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Boston

Messaggioda Veronique » 09/09/2013, 11:27

[Novembre - Mercoledì - ore 12.12]


Non credeva di riuscire a convincere Marcus a lasciarla andare senza fare storie: il suo dolce e amorevole bodyguard le ricordava un giorno sì e l'altro pure di dover tenere un profilo basso, ma quello era un giorno speciale... era l'anniversario del loro primo incontro; certo, un incontro un po' particolare visto che i tirapiedi del padre l'avevano catturato e a lei era toccato l'adorabile compito d'interrogarlo, ma da quel giorno tante cose erano cambiate... compreso il rapporto tra loro.
Ci aveva messo più di 3 ore per ottenere il permesso di Azhad di andarlo a trovare sul luogo di lavoro invece che aspettare il weekend per potersi vedere di nascosto, ed era piuttosto sicura che alla fine l'uomo le avesse detto di sì solo per farla smettere di parlare... Veronique sapeva bene come convincere gli altri, d'altronde.
Così, soddisfatta e felice, si era fatta una bella doccia, si era vestita con l'eleganza classica e discreta che sapeva sfoggiare in quanto francese Purosangue e piena di buon gusto - modesta, soprattutto - e si era smaterializzata con Marcus negli USA, a Boston per la precisione; lì aveva lasciato Azhad, o meglio, l'aveva salutato pur sapendo che lui l'avrebbe seguita sotto forma di innocuo passerotto, e si era messa a camminare per le strade della città, cercando l'ufficio di Ryan all'indirizzo che lui una volta le aveva lasciato, per le emergenze.

Immagine


E dire che in Inghilterra di questi tempi già si gela... bah, meglio per me!

Si disse la più piccola delle Vireau, ringraziando Merlino di non aver indossato nulla di troppo pesante, altrimenti avrebbe finito per sudare e non si sarebbe mai potuta presentare da Ryan in una mise meno che perfetta; dopo un po' di giri a vuoto - non era stata spesso a Boston quindi non era semplice orientarsi - la francese trovò finalmente l'ufficio dei due investigatori, Edward Atwood, così si faceva chiamare Vastnor Junior da chi non lo conosceva, e questo "Rosenberg" di cui Veronique non conosceva il nome, non avendo mai trovato troppo interessante chiedere al fidanzato informazioni a riguardo.
Sapeva che si trattava di un suo caro amico e di un ottimo collega in campo lavorativo, ma ignorava il suo nome e le era sempre importato poco di scoprirlo: finché non giravano donne per il suo ufficio, magari in minigonna e tette al vento, per lei andava bene tutto.

Bene, il posto è questo.
Spero almeno sia felice di vedermi...


Pensò Veronique, che solo quand'era sola si lasciava andare a quelle lievi insicurezze tipiche della donna innamorata: certo, sapeva che Ryan teneva moltissimo a lei, ma ancora non erano arrivati al "ti amo", nessuno dei due l'aveva ancora pronunciato e questo, se per la francese orgogliosa era normale, la metteva comunque in agitazione, non sapendo quanto fosse normale per lui; era consapevole che la loro fosse una delle storie più intricate e complesse al mondo, ma era altrettanto consapevole che, da parte sua, la cosa era totalmente ininfluente.
Se avesse voluto stare con lui allora ci sarebbe stata, e chi se ne importava del resto, soprattutto da quando anche Marcus aveva, più o meno felicemente, accettato la cosa; scuotendo il capo, per evitare di permettere a quei pensieri pessimisti di rovinarle ancora l'umore, la donna aprì la porta a vetri dell'edificio in cui si trovava l'ufficio dei due, salì le scale e poi entrò finalmente nella stanza d'ingresso dello studio investigativo, che al momento appariva deserto.

Fantastico, ho un tempismo che fa paura.

Si prese in giro da sola la Vireau, a bassa voce, guardandosi intorno e cominciando a girovagare lentamente per la stanza mentre aspettava che qualcuno comparisse, il rumore dei tacchi alti ovattato dal morbido tappeto sotto i suoi piedi: finalmente, circa cinque minuti dopo, un uomo si degnò di palesare la propria presenza alla francese... peccato che fosse semi-nudo.

... Desidera?
Posso... Posso aiutarla?


Fossi in lei, intanto comincerei a vestirmi...
E' un bel vedere, non mi fraintenda, ma non mi pare una mise molto professionale.


Commentò Veronique di rimando, percorrendo il corpo dell'altro con lo sguardo e lasciandosi comparire un sorrisetto ironico e divertito sulle labbra: doveva trattarsi del famoso Rosenberg - Marshall, anche se lei ancora non lo sapeva - il collega del suo ragazzo; non appena si fosse vestito, la francese si sarebbe tolta il cappello e l'avrebbe appoggiato sul portabiti accanto a sé, passandosi una mano tra i capelli per scuoterli così da rivolgere, infine, un sorriso radioso al suo interlocutore.

Stavo cercando il signor Atwood... è fuori in questo momento?

Gli domandò con tutta l'innocenza del mondo, ben decisa a passare per la brava ragazza di turno: in fondo da quando stava con Ryan era molto meno cattiva del solito e, soprattutto, non c'era nulla di male nel non rivelare il suo legame col collega di Rosenberg fino a quando non fosse tornato... no?
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Messaggioda Marshall » 09/09/2013, 23:01

Fossi in lei, intanto comincerei a vestirmi...
E' un bel vedere, non mi fraintenda, ma non mi pare una mise molto professionale.


... Prego?
... AAAHH si, giusto giusto, ha perfettamente ragione, chiedo profondamente scusa!
Mi cambio e sono subito da lei!


Figura di m***a numero uno con la strafiga, avanti con la prossima, tanto è sicuro che devo fare qualche caz***a!

Tornò in bagno abbastanza veloce, togliendosi l'asciugamano osservando la sua "bacchetta" personale già un poco sveglia.
La fissò quasi con cattiveria, intimandole di tornare al suo posto, visto che proprio quella come figura pessima numero due non la voleva.
Aprì il borsone afferrando al volo una camicia bianca a quadrettoni blu scuro e neri e un golf di colore blu pastello, di cashmere.
Poi dei jeans blu elettrico e delle scarpe da passeggio nero di finto coccodrillo, con sopra l'insegna di una nota marca babbana di calzature.
Controllato che anche i capelli fossero nel giusto ordine, si diede da fare anche con il pettine, sistemandoseli alla svelta ma facendo attenzione.
Dentro di sé si stava ripetendo che una sventola del genere mica poteva lasciarsela scappare così.
Fosse cascato il cielo avrebbe conquistato un'uscita a cena, e poi da lì con qualche tecnica efficace, un po' di fascino e di buona intesa si poteva poi arrivare a qualcosa di più concreto, tipo appuntamento ufficiale, seratina a casa con alcol e chiacchiere e poi... E poi...

E no eh!?
Statti buono tu che ci manca solo che torni a lamentarti!
Ora fa' il bravo e lasciami "lavorare", magari se ti e ci dice bene, ti sfrutterò al momento giusto...


Fatti i conti con il coinquilino obbligato dei piani bassi, Marshall uscì con lenta calma calcolata dalla porta del bagno, guardandola ancora una volta mentre si toglieva il cappello rivelando l'immensa e spettacolare chioma di capelli color del miele abbronzato.
Una autentica meraviglia, un capolavoro di femminilità e classe, mica come tante paesanotte che giravano nell'ufficio ogni tanto, capitando perché avevano visto o lui o Ryan per strada e li avevano seguiti simil stalker.
Con un lieve inchino del capo si avvicinò abbastanza da poter richiedere un silenzioso baciamano, salutandola così, spostandosi poi verso la propria postazione servendo prima una sedia comoda alla bellissima ragazza, attendendo che fosse la prima ad accomodarsi per poi fare lo stesso.
Concentrò tutte le sue energie per non soffermarsi troppo sul taglio degli occhi, sugli zigomi, sulle labbra che santo cielo erano di un invitante assurdo, e si focalizzò totalmente su una panoramica generica del viso, non volendo mostrare troppo interesse nei confronti di una possibile cliente, specie dopo la precedente pessima figura che non gli aveva fatto troppa pubblicità.

Stavo cercando il signor Atwood... è fuori in questo momento?

Mister Atwood?
Oh... Beh, si in questo momento è fuori, ci alterniamo per prendere il pranzo, oggi era il suo turno!
Però può dire a me, posso assolvere a qualunque compito voleva chiedere a lui, siamo soci e condividiamo ogni cosa.
Mi dica pure in cosa poteva esserle utile lui e le assicuro che mi prodigherò per fornirle uguale soddisfazione!


