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Messaggioda Lindë » 09/07/2013, 18:12

[Metà Settembre - Giovedì - ore 18.32]


Aveva passato un'ora a parlare con Typhon.
Un'ora piacevole, senza dubbio.
Un'ora passata velocemente.
Un'ora che, soprattutto, l'aveva fatto diventare a tutti gli effetti un Terran.
Quella era la cosa che la rendeva più felice.
Faceva parte della famiglia, adesso.
Sarebbe potuta essergli accanto nel suo percorso di crescita col Vento.
Sarebbe potuta stargli vicino per guidarlo nel suo cammino all'interno della Gilda.
L'indomani avrebbero parlato ancora, e a lungo, ma ora c'era una cosa che, per lei, era più importante.
Vedere Irvyne.
Era arrivata nel suo alloggio con l'intento di fargli una sorpresa... peccato che fosse vuoto.
Interdetta per un secondo, poi comprese.
Era passato un anno.
Era anche normale che gli orari fossero cambiati.
Probabile che fosse ancora a lezione.
Si richiuse la porta alle spalle, guardandosi intorno.
Nell'aria percepiva l'odore di lui.
Le venne un piccolo groppo all'altezza del cuore.
Le mancava.
Non vedeva l'ora di rivederlo.
Mentre era da sola, decise di farsi una doccia.
In fondo, aveva tempo da perdere.
Entrò in bagno, si spogliò, lasciò che il bagnoschiuma avvolgesse e profumasse la sua pelle.
Si lavò i capelli, tanto ad asciugarli ci avrebbe messo poco.
Poi, con un asciugamano legato al seno che le arrivava fino a metà coscia, si sedette sul letto.
Sarebbe stato contento di vederla?
Era ancora innamorato di lei?
Avrebbe accettato, soprattutto, la sua natura di Terran Verdigris?
Quei dubbi le riempivano la mente.
E il cuore.
La facevano tremare al pensiero che lui la lasciasse.
Cercò di scacciarli, pensando che Irvyne non avrebbe mai potuto farla soffrire.
Si fidava di lui.
Credeva in lui.
E mentre pensava tutto questo, sentì dei rumori dietro la porta.
Alzò lo sguardo, voltando appena il viso in direzione dell'uscio d'entrata.

Immagine


Era lui.
Trigger stava per entrare nella sua stanza.
Lindë stava finalmente per rivederlo.
Per rivedere l'uomo che amava.
Per rivedere l'uomo che, se ancora lui avesse voluto, presto avrebbe spostato.
Per rivedere il suo dolce e unico Irvyne.
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Messaggioda Irvyne » 09/07/2013, 23:42

In realtà non stava ancora facendo lezione, bensì, se ne stava sul portico della scuola a rimirare il Sole alto nel cielo.
Ricominciato il lavoro ad Hogwarts, Irvyne Trigger si era mostrato estremamente ligio al dovere e alla professione, cercando di mascherare e coprire la malinconia, la solitudine, la mancanza, con la propria carriera, riempiendosi di vari impegni e provando ad essere il più presente possibile per tutti quanti i suoi studenti.
Inizialmente, inoltre, aveva deciso di non prendere altri assistenti per via del poco lavoro ancora da sviluppare in corso, ma anche a causa di questo bisogno spasmodico di darsi da fare, aveva anticipato di molto la decisione di dare l'ok alla signorina Jiménez e le aveva permesso di stargli accanto almeno la prima metà dei pomeriggi per supportarlo nelle ricerche e nelle lettura al seguito delle lezioni.
Non poteva però continuare ancora per molto, ed era assurdo pensare che non erano nemmeno due settimane che erano trascorse dall'inizio dell'anno scolastico e lui già stava così bisognoso di lei, così stanco emotivamente, così desideroso di riabbracciarla.
Un anno, doveva essere un anno, e in quello stesso anno lui non l'aveva mai fatta sentire sola, mai fatta sentire non pensata, scrivendole ogni giorno una lettera nuova, una nuova poesia o dedicandole i versi di una nuova canzone.
Adesso però il tempo era trascorso e di lei ancora nessuna traccia, oltre al fatto che nelle ultime due settimane appunto, non aveva ricevuto più risposta alle proprie missive, quindi naturale che si sentisse anche molto, troppo preoccupato.
Una maglietta di colore grigio scuro, attillata. Dei jeans neri e un giacchetto in abbinato.
Uno stile decisamente giovanile e casual ma in linea col fatto che non fosse l'orario di lavoro e voleva sentirsi libero.
Con le mani appoggiate alla balaustra del portico, fissava insistente l'orizzonte, sperando che nessuno passasse di lì costringendolo a dei sorrisi che ora come ora non gli venivano poi così naturali.
Un sospiro, uno sguardo verso il basso, gli occhi lucidi a far colare una lacrima amara di tristezza e amore.
Un amore il suo che non era mai scemato in tutti quei mesi ed anzi, aumentato esponenzialmente, alimentato dal non averla accanto e trattenuto saldo e solido dalle grandi intenzioni dell'uomo che non desiderava altro che sposarla, che avere Lindë tutta per se per il resto dell'eternità e forse anche oltre.
Lanciando un'occhiata al grande orologio della Torre Est, Irvyne si rese conto che nell'arco di un paio d'ore sarebbe giunta l'ora di cena.
Impensabile presentarsi in quelle condizioni, impensabile farsi vedere in quello stato, aveva necessità di farsi una doccia, darsi una bella rinfrescata e mostrare un docente di Astronomia serio e non distrutto dalla mancanza di un bacio o di una carezza.
No, il sintomo di farsi vedere sempre ligio al dovere non cessava mai, non nel suo spirito da fervido lavoratore e professionista.
Rientrò al castello, percorrendo i corridoi semi-vuoti e salendo le scale ammirando quel buon esercizio fisico che offrivano sempre, rendendolo mai troppo fiacco e mai troppo indebolito o appesantito dagli orari dei pasti.
Giunto alla Torre Sud, prese la strada diretta alla propria stanza, soffermandosi su un fatto alquanto singolare: la porta era aperta, o meglio, era sbloccata... Eppure lui aveva apposto delle protezioni la mattina stessa dopo essere uscito.
C'era solo una persona per la quale i suoi incantesimi non avevano effetto, quell'unico nome ed essenza che collegava alla maniglia facendo in modo che solo e soltanto lei, sfiorandola, annullasse tutte le difese e fosse libera di entrare senza freni.
Ma non era possibile, no, lei non si faceva sentire da giorni, non poteva essere tornata, glielo avrebbe detto, glielo avrebbe fatto presente.
Ovvio che nella mentalità di Irvyne non fosse concepibile una Lindë in grado di pensare a fare delle sorprese, lei estremamente seria, risoluta, poco dedita a questi giochi reputandoli poco importanti o magari infantili.
Per tal motivo, quando il professore si affacciò alla porta per capire se fosse accaduto qualcosa di strano (in seguito ai vari ultimi accadimenti interni all'istituto), lo fece con un'aria perplessa, curiosa, preoccupata ed attenta.

Immagine

La prima cosa che inquadrò fu la zona vicina alla porta del bagno e la porta di comunicazione con l'alloggio della collega Bennet.
Poi ancora verso la finestra con le tende ben chiuse, proprio come le aveva lasciate.
Infine, quando la sua totale attenzione si spostò sulla zona del letto matrimoniale, qualcosa nel suo cuore fu capace di farglielo momentaneamente fermare, implodere forse, comunque a prescindere creò un effetto a catena che permise agli occhi di sgranarsi, ai peli delle braccia e delle gambe di rizzarsi, al respiro di accellerare e alla saliva di seccarsi in gola.
Seduta sul materasso, avvolta solo da un asciugamano... C'era la ragazza più bella che potesse esistere in tutto il creato.
No, no era possibile, non ci poteva credere, eppure si, era lei, doveva esserlo, anche se con qualche lieve differenza ma le mani erano loro, i piedi, le gambe (forse più toniche e sode) e lo sguardo... Le labbra, gli zigomi, era come se l'avesse vista il giorno prima.
Sbattendo le palpebre, avanzò ancora, chiudendo la porta dietro di se.
In quel momento la vera fidanzata si sarebbe potuta trovare da tutt'altra parte e quella sul letto potuta essere una copia, una illusione, come le follie avvenute ad Hogwarts nei tempi trascorsi, ma lui, troppo emozionato per accorgersene, si sarebbe avvicinato comunque palesemente emozionato, con occhi lucidi di una gioia mai così tanto provato da quando era nato.

Sei... Sei davvero tu... Amore mio...

