Zero! Io almeno ci ho messo un po' del mio e di originalità, ma tu non sai nemmeno di che parlo... basta vedere come ti vesti!
Vuoi davvero parlare di come mi vesto, razza di stracciona?
Stracciona a me?! Ma brutta...
... tanti auguri a me...
[FINE AUTO-CONCLUSIVA]
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da Lyra » 14/04/2014, 20:11
[Londra Magica - Villa di Lyra Bennet, zona Westminster - 10 Marzo 2108, ore 10:30]
2 Marzo 2108 Villa di Lyra Bennet, Londra Gentile signorina Jiménez, come promesso sono riuscita finalmente a ritagliare un po' di tempo libero per dedicarmi al nostro incontro privato. E' invitata a presentarsi nella mia villetta in zona Westminster, Sabato 10 Marzo per le dieci e trenta. Le consiglio di conservare questo biglietto con cura o gli incantesimi che proteggono la casa da visitatori non desiderati le impediranno di farla passare. Qualora per quel giorno avesse già degli impegni la prego di avvisarmi per tempo così da decidere un'altra data. Altrimenti non ci sarà bisogno che mi risponda. La saluto con affetto, Lyra
L'allocco grigio che aveva lasciato casa sua per portare quell'invito ad Ariel Jiménez, aveva fatto ritorno con i lunghi artigli vuoti. Erano passati sei giorni -intensi per la solista a causa del lavoro- ma infine quel sabato si era liberata di ogni impegno, per poter accogliere al meglio quella giovane promessa. La colombiana, durante la sfida in America, era stata quella che più di tutte l'aveva emozionata con la sua voce ed il suo talento. Nonostante alcune pecche, la ragazza era riuscita a trasmetterle molto con il brano scelto -a quanto pare una canzone scritta dalla sua stessa Coordinatrice- ed aveva tenuto testa alla sua avversaria con grande energia, cosa che l'aveva fatta risaltare ancora di più agli occhi e al giudizio della Bennet. Era rimasta davvero delusa nel vedere che gli altri giurati -eccetto forse il collega Flynn- fossero più propensi a premiare la qualità tecnica, piuttosto che la capacità di trasmettere emozioni. Tuttavia, dopo aver liquidato con un incapaci i giudici contrari ad Ariel, la giovane donna si era messa l'anima in pace ed era andata avanti, non pensando minimamente che quella stessa ragazza potesse chiederle un consiglio per intraprendere la carriera da solista. Invece, quando questo avvenne, ne fu sorpresa e allo stesso tempo deliziata, poichè il fatto stesso che una ragazza giovane come la Jiménez chiedesse consiglio a lei poteva significare solo una cosa: che ai suoi occhi lei rappresentava ormai un big nel panorama del mondo musicale. Lyra si sentiva lusingata e allo stesso tempo ansiosa di quell'etichetta che -chissà quando- era ormai entrata a far parte della sua persona. Per anni era stata lei a rivolgere la propria ammirazione verso coloro che erano riusciti a farcela -in primis uno dei suoi ex-, Etienne- ma adesso toccava a lei ricoprire quel ruolo. E avrebbe fatto di tutto affinchè l'ex-Grifondoro non avesse mai a pentirsene.
Miss Bennet, la signorina Jiménez è arrivata.
Molto bene, Lydia. Falla pure accomodare in giardino.
Rispose alla sua governante che si voltò con un sorriso benevolo, andando ad accogliere l'ospite appena arrivata. La cantante, nel frattempo si sistemò vicino al piccolo spiazzo che aveva fatto preparare in vista di quell'incontro, una sorta di angolo ristoro situata nella parte più nascosta del giardino, dove la giovane donna poteva consumare i propri pasti durante le giornate più calde e soleggiate. Lydia, la sua governante maganò, le aveva preparato un tavolo quadrangolare coperto da una tovaglia ricamata di finissimo lino bianco, un set da thè di porcellana, con delicate decorazioni floreali, e una serie di vassoi a più piani stracolmi di squisiti pasticcini di tutti i tipi, preparati dalle mani amorevoli della sua adorata governante.
