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Relazioni Magiche Internazionali: Corpo delle Convenzioni dei Commerci Magici Internazionali, Ufficio Internazionale della Legge sulla Magia, Seggi Britannici della Confederazione Internazionale dei Maghi
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da Joël » 22/11/2013, 0:50
06/05/2107 - Corte d'Appello del Ministero - Ore 14:31
Caso 23: Asmodeus Brisingr contro Impresa Magica S.r.l.
Difensore Legale per la parte lesa: Joël Montesquieu
Difensore Legale per la parte citata: Helena Van Der Yulm
Magistrato: Frank Pastelli
Sentenza:
"Prendendo in considerazione le due arringhe e discusso con la giuria riguardo il caso odierno, questa corte si sente di favorire la parte lesa, appellandosi alla legge numero 177 del Codice Civile paragrafo 11 comma 28. Per tanto invita la parte citata a pagare una multa di 4600 Galeoni entro i prossimi 90 giorni a partire da domani. Alla parte lesa verranno azzerate totalmente le spese legali per questo caso e dirette a carico della Impresa Magica S.r.l. Questa corte si aggiorna."
Grazie infinite dott. Montesquieu, non so davvero cosa dire, è stato fenomenale!
Si rilassi, ho fatto solo il mio dovere. Lieto comunque di averla aiutata a non dilapidare il patrimonio di famiglia! Mi raccomando non si cacci più in guai simili, ce l'abbiamo fatta per miracolo.
Oh non vorrà scherzare?!
In effetti è vero, sto scherzando, cause così le vinco ad occhi chiusi, ma lei eviti comunque certi problemi!
Naturalmente... E grazie ancora!
Afferrata la sua valigetta 24ore, Joël Montesquieu, Difensore Legale di successo e da poco Principe di Andorra, si diresse verso l'uscita dell'aula di tribunale, sinceramente soddisfatto dell'ennesima vittoria portata a casa per il suo rinomato e prestigioso studio. Odiato dai concorrenti, amato dai clienti, il migliore amico di Alistair Hyrule passeggiava per i corridoi del Ministero con sguardo fermo, fiero, testa alta, petto in fuori e barba perfettamente liscia. Completo classico formato da giacca e cravatta lo vestivano con eleganza e signorilità, rendendolo appetibile per molte delle donne lì intorno che, guardandolo, o arrossivano o per evitare brutte figure preferivano voltarsi sorridendo imbarazzate. Raggiunta la fine del piano, si fermò in prossimità delle macchinette magiche distributrici di bevande fresche o calde, snack di vario genere o riviste di ogni tipo e lingua, provenienti da ogni parte del mondo. Una semplice bottiglietta d'acqua, sempre stato estremamente salutista. Richiamato dalla voce di una delle sue assistenti, l'uomo annuì alla richiesta di seguirla nell'ufficio sulla destra per firmare degli ultimi atti e consegnare il resoconto dettagliato del caso odierno. Una volta entrato, si mise seduto sulla poltrona di pelle rossa iniziando immediatamente a scrivere, assorto nel lavoro ma con la tranquillità e la spensieratezza del vincente. Ignaro che nello stesso momento una donna speciale stava chiedendo di lui, si alzò nuovamente per consegnare ad un elfo adibito alle consegne il fascicolo interamente compilato. Quando però una voce molto familiare investì il suo timpano destro, dovette utilizzare ogni fibra del suo autocontrollo per non mostrarsi colpito o eccessivamente sorpreso, per quanto si, lo fosse incredibilmente. Volse il capo con calma, inquadrando la donna francese avanti a lui, bellissima, a nemmeno tre metri di distanza, ed emise un sorriso molto accennato tra il sereno ed il serio, chiamandola con il nome di battesimo senza alcuna formalità.
Monique... Qual buon vento.
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Joël
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da Monique » 22/11/2013, 13:17
[Villa Vireau - 6 Maggio - ore 10.23]
Questo?
No.
Allora... questo?
No.
E che mi dici di questo?
No!
Ma perché?!
Perché non è abbastanza sexy, come pretendi di sedurlo così?
Sed-- Celine, io non... aaah, ma perché ti ho invitata a darmi una mano a scegliere un vestito?!
Veramente non mi hai invitata, mi sono auto-imbucata io!
La cosa mi consola parecchio... ... questo?
No no no, Monique Vireau, non ci siamo proprio! Aspetta, spostati che ci penso io! Vediamo... questo no, quest'altro nemmeno... ah, ecco!
Ma... non è un po' troppo...
Cosa? Sexy, elegante, perfetto per questa occasione e sul tuo corpo da favola?
... ti salvi solo per l'ultimo commento.
Lo so! Dai, mettiti questo e andiamo a scegliere le scarpe!
Oh, porca Morgana...
[Ministero della Magia - Stesso Giorno - ore 14.40]
Sopportare Celine era stata un'impresa anche per una come Monique, che la conosceva da anni e la considerava come una sorella, ormai: in realtà, fosse stato per la semplice volontà della Vireau, nemmeno ci sarebbe andata da lui, dopo tutti quegli anni... ma dopo un'intensa chiacchierata con la Sauvage - e col supporto di Robyn - alla francese era venuto il tarlo del dubbio in mente; all'epoca l'aveva rifiutato, e Sandyon stesso gli aveva confermato - avendo lavorato insieme - che si era innamorato di lei... perciò ora era single per colpa sua, perché lei gli aveva, come diceva Celine, "spezzato il cuore"? Un dubbio che doveva assolutamente togliersi, anche perché Sandyon stesso aveva ipotizzato - dopo aver fatto esplodere un armadio per la gelosia repressa nei confronti dell'altro dopo il racconto di Monique - che se davvero così fosse stato, forse l'unico modo per andare avanti era proprio ammetterlo, e se dunque lui avesse rivisto la donna della sua vita e si fosse reso conto che lei era andata per la sua strada, magari avrebbe fatto lo stesso. Per questo era lì, al Ministero della Magia, decisa ad incontrare Joël Montesquieu dopo cinque anni di assenza: erano stati per molto tempo amanti, quando Monique era poco più di una ventiduenne, erano stati amici e complici, ma quando lui aveva cominciato a parlare di matrimonio, la francese si era tirata indietro; troppo giovane, troppo irrequieta ancora, e all'epoca lui andava persino d'accordo con Nicholas... un potente deterrente alla possibilità che Monique dicesse di sì. Era scomparsa dalla sua vita da un giorno all'altro, e per cinque anni c'era stato il silenzio: le sembrava assurdo, ora, essere lì a cercarlo, per dirgli cosa non lo sapeva nemmeno lei; in un momento, quando si trovò di fronte all'ufficio del quinto piano del Ministero dove, in teoria, avrebbe potuto trovarlo, si pentì di aver assecondato Celine nell'abbigliamento. Avrebbe dovuto optare per qualcosa di serio, castigato e magari nero, ed invece aveva indossato, su insistenza dell'amica, un abito rosso aderente, con scollatura dritta e profonda, in lino e seta, che le arrivava una spanna sopra il ginocchio e che fasciava perfettamente le curve della donna; niente a coprire le gambe, lasciate dunque nude, e décolletées rosse ai piedi, a richiamare il colore dell'abito, con tacco 9". I capelli lunghi e scuri erano mossi in morbide onde, il trucco accentuato soprattutto negli occhi, per sottolineare lo sguardo di ghiaccio, mentre un velo di lucidalabbra impreziosiva la bocca della francese, che aveva completato quel look - esagerato, mannaggia a Celine! - con una pochette nera, per staccare con tutto il rosso dell'outfit.
