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da Eliah » 28/08/2013, 15:55
Poteva dire di essere abbastanza fortunato: non c'erano quei fastidiosi mocciosi Babbani che giocavano a palle di neve: Eliah non aveva nulla contro i Babbani, tuttavia non poteva fare a meno di vederli come persone sfortunate e inferiori. Essi non potevano raggiungere lo stesso grado di intelligenza di un mago o di una strega, seppur involontariamente; la loro mente aveva una certa limitazione nel campo della magia. Alcuni di loro, quelli che si inoltravano di più nell'occulto e che sostenevano l'esistenza di poteri soprannaturali, si allontanavano comunque dal concetto vero e proprio di "stregoneria". Per altri, invece, la magia faceva parte di un mondo che loro chiamavano "fantasy/fantascienza": il mondo magico, i maghi e le streghe erano per loro fantastici. Era buffo pensare certe cose sui maghi dal punto di vista di un Babbano, quasi gli veniva da ridere. Tuttavia vi intercorreva una sorta di relativismo: come se un mago non accettasse l'esistenza di grattacieli parlanti e li racchiudesse in un mondo a parte, nel surrealismo. "Ho lottato invano. Non c'è rimedio. Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti. Lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami."
Sorrise d'istinto leggendo quel frammento: alcune volte gli sembrava, leggendo un libro, che questi stesse parlando di lui, della sua situazione, che gli consigliasse come uscirne fuori e raggiungere la pace interiore. Forse era una fissa del suo cervello che cercava qualunque appiglio pur di alleviare quel dolore che si portava dentro da un po di giorni. Era così bravo a fingere di stare bene, avrebbe persino fatto invidia ad alcuni per la sua capacità di bluffare con tanta maestria; alcune volte sapeva tramutare la falsità in verità solo con lo sguardo, solo per infondere fiducia con l'interlocutore. Non gli serviva aprire bocca: i suoi occhi sapevano farsi capire quando era arrabbiato, quando stava per arrabbiarsi o, semplicemente, quando non era arrabbiato. Vi starete chiedendo se essere Eliah Stone sia una paranoia, penserete a lui come un ragazzo infelice, invece no; il fatto è che lui non aveva bisogno di dimostrare agli altri di essere felice, se lo era. Non aveva bisogno di dimostrare amore, se lo provava. Non aveva bisogno di mostrare dolore, se quest'ultimo lo affliggeva: Ferdy l'aveva capito bene, era stato l'unico. In questo modo aveva ottenuto il rispetto di tutti coloro che lo circondavano, senza usare la violenza o la forza. Aveva raggiunto i suoi obiettivi, senza che il padre lo intralciasse (con lui non ci aveva nemmeno provato, in verità).
Se solo avessi fatto come me, fratello... A quest'ora, forse, saresti ancora qui.
Un pensiero fugace, mentre gli occhi e la mente si perdevano oltre la gente, verso il cielo che quel giorno ospitava un tiepido sole. Il parco in cui aveva sostato era ampio, con un chiosco nel mezzo, poco distante da lui. Una serie di panchine e di alberi ne determinava un vialetto, mentre tutt'intorno era coperto dalla neve: sembrava di stare sulle nuvole. Chiuse il libro con uno schiocco e lo rimise distrattamente nella borsa a tracolla.
Io... non ho soldi con me...
Mmh!?
Si voltò a guardare la scena: una ragazza ben vestita si era avvicinata al piccolo bar del parco e aveva chiesto qualcosa per il suo uccellino infreddolito e moribondo. Rimase a guardare la scena, poi lentamente si alzò dalla panchina e si diresse verso il bancone, proprio mentre il proprietario si rivolgeva con estrema arroganza e insolenza alla donna che ora era a pochi passi di lui e gli dava le spalle. Si avvicinò cauto dietro di lei, mentre la gente intorno si era affollata su altri lati del chiosco ottagonale.
Cosa?! Ma per chi mi ha preso? Guardi che non faccio mica beneficenza, devo campare anch'io, cosa crede?!
Non le permetto di parlare così.
Dia alla signorina ciò che ha richiesto - si portò la mano alla tasca posteriore del pantalone per estrare una banconota da dieci sterline e posarla sul bancone di legno - E si tenga pure il resto.
Lo sguardo fisso nei suoi occhi, freddo, forse trasmetteva più freddo di quanto già ne facesse. Il signore del chiosco rimase lì a guardarlo tra lo spaventato e l'indeciso, con la bocca aperta, in cerca delle parole giuste. Ci mise un po a parlare: aveva capito che con lui bisognava selezionare bene il linguaggio. Odiava chi si approfittava dei più deboli: quella lezione gli avrebbe insegnato a mantenere i toni bassi anche con un topolino. Gli occhi di Eliah rimasero a guardarlo ancora per qualche secondo, ridotti a due fessure: poi abbassò le palpebre e si voltò. Intorno al chiosco era piombato il silenzio. Ora poteva anche andare, a meno che la giovane ragazza non lo avesse fermato. Non l'aveva guardata bene in viso, però si era accorto con la coda dell'occhio che si trattava di una ragazza della sua stessa età più o meno, giovane e dal viso delicato. Indigo non poteva sapere che il giovane venuto in suo aiuto era il fratello del ragazzo conosciuto l'anno prima nella Foresta Proibita.
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da Indigo » 28/08/2013, 17:55
Cosa fa ancora qui, non mi ha sentito?! Non ho niente per lei!
La voce dell'uomo si fece sentire ancora nel silenzio tranquillizzante del parco, una voce dura e fredda che le intimava di andarsene per non dare altro fastidio; alcune persone si erano avvicinate per assistere alla scena, ma nessuna di loro si era azzardata ad aiutarla, a difenderla da quel babbano insolente. Non c'era da stupirsi, dunque, se Indigo non avesse un gran opinione dei babbani, esseri patetici e insulsi, vigliacchi e codardi: che senso aveva trattarli con rispetto, quando loro per primi non rispettavano la cosa più importante che ci fosse al mondo, ovvero Gaia e le sue creature? Possibile che nessuno provasse un po' di pena per quel povero uccellino, quasi distrutto dal gelo invernale? Per un attimo, la Druida accarezzò l'idea di farli fuori tutti, in un colpo solo: lei non uccideva le persone così per capriccio, di solito, era una pratica a cui ricorreva solo se costretta o per ordine del Capo Supremo della Setta, ma in quel momento la rabbia stava talmente prendendo il sopravvento su di lei da portarla pericolosamente vicina ad un'esplosione.
Non le permetto di parlare così.
Una voce sconosciuta alla ragazza raggiunse le sue orecchie, una voce perentoria che proveniva dal suo lato destro: volgendo il capo verso di lui, Indigo poté così osservare il profilo del ragazzo sconosciuto, l'unico tra tutti che aveva deciso di aiutare lei ed il piccolo uccellino che pigolava affamato, ricercando un aiuto nella figlia del Mana poiché in lei aveva riconosciuto un elemento di protezione; lo sguardo color nocciola della Druida passò nuovamente al proprietario del chiosco, che ora stava fissando indeciso Eliah come se non sapesse che fare.
Dia alla signorina ciò che ha richiesto. E si tenga pure il resto.
Per diversi secondi l'uomo non disse niente, rimanendo a fissarlo con la bocca aperta dal momento che lo sconosciuto aveva deciso di pagare quella misera pagnotta di pane ben il doppio di quanto dall'altro imposto; alla fine sembrò riscuotersi, si schiarì la voce ed annuì velocemente.
Oh, beh, in questo caso... - borbottò, prendendo in fretta i soldi, quasi avesse paura che il ragazzo cambiasse idea, e porgendo ad Indigo la pagnottina - Ecco, signorina.
Che Gaia possa farti passare le pene dell'Inferno, bastardo.
Rispose mentalmente la Druida, senza però pronunciare una sillaba in direzione dell'uomo che, probabilmente, da quel momento in poi sarebbe dovuto stare molto attento a chi incontrava: lo spirito infantile di Indigo, infatti, si sarebbe potuto abbattere su di lui sotto forma di vendetta in qualsiasi momento, ed in fondo lei stessa sapeva che sarebbe bastato dire a Dominique che l'uomo l'aveva fatta piangere, per ottenere un risultato. Tuttavia non era una maleducata, ed in linea di massima apprezzava sempre chi aiutava la natura, così, presa la sua pagnottina, la Druida si avvicinò allo sconosciuto prima che potesse sparire dal suo campo visivo, ringraziandolo com'era giusto che fosse.
Scusami! - lo chiamò infatti, cosicché lui smettesse di allontanarsi da lei e si voltasse verso la ragazza - Volevo ringraziarti... sei stato l'unico a darmi una mano, tra tutti.
Gli sorrise, mostrando una fila di denti bianchi e regolari, e quel sorriso raggiunse gli occhi per illuminarli, donando alle iridi color cioccolato una luce nuova, bellissima: anche il sorriso era dolce, radioso e riconoscente, come la voce modulata per esprimere ringraziamento in ogni sua sfumatura.
Non credevo che le persone potessero essere così ciniche di fronte ai più deboli...
Aggiunse con un piccolo sospiro, recitando la parte della brava ragazza fino ad un certo punto: anche lei spesso si era approfittata della debolezza altrui, ma non l'avrebbe mai fatto con le creature nate da Gaia poiché lei stessa doveva la sua essenza proprio a quest'ultima.
Io mi chiamo Indigo... ti va di farmi compagnia mentre gli dò da mangiare? In fondo se potrò sfamarlo è soprattutto per merito tuo...
Gli propose la Druida, decidendo che per quella mattina poteva anche mostrare al mondo, o ad Eliah in questo caso, la parte migliore di lei, quella dolce e gentile, affabile e solare: e se il ragazzo avesse accettato il suo invito, allora si sarebbero potuti sedere su una panchina poco distante da loro, con l'uccellino che sarebbe stato posato sulle ginocchia di lei così da permetterle di poterlo imboccare, una volta sfilatasi i guanti e rivelate le mani affusolate e ben curate, con piccoli pezzettini di morbido pane.
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da Eliah » 29/08/2013, 13:34
Oh, beh, in questo caso... Ecco, signorina.
Così va meglio.
Eliah guardò il barista porgere la pagnotta alla ragazza sconosciuta alla quale era corso in aiuto. Non sopportava certi trattamenti verso chi era indifeso. Il barista aveva visto Indigo innocua e fragile, per cui si era fatto forza, imponendosi senza timore. Era stato sfortunato, però. Certi episodi non passavano inosservati ai suoi occhi. Se fosse stato un mago non avrebbe esitato a Schiantarlo. Controllandosi il più possibile il ragazzo americano si voltò e si allontanò dal chiosco, mentre il mormorio della gente riprese ad invadere la piazzetta del bar. Era meglio lasciare il parco, anche perché non voleva dare nell'occhio: era meglio allontanare inutili guai. A passo lento iniziò a percorrere il vialetto a ritroso, mentre una voce familiare risuonò alle sue spalle. Era la ragazza che aveva appena difeso.
Scusami!
Cosa c'è ora?
Rispose di rimando, esordendosi non di certo nei suoi modi migliori. Ignorò il fatto di non essere stato abbastanza garbato, se lo sarebbe potuto permettere visto che l'aveva appena difesa. Gli occhi marroni di lei, insieme al sorriso smagliante, abbellivano ancora di più il viso già di per se bello della ragazza; ora che la guardava meglio era molto bella, ma non si dispiacque per averle risposto freddamente. Lo sguardo intenso e serio di lui ricambiò il suo, in attesa di sapere cos'altro volesse.
Volevo ringraziarti... sei stato l'unico a darmi una mano, tra tutti.
Alzò un angolo della bocca e fece un cenno con la testa, per accettare e apprezzare il suo ringraziamento. Eliah stava parlando con una Babbana, secondo lui. Chissà se la Druida avesse potuto avvertire il potenziale magico all'interno del suo corpo. Si trattava di una Babbana molto gentile: incredibile come li stava apprezzando sempre più con il passare del tempo. La guardò, certo che avesse altro da dirgli, di solito non terminavano così quel genere di conversazioni. La sua espressione tornò seria.
Non credevo che le persone potessero essere così ciniche di fronte ai più deboli...
Devi prestare più attenzione quando parli con certa gente. A volte parliamo con qualcuno con la certezza che questi sia come noi, che rifletta i nostri modi di porsi e di essere: invece no, forse dovresti avere più pregiudizio.
E così dicendo ripescò il libro che aveva nella borsa per poi porgerglielo: era lo stesso che stava leggendo seduto su una di quelle panchine presenti in Hide Park. Quando allungò il braccio non sorrise, nessun segno di gentilezza: semplicemente serio, asettico dal punto di vista di una persona troppo solare.
Prendilo. Io ho terminato di leggerlo. E lei? Che idee si stava facendo di lui? Lo avrebbe giudicato come una persona strana? Oppure avrebbe detto che stava parlando con una persona scortese, dai costumi strani? Scortese era una parola grande, considerando che era stato l'unico ad accorrere in suo aiuto poco prima: se fosse stato per qualcun altro l'avrebbero guardata senza muovere un dito, e magari ci avrebbero anche riso sopra.
Io mi chiamo Indigo... ti va di farmi compagnia mentre gli dò da mangiare? In fondo se potrò sfamarlo è soprattutto per merito tuo...
Io... Veramente... - si grattò la testa volgendo lo sguardo altrove, non era abituato a certe cose - Mmh.. D'accordo. Il mio nome è Eliah.
Indigo... Questo nome mi è familiare; forse il nome di qualche ragazza che mi sono fatto in America.
E così dicendo si avvicinarono insieme alla stessa panchina su cui lui si era seduto poco prima, con l'uccellino che cinguettava debolmente. Quel verso fastidioso gli dava alle orecchie, ma non disse nulla davanti a lei: non era così ineducato da offenderla senza alcuna vergogna. La osservò nutrire il passerotto, come chi vede una stranezza: non gli era mai capitato di vedere un uccellino avvicinarsi ad un essere umano, tranne se non avesse la zampetta rotta e fosse incapace di volare. Quando gli si avvicinava di solito loro tendevano sempre a spiccare il volo: non si facevano mai acciuffare.
Devi essere davvero brava con gli animali se sei riuscita ad avvicinare un passerotto senza spaventarlo.
Continuò a guardare la scena, spostando a intervalli lo sguardo da lei all'uccellino affamato, che nel frattempo era troppo impegnato a mangiare per continuare a cinguettare e fremere. Non si era mai intrattenuto in una conversazione con una Babbana, o almeno mai così a lungo: era una novità. Quella specie di accortezza verso i Babbani non era nemmeno una questione di famiglia, il padre non aveva mai detto nulla a riguardo, anzi, su questo li aveva sempre incoraggiati ad interagire di più con essi. Lui era per l'unificazione pacifica tra Maghi e Babbani, suo figlio Eliah, invece, era del tutto indifferente alla questione, come al solito del resto.
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da Indigo » 29/08/2013, 18:06
Seppur l'avesse aiutata poco prima, il tono con cui lo sconosciuto le si rivolse quando lei richiamò la sua attenzione non fu dei più amichevoli e disponibili: un particolare in grado di destare la curiosità di Indigo, così attenta del comportamento altrui, soprattutto quando questo usciva fuori dai propri classici schemi mentali, che la spinse comunque a ringraziare sinceramente il ragazzo per l'aiuto datole poco prima, anche e soprattutto considerando che era stato l'unico a farsi avanti in mezzo a tanta folla. In quelle poche parole, che fecero scaturire un lieve sorriso sul viso dell'altro, la Druida racchiuse anche la propria incredulità di fronte alla freddezza altrui verso le creature più bisognose, quella nuova consapevolezza amara che l'aveva abbracciata di come coloro che le stavano intorno preferivano preoccuparsi solo di loro stessi piuttosto che tentare di lottare o perlomeno di alzare la voce per difendere chi non riusciva a farlo da solo, come l'uccellino infreddolito in questo caso che tanto aveva fame. Si sarebbe potuta considerare un'idealista, la bella Indigo, ma la verità era che solo per gli animali e le piante, per i figli di Gaia,si prodigava così tanto, preferendo farsi gli affari propri per il resto del tempo a meno che, ovviamente, qualcuno della Setta, più che altro il Capo di essa, non le ordinasse diversamente.
Devi prestare più attenzione quando parli con certa gente. A volte parliamo con qualcuno con la certezza che questi sia come noi, che rifletta i nostri modi di porsi e di essere: invece no, forse dovresti avere più pregiudizio.
Un discorso interessante quello, dalle mille sfumature: chi aveva di fronte, un babbano come qualsiasi altro, o forse un mago che faceva quel discorso perché consapevole che i babbani non conoscevano l'esistenza della Magia? Pur essendo in grado di riconoscere gli appartenenti alle Gilde, infatti, i Druidi non erano minimamente capaci di distinguere un qualsiasi mago da un babbano, e dunque non poteva avere alcuna certezza parlando con lui; certo, poteva seguire il suo istinto - I/P 38 + I/SS 33 - che la spingeva a considerarlo più un mago che un babbano, ma non poteva in alcun modo esserne sicura o avere conferma senza chiederglielo direttamente. In realtà che fosse l'una o l'altra cosa le importava poco, soprattutto quando il ragazzo le porse un libro, dal titolo "Orgoglio e Pregiudizio", un libro presumibilmente babbano - I/P 38 - che Indigo non conosceva, ma che evidentemente piaceva all'altro se ne aveva fatto una lettura personale.
Prendilo. Io ho terminato di leggerlo.
Oh... sei davvero gentile... grazie! - esclamò la Druida, sorridendo radiosa come una bambina a cui era stato fatto un regalo inaspettato... ed in effetti era così, anche se forse si trattava semplicemente di un prestito - Devi darmi il tuo indirizzo, così potrò restituirtelo quando avrò finito di leggerlo.
Disse infatti la mora, ipotizzando, giusto o sbagliato che fosse, che si trattasse di un prestito momentaneo, e che probabilmente Eliah avrebbe rivoluto il suo libro indietro, alla fine. E visto che era stato doppiamente gentile, a difenderla e a donarle quella lettura che si sperava fosse interessante, per lei, Indigo gli propose di farle compagnia mentre dava da mangiare all'uccellino affamato, presentandosi intanto col proprio nome: non le capitava spesso in realtà di cercare un approccio con le persone, a meno che non si trattasse di motivi lavorativi, ma non poteva non tener conto di quanto lo sconosciuto fosse stato premuroso con lei pur non conoscendola, e in fondo non era mica così cattiva e stronza da non sentire il bisogno di ringraziarlo e ricambiare in qualche modo... non del tutto, almeno.
Io... Veramente... Mmh.. D'accordo. Il mio nome è Eliah.
La titubanza iniziale del ragazzo fu sconfitta alla fine, forse anche grazie al sorriso radioso dell'altra, chi poteva dirlo, visto ch'egli accettò di farle compagnia mentre dava finalmente da mangiare all'uccellino tremante. Si sedettero insieme sulla panchina, e la prima cosa che fece Indigo fu di sfilarsi i guanti, poggiandone uno sul ginocchio sopra al quale pose l'uccellino: poco prima di toglierselo aveva lasciato che il Fuoco si concentrasse tutto nella mano destra, scaldandola e scaldando di conseguenza il guanto che, quindi, avrebbe potuto rilasciare il proprio calore a contatto con l'animale che, sentendone il tepore avvolgente, ci si era sistemato comodamente sopra, lasciandosi imboccare da lei. Una scena un po' surreale in effetti, quella di una ragazza come tante, apparentemente, con un uccellino appollaiato su un ginocchio intento a farsi imboccare con piccoli pezzetti di pane, una stranezza che Eliah non poté non notare.
Devi essere davvero brava con gli animali se sei riuscita ad avvicinare un passerotto senza spaventarlo.
Il capo della Druida si alzò leggermente, per poi virare sulla destra così da incontrare il volto di lui, gli occhi color cioccolato che si posavano nei suoi e un piccolo sorriso che aleggiava sulle labbra rosse e morbide, non screpolate come spesso si potevano avere a causa del freddo.
Sono più brava con gli animali che con le persone, di solito.
Ammise la ragazza, sbattendo lentamente le palpebre un paio di volte prima di abbassare nuovamente il volto sull'uccellino, avvicinando l'indice della mano destra verso di lui: e sotto gli occhi di Eliah, increduli forse o perlomeno perplessi, il capino dell'animale si sarebbe strusciato sul polpastrello della mora in un dolce e affettuoso segno di ringraziamento.
Riesco a capire i primi molto meglio dei secondi... anche senza parlare. Difficilmente gli animali sono crudeli, mentre loro... - ed indicò con un cenno della mano sinistra le persone che li circondavano - lo sono spesso, e per giunta gratuitamente.
E si fermò di nuovo nel suo parlare, alzando per la seconda volta il viso su Eliah per donargli un sorriso dolce, non smielato ma tenero, ancora riconoscente.
A parte te. Sai, credo che la compassione e l'empatia per il più piccolo degli animali siano due delle più nobili virtù che un uomo possa ricevere in dono.
E come non riconoscergli quel merito? No, non sarebbe stato possibile e non c'era motivo per non farlo, non agli occhi della Druida Giovane che, poco dopo, proseguì nel suo parlare.
Possiedi degli animali? Secondo molti riempiono la vita, ma spesso chi possiede una creatura domestica non la tratta come merita... - proseguì Indigo, tornando a dare da mangiare all'uccellino che, per fortuna, sembrava recuperare lentamente le forze - Penso che il nostro amore per gli animali si misuri dai sacrifici che siamo pronti a fare per loro... che ne pensi?
Gli domandò infine, curiosa.
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da Eliah » 01/09/2013, 13:28
Oh... sei davvero gentile... grazie!
Non rispose al suo ringraziamento, si limitò solo a guardarla: Indigo doveva far parte di quel genere di Babbani altruisti e gentili: non tutti, infatti, erano come quel barista insolente di poco prima. Se avesse potuto gli avrebbe fatto saltare in aria quel ridicolo bar all'aperto: la punizione esemplare per chi non si comporta come si deve, con educazione. C'erano modi e modi per dire qualcosa, questo principio era ben radicato nel suo bagaglio educativo. I nervi di poco prima ora si stavano affievolendo, il cuore aveva ripreso a battere normalmente. Odiava la sua suscettibilità.
Devi darmi il tuo indirizzo, così potrò restituirtelo quando avrò finito di leggerlo.
Quello era un bel guaio. Non poteva di certo dare l'indirizzo di quel pub magico locato in Diagon Alley: uno, se la ragazza era del posto l'avrebbe preso per pazzo; due, se l'avesse fatto, il libro non sarebbe mai arrivato a destinazione mai e poi mai, in quanto l'ufficio postale di Londra non avrebbe riconosciuto il luogo. Questo considerando l'ipotesi che lei appartenesse a quel mondo: ma se così non era? Se fosse una strega, o una qualsiasi creatura consapevole dell'esistenza dei maghi? Non le avrebbe mai lasciato il suo indirizzo. Da intelligente spia sapeva bene che doveva fornire quante meno informazioni possibile: il nome era già tanto.
Non ce ne sarà bisogno, puoi tenerlo. Non mi serve più.
A tal proposito si differenziava ancora dal fratello, si differenziavano quasi in tutto: per Ferdy sarebbe stato un sacrilegio sbarazzarsi di un libro, anche se avesse finito di leggerlo. A casa c'era un'intera libreria, colma solo dei suoi libri. Lui si affezionava a ciò che leggeva, Eliah no: dopo aver terminato la lettura non gli interessava che fine avesse fatto il manoscritto. Era una brutta abitudine, ne era consapevole, ma non gli interessava ugualmente. La sua mente annotava tutto; quei libri erano solo dei mattoni ingombranti, era meglio sbarazzarsene. Dopo essersi presentati si sistemarono su una panchina vicina, anche se malvolentieri per lui (non amava avere troppo dialogo con le persone), inoltre era del parere che più si esponeva, si dimostrava disponibile, più ne avrebbero approfittato. Triste ma vero, era come si comportava Ferdy: che fine aveva fatto? Era morto. La sua morte non aveva portato solo dolore, ma anche parecchie lezioni di vita: aveva imparato a diffidare dalla gente, a fare sempre di testa sua, a confessarsi con sé stesso e trovare una soluzione con la sua testa. Se avesse sbagliato sarebbe stato per sue sviste, non perché erano stati altri a consigliarlo. Così non avrebbe avuto nessun rimpianto.
Sono più brava con gli animali che con le persone, di solito.
Le iridi marroni di lui si posarono su di lei, a fissarla per quella strana affermazione; lei non lo avrebbe notato, era troppo impegnata a prendersi cura dell'uccellino, che nel frattempo carezzava il dito di lei affettuosamente, come per ringraziarla. Un comportamento davvero strano da parte di un animale. Non aveva mai visto un Babbano che riusciva ad avvicinare in quel modo gli altri esseri viventi, era impensabile. Cominciò a pensare ad Indigo come una strega: voleva accertarsi che si trattasse effettivamente di qualcuno senza poteri magici.
Riesco a capire i primi molto meglio dei secondi... anche senza parlare. Difficilmente gli animali sono crudeli, mentre loro... lo sono spesso, e per giunta gratuitamente.
Il movimento della mano sinistra gli fece capire che si riferiva alla gente che li circondava, gente intesa come esseri umani, Babbani appunto. Il modo in cui si rivolse a quella gente lo fece insospettire maggiormente: lei avrebbe dovuto essere una di loro, perché rivolgersi così a persone della stessa razza? Eliah cominciò ad intuire che non si trattava effettivamente di una Babbana [Intuito (Sesto Senso) = 14].
A parte te. Sai, credo che la compassione e l'empatia per il più piccolo degli animali siano due delle più nobili virtù che un uomo possa ricevere in dono. Possiedi degli anim-
Io non provo compassione per lui. Se non fosse per il fatto che il signore - e indicò il tizio del bar - ti avesse risposto male, non sarei nemmeno intervenuto in questa storia.
Il suo sguardo era serio. Indigo avrebbe potuto infastidirsi per quelle parole, ma non vedeva il motivo per cui non essere sincero e schietto con lei, non ce n'era uno in particolare. Lei era una ragazza come tutte quelle presenti nel parco, solo con una passione per gli animali, tutto qui (o forse). Nel frattempo mise la mano nella borsa di cuoio e ne estrasse la sua bacchetta, facendola rotolare su e giù sulla piante della mano destra. Ora avrebbe saputo la verità: se Indigo era davvero una Babbana, sarebbe rimasta perplessa dall'oggetto e avrebbe fatto qualche domanda a riguardo; se non lo era... Beh, se ne sarebbe accorto dalla sua prossima mossa. Era una spia, sapeva come agire: a meno che lei fosse più di una strega, e avesse voluto tenerglielo nascosto. In quel caso sarebbe stato difficile carpirne qualcosa.
Vediamo che farai ora.
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da Indigo » 01/09/2013, 21:57
Non ce ne sarà bisogno, puoi tenerlo. Non mi serve più.
Non era una cosa così assurda o strana il fatto che Eliah non risultasse troppo attaccato ad un libro, in fondo per quanto la maggior parte delle persone fosse attaccata, da ciò che Indigo aveva potuto osservare, alle proprie cose, non era detto che non ci fossero delle eccezioni... e tuttavia qualcosa in lei - I/SS 33 - le diceva che non si stava sbagliando a pensare che il giovane uomo tutto voleva, tranne che farle sapere dove abitasse; la motivazione no, quella di certo non poteva comprenderla né ipotizzarla, e se anche avesse avuto ragione, se anche quella generosità fosse stata una semplice volontà di tenerla all'oscuro sul proprio recapito, non poteva certo sentirsi troppo dispiaciuta per questo. Non aveva il compito di ucciderlo, né di seguirlo o di estrapolargli qualche informazione, quindi non c'era ragione d'insistere o d'infastidirsi... una volta tanto avrebbe fatto la brava, lasciandogli la sua privacy.
Sicuro di essere pronto a liberartene? In ogni caso ti ringrazio molto, lo terrò con cura.
Promise la Druida con un sorriso gentile, radioso e dolce, quello che mostrava di solito al mondo quando non doveva tirare fuori la parte meno simpatica di sé, quella solitamente omicida, peraltro: la serenità d'animo che la giovane dimostrava era quasi contagiosa, o almeno così pareva fissando l'uccellino che, nuovamente sazio e accoccolato al caldo, non faceva altro che strusciare il capino delicato contro il polpastrello dell'indice della mano destra di lei in segno di ringraziamento sì, ma anche di affetto e di fiducia; perché per quanto lei potesse essere vendicativa, spietata, a tratti folle e con le mani sporche di sangue, all'occorrenza, era pur sempre una Druida e come tale metteva al primo posto la salvaguardia di Gaia. Forse un controsenso vivente la Kostenechki, così poco interessata a preservare la vita umana e più intenta a proteggere quella della natura, ma il Mana che le scorreva in corpo non avrebbe certo potuto rendere diverse le cose, e a lei personalmente non dispiaceva affatto. Nel frattempo era andata avanti a parlare, ma non fece in tempo a concludere la sua domanda che la voce dell'altro la raggiunse, interrompendola di colpo nel suo dire.
Io non provo compassione per lui. Se non fosse per il fatto che il signore ti avesse risposto male, non sarei nemmeno intervenuto in questa storia.
Inizialmente non disse nulla dopo quelle parole, la Druida, alzando il viso su di lui ed inclinando leggermente la testa di lato, coi capelli che seguivano quel movimento e le scivolavano sulla spalla destra, morbidi e profumati di natura come la sua pelle, un dato particolare per molti ma quasi ovvio per Indigo, per tutto ciò che lei rappresentava. Sbatté le palpebre un paio di volte, lentamente, andando coi denti superiori a mordersi il labbro inferiore in un gesto che sapeva di titubanza, anche se si trattava più che altro di riflessione: adorava quando qualcuno si comportava in un modo diverso da quello da lei ipotizzato, l'affascinava osservare il modo di fare altrui quando usciva dai binari canonici da lei studiati e conosciuti; non sentiva di appartenere al mondo dei maghi né a quello dei babbani, era qualcosa a parte e, come tale, ne osservava ogni dettaglio, come uno spettatore silenzioso, esterno ed estraneo, ma presente.
... aiutando me, ha aiutato lui, però. Anche se indirettamente, gli hai fatto del bene, e ne hai fatto a me per prima.
Replicò dunque Indigo dopo diversi istanti di silenzio e di riflessione da parte sua, incurvando le labbra cosicché un sorriso leggero e gentile facesse capolino sul volto e facesse brillare le iridi scure, color cioccolato.
Anche questa è una forma di compassione, pur verso un essere umano. Non è una qualità che tutti possono vantarsi di avere, e soprattutto non cambia lo stato delle cose: qualsiasi sia stata la motivazione che ti ha spinto ad intervenire, è il risultato ciò che conta... Ed esso dice che hai aiutato un piccolo animale indifeso. Guarda il lato positivo, hai compiuto la tua buona azione quotidiana.
Ed era bastato vedere come nessuno degli altri presenti avesse mosso un dito per aiutarla, per concordare con lei e darle ragione: le sue azioni, da qualsiasi motivazione fossero state spinte, avevano comunque portato ad un risultato positivo per l'uccellino e agli occhi della Druida, e tanto bastava; Eliah non poteva saperlo, ma forse in futuro Indigo se ne sarebbe ricordata e questo gli avrebbe permesso di vedersi risparmiata la vita. Ma il mago aveva deciso di giocare pesante, probabilmente non sapendo, e come avrebbe potuto, con chi aveva a che fare: lo sguardo della Druida, che non aveva lasciato il suo volto, si abbassò lentamente per seguire i movimenti della mano dell'altro; quando il fratello di Ferdy Stone tirò fuori dalla borsa la propria bacchetta, muovendola di fronte a lei, nessuna reazione divenne visibile - T/A 24 + C/A 24 + Volontà (Conc.) 24 - sul volto della mora, che fissò semplicemente la bacchetta per alcuni istanti prima di tornare nuovamente sul volto di Eliah.
Curioso...
Sussurrò solamente, inclinando nuovamente il capo per studiarlo un'altra volta, se possibile ancora più interessata di prima: quel ragazzo, quel giovane uomo di fronte a lei, stava ancora una volta agendo in modo diverso da ciò che aveva ipotizzato, da come si sarebbe aspettata, anche se quel suo gesto le aveva dato conferma di avere accanto a sé un mago, e non un semplice babbano qualsiasi; un sorriso tranquillo e sereno inarcò una seconda volta le labbra della Druida, che fece mentalmente i complimenti al proprio istinto per aver teorizzato la realtà su Eliah.
Credevo che i maghi non dovessero dare nell'occhio... mostrare la bacchetta in un parco pubblico e per giunta non appartenente al mondo magico non è un po'... rischioso?
Gli domandò in aggiunta, mantenendo un tono di voce basso cosicché nessun altro lì intorno potesse sentirli.
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Indigo
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da Eliah » 04/09/2013, 23:08
Aveva aiutato quella ragazza, Babbana o Strega che fosse: se l'aveva fatto era per una questione personale, con cui lei non aveva nulla a che fare. Indigo non conosceva Eliah: lei credeva che il suo intervento fosse in vista del suo bene, ma il supporto della donna era una conseguenza del reale motivo per cui si era intromesso in quella diatriba. Il libro che le aveva donato non gli serviva più, l'aveva terminato. Non era materialista, non si affezionava agli oggetti che utilizzava: per Ferdy sarebbe stato un sacrilegio lasciare andare un libro così, alla prima persona che capitava, invece dal punto di vista di Eliah era esattamente la stessa cosa se lo avesse gettato nella pattumiera. Non gli interessava chi ne entrava in possesso, in quel caso aveva avuto la palla al balzo: ad Indigo sarebbe servito molto per le occasione future. Non lo aveva fatto per gentilezza. Non si preoccupò di farle notare che non era lei il reale motivo per cui intervenuto: che avesse preso male la cosa o meno? Non rientrava nemmeno quello nei suoi interessi, almeno era stato schietto. Perché prenderla in giro? Sarebbe stato peggio assecondando le sue ragioni.
... aiutando me, ha aiutato lui, però. Anche se indirettamente, gli hai fatto del bene, e ne hai fatto a me per prima.
Eliah non rispose immediatamente; si limitò a fare spallucce e a storcere il muso in un'espressione indifferente, lo sguardo volto davanti a sé, verso il nulla.
Ammesso e concesso che sia così, non mi interessa ugualmente. Fare del bene, per me, vuol dire eseguire un'azione buona con consapevolezza; farlo inconsapevolmente non è più un'azione buona, è un caso.
La pensavano diversamente: lui aveva più una visione realista, lei sembrava nascondersi dietro false illusioni, veli di bontà, quella che non era la realtà. Aveva smesso di comportarsi come lei da quando la sua infanzia era volta al termine: era grande oramai, le persone dovevano imparare ad interpretare osservando il senso primo di ogni cosa, non le allegorie. A parer suo, quel tipo di persone avevano semplicemente paura di conoscere la verità che, come si suol dire, a volte faceva male. Sempre meglio farsi male e sentirne il bruciore nell'anima che continuare a ferirsi e non rendendosene conto, finché non si arrivava al culmine, quando l'ultima goccia sarebbe caduta nel vaso, e l'acqua all'interno sarebbe fuoriuscita tutta: la distruzione dell'anima. Eliah però voleva avere la certezza di parlare con una Babbana: raramente ci aveva relazionato con qualcuno, era scomodo e difficoltoso, stando ben attenti a ciò che si diceva. Estrasse la bacchetta e cominciò a rigirarsela tra le mani: se fosse stata una Strega non ne sarebbe rimasta sorpresa, al contrario, si sarebbe incuriosita.
Curioso...
Mmh?
Dopo tanto tempo Eliah si voltò verso di lei, che lo guardava con il capo inclinato, studiando il suo comportamento, come chi non ha mai visto un oggetto simile. Era evidente che non si trattava di una Str-.
Credevo che i maghi non dovessero dare nell'occhio... mostrare la bacchetta in un parco pubblico e per giunta non appartenente al mondo magico non è un po'... rischioso?
Bingo.
Gli occhi marroni si illuminarono e un sorriso divertito si dipinse sul volto del giovane americano. La donna con cui parlava era ben di più che un semplice essere umano; rimase sorpreso dalle sue parole, non capendo se il tono basso fosse per non farsi sentire o per prenderlo in giro, oppure, perché no, entrambe le cose. Stette qualche secondo in silenzio. Era incredibile come era semplice trovare una strega in tutta Londra; era vero quel che si diceva su quel posto: la Gran Bretagna era veramente piena zeppa di magia e di maghi e streghe ovunque. In particolare aveva sentito di un villaggio poco lontano dalla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts interamente composto da maghi: il suo nome era Hogsmeade. Ci sarebbe passato una volta che avrebbe raggiunto la scuola, per pura curiosità. Ci doveva pur essere un posto interessante in tutta l'isola britannica.
E io credevo che le streghe [Intuito (Sesto Senso) = 14], essendo senza monete con sé, ricorressero ad altri mezzi per ottenere una pagnotta, ammesso e concesso che io stia parlando con una strega, ovviamente. Oppure, seguendo un'altra strada... - storse gli occhi in su - Non sei una strega, ma comunque qualcuno che abbia una connessione con il mondo magico, come una Maganò, o ancora... Non mi viene in mente altro.
Il sorriso era scomparso dal suo volto: ora era più serio. Se fosse stata realmente una strega la sua reazione non sarebbe stata delle migliori: in fondo aveva fatto si che qualcuno accorresse in suo aiuto, mettendolo in "pericolo" - perché si sarebbe potuto trovare qualcun altro al suo posto - quando poteva benissimo risolvere la questione da sola, pur ricorrendo ad un incantesimo di Appello in casi estremi. Non si sarebbe fatto prendere in giro così, avrebbe trovato un modo per fargli scontare la cosa: era così ingegnoso in quel campo.
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da Indigo » 05/09/2013, 11:23
Ammesso e concesso che sia così, non mi interessa ugualmente. Fare del bene, per me, vuol dire eseguire un'azione buona con consapevolezza; farlo inconsapevolmente non è più un'azione buona, è un caso.
Quindi per te vale lo stesso concetto riferito a fare del male?
Domandò Indigo, curiosa verso di lui come quasi sempre si rivelava essere quando decideva di conoscere una persona nuova, il polpastrello dell'indice della mano destra che accarezzava il capo dell'uccellino ora pieno e al caldo e lo sguardo che, invece, permaneva sul volto di Eliah, studiandone il profilo ed il cambio nelle espressioni, negli occhi, così da cogliere nuovi particolari di lui, di quel giovane uomo fin troppo cinico per essere reale. Ma ognuno aveva la sua storia, i suoi segreti, e la Druida era disposta a concederglieli, visto che anche senza volerlo, per caso, aveva salvato il suo piccolo amico.
Se uccidi qualcuno senza volerlo, forse il tuo crimine ha meno valore? Non hai comunque portato via la vita di un uomo, strappandogliela senza dargli possibilità di replica? - chiese ancora la mora, ma la voce non possedeva alcuna sfumatura polemica, anzi, come sempre era pacata, tranquilla, assolutamente serena come lo sguardo e l'espressione del suo viso - Se fai del male non importa che sia per caso o per volontà, l'hai fatto: e se fai del bene vale lo stesso concetto; perciò non ha importanza che tu volessi davvero salvare la vita di questo uccellino o che non te ne importasse nulla, hai fatto comunque una buona azione e questo è un dato di fatto che nessuno potrà mai contestare.
Sorrise, serena e radiosa, tornando poi con lo sguardo color cioccolato sull'animale che sembrava essersi quasi addormentato sulla sua gamba: non voleva far passare per forza Eliah per il buono, non ne avrebbe avuto motivo visto che lei, per prima, tutto era tranne che una santa, ma riconosceva semplicemente la portata positiva della sua azione, mettendo in secondo piano che quel risultato fosse voluto o meno perché non ne avrebbe comunque sminuita la bellezza. Non voleva però convincerlo a pensarla come lei, non voleva che si sentisse costretto a cambiare idea, sicura che tanto non l'avrebbe fatto sotto pressione: per questo non aggiunse altro, lasciando che credesse ciò che più preferiva, secondo coscienza; forse, se avesse saputo chi e cosa lei fosse, non l'avrebbe considerata poi così ingenua, così propensa a nascondersi dietro a delle illusioni, a meno che non fossero quelle di Dominique, in quel caso l'avrebbe fatto volentieri visto che avrebbe potuto chiederle di circondarla con qualsiasi cosa avesse voluto. Ma per sua fortuna, anche se questo il fratello di Ferdy Stone non poteva immaginarlo, Indigo appariva ai suoi occhi come una persona qualunque, una Babbana o al più una Strega, non di certo una Druida, comunque... e andava bene così, per una volta poteva anche tentare di fare la brava, nei limiti del possibile ovviamente. Quando Eliah estrasse la bacchetta, rigirandosela tra le dita, la giovane donna non poté non esprimere ad alta voce la propria perplessità, credendo da quel poco che sapeva che i maghi dovessero essere più cauti nel mostrarsi così apertamente al prossimo: o forse all'altro non importava mantenere intatto il velo di segretezza che avvolgeva il mondo magico?
E io credevo che le streghe, essendo senza monete con sé, ricorressero ad altri mezzi per ottenere una pagnotta, ammesso e concesso che io stia parlando con una strega, ovviamente. Oppure, seguendo un'altra strada... Non sei una strega, ma comunque qualcuno che abbia una connessione con il mondo magico, come una Maganò, o ancora...
Uhm?
Non mi viene in mente altro.
Fu il suo turno di sorridere: certo che non poteva venirgli in mente altro, e come avrebbe potuto? Nessuno, Setta, Gildati e Marshall a parte, naturalmente, sapevano dell'esistenza dei Druidi, quindi cos'altro avrebbe mai potuto ipotizzare che fosse il suo interlocutore? Un'ignoranza forzata, quella di Stone, che a lei non dava fastidio, anzi: le piaceva giocare sulla propria identità, non rivelando esattamente cosa fosse ma nemmeno mentendo del tutto, come fece poco dopo con aria assolutamente convincente - T/A 24 - e gli occhi fissi in quelli dell'altro, con la classica serenità che la contaddistingueva.
Sono una Maganò.
Rivelò dunque, non mentendo del tutto: non era vero che non possedeva poteri magici, ma era vero che non possedesse quella scintilla arcana che invece aveva Eliah, che aveva avuto Ferdy, e che in generale possedevano tutti i maghi "normali", una fonte di potere, la Trama, che lei aveva deciso di non ricercare per scelta, perché fedele alle proprie origini.
E tu invece sei un mago suicida, o sei solito mostrare la tua bacchetta magica alle sconosciute come se nulla fosse?
Gli domandò curiosa e sorridente mentre l'uccellino, svegliatosi, si rimise sulle zampine e, con un paio di cinguettii di ringraziamento verso Indigo, spalancò le alette e si mise a volare, allontanandosi da loro; la Druida lo seguì con lo sguardo, un'ombra di malinconia forse negli occhi per la libertà che quell'animale possedeva anche se, a causa del clima, aveva rischiato di perdersela. Sospirò appena, alzando le spalle per poi abbassarle lentamente, ed infine volse nuovamente il capo verso il proprio interlocutore, i capelli che seguirono quel movimento accarezzandole la guancia.
Non sei di queste parti vero?
Chiese ancora, seguendo l'istinto - I/SS 33 - che le diceva che quel giovane uomo non era inglese, o se lo era, magari come origini, non era comunque abituato a ritrovarsi in mezzo ad Hyde Park, a Londra, e non era quindi inserito nel contesto quotidiano di quei luoghi; magari si stava sbagliando, tutto poteva essere, ma difficilmente il suo istinto falliva, e questo Indigo lo sapeva bene.
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da Eliah » 06/09/2013, 16:58
Quindi per te vale lo stesso concetto riferito a fare del male?
Il tono della sua voce era quieto, pacifico, ma soprattutto non si coglieva insistenza; sembrava che stessero chiacchierando delle condizioni meteorologiche dell'ultima settimana, o almeno questo poteva sembrare a chi non aveva udito dal principio la discussione. Non c'era nemmeno motivo di alterarsi così tanto, anche perché lui non era il tipo da prendere troppo seriamente ogni cosa che gli venisse detta. Amava ignorare: era così semplice e meno faticoso, al contrario di sopportare e reagire. La reazione veniva in risposta ad un'azione, non ad un'azione nulla. Non rispose alla domanda della Druida, limitandosi ad alzare le sopracciglia e ad assumere un'espressione come per dire "E' ovvio che sia così". Un brutto segno quello: significava che si stava seccando dell'argomento, che sarebbe riuscito ad ignorare ancora per un poco, prima di sbottare in un'altra delle sue risposte non proprio carine e gentili. Eliah non pretendeva di parlare con persone che ricambiassero i suoi stessi interessi - non tutti sono uguali al mondo - tuttavia non amava quando qualcuno si impuntava su un punto in particolare, cercando di farlo ragionare e girandoci un po intorno per non darlo a vedere: la pensava in quel modo e nemmeno se fosse sceso Dio in Terra avrebbe fatto marcia indietro sul suo pensiero. La storia finiva lì.
Se uccidi qualcuno senza volerlo, forse il tuo crimine ha meno valore? Non hai comunque portato via la vita di un uomo, strappandogliela senza dargli possibilità di replica?
Strinse i denti e le tempie cominciarono a palpitare un po più forte, non era un buon segno. Stavano parlando di due campi diversi: capiva bene quello che lei intendeva dire ed era vero in parte; questo se si osservava la cosa dal punto di vista di una vittima, ma le cose cambiavano a seconda delle intenzioni di chi commetteva il fatto. Dopo tanto tempo si voltò nuovamente a guardarla, gli occhi marroni fissi su quelli suoi. Le pupille erano immobili, non oscillavano altrove, mentre cominciava a parlare: faceva quasi paura.
Non mi piace parlare tanto, ma farò un'eccezione. Un tizio ubriaco provoca un incidente stradale, causando la morte di un innocente. L'ha fatto per sua volontà? No. Semplicemente non era nelle facoltà di poter guidare, ha fatto del male senza volerlo.
Si interruppe un momento: mentre parlava, aveva alzato istintivamente il tono della voce. Tossicchiò appena e riprese a parlare con un tono di voce normale, né troppo alto e né troppo basso, in modo da non dover provocare nessuna brusca reazione in le;: l'ultima cosa che voleva era litigare con un ragazza conosciuta da una ventina di minuti appena.
Colui che commette il male vuol dire che non ha mai conosciuto il bene. Il mondo non si divide persone malvagie e persone buone; ognuno ha dentro di sé sia male che bene, dipende da che parte si sceglie di agire.
E il discorso era chiuso, o almeno così sperava. Si stancava di ripetere lo stesso pensiero, lo stesso concetto più volte, utilizzando parole o esempi diversi. E poi il problema non sussisteva affatto: la vedevano entrambi in maniera differente, tutto qui. Come pretendeva di fargli cambiare opinione? Non era riuscito nemmeno suo padre nell'impresa, figuriamoci lei, di cui conosceva solamente il nome, fino ad ora. Non fu sorpresa nel vedere la sua bacchetta magica, tanto meno fece domande sull'identità dell'oggetto o sull'utilità. La donna sapeva bene cos'era quell'oggetto e la sua identità fu presto svelata. Non si sarebbe mai immaginato di trovare una persona che conoscesse il mondo magico in giro, per caso poi, a Londra. Ora sorgevano dei dubbi riguardo quella specie di scontro con il barista: se era una Strega, perché non aveva utilizzato i suoi poteri per ottenere ciò che desiderava? A prescindere da una questione di correttezza, se realmente ci teneva a salvare il piccolo uccello poteva ricorrere alla magia, era pur sempre in vista di uno scopo nobile.
Sono una Maganò.
Ecco perché poco fa non ha utilizzato la magia. Ma quanto può essere vera questa storia? Non mi fido del tutto.
E tu invece sei un mago suicida, o sei solito mostrare la tua bacchetta magica alle sconosciute come se nulla fosse?
Loro vedrebbero solo un pezzo di legno, niente di più.
Osservò l'uccello, ormai in perfette condizioni per poter spiccare nuovamente il volo, spiegare le piccole ali e levarsi in aria, in un volo svelto. In quello stesso istante una brillante idea gli folgorò la mente [Elaborazione = 13]: mosse di poco la mano in cui teneva la bacchetta ed eseguì un incantesimo mentalmente; l'obiettivo? L'innocuo e innocente volatile che si era appena ripreso, lo stesso a cui lui aveva salvato la vita. La gente tutt'intorno sarebbe stata troppo presa per notare quel movimento lieve, quasi impercettibile, a meno che qualche altro mago non si trovasse lì vicino e li osservasse.
Pietrificus Totalus.
Non sei di queste parti vero?
Non rispose alla sua domanda; Indigo si sarebbe voltata sicuramente, sentendo il tonfo del giovane uccello di poco prima. In caso lei avrebbe tentato di raggiungere il povero animaletto, Eliah l'avrebbe fermata levando un braccio davanti a lei; dopodiché l'avrebbe raccolto da terra e con un gesto della bacchetta avrebbe annullato l'effetto della fattura lanciata qualche secondo prima. Eliah tornò a sedersi: non guardò la ragazza, che molto probabilmente si stava chiedendo cosa stesse facendo, chinò lo sguardo sull'animaletto che aveva stretto nella mano sinistra; le ali sbattevano con furia contro le sue dita, tentando inutilmente di sciogliere la presa: era troppo debole per riuscirci. Era incredibile come non riuscisse a provare alcuna compassione per quello che stava commettendo. Osservò l'espressione di Indigo, alzando le labbra in una specie di sorrisino provocatorio.
Non mi fido delle persone che conosco da una vita. Mi posso fidare di te?
Era una domanda retorica. Esitò qualche istante, poi posò la punta della bacchetta sul petto dell'uccello e pronunciò la formula del secondo incantesimo, un incantesimo che si sarebbe potuto rivelare fatale. Era curioso della sua reazione, si sarebbe accorto se Indigo diceva la verità dalla sua prossima mossa. Il suo amore per gli animali, forte ed evidente, l'avrebbe mandata in un panico tale da non capire che il suo era solo un bluff. Come avrebbe potuto capirlo? Si conoscevano da poco, e quanto le aveva fatto capire, Eliah era restio a qualunque genere di emozioni: uccidere un uccellino non lo metteva in serie difficoltà.
Ostrutio Respira.
L'animaletto cominciò nuovamente ad agitarsi e a pigolare debolmente. Se qualcuno non avrebbe fatto qualcosa in fretta, sarebbe morto senza respiro. Il suo scopo era semplice: accertarsi che Indigo fosse realmente la persona che diceva di essere. Un flashback, un'altra delle ragazze di cui gli aveva parlato suo fratello - dopo una certa Cassandra Carvier - incontrata nella Foresta Proibita. Ricordava bene la descrizione della ragazza:
[...] Sembrava innamorata della natura, tanto che andava girando scalza: non possedeva una bacchetta con sé, o almeno: non l'ha mai estratta per tutta la conversazione. Diceva di chiamarsi Indigo.
Quante probabilità c'erano di trovare due diverse streghe entrambe senza bacchetta, amiche di Madre Natura, con il nome di Indigo, in tutta l'isola britannica? Era difficile crederlo. Se la sua teoria era esatta, avrebbe scoperto più di qualcosa sul conto di quella ragazza.
Non rimane molto tempo prima che cessi di respirare.
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da Indigo » 06/09/2013, 20:08
Non mi piace parlare tanto, ma farò un'eccezione. Un tizio ubriaco provoca un incidente stradale, causando la morte di un innocente. L'ha fatto per sua volontà? No. Semplicemente non era nelle facoltà di poter guidare, ha fatto del male senza volerlo.
Dillo all'innocente che ha perso la vita...
Replicò Indigo con un sorriso sereno, anche se forse si sarebbe potuta cogliere una sfumatura ironica, nella sua voce: avevano pensieri diversi, poco ma sicuro, ma come già pensato dalla Druida all'inizio della loro conversazione, non ci sarebbe stato motivo per lei d'insistere e fargli cambiare idea; dal suo punto di vista, quella era una conversazione semplice, un quieto ed innocente scambio di opinioni. Era curioso, però, come Eliah s'infastidisse subito: paura del confronto, forse, non ne era certa e non avrebbe avuto modo di accertarsene... non ora; sapeva a chi chiedere per ottenere informazioni sul ragazzo, in fondo sarebbe bastato dare il suo nome ed un'immagine visiva a Marshall per lasciare che se ne occupasse lui, senza nemmeno muovere un dito. Il bello di avere un sacco di amici, si sarebbe potuto dire.
Colui che commette il male vuol dire che non ha mai conosciuto il bene. Il mondo non si divide persone malvagie e persone buone; ognuno ha dentro di sé sia male che bene, dipende da che parte si sceglie di agire.
Non replicò a quelle parole, intuendo che il ragazzo non era quel tipo di persona che amava parlare con gli altri, nemmeno quando davanti aveva un dialogo potenzialmente costruttivo; curioso, ancora di più considerando che era stato lui per primo a volerla aiutare, e che lei non gli aveva chiesto nulla. Un paladino della giustizia? Possibile, ma il suo cinismo e la sua chiusura mentale le facevano credere il contrario: certo, anche Indigo era una persona che difficilmente cambiava idea quando prendeva una posizione, ma era di sicuro più propensa ad ascoltare; d'altronde, l'aveva detto anche alla docente di Divinazione di Hogwarts una volta... le persone non volevano ascoltare la verità per paura di rendersi conto di quanto patetica, vuota e sbagliata fosse la loro vita. Forse il giovane uomo accanto a sé rientrava nella categoria.
Loro vedrebbero solo un pezzo di legno, niente di più.
Alzò le spalle a quelle parole, serena come sempre: in fondo era una decisione sua mostrare in pubblico la sua bacchetta, era una questione che esulava dalle sue competenze; avrebbe potuto giudicarlo superficiale ed impulsivo, e sicuramente lo era, ma d'altronde la Druida non era tanto diversa da lui in quel senso. Aveva appena lasciato andare il piccolo uccellino, osservandone beatamente il volo per poi voltarsi verso Eliah, quando lui fece la cosa più stupida che un mago potesse inventarsi: mettersi contro una Druida, facendo un incantesimo all'uccellino per farlo cadere a terra, pietrificato; certo, a sua giustificazione si poteva dire che non sapeva chi fosse lei, ma a prescindere da questo, il suo gesto sarebbe stato vendicato dagli "amici" della ragazza, che a frequentare cattive compagnie di sicuro qualcosa ci aveva guadagnato. Ciò nonostante, nonostante la rabbia che sentiva dentro di sé per quel ragazzo così stupido da non pensare prima di agire, il suo status di apparente serenità non cambiò - T/A 24 + C/A 24 - lasciando l'espressione del viso immutata, serena e tranquilla.
Non mi fido delle persone che conosco da una vita. Mi posso fidare di te?
Non lo so... Tu ti fideresti di qualcuno che minaccia un essere innocente per incutere timore ad un altro?
Domandò di rimando Indigo con un sorriso velato sulle labbra, davvero apparentemente tranquilla e serena nonostante quanto stesse accadendo, anche quando Eliah decise di torturare ancora l'animale che aveva in mano, adesso: la furia della Druida era direttamente proporzionale alla sua serenità esteriore, quindi si poteva immaginare quanto fosse arrabbiata mentre l'uccellino pigolava disperato.
Non rimane molto tempo prima che cessi di respirare.
Considerando che non sono io quella con una bacchetta in mano e capace di fare magie, non c'è molto che possa fare... non ti pare?
Replicò la Druida con un sorriso, l'ennesimo sereno e pacato: certo, amava la natura e aveva giurato su Gaia che gliel'avrebbe fatta pagare nel momento in cui aveva dato fastidio all'uccellino; ma quello che Eliah non aveva calcolato, e non conoscendola non avrebbe potuto farlo in effetti, era che Indigo non era una persona che si alterava facilmente. Anzi, la sua forza di volontà - Concentr. 24 - spesso l'aveva aiutata a mantenere il controllo anche quando, teoricamente, sarebbe stata giustificata a perderlo: per questo, nonostante la rabbia ed il disgusto per lui, la Druida pronunciò quelle semplici parole, facendo così notare che tra i due era lei quella impossibilitata a fare qualsiasi cosa; aveva la sensazione - I/P 38 - che quello dell'altro fosse una sorta di bluff per capire chi davvero avesse di fronte, e che non avesse la vera intenzione di uccidere quell'uccellino innocente... quindi rimanere ferma e inerme era il modo migliore per far sì che il ragazzo si convincesse della sua onestà, e che lasciasse libero l'animale.
E ti conviene farlo, o anche reincarnandoti non avrai abbastanza vite per scappare alla mia vendetta.
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Ariel |
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Lucas |
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Indigo |
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d20 |
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Tisifone |
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Robyn |
d20 |
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Robyn |
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Robyn |
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Monique |
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