Praticamente la fiera del doppio senso, non voluto, per altro, quella volta. Marshall era sereno e limpido, dal suo tono si evinceva soltanto affermata professionalità e nient'altro, questo perché credeva che la donna fosse lì per parlare di lavoro.
Da una parte sperava proprio che il collega ci mettesse un bel po' più del dovuto per prendere il necessario del pranzo, in modo da avere molte più chance con la cliente, essendo completamente soli e quindi più propensi ad un dialogo bivalente e non con un terzo in comodo.
E poi Ryan Angel ce l'aveva già la ragazza, almeno da quello che ricordava Rosenberg, anche se non gliela aveva mai presentata e per di più gliela aveva descritta completamente diversa da Veronique proprio per non destare sospetti.

- NEL FRATTEMPO -

Mi scusi, ma quanto ci vuole ancora per il panino?

Ragazzo mio, aspetta te ne prego, ho ordinazioni per altri 28 panini e sono da solo...

Per carità, prego, prego... Faccia.

Mi auguro solo che Marshall non si ritrovi poi da solo a dover gestire più clienti.
Va beh che a quest'ora non si vede mai nessuno, forse dovrei stare tranquillo.
Uff... Non vedo l'ora che arrivi il weekend, finalmente l'anniversario... Già, ed io non so ancora che diamine regalarle!
Forse dovrei chiederlo a lei e fare prima, però sai che tristezza?
Oppure è meglio così?
Magari le faccio una cosa che scelgo io e le dico che il vero regalo voglio che me lo dica lei? Cavoli, bella pensata Atwood!


Dieci minuti e arriva il panino, glielo assicuro!

Ah perfetto!
... Tanto dopo ho anche la bistecca da andare a prendere...


- IN UFFICIO -

Che sbadato, oggi sembra non ne combini una giusta, sono Marshall Rosenberg, al suo servizio!
Posso permettermi di congratularmi con lei per il vestito, le dona moltissimo.
E' davvero una ragazza incantevole...


Ecco, bravo, sonda un po' il terreno, vediamo se accetta i complimenti, si comincia sempre così!
Dai dai dai che questa volta hai fatto centro, aspetta solo che Ryan la vede e morirà di invidia, qualunque sia la sua donna.
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Messaggioda Veronique » 09/09/2013, 23:38

... Prego?

Il suo abbigliamento.
E' semi-nudo, nel caso non se ne fosse accorto...


... AAAHH si, giusto giusto, ha perfettamente ragione, chiedo profondamente scusa!
Mi cambio e sono subito da lei!


Faccia con comodo...

Commentò Veronique con palese ironia nella voce e un sorrisetto divertito sulle labbra: e così quello era il socio nonché amico di Ryan Angel? Di sicuro se li sceglieva bene, i colleghi.
Ridacchiò tra sé mentre Marshall si cambiava d'abito, passando distrattamente la mano sulla borsa nera di pelle - firmata, ovviamente - dentro la quale si trovava il regalo per l'anniversario del giovane Vastnor: l'avrebbe apprezzato?
La Vireau non era certo abituata a comprare dei regali per qualcun altro che non fosse se stessa, persino con Marcus non c'era mai stata occasione per fare un po' di shopping "altruistico": quella era stata la prima volta per lei, e poteva solo sperare di non aver completamente sbagliato nell'acquisto del suo pensierino - "ino" poi mica tanto con quello che le era costato, ma quando si trattava di Ryan decisamente Veronique non guardava più in faccia a niente e nessuno - perché ci teneva moltissimo a veder comparire un sorriso raggiante sul volto del fidanzato non solo per il gesto in sé, ma anche per il suo contenuto.
Intanto, mentre la francese si toglieva il cappello e scuoteva i capelli così da ridare loro un po' di volume, il signor Rosenberg tornò da lei, permettendosi di salutarla in modo decisamente più galante di prima, con un baciamano d'alta classe.
Veronique gli sorrise, elegante ed educata a sua volta come sempre, accettando silenziosamente l'invito ad accomodarsi sulla sedia che Marshall le aveva offerto: accavallò le gambe in un gesto volutamente lento e sensuale, posando poi le mani sulla coscia destra col sorriso ancora presente sulle sue labbra; e fu con esso che chiese se per caso "Edward Atwood", come si faceva chiamare Ryan, fosse fuori dall'ufficio, visto che era con lui che voleva parlare.

Mister Atwood?
Oh... Beh, si in questo momento è fuori, ci alterniamo per prendere il pranzo, oggi era il suo turno!
Però può dire a me, posso assolvere a qualunque compito voleva chiedere a lui, siamo soci e condividiamo ogni cosa.
Mi dica pure in cosa poteva esserle utile lui e le assicuro che mi prodigherò per fornirle uguale soddisfazione!


A quelle parole, Veronique soppesò, con una lunga panoramica degli occhi scuri, il corpo dell'altro, focalizzandosi sul viso: la stava prendendo in giro, oppure non si era minimamente reso conto dell'assurdo doppio senso di quelle parole?
Qualunque fosse la risposta, di sicuro la Vireau non si sarebbe lasciata scappare l'occasione di usare un po' di malizia, quella che sembrava comunicare con ogni sorriso o movimento del suo corpo; in fondo, non stava mica facendo nulla di male, no?

E' sicuro di potermi... soddisfare in qualsiasi modo?
Perché sono una donna molto, molto esigente...


Commentò dunque la francese, passandosi lentamente la lingua sulle labbra in un gesto che possedeva un'enorme carica erotica, e d'altronde era difficile non focalizzare l'attenzione sulla bocca ora lucida e piena di lei, incurvata verso l'alto in un sorriso accattivante.

Che sbadato, oggi sembra non ne combini una giusta, sono Marshall Rosenberg, al suo servizio!
Posso permettermi di congratularmi con lei per il vestito, le dona moltissimo.
E' davvero una ragazza incantevole...


Veronique Vireau, piacere di conoscerla.

Sì, si era presentata col suo vero nome, ma da qualche settimana a quella parte aveva deciso che, per lei e la sua vita, molte cose non sarebbero più state nascoste: basta rifugiarsi nell'ombra, basta abbassare lo sguardo o voltarlo da un'altra parte...
Lei era Veronique Vireau: che lo sapessero tutti.

La ringrazio, è di fattura italiana.
Ho un debole per tutto ciò che è rappresenta l'eccellenza...


Piccola pausa voluta.

... ed intendo proprio tutto.

Aggiunse con voce più carezzevole, lanciandogli un'occhiata eloquente: forse un complimento velato alla bellezza dell'uomo, chi poteva dirlo, sarebbe toccato a Marshall interpretare correttamente lo sguardo e le parole di lei.

Purtroppo devo aspettare Edward Atwood per forza, si tratta di una questione molto personale... ma spero vorrà farmi compagnia nel frattempo, e magari le andrà di raccontarmi qualcosa di lei.
Sono una persona molto curiosa, e quando mi trovo di fronte a qualcuno che desta la mia attenzione... mi piace esplorarlo a fondo.
Spero non sia un problema, per lei...
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Messaggioda Marshall » 10/09/2013, 16:01

L'eccessiva fretta nel voler recuperare terreno e la ben più che provata bellezza della ragazza davanti a lui l'avevano spinto ad effettuare un doppio senso clamoroso con le proprie parole, così tanto da spingere anche la stessa "cliente" a guardarlo con un'accurata panoramica iniziale per poi soffermarsi maggiormente sul viso, dettaglio che fece immediatamente riflettere Marshall sulla possibilità di aver detto qualcosa di male.
Quando ripensò piano piano all'esatta frase espressa pochi secondi prima, le pupille si dilatarono e alzò le sopracciglia, accorgendosi finalmente dell'enorme stupidaggine che gli aveva fatto conquistare anche la figura di me**a numero due degli ultimi dieci minuti.
Tuttavia, ella non sembrò particolarmente scossa da quelle parole, anzi, sorrise con una malizia ancora più accentuata, decidendo di stare al gioco e mettere ulteriore accento sulla questione, volendo forse confermare i doppi sensi non voluti dell'investigatore con tono seducente ed erotico.

E' sicuro di potermi... soddisfare in qualsiasi modo?
Perché sono una donna molto, molto esigente...


Questo forse vorrebbe dire che ci sta?
Andiamo, è palese... Cioè, sembra proprio che abbia tutta l'intenzione di partecipare al gioco...
Porca miseria guarda che labbra...