Buon pomeriggio. Vorrei parlare con Joël Montesquieu, per favore.
Ha un appuntamento?
No, ma sono una vecchia amica... può dirgli che sono qui?
Qual è il suo nome?
Sospirò appena, infastidita all'idea di doversi identificare anche se, ovviamente, la signorina alla reception stava facendo solo il suo dovere: schiuse le labbra dunque, pronta a pronunciare il proprio nome e cognome, quando una voce dannatamente familiare, che non sentiva più da anni, le fece scivolare un brivido caldo lungo la schiena.
Monique...
La voce non era cambiata, ed era quasi sicura che nemmeno lui, nonostante gli anni di distanza, fosse cambiato: volse lentamente il capo, ed alzò lo sguardo di ghiaccio su Joël, posandolo sulla sua figura.
Una parte di lei, in quel momento, sentì il bisogno di scappare il più lontano possibile da lui, forse per la paura di un confronto, forse perché, semplicemente, reputava inutile parlargli dopo tutto quel tempo... cosa mai avrebbe potuto dirgli? Ma non poteva di certo prendere e andarsene, che figura ci avrebbe fatto? E dov'era finita la fierezza Serpeverde che tanto l'aveva colpito quando si era conosciuti, e che negli anni successivi alla loro separazione si era mescolata al coraggio con cui aveva affrontato la vita? Per questo, ruotando tutto il corpo, prese a camminare verso di lui, l'espressione seria che veniva sostituita da un leggero sorriso sulle labbra mentre gli si avvicinava fino a fermarglisi davanti.
Qual buon vento.
Passavo da queste parti... - rispose Monique con un'alzata di spalle a simulare tutta la casualità di quell'incontro - Il completo da ufficio ti dona parecchio, anche se ti preferisco decisamente coi capelli scarmigliati ed un po' di barbetta incolta - aggiunse, prima di rilassare impercettibilmente i propri muscoli tesi: ormai non si poteva più tornare indietro.
Come stai, Joël?
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da Joël » 22/11/2013, 21:42
Bella, anzi, bellissima. Forse non c'era modo adeguato per descriverla ma poco importava in quel momento, non con lei in quella stanza. Gli occhi cerulei della francese non solo erano rimasti intensi come in passato, ma ora il tempo li aveva mutati, rendendoli più affilati, più maturi, più affascinanti, compito arduo a ben pensare, vista già l'immensa perfezione che ostentava la Vireau appena uscita dall'adolescenza. Avanti a lui, una Monique quasi trentenne che, esattamente come il vino, maturando migliorava e probabilmente diveniva ancora più gustosa da "assaggiare", un termine che il Difensore Legale rapportava sia alla conoscenza che alla maliziosa intimità con molta dimestichezza e immaginario. Vestito rosso che metteva in risalto le forme ben accennate ma non esagerate della donna, delle scarpe che lasciavano libero e visibile il piede curato e privo di smalto, naturale, come piaceva lui, chissà se era proprio per quello che si era presentata a quel modo. No, in fondo passava di lì per caso e non era solita mentire... Non sempre almeno.
Passavo da queste parti...
Vincevo una causa da queste parti...
Il completo da ufficio ti dona parecchio, anche se ti preferisco decisamente coi capelli scarmigliati ed un po' di barbetta incolta.
Potrei dire la stessa cosa: il completo da passeggio ti dona, anche se ti preferisco decisamente coi capelli scarmigliati e senza nulla addosso.
Non la mandava a dire a nessuno, nessuna, specialmente ad una vecchia fiamma come la francese mora avanti a lui in quel momento. I loro occhi rimasero fissi gli uni negli altri per diversi istanti, il sorriso leggero e sicuro del Difensore proprio come in passato. Apparentemente sembrava non esser trascorso nemmeno un giorno dal loro definitivo addio, invece, ben otto lunghi anni, ed in otto anni le cose altroché se cambiavano, come ad esempio la mise e l'aspetto del Principe, per esempio. Ricordava bene la donna, al tempo gli piaceva mantenere la capigliatura lunga da nobiluomo medievale, la barbetta incolta e l'espressione pensierosa e filosofica di chi sapeva esattamente non solo come conquistare il mondo ma sopratutto le attenzioni della più ambita tra le donzelle.
Come stai, Joël?
Come un uomo che credeva di essersi ormai abituato a vedere ogni meraviglia... Invece...
Non concluse la frase, non ce n'era davvero bisogno. Assottigliò lo sguardo, camminò in sua direzione non facendole fare nemmeno altri due passi e subito la mancina della Vireau venne presa con estrema delicatezza e curata con un soffiato baciamano elegante e galante, in stile Montesquieu. Si affacciò la segretaria, chiedendo al suo capo quanto ne avesse ancora. Jo liquidò la sottoposta con un gelido sguardo, così da farle intendere che per un bel po' non desiderava essere disturbato. Ella comprese all'istante e con un inchino verso di lui e verso la sua ospite, si congedò. Ma prima che ciò avvenisse...
Linda, fai portare immediatamente alla signorina un mazzo di gelsomini, rose bianche e campanule bianche.
La segretaria annuì velocemente e si allontanò per portare a termine il compito assegnatole. Adesso finalmente potevano respirare un po' d'aria intima, non avendo più persone a disturbare volontariamente il loro incontro. Chiaro era che nella sua mente, l'uomo si stesse chiedendo il vero motivo per il quale lei si trovasse lì [S.S. 32], ma preferì che fosse lei, con calma, a rivelare ogni cosa, per il resto perché non bearsi della sua presenza e della sua bellezza in quella stanza, ricordando i tempi passati? Lo sguardo dell'uomo, dall'alto verso il basso e poi di ritorno, pareva quasi scrutare oltre quelle vesti femminili e costose, ma con accurata volontà di non risultare invadente o sfacciato, bastava semplicemente che le iridi fiordaliso si muovessero lentamente per farle capire che cosa in realtà stesse facendo senza dirlo o mostrarlo apertamente. Quando poi furono di nuovo viso contro viso, respiro su respiro, Joël sbatté le palpebre, sorridendo criptico e misterioso.
Sto bene. Ho fatto carriera e sono da poco divenuto Principe d'Andorra. Per caso sei al corrente che sto facendo la lotta a molti amici del tuo "stimato" padre? ... Come vedi, ne cambiano di cose.
