1664 punti
1267 punti
1021 punti
1415 punti
1750 punti
1032 punti
Il lieve tepore del Sole non era minimamente riuscito a scacciare il freddo di Gennaio, lasciando che il gelo invernale avvolgesse ancora il Castello: a me personalmente non dispiacevano il freddo o la neve, né trovavo fastidioso dovermi accoccolare sotto le coperte - o accanto a Sandyon - per stare al caldo; il pensiero di lui mi fece sorridere, mentre mi dirigevo verso la mia aula per la consueta lezione mattutina.
Non mancava più molto al nostro matrimonio, ormai, ed ero ansiosa che quel giorno arrivasse presto: sarebbe stata una cerimonia intima, quasi segreta, con pochi ma importanti invitati, le persone a cui tenevo di più insomma, e che volevo fossero presenti per festeggiare con me e il mio compagno - più con me, conoscendo lui - quel momento speciale.
Una parte del mio cuore provava il doloroso desiderio di poter avere con me anche Rose, e l’amara consapevolezza che era troppo persino per la magia che mi scorreva in corpo, per quanto potente fosse: da quando la mia tata era morta ero migliorata moltissimo, certo, e non solo a livello canoro; ero diventata più forte, più potente, più veloce e probabilmente più letale, mi ero impresso un tatuaggio sulla pelle che fortificasse i miei punti deboli e avevo comprato delle piccole spille dal lieve potere magico di potenziamento che avevo cucito su una fascia nera che circondava ora la parte alta della mia coscia destra, così da essere pronta a tutto, a qualsiasi evenienza o scontro improvviso… ma tutto ciò non bastava per riaverla con me, e ne ero consapevole.
Sospirai mentre voltavo l’angolo e trovavo la consueta fila di persone ad aspettarmi fuori dalla porta della mia classe: era una delle poche regole che vigevano nelle mie lezioni quella di aspettarmi fuori, perché solo se ero io ad aprire la porta dell’aula essa avrebbe attivato l’incanto che la rendeva una foresta lussureggiante e verde, che tanto pareva piacere agli studenti; un incanto d’illusione perfetto, ma d’altronde chi meglio di me poteva saperne sull’argomento?
Buongiorno a tutti, ragazzi, prego, entrate e prendete posto.
Un sorriso veloce ma sincero verso i miei studenti, che sapevano come in classe fossi più severa del solito, più esigente: vedendomi solo in quel contesto si sarebbe potuto pensare che fossi una persona molto dura e fredda, ma non era così, e chi era passato nel mio ufficio fuori dall’orario di lezione o aveva seguito le prove del coro lo sapeva; semplicemente, in quella classe, volevo il silenzio e l’attenzione, e solo con un atteggiamento fermo e deciso li si poteva ottenere.
Le regole le conoscete, quindi non mi dilungherò troppo sull’argomento: si parla dopo aver alzato la mano e aver ricevuto il permesso per farlo, non si chiacchiera tra compagni né si da’ fastidio a chi vuole seguire la lezione.
Tutto chiaro?
Era una domanda retorica in realtà, perché sapevo bene che nessuno avrebbe mai fiatato, non di fronte a me comunque: uno dei vantaggi dell’educazione Vireau, o forse dello stare con uno come Vastnor, non ne ero del tutto sicura.
Come di consueto anch’io presi posto nella foresta, seduta su una poltrona d’erba morbida e spaziosa: accavallai le gambe, così da stare più comoda, e salutai con un cenno del capo il mio alleato più fedele… Fire, il mio cucciolo di lupo - che ormai più tanto cucciolo non era - che non perdeva occasione per stare in quella foresta con me, a contatto con gli studenti; ne conosceva alcuni meglio di altri, avendo avuto più occasione di vederli, e li salutò a modo suo, strusciandosi contro i loro vestiti prima di proseguire nel suo silenzioso e lento cammino per arrivare poi ad accucciarsi ai miei piedi e fissare gli studenti, quasi a sfidarli a darmi fastidio mentre parlavo.
Bene, ora che ho tutta la vostra attenzione, possiamo cominciare: quella di oggi sarà una lezione un po’ diversa dal solito, e… teorica.
Presi subito una pausa, notando che seppur nessuno studente mostrò a voce il proprio disappunto, le espressioni sui loro volti non erano esattamente delle più felici: comprendevo bene che volessero esercitarsi con la bacchetta, perché quand’ero studentessa anch’io adoravo più la pratica, l’azione, della teoria; forse era per quello che non ci sapevo troppo fare con pozioni, decotti e affini, erano aspetti della magia troppo sedentari, che richiedevano una pazienza da me non posseduta.
E tuttavia sapevo anche che a volte era importante fermarsi e capire cosa si stesse studiando al di là della pratica, riconoscendo dunque l’importanza delle basi teoriche di ogni aspetto del mondo magico, materia di Incantesimi compresa.
So che la cosa non vi entusiasma, ma persino una materia come Incantesimi è fatta anche di questo… quindi mettete via le bacchette e prendete piume, pergamene e inchiostro, così da poter iniziare.
Non ci volle molto affinché tutti, chi più a malincuore, chi meno, fossero pronti per seguirmi: mi sporsi leggermente in avanti col busto, come a volermi porre quasi in una posizione di confidenza verso gli studenti; la verità era che la cosa bella delle lezioni teoriche, almeno dal mio punto di vista, era il dialogo, il confronto, due punti che ero intenzionata a sfruttare al meglio.
Dunque, so che l’anno scorso il professor Sykes, durante una sua lezione, vi ha parlato della magia intesa come Mana e Trama… perciò partiamo con una domanda semplice: cos’è la Trama?
Signorina Wollis?
È la forza che ci permette di fare delle magie, professoressa.
Molto bene, 5 punti a Delfinazzurro.
E perché noi riusciamo ad utilizzarla, signorino Fox?
Grazie alle bacchette magiche, professoressa Vireau!
