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New York

Messaggioda Eliah » 31/07/2013, 20:24

[26 Dicembre - Ore 7:30]


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La Spia Magica del distretto americano, Eliah Stone, sedeva dietro la scrivania, così come faceva tutte le mattine, compilando scartoffie e fogli vari, insomma, i soliti atti da protocollo e i verbali delle sue missioni che, fino a quel giorno, erano state tutte portate a termine con successo.
Era un tipo davvero insolito: solitario, a modo, ed estremamente poco confidente (basti pensare al rapporto molto indiretto che aveva con i suoi colleghi).
Aveva l'aria preoccupata, pensierosa, ma il problema, questa volta, non era lavorativo, era molto di più.
Gli occhi erano fissi sulla porta di mogano della grande stanza, la bocca semi-chiusa e il respiro regolare e rado.
Era stata la notizia di un'ora prima a mantenerlo in quello stato di perplessità mista ad incredulità, eppure era proprio così: suo fratello, Ferdy Stone, era morto, aveva lasciato quella terra, per sempre, e non sarebbe più ritornato.
Era incredibile quanto fosse bruciante e logorante quel colpo: l'aveva preso alle spalle e lo aveva gettato in uno stato di sconforto, anche se non glielo si poteva leggere sul volto (stava bene attento a nascondere le sue emozioni).
Un giornale inglese intitolato "La Gazzetta del Profeta" era ben in vista sulla sua scrivania, proprio sotto la foto in cui un ragazzo sfrecciava avanti e indietro con la sua scopa: era lo stesso ragazzo che occupava la prima pagina, un ragazzo pronto a riprendere il suo cammino dopo una delle tante cadute, ma l'ultima doveva essergli stata fatale.
Di scatto si alzò dalla scrivania, il viso serio, freddo e bianco come quello di una statua (non aveva pianto, non piangeva mai), si diresse a passo svelto verso la porta e la aprì energicamente, lasciandola sbattere contro il muro; prese a percorrere il lungo corridoio del distretto, e svoltò un paio di angoli, sotto lo sguardo evasivo e timoroso dei colleghi.

Cosa avete da guardare? Ritornare a lavorare invece di perdere tempo in corridoio, scansafatiche.

Avrebbe voluto urlare quel pensiero, ma la sua etica non permetteva nemmeno certi sfoghi.
Non odiava per com'era: quella corazza lo avrebbe protetto dalle delusioni e dai dolori della vita, ed un esempio era proprio quello. Quasi era fiero della sua personalità, ma forse quella era una parola grossa.
La voce del Capo dipartimento confermò la sua presenza all'interno dell'ufficio.
Eliah non esitò davanti l'ingresso, posò una mano sulla maniglia ed entrò, proprio come se fosse a casa sua, senza bussare o chiedere il permesso. L'attenzione di tutti converse verso di lui, che non perse tempo e andò dritto al sodo.

Mi conceda un trasferimento per il Ministero della Magia inglese, lavorerò qualche mese lì.

I funzionari non obiettarono, ed uscirono dall'ufficio con lo sguardo basso: per quanto potesse sembrare dolce e gentile all'aspetto, non lo era per nulla, soprattutto quando era frustrato o incollerito.
Il suo Capo era rimasto lì, dietro la scrivania, ammutolito e con la bocca aperta.
Eliah era inclinato sulla scrivania, con il corpo che faceva peso sulle braccia poggiate sulla superficie lustra del tavolo.

E' diventato sordo o ha perso la parola? Mi firmi il trasferimento.

Ripeté lui.
Eliah lo fissava dritto negli occhi, come se da un momento all'altro si sarebbe gettato su di lui e lo avrebbe divorato vivo.
Il suo Capo, un signore sulla cinquantina, finalmente si decise a parlare:

N-non vedo il motivo...

Ha saputo della morte di mio fratello? E' stato avvelenato: dubito che le spie britanniche riescano a concludere qualcosa a riguardo.
Io potrei essere un aiuto prezioso, anche se alle prime armi: insomma, chi conosce mio fratello meglio di me?


Il Capo del dipartimento abbassò lo sguardo, indeciso sul da farsi, ma Eliah non voleva aspettare oltre, doveva subito fare i bagagli e partire. Voleva esserci al funerale, voleva conoscere gli amichetti del fratellino. Chissà con chi aveva avuto a che fare: se n'era andato ed ecco com'era andata a finire, ci aveva rimesso la vita.

Lei ha ragione, ma credo che il Ministero sappia prov-

Forse non sono stato abbastanza chiaro - lo interruppe lui - Mi firmi il trasferimento.

Quelle furono le sue ultime parole, dopodiché il Capo prese un foglio bianco e cominciò a imbrattarlo con la sua penna; quando ebbe finito si avvicinò ad una gabbia, il gufo planò fuori e il vecchio legò la lettera alla sua zampa.
Eliah osservò l'uccello uscire dalla finestra e stagliarsi contro il cielo azzurro. Rimase a guardarlo finché la voce dell'altro non tornò a farsi sentire.

Credo che tu possa prepararti per la partenza. Quando sarai pronto, il Ministero Inglese avrà accolto la notizia e tu potrai partire.
Buon viaggio, signor Stone...
- ebbe la sensazione che l'uomo avesse qualcos'altro da aggiungere - e sentite condoglianze.

Rispose con un cenno della testa, poi aprì la bocca solo per esordirsi in un ringraziamento semplice e asciutto.

Grazie.

Gli volse le spalle e si diresse verso la porta.
Avrebbe visto suo fratello per l'ultima volta, privo di anima oramai, e avrebbe scovato il suo assassino.
Uscì dalla stanza e percorse il corridoio per fare ritorno nel suo ufficio, dimenticando, ovviamente, la porta aperta.
Destinazione: Londra.

[Fine]
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Messaggioda Noah » 13/09/2013, 14:35

[Martedì - Primi Giorni dopo Capodanno - Gennaio 2107 - ore 13.45]


Da quando avevano consumato quella prima cena insieme a casa di lui, con relativo dopo cena brucia-calorie, Noah Pellegrino e Tisifone Samyliak avevano instaurato un rapporto... particolare: si allenavano insieme - o meglio, lui la prendeva a calci e lei tentava d'imparare a non prenderli - spesso mangiavano insieme chiacchierando del più e del meno, e soprattutto il primo aveva cominciato ad addestrare la seconda su tutto ciò che riguardava la cultura babbana; le aveva insegnato un po' di cose sull'argomento, come l'uso del computer o del telefono, l'aveva portata al cinema e a teatro, una volta le aveva persino fatto provare cosa volesse dire stare seduta in macchina, ovviamente dalla parte del passeggero.
Si era divertito molto all'inizio, quando leggeva in lei uno sguardo totalmente perso e spaesato, e si era sentito orgoglioso dopo, quando finalmente Tisifone aveva cominciato a dare i primi risultati sia negli allenamenti, sia col mondo babbano; certo, a parlare al telefono con lei ci aveva quasi rimesso un timpano, ma anche in quel caso la donna aveva finalmente capito che non c'era affatto bisogno di urlare per farsi sentire da lui.
Le aveva fatto gli auguri di Buon Natale proprio per telefono, e l'aveva invitata a venire negli States dopo Capodanno così da passare qualche giornata insieme e farle conoscere la sua famiglia, che già non vedeva l'ora di sfamare e coccolare la "donna di Pellegrino" - inutili erano infatti stati i tentativi di Noah di spiegare che lui e la Samyliak non stavano insieme.
Naturalmente l'italo-americano non si smentiva mai, in nessun caso, per questo le aveva sì proposto di ospitarla a New York e farle visitare la Grande Mela, ma al tempo stesso le aveva lanciato una piccola sfida: arrivarvi con mezzi babbani, l'aereo per la precisione.
Ed era lì che la stava aspettando, al John Fitzgerald Kennedy - per i newyorchesi semplicemente JFK - di New York, nell'attesa che il volo della donna atterrasse.

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Era molto ansioso di vederla, un po' perché non era un gran mistero che all'uomo lei piacesse molto, ed un po' perché era curioso di capire quanto si fosse traumatizzata nel dover salire su un aereo e fare un viaggio in una scatola di grandi dimensioni ed un paio d'ali sospesa nel vuoto.

Sono sicuro che scenderà di "ottimo" umore...


Pensò l'uomo, alzando gli occhi al cielo con un sorriso divertito.

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Aveva indossato in un suo onore un completo con camicia bianca a righe spesse azzurre e sopra un completo di giacca e pantaloni; scarpe da passeggio, cappotto piegato sopra il suo braccio destro visto che nell'aeroporto faceva piuttosto caldo, capelli ribelli come sempre ed un velato accenno di barba, insomma, aveva cercato di dare il meglio di sé.
Ora mancava solo la sua allieva preferita, nonché unica, per completare l'opera.
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Messaggioda Tisifone » 14/09/2013, 0:17

[Martedì - Primi Giorni dopo Capodanno - Gennaio 2107 - ore 13.45]