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da Monique » 22/11/2013, 22:11
Potrei dire la stessa cosa: il completo da passeggio ti dona, anche se ti preferisco decisamente coi capelli scarmigliati e senza nulla addosso.
Non rispose a quelle parole, ma sentì distintamente che le proprie gote si stavano scaldando... ergo, la bella francese stava arrossendo e non poco, sotto lo sguardo deciso di Joël, la sua voce familiare, e il suo modo di fare, sempre così diretto, schietto, che spesso la prendeva in contropiede; in quel senso non era cambiato, no, era come allora, così sfacciato da farle perdere le staffe, ma capace poi di fermarsi un secondo prima di risultare eccessivo, usando la voce, il sorriso, lo sguardo, una cosa qualsiasi per tornare ad essere adorabile ed affascinante. Successe la stessa cosa anche in quel caso, poiché quando Monique fu pronta per ribattere all'affermazione sfrontata del francese, egli la precedette con un complimento galante, perfetto, accompagnato da un baciamano delicato che le fece morire qualsiasi parola sulle labbra.
Come un uomo che credeva di essersi ormai abituato a vedere ogni meraviglia... Invece...
Improvvisamente si sentì di nuovo una ventiduenne, a volte timida e ancora insicura per quanto sapesse mascherarlo bene, e la cosa le fece paura: non doveva essere così, non voleva sentirsi così... era passato tanto tempo, era cresciuta, era una donna con un compagno accanto per l'amor di Merlino!
Tanto sfacciato quanto galante, in questo non sei cambiato... e nemmeno nell'aspetto. Più formale, forse... ma sempre una delizia per gli occhi.
Perché mentire? Le sue guance rosse non parlavano già per lei, risaltando sulla carnagione diafana della donna e ponendo l'accento sulla luminosità del ghiaccio delle iridi? Gli sorrise, dolcemente, così come sorrise alla segretaria di Joël quand'ella entrò per richiamare l'uomo all'ordine... peccato che Montesquieu fosse di ben diverso avviso: la freddò immediatamente con lo sguardo, non prima però di aver ordinato una cosa speciale per la sua ospite.
Linda, fai portare immediatamente alla signorina un mazzo di gelsomini, rose bianche e campanule bianche.
Ancora lo ricordi...
Mormorò in un soffio, e forse, se lui non l'avesse sentita, sarebbe stato solo un bene: anni, anni interi passati lontani, e lui ancora ricordava quali fossero i suoi fiori preferiti: la voce di Celine le rimbombò nella mente, visto che l'amica aveva passato due ore buone a dirle che era stata la donna della sua vita e che aveva spezzato il cuore al francese, ma Monique tentò di non pensarci, di concentrarsi solo sul presente, così che quando lo sguardo di Joël la percorse, quello della mora rimase fermo e deciso sul suo volto.
Sto bene. Ho fatto carriera e sono da poco divenuto Principe d'Andorra.
Un Principe? Allora chiedo perdono per non avervi salutato come si conviene a qualcuno del Vostro rango, Altezza...
Lo prese un poco in giro, sperando che in quanto a senso dell'umorismo non fosse cambiato: sapeva bene di poter vantare determinati privilegi con lui che altri - e altre - si potevano solo sognare... ma non era mai stata una delle tante, per Joël, forse fin dal loro primo incontro, ed era stato quello, alla fine, il problema peggiore.
Per caso sei al corrente che sto facendo la lotta a molti amici del tuo "stimato" padre?
No, questo mi mancava. Ne sono contenta, deduco dunque che tu non sia più tanto amico di Nicholas... ammetto che la notizia ti ha appena fatto guadagnare parecchi punti.
Rispose Monique senza remore, in fondo l'uomo sapeva bene che uno dei motivi del rifiuto della francese era stato proprio il rapporto positivo tra lui e il padre della Vireau, quel gran bastardo di Nicholas.
... Come vedi, ne cambiano di cose.
Ed altre invece rimangono sempre le stesse.
Commentò cripticamente Monique, guardandosi intorno con un mezzo sorriso divertito.
Carino qui... un po' troppo tetro, forse, ma carino - tornò con lo sguardo su di lui e dovette mordersi la lingua per impedirsi di fargli pure una linguaccia ben poco adulta e matura - Così ora lavori stabilmente qui a Londra, o è solo una tappa della tua carriera legale?
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da Joël » 22/11/2013, 22:56
Tanto sfacciato quanto galante, in questo non sei cambiato... e nemmeno nell'aspetto. Più formale, forse... ma sempre una delizia per gli occhi.
Ti sbagli, sono decisamente più sfacciato e decisamente più galante. Allo stesso modo come tu sei più affascinante ed anche più sensuale.
Un baciamano, poi le guance della donna che divennero rosse, si, decisamente non aveva perso quel tocco speciale in grado di imbarazzarla. Al pari di una ragazzina Monique sorrideva forse indecisa sul da farsi o da dirsi, con gli occhi luminosi e la pelle calda, forse agitata. Entrambi lo erano, ma lui tentava di nasconderlo maggiormente e ci riusciva senza sforzo eccessivo, in fondo era il suo lavoro nascondere la paura, l'ansia, il timore e tutte quante quelle emozioni in grado di scoprire facilmente debolezze e intenti. La segretaria prese l'ordine riguardo i fiori e la francese rimase incredula che lui non avesse dimenticato certe piccolezze, certi dettagli della sua persona, come il gusto nei confronti di una pianta o di un colore in particolare.
Ancora lo ricordi...
Ti stupiresti di quanto mi è rimasto impresso...
Un tocco di malizia, un tocco di romanticismo, un tocco di mistero: il mix perfetto per farla incuriosire e lusingare allo stesso tempo. Quanto gli era mancato farle complimenti, viziarla, stuzzicarla con le parole e con i fatti. Non erano più dei giovani in preda agli ormoni, ma giunti all'età più adulta e ancora giovane forse sentivano qualcosa di ancora più forte, di ancora più passionale nell'aria che il semplice desiderio di accoppiamento come avveniva in passato. Joël non aveva mai smesso di amarla, non si era mai sottratto a quella verità, perché non c'era bisogno che lo facesse, perché tanto lei non l'avrebbe mai saputo e probabilmente mai le sarebbe interessato scoprirlo. A 22 anni l'amore viene dato per scontato, viene preso come una scusa infantile legata ad un eccessivo attaccamento. Quando lui le confessò i suoi sentimenti, Monique fu ben capace di rifiutarlo, ipotizzando forse che quella cotta della gioventù sarebbe poi passata in breve tempo, magari nemmeno nell'arco di un paio di estati. Invece il Montesquieu se ne stava ancora lì, dopo otto anni, a fissarla con quegli stessi identici occhi innamorati che le penetravano l'anima. Non poteva non riconoscerli, no, era fin troppo perspicace e questo il Difensore lo sapeva molto bene.
