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Zurigo

Messaggioda Quetzal » 23/12/2013, 23:07

Sentita la spiegazione sui formaggi, Quetzal si mise a riflettere su quante importanti nozioni e preziosità della natura si era perso negli anni.
Aveva sempre mangiato i cibi allo stato puro, difficilmente cucinava qualcosa che non fosse carne o pesce mentre per il resto tutto al naturale, senza i periodi di invecchiamento, le stagionature e via dicendo.
Indigo invece pareva ferrata su molte di quelle tecniche di cucina e per fortuna nessuna di esse coinvolgeva particolari incantesimi o magie volte a modificare sapori e odori, per quanto di sicuro quella fu una grossa sorpresa, considerando quanto era buona la pietanza servita in tavola.
"Pesto", così lo aveva chiamato: una miscela di erbe e latticini, oltre ad alcune spezie.
Interessante, buono, così tanto che il ragazzo ne avrebbe voluto ancora, sperando che la pentola ne contenesse in abbondanza.
Purtroppo non era così, ma la consorella decise di essere così generosa da lasciargli la propria porzione, sorridente e felice di averlo soddisfatto.

Tieni...
Si vede proprio che nessuno si è mai occupato molto di te...
Ma per tua fortuna, adesso ci sono io.


Stava per mettere in bocca l'ultima forchettata di pasta ma scelse di bloccarsi, rivolgendole un'occhiata più intensa e precisa.
Non era stupido, aveva capito di cosa stava parlando lei e non c'erano dubbi sul fatto che anche a lui Indigo interessasse come ragazza.
Un interesse ancora piuttosto blando, naturalmente, questo alimentato dal fatto che si conoscevano da poco, ma Quetzal non poteva ignorare che era riuscito a spostarsi da casa sua per andare in un altro luogo facendosi convincere da lei, che aveva condiviso il suo tempo senza cacciarla, che aveva desiderato anche solo per un istante che non se ne andasse quando le aveva detto che se ne stava tornando alla ziggurat di seguito al bagno e che non la tratteneva forzatamente lì con lui. Tutti dettagli che nella mente del ragazzo venivano registrati onestamente, senza alcun filtro.
Si conosceva decisamente bene per conoscere i suoi limiti e il suo modus operandi solito e per Indigo quello schema era saltato praticamente del tutto, costringendolo a porsi di fronte all'idea di non aver trovato solo una collega, ma anche una compagna.

Fragola, banana o kiwi?

Mh?
Ah... Banana.


Chiudi gli occhi, ho un'altra sorpresa per te!

Risvegliato da quel momento di riflessione interna, il Druido in realtà diede la prima risposta che gli venne in mente, tanto gli piacevano tutte e tre le opzioni. Nemmeno si era accorto che la Giovane aveva sparecchiato togliendo di torno le posate sporche e si era diretta verso il frigorifero magico prendendo quelle coppe tanto ripiene da risultare quasi un capolavoro di alta pasticceria. Anche quelle le aveva fatte lei?
Domanda più del narratore che del personaggio in sé, difatti per quel che ne sapeva Quetzal evidentemente Indigo gli stava offrendo della frutta allo stato puro, proprio come tutti i cibi che normalmente mangiava, ma stava cadendo nell'ennesimo errore di valutazione.
In tal caso però, l'olfatto lo aiutò moltissimo, difatti distinse all'istante lo zucchero e il latte, comprendendo che non solo di semplici rotelle di banana si stava parlando, bensì forse qualche altra nuova sorpresa culinaria.

Adesso, con gli occhi sempre chiusi, apri la bocca!

Assecondò il volere della consorella, lasciando che ella riversasse sulla sua lingua del soffice gelato alla panna aromatizzato alla vaniglia accompagnato da spicchi di pesca e rotelle di banana glassati con zucchero e limone.
Quell'idillio di dolcezza e piacevole sapore si sciolsero sul palato del Druido, rendendolo completamente incredulo, completamente avvolto da quelle splendide sensazioni mai provate prima, mai assaporate, sempre rinchiuso nella sua dimora, sempre estraniato da tutto e da tutti.
Nell'arco di poche ore Indigo gli stava facendo scoprire dei lati della vita mai presi in considerazione, dei piccoli tesori nati dalla fusione di Gaia e l'esperienza dell'uomo, un mix di complesso e semplice che non poteva non piacergli, che non poteva non fargli riaprire gli occhi lentamente con aria confusa, perplessa, carica di domande e iniziale stupore assecondato dalle pupille dilatate e scintillanti.
La vide sorridere con una raffinata dolcezza, quell'espressione da bambina contenta e giocosa, bella come il sole e dannata come il peccato.

... posso imboccarti?

Chi dei due dovrebbe essere la bimba, mh?
Lascia fare a me, tu pensa a spiegarmi che cos'è...


Fu la prima volta che decise di prendere una iniziativa più intima, maggiormente di intesa tra lui e la consorella, scegliendo un tono morbido.
Afferrando la coppa con mancina e il cucchiaino con la destra, si mise ad imboccare Indigo lentamente, guardandola negli occhi e aspettando che cominciasse ad illustrare quale strana meraviglia gli aveva fatto provare poc'anzi, senza contare che qualche volta si permetteva di imboccarsi da solo con un poco di quel nettare divino e sconosciuto.
Una volta sola in passato aveva imboccato un altro essere umano, un bambino piccolo per la precisione.
Se ne stava seduto al tavolino del villaggio vicino la piazza centrale, Quetzal al tempo era poco più che tredicenne e il giovincello di 2-3 anni.
La mamma si era assentata per alcuni minuti per parlare con degli amici e il figlio pareva non voler più mangiare.
Quando il Rinnegato gli chiese come mai si rifiutasse di nutrirsi, il piccolo gli rispose che solitamente la madre lo imboccava e adesso non c'era.
A quel punto Quetzal si sedette ed iniziò a dargli da mangiare, ma fu quasi subito allontanato dalla donna che sopraggiunse pochi secondi dopo, chiedendogli di stare il più possibile distante dal suo bambino, temendo che gli potesse fare qualcosa.
Tutti lo consideravano pericoloso perché nutriva risentimento e odio, ma non capivano che esso era rivolto solo alle Gilde e non a loro.
Non capivano che facendo così stavano contribuendo ad alimentare quel lato negativo facendolo esplodere in ogni direzioni, nella completa follia.
Da allora in poi gli capitò di imboccare solo cuccioli orfani di animali, con tutto l'amore che poteva possedere per Gaia e i suoi figli.
Constatare la differenza tra l'ultimo essere umano imboccato e la consorella fu piacevole per il Rinnegato, il quale non si stava sentendo sbagliato, non si stava sentendo rifiutato, anzi, apprezzato in quei pochi minuti più che in 20 anni e passa di esistenza.

Chi è quella donna raffigurata in molte immagini sparse per casa?
E' una nostra consorella malvagia come te?
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Messaggioda Indigo » 24/12/2013, 0:21

Un giocattolo?
No, Indigo non vedeva Quetzal come un nuovo giocattolino di cui occuparsi, qualcosa di simile a Marshall Rosenberg insomma, bensì come un Confratello sulla sua stessa lunghezza d'onda, qualcuno d'interessante, d'intrigante, di bello, di eccitante, qualcuno che in quel poco tempo era riuscito a prenderla come mai prima: per questo aveva deciso, in modo del tutto spontaneo e naturale, che se per lui fosse andato bene, sarebbe stata lei a prendersi cura della sua persona, facendogli scoprire tutto ciò che gli era stato negato per anni a causa della sua solitudine.
Quando dunque, dopo aver pronunciato quelle parole, il Rinnegato alzò gli occhi su di lei per fissarla, magari preso un po' in contropiede, perplesso o forse curioso di capire se avesse inteso bene o meno, Indigo gli rivolse la sua espressione più sincera, più serena, più dolce: aveva davvero l'intenzione di occuparsi di lui, di fargli conoscere ciò che ancora gli era sconosciuto, di essere per lui qualcosa di più.
Le piaceva Dominique, si divertiva con lei e soprattutto adorava rigirarsela sull'unghia del mignolo come una cagnolina perennemente in calore, ma non era di certo intenzionata a stare con lei seriamente: e come ogni bambina che si rispettasse, anche lei sognava il romanticismo e l'amore, anche se nella sua visione il Principe più che Azzurro era Nero come il carbone, come il proprio animo, cattivo quanto lei ma in grado di essere l'uomo più dolce, amorevole e buono del mondo di fronte alla propria compagna; chiaro dunque che, in quella concezione, Quetzal fosse al momento la persona che più si avvicinava all'idea della bulgara, perché era bello, era cattivo, era sadico, era eccitante e al tempo stesso era dolcissimo e tenero soprattutto in momenti come quello, quando sembrava quasi un cucciolo che per la prima volta scopriva il mondo.
Alla sua domanda, il Rinnegato rispose con la scelta della frutta che a Indigo piaceva di più, una coincidenza che la fece sorridere seppur non immaginasse i pensieri di lui e dunque non avesse intuito che la decisione era stata più casuale che pensata: presa dunque la coppa corrispondente, la bulgara si sedette accanto all'altro e, mentre lui aveva gli occhi chiusi, gli avvicinò alle labbra il cucchiaio col gelato, la frutta e la panna, lasciando che gli si sciogliessero sulla lingua con un'espressione soddisfatta e compiaciuta di sé e dei doni culinari che stava facendo al Confratello.
Quando Quetzal riaprì gli occhi le venne spontaneo domandargli di poterlo imboccare... la risposta che ottenne furono le paroli più belle e piacevoli che la Kostenechki avesse mai sentito.