Una “non – relazione”. Era così che Tisifone aveva definito con se stessa e con Monique, l’unica con cui si era confidata sull’argomento, quello strano miscuglio di sesso, chiacchiere, cene e allenamenti che era diventato il suo legame con Noah fin dal secondo incontro. L’essere andati a letto insieme praticamente al primo appuntamento/incontro di lavoro infatti non aveva bruciato sul nascere qualsiasi tipo di rapporto e, superati i primi e a dir la verità pochi imbarazzi, i due sembravano aver imparato abbastanza velocemente come interagire tra di loro senza troppi scossoni. Tisifone affrontava le lezioni di Difesa come al suo solito, a testa alta e con una ferrea determinazione che l’aveva portata a consumare nelle prime due settimane un intero vasetto della pomata “nascondi lividi” di Demetri, senza lamentarsi per il dolore o la durezza degli allenamenti. E di dolore ne provava abbastanza, almeno a giudicare dai movimenti rigidi e zoppicanti con cui ritornava a Hogwarts quelle rare volte che il suo Master Teacher non si offriva volontario – più per mancanza di tempo che di volontà – di prendersi cura del suo corpo martoriato. Le lezioni di babbanologia applicata, come le aveva ribattezzate, invece la vedevano curiosa e diffidente allo stesso tempo anche se, giro in macchina escluso, doveva ammettere che tutte le novità che Noah le aveva fatto sperimentare si erano dimostrate davvero piacevoli. Aveva scoperto la bellezza delle opere teatrali, il divertimento insito nel mangiare pop corn e dolciumi vari al cinema e le potenzialità di Internet per scoprire cosa pensassero i babbani sulle diverse mantiche, ma soprattutto aveva scoperto quanto obsoleti e scomodi fossero i mezzi di comunicazione magici. Refrattaria all’uso del cellulare, alla fine Tisifone si era dovuto arrendere a quell’aggeggio infernale quando si era resa conto che gli Auguri di Natale via Gufo sarebbero giunti in America più o meno dopo Capodanno e che non sarebbe stato educato apparire nel camino di una casa in festa senza il giusto preavviso. Si era sentita stupida la prima volta, chiusa nella sua stanza al Manor, a urlare a una stanza vuota come stesse e come fosse andato il viaggi, tanto quanto si era sentita in imbarazzo a scambiarsi gli auguri di Natale a bassa voce mentre si trovava a casa di Monique perché per quanto grande fosse la Villa i suoi ospiti erano così numerosi che avere un minimo di privacy si era rivelata una vera e propria impresa. Si, la vita di Tisifone era decisamente cambiata in meglio da quando si era lasciata andare a Noah, e per mantenere le cose inalterata bastava semplicemente che l’uomo si attenesse a poche semplici regole, prima tra tutte di non parlare di sentimenti o di corteggiamenti vari se non voleva che la Divinante si chiudesse a riccio spaventata a morte.
La paura dei sottointesi insiti nel raggiungere l’uomo a casa della sua famiglia a New York subito dopo Capodanno aveva quasi convinto la donna a rifiutare il gentile invito ma poi il Matto aveva fatto capolino durante una lettura “speciale” dei Tarocchi e così si era vista “costretta” a capitolare anche se aveva preferito tenere per sé i motivi che l’avevano spinta a partire. Decisione che aveva vacillato quando lui le aveva proposto di prendere un aereo babbano invece di una semplice e veloce passaporta intercontinentale o meglio l’aveva sfidata a farlo facendo leva sul suo orgoglio. In realtà a Tisifone piaceva viaggiare in aereo perché lo considerava molto più sicuro di una macchina o di un treno – lei di statistiche sugli incidenti aerei non ne sapeva nulla – e soprattutto perché le dava la possibilità di riflettere o leggere in tranquillità senza nessuno che la interrompesse all’improvviso. Perfino le hostess quando la vedevano immersa in uno dei suoi tomi appositamente trasfigurati in qualcosa di moderno le si avvicinavano silenziosamente. La lentezza del volo però in quel caso le appariva più una tortura che un piacere raro da gustare perché temeva che la sua mente si sarebbe persa in mille congetture che le avrebbero fatto desiderare, una volta atterrata, di ritornare indietro il prima possibile. Per fortuna si sbagliava di grosso. E infatti quella che usciva dalla controllo passaporti spingendo una valigia di medie dimensioni e una borsa nera enorme era una Tisifone visibilmente stanca e provata per le ore di aereo, con i lineamenti del viso tirati e delle leggere occhiaie sotto gli occhi che avrebbe nascosto con gli occhiali da sole che penzolavano dalla maglia di cachemire grigio chiara, ma anche sorridente mentre si congedava dall’uomo che le aveva tenuto compagnia per buona parte del viaggio.

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La ringrazio moltissimo Mister Goldwing, la sua consulenza è stata preziosa davvero…

Affermò con un tono di voce leggero e pacato, diverso da quello freddo e distaccato che usava a scuola o da quello dolce e avvolgente che aveva iniziato a usare quando parlava con l’italoamericano, come se stesse sperimentando una sorta di via di mezzo per interfacciarsi con gli altri.

Sono io che devo ringraziare lei Miss Samyliak. La sua intelligenza è seconda solo alla sua bellezza – rispose galante l’uomo in jeans e maglietta a righe colorate, aprendo l’agenda che teneva in mano per prendere un quadratino di carta con su stampigliato qualcosa – Ecco il mio numero di telefono. Le assicuro che se deciderà di usarlo non mi arrecherà alcun disturbo.

Tisifone spostò perplessa lo sguardo dal viso sorridente e speranzoso dell’uomo al bigliettino che aveva in mano. Nonostante non fosse più una ragazzina non era abituata a essere rimorchiata da nessuno in nessuna circostanza e quelle rare volte che accadeva si ritrovava sempre in imbarazzo e incapace di approntare una risposta immediata e sensata, soprattutto quando l’altro era educato e pacato come Mister Goldwing. Si aggiustò una ciocca di capelli che le copriva il visto, portandola dietro l’orecchio e sfiorando così gli orecchini d'ambra che portava in un gesto che poteva essere considerato malizioso ma che era del tutto spontaneo come il rossore lieve che le colorava le guance per poi allungare la mano per prendere il biglietto da vista. Era il minimo che potesse fare per ringraziare Eric per averla salvata da se stessa e dalle sue lugubri riflessioni, nonostante le prime due ore di volo le avesse dovuto estorcere le parole quasi con l’Imperius.

E’ sicura che non le serve un passaggio da qualche parte?

Le chiese nuovamente l’uomo, premuroso, aiutandola a destreggiarsi tra la folla che si accalcava intorno alle porte di uscita, trepidante di poter riabbracciare i propri cari o recuperare i clienti e portarli a destinazione.

Non si preoccupi, ha… hanno promesso di venirmi a prendere.

Rispose titubante come sempre quando si trattava di parlare di Noah con qualcun altro, fosse anche un estraneo gentile che si preoccupava per lei, mentre allungava il collo e voltava la testa a destra e a sinistra alla ricerca di un qualche indizio che le segnalasse la presenza del suo accompagnatore. Posò entrambe le mani sulla valigia per raccimolare qualche centimetri in più, pentendosi per aver optato per un paio di ballerine comodissime ma basse al posto di un paio di scarpe con i tacchi. Inutile dire che il suo viso lasciava trapelare un po' di apprensione per il non essere riuscita a individuare subito l'italoamericano.
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Messaggioda Noah » 15/09/2013, 12:24

Finalmente il volo di Tisifone atterrò in aeroporto: Noah si raddrizzò, sistemandosi la giacca con un sorrisetto compiaciuto sulle labbra; era oltremodo felice di vederla, di poterle stare di nuovo a contatto dopo un periodo, nemmeno troppo lungo in realtà, di lontananza.
Non era d'altronde un mistero che l'uomo si sentisse attratto da lei, ma sotto esplicita richiesta della donna non aveva mai fatto cenno alla cosa, non aveva mai tentato delle avances che avrebbero potuto spaventarla e farla correre via, lontano da lui.

Sperando che non sia la mia famiglia a farla scappare...


Pensò Pellegrino, che ben conosceva l'esuberanza della sua famiglia: e proprio perché la conosceva, sapeva bene che i suoi familiari sarebbero potuti risultare un po' eccessivi per lei; d'altronde era la sua famiglia, e lui li adorava così com'erano, anche se spesso riuscivano a farlo impazzire.
Quando le porte della zona da cui arrivavano i i passeggeri coi bagali si aprirono, lo sguardo dell'italo-americano si assottigliò per cercare di cogliere subito la presenza della docente di Divinazione ad Hogwarts: gli ci volle qualche minuto per trovarla, per riconoscerla in mezzo alla folla, ma poi il volto della anglo-russa si fece strada in mezzo al mare di quelli sconosciuti, facendogli nascere un sorriso spontaneo mentre alzava la mano verso di lei, così da farsi notare, e nel contempo le si avvicinava con un gran sorriso sulle labbra.

Tisifone, finalmente!
Pensavo fossi rimasta sull'aereo...


Commentò Noah una volta che le fu davanti, avvicinandosi a lei per posarle un bacio sulla guancia: in fondo facevano del magnifico sesso, perché mai sentirsi imbarazzati per un bacio innocente?

E' stato un viaggio piacevole?
Vieni, ho lasciato la macchina qui fuori.


Aggiunse, prendendole i bagagli ed offrendole il braccio, dopo aver salutato eventualmente l'uomo accanto a lei che le aveva tenuto compagnia, così da poter uscire con lei all'esterno, dove il suo gioiellino rosso fiammante era parcheggiato in attesa del loro ritorno.

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So che non ti piacciono le auto, ma niente magia - ovviamente l'ultima parola la pronunciò in un sussurro caldo - mentre sei qui, sei ufficialmente entrata nel mondo babbano di Noah Pellegrino, mh?

Le strizzò l'occhio, affabile e divertito come sempre, aprendo l'ampio bagagliaio per metterci le valigie della donna, così da poterle poi aprire la portiera in un gesto galante e cavalleresco.

Allora, pronta per lanciarti nel traffico newyorchese?

Le domandò ironico, mentre saliva a sua volta e metteva in moto: temeva che sarebbe arrivata a casa dei suoi sull'orlo di una crisi isterica, ma i patti erano quelli... niente magia, non mentre stava lì con lui.

Raccontami di come hai passato il Natale - le proprose poi, per distrarla e per prenderla un po' in giro - Sai, l'ultima volta che ci siamo sentiti è stata la prima in cui non ho perso un orecchio per colpa delle tue urla, quindi penso di essermi perso tutte le conversazioni prima...
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Messaggioda Tisifone » 15/09/2013, 22:21

Man mano che i secondi passavano agli occhi di Tisifone Mister Goldwing iniziava a diventare troppo insistente e il buon umore che le aveva trasmesso durante il volo si riduceva sempre più, facendola pentire di essersi dimostrata gentile e disponibile al dialogo invece che il solito ghiacciolo acido. A onor del vero l’uomo si stava comportando in maniera educata e premurosa come pochi avrebbero fatto nei confronti di una donna che aveva dimostrato di mal tollerare gli spazi chiusi, i voli aerei, la folla accalcata intorno al rullo del ritiro bagagli. Per non parlare del rullo stesso davanti al quale era rimasta ferma un paio di minuti abbondanti a osservare la propria valigia passarle davanti senza spostarsi di un millimetro. Perché si, di viaggi in aereo ne aveva fatto, anche se pochi, ma aveva sempre viaggiato leggera con una valigia magica e quindi non si era mai ritrovata nelle condizioni di dover ritirare il proprio bagaglio. Con un umore più nero di quando era scesa dall’aereo quindi seguiva con lo sguardo ogni mano che svolazzava in aria nel tentativo di fendere la folla e attirare l’attenzione di qualcuno fino a quando non agganciò quella giusta.

E’ solo perché sono stanca e non vedo l’ora di uscire da questa bolgia.

