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Messaggioda Cyprus » 02/08/2013, 12:47

[Personaggio mosso: Regina Jones|Barbara Despey|Ashley Russel]


Colpita e affondata, se avessero giocato alla babbana battaglia navale probabilmente avrebbero vinto senza alcuno sforzo: Ariel era distrutta e non faceva nulla per nasconderlo o per dissimulare in qualche modo il suo dolore, esposto così alla mercé delle loro risate perfide e volutamente divertite; non avevano messo in programma, però, quando avevano deciso di rovinare la giornata alla Grifondoro, che qualcun altro potesse sentirle ed intervenire.
Fu questo ciò che invece accadde poco dopo, quando una voce sconosciuta per Regina, Barbara e Ashley prima rincollò magicamente i pezzi del foglio che la bionda aveva strappato e fatto cadere a terra come tanti piccoli coriandoli bianchi, e successivamente richiamò il foglio a sé così da consegnarlo poi alla legittima proprietaria: tre paia di occhi vennero puntati sulla ragazza che si era palesata loro senza alcuna ombra di paura o soggezione, una Serpeverde che le tre avevano visto solo di sfuggita lì ad Hogwarts, e che rispondeva al nome di Melia Herbert.

Tre contro una, non c'è che dire, la classe fa parte di voi in modo del tutto naturale.

Si può sapere che vuoi tu?
Nessuno ti ha chiesto niente, di che t'impicci?!


Sbottò Ashley stizzita, ma ora leggermente nervosa: c'era qualcosa, in quella ragazza, che faceva paura, che metteva addosso una strana inquietudine; forse era tutta colpa degli occhi, di quelle pupille che ricordavano molto quelle di un serpente, fatto stava che un piccolo brivido freddo passò sulla schiena delle tre americane, costringendole a perdere un po' della loro precedente spavalderia.

Se posso darvi un consiglio spassionato... meglio che muoviate il culo e torniate nella vostra sala comune; certo, potreste rimanere qui ad insultare la mia amica, ma sarei costretta poi a difenderla, e non vi conviene.

Amica: e così la Jiménez aveva chi poteva proteggerla... certo che tra quella ragazza dagli occhi dorati e Kenway, non si poteva certo dire che non sapesse circondarsi da persone bellissime, anche se Regina ancora non riusciva a comprenderne il motivo; la verità era che una parte di lei temeva la voce della colombiana, che secondo Noel avrebbe potuto superare anche le loro se indirizzata adeguatamente, per questo aveva tentato di distruggerla psicologicamente appena possibile.
Ma ora, con la Herbert presente, con quello sguardo penetrante e gelido su di sé, non aveva più tanta voglia di proseguire su quella scia.

Ah, e tanto per voler essere precisi... sarà stata una grassona obesa ed occhialuta quando veniva alla Cyprus, ma ora è una ragazza che non ha nulla da invidiare... a nessuna di voi tre.
E la prova sta nel fatto che Kenway, il ragazzo che ha popolato i vostri sollazzi notturni, sta con lei... e non con voi; quindi, invece di prenderla in giro, mi assicurerei che i vostri compagni maschi non la usino come fantasia erotica al posto vostro, immagino sarebbe un duro colpo per la vostra autostima.


Le tre americane incassarono il colpo in silenzio, diventando appena più rosse in viso per la rabbia, ma nessuna provò a ribattere qualcosa: forse internamente ciascuna di loro temette per un secondo che le parole della Serpe potessero avere un fondamento, ma se anche così fosse stato nessuna l'avrebbe fatto presente apertamente.

... andiamocene, abbiamo finito qui.
Ci vediamo al Castello, Jiménez.


Sibilò Regina, lanciando un'occhiata prima alla colombiana e poi alla ragazza che l'aveva difesa per voltarsi infine e fare cenno alle altre due di seguirla, così da allontanarsi da quel luogo: non rispose al saluto della Herbert, ma sentì nuovamente un piccolo brivido freddo passarle lungo la schiena e tanto le bastò per aumentare il passo e mettere quanta più distanza possibile tra loro.

Avete visto che occhi?
Mamma mia che inquietudine...


Chiunque sia mette i brividi, e poi avete visto come ci ha trattate?! Ci ha fatte passare per delle stupide!
Regina, tu che ne pensi?


...........

Regina?

... penso che abbiamo fatto ciò che volevamo.
Ora dobbiamo solo schiacciare quel moscerino fastidioso durante l'amichevole, e avremo terminato il nostro lavoro.
Torniamo in sala comune, forza.


