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Newcastle

Messaggioda Sandyon » 17/10/2013, 19:41

... ho limonato con tuo fratello e mi ci sono anche strusciata sopra...

Per un primo momento non riuscì a collegare la faccenda americana alle parole della ragazza, ma constatando che quella fu l'unica volta nella quale Ryan aveva visto ed aveva avuto a che fare con la ragazza, riuscì facilmente a sistemare insieme ogni tassello, abbastanza sicuro che tra tutti i difetti di Edward Atwood per lo meno non era presente la pedofilia.
Inutile dire comunque che fissò momentaneamente Arianna con espressione vacua e gelida, dando un "leggero" cazzotto sul ripiano della cucina, provando a socchiudere gli occhi e prendere un gran bel respiro, tentando di ritrovare la calma più assoluta.
Meno male che Ryan non l'aveva più vista e allora non l'avesse trovata nello stato attuale, altrimenti con molta probabilità avrebbe cercato anche di andarci a letto, frenato forse dall'ipotesi che Sandyon gli tagliasse i gioielli di famiglia con un "Diffindo Distructor".

Per il momento sorvoliamo sull'argomento "fratello", cortesemente.

E ringraziamo la Trama che non mi si può più bloccare la crescita...

Lo trovi così brutto?

Non colse la battuta rivolta al "fratello del mio Mentore", bensì la collegò al fatto che Ryan non fosse per nulla l'ideale estetico maschile di Arianna.
Non molto abituato al modo di fare dei giovani e sopratutto alla mentalità femminile, si lasciò andare in una ulteriore domanda perplessa prima di chiedere in definitiva all'apprendista di parlargli di Velarko e di quello pseudonimo, Xena, con il quale prima aveva chiesto di farsi chiamare da Faith da quel momento in poi durante le missioni e davanti a qualunque altro Mercenario.
La Ricciardi decise come prima cosa di spiegare il soprannome, citando una serie televisiva babbana seguita dal suo ex compagno di casata, Typhon Seal, spiegando il motivo di quella scelta, riferendosi allo spirito guerriero insito nel personaggio di quella fantomatica Xena che lei voleva ricreare non solo nel modo di farsi vedere e temere dai propri nemici, ma anche grazie ad alcune uscite originali e assurde come l'urlo di poco fa.

... quando Velarko mi ha chiamata in quel modo, "Principessa Guerriera", durante lo scontro, mi è venuto spontaneo dirgli di ricordarsi di me come "Xena", e visto cosa rappresenta, mi piace.
L'urlo che ho fatto prima è il suo marchio di fabbrica, lo emette ogni qualvolta scende in campo a combattere.


Capisco.
Molti nel panorama del tuo lavoro hanno dei nomi d'arte, non è una novità.
Diciamo che presto o tardi conosceranno il tuo vero nome, ma il fatto che tu ti sia presentata come "Xena" alimenterà l'ipotesi che non sei affatto una novellina e che anzi conosci già molto bene le dinamiche dei Mercenari.
Insomma, hai fatto un passo avanti senza nemmeno accorgertene.


Evitò per il momento di menzionare il proprio soprannome, il proprio pseudonimo con il quale tutti quanti definivano Sandyon Vastnor.
Nessuno lo aveva dimenticato, non dopo tutti i crimini morali che aveva commesso in pochissimo tempo.
Alcuni mesi prima, c'era anche qualcuno che osava pensare ad un ipotetico scontro pari tra lui e l'ex N°1 Garruk, trovando l'approvazione di moltissime persone e colleghi, convinti che quella si che sarebbe stata la sfida del secolo.
Tuttavia se la ragazza non avesse chiesto nulla, lui in silenzio avrebbe atteso soltanto che continuasse la spiegazione, arrivando alla parte dello scontro vero e proprio con Boris, specificando quale fosse il suo limite più grande, la sua debolezza più fastidiosa, constatata proprio tra un cazzotto e l'altro con il N°5 al mondo.

Per quanto riguarda Velarko... beh, nello scontro con lui ho evinto che faccio schifo nel fintare: ogni qualvolta tentassi di raggirarlo per prenderlo alla sprovvista, Boris capiva cosa stessi cercando di fare; l'ho colpito comunque, questo sì, ma è frustrante essere così prevedibile.
Devo migliorare.


Boris è uno dei più grandi combattenti logistici della Gilda dei Mercenari.
Fintare con lui è tanto difficile quanto mettere a tappeto un lupo mannaro, posso assicurartelo.
Non scoraggiarti se non ce l'hai fatta, ma l'ho notato anche io che hai un modo di combattere corpo a corpo troppo prevedibile.
Lavoreremo sulle finte ma anche sul cambio di guardia repentino.
Se apprenderai a colpire con eguale forza sia con destra che sinistra, sarai un'arma mortale per chiunque osi sbarrarti la strada.


Non le aveva mai e poi mai parlato così. No, non aveva mai usato quei termini, non l'aveva mai definita una ipotetica "arma mortale" e non perché non credesse in lei ma perché allora non la credeva e vedeva ancora come una Mercenaria e sopratutto come una sua possibile erede.
Tempo fa lo sperava, desiderava di vedere dei miglioramenti, ma adesso si trovava di fronte ad una persona che anche avendo affrontato una missione in piena regola era rimasta dell'idea di voler rompere più culi di chiunque altro sulla faccia del pianeta.
Arrivato a quella verità e a quella effettiva realtà di pensiero, Sandyon entrò nell'ottica che da quel momento in poi doveva fortificare non una ragazza, non un'apprendista, non una Draghessa... Bensì una Guerriera.
La fermezza nei suoi occhi la diceva lunga sulla severità dei suoi prossimi allenamenti, ma se ormai aveva capito bene la determinazione della Ricciardi, poteva star sicuro che avrebbe visto altrettanta fermezza anche negli occhi della ex principessa str***a di Hogwarts.

Credo fosse convinto che sia l'apprendista di Asher, ma questa voce, ammesso che la metta in giro, non durerà molto visto che Asveras sa la verità.

...

... sei arrabbiato per la storia di Asveras, per quello che gli ho detto?

...

Mi dispiace, so che non avrei dovuto, ma... era come se il mio istinto mi spingesse a tentare, ad azzardare il tutto e per tutto.
Robyn mi ha raccontato che eravate molto amici, tu e Tyslion, che poi avete litigato di brutto e che da quel momento lui ti odia...
Ma io non credo ti odi, altrimenti mi avrebbe ucciso solo per ferirti, per costringerti a cercarlo e affrontarlo.


...

In ogni caso mi rendo conto che sia stata una mossa davvero troppo avventata, è stata l'adrenalina a farmi perdere il controllo... scusami, Mentore.

Dastel si godette quelle coccole fantastiche, fermandosi poi quando ricevette il grosso pezzo di carne.
Una volta finito, andò a fare qualche festa al proprio padrone incontrando subito il suo affetto sincero e poco dopo si dedicò anche alla ragazza, strusciando il muso sulla sua gamba e ricercando un'ultima carezza per poi congedarsi ed andare a correre fuori nel prato intorno alla casa.
L'ex N°1 avrebbe voluto subito andare in un posto particolare, avrebbe voluto subito farle la sorpresa che aveva in serbo per lei, avrebbe voluto subito dimenticarsi dell'accaduto cercando di analizzare solo i punti migliori della faccenda per concentrarsi sul domani, ma Arianna aveva sollevato una questione delicata e spinosa, una questione che andava definita in qualche modo e sopratutto in fretta.
Parlargliene significava dare molta fiducia all'apprendista, poiché era la terza persona a conoscere la verità dopo Asher e Monique, a parte Faith per ovvi motivi e il fratello per i pettegolezzi di Faith.
L'uomo si avvicinò a lei e le tese la mano per farla alzare, dopo di che la condusse fino al soggiorno dove, sedendosi, la fece mettere sulle proprie gambe, esattamente come... Si, come una "poppante", ma per lui era tutto nuovo ed avere una figlia era difficile da gestire, perché non sapeva esattamente come comportarsi, dunque, agiva seguendo quelle piccole abitudini che aveva al tempo in cui una figlia di sangue l'aveva sul serio.
Da un lato però, forse poteva essere considerato molto dolce, inesperto, almeno in quel campo, ma dolce.

Adesso ascoltami bene.
Voglio che regni il silenzio fino a quando non avrò finito, intesi?


Aspettò che ella annuisse, per poi prendere un gran respiro ed andare avanti.

Devi sapere che molti anni fa, in un piano bar altolocato greco...

- DIVERSI MINUTI PIU' TARDI -

Adesso sai proprio tutto.
... Comprendi ora l'astio di Asveras nei miei confronti?
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Messaggioda Aryanne » 17/10/2013, 20:17

Lo trovi così brutto?

Non è brutto, affatto, ma... è tuo fratello!