Naturalmente, 5 punti a Grifondoro.
Signorino Greymon, cos’è invece il Mana?
Beh… credo che anche quella si potrebbe definire una forza che permette di fare le magie, professoressa…
Assolutamente sì, e 5 punti anche a Corvonero.
E ora un’ultima domanda… perché noi usiamo la Trama, e non il Mana?
Il silenzio cadde nell’aula - ora foresta - mentre il mio sguardo passava da uno studente all’altro, non impaziente ma solo curiosa di capire chi avrebbe tentato di rispondere, visto che non avevo volutamente chiamato nessuno per quell’ultimo quesito; osservavo altrettanto silenziosamente i loro volti perplessi, corrucciati, alcuni presi in contropiede da una domanda che poteva sembrare stupida, ma per la quale tutti si erano bloccati.
Già, perché non potevamo utilizzare il Mana? Se entrambe erano forze che servivano per fare magie, perché una sembrava esserci interdetta?
Forse dipende dal fine per cui si utilizza l’una piuttosto che l’altra, professoressa.
Il mio sguardo ghiacciato scattò all’istante verso sinistra, inquadrando la figura di Melia, la studentessa nonché Prefetta di Serpeverde ormai giunta al settimo anno e dunque alla fine del suo percorso scolastico.
Può spiegarsi meglio, signorina Herbert?
Dicevo solo che forse usiamo la Trama e non il Mana perché il secondo riguarda una sfera diversa da quella che interessa solitamente i maghi… quella della magia elementale, legata alla natura.
La fissai per un lungo istante, lo sguardo leggermente assottigliato, prima di annuire verso di lei e le sue parole che avevano, più o meno, c’entrato il punto della questione e soprattutto della lezione di quella mattina.
Grazie, signorina Herbert… 5 punti a Serpeverde.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, dobbiamo iniziare a dare una definizione a queste due “forze”, a cominciare da quella che ci è più congeniale: la Trama è solitamente considerata come la fonte di potere della magia arcana da cui maghi e streghe possono trarre forza per effettuare i loro incantesimi; essa, però, può essere da noi utilizzata solo veicolandola attraverso un catalizzatore di magia che faccia da tramite tra la Trama e il nostro corpo…
Sa dirmi di cosa sto parlando, signorina Udinov?
Della bacchetta, professoressa?
Esatto, 5 punti a Dragargento.
Parlando del Mana, termine di origine melanesiana, invece, esso viene spesso tradotto come potere spirituale o forza vitale, qualcosa che si trova nell’essenza concreta e corporea delle cose, che siano viventi o meno, e in tutto ciò che ci circonda, compresi noi stessi; ed è per questo che, teoricamente parlando, chi utilizza la magia del Mana non ha bisogno di alcun catalizzatore magico per sfruttarla.
Signorina O’Neill, sa citarmi come esempio qualcuno in grado di utilizzare il Mana?
Uhm… beh, non so se sia proprio valido come esempio, ma… non potrebbero essere i Druidi, professoressa Vireau?
Concessi un’occhiata più seria alla giallo-nero a poca distanza da me, sempre accanto all’immancabile amico/fratello Alvares: le mie speranze che quei due stessero mettendo giudizio non si erano ancora del tutto dissolte, anche se ogni tanto riuscivano a farle pericolosamente vacillare.
Un esempio azzeccato, direi… 5 punti a Tassorosso.
Secondo le leggende del mondo magico, i Druidi usavano solo il Mana perché erano connessi alla natura, a tutto ciò che li circondava, e non avevano bisogno di nessun’altra fonte di magia sostitutiva: sempre secondo le storie che circolavano nel mondo magico in passato, i Druidi possedevano anche la scintilla degli Elementi nel loro spirito, e per questo erano in grado di sfruttarne il potere senza dover ricorrere alla Trama, o all’uso della bacchetta.
Naturalmente si parla di leggende, e se anche i Druidi fossero esistiti, sono ormai estinti da secoli.
Quanto mi stavo sbagliando senza nemmeno rendermene conto…
Resta però il fatto che, per tornare alla mia domanda iniziale, il mondo magico per come lo conosciamo noi adesso è fatto di maghi e streghe che usano la Trama e si servono di una bacchetta per veicolarne il potere.
Perché, secondo voi? Alla luce di quanto abbiamo detto finora, perché un Druido può usare il Mana mentre noi possiamo servirci solo della Trama?
Forse perché non abbiamo gli Elementi dentro di noi, professoressa?
Titubante, così mi era parsa la voce di Jorge mentre pronunciava quelle parole, quasi fosse stato spinto a parlare da qualcuno - e non c’era nemmeno troppa difficoltà di chi si trattasse, nel caso.
La risposta più plausibile è proprio quella, signorino Alvares, 5 punti a Delfinazzurro.
Secondo alcuni studiosi che hanno deciso di mettere a confronto creature come i Druidi e i maghi “normali”, come siano noi, la differenza sostanziale è propria questa: l’essere Druido significa possedere degli Elementi, dentro il proprio spirito, ed usarne la forza per far scaturire della magia evitando di ricorrere alla bacchetta; allo stesso modo, rifacendoci alla definizione precedente, il Mana è in ogni cosa, in tutto ciò che circonda l’essere vivente, e questo spiegherebbe perché i Druidi si dica fossero in grado di comunicare con la natura, di avere un contatto diretto con essa.
Certo, per me si trattava più che altro di leggende o, al massimo, di creature vissute secoli prima, ma erano un ottimo esempio per differenziare le due forze del Mana e della Trama, quindi lo avrei usato comunque.
Un mago normale, invece, non possiede gli Elementi nel proprio spirito, bensì una scintilla di magia arcana che si tramuta nella Trama: tuttavia, essendo essa molto debole e scostante ha bisogno di un catalizzatore che le permetta di proiettarsi in modo più deciso e controllato da noi all’esterno, e stiamo appunto parlando delle nostre bacchette magiche.