Ariel, benvenuta! Spero non sia stato difficile trovare l'indirizzo...
Accolse la ragazza abbracciandola affettuosamente e invitandola, in seguito, a prendere posto ad una delle due sedie preparate apposta per loro due. Non appena quindi la colombiana si fosse seduta, la giovane donna avrebbe fatto altrettanto, prendendo la teiera fumante e portandola verso la tazza dell'ospite.
Un po' di thè cara? O se preferisci posso far portare altro da Lydia! Dimmi pure se c'è qualcosa in particolare che desideri e non farti problemi, d'accordo?
Chiese in tono immediatamente più colloquiale e sorridendole con estrema dolcezza, anche per mettere a proprio agio la ragazza qualora si fosse dimostrata ansiosa per quell'incontro che avrebbe potuto influenzare per sempre il suo futuro.
Non appena la ragazza ebbe espresso i suoi gusti per quel piccolo brunch e lei ebbe provveduto a soddisfarli, Lyra si versò il thè caldo nella propria tazza, aggiungendovi un goccio di latte e due zollette di zucchero, prima di rivolgere la propria attenzione nuovamente alla colombiana, sorridendole in maniera da incoraggiarla.
Dunque, Ariel... Di cosa volevi parlarmi?
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da Ariel » 14/04/2014, 22:38
[tahoma] [Esterno Villa di Lyra Bennet - 10 Marzo 2108 - ore 10.20] Non aveva più sperato che una persona così famosa ed impegnata come Lyra Bennet potesse trovare del tempo da dedicare a lei: in realtà, all'inizio, non ci aveva nemmeno pensato, dovendosi concentrare sui M.A.G.O. e dunque sul diploma; in seguito aveva passato un sacco di tempo a sistemare la sua piccola mansarda, facendola diventare un luogo accogliente, e si era preoccupata di seguire qualche master in musica in attesa di capire come far iniziare la sua carriera da cantante. Aveva ricevuto anche un invito per partecipare ad un provino che l'avrebbe potuta far diventare la nuova cantante dei Saber Dynamos, ma aveva scartato l'idea: non era ciò che voleva, sarebbe stata una presa in giro, e per loro una perdita di tempo, presentarsi e magari farsi anche scritturare quando non era quella la sua strada - più che altro lei non voleva che fosse quella. Voleva cantare, ovviamente, ma voleva farlo da solista, e quindi entrare nei Saber Dynamos non avrebbe fatto proprio per lei: stava iniziando a perdere le speranze, effettivamente, quando una lettera da parte di Lyra le aveva fatto tornare il sorriso sulle labbra; finalmente avrebbe potuto incontrarla e, magari, chiederle qualche consiglio utile per potersi indirizzare sulla strada giusta. Galvanizzata dalla disponibilità della cantante, Ariel aveva atteso con ansia che i giorni passassero, e che finalmente quel sabato arrivasse: quella mattina si era svegliata praticamente all'alba e aveva impiegato moltissimo tempo per prepararsi, cercando scegliere un completo adatto ad un'occasione - per lei - così importante. Alla fine, aveva optato per una maglietta di colore nero, dei pantaloni di cotone bianchi e delle ballerine nere anch'esse: capelli sciolti, qualche collana come gioiello ornamentale e la sua espressione più dolce, timida ed insicura ad accompagnare i passi che l'avevano condotta fino all'esterno della villa della donna, presentandosi così all'appuntamento in perfetto orario. Come suggerito dalla cantante, la colombiana mostrò il biglietto all'ingresso, e così poté entrare nella villa ed essere annunciata alla padrona di casa: lì, una donna di nome Lydia l'accompagnò in giardino, dov'era stato allestito un tavolo con pasticcini e tè che avrebbero addolcito la conversazione tra le due. Non appena Ariel vide la donna, un sorriso le si dipinse sul volto, facendole illuminare di gioia