[Una domenica di Aprile - primo pomeriggio]
Elbeth fissò con una smorfia di disappunto la piccola imbarcazione.
Quel pomeriggio aveva deciso che i compiti potevano aspettare.
Era spuntato un bel sole tiepido, il primo di quella primavera che non sembrava arrivare mai ad Hogwarts e improvvisamente le era venuta voglia di uscire fuori dalla Torre dei Grifondoro.
Le piaceva la vista che si godeva dall'alto del castello, ma lasciarsi accarezzare dai raggi dorati di quel sole primaverile era stata una tentazione troppo forte.
Stava per mandare un gufo a
Steve e chiedergli di venire a fare un giro con lei, ma... alla fine si era trattenuta dal farlo!
Si mordicchiò un labbro perplessa.
Dopo il suo diniego in Sala Grande, qualche tempo prima, di avvicinarsi a lei, Elbeth aveva pensato che forse aveva infastidito troppo il ragazzino con la sua continua presenza e le sue domande.
Abbassò tristemente lo sguardo, riavviandosi una ciocca ribelle che era sfuggita alla sua lunga chioma intrecciata.
Erano un pò di giorni che ci pensava e non aveva avuto il coraggio di avvicinarlo di nuovo.
Un pò per orgoglio, un pò per timidezza.
Non lo avrebbe ammesso mai, neanche con se stessa, ma non sapeva come comportarsi con lui!
In realtà non sapeva come comportarsi in generale con i suoi coetanei: semplicemente non c'era abituata.
Un venticello tiepido le sfiorò le gote e respirare una boccata d'aria la fece riprendere dai suoi strani pensieri.
Era uscita anche per quello: per distrarsi e per pensare...
Ora si trovava a fissare la piccola imbarcazione in legno, lì davanti a lei. A meno di smaterializzarsi (cosa che non solo non sapeva ancora fare, ma non era neanche ammesso fare ad Hogwarts!) era quello il mezzo che le avrebbe consentito di raggiungere l'isoletta in mezzo al lago.
Aveva scelto apposta quel luogo un pò isolato.
Le era sembrato un bel posto e le avrebbe richiesto un pò di tempo raggiungerlo da sola.
Incrociò le braccia.
Ok! Non era pratica di quelle cose, era roba più da babbani e di solito ci pensava Richard in quei frangenti!
Ma oramai era lì e non aveva nessuna voglia di rinunciare alla sua piccola gita!
Con un cipiglio deciso e lo sguardo sicuro di sè, la piccola si avviò verso la barca di legno.
Stava per avvicinarsi e salire, quando si accorse che l'acqua le stava per bagnare le scarpe ed indietreggiò d'istinto.
Guardò contrariata l'acqua che aveva un leggero movimento, ma sufficiente a non consentirle di salire sulla barca senza bagnarsi.
Per Merlino!Sussurrò più a se stessa. Sospirando decise di avvicinare di più la barca alla riva: sarebbe stato più semplice così salire a bordo.
Tirò fuori la bacchetta e guardandosi con aria circospetta in giro, la puntò esitante verso il natante.
Non pareva esserci nessuno, quindi scrollando le spalle decise che forse poteva provare con un incantesimo, anche se le era vietato farlo al di fuori della scuola.
Il sorriso le morì sulle labbra non appena constatò la realtà dei fatti: la barca era un pò troppo grande per lei...
Sospirò. Niente magia!
Con una smorfia scocciata ripose la bacchetta ed afferrò con forza la cima a cui era legata, sporgendosi un pò per non toccare l'acqua.
Nonostante tirasse, tuttavia, l'imbarcazione non sembrava muoversi un granchè.
La bimba non era molto forte
[talento/fisico= 2], quindi si ritrovò affannata e senza aver avvicinato la barca alla riva quanto sperava!
Ora era veramente infastidita!
Insomma, voleva arrivare assolutamente sull'isolotto, quindi si levò le scarpe e le calze, le lanciò nella imbarcazione e a piedi nudi si avvicinò alla barca.
L'acqua gelata la fece un pò rabbrividire e faticò molto a salire a bordo.
Solo al terzo tentativo e rovinosamente riuscì ad issarsi e con un capitombolo a ritrovarsi sopra.
Si alzò dal fondo della barca dove era finita e cercò con un gesto un pò affettato di riavviarsi la treccia, che ora lasciava libere molte ciocche rosse.
Le gote erano arrossate per lo sforzo e per l'imbarazzo di essere così maldestra, ma finalmente un sorriso le increspò il volto.
Ce l'aveva fatta!
Ostentando una sicurezza che non aveva e buttando indietro la treccia con fare stizzito, prese i remi e li immerse nelle acque scure del Lago Nero.
La barca si mosse ed il sorriso continuò a ravvivare il suo volto.
Il sole splendeva alto e la leggera brezza le solleticava il naso...
... ma con suo enorme disappunto la barca invece che dirigersi verso l'isolotto al centro del lago, girava in tondo su se stessa!
Elbeth con determinazione affondò con più foga i remi nell'acqua per darsi il giusto slancio...
...con il disastroso effetto di far girare la barca ancora di più e trovarsi con un leggero giramento di testa!
Iniziava a pensare che la sua gita si stava trasformando in un piccolo disastro!
Non era per nulla divertente fare tutti quegli sforzi per nulla!
Il viso arrossato iniziava ora a diventare leggermente alterato...