Ci sono alcune persone, studiosi che seguono una diversa corrente di pensiero, per i quali i maghi non possiedano alcuna scintilla arcana, ma siano semplicemente in grado di studiare la magia e di comprenderla per poi utilizzarla.
E perché pensare una cosa simile?
Domandò Elisabeth Walker, di Serpeverde, dopo aver alzato la mano ed aver ottenuto il mio permesso per parlare: fu la prima di una serie di domande, in realtà, ma si era arrivati al confronto ed era esattamente ciò che volevo da quella lezione diversa dal normale, teorica ma fino ad un certo punto; pochi concetti e tante supposizioni, ma era anche così che si cresceva e si prendeva coscienza del mondo.
Probabilmente per giustificare il fatto che, secondo il loro punto di vista e riprendendo l’esempio usato dai loro colleghi, i Druidi erano in grado d’imparare ad usare la Trama se muniti di bacchetta: questo quindi implicava l’inesistenza di una scintilla arcana insita nel mago, poiché i Druidi, pur non possedendola, potevano comunque trarne potere.
Se prendessimo per buono questo esempio, però, che differenza ci sarebbe allora tra maghi e babbani?
Ottima domanda, signorino Kenway.
In effetti, senza la scintilla arcana di cui abbiamo parlato, non ci sarebbe alcuna differenza tra maghi e babbani… eppure molti studiosi e ricercatori credono di essere nel giusto, affermando tale verità.
Signorina Jiménez, se dovesse supportare questa loro convinzione, lei cosa direbbe?
La Grifondoro sobbalzò, come presa alla sprovvista, spostando per un secondo gli occhi su Zephyr prima di tornare a guardare me: avevo avuto modo di osservare i due ragazzi nel corso di quei mesi, soprattutto perché entrambi frequentavano il coro, e se c’era una cosa che aveva potuto notare del loro rapporto era che, dall’inizio, si era evoluto moltissimo, al punto che ero piuttosto convinta del fatto che ormai stessero insieme, come una coppia vera e propria.
Beh, si potrebbe anche ipotizzare che non sia un discorso di scintilla o meno, ma più che altro di… attitudine, ecco.
Si spieghi meglio, signorina Jiménez.
Intendo dire che forse non serve possedere una scintilla arcana - si mise a dire lei, mentre sosteneva il mio sguardo - ma che semplicemente ci sono persone in grado di saper usare la magia, che ne hanno l’attitudine appunto, e altre no… una capacità che si può tramandare per generazioni, ma che a volte può comparire anche in coloro che solitamente non ce l’hanno, come nel caso dei Natibabbani.
Quella spiegazione, per quanto si basasse su supposizioni e leggende, non poteva essere considerata sbagliata: qualcuno avrebbe potuto obiettare che mi stavo allontanando troppo dall’argomento principale, ma dentro di me sentivo che quella era forse la lezione migliore che avessi mai fatto perché ogni spiegazione, ogni ipotesi, non veniva formulata solo da me, ma dall’intera classe.
Con la coda dell’occhio notai, appoggiata allo stipite della porta della classe, la presenza di una ex Delfina per me molto speciale, una giovane donna che aveva dato a me e a tutti i miei colleghi grandi soddisfazioni e che, tra un impegno e l’altro, tornava di tanto in tanto a fare visita al Castello.
Interessante… signorina Parker, se supponessimo che questo fosse vero e tenessimo fede a ciò che sappiamo sui Druidi e sul loro uso del Mana, perché secondo lei questi non fanno ricorso anche alla Trama pur avendone magari la possibilità?
Molti si volsero stupiti nel sentirmi pronunciare il cognome di Alexis, molti le fecero un cenno di saluto con la mano, alcuni la accolsero con un sorriso come la Jiménez o Alvares, altri con un semplice cenno del capo come Kenway o la Herbert: dal canto mio, dopo aver posto quella domanda, donai alla mia ex Prefetta un sorriso genuino ed orgoglioso; all’inizio, quand’ero appena diventata Vice Preside di Hogwarts, non m’interessava molto formare gli studenti… ma ora era tutto diverso, e sapere che una come la Parker era uscita dalla mia scuola, e soprattutto dalla mia Casata, mi riempiva d’orgoglio.
Probabilmente perché la considererebbero un’eresia, professoressa Vireau.
Mi rispose lei subito dopo col tono deciso, pacato ma fermo di chi sa di cosa sta parlando: avevo come l’impressione che avesse letto una ventina di tomi sull’argomento, e se così fosse stato, avendo imparato a conoscerla, non me ne sarei affatto stupita.
Per i Druidi, secondo ciò che dicono i libri, il Mana è sacro: proviene dalla natura, da “Gaia”, ed è quest’ultima a donare loro gli Elementi da cui traggono la forza per effettuare i loro incantesimi; se queste creature avessero deciso di abbracciare anche la Trama, sarebbe stato come sminuire il grande onore che il Mana aveva fatto loro, rendendoli in grado di dominare gli Elementi.
È anche per questo che non si hanno testimonianze di Druidi che hanno abbracciato sia il Mana che la Trama, sempre ammettendo e considerando che siano esistiti per davvero.
Già, anche quello era un gran bel dibattito: i Druidi esistevano oppure no? Erano solo una leggenda o davvero avevano abitato il mondo magico, secoli prima?
Nemmeno io sapevo rispondermi con certezza, anche se ormai cominciavo ad entrare nell’ottica che fosse meglio credere che tutto fosse possibile, al mondo.
La ringrazio, signorina Parker.
Un altro sorriso in direzione dell’ex Delfinazzurro, proprio quando la campana della Torre batté le 10, segno che la mia lezione era ormai giunta al termine: non c’erano stati chissà quali concetti teorici, nessuno studente si era esercitato con la bacchetta, ma dentro di me sentivo di aver fatto un buon lavoro, di avere in qualche modo cercato ed ottenuto un confronto positivo con gli studenti che, forse, da quel momento in poi non avrebbero più dato per scontato il potenziale magico dentro di loro.