[Exit]
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Messaggioda Melia » 02/08/2013, 14:51

Non era stato nemmeno troppo difficile liberarsi di quelle tre oche, vuoi perché Melia sapeva essere alquanto inquietante quando ci si metteva, vuoi perché probabilmente non erano abituate a sentirsi rispondere a tono, vuoi ancora perché, magari, una minima parte di verità in quello che la Herbert aveva detto, soprattutto su Ariel, c'era, e le americane non volevano ammetterlo; fatto stava che quel mix di possibilità aveva comunque raggiunto lo scopo, spingerle a lasciar stare la Grifondoro per tornare dai loro compagni e fare quello che riusciva loro meglio... cantare.
Rimaste sole, la Jiménez fece per ringraziare la Serpeverde che, però, non era di certo intervenuta per conquistarsi la gratitudine dell'amica di Zephyr: era stato proprio per quest'ultimo che aveva deciso di mettersi in mezzo tra le tre ragazze e la compagna di scuola, seppur doveva ammettere che un po' le dispiacesse vederla trattare così; quello era il suo territorio, e gli studenti erano le sue pedine, perciò non le piaceva molto che altri studenti, soprattutto stranieri, facessero gli sbruffoni in quel modo.
Non un granché come motivazione, sicuramente poco altruista e gentile, ma dalla Herbert non ci si poteva certo aspettare chissà quale miracolo e, soprattutto, qualunque fosse la motivazione era pur vero che qualcosa di buono l'aveva fatta, e Ariel poteva ora tornare a respirare: ma era curiosa, c'era un piccolo particolare che le ronzava in mente, come un sassolino nella scarpa che aveva tutta l'intenzione di togliersi.
Non riusciva a comprendere, per quanto si sforzasse, perché la Jiménez permettesse a quelle ragazze di trattarla in quel modo quando era evidente che non c'era nulla che mancasse alla Grifondoro rispetto alle americane: volse dunque il capo e puntò gli occhi dorati, le pupille dal taglio verticale, sul viso dell'altra, nell'attesa di ascoltare la sua risposta.

Immagino di essere ancora... troppo emotiva.
Quando mi trovo davanti Regina e le altre, io... non riesco a reagire come vorrei. Mi sento ancora la cicciona triste e sfigata di fronte a loro.
Non che adesso le cose siano poi tanto diverse, ma comunque...


Non disse nulla inizialmente dopo quelle parole, facendo passare all'incirca un minuto di totale ed assoluto silenzio prima di lasciarsi sfuggire un piccolo sbuffo sarcastico e scuotere il capo, lentamente.

No, infatti.
Non so com'eri ai tempi della Cyprus... ma per quanto tu possa essere cambiata esternamente, fino a che non te ne renderai conto anche dentro di te, rimarrai sempre la ragazzina debole di allora.


Commentò Melia, atona nella voce, come se stesse dicendo qualcosa di poco importante: la verità era che effettivamente a lei in prima persona importava molto poco di come si sentisse Ariel e della possibilità che si rendesse o meno conto di quale fosse il suo valore... ma forse una piccola spintarella le sarebbe servita.
Quel pensiero attraversò come un fulmine la sua mente, facendola riflettere per la prima volta sulla possibilità di usare il suo potere, l'ipnosi, per... aiutare qualcuno: sarebbe stato tanto assurdo mettere le sue capacità al servizio di qualcuno, per aiutarlo? Normalmente non avrebbe nemmeno pensato ad una possibilità simile, ma visto che si trattava dell'unica ragazza che era riuscita a scuotere Zephyr... forse un tentativo, una volta tanto, lo si poteva pure fare.
Volse completamente il corpo verso di lei, dunque, avvicinandosi all'altra mentre lasciava andare l'energia scaturita dall'ipnosi per abbracciare il corpo e soprattutto la mente della Jiménez: le pupille di Melia si dilatarono lentamente, in corrispondenza con quelle di Ariel, e solo quando la mente dell'altra fu totalmente in balia della Serpeverde, quest'ultima si permise di parlare.