Si inginocchiò, come fanno gli uomini che stanno per chiedere in sposa le proprie compagne, ma forse quel gesto fu un poco per il cedimento delle forze momentaneo e di gran lunga favorito dal suo comportamento sempre galante e cavalleresco di altri tempi, immaginandosi come il cavaliere che di fronte alla bellezza e alla maestosità della sua principessa, si inchina del tutto, rispettando e provando un immenso onore nell'esserle davanti e respirare la stessa aria che respirava lei.
Non perse un solo attimo, avvicinò le mani a quelle della Terran, afferrandola per sentirne la consistenza.
Erano morbide, delicate, bianche, più candide che mai, e poi le unghie perfette, ogni cosa in lei non aveva un solo difetto.
Occhi che si mossero un piccolo secondo sul nuovo taglio di capelli, corto, ad indicare forse qualcosa di cambiato del tutto?
Una nuova consapevolezza? Una nuova realtà di vita per la sua compagna?
Una lacrima discese dall'occhio sinistro percorrendo la guancia, arrivando al mento e cadendo a terra ma lui non poteva, non voleva allontanarsi più con l'adorazione da lei, nemmeno se glielo avessero imposto con una bacchetta alla gola.
Cercò di esprimere un fiato ma riuscì soltanto a fare un piccolo sorriso, compiendo qualche altro centimetro con il volto a raggiungere le mani dell'erbologa per posarvi su un debole bacio, casto e carico di sentimento, un sentimento inequivocabile: felicità.

Sei tornata da me finalmente... Ti prego, dimmi che non è un sogno...
E se davvero lo fosse, allora non mi svegliare, non farlo... Voglio dormire per sempre...
Per sempre nella culla dei miei desideri dove la mia anima gemella mi sta di nuovo guardando negli occhi...
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Messaggioda Lindë » 10/07/2013, 10:30

La porta sì aprì, lentamente.
Il cuore di Lindë accelerò i battiti, quasi scoppiandole nel petto.
Dovette far ricorso alla Terra dentro di lei per rimanere immobile.
Per trarre la forza necessaria a non muoversi, ad attendere.
Doveva essere lui.
Dubitava che qualcun altro potesse entrare come nulla fosse nei suoi alloggi.
A parte lei, ovviamente.
E se avesse stretto un rapporto intimo con qualcun altro?
Magari... con una donna?
Scosse il capo, in quei brevi istanti prima che la figura di Irvyne si palesasse nella stanza.
No, ma che andava a pensare?
Trigger non era fatto così.
E se anche quell'eventualità fosse stata reale, gliel'avrebbe detto.
Ne era sicura.
Invece aveva sempre e solo ricevuto parole d'amore, da lui.
Non sarebbe potuto essere diversamente, dunque, da come l'aveva lasciato.
E finalmente, il profilo dell'uomo riempì il campo visivo della donna.
Era bello da stare male.
Così forte, così muscoloso, e allo stesso tempo così dolce.
Era perfetto, sotto ogni punto di vista.
Si stupì di se stessa, in quel momento, di riuscire a pensare determinate cose.
Ma era cambiata, aveva recuperato ogni parte di sé, anche i ricordi passati... era normale riuscire a pensarlo in ogni sfaccettatura.
Anche sessualmente.
E forse solo Windam poteva captare il desiderio fisico di Lindë di essere sua.
Di averlo suo.
Ed il fatto di essere seduta su un letto di sicuro non aiutava.
I loro sguardi s'incontrarono, e fu magia.
Stupido forse, dirlo così all'interno di Hogwarts.
Ma l'Erbologa poté quasi sentire la propria anima staccarsi dal corpo ed andare ad abbracciare quella di Irvyne, al centro della stanza.
La porta si chiuse alle sue spalle.
Il compagno si fece avanti.
Lei rimase ferma, seduta sul letto.
Immobile, a fissarlo.
Quasi non riusciva nemmeno a sbattere le palpebre.
Non voleva farlo.
Temeva di perdersi qualche dettaglio di lui.
Le si avvicinò, fermandosi di fronte a lei.
Vi s'inginocchiò, emozionato.
Lo si vedeva, lo sguardo lucido era palese.
E poi, infine, la sua bellissima e calda voce lo raggiunse.

Sei... Sei davvero tu... Amore mio...

Annuì, Lindë, senza aggiungere altro al momento.
Non perché non avesse nulla da dire.
Anzi.
Ma anche quella era una sorpresa.
Irvyne non poteva ancora immaginare quanto la donna fosse cambiata.
Le dita delle mani si sfiorarono, e le vennero i brividi.
Quanto aveva agognato quel tocco caldo, su di sé.
Desiderava quelle mani ovunque, sul proprio corpo.
Perché negarlo?
Ma anche solo sentirle così, poterle accarezzare con le dita, era un regalo bellissimo.
Lui era bellissimo.
Una piccola lacrima gli scivolò lungo la guancia.
Aveva sofferto la loro mancanza, come lei.
Ma almeno Lindë sapeva il perché di quell'assenza.
Si era potuta consolare con quella motivazione.
Lui no.
Aveva dovuto aspettare pazientemente senza sapere il perché di quella partenza.
Ma ora, finalmente, avrebbe potuto raccontargli tutto.
Notò lo sguardo sui capelli, ma non disse nulla.
E se non gli fossero piaciuti?
Forse la preferiva con una chioma lunga...
Beh, tanto ricrescevano.
E poi, in quel momento era il minimo.
Sentire la sua bocca sulle proprie mani, infatti, scacciò qualsiasi pensiero.
Ogni incertezza, ogni timore.
Adesso c'erano solo loro.

Sei tornata da me finalmente... Ti prego, dimmi che non è un sogno...
E se davvero lo fosse, allora non mi svegliare, non farlo... Voglio dormire per sempre...
Per sempre nella culla dei miei desideri dove la mia anima gemella mi sta di nuovo guardando negli occhi...


Irvyne...

Solo allora, Lindë si permise di parlare.
Schiuse le labbra, e in un sussurro pronunciò il suo nome.
E sorrise.
Non un sorriso piccolo, affatto.
Un sorriso ampio, sentito, di pura felicità.
Un sorriso che coinvolse anche gli occhi.
Un sorriso che mai, forse nemmeno nei suoi sogni, Irvyne aveva immaginato di vedere sul volto di lei.

Irvyne!!

Ripeté il suo nome, questa volta in un'esclamazione di gioia pura.
E gli si lanciò addosso.
Scattò in avanti e si abbandonò tra le sue braccia.
Lo fece persino scivolare all'indietro, vuoi per la forza dello slancio (Talento: Fisico 30), vuoi perché l'aveva preso in totale contropiede.
Finì col corpo sopra il suo.
Immediatamente le labbra cercarono quelle del compagno.
Voleva baciarlo, assaporarlo dopo un anno di lontananza.
Trovate, le fuse con le proprie come mai aveva fatto prima.
Con dolcezza, sì, ma con trasporto.
Anche con la lingua, perché ora si ricordava come si faceva, e poteva lasciarsi andare.
Una mano si poggiò sul suo petto, l'altra gli accarezzò il viso.
Ora, come succedeva quando si trovava dai Terran, si sentiva a casa.
Perché Irvyne, pur non facendo parte della Gilda, era la sua casa.
Era la sua vita.

Ti amo... non puoi capire quanto mi sei mancato.

Mormorò sulla sua bocca, scostandosi appena da essa così da poterlo guardare negli occhi.
Gli sorrise ancora.
Gentile, dolce, amorevole.
Innamorata, sì, totalmente.
Tanto che quel "ti amo" l'aveva pronunciato con tutta la naturalezza del mondo.

Avevo dimenticato quanto fossi bello...
Non so spiegarti quanto io sia felice in questo momento.


Aggiunse, rialzandosi per potersi sedere sul letto, magari questa volta con lui accanto.

Scusa se non ho risposto alle tue ultime lettere... volevo farti una sorpresa.
Ci sono riuscita?


Domandò, lasciandosi scappare anche una piccola, breve risata.
Poi, lo sguardo passò sull'asciugamano che indossava.
Tornò su di lui, quasi imbarazzata ora.

Ho fatto una doccia mentre ti aspettavo... ti dispiace?

Gli chiese.
In fondo, era pur sempre camera sua, quella.
Allungò le mani, per cercare quelle del compagno.
Aveva bisogno di un contatto fisico con lui, anche minimo.
Le serviva quanto l'aria che respirava.
Fuori dalla finestra, una piccola folla si era radunata.
Tanti uccellini di specie diverse.
Colibrì, pettirossi, cinciallegre, passerotti.
Persino un paio di corvi.
E fissavano lei.
La Sempreverde.
Lindë occhieggiò Irvyne, per capire se se ne fosse accorto.
E nel caso, che tipo di reazione stesse avendo.

Ho... ho così tante cose da raccontarti che non so nemmeno da che parte cominciare...
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Messaggioda Irvyne » 10/07/2013, 14:34

Irvyne!!

