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Cork

Messaggioda Monique » 16/05/2013, 17:58

Cork (irlandese Corcaigh) è una città della Repubblica d'Irlanda; per numero d'abitanti è la seconda del Paese dopo Dublino, e la terza dell'intera isola dopo la citata Dublino e Belfast (Regno Unito). Essa è il capoluogo dell'omonima contea e la città principale della provincia del Munster.
Situata all'estremità meridionale dell'isola, sulla foce del fiume Lee, è un porto marittimo di notevole importanza. Lo stesso fiume taglia in due la città e, prima di sfociare in mare, si dirama in due bracci che si ricongiungono poco oltre, creando nel centro una piccola isoletta su cui è sorto il primo insediamento urbano e che ora è parte del centro città. Data l'influenza culturale della città, Cork è talvolta chiamata La capitale del sud ed è anche stata capitale europea della cultura nel 2005.
Il suo motto è: "Statio Bene Fida Carinis".


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Messaggioda Caroline Priscilla » 17/12/2013, 0:48

[12 Maggio 2107- Faerûn Cemetery - Nei pressi di Corks]


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La nebbia avvolgeva quella fredda mattina di Maggio, gelando il respiro di coloro che si attardavano nei pressi dei cancelli del cimitero, in attesa che la funzione funebre iniziasse. Il Faerûn Cemetery era uno dei cimiteri magici più antichi esistenti in Irlanda, nonostante l'età non corrispondesse affatto a dimensioni considerevoli: poche famiglie erano state sepolte lì, tanti maghi solitari e alcuni sconosciuti. Uno speciale incantesimo Respingi-Babbani manteneva solitamente quel posto segreto agli sguardi di coloro che non conoscevano la magia, ma quel giorno l'incantesimo era stato sciolto, per permettere anche ad una donna babbana di poter assistere al funerale del proprio marito. La giovane Caroline Priscilla O'Neill camminava in silenzio, vestita di nero come voleva la tradizione, stringendo la mano della madre per sorreggerla in quel difficile momento della loro vita. Aveva chiesto un permesso speciale alla Vicepreside di Hogwarts di assentarsi quattro giorni da scuola, permesso che le era stato accordato immediatamente data la difficile situazione in cui versava la sua famiglia. Dopo due anni di attesa, Marion O'Neill si era rassegnata all'idea che non avrebbe più rivisto vivo suo marito e aveva preso la dolorosa decisione di seppellirlo definitivamente, chiamando a raccolta amici e parenti del defunto O'Neill Senior per onorarne la sua morte. Gli sguardi dei presenti mostravano le più svariate emozioni, che andavano da chi non celava i propri sentimenti per la perdita di quella persona cara a chi invece sapeva come nascondere il proprio dolore, dietro una maschera di compostezza. La giovane Tassorosso si guardò intorno, riconoscendo pochi volti fra quelli dei presenti: i propri nonni, gli amici più stretti e qualche persona che probabilmente aveva incontrato una volta al Ministero della Magia e del quale aveva dimenticato il nome. Si voltò ancora, fissando prima il cielo terso, appena scaldato dai primi raggi del sole. Poi si incamminò nuovamente, giungendo verso il tumulo scelto per contenere simbolicamente i resti del padre. Nessuna bara era stata preparata per lui. Non vi erano ceneri da spargere o un corpo da seppellire. Tutta la cerimonia aveva il solo scopo di di sancire ormai la definitiva rassegnazione della famiglia O'Neill di riabbracciare Nathaniel. Solo oggetti personali del defunto mago erano stati portati lì: poche cianfrusaglie a lui care, una foto di famiglia e dei doni che gli erano stati regalati in passato dalla moglie e che lui ancora custodiva gelosamente. Non era presente invece la sua bacchetta, un oggetto fondamentale nella vita di un mago. Chiunque avesse ucciso O'Neill Senior non aveva lasciato tracce neanche della suo catalizzatore, portandolo via con sè o forse semplicemente distruggendolo.

Come se non fosse bastato portargli via la vita...

Quel pensiero aveva attraversato mille volte la mente della Tassorosso, mentre ascoltava senza realmente sentirle le parole di conforto che amici e parenti rivolgevano a lei e alla madre, come segno del cordoglio che essi provavano per la loro perdita. Nessuna parola, neanche la più commovente, avrebbe potuto colmare la voragine che si era creata nel cuore della ragazza e questo la piccola O'Neill lo sapeva perfettamente, ma non poteva neanche prendersela con il mondo intero per ciò che era accaduto alla sua famiglia: per questo il suo sguardo, sebbene addolorato, appariva privo di quell'oscurità che tanto temeva Tisifone Samyliak potesse crearsi nell'animo della studentessa. Le parole di Cartwright, il giorno che l'aveva consolata, le avevano donato un po' di luce nelle tenebre che erano scese su di lei. Cappie aveva compreso infine che avrebbe dovuto realmente andare avanti, che non sarebbe bastato dire a sè stessa che tutto sarebbe andato bene o rassegnarsi meccanicamente allo scorrere del tempo.
Era giunto il momento di guardare al futuro. Era giunto il momento di ricominciare a vivere.
Caso strano che tale consapevolezza fosse arrivata proprio in quel momento, ad un funerale, ma la giovane tassetta non badò molto a quel pensiero, che balenò nella sua mente solo per un attimo prima di sparire. I suoi propositi di scoprire la verità non erano cambiati, ma essi non venivano più alimentati dalla sete di vendetta che per quasi due anni aveva invaso il corpo e la mente della ragazza, incapace ad affrontarli. Sapeva che non avrebbe mai potuto vendicare suo padre, ma rendergli giustizia facendo saltare fuori la verità, quello si, quello sarebbe stato il suo obiettivo. E se per farlo avrebbe dovuto diventare più astuta e intelligente, capace di raccogliere indizi e di collegarli fra di loro, Caroline Priscilla O'Neill lo avrebbe fatto. Per suo padre. Per la sua famiglia.

Ed ora, lasciamo la parola ai suoi cari, affinchè possano confortare il loro defunto e dirgli addio per l'ultima volta.

L'uomo che mandava avanti la funzione fece un gesto d'incoraggiamento alla ragazzina, che si ritrovò spaesata nell'ascoltare quelle parole: quella sarebbe stata davvero il suo ultimo addio a suo padre? E in che modo ella poteva confortarlo, quando invece sarebbe stato più plausibile tutto il contrario? Era lei che aveva bisogno del conforto del defunto, non il contrario. E il suo estremo addio sarebbe arrivato si, un giorno, ma solo quando finalmente la studentessa avesse scoperto come e perchè Nathaniel O'Neill era stato ucciso. Tuttavia non c'era tempo per tutte quelle rimostranze: le persone raccolte intorno al tumulo la fissarono, aspettando che Cappie si facesse coraggio e iniziasse a parlare, per sentirsi dire, molto probabilmente, che padre meraviglioso fosse stato il mago e quanto avrebbe compianto la sua morte.

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Cappie lasciò la mano della madre, guardandosi intorno prima di fare un bel respiro e di asciugarsi le lacrime che fino a quel momento erano scese lungo le sue guance, rendendole calde e salate. Fece un passo in avanti, le mani giunte in grembo, in attesa di trovare le parole giuste nonostante sentisse la voce strozzarsi in gola ad ogni respiro.

Mio padre....

Tentò di esordire, ma un singhiozzo la interruppe subito, mentre il cuore sussultava nello sforzo di parlare di fronte a quelle persone.

M-mio padre...

Altre lacrime scesero giù e la voce se ne andò via di nuovo, lasciandola impalata di fronte alla tomba appena scavata, dove il nulla venive custodito. La Tassorosso portò una mano a coprirsi la bocca, cercando di respirare lentamente e di farsi coraggio, mentre le persone intorno a lei iniziavano a compatire la piccola O'Neill orfana di padre, che non riusciva neanche a parlare per il dolore della sua perdita. Suo padre non avrebbe voluto questo, si disse, suo padre avrebbe voluto che lei affrontasse il dolore come le sue paure.
Ed era quello che Cappie avrebbe fatto in quel momento.

E' inutile che vi dica che persona straordinaria fosse mio padre: se siete venuti qui a commemorarlo insieme a me e mia madre, probabilmente lo avete conosciuto in vita e avete apprezzato l'uomo che era. E' utile invece che vi dica che...è ingiusto seppellire un uomo, senza conoscere il perchè e il come della sua morte- una breve pausa, mentre una nuova forza nasceva in lei, spingendola ad andare avanti nel suo discorso che, ben presto si trasformò in un dialogo, come se la ragazza non si trovasse più a parlare di fronte ad altre persone, ma solo e soltando con suo padre -Papà, mi dispiace tanto per ciò che ti ho detto quel giorno: sei morto pensando che tua figlia ti odiasse, ma non è così. Io...sono stata una stupida e non passa giorno della mia vita che non rimpianga di non averti abbracciato l'ultima volta che ti ho visto e di non averti detto ciò che pensavo veramente: ti voglio bene, papà. Quindi, se hai bisogno di conforto, sappi che io sto bene e anche mamma starà bene: mi prenderò cura di lei e tu sarai fiero di me, un giorno. Questo è il mio addio, papà...- la voce si bloccò di nuovo, per un attimo, in attesa di trovare il coraggio di concludere. Cappie si avvicinò ancora di più all'orlo della tomba scavata, inginocchiandosi e prendendo una manciata di terra fresca, sentendola sbriciolarsi fra le dita -...ma sappi che non sarà l'ultimo. Fino a quando vivrò, io continuerò a cercare la verità su di te. Cercherò chi ti ha fatto questo e...- Non c'era bisogno che continuasse. Cappie si rialzò in piedi, fissando ancora una volta gli affetti personali di O'Neill senior, insieme alla sua fotografia che svettava sulla lapide.

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Svegliami quando finisce Settembre...

Una metafora, un modo come un altro per dirgli che da quando era morto sembrava che l'Autunno fosse entrato nella sua vita senza uscirne mai più fuori. Era caduta, senza di lui, e avrebbe continuato a cadere anche in futuro, lo sapeva: ma un giorno avrebbe trovato la forza di rialzarsi e di rimanere definitivamente in piedi. E quel giorno, lei si sarebbe svegliata aprendo gli occhi su un mondo nuovo. Il pugno si aprì sulla tomba aperta, lasciando cadere il cumulo di terra che la tassetta aveva afferrato: i primi granelli di polvere andarono a coprire la scatola che avrebbe custodito gli affetti personali del mago, sancendo una volta per tutte la fine di ogni speranza nel ritrovarlo vivo.

[Fine - Autoconclusiva]
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Messaggioda Cyprus » 21/12/2013, 14:29

[Venerdì 5 Agosto - Personaggio mosso: Devo Nightmare (Cyprus) - ore 10.29]


Non ci sarebbe stato giorno migliore di quello per arrivare alla stazione di Cork, in Irlanda: luogo insolito in cui trovare uno come Devo Nightmare, vista la sua nazionalità, ma quello era un viaggio di puro piacere a cui non avrebbe saputo proprio rinunciare; la sua bambolina giallo-nera lo stava aspettando, o perlomeno sperava l'americano che il suo arrivo imminente l'avesse scossa e fatta divenire ansiosa nei giorni precedenti, altrimenti dove stava il divertimento?
Caroline Priscilla O'Neill, la ragazza che aveva puntato durante la sua visita ad Hogwarts, aveva in un certo senso accettato di ospitarlo in Irlanda per qualche giorno - più che altro non aveva detto di no quando Devo aveva proposto di passare a trovarla; e visto che Nightmare non doveva certo chiedere il permesso a qualcuno per prendere e partire - la madre infatti si trovava chissà dove col suo adorato maritino - semplicemente si era fatto attivare una Passaporta che, dall'America, l'aveva trasportato in Europa, in un vicolo deserto ed attiguo alla stazione dei treni di Cork, in cui il ragazzo si mimetizzò tra la folla babbana come se fosse sceso da un treno qualsiasi, attendendo che la sua dolce bambolina lo passasse a prendere.
Una mise in total black, quella dell'americano, fatta di una maglia nera a maniche corte con sopra una giacca leggera, pantaloni eleganti e scarpe da passeggio in pelle di Drago - passabile tranquillamente per coccodrillo - quel tocco di eleganza magica a cui non aveva saputo rinunciare.
Portava i capelli lunghi, e si era fatto crescere leggermente la barba, così da sembrare più grande: gli occhi però erano rimasti quelli che lei aveva conosciuto, così neri e profondi da essere misteriosi ed ipnotici; portava con sé un borsone contenente qualche cambio d'abito, ed in mano un mazzo di fiori come dono per la giovane Tassorosso che quel giorno stesso compiva gli anni.
Appoggiato al muro adiacente l'ingresso principale della stazione, Devo si guardava intorno con distacco ed un senso quasi di noia, immerso nei propri pensieri: chiaro che sperasse in un qualche divertimento personale con quella visita, perché per quanto l'Irlanda fosse un luogo che lui non aveva mai visitato, era andato fin lì per sporcare l'innocenza candida della sua bambolina, e non per una visita istruttiva del "Paese Verde", com'era conosciuto nel mondo.
Finalmente, il profilo di Caroline Priscilla entrò nel campo visivo dell'americano, permettendo così alle sue labbra d'inarcarsi in un sorriso lieve, tra il divertito e lo strafottente - per essersi presentato davvero, probabilmente - che creò una piccola fossetta sulla guancia sinistra di Devo.

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Credevo mi avresti lasciato qui tutto il giorno, sai bambolina?

Le domandò quando finalmente ce l'ebbe davanti, squadrandola lentamente per poi avvicinarsi