Chi dei due dovrebbe essere la bimba, mh?
Lascia fare a me, tu pensa a spiegarmi che cos'è...


Per un secondo, Indigo fissò l'altro come se non avesse capito il significato delle sue parole: solo Dominique la imboccava ogni tanto, ma quasi non c'era gusto visto che probabilmente avrebbe anche leccato il pavimento pur di farle piacere.
Che il Rinnegato volesse viziare il suo lato infantile, invece, era una novità per lei, inaspettata e splendida: dopo i primi attimi d'immobilità, infatti, nei quali la Druida si limitò a sbattere velocemente le palpebre, un lento e radioso sorriso comparve sulle sue labbra, un sorriso che raggiunse gli occhi facendo brillare le iridi color cioccolato, e la spinse ad agitarsi sulla sedia mentre batteva al contempo le mani, in un gesto di estasi pura.

Aaaah!!

E proprio come una bambina, la giovane donna fece il verso quando aprì la bocca, sporgendosi appena col collo per avvicinarsi al cucchiaio che lui aveva preso in mano ed essere così pronta a farsi imboccare, con tanto di occhi socchiusi ed espressione raggiante quando il primo assaggio raggiunse il suo palato e le si sciolse sulla lingua: subito dopo, la Druida prese a spiegare nel dettaglio a Quetzal cosa fossero il gelato e la panna, così come fosse possibile glassare la frutta con zucchero e limone, cercando di trasmettergli con passaggi concisi ma chiari come fosse possibile ottenere tali risultati da ingredienti come latte, limone e uova senza dover ricorrere alla magia.
Quello era decisamente il pasto migliore che la Druida avesse consumato da molto tempo a quella parte, e parte del merito lo si doveva riconoscere a Dominique che, oltretutto, venne tirata in ballo nel discorso poco dopo, ed inconsapevolemente, dal Rinnegato.

Chi è quella donna raffigurata in molte immagini sparse per casa?
E' una nostra consorella malvagia come te?
A giudicare dall'età potrebbe essere una Matura...


No, lei non ha nulla a che fare coi Druidi... tu sei il primo con cui mi permetto di avere un rapporto - rispose Indigo, scuotendo appena il capo e facendo così oscillare i lunghi capelli mossi e scuri che avvolsero per qualche istante la cucina col loro intenso e al tempo stesso delicato aroma di vaniglia - Si chiama Dominique, è la donna che mi ha presa con sé dopo che la mia comunità mi aveva cacciata... si è presa cura di me, mi ha dato un tetto sopra la testa e mi ha insegnato a confondermi sia nel mondo babbano che in quello magico. Le devo molto, ma posso dire di sapere esattamente come sdebitarmi... - continuò, lasciando che le labbra s'incurvassero in un sorriso malizioso che lasciava ben poco spazio alla libera interpretazione - Non è la mia compagna, anche se lei vorrebbe che io lo fossi, diciamo che siamo amiche un po' speciali. Lei lavora per un'organizzazione segreta, ed ogni tanto dò una mano anche io visto che altrimenti mi annoierei non poco... anche se ora pare abbia trovato qualcosa di molto stimolante a cui dedicarmi - proseguì, lasciando che il proprio sguardo vagasse senza fretta sul corpo del Confratello mentre la lingua andava a lambire il labbro superiore e gli occhi si perdevano in quelli di lui - corpo e mente...

E non c'era bisogno certo di proseguire nel discorso per capire a cosa Indigo alludesse in quel momento, come una bambina biricchina che ogni tanto si ricordava di essere anche una donna fatta e finita e decideva di comportarsi come tale: in fondo, poi, il dolce era finito, quindi perché non passare oltre?

Vieni con me...

Gli tese la mano, pronunciando quelle parole in un sussurro caldo, lieve, un soffio che voleva essere una carezza per lo spirito di Quetzal ora che il corpo era stato rifocillato a dovere: sperando che il Confratello avesse voglia di seguirla, la Druida lo guidò fuori dalla cucina, facendogli oltrepassare il salone con la libreria e il caminetto grande per indirizzarlo verso l'ingresso della sua abitazione, lì dove una scala a chiocciola in legno di faggio li portò al secondo piano dove si trovava la camera da letto della bulgara, arredata con pochi mobili che però rispecchiavano appieno il gusto della loro proprietaria.

Immagine


Scommetto che un letto come quello non l'hai mai provato...

Commentò Indigo con un sorriso divertito ed intenerito al tempo stesso, senza smettere di tenerlo per mano nel caso lui gliel'avesse data prima, per condurlo proprio verso il letto su cui si stese, facendogli capire con lo sguardo che le sarebbe piaciuto averlo sopra di sé, farsi sovrastare dalla sua figura, dal suo corpo, dai suoi Elementi che venivano costantemente stuzzicati da quelli di lei, decisi a fondersi coi gemelli; e nel caso in cui Quetzal le avesse concesso tutto questo, la bulgara, da sotto di lui, si sarebbe allora sporta col collo verso il suo viso per leccargli lentamente le labbra, l'ombra di un sorriso sadico ma complice sulle labbra.

Non vedo l'ora di vederti uccidere un Ignis, lo sai?
Sono i Gildati che odio più di tutti...
- gli sussurrò mentre lo guardava negli occhi: perché per Indigo anche quello era un preliminare, fomentare la propria cattiveria, la propria brama di sangue; e d'altronde se l'aveva portato fin lì non era certo per farsi fare le coccole... o meglio, non solo.
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Messaggioda Quetzal » 24/12/2013, 20:19

Aaaah!!

Non sapeva che, decidendo di imboccarla, le aveva fatto il più bel regalo del mondo, poiché ignaro di quell'indole realmente tanto bambina.
Darle quei piccoli bocconi di gelato alla panna e frutta era piacevole e non lo infastidiva, sopratutto perché nel frattempo la consorella si dilettava nello spiegargli con molta cura e precisione come si fabbricava quel cibo, quali erano gli ingredienti ed anche i tempi che si impiegavano per prepararlo, trovando per l'ennesima volta lo stupore e la perplessità di Quetzal, fin troppo estraneo a quel mondo per comprenderlo con tanta leggerezza. Il latte, lo zucchero, il limone, la frutta, era tutti alimenti che mangiava separatamente e non aveva mai pensato di fonderli per far venire fuori qualcosa. Forse nel suo villaggio erano abbastanza le persone a conoscenza di quelle meraviglie culinarie ma mai nessuno le aveva condivise con lui, per questo era cresciuto così assurdamente selvaggio.
La serie di domande successive invece fu rivolta alla donna raffigurata in molte foto della casa di Indigo.
Inizialmente il Giovane ipotizzò che fosse un'altra Rinnegata come loro, ma la figlia di Gaia dovette contraddirlo, spiegando bene la situazione.

No, lei non ha nulla a che fare coi Druidi... tu sei il primo con cui mi permetto di avere un rapporto...

Quindi è una parente che ha scelto la Trama forse?
... Come si chiama?


Si chiama Dominique, è la donna che mi ha presa con sé dopo che la mia comunità mi aveva cacciata... si è presa cura di me, mi ha dato un tetto sopra la testa e mi ha insegnato a confondermi sia nel mondo babbano che in quello magico.
Le devo molto, ma posso dire di sapere esattamente come sdebitarmi...