Molto bene ragazzi, per oggi è tutto.
Questi - agitai la bacchetta cosicché un foglio di pergamena comparisse di fronte a ciascuno di loro - sono i vostri compiti, e voglio averli sulla mia scrivania entro la prossima settimana, sono stata chiara?
Ricordatevi che non avrò alcun problema a darvi una T se non vedrò impegno e personalità nei vostri compiti, perciò rielaborate e vedrete che andrà tutto bene: se avete dubbi o qualcosa non vi è chiaro, sapete dove trovarmi.
Buona giornata!
Non c’era davvero più niente da dire: lasciai che tutti fossero usciti dalla classe e mi avviai anch’io fuori da essa, chiudendola a chiave per poi invitare Alexis a farmi compagnia per un piccolo spuntino di metà giornata; in fondo, anche da diplomata, sarebbe rimasta sempre la mia Delfina preferita.
\\ OFF //
• Nella realtà, i compiti sono da consegnare entro il 4 Ottobre alle ore 15.00.
• La prima domanda vale 10 punti.
• La seconda domanda vale 5 punti.
• La terza domanda vale 10 punti.
• La quarta domanda vale 10 punti.
• La quinta domanda vale 5 punti.
• Tutte le risposte richiedono una personalizzazione e non un mero copia-incolla dalle diverse fonti che si possono utilizzare per formularle.
• Il racconto in stile GdR dev’essere in TERZA PERSONA AL PASSATO, e si richiede che lo studente si focalizzi sulle sensazioni/emozioni provate, sul contesto in cui si trova e sull’interazione che effettua con l’ambiente o le persone che incontra.
Non mancava più molto al nostro matrimonio, ormai, ed ero ansiosa che quel giorno arrivasse presto: sarebbe stata una cerimonia intima, quasi segreta, con pochi ma importanti invitati, le persone a cui tenevo di più insomma, e che volevo fossero presenti per festeggiare con me e il mio compagno - più con me, conoscendo lui - quel momento speciale.
Una parte del mio cuore provava il doloroso desiderio di poter avere con me anche Rose, e l’amara consapevolezza che era troppo persino per la magia che mi scorreva in corpo, per quanto potente fosse: da quando la mia tata era morta ero migliorata moltissimo, certo, e non solo a livello canoro; ero diventata più forte, più potente, più veloce e probabilmente più letale, mi ero impresso un tatuaggio sulla pelle che fortificasse i miei punti deboli e avevo comprato delle piccole spille dal lieve potere magico di potenziamento che avevo cucito su una fascia nera che circondava ora la parte alta della mia coscia destra, così da essere pronta a tutto, a qualsiasi evenienza o scontro improvviso… ma tutto ciò non bastava per riaverla con me, e ne ero consapevole.
Sospirai mentre voltavo l’angolo e trovavo la consueta fila di persone ad aspettarmi fuori dalla porta della mia classe: era una delle poche regole che vigevano nelle mie lezioni quella di aspettarmi fuori, perché solo se ero io ad aprire la porta dell’aula essa avrebbe attivato l’incanto che la rendeva una foresta lussureggiante e verde, che tanto pareva piacere agli studenti; un incanto d’illusione perfetto, ma d’altronde chi meglio di me poteva saperne sull’argomento?
Buongiorno a tutti, ragazzi, prego, entrate e prendete posto.
Un sorriso veloce ma sincero verso i miei studenti, che sapevano come in classe fossi più severa del solito, più esigente: vedendomi solo in quel contesto si sarebbe potuto pensare che fossi una persona molto dura e fredda, ma non era così, e chi era passato nel mio ufficio fuori dall’orario di lezione o aveva seguito le prove del coro lo sapeva; semplicemente, in quella classe, volevo il silenzio e l’attenzione, e solo con un atteggiamento fermo e deciso li si poteva ottenere.
Le regole le conoscete, quindi non mi dilungherò troppo sull’argomento: si parla dopo aver alzato la mano e aver ricevuto il permesso per farlo, non si chiacchiera tra compagni né si da’ fastidio a chi vuole seguire la lezione.
Tutto chiaro?
Era una domanda retorica in realtà, perché sapevo bene che nessuno avrebbe mai fiatato, non di fronte a me comunque: uno dei vantaggi dell’educazione Vireau, o forse dello stare con uno come Vastnor, non ne ero del tutto sicura.
Come di consueto anch’io presi posto nella foresta, seduta su una poltrona d’erba morbida e spaziosa: accavallai le gambe, così da stare più comoda, e salutai con un cenno del capo il mio alleato più fedele… Fire, il mio cucciolo di lupo - che ormai più tanto cucciolo non era - che non perdeva occasione per stare in quella foresta con me, a contatto con gli studenti; ne conosceva alcuni meglio di altri, avendo avuto più occasione di vederli, e li salutò a modo suo, strusciandosi contro i loro vestiti prima di proseguire nel suo silenzioso e lento cammino per arrivare poi ad accucciarsi ai miei piedi e fissare gli studenti, quasi a sfidarli a darmi fastidio mentre parlavo.
Bene, ora che ho tutta la vostra attenzione, possiamo cominciare: quella di oggi sarà una lezione un po’ diversa dal solito, e… teorica.
Presi subito una pausa, notando che seppur nessuno studente mostrò a voce il proprio disappunto, le espressioni sui loro volti non erano esattamente delle più felici: comprendevo bene che volessero esercitarsi con la bacchetta, perché quand’ero studentessa anch’io adoravo più la pratica, l’azione, della teoria; forse era per quello che non ci sapevo troppo fare con pozioni, decotti e affini, erano aspetti della magia troppo sedentari, che richiedevano una pazienza da me non posseduta.