Rispose di rimando Arianna, come se quelle semplici parole bastassero per fargli comprendere quale fosse il pensiero di lei: forse sì, o forse Sandyon non avrebbe comunque capito un accidente, ma che importanza poteva avere?
Era successo, e ora lei sapeva la verità, tanto bastava: una parte di sé, dentro di lei, pensò che stava davvero iniziando a conoscere il suo Mentore, alla fine, che parti della sua vita stavano lentamente venendo a galla per farsi osservare da colei che al tempo era solo una ragazzina con tanta voglia di dimostrare qualcosa al mondo, mentre ora... sì, ora era una Mercenaria, con tanto di nome d'arte per giunta, un particolare che a detta di Vastnor l'aveva portata senza rendersene conto o pianificarlo in una posizione di vantaggio.

Capisco.
Molti nel panorama del tuo lavoro hanno dei nomi d'arte, non è una novità.
Diciamo che presto o tardi conosceranno il tuo vero nome, ma il fatto che tu ti sia presentata come "Xena" alimenterà l'ipotesi che non sei affatto una novellina e che anzi conosci già molto bene le dinamiche dei Mercenari.
Insomma, hai fatto un passo avanti senza nemmeno accorgertene.


E qual è il tuo?

Era ovvio che glielo chiedesse, chi non l'avrebbe fatto?
Forse solo una persona nient'affatto curiosa, e Arianna di curiosità in corpo ne aveva parecchia; ascoltò la sua risposta - ammesso che Sandyon accettasse di fornirgliene una - dopodiché gli raccontò come fosse andata con Velarko, e come in particolare non si fosse dimostrata particolarmente brillante nell'arte del fintare.

Boris è uno dei più grandi combattenti logistici della Gilda dei Mercenari.
Fintare con lui è tanto difficile quanto mettere a tappeto un lupo mannaro, posso assicurartelo.


Magra consolazione, meglio che niente certo, ma anche Vastnor si ritrovò subito dopo d'accordo con lei sul fatto che, su quel particolare, era necessario lavorare parecchio.

Non scoraggiarti se non ce l'hai fatta, ma l'ho notato anche io che hai un modo di combattere corpo a corpo troppo prevedibile.
Lavoreremo sulle finte ma anche sul cambio di guardia repentino.
Se apprenderai a colpire con eguale forza sia con destra che sinistra, sarai un'arma mortale per chiunque osi sbarrarti la strada.


Sorrise lentamente a quelle parole, una luce di determinazione che le faceva brillare gli occhi, quella stessa determinazione che Sandyon vi aveva potuto leggere anche quando era andata nel suo ufficio per dirgli che era pronta a diventare la sua apprendista: una volontà tenace, forte, come quella di Xena, come quella di un Drago, come quella di una Ricciardi che ormai assomigliava sempre di più al proprio Mentore.
Lui l'avrebbe allenata come una guerriera, e lei tale si sarebbe ritenuta.
Ma intanto c'era qualcos'altro che l'italiana si sentiva in dovere di fare, cioè scusarsi con Sandyon per aver azzardato tanto davanti ad Asveras, una mossa che non le aveva procurato la morte, ma che avrebbe potuto decretare una fine ben diversa per quella missione.
Fece ancora qualche carezza a Dastel quando il coyote venne a richiederla, ma i suoi occhi erano fissi su Sandyon, sul suo volto, per capire cosa stesse pensando, se fosse deluso da lei in un certo senso: quando lui le tese la mano, la Ricciardi la prese anche se un po' perplessa, perplessità che si accentuò vedendosi seduta sulle sue gambe, come una... bambina?

Adesso ascoltami bene.
Voglio che regni il silenzio fino a quando non avrò finito, intesi?


Annuì semplicemente a quelle parole, e poi si lasciò cadere in quel racconto di un tempo passato, in cui Sandyon Vastnor e Tyslion Asveras erano come fratelli e avevano amato la stessa donna, che però aveva scelto il secondo perché il primo si era tirato indietro... salvo poi tornarci, col secondo, in una notte di amore e passione che aveva rovinato il rapporto tra i due uomini per sempre.
O quasi.

Adesso sai proprio tutto.
... Comprendi ora l'astio di Asveras nei miei confronti?


Credo di sì... cioè, anch'io sarei incazzata se la mia migliore amica mi portasse via l'amore della mia vita da sotto il naso.

Ammise Arianna, mordicchiandosi il labbro inferiore mentre pensava e rifletteva su cosa fosse giusto dire... o meglio, su come volesse dirgli quello che stava pensando senza risultare una ragazzina che del mondo sapeva poco o niente - anche se in effetti la verità non erano poi tanto lontana.

Solo che... insomma, non la state tirando un po' troppo per le lunghe? Cioè, capisco l'arrabbiarsi e il non parlarsi, ma l'amicizia è più importante di un amore, l'amicizia dura per sempre!
Dovreste vedervi, farvi una bella scazzottata e andare avanti, vi state facendo la guerra per un fantasma! Senza offesa, eh...


Troppo semplicistica come soluzione?
Forse, ma non era stata proprio Faith - anche se Arianna non lo sapeva - a dire a Vastnor che era lui quello che rendeva tutto difficile anche quando non ce n'era né motivo né bisogno?

E poi sono convinta che a ciascuno manchi l'altro, quindi tutta questa storia è ancora più senza alcun senso... cos'è, una specie di sindrome da orgoglio maschile?

S'informò Arianna che, di certo, in quel caso non avrebbe mai potuto capire, nemmeno sforzandocisi.

Comunque... mi dispiace per tua moglie, e per tua figlia.
Non immaginavo, e... anche se non potrò mai sostituirla, io... spero di aver riempito un po' il vuoto che ti porti dentro.
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Messaggioda Sandyon » 17/10/2013, 21:10

E qual è il tuo?

Temeva glielo avrebbe chiesto ed in fondo era anche ipotizzabile.
Il N°1 al mondo non poteva non avere un soprannome degno della sua posizione ed era ovvio che Arianna lo trovasse quasi scontato.
A lui non piaceva ricordare spesso quel nome, forse perché non se l'era dato da sé, come accadeva spesso, ma erano stati gli altri suoi avversari, temendolo, ad affibbiarglielo con naturalezza, facendolo circolare per almeno tre lunghi anni di sangue e morte.
Vastnor si avvicinò allo sgabuzzino, accessibile da una porta in legno lavorato della cucina.
Scese le scale, raggiungendo probabilmente una zona segreta della casa, dove teneva alcuni oggetti a volte dimenticati o lasciati a prendere polvere. Arianna dovette rimanere sola per nemmeno un paio di minuti, poiché subito dopo l'uomo tornò ancora su, con in mano un quadro di medie dimensioni celato da un telo di stoffa nera.
Appoggiandolo sulla sedia davanti a lei, scoprì il ritratto che si rivelò essere magicamente in movimento come avveniva per le fotografie magiche.
La persona raffigurata portava una divisa molto simile a quella regalata all'apprendista non molti mesi prima, quando il Mentore le disse che avrebbe cominciato ad indossarla solo una volta diventata a tutti gli effetti una Mercenaria.

Questo sono io... Più o meno cinque o sei anni fa.
Mi chiamavano... L'Assassino.


Immagine

L'immagine si mosse e con un pugnale nascosto trafisse un altro uomo davanti a lui, per poi sfruttare lo stesso come scudo umano per un Avada Kedavra e poi contrattaccare con lo stesso incantesimo andando a segno e facendo fuori tutti i suoi avversari.
Implacabile, almeno dall'immagine, non sorrideva, non modificava mai espressione, nemmeno minimamente, trasformando in cenere tutto quello che si frapponeva tra lui e il suo obiettivo. Gli occhi quasi sempre invisibili ed un lieve accenno di barbetta.
Le spalle larghe, le braccia e le gambe forti, e poi acrobatico, saltava da un tetto ad un altro, scalando, volteggiando, nascondendosi in qualunque luogo possibile ed immaginabile, colpendo con una precisione terribile, che al confronto Boris sarebbe apparso come un misero dilettante.
Osservando tutto ciò, Sandyon ne andava fiero fino ad un certo punto, ma voleva che lei osservasse anche alcuni lati oscuri del suo passato, anche perché se per caso fosse rimasta scioccata dalla pochissima pietà mostrata in quelle immagini dal professore, dopo la spiegazione su Tyslion molte cose avrebbero preso il giusto posto nei ragionamenti deduttivi e logici della bionda italiana.
La condusse fino al salotto e la fece accomodare sopra le proprie gambe, al pari di una bambina piccola, pronto a spiegargli per filo e per segno buona parte delle sue vicende passate, specie quelle legate a Rachel e ad Asveras.

Adesso sai proprio tutto.
... Comprendi ora l'astio di Asveras nei miei confronti?


Credo di sì... cioè, anch'io sarei incazzata se la mia migliore amica mi portasse via l'amore della mia vita da sotto il naso.

Non ti frenare e dì tutto quello che ti ronza nella testa.
Non aver paura di essere sincera, non con me.