Un Principe? Allora chiedo perdono per non avervi salutato come si conviene a qualcuno del Vostro rango, Altezza...
Per questa volta passi, plebea, ma attenzione, la prossima volta sarete punibile con cento frustate!
La presa in giro fu reciproca, ed infatti sul viso dell'uomo comparve una smorfia divertita molto più palese ed anche giocosa. Quanto desiderava baciarla mentre la guardava ridere assieme a lui; quanto sperava che lei volesse lo stesso, che ancora lo desiderasse. Pensava bene la Vireau quando diceva che lei non era stata come tutte le altre. Aveva rappresentato per il Principe una categoria ben superiore del sesso ed anche dell'affetto. Fuori da quelle coperte a mala pena parlavano, perché per lei quel rapporto doveva rimanere tale e così era sempre restato, con tutto che Jo più di una volta si era concesso di farle capire quanto volesse andare oltre, esplorare un nuovo confine. I genitori, arduo scoglio da superare per l'allora giovane rampollo francese, il quale stava simpatico alla famiglia Vireau e proprio per quello non poteva altrettanto essere adatto al cuore selvaggio ed istintivo della mora dagli occhi ghiacciati.
No, questo mi mancava. Ne sono contenta, deduco dunque che tu non sia più tanto amico di Nicholas... ammetto che la notizia ti ha appena fatto guadagnare parecchi punti.
Non c'è mai stata una vera e propria amicizia e questo lo sai perfettamente. Mi volevano al tuo fianco per la mia posizione, per il mio sangue e il mio prestigio, nulla di più. Sarei anche potuto essere storpio ed odioso, poco sarebbe importato ai tuoi genitori. Ad ogni modo... Come vedi, ne cambiano di cose.
Ed altre invece rimangono sempre le stesse.
Come ad esempio?
No, non l'avrebbe lasciata scappare dopo aver lanciato quel sasso nascondendo la mano. Lei voleva essere criptica, ma lui da buon oratore amava parlare e, fuori dal lavoro, parlare chiaro, questo perché gli bastava ampiamente sentire bugie in aula e durante gli accordi legali, non desiderando altro che limpida chiarezza all'esterno del campo lavorativo. La segretaria giunse portando i fiori e Jo le indicò di posarli sul mobile vicino alla porta del bagno. Diede disposizioni affinché nessuno disturbasse o avesse il consenso per entrare in quella stanza, per altro, uscendo avrebbe dovuto mettere la chiave nella toppa interna in modo che il francese si fosse potuto chiudere ed isolare con la Vireau. Non appena questo avvenne, infatti, monsieur Montesquieu si avvicinò alla serratura e chiuse a chiave, chiave che rimase al suo posto, ovviamente. In fondo mica era un rapimento o qualcosa di simile.
Almeno un po' di pace. Spero non ti metta a disagio trovarti assieme al sottoscritto in una stanza chiusa con le pareti insonorizzate. Prometto che ho solo brutte intenzioni!
Tornò verso la scrivania, afferrando alcuni fascicoli catalogati in dei faldoni per poi riporli negli armadi, lasciando così libera la donna di girare per la stanza ed osservarla attentamente, con cura, facendo anche i dovuti commenti al riguardo, per altro.
Carino qui... un po' troppo tetro, forse, ma carino. Così ora lavori stabilmente qui a Londra, o è solo una tappa della tua carriera legale?
E' un ufficio d'appoggio dove solitamente vengo indirizzato, una volta era il mio studio, ora non più. Per poter vedere il mio vero locale dovresti dirigerti a Parigi, è lì che sto... Non troppo distante dal Ristorante "Le Lys Rouge", ricordi per caso?
Ovviamente una domanda a trabocchetto: in quel ristorante ci avevano mangiato molto spesso in passato, anche perché era uno tra i più cari dell'intera Francia, ma una volta in particolare, nell'idillio della gioventù... Sfogarono dei desideri proibiti all'interno della toilette di servizio, proprio al termine del pasto serale, volendo provare la piacevole ebrezza del proibito e del segreto. Per la precisione, quella fu la loro ultima volta prima della vera ultima, nel letto delle stanze di Monique, dopo la quale lei mise in chiaro che non si sarebbero più dovuti rivedere per differenze di pensiero e sentimenti. Nella voce attuale dell'uomo non c'era alcuna traccia di rimprovero o risentimento, anzi, la più calma serenità possibile, come se stesse soltanto spiegando meglio l'ubicazione del proprio ufficio e nulla di più. Giocare col fuoco era la loro specialità... Chissà se anche quelle determinate tipologie di piaceri erano rimaste intatte nel tempo...
E dunque, visto che passavi di qui per caso... Vuoi dirmi i tuoi programmi iniziali o preferisci passare direttamente alla verità?
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da Monique » 22/11/2013, 23:34
Ti sbagli, sono decisamente più sfacciato e decisamente più galante. Allo stesso modo come tu sei più affascinante ed anche più sensuale.
Sorrise, scuotendo appena il capo: inutile tentare di ribattere, tanto per com'era fatto Joël avrebbe sempre cercato di avere l'ultima parola; era un gioco che avevano portato avanti per mesi, quando si frequentavano, e il francese era sempre riuscito a vincere, per cui Monique non aveva alcuna voglia di ripetere l'esperienza. Meglio rimanere in silenzio in certi casi, e godersi le piccole sorprese che il neo-Principe d'Andorra poteva farle, come dimostrare di ricordarsi ancora i suoi gusti in fatto di fiori... e forse non solo.
Ti stupiresti di quanto mi è rimasto impresso...
Immagino sia prerogativa di un buon avvocato quella di avere un'ottima memoria.
Replicò Monique, riuscendo una volta tanto a trovare le parole giuste per ribattere ad un'affermazione come quella di lui: che puoi l'uomo la lasciasse "vincere" almeno una volta, quello era tutto un altro discorso. La notizia che lui fosse Principe, però, giunse nuova alle orecchie della Vireau, che difatti si scusò subito, scherzando, con l'altro per essersi permessa tanta confidenza.
Per questa volta passi, plebea, ma attenzione, la prossima volta sarete punibile con cento frustate!
Rise a quelle parole, perché l'unica cosa che Joël aveva sempre voluto, a parte il suo corpo - desiderio reciproco - era viziarla all'inverosimile e in ogni modo che fosse umanamente concepibile, per il semplice gusto di vedere i suoi occhi brillare... altro che frustate! Eppure lei non aveva acconsentito a nulla di più, e come avrebbe potuto? Troppo giovane, troppo irrequieta, troppo gelosa della sua libertà... e poi Joel andava d'accordo coi suo genitori, purtroppo.
Non c'è mai stata una vera e propria amicizia e questo lo sai perfettamente. Mi volevano al tuo fianco per la mia posizione, per il mio sangue e il mio prestigio, nulla di più. Sarei anche potuto essere storpio ed odioso, poco sarebbe importato ai tuoi genitori.