E tuttavia sapevo anche che a volte era importante fermarsi e capire cosa si stesse studiando al di là della pratica, riconoscendo dunque l’importanza delle basi teoriche di ogni aspetto del mondo magico, materia di Incantesimi compresa.
So che la cosa non vi entusiasma, ma persino una materia come Incantesimi è fatta anche di questo… quindi mettete via le bacchette e prendete piume, pergamene e inchiostro, così da poter iniziare.
Non ci volle molto affinché tutti, chi più a malincuore, chi meno, fossero pronti per seguirmi: mi sporsi leggermente in avanti col busto, come a volermi porre quasi in una posizione di confidenza verso gli studenti; la verità era che la cosa bella delle lezioni teoriche, almeno dal mio punto di vista, era il dialogo, il confronto, due punti che ero intenzionata a sfruttare al meglio.
Dunque, so che l’anno scorso il professor Sykes, durante una sua lezione, vi ha parlato della magia intesa come Mana e Trama… perciò partiamo con una domanda semplice: cos’è la Trama?
Signorina Wollis?
È la forza che ci permette di fare delle magie, professoressa.
Molto bene, 5 punti a Delfinazzurro.
E perché noi riusciamo ad utilizzarla, signorino Fox?
Grazie alle bacchette magiche, professoressa Vireau!
Naturalmente, 5 punti a Grifondoro.
Signorino Greymon, cos’è invece il Mana?
Beh… credo che anche quella si potrebbe definire una forza che permette di fare le magie, professoressa…
Assolutamente sì, e 5 punti anche a Corvonero.
E ora un’ultima domanda… perché noi usiamo la Trama, e non il Mana?
Il silenzio cadde nell’aula - ora foresta - mentre il mio sguardo passava da uno studente all’altro, non impaziente ma solo curiosa di capire chi avrebbe tentato di rispondere, visto che non avevo volutamente chiamato nessuno per quell’ultimo quesito; osservavo altrettanto silenziosamente i loro volti perplessi, corrucciati, alcuni presi in contropiede da una domanda che poteva sembrare stupida, ma per la quale tutti si erano bloccati.
Già, perché non potevamo utilizzare il Mana? Se entrambe erano forze che servivano per fare magie, perché una sembrava esserci interdetta?
Forse dipende dal fine per cui si utilizza l’una piuttosto che l’altra, professoressa.
Il mio sguardo ghiacciato scattò all’istante verso sinistra, inquadrando la figura di Melia, la studentessa nonché Prefetta di Serpeverde ormai giunta al settimo anno e dunque alla fine del suo percorso scolastico.
Può spiegarsi meglio, signorina Herbert?
Dicevo solo che forse usiamo la Trama e non il Mana perché il secondo riguarda una sfera diversa da quella che interessa solitamente i maghi… quella della magia elementale, legata alla natura.
La fissai per un lungo istante, lo sguardo leggermente assottigliato, prima di annuire verso di lei e le sue parole che avevano, più o meno, c’entrato il punto della questione e soprattutto della lezione di quella mattina.
Grazie, signorina Herbert… 5 punti a Serpeverde.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, dobbiamo iniziare a dare una definizione a queste due “forze”, a cominciare da quella che ci è più congeniale: la Trama è solitamente considerata come la fonte di potere della magia arcana da cui maghi e streghe possono trarre forza per effettuare i loro incantesimi; essa, però, può essere da noi utilizzata solo veicolandola attraverso un catalizzatore di magia che faccia da tramite tra la Trama e il nostro corpo…
Sa dirmi di cosa sto parlando, signorina Udinov?
Della bacchetta, professoressa?
Esatto, 5 punti a Dragargento.
Parlando del Mana, termine di origine melanesiana, invece, esso viene spesso tradotto come potere spirituale o forza vitale, qualcosa che si trova nell’essenza concreta e corporea delle cose, che siano viventi o meno, e in tutto ciò che ci circonda, compresi noi stessi; ed è per questo che, teoricamente parlando, chi utilizza la magia del Mana non ha bisogno di alcun catalizzatore magico per sfruttarla.
Signorina O’Neill, sa citarmi come esempio qualcuno in grado di utilizzare il Mana?
Uhm… beh, non so se sia proprio valido come esempio, ma… non potrebbero essere i Druidi, professoressa Vireau?
Concessi un’occhiata più seria alla giallo-nero a poca distanza da me, sempre accanto all’immancabile amico/fratello Alvares: le mie speranze che quei due stessero mettendo giudizio non si erano ancora del tutto dissolte, anche se ogni tanto riuscivano a farle pericolosamente vacillare.
Un esempio azzeccato, direi… 5 punti a Tassorosso.
Secondo le leggende del mondo magico, i Druidi usavano solo il Mana perché erano connessi alla natura, a tutto ciò che li circondava, e non avevano bisogno di nessun’altra fonte di magia sostitutiva: sempre secondo le storie che circolavano nel mondo magico in passato, i Druidi possedevano anche la scintilla degli Elementi nel loro spirito, e per questo erano in grado di sfruttarne il potere senza dover ricorrere alla Trama, o all’uso della bacchetta.
Naturalmente si parla di leggende, e se anche i Druidi fossero esistiti, sono ormai estinti da secoli.
Quanto mi stavo sbagliando senza nemmeno rendermene conto…
Resta però il fatto che, per tornare alla mia domanda iniziale, il mondo magico per come lo conosciamo noi adesso è fatto di maghi e streghe che usano la Trama e si servono di una bacchetta per veicolarne il potere.
Perché, secondo voi? Alla luce di quanto abbiamo detto finora, perché un Druido può usare il Mana mentre noi possiamo servirci solo della Trama?
Forse perché non abbiamo gli Elementi dentro di noi, professoressa?
Titubante, così mi era parsa la voce di Jorge mentre pronunciava quelle parole, quasi fosse stato spinto a parlare da qualcuno - e non c’era nemmeno troppa difficoltà di chi si trattasse, nel caso.