Solo che... insomma, non la state tirando un po' troppo per le lunghe?
Cioè, capisco l'arrabbiarsi e il non parlarsi, ma l'amicizia è più importante di un amore, l'amicizia dura per sempre!
Dovreste vedervi, farvi una bella scazzottata e andare avanti, vi state facendo la guerra per un fantasma! Senza offesa, eh...


...

E poi sono convinta che a ciascuno manchi l'altro, quindi tutta questa storia è ancora più senza alcun senso... cos'è, una specie di sindrome da orgoglio maschile?

Sicuramente a me manca molto la sua presenza, lo ammetto senza remore.
Comunque ti ringrazio di aver esposto la tua opinione senza peli sulla lingua.
Lui come lo hai trovato?


Ci avrebbe riflettuto, ma non in quel momento, perché era tutto fin troppo fresco, tutto così improvviso.
Non aveva messo in conto di parlarle di Asveras tanto presto, non in una simile situazione, dopo esserselo trovato davanti.
Voleva però sapere cosa ne pensasse di lui, voleva sapere come si era mostrato, se era ancora più in gamba di quanto lo ricordasse, in fondo, seppur molto tempo prima, anche lui era stato un suo apprendista e ci teneva a conoscerne i miglioramenti.
Non un filo di orgoglio nei suoi occhi comunque, perché adesso la sua unica ragione di insegnamento era lei e non aveva nulla a che vedere con il rapporto avuto con Tyslion, ma non avrebbe mai tolto all'uomo il titolo di "Apprendista di Sandyon", perché sarebbe stato un ennesimo errore, un ennesimo tradimento, senza contare che Arianna non aveva nessun motivo per esserne gelosa, nessuno.

Comunque... mi dispiace per tua moglie, e per tua figlia.
Non immaginavo, e... anche se non potrò mai sostituirla, io... spero di aver riempito un po' il vuoto che ti porti dentro.


La fissò a lungo in quel momento, colpito abbastanza dalle sue parole, e distintamente gli occhi divennero poco più lucidi, seppur l'espressione non mutasse e rimanesse seria, calma, controllata. Annuì semplicemente, come in un ringraziamento silenzioso, inspirando dal naso.
Le prese la testa con entrambe le mani e la fece avvicinare con essa al proprio volto, per poi darle un bacio sulla fronte, lungo, prolungato, con i pollici che le fecero una piccola, forse impercettibile carezza sulle guance, affettuoso, nell'ottica di affetto che poteva fornire Sandyon Vastnor.
Tornati nelle loro posizioni originali, decise di finire del tutto quel discorso, per poi passare a qualcosa di decisamente meglio.

Comunque, quel soprannome mi venne dato lungo tutto il periodo più buio della mia vita, dopo la morte di Rachel.
Scatenai la mia rabbia nel lavoro e divenni spietato e implacabile, con il cuore di pietra e la bacchetta sempre sporca di sangue.
Ci volle molto tempo prima che ritrovassi la calma, ma molti Mercenari miei colleghi persero la vita provando a fermarmi. Stolti.
Non incontrai mai Tyslion, credo perché sapesse anche lui che forse in quel frangente non mi sarei fermato nemmeno davanti alla sua presenza e poiché ero alimentato da odio e rabbia ero ulteriormente potenziato e quindi più pericoloso e letale.
Non lasciare mai che le emozioni condizionino la tua vita, il tuo lavoro, la tua lealtà e il tuo senso di giustizia.
Diventare più forti di me vuol dire anche non cadere nei miei stessi errori, avere una volontà più ferrea della mia, sono stato chiaro?


Aspettava soltanto che lei dicesse di "si", perché quella era l'unica risposta che desiderava sentirsi dire da lei, dalla sua unica e preziosa figlia.
Si alzarono in piedi e l'uomo la condusse presso l'uscita dell'abitazione, più o meno sullo stesso sentiero preso da Faith poc'anzi.
Una volta arrivati abbastanza lontano, Sandyon la prese per mano, avvertendola che avrebbe sentito il classico strappo allo stomaco tipico della smaterializzazione. Infatti, nemmeno dieci secondi dopo, le due figure scomparvero per riapparire in un altro luogo, apparentemente sconosciuto.

Immagine

Dai pure un'occhiata in giro.
Prima dimmi cosa ne pensi e poi ti dirò perché siamo qui...
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Messaggioda Aryanne » 17/10/2013, 21:42

Chiaro che gliel'avesse chiesto, era praticamente scontato che lo facesse e probabilmente Sandyon non si sarebbe nemmeno sorpreso più di tanto: Arianna voleva conoscere ogni aspetto della sua vita, del suo passato, e in questo obiettivo, in questo desiderio, era compreso anche conoscere il soprannome che gli era stato appiccicato addosso quand'era un Mercenario senza scrupoli o freni, a maggior ragione ora che Vastnor le aveva raccontato anche del periodo più buio della sua vita.
Lo osservò allontanarsi, rimanendo ferma e silenziosa finché egli non tornò accanto a lei, mostrandole un ritratto in movimento che presentava lui, proprio il suo Mentore, come lei mai l'aveva visto.

Questo sono io... Più o meno cinque o sei anni fa.
Mi chiamavano... L'Assassino.


Osservò a lungo i movimenti dell'uomo, la precisione con cui uccideva, l'agilità con cui si arrampicava, la risolutezza quasi pacata con cui sbaragliava gli avversari: gli occhi di Arianna si riempirono di orgoglio per il suo Mentore perché sì, d'accordo, aveva dato un po' fuori di matto... ma come si poteva negare, al di là di tutto, la sua bravura?

... sarà tosta diventare più brava di te, guarda che cavolo eri!
Adesso sei altrettanto agile e letale?


No, nessun disgusto per quelle scene, con tutto che sapeva la verità, nessuna vergogna all'idea di essere allenata dall'Assassino, solo la voglia di diventare come lui, anzi, meglio; Arianna Ricciardi aveva già dato prova di essere una persona che sapeva pensare fuori dagli schemi, ed anche in quel caso non aveva intenzione di smentirsi.
Sandyon era il suo Mentore, era suo padre... non l'avrebbe mai giudicato male per il suo passato.
E quando lui le raccontò di Tyslion e del perché si fossero allontanati, l'italiana diede nuovamente prova del suo essere fuori dal comune in tutto, ragionamenti compresi.

Sicuramente a me manca molto la sua presenza, lo ammetto senza remore.
Comunque ti ringrazio di aver esposto la tua opinione senza peli sulla lingua.
Lui come lo hai trovato?


Inespressivo, quasi quanto te - rispose inizialmente lei, con uno sbuffo quasi divertito - E letale, di sicuro. Però credo che lui a differenza tua sia preda delle sue emozioni... e credo anche che senza quelle mi avrebbe uccisa, quindi "hip hip hurrà" per le emozioni!

Non stava scherzando, non del tutto: battuta a parte, era chiaro che qualsiasi cosa l'avesse tenuta in vita non fosse di certo l'odio che Asveras diceva di provare per Vastnor, non nell'ottica di Arianna in cui, in caso contrario, ora non sarebbe stata lì a parlare col Mentore, ma ricongiunta al vero padre.
Tornando seria, la Ricciardi espresse il suo dolore sincero per la perdita di Sandyon, che ormai era una persona a cui voleva un bene infinito: non solo, ma per quanto egoistico potesse sembrare, il suo desiderio esplicitato fu di essere riuscita, in qualche modo, a colmare il vuoto che la perdita di Lumina aveva lasciato in lui - visto che quello per Rachel era stato positivamente riempito da Monique; per un secondo temette di aver azzardato troppo, ma quando lui le baciò la fronte, Arianna sentì dentro di sé che quel singolo gesto valeva più di qualsiasi altro bel discorso avesse mai potuto articolare.

Comunque, quel soprannome mi venne dato lungo tutto il periodo più buio della mia vita, dopo la morte di Rachel.
Scatenai la mia rabbia nel lavoro e divenni spietato e implacabile, con il cuore di pietra e la bacchetta sempre sporca di sangue.
Ci volle molto tempo prima che ritrovassi la calma, ma molti Mercenari miei colleghi persero la vita provando a fermarmi. Stolti.


Stolti davvero, a giudicare da ciò che aveva visto nel ritratto: come si poteva anche solo sperare di competere?

Non incontrai mai Tyslion, credo perché sapesse anche lui che forse in quel frangente non mi sarei fermato nemmeno davanti alla sua presenza e poiché ero alimentato da odio e rabbia ero ulteriormente potenziato e quindi più pericoloso e letale.

Nemmeno Asher ha provato a fermarti, allora... lui è ancora in vita.

Osservò Arianna a bassa voce, permettendosi un commento del genere visto che ormai il suo Mentore sembrava deciso a condividere ogni aspetto del suo passato con lei.