Prima ho dato alle tue ex compagne di scuola un consiglio... a te invece voglio dare un ordine ben preciso, quindi è necessario che mi ascolti con tutta l'attenzione che possiedi: voglio che il giorno della competizione amichevole con la Cyprus, quando aprirai gli occhi dopo una notte di sonno sereno e profondo, senza agitazione nè incubi, tu ti alzi e vada allo specchio, e una volta di fronte ad esso, che tu ti veda davvero per come sei.
Non per com'eri prima di arrivare ad Hogwarts, non per come loro vogliono farti sentire, ma per come sei adesso, con lo sguardo limpido ed oggettivo di chi riesce a vedersi veramente per la prima volta: e voglio che quando salirai sul palco a cantare, tu lo faccia con quella consapevolezza nel cuore, nella mente e nell'anima.
Tutto chiaro?


Attese che la Grifondoro le facesse un cenno di comprensione ed assenso, e sorrise, schioccando la lingua sul palato prima di concludere la prima ipnosi per uno scopo positivo della sua vita.

Quando l'effetto dell'ipnosi finirà, l'unica cosa che non ricorderai di questa giornata sarà quest'ultima parte della nostra conversazione, ed i miei ordini per te.
Siamo d'accordo?


Ancora una volta dovette aspettare che Ariel le facesse comprendere di aver registrato le sue parole per permettersi di sorridere e tornare normale, le pupille nuovamente verticali e l'ipnosi scomparsa così com'era venuta, invisibile esternamente ma ben impressa nella mente dell'altra.

Bene, meglio che vada visto che tra non molto avrò lezione...
Vedi di non costringermi a salvarti il culo un'altra volta.
Ci vediamo.


Alzò la mano in sua direzione, agitandola appena in segno di saluto, e dandole le spalle si allontanò dal Lago, così da lasciarla nuovamente sola e con la possibilità di riprendere a scrivere la sua canzone, o qualsiasi cosa contenesse quel foglio di carta che la bionda americana aveva strappato poco prima; l'aveva ipnotizzata, sì, ma una volta tanto l'aveva fatto a fine di bene, e poteva solo sperare che, col suo intervento, la Bella Addormentata aprisse veramente gli occhi su se stessa.


[Uso Potere "Ipnosi": Concentrazione => 16 + Bonus Potere Prolungato => 2 + Tiro d20 => 17 = 35]
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Messaggioda Ariel » 02/08/2013, 15:27

[tahoma]
Non cercava la comprensione, la compassione o la simpatia altrui: era stato proprio studiando alla Cyprus, passando le sue giornate a notare come Regina e le altre la trattavano, che aveva capito come girasse il mondo e come a volte funzionassero le cose; c'era chi era portato per essere popolare, per fare il leader, per piacere agli altri... e chi no.
E lei apparteneva alla seconda categoria, per la maggior parte del tempo.
Per questo rispose sinceramente a Melia, senza cercare di farle pena o altro, ma con la semplice onestà di chi dice ciò che pensa, giusto o sbagliato che sia: ed era vero che, per quanto esternamente fosse un'altra persona, la Grifondoro ancora non riusciva a vedersi in quel modo, non riusciva a percepirsi diversa rispetto a com'era prima; le si poteva fare la colpa di essere una debole, forse troppo poco decisa e risoluta, ma per quanto si sforzasse non riusciva ad entrare nell'ottica che, ormai, valeva tanto quanto Regina, Barbara, Ashley e qualsiasi altra ragazza sul pianeta... era ancora la piccola Ariel, la quattr'occhi grassottella buona sola ad essere presa in giro, che si trovasse alla Cyprus o ad Hogwarts che avesse 12 anni oppure 16.

No, infatti.
Non so com'eri ai tempi della Cyprus... ma per quanto tu possa essere cambiata esternamente, fino a che non te ne renderai conto anche dentro di te, rimarrai sempre la ragazzina debole di allora.


Non disse nulla, non tentò di ribattere a quelle parole, perché erano vere: non c'entravano i miglioramenti estetici, i chili persi, le lenti a contatto, i capelli più lunghi... tutto ciò che fuori poteva essere cambiato non compensava, comunque, uno stallo interiore da cui Ariel non era ancora riuscita a sbloccarsi.
Annuì infatti in direzione della Serpeverde, perché sapeva bene quanto avesse ragione e non c'era motivo per non ammetterlo: credeva che dopo quelle parole la Herbert se ne sarebbe andata, ma quando sentì i suoi passi avvicinarsi, al contrario, alzò lo sguardo... e venne inghiottita dall'ipnosi di lei; le proprie pupille si dilatarono lentamente, facendo sparire il verde delle iridi, il respiro divenne assolutamente calmo e regolare e così il battito del cuore, come una marionetta i cui pensieri, emozioni e sensazioni erano appena stati cancellati da fili invisibili mossi dalla ragazza che le stava di fronte, e che si accingeva a fare di lei ciò che preferiva.