La risposta più plausibile è proprio quella, signorino Alvares, 5 punti a Delfinazzurro.
Secondo alcuni studiosi che hanno deciso di mettere a confronto creature come i Druidi e i maghi “normali”, come siano noi, la differenza sostanziale è propria questa: l’essere Druido significa possedere degli Elementi, dentro il proprio spirito, ed usarne la forza per far scaturire della magia evitando di ricorrere alla bacchetta; allo stesso modo, rifacendoci alla definizione precedente, il Mana è in ogni cosa, in tutto ciò che circonda l’essere vivente, e questo spiegherebbe perché i Druidi si dica fossero in grado di comunicare con la natura, di avere un contatto diretto con essa.
Certo, per me si trattava più che altro di leggende o, al massimo, di creature vissute secoli prima, ma erano un ottimo esempio per differenziare le due forze del Mana e della Trama, quindi lo avrei usato comunque.
Un mago normale, invece, non possiede gli Elementi nel proprio spirito, bensì una scintilla di magia arcana che si tramuta nella Trama: tuttavia, essendo essa molto debole e scostante ha bisogno di un catalizzatore che le permetta di proiettarsi in modo più deciso e controllato da noi all’esterno, e stiamo appunto parlando delle nostre bacchette magiche.
Ci sono alcune persone, studiosi che seguono una diversa corrente di pensiero, per i quali i maghi non possiedano alcuna scintilla arcana, ma siano semplicemente in grado di studiare la magia e di comprenderla per poi utilizzarla.
E perché pensare una cosa simile?
Domandò Elisabeth Walker, di Serpeverde, dopo aver alzato la mano ed aver ottenuto il mio permesso per parlare: fu la prima di una serie di domande, in realtà, ma si era arrivati al confronto ed era esattamente ciò che volevo da quella lezione diversa dal normale, teorica ma fino ad un certo punto; pochi concetti e tante supposizioni, ma era anche così che si cresceva e si prendeva coscienza del mondo.
Probabilmente per giustificare il fatto che, secondo il loro punto di vista e riprendendo l’esempio usato dai loro colleghi, i Druidi erano in grado d’imparare ad usare la Trama se muniti di bacchetta: questo quindi implicava l’inesistenza di una scintilla arcana insita nel mago, poiché i Druidi, pur non possedendola, potevano comunque trarne potere.
Se prendessimo per buono questo esempio, però, che differenza ci sarebbe allora tra maghi e babbani?
Ottima domanda, signorino Kenway.
In effetti, senza la scintilla arcana di cui abbiamo parlato, non ci sarebbe alcuna differenza tra maghi e babbani… eppure molti studiosi e ricercatori credono di essere nel giusto, affermando tale verità.
Signorina Jiménez, se dovesse supportare questa loro convinzione, lei cosa direbbe?
La Grifondoro sobbalzò, come presa alla sprovvista, spostando per un secondo gli occhi su Zephyr prima di tornare a guardare me: avevo avuto modo di osservare i due ragazzi nel corso di quei mesi, soprattutto perché entrambi frequentavano il coro, e se c’era una cosa che aveva potuto notare del loro rapporto era che, dall’inizio, si era evoluto moltissimo, al punto che ero piuttosto convinta del fatto che ormai stessero insieme, come una coppia vera e propria.
Beh, si potrebbe anche ipotizzare che non sia un discorso di scintilla o meno, ma più che altro di… attitudine, ecco.
Si spieghi meglio, signorina Jiménez.
Intendo dire che forse non serve possedere una scintilla arcana - si mise a dire lei, mentre sosteneva il mio sguardo - ma che semplicemente ci sono persone in grado di saper usare la magia, che ne hanno l’attitudine appunto, e altre no… una capacità che si può tramandare per generazioni, ma che a volte può comparire anche in coloro che solitamente non ce l’hanno, come nel caso dei Natibabbani.
Quella spiegazione, per quanto si basasse su supposizioni e leggende, non poteva essere considerata sbagliata: qualcuno avrebbe potuto obiettare che mi stavo allontanando troppo dall’argomento principale, ma dentro di me sentivo che quella era forse la lezione migliore che avessi mai fatto perché ogni spiegazione, ogni ipotesi, non veniva formulata solo da me, ma dall’intera classe.
Con la coda dell’occhio notai, appoggiata allo stipite della porta della classe, la presenza di una ex Delfina per me molto speciale, una giovane donna che aveva dato a me e a tutti i miei colleghi grandi soddisfazioni e che, tra un impegno e l’altro, tornava di tanto in tanto a fare visita al Castello.
Interessante… signorina Parker, se supponessimo che questo fosse vero e tenessimo fede a ciò che sappiamo sui Druidi e sul loro uso del Mana, perché secondo lei questi non fanno ricorso anche alla Trama pur avendone magari la possibilità?
Molti si volsero stupiti nel sentirmi pronunciare il cognome di Alexis, molti le fecero un cenno di saluto con la mano, alcuni la accolsero con un sorriso come la Jiménez o Alvares, altri con un semplice cenno del capo come Kenway o la Herbert: dal canto mio, dopo aver posto quella domanda, donai alla mia ex Prefetta un sorriso genuino ed orgoglioso; all’inizio, quand’ero appena diventata Vice Preside di Hogwarts, non m’interessava molto formare gli studenti… ma ora era tutto diverso, e sapere che una come la Parker era uscita dalla mia scuola, e soprattutto dalla mia Casata, mi riempiva d’orgoglio.
Probabilmente perché la considererebbero un’eresia, professoressa Vireau.
Mi rispose lei subito dopo col tono deciso, pacato ma fermo di chi sa di cosa sta parlando: avevo come l’impressione che avesse letto una ventina di tomi sull’argomento, e se così fosse stato, avendo imparato a conoscerla, non me ne sarei affatto stupita.