Certo, era normale che ipotizzasse di trovare una Lindë molto felice di rivederlo, talmente felice, si, da permettersi anche un dolce e delicato sorriso dei suoi, di quelli che lui sapeva bene provenivano dal più profondo del cuore.
Mai però si sarebbe trovato abbastanza preparato dal sorriso che invece, radioso, cristallino, splendente, gli mostrò la ragazza, come se provenisse da un altro mondo, come se appartenesse ad un'altra realtà, un'altra dimensione.
Era forse la gemella estroversa? Quella con i capelli corti? Magari Irvyne stava tradendo la sua Lindë senza nemmeno saperlo.
Poi però, quando ascoltò ancora una volta la sua voce che esprimeva tutto quell'amore talmente bene, e quel battito forte al centro del petto che pompava sangue all'impazzata, non poté rifiutarsi di guardare in volto la realtà e guardare negli occhi lei, la più bella di tutte.
Le palpebre si fecero più aperte quando in un grande slancio gli si gettò addosso, facendolo cadere all'indietro, ritrovandosela sopra, con quell'asciugamano che, mosso troppo dal movimento, si sciolse lasciandola praticamente nuda e perfetta, adagiata al professore.
Una situazione ambigua, una di quelle situazioni che capitavano nei racconti d'amore babbani, quando un uomo e una donna si volevano troppo ma non lo potevano accettare, ed in momenti come quelli si lasciavano andare al desiderio e si baciavano.
Per loro due invece, nessun racconto contrastato, nessun destino avverso, nessun amore da scoprire: erano consapevoli, erano vivi ed erano intenzionati a non lasciarsi mai.
La mano dell'uomo, forse inizialmente un poco timida, si avvicinò alla schiena di Lindë, posandosi in una piccola carezza, ed il brivido che sentì al basso ventre fu normale, umano, comprensibile ed intercettabile sopratutto da lei.
Però ora come ora non riusciva a concentrarsi sul chiedere scusa, troppo presa da quel sorriso troppo preso dal rimanere ancora un poco a bocca aperta, incapace di spiegarsi un cambiamento così radicale.
Quella stessa bocca aperta che indusse la professoressa ad avvicinarsi con il volto per baciarlo, catturarne ed assaporarne le labbra, dolcissime, buone come non mai, quella saliva che appariva come acqua fresca, e lui non beveva da più di un anno ed aveva tanta, tanta sete di quella linfa prelibata, eh si, perché riferito alla Terran Verdigris solo di linfa si poteva parlare, anche se lui questo per il momento non lo sapeva.
La mano si strinse di più, l'altra allacciata con la sua, poi si distanziò sussurrando un altro tenero eco di gioioso trasporto.

Ti amo... non puoi capire quanto mi sei mancato.

Sei così cambiata, così diversa... Risplendi più di tutte le stelle del firmamento... Io... Ti amo anche io Lin!

Quel nomignolo che soltanto lui le dava.
"Lin", la sua Lin era non solo tornata, ma era tornata felice, più autentica, irradiata di preziose scintille di vita.
Allora era vero che fosse speciale, ma non aveva alcun dubbio in merito, lui ne era sicuro, ne era certo.
Quando l'anno scorso gli disse che la Gilda Terran esisteva e che ne sarebbe divenuta la Guida, a stento gli era preso un infarto.
Quella verità per lui non era solo una gigantesca scoperta a livello magico mondiale, ma inoltre rappresentava anche la dimostrazione che i suoi presentimenti riguardo la compagna erano più che fondati e reali.
La Vilvarin nascondeva un tesoro così tanto prezioso da impressionare anche il più impassibile degli uomini, considerando poi che lui così impassibile non era, ci si poteva immaginare quanto fosse rimasto impressionato ed emozionato da quella realtà, quella verità ancestrale.

Avevo dimenticato quanto fossi bello...
Non so spiegarti quanto io sia felice in questo momento.
Scusa se non ho risposto alle tue ultime lettere... volevo farti una sorpresa.
Ci sono riuscita?


Molto... Molto di più... Sei riuscita a farmi reinnamorare di te una seconda volta...

'Sta volta fu lui a trascinarla verso di se, per darle ancora un bacio, per assaporare nuovamente le sue labbra morbide come seta, o forse sarebbe stato meglio dire come le lisce foglie verdi della Primavera, ma non era importante, non adesso, adesso desiderava solo assaggiarla di nuovo.
Le mani le cinsero i fianchi, delicate ma allo stesso tempo forti, calde, possessive, magari anche con un piccolo che di erotico, vista anche l'eccitazione che innegabile cresceva in lui e su di lui, e quell'attimo durò forse ancora qualche minuto, intenso, meraviglioso, romantico.
Al termine di esso, i loro occhi si abbracciarono, intrisi di sentimento ed emozioni, indescrivibili a parole mostrabili solo nei gesti, nei fatti.
Piangeva ancora l'uomo, non ce la faceva a fermare l'inceder delle lacrime, piccole, sottili, non come quelle di un bambino triste, ma di un uomo felice, un marito pronto ad avere accanto la sua sposa, finalmente.

Ho fatto una doccia mentre ti aspettavo... ti dispiace?

Tutto ciò che è mio, ti appartiene di diritto... Come il cuore, come l'anima, così la mia camera e le stanze al suo interno.

Sempre molto dolce nei suoi confronti, lasciò che ella lo conducesse al proprio fianco, seduti sul letto.
L'asciugamano ancora al terreno e Lin che non si poteva forse nemmeno capacitare di quanto nuda avesse un effetto deleterio sull'autocontrollo dell'astronomo, per questo egli prese l'oggetto di morbida spugna bianca, avvolgendolo attorno alla compagna, limitando la propria vista.
Una volta preso posto, l'Erbologa cercò le sue mani e di certo egli non le negò, anzi, le prese subito e le strinse, esattamente come prima, riempiendole con altri dieci o forse venti baci, socchiudendo le palpebre, di nuovo sognante, in adorazione di lei.
Era il più bel giorno della sua vita, no, nessuno avrebbe mai potuto battere fino a quel momento un pomeriggio simile.
Forse solo quello del loro matrimonio, ma non era ancora giunto... E Irvyne sperava che giungesse davvero molto, molto presto.

Ho... ho così tante cose da raccontarti che non so nemmeno da che parte cominciare...

Potresti cominciare da questo tuo magico cambiamento improvviso...
Ti ho accettata ed amata così com'eri anche prima, ma ammetto che vederti sorridere è stato uno spettacolo senza precedenti...
Diventare un Capo ti ha... Scosso così tanto lo spirito?
Ammetto che un fil di gelosia, che allora in tal caso mi sarebbe piaciuto essere io il primo a compiere una simile impresa...


Ma anche se geloso non mostrava tristezza o fastidio in quelle parole, anzi, sorrideva, in parte divertito, in parte innamorato, in parte suo, anzi no, lui era tutto suo, non c'era nulla che non facesse parte di lei o che non volesse farne parte.
Mentre la lasciava parlare le baciava la spalla, poi un poco il collo ed anche la guancia, premuroso e amorevole.
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Messaggioda Lindë » 10/07/2013, 21:18

Lindë gli si lanciò addosso, sì.
Non si curò di nulla, tantomeno dell'asciugamano aperto.
Era la sua compagna.
Lui era il suo uomo.
Perché avrebbe dovuto provare vergogna nel farsi vedere nuda?
No, nessun imbarazzo, solo la voglia di baciarlo e stringerlo.
La sua mano sulla schiena la fece rabbrividire.
La sua bocca sulla propria la fece volare.

Sei così cambiata, così diversa... Risplendi più di tutte le stelle del firmamento... Io... Ti amo anche io Lin!

Sorrise, sorrise radiosa nel sentire quel nomignolo.
Irvyne era l'unico a poterla chiamare così.
Sentire la sua voce che le parlava era una gioia indescrivibile, per l'Erbologa.
In quel momento, comprese che ne era valsa la pena.
Era valsa la pena rimanere lontani un anno, stare a così tanta distanza.
Era valsa la pena fare forza su se stessa per cambiare e migliorare.
Era valsa la pena lottare per tutto questo, per ciò che ora poteva dargli.
Era diventata migliore, e non solo per sé.
Anche per lui.

Molto... Molto di più... Sei riuscita a farmi reinnamorare di te una seconda volta...

