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Okinawa

Messaggioda Sandyon » 04/01/2012, 21:37

Okinawa è il gruppo centrale dell'arcipelago giapponese delle Ryukyu (1485 km²) comprendente l'omonima isola ed altre minori. Costituisce l'omonima prefettura, estesa su 2265 km² con 1.345.000 abitanti nel 2003. Il capoluogo è Naha. Tra i mesi di marzo e giugno del 1945 è stata teatro della sanguinosa battaglia di Okinawa, tra le forze statunitensi e quelle giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Da Okinawa proviene la famosa arte marziale karate.


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Messaggioda Simon » 14/05/2013, 0:04

[Retroattiva - 5 Settembre 2105 - Ore 15:00]


Ci fu un plauso di tante persone all'interno della stanza. Un bambino con un palloncino si fermò davanti a quella porta di quel Grand Hotel. Rimase quasi incuriosito da quell'applauso. Poi corse via, chiamato dalla madre. Dopo qualche minuto le porte dell'albergo si spalancarono facendo uscire tante persone di diverse nazionalità. Lo scozzese uscì per ultimo parlando con alcuni insegnanti della Musashi. I Professori orientali stavano accerchiando Simon. Il Docente di Cura delle Creature magiche annuiva a mille e mille parole dette in quella lingua così lontana ma anche così conosciuta. Sorrise poi a quel saluto, inchinandosi come segno di saluto e rispetto.

Hai. Wakari mashita. Arigatou...gozaimasu...

Sempre titubante lo Scozzese che sapeva comunque parlare quella lingua asiatica. Rimase chino fino a quando non sentì i tacchi delle scarpe di tutti gli esperti allontanarsi lentamente dalla sua posizione. Con calma rialzò la testa e tornò ritto con le spalle. Un sospiro di sollievo mentre la mano destra si muoveva verso la spalla sinistra facendosi un massaggio.

Ed anche questa è finita. Forza Seth, Quaxo. Andiamo a farci una passeggiata prima di tornare in albergo a prendere le valigie e tornare a casa.

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Lentamente dalla stanza del Summit uscirono fuori sia la scimmia Cappuccina e quel gatto prismatico, esemplare da mostrare alla conferenza. Si morse il labbro inferiore osservando ora i due animali davvero stremati per quella interminabile discussione sulla salvaguardia di questa razza appena scoperta. Non vedeva l'ora di mostrarlo ai suoi studenti.
Decise quindi che era ora di togliersi quella giacca e rimanere soltanto in camicia, gilet e cravatta. Si mise gli occhiali da sole che si trovavano nella tasca interna del soprabito e cominciò a camminare verso il lungo mare dell'Isola di Okinawa con un primate sulla spalla ed un gatto con un occhio viola accanto.
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Lentamente camminava vicino ad un muretto che costeggiava la spiaggia. La giacca su un braccio ed il gilet un poco sbottonato per via del caldo. I suoi occhi verdi come il prato, nascosti dalla pellicola scura degli occhiali da sole, osservarono una panchina vuota sotto un albero. Osservò per un attimo i suoi amici. Un mezzo sorriso ed infine camminò verso quel posto libero. I due animali capirono l'idea dello Scozzese. La scimmia si arrampicò su un ramo e si addormentò di sasso. Quaxo invece si mise all'ombra della panchina, rannicchiato. Simon si sedette tranquillo, fissando il mare davanti a se, riflettendo su quello che aveva detto a quella conferenza. A quello che sarebbe successo tornato a casa.

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Messaggioda Indigo » 14/05/2013, 0:39

[Pre-Quest - Settembre - ore 15.02]


Era stata una conferenza oltremodo... interessante.
Non che la Druida fosse stata invitata, ma Indigo era tanto brava a non dare nell'occhio, quando voleva, quanto lo era nel farsi notare e ritrovarsi al centro dell'attenzione: non era stato molto difficile per lei, dunque, intrufolarsi nella sala del Grand Hotel dove si era tenuto il discorso di Simon McDullan, docente di Cura delle Creature Magiche ad Hogwarts.
L'aveva ascoltato silenziosa ed attenta, in ultima fila, con la gamba sinistra accavallata sopra quella destra, le braccia incrociate all'altezza del seno, lo sguardo attento con le iridi color cioccolato ferme sul suo viso, il capo che ogni tanto s'inclinava lateralmente in una posa di riflessione; aveva applaudito anche lei, alla fine, l'intervento dell'insegnante, ma era stata la prima ad andarsene, sempre per non farsi notare e destare l'attenzione su di sé, una volta tanto.
Era uscita dall'albergo di classe e si era diretta verso la spiaggia, costeggiando il muretto che divideva la strada da essa e passeggiando sotto il Sole che, per quanto forte e caldo, non le scottava la pelle olivastra né la faceva sudare, perfettamente a proprio agio visto che il Fuoco, lei, ce l'aveva dentro, così come tutti e cinque gli altri Elementi naturali; inoltre era vestita in modo leggero, adatto alla temperatura.
Una camicia bianca semplice, con le maniche morbidamente arrotolate sugli avambracci e i primi tre bottoni fuori dalle asole, si coordinava ad un paio di pantaloni alla turca neri, ampi sulle cosce e poi stretti nei polpacci, che le arrivavano fino alle caviglie; ai piedi, un paio di zeppe bianche di circa cinque centimetri, che donavano uno slancio ulteriore alla sua figura già di per sé piuttosto alta, mentre dalla parte opposta del corpo, in alto, i capelli erano raccolti in uno chignon morbido, dal quale sfuggivano giusto un paio di ciocche scure ed appena ondulate, che si posavano sulle spalle della Druida accarezzando al contempo il suo viso dai toni naturali, senza alcun trucco aggiuntivo per quella bellezza acqua e sapone perfetta così com'era.
Non indossava gli orecchini di Onice, preferendo un paio di piccoli e semplici brillanti, ma l'anello sì, quello era presente al medio della mano sinistra, così come il medaglione regalatole da Dominique ch'era posato morbidamente sulla pelle del suo petto, poco prima dell'incavo dei seni. In ultimo, una borsa nera era posata sulla sua spalla destra, ma il suo contenuto era alquanto scarno visto che non aveva bisogno di portare con sé molte cose.
Si era fermata dopo un po' nel suo incedere, piegandosi in avanti, incrociando una gamba dietro l'altra ed appoggiandosi con le braccia al muretto che dava verso il mare per osservare il movimento placido delle onde che lambivano la riva: un movimento regolare, così come regolare era il battere ritmico del suo cuore nel petto.
Sbatté le palpebre diverse volte, infastidita da un capello che giocava biricchino tra le ciglia dei suoi occhi, quando sentì un movimento non molto lontano da sé, che le fece voltare il capo con aria curiosa: lo sguardo della Druida scandagliò l'ambiente abbracciato dal suo campo visivo, fino a che la figura del docente di Hogwarts non catturò la sua attenzione proprio mentre si lasciava andare su una panchina poco distante da lei.
Indigo lo fissò per alcuni istanti, senza nemmeno sbattere le palpebre talmente era concentrata: poi si mise lentamente dritta con la schiena, dandosi una piccola spinta con le braccia, il capo sempre rivolto verso Simon che sembrava ben deciso a rilassarsi un po' sotto il Sole, seduto insieme ai suoi animali.