Non lasciare mai che le emozioni condizionino la tua vita, il tuo lavoro, la tua lealtà e il tuo senso di giustizia.
Diventare più forti di me vuol dire anche non cadere nei miei stessi errori, avere una volontà più ferrea della mia, sono stato chiaro?


Chiaro.

Confermò la Ricciardi, una luce di sincera determinazione negli occhi: l'avrebbe reso fiero di lei in ogni senso possibile, se lo giurò sul proprio onore e su tutto ciò che aveva di più caro mentre, in un impeto d'affetto, si permetteva di gettargli le braccia al collo e abbracciarlo così con forza, con l'amore di una figlia che in lui aveva trovato ben più di un padre.
Quando si staccò, si rimise in piedi e lo seguì fuori dalla sua baita, prendendolo poi per mano e tenendosi pronta, secondo sue istruzioni, a smaterializzarsi: quando la sensazione di nausea fu sparita, per fortuna, l'italiana si permise di riaprire gli occhi, ritrovandosi in un luogo a lei sconosciuto.

Dai pure un'occhiata in giro.
Prima dimmi cosa ne pensi e poi ti dirò perché siamo qui...


Perplessa ma affascinanta, Arianna fece qualche passo in avanti per poi cominciare a perlustrare l'esterno di quella che sembrava una dimora, anzi, forse più una reggia, elegantissima: due piscine, una davanti e una sul retro dell'edificio, un portico principale ampio, un giardino intorno alla piscina anteriore ed un patio arredato ad arte per ospitare dei pranzi all'aperto; e poi la seconda piscina nella struttura posteriore, distaccata da quella principale con un altro tavolo e altro verde tutto intorno, il bianco perlaceo della muratura esterna... le piaceva tantissimo.

Sandyon, è un posto stupendo!
Ci volete venire a vivere tu e Monique? Stareste benissimo, cavolo!
Le piscine sono spettacolari, quella sul retro che circonda il gazebo in muratura mi piace da morire, è come se fosse coperta pur stando all'esterno!


Esclamò una volta tornata da lui, sorridente e sincera nel suo dire: se davvero i due si fossero trasferiti lì, Arianna avrebbe fatto in modo di farsi invitare da loro molto, molto spesso.
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Messaggioda Sandyon » 18/10/2013, 18:10

... sarà tosta diventare più brava di te, guarda che cavolo eri!
Adesso sei altrettanto agile e letale?


Non sono passati molti anni, ma di sicuro sono più arrugginito.
Dalla tua parte hai la gioventù.
Ce la farai.


Non aveva un tono scherzoso o ironico, credeva seriamente in lei e nelle sue capacità, anche se il cammino da intraprendere era molto lungo.
Lui ci aveva impiegato più o meno dieci anni per diventare quella furia che si muoveva nell'immagine, ed aveva anche corso molto, bruciando le tappe, dimostrando di essere una vera e propria promessa per quel settore di lavoro.
Arianna però possedeva un uomo come lui vicino, un Mentore pronto ad insegnarle ogni cosa, oltre che una futura compagna d'avventure già immersa nel settore che le avrebbe mostrato tutto quello che invece lui aveva imparato a capire in almeno tre-quattro anni abbondanti.
In parole povere, la fortuna, la tecnica e la collaborazione stavano tutte dalla parte della bionda, doveva solo sfruttarle al massimo.
Riposto il panno sulla tela in movimento, si spostarono nella saletta del camino, dove si sedettero momentaneamente per parlare non solo del passato di Sandyon ma anche della considerazione di Tyslion avuta dall'italiana dopo averlo incontrato sul campo di sfida.

Inespressivo, quasi quanto te... E letale, di sicuro.
Però credo che lui a differenza tua sia preda delle sue emozioni... e credo anche che senza quelle mi avrebbe uccisa, quindi "hip hip hurrà" per le emozioni!


Lo è sempre stato, fin da giovane.
E' stato mio apprendista per quattro anni.
C'è solo una cosa nella quale eccelle molto più di me: l'abilità magica.
Sa destreggiarsi egregiamente nel campo pozionistico, erbologico ed alchemico.
Vorrei poterti dare una buona impostazione anche da quel punto di vista ma tempo di non esserne in grado.
Ad ogni modo, troverò una soluzione anche per quello, o almeno per una parte.


Stava pensando a Lindë Vilvarin? Assolutamente si.
A chi altri avrebbe potuto chiedere la cortesia di fare un corso avanzato di erbologia medica e strategica alla sua apprendista?
Si fidava ciecamente non solo di lei, ma anche delle sue capacità, della sua bravura, della sua serietà professionale.
Qualche settimana ad affiancare la donna, un tempo sua amante, avrebbe solo che giovato alle abilità di Arianna Ricciardi, parandola anche sul piano logistico e pratico, implementandolo con quello offensivo e magico fornito dall'ex Mercenario.
Certo, aveva bisogno di sentire anche le disponibilità della professoressa: non era detto che fosse disposta a fare una cosa simile.
In caso di rifiuto avrebbe provveduto a farle seguire alcuni master sparsi per i Ministeri del Mondo Magico, che le avrebbero portato via più tempo ma insegnato almeno metà di quello che avrebbe appreso con l'erbologa.

Nemmeno Asher ha provato a fermarti, allora... lui è ancora in vita.

Durante quel periodo fui io stesso a dirgli di non mettersi in mezzo.
Ci tenevo che rimanesse illeso da quella mia momentanea discesa nell'oblio e lui mi ascoltò.
Si fida delle mie parole come io delle sue, l'unico motivo per il quale abbiamo alcuni segreti è solo perché il suo compagno non è esattamente quello che si può definire una brava persona: caso strano di riflesso Tyslion e il compagno di Asher vanno molto d'accordo.


Così almeno aveva aggiunto anche quel tassello ad un puzzle che andava via via sempre più riempiendosi di collegamenti e storie.
Non un singolo mistero da tenere nascosto, non una singola nota storta, Sandyon voleva che lei avesse un quadro completo di tutto, altrimenti perché doverla definire come una figlia? Era il tempo di andare avanti, era il tempo di affezionarsi a qualcuno dopo Monique e dopo Dastel, rendendolo parte della famiglia a livello effettivo. Certo, c'erano ancora di mezzo figure come Celine o Veronique che per il maggiore dei Vastnor apparivano particolari e in "sospeso", ma era sicuro che prima o poi ci avrebbe dovuto fare l'abitudine, calcolando a chi erano collegate.
Una volta smaterializzati, padre e figlia apparvero davanti ad una casa gigantesca, anzi, una vera e propria villa con ogni comfort e due piscine.
Già soltanto l'esterno faceva capire la maestosità della costruzione, ma non era ancora nulla al confronto del dentro.
L'uomo chiese ad Arianna di dare intanto un'occhiata sommaria e dare una sua personale opinione, volendo scoprirne il parere, silenzioso.
Dopo nemmeno una decina di minuti, camminando qua e là, la Ricciardi fu subito in grado di fornire la sua prima recensione.

Sandyon, è un posto stupendo!
Ci volete venire a vivere tu e Monique?
Stareste benissimo, cavolo! Le piscine sono spettacolari, quella sul retro che circonda il gazebo in muratura mi piace da morire, è come se fosse coperta pur stando all'esterno!


Non è ancora finita, vieni, guardiamo all'interno.

Si avvicinò al portoncino di elegante legno chiaro, resistente e massiccio, recitando una formula magica mentale che in realtà era la parola chiave per accedere alla villa, così l'ingresso si aprì ed inizio il giro turistico di quella sotto-specie di castello moderno super lussuoso.
In tutto si potevano contare 18 stanze, delle quali due bagni padronali, due toilette, due cucine abitabili enormi, tre camere da letto, due sale hobby, uno studio, una palestra, un laboratorio, due soggiorni e due camerette.
Il tema ricorrente della casa era il maniero antico e classico dell'architettura londinese medievale.
Ogni mobile era in legno pregiatissimo, i divani di finta pelle più che comodi e le scale ornate da tappeti di velluto bordeaux.
Illuminazione perfetta e altrettanto perfetto il contrasto tra l'apparenza sfarzosa antica e l'interno delle stanze super moderno e all'avanguardia.
La libreria ghermita di libri di ogni genere, in modo da fungere come valido aiuto per ogni missione della ragazza.
La palestra con piscina annessa da 20 metri raccoglieva almeno una decina tra le migliori attrezzature ginniche in circolazione babbana.
Il laboratorio adibito ad ogni tipo di esperimento, erbologico, pozionistico o alchemico, senza contare almeno otto passaggi segreti che conducevano all'esterno dell'abitazione in caso di emergenza.

Immagine

Adesso che hai visto anche come è fatta dentro, cosa puoi dirmi?