Il lampo di malizia che nacque negli occhi della ragazza fece subito intendere al ragazzo di cosa stesse parlando, difatti anche lui sorrise leggermente quasi divertito da quel racconto che in sé aveva del perverso e del riconoscente allo stesso tempo.
Annuì leggermente, non voleva interromperla, al massimo l'unica interruzione che sussisteva era quando la imboccava nuovamente con un nuovo pezzo di frutta circondato da una valanga di panna, un po' per lei e un po' per sé.
Non nutriva gelosie nei confronti di quella donna dal nome francese, poiché al momento Indigo per lui non rappresentava niente.
Di certo la ragazza non poteva sapere che semmai il ragazzo avesse deciso di avvicinarsi abbastanza a lei, allora le cose sarebbero cambiate ed anche molto, tanto da spingerlo a pensare di voler spezzare il collo alla donna eccessivamente esposta per gli angoli dell'abitazione.
Calmo e apparentemente tranquillo, Quetzal proseguì ad ascoltare la consorella, memorizzando anche il fatto che facesse parte di un'organizzazione segreta, per la quale però, almeno al momento, evitò di entrare troppo nel dettaglio.

Non è la mia compagna, anche se lei vorrebbe che io lo fossi, diciamo che siamo amiche un po' speciali.
Lei lavora per un'organizzazione segreta, ed ogni tanto dò una mano anche io visto che altrimenti mi annoierei non poco... anche se ora pare abbia trovato qualcosa di molto stimolante a cui dedicarmi... corpo e mente...


Quindi evidentemente non erano le donne ad offrirle la maggiore soddisfazione sessuale, per quanto lei abitualmente giacesse con quella tizia.
Memorizzò anche quello, da una parte effettivamente contento della notizia: non gli sarebbe piaciuto "lottare" ad armi pari con un paio di tette.
Dominique era di bell'aspetto, bisognava ammetterlo, ma non rappresentava una minaccia, questo si evinceva dalle parole della Druida e a Quetzal quella volta gli andò di crederle, strano ma vero. Da come si era espressa però, sembrava quasi che il ragazzo apparisse più come un nuovo diversivo per la noia della consorella rispetto ad una specie di scintilla scoccata nel suo spirito e nel suo cuore, oltre che in mezzo alle gambe.
Non commentò quella propria idea, molto introspettivo e criptico, lasciando che Indigo lo conducesse fino ad una nuova stanza della casa, una stanza ben precisa e volta a far capire che cosa aveva voglia di fare da quel momento in poi.

Scommetto che un letto come quello non l'hai mai provato...

No, in effetti non l'ho mai provato.
Non preferisci dormire sull'erba?


Domanda tipica per uno che da sempre viveva come un Druido allo stato puro, il perfetto prototipo del Tarzan babbano che stava comunicando con una Jane alternativa, perversa e malvagia ma dal soffice e dolce profumo di vaniglia che attenuava i sensi e ovattava il pensiero.
Si fece prendere per mano e camminò fino a quel giaciglio moderno e civilizzato, osservandola negli occhi e nel sorriso, un'espressione che la diceva lunga su quello che adesso desiderava la Rinnegata: ella fremeva per averlo sopra di lei, sperava che l'accontentasse, che la sovrastasse col proprio corpo temprato dalla giungla e dalle difficoltà, che la scaldasse con il calore interiore ed esteriore della sua pelle chiara.
Incurvò appena il lato destro del labbro, Quetzal, inspirando profondamente.
Nei minuti che trascorsero successivamente, almeno una decina, il selvaggio si preoccupò di baciare ogni centimetro della ragazza spogliandola a poco a poco con fare lascivo, trattenuto, alimentando il piacere, il desiderio, la bramosia di entrambi.
Scoprì le gambe, salendo alla parte superiore, soffermandosi molto sui seni coprendoli di attenzioni bollenti e umide, stuzzicando con la lingua i punti più sensibili e meritevoli di complimenti per la bellezza e la scura perfezione.
Al seguito, contrariamente a quanto fatto con lei, si denudò egli stesso ma con una velocità inaudita, così da farle mozzare il fiato alla vista di ciò che già poche ore prima aveva ammirato vicino quella cascata colombiana.
Non il tempo di un commento, un frammento di secondi e già la bulgara si trovava sdraiata sul letto con quella setosa cascata di capelli disposta caoticamente vicino ad un cuscino e Quetzal Fayden sopra di lei, imperioso, possessivo, silenzioso e adesso più serio, predatore...

Non vedo l'ora di vederti uccidere un Ignis, lo sai?
Sono i Gildati che odio più di tutti...


Se tu fossi MIA non vedrei l'ora di uccidere la tua tutrice, lo sai?
La domanda che mi faccio però è...


Scese con la bocca sulle labbra della ragazza, dandovi un piccolo morso, poi un bacio soffuso e poi ancora uno passionale e intenso.
Spostò l'attenzione sul collo e sulle spalle, solleticandole con i denti canini e il piccolo accenno di barba fitta che gli stava crescendo intorno al mento, respirando pesantemente, con eccitazione e ferale trasporto.

... Cosa sono io per questa figlia di Gaia e di put***a... ?
... Un diversivo... O una valida alternativa opposta all'odio?
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Messaggioda Indigo » 25/12/2013, 11:24

La proposta d'imboccarla aveva dato il via al suo lato più infantile, che si era subito esternato nel sorriso della Druida, nel luccichio divertito dei suoi occhi e, ovviamente, nei suoi gesti, come quell'aprire la bocca con tanto di verso per invitarlo a trattarla proprio come una piccola e dolcissima bambolina dalla pelle olivastra e dal profumo di vaniglia: non si limitò però a lasciarsi semplicemente imboccare da Quetzal, al contrario si prodigò per spiegargli come fosse nato quel dolce che entrambi stavano gustando, e dunque come fosse possibile creare del gelato o della panna senza ausilio della magia ma semplicemente con la giusta combinazione d'ingredienti e qualche mossa più tecnica.
Dentro di sé, la bulgara sentiva sempre di più la voglia di prendersi cura del Rinnegato, di fargli scoprire tutto ciò che si era perso negli anni a causa della sua solitudine forzata: anche lei sarebbe stata come lui, se Dominique non l'avesse trovata e non avesse deciso di prenderla con sé? Forse sarebbe stata più "compatibile" con Quetzal, ma era anche vero che alla Kostenechki quella loro diversità piaceva non poco, li rendeva complementari e questo, dal suo punto di vista, era qualcosa di nuovo, d'inatteso e dunque ancor più prezioso.
Fu Dominique comunque a tenere banco nei minuti successivi, divenendo l'argomento di conversazione date le domande di Quetzal e le risposte della bulgara: no, la francese non aveva nulla a che fare coi Druidi, non possedeva nemmeno alcuna scintilla elementale, ma aveva preso una giovane Indigo sotto la sua ala e se n'era presa cura, innamorandosene per giunta, e se anche la ragazza non la ricambiava, non si poteva dire che non sapesse come ringraziare la sua salvatrice per le premure con cui la trattava abitualmente: un tipo di ringraziamento che non nascose all'altro, non sentendosi minimamente in dovere di vergognarsene visto che, in fondo, il sesso era sempre sesso, e se era piacevole che importanza poteva avere con chi fosse fatto?
La cena finì pochi minuti più tardi, e visto che Quetzal si era piacevolmente riempito lo stomaco, Indigo pensò fosse il caso di mostrargli un'altra stanza, per certi versi molto più interessante della cucina... la camera da letto: lo condusse per mano su per le scale fino al suo piccolo paradiso personale, essendo quella la stanza che alla bulgara piaceva di più di tutta la casa.

No, in effetti non l'ho mai provato.
Non preferisci dormire sull'erba?


Lo faccio spesso, quando il cielo è limpido, per poter guardare le stelle - rispose la Druida, voltando il capo verso l'altro con un sorriso sereno sulle labbra carnose - Ma ammetto che farsi avvolgere da un piumone come questo ha un perché tutto suo... - aggiunse, e non a torto visto che il piumino era internamente fatto di foglie e fiori essiccati, mentre la base presentava un materasso ad Acqua che le dava l'idea dunque di dormire sulla superficie di un lago o di un fiume circondata, grazie al piumone, dalla Terra e da suoi figli, due particolari di cui sicuramente Quetzal si sarebbe accorto non appena si fosse steso con lei.