palese gli occhi verde intenso. Ariel, benvenuta! Spero non sia stato difficile trovare l'indirizzo…Miss Lyra… - la salutò la Jiménez, rispondendo a quell'abbraccio inaspettato con un tocco delicato e timido, prendendo a seguito posto di fronte al tavolo - No, non è stato affatto difficile… anch'io vivo qui a Londra, ho una piccola mansarda vicino a Trafalgar Square.Le rispose con un sorriso: un'abitazione minuscola, specie a confronto di quella della cantante, ma visto che ci doveva stare da sola e che non aveva grandi pretese, andava benissimo; e poi la zona era molto bella, quindi almeno per quello non si poteva lamentare. Un po' di thè cara? O se preferisci posso far portare altro da Lydia! Dimmi pure se c'è qualcosa in particolare che desideri e non farti problemi, d'accordo?La ringrazio molto, Miss Lyra… comunque il tè va benissimo!Rispose sincera Ariel, lasciandosi così versare la bevanda calda e fumante nella tazza, a cui aggiunse solo un poco di limone: le tremavano persino un po' le mani, ma non voleva che la donna la considerasse stupida o troppo ingenua per aver pensato di poter entrare in quel mondo… aveva una bella voce, almeno così le avevano sempre detto, ma le serviva un aiuto per capire da che parte cominciare, e Lyra le sembrava la persona più adatta a cui chiedere consiglio. Dunque, Ariel... Di cosa volevi parlarmi?Beh, ecco… innanzitutto volevo ringraziarla anticipatamente per il tempo che ha deciso di concedermi: immagino che sia molto impegnata, perciò volevo dirle che lo apprezzo davvero molto. - gentile, educata e soprattutto onesta a quelle parole, anche se poi si fece leggermente più ansiosa e tesa - Io vorrei… vorrei entrare nel panorama musicale, e mi piacerebbe diventare una cantante: finora ho fatto parte del Coro di Hogwarts, come lei sa, ma adesso mi sono diplomata, e… vorrei che questa diventasse la mia professione a tutti gli effetti. Solo che non so da che parte cominciare! Quindi, mi chiedevo… potrebbe darmi qualche buon consiglio? Dopotutto anche lei era una ragazza qualsiasi, che faceva parte del Coro, e guardi dov'è arrivata ora…E le fece un piccolo sorriso ammirato, le mani posate in grembo con le dita che si torcevano tra loro per la tensione.[/tahoma]
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da Lyra » 16/04/2014, 18:55
Miss Lyra…No, non è stato affatto difficile… anch'io vivo qui a Londra, ho una piccola mansarda vicino a Trafalgar Square.
Sciolto l'abbraccio con il quale aveva accolto la ragazza, Lyra si permise di studiarla con un'occhiata attenta e fugace, sorridendo nel vederla tanto cresciuta e più donna rispetto all'anno prima. I capelli si erano schiariti e allungati, il corpo era diventato formoso e molto attraente, più di quanto già non fosse all'epoca della sfida. Ma erano gli occhi di Ariel il suo tratto distintivo, quello sguardo verde intenso che in natura era davvero difficile trovare e che la bella colombiana possedeva in abbondanza. Si, la Jiménez era diventata davvero una bella ragazza e -per quanto odiasse ammetterlo- questo l'avrebbe aiutata molto se un giorno avesse voluto sfondare nel mondo della musica. Purtroppo l'apparenza scenica era uno dei requisiti che spesso il mondo dello spettacolo esigeva da tutti coloro che volevano approcciarsi ad esso. C'era da dire che non sempre era così -in effetti bastava possedere una voce eccezionale per far passare in secondo piano i difetti fisici- ma in quel caso l'ex-Grifondoro era talmente fortunata da abbondare sia di uno che dell'altro e quindi non aveva nulla da temere, se non di incontrare il favore del pubblico con le sue canzoni.
La ringrazio molto, Miss Lyra… comunque il tè va benissimo!