Non ne sarei così sicuro, fossi in te... mia madre teneva molto all'estetica, perciò forse sullo storpio avrebbe avuto da ridire - replicò Monique, con un velo sarcastico nel sorriso che le incurvava le labbra - Sull'odioso no, probabilmente non avrebbero detto nulla.
Aggiunse per amore del vero, affermando poi che molte cose rimanevano sempre le stesse: ma Joël non aveva alcuna intenzione di lasciar perdere l'argomento e dunque la francese si ritrovò costretta, suo malgrado, a rispondere.
Come ad esempio?
Mio padre è il solito bastardo, e mia madre prosegue imperterrita nell'odiarmi... - tanto per fare un paio di esempi - E poi... tu riesci ancora a farmi sentire una ragazzina insicura, ed io riesco ancora a darti soddisfazione palesando le mie emozioni.
Ed alzò le spalle, perché onestamente le sembrava di aver parlato più che a sufficienza: ringraziò la segretaria con lo sguardo quand'ella entrò coi fiori per Monique, osservando poi con curiosità i movimenti di Joël che si premurò di isolare entrambi nel suo ufficio.
Almeno un po' di pace. Spero non ti metta a disagio trovarti assieme al sottoscritto in una stanza chiusa con le pareti insonorizzate. Prometto che ho solo brutte intenzioni!
Ah ecco, per un secondo ho temuto che ti andasse solo di conversare con me!
Esclamò di rimando la donna mentre scuoteva il capo per fargli capire che no, non le dava fastidio... sapeva che Montesquieu non avrebbe mai approfittato di lei, troppo gentiluomo per una cosa del genere, e questo bastava a rassicurarla.
E' un ufficio d'appoggio dove solitamente vengo indirizzato, una volta era il mio studio, ora non più. Per poter vedere il mio vero locale dovresti dirigerti a Parigi, è lì che sto... Non troppo distante dal Ristorante "Le Lys Rouge", ricordi per caso?
Volse il capo a quelle parole, lo sguardo che si faceva appena più intenso, tagliente.
Anche io ho un'ottima memoria, Joël...
Rispose in un sussurro, non negando però quello che era stato il passato: non avrebbe mai dimenticato le cene meravigliose con cui lui l'aveva deliziata, gli sguardi provocatori che si lanciavano per tutta la durata del pasto, né l'onda di passione che, una volta, li travolse al ristorante al punto da spingerli a fare sesso nella toilette, con tutto che la gente entrava ed usciva come niente fosse.
E dunque, visto che passavi di qui per caso... Vuoi dirmi i tuoi programmi iniziali o preferisci passare direttamente alla verità?
Sorrise ironica, sapendo che lui non avrebbe mai bevuto la storia del trovarsi lì casualmente: annuì, ruotando totalmente il corpo per avvicinarsi alla scrivania e sedersi alla poltroncina di fronte ad essa, accavallando le gambe in un movimento più automatico che sensuale.
Non sono stata corretta con te, in passato. Troncare i rapporti in quel modo... sono stata imperdonabile ed egoista, ho pensato solo a me e non a come ti potessi sentire tu. Ma a parte le scuse doverose... sono qui per sapere quanto profondamente io ti abbia spezzato il cuore, ammesso che sia ciò che ho fatto - rivelò la Vireau, preferendo evitare ulteriori convenevoli. Ho visto una tua foto sulla Gazzetta del Profeta qualche giorno fa, insieme a Celine... te la ricordi? - piccola frecciatina, per testare la sua reazione - Abbiamo parlato di te, ricordato il passato, e secondo lei il motivo per cui sei ancora scapolo... sono io. Quello che ti ho fatto, l'averti rifiutato. Chiamami pure "stronza egocentrica" ... ma sono qui per sapere se è vero.
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da Joël » 23/11/2013, 15:16
Immagino sia prerogativa di un buon avvocato quella di avere un'ottima memoria.
Si limitò a fissarla, sbuffando appena divertito. Quella volta la lasciò vincere, sopratutto perché notò che crescendo aveva imparato a ribattere di più, ad avere quell'ulteriore charme che oltre a farlo impazzire dimostrava un carattere indomito, forte e allo stesso tempo di classe, elegante. La situazione tra loro in quell'istante era di stallo: all'effettiva, nessuno dei due sapeva esattamente come sarebbe andata a finire, ma ad ogni modo desideravano portare avanti la conversazione forse per il semplice desiderio di sentire una voce, di non cadere nel silenzio, la trappola eccellente per combinare qualcosa di troppo istintivo o magari soltanto palesare in volto emozioni con tanta cura nascoste per sicurezza e autodifesa. Jo non aveva dubbi che Monique fosse in difficoltà, ma mai avrebbe alimentato quella condizione perché pressare la donna equivaleva farla ritrarre, indietreggiare, ed ora che invece finalmente l'aveva incontrata non avrebbe permesso che se ne fosse andata via tanto facilmente.
Non ne sarei così sicuro, fossi in te... mia madre teneva molto all'estetica, perciò forse sullo storpio avrebbe avuto da ridire. Sull'odioso no, probabilmente non avrebbero detto nulla.
Patetica quando cercava di presentarsi alle feste e ai ricevimenti con vestiti e trucco volti a farla apparire più bella di te. Era a dir poco... Come dire... Esilarante salutarti dicendo che eri la più incantevole della serata osservando con la coda dell'occhio le sue reazioni. ... Ma dopo tutto, era la verità... E' la verità.
Mai e poi mai avrebbe potuto paragonare la bellezza della Vireau ad una qualsiasi altra donna incontrata nel corso della sua vita. Otto anni spesi a cercare negli occhi di molte donne da una notte e via quella stessa scintilla speciale e ineguagliabile che lo aveva spinto a perdere la testa ed il cuore per la nobile parigina allora appena 22enne. Invece, contro ogni previsione, il mondo e il karma si erano accaniti per far si che lui mai riscoprisse l'emozione di scrutare in dei simili specchi di ghiaccio, condannandolo a ricordare perennemente la delusione di non essere stato, allora, ciò che ella voleva, ciò del quale ella aveva bisogno. Ma non solo per lui le cose non erano cambiate, non solo per lui l'ovvietà dei giorni era rimasta intatta: Monique ne sapeva qualcosa e alla sua domanda non esitò a spiegarsi meglio, con quel velo tra il rassegnato e lo schifato.
Mio padre è il solito bastardo, e mia madre prosegue imperterrita nell'odiarmi...
Bastardo, mafioso, trafficante d'armi, corruttore politico, attivista illecito e assassino... Per la precisione! Tua madre se non altro si limita soltanto a provare un pessimo sentimento nei tuoi confronti... Vista così sembra quasi una santarellina.
E poi... Tu riesci ancora a farmi sentire una ragazzina insicura, ed io riesco ancora a darti soddisfazione palesando le mie emozioni.
Dunque certe cose pur non cambiando restano positive. ... E per la precisione, riesco ancora a scuotere il tuo calore corporeo o quello non mi riesce più?