Attese l'ulteriore responso di Arianna, illustrandole nel contempo i vari tipi di magie protettive intorno alla casa, lo spessore dei muri solidi, le cassa-forti disposte in varie zone e varie stanze, totalmente inespugnabili, e per concludere anche il servizio di cristalleria delle due cucine e tutti i vari attrezzi da cuoco provetto compresi elettrodomestici di ultima generazione e riserve di cibo già comperate per mesi.
Dopo di che... Sganciò la "Bombarda".

... E' tua.
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Messaggioda Aryanne » 18/10/2013, 20:00

Non sono passati molti anni, ma di sicuro sono più arrugginito.
Dalla tua parte hai la gioventù.
Ce la farai.


Certo che ce la farò!
Ho il Mentore migliore del mondo, una partner da urlo, e soprattutto la testardaggine Ricciardi dalla mia... praticamente se fallisco non potrò più guardarmi allo specchio per la vergogna!


Esclamò Arianna con un sorriso, strizzando persino l'occhio a Sandyon per fargli capire che stava solo facendo una battuta: ma essa conteneva un fondo di verità in cui la Ricciardi credeva molto, e cioè che con quei fattori dalla sua parte difficilmente non sarebbe stata in grado di raggiungere il risultato che entrambi si erano prefissati; la maggior parte dei Mercenari iniziava da solo e proseguiva nella solitudine, mentre l'italiana aveva dalla propria parte il primo della categoria ad allenarla e una veterana pronta a spiegarle tutti i trucchi del mestiere sul campo, un vantaggio di cui non tutti potevano godere.
E poi, a ben pensarci, c'era anche Lancelot: lui, se non aveva cambiato idea nel frattempo, sarebbe stato pronto ad allenarla nelle arti marziali orientali, rendendola ancora più temibile di prima... perciò, seriamente, chi sarebbe mai stato in grado di fermarla?
Rincuorata da quelle considerazioni, Arianna si preoccupò di rispondere alla successiva domanda del proprio Mentore, elencando brevemente le proprie considerazioni personali su Tyslion Asveras.

Lo è sempre stato, fin da giovane.
E' stato mio apprendista per quattro anni.
C'è solo una cosa nella quale eccelle molto più di me: l'abilità magica.
Sa destreggiarsi egregiamente nel campo pozionistico, erbologico ed alchemico.
Vorrei poterti dare una buona impostazione anche da quel punto di vista ma tempo di non esserne in grado.
Ad ogni modo, troverò una soluzione anche per quello, o almeno per una parte.


Magari la Vilvarin potrebbe darmi qualche ripetizione, se glielo chiedesse Typhon... - commentò ad alta voce Arianna, pensando alla stessa persona di Sandyon ma ignorando il rapporto tra i due - Potrei anche chiedere alla Bennet, se non fosse che è più fredda di Samyliak e Vilvarin dei tempi antichi messe insieme...

Aggiunse la Ricciardi, arricciando il nasino per poi alzare le spalle: era sicura che, in qualche modo, Sandyon avrebbe trovato la giusta soluzione anche per quel problema, qualsiasi cosa pur di formarla nel modo più completo possibile; lui non si era formato a dovere, non in ogni campo, anche se nel periodo più buio della sua vita nessuno, nemmeno Asveras, aveva provato a contrastarlo, e così anche l'amico Asher Brightless.

Durante quel periodo fui io stesso a dirgli di non mettersi in mezzo.
Ci tenevo che rimanesse illeso da quella mia momentanea discesa nell'oblio e lui mi ascoltò.
Si fida delle mie parole come io delle sue, l'unico motivo per il quale abbiamo alcuni segreti è solo perché il suo compagno non è esattamente quello che si può definire una brava persona: caso strano di riflesso Tyslion e il compagno di Asher vanno molto d'accordo.


Se vi doveste riappacificare, proporrei una bella cenetta a quattro... sai che divertimento?

Commentò l'italiana con uno sbuffo divertito, felicissima però che Sandyon si stesse confidando in quel modo con lei, raccontandole ogni cosa, anche i particolari più piccoli, per renderla partecipe della sua vita.
Subito dopo, i due si spostarono insieme in un punto geografico che la bionda ignorava, di fronte ad una casa che assomigliava più che altro ad una reggia talmente pareva sfarzosa dall'esterno.

Non è ancora finita, vieni, guardiamo all'interno.

E l'interno non fu da meno: una infinità di stanze tra camere da letto, cucine, sale hobby, bagni, soggiorni, e poi uno studio, una palestra... non mancava niente a parte un po' di arredamento per personalizzare quel luogo, ma Arianna evitò di commentare quel particolare perché era sicura che Sandyon e Monique avrebbero scelto insieme i mobili che preferivano, dando così calore all'intero luogo.

Adesso che hai visto anche come è fatta dentro, cosa puoi dirmi?

E' davvero pazzesca, io non so che dire... a parte che mi devi ospitare spesso, s'intende! - esclamò l'italiana, scuotendo il capo con aria incredula - E' tutto così perfetto, ampio... e la luce, è luminosissimo!

Aggiunse la bionda, sorridendo al proprio Mentore ed ipotizzando che gli facesse piacere sentire tali parole da lei.... peccato non avesse capito nulla.

... E' tua.

Il sorriso scemò lentamente dalle labbra di Arianna, che sbatté le palpebre diverse volte, fissando Sandyon come se stesse vedendo un estraneo, o qualcuno che parlava una lingua a lei totalmente sconosciuta.

... cosa?

Mormorò infatti, dopo diversi istanti di silenzio, mentre la sua mente lavorava frenetica: era per lei, quel posto pazzesco era per lei... un luogo tutto suo, dove vivere in autonomia, dopo portare sua madre per farla sentire libera e non più ospite - per quanto gradita - in casa di qualcun altro; era un pensiero, quello di Sandyon, che andava al di là di quanto Arianna avrebbe mai potuto concepire, ma nonostante questo si ritrovò a scuotere lentamente la testa.

Non... non posso accettare - disse a bassa voce, il timbro quasi atono, ora - E' troppo, io non... non mi merito niente di tutto questo. Sandyon, avrai speso una fortuna per un posto del genere, nemmeno per Robyn sei arrivato a tanto ed è tuo nipote, mentre io...

Non finì la frase, ma era evidente cosa volesse dire: io non sono nessuno, per te: certo, lei lo considerava suo padre e lui probabilmente le voleva bene come una figlia, ma questo non poteva sostituire un legame di sangue; e se un giorno avessero avuto problemi economici, e magari avesse avuto dei bambini con Monique?
E se si fosse ritrovato nell'impossibilità di farli crescere senza problemi, dando loro tutto ciò di cui avevano bisogno, ma avesse spero una fortuna per quella casa destinata alla sua apprendista?
Come avrebbe potuto accettarlo pensandola in quei termini?

... è una casa bellissima, ma... dovresti destinarla a qualcuno che se la merita davvero, a qualcuno... che sia la tua famiglia.
Forse un giorno avrai una bambina bellissima, e
- alcune lacrime le scivolarono lungo le guance ma lei non si era nemmeno accorta che le si fossero fatti gli occhi lucidi - vorrai dare a lei tutto questo, e se ora accettassi in futuro tu potresti rimpiangere di essere stato così generoso: come potrei biasimarti? Io ti voglio bene, sei come un padre per me, lo sai, ma... io non sono davvero tua figlia, e questo non è un regalo da fare ad un'apprendista.

Abbassò il capo, la voce che si spezzava per quelle ultime parole: si era illusa, in un certo senso, fingendo molto spesso di essere davvero la figlia di sangue di Sandyon; era una fantasia, a chi mai avrebbe potuto nuocere?
Ma la realtà era tornata a galla all'improvviso, Arianna non poteva di certo ignorarla: e quella realtà diceva che lei non era nessuno per Vastnor se non una ragazza che aveva allenato e a cui era molto affezionato; questo non bastava però a renderla una figlia, per lui, ed era questo che le aveva provocato quelle lacrime, era questo a farle male più di qualsiasi altra cosa.
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Messaggioda Sandyon » 18/10/2013, 23:30

Magari la Vilvarin potrebbe darmi qualche ripetizione, se glielo chiedesse Typhon...
Potrei anche chiedere alla Bennet, se non fosse che è più fredda di Samyliak e Vilvarin dei tempi antichi messe insieme...


Questa non deve essere una tua preoccupazione.
Studia, allenati, dai il meglio di te, al resto ci penso io, d'accordo?