Rassicurò se stessa nel momento in cui si rese conto che non appena aveva intravisto tra la folla la figura di Pellegrino il suo cuore aveva iniziato a battere più velocemente e un senso di sollievo si era diffuso lungo il suo corpo, sciogliendo un grumo non meglio identificato che l’aveva oppressa in quei giorni di lontananza. Per non parlare degli angoli della sua bocca che si erano automaticamente sollevati in un sorriso, addolcendo i lineamenti tesi e stanchi del suo viso, in risposta a quello che troneggiava sulle labbra dell’altro. Si, era decisamente molto felice di vederlo, anche se cercava in ogni modo di non soffermarsi a riflettere sul perché lo fosse, ma questo non le impedì di irrigidirsi quando le intenzioni dell’altro di baciarla le furono palesi. Il magnifico sesso infatti veniva consumato nell’intimità dell’appartamento londinese dell’uomo, visto che lei ancora non si era decisa a comprare un appartamento tutto suo, mentre in pubblico continuavano a ostentare un comportamento educato e professionale anche quando si avventuravano alla scoperta della Londra Babbana. Questo voleva dire nessun tipo di bacio in pubblico, neanche qualcosa di casto come appunto sulla guancia, né passeggiate mano nella mano perché troppo intime e compromettenti, troppo difficili da spiegare se si fossero imbattuti in qualcuno che conoscevano. Inutile dire che quelle erano solo ed esclusivamente paranoie della Divinante che l’italoamericano sembrava aver accettato più o meno di buon grado, paranoie che derivavano direttamente dal terrore che aveva di innamorarsi nuovamente.

Siete in vacanza ed è solo un bacio, rilassati.

Il rimprovero suonò nella sua mente con la voce dolce e comprensiva di Asher che l’aiutò a non indietreggiare e a rilassarsi sotto il tocco delle labbra dell’uomo tanto da ricambiare il gesto e lasciarsi sfuggire un leggero risolino quando l’accenno di barba le solleticò la pelle.

Tisifone, finalmente!
Pensavo fossi rimasta sull'aereo...


Ammetto di aver contemplato l’idea ma a quanto sembra per tornare a Londra sarei dovuta scendere lo stesso e salire su un altro quindi tanto valeva assaggiare l’aria di New York.

Ribattè con un tono di voce pacato e le guance lievemente arrossate per l’imbarazzo. La sua poteva sembrare una battuta ironica ma a giudicare da come l’uomo accanto a lei aveva sollevato gli occhi al cielo ridacchiando, probabilmente non si era discostata molto dalla realtà.

Mister Goldwing è stato un piacere averla conosciuta. Grazie per la compagnia.

Salutò quindi il suo momentaneo accompagnatore per poi far scivolare la mano intorno al braccio di Noah e stringerlo leggermente, combattendo contro la voglia di avvicinarsi di più a lui e posare la testa sulla spalla. Gli era mancato più di quanto fosse pronta ad ammettere anche con se stessa.

E' stato un viaggio piacevole?

Grazie a Eric si - affermò, voltando la testa in modo da poterlo guardare in viso e fulminarlo con un’occhiataccia. Piacevole non era certo l’aggettivo che avrebbe scelto per definire il volo ma alla fine non aveva schiantato nessuno né aveva trasformato il primo oggetto a portata di mano in una passaporta illegale. – E’ una persona molto loquace ma fortunatamente anche molto brillante e le sue teorie babbane su Freud e l’interpretazione dei sogni le ho trovate interessanti… Credo che le userò per una delle mie prossime lezioni anche se adesso l’unica cosa a cui riesco a pensare è scivolare in una vasca piena d’acqua calda e bagnoschiuma e rimanerci fino all’ora di cena.

L’affermazione fu seguita da un sospiro al pensiero di potersi finalmente rilassare: tra l’essere stata costretta a rimanere seduta per tante ore di fila e l’ansia insita nell’essere rinchiusa in un mezzo babbano non vi era un solo muscolo del corpo della donna che non fosse accavallato.

Vieni, ho lasciato la macchina qui fuori.

Macchina?

Ripetè allibita, la mano che si serrava in una morsa poco piacevole intorno al braccio di lui. L’automobile era l’unico marchingegno babbano, di quelli che aveva sperimentato, che non era riuscita a farsi piacere tanto che alla fine era quasi giunta alla conclusione di soffrire di un qualche tipo di claustrofobia. Fece un respiro profondo, poi un secondo, cercando di calmare l’ondata di rabbia mista ad ansia che stava minacciando di assalirla. Non era bastato farsi tutte quelle ore di aereo invece che prendere una comodissima, veloce e rilassante passaporta? Adesso doveva anche rinchiudersi in quella scatoletta metallica che lei non riusciva ad apprezzare come avrebbe dovuto, almeno a giudicare dagli sguardi di ammirazione che gli uomini e alcune donne le stavano lanciando?

So che non ti piacciono le auto, ma niente magia mentre sei qui, sei ufficialmente entrata nel mondo babbano di Noah Pellegrino, mh?

Qualsiasi recriminazione stesse per uscire dalle sue labbra le morì in gola, soffocato dal modo divertito e allegro con cui l’uomo aveva pronunciato quella che alle sue orecchie suonava come una condanna a morte. Si fermò a pochi passi dall’auto, guardandola come se potesse farla evanescere con la sola forza del pensiero e senza impugnare la bacchetta. Come poteva chiederle di vivere senza magia, alla stregua di una normale babbana, indifesa e alla mercè di chiunque fosse più forte di lei, di nuovo? Quando si era smaterializzata dall’appartamento di Pablo con il braccio e il cuore sanguinanti aveva giurato che non si sarebbe mai più messa in una situazione del genere, non avrebbe più rinunciato alla propria magia per nessun motivo al mondo. Ma Noah non era a conoscenza di Pablo, così come non conosceva alcun dettaglio della sua vita sentimentale passata. Per lui tutto quello era solo un altro modo per continuare le loro lezioni di Babbanologia Applicata e il fatto di essere un Mezzosangue lo aiutava nel sentirsi a proprio agio in entrambi i contesti. Non poteva quindi incolparlo di qualcosa che probabilmente per lui era naturale.

Tuo padre ha problemi con lei? – chiese di botto, voltandosi nuovamente verso di lui, un’espressione perplessa in volto, più calma di quanto fosse stata pochi secondi prima anche se era ancora possibile intravedere i sentimenti negativo ribollire sotto la superficie piatta dei suoi occhi blu. Il tono di voce era piatto, privo di qualsiasi inflessione, come se la risposta non fosse per lei molto importante. Non era abituata infatti a interagire con persone che conoscevano l’esistenza del Mondo Magico e ne osteggiassero i membri della comunità e se il padre di Noah fosse un conservatore come Demetri – al contrario ovviamente – allora forse era il caso di scoprirlo prima di trovarselo davanti. – Perché a volte mi fai sentire come se fosse sbagliato essere quella che sono, quello che siamo

Aggiunse in un mormorio sommesso mentre chiudeva gli occhi e, fatto un respiro profondo, saliva sull’auto. Già quel gesto di resa avrebbe dovuto farle capire che quello che provava per il suo Master Teacher andava al di là della semplice attrazione sessuale, ma purtroppo il suo spirito di sopravvivenza l’aveva fatta diventare bravissima a ignorare l’evidenza, quando si trattava dei propri sentimenti.

Allora, pronta per lanciarti nel traffico newyorchese?

Per nulla. Ma forse se chiudo gli occhi e metti della musica di sottofondo posso far finta di trovarmi da qualche altra parte… Spero solo che l’albergo non sia troppo distante.

Perché anche se non avevano esplicitamente parlato di dove avrebbe vissuto la Divinante durante la permanenza a New York lei aveva dato per scontato che lui le avesse prenotato una stanza da qualche parte e dove una parte di lei sperava che le avrebbe tenuto compagnia.

Raccontami di come hai passato il Natale. Sai, l'ultima volta che ci siamo sentiti è stata la prima in cui non ho perso un orecchio per colpa delle tue urla, quindi penso di essermi perso tutte le conversazioni prima...

Galante come sempre Mister Pellegrino.

Lo prese in giro, dandogli un colpetto sul braccio con la mano stretta a pugno senza però convinzione. Una volta seduta in macchina aveva tolto la giacca, che teneva in grembo bloccata dalle mani strette a pugno, rimanendo con un pullover grigio ampio con una scollatura a V resa ancora più accentuata dal peso degli occhiali da sole che vi aveva agganciato, e messa la cintura di sicurezza. Era poi scivolata un po’ sul sedile, in modo da poter reclinare all’indietro il capo sul poggiatesta e aveva effettivamente chiuso gli occhi, respirando in maniera lenta e controllata come aveva insegnato a Zephyr per aprire i suoi chakra.

In ogni caso il cellulare ha creato grossi scompigli al Manor… Demetri non è stato molto contento di avere altra tecnologia babbana in giro per casa e i miei primi tentativi di passare inosservata sono andati falliti.

Inclinò le labbra in un sorriso ironico perché effettivamente le prime volte la loro conversazione era stata udita fin nel laboratorio di pozioni del suo padrino le cui urla a sua volta erano riecheggiate in tutto il parco antistante. Strano a dirsi ma era la prima volta che nominava in presenza di Noah uno dei suoi padrini perché a differenza sua lei si era sempre tenuta molto sul vago quando si trattava di parlare della sua famiglia, lasciando intendere che i suoi genitori era morti, senza accennare alle circostanze in cui il fatto era avvenuto, e che viveva con i suoi tutori, senza però entrare nel merito di chi fossero e soprattutto cosa fossero. Non voleva scoprire che Noah fosse omofobo perché quello avrebbe decretato la fine di un qualsiasi “non – rapporto” esistente tra loro.

Ho trascorso la cena della Vigilia a Londra a casa di mia cugina, il compagno e una mezza dozzina di loro parenti e amici ed è stato più piacevole del previsto – anche se probabilmente Vastnor non sarebbe stata d’accordo con lei considerato che non avevano avuto molta privacy in quei giorni. Dal canto suo Tisifone aveva avuto la possibilità di ricredersi sulla Ricciardi, conoscere meglio Celine e fare la conoscenza di nipoti e amici vari. Insomma una Vigilia alternativa rispetto alla noiosissima cena in stile purosangue da una manciata di parenti di Demetri che ancora gli rivolgevano la parola da quando aveva formalizzato la sua unione con Asher – e il pranzo di Natale al Manor per riprendermi dalla confusione. Per il resto mi sono riposata, mi sono allenata e ho saccheggiato alcune librerie babbane alla ricerca di informazioni sulle prossime lezioni che devo tenere. Le tue vacanze invece?... Ah, credo che Idra ti odi quindi fossi in te starei attento a non andare troppo vicino alle sue spire.