Inizialmente, però, il Druido Rinnegato sembrò concentrato su ben altro, e non si poteva dire che ad Indigo dispiacesse: quand'egli cominciò a vezzeggiare coi baci il suo corpo, spogliandola, la bulgara socchiuse gli occhi, reclinando il capo all'indietro e schiudendo le labbra per lasciar sfumare nell'aria caldi sospiri eccitati, inframmezzati da gemiti soffusi quando la lingua dell'altro si soffermava sui suoi punti più sensibili.

Mmmh... - soffiò Indigo nel sentirsi completamente nuda di fronte a lui, non a disagio ma anzi, ancora più accaldata di prima e desiderosa di avere con lui un contatto più intimo, più diretto, un contatto in cui i vestiti non facevano altro che intralciare la sua volontà.

E lui sembrò capirla al volo, visto che si spogliò nel giro di pochi istanti, permettendole di percorrere con lo sguardo il corpo prestante del Rinnegato che le provocò un brivido lungo la schiena, spingendola ad umettarsi di riflesso il labbro superiore con la punta della lingua, rendendolo lucido ed ancora più invitante di prima: si stese sul letto, i capelli che si aprivano come un ventaglio intorno al suo viso dai lineamenti perfetti, accarezzando con qualche ciocca la spalla o il braccio.
Gli occhi color cioccolato, invece, erano fissi e persi in quelli di Quetzal che ora, finalmente, era sopra di lei, facendola sentire eccitata ma anche, in qualche modo, protetta, coccolata, completa, una sensazione nuova per la Druida.

Se tu fossi MIA non vedrei l'ora di uccidere la tua tutrice, lo sai?

Mmmh, ma allora sai anche essere geloso e possessivo di ciò che è tuo?
Interessante...
- commentò Indigo, l'ombra di un sorriso compiaciuto sulle labbra per quelle due caratteristiche che lei annoverava assolutamente come pregi.

La domanda che mi faccio però è...

Chiuse gli occhi mentre lui le mordeva le labbra, cercando poi la sua lingua quando si spinse a baciarla con passione, con calore ustionante, pericoloso per tutti ma, di certo, non per loro, per poi riaprirli quando sentì che il viso del Rinnegato si spostava sul suo collo e sulle spalle, con piccoli morsi e baci soffusi.

... Cosa sono io per questa figlia di Gaia e di put***a... ?
... Un diversivo... O una valida alternativa opposta all'odio?


E il bel tenebroso lo vuole sapere per pura curiosità, o perché spera in una risposta piuttosto che in un'altra? - domandò di rimando la Druida, attendendo che Quetzal, magari infastidito, alzasse lo sguardo su di lei: solo allora avrebbe lentamente portato le braccia verso l'alto, verso il suo viso, circondandogli il collo col destro mentre il sinistro avrebbe fatto fermare la mano sul suo volto per accarezzarlo con una delicatezza nuova, probabilmente, per lui, attenta ed intensa al tempo stesso - Quando ho deciso che volevo incontrarti, eri solo un diversivo per me, un nuovo gioco contro la noia - riprese a parlare, sincera nel tono mentre gli occhi permanevano nei suoi, senza nemmeno quasi sbattere le palpebre - ... ora credo che potresti essere molto, molto di più. E forse un po' la cosa mi spaventa. - ammise ancora, il respiro appena più veloce a tradire l'ansia insita in quelle parole, ma anche la loro inconfutabile sincerità.
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Messaggioda Quetzal » 25/12/2013, 23:09

Mmmh, ma allora sai anche essere geloso e possessivo di ciò che è tuo?
Interessante...


Una volta ho spezzato il polso ad un tizio che ha cercato di soffiarmi un'arancia.
Ti lascio immaginare cosa possa essere in grado di fare per qualcosa di più importante...


Sorrise malvagio e sadico mentre raccontava quell'episodio, sapendo che con molta probabilità l'avrebbe eccitata incredibilmente.
Era cattiva come lui, quindi certe cose le inebriavano la mente e le facevano ribollire il sangue nelle vene, desiderando un episodio simile.
Violenza, dolore, supplica... Tre giochi che a lui piacevano come non mai, tre giochi che avrebbe potuto condividere con la bulgara, qualora ci fossero stati i presupposti per divenire una coppia inarrestabile ed esplosiva.
Ciò che stava esplodendo per il momento erano i sensi e il desiderio ed era già un ottimo punto di partenza, almeno per il ragazzo.
Esplorava il corpo della consorella con una minuzia tanto accurata da sembrare come se stesse cercando furiosamente un difetto che però era invisibile, impossibile da osservare, impossibile da trovare, perché lungo tutta la linea curva dei fianchi, dei seni, dei glutei, delle guance, non un solo unico dettaglio che stonasse con il resto di quell'opera d'arte messa in atto da Madre Natura era presente ed esistente.
Parlare mentre alimentava l'aspettativa dell'atto finale era un preambolo splendido, accompagnato da delle domande fondamentali, alle quali dovevano corrispondere risposte altrettanto fondamentali.
Quetzal non voleva essere il giocattolo di nessuno, nemmeno di una creatura affascinante come Indigo, mai.

E il bel tenebroso lo vuole sapere per pura curiosità, o perché spera in una risposta piuttosto che in un'altra?

Le mie speranze dipendono dai tuoi responsi, sorellina...

In quello stesso istante, la punta della sua virilità sfiorò intenzionalmente l'ingresso proibito della Giovane, mischiandosi ad una scarica elettrica di sottile entità, volta a farla vibrare, a farle provare un brivido lungo la spina dorsale talmente forte e bello da lasciarla alcuni istanti senza fiato.
Deglutì leccandosi le labbra, guardandola dritto negli occhi, assottigliando i propri, in attesa che lei finalmente parlasse, che gli rivelasse quei piccoli segreti sulle proprie aspettative, sulla sua considerazione riferita al ragazzo e alle sue intenzioni per il futuro.
Quetzal non voleva nulla di specifico da lei, non ora, per quanto il suo comportamento dicesse spesso il contrario, ma aveva vissuto da solo per molti anni dunque la presenza nella sua vita o meno di un'altra persona adesso come adesso per lui era ininfluente.
Di sicuro Indigo aveva fatto passi da gigante nell'arco di poche ore, ma sciogliere la calotta ghiacciata intorno al suo cuore non era semplice come guadagnarsi un briciolo della sua fiducia. La Giovane era cattiva, maligna e maliziosa, il necessario per procurarsi quella "briciola" ma non per avere in dono un sentimento affettivo. Gli avvolgeva i sensi con delle premure e delle cure mai avute prima, si, quello invece poteva essere un buon punto per iniziare a farlo ragionare in un senso più ampio, ma la diffidenza radicata nello spirito del Rinnegato era talmente forte che poche parole risultavano davvero efficaci affinché mollasse la presa... Alcune fra quelle però, furono proprio le successive pronunciate dalla consorella.

Quando ho deciso che volevo incontrarti, eri solo un diversivo per me, un nuovo gioco contro la noia...
Ora credo che potresti essere molto, molto di più.
E forse un po' la cosa mi spaventa.


Sincerità in principio, poi successiva coscienza della realtà dei fatti, infine, esposizione di una propria paura gratuitamente.
Assolutamente sorpreso, Quetzal non poté evitare alle proprie pupille di dilatarsi pian piano, assumendo un'espressione scioccata, colpita.
In quell'istante il viso di Indigo possedeva una nota di vulnerabilità estrema, mista a sincerità e... Terrore.
Avvicinarsi a qualcuno doveva essere per lei tanto disarmante quanto lo era per lui, dunque un altro elemento in comune tra loro.
La mancina risalì dal fianco della consorella fino alla guancia per carezzare la pelle scura della ragazza, delicato, come se temesse che da un momento all'atro l'avrebbe potuta vedere andare in frantumi per quanto fragile e preziosa.
Il cuore le batteva fortissimo, i suoi sensi più acuti e la maggiore vicinanza gli permisero di comprenderlo subito.
L'emozione di parlare in quei termini era tanta ed era quasi certo che non stesse mentendo, non adesso, non con lui, non lì.

Siamo stati così abituati a provare odio e risentimento che ipotizzare di provare qualcosa di contrario ci mette ansia e timore.
Riuscire ad estrarre dal nostro cuore corrotto quella luce necessaria a illuminare il cammino di qualcun altro dovrebbe essere un'impresa ardua eppure... Sento che con te non avrei particolari difficoltà... E nemmeno tu nei miei confronti a quanto pare.