Per i Druidi, secondo ciò che dicono i libri, il Mana è sacro: proviene dalla natura, da “Gaia”, ed è quest’ultima a donare loro gli Elementi da cui traggono la forza per effettuare i loro incantesimi; se queste creature avessero deciso di abbracciare anche la Trama, sarebbe stato come sminuire il grande onore che il Mana aveva fatto loro, rendendoli in grado di dominare gli Elementi.
È anche per questo che non si hanno testimonianze di Druidi che hanno abbracciato sia il Mana che la Trama, sempre ammettendo e considerando che siano esistiti per davvero.
Già, anche quello era un gran bel dibattito: i Druidi esistevano oppure no? Erano solo una leggenda o davvero avevano abitato il mondo magico, secoli prima?
Nemmeno io sapevo rispondermi con certezza, anche se ormai cominciavo ad entrare nell’ottica che fosse meglio credere che tutto fosse possibile, al mondo.
La ringrazio, signorina Parker.
Un altro sorriso in direzione dell’ex Delfinazzurro, proprio quando la campana della Torre batté le 10, segno che la mia lezione era ormai giunta al termine: non c’erano stati chissà quali concetti teorici, nessuno studente si era esercitato con la bacchetta, ma dentro di me sentivo di aver fatto un buon lavoro, di avere in qualche modo cercato ed ottenuto un confronto positivo con gli studenti che, forse, da quel momento in poi non avrebbero più dato per scontato il potenziale magico dentro di loro.
Molto bene ragazzi, per oggi è tutto.
Questi - agitai la bacchetta cosicché un foglio di pergamena comparisse di fronte a ciascuno di loro - sono i vostri compiti, e voglio averli sulla mia scrivania entro la prossima settimana, sono stata chiara?
Ricordatevi che non avrò alcun problema a darvi una T se non vedrò impegno e personalità nei vostri compiti, perciò rielaborate e vedrete che andrà tutto bene: se avete dubbi o qualcosa non vi è chiaro, sapete dove trovarmi.
Buona giornata!
Non c’era davvero più niente da dire: lasciai che tutti fossero usciti dalla classe e mi avviai anch’io fuori da essa, chiudendola a chiave per poi invitare Alexis a farmi compagnia per un piccolo spuntino di metà giornata; in fondo, anche da diplomata, sarebbe rimasta sempre la mia Delfina preferita.
\\ OFF //
• Nella realtà, i compiti sono da consegnare entro il 4 Ottobre alle ore 15.00.
• La prima domanda vale 10 punti.
• La seconda domanda vale 5 punti.
• La terza domanda vale 10 punti.
• La quarta domanda vale 10 punti.
• La quinta domanda vale 5 punti.
• Tutte le risposte richiedono una personalizzazione e non un mero copia-incolla dalle diverse fonti che si possono utilizzare per formularle.
• Il racconto in stile GdR dev’essere in TERZA PERSONA AL PASSATO, e si richiede che lo studente si focalizzi sulle sensazioni/emozioni provate, sul contesto in cui si trova e sull’interazione che effettua con l’ambiente o le persone che incontra.
Risposta corretta e ben argomentata, approfondita e lineare.
Molto bene O'Neill!
10
Risposta personale, e dunque apprezzata dalla sottoscritta: qualcuno potrebbe considerare le tue parole come segno di un carattere orgoglioso, ma se anche fosse, io non ci vedrei nulla di male.
5
Una buona risposta: il tuo risultato ha, come doveva essere, condizionato la tua risposta, ma che fosse quella che davvero avresti voluto sostenere o meno, l'hai comunque argomentata molto bene, scegliendo esempi logici per supportare le tue parole.
Ti meriti il +1 a Fascino, brava!
8
Un buon GdR, ben scritto e in linea con lo stato d'animo di Cappie che sta crescendo, ma non dimentica il suo passato e le tragedie che l'hanno segnato: magari mi dispiace sapere che durante le mie lezioni la tua PG pensa a trovarsi un ragazzo da baciare, ma ci passerò su... per ora!
10
Una buona risposta, sono felice di vedere che non hai attinto alle informazioni che tu come Player hai, ma che ti sia limitata a presentare un resoconto dal punto di vista esclusivo della PG: mi è piaciuta molto la descrizione di come sia un Druido ideale, per Cappie.
Un ottimo compito, puoi esserne soddisfatta!
5
punti 38 per Caroline Priscilla
Una buona risposta, ben argomentata e rielaborata.
Molto bene!
8
Una risposta che tira fuori il lato più pratico di te, del tuo essere, ma non ti si può certo biasimare o penalizzare per questo: è una sfumatura di pensiero che attinge al lato concreto dell'utilizzo del Mana, e bisogna riconoscere che, d quel punto di vista, il tuo ragionamento abbia un senso ben più che valido.
Bravissimo!
5
Una risposta che mi è piaciuta molto: non è semplice appoggiare un'idea - specie quando capita che non sia quella per cui effettivamente noi parteggeremmo nella realtà - ma tu te la sei cavato molto bene; buone le argomentazioni e personali gli esempi.
Ti meriti il +1 a Fascino, bravo!
10
Un GdR ben eseguito, in linea col modo di fare di Jorge, nel bene e nel male: quasi è un peccato che a lezione non esponga tutto ciò che pensa, di sicuro alcune sue considerazioni sarebbero molto interessanti.
Detto questo, sono molto soddisfatta della risposta, e la tua "sorellina" ha ragione, meglio accontentarsi o si finisce per non avere nulla!
10
Una buona risposta, forse più superficiale delle precedenti, come se l'avessi redatta velocemente e di corsa: ciò nonostante ammetto che l'incrocio con cui hai creato il tuo Druido ideale mi abbia strappato un sorriso dalle labbra.
Un buon compito, bravo!
3
punti 36 per Jorge
Una buona risposta: magari mi sarebbe piaciuto vedere un'argomentazione maggiore, ma puoi comunque esserne soddisfatta.
Brava!