In realtà ne era certa, visto che il pitone le aveva messo un “broncio” fenomenale quando le aveva detto che non avrebbe potuto portarla con sé in quel viaggio visto che avrebbe avuto problemi a usare la magia e non avrebbe potuto giustificare in alcun modo la presenza di un pitone attorno al suo collo. Sperava solo che Noah non le chiedesse cosa Idra aveva effettivamente detto su di lui, perchè si in quattro mesi di "non - relazione" almeno che parlava serpentese glielo aveva confidato.
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Messaggioda Noah » 16/09/2013, 14:37

Era davvero bella: stanca e provata dal viaggio, evidentemente, ma allo stesso tempo bellissima, più di quanto lui ricordasse; o forse era solo l'infatuazione per lei a farla parlare così, ma qualsiasi fosse la motivazione, a Noah importava davvero poco; come sempre, come i suoi geni lo spingevano a fare, manteneva la sua positività e il suo sorriso solare, accogliendo tutto ciò che la vita gli poteva offrire a braccia aperte.

Ammetto di aver contemplato l’idea ma a quanto sembra per tornare a Londra sarei dovuta scendere lo stesso e salire su un altro quindi tanto valeva assaggiare l’aria di New York.
Mister Goldwing è stato un piacere averla conosciuta. Grazie per la compagnia.


Salutato l'accompagnatore di Tisifone, Pellegrino le offrì il braccio e prese a camminare insieme a lei per l'aeroporto, dirigendosi così verso l'uscita di esso, portando la sua enorme valigia col braccio libero, e sincerandosi intanto che il viaggio fosse andato bene, che fosse stato "piacevole", anche se sapeva che difficilmente lei lo avrebbe reputato tale.

Grazie a Eric si.
E’ una persona molto loquace ma fortunatamente anche molto brillante e le sue teorie babbane su Freud e l’interpretazione dei sogni le ho trovate interessanti… Credo che le userò per una delle mie prossime lezioni anche se adesso l’unica cosa a cui riesco a pensare è scivolare in una vasca piena d’acqua calda e bagnoschiuma e rimanerci fino all’ora di cena.


Solo tu puoi pensare alle tue lezioni anche mentre sei in vacanza... - commentò Noah ridacchiando e strizzandole l'occhio quando lei lo guardò male - ... e sei davvero un'illusa se pensi di esserti saltata il pranzo: mia madre non vede l'ora di conoscerti e di farti mangiare un "leggero" pasto italo-americano.

Aggiunse, alzando gli occhi al cielo: aveva provato a spiegare a sua madre che probabilmente la donna sarebbe stata molto stanca e provata dal viaggio, e che quindi forse avrebbe preferito rilassarsi e mangiare direttamente a cena... ma ovviamente sua madre aveva ribattuto che mai avrebbe permesso alla "cara Tisifone" - la chiamava così da quando Noah aveva iniziato a parlare di lei - di attendere ore ed ore per la cena quando poteva sfamarla appena arrivata a NY.
Usciti dall'aeroporto, i due si trovarono di fronte alla macchina di Noah, una delle invenzioni babbane che più apprezzava al contrario di Tisifone.

Sì, macchina... e ti assicuro che sarà molto diverso dall'ultimo viaggio che ti ho fatto provare.
Vedrai, ti piacerà.


La rassicurò Noah: lì, nella Grande Mela, poteva vantare di un bolide comodo, spazioso all'interno, dotato di ogni comfort, un gioiellino che aveva preferito lasciare negli States dove viveva la sua vita da babbano, piuttosto che portarsela a Londra dove invece viveva come un mago... no, decisamente non ci sarebbe stato paragone tra quell'esperienza e la prima di Tisifone, su una utilitaria qualsiasi presa a noleggio; d'altronde Pellegrino era ben deciso a farle provare la vita senza magia, per mostrarle anche "l'altra parte", quella che molti Purosangue disdegnavano senza nemmeno provare ad avvicinarvisi.

Tuo padre ha problemi con lei?

Assolutamente no, perché?

Perché a volte mi fai sentire come se fosse sbagliato essere quella che sono, quello che siamo

... volevo solo mostrarti parte di ciò che io sono.

Lo sguardo di Noah si fece appena più profondo, e forse Tisifone avrebbe potuto comprendere attraverso i suoi occhi e le sue parole una verità molto semplice... l'aveva ferito.

Mio padre non ha alcun problema con la magia - aggiunse mentre chiudeva la portiera dalla propria parte e si allacciava la cintura di sicurezza - Ama mia madre in tutto, in ogni sua parte, ed è stato sinceramente felice di sapere che anche io ero un mago: tutta la mia famiglia lo sa, per quanto sia stato più difficile farlo accettare ai parenti più anziani; e io sono fiero di essere ciò che sono... un Mezzosangue.
Il che significa essere in parte mago, certo, ma in parte anche babbano: vivo quasi tutta la mia vita da mago, ti ho conosciuto in un contesto magico, ti alleno in previsione dei possibili eventi magici che potrebbero accadere... ma sono più di questo, Tisifone; sono anche un uomo che è cresciuto nel mondo babbano, che ha imparato ad apprezzarne la cultura, gli usi, i modi in cui le persone sono riuscite ad andare avanti senza essere facilitati dalla magia.
Non ritengo affatto sbagliato essere ciò che si è... ma io sono anche questo: e visto che sei mia ospite, pensavo potessi trovare piacevole scoprire un mondo nuovo che in realtà sta sempre un passo accanto a te.


Non aveva mai parlato così tanto di uno stesso argomento, e soprattutto mai con tanto fervore: era chiaro che si era sentito punto sul vivo con le parole di lei, e che ci era rimasto male: non avrebbe mai voluto costringerla ad essere ciò che non era, ma darle la possibilità di venire a contatto con qualcosa che, probabilmente, fino a prima di conoscerlo aveva sempre ignorato perché non si era mai data l'opportunità di conoscerlo; ciò nonostante, Tisifone avrebbe potuto usare tutta la magia che voleva, mentre erano lì, nessuno gliel'avrebbe mai impedito, lui per primo.
Intanto erano partiti, e si erano immersi nel traffico newyorchese sempre un po' caotico e fastidioso, soprattutto le prime volte che lo si sperimentava.

Per nulla. Ma forse se chiudo gli occhi e metti della musica di sottofondo posso far finta di trovarmi da qualche altra parte… Spero solo che l’albergo non sia troppo distante.

Casa dei miei genitori, vuoi dire... - la corresse lui, riuscendo comunque a sorridere divertito nonostante il discorso precedente, accendendo la radio che trasmetteva musica classica a basso volume - Ci vorrà un po', il ristorante di mio padre e la sua abitazione stanno a Times Square, quindi tanto vale chiacchierare un po' mentre viaggiamo.

Aggiunse lui, chiedendole dunque delle sue vacanze natalizie e prendendola anche un po' in giro per la sua iniziale incapacità di utilizzare in modo corretto un cellulare.

Galante come sempre Mister Pellegrino.
In ogni caso il cellulare ha creato grossi scompigli al Manor… Demetri non è stato molto contento di avere altra tecnologia babbana in giro per casa e i miei primi tentativi di passare inosservata sono andati falliti.


Demetri è il tuo padrino, giusto?

Domandò Noah per conferma, visto che Tisifone non aveva mai parlato dei suoi padrini prima: lui sapeva solo che i genitori di lei erano morti, e che aveva chi si era preso cura di lei da quel tragico avvenimento in avanti, ma nulla di più: la vita della Divinante, in quel senso, era per lui un mistero.

Ho trascorso la cena della Vigilia a Londra a casa di mia cugina, il compagno e una mezza dozzina di loro parenti e amici ed è stato più piacevole del previsto... e il pranzo di Natale al Manor per riprendermi dalla confusione. Per il resto mi sono riposata, mi sono allenata e ho saccheggiato alcune librerie babbane alla ricerca di informazioni sulle prossime lezioni che devo tenere. Le tue vacanze invece?

Sono stato sempre qui, ho passeggiato per New York godendomi questo posto e le sue meraviglie, e ho passato Vigilia e pranzo di Natale con una trentina tra genitori, zii, cugini, nonni, nipoti, cognati e quant'altro... pasti in perfetto stile Pellegrino, insomma.

Rispose divertito, fingendosi esasperato con un'alzata di occhi al cielo anche se il sorriso che gli aleggiava sulle labbra la diceva lunga su quanto, in realtà, si fosse divertito: poteva sembrare strano, ma Noah adorava la sua famiglia e passare del tempo con tutti loro.

... Ah, credo che Idra ti odi quindi fossi in te starei attento a non andare troppo vicino alle sue spire.

Odiarmi?
E cosa potrò aver mai fatto di tanto orribile alla bella signorina che ti accompagna sempre?


Sapeva che probabilmente il motivo era il fatto di non aver potuto accompagnare la padrona in quel viaggio, ma sarebbe stato davvero molto complesso, troppo, portarla fino negli USA, e sperava di poter essere perdonato, prima o poi, per questo.

E visto che siamo in argomento... cos'ha detto su di me di preciso? Si è fatta un'opinione sul tuo Master Teacher?
Parla su, almeno so cosa aspettarmi quando la rivedrò, avanti!
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Messaggioda Tisifone » 16/09/2013, 20:28

Gli era mancato. E anche tanto. Questo fu il primo pensiero che attraversò la mente di Tisifone non appena riuscì a intravedere Noah in mezzo alla folla all’aeroporto. Il secondo pensiero, quello a cui si aggrappò per non riflettere sulle conseguenze del primo, era molto più frivolo e banale e riguardava il completo casual che aveva composto a fatica quando aveva compreso di dover prendere un volo di linea babbano. L’immagine che lo specchio aveva riflesso non le era dispiaciuto per nulla mentre adesso si sentiva inadeguata perché lui era perfetto e stupefacente con quella camicia a righe che ne metteva in risalto l’incarnato e gli occhi, quegli occhi di cui si era invaghita fin da subito. Ripreso il controllo di sé, accettato e ricambiato un casto bacio sulle guance e salutato il povero babbano che le aveva tenuto compagnia durante il volo impedendole di farsi venire una crisi di nervi per i troppi pensieri, Tisifone si avviò verso l’uscita dell’aeroporto al braccio di Pellegrino raccontandogli per sommi capi cosa avesse impedito che quel viaggio si tramutasse in un incubo.