Sbatté le palpebre spostando lo sguardo altrove, come se stesse viaggiando col pensiero, ma la mano non si fermava e la carezza proseguiva, depositando attenzioni anche sul collo, sulle labbra, sulla fronte, fra i capelli vicini al cuscino morbido e ricco di paglia e foglie secche.
L'acqua dentro il materasso ondeggiava cullandoli, smossa anche leggermente dai poteri del Druido quando era salito sopra di lei.
Non era male starsene lì ma un prato fiorito o lo specchio di un lago risultavano comunque mille volte più comodi e confortanti.
Tornò a guardarla dopo circa una decina di secondi: la serietà nel suo viso era così palese e virile che non si smentiva mai.
Aveva riflettuto sull'idea di possedere una compagna, una persona con la quale condividere le gioie della vita, le soddisfazioni, un percorso.
La prospettiva, per quanto strana e assurda, calcolando la sua situazione di appena 24 ore prima, lo attirava, spaventandolo esattamente come aveva appena detto Indigo. Forse in maniera differente, forse con una intensità diversa, ma lui riusciva a capirla, riusciva a comprendere quello che le premeva sul cuore, perché per lui era una sorta di macigno.
Fatto stava che anche in quella condizione di disagio andavano completamente d'accordo percependo le stesse sensazioni e questo contribuiva a smorzare nuovamente tutto il ragionamento protettivo e solitario del Druido, mettendo sempre più in primo piano l'opzione di vicinanza ad un altro essere umano, trasformando in un equilibrio instabile quell'ostinazione a rimanere per conto proprio.

Se tu proverai a non avere sgomento o inquietudine...
... Io tenterò lo stesso.
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Messaggioda Indigo » 26/12/2013, 14:02

Una volta ho spezzato il polso ad un tizio che ha cercato di soffiarmi un'arancia.
Ti lascio immaginare cosa possa essere in grado di fare per qualcosa di più importante...


C'era davvero bisogno di sottolineare quanto luminosi fossero gli occhi di Indigo dopo quelle parole? La bocca s'incurvò in un sorriso lento e sadico, che però nella sua cattiveria possedeva una sfumatura di perversa innocenza: sembrava una bambina che aveva appena ricevuto la notizia di una sorpresa imminente tutta per lei e non vedesse l'ora di scoprirla, ma quella pura ed infantile felicità era dovuta all'idea di veder soffrire qualcuno, di vederlo urlare e contorcersi dal dolore, di gioire e godere di fronte alla sofferenza altrui, soprattutto se fosse stato Quetzal ad infliggerla.
Si leccò le labbra, lentamente, quasi pregustando in bocca il sapore di quel momento perversamente eccitante e sadicamente perfetto che, sperava, sarebbe sopraggiunto presto di fronte a lei, quello in cui il Rinnegato avrebbe fatto del male a qualcuno per il suo piacere e quello dell'altra.
Quando però il Druido iniziò ad esplorare il suo corpo con la bocca e le mani, Indigo dimenticò qualsiasi pensiero o riferimento alla tortura, al dolore e alla supplica altrui per concentrarsi sulle sensazioni che l'altro le trasmetteva: inarcò la schiena e schiuse le labbra, col respiro corto e veloce e i capelli che come un mare ondulato e scuro, profumato e morbido, circondavano il viso di lei e diffondevano un piacevolissimo aroma di vaniglia nella stanza.
La domanda che lui le pose, e alla quale la Rinnegata non rispose subito, la costrinse a riflettere su cosa volesse che Quetzal fosse per lei: un semplice compagno di vendetta, di cattiveria? No, troppo poco considerando ciò che le trasmetteva, ciò che le faceva provare, sensazioni ed emozioni che la spingevano a pensare/sperare in qualcosa di più; per questo, con la punta del sesso dell'uomo che sfiorava la sua intimità strappandole un lieve gemito basso ed eccitato, Indigo si decise a parlare, pronunciando parole che, per quanto la rendessero momentaneamente vulnerabile, erano del tutto sincere.
Osservò il volto dell'altro a seguito della propria ammissione, quelle pupille che si dilatavano e l'espressione che si faceva sorpresa, scioccata, quella di chi non era evidentemente abituato a sentirsi considerare così importante per qualcuno: socchiuse gli occhi ed accolse la carezza del giovane uomo, muovendo appena il capo su e giù così da strofinare la propria guancia sulla mano di lui, con un piccolo sospiro.
Anche in quel momento sembrava una bambina, ma a differenza di prima, di quando la sua infantilità era maliziosa o sadica, adesso presentava dolcezza al 100%, fragilità, vulnerabilità: gli occhi color cioccolato della Druida trasmettevano quasi la sua anima senza filtri, il velo di serena imperturbabilità che era caduto per mostrare la parte più profonda di sé, che stava donando a lui.

Siamo stati così abituati a provare odio e risentimento che ipotizzare di provare qualcosa di contrario ci mette ansia e timore.

Tranne quando si parla di Gaia... - mormorò Indigo, con un lieve sorriso: concepiva l'amore per il Mana ed i suoi figli perché lo provava ad ogni respiro, ad ogni battito del proprio cuore, ma quello per gli altri esseri umani era diverso; anche per Dominique non poteva dire certo di provarlo, al massimo affetto e possessività dovuta al considerarla il suo giocattolo... ma l'amore puro, romantico, quello per lei era al momento sconosciuto.

Riuscire ad estrarre dal nostro cuore corrotto quella luce necessaria a illuminare il cammino di qualcun altro dovrebbe essere un'impresa ardua eppure... Sento che con te non avrei particolari difficoltà... E nemmeno tu nei miei confronti a quanto pare.

Schiuse le labbra come a voler dire qualcosa, ma dalla bocca non uscì alcun suono né esso venne prodotto dalle corde vocali della Druida, che si limitò a studiare silenziosa i lineamenti perfetti dell'altro, ora pensieroso nello sguardo perso chissà dove, con un sorriso accennato sul viso dovuto alle carezze continue che lui le donava: no, Quetzal non aveva torto; le piaceva l'idea di stargli accanto, le piaceva l'idea di prendersi cura di lui, di proteggerlo in ogni modo possibile, e non solo perché era cattivo come lei, altrimenti lo stesso ragionamento lo si sarebbe potuto far valere per Dominique, e non era così.
Avere il Rinnegato accanto a sé, sentire il suo tocco, percepire i loro Elementi che si mescolavano, era un piacere tutto nuovo che Indigo non voleva finisse, ma che soprattutto riusciva a stuzzicare anche il suo cuore oltre che i suoi sensi ed i suoi istinti più bassi; sentiva che con l'altro accanto avrebbe potuto trovare una sua dimensione, glielo dicevano i doni che il Mana le aveva fatto e che le vorticavano incessantemente nello spirito, e come poteva non credere loro?

Se tu proverai a non avere sgomento o inquietudine...
... Io tenterò lo stesso.


Sbatté le palpebre più volte dopo quelle parole, assorbendole per analizzarle in modo approfondito per quanto piuttosto veloce, una manciata di secondi: non una coppia ancora, ma quasi; Quetzal le stava proponendo di lasciarsi andare, di non mettere freno a quelle nuove sensazioni che li vedevano avvicinarsi affettivamente l'uno all'altra, di non aver paura per l'idea di poter provare quel sentimento opposto all'odio che loro riservavano solo a Gaia e di lasciare che, nel caso, esso li accomunasse reciprocamente.
Una bella richiesta, ma considerando che proveniva da parte del solitario dei due, era stato lui a fare oggettivamente il passo più grande: sorrise alla fine, la bulgara, annuendo lentamente con gli occhi che di nuovo brillavano luminosi, sereni, felici.

Lo sapevo che valeva la pena inseguirti... - commentò dunque, riferendosi a quando l'aveva incontrato per la prima volta, inarcando il corpo per allungarsi col collo e coinvolgere la bocca di lui in un bacio delicato - T'innamorerai di me alla fine, bel tenebroso, come fanno tutti... l'unica differenza, è che probabilmente alla fine il sentimento sarà reciproco. - aggiunse, serena in quell'ammissione in modo quasi disarmante: pareva, e così era effettivamente, aver accettato del tutto la richiesta del Confratello, abbracciando la possibilità di amarlo come nulla fosse.