Lo baciò di nuovo.
Con trasporto, con amore.
Con consapevolezza.
Sentiva la sua erezione premere contro la sua pelle, ma non le importava.
Avrebbe fatto l'amore con lui per tutta la notte, avrebbe anche saltato la cena.
Ma dopo.
Per ora, baciarlo e parlare con Irvyne era ciò che più le interessava.
E guardarlo negli occhi.
Com'erano belli ed espressivi.
Era come se solo ora, ora che era libera di essere se stessa, si riuscisse a rendere conto di cose come quella.
L'aveva sempre trovato un bell'uomo.
Ricordava di averglielo detto anche al loro primo incontro.
Anzi, al secondo.
Al primo si era comportata malissimo.
Ma solo ora se ne rendeva conto davvero.
Come se prima avesse avuto un velo di fronte agli occhi che, ora, si era tolto.
E Lindë poteva vedere bene come non mai.

Amore, non piangere...

Sussurrò la donna, nel notare le sue lacrime.
Dolce, nel tono.
Innamorata, più di tutto.
Con la mano libera andò a raccoglierle, asciugandogli le guance.
Si sentiva completa, finalmente.
Ripensò alle parole di Raiden, alle sue incertezze.
Mentalmente, scosse il capo.
Nessun Terran, nessuno, sarebbe stato perfetto per lei quanto Irvyne.

Tutto ciò che è mio, ti appartiene di diritto... Come il cuore, come l'anima, così la mia camera e le stanze al suo interno.

Meno male.
Mi andava proprio di rilassarmi un po' mentre ti aspettavo, e poi così il tempo è passato più velocemente.


Ammise lei, mentre si risedevano sul letto.
Uno di fronte all'altra.
Irvyne, da gentiluomo quale era, le rimise addosso l'accappatoio.
Lindë lo ringraziò con un dolce sorrise.
Le mani furono di nuovo intrecciate, vicine.
Lasciò che lui le baciasse, lasciandosi scappare un sospiro.
Eppure, erano ancora troppo lontani per i suoi gusti.
Lo voleva più vicino ancora.
Per questo lo attirò a sé, così da farlo sdraiare sul letto.
Gli fece aprire le gambe, e si accoccolò in mezzo ad esse, leggermente inclinata di lato.
Così aveva una spalla appoggiata al suo petto, e la possibilità di guardarlo comodamente negli occhi.
Il corpo del compagno poteva avvolgerla.
Era una sensazione oltremodo stupenda.

Potresti cominciare da questo tuo magico cambiamento improvviso...
Ti ho accettata ed amata così com'eri anche prima, ma ammetto che vederti sorridere è stato uno spettacolo senza precedenti...
Diventare un Capo ti ha... Scosso così tanto lo spirito?
Ammetto che un fil di gelosia, che allora in tal caso mi sarebbe piaciuto essere io il primo a compiere una simile impresa...


Prima dimmi se ti piaccio coi capelli corti... non sono mai stata troppo attenta a certe cose, ma m'importa di sapere il tuo giudizio.
Allora, che ne pensi?


Gli domandò subito Lindë.
Con le labbra, intanto, gli posò un piccolo bacio sul collo.
Poi lo fissò, speranzosa.
Ovvio che pregava di piacergli.
In fondo, non le importava il giudizio di nessun altro.
Non così tanto, almeno.
Le aveva fatto piacere che Typhon apprezzasse.
Ma Irvyne, ovviamente, era tutta un'altra cosa.

Il cambiamento... beh, non è stato solo merito dello stare tra i Terran.

Proseguì poi, poco più seria.
Era giusto che lui sapesse.
Ma come l'avrebbe presa?

Indubbiamente vivere a contatto con loro mi ha aiutata tanto... è stato come entrare nuovamente a far parte della famiglia che avevo perso: col passare del tempo mi sono affezionata a tutti loro, ho imparato a conoscerli, e mi sono abituata a stare in mezzo alle persone, ad apprezzarne la compagnia.
Però...


Si bloccò, notando dei rumori alla finestra.
Gli uccellini sembravano richiedere la sua attenzione.
Come alle Serre.
Lindë si mordicchiò il labbro, poi posò lo sguardo su Irvyne.

Ehm... possiamo farli entrare?

Gli domandò titubante.
Con l'indice della mano sinistra indicò la finestra, e dunque gli uccellini.
Nel caso lui non se ne fosse accorto.
Se Irvyne l'avesse aperta, alcuni volatili si sarebbero appoggiati sulla testa del letto.
Altri, più coraggiosi, vicino a lei, in cerca di una carezza.

Scusa... mi succede sempre.
Anche prima, alle Serre.


Spiegò un po' imbarazzata.
Eppure le faceva piacere ricevere quelle visite.
Si sentiva una madre per ogni creatura terrena e del cielo.
E non poteva essere altrimenti.
Aveva la Terra e il Vento, dentro di sé.

Dicevo... è successa anche un'altra cosa.
Al termine di questi dodici mesi, ho affrontato la prova ufficiale per diventare la Terran Verdigris... e l'ho superata.
Ho incontrato il fantasma di Windam, la Creatrice originaria della Gilda... e lei mi ha fatto un dono.


Si fermò un momento, riprendendo fiato.
Quella sì che sarebbe stata una bella rivelazione.
Ancora si doveva abituare all'idea di ricordare tutto.

Mi ha ridato i miei ricordi.
Ora ho di nuovo la mia memoria, Irvyne, al cento per cento.
E sono a tutti gli effetti la nuova Sempreverde della Gilda Terran.


Gli rivelò.
E come gli aveva scritto, nell'anno prima, non era sicuro che ci diventasse.
Se non avesse superato la prova finale, non ne sarebbe stata degna.
Ma così non era stato.
Ce l'aveva fatta.
Aveva dimostrato di meritare quel titolo, e quella posizione.
Aveva dimostrato di essere la degna erede di Windam e Pryce.

Voglio che tu sappia che questo non cambia nulla, tra noi... anche se ora i miei impegni sono diversi, e ho una Gilda da guidare... sappi che ti amo più di prima, e che voglio stare con te, come quando sono partita.
Non ho fatto altro che pensarti, in ogni momento libero...


Aggiunse.
Si sporse, per cercare le sue labbra.
Se le avesse trovate, le avrebbe baciate dolcemente, con delicatezza e amore.

Il mio cuore appartiene alle piante, e alla Gilda...
Ma la mia anima appartiene a te.
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Messaggioda Irvyne » 12/07/2013, 18:21

Prima dimmi se ti piaccio coi capelli corti... non sono mai stata troppo attenta a certe cose, ma m'importa di sapere il tuo giudizio.
Allora, che ne pensi?


Di base il mio giudizio non è molto attendibile, gioia dei miei occhi...
Però posso dire che ti donano sia lunghi che corti, un pari merito più che soddisfacente.
Forse questa acconciatura ha il maggiore merito di incorniciare meglio il tuo bellissimo viso, Lin.


Con una mano andò a spostare una ciocca di capelli scuri ribelle che pareva fare i capricci, frapponendosi tra l'occhio destro della ragazza e la vista del compagno. Si, di certo non gli veniva semplice osservarla in quell'ottica, in quello stile completamente nuovo, ma Irvyne non era mica un anziano incapace di sapersi adattare, ed anzi, fu molto sincero nell'esprimere l'apprezzamento verso quel taglio, sorridendole con lo stesso identico trasporto con il quale l'aveva salutata un anno prima, senza mai perdere speranza, amore, sentimento.
Ora che l'aveva al proprio fianco, percepiva il cuore scoppiare in petto, carico di tutti quanti i possibili risvolti che la malinconia positiva poteva riservargli, dai sussulti all'anima al bisogno di sentirla il più vicina possibile a se, per baciarla e assaporare il suo profumo delizioso.
Nonostante questo, poi, la Vilvarin appariva più audace, permettendosi anch'ella di dargli qualche piccolo bacio sul collo, sulla guancia, molto più spontanea e naturale di prima; un cambiamento radicale che necessitava qualche piccola spiegazione, che lei non esitò a disporre.

Il cambiamento... beh, non è stato solo merito dello stare tra i Terran.

Non mi dire?!
Ti prego prosegui, stimoli la mia curiosità in tal modo...


Indubbiamente vivere a contatto con loro mi ha aiutata tanto... è stato come entrare nuovamente a far parte della famiglia che avevo perso: col passare del tempo mi sono affezionata a tutti loro, ho imparato a conoscerli, e mi sono abituata a stare in mezzo alle persone, ad apprezzarne la compagnia.
Però...


Uhm?
... Oh ma, e quella simpatica compagnia di volatili?
Stanno forse cercando te?


Ehm... possiamo farli entrare?

Ma certamente, i tuoi amici sono miei amici, figurati... Anche se, beh, rimango un poco sbalordito...