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L'ombra di un sorriso attraversò le labbra della Druida, che decise di muoversi: ruotò il corpo nella direzione verso la quale si era rivolta poco prima col viso, e senza fretta iniziò a camminare verso il professore di Cura, un movimento del corpo elegante ed un ancheggiamento leggero coi fianchi, non voluto ma del tutto naturale o almeno questa era l'impressione che dava.

Posso sedermi?

Gli domandò quando l'ebbe raggiunto, aprendo le labbra ad un sorriso cortese e cordiale: dolce il tono, ma non eccessivo e dunque non risultava smielato, sgradevole, solo gentile.
Se Simon avesse acconsentito, Indigo si sarebbe accomodata al suo fianco, accavallando la gamba destra sulla sinistra e facendosi scivolare la borsa dalla spalla, poggiandola accanto a sé sulla panchina, per poi posarsi le mani in grembo e ruotare il viso verso l'altro, lo sguardo curioso che ora poteva riempirsi delle espressioni sul suo volto.

Una conferenza davvero molto interessante, i miei complimenti.
Era la prima volta che ne teneva una?
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Messaggioda Simon » 15/05/2013, 0:10

Il rumore dell'acqua raggiungeva le sue orecchie. Verso quell'ora la maggior parte della gente si trovava o ancora a scuola o a casa. Erano pochi i coraggiosi che si avventuravano con un caldo così atroce. Chiuse gli occhi dietro gli occhiali da sole. Si slaccia un poco la cravatta cercando di far entrare aria sotto la camicia. Ancora non avvertiva la figura di Indigo che si stava avvicinando. Fece un respiro profondo mentre i due animali si erano completamente addormentati. Di sasso aggiungerei.

Posso sedermi?

Frasi in inglese. Un ottimo inglese. Aprì un occhio osservando la figura opaca della Druida. Deglutì sonoramente facendosi un poco più in la e lasciandola sedere tranquillamente. Visto che prima aveva allargato le braccia, velocemente le avvicinò al corpo, lasciando piena libertà alla ragazza. Il suono delle onde continuava ancora ad entrare nelle sue orecchie, mantenendo quella calma così gratificante. Non conosceva la figura che si sedeva accanto a lui. Mai vista in tutta la sua vita. Magari era soltanto una turista. Si strinse nelle spalle cercando di allargare ancora di più quella cravatta. Quanto gli mancavano le giornate piovose della sua Scozia.

Una conferenza davvero molto interessante, i miei complimenti.
Era la prima volta che ne teneva una?


Ecco. Era alla conferenza. E lui non se la ricordava neanche. Magari si sarebbe offesa. Magari si sarebbe alzata indignata, divenendo così la prima nemica di Simon. Girò la testa di lato verso di lei. Purtroppo non poteva togliere gli occhiali per via del sole proprio dietro la nuca della Druida, quasi a conferirle un'immagine eterea. Rimase in silenzio un attimo, boccheggiante. Annuì velocemente verso di lei. Qualcosa in lei destava il suo disagio. Forse quello sguardo fisso, forse i suoi modi educati e curiosi. Cercò comunque di trovare nell'acqua un suo equilibrio. Si umettò le labbra mentre Seth, sentendo quelle voce, aprì un occhietto per spiare la discussione.

La...ringrazio...

Riuscì solamente a dire all'inizio. No non era mai stato bravo a parlare con gli sconosciuti. Un cenno di diniego con la testa sicuro di aver fatto una figuraccia. Lo sguardo ritornò sull'Oceano Pacifico. Chinò la testa di lato mordendosi il labbro superiore. La mano sinistra si spostò rapida verso la sua nuca e la grattò in modo imbarazzato.

Beh...si...insomma...non proprio la prima...ma...diciamo che ogni volta è sempre la prima.

Disse poi riuscendo tutto di un fiato. Guardò la ragazza cercando di dedurre di che nazionalità fosse. [intuito (p)= 32] Ci rifletté abbastanza prima di dedurre, magari sbagliando, ed andando ad esclusione, potrebbe essere europea. Razza Caucasica. Almeno a suo avviso, ma poco gli importava adesso. Visto che ormai era certo di aver fatto una figura pressoché barbina.