Prima ho dato alle tue ex compagne di scuola un consiglio... a te invece voglio dare un ordine ben preciso, quindi è necessario che mi ascolti con tutta l'attenzione che possiedi: voglio che il giorno della competizione amichevole con la Cyprus, quando aprirai gli occhi dopo una notte di sonno sereno e profondo, senza agitazione nè incubi, tu ti alzi e vada allo specchio, e una volta di fronte ad esso, che tu ti veda davvero per come sei.
Non per com'eri prima di arrivare ad Hogwarts, non per come loro vogliono farti sentire, ma per come sei adesso, con lo sguardo limpido ed oggettivo di chi riesce a vedersi veramente per la prima volta: e voglio che quando salirai sul palco a cantare, tu lo faccia con quella consapevolezza nel cuore, nella mente e nell'anima.
Tutto chiaro?


Sì, Melia.

Rispose la Jiménez con voce assolutamente atona, priva di qualsivoglia inflessione: era come se fosse un automa, un robot babbano senza alcun sentimento, ma mentre confermava di averla ascoltata quelle parole s'imprimevano a fuoco nella mente di lei, come un eco sordo che sarebbe tornato a guidarla nel momento opportuno, rimanendo sopito per il resto del tempo.
Ariel ovviamente non poteva saperlo, ma per la prima volta nella sua vita Melia stava facendo qualcosa di buono non per se stessa, per un tornaconto personale, ma per qualcun altro.

Quando l'effetto dell'ipnosi finirà, l'unica cosa che non ricorderai di questa giornata sarà quest'ultima parte della nostra conversazione, ed i miei ordini per te.
Siamo d'accordo?


Annuì semplicemente questa volta, lasciando che la propria mente s'imponesse di dimenticare gli ordini impartiti dalla collega Prefetta non appena l'amichevole fosse conclusa, e poi tutto tornò come prima: le pupille tornarono normali, il verde delle iridi tornò a brillare e le palpebre vennero sbattute un paio di volte, il respiro e il battito del cuore nuovamente accelerati, seppur di poco, per le emozioni negative vissute fino a poco prima.

Bene, meglio che vada visto che tra non molto avrò lezione...

O-okay, ehm... allora... beh, ecco, grazie ancora per prima...

Vedi di non costringermi a salvarti il culo un'altra volta.
Ci vediamo.


D'accordo, sì... ciao Melia, e... e buona lezione!

Ancora frastornata e appena perplessa dal salvataggio della Serpeverde, Ariel la osservò allontanarsi, dandole le spalle mentre ripercorreva la strada fino al Castello, lasciandola così nuovamente sola col suo amato foglio in mano: certo, il quaderno era malconcio, ma nulla che un tocco di bacchetta potesse riparare... quella canzone, o quella che per Ariel sarebbe diventata, forse, tale, era ancora stretta al suo petto, nell'attesa che venisse il giorno in cui l'avrebbe cantata di fronte a qualcuno, senza paura, senza timori, senza dubbi di un passato che ormai avrebbe dovuto reputare come tale.
Intanto, però, poteva godersi nuovamente la tranquillità del Lago Nero ed il silenzio che lo avvolgeva, interrotto solo dalla propria voce, forse un po' tremula, e meno spensierata di prima, ma ancora limpida e chiara.

Dove... dov'ero rimasta?
Ah, sì...


FINE
[/tahoma]
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Messaggioda Sandyon » 02/08/2013, 16:15

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Messaggioda Estelle » 21/08/2013, 14:59

[Lunedì - Ore 19.30]


Pioveva. Non tanto come si poteva pensare. Poca acqua.
Il cielo piangeva. Estelle forse sapeva anche perchè.
Un'altra delle sue pause, questa volta si era allontanata per andare a far visita a sua padre, prima, e poi a sua sorella Alya, a Dublino. Aveva trascorso con la sorella minore due settimane, le aveva comprato un bel po' di regali, e poi a malincuore si era separata da lei ripromettendosi di invitarla a stare da lei qualche volta.
Ma, seppur lontana, Hogwarts era sempre con lei. Aveva deciso di restare, ormai, ed Hogwarts stava tornando ad essere la sua casa. E forse la presenza di qualcuno influiva nelle sue scelte. Gli appuntamenti con Lucas andavano davvero bene, anche se i due non si erano visti per un po'. Sperava, ora che era tornata, di poterlo rivedere al più presto. Non vi era ancora nulla di ufficiale tra loro. Estelle stava lasciando al ragazzo lo spazio che gli serviva, quindi per il momento i due si limitavano ad essere ottimi amici, nonchè frequentanti. La scintilla, almeno da parte del ragazzo, doveva ancora scoccare, ma Estelle non si abbatteva.