L'astronomo si alzò in piedi, avvicinandosi alla finestra dove c'erano tutti quei pennuti appollaiati che sbattevano le ali e beccavano il vetro.
Arrivato davanti a loro, si rese conto che distintamente gli occhi delle creature erano totalmente rivolti a lei, all'erbologa.
Non dovette attendere molto per capacitarsi dell'affetto che gli uccelli avevano per la ragazza, infatti non appena si azzardò ad aprire la prima anta della finestra, si accalcarono in massa volendo ognuno arrivare prima degli altri, volando dritti in sua direzione, sistemandosi chi con le zampe sul letto, chi ai suoi piedi, chi sul braccio, chi sulla spalla.
La cosa assurda in più, era che un piccolo colibrì sembrava quello più agguerrito e geloso di tutti, saltellando da una parte all'altra del corpo di Lin emettendo dei versi minacciosi come ad invitare tutti quanti a stare indietro di qualche passo, possessivo più che mai.

Immagine

Il piccoletto ha molta energia da vendere eh!?
Sembra volerti molto bene... Non che gli altri lo dimostrino poco, però lui sembra una spanna sopra di loro, è giusto?


Chiese sinceramente curioso di quello strano rapporto e legame che la compagna aveva nei confronti delle creature volanti.
Non sapeva ancora che in realtà un simile comportamento lo tenevano anche quelle terrestri ma una cosa alla volta, almeno con il tempo Lin l'avrebbe preparato in maniera adeguata a raffrontarsi anche con certe novità sbalorditive.
Si, perché in effetti l'occhio e l'espressione di Irvyne erano sbalorditi, davvero senza risposte, perché andava contro ogni legge comportamentale della natura, legge che lei, la donna seduta sul suo letto, aveva sovvertito completamente.
Non potendo più usufruire del letto, l'uomo prese la poltroncina vicina alla porta del bagno, portandola fino a circa un metro dall'erbologa, sedendosi ed afferrandole un piede, iniziando a massaggiarlo e carezzarlo, almeno era un modo per poterla sfiorare non potendole essere troppo accanto, vista la stragrande concorrenza affettiva in atto.

Scusa... mi succede sempre.
Anche prima, alle Serre.


Non ti devi scusare, sono certo che avrai una spiegazione anche per questo e sai che in quanto studioso sarò molto ansioso di ascoltarla... Mi reputo uno scienziato delle stelle ma in realtà mi appassiona ogni tipo di fonte informativa, lo sai bene.
Vai pure avanti, ti ascolto, amore mio...


Dicevo... è successa anche un'altra cosa.
Al termine di questi dodici mesi, ho affrontato la prova ufficiale per diventare la Terran Verdigris... e l'ho superata.
Ho incontrato il fantasma di Windam, la Creatrice originaria della Gilda... e lei mi ha fatto un dono.


CHE COSA?
... Oh, scusami... Scusatemi vi prego, scusatemi davvero, non intendevo spaventarvi...


L'esclamazione venne naturale: lei aveva incontrato lo spettro della creatrice della Gilda, assurdo!
La donna il quale ingegno e carisma avevano permesso la costituzione di organizzazione naturale segreta vigente dopo secoli e secoli.
Una persona illustre, una mente eccelsa ed eccellente, capace di donare consigli preziosissimi al genere umano.
Eppure, la propria compagna parlava di quell'incontro come se avesse rivisto una vecchia amica dopo molto tempo e nulla più.
Diventare la Sempreverde forniva una così grande calma dell'essere e consapevolezza dell'incommensurabile?
Tutti gli uccelli al suo alzare la voce si voltarono fissandolo appena spaventati, facendo dei passi indietro o nascondendosi dietro la donna.
Ma tanto le sorprese non erano mica finite lì.

Mi ha ridato i miei ricordi.
Ora ho di nuovo la mia memoria, Irvyne, al cento per cento.
E sono a tutti gli effetti la nuova Sempreverde della Gilda Terran.


Quella si che era un'altra botta molto forte.
Per qualche secondo le sue mani smisero di massaggiarle il piede, sintomo che era come se qualcosa si fosse bloccato in lui.
Uno spettro, un comune fantasma non possedeva poteri particolari, non aveva capacità ulteriore a parte attraversare i muri.
Invece Windam, questo il nome della creatura gassosa, aveva fatto un piccolo miracolo, conferendo nuovamente i ricordi a Lin.
Dunque un fantasma con dei poteri, con delle peculiarità diverse da ogni altro... Stupefacente, incredibile... Emozionante!

Mi... Mi potresti dire di più su questo spettro?
Sarebbe davvero magnifico per me poter stilare una specie di ricerca personale e sintesi dei fantasmi dotati di poteri.
Oppure anche questo deve rimanere un segreto?
Credi che solo quello specifico spirito sia in grado di certe meraviglie?
... Per di più, cosa hai ricordato?
Ci sono fatti che è importante che io sappia o che vuoi comunque raccontarmi?


Voglio che tu sappia che questo non cambia nulla, tra noi... anche se ora i miei impegni sono diversi, e ho una Gilda da guidare... sappi che ti amo più di prima, e che voglio stare con te, come quando sono partita.
Non ho fatto altro che pensarti, in ogni momento libero...


... Lo stesso vale per me, amore... Non ho fatto altro che pensare...

Un piccolo bacio sul dorso del piede, poi uno su ogni dito, con dolcezza.
Infine la guardò dritto negli occhi.
Gli animali facevano più silenzio quasi comprendendo la natura importante di quel nuovo discorso tra i due fidanzati.

... A colei che accettò al tempo di essere la mia futura sposa...

Il mio cuore appartiene alle piante, e alla Gilda...
Ma la mia anima appartiene a te.


... Questo significa forse... Che sei ancora intenzionata a tener fede a quella promessa?
Vuoi essere mia moglie, Lindë Vilvarin?
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Messaggioda Lindë » 12/07/2013, 18:48

Di base il mio giudizio non è molto attendibile, gioia dei miei occhi...
Però posso dire che ti donano sia lunghi che corti, un pari merito più che soddisfacente.
Forse questa acconciatura ha il maggiore merito di incorniciare meglio il tuo bellissimo viso, Lin.


Beh, sai come si dice, no?
Quando ad una donna succede qualcosa di particolarmente importante per la sua vita, è il momento di cambiare acconciatura!


Non che lei ci avesse mai fatto caso a quelle cose.
Solitamente, anzi, li raccoglieva.
Erano più comodi così, per lavorare.
E poi che senso aveva acconciarsi in un senso o nell'altro?
Alle piante mica interessava se li aveva lunghi o corti, lisci o raccolti.
Ma questa volta era diverso.
L'aveva fatto per se stessa.
Per coccolarsi un po'.
Ed anche un po' per lui, sì.
Doveva ammettere che aveva anche pensato ad Irvyne.
A come stupirlo, anche fisicamente.
E che fosse stupito, era evidente.
Lindë poteva leggerglielo negli occhi, anche senza che lui parlasse.
Era così felice di vederlo...
Ma aveva tante cose da raccontargli.
Iniziò a farlo, cercando di parlare piano, lentamente.
Non voleva che il compagno si perdesse qualche passaggio.
Dovette però fermarsi poco dopo.
Qualcuno richiedeva la sua presenza.
In realtà la richiedevano un bel po' di persone.
No, anzi, uccellini.
Che poi per lei avessero la stessa importanza delle persone, era un altro discorso.
Notandolo, con un po' d'imbarazzo, Lindë chiese all'uomo di poterli far entrare.
Era la sua stanza, era giusto chiedere il permesso.
E tuttavia stava male al pensiero di quei piccoli che non potevano raggiungerla.

Ma certamente, i tuoi amici sono miei amici, figurati... Anche se, beh, rimango un poco sbalordito...

Lo capiva.
E anzi, ancora non aveva visto niente.
Quegli uccellini, a confronto del resto, erano ben poca cosa.
Appena la prima anta della finestra fu aperta, venne il caos.
Gli uccellini si accalcarono in massa, uno sull'altro, per riuscire a passare prima.

Buoni, buoni!
C'è spazio per tutti!


Cercò di calmarli Lindë.
Non voleva certo che si facessero male.
Si appollaiarono ovunque.
Sui cuscini, sul materasso, su di lei.
E tra loro, ovviamente, il suo piccolo colibrì geloso.
Rise di gusto, Lindë, nel notare come minacciava gli altri.
Quant'era dolce.

Il piccoletto ha molta energia da vendere eh!?
Sembra volerti molto bene... Non che gli altri lo dimostrino poco, però lui sembra una spanna sopra di loro, è giusto?


Sì, lui è proprio mio.
Si chiama Gaoth.


Perché gli altri animali erano liberi.
In realtà era sicura che, se l'avesse chiesto loro, sarebbero diventati tutti suoi famigli.
Ma non poteva certo permetterselo.
E poi, voleva loro molto bene anche così.

Gaoth, lui è Irvyne.
E' la persona speciale di cui ti ho parlato.