E non suonava come un rimprovero, bensì come la promessa di starle accanto e darle tutto quello che necessitava per migliorare, non preoccupandosi delle fonti ma soltanto di lavorare sodo giorno per giorno, dimostrando il suo valore in ogni situazione.
Sandyon assomigliava quasi più ad un allenatore/manager babbano, quello che si preoccupa di gestire tutto il dietro le quinte del proprio atleta lasciandogli solamente l'impegno di muoversi e mettere K.O. gli avversari.
Sorvolò sia sulla citazione riferita alla Vilvarin, sia sulla cena a quattro con Asher, Demetri e Tyslion, alla quale avrebbe preferito di gran lunga una rimpatriata tra la fidanzata Monique, la migliore amica e la sorella a parlare di shopping, vestiti, uomini e cose frivole.
Giunti fino all'abitazione acquistata appositamente per l'apprendista, Sandyon non solo le fece visitare l'esterno ma anche l'interno della villa, facendole vedere un posto ancora personalizzabile ma intriso di una chiara atmosfera solenne, maestosa, possente e altolocata.
Poche persone potevano vantare dei simili "castelli" in quel periodo, non solo per la complessità di trovare zone libere a poco prezzo ma anche per il caro costo della costruzione su fondamenta solide e muri impenetrabili, spessi come si facevano una volta, al medioevo.
A tal proposito, l'ex Mercenario non si poteva proprio definire un poveraccio e con tutte le persone che gli dovevano qualche favore qua e là era riuscito a creare davvero una reggia degna della sua "erede" al trono.

E' davvero pazzesca, io non so che dire... a parte che mi devi ospitare spesso, s'intende!
E' tutto così perfetto, ampio... e la luce, è luminosissimo!


Oltre che luminosissimo, quel luogo le apparteneva ed infatti la rivelazione tramutò subito la sua espressione spensierata in una esterrefatta.
D'improvviso seria, sbatté le palpebre più volte, chiedendo ulteriore conferma di ciò che l'uomo aveva appena detto, così, quando egli annuì non solo sincero ma anche molto pacato, come se fosse la cosa più normale del mondo, ella si ritrovò a fissare quelle pareti con un'occhio diverso.
C'erano molti lati positivi nel possedere una casa simile, a partire dal fatto che la madre, pur essendo dentro casa, sarebbe stato come se non fosse nemmeno presente, tanto era lo spazio a disposizione. Inoltre la palestra, il laboratorio, tutti luoghi dove allenarsi voleva dire farlo nel modo giusto, con ogni comfort possibile e immaginabile. Non un singolo dettaglio era stato lasciato al caso e tanto sembrava seria e solenne all'interno quella abitazione, all'esterno appariva come l'anima della festa, adibita ad ospitare almeno venti persone per un party fenomenale in piscina.
In realtà Arianna non ci aveva fatto caso, ma c'era anche un gigantesco forno a legna dove poter fare la pizza ed un barbecue per la griglia.
Nonostante queste bellissime ipotesi però, l'apprendista si ritrovò a scuotere la testa, abbassando il capo con aria tra l'affranto e il triste, spiegando per altro le motivazione del suo spento entusiasmo iniziale.

Non... non posso accettare.
E' troppo, io non... non mi merito niente di tutto questo.
Sandyon, avrai speso una fortuna per un posto del genere, nemmeno per Robyn sei arrivato a tanto ed è tuo nipote, mentre io...


Non disse una parola e non osò fermarla, questo perché voleva capire dove lei volesse andare a parare.
Da una parte quelle parole lo turbarono molto, da un'altra gli fecero capire una cosa: lei non si sentiva ancora sua figlia.
Ci andava molto vicino, lo reputava ormai praticamente come un padre, ma in lei la consapevolezza di non avere sangue in comune esisteva ed era forte, talmente forte da non poterle far apprezzare un regalo ricevuto da una persona che ormai si reputava la sua famiglia.
Nonostante quella verità gli stesse trafiggendo il cuore, inspirò profondamente, ricacciando indietro il dolore, rimanendo in ascolto.

... è una casa bellissima, ma... dovresti destinarla a qualcuno che se la merita davvero, a qualcuno... che sia la tua famiglia.
Forse un giorno avrai una bambina bellissima, e... vorrai dare a lei tutto questo, e se ora accettassi in futuro tu potresti rimpiangere di essere stato così generoso: come potrei biasimarti? Io ti voglio bene, sei come un padre per me, lo sai, ma... io non sono davvero tua figlia, e questo non è un regalo da fare ad un'apprendista.


Sentì nitidamente qualcosa spezzarsi in lui, come una consapevolezza che andava in frantumi, ricordando il discorso fatto con Monique giorni prima.
Lei lo aveva messo in guardia, dicendogli che forse Arianna avrebbe trovato il gesto troppo grande, che forse un tale dono per quanto bello poteva poi rivelarsi azzardato, per via di un rapporto stretto tra il Mentore e l'Apprendista da troppo poco tempo.
Sandyon in quel frangente le aveva detto di fidarsi della Ricciardi, di fidarsi di quell'affetto nato spontaneamente e che quando lei lo abbracciava, lui sentire l'odore della propria pelle, quando sentiva il battito del suo cuore, tramutava nel suo pensiero il suo sangue come quello dei Vastnor, quando lei gli sorrideva, era come se potesse trovare quasi delle somiglianze nel viso tra lei e sé stesso, tanto la considerava una vera figlia.
Scoprire che probabilmente invece era stato lui quello ad aver corso, ad aver visto già troppo consolidata quella storia, lo convinse a dare forzatamente ragione alla fidanzata e futura consorte, anche se le era costato molto, un dolore incredibile, un dolore indicibile a parole.
Allungò la mano per prendere le lacrime dagli occhi dell'italiana, spostandole i capelli dietro le orecchie, aiutandola a fissarlo, ad alzare il mento.
Non pronunciò una frase, pur avendo forse le iridi appena lucide, e le appoggiò il palmo destro dietro la schiena, spingendola a camminare, a salire le scale e attraversare l'ala ovest dell'immensa casa, raggiungendo la porta di una stanza, una delle due sale hobby, per la precisione.
Senza ancora emettere un fiato, aprì la porta accendendo la luce schioccando le dita.
In quella sala c'era un grosso biliardo, un bancone da bar con varie bibite e lo shacker per fare i cocktail, un tavolo per giocare a carte, due divani, tre poltrone, un grande tappeto indiano di pregiata fattura ed al centro di esso, per terra, una cuscino scuro sul quale era adagiato un piccolo, dormiente, cucciolo di animale... O meglio, cucciola, di coyote.
La piccolina riposava beata, dolcissima, con la codina che ogni tanto si spostava qua e là, ed era ovvio che fosse su quella cuccia improvvisata non perché fosse realmente quello il suo posto ma solo per fungere da sorpresa nei confronti della ex Draghessa.

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Se sei in grado di dire "no" a me... Prova a dirlo a lei.
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Messaggioda Aryanne » 18/10/2013, 23:57

Aveva accettato di mettersi nelle sue mani, aveva accettato di allenarsi dando il meglio di sé ogni giorno e lasciare che fosse lui ad occuparsi di tutto il resto, aveva accettato di fidarsi ancora, dal primo giorno del suo stesso anno di scuola fino a quel momento e oltre... ma non poteva accettare quel regalo.
Una parte di sé la stava mandando a quel paese, dicendole di prendere quella casa e farci una mega-festa di inaugurazione con ringraziamento ufficiale nel corso della serata verso il Mentore e padre adottivo Sandyon, ma l'altra parte, quella più preponderante, la pensava in modo ben diverso: un regalo del genere lo si poteva fare a un figlio, a un nipote, magari forse anche al più caro amico che si aveva al mondo... non ad un'apprendista.
Ed era questo che lei era.
Arianna Ricciardi, apprendista di Sandyon Vastnor: erano legati, un rapporto più profondo di quanto l'italiana avrebbe mai potuto immaginare... ma questo non faceva di lei sua figlia; Vastnor forse nemmeno immaginava quanto quella consapevolezza le facesse male, non poteva immaginare quanto la ragazza desiderasse essere davvero sua figlia, e non certo per il non poter accettare una casa come quella, per quanto stupenda... ma perché avrebbe voluto davvero potersi guardare allo specchio e considerarsi tale, non pensare che quella fosse solo una bella favola che si raccontava la notte per sentirsi meno sola e più amata.
Ma con che coraggio poteva reputarsi così connessa a lui, così vicina a Sandyon? Con quale sfrontatezza poteva dire al mondo di essere sua figlia, quando entrambi sapevano che non era vero, quando magari di lì a qualche anno lui avrebbe davvero avuto dei bambini con la sua compagna?
Essere simile a una figlia non era la stessa cosa che essere una figlia...
Arianna conosceva la differenza e, purtroppo per lei, la sua persona apparteneva alla prima categoria: ingoiò le altre lacrime che volevano tanto uscire e bagnarle le guance quando lui le asciugò con le sue mani, e si lasciò scostare i capelli dietro le orecchie per alzare poi il mento, trovando il suo sguardo lucido; anche quello della Ricciardi lo era e non poco, la sofferenza che provava non maggiore di quella di Sandyon, non poteva essere così presuntuosa da affermarlo, ma sicuramente più palese.
Eppure sembrava che lui volesse mostrarle ancora qualcosa, e con che coraggio non negargli almeno quello? Si decise a camminare allora, salendo le scale per arrivare in una stanza che lui accese con uno schiocco di dita, la sala hobby a voler precisare.
Al suo interno c'erano molte cose che, in un altro contesto, avrebbero strappato ad Arianna commenti entusiastici, ma in quel frangente ed in quel momento ci fu solo una cosa che l'italiana riuscì a notare... e cioè lo scricciolo che sonnecchiava su un cuscino morbido al centro della stanza.