In realtà, il ritorno della Corvonero non aveva a che fare con Lucas, nè tantomeno con la voglia di tornare a casa. Aveva sempre ritenuto di conservare Hogwarts nel cuore quando era lontana, ma non sapeva che potesse esserlo davvero. I gufi, a quanto pare, riuscivano a raggiungerla, in segreto, anche a Dublino, e questa volta non c'erano notizie positive.
Ferdi.
Con suo grande stupore, il messaggio la informava che Ferdi non c'era più.
E poi dolore, quello provato da Estelle non appena ricevuto il messaggio. Ferdi era stata la prima persona che aveva conosciuto ad Hogwarts, ed il primo vero amico che avesse mai avuto. Assieme avevano portato avanti gli studi, anche se con differenza d'età, e assieme erano diventati prefetti di Corvonero. Lavorare con lui era sempre stato piacevole.. ed ora.. ora tutto quello non sarebbe potuto esserci.

Era tornata ad Hogwarts per lui, magari con la speranza che fosse tutto una burla.
Ma Ferdi le mancava davvero.

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Messaggioda Eliah » 23/08/2013, 14:21

[Lunedì - Ore 19:34]


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Si stava dirigendo ad Hogwarts, per la prima volta in vita sua: aveva visto tanti posti nel mondo, aveva girato qui e lì ovunque per il globo terrestre, ma la scuola di magia situata in Scozia non era mai stata tra le sue mete. Aveva avuto solo la possibilità di osservarla tramite fotografia o sul giornale.
Quando aveva visto Hogwarts non avrebbe mai detto che si trattasse di una scuola, o almeno non avrebbe mai detto che si trattava del suo "modello" di scuola.
La struttura si distaccava completamente da quella della Cyprus, anche se da certi punti di vista - doveva ammetterlo - preferiva Hogwarts alla scuola americana; gli studenti del castello potevano godere di un panorama senza rivali e di quei fantomatici prati inglesi, che rivestivano il cortile esterno.
Suo fratello aveva vissuto lì, e ora che lui c'era non ci sarebbe stato nessun incontro fraterno.
Ora che il fratello era morto non aveva davvero nessun motivo per tornare lì, o forse sì: in effetti ne aveva trovato uno proprio pochi giorni prima, ed il suo nome era Estelle Moreau.
Aveva deciso di incontrarla, dopotutto Ferdy aveva parlato molto di lei nelle sue lettere e a quanto pareva doveva essere la sua migliore amica, oltre ad una certa Alexis Parker, ma quella era un'altra storia.

Era proprio sulla riva del Lago Nero, una distesa d'acqua piatta che si perdeva dietro una curva sovrastata da una montagna ricoperta da una colonia di alberi selvatici.
Non aveva molta voglia di parlare, né di avere rapporti con le persone di quel posto (eccezion fatta per Monique Vireau), tuttavia era costretto a farlo, per il fratello e per una vendetta personale. Inoltre il futuro poteva riservare piacevoli o spiacevoli sorprese; l'occasione non era da allontanare.


Immagine


Dannazione.. Piove!
Tsk.. Ci manca solo che questa pioggia mi rovini i vestiti.


Con un gesto della bacchetta eseguì l'Incanto Impermeabile su se stesso, in modo che i suoi abiti rimanessero asciutti, dopodiché riprese a camminare sul prato che già era diventato scivoloso e cominciava ad emanare quella freschezza e quell'aroma misto tra pioggia ed erba bagnata.
La collinetta non era ripida, per cui non ebbe difficoltà a raggiungere il punto d'incontro.
Estelle Moreau era già lì, in attesa del suo arrivo.
Aveva fatto qualche minuto di ritardo: molto strano, non era una sua consuetudine.

Così rischia di bagnare l'abito, miss Moreau.