Sussurrò all'animale, con un sorriso dolce.
Certo che gli aveva parlato di lui.
E come avrebbe potuto non farlo, quando lo pensava ogni giorno?
La cosa sicura, era che con tutti quegli uccellini, Irvyne dovette ripiegare sulla poltrona.
Questo portò Lindë a chiedergli scusa.
In fondo era pur sempre camera sua.

Non ti devi scusare, sono certo che avrai una spiegazione anche per questo e sai che in quanto studioso sarò molto ansioso di ascoltarla... Mi reputo uno scienziato delle stelle ma in realtà mi appassiona ogni tipo di fonte informativa, lo sai bene.
Vai pure avanti, ti ascolto, amore mio...


Iniziò così a parlare.
Tralasciò la prima parte, quella sugli animali, e si concentrò sul resto.
Ad esempio sull'aver conosciuto Windam.
Informazione, quella, che lo fece scattare incredulo.

CHE COSA?

Chiaro che quell'esclamazione spaventò gli uccellini.
Si rifugiarono dietro di lei, zampettando terrorizzati.
Lindë scosse il capo ed usò l'energia del Vento che scorreva dentro di sé per calmarli.

... Oh, scusami... Scusatemi vi prego, scusatemi davvero, non intendevo spaventarvi...

Va tutto bene, sentito?
Si è scusato, non l'ha fatto apposta.


Placati dall'energia e dalla voce della Sempreverde, gli uccellini tornarono quieti.
E così Lindë poté proseguire nel suo racconto.
Nello specifico, al dono fattole da Windam.
I suoi ricordi.
Quei tre anni che le erano stati cancellati, anche se per il suo bene.

Mi... Mi potresti dire di più su questo spettro?
Sarebbe davvero magnifico per me poter stilare una specie di ricerca personale e sintesi dei fantasmi dotati di poteri.
Oppure anche questo deve rimanere un segreto?


Sarebbe meglio che non si divulgassero troppe informazioni.
Sai che in teoria le Gilde sono considerate una leggenda.
Cercherò di dirti quello che posso, comunque.


Rispose Lindë, dispiaciuta di non potergli dire di più.
E al tempo stesso ben convinta di voler proteggere il segreto di Windam.
In fondo, si sentiva come una figlia, per lei.
E la rispettava come una madre.

Credi che solo quello specifico spirito sia in grado di certe meraviglie?

Credo che tutti e tre i fantasmi delle Gilde possano permettersi certe cose.
Ma purtroppo non posso darlo per certo.


Rispose ancora, ritenendo Ceres e Rayearth al pari di Windam.
E perché non avrebbe dovuto?
Loro mantenevano il Conflux, lo proteggevano.
Ovvio che fossero alla pari.

... Per di più, cosa hai ricordato?
Ci sono fatti che è importante che io sappia o che vuoi comunque raccontarmi?


Più che altro le mie ricerche.
Tutti i dati che avevo stilato.
E le amicizie strette, le persone conosciute.


No, non accennò a Sandyon Vastnor.
E non perché non si fidasse di Irvyne.
Voleva prima parlare col diretto interessato.
Spiegarsi, capire.
Forse, dopo, avrebbe raccontato al compagno tutta la verità.
Ma nel frattempo, era giusto che lui sapesse.
Che sapesse che lei non aveva fatto altro che pensarlo.
Gli era mancato da morire, al pari delle sue piante alle Serre.
E per una come Lindë Vilvarin, voleva dire molto.

... Lo stesso vale per me, amore... Non ho fatto altro che pensare...
... A colei che accettò al tempo di essere la mia futura sposa...


Amore...

Sussurrò solo Lindë.
E come altro avrebbe potuto chiamarlo?
Lui possedeva il suo cuore.
Fin dal primo momento.
E così sarebbe stato sempre, lo sapeva.
Per questo glielo disse, lo precisò.
Irvyne era la sua anima.

... Questo significa forse... Che sei ancora intenzionata a tener fede a quella promessa?
Vuoi essere mia moglie, Lindë Vilvarin?


Lo fissò negli occhi, emozionata.
Gli uccellini si spostarono da lei, quasi avessero compreso le sue intenzioni.
Anche Gaoth, a malincuore, andò ad appoggiarsi sullo stipite del letto.
Lindë, dal canto suo, si alzò in piedi.
Si avvicinò ad Irvyne, sedendosi poi sulle sue gambe.
E in tutto questo, non smise mai di guardarlo negli occhi.

... sì, Irvyne Trigger.
Voglio essere tua moglie, ora e per sempre.


Sussurrò emozionata, con una piccola lacrima di gioia che le colava lungo la guancia.
Sì, sapeva anche piangere per i bei momenti, adesso.
Posò le labbra sulle sue, baciandolo dolcemente.
Eppure, con trasporto.
Sentiva il cuore scoppiarle di felicità.
Fece durare quel contatto a lungo.
Poi, si scostò dolcemente da lui.
Sorrise.

E tu sei pronto a sposare la Sempreverde?
Guarda che ti dovrai abituare agli animali di cielo e terra che fanno come loro tutto il tempo...


Gli domandò, indicando gli uccellini che ora cinguettavano.
Come se avessero capito.
Come se fossero contenti per lei.
Sorrideva, come se stesse scherzando.
... in realtà nemmeno poi così tanto.
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Messaggioda Irvyne » 14/07/2013, 20:50

Credo che tutti e tre i fantasmi delle Gilde possano permettersi certe cose.
Ma purtroppo non posso darlo per certo.


Beh, certo, se avevano tutti e tre la stessa importanza, allora si, ovviamente ogni spettro avrebbe saputo fare quello che faceva l'altro.
Magari tali poteri erano riconducibili al proprio elemento e ciò poteva comportare differenti tipologie di prodigi ma stava di fatto che alla base sia il fantasma di Windam che quello di Rayeheart o Ceres possedeva delle capacità straordinarie, mantenute anche dopo la morte.
Cosa dava la possibilità ad uno spettro di ascendere ad un livello superiore?
E sopratutto loro tre erano riuscite ad arrivare alla soluzione già in vita oppure il tutto è accaduto dopo la morte, per un volere superiore?
Ecco che tutte le miriadi di domande degne di uno studioso quale era Irvyne saltavano fuori all'improvviso, prepotenti e bisognose di luce.
Cosa non avrebbe dato per poter camminare nello stesso territorio dei Terran, ammirare le loro usanze, le loro culture e i loro incantesimi.
Parlare con loro, scambiare quattro chiacchiere chiedendo la propria visione del mondo e della natura, delle stelle, della religione.
Quanti concetti diversi dovevano celarsi tra le menti dei maghi e quelle dei facenti parte delle Gilde e lui no, non aveva in nessun modo l'onore di studiare tutto quanto, relazionando in un diario o in degni appunti.
Aveva davanti a se il Capo di una delle tre corporazioni, ma esso, per chiari motivi di comando e segretezza non poteva rivelare molto a proposito, dovendo dare il buon esempio ad ogni altro suo confratello e quindi si tornava di nuovo punto e a capo.

Più che altro le mie ricerche.
Tutti i dati che avevo stilato.
E le amicizie strette, le persone conosciute.


Ciò significa che la tua cultura in campo erbologico è aumentata nell'arco di pochissimi secondi, dico bene?
Affascinante... Assolutamente incredibile!
Ricordi volti di persone alle quali eri affezionata e sai dove trovarle?
Ammetto che il dono che hai ricevuto è stato per te il più indicato Lin, Windam ha intuito subito ciò che era meglio per te!


Da lì in poi, il momento cambiò del tutto passando da un lato curioso e narrativo ad uno romantico e sensibile.
La ragazza si alzò in piedi, chiedendo silenziosa a tutti gli ospiti in stanza di allontanarsi e permetterle di muoversi, camminando fino al proprio uomo, mettendosi a cavalcioni su di lui, senza intenti maliziosi o altro ma solo per guardarlo negli occhi con maggiore comodità.
Commossa dalle parole precedenti del professore, la Vilvarin sentì forse per la prima volta quel tuffo al cuore così forte da spingerla a commuoversi, piangendo di gioia per la velata notizia sul non aver atteso in vano quell'anno così intenso e quasi infinito.
Da una parte, magari, era terrorizzata all'idea che lui fosse andato avanti, che non l'avesse voluta più, troppo stanco di attendere e con tutta quanta la vita davanti per trovare, a pensiero della docente, altre mille ragazze meglio di lei.
Mentre invece ciò che non capiva era che Irvyne non poteva più immaginare la sua esistenza accanto a nessun altra, non vedendo nessun altra bella quanto lei, sia dentro che fuori, sia mentalmente che fisicamente, nell'anima e nella fisionomia.
L'uomo mosse il capo all'insù, per fissarla, come incantato da cotanta meravigliosa perfezione in un viso umano ed accolse quel bacio come fosse una specie di benedizione, come se non ne avesse mai abbastanza.