Quella domanda dovette essere lasciata forzatamente in sospeso e probabilmente nel nulla, visto che la segretaria, senza alcuna colpa, entrò all'interno dell'ufficio d'appoggio per consegnare i fiori alla Vireau, sorridendole di rimando per poi congedarsi e lasciare che il profumo inebriante di quelle piante irradiasse l'intera stanza, adesso completamente chiusa a chiave ed insonorizzate per garantire una completa privacy. Un veloce scambio di battute a proposito delle pessime intenzioni di monsieur Montesquieu, che permise ancora una volta al Difensore Legale di bearsi del sorriso e della risata argentina della donna che, scuotendo il capo, lo tranquillizzò che non c'era problema a rimanere un po' per conto proprio senza disturbi esterni. L'argomento di conversazione si mosse sul reale luogo di lavoro dell'uomo, presenta a Parigi, non troppo distante da un luogo molto legato al passato e alla passione delle due persone adesso molto, troppo vicine l'una all'altro.
Anche io ho un'ottima memoria, Joël...
Ed io lì non ci sono più tornato, Monique...
Troppi impegni forse? Oppure la palese volontà di farle capire quanto quel ristorante fosse legato a loro e non avesse più voluto condividerlo con nessuna? Beh, la risposta a dir la verità era piuttosto ovvia e forse fu anche per quel motivo che la francese, dopo aver ascoltato le successive parole dell'ex amante, si decise a vuotare il sacco una volta per tutte, sedendosi sulla poltrona accavallando le gambe toniche e perfette con fare automatico e sciolto, senza alcun intento malizioso, ma abbastanza lentamente da permettere alla fantasia di Jo di viaggiare oltre i confini del consentito. Il tono con il quale ella parlò e rispose inizialmente fu disteso, tranquillo, quasi sereno; si vedeva però che dire certe cose la metteva molto in difficoltà, probabilmente per la paura di avere un responso positivo, un responso scioccante. Già, Monique Vireau non era mai stata esattamente una cima in collegamenti logici sentimentali.
Non sono stata corretta con te, in passato. Troncare i rapporti in quel modo... sono stata imperdonabile ed egoista, ho pensato solo a me e non a come ti potessi sentire tu. Ma a parte le scuse doverose... sono qui per sapere quanto profondamente io ti abbia spezzato il cuore, ammesso che sia ciò che ho fatto. Ho visto una tua foto sulla Gazzetta del Profeta qualche giorno fa, insieme a Celine... te la ricordi? Abbiamo parlato di te, ricordato il passato, e secondo lei il motivo per cui sei ancora scapolo... sono io. Quello che ti ho fatto, l'averti rifiutato. Chiamami pure "stronza egocentrica" ... ma sono qui per sapere se è vero.
Deglutì piano, sbattendo le palpebre un paio di volte, fissandola estremamente serio, quasi gelido, impenetrabile, misterioso. Inspirando profondamente, gonfiando i pettorali, andò a posare le mani sulla scrivania piegandosi di poco in avanti come a voler coprire parte della distanza che separava il suo corpo da quello della Vice Preside di Hogwarts. D'un tratto però, il viso si distese, le labbra si incurvarono in un sorriso accennato e si... Tendenzialmente furbo.
Te lo dirò quando e se saremo a cena fuori, la prossima settimana.
E come se nulla fosse successo e nulla avesse sentito...
Certo che mi ricordo di Celine, detiene il secondo posto fisso sul podio dei miei migliori rapporti sessuali.
Chissà chi deteneva il primo?!
Come sta? Ho ben sentito che è diventata un'ottima diplomatica!
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da Monique » 23/11/2013, 18:29
Patetica quando cercava di presentarsi alle feste e ai ricevimenti con vestiti e trucco volti a farla apparire più bella di te. Era a dir poco... Come dire... Esilarante salutarti dicendo che eri la più incantevole della serata osservando con la coda dell'occhio le sue reazioni.
Questo non è cambiato: ha ancora la fissa di voler a tutti i costi sembrare più bella della sottoscritta, ma se questo la rende felice... - alzò le spalle con fare pacato, quello di chi non se la prendeva minimamente: dopotutto, se sua madre voleva continuare a combattere contro il tempo che scorreva inesorabile e gli anni di meno della figlia, chi era lei per impedirglielo? - E tu sei sempre stato galantemente stronzo, in sua presenza. Sai, credo che le suggerirò d'invitarti alla prima festa che deciderà di organizzare solo per darle la speranza di sentirsi adulare da te.
Commentò Monique, con un sorrisetto divertito e forse un po' maligno sulle labbra che però rispecchiava il suo pensiero, e cioè che sua madre un bel bagno d'umiltà se lo meritasse eccome. E poi sapeva bene che Joël, in situazioni come quella, si sarebbe divertito un sacco.
... Ma dopo tutto, era la verità... E' la verità.
Gli fece una piccola riverenza dopo quel complimento, accettandolo con un sorriso lusingato e vagamente imbarazzato, com'era giusto che fosse considerando che aveva di fronte un uomo di bell'aspetto, affascinante e prestante, come allora e forse anche di più. Con quella consapevolezza, Monique iniziò ad elencare a Joël ciò che col tempo non era cambiato, come i modi di fare di suo padre e sua madre.
Bastardo, mafioso, trafficante d'armi, corruttore politico, attivista illecito e assassino... Per la precisione! Tua madre se non altro si limita soltanto a provare un pessimo sentimento nei tuoi confronti... Vista così sembra quasi una santarellina.
Sarà felice di saperlo.
Mormorò con un ghigno la francese, prima di proseguire con altri due esempi, questa volta che li riguardavano da vicino.
Dunque certe cose pur non cambiando restano positive. ... E per la precisione, riesco ancora a scuotere il tuo calore corporeo o quello non mi riesce più?
In quel momento ringraziò con tutta se stessa la segretaria del francese, quasi sarebbe corsa a baciarla per averla salvata da una domanda davvero imbarazzante come quella: no, non era eccitata nel senso convenzionale del termine, ma dire che non le suscitava nulla sarebbe equivalso a mentire, e la Vireau non amava prendersi in giro da sola - soprattutto quando la vita tentava già di fregarla in mille modi diversi. Si stuzzicarono un po' a vicenda, innocentemente, prima che una frecciatina di Montesquieu tirasse fuori il lato più tagliente della francese: non era arrabbiata né infastidita, semplicemente non voleva che lui pensasse a Monique come alla stronza che si era dimenticata di lui, di ciò che il loro rapporto aveva significato per lei, dei momenti - e dei luoghi - passati insieme.
Ed io lì non ci sono più tornato, Monique...
Hanno cambiato gestione, per caso? - domandò con un sorriso la francese, giusto per stemperare un po' quell'atmosfera seria e a tratti malinconica che tra loro si era creata, per poi sorridere e scuotere appena il capo - Nemmeno io, comunque... credo sia perché sapevo che non sarebbe più stata la stessa cosa.