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Messaggioda Estelle » 23/08/2013, 17:04

Non che fosse del tutto al riparo. L'albero sotto cui si era gentilmente accomodata faceva da copertura quel che bastava per non far filtrare tutta l'acqua. Ma, inevitabilmente, goccia dopo goccia, i suoi capelli si facevano umidi e vispi, ed anche il suo abito bianco di pizzo. Un abito che personalmente aveva sempre adorato.
Sembrava aver perso la forza. Si rifiutava di tornare al castello. La pioggia non l'avrebbe di certo frenata. Quel pomeriggio aveva deciso di uscire, di pensare, di lasciare libera la mente, e di lasciar andare via tutti i pensieri che la attanagliavano. Non poteva la pioggia fermarla.

Quello sarebbe stato il pomeriggio perfetto per fare una chiacchierata con Ferdi.
Non si vedevano da molto. Inutile per lei sentirsi in colpa per questo. Negli ultimi tempi aveva dato importanza al suo loft e a quel ragazzo che Ferdi sapeva bene come l'aveva ferita.
Ferdi sapeva tutto di lei. O quasi tutto. Ma, alla fine, era sempre stato l'unico con cui si era confidata apertamente. Era sempre stato il suo migliore amico, anche quando lei era partita. Erano sempre rimasti in contatto.
E ora, quindi, l'idea di averlo trascurato riusciva a farla sentire cattiva.. e vuota. Era come se avesse perso una parte di lei.

Così rischia di bagnare l'abito, miss Moreau.

Un gesto automatico, ed il volto scattò in direzione di quella voce tanto simile a quella di Ferdi, ma indubbiamente non poteva essere la sua.
Alla fine l'aveva trovata. Forse era il ragazzo che ora era di fronte a lei a poterle dare, in quel momento, un po' di sollievo. Perchè si, Eliah era molto simile al fratello ormai scomparso. Guardandolo, Estelle sentì come squarciarsi il cuore
E con tutta se stessa tentò di non piangere.

Un po' di acqua non ha mai fatto male.

In realtà l'idea di bagnarsi ancora di più la infastidiva, ma allo stesso tempo le sembrava troppo poco per il suo umore.
Si chiese cosa stesse facendo in quel momento Lucas. Non lo aveva ancora contattato. Era tornata e forse lui neanche lo sapeva. Ma era giusto coinvolgerlo nella sua vita quando ancora Lucas le aveva dimostrato ben poco?

Sono contenta che sia qui.

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Messaggioda Eliah » 26/08/2013, 14:12

Il passo non molto svelto veniva assorbito dal terreno e dal picchiettio della pioggia sulle foglie degli alberi soprastanti.
Il profumo che aveva avvertito poco prima si era accentuato e gli trasmetteva un senso di tranquillità.
Non impiegò molto nel trovare Estelle Moreau.
La collinetta del Lago Nero aveva poca estensione e quindi gli era bastato risalirla per trovare la donna; inoltre era sicuro [Intuito (Perspicacia) = 8] che lei avesse tentato di mettersi in contatto con lui di nascosto, all'insaputa della stessa Preside, Madeline Bergman; quindi aveva scelto un luogo per lo più nascosto.
Lui non si era preoccupato della copertura, per cui aveva semplicemente seguito il tragitto più corto per raggiungere il punto d'incontro: l'incognito era un problema di Estelle, se eventualmente si fosse preoccupata di agire di nascosto.
Il fratello non mentiva quando diceva che Estelle era una donna di gentile aspetto: bionda, occhi azzurrini, leggermente tendenti al grigio. Le aveva parlato di lei in molte delle sue lettere, a quanto pare i due dovevano essere amici.
Il fisico la valorizzava ancora di più: snella e abbastanza alta.


Dovresti rivedere Estelle: ora è il tipo di donna che fa al caso tuo, secondo me: bella, bionda, seducente e molto intelligente. Lei aveva lasciato Hogwarts, ma ora è tornata per restare.


Ricordava bene la descrizione breve ma coincisa della donna che ora era a pochi passi da lui. Almeno sulla descrizione fisica il più piccolo degli Stone non si era sbagliato.
Estelle era davvero graziosa. L'ultima volta che l'aveva vista erano entrambi più piccoli, ora le cose erano cambiate. Ora erano ragazzi adulti, avevano una vita davanti a loro.

Un po' di acqua non ha mai fatto male.

Suvvia, da brava infermiera dovresti sapere che bagnarsi la testa non porta beneficio con questo tempo in continuo cambiamento.