.....

Se sei in grado di dire "no" a me... Prova a dirlo a lei.

Era la cosa più dolce, piccola e indifesa che Arianna avesse mai visto: con lo sguardo ancora sgranato e la bocca schiusa in un'espressione di stupore, l'italiana passò lo sguardo dall'animale al Mentore, e poi di nuovo all'animale, deglutendo lentamente per poi avvicinarsi alla cucciola con passo tremante, incerto.
Si abbassò col busto, piegando le ginocchia, e quando lo fece la piccola aprì gli occhietti, fissandola per qualche istante per poi guaire scodinzolando così da farle avvicinare la mano: Arianna sentì gli occhi farsi nuovamente lucidi per la commozione e la dolcezza che quella piccola creatura le ispirava, soprattutto ora che sembrava cercare lei, il suo effetto, il suo calore; avvicinò la mano destra al suo musetto, e subito la coyote prese a dare qualche piccola leccatina che abbatté ogni difesa dell'italiana.
Allungò entrambe le mani e la prese in braccio, avvicinandosela al petto e permettendole così di leccarle anche la faccia, ma non le importava, non in quel momento, e aveva l'impressione che quel gesto d'amore non le avrebbe mai dato fastidio; le baciò il musetto con dolcezza, poi si volse verso Sandyon.

... come si chiama?

Gli domandò, inizialmente con voce atona, ipotizzando nella sua mente che forse c'era qualche parentela con Dastel, visto che anche lui era un coyote, e questo la portò a riflettere mentre stringeva la piccola al petto e ancora le baciava il muso: lui aveva un coyote, e aveva deciso di regalarle lo stesso animale, di sesso diverso certo, ma che fosse complementare al suo.
E Arianna sarebbe stata una madre per lei, anche se appartenente ad una specie completamente diversa dalla sua: ma cos'era allora la famiglia? Lei era legata a Giovanni Ricciardi dal sangue, eppure sentiva mille volte di più di appartenere alla famiglia di Sandyon, di provenire da lui e non dall'ex Senatore: era davvero così importante, allora, avere lo stesso sangue, oppure era ciò che si provava dentro a contare?
Per diversi minuti non disse niente, Arianna, fissando lo scricciolo tra le braccia che ricambiava quello sguardo, riconoscendo forse in lei una figura materna - ipotizzava fosse ancora da svezzare viste le dimensioni; alla fine, lentamente, l'italiana tornò con lo sguardo su Sandyon, fissandolo con occhi seri, decisi per poi parlare con un tono di voce fermo, determinato.

Se io posso essere sua madre... - ed indicò la piccola tra le sue braccia - ... allora tu puoi essere mio padre.

Magari le ci voleva un po'... ma alla fine alle cose ci arrivava, con un ragionamento tutto suo, contorto a volte, difficile da seguire all'inizio, ma che la portava sempre dov'era giusto che arrivasse.
Aprì le labbra ad un piccolo sorriso incerto, e si avvicinò a lui col coyote tra le braccia per poi alzarsi in punta di piedi e, se lui l'avesse permesso, posargli un piccolo bacio sulla guancia.

Accetto il tuo regalo, papà.
E grazie, è la casa più bella del mondo.
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Messaggioda Sandyon » 19/10/2013, 20:27

Arianna avanzò lentamente in quella grande stanza, osservando con aria rapita il piccolo animale nella cuccia improvvisata, dormiente.
Sandyon aveva aspettato che la madre naturale svezzasse la cucciola di coyote per almeno venti giorni, prima di donarla all'apprendista.
In quel modo, se Arianna avesse concluso il processo di svezzamento dell'animale, esso si sarebbe avvicinato affettivamente a lei il doppio, diventando inseparabile e immensamente fedele. La stessa cosa era avvenuta con Dastel per lui, con la differenza che Dastel lo aveva trovato orfano con i genitori ormai massacrati da un branco di iene.
La ragazza si abbassò sulla piccola creaturina ed essa iniziò subito a ricercarne le attenzioni, guaendo e leccandole la mano, avvicinandosi all'istante per essere presa in braccio e coccolata, riconoscendo subito in lei una nuova mamma.
L'uomo aveva già provveduto a farle avere tutti i vaccini necessari e le medicine magiche in grado di allungare la vita dell'animale di almeno il triplo del tempo naturale, così che potesse rimanere al fianco della neo-Mercenaria il più a lungo possibile.

... come si chiama?

Yuna, se ti piace.
E' figlia di Dastel.


Così almeno aveva sancito effettivamente il legame di parentela tra la cucciola e il proprio coyote.
Sembrava già che le due "ragazze" fossero in sintonia, difatti Yuna non si muoveva dalla sua posizione di comfort nelle braccia di Arianna e la "madre" non si sognava minimamente di metterla giù o riposizionarla nella cuccia, troppo desiderosa di riempirla di coccole e attenzioni.
Facevano proprio una bella coppia, bisognava ammetterlo, senza contare che si conoscevano da nemmeno cinque minuti, ciò faceva ben sperare quale legame indissolubile si sarebbe creato tra loro nei mesi a venire.
Inoltre, lentamente, nella testa e nel cuore della neo-Mercenaria si formò un ragionamento tutto particolare, nuovo e inaspettato.
Sandyon non poteva certo leggerle nel pensiero, ma non bisognò aspettare troppo tempo prima che la bionda italiana si soffermasse sul padre adottivo e Mentore, guardandolo con aria molto ferma e seria, e decidesse di parlare, esponendo quella verità appena trovata, come una luce di speranza che le si era accesa nell'anima e che non poteva fare altro se non rendere entusiasta e più felice l'uomo davanti a lei.

Se io posso essere sua madre... allora tu puoi essere mio padre.

Vieni qui, forza.

Decise di non riflettere sulle parole pronunciate prima di entrare in quella stanza, decise di non soffermarsi sul dolore provato poco prima.
Monique aveva avuto ragione, forse aveva esagerato nel mostrarle subito tutta quella meraviglia, imbarazzandola.
Se non altro però, in parte aveva avuto ragione anche lui presupponendo che avrebbe capito il bene riversato in quel gesto.
Arianna ci aveva solo messo un po' più dell'ipotizzato, forse anche a causa della sua insicurezza e della sua difficoltà nel rapportarsi ad un genitore maschio che la apprezzasse, la facesse sentire importante, la rendesse fiera di averlo come padre.
Lei si avvicinò, con ancora Yuna tra le braccia, e si fece stringere con amore, affetto, calore, soddisfazione.
Il dettaglio che non previde Sandyon fu il piccolo bacio sulla guancia che l'italiana gli diede subito dopo essersi fatta abbracciare.
Non appena ciò avvenne, la coyote prese subito a fare un piccolissimo ed innocuo (per il momento) abbaio, segnando la sua gelosia nei confronti della mamma che, secondo i ragionamenti dell'animale, doveva preoccuparsi solo di darli a lei i bacini.

Accetto il tuo regalo, papà.
E grazie, è la casa più bella del mondo.


... Di niente.
Te la sei meritata, figlia mia.


Si stupirono forse a vicenda ed entrambi ebbero per diversi attimi gli occhi lucidi, guardandosi intensamente, con il sottofondo della coda della piccola che sbatteva di tanto in tanto sulle braccia di Arianna, esaltata più che mai, come se stesse cogliendo la particolarità del momento.
Sandyon tentò di farle un leggerissimo sorriso e in parte ci riuscì, anche se non era nulla di che, ma comunque, conoscendo il tipo...
Uscirono dalla stanza, camminando di nuovo fino a raggiungere il pianterreno. Le sorprese non erano ancora finite in effetti e l'uomo voleva fare ogni cosa con le dovute tempistiche, proprio per evitare che alla figlia acquisita prendesse una specie di infarto.
Dentro di sé provava davvero una gioia immensa al pensiero di averle regalato un luogo tutto per lei, un luogo accettato, un luogo che portava il marchio del Mentore e la personalizzazione dell'apprendista, perché si, c'era già tutto l'indispensabile, ma il superfluo era giurisdizione della Ricciardi e doveva ancora dare un'occhiata alla cifra che le aveva messo a disposizione per gli acquisti.
Camminarono fino alla stanza dello studio, dove era presente una scrivania bellissima in legno pregiato. Su di essa, una serie di fogli, di vario tipo, impilati uno sull'altro, probabilmente, a giudicare dalle cose scritte sopra, documenti di diverso genere.

La piuma sta nel primo cassetto.
Ci sono tre differenti documenti che puoi firmare.
Leggi con attenzione, mi raccomando.