Dopo aver preso posto al tavolo apparecchiato per loro da Lydia, la giovane donna offrì alla sua ospite una tazza di thè, versandola in maniera delicata nella tazza di squisita porcellana che aveva scelto apposta per quell'incontro. Una volta zuccherata la propria e scelto un morbido bignè ripieno di crema al limone, la minore delle Bennet infine si decise a parlare, chiedendo maggiori informazioni sul colloquio privato che Ariel le aveva richiesto qualche mese prima.
Beh, ecco… innanzitutto volevo ringraziarla anticipatamente per il tempo che ha deciso di concedermi: immagino che sia molto impegnata, perciò volevo dirle che lo apprezzo davvero molto.
Non ringraziarmi, anzi sono io che ti devo le mie scuse: avrei voluto liberarmi prima dai miei impegni, ma non mi è stato possibile e so quanto deve essere stato difficile per te aspettare per tutto questo tempo. Spero di riuscire a rimediare dandoti dei buoni consigli che possano aiutarti con la tua futura carriera...
Io vorrei… vorrei entrare nel panorama musicale, e mi piacerebbe diventare una cantante: finora ho fatto parte del Coro di Hogwarts, come lei sa, ma adesso mi sono diplomata, e… vorrei che questa diventasse la mia professione a tutti gli effetti.
Si, ho presente quali sono le sue intenzioni.
Rispose con un sorriso, anche perchè mesi prima -il giorno dopo la sfida per essere precisi- la sua Vice-coordinatrice Monique Vireau aveva parlato della sua ex-alunna in toni lusinghieri, spiegandole quali fossero i suoi progetti una volta uscita da Hogwarts e rassicurandola sul talento che la colombiana dimostrava di possedere. Non che avesse avuto bisogno di quella conversazione per rendersene conto: essa era solo un motivo in più per convincerla che Ariel sarebbe diventata una grande solista, un giorno.
Solo che non so da che parte cominciare! Quindi, mi chiedevo… potrebbe darmi qualche buon consiglio? Dopotutto anche lei era una ragazza qualsiasi, che faceva parte del Coro, e guardi dov'è arrivata ora…
Oh si e mi sento in dovere di avvisarti: non è stato semplice e a volte, raggiungere il successo, significherà fare dei sacrifici...anche in amore.
Non sapeva se la ragazza fosse fidanzata o meno, ma era bene prepararla che gli impegni, la lontanzana, le energie e le ore che avrebbe dedicato alla sua carriera potevano uccidere le relazioni più stabili e durature. Lei stessa, alla veneranda età di ventotto anni, non aveva ancora trovato un compagno stabile con il quale passare il resto della sua vita e sapeva che la sua condizione dipendeva molto dal tipo di lavoro che svolgeva. Non era facile trovare un uomo disposto a sopportare i lunghi periodi di distacco alla quale la cantante era costretta, ma non era neanche detto che dovesse capitare la stessa sorte alla colombiana. Tutto era possibile, anche che la ragazza trovasse un ragazzo -o più in là un uomo- disposto ad amarla ad ogni costo.
Detto questo, il primo consiglio che posso darti è quello di procurarti un manager. Se possibile, meglio uno che abbia una certa esperienza con il lavoro che fa e sopratutto con il quale tu riesca ad entrare in sintonia quasi subito. Sul lavoro meno attriti ci sono, meglio è. Hai già in mente qualcuno oppure sei totalmente sprovvista di idee?
Si informò cortesemente la cantante, spuntando eventualmente i nomi di coloro che avrebbero fatto al caso della Jiménez, qualora non avesse avuto a chi rivolgersi. Il nome di Yamato Kusanagi, il manager della band di Desmond Flynn, fu il primo che le venne in mente e in fondo la cantante era sicura che non ci avrebbe messo molto a convincerlo ad investire il proprio tempo e le proprie risorse per quella giovane piena di talento.
Il secondo passo è incidere un demo. Una canzone che ti rappresenti, nella quale dai il meglio di te e che possa convincere una casa discografica a farti un contratto. Hai mai scritto qualcosa di tuo? Qualcosa che pensi possa fare al caso nostro?
Nostro, non suo. Perchè pian piano Lyra stava prendendo a cuore le sorti di Ariel, facendo del suo futuro una questione prettamente personale.