Solo tu puoi pensare alle tue lezioni anche mentre sei in vacanza...

Dovresti ringraziare il fatto che riesca a essere razionale anche in certi momenti se no a quest’ora credo che mi avrebbero sedata – ribattè un po’ meno tesa e più divertita – E ti assicuro che non ho intenzione di pensare alla scuola o ad altro fino a quando non dovrò risalire su uno di quei cosi.

Lo rassicurò mettendolo allo stesso tempo a conoscenza dei suoi desideri più immediati che consistevano in un lungo bagno rilassante e un riposino prima di cena. L’idea di svolgere entrambe le attività in compagnia dell’uomo le sfiorò la mente per un secondo o due, seguita da un brivido per nulla fastidioso lungo la spina dorsale, subito però messo a tacere dalle successive parole di Pellegrino.

... e sei davvero un'illusa se pensi di esserti saltata il pranzo: mia madre non vede l'ora di conoscerti e di farti mangiare un "leggero" pasto italo-americano.

Merlino… - esclamò con un filo di voce spaventata più dall’idea di dover conoscere la madre di Noah che quella di scoprire cosa la donna intendesse per “pasto leggero”. Dopotutto era a digiuno visto che aveva rifiutato il pasto che servivano in volo per paura di rimetterlo. – Ma perché tua madre non vede l’ora di conoscermi? Non sarà mica questo evento epico che un’amica ti venga a trovare…

Aggiunse sinceramente perplessa, con una nota di panico nella voce. Lei non aveva mai portato nessuno a casa, né uomini né donne – eccetto Lucas ovviamente e visto il bersaglio babbano che l’uomo aveva appeso sulla schiena non si era rivelata poi una grande mossa – ma dagli stralci di conversazione che aveva captato nel corso della sua vita aveva sempre creduto che fosse una cosa che le persone normali – quelle capaci di stringere rapporti che andassero al di là di mera e civile convivenza e che non avevano padrini sopra le righe – facevano abitualmente senza suscitare particolare scalpore. Che la madre di Pellegrino credesse che tra i due ci fosse qualcosa di più era un pensiero troppo grosso perché potesse formularlo in maniera cosciente. Il panico di dover incontrare i genitori di lui per di più in quelle condizioni pietose si andò a sommare al nervosismo per il viaggio in aero appena concluso così quando si trovò di fronte alla prospettiva di un viaggio in macchina la reazione di Tisifone non fu delle migliori.

Sì, macchina... e ti assicuro che sarà molto diverso dall'ultimo viaggio che ti ho fatto provare.
Vedrai, ti piacerà.


La fiducia che nutriva in lui, sconfinata se si pensava che gli permetteva di puntarle contro la bacchetta tre volte a settimana, non riuscì a emerge nel mare di sensazioni negative in cui la donna stava affogando e che non le permettevano di apprezzare il bolide che aveva di fronte come si sarebbe meritato. L’accenno al non utilizzare la magia per tutto il soggiorno newyorkese fu la classica goccia che fece traboccare il vaso, complice il fatto che la donna tendeva a prendere le cose un po’ troppo alla lettera e quindi niente magia equivaleva a dire “dimenticare la bacchetta in valigia”. Abituata a dire sempre quello che le passava per la testa e troppo stanca e provata per valutare le conseguenze delle sue affermazioni si lasciò sfuggire una frase infelice che le tornò indietro come un boomerang.

... volevo solo mostrarti parte di ciò che io sono.

La profondità dello sguardo di Noah la colpì dritta al cuore, facendole desiderare di poter avere una Giratempo per tornare indietro di una manciata di minuti e ritirare quell’ultima frase. Si morse l’interno della guancia, nervosa, dispiaciuta, in preda a un senso di colpa che non sapeva spiegare e incapace di sostenere quello sguardo, abbassò il proprio fingendo di armeggiare con la cintura di sicurezza.

Complimenti, alla fine ci sei riuscito a far sparire quell’adorabile sorriso dal suo viso.

La schernì la sua coscienza mentre un lieve rossore di imbarazzo si diffondeva dal collo fino alle guance. Incapace di fare alcunché e non sapendo cosa dire per scusarsi, optò per il silenzio e, sistematasi comoda sul sedile, chiuse gli occhi non solo per non vedere le altre macchine sfrecciare intorno a loro ma anche e soprattutto per non essere costretta a vedere quell’espressione offesa sul volto dell’altro.

Mio padre non ha alcun problema con la magia. Ama mia madre in tutto, in ogni sua parte, ed è stato sinceramente felice di sapere che anche io ero un mago: tutta la mia famiglia lo sa, per quanto sia stato più difficile farlo accettare ai parenti più anziani; e io sono fiero di essere ciò che sono... un Mezzosangue.
Il che significa essere in parte mago, certo, ma in parte anche babbano: vivo quasi tutta la mia vita da mago, ti ho conosciuto in un contesto magico, ti alleno in previsione dei possibili eventi magici che potrebbero accadere... ma sono più di questo, Tisifone; sono anche un uomo che è cresciuto nel mondo babbano, che ha imparato ad apprezzarne la cultura, gli usi, i modi in cui le persone sono riuscite ad andare avanti senza essere facilitati dalla magia.
Non ritengo affatto sbagliato essere ciò che si è... ma io sono anche questo: e visto che sei mia ospite, pensavo potessi trovare piacevole scoprire un mondo nuovo che in realtà sta sempre un passo accanto a te.


Ogni parola era come una pugnalata al cuore perché la facevano sentire come una di quelle Purosangue conservatrici che pur non disprezzando apertamente i nati babbani e i Mezzosangue, tendevano a dimenticare le origini babbane comportandosi come se queste non esistessero e considerare solo il loro essere mago. Lei non sapeva cosa volesse dire crescere sapendo di appartenere a due mondi separati e destinati a non incontrarsi mai, non sapeva cosa voleva dire tentare di mantenere intatte entrambe le due identità ma sapeva, perché l’aveva provato sulla propria pelle, cosa volesse dire tentare di vivere in entrambi i Mondi. Lei aveva fallito la prova, non tanto per come era andata a finire la sua storia con Pablo ma perché aveva dovuto rinunciare al Mondo Magico, incapace di conciliare le due realtà. Noah invece riusciva a farlo e soprattutto riusciva a essere felice e appagato in entrambi i contesti, o almeno era questa la sensazione che aveva. L’ammirazione per lui aumentò di un paio di punti, insieme al dolore per averlo offeso su un punto che gli stava così a cuore. Sentiva gli occhi lucidi sotto le palpebre chiuse e temendo che la voce le potesse uscire incrinata, preferì soprassedere, annuendo con la testa per fargli comprendere che aveva ascoltato il suo discorso e rimanendo in silenzio fino a quando non fu lui a prendere l’iniziativa. Peccato che quello che si dissero non fu di molto aiuto per ridare un po’ di lucidità al cuore e alla testa di Tisifone.

Casa dei miei genitori, vuoi dire...



Ci vorrà un po', il ristorante di mio padre e la sua abitazione stanno a Times Square, quindi tanto vale chiacchierare un po' mentre viaggiamo.

Vuoi dire che starò a casa dei tuoi? Cioè non sarà un pranzo veloce e una cena in famiglia… ma una vacanza in famiglia? - Sensi di colpa e tristi pensieri spazzati via in un nanosecondo e sostituiti da un principio di attacco di panico. – Ma è… è…

Non terminò mai la frase perché non sapeva quale sostantivo usare. Sconveniente? Prematuro? Assurdo? Fuori luogo? Aprì gli occhi di scatto e iniziò a frugare nella giacca che teneva in grembo, tirando fuori da una tasca interna un sacchetto di tela colorato. Una volta aperto un lieve odore di zenzero e cannella si diffuse nell’abitacolo e lei iniziò a respirare a fondo quel profumo familiare e rilassante. Una volta regolarizzato il respiro e sentendosi una sciocca per essersi fatta venire quasi un attacco di panico per una piccolezza del genere, ripose il sacchetto nella giacca e richiuse gli occhi.

Precisamente cosa hai detto a tua madre? E soprattutto cosa ha capito lei?

Chiese con un tono di voce stranamente calmo e pacato, consapevole che i genitori – e in questo i suoi padrini non facevano alcuna eccezione – erano soliti comprendere solo una parte di ciò che gli veniva spiegato, solitamente quella che faceva loro più comodo. Subito dopo Tisifone gli raccontò per sommi capi come aveva passato le vacanze, limitandosi a confermare che Demetri era in effetti il suo padrino, o meglio uno dei due, per poi ascoltare il resoconto delle vacanze in casa Pellegrino.

Sono stato sempre qui, ho passeggiato per New York godendomi questo posto e le sue meraviglie, e ho passato Vigilia e pranzo di Natale con una trentina tra genitori, zii, cugini, nonni, nipoti, cognati e quant'altro... pasti in perfetto stile Pellegrino, insomma.

Dischiuse l’occhio sinistro, lasciando scivolare il mezzo sguardo per tutta la sua figura per poi riportare la testa in posizione orizzontale.

Mi era sembrato di notare un paio di rotoli che prima non c’erano qui…

Mormorò con un tono finto serio, allungando la mano sinistra con l’intenzione, se lui non l’avesse bloccata prima, di punzecchiargli il fianco destro con l’indice in un gesto spontaneo.


Odiarmi?
E cosa potrò aver mai fatto di tanto orribile alla bella signorina che ti accompagna sempre?


L’hai costretta a passare gli ultimi giorni di vacanza sotto incantesimo di contenimento in solitudine nel giardino del Manor.

Spiegò, ritirando la mano, lasciando una leggera carezza sulla gamba dell’uomo lungo il tragitto. Il fatto che nessuno dei suoi padrini parlasse serpentese infatti aveva costretto Tisifone a applicare sul suo famiglio nuovamente l’incantesimo che ne limitava le dimensioni per ridurre i disagi e contenere i danni che avrebbe di sicuro fatto lasciata libera di vagare nei dintorni del Manor.

E visto che siamo in argomento... cos'ha detto su di me di preciso? Si è fatta un'opinione sul tuo Master Teacher?
Parla su, almeno so cosa aspettarmi quando la rivedrò, avanti!


Che sei molto bello e affascinante ma lei continua a preferire Lucas. Che Maya è molto più simpatica di Lucky. Che sei pericoloso perché mi fai ridere anche se mi riempi di lividi e che mi porterai via da lei perché nel tuo appartamento non c’è posto per un pitone.