"Modulo del passaggio di proprietà:

Nome del donatore: Sandyon Vastnor

Nome del destinatario del bene immobile: Arianna Ricciardi

Si richiede la firma da parte della ricevente per convalidare il passaggio di proprietà dell'oggetto N°234987 del valore commerciale di 9.800 Galeoni, registrato nel catasto generale presso l'Ufficio Unico Immobili del Ministero della Magia, settore K, fila 15.
La signorina Arianna Ricciardi si assume ogni responsabilità civile e penale relativa all'oggetto, stipulando un contratto senza debito con il Ministero della Magia riservandosi di non affittare l'immobile per un lasso di tempo pari a 15 (quindici) anni.
"


"Modulo di trasferimento monetario:

Nome del donatore: Sandyon Vastnor

Nome del beneficiario: Arianna Ricciardi

Si richiede la firma da parte della ricevente per convalidare il passaggio monetario dal conto della Gringott N°666888 del signor Vastnor Sandyon al conto N°999777 della signorina Ricciardi Arianna per un totale di 3.000 Galeoni."


"Modulo di cambiamento anagrafico:

Richiedente: Arianna Ricciardi

Nome e Cognome iniziale: Arianna Ricciardi

Nome e Cognome a seguito della modifica: Aryanne Vastnor

Si richiede la firma da parte della richiedente per convalidare il cambio di identità presso l'Ufficio Unico Anagrafico del Ministero della Magia.
Una volta effettuato il cambio, la richiedente si assume la responsabilità di modificare anche tutti i documenti emessi in suo possesso, recandosi poi alla sede centrale della Gringott richiedendo la sostituzione nominale del conto corrente legato alla sua identità.
"


Era sicuro che giunta alla terza serie di fogli la ragazza si sarebbe voltata incredula verso il suo Mentore per chiedere spiegazioni, anche soltanto rimanendo a bocca aperta o fissandolo impossibilitata a spiccicare una singola parola. A quel punto Sandyon, nel caso, avrebbe posato la destra sulla spalla della ragazza, stringendola appena, sospirando per trovare le parole giuste da dire in un momento simile.

A me farebbe piacere... Ma non sei obbligata.
Se non altro, almeno adesso hai capito quanto mi sento tuo padre e quanto ti sento la mia bambina, oltre che una apprendista.
Prenditi tutto il tempo che vuoi per rifletterci, ha una scadenza trimestrale.
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Messaggioda Aryanne » 19/10/2013, 21:12

Yuna, se ti piace.
E' figlia di Dastel.


E' un nome bellissimo, ed è perfetto per lei.
Non vedo l'ora che Dastel ci giochi insieme.


Ammise Arianna, riempiendo il musetto della piccola coyote di teneri baci, strusciando anche il nasino contro quello di lei per farla sentire fin da subito amata, protetta, coccolata: non le avrebbe fatto mancare niente, e probabilmente la coyote sarebbe stato l'animale più viziato del mondo o quasi, almeno dal punto di vista affettivo; di contro ci sarebbe stato il fatto che Yuna difficilmente si sarebbe mai più potuta separare dalla sua padrona, ma questo era un dettaglio che alla Ricciardi non dispiaceva affatto.
Avere quella scricciola tra le braccia, comunque, le permise di focalizzarsi su un punto nuovo del ragionamento fatto poco prima, sull'essere sua figlia o meno: non era nemmeno la madre di Yuna, eppure lei l'avrebbe considerata tale e la Ricciardi stessa si sarebbe fatta vedere in quel modo dalla coyote; allora perché mai Sandyon non sarebbe potuto essere il suo papà? Quanto poteva contare il sangue di fronte all'affetto, al sentimento?
Nulla, ecco quale fu la risposta che l'italiana si diede quando lui l'abbracciò con calore e dolcezza, e quando poi accettò quel bacio sulla guancia che lei gli diede: di contro, Yuna iniziò subito a uggiolare, protestando per ritrovare le attenzioni della sua neo-mamma che scoppiò in una piccola risata e la tempestò di piccoli e dolci bacini, coccolandola tantissimo.

Va meglio così piccola?

Le domandò con amore totale - si era già innamorata follemente di quel batuffolo - prima di ringraziare Sandyon, suo padre, per la casa stupenda che le aveva messo a disposizione.

... Di niente.
Te la sei meritata, figlia mia.


Entrambi con gli occhi luciid, entrambi commossi, e forse per evitare di scoppiare a piangere, almeno dal punto di vista di Arianna, i due uscirono dalla stanza con la coyote che ovviamente non tentò nemmeno di spostarsi dal posto comodo tra le braccia della madre: entrando nello studio, la Ricciardi si guardò intorno per un momento, contemplandone i mobili pregiati e i tappeti di qualità prima di avvicinarsi alla scrivania di legno antico e lavorato su cui erano poggiati diversi documenti.

La piuma sta nel primo cassetto.
Ci sono tre differenti documenti che puoi firmare.
Leggi con attenzione, mi raccomando.


Va bene, dammi un attimo...

Mormorò Arianna, tentando di mettere giù Yuna - non era sicura che la coyote lo avrebbe accettato e, nel caso, sarebbe stata pronta a riprenderla in braccio immediatamente - prima di concentrarsi sui tre documenti: il primo riguardava il passaggio di proprietà della casa da lui a lei, le veniva chiesto di convalidare tale passaggio e di accettare di non affittare l'immobile per i successivi 15 anni, un documento che l'italiana non ebbe alcun problema a firmare; il secondo riguardava un trasferimento di tremila galeoni da conto di Sandyon alla Gringott in quello di Arianna, un documento che l'italiana firmò solo dopo aver lanciato una sorta di occhiataccia al Mentore come a dire "non dovevi regalarmi anche questo" - ma era abbastanza sicura che avrebbe potuto offenderlo, se avesse rifiutato... insomma, aveva accettato di farsi regalare quella splendida casa, tremila galeoni a confronto dei 10mila spesi per essa non erano nulla o quasi.

Bene, e adesso manca l'ult--

La voce le morì in gola quando lesse l'ultimo documento che Sandyon le presentò davanti: cambiare il suo nome.
Anzi, nome e cognome.
Diventare una Vastnor, legalmente anche perché avrebbe dovuto modificare tutti i suoi documenti e farsi chiamare in quel nuovo modo, Aryanne Vastnor, ufficialmente; sbatté le palpebre un paio di volte, la vista che si sfocava e si rimetteva a fuoco quasi nel timore di aver letto male.
Alzò gli occhi sul proprio Mentore, quasi - anzi, senza il quasi - scioccata, incredula, totalmente stupita, fissandolo come a volergli chiedere una qualche spiegazione per il testo del foglio che aveva di fronte.

A me farebbe piacere... Ma non sei obbligata.
Se non altro, almeno adesso hai capito quanto mi sento tuo padre e quanto ti sento la mia bambina, oltre che una apprendista.
Prenditi tutto il tempo che vuoi per rifletterci, ha una scadenza trimestrale.


Non gli fece nemmeno finire di parlare: non appena disse che sentiva Arianna come la sua bambina, l'italiana prese la piuma, la intinse nell'inchiostro e firmò la pergamena in modo chiaro, leggibile, definitivo; poi alzò nuovamente gli occhi su Sandyon e posò la piuma sulla superficie di legno, parlando con voce tremante non per l'incertezza, ma per la commozione.

Tu mi hai cambiato la vita, le hai dato un senso... non avresti potuto farmi regalo più grande che darmi l'onore di essere una Vastnor, Sandyon.
Ti voglio bene, te ne voglio così tanto che penso mi possa scoppiare il cuore... sei il mio papà, lo sei da quando mi hai presa con te durante la scuola.
Grazie per essere entrato nella mia vita.


Parole sussurrate con voce spezzata prima che la Ricciardi - anzi, la Vastnor - abbracciasse di slancio e con forza l'uomo, spostando Yuna se nel frattempo le fosse tornata in braccio o semplicemente stringendogli le braccia intorno al petto, sentendo lacrime pure, di gioia indescrivibile, scenderle lungo le guance; quando si staccò da lui, la Dragargenteo sorrise, asciugandosi il viso dalle scie bagnate delle lacrime cadute sui vestiti dell'altro prima di tirare sul cal naso e respirare a fondo.

Credo di essere quasi arrivata al limite, quindi ti prego... se hai qualche altra sorpresa per me, mostramela adesso che sono ancora lucida, o dopo potrei non dare più soddisfazione!

Esclamò Arianna, scuotendo il capo anche se dentro di sé trovava difficile che potesse esserci ancora qualcosa in grado di sconvolgerla; eppure, dentro di sé, una vocina continuava a ripeterlo, come un mantra, come un eco che lei non aveva intenzione di far scomparire dalla propria mente.
Non era più Arianna Ricciardi, la Principessa viziata, figlia di Giovanni Ricciardi... era Aryanne Vastnor.
Era una Mercenaria.
Ed era la figlia di Sandyon Vastnor.
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Aryanne
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