... sì, Irvyne Trigger.
Voglio essere tua moglie, ora e per sempre.
E tu sei pronto a sposare la Sempreverde?
Guarda che ti dovrai abituare agli animali di cielo e terra che fanno come loro tutto il tempo...


Lindë tentò di spostarsi, di togliersi da sopra di lui per tornare a sedere sul letto ma le mani del ragazzo le afferrarono subito i fianchi, cercando di bloccarla e farla rimanere dove si trovava.
Egli scosse il capo lentamente, con aria tra il triste e il malinconico, convinto di non volerla lasciare andare, come se avesse paura che se l'avesse fatto, lei sarebbe andata via di nuovo da lui, per un altro anno, anche se sapeva benissimo che era impossibile.
Lei sorrideva e lui sorrise lentamente in risposta, avvicinando la guancia al suo petto, ascoltando i battiti cardiaci: una melodia stupenda.
Respirava il suo odore, così buono e avvolgente, che aveva perso tutto del docciaschiuma ed era tornato solo l'autenticità della pelle di lei.
Non c'era nulla che facesse parte dell'erbologa della quale lui non fosse perdutamente innamorato.

Non volerti più sposare per un aumento di responsabilità sarebbe da vigliacchi.
Il coraggio che trovo nell'accettare ogni cosa, ogni novità, basta che sia assieme a te... E' frutto dell'amore e della speranza.
Lin... Non so se lo hai mai realmente compreso appieno ma... Qualora morissi per un qualunque motivo e qualcuno lassù mi concedesse un ultimo desiderio... Chiederei di potermi reincarnare o in una molecola d'acqua o in un raggio di Sole, in modo da poter aiutare la vita o illuminare ciò che per te è più caro al mondo... Perché quello a cui tieni tu, diventa per me il tesoro più prezioso, dopo il tuo cuore.


E istintivamente le mani che la tenevano per i fianchi si allungarono trasformando quella presa in un abbraccio, facendo energia perché la sua futura sposa si abbandonasse addosso a lui, incurvandosi appena avanti con la schiena, attaccandosi come due pezzi di un puzzle perfetto.

... Dimmi solo quando, al resto penserò io...
... Non voglio appesantire la Sempreverde con altri impegni...
... Hai tante cose da fare adesso ed io voglio essere per te l'uomo sul quale potrai sempre fare affidamento per non cedere mai.


No, non le avrebbe fatto muovere un muscolo, doveva solo scegliere la data e poi null'altro, solo preoccuparsi dei suoi nuovi impieghi.
A dire il vero inoltre, c'era da pensare anche al fatto che per via del suo passato carattere, la ragazza non era riuscita a crearsi molte amicizie femminili nell'area del castello e in qualunque altra area conosciuta e questo un poco smorzava l'idea riguardo al fatto che la sposa solitamente si faceva aiutare a trovare il vestito adatto per le nozze da un'amica e dopo era la suocera a pagare il conto.
Ma il professor Trigger sembrava aver pensato in un certo senso anche a quello.

E inoltre, vorrei che non andassi da sola a scegliere l'abito... Mi piacerebbe ti accompagnasse una ragazza a me molto cara, Alexis Parker, ti ricordi di lei?
Sono sicuro che potreste essere ottime amiche e adesso che non è più una studentessa e tu hai riacquistato te stessa e il sorriso, legare sarà più semplice, non credi?
Però prima di tutto... La mia Famiglia.
Finalmente la puoi conoscere, posso presentarti a loro!


E si sperava che quell'ultima notizia non fosse in grado di mandare nel panico anche l'intrepida e onorevole Capo Gilda Terran...
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Messaggioda Lindë » 14/07/2013, 23:21

Fosse stato per lei, gli avrebbe raccontato tutto.
Gli avrebbe parlato di Windam, dell'Albero Deku, dei Terran.
L'avrebbe anche portato al villaggio, facendoglielo visitare in ogni sua parte.
Ma non poteva.
Erano le regole, e lei di certo non le avrebbe messe in discussione.
Irvyne forse non avrebbe mai potuto osservare coi propri occhi quella realtà che ora apparteneva a Lindë.
Però avrebbe potuto viverla attraverso ciò che lei gli avrebbe raccontato.
E avrebbe cercato di essere il più esaustiva possibile, l'Erbologa.
Entro i limiti, certo.
Ma per fortuna, quelli per il Capo Gilda erano molto flessibili.
Intanto, però, poteva spiegargli cosa avesse comportato l'incontro con Windam.
Il recupero della sua memoria.
Quei tre anni che erano tornati da lei, non più oscuri ma ora chiari, fissi nella sua mente.
Le persone conosciute, i luoghi visitati.
Giles, seppur in realtà si trattasse di Vastnor.
Quel pensiero venne subito scacciato dalla mente di Lindë.
Doveva parlare con lui, ma in quel momento non ci voleva nemmeno pensare.
In fondo, aveva recuperato cose ben più importanti.
Come il lavoro di tre anni.
Le sue ricerche, le sue scoperte.
Tutto.

Ciò significa che la tua cultura in campo erbologico è aumentata nell'arco di pochissimi secondi, dico bene?
Affascinante... Assolutamente incredibile!
Ricordi volti di persone alle quali eri affezionata e sai dove trovarle?
Ammetto che il dono che hai ricevuto è stato per te il più indicato Lin, Windam ha intuito subito ciò che era meglio per te!


Sì... ricordo tutto.
Le persone, le conversazioni... e le scoperte, naturalmente.
E' incredibile pensare a tutto ciò che ho scoperto, in quei tre anni, e che avevo dimenticato.
Ora le mie ricerche potranno essere molto più complete, e potranno aiutare molte più persone...


Sorrise, radiosa, a quel pensiero.
Poter aiutare gli altri, migliorare le loro vite.
Non era per questo che studiava le piante, forse?
Che cercava di scoprire quanti più usi possibili di esse?
Ed ora, con tre anni recuperati, sarebbe stato tutto diverso.

Comunque sì... Windam ha subito compreso cosa mi servisse davvero.
Credo che lei possa leggermi l'anima... forse parla con la Terra ed il Vento che sono dentro di me, non lo so, ma... sono felice, perché in qualsiasi modo lei sia riuscita a comprendere cosa potesse essermi più utile, mi ha ridato una parte della mia vita che credevo di aver perso per sempre.


Aggiunse.
Sì, Terra e Vento.
Forse questo Trigger non poteva immaginarlo.
Non un solo Elemento, ma ben due, dentro di lei.
Fece un piccolo sospiro sollevata.
Ecco come si sentiva.
Sollevata.
Sollevata per aver portato Typhon sulla strada giusta.
Sollevata per aver recuperato la memoria.
E sollevata per aver avuto la conferma che Irvyne l'amava ancora, e che voleva sposarla
Si era avvicinata a lui, sedendosi sulle sue gambe.
Gli uccellini l'avevano fatta muovere, ed ora la fissavano curiosi.
Sentì le mani del compagno sui fianchi, e non si mosse.
Non l'avrebbe mai fatto, se lui avesse voluto tenerla vicino, accanto a sé.
Un brivido caldo le passò lungo la schiena quando Irvyne le posò la testa sul petto.
Averlo così vicino era bellissimo.
Quel contatto tra loro era bellissimo.
Lui era bellissimo.

Non volerti più sposare per un aumento di responsabilità sarebbe da vigliacchi.
Il coraggio che trovo nell'accettare ogni cosa, ogni novità, basta che sia assieme a te... E' frutto dell'amore e della speranza.
Lin... Non so se lo hai mai realmente compreso appieno ma... Qualora morissi per un qualunque motivo e qualcuno lassù mi concedesse un ultimo desiderio... Chiederei di potermi reincarnare o in una molecola d'acqua o in un raggio di Sole, in modo da poter aiutare la vita o illuminare ciò che per te è più caro al mondo... Perché quello a cui tieni tu, diventa per me il tesoro più prezioso, dopo il tuo cuore.


Sentì la sua presa farsi più salda.
Abbracciarla.
Si sporse in avanti.
Intrecciò le braccia dietro al suo collo.
Poggiò le labbra sui suoi capelli.
E rimase così, ferma.
Il respiro regolare, il battito del cuore accelerato.
Intorno a loro, solo il silenzio.
Quel momento era perfetto.

... Dimmi solo quando, al resto penserò io...
... Non voglio appesantire la Sempreverde con altri impegni...
... Hai tante cose da fare adesso ed io voglio essere per te l'uomo sul quale potrai sempre fare affidamento per non cedere mai.


Stava parlando sul serio.
Non c'era traccia di scherno nella sua voce.
Il loro matrimonio.
E voleva organizzarlo da solo.
Voleva pensare lui a tutto.
Per non darle pensieri, per non stressarla ulteriormente.