E perché non avrebbe saputo con chi andarci, peraltro: coi prezzi esorbitanti del Lys Rouge, o ci andava con Celine - e non era sicura che l'amica avrebbe apprezzato quel tipo di cucina - o con Sandyon - ed era piuttosto certa che l'uomo non si sarebbe sentito a suo agio; insomma, aveva lasciato perdere, senza starci troppo male, collegando quel ristorante al ricordo di Joël. Ma non era lì solo per rivangare il passato... aveva bisogno di risposte, di certezze: per questo, dopo essersi seduta, chiese a Joël se quei dubbi avessero ragione di esistere o meno, ma non ricevette immediatamente una risposta; quasi a farlo apposta - probabilmente senza il quasi - inizialmente Montesquieu la fissò tutto serio, quasi distaccato, sporgendosi verso di lei con aria imperscrutabile... salvo poi sorridere con l'aria di chi sapeva decisamente il fatto suo.
Te lo dirò quando e se saremo a cena fuori, la prossima settimana.
Furbo, assolutamente furbo ed anche un poco stronzo: sapeva che Monique era una persona curiosa, e che stuzzicandola in quel modo si era garantito un sì; anche in passato usava quel trucchetto, fomentando la sua curiosità per strapparle un'altra uscita, un altro appuntamento, e ci riusciva sempre. Come adesso.
Uff... va bene, d'accordo, hai vinto! E dove avresti intenzione di portarmi, mh?
Chiese infine, incrociando le braccia all'altezza del petto con un modo di fare a metà tra il rassegnato e l'esasperato: doveva immaginarselo che alla fine avrebbe vinto lui, non era forse un avvocato di successo, in grado d'incantare chiunque e fargli credere ciò che voleva?
Certo che mi ricordo di Celine, detiene il secondo posto fisso sul podio dei miei migliori rapporti sessuali. Come sta? Ho ben sentito che è diventata un'ottima diplomatica!
Scommetto che sarà deliziata quando glielo riferirò... - di essere al secondo posto, ovviamente - Sta molto bene, il lavoro da Diplomatica le va alla grande, e... non so se lo sai, ma frequenta il tuo migliore amico... - o almeno, così Celine aveva parlato di Alistair riferito a Joël, e la Sauvage non era tipo da inventarsi le cose.
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da Joël » 23/11/2013, 23:17
Uff... va bene, d'accordo, hai vinto! E dove avresti intenzione di portarmi, mh?
Mettiamola così: tu informati riguardo il ristorante più buono e caro al mondo... ... Ci troveremo lì davanti tra una settimana esatta alle 20:15, io sarò quello coi capelli scarmigliati e la barba incolta.
Aveva accettato. Tutto calcolato, sicuramente, ma ciò non toglieva che sentirla dire di "si" lo aveva emozionato molto. Finalmente una cena con la Vireau, finalmente una cena dopo otto anni con la persona che gli aveva fatto capire davvero cosa significasse il piacere sessuale e il piacere dell'avere di fronte una partner elegante e spontanea allo stesso tempo. Monique racchiudeva in sé ogni caratteristica positiva che il Difensore Legale cercava in una compagna, così era allora e così era adesso. Il tempo non era trascorso per loro: messo in una pausa apparente, freddato e riscaldato dopo diversi mesi solo per dare ancora prova ad ognuno di quanto avessero perso per strada, a quanto avessero rinunciato, chi per presa di posizione chi per poca volontà di combattere. La gioventù, amara e in certi casi stupida, ma adesso avevano la possibilità di rimediare, per quanto dovesse essere una volontà comune e dei due soltanto il francese era effettivamente scapolo.
Scommetto che sarà deliziata quando glielo riferirò... Sta molto bene, il lavoro da Diplomatica le va alla grande, e... non so se lo sai, ma frequenta il tuo migliore amico...
Quindi è lei la bionda sofisticata della quale Alistair mi ha parlato qualche sera fa. Non l'avrei mai potuto immaginare, adesso che ci penso però, Celine non è mai stata una troppo attaccata al ceto sociale. A pensarli insieme fanno una bella coppia e poi il tedesco sono sicuro che ha un'esperienza a letto non indifferente! O per lo meno questo mi è parso di capire quando gli feci le domande più scomode...
Ed invece Jo non ci aveva preso manco per nulla perché Alistair aveva l'esperienza sessuale di un bambino di 12 anni appena entrato in pubertà. Quando parlavano mangiando un boccone, il botanico cercava sempre di nascondere la sua condizione di uomo vergine per evitare di essere visto male o giudicato negativamente da un tipo come il francese che invece di donne se ne era passate parecchie ed anche da molto tempo. Ovviamente non aveva mai effettivamente confermato alcuna ipotesi o teoria del Montesquieu, ma non smentendo nemmeno permise all'amico di trarre delle conclusioni effettivamente errate e quindi deviare del tutto la sua considerazione dell'amico nell'ambito più privato. La Vireau tuttavia evitò di commentare quella frase, rimanendo impassibile, riservandosi forse di far uscire quel discorso in futuro, magari proprio a quella fantomatica cena della settimana successiva, e tuttavia non ci sarebbe stato abbastanza tempo per parlare ancora, poiché la segretaria giunse di nuovo all'interno dell'ufficio, o meglio, bussò per farsi aprire, in modo da avvertire il proprio capo dell'arrivo di una persona con la quale aveva un appuntamento per parlare a proposito di fatti privati.
Grazie Linda, consegna i fiori alla signorina Vireau, una volta che sarà uscita fai pure accomodare l'ospite. Ah, gentilmente, fai recapitare un mazzo di gerbere rosse, rose blu e girasoli presso l'ambasciata francese alla signorina Sauvage, grazie.
Con un inchino riverente e un modo di fare assolutamente professionale, la segretaria salutò Monique dopo averle consegnato il mazzo di fiori e si allontanò dalla stanza, permettendo a Joël di muoversi con scioltezza da dietro la scrivania e raggiungere la sua ex amante in meno di tre secondi. La mano destra si mosse verso il fianco della donna, stringendolo appena. La mancina, a meno che non fosse stata fermata, avrebbe preso strada fino alla guancia corrispondente del viso di lei. Per i primi attimi nei quali regnò il silenzio, parve quasi che il Difensore volesse avvicinarsi pericolosamente e baciarla sulle labbra, ma il movimento fu altrettanto naturale nel cambiare traiettoria verso metà atto e dirigere la bocca sulla guancia opposta a quella sfiorata ed accarezzata con leggerezza e delicato affetto.
... Passa una piacevole giornata, spero di non essere l'unico a desiderare che questa settimana trascorra in fretta. ... Arrivederci Monique.