Questo era in sintesi il pensiero di Idra sul Master Teacher ma ovviamente Tisifone non poteva riportarlo in toto, un po’ perché non voleva correre il rischio di offendere nuovamente l’uomo un po’ perché probabilmente avrebbe dovuto spiegare chi fosse Lucas e perché il suo pitone lo adorasse nonostante tutto. In effetti Idra era stata davvero contenta quando aveva saputo che i due ex erano riusciti in un qualche modo a superare la rottura e stringere un improbabile quanto sincero rapporto di amicizia.

Non so perché ma ti trova affascinante – iniziò quindi a dire con un sorriso sardoniche che le ammorbidiva i lineamenti del viso, gli occhi ancora chiusi - ma non abbastanza da perdonarti tutti i lividi che mi fai… Non capisce come fai a farmi ridere e non le piace il tuo appartamento perché non è un luogo per lei.

Nessuna bugia nelle parole della donna, solo qualche piccola omissione che tecnicamente non avrebbe dovuto fare del male a nessuno, anche se Tisifone continuava a sentire il pungolo del senso di colpa di prima.

Scusami – mormorò quindi con un tono di voce mesto, voltando la testa in modo da poter guardare il profilo di lui e sperando che Noah non distogliesse gli occhi dalla strada – Non volevo in alcun modo offendere tuo padre e tua madre è una donna molto fortunata ad aver trovato una persona capace di amarla in tutto e per tutto per quella che è – una nota di malinconia tinse la sua voce mentre con aria assente si accarezzava il braccio sinistro all’altezza della cicatrice. Quale donna non sognava di avere al proprio fianco un uomo del genere? E Tisifone non era da meno anche se le sue esperienze passate la rendevano meno incline a sognare. – E non volevo offendere te. So esattamente che tu appartieni a entrambi i Mondi e che ne sei fiero, che ti trovi a tuo agio sia a prendere una passaporta che a volare su un aereo e mi piace che provi a farmi vedere il Mondo babbano attraverso i tuoi occhi , solo che a volte tutto questo diventa… troppo e sento il bisogno di ribadire la mia identità – fece un profondo respiro e riportò il volto davanti a sé rimanendo per una manciata di secondi a guardare le altre macchine sfrecciare intorno a loro e i semafori che si accendevano e spegnevano, le persone che correvano da un lato all’altro della strada. Lasciò che la vita babbana che li circondava riempisse i suoi occhi prima di chiuderli e continuare. – Tutto questo a volte mi spaventa e non perché in fondo sono una tradizionalista purosangue che rifugge ciò che non conosce ma perché in parte è una realtà che ho già vissuto e che alla fine mi ha schiacciata.

Non voleva parlare dello spagnolo, anche se probabilmente avrebbe finito per farlo, solo cercare di far comprendere a Noah che per quanto la sua vita da babbano la affascinasse e la incuriosisse c’era sempre una parte di lei che ne era intimorita, convinta che per poterla apprezzare davvero era necessario perdere la propria identità magica. O almeno era quello che aveva dovuto fare lei per poter vivere la sua storia d’amore.
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Messaggioda Noah » 18/09/2013, 17:22

Dovresti ringraziare il fatto che riesca a essere razionale anche in certi momenti se no a quest’ora credo che mi avrebbero sedata.
E ti assicuro che non ho intenzione di pensare alla scuola o ad altro fino a quando non dovrò risalire su uno di quei cosi.


Quasi quasi desidererei che nel viaggio di ritorno incontrassi qualche perturbazione e io potessi essere lì presente... sono sicuro che sarebbe una scena epica.

La prese in giro Noah, ridendo di gusto mentre s'immaginava una Tisifone isterica che urlava come una matta di odiare lui, gli aerei babbani, e il suo buon senso che non le aveva impedito d'imbarcarsi in una pazzia del genere.
Che poi, con la smaterializzazione, il problema si potesse evitare facilmente, quello era tutto un altro discorso.
Iniziando a viaggiare per il traffico di NY, Pellegrino fece presente alla propria ospite che non poteva pensare di rilassarsi tranquilla e beata fino all'ora di cena, perché la madre di lui non vedeva l'ora di conoscerla e di farla mangiare "come si deve".

Merlino…
Ma perché tua madre non vede l’ora di conoscermi? Non sarà mica questo evento epico che un’amica ti venga a trovare…


In realtà sì - ammise l'uomo, cambiando la marcia e rilassandosi sul sedile ora che si erano finalmente lasciati alle spalle la zona dell'aeroporto e stavano entrando in città - Non ho mai portato una donna a conoscere la mia famiglia, nemmeno una volta.
Sono uscite con diverse ragazze quando abitavo qui, ma nessuna è mai arrivata ad oltrepassare la soglia di casa... tu sei la prima.


Ed era per questo che la famiglia Pellegrino si era attivata in massa, tartassandolo di domande su cosa potesse piacere alla sua ospite, su quali fossero i suoi gusti in fatto di cibo e di arredamento della camera, perché volevano che si trovasse totalmente a suo agio.
Subito dopo quella rivelazione, ecco scendere tra loro il primo momento di vera tensione: le parole di Tisifone, forse espresse male, forse semplicemente di troppo, ferirono profondamente l'uomo, che era fiero di essere un Mezzosangue e di appartenere ad entrambi quei mondi; non era stato facile conciliarli, trovare un equilibrio tra loro, e fu questo che Noah cercò di spiegarle senza alzare la voce , coi toni pacati di una persona matura, ma con un timbro di voce più freddo e distaccato di quello che aveva sempre usato con lei.
L'imbarazzo che scese conseguentemente tra i due dovette per forza farsi da parte quando la Divinante realizzò che sarebbe stata ospitata direttamente a casa dei genitori di Pellegrino.

Vuoi dire che starò a casa dei tuoi? Cioè non sarà un pranzo veloce e una cena in famiglia… ma una vacanza in famiglia?
Ma è… è…


Una cosa assolutamente inqualificabile?

Concluse lui per lei, usando quello stesso aggettivo che spesso la donna aveva usato per classificare lui, una sorta di marchio di fabbrica: e in fondo, Noah da qualcuno doveva pur aver preso...

Precisamente cosa hai detto a tua madre? E soprattutto cosa ha capito lei?

Che dopo Capodanno sarebbe passata a trovarmi una donna bellissima che non aveva mai visto gli Stati Uniti, che è una mia allieva a cui insegno un po' di auto-difesa e che mi sarebbe piaciuto mostrarle le bellezze di NY ma anche il calore di una famiglia italiana come la nostra - rispose Pellegrino, senza il minimo imbarazzo - Immagino che lei abbia capito che questa donna mi piaccia da morire, e che per averla invitata qui devo tenerci molto a lei... non che non ci abbia preso, comunque.
Ho cercato di specificare che sei solo un'amica, ma temo di non essere stato troppo convincente.


A dire il vero non lo era stato per nulla, non con gli occhi che gli brillavano nel parlare di lei, e lo ammise con sincerità disarmante e totale: d'altronde aveva detto a Tisifone cosa provasse per lei, e nonostante, come dalla donna richiesto, non avesse mai palesato apertamente quei sentimenti, nulla gli vietava di non negarli nel momento in cui qualcuno, come la madre, riusciva a captarli nel giro di un nano-secondo.
Visto che parevano aver ripreso uno status di serenità più o meno standard, l'argomento di conversazione passò alla celebrazioni natalizie, e a come, in particolare, Pellegrino le avesse passate in famiglia.

Mi era sembrato di notare un paio di rotoli che prima non c’erano qui…

Solo un paio?
Mi è andata bene stavolta...


Scherzò Noah con un gran sorriso, lasciandosi punzecchiare il fianco con aria scherzosa prima di affrettarsi a comprendere perché mai Idra, il pitone di Tisifone, ce l'avesse tanto con lui.

L’hai costretta a passare gli ultimi giorni di vacanza sotto incantesimo di contenimento in solitudine nel giardino del Manor.

Mi farò perdonare, promesso.

E sorrise affabile e sicuro, perché quando Pellegrino si metteva in testa qualcosa, solitamente la otteneva; ma visto il rapporto tra animale e padrona, era piuttosto sicuro che la prima avesse dato qualche parere sulla sua persona alla seconda... per questo Noah decise di mostrare la sua sincera curiosità, chiedendo a Tisifone cosa Idra pensasse su di lui.

Non so perché ma ti trova affascinante, ma non abbastanza da perdonarti tutti i lividi che mi fai… Non capisce come fai a farmi ridere e non le piace il tuo appartamento perché non è un luogo per lei.

Se stare in mia compagnia ti facesse venire voglia di fermarti più spesso da me, stai pur certa che l'appartamento diventerebbe perfetto per ospitare anche Idra...

Commentò lui di rimando, con voce appena più morbida e calda: non voleva pressare la donna in alcun modo, ma era ovvio che se lei avesse dimostrato di volersi fermare da lui ben oltre l'allenamento, in un atteggiamento più simile ad una coppia, allora Noah si sarebbe regolato di conseguenza, rendendo la sua abitazione confortevole anche per l'animale di lei.

Scusami.

Uhm?

Non volevo in alcun modo offendere tuo padre e tua madre è una donna molto fortunata ad aver trovato una persona capace di amarla in tutto e per tutto per quella che è...
E non volevo offendere te. So esattamente che tu appartieni a entrambi i Mondi e che ne sei fiero, che ti trovi a tuo agio sia a prendere una passaporta che a volare su un aereo e mi piace che provi a farmi vedere il Mondo babbano attraverso i tuoi occhi , solo che a volte tutto questo diventa… troppo e sento il bisogno di ribadire la mia identità.
Tutto questo a volte mi spaventa e non perché in fondo sono una tradizionalista purosangue che rifugge ciò che non conosce ma perché in parte è una realtà che ho già vissuto e che alla fine mi ha schiacciata.


... hai vissuto un rapporto con un babbano a cui non andava bene il tuo essere una strega?

Domandò Noah dopo diversi istanti di riflessione a seguito di quelle parole di lei, analizzandole lentamente e con attenzione così da ipotizzare - Intuito/Perspicacia 24 - quale potesse essere la motivazione dietro il precedente atteggiamento di lei.

Io so chi sei, Tisifone, perché in parte lo sono anch'io... e non rinuncerei mai a quella metà, per niente al mondo.
Ma se ti fidi di me al punto di farti fare del male attraverso la mia bacchetta, allora devi fidarti abbastanza da comprendere che non ti obbligherei mai, mai a fare qualcosa che possa minare, sminuire o far sparire ciò che sei, perché è proprio ciò che sei che ti rende così speciale ai miei occhi.