7
Anche in questo caso, come per il tuo collega Alvares, c'è un riferimento alla praticità del Mana rispetto alla Trama, una valutazione logica che non mi sento di penalizzare, ma che anzi apprezzo.
Purtroppo come nella domanda precedente trovo tu abbia argomentato in modo un po' frettoloso il tutto, decidendo di non approfondire troppo il discorso.
3
L'unico problema di questa risposta, come le precedenti, è che trovo - magari è solo una mia impressione - una certa sbrigativa fretta nelle tue parole, come se dovessi toglierti velocemente il "problema" di torno: è un peccato, perché le tue argomentazioni, per quanto brevemente presentate, sono molto valide e forse, con una maggiore attenzione, ti avrebbero regalato il punteggio pieno.
Per questa volta ti assegno il +1 per l'impegno, ma la prossima volta mi aspetto più impegno da te.
7
Questa è stata la risposta che mi è piaciuta di più, perché non ti sei limitata a descrivere come Brianna si sia sentita nel corso della lezione, la sua ansia all'idea che Sandyon avesse parlato, ma hai esposto tutti i dubbi che, nel corso del dibattito, hanno riempito la mente della tua PG, le sue considerazioni, le sue ipotesi, che fossero giuste o meno.
Complimenti davvero, punteggio pieno!
10
Sei la prima che pone come risposta una convinzione sulla non-esistenza dei Druidi, una risposta che personalmente mi è piaciuta molto perché riprende il pensiero di Brianna esposto anche nel GdR, e cioè che siano tutte leggende: certo, lei si sbaglia, ma non avendo prove del suo errore è più che normale per lei credere di essere nel giusto.
Brava, nel complesso un buon elaborato!
5
punti 32 per Brianna
Una buona risposta, ben argomentata ed approfondita, come sempre ricca di dettagli aggiuntivi a quelli da me presentati: mi è piaciuta molto la tua idea di citare le fonti, alla fine della risposta, da cui hai preso spunto, sono stati articoli molto interessanti da leggere.
Brava!
10
Una risposta che non mi sarei aspettata: conoscendo la PG - e mi par di capire che tu abbia risposto dal suo punto di vista - credevo avresti preferito il Mana, e invece mi hai stupita; non ti penalizzerò certo per questo, soprattutto perché hai motivato dal tuo punto di vista la scelta che hai fatto, e ne è venuta fuori un'ottima risposta.
Brava!
5
Ti dico subito che il punteggio non pieno deriva dagli errori di battitura, un po' troppi: mi hai spiegato in privato quale fosse stato il problema, quindi abbiamo risolto, ma sfortunatamente devo valutare la risposta per ciò che ho di fronte.
Tolto questo, mi è piaciuta davvero molto: hai svolto questa domanda con diligenza, rispondendo in modo quasi accalorato: che tu ci credessi davvero, sei stata davvero molto convincente.
Bravissima, ti meriti il +1 a Fascino!
9
Un buon GdR, ed ammetto che comincio anch'io a vedere dei cambiamenti tangibili nel modo di fare di Ariel - dobbiamo ringraziare Melia Herbert per questo, forse?
Un po' frettolosa e superficiale nell'inizio della risposta, ti sei poi ripresa benissimo, analizzando dettagliatamente non solo la lezione ma le implicazioni dell'impatto del suo contenuto sulla PG dalla seconda metà in poi.
Ottimo!
8
In questo caso invece la risposta è quella che mi aspettavo: hai presentato bene la tua descrizione di Druido ideale, molto dettagliata ed approfondita, ed ho apprezzato anche che tu abbia argomentato la scelta iniziale con tutta una serie di motivazioni personali, per quanto non fosse richiesto.
Sono molto soddisfatta di questo compito, benissimo!
5
punti 37 per Ariel
Una risposta da cui mi sarei aspettata di più: giusti i contenuti e rielaborate le informazioni che sono state fornite a lezione, ma il tutto è un po' troppo veloce, spiegato frettolosamente e con penalizzante superficialità.
Peccato!
6
In questa risposta invece ti sei subito ripresa, argomentando in modo prolisso - che ho apprezzato molto - la tua scelta: come la tua collega Jiménez hai scelto la Trama, ma mi è piaciuto che tu abbia considerato anche i suoi difetti e ne abbia trovato il lato positivo, una sfumatura quasi ottimista di Melia che non conoscevo.
Bene!
5
Come per tutti i tuoi colleghi precedenti, sono molto soddisfatta nel constatare che anche tu sei riuscita a presentare la tua linea di pensiero "forzata" in modo convincente, con tutto che magari è l'opposto di quanto realmente pensi; mi è piaciuto lo schema che hai usato per riepilogare i punti del tuo discorso, forse un po' distaccato rispetto al metodo discorsivo, ma sicuramente efficace e d'impatto.
Ti meriti il +1 a Fascino (non che ti serva, eh!).
10
Un ottimo GdR: notare il rapporto tra Melia e Zephyr mi lascia sempre affascinata, in un certo senso, soprattutto ora che alle sue considerazioni si è aggiunta la presenza della Grifondoro Ariel; Melia ha un animo dalle mille sfaccettature, e in questo GdR è venuto fuori tanto nelle sue considerazioni sulla lezione, tanto in quelle personali sulla sua vita.
T'inviterei a farla passare nel mio ufficio quando vuole, ma dubito che riceverei mai la sua visita.
Comunque davvero un ottimo lavoro!
10
Una buona risposta, sei stata la sola oltre a Brianna a considerare impossibile l'esistenza dei Druidi e mi è piaciuto il modo in cui hai argomentato questo tuo pensiero, in modo personale ed esaustivo.
L'unica nota stonata è che, nel copia-incolla, ti devi essere persa una frase, e dunque la risposta ad un certo punto appare come inframmezzata.
Tolto questo, un ottimo elaborato di cui puoi andare fiera!
4
punti 35 per Melia