Ma la particolarità di Indigo era anche e soprattutto quella, come una bambina che accetta in un lampo le novità: avendo compreso nel cuore che c'era la possibilità d'innamorarsi di lui, ed avendo in special modo avuto conferma che lo stesso valeva per lui, semplicemente aveva messo da parte la paura e si era decisa a godersi ogni attimo, arrivando persino a scherzarci sopra mentre, con un colpo di reni, tentava, se lui gliel'avesse permesso, di ribaltare le posizioni e finire a cavalcioni sopra il suo corpo, con la schiena piegata verso il basso, le mani sul suo petto e i capelli che ricadevano come una tenda lunga, ondulata e profumata sulla spalla sinistra di lei.

... fermati qui, stanotte.
Con me.
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Messaggioda Quetzal » 30/12/2013, 17:27

Lo sapevo che valeva la pena inseguirti...
T'innamorerai di me alla fine, bel tenebroso, come fanno tutti...
L'unica differenza, è che probabilmente alla fine il sentimento sarà reciproco...


Innamorarsi.
Non l'aveva mai messo in conto ma nemmeno mai aveva ripudiato la possibilità di cadere in una simile dolce trappola.
Contrariamente a quello che credevano le persone dentro il suo ex villaggio, Quetzal sapeva perfettamente amare, altrimenti non sarebbe riuscito nemmeno a provare affetto nei confronti degli animali, delle creature di "Gaia" da sempre rispettate e adorate in ogni giorno della sua vita.
Non poteva definire esattamente se Indigo fosse stata la prima a valutare l'ipotesi che lui potesse essere uguale a tutti gli altri oppure lo dava per scontato senza bisogno di pensarci, ma ugualmente gli faceva piacere che non trovasse così strano che una bestia selvaggia come lui potesse avvicinarsi a qualcuno e provare le stesse identiche emozioni di un Druido come tutti gli altri, di un Druido buono in cerca di una compagna.
Quel bambino imboccato tanti anni prima era la prova vivente di quanta solidarietà e dolcezza il ragazzo contenesse in lui, nel suo cuore ormai saturo di odio, risentimento e rabbia, ma nessuno gli aveva mai dato la possibilità di riscattarsi, di mostrarsi.
Lui era il frutto della sfiducia del mondo, era la prova vivente di quanto il mondo condizionasse il carattere di una persona e lo modellasse nel tempo: un frutto identico alla Rinnegata Giovane sopra di lui, adesso che si era rigirata per cambiare posizione e scoprirsi "dominante".
Entrambi cambiati, entrambi emarginati, entrambi liberi di manifestare l'indole trasmessa loro dai pazzi che avevano scelto di averli come nemici.
Certo, c'era sempre un grosso comparto di malvagità insita nelle loro anime fin dalla nascita, ma questo non lo trovavano un difetto, o meglio, per Quetzal non era così: in mezzo alla natura si poteva trovare il meglio ed il peggio.
Se in quel mondo fatto di animali mansueti e feroci il Mana aveva deciso di buttarci in mezzo anche due dinosauri... Beh, che motivo avevano loro di non accettare di buon grado quella posizione e iniziare ad imporre il loro dominio su degli esseri tanto inferiori?

... fermati qui, stanotte.
Con me.


Dormire da lei, in quel letto con quello strano materasso ad acqua e quelle coperte e cuscini ripiene di foglie e lana vergine.
Avrebbe preferito la prima notte con lei passarla nella propria abitazione, nel suo ambiente spartano ed esotico, selvaggio, come lui.
Ma lei gli aveva preparato il pranzo, offerto un pasto ed anche la sua collaborazione, la sua presenza nella vita. Era giusto rifiutare?
Quetzal pensava solo a sé stesso, da anni ormai, da quasi tutta la vita, e non gli andava di modificare le sue abitudini per qualcun altro, non adesso, per quanto non gli dispiacesse l'idea di rimanere lì. Probabilmente il fatto di essersi ritrovato combattuto nell'accettare o meno la proposta significava moltissimo, ma questo lei non poteva capirlo, non lo conosceva abbastanza ed era quindi inutili tentare di spiegarglielo.
Accolse il bacio che gli diede, percependo forte il profumo dei frutti di bosco insito nella chioma castana della ragazza, posandole una mano dietro il collo per non farla staccare molto presto, intrecciando la lingua con la sua e condividendo quel momento eccezionalmente erotico per molti minuti, quasi interminabili a dirla tutta, violando quelle labbra con la stessa ferocia facente parte della sua natura, del suo spirito e istinto.
Quando tornarono a guardarsi negli occhi e la Giovane attese ansiosa che il selvaggio rispondesse, Quetzal prima si prese il tempo di un piccolo respiro e si leccò le labbra con aria quasi affamata.

... Non mi sento a mio agio, non ancora, nel rimanere qui.
Non sei tu ma è il luogo, non riuscirei a riposare... Io... Sto bene solo a casa mia, per il momento.


Non ci fu il solito tono imperativo, serio e str***o tipico del suo essere, bensì più calmo pacato e comprensivo.
Sapeva che stava dando un dispiacere alla ragazza ma stranamente si fidava di un'intelligenza che, seppur celata bene sotto le mentite spoglie di una bambina innocente ed ingenua, era abbondante ed anche molto elevata, tanto da risultare un mistero intrigante e onestamente attrattivo.
Nei suoi occhi vi era una richiesta senza filtri, supportata dalla verità e dalle reali sensazioni momentanee del confratello, nulla più.
Intrinsecamente nella sua frase aveva fatto intendere che non stava rifiutando di passare la notte con lei, ma di passare la notte con lei .
Dei due la civilizzata era Indigo e per lui quel giorno era stato fin troppo ricco di novità moderne.

... Quindi...
...Vuoi venire tu?


Nel caso non fosse stato abbastanza chiaro il concetto...
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Messaggioda Indigo » 31/12/2013, 1:13

Una piega inaspettata, quella che la giornata aveva preso: e dire che Indigo avrebbe voluto semplicemente farsi una passeggiata per la foresta colombiana, al massimo ritrovare il selvaggio che aveva incontrato tempo prima, l'incrocio tra uomo ed animale che tanto l'aveva incuriosita... ed era finita invece in casa propria, a rotolarsi nel letto col suo bel tenebroso, dopo aver fatto un patto per sterminare i Gildati, la vendetta di lui, e la comunità druidica della bulgara, la vendetta di lei, ed aver persino deciso di provare ad avvicinarsi l'uno all'altra sentimentalmente.
Quali strane pieghe poteva prendere il destino...
Eppure non si poteva certo dire che la Kostenechki ne fosse infastidita, anzi: Quetzal sembrava essere, apparentemente, l'uomo perfetto per lei: Rinnegato, cattivo, sadico, vendicativo, bellissimo, ma anche dolce e per certi versi tenero.
Era il suo kutre, il suo cucciolo per l'innocente ingenuità con cui si poneva agli aspetti più elementari della vita, come del cibo più complesso dai semplici ingredienti presi singolarmente, un letto diverso dall'erba o dalla paglia su cui stendersi, o anche il rapportarsi con altre persone in modo positivo e non distruttivo, cose del genere insomma.
Un cucciolo che però la Druida non considerava affatto come gioco, al contrario, come una persona importante di cui potersi anche innamorare: e voleva che la cosa fosse reciproca, che anche Quetzal s'innamorasse di lei perché mai avrebbe voluto trovarsi nella spiacevole condizione dell'amore non corrisposto, lei che era abituata ad avere una cagnolina fedele come Dominique sempre pronta a soddisfarla e un uomo come Marshall che stava prendendo in giro senza alcuna remora; il Confratello era qualcosa di completamente diverso, una persona che non considerava come un ripiego, un giocattolo o un servo, ma come qualcosa di più, su cui puntare per stare bene, a cui appoggiarsi quando stava male, qualcosa di sostanzialmente più profondo da cui non si voleva allontanare, soprattutto adesso che poteva averlo sotto di sé.
Voleva che dormisse con lei, voleva che la coccolasse, che la stringesse, e possibilmente che la portasse negli abissi più profondi del piacere infernale per tutta la notte: prima di ricevere la sua risposta lo baciò, lasciandosi stringere a lui, chiudendo gli occhi e schiudendo la bocca per intrecciare la lingua con quella dell'altro, per assaporare quell'altro caldo che sapeva di limone, arancia, pompelmo e mandarino, lasciando che quel contatto durasse per lunghi minuti prima di doversi staccare e tornare a guardarsi negli occhi, quelli al cioccolato di Indigo che brillavano in quelli dell'altro e tradivano appena l'ansia per la sua risposta.

... Non mi sento a mio agio, non ancora, nel rimanere qui.
Non sei tu ma è il luogo, non riuscirei a riposare... Io... Sto bene solo a casa mia, per il momento.