Un sorriso ironico sul volto di Eliah.
Estelle, al contrario, non sembrava essere in vena di fare ironia o scherzare. Il motivo dell'incontro, se prima non era certo che fosse quello, ora non aveva dubbi: Ferdy.
Quanto ancora il fratello defunto avrebbe tormentato il loro presente? Quanto ancora avrebbe dovuto aspettare per trovare il colpevole di tutta quella storia? Quelle domande, lì per lì, rimanevano tali: dei quesiti, null'altro.
Il fatto che dovesse trascorrere del tempo in Gran Bretagna lo seccava, questo era vero, ma si sentiva sciocco solo al pensiero di rinunciare di indagare sulla morte di Ferdy perché non amava la Gran Bretagna.
L'avrebbero rinchiuso al San Mungo se avesse mai pronunciato una cosa del genere.

Sono contenta che sia qui.

Io no.

La sua risposta fu lapidaria, secca, senza attimi di esitazione: come poteva dire di essere felice di essere lì quando il fratello era morto? Non sarebbe stato felice nemmeno se fosse un'altra l'occasione; Estelle si sarebbe dovuta aspettare una risposta simile.
Si avvicinò lentamente verso di lei, estrasse la bacchetta dalla tasca del suo pantalone e la puntò verso di lei, a metà della sua altezza. Forse avrebbe frainteso - quasi sicuramente - ma per infondere fiducia si sarebbe fermato e con lo sguardo le avrebbe fatto capire che non c'era nulla da temere.
Mosse dolcemente il polso e poi qualcosa simile ad un fascio di luce debole e opaca ne scaturì.
Gli effetti dell'incantesimo trasparente si agganciarono anche a lei e l'acqua non poté più bagnarla.

Ma ora ci sono e farò si che la sua non sia stata una morte vana.

Gli occhi trasmettevano fuoco, la rabbia ribolliva nel suo sangue, il cuore era alimentato dalle braci.
Avrebbe vendicato il fratello, l'avrebbe giurato sulla sua tomba.
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Messaggioda Estelle » 28/08/2013, 17:15

Suvvia, da brava infermiera dovresti sapere che bagnarsi la testa non porta beneficio con questo tempo in continuo cambiamento.

A quanto pare Eliah era anche molto informato. Sebbene i due si fossero incontrati molto prematuramente - ricordava di aver trascorso con Ferdi dei giorni con la sua famiglia, ed in quell'occasione aveva per l'appunto conosciuto il fratello minore - Ferdi doveva avergli parlato ancora di lei, così come Estelle aveva sempre parlato di Ferdi alla sua sorellina Alya. Era come se non riuscissero a separarsi. Sebbene non stessero sempre insieme, avevano sempre conservato una grande amicizia, tale da preservarsi anche con l'assenza.
Estelle, poi, nel corso del suo soggiorno ad Hogwarts aveva sempre avuto distrazioni, ma alla fine Ferdi occupava sempre un grande posto tra i suoi affetti.
Restò per un attimo a fissare quel ragazzo - che forse ora tanto ragazzo non era più - che aveva conosciuto moltissimi anni prima. Era cambiato in tutto, persino nella voce. Il corpo ben piazzato, le spalle larghe, possenti e forti. Il viso più snello, l'abbigliamento da adolescente, aveva sicuramente buon gusto, Estelle lo notò. Non era più il bambino che giocherellava dappertutto, importunando lei e il fratello maggiore, occupati a chiacchierare. Era sicuramente diventato un gran bel ragazzo, chiunque avrebbe potuto constatarlo.
Ferdi si era limitato in pochissime descrizioni di lui - diversamente da quelle date di lei ad Eliah - perciò per Estelle era una grande sorpresa.

Era davvero strano rincontrarsi dopo così tanto tempo, ed Estelle, proprio come aveva esordito poco prima, era contenta, a suo modo, di vederlo. Ovviamente, il fatto che quell'incontro avvenisse non per piacere, ma più che altro per parlare di un defunto era spiacevole.
Entrambi feriti dalla notizia. Eliah non lo dava molto a vedere. Forse, ora, sentiva il peso di quella scomparsa.
Estelle, dal canto suo, cosa avrebbe potuto fare per lui e per Ferdi? Cosa poteva fare se non stare in silenzio a piangere la sua scomparsa?
Si sentiva impotente. E questo, ovviamente, non la aiutava affatto.

Sapeva che Eliah non avrebbe permesso che la pioggia incessante continuasse a bagnarla. Destreggiandosi con la bacchetta - all'inizio la Corvonero sembrava farsi perplessa, ma dopo pochi secondi capì - riuscì a creare sopra di loro una barriera trasparente, ed Estelle si sentì improvvisamente libera dall'acqua, e prese così ad asciugarsi con una mano le gocce che le ricadevano dai capelli biondi.