Normalmente Marshall non si sarebbe comportato così, non con così tanta difficoltà o problemi nell'interpretare i segnali altrui.
La reale motivazione di quell'iniziale disagio era che non si rapportava spesso con gli individui di sesso femminile, nemmeno per del mero piacere fisico. Da quando aveva preso quella carriera tanto seriamente, le donne avevano rappresentato per lui una specie di miraggio, così, anche se un tempo sapeva tenere pienamente il controllo della situazione, adesso appariva più insicuro, in grado di fare davvero figure atroci, che per sua fortuna non impensierivano affatto la bella ragazza, anzi, in parte la divertivano e in parte la convincevano a rispondere pure a tono.
Dopo un accennato autocontrollo perso in partenza, Marshall Rosenberg riprese le redini non solo dei suoi sensi e dei suoi impulsi ma anche di tutta quanta la faccenda e la conversazione, impostando meglio la voce e mettendosi più eretto col busto, massiccio praticamente ovunque.

Lei nemmeno immagina quanto io possa essere soddisfacente...
Provare per credere, nel suo caso potrebbe diventare un mio motto personale.


Lei si passò nuovamente la lingua sulle labbra e con molta probabilità il nuovo gioco forza che il Rosenberg dovette fare su sé stesso era volto ad impedire di non potersi più alzare da quella poltrona per i prossimi venti minuti buoni, se non mezz'ora o anche più.
Decise allora di provare a cambiare discorso, spostando l'attenzione sulle presentazioni mancate, la cosa più importante per altro quando si incontrava un cliente e bisognava farsi conoscere, anche per stabilire un minimo di contatto umano, un contatto che con la ragazza Marshall desiderava parecchio e in dose massicce.
La risposta che ebbe però in merito al nome della Dea della bellezza fu alquanto inaspettata, tanto che lo spinse pure a sbattere le palpebre due volte consecutive velocemente, incredulo lì per lì che una tale icona della ricchezza francese fosse seduta di fronte a lui.
Sul fatto che era proprio quell'icona che gli stava facendo battute maliziose non ci mise attenzione nemmeno un attimo... Non gli importava chi rappresentasse o chi fosse, sotto le coperte per sentimento o meno, si diventava tutti uguali.

Veronique Vireau, piacere di conoscerla.

Vireau?
Onestamente non ricordavo fossero due sorelle, sempre convinto che Monique Vireau fosse figlia unica.
Sconcertante verità e piacevole sorpresa incontrare di persona, almeno a mio parere, la più bella delle due.


E non c'era traccia di alcuna lusinga inventata in quell'affermazione.
Marshall pensava dalla prima all'ultima parola, no, non era sua abitudine mentire per rimorchiare, quello lo trovava squallido.
Onestamente entrambe le Vireau possedevano uno stile e un carisma inimmaginabili, ma sarà forse per la preferenza verso la carnagione scura, o magari il taglio degli occhi, l'ondulazione dei capelli, Rosenberg preferiva senza dubbio la minore, anche se era chiaro che non si permise assolutamente di chiedere età o altre informazioni, non volendo risultare offensivo e maleducato.
Certo, a guardarla così, non le si davano più di 23-24 anni, o magari poco di più, ma senza sbilanciarsi oltre i 25, no, impossibile.
Nel frattempo i complimenti si spostarono sul vestiario della V.I.P. , assolutamente d'alta classe.

La ringrazio, è di fattura italiana.
Ho un debole per tutto ciò che è rappresenta l'eccellenza...


Mi creda non avevo dubbi.

... ed intendo proprio tutto.

Più lei si comportava così e più l'investigatore credeva, erroneamente quasi di sicuro, di stare facendo un centro dopo l'altro.
Si scambiavano occhiate intense, calde, a volte accompagnati dal silenzio da eccitazione più denso e inebriante.
Lui da uomo aveva fatto un complimento palese a lei, mentre la donna, proprio perché donna, si era permessa di farne un altro molto più velato.
Vero anche che a sapere la storia dall'esterno, poteva anche significare che per lei l'eccellenza rappresentava Ryan Angel, il suo fidanzato, quindi per quanto invitante Marshall, implicitamente stava rifiutando le avances utilizzando lo stesso schema e gioco dell'interlocutore, ma il socio di Edward Atwood non possedeva mica la palla di vetro, per questo si sentì ancora più portato a cercare un altro piccolo contatto con lei, avanzando con la gamba sotto al tavolo facendole sfiorare "accidentalmente" e con delicatezza la caviglia della francese, mentre lei spiegava con maggiore precisione perché le servisse comunque il collega e non potesse quindi affidarsi professionalmente al Granada.

Purtroppo devo aspettare Edward Atwood per forza, si tratta di una questione molto personale... ma spero vorrà farmi compagnia nel frattempo, e magari le andrà di raccontarmi qualcosa di lei.
Sono una persona molto curiosa, e quando mi trovo di fronte a qualcuno che desta la mia attenzione... mi piace esplorarlo a fondo.
Spero non sia un problema, per lei...


Mi prenderà per uno sfacciato, miss Vireau, ma l'unico problema che potrei trovare in lei è un eventuale status diverso dal single...
E' autorizzata ad esplorarmi quanto più l'aggrada, non credo sarei capace di opporre alcuna resistenza, un po' per lei e un po' per mio volere.


Sorrise genuino e malizioso, lanciando uno sguardo questa volta meno velato alla coscia di lei, alla curva del seno ed infine al collo invitante.
L'avrebbe tempestato di baci e piccoli morsi. Quella donna trasudava sesso e libidine da tutti i pori.

Sono socio con mister Atwood da poco più di un anno, inoltre sono un Auror specializzato nella caccia di Vampiri e Licantropi ostili.
Ho ormai raggiunto i trent'anni, per il momento passo da un hotel all'altro ma conto di comprare una mia abitazione molto presto e ho studiato presso il Dojo Magico Musashi, del quale sono stato anche docente di Difesa contro le Arti Oscure fino all'anno scorso.
Ho un cane dalmata di nome Wezen che spero avrò il piacere un giorno di presentarle e sono alto 189 cm per 102 kg... Le interessa altro?
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Marshall
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Messaggioda Veronique » 10/09/2013, 17:31

D'accordo, si stava divertendo con Marshall pur non avendo alcuna intenzione di combinare nulla con lui: ma che c'era di male? Un flirt innocente non avrebbe di certo ucciso nessuno, e d'altra parte Veronique non aveva alcuna intenzione di tradire il suo adorato fidanzato... si stava solo divertendo un po' con quello che le riusciva meglio: flirtare con un bell'uomo, dare prova di malizia e sensualità ai massimi livelli pur portando avanti una normale conversazione piacevole ed interessante; non c'era nulla di sbagliato in tutto questo, perlomeno finché non si passava a niente di più fisico e pesante... e la francese sapeva bene quale fosse il limite da non oltrepassare.
Lo osservò con un velo d'ironia sulle labbra mentre si sistemava meglio sulla sedia, in una posa eretta che sottolineava il suo fisico prestante e muscoloso: la più piccola delle Vireau non fece fatica ad ammettere, tra sé, che se fosse stata single probabilmente non si sarebbe limitata a flirtare innocentemente col Rosenberg, ma avrebbe davvero cercato di approfondire il discorso in ben altro modo... evidentemente era single, questo si poteva intendere da come si stava comportando con lei, ma qualsiasi donna l'avesse accalappiato, almeno da un punto di vista puramente estetico, era fortunata.

Lei nemmeno immagina quanto io possa essere soddisfacente...
Provare per credere, nel suo caso potrebbe diventare un mio motto personale.


Sorrise soddisfatta di quella risposta maliziosa, consapevole che entrambi stavano giocando sul filo del doppio senso anche se lei solo per divertimento, lui probabilmente con l'intento invece di fare colpo e di conquistarla.
Ciò nonostante la conversazione proseguì, spostandosi sulle presentazioni che, in effetti, non erano ancora state fatte: non ebbe alcun problema a presentarsi con la sua vera identità, consapevole che a Marcus la cosa sarebbe piaciuta poco e altrettanto pronta a fregarsene; in fondo, se davvero Marshall e Ryan erano così amici, poteva ben sperare che l'uomo avrebbe tenuto la verità per sé, una volta scoperta.

Vireau?
Onestamente non ricordavo fossero due sorelle, sempre convinto che Monique Vireau fosse figlia unica.


E' una convinzione condivisa da quasi tutto il mondo magico... che vuole che le dica, mi tocca muovermi e vivere in incognito. Posso dunque contare sulla sua discrezione?

Domandò Veronique, assottigliando appena lo sguardo che s'illuminò poi, con le labbra che si aprivano ad un sorriso sorpreso ma radioso, nel sentire le successive parole di lui con relativo, e apparentemente sincero, complimento in paragone alla sorella maggiore.

Sconcertante verità e piacevole sorpresa incontrare di persona, almeno a mio parere, la più bella delle due.

Come raramente accadeva, perché solo certi complimenti facevano davvero effetto su di lei, ecco che la bella francesina si ritrovò ad abbassare lo sguardo, sinceramente compiaciuta ed imbarazzata, rendendosi così ancora più adorabile allo sguardo altrui, in questo caso dell'investigatore.
Si riprese in fretta, comunque, passandosi una mano tra i capelli lisci per far sì che le ricadessero sulla spalla sinistra, percependo la gamba dell'uomo contro la propria caviglia: sorrise tra sé a quel contatto, ma non si dimostrò infastidita né lo incentivò in qualche modo; lo accolse semplicemente, lasciando che si sfiorassero per quei brevi istanti prima di concentrarsi su altro ed affermare che non avrebbe potuto richiedere la consulenza di colui che aveva di fronte, perché si trattava di una questione personale.
Questo però non le avrebbe impedito di voler conoscere meglio il suo interlocutore, se a lui non fosse dispiaciuto naturalmente.

Mi prenderà per uno sfacciato, miss Vireau, ma l'unico problema che potrei trovare in lei è un eventuale status diverso dal single...
E' autorizzata ad esplorarmi quanto più l'aggrada, non credo sarei capace di opporre alcuna resistenza, un po' per lei e un po' per mio volere.


Che galantuomo... spirito da eroe che s'immola per la patria, oppure ci sta nemmeno troppo velatamente provando con me, mdister Rosenberg?
In ogni caso... mi piace la sfacciataggine in una persona.


Gli domandò Veronique, decidendo di far cadere la maschera di lui - perché lei non ne stava indossando alcuna - così da capire chiaramente le intenzioni dell'uomo, pur senza sbilanciarsi per quanto riguardava la propria condizione sentimentale: un po' le dispiaceva distruggere i suoi sogni romantici o sessuali che fossero, ma avrebbe sempre potuto tentare di presentargli una delle sue - finte - amiche, chissà che non potesse scoccare la scintilla.
A prescindere dalla risposta di Marshall, comunque, la piccola Vireau avrebbe ascoltato volentieri qualche dettaglio in più su di lui, sul suo passato e sulla sua persona.

Sono socio con mister Atwood da poco più di un anno, inoltre sono un Auror specializzato nella caccia di Vampiri e Licantropi ostili.
Ho ormai raggiunto i trent'anni, per il momento passo da un hotel all'altro ma conto di comprare una mia abitazione molto presto e ho studiato presso il Dojo Magico Musashi, del quale sono stato anche docente di Difesa contro le Arti Oscure fino all'anno scorso.
Ho un cane dalmata di nome Wezen che spero avrò il piacere un giorno di presentarle e sono alto 189 cm per 102 kg... Le interessa altro?


Vampiri e Licantropi?
Ma allora è un vero e proprio eroe del mondo magico...


Commentò Veronique con un sorriso, ma non lo stava prendendo in giro: pensava, forse erroneamente, che quel tipo di creature fosse sempre ostile alle persone, e che quindi fosse un lavoraccio quello di Rosenberg.

Posso chiederle come mai ha lasciato la cattedra alla Musashi? Dopo tutto è l'unica scuola di magia di tutto il Giappone... troppi pochi stimoli o non la pagavano abbastanza? - domandò ancora, modificando la posa delle gambe così da accavallarle di nuovo ma in senso contrario - Sarei felice, comunque, di conoscere il suo cane... mi piacciono gli animali.

A parte le lupe bianche che venivano regalate ad alcune persone - leggasi Monique - e ad altre no - leggasi Veronique - ma quello era un altro discorso.

Se dovesse descriversi, che immagine darebbe di sé?
E sarei molto curiosa di conoscere anche la sua opinione su mister Atwood da un punto di vista umano, se non è chiedere troppo...
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Messaggioda Marshall » 10/09/2013, 23:54

- INTANTO -

Mister Atwood, ecco qui la sua bistecca da portare via!

Grazie Paul, molto gentile!
Guarda, metti sul conto che devo scappare, sto facendo un ritardo tremendo...


Non si preoccupi, faccia con calma e saluti anche il suo socio mi raccomando!

Non mancherò!
Buona giornata!


Forse riesco ad arrivare in orario... Devo sbrigarmi, anche perché sennò gli porto pure una bistecca fredda!

- MENTRE IN UFFICIO -

E' una convinzione condivisa da quasi tutto il mondo magico... che vuole che le dica, mi tocca muovermi e vivere in incognito.
Posso dunque contare sulla sua discrezione?


Miss Vireau...
Se conosce abbastanza bene il mio socio e il nostro lavoro saprà bene che la discrezione fa addirittura parte del mestiere!
Non si preoccupi, non ho nemmeno alcun motivo poi per dire una cosa simile in giro.


Certo, se fosse riuscito a portarsi a letto una sventola simile al massimo avrebbe raccontato tutto nei minimi dettagli a Ryan, ma tanto pareva che lui già la conoscesse la donna quindi non c'era problema a rivelarne l'identità. Insomma, nessun rischio per lui e tanto meno per lei.
Quando pronunciò quell'ulteriore complimento, facendo il paragone tra la due sorelle, Veronique apparve molto più colpita e deliziata, contenta.
Grazie al suo fedele sesto senso [40] non gli fu difficile ipotizzare che esistesse quella solita diatriba tra donne su quale della famiglia fosse la più affascinante o quella che faceva girare più la testa agli uomini, una diatriba molto accesa a giudicare da quanto c'era rimasta bene la più giovane delle Vireau ascoltando le parole dell'investigatore.
Non appena la gamba dell'uomo si avvicinò alla caviglia della ricca cliente, lei non si spostò e non parve contrariata. Perfetto, il gioco era fatto, almeno nelle speranze ancora non infrante di Erik.

Ormai è andata, ha accettato anche il piedino... Devo solo trovare il momento giusto per invitarla fuori a cena!

Che galantuomo... spirito da eroe che s'immola per la patria, oppure ci sta nemmeno troppo velatamente provando con me, mister Rosenberg?
In ogni caso... mi piace la sfacciataggine in una persona.


Provando con lei? Io?
Miss Vireau...


Un piccolo attimo di pausa, poi un sussurro accompagnato da un sorriso sicuro e accattivante.

... Io le sto letteralmente facendo la corte.
Anzi, già che siamo in vena di confessioni, potrei nutrire la speranza di averla come mia ospite a cena anche stasera o domani?
Prenotazione per due al "Golden Palace", una bottiglia di fresco vino bianco italiano già in tavola, lume di candela e un passepartout per ogni stanza dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso...


E Marshall non scherzava affatto quando faceva la metafora di Inferno, Purgatorio e Paradiso, già, perché il ristorante era famoso per essere il più buono e caro di tutta Boston, uno dei più importanti d'America se non del mondo, con conti a persona che partivano dai 1500 Galeoni.
Insomma nessun badare a spese, non quando si tentava il "colpaccio" con una donna di quel calibro, che solo a vederla vestita faceva venire il capogiro, figurarsi senza nulla o con un completo intimo, e perché no, anche un bell'abito di nozze.

Vampiri e Licantropi?
Ma allora è un vero e proprio eroe del mondo magico...


Faccio tutto ciò che possa assicurare la tranquillità dei cittadini, niente di più.
Lei invece?
Felicemente donna di mondo sciolta dai vincoli del lavoro grazie al fondo fiduciario della famiglia?


Perché mai una persona con un conto in banca di presunti 10.000.000 di Galeoni avrebbe preferito sporcarsi le mani nel mondo del lavoro?
Forse aveva tirato su qualche azienda, dando soli agli imprenditori e ricavandone una percentuale come socia, ma era praticamente impossibile che sedesse dietro una scrivania tra conti, clienti, problemi finanziari e contatti con fornitori o informatori.
Lei era al top, al vertice della società magica, infatti per un momento Marshall si chiese perché davvero non ne aveva mai sentito parlare.
Nemmeno poteva trattarsi di una impostora a giudicare dalle firme che teneva dalla testa ai piedi.

Posso chiederle come mai ha lasciato la cattedra alla Musashi?
Dopo tutto è l'unica scuola di magia di tutto il Giappone... troppi pochi stimoli o non la pagavano abbastanza?
Sarei felice, comunque, di conoscere il suo cane... mi piacciono gli animali.


La vocazione di investigatore, niente di più.
L'insegnante e il detective magico non sono due carriere che possono trovare un punto di incontro.
Si arriva ad un punto che bisogna fare una scelta, prima o poi, ed io semplicemente l'ho fatta seguendo la mia passione e la mia vocazione!
... E lui sarà ben felice di poterle fare le feste e farsi coccolare da lei, è un giocherellone e morde solo i brutti ceffi!


Se dovesse descriversi, che immagine darebbe di sé?
E sarei molto curiosa di conoscere anche la sua opinione su mister Atwood da un punto di vista umano, se non è chiedere troppo...


No no, perché pensa di chiedere troppo? Assolutamente...
Beh parlando di me, posso definirmi un uomo eclettico, che ama la bella vita ma sa adattarsi un po' a tutto.
Capace di far follie come anche scendere con i piedi per terra se è la situazione che lo esige.
Competitivo, dinamico... Dotato... Scrupoloso... Imprevedibile e da come ha visto prima, sfacciato!


L'accento sulla parola "dotato" fu in parte casuale, in parte no, ma messo insieme a tutto il discorso poteva essere colto solo da una persona attenta.

Edward è un socio affidabile, sincero, spiritoso e fenomenale nel suo lavoro!
Caparbio, un uomo in grado di trovare soluzioni anche i problemi più complessi, e sopratutto altruista, è davvero un buon uomo...
Inoltre è una persona molto fedele, si figuri, è fidanzato con una ragazza che non si fa vedere mai da queste parti, eppure ogni volta che entra una nuova cliente anche di bell'aspetto la quale cerca di fare la scema con lui, si prende un bel due di picche!
Ha occhi solo per lei e guai a fargli presente che è una tipa un po' latitante, lui si altera e dice cose come "E' una donna impegnata, non ti azzardare a pensare male, fa solo orari molto difficile e va capita!".
Si figuri, ancora non non le ha detto cosa prova per lei, ma a me lo ripete quasi ogni giorno: "La amo, darei la vita per lei e non c'è cosa che non farei per accontentarla, solo che io in confronto a lei sono quasi uno straccione e la cosa tal volta mi pesa...".
Questa qui è una che c'ha un bel po' di soldi, se sapessi i, nome glielo direi, sicuro la conosce... Comunque tra breve credo sia anche il loro anniversario di "incontro", no, non fidanzamento, proprio il giorno della loro prima conoscenza... Ah tra l'altro sento i rumori delle scale, credo sia arrivato, aspetti un momento solo!


Dopo quel lunghissimo monologo, Marshall credeva di essersi creato una barriera di preferenza assoluta.
Specificando quanto Ryan Angel fosse cotto e innamorato della sua fidanzata, l'aveva escluso come possibile preda appetibile per la Vireau, credendo così di portare tutte quante le attenzioni su di lui, non sapendo proprio che in quella maniera si era dato ulteriormente la zappa sui piedi, fermo restando che la francese stava solo giocando, altro dettaglio a lui completamente nascosto.
Si alzò dalla poltrona dirigendosi verso la porta dell'ufficio, aprendola, vedendo già il socio arrivare dal basso verso l'alto.
Non vedeva l'ora di mostrargli la super conquista che aveva fatto.

Eccoti qui, finalmente eh!
Qui si lavora e tu ci metti le ere per prendere il pasto...


Scusa Marsh, c'era una fila incredibile... Lavora?!
Ci sono già dei clienti?


Eh si, vieni vieni... Che te la presento!

Guarda che pezzo di femmina che forse si porta a cena fuori il tuo socio!

Un sussurro bassissimo udibile soltanto da Ryan che, una volta superato il corridoio di ingresso e affacciatosi sulla stanza con le scrivanie, rimase di sasso e stucco, sgranando gli occhi alla vista di Veronique, là seduta, come se nulla fosse, vestita divinamente.
Sbatté le palpebre tre quattro volte, sentendo il respiro bloccarsi in gola, quando una bella pacca sulla spalla dal Rosenberg lo fece tornare in sé.

Per ragioni di segretezza non la nominerò ad alta voce, ma a quanto ho capito la conosci già, giusto Eddie?

... Eh?
... Ah si si, certo, cioè... Si, no, ci conosciamo da... Un po'...


Ma la conosci si o no?
Mica ho capito!


Ehm...

Non sapeva assolutamente che dire, fissava la Vireau in attesa che lei sbloccasse la situazione e gli indicasse come comportarsi.
Adesso c'era solo da sperare che il giochino si concludesse lì e lei non lo volesse portare avanti per farsi quattro risate.
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Messaggioda Veronique » 11/09/2013, 0:30

Dopo essersi assicurata che Marshall non avrebbe aperto bocca sulla sua identità, Veronique si sentiva decisamente più tranquilla: non aveva problemi a svelarsi col suo vero nome, ben decisa a non nascondersi più nell'ombra, ma non voleva nemmeno sbandierare a tutto il mondo magico i suoi movimenti e le sue conoscenze, altrimenti Marcus l'avrebbe relegata a vita; toltasi quel pensiero, la francese poté focalizzarsi su cose molto più piacevoli, come arrossire per un complimento sincero, o almeno a lei pareva tale, che sottolineava la sua bellezza, maggiore della sorella, e capire se Rosenberg ci stesse davvero provando con lei o meno.

Provando con lei? Io?
Miss Vireau...


Uhm?

... Io le sto letteralmente facendo la corte.
Anzi, già che siamo in vena di confessioni, potrei nutrire la speranza di averla come mia ospite a cena anche stasera o domani?
Prenotazione per due al "Golden Palace", una bottiglia di fresco vino bianco italiano già in tavola, lume di candela e un passepartout per ogni stanza dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso...


Sorrise lentamente a quelle parole, picchiettandosi l'indice della mano destra sulle labbra con fare pensieroso, come se stesse adeguatamente riflettendo su quella proposta così da decidere se accettarla o meno.

Immagino che sarebbe un delitto rifiutare un invito tanto galante...

Commentò alla fine la donna, lasciando che la conversazione scorresse tranquilla: come sempre il Veronique-style non perdonava, visto che alla fine la più piccola delle Vireau non aveva dato una risposta ben precisa; certo, le sue parole facevano pensare ad un suo acconsentire all'invito, ma non avendo detto esplicitamente di sì non c'erano conferme concrete sulla questione.

Faccio tutto ciò che possa assicurare la tranquillità dei cittadini, niente di più.
Lei invece?
Felicemente donna di mondo sciolta dai vincoli del lavoro grazie al fondo fiduciario della famiglia?


Una cosa del genere, sì.
Per il momento mi tengo libera, viaggiando quanto più possibile e frequentando l'alta società magica... sono ancora giovane, e visto che i soldi non sono un problema, non c'è motivo per cui non me li debba godere.


Rispose Veronique con candida sincerità: lei non era come la sorella che aveva subito cercato un posto nel mondo del lavoro dopo appena due o tre anni di libertà, lei voleva godersela fino a che le fosse stato possibile... e poi non c'era stata nessuna Madeline Bergman ad offrirle un posto come insegnante a Hogwarts, a voler essere precisi; meglio concentrarsi sul lavoro di lui prima di farsi venire un attacco di acidità, e così la francese fece, ascoltandolo con attenzione e poi facendogli altre domande non solo sulla sua persona, ma anche su come vedeva il proprio collega.
Era curiosa, infatti, di scoprire come Ryan fosse visto da un occhio esterno, anche se probabilmente anche Marshall sarebbe stato di parte, essendo suo amico.

No no, perché pensa di chiedere troppo? Assolutamente...
Beh parlando di me, posso definirmi un uomo eclettico, che ama la bella vita ma sa adattarsi un po' a tutto.
Capace di far follie come anche scendere con i piedi per terra se è la situazione che lo esige.
Competitivo, dinamico... Dotato... Scrupoloso... Imprevedibile e da come ha visto prima, sfacciato!


Sorrise maliziosa nel sentire quella parola in particolare, un luccichio negli occhi che faceva ben intendere come l'avesse colta senza difficoltà: aveva ascoltato anche il resto, però, e dovette nuovamente ammettere con se stessa che se non ci fosse stato il più piccolo dei Vastnor di mezzo, probabilmente un pensierino sul bell'investigatore di fronte a sé ce lo avrebbe fatto sul serio.

Edward è un socio affidabile, sincero, spiritoso e fenomenale nel suo lavoro!
Caparbio, un uomo in grado di trovare soluzioni anche i problemi più complessi, e sopratutto altruista, è davvero un buon uomo...
Inoltre è una persona molto fedele, si figuri, è fidanzato con una ragazza che non si fa vedere mai da queste parti, eppure ogni volta che entra una nuova cliente anche di bell'aspetto la quale cerca di fare la scema con lui, si prende un bel due di picche!


Ma senti senti, e bravo il mio amore...

Pensò Veronique, fingendosi mediamente interessata al racconto di Marshall mentre, in realtà, praticamente pendeva dalle sue labbra, assimilando ogni parola pronunciata dall'uomo sul conto del proprio fidanzato.

Ha occhi solo per lei e guai a fargli presente che è una tipa un po' latitante, lui si altera e dice cose come "E' una donna impegnata, non ti azzardare a pensare male, fa solo orari molto difficili e va capita!".

Che dolce che sei, mi difendi a spada tratta...

Si figuri, ancora non non le ha detto cosa prova per lei, ma a me lo ripete quasi ogni giorno: "La amo, darei la vita per lei e non c'è cosa che non farei per accontentarla, solo che io in confronto a lei sono quasi uno straccione e la cosa tal volta mi pesa...".

... mi ami...

Questa qui è una che c'ha un bel po' di soldi, se sapessi il nome glielo direi, sicuro la conosce... Comunque tra breve credo sia anche il loro anniversario di "incontro", no, non fidanzamento, proprio il giorno della loro prima conoscenza...

Ryan... mi ami davvero...

Ah tra l'altro sento i rumori delle scale, credo sia arrivato, aspetti un momento solo!

Annuì semplicemente a quelle parole, lasciando che Rosenberg si allontanasse dallo studio per raggiungere la porta d'ingresso: quando fu sicura di essere sola, Veronique si posò entrambe le mani sulle labbra, trattenendo a stento un urlo gioioso; sì, era felice, e allora?
Cosa c'era di male nel sentirsi al settimo cielo se Ryan Angel Vastnor l'amava? Nulla, soprattutto quando anche lei amava lui... solo che non gliel'aveva ancora detto per questione di orgoglio e principio; doveva essere lui a fare il primo passo e scoprirsi, mica poteva precederlo lei, sarebbe stato molto sgradevole!
Forse perché, in fondo, Veronique Vireau era una donna molto romantica... solo che non l'avrebbe mai ammesso: e nella sua visione romantica era l'uomo a dichiararsi alla donna, non il contrario; va bene avere pari diritti, ma un po' di cavalleria non faceva di certo male.
Si passò le mani tra i capelli, mordendosi il labbro inferiore che s'incurvava intanto in un sorriso spontaneo, raggiante; doveva riprendersi, e in fretta.
Recuperò velocemente l'autocontrollo con dei lunghi respiri profondi, alzandosi in piedi e voltandosi verso la porta proprio quando Marshall e Ryan tornarono nel suo campo visivo.

Per ragioni di segretezza non la nominerò ad alta voce, ma a quanto ho capito la conosci già, giusto Eddie?

... Eh?
... Ah si si, certo, cioè... Si, no, ci conosciamo da... Un po'...


Ma la conosci si o no?
Mica ho capito!


Ehm...

E ti pareva che non dovevo fare tutto io...

Commentò Veronique con uno sbuffo, alzando gli occhi al cielo: si avvicinò con passo lento a Ryan, dopo aver sorriso a Marshall, gli posò le mani sul petto e... lo baciò.
Un bacio dolce, a stampo e casto naturalmente, ma inequivocabile: dopo averglielo dato, fece un passo indietro con aria furbetta, posando lo sguardo sul collega del compagno con un sorriso divertito.

Io sono la fidanzata latitante e impaccata di soldi, per intenderci...

Nel caso non fosse stato chiaro, comunque.

Sorpresa amore!
Così non puoi dire che non ti vengo mai a trovare in ufficio... buon anniversario!


Esclamò subito dopo con un gran sorriso gioioso, non sapendo se godersi di più l'espressione di Ryan o quella di Marshall, era uno spettacolo in entrambi i casi.

Sai, se non fossi impegnata con te avrei fatto un pensierino sul tuo collega, è davvero uno schianto!
Si tenga libero, mister Rosenberg... non si sa mai.


Evviva la sincerità!
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Messaggioda Marshall » 12/09/2013, 21:48

E ti pareva che non dovevo fare tutto io...

Marshall rimase imbambolato con un idiota per almeno una ventina di secondi mentre Veronique si alzava dalla sedia e ancheggiando raggiungeva il suo socio, per poi dargli un bacio potente sulle labbra palesando in quella maniera l'interessamento nei confronti del collega di lavoro.
Adesso erano due le vie che poteva seguire con la sua testa: o era Veronique Vireau la fidanzata tanto impegnata della quale Ryan gli aveva parlato, oppure per la prima volta in mesi di relazioni con la sua ragazza, Edward Atwood aveva ceduto al gentil sesso cadendo nella trappola della seconda delle sorelle Vireau che grazie al suo fisico mozzafiato aveva sbaragliato la sua monogamia in un soffio.

Io sono la fidanzata latitante e impaccata di soldi, per intenderci...

Ok, almeno sapeva quale delle due ipotesi scartare.
Il fatto che stesse con la Vireau doveva rimanere un segreto, per questo lui non si era mai sbilanciato in quel senso, dicendo il nome della fortunata.
Così, in pratica per ben quasi mezz'ora Marshall aveva flirtato con una ragazza che sapeva perfettamente di prenderlo in giro, la quale si stava divertendo da morire con estrema probabilità e per di più gli aveva fatto fare la figura dello scemo e del cascamorto.
Non che gliene fregasse qualcosa di risultare un cascamorto, ma la figura dello stupido lo infastidì abbastanza, infatti con un leggero sospiro scosse la testa voltandosi per andarsene in bagno, dicendo soltanto un "ho bisogno di una sciacquata con acqua gelata, torno subito!".
Nel frattempo, Ryan aveva ammortizzato da poco quella presenza inattesa della francese, iniziando lentamente a sorridere come un ebete.

Sorpresa amore!
Così non puoi dire che non ti vengo mai a trovare in ufficio... buon anniversario!


Io... Ok ok... Mi hai davvero lasciato di stucco...
Buon anniversario a te, allora non è soltanto un mio ricordo...


L'espressione era innamorata, sicura e serena allo stesso tempo. Era stato preso in contropiede, ma ne era ben più che felice.
Fossero stati tutti così i fatti imprevisti, ci avrebbe messo la firma. Le chiese in sussurro se per "l'uomo nero" andasse tutto ok e quando la donna gli fece un ok con mano destra ed occhiolino, non aggiunse altro, sapendo che quell'argomento di fronte ad altri non doveva essere toccato.
Che poi, davanti ad altri, Marshall si era rifugiato in bagno con una faccia da spavento, quasi affranta e spenta.
Difatti l'investigatore fidanzato si tolse in fretta l'impermeabile posandolo sull'appendi-abiti, poi appoggiò il pranzo sulla scrivania del socio ed infine si rivolse a bassa voce alla bellezza abbronzata, con aria curiosa e perplessa.

Ma che ha fatto?

- IN BAGNO -

Cogl***e... Imbecille... Testa di ca**o... Babbeo... Ingenuo... Di nuovo cogl***e!

Come cavolo aveva fatto a cascarci così bene?
Ok, Veronique era uno schianto allucinante, ok che era complesso ragionare con quelle labbra e quelle cosce in bella vista ma dannazione, c'erano degli indizi palesi ai quali avrebbe dovuto fare assolutamente caso, ed invece, come un pollo, completamente cieco, nemmeno fosse un ragazzino ai suoi primi casi... Praticamente in quel modo chiunque bella femmina se lo sarebbe potuto rigirare come niente fosse!

Non ha mai risposto precisamente alle mie domande e i miei inviti.
Diceva di avere un rapporto tutto particolare con Ryan.
Non si è sbilanciata mai e quando le ho fatto piedino è rimasta ferma ma non ha comunque corrisposto.
... Cogl***e... Imbecille... Testa di ca**o... Babbeo... Ingenuo... Di nuovo cogl***e!


Se avesse saputo che più o meno nello stesso modo anche Indigo lo aveva incastrato per bene, avrebbe lasciato seduta stante quell'ufficio e sarebbe tornato davvero a fare il professore alla Musashi, visto il grande intuito che si ritrovava.
Ecco che succedeva a rimanere single per troppo tempo: si friggeva la testa ed anche i sensi, che poi diventavano più recettivi del normale e spingevano il corpo a dare segnali equivocabili.
Prese un bel po' d'acqua ghiacciata dal rubinetto, mettendo le mani a conchetta, così se la buttò tutta in faccia, ad occhi chiusi, sospirando nella più completa depressione.
Tra l'altro aveva anche fatto una pessima figura con Ryan, suo carissimo amico, il che non era da sottovalutare.

- FUORI DAL BAGNO -

Scusate, dovevo lavarmi le mani prima di mangiare, ormai è abitudine...

Sai, se non fossi impegnata con te avrei fatto un pensierino sul tuo collega, è davvero uno schianto!
Si tenga libero, mister Rosenberg... non si sa mai.


Ma certo, naturalmente!
Devi scusarmi Ryan, per "sbaglio" ho fatto una carrellata di avances alla tua fidanzata, ma ti avverto che non ero al corrente di-...


Ehi ehi, ok, calmo Marsh, non c'è problema... Lo so che con una femmina come la mia davanti si perde facilmente la testa!
E' successo anche a me molto tempo fa e da allora non mi sono più ripreso... E' il rischio che si corre ad incontrare la più bella delle Vireau...


Eh... Confermo!
Adesso se volete scusarmi, ho il pasto che mi attende... Angel, fai tu gli onori di casa, tanto la lady è la tua!


Mangia tranquillo, vieni tesoro... Che ne dici di un caffè caldo? O magari una cioccolata...

Edward mise la mano dietro la schiena della francese, conducendola fino ad un'altra stanza riservata al personale, mentre Rosenberg si metteva seduto ed apriva la confezione con la sua bistecca e le posate di plastica, la busta con il pane e la ciotola ripiena di insalata.
Il retro dell'ufficio era caratterizzato da un distributore di bibite assortite di varie marche babbane, con una ricca preferenza per la Pepsi, a giudicare dalle insegne (colpa di Marshall). Un frigorifero dove mantenere le bottiglie di vino in fresco o altre cose, come la panna per il caffè.
La tanica con l'acqua che la faceva scendere sia tiepida che fresca, ed uno scomparto a credenza con tutte fragranze di tè, cialde per l'espresso e polverine per la cioccolata in tazza.
Infine, una cristalliera con bicchieri, tazze, ciotole ed accanto un armadio con la maggior parte dei prodotti sfiziosi da prima colazione, come biscotti, wafer, pane per toast, crema spalmabile alla nocciola e latte a lunga conservazione.

Allora... Dimmi cosa vuoi ed intanto raccontami come vanno le cose...
Non sai quanto sono felice di vederti!


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Messaggioda Veronique » 13/09/2013, 11:49

Era stato molto divertente, doveva ammetterlo: Marshall era rimasto allibito di fronte alla realtà dei fatti, forse realizzando lentamente che lei non gli aveva mai dato segnali precisi di starci o di essere interessata ad uscire con lui, mentre Ryan Angel era sorpreso ma con un gran sorriso innamorato sulle labbra; sì, decisamente Veronique si era divertita parecchio in tutta quella pantomima, che vide Rosenberg andarsene in bagno quasi di corsa.

Io... Ok ok... Mi hai davvero lasciato di stucco...
Buon anniversario a te, allora non è soltanto un mio ricordo...


Guarda che sono una donna, i dettagli sono il mio pane quotidiano, non me lo sarei mai potuto dimenticare.
E poi sei stato il peggior caso di tortura nella storia della mia vita, impossibile da scordare.


E non aveva tutti i torti, visto che l'aveva lasciato anche scappare, alla fine, promettendo di mantenere il segreto su tutto ciò che lui, per volontà dell'ipnosi, le aveva rivelato; gli sorrise e gli strizzò l'occhio, rassicurandolo poi con un movimento della mano che per Azhad non c'erano problemi e che anzi, probabilmente stava tenendo d'occhio il perimetro della donna dall'alto.
Intanto, Marshall ancora non si vedeva, e questo spinse Ryan a chiedere quale fosse il problema.

Ma che ha fatto?

Credo si fosse convinto che ero single e abbordabile...

Rispose la Vireau a bassa voce, mostrando un sorriso furbetto ed innocente al tempo stesso che Ryan avrebbe potuto interpretare come un "semplicemente non ho negato, ma non ci sono nemmeno stata apertamente"; non era un mistero che alla minore delle due sorelle francesi piacesse giocare, ma era altresì vero che non andava mai oltre il consentito.
Meno di un paio di minuti dopo, l'uomo tornò dal bagno e subito si premurò di scusarsi col collega per il "malinteso".

Devi scusarmi Ryan, per "sbaglio" ho fatto una carrellata di avances alla tua fidanzata, ma ti avverto che non ero al corrente di-...

Ehi ehi, ok, calmo Marsh, non c'è problema... Lo so che con una femmina come la mia davanti si perde facilmente la testa!
E' successo anche a me molto tempo fa e da allora non mi sono più ripreso... E' il rischio che si corre ad incontrare la più bella delle Vireau...


Eh... Confermo!
Adesso se volete scusarmi, ho il pasto che mi attende... Angel, fai tu gli onori di casa, tanto la lady è la tua!


Sorrise apertamente e deliziata al complimento dei due, sentendo le guance accendersi di rosso e benedicendo al contempo la sua carnagione più scura che dissimulava molto le sue emozioni: come sempre succedeva in quei casi, però, gli occhi presero a brillare di gioia per la consapevolezza di essere considerata davvero la migliore delle due.
Beccati questa Monique-Perfezione-Vireau.

Mangia tranquillo, vieni tesoro...

Buon pranzo Marshall!

Che ne dici di un caffè caldo? O magari una cioccolata...

Metà del tuo panino sarebbe l'ideale in effetti!
Scherzo...


Lo prese in giro lei, facendogli una bella linguaccia mentre Ryan la portava nell'altra stanza riservata a lui e al collega, con un sacco di cose sfiziose da mangiare e da bere tra bibite, vino, acqua, té, cioccolata, caffé e un po' di cosette per la prima colazione.

Allora... Dimmi cosa vuoi ed intanto raccontami come vanno le cose...
Non sai quanto sono felice di vederti!


Nonostante l'orario ammetto che una cioccolata calda fondente e qualcosa da mangiare di dolce lo accetto volentieri.

Rispose lei, andandosi a sedere al tavolo probabilmente adibito per la prima colazione, la merenda o la pausa caffé dei due, di modo che potessero stare comodi tra un cliente e l'altro; posò la borsa sulla spalliera della sedia ed accavallò le gambe, ruotando il corpo così da essere, anche da seduta, di fronte a Ryan.

Le cose procedono bene... direi.
Papà è sempre impegnato nei suoi loschi traffici e io nella mia missione di fargli credere quanto sia ancora ai suoi ordini... intanto però mi esercito con le illusioni, e Marcus mi sta anche facendo fare qualche esercizio fisico, sai, per migliorare i miei riflessi e in generale le mie prestazioni come duellante
- gli raccontò tranquillamente, non avendo motivo di mantenere dei segreti con lui - Anche io lo sono, non mi andava proprio di aspettare fino a sabato!
Anche perché il giorno del nostro anniversario è oggi, e quindi...


Gli fece cenno di aspettare, ed aperta la borsa ne tirò fuori un pacchetto che porse al minore dei Vastnor con un gran sorriso sulle labbra: inutile dire che doveva essere qualcosa di valore, visto che sopra il pacchettino si leggeva chiaramente la scritta "Cartier".

Auguri amore!
So che nel mondo babbano non c'è niente di meglio, perciò... spero tanto che ti piaccia!


Esclamò ansiosa ed entusiasta la Vireau, palesemente eccitata visto che era la prima volta che si premurava di fare un regalo a qualcuno che non fosse se stessa: ovviamente aveva poi fatto incantare il regalo di modo che fosse protetto magicamente da acqua, fuoco, urti... insomma, da tutto.
Così, non appena Ryan avesse aperto il pacchetto, si sarebbe ritrovato davanti una delle migliori creazioni Cartier...

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... un bellissimo e costosissimo orologio da polso.
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Messaggioda Marshall » 15/09/2013, 2:42

Credo si fosse convinto che ero single e abbordabile...

Aaaaahhh ecco... EH!?
Ma scusa, e perché mai avrebbe dovuto pensare una cosa simile?
Non mi dirai che ce lo hai fatto un po' credere?
... Sei incorreggibile...


L'espressione di Ryan Angel fu tra il rassegnato ed il sicuro, potendoci mettere anche la mano sul fuoco che Veronique si fosse presa un po' gioco del socio facendosi credere bollente e pronta all'azione. Marshall, dal canto suo, dopo quel sesso clamoroso di un paio di mesi prima, raccontato al minore dei Vastnor almeno una decina di volte, non aveva fatto altre esperienze e tra uomini si capiva bene che 60 giorni di astinenza alla loro età non erano mica uno scherzetto da sottovalutare, anzi, metteva parecchia depressione e rendeva più facile cascare nella trappola di ragazze estremamente "simpatiche e divertenti" come la giovane Vireau.
Quando uscì dal bagno quindi, scusandosi con l'amico per il malinteso, Ryan gli fece intendere che non c'era problema e che non se la stava prendendo, anche perché dei due in quel posto purtroppo se l'era presa il socio.
Si mossero quindi nella saletta ristoro, con Veronique che diede il buon appetito al moro investigatore che rispose con un sorriso di circostanza ed un cenno del capo, mettendosi poi seduto di peso sulla poltrona afferrando il proprio pranzo, iniziando a mangiare a velocità sostenuta, tra il nervoso e l'eccitato, perché comunque non gli erano mica ancora passati i bollori che stavano lì, a ricordargli che non batteva chiodo da settimane.
Nel frattempo, dall'altra parte dell'ufficio...

Metà del tuo panino sarebbe l'ideale in effetti!
Scherzo...


Se ne vuoi assaggiare un po' accomodati, che problema c'è?!

Ryan staccò un pezzo del pranzo e lo porse alla ragazza con un sorriso morbido e rilassato, condividendo volentieri con lei il proprio cibo.
Era un'occasione importante e bellissima e non l'anniversario in sé per sé quanto il fatto che fossero lì, nel suo luogo di lavoro, per la prima volta da quando avevano scelto di essere una coppia a tutti gli effetti.
Lei era così raggiante, bella, luminosa, sorridente... Difficile credere che la corruzione vivesse ancora in lei, ma forse come ipotizzava il ragazzo, se ne stava andando piano piano, affievolendosi a forza di stare vicino ad una persona che le conferiva solo sentimenti positivi, anzi, due persone, considerando che anche Marcus alla fine rappresentava per lei un punto di riferimento "buono" e non "malvagio".
Angel scosse il capo volendo momentaneamente accantonare il ricordo che l'uomo con il quale aveva stipulato un accordo di protezione della fidanzata non solo le aveva preso la sua seconda verginità di gran carriera ma inoltre era anche un pluriomicida della Setta dei 12.

Nonostante l'orario ammetto che una cioccolata calda fondente e qualcosa da mangiare di dolce lo accetto volentieri.

Detto fatto, me ne occupo subito!
Lì sotto puoi trovare dei plum cake e delle crostatine all'albicocca, la cioccolata arriverà in poco tempo...


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Le cose procedono bene... direi.
Papà è sempre impegnato nei suoi loschi traffici e io nella mia missione di fargli credere quanto sia ancora ai suoi ordini... intanto però mi esercito con le illusioni, e Marcus mi sta anche facendo fare qualche esercizio fisico, sai, per migliorare i miei riflessi e in generale le mie prestazioni come duellante.


Questa è un'ottima cosa... Esercizio fisico, naturalmente!

Via pensieri brutti, via pensieri brutti... Si tratta di addominali, flessioni, jogging... Tutto qua, tutto qua!

Anche io lo sono, non mi andava proprio di aspettare fino a sabato!
Anche perché il giorno del nostro anniversario è oggi, e quindi...


E quindi... Cosa?

Posandole la tazza con la cioccolata calda sul tavolo vicino, la osservò trafficare nella borsa mal celando curiosità a non finire.
Infine, ecco che la francese estrasse un pacchetto regalo che consegnò a Ryan Angel con occhi luminosissimi di aspettativa.
Era un regalo per lui, per la prima volta da quando si conoscevano, quindi il secondo caso di una prima occasione quell'oggi.
Sbattendo le palpebre emozionato, l'investigatore si sedette subito, aprendo con lentezza calcolata quel pacchetto che pesava abbastanza.
Adesso come adesso non rifletteva sull'ipotetico contenuto. Non era il tipo solito a fare pronostici evitando di aprire perché a sé stesso quell'atteggiamento metteva fastidio ed ansia, quindi strappò alcuni lembi di carta rivelando già la scritta con la griffe dell'oggetto designato.
Spalancò gli occhi stralunato: un Cartier. Dannazione, proprio quel dì che stava pensando di non poterle fare chissà quale regalo e lei che gli presentava davanti una marca simile che già soltanto una penna faceva cacciar fuori come minimo 200 Dollari babbani.
Aprì con calma la scatola rigida con scatto a molla ed una bestia luccicante con lancette e cronografo gli apparve come per magia.

Auguri amore!
So che nel mondo babbano non c'è niente di meglio, perciò... spero tanto che ti piaccia!


... Oh per la barba di Merlino e la prugna di Morgana... E' qualcosa di stupendo!
Non... Non ci posso credere... Un orologio bellissimo, guarda che linea... Che design... Che classe... Incredibile... Io non so cosa dire...


Per rispetto verso la sua donna ed anche per normale desiderio suo, lo indossò immediatamente, mostrandole come gli stava al polso sinistro.
Gli donava in una maniera assurda, lo aveva scelto con una minuzia davvero imbattibile e si vedeva che era fatto col cuore, anche perché un ulteriore dettaglio che lo fece smuovere del tutto fu l'incisione lungo il cinturone d'oro bianco che riportava la data del loro primo incontro e la scritta "L'interrogatorio più fortunato della mia vita".
Gli vennero gli occhi lucidi, e che diamine, come poteva non commuoversi davanti ad una cosa simile, e non l'orologio in sé, ma quelle parole, quell'affetto intriso nell'oggetto e nel gesto di fargli un regalo, venire nel suo ufficio.
La fissò a lungo, prese la sedia per i lati e con forza la tirò in avanti per far avvicinare la francese a lui, dopo di che la baciò intensamente, felice più che mai di avere una donna del genere al suo fianco.
Fece uscire subito la lingua, si, quel bacio non poteva essere soltanto d'amore ma anche di desiderio e passione, in fondo da quanto non facevano nulla? Una decina di giorni? Gli impegni erano impegni per carità, ma tra loro l'equilibrio chimico c'era sempre stato in abbondanza, adesso mettici anche la piacevole occasione ed il dono, insomma, un tripudio di amore e voglia di lei.

... Grazie Vero e a questo proposito, sappi che una di queste sere ti devo parlare perché... Ti devo dire una cosa importante.
Adesso non è orario e luogo, ma vedrai che accadrà presto.


Le sorrise con un velato imbarazzo, perché era palese cosa lui le volesse dire e intendeva farlo con l'atmosfera giusta, non col rischio di poter essere interrotti da un momento all'altro del socio per un qualunque motivo. Passati circa una decina di secondi però, Ryan iniziò a deglutire saliva e passarsi la mano destra dietro al collo, chiaramente in difficoltà. Una risatina nervosa e un respiro molto lungo e poderoso, con uno sbuffo finale.
Nel mentre si tolse l'orologio dal polso per non rovinarlo e lo mise nella scatola, ci teneva davvero tanto.

Ecco allora vedi io... Ho avuto un piccolo problema con il tuo regalo... Ci ho pensato tanto, lo giuro!
... Solo che faccio abbastanza pena con i pensieri e quindi avevo pensato... Eheheh "pensieri" "pensato"... Comunque...
Diciamo che mi era venuto in mente... Che ne dici se nel mentre rifletto ad una sorpresa tutta mia personale non mi dici tu un qualcosa che ti andrebbe che ti regalassi? O un desiderio che ti viene in particolare che posso realizzare...
Così ne avrai uno "made in Vastnor" e l'altro tutto di tuo gusto, eh, che ne dici?


- ALLO STESSO TEMPO -

DLIN DLON

Uhm?
Chi è?


Signore, c'è una consegna per il signor Atwood!

Ok, arrivo subito...

Marshall si mise in piedi, asciugandosi la bocca dopo aver finito il pranzo ed andò alla porta aprendo.
C'era un facchino che aveva fatto consegnare una cassa con tre bottiglie di un liquore magico molto buono e molto forte ma sopratutto costoso.
Evidentemente era uno dei clienti di Edward che lo aveva voluto ricompensare con un ulteriore dono oltre che i semplici Galeoni.
Una prassi comune nel loro mondo, ogni tanto certe cose le riceveva il Rosenberg, ogni tanto Atwood.

Grazie mille, arrivederla!

STUMP

Per la miseria ma questa è una pozione atomica!
Devo subito stapparne una bottiglia e farla assaggiare pure a loro, è d'obbligo...


Così dicendo, si avvicinò allo stanzino del break e bussò, prima di entrare e mostrare subito al socio la cassa arrivata per lui, afferrando una delle tre confezioni per iniziare subito a stapparla. Quel liquore faceva almeno almeno sui 75/80°, mica bruscolini, ma era aromatizzato con frutti ed erbe che lo rendevano una specialità magica di prim'ordine: 300 Galeoni a bottiglia.

Mademoiselle, collega, questo qui lo dovete proprio provare, mi raccomando signorina beva con cautela che è roba forte, non vorrei le desse subito alla testa, ed anche tu Ryan, vacci piano d'accordo?

Diede quindi un calice alla ragazza ed uno ad Edward, tenendone uno per sé, ovviamente.

Insomma un bel digestivo eh!?

Sentirai che primizia, questa bevanda viene prodotta artigianalmente da degli elfi di Santo Domingo...
... Oh caspita, mi sono forse intromesso in qualche discorso interessante?
Chiedo scusa, tolgo subito il disturbo!
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