Aggiunse l'uomo, con un timbro di voce morbido e dolce, ma serio sia nelle parole che nello sguardo: non avrebbe mai preteso che lei si adeguasse al mondo babbano se non l'avesse voluto, nemmeno se avessero finito per stare insieme; l'avrebbe lasciata libera di scegliere e si sarebbe adeguato di conseguenza, come aveva fatto fin dall'inizio del loro strano rapporto.

Siamo quasi arrivati, non manca molto... vedi lì in fondo?

Le indicò con un cenno del capo ciò che stava a distanza di pochi metri da loro.

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Quella è Times Square, il centro di New York... dobbiamo solo trovare parcheggio di fronte al ristorante di mio padre, e ci siamo!
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Messaggioda Tisifone » 18/09/2013, 22:27

Quasi quasi desidererei che nel viaggio di ritorno incontrassi qualche perturbazione e io potessi essere lì presente... sono sicuro che sarebbe una scena epica.

Inorridito e indignato. Così era lo sguardo che Tisifone aveva rivolto all’uomo, le labbra ridotte a una sottile linea rosata e gli occhi assottigliati. Ma se il primo aggettivo era stato suscitato da Noah e dalla sua capacità di scherzare anche davanti a scenari apocalittici, l’indignazione era rivolta totalmente verso se stessa. Come poteva trovare piacevole e a tratti rilassante la risata di Pellegrino anche quando era palese che la stesse prendendo in giro? Misteri che non sapeva risolve, o più precisamente che non voleva affrontare, e non perché l’unica cosa a cui riusciva a pensare in quel momento era cosa fare per liberarsi di tutta la tensione e la stanchezza accumulata durante le ore di volo in attesa della cena. Dilemma quello che Noah sciolse quasi subito comunicandole che erano attesi al ristorante del padre per un abbondante spuntino pomeridiano. Il suo stomaco all’idea di mangiare qualcosa non si ribellò per nulla anzi ci mancò davvero poco che non emise qualche brontolio di approvazione. Lo stesso non si poteva dire della sua testa in cui la frase “mia madre non vede l’ora di conoscerti” aveva iniziato a ronzare pericolosamente, rendendola un tantino apprensiva.

Quanto sei sciocca. Probabilmente è un modo di dire…

Si ammonì chiedendo, per sicurezza, conferma anche a Noah. Peccato che la sua risposta fu tutt’altro che tranquillizzante.

In realtà sì. Non ho mai portato una donna a conoscere la mia famiglia, nemmeno una volta.
Sono uscito con diverse ragazze quando abitavo qui, ma nessuna è mai arrivata ad oltrepassare la soglia di casa... tu sei la prima.


Se volevi mettermi a mio agio complimenti, hai fallito su tutta la linea. - Commentò seria, chiudendo gli occhi e cercando di concentrarsi sulla respirazione per evitare di andare in iperventilazione. – Adesso capisco cosa vuol dire “ansia da prestazione”.

Incontrare la famiglia di Noah era qualcosa che Tisifone aveva messo in conto quando aveva accettato il suo invito a raggiungerlo a NY, reputandosi abbastanza forte da sopravvivere all’imbarazzo insito nel conoscere i parenti dell’uomo con cui aveva una “non relazione”. Quello che non si era aspettata era di doverli incontrare subito, senza avere il tempo di prepararsi psicologicamente – visto che quella era una delle cosa a cui aveva dovuto evitare di pensare durante il volo – e soprattutto fisicamente. In un attimo il senso di inadeguatezza che l’aveva sfiorata subito dopo aver visto Noah la investì con forza, rendendola consapevole dei capelli aggrovigliati, delle rughe di stanchezza sul viso, degli abiti stropicciati e troppo casual. Mai, in quelle rare volte che si era soffermata a riflettere su come sarebbe avvenuto l’incontro, si era immaginata uno scenario così catastrofico. Ansia, tensione, paura. L’animo di Tisifone era tempestato da tante di quelle emozioni negative che la resero imprudente nel parlare, tanto da riuscire nell’impresa di ferire il suo Master Teacher. Incapace di sostenerne lo sguardo, la donna chiuse gli occhi e si lasciò cullare dalla musica di sottofondo e dal rollio della macchina, le mani strette intorno alla stoffa della propria giacca per resistere all’impulso infantile si tapparsi le orecchie per non essere costretta ad ascoltare non tanto il suo discorso quanto quel tono di voce così freddo e distaccato che la ferivano nel profondo. Si trovò a desiderare maggiormente di potersi rintanare nella sua anonima camera d’albergo e prendere le distanze da tutto e da tutti in modo da ritornare padrona di se stessa e delle proprie facoltà intellettive. Quello però sembrava che fosse un lusso che non si sarebbe potuta togliere né nell’immediato né mai considerato che avrebbe alloggiato direttamente a casa dell’italoamericano.


Una cosa assolutamente inqualificabile?

Esatto.

Non stava rimarcando il concetto con fare deciso e indignato, come a volergli dimostrare l’assurdità della situazione. Il suo fu più un esalare stanco che sapeva di sconfitta. Non era mai riuscita a spuntarla con Noah e con quelle sue maniere tanto sfacciate quanto accattivanti e dubitava fortemente di riuscirci con i genitori di lui. L’unica cosa che poteva fare era cercare di non farsi cogliere del tutto impreparata dalla donna - giusto per non fare la figura della stupida, mica perché voleva a tutti i costi piacerle – e per questo si informò su cosa sapesse.


Che dopo Capodanno sarebbe passata a trovarmi una donna bellissima che non aveva mai visto gli Stati Uniti, che è una mia allieva a cui insegno un po' di auto-difesa e che mi sarebbe piaciuto mostrarle le bellezze di NY ma anche il calore di una famiglia italiana come la nostra.

Tisifone avvertì uno strano spasmo all’altezza del cuore quando si sentì definire “un’allieva” come se la cosa le desse fastidio, come se quella etichetta per quanto reale sminuisse in qualche modo quello che c’era tra loro.

Non c’è nulla tra voi, ricordi?

La sbeffeggiò la sua coscienza con il tono di voce sardonico e finto indifferente che Monique aveva usato con lei quando le aveva detto che sarebbe partita per l’America.

Immagino che lei abbia capito che questa donna mi piaccia da morire, e che per averla invitata qui devo tenerci molto a lei... non che non ci abbia preso, comunque.
Ho cercato di specificare che sei solo un'amica, ma temo di non essere stato troppo convincente.


Quindi mi aspetterà un vero e proprio interrogatorio in stile Pellegrino.

Commentò rassegnata e anche un tantino spaventata non solo da quello che la madre di Noah le avrebbe potuto chiedere ma anche da come l’avrebbe fatto. In quel momento si ritrovò a sperare che l’uomo avesse preso il carattere dal padre e che la donna si sarebbe tenuta sul vago. Come avrebbe potuto rispondere a domande dirette su che intenzioni avesse con il figlio quando lei per prima tentava disperatamente di non pensarci? Di non analizzare e classificare le miriadi di emozioni che provava quando era con lui e soprattutto quando era senza di lui? Voltò la testa in modo da ammirare il suo profilo, i lineamenti dolci e mascolini del viso, quell’accenno di barba che la faceva impazzire e si sentì egoista. La prima e unica volta in cui le aveva palesato i suoi sentimenti, Tisifone si era chiusa a riccio, terrorizzata dalla sola idea di intraprendere una nuova relazione, e gli aveva imposto dei paletti che lui aveva rispettato da vero gentiluomo. E lei come lo ripagava? Rifiutandosi di affrontare i propri di sentimenti anche adesso che era riuscita a lasciarsi dietro le spalle il grosso della storia con Lucas.

Non è il momento di lasciarsi andare a un esame di coscienza.

Tacitata in quel modo la propria coscienza, Tisifone raccontò a Noah come aveva passato le vacanze natalizie, prendendolo in giro su come i bagordi a cui lui si era lasciato andare avessero lasciato il segno sui suoi fianchi sotto forma di rotoli, per poi spiegargli perché Idra fosse arrabbiata con lui e confidargli una versione edulcorata dei pensieri del suo famiglio.


Se stare in mia compagnia ti facesse venire voglia di fermarti più spesso da me, stai pur certa che l'appartamento diventerebbe perfetto per ospitare anche Idra...

Ma la tua compagnia mi fa venire un sacco di voglie… - mormorò istintiva, il tono leggermente malizioso – solo che…

Non concluse la frase, incapace di mentire perché tra loro non ci dovevano essere bugie. E non solo il “non voglio” sarebbe stata una grossa ed enorme menzogna, ma anche il “non posso” perché se anche durante la settimana non poteva permettersi di pernottare fuori il Castello, nulla le vietava di fermarsi stabilmente da lui nel week end, se non le sue stupide paranoie. D’altra parte cosa distingueva la loro “non relazione” da un normale rapporto di coppia se non la sua ferma opposizione a parlare di sentimenti? Una seconda ondata di sensi di colpa la investì con prepotenza, spingendola a scusarsi per quello che gli aveva detto prima, per aver offeso involontariamente il padre e Noah stesso. Peccato non fosse abbastanza coraggiosa da scusarsi anche per il comportamento egoista che stava tenendo nei suoi confronti.


... hai vissuto un rapporto con un babbano a cui non andava bene il tuo essere una strega?

Lui non ha mai saputo chi fossi realmente e forse l’errore è stato questo… Non lo so… So solo che dopo i primi mesi non sono più riuscita a conciliare i due Mondi e ho dovuto fare una scelta. Ero giovane e stupida e innamorata, ho messo la bacchetta in un cassetto, perché sapevo che se l’avessi avuta a portata di mano l’avrei usata in maniera istintiva, e ho rinunciato alla magia. Non mi sono mai sentita così incompleta e vulnerabile in vita mia…

E nonostante tutto era stata lei quella a essere tradita, lei a essere stata sostituita con un’altra, lei a beccarsi una coltellata in un braccio.


Io so chi sei, Tisifone, perché in parte lo sono anch'io... e non rinuncerei mai a quella metà, per niente al mondo.
Ma se ti fidi di me al punto di farti fare del male attraverso la mia bacchetta, allora devi fidarti abbastanza da comprendere che non ti obbligherei mai, mai a fare qualcosa che possa minare, sminuire o far sparire ciò che sei, perché è proprio ciò che sei che ti rende così speciale ai miei occhi.