E inoltre, vorrei che non andassi da sola a scegliere l'abito... Mi piacerebbe ti accompagnasse una ragazza a me molto cara, Alexis Parker, ti ricordi di lei?
Sono sicuro che potreste essere ottime amiche e adesso che non è più una studentessa e tu hai riacquistato te stessa e il sorriso, legare sarà più semplice, non credi?


Come dimenticarla? E' anche la fidanzata di Typhon, ed è sempre stata una studentessa modello... mi piacerebbe poterla conoscere meglio.
Però...


Si fermò un momento, incerta.
Non sapeva come Irvyne avrebbe preso le sue parole.
Eppure non poteva certo cominciare a mentirgli proprio ora.
E poi, era sicura che lui avrebbe capito.
Lo faceva sempre.
E, in fondo, non era certo un capriccio, il suo.

Io non vorrei comprare un abito: vorrei... indossare quello di mia madre.
Quando, le sono comparsa davanti, dopo aver perso la memoria, ero un'automa, sembravo aver perso la voglia di vivere... e so che per i miei genitori, anche se non me l'hanno mai detto, è stato molto difficile superarlo.
Mi sono allontanata così tanto da loro... sono diventata un'estranea.
Posso solo immaginare quanto abbiano sofferto, ed ora che sono tornata completamente me stessa, mi perderanno di nuovo in un certo senso, perché apparterrò a qualcun altro... a te.


Sorrise appena, dolcemente.

E di questo sono molto, molto felice... ma vorrei dare loro una piccola gioia.
In fondo, non ho certo bisogno di chissà quale abito elaborato.
E poi vorrei che la cerimonia si svolgesse qui, vicino al Lago Nero... sotto l'albero sul quale siamo saliti per la prima volta insieme.


Romantica? Molto.
Lo era sempre stata.
Ma ora, finalmente, poteva mostrarlo a tutti.
Anche e soprattutto a lui.

Così potrò invitare anche i Terran, e poi credo sarà bello un ricevimento con gli studenti e i nostri colleghi.
Il 22 Aprile prossimo, tra l'altro: sarebbe la data che avrei scelto...
Che ne dici?


Gli domandò.
Tante informazioni, tutte insieme.
Ma sicuro mai tanto sconvolgenti quanto quelle prima.
E poi, forse, avrebbe fatto piacere anche a lui.
Una bella festa ad Hogwarts.
Avrebbero coinvolto tutti.
Sarebbe stato il modo perfetto per coronare una giornata perfetta già di suo.
Ma c'era ancora qualcosa, prima.
Qualcosa d'importante.
Qualcosa di essenziale.

Però prima di tutto... La mia Famiglia.
Finalmente la puoi conoscere, posso presentarti a loro!


La sua famiglia.
Certo, normale che volesse fargliela conoscere.
Sarebbe piaciuta ai genitori?
Normale chiederselo.
Lei l'avrebbe tanto voluto.
Sul viso passò un'ombra di preoccupazione.
Si strinse più forte a lui.
Poi, Lindë cercò i suoi occhi.

Hai già parlato loro di me?
Cosa... cosa sanno esattamente?


Titubante.
Incerta nel tono.
Sì, forse aveva un po' paura.
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Messaggioda Irvyne » 19/07/2013, 15:37

Come dimenticarla?
E' anche la fidanzata di Typhon, ed è sempre stata una studentessa modello... mi piacerebbe poterla conoscere meglio.
Però...


Uhm?
Che succede?
Qualcosa non va come vorresti, amore mio?


Io non vorrei comprare un abito: vorrei... indossare quello di mia madre.
Quando, le sono comparsa davanti, dopo aver perso la memoria, ero un'automa, sembravo aver perso la voglia di vivere... e so che per i miei genitori, anche se non me l'hanno mai detto, è stato molto difficile superarlo.
Mi sono allontanata così tanto da loro... sono diventata un'estranea.
Posso solo immaginare quanto abbiano sofferto, ed ora che sono tornata completamente me stessa, mi perderanno di nuovo in un certo senso, perché apparterrò a qualcun altro... a te.


Comprensibile quel discorso, anzi, del tutto plausibile osservando il percorso che la ragazza aveva seguito nella vita, tra un problema e l'altro.
Non era mai stata molto vicino ai familiari, ed ora che era tornata come un tempo, di nuovo pronta a sorridere e affrontare la vita a testa alta, la famiglia non avrebbe potuto godere della presenza della sua bambina, della sua figlia adorata ed adoratrice delle piante.
Era quindi un pensiero dolcissimo, amorevole e splendido, quello che aveva preso in considerazione la Vilvarin, incontrando la piena approvazione del compagno, il quale con un sorriso sincero, scosse la testa come a tranquillizzarla e non dispiacersi di essere stata sincera.
Non si capacitava ancora di quanto fosse cambiata, di quanto fosse migliorata nello spirito oltre che nel corpo, già, perché anche il corpo sembrava aver assunto un'identità nuova, più bella, più sensuale e femminile, proprio in concomitanza con l'abbellimento interiore di lei.
Eppure, lei era lì, a cavalcioni su di lui, innamorata, felice e gioiosa, genuina in ogni cosa che faceva ed in ogni sguardo che regalava.
Se qualcuno gli avesse detto che l'Erbologa fosse stata un angelo, Irvyne ci avrebbe creduto ciecamente.

E' una meravigliosa prospettiva e l'accolgo in pieno.
Forse potresti semplicemente portare il vestito da un sarto professionista e farlo modificare secondo un tuo gusto personale, un po' come se di generazione in generazione si migliorasse pur rimanendo con la stessa identica essenza dell'originale, sei d'accordo?
Per quanto riguarda la cerimonia invece, hai preferenze?


... vorrei che la cerimonia si svolgesse qui, vicino al Lago Nero...
Sotto l'albero sul quale siamo saliti per la prima volta insieme.
Così potrò invitare anche i Terran, e poi credo sarà bello un ricevimento con gli studenti e i nostri colleghi.
Il 22 Aprile prossimo, tra l'altro: sarebbe la data che avrei scelto...
Che ne dici?


Insomma contrariamente al passato vorresti una cosa in grande... E sia, l'avrai.
Tutto quello che è in mio potere per soddisfare i desideri di mia moglie!
Sarà il 22 Aprile e compila pure la più lunga lista con tutti i nomi che ti vengono in mente, ognuno riceverà un invito e una bomboniera...


Il discorso che si prese successivamente fu legato alla famiglia, quella di lui in particolare, perché quella di lei risultava ancora un'incognita.
Irvyne ne aveva sentito parlare pochissimo, mentre invece lui dei suoi aveva chiacchierato molto, anche ai tempi introversi di Lindë, anche se forse ora ella avrebbe preso la decisione di esporsi di più in quel senso, presentandolo ai genitori esattamente come lui voleva fare con i propri, sopratutto a fronte di quello che si presentava come un matrimonio molto in grande.
Sarebbero state delle nozze fenomenali, Irvyne già se lo sentiva dentro e non vedeva l'ora che giungesse presto la successiva Primavera.
Lui sposo, marito di una donna, lui sempre stato così solo e scapolo, preso in giro continuamente dal migliore amico Logan, ed invece adesso per di più era il primo dei due a prendere moglie e legarsi a qualcuna per l'eternità.

Hai già parlato loro di me?
Cosa... cosa sanno esattamente?


Amore, perché mai avrei dovuto infrangere la nostra promessa?
Volevi che non si sapesse nulla di noi fino a quando non ti saresti sentita pronta e dunque mi sono sempre regolato di conseguenza.
Non sanno nulla di te e sapranno tutto quando ti avranno davanti... Ma ora...


Rispondendole l'aveva ripresa in braccio alzandosi in piedi, senza eccessivo sforzo raggiunse di nuovo il letto dove i volatili attendevano impazienti e la depositò seduta su di esso, in modo da lasciargli il tempo per allontanarsi e dirigersi alla cassettiera di legno massello, contenente qualcosa di molto prezioso e molto importante che un anno prima non era stato accettato da Lin perché non era ancora il momento giusto, a detta di lei.
Adesso però lei aveva acconsentito a sposarlo, aveva accettato di prenderlo come suo sposo ed amarlo ed onorarlo, in salute e in malattia finché morte non li avesse separati, quindi, ipotizzando che l'attuale Lin non fosse comunque mutata da quella passata in quanto a preferenze su monili ed anelli, il professore di Astronomia tornò verso di lei inginocchiandosi ed aprendo una volta per tutte quell'involucro di velluto grigio e verde foglia, contenente lo stesso identico oggetto contenuto la notte al lago di un anno fa, dai tipici toni mistici fatto in argento lavorato e legno.

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... Adesso posso avere l'onore di fartelo indossare, mio principio, mio presente e mio futuro?
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