Annuì lentamente, senza prendersela: un po' perché non era stato cattivo nel tono, non era stato stronzo o distaccato, ma quasi dolce in un certo senso; era come se ci tenesse a farle comprendere qualcosa, e Indigo non era affatto una stupida, aveva capito perfettamente - I(P) 38 - quale fosse il punto focale del discorso dell'altro.
Non era lei il problema, ma il luogo dove si trovavano: non avrebbe avuto problemi a dormire con la bulgara, a fare sesso con lei per ore e passare altrettante a coccolarsi, ma non l'avrebbe fatto lì, in quella casa, troppo diffidente ancora e legato alla solitudine per potersi rilassare in un luogo che non era il proprio.

... Quindi...

Quindi?

...Vuoi venire tu?

Un sorriso radioso, felice ed estasiato illuminò lentamente il volto di Indigo, che sì, aveva capito la natura intrinseca di quell'invito, ma riconosceva che sicuramente sentirselo dire era tutta un'altra cosa: invece di rispondergli a parole, la Druida scese sulla bocca del Rinnegato e la baciò con intenso calore, accarezzandogli la guancia sinistra con la mano destra in lente carezze delicate, leggere come fossero un tocco di Vento.
Non c'era bisogno di dire altro, e lo sapevano entrambi: le bastò richiamare a sé Caraid, il suo pitone, dopodiché lasciò che Quetzal trasportasse nuovamente tutti e tre nella foresta colombiana, nella sua ziggurat, per la notte; e per Indigo, forse, nonostante il letto più scomodo e spartano, sarebbe stata la più piacevole mai trascorsa fino a quel momento.


- Fine -
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Messaggioda La Setta » 02/08/2015, 23:31

- QUARTIER GENERALE DELLA SETTA - 07 SETTEMBRE - 15:20 -

Benvenuti miei cari.
Vi ho convocati qui per una motivazione precisa e piuttosto surreale.


Tutti e Dodici stavano lì, al cospetto del Supremo, uno vicino all'altro, per una chiamata straordinaria di emergenza.
A dir la verità, erano dodici soltanto perché con loro c'era pure Marcus Azhad, altrimenti sarebbero stati undici.
Difatti, alcuni di loro (Tezzereth in primis, seppur cercasse di nasconderlo bene) erano curiosi di capire dove fosse finito un collega.
Si trattava di Ivan Drago, uno degli stacanovisti più apprezzati in quelle fila, uno Stregone tutto d'un pezzo, che scattava quando c'erano determinati tipi di chiamate, perché spesso e volentieri significava che c'era qualche battaglia da combattere.
Invece, contrariamente a quanto immaginato, Ivan non si vedeva proprio, scomparso del tutto, oltre al fatto che nessuno di loro durante la mattinata lo aveva visto aggirarsi per il Quartier Generale, cosa che per altro faceva con assidua frequenza.

Ve lo leggo negli occhi: vi state chiedendo che fine abbia fatto Ivan.
Ebbene, non voglio tenervi troppo sulle spine, ve lo mostrerò subito.


Schioccando le dita, il Supremo ordinò a dei Mangiamorte gregari di basso livello, assieme a dei MediMaghi della Setta, di portare un sacco bianco dentro la stanza, posandolo sopra il grande tappeto. All'interno del sacco, il quale venne aperto in brevissimo tempo, vi era il corpo inerme ed esanime di Ivan Drago, con gli occhi ancora aperti, bianco, come un cadavere appunto, e un buco gigantesco al centro del petto che prendeva la zona dello sterno fino all'ombelico. Tutti quanti si guardarono tra loro dopo aver assistito a quello scempio, abbastanza impietriti. Tezzereth lanciò un'occhiata furtiva a Marcus. Era molto grave, significava che uno dei Dodici che aveva deciso di passare dalla parte del possibile nuovo Supremo, adesso non esisteva più, era cibo per vermi. Molti invece si stavano chiedendo come fosse successo, chi avesse potuto fare una cosa del genere ad un potente e pericoloso duellante magico come il Drago. In un certo senso, speravano tutti che la Bergman sapesse qualcosa.

È inutile che facciate domande.
Non ho la più pallida idea di chi sia stato a combinare questo ad Ivan.
In base all'autopsia, comunque, i MediMaghi hanno raggiunto una conclusione scioccante...
... Pare che sia morto sul colpo, di netto, senza neanche aver potuto reagire o lottare prima.


Il gelo si sparse ancora di più, soprattutto in individui quali Clarence, Alejandro e Raffaella, i meno capaci nel combattimento.
Se addirittura Ivan aveva fatto quella fine, a loro cosa sarebbe mai potuto succedere. Nonostante la sua preparazione, comunque, nemmeno Garruk pareva completamente tranquillo, ivi compreso Jace, sicuramente letale ma più o meno allo stesso livello di Ivan.
Xin Zhang osservava con aria seria e fredda il corpo, inspirando profondamente, cercando di accumulare ossigeno e concentrazione.
Non voleva farsi prendere dal panico, doveva essere superiore, lei ne era perfettamente in grado.
Dominique pareva più che altro schifata, ma poco attenta. Per forza, da quando aveva perso Indigo non le interessava più nulla di nulla.

Temo sia piuttosto preoccupante che esista una persona in grado di fare cose simili, non trovate?
Però... Proprio come accade con una Fenice, dalla morte ne deriva una nascita, credo saremo tutti d'accordo.
... Da questo momento in poi, qualora lo volesse, Marcus, il mio adorato figliolo, potrà ufficialmente diventare uno dei Dodici.


Notizia davvero shock che mandò ulteriormente nel panico Tezzereth.
L'attuale Supremo gli stava offrendo un posto di rilievo altissimo e immediato, esattamente la merce di scambio che lo Scienziato aveva utilizzato per portarlo dalla sua parte nel possibile golpe (in tremendo ritardo a causa di un problema personale di Violet che le impediva di aderire al progetto nei tempi stabiliti, però purtroppo dovevano aspettarla, altrimenti sarebbero stati di meno, adesso più che mai).
Inoltre, diventando uno dei Dodici, Marcus poteva prendere moltissime più decisioni autonome, una fra queste la completa incolumità di Veronique e la sua estraniazione da qualsiasi progetto pensato e voluto dalla Setta. Che il Supremo avesse capito le strategie di Tezzereth e avesse fatto uccidere Ivan Drago apposta? No, impossibile, perché far fuori un elemento tanto buono? Poteva eliminare i "pesci piccoli" come Clarence o Raffaella. Quello era stato di sicuro un incidente, ma un incidente provvidenziale per lei e disastroso per lui.

Non temere Marcus, hai a disposizione 30 giorni di tempo per pensarci.
Qualora rifiutassi, la tua posizione rimarrà inalterata e provvederemo a trovare un nuovo membro.
Ora direi che è meglio passare alle questioni più urgenti... Xin!


Ordinate mio Supremo.

Organizza una ricerca a tappeto nell'area dov'è morto Ivan, in Russia.
Da lì spandi a macchia d'olio i tuoi informatori e ricerca negli archivi ministeriali ogni avvenimento sospetto.


Sì, mio Supremo!

Tezzereth!

... Cosa ordinate, Supremo?

Utilizza uno dei tuoi intrugli e scopri quale incantesimo ha ridotto così Ivan.
Dobbiamo capire come è stato attaccato e soprattutto quanto era potente la magia che ha subito.
Bisognerebbe capire inoltre quanto fosse potente l'individuo che l'ha fatto fuori, chiaro?


S-sì, me ne occupo immediatamente...

Raffaella!

Il mio terzo occhio è al vostro servizio, Supremo.

Sfrutta le tue abilità divinatorie e prova a vedere se riesci a trovare indizi sul nostro ricercato.
Disturba le forze dell'Essere quanto più possibile, è un ordine.


Ed io lo esaudirò, mio Supremo.

Per quanto riguarda gli altri: state sempre vigili e attenti.
Da questo momento in poi potremmo incontrare questo individuo da un momento all'altro.
Non sappiamo se sa di noi, se conosce i luoghi che frequentiamo o da che parte sta.
Qualora doveste incrociarlo e comprendeste che si tratta di Lui o Lei, provate anzi a chiedergli di aderire a noi.
In caso contrario, la priorità è la fuga, non mettete stupidamente a repentaglio le vostre vite.
Avete capito bene?!




Potete andare.
... Tranne tu, Marcus, tu resta qui.