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da Ariel » 16/04/2014, 20:58
[tahoma]Le sembrava quasi un sogno essere lì, con Lyra, la cantante che per lei costituiva l'esempio perfetto di ciò che voleva diventare: una cantante, una cantante solista in grado d'incantare tutti con la propria voce, di far vivere alle persone le stesse emozioni che lei sentiva dentro di sé quando si lasciava andare e si concentrava solo sulla musica, dimenticando tutto il resto; ed invece era lì con lei, a bere una tazza di tè e a mangiare pasticcini - anche se al momento Ariel non riusciva a fare né l'una né l'altra cosa, troppo timida ed imbarazzata, al punto da avere lo stomaco chiuso.
Non ringraziarmi, anzi sono io che ti devo le mie scuse: avrei voluto liberarmi prima dai miei impegni, ma non mi è stato possibile e so quanto deve essere stato difficile per te aspettare per tutto questo tempo. Spero di riuscire a rimediare dandoti dei buoni consigli che possano aiutarti con la tua futura carriera…
Oh, no, ci mancherebbe! - insistette l'ex Grifondoro, scuotendo il capo mentre i capelli chiari e lisci si accompagnavano a quel movimento - Posso solo immaginare quanto abbia da fare una persona come lei, io ho aspettato volentieri! E poi, qualsiasi cosa mi dirà sono certa che potrà essermi d'aiuto per il futuro…
Anche perché non sapeva minimamente da che parte cominciare, quindi all'effettiva ogni consiglio sarebbe stato da lei prezioso, visto che partiva da zero. Bevve un sorso di té, più per non sembrare scortese che per reale voglia della bevanda vista quanta tensione avesse in corpo, e rivelò subito alla cantante che la sua professione era proprio il percorso che lei avrebbe voluto per la propria, di vita: il problema non era tanto la sua voce, quanto più che altro che non aveva la minima idea di come intraprendere quel viaggio!
Oh si e mi sento in dovere di avvisarti: non è stato semplice e a volte, raggiungere il successo, significherà fare dei sacrifici...anche in amore.
L'amore… beh, al momento non è che dovesse preoccuparsene molto, visto che la sua relazione con Vergil sì, procedeva bene, ma lui ancora non era innamorato di lei… quindi, probabilmente, non sarebbe stato troppo complesso metterla un poco in secondo piano, specie all'inizio, per inseguire il suo sogno.
Mi rendo conto che dovrò fare anche l'impossibile, soprattutto i primi tempi, per emergere e cominciare a farmi conoscere, e che avrò poco tempo libero… ma è ciò che voglio, e sono disposta a tutto per questo!
Esclamò di rimando Ariel, gli occhi che brillavano di determinazione e voglia di farcela.
Detto questo, il primo consiglio che posso darti è quello di procurarti un manager. Se possibile, meglio uno che abbia una certa esperienza con il lavoro che fa e sopratutto con il quale tu riesca ad entrare in sintonia quasi subito. Sul lavoro meno attriti ci sono, meglio è. Hai già in mente qualcuno oppure sei totalmente sprovvista di idee?
Un… manager? - ripeté la colombiana, mordicchiandosi il labbro inferiore con aria incerta - Beh, ci sarebbe una persona in effetti… - ammise alla fine - Due miei ex compagni di scuola hanno aperto una casa discografica da poco, ed uno di loro potrebbe farmi da manager, o almeno l'intenzione era quella! … può andare bene, anche se non ha molta esperienza?
Le domandò con aria dubbiosa, non perché dubitasse nelle capacità di Calvin Owens, quanto più perché non sapeva se l'esperienza, per lei, fosse un fattore talmente cruciale da doverla spingere a scegliere qualcun altro.
Il secondo passo è incidere un demo. Una canzone che ti rappresenti, nella quale dai il meglio di te e che possa convincere una casa discografica a farti un contratto. Hai mai scritto qualcosa di tuo? Qualcosa che pensi possa fare al caso nostro?