Fece un passo indietro, rimanendo tra il serio ed il sorridente, osservando ancora una volta tramite una panoramica veloce tutto il corpo di lei. Ella sapeva che non appena si fosse girata, l'occhio dell'uomo sarebbe corso in direzione della sua parte sessuale preferita: il sedere. Non poteva far altro però, non poteva mica uscire camminando all'indietro: lo avrebbe accontentato, seppur non volontariamente e a Jo questo bastava, almeno per il momento. Vederla andare via fu un colpo duro per il cuore dell'uomo che avrebbe volentieri mandato all'aria qualsiasi altro impegno in corso pur di stare ancora con lei, magari per un aperitivo o una passeggiata ad Hide Park, ma in quel caso non era il lavoro a chiamare bensì un impegno un po' più delicato che riguardava la propria abitazione ed un insieme di creature viventi alle quali il francese teneva particolarmente: gli animali del suo giardino personale intorno al castello.
Chiedo scusa capo, posso dunque farla accomodare?
Naturalmente, non farla attendere un minuto di più.
Va benissimo!
Sei mesi prima, il veterinario che si occupava della cura e dell'osservazione annuale dei suoi animali morì di vecchiaia, alla veneranda età di 86 anni. Lo stimato medico di fama mondiale era al servizio della famiglia Montesquieu già ai tempi del nonno di Jo, insomma una garanzia. Quando passò a miglior vita, fu molto difficile per il nuovo Principe scegliere una persona altrettanto qualificata e di fiducia lavorativa da prenderla ad occuparsi della fauna intorno al castello senza remore o preoccupazioni di qualunque sorta. Alcuni degli esemplari del giardino erano profondamente legati al vecchio veterinario di famiglia, tanto che ogni altro medico chiamato negli ultimi mesi per tentare di visitarli era stato pesantemente scacciato ed allontanato dalle creature, per questo Jo era entrato nel panico più totale. Qualche settimana prima però, leggendo tra i giornali europei, colse l'articolo riferito ad una ragazza molto brava e promettente nel campo veterinario in grado di curare qualunque animale rendendolo nella maggior parte dei casi innocuo, che fosse terrestre o marino. Secondo quell'articolo, confermato da molti altri di altre testate giornalistiche sia babbane che magiche, quando la ragazza si avvicinava ad un animale ferito restio a farsi mettere le mani addosso, tutto cambiava e si lasciava sfiorare e medicare. Non tanto curioso per la faccenda ma più che altro bisognoso di una persona che si prendesse in fretta cura dei suoi amati amici "naturali", l'uomo diede l'incarico di contattare quella veterinaria affinché si presentasse nel suo ufficio quello stesso giorno per parlare di lavoro ed accordi. Infatti, nemmeno pochi attimi dopo aver dato l'ok a Linda, la persona in questione si presentò davanti a lui con un sorriso professionale ed un aspetto onestamente grazioso e giovanile.
Oh... Finalmente, Rachel Dyther, dico bene? Joël Montesquieu, Difensore Legale. Si accomodi pure, è un piacere conoscerla ed incontrarla...
Tese la mano, sorridendo affabile, fissandola intensamente negli occhi, dopo essersi presentato con voce profonda e calda. Chiusura con Monique / Apertura con Callisto
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Joël
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da Callisto » 24/11/2013, 0:26
§ 6.5.2107|3.12 pm. §
Era alquanto insolito che qualcuno la mandasse a chiamare: di solito le persone portavano gli animali da lei, e nel suo piccolo studio Callisto li curava, li accudiva, li faceva tornare come nuovi, a meno che certo il problema fosse la vecchiaia... per quella nemmeno lei conosceva dei rimedi efficaci. Rachel Dyther - così si era fatta conoscere in entrambi i mondi, quello magico e quello babbano - era una garanzia per chiunque volesse mantenere il proprio animale in perfetta salute, o per chi semplicemente con quest'ultimo aveva problemi; non erano state poche, infatti, le volte in cui la donna - l'esperimento mal riuscito di Tezzereth - aveva convinto un animale a fidarsi del proprio padrone, o al contrario aveva convinto il secondo a lasciare libero il primo per incompatibilità di caratteri. Quel lavoro le piaceva, le permetteva di sfruttare ciò che di positivo il suo creatore le aveva donato, e soprattutto le aveva garantito la possibilità d'inserirsi nell'ambiente babbano - e sporadicamente anche in quello magico, essendo classificata come Natababbana - come una qualsiasi altra lavoratrice; si era rifatta una vita a Londra, si era costruita una nuova identità, una nuova immagine, e mantenerla... sì, ora era piuttosto semplice. Per questo, perché sarebbe apparso strano rifiutare un lavoro come qualsiasi altro, aveva accettato d'incontrare l'avvocato Joël Montesquieu quel pomeriggio: avrebbe preferito evitare di mettere piede in un posto come il Ministero della Magia, visto ciò che rappresentava per il mondo magico - un abominio, un mostro se si fosse saputa la verità - ma difficilmente riusciva a dire di no quando sapeva che c'erano degli animali bisognosi del suo intervento. Aveva accettato dunque di parlare con l'uomo nel suo ufficio del Ministero, ed era lì che attendeva, fuori dalla porta: non le dispiaceva aspettare, soprattutto perché con le sue capacità poteva cogliere moltissimi dettagli. Poteva osservare senza difficoltà ogni più piccolo movimento delle persone che si muovevano in fondo al lungo corridoio pur trovandosi lei alla sua estremità <Vista nitida fino a 20 metri>, e poteva tranquillamente sentire la segretaria del francese domandare al suo superiore se finalmente la veterinaria potesse essere fatta entrare <Udito fino a 10 metri>.
Chiedo scusa capo, posso dunque farla accomodare?
Naturalmente, non farla attendere un minuto di più.
Va benissimo!
Si lisciò le pieghe del vestito nero che indossava, un abito di cotone e seta con bordi in pizzo con scollatura a V assimetrica e lungo fino al ginocchio, e non appena la segretaria le confermò che poteva entrare, la donna si fece avanti, facendo risuonare le parigine nere con tacco che indossava ai piedi - e che coprivano il suo tatuaggio - sul pavimento del Ministero: gli occhi si focalizzarono subito sul volto di Joël, un azzurro chiaro capace di rendere lo sguardo intenso, tanto che forse l'uomo lo avrebbe potuto paragonare a quello di colei che era appena uscita da quella stessa stanza - e a cui Callisto non aveva fatto troppo caso, in realtà.
Oh... Finalmente, Rachel Dyther, dico bene?
Annuì a quella domanda, allungando a sua volta la mano destra: la stretta di lei sarebbe risultata di media forza, come ci si sarebbe aspettato da una donna, ma decisa.
Joël Montesquieu, Difensore Legale. Si accomodi pure, è un piacere conoscerla ed incontrarla...
Puntò gli occhi nei suoi e, lentamente, distese le labbra carnose e delicate in un sorriso amichevole, solare... ipnotico: non lo faceva apposta, era la sua natura a permetterle certe cose, <15% di attrattiva verso qualsiasi soggetto> che lo volesse o meno.
Il piacere è mio, avvocato. Come posso aiutarla?
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