Si assentarono uno ad uno, Tezzereth provò a guardare un'ultima volta Azhad ma con scarso successo.
Non appena la porta si chiuse, il Supremo tornò a sedere al proprio posto, prendendo una mela dal cesto di frutta sulla scrivania.
La pioggia batteva sul vetro del sontuoso palazzo. Amava il cattivo tempo, rispecchiava ciò che aveva dentro di sé.

Non te lo aspettavi, vero?
Beh, ormai dovresti aver capito che sono una donna dalle mille sorprese...
Ma non è di questo che voglio parlare, come già detto, hai 30 giorni di tempo per scegliere la tua strada.
Ah beh, qualora sapessi già cosa dire in merito, parla senza esitazioni caro.


Gli rivolse un sorriso mellifluo e malvagio, di quelli che le riuscivano assolutamente ad hoc.

... Pare che tuo cugino abbia di nuovo tentato di torcere il collo ad un nostro infiltrato.
Ha imparato molto bene a riconoscerli, sembra quasi un cane da tartufo e questo però ammetto che sta cominciando a scocciarmi.
È un ben più che valido elemento, ha forti potenzialità e per di più possiede il "Black Star", ma non esiterò a farlo fuori se continua così.
Ti ordino di andarci a parlare questo fine settimana e di farlo ragionare, altrimenti fallo fuori con la tua stessa bacchetta.
... Mi auguro che la tua piccola e dolce francesina stia bene!


Passò da un tono di voce minaccioso e pericoloso ad uno di zucchero e miele in meno di due secondi, quasi come fosse pazza.

... Marcus.
Fa' molta attenzione: chiunque abbia fatto fuori Ivan Drago è da temere.
Non sono adatta alle raccomandazioni affettuose ma sai che verso di te ho un occhio di riguardo particolare...


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Non aggiunse altro, attese semplicemente che come al solito Azhad si congedasse ed andasse via, ma prima che ciò accadesse...

... Spero che tale attenzione sia sempre reciproca, naturalmente.
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Messaggioda Marcus » 03/08/2015, 18:10

°Quartier Generale della Setta - Svizzera - 7 Settembre 2110 - ore 15.21°


Benvenuti miei cari.
Vi ho convocati qui per una motivazione precisa e piuttosto surreale.


Marcus era lì insieme agli undici componenti della Setta (in effetti ne mancava uno, forse per una missione importante da svolgere all'ultimo secondo), disposti a semi-cerchio e con gli occhi puntati sul Capo dell'Organizzazione: non capitava spesso che la Bergman li richiamasse tutti nello stesso posto e nello stesso momento, e non si poteva dire che Azhad si sentisse molto tranquillo a riguardo.

Ve lo leggo negli occhi: vi state chiedendo che fine abbia fatto Ivan.
Ebbene, non voglio tenervi troppo sulle spine, ve lo mostrerò subito.


In realtà al Tredicesimo, di Drago, interessava poco: era più preoccupato all'idea che la Madre avesse scoperto il piano di Tezzereth per prendere il suo posto a capo della Setta, e se così non era... tutto il resto poteva anche essere tralasciato.
O almeno, questo fu quello che pensò fino a che il corpo di Ivan - squarcio nel petto compreso - occupò quasi interamente il suo campo visivo, lasciandogli un leggero e fastidioso senso di nausea.
Non guardò Al Shamshir, non aveva intenzione di tradirsi in alcun modo, per questo si limitò a passare lo sguardo dal corpo dell'ex dei Dodici al Supremo, come in attesa di sue delucidazioni.

È inutile che facciate domande.
Non ho la più pallida idea di chi sia stato a combinare questo ad Ivan.
In base all'autopsia, comunque, i MediMaghi hanno raggiunto una conclusione scioccante...
... Pare che sia morto sul colpo, di netto, senza neanche aver potuto reagire o lottare prima.


Inarcò un sopracciglio nel più completo silenzio, riflettendo tra sé: si sentiva più al sicuro degli altri - lui era l'Eletto, sì, ma non faceva parte dei Dodici - ma non totalmente immune alla furia di chiunque avesse ucciso Drago in quel modo... e non gli andava di morire, era decisamente troppo presto.

Temo sia piuttosto preoccupante che esista una persona in grado di fare cose simili, non trovate?

Non rispose, d'altronde nessun altro lo fece: non c'era, questo pensò Azhad, domanda più retorica di quella.

Però... Proprio come accade con una Fenice, dalla morte ne deriva una nascita, credo saremo tutti d'accordo.
... Da questo momento in poi, qualora lo volesse, Marcus, il mio adorato figliolo, potrà ufficialmente diventare uno dei Dodici.


Lo sguardo di Marcus, a quelle parole, saettò dal cadavere al volto della Madre, fissandolo con aria spaesata, quella tipica di chi, una volta tanto, era stato preso in contropiede: gli stava davvero offrendo di essere uno dei Dodici? Gli stava davvero dando la possibilità di acquisire un enorme potere e prendere decisioni autonome, in primis disporre dell'immunità per Veronique?
Doveva pensarci bene, doveva pensarci molto bene.

Non temere Marcus, hai a disposizione 30 giorni di tempo per pensarci.
Qualora rifiutassi, la tua posizione rimarrà inalterata e provvederemo a trovare un nuovo membro.


Annuì, lasciando che il Supremo desse ordini un po' a tutti, già immerso nelle proprie riflessioni, fino a che fu proprio la donna a richiamare la sua attenzione.

Potete andare.
... Tranne tu, Marcus, tu resta qui.


Li osservò andare via uno per uno, coloro che pensava di dover fare fuori nella lotta interna della Setta e coloro che, invece, avevano accettato di seguire Tezzereth: guardò anche lui, per ultimo, ma lo sguardo di Azhad fu per tutti vacuo, totalmente indecifrabile.

Non te lo aspettavi, vero?

Ammetto di essere stato totalmente colto di sorpresa. - confermò lui, pronunciando le sue prime parole da almeno venti minuti a quella parte.

Beh, ormai dovresti aver capito che sono una donna dalle mille sorprese...
Ma non è di questo che voglio parlare, come già detto, hai 30 giorni di tempo per scegliere la tua strada.
Ah beh, qualora sapessi già cosa dire in merito, parla senza esitazioni caro.


Un'offerta tanto importante non può essere valutata a cuor leggero, Madre.
Mi prenderò del tempo, e valuterò con cura la risposta da darVi.


Sempre diplomatico, l'Eletto, anche con lei.

... Pare che tuo cugino abbia di nuovo tentato di torcere il collo ad un nostro infiltrato.
Ha imparato molto bene a riconoscerli, sembra quasi un cane da tartufo e questo però ammetto che sta cominciando a scocciarmi.
È un ben più che valido elemento, ha forti potenzialità e per di più possiede il "Black Star", ma non esiterò a farlo fuori se continua così.


Di nuovo Emmett... quel ragazzo stava cominciando a scocciare anche lui, visti i grattacapi che gli procurava - peraltro inutili e decisamente superflui visto che Azhad aveva già il suo bel daffare per conto proprio.

Ti ordino di andarci a parlare questo fine settimana e di farlo ragionare, altrimenti fallo fuori con la tua stessa bacchetta.

Come ordinate, Supremo.

Che poi avrebbe come sempre fatto di testa propria, era un altro discorso.

... Mi auguro che la tua piccola e dolce francesina stia bene!

È molto felice ultimamente, e farò di tutto affinché la situazione rimanga tale.

Le stava forse anticipando una sua qualche decisione? Non esattamente, visto che Tezzereth gli aveva praticamente promesso la stessa cosa.
Ma questo la Bergman non lo sapeva.

... Marcus.

Sì, Madre?

Fa' molta attenzione: chiunque abbia fatto fuori Ivan Drago è da temere.
Non sono adatta alle raccomandazioni affettuose ma sai che verso di te ho un occhio di riguardo particolare...


Le fece un sorriso velato, inchinandosi a lei e congedandosi con un saluto per raggiungere la porta; ma prima...

... Spero che tale attenzione sia sempre reciproca, naturalmente.

Annuì solamente a quelle parole, aprendo la porta e chiudendosela poi alle spalle: fuori dalla stanza del Supremo, un lento e calcolato sorriso spuntò sulle labbra di Marcus, i cui occhi, stranamente, s'illuminarono di una luce nuova...

Immagine


... quella di chi, inaspettatamente, si era ritrovato col destino della Setta nelle proprie mani.

°Fine°
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Marcus
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