Caso nostro… quindi voleva aiutarla in modo serio e concreto? Davvero? Quel pensiero la fece sorridere leggermente di gioia, mentre annuiva lentamente così da rispondere alla sua domanda.
Ho scritto diverse cose, in effetti, anche se non le ho mai incise da nessuna parte… ho solo scritto i testi e la musica, ed in effetti ho… ho portato il raccoglitore con me… - confessò, arrossendo all'idea che Lyra potesse considerarla una sfacciata - … vuole darci un'occhiata? - domandò, quasi in un bisbiglio talmente era imbarazzata.[/tahoma]
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Ariel
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da Lyra » 21/04/2014, 16:15
Dopo aver dato fondo a tutti i convenevoli del caso -saluti cortesi, abbracci e un invito a bere una tazza di thè insieme- Lyra entrò subito nel vivo della conversazione, esortando la sua ospite a parlare chiaro riguardo le sue intenzioni sulla propria carriera da cantante solista. Molte delle idee che la giovane Bennet si era fatta su di lei, provenivano da un colloquio privato avuto l'anno prima con Monique Vireau, che aveva esaltato le qualità della sua ex-allieva, rivelandole il desiderio di fare della musica il proprio lavoro. Cosa che la stessa Ariel confermò in quel momento, ribadendo che non si sarebbe lasciata depistare da nessun ostacolo -relazioni sentimentali comprese.
Mi rendo conto che dovrò fare anche l'impossibile, soprattutto i primi tempi, per emergere e cominciare a farmi conoscere, e che avrò poco tempo libero… ma è ciò che voglio, e sono disposta a tutto per questo!
E lo stai affrontando con lo spirito giusto!
Rispose con un sorriso, rivedendo nello sguardo acceso della colombiana la stesa determinazione che aveva dimostrato lei quando aveva intrapreso quel percorso. Veniva facile, alla cantate, rivedersi nella più giovane Jiménez: entrambe avevano un sogno ed entrambe volevano portarlo avanti da sole, senza il supporto di un gruppo -come nel caso di Desmond- o di altri collaboratori. La conversazione avuta con il piccolo Delfino a Dicembre le fece ritornare in mente la domanda che il portoghese le aveva posto riguardo la sua scelta di diventare famosa come cantante solista e non insieme ad un gruppo. Che la Jiménez condividesse anche la sua stessa linea di pensiero? Domande per il momento che potevano essere messe da parte, decise Lyra: era molto meglio concentrarsi invece nel dare ad Ariel i giusti consigli per perseguire la sua carriera senza gli intoppi dati dall'inesperienza. E la prima cosa che la ragazza avrebbe dovuto procurarsi -almeno secondo il parere della giovane donna- era un manager che sopperisse alle sue lacune proprio in quel campo e che la guidasse nel vasto mondo della musica.
Un… manager? Beh, ci sarebbe una persona in effetti…
Lyra le fece cenno col capo di proseguire, mostrandosi interessata alle parole della ragazza.
Due miei ex compagni di scuola hanno aperto una casa discografica da poco, ed uno di loro potrebbe farmi da manager, o almeno l'intenzione era quella! … può andare bene, anche se non ha molta esperienza?
La famosa solista storse il naso, pensierosa e preoccupata della risposta di Ariel. Non che avesse qualcosa contro i due amici della ragazza, ma era pur vero che se la colombiana non avesse avuto una guida salda a cui affidarsi, difficilmente sarebbe riuscita ad arrivare dove avrebbe voluto. Alfred glielo aveva sempre detto che l'esperienza era spesso l'unica cosa che ti permetteva di eccellere in mezzo agli altri e che per queso ci volevano anni e anni di pratica in quel mondo. Tuttavia la giovane Bennet non voleva neanche scoraggiare così il sogno della Jiménez -nè quello dei suoi amici- per questo, dopo aver bevuto un sorso di thè, si riprese subito, sorridendole con aria benevola e rassicurante.
Andrebbe bene se fosse seguito da una persona che può insegnargli il mestiere e dargli qualche dritta utile. ...Facciamo così: chiederò al mio manager di istruire i tuoi amici e di...aiutarli in caso di bisogno. In fondo è giusto che anche i giovani abbiano le stesse possibilità dei veterani no?
Chiese retorica, sorridendo allegra al pensiero che il suo Alfred fosse considerato un veterano. Non che questo non facesse piacere all'uomo, ma allo stesso tempo lo faceva sentire vecchio e l'avvicinarsi dei suoi sessant'anni non contribuiva a migliorare la sua situazione. Una volta rassicurata la colombiana che avrebbe potuto accettare l'aiuto dei due ex-compagni di scuola, l'altro consiglio che la cantante le diede era quella di preparare un demo da poter inviare a svariate case discografiche. Naturalmente, per fare questo, la Jiménez avrebbe anche dovuto scrivere e arrangiare i propri testi -cosa che le fece presente poco dopo.
Ho scritto diverse cose, in effetti, anche se non le ho mai incise da nessuna parte… ho solo scritto i testi e la musica, ed in effetti ho… ho portato il raccoglitore con me… vuole darci un'occhiata?
Non farti pregare, Ariel! Non hai da temere nulla, dimostri di essere una ragazza attenta e che ci tiene molto al proprio sogno...- le disse, notando come la ragazza, nonostante il tono affabile nella voce, non riuscisse a sciogliere la tensione che le aveva impedito al momento di assaggiare i meravigliosi pasticcini di Lidya -Posso?- e non appena Ariel le avesse passato il raccoglitore, la giovane donna si mise a sfogliarlo con vivo interesse.
"Get it Right"... "Taking Chances"... "It's All Coming Back"... "Without You"... "Gotta Be Somebody"...
Iniziò ad elencare a bassa voce, pronunciando i titoli delle canzoni che -in base alle note scritte sui magispartiti e alle parole del testo- le sembravano le più belle e le più emozionanti scritte dalla colombiana. Dopo averle chiesto il permesso di ascoltare la base di alcune di esse, la giovane donna prese la propria bacchetta, colpendole un foglio alla volta e facendo sprigionare una musica orecchiabile ma della quale -si poteva sentire- sarebbe stata la voce a renderla un pezzo unico.
Suoni qualche strumento?
Domandò incuriosita, sentendo in molti brani l'esecuzione di un pianoforte, in altri di una chitarra acustica e chiedendosi se la Jiménez avesse suonato l'uno o l'altro strumento o ancora, nessuno.
Do you ever feel Like a plastic bag Drifting through the wind Wanting to start again Do you ever feel Feel so paper-thin Like a house of cards One blow from caving in...
Lesse dentro di sè quelle parole, meravigliandosi della carica e della grinta che sprigionavano e chiedendosi se Ariel le avesse scritte in un momento di ripresa dopo un lungo periodo per lei difficile da affrontare. Era convinta, infatti, che la ragazza avesse provato ogni singola frase scritta su quei pezzi di carta e la sua curiosità, mista al desiderio di scoprire i pregi e le pecche dell'aspirante solista, la spinsero infine a chiederle un favore che avrebbe messo la colombiana in serie difficoltà.
Ariel cara, potresti eseguire questo brano per me, adesso?
Chiese, indicandole con l'indice la canzone intitolata "Firework". Il tono di voce era dolce e gentile, ma il modo con il quale la giovane donna aveva pronunciato quella richiesta faceva presuppore che essa difficilmente avrebbe accettato un rifiuto. Anche perchè, sentire dal vivo che cosa la ex-Grifondoro era in grado di fare, avrebbe potuto aiutare entrambe ad orientarsi su quale brano fosse meglio incidere per far conoscere Ariel o su cosa avrebbe dovuto esercitarsi per migliorare ancora.
Non temere: Lidya è all'interno della casa e non può sentirci e anche se ci troviamo in giardino, l'intera villa è insonorizzata. Protezioni su protezioni contro i babbani o possibili intrusi.
Specificò, per far comprendere alla ragazza il motivo di tanta sicurezza.
Allora, te la senti?
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Lyra
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