Beh...lei è...?

Disse semplicemente quasi in un sussurro. Almeno l'avrebbe saputo, magari la prossima volta non avrebbe fatto lo stesso errore. Le mani tornarono sui pantaloni da abito, grattando le ginocchia in modo superficiale. Lo sguardo nel frattempo era tornato verso l'Oceano. Una vastità marina davvero meravigliosa. Un mezzo sorriso verso di ella come se fosse una persona prima osservare verso il basso ed attendo una risposta dalla Donna.
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Messaggioda Indigo » 15/05/2013, 14:46

La prima cosa che giunse alle orecchie di Indigo fu il suono che fece la saliva di Simon quando venne deglutita, scendendo giù per la gola, e bastò quel singolo gesto a farla sorridere: era forse riuscita a metterlo in soggezione per così poco, con un semplice sorriso?
O forse era semplicemente una persona timida di suo, che non si aspettava di trovare qualcuno che parlasse la sua lingua e che avesse deciso di passeggiare sotto il Sole cocente? La Druida decise che la seconda ipotesi era al momento la più probabile - I/SS 32 - e che quindi non fosse lei come Indigo Kostenechki ad averlo preso in contropiede, ma lei come persona che gli aveva rivolto la parola in quel frangente.
Si sedette, quindi, non appena il docente di Cura si spostò per lasciarle lo spazio di accomodarsi, sistemandosi per bene, con la borsa accanto a sé e la postura dritta ed elegante, prima di voltare il capo verso di lui e complimentarsi sinceramente per il suo intervento alla conferenza: Simon non lo sapeva, e come avrebbe potuto, ma non era facile catturare l'attenzione della sua interlocutrice per molto tempo, e considerando ch'egli era andato avanti a parlare per un paio d'ore circa, riconoscergli una certa bravura era quasi d'obbligo.
Lo osservò, sorridendo dolcemente senza risultare mai smielata, ma solo gentile; gli occhi studiavano il suo viso, vispi e curiosi con quelle iridi color cioccolato luminose e splendenti che sembravano decise a non perdersi nemmeno un dettaglio di lui, che sembrava incapace di dire o fare qualsiasi cosa, forse preso totalmente in contropiede.
Magari non si aspettava minimamente che una come lei potesse avervi preso parte, visto che la media dei presenti era di circa 50 anni e che di sicuro nessuna delle donne che avevano assistito al suo intervento si era vestita in un modo così... libero.
Ma d'altronde, per una che era pervasa di Mana, come si sarebbe mai potuto pretendere che indossasse qualcosa che la faceva sentire prigioniera, costretta? No, per Indigo la libertà era fondamentale, in ogni frangente; anche in quel momento, ad esempio, diede al proprio interlocutore tutta la libertà di riordinare le idee, fissandolo ma senza insistenza nello sguardo, con le palpebre che andavano a coprire gli occhi di tanto in tanto coi loro movimenti veloci e le ciglia talmente lunghe che quasi sembravano riuscire a toccare la pelle appena sotto le sopracciglia, quando venivano mosse.

La...ringrazio...

Non deve ringraziarmi, ho solo detto ciò che penso.
Scommetto che un commento come il mio gliel'hanno ripetuto almeno mille volte, dalla fine del suo intervento a quando è uscito dall'Hotel.


Replicò Indigo con un sorriso divertito, complice quasi, abbassando poi lentamente lo sguardo sull'animale che aveva aperto un occhio per osservare la nuova arrivata: sorrise anche all'esemplare di scimmia poco distante da sé, osservandolo con espressione più attenta per qualche secondo, con la testa inclinata leggermente di lato, prima di tornare eretta col capo e lo sguardo nuovamente fermo sul professore di Hogwarts.

Beh...si...insomma...non proprio la prima...ma...diciamo che ogni volta è sempre la prima.

Aggiunse poi poco dopo, tutto in una volta, come se non riuscisse a mettere in fila troppe parole di seguito ed averlo appena fatto, con e per lei, gli fosse costato un notevole sforzo.
Si sentì studiata, poco dopo, ma la Druida non vi diede peso, apprezzando al contrario il fatto che, nonostante la timidezza, perché per lei di quello si trattava, l'uomo stesse facendo uno sforzo per proseguire quella conversazione.

Allora è come se ad ogni conferenza lei provasse per la prima volta quel misto di emozione e di aspettativa, unito alla paura di fare brutta figura...

Commentò Indigo, ipotizzando - I/P 38 - che fossero quelle le sensazioni che si potevano provare nei panni di Simon McDullan ogni qualvolta si ritrovava ad intervenire in una conferenza, in un Summit o in qualsiasi altro evento di quel tipo.
Quel pensiero la fece sorridere tra sé, perché le ricordava in parte ciò che provava lei ogni volta che veniva a contatto con un elemento naturale: emozione, aspettativa, paura di venire rifiutata nonostante il Mana che scorreva in ogni fibra del suo corpo... sì, conosceva bene quelle sensazioni.

... so cosa prova.

Mormorò infatti, voltando per un secondo il capo così da porlo dritto rispetto al corpo, e lo sguardo, fisso di fronte a sé, si abbassò quando la voce pronunciò quelle parole dal tono affettuoso, dolce, senza sfumature di scherno o di divertimento, ora. Amava la natura più di ogni altra cosa, forse quanto lui amava i suoi animali... no, probabilmente l'amore che Indigo provava poteva essere eguagliato solo da quello di un altro Druido per il medesimo soggetto.