Tu non sai ciò che sono…

Doveva essere solo un pensiero, l’ennesimo catastrofico di quel viaggio in macchina, e invece la sua coscienza lo espulse fuori sottoforma di un sussurro flebile carico di tristezza. Si fidava di lui ma l’avrebbe considerata ancora così speciale quando avesse saputo che la sua era una famiglia anticonvenzionale e invece di avere un padre e una madre putativi aveva due padrini che si amavano alla follia? O che uno dei due era dedito alle Arti Oscure con un passato non proprio ineccepibile e che lei, pur di ottenere la sua vendetta contro gli assassini dei suoi genitori, ne aveva assorbito buona parte? O che era così debole da poter essere tramutata da chiunque in una marionetta priva di volontà? Ma soprattutto come avrebbe reagito sapendo del suo Dono? Il suo pensiero sui Veggenti rispecchiava quello del Ministero per cui lavorava? Si sarebbe ancora fatto toccare da lei sapendo che c’era la possibilità che “vedesse” qualcosa di intimo e personale che lo riguardava? Questi e altre paure affollavano la mente di Tisifone, alcune acquisite in eredità dalle poche relazioni passate, altre invece erano tutte pozioni del suo calderone. Per fortuna però l’aeroporto non era poi così distante dal centro città e quel viaggio/confessione stava per giungere a termine.

Siamo quasi arrivati, non manca molto... vedi lì in fondo? Quella è Times Square, il centro di New York... dobbiamo solo trovare parcheggio di fronte al ristorante di mio padre, e ci siamo!

E tu pensi davvero di riuscirci senza usare la magia?

Chiese sbigottita, gli occhi leggermente sgranati di fronte alla confusione che si dipanava di fronte a loro. Adesso che la macchina era costretta per via del traffico a camminare lentamente, quasi a passo d’uomo, si raddrizzò sul sedile e avvicinò il viso al finestrino che rifletteva l’espressione di pura meraviglia dipinta sul suo viso.
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Messaggioda Noah » 21/09/2013, 19:21

Se volevi mettermi a mio agio complimenti, hai fallito su tutta la linea.
Adesso capisco cosa vuol dire “ansia da prestazione”.


In realtà volevo metterti sulle spine per sperare di vederti arrossire e mordicchiare il labbro inferiore coi denti... - ammise Noah, con un candore che Tisifone avrebbe definito di sicuro inqualificabile - perché adoro quando lo fai, sei tremendamente sexy.

Aggiunse ad onor del vero l'uomo, facendo l'occhiolino alla donna mentre si voltava appena verso di lei, riprendendo comunque subito a guardare dritto di fronte a sé: conosceva NY come le sue tasche, ma sapeva che la Divinante si sarebbe spaventata non poco se si fosse accorta di quanto rilassato fosse Pellegrino alla guida.
La conversazione si concentrò subito dopo su cosa i genitori dell'uomo, in particolare la madre, si aspettassero dalla donna, dall'amica che lui aveva detto di voler portare a casa che era invece stata etichettata come "la donna di Noah": c'era anche da dire, ad onore di verità, che Pellegrino non si era di certo precipitato a chiarire come il suo rapporto con Tisifone non fosse di tipo romantico - ancora - probabilmente perché sperava che lo diventasse; e tuttavia non aveva alcuna fretta, ben consapevole che dare tempo al tempo era la scelta più saggia, la migliore.

Quindi mi aspetterà un vero e proprio interrogatorio in stile Pellegrino.

Probabile, ma ho anticipato a mia madre che saresti arrivata molto provata dal viaggio, soprattutto considerando che non sei abituata a viaggiare in aereo, e di darti tregua... ha promesso che sarebbe stata impeccabile, e mi fido di lei.

Sorrise per tranquillizzarla, sperando di riuscirci: Lucilya era una donna molto curiosa, Noah aveva preso da lei, ma sapeva bene quand'era il caso di trattenersi, e l'italo-americano era certo che sarebbe stata all'altezza della perfetta padrona di casa; avrebbe avuto tempo per fare a Tisifone tutte le domande che voleva, non era necessario cominciare subito il primo giorno ed innervosire una persona circondata da un ambiente totalmente nuovo ed estraneo.
Parlarono ancora mentre s'immergevano nel traffico, toccando nuovi argomenti, come il fatto che Idra non potesse trovarsi bene a casa di Noah visto che non era "adibita" ad ospitare un pitone: in realtà, e Pellegrino lo disse senza tanti giri di parole, lui sarebbe pure stato ben disposto a rendere la casa abitabile all'animale... il problema era il rifiutarsi di Tisifone a fermarsi da lui nel weekend, almeno una volta ogni tanto, come invece tanto lui avrebbe voluto.

Ma la tua compagnia mi fa venire un sacco di voglie… solo che…

Già... solo che...

Confermò Noah, senza permetterle di aggiungere altro perché probabilmente consapevole che dall'altra parte ci sarebbe stato solo silenzio: era convinto che la Divinante non fosse ancora pronta ad ammettere cosa provava per lui, e non aveva intenzione di pressarla; qualche piccola spintarella ogni tanto sì, era accettabile, ma nulla di più, perché farla sentire troppo pressata, troppo spinta a dare un nome ai suoi sentimenti, avrebbe finito per allontanarla da lui.
Ed era l'ultima cosa che Noah voleva, soprattutto quando finalmente la donna stava cominciando ad aprirsi, a raccontargli della sua vita, come successe poco dopo, quando lei gli parlò della sua precedente relazione con un babbano.

Lui non ha mai saputo chi fossi realmente e forse l’errore è stato questo… Non lo so… So solo che dopo i primi mesi non sono più riuscita a conciliare i due Mondi e ho dovuto fare una scelta. Ero giovane e stupida e innamorata, ho messo la bacchetta in un cassetto, perché sapevo che se l’avessi avuta a portata di mano l’avrei usata in maniera istintiva, e ho rinunciato alla magia. Non mi sono mai sentita così incompleta e vulnerabile in vita mia…

Io non ti costringerei mai ad una cosa del genere.

Quasi scontato dirlo, ma ci tenne comunque a ribadire il concetto: non le avrebbe mai chiesto di rinunciare a ciò che era, alla magia, a ciò che l'aveva resa la donna che tanto gli piaceva; perché avrebbe dovuto, quand'essa faceva anche parte della propria esistenza?

Tu non sai ciò che sono…

E non veda l'ora che finalmente tu mi permetta di scoprirlo.

No, nessun pessimismo nella voce di Pellegrino, nessun fastidio per il fatto che evidentemente la donna aveva molti segreti per lui, solo la ferrea convinzione di voler sapere tutto, di volerla conoscere fino in fondo, ed una certezza quasi assurda che sarebbe successo: si fidava del loro rapporto, si fidava del fatto che avrebbe potuto farla stare bene meglio di chiunque altro... Tisifone doveva solo rendersene conto.
E finalmente i due erano arrivati al centro di New York, Times Square, la cui unica pecca era di far considerare il trovare un parcheggio come una sorta di lotta estrema per la sopravvivenza.

E tu pensi davvero di riuscirci senza usare la magia?

Solo perché so come sono fatti i miei...

Commentò Noah con un gran sorriso, lasciando che la donna s'immergesse nel gioco di luci della città, nella gente che, veloce e sempre di corsa, faceva su e giù dalle strade, dalle metropolitane, salendo e scendendo dai taxi ad un ritmo impressionante: ed infatti, quando finalmente raggiunsero il locale dei genitori dell'italo-americano, alla destra di Tisifone, tra lo spazio riservato per il parcheggio dei clienti del ristorante ce n'era uno lasciato vuoto apposta, con la scritta "Riservato" sopra.

Non mi muovo spesso con la macchina, ma quando lo faccio non c'è una volta che mio padre non si assicuri che possa parcheggiare di fronte al ristorante.

Sorrise, il tono di voce carico d'amore e rispetto per i genitori: parcheggiò dunque, spense la macchina e scese da essa, attendendo che Tisifone facesse lo stesso; l'insegna "Da Pellegrino" svettava in bianco su uno sfondo rosso sopra una tendina che copriva l'ingresso, impossibile da non notare anche a distanza di diversi metri.

Vieni, le valigie le prendiamo dopo!

Esclamò l'uomo, prendendo per mano la donna senza rifletterci due volte; se gliel'avesse lasciato fare, magari presa in contropiede dal gesto di lui, Noah l'avrebbe attirata a sé per darle un piccolo bacio sulle labbra, sussurrandole un "sei bellissima" prima di fare il suo ingresso nel ristorante-pizzeria, che dentro si presentava come una trattoria di famiglia dall'aria vivace e familiare.

Immagine


Siamo arrivati!

L'italo-americano palesò così la sua presenza, con quella esclamazione pronunciata in italiano che fece subito smuovere dal retro del locale due figure, le più importanti per lui: i suoi genitori.
Con il sorriso che gli si ampliava sul volto, Noah si avvicinò a loro, tenendo Tisifone ancora per mano - se lei gliel'avesse permesso prima - o comunque a braccetto o con una mano sulla schiena, eventualmente.

Mamma, papà, vi presento Tisifone.
Miss Samyliak
- e le fece un gran sorriso scherzoso - le presento i miei genitori: mia madre, Lucilya...

Immagine


E mio padre, Francesco.

Immagine


Subito i due coniugi sorrisero all'amica del figlio: Francesco le tese la mano, stringendola vigorosamente, mentre la madre di Noah l'abbracciò delicatamente, invitandola subito a sedersi ad uno dei tavoli liberi visto che quello era il giorno di chiusura del locale.

Avrà fame, Tisifone... mi sono permessa di cucinarle qualcosa, e...

Donna, dì le cose come stanno!

Oh, e va bene... mio marito si è permesso di cucinarle qualcosa - sa com'è, è un tipo molto orgoglioso della sua cucina - perciò si metta comoda che le porto subito il pranzo!
Noah, tesoro, hai fame?


No mamma, sto bene cos--

Perfetto, porto qualcosa anche a te!

... che ti dicevo sui rotolini di grasso?

Pellegrino Junior alzò gli occhi al cielo con fare divertito mentre il Senior e la madre sparivano in cucina per mettere in tavola ad entrambi un pasto coi fiocchi; sembravano molto felici e premurosi verso Tisifone almeno ad una prima impressione, ed estremamente orgogliosi del figlio dagli sguardi che gli avevano lanciato.
Così, Noah si sedette accanto alla Divinante, togliendosi la giacca così da poggiarla sulla sedia vuota accanto a sé, allentandosi la cravatta e tirandosi su le maniche della camicia, in uno stile decisamente più comodo.

Pronta per il pranzo?
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