Ma ora ci sono e farò si che la sua non sia stata una morte vana.

Quando ho ricevuto a Lille la notizia.. non mi è stato riferito nulla.
Quindi, perfavore, cosa sai di lui? Cosa gli è successo?


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Messaggioda Eliah » 29/08/2013, 1:11

Era strano essere lì: Ferdy aveva invitato molte volte il fratello maggiore per un soggiorno in Gran Bretagna e si era sempre giustificato con i soliti impegni da sbrigare e il lavoro opprimente. Ferdy lo aveva sempre compreso, ad ogni rifiuto, ma non aveva perso la speranza di ricevere il fratello lì da lui.
Se solo avesse potuto utilizzare una Giratempo, per tornare indietro, per raggiungerlo in Inghilterra e trascorrere insieme qualche settimana, per evitare la sua stessa morte.
Se avesse potuto l'avrebbe fatto: sarebbe finito nella fantomatica Azkaban per salvare il fratello, per impedirgli di bere la sua Acquaviola.
Al contrario, Eliah non aveva mai invitato Ferdy a raggiungerlo in America; questo non perché non lo desiderava, semplicemente partiva prevenuto: suo fratello non sarebbe mai tornato nel posto in cui viveva suo padre, non avrebbe nemmeno accettato di incontrarlo.

Estelle, nel frattempo, si era lasciata avvolgere dal manto trasparente che l'avrebbe protetta dalla fitta pioggia.
Dopodiché ripose la bacchetta nella stessa tasca da cui l'aveva estratta.
Guardò meglio la ragazza, era cambiata tanto dall'ultima volta: era una vera e propria donna, se avesse saputo del suo stato sentimentale da single ne sarebbe rimasto addirittura perplesso: molto difficilmente una donna tanto graziosa non era già occupata in una relazione, oppure, ragionando in maniera opposta, la sua bellezza era troppo per un semplice inglese.
Le francesi, poi, erano tutte così sofisticate e complesse.

Quando ho ricevuto a Lille la notizia.. non mi è stato riferito nulla.
Quindi, per favore, cosa sai di lui? Cosa gli è successo?


L'americano non disse nulla, si limitò ad abbassare lo sguardo sulla sua borsa di cuoio a tracolla e rovistò all'interno.
Dopo una manciata di secondi ne estrasse un quotidiano in bianco e nero: le immagini in movimento della prima pagina lasciavano capire che si trattava di un quotidiano magico e il titolo a caratteri cubitali, "La Gazzetta del Profeta", contrassegnava la più famosa testata giornalistica dell'isola britannica.
Glielo passò e una volta che lei lo ebbe afferrato le volse le spalle, serrando forte i pugni e impedendo, con tutta la sua volontà, di far cadere le lacrime che oramai inumidivano i suoi occhi castano chiaro.
Le mani tremarono e la voce si spezzò.

Pagina... Tredici.

Tossì appena per recuperare il solito tono di voce e non esternare quella debolezza.
Non poteva permettersi una sola lacrima, non di fronte ad Estelle: a lei non sarebbe giovato, semmai l'avrebbe incupita maggiormente e non sarebbe stato di aiuto per nessuno dei due.
Approfittò di quel momento di silenzio in cui lei leggeva l'articolo per recuperare la sua forza psicologica di sempre, si passò una manica davanti agli occhi stando ben attento a non strofinare, altrimenti gli zigomi sarebbero arrossiti e la francese avrebbe capito che si era lasciato andare ad uno sfogo.
Quando fu sicuro che Estelle aveva assimilato quanto c'era da sapere parlò nuovamente, la voce ancora leggermente destabilizzata:

Lui, o loro che siano, io lo scoverò, li scoverò tutti.
Li crucerò, dovranno pregare affinché io non li uccida, dopodiché li costringerò a guardare in faccia la morte, mentre si porta via le loro vite.
Questa è una promessa
- tirò su col naso - E per quel che mi riguarda non ho mai mancato alla parola data fino ad oggi.

Eliah non si era mai tirato indietro di fronte a nulla, nemmeno per una sciocchezza; figuriamoci se questa volta di mezzo c'era una vita, precisamente la vita di suo fratello.
Ferdy Stone non se ne sarebbe andato via per sempre, non prima di essere stato rivendicato.
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