Beh...lei è...?

Sbatté le palpebre più volte, riscuotendosi da quei pensieri, per poi rialzare il capo e ruotarlo verso quello dell'altro, così da poterlo guardare negli occhi: lo sguardo s'illuminò nuovamente di pacata curiosità nei confronti dell'uomo, e le labbra si aprirono in un sorriso che mise in mostra i denti bianchi e regolari, prima di parlare.

Mi chiamo Indigo, piacere di conoscerla - non tese la mano verso Simon, limitandosi a sorridergli amabilmente, e non pronunciò il proprio cognome poiché non si presentava quasi mai con esso, una sorta di tattica di prudenza insegnatale col tempo da Dominique - La sua scimmia... è un maschietto, vero?

Gli domandò poi, indicando Seth con un movimento dell'indice della mano sinistra, che puntò proprio verso l'animale, prima di tornare con la mano in grembo sopra la gemella. Lo sguardo corse lungo il braccio, mentre era teso, per proiettarsi oltre la punta del dito e posarsi così sull'animale: aveva dedotto che fosse tale, un maschio, dalle dimensioni e dallo sviluppo dei muscoli del corpo, poiché da ciò che si ricordava su quella specie - I/P 38 + Elab. 25 - gli esemplari di sesso maschile erano più grossi e robusti isicamente rispetto alle femmine.

Ha un'aria molto dolce... come si chiama?
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Messaggioda Simon » 16/05/2013, 19:56

Il caldo era asfissiante. L'unica cosa che non faceva bollire il professore era il rumore del mare ed il vento che sferzava il suo viso. Rimase in silenzio pensando bene a cosa fare o cosa dire. Certamente avere compagnia non gli dispiaceva, ma non perchè era una bella donna, perchè era una persona. Ancora non si era integrato nella società magica. Ancora preferiva restare con i suoi animali, osservarli giocare leggeri e liberi. Una libertà che forse il professore aveva perso uscendo da quella foresta. Ma quante avventure si sarebbe perso in caso contrario. La vita era fatta di pro e contro. Bisognava solo far pesare la bilancia sui pro. Almeno era quello che provava a fare Simon McDullan. Professore di Cura delle Creature Magiche.

Non deve ringraziarmi, ho solo detto ciò che penso.
Scommetto che un commento come il mio gliel'hanno ripetuto almeno mille volte, dalla fine del suo intervento a quando è uscito dall'Hotel.


Un cenno di diniego con la testa. In realtà gli esperti non erano interessati alla sua esposizione, bensì alla creatura. Questo lo sapeva bene. Sapeva bene anche come si sentiva Quaxo. Un cenno con la testa per dirgli che era tutto a posto. Di resistere. Si schiarì la gola prima di rispondere a quel commento. Cioè, voleva rispondere, solo non sapeva come.

Beh...insomma...qualcuno si....si è...congratulato...

Biascicò qualche parola. Abbassò un poco gli occhiali da sole, mostrando i suoi occhi verde brillante. Voleva vedere la ragazza con i suoi occhi e non per mezzo di lenti opache. Rimase in silenzio poi per qualche secondo. Riflettè brevemente sul dire qualcosa. Ovviamente il suo pensiero tornò sul quanto fosse noioso lo Scozzese in situazioni come quelle.

Allora è come se ad ogni conferenza lei provasse per la prima volta quel misto di emozione e di aspettativa, unito alla paura di fare brutta figura...
... so cosa prova.


Fortunatamente, Indigo corse in suo aiuto. Fece un mezzo sorriso tornando ad osservare le placide onde del Pacifico. Annuì velocemente alle sue parole. La paura, eh si. Quel sentimento così istintivo, così naturale. Gli successe poche volte di venir rifiutato da un animale. Ed ogni volta era come se morisse una parte di lui. Dolore, rabbia per non essere bravo abbastanza. fece una mezza risata prima di prendere fiato e girarsi vero di lei. Lo sguardo dietro gli occhiali verso i suoi brillanti di curiosità.

Beh...io, di brutte figure....ne...faccio...a bizzeffe....sa...sono molto goffo....

Le disse infine. Si ricordava bene quando fece cadere quell'ampolla nel laboratorio di alchimia e fece un buco fino alla propria casata. Si ricordava di quando era riuscito a dire qualcosa ad una ragazza ed ella, preso come un'offesa, lo schiaffeggiò. La mano si mosse passando tra i capelli per renderli di nuovo vivi. Rimase in silenzio poi sentendo lei presentarsi.

Mi chiamo Indigo, piacere di conoscerla
La sua scimmia... è un maschietto, vero?
Ha un'aria molto dolce... come si chiama?


Si girò verso Seth, sdraiato su quel ramo. L'occhietto aperto per sentire e vedere quello che succedeva. Scimmia curiosa! Si girò di nuovo verso di lei indicando comunque il Cappuccino.

Piacere...mio...Chi? Seth? Si è un maschio. Dolce? Ma se è una peste. Salta a destra ed a sinistra. E...e...vince a scacchi barando quando io non vedo! Però è molto fedele e d'aiuto...

Concluse poi mostrandole un sorriso di gratitudine. La domanda almeno riuscì a far sentire la sua voce per niente spezzata alla Druida. Un cenno di diniego con la testa mentre la scimmia si portava la mano sull'occhio per proteggerlo dal sole. Oppure per dire a Simon di aver fatto una tremenda figuraccia. Quaxo invece si trovava sotto la panchina. Completamente incurante di quello che succedeva sopra di lui.
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Messaggioda Indigo » 16/05/2013, 20:43

Beh...insomma...qualcuno si....si è...congratulato...

Ho come l'impressione che la cosa non le faccia piacere quanto dovrebbe.
Non le piace essere al centro dell'attenzione, o non crede alla sincerità dei complimenti di chi la circonda?


Domandò Indigo con quel suo fare sempre curioso, sempre attento: le domande venivano poste in tono deciso, quello di chi chiede per sapere davvero e non per un semplice convenevole, eppure non risultavano mai invadenti, forse perché poste con una voce dolce ed un sorriso gentile, delicato, così da non irritare il proprio interlocutore che, se avesse voluto, avrebbe potuto semplicemente non rispondere.
Era molto silenzioso, Simon, ma la Druida credeva che fosse una questione di semplice timidezza e non, per esempio, di fastidio verso chi aveva accanto, poiché se così fosse stato e se lei l'avesse percepito, sicuramente si sarebbe già spostata così da lasciarlo nuovamente solo, immerso nei suoi pensieri.
Lo osservò silenziosa mentre si abbassava gli occhiali da Sole, così da poter cogliere lo smeraldo delle sue iridi che si sarebbe potuto fondere, se l'altro l'avesse voluto naturalmente, nel cioccolato di lei, attento e curioso nei confronti dell'altro; la posa era immobile, anche perché la trovava molto comoda, ed il petto si alzava ed abbassava ad intervalli regolari, dimostrando un funzionamento nella norma del cuore che non batteva né più lento né in modo accelerato, ed in fondo non aveva motivi per farlo. Lei, a differenza del docente di Cura, non soffriva il caldo, non le provocava alcun fastidio perché il Fuoco, insieme agli altri 5 Elementi, ce l'aveva dentro, e questo le permetteva di sentirsi a proprio agio con qualsiasi temperatura esterna.

Beh...io, di brutte figure....ne...faccio...a bizzeffe....sa...sono molto goffo....

La goffaggine è solo segno di pure genuinità.
Lei la vede come un difetto? Io trovo sia un pregio sottovalutato.


Gli chiese ancora Indigo, trovando molto curioso il modo di fare del proprio interlocutore: non aveva mai incontrato un uomo così timido, così restio a parlare; non che fosse in dovere di risponderle e d'intavolare per forza una conversazione con lei, naturalmente, ma le pareva strano che una persona così brillante durante la conferenza potesse essere, ora, così chiusa nel proprio mondo.
E tuttavia nulla di ciò che la Druida pensava riuscì ad intaccare il suo sorriso, lo sguardo gentile che gli rivolgeva e il tono delicato della sua voce, dalla quale traspariva solo la voglia di chiacchierare un po' con lui senza nessun secondo fine di mezzo.
Per cercare di metterlo più a suo agio, la giovane donna prese a parlare di uno dei due animali dell'altro, dimostrando di conoscere alcuni particolari riguardo la sua razza e di trovare l'animale molto dolce, a prima vista... anche se Simon sembrava essere convinto del contrario.

Piacere...mio...Chi? Seth? Si è un maschio. Dolce? Ma se è una peste. Salta a destra ed a sinistra. E...e...vince a scacchi barando quando io non vedo! Però è molto fedele e d'aiuto...

E capita spesso che riesca a vincere?

Non trovava nulla di strano o meritevole di scherno nelle parole del professore della scuola europea, al massimo era ancora più curiosa ora di conoscere quella scimmietta che li fissava con un occhietto aperto, curiosa ma forse al tempo stesso non troppo decisa ad inserirsi nella conversazione tra loro.

Le dispiace se lo saluto?

Domandò con aria rispettosa a Simon, lo sguardo che passava da lui a Seth ma senza fretta, con aria assolutamente tranquilla e serena: se tuttavia il docente avesse acconsentito a quella richiesta, magari vista come strana da parte sua, Indigo avrebbe inarcato la schiena verso il basso, tenendo ora lo sguardo fisso sull'animale mentre sbatteva le palpebre lentamente, non riuscendo, come chiunque altro, a non farlo per troppo tempo di seguito.

Buon pomeriggio, Seth - lo salutò dunque a bassa voce, usando la sua lingua druidica unita al potere magico del Mana che le scorreva dentro così da potersi far comprendere da lui - E' un piacere conoscerti. Il tuo amico sta parlando molto bene di te, vi conoscete da molto?

Sapeva che McDullan avrebbe anche potuto sentirla nonostante il tono basso della voce, e che avrebbe potuto farsi due domande sulla lingua usata da Indigo, probabilmente nuova e sconosciuta per lui come per la maggior parte delle persone... ma alla Druida sembrava non importare nulla.
Era libera di fare ciò che voleva, anche di esporsi, se ne aveva voglia, poiché era una Druida Rinnegata e nessuno avrebbe potuto porle un freno o darle dei limiti.

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Messaggioda Simon » 17/05/2013, 1:53

Ho come l'impressione che la cosa non le faccia piacere quanto dovrebbe.
Non le piace essere al centro dell'attenzione, o non crede alla sincerità dei complimenti di chi la circonda?


Sembrava quasi leggergli dentro. Rimase in silenzio fissandola dietro quegli occhiali. Deglutì sonoramente. No, non voleva essere al centro dell'attenzione. Per niente. Quando lo raggiunse quella lettera d'invito, voleva rifiutare. Mandò anche delle lettere a dei suoi colleghi per andare al posto suo. Niente. Nessuno voleva prendersi il merito dello scozzese. Continuò quel silenzio imbarazzante. Abbassò lo sguardo vergognoso di essere così prevedibile. Si specchiò nei suoi occhi Nocciola, penetranti e curiosi. Lo mise un poco in soggezione quello sguardo, seppur oggettivamente ammaliante.

Preferisco...rimanere...nell'ombra...magari...di una quercia...

Un mezzo sorriso. Quanto si ricordava le prime volte che scappava da Nyssa e si sdraiava sempre sotto quella quercia. Grande, imponente. Restia a cedere davanti le intemperie. Rimaneva lì, a volte per delle ore. Cercando di diventare come lei. Inamovibile. Non ci era riuscito benissimo. Però gli mancava. Gli mancava la sua tranquilla foresta. Gli mancavano i Centauri. Gli animali. Tutto. Un respiro profondo, un sospiro di nostalgia.

La goffaggine è solo segno di pure genuinità.
Lei la vede come un difetto? Io trovo sia un pregio sottovalutato.


Prima sgranò gli occhi. Interdetto da quella risposta. Sbatté diverse volte le palpebre. Come faceva a vederlo come un pregio? Come poteva trovare un pregio in Simon. Ancora si ricordava come lo chiamavano ad Hogwarts. Il professore Balbuziente. S-s-s-simon Mcdullan. Nomignoli tutt'altro che affettuosi. Ma non li odiava. Per niente. Alla fine era solo ragazzini. E poi non era che il professore aiutasse tanto a smentire quelle voci. L'eccentrico Scozzese vissuto nella foresta solo con gli animali. Un cenno di diniego con la testa.

Beh...dovrebbe parlarne con il mio superiore.

Si riferiva a Monique ovviamente. Certamente lei non apprezzava molto il suo modo di fare. Lo stare sulle nuvole. Il creare problemi. Il non riuscire a formulare una frase di senso compiuto. La cosa lo frustrava. Non per la Vice Preside. Bensì per se stesso. Non riusciva a cambiare suo modo di fare. Non riusciva a staccarsi quella paura. Quell'abbandono. Ogni sera si svegliava con l'incubo ricorrente della sua foresta bruciata. Della carni di Nyssa marchiate dal fuoco. Ogni volta vorrebbe prendere tutto e tornare da lei, dalla sua maestra. Poi l'immagine di Cappie, Vergil, Lucas, Kayleen, Brianna, Tisifone e tutti gli altri gli saltavano nella mente. Non poteva lasciarli. Ed ogni volta tornava nel suo letto.

E capita spesso che riesca a vincere?

Spesso? Stiamo ventisette a trentuno per lui!

Disse tranquillo osservando infine quella scimmia. Notò come essa si nascondeva e si piegava per non farsi trovare da Simon. Era consapevole di barare. Ma non voleva dargliela vinta. Simon annuì alla strana richiesta della Druida, infondo era sempre una persona che era stata al summit sul Gatto Prosmatico. un respiro profondo sentendo quelle parole in una lingua sconosciuta. In fondo anche lui non le conosceva tutte.

Buon pomeriggio, Seth
E' un piacere conoscerti. Il tuo amico sta parlando molto bene di te, vi conoscete da molto?


Seth sentì quelle parole, si girò verso di lei incuriosita alzando la testolina pelosa verso Indigo. Si umettò le labbra prima di scimmiottare qualcosa. Almeno alle orecchie del Professore di Cura delle creature Magiche.

Beh, diciamo di si. Sono anni che viaggio con lui. E' il mio migliore amico! Non è bravo a parlare con gli altri, non è abituato! Quindi devi avere pazienza!

Gli disse poi guardandola. Dopo aver detto quelle parole la testa tornò tra le braccia, chiudendo di nuovo gli occhi. Sembrava ronfare di nuovo. Simon dal canto suo rimase incuriosito da quelle chiacchierate. Inarcò un sopracciglio tornando eretto con la schiena e poggiandola sulla panchina. Di tanto in tanto guardava la Druida, magari quando lei non faceva lo stesso. Nel momento in cui lei si girava, anch'egli si girava.
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Messaggioda Indigo » 17/05/2013, 20:02

Simon si era di nuovo fatto silenzioso, limitandosi a fissarla da dietro le lenti degli occhiali da Sole appena abbassati sul naso e a deglutire con una forza tale che anche Indigo poté captare quel suono; no, evidentemente gli piaceva poco essere al centro dell'attenzione, ed la Druida ipotizzò - I/P 38 - che il fatto che lei l'avesse capito senza troppa difficoltà forse l'aveva stranito.
Non era difficile, in realtà, rendersi conto della timidezza dell'altro, un imbarazzo che traspariva in ogni suo gesto, in ogni suo movimento, anche nel rimanere silenzioso pur consapevole che sarebbe toccato a lui rispondere, visto che era stata lei a porre l'ultima domanda: ricambiò il suo sguardo con serenità estrema, e lo si poteva notare dalle spalle che si alzavano ed abbassavano ad intervalli regolari; le mani posate in grembo, intanto, rimasero ferme, e il piede della gamba destra, quella accavallata sulla gemella sinistra, che ogni tanto dondolava nell'aria, senza un motivo preciso.

Preferisco...rimanere...nell'ombra...magari...di una quercia...

Quelle parole le illuminarono lo sguardo più di prima, rendendo il cioccolato delle iridi vivo e brillante più che mai: aveva toccato un punto che alla Druida, come tale, stava molto a cuore, ed il fatto che il docente avesse appena affermato, implicitamente, di amare la natura, o di amare comunque il tempo passato all'ombra di un albero che era un figlio della Terra, nipote diretto del Mana quindi.

La quercia... perché? - domandò Indigo con curiosità pura nella voce, ora, reclinando appena il capo lateralmente in quel modus operandi che era proprio del suo essere - E' un albero come un altro, o ha qualche significato? Si dice che i suoi rami fossero per i romani simbolo di virtù, forza, coraggio, dignità e perseveranza... lei che ne pensa? Un albero può reincarnare davvero tutto questo in un suo ramo, anche piccolo e fragile?

Gli domandò la Druida, il tono della voce che si tingeva di profondità: stavano toccando un argomento a lei molto caro, e come tale lo stava affrontando: seppur il sorriso aleggiasse ancora sulle sue labbra, infatti, esso era solo l'ombra di quelli precedenti, sostituito da uno sguardo serio ed intenso, quello di chi non sta facendo conversazione tanto per gentilezza ma sta affrontando un discorso a cui tiene molto.
Simon sarebbe riuscito a risponderle a tono, a dare un'intensità alla sua risposta pari alla sua?
Intanto, il discorso proseguì e toccò altri argomenti, altri temi, come il fatto che il docente si considerasse piuttosto goffo e che lei, Indigo, considerasse quella caratteristica come un pregio piuttosto che come un difetto.

Beh...dovrebbe parlarne con il mio superiore.

Il suo superiore non apprezza i suoi modi di fare? - chiese dunque la donna, sbattendo un paio di volte le palpebre prima di aggiungere con un sorriso - Credo dipenda anche dal tipo di lavoro... mi pare di capire che sia docente ad Hogwarts, se non sbaglio - proseguì, ricordando la presentazione che uno dei tanti tizi aveva fatto di McDullan prima di lasciarlo parlare - Scommetto che sta molto simpatico ai suoi allievi, però.

Commentò sorridente ancora, prima di studiarlo un poco meglio, inclinando una seconda volta il capo per analizzare più comodamente, dalla sua prospettiva, ogni dettaglio del viso dell'altro: sì, forse nei suoi modi di fare metteva un po' in soggezione, ma non lo faceva per cattiveria, la sua era totale e semplice curiosità.

La sua timidezza... ha mai pensato che potrebbe creare un muro tra sé e i suoi studenti? Forse alcuni di loro vorrebbero avvicinarsi a lei, farla diventare il loro punto di riferimento... ma non possono, se c'è un ostacolo tra lei e loro. Magari non ha mai preso in considerazione la cosa, ma il rimanere nel suo mondo, il suo volersi chiudere a riccio, potrebbe starle causando la perdita di tante esperienze belle, nuove, inaspettate.

Inutile dire che Indigo era una che le persone le studiava, e anche a fondo, prima di parlare, ed era stato proprio studiando Simon che le era sorta quell'idea, forse sbagliata o forse no, non toccava a lei confutarla, era un onere che spettava all'uomo accanto a sé; sicuramente, però, era piuttosto oggettivo che un modo di fare più distaccato e schivo portasse le persone ad allontanarsi e non certo ad avvicinarsi, quindi chissà che non facendo un piccolo sforzo, il professore di Cura non potesse scoprire aspetti di sé sconosciuti anche a lui.
In ogni caso, la Druida comprese che fosse meglio non continuare a portare avanti la conversazione se il tema di essa doveva essere il docente, perciò decise di cambiare argomento e si concentrò sulla scimmietta che studiava i due esseri umani con curiosità, e che a quanto Simon le stava raccontando era piuttosto brava a vincere, barando però.

Spesso? Stiamo ventisette a trentuno per lui!

Giocate molto insieme, allora.
E' bello vedere quanto lei sia attaccato al suo animale, e quanto gli voglia bene, è una dote molto preziosa in una persona.


Gli sorrise, dolce e gentile come sempre, priam di chiedergli il permesso di salutare Seth: non che ci fosse qualcosa di male, anzi, poteva essere anche un gesto carino, ma non essendo sua la scimmia, Indigo preferì comunque essere educata e chiedere prima al padrone; quando Simon le diede la possibilità di farlo, dunque, la giovane donna si sporse verso la scimmietta, sorridendole e parlandole a bassa voce, in druidico, utilizzando al contempo la magia del Mana che fluiva dentro di lei per permetterle di cogliere la sua risposta come nessuno, Simon compreso, avrebbe mai potuto fare.

Beh, diciamo di si. Sono anni che viaggio con lui. E' il mio migliore amico! Non è bravo a parlare con gli altri, non è abituato! Quindi devi avere pazienza!

A me sembra molto dolce e gentile, anche se un po' timido... ma puoi stare tranquillo, sarò paziente nella misura in cui sarà necessario esserlo.

Gli rispose, deliziata dai modi di fare di Seth: le piaceva molto poter avere un contatto di quel tipo con gli animali, indipendentemente dalla specie a cui appartenevano; erano figli della natura, e la natura scorreva in lei tramite gli Elementi che pervadevano il suo essere, perciò era come se tutto fosse collegato.
Lo osservò richiudere gli occhi e si rimise dritta con la schiena, spostandosi il ciuffo dalla fronte fin dietro l'orecchio destro con la mano corrispondente prima di puntare gli occhi su Simon, nuovamente, e sorridere.

La considera il suo migliore amico... a quanto sembra, l'affetto è reciproco.

Commentò Indigo, anche se la sua risposta forse avrebbe potuto stranire il suo interlocutore visto che gli aveva appena tradotto i versi scimmieschi del proprio animale.

Spoiler:
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Messaggioda Simon » 18/05/2013, 18:46

La quercia... perché?
E' un albero come un altro, o ha qualche significato? Si dice che i suoi rami fossero per i romani simbolo di virtù, forza, coraggio, dignità e perseveranza... lei che ne pensa? Un albero può reincarnare davvero tutto questo in un suo ramo, anche piccolo e fragile?


Davvero una ragazza preparata. Il professore si spostò verso di lei. La osservò calmo e placido nell'ascoltarla. Fece un respiro profondo prima di tornare eretto e togliersi quegli occhiali. Manteneva comunque gli occhi chiusi. Forse per via del sole. Non parlava subito, ma inclinò la testa verso l'alto, poggiando la nuca sul ferro della panchina. Calda, però non rovente. L'aria marina che gli sferzava il collo adesso scoperto. Il rumore delle onde che cullavano i suoi sensi. Si umettò le labbra prima di rispondere. Cercando di balbettare il meno possibile.

Entrambe le cose. Dove vivevo...c'era una grande quercia. Secolare...la sua fermezza, la sua grandezza. Mi aiutavano a sentirmi meglio con me stesso e con gli animali. Mi trovo bene sotto ogni arbusto Miss Indigo. Ma quella quercia...Siamo connessi. Almeno è stato...quello che ho sentito io. Si, credo che possa reincarnare tutti questi simboli. Forse...è per questo che stavo sempre poggiato al suo tronco. Perchè volevo che concedesse anche a me...la sua forza. Volevo essere come lui. Volevo assomigliare alla quercia che mi ha sopportato per ben dodici anni. Che ho protetto per dodici anni...

Fece una piccola risata alle sue parole. Prese fiato. Certamente si era impegnato tanto. Abbassò lo sguardo di nuovo verso il terreno. Un'attimo di silenzio perima di ricominciare a parlare, inclinando solamente la testa verso di lei.

Magari...potrebbe pensare...che sia un bambino...o che non le soddisfa la mia...risposta...e mi dispiace... ma è quello che penso...

Un altro mezzo sorriso verso di lei come per rassicurarla che non era ne stranito ne contrariato da quella domanda. Rimase ancora in silenzio ripensando a quei momenti. Alla solitudine ma anche alla serenità. Si morse il labbro inferiore riflettendo sulle volte che aveva difeso quel piccolo angolo di paradiso. Il suo piccolo angolo di paradiso.

Il suo superiore non apprezza i suoi modi di fare?
Credo dipenda anche dal tipo di lavoro... mi pare di capire che sia docente ad Hogwarts, se non sbaglio.
Scommetto che sta molto simpatico ai suoi allievi, però.


Davvero molto in gamba. Rimase stupito il professore mentre l'ascoltava. annuì solamente omettendo la parte delle prese in giro che i suoi studenti gli propinavano tutte le volte che era a lezione. A volte veniva schernito per via del suo problema di timidezza. altre volte per essere un Tasso. Ma lui resisteva. Resisteva come resistette sua sorella, Maganò dalla nascita. Lei subì umiliazioni ancora peggiori. E toccava a lui proteggerla, proteggerla da tutti quelli che la vedevano come una menomata. La sua piccola sorellina.

Beh...si...

Si limitò a dire sentendosi incalzato dalla sua compagna di chiacchiere. Anche se si sentiva con le spalle al muro il professore trovava stimolante quella conversazione. Quasi cercasse di spronarlo ad uscire dal suo guscio. Guscio che subito dopo accennò la stessa Druida.

La sua timidezza... ha mai pensato che potrebbe creare un muro tra sé e i suoi studenti? Forse alcuni di loro vorrebbero avvicinarsi a lei, farla diventare il loro punto di riferimento... ma non possono, se c'è un ostacolo tra lei e loro. Magari non ha mai preso in considerazione la cosa, ma il rimanere nel suo mondo, il suo volersi chiudere a riccio, potrebbe starle causando la perdita di tante esperienze belle, nuove, inaspettate.

Vero...ma con gli studenti...sto bene... sono le persone più...grandi....

Non riuscì a finire la frase. Si vergognava di quel problema. Del fatto che non riusciva a superare la balbuzia. Si morse il labbro inferiore abbassando di nuovo lo sguardo. Gli occhi verdi brillanti ora erano chiusi tra le palpebre, nascondendoli a tutto il mondo. Un altro secondo di silenzio cercando di riprendere la calma e di non lasciarsi sopraffare dai suoi pensieri.

Giocate molto insieme, allora.
E' bello vedere quanto lei sia attaccato al suo animale, e quanto gli voglia bene, è una dote molto preziosa in una persona.
La considera il suo migliore amico... a quanto sembra, l'affetto è reciproco.


Sembrava sempre che Indigo volesse salvare la conversazione. Certamente Simon gliene era talmente grato che avrebbe sorriso tantissimo, se solo ci fosse riuscito. Non capì bene come fece a tradurre le parole della scimmia. Aveva tutta l'intenzione di chiederlo. Alzò un dito come per poter prendere parole ed alla fine rimase in silenzio.

No Simon, non sono affari tuoi, se ne vorrà parlare sarà lei stessa a dirtelo. Rimani con la curiosità...

Pensò osservando la scimmia. Si morse il labbro inferiore prima di prendere fiato e riempire quel vuoto lasciato proprio dallo Scozzese.

Beh...ne abbiamo vissute tante. Eh già. Ci siamo salvati a vicenda.

Confessò pentendosene subito dopo. Tossì leggermente guardando da un altra parte. Ricordava bene quella volta in Russia. Quel maledetto circo. Non era come quello in Francia. Erano maldestri, malvagi. trattavano male gli animali, anche se erano loro a portare il guadagno a quelle persone. Lui si limitò solo di ridare la libertà a quelle povere bestie. Sentì poi un'immensa paura. La collana brillò solo per un attimo, e lui vide Seth dietro alle sbarre. Corse da lui, con un movimento della bacchetta aprì il lucchetto. La scimmia scappò. Lui venne circondato dalle guardie del Circo. Seth tornò per aiutarlo, distraendo le guardie. Infine scapparono tutte e due. Il professore e la scimmia cappuccina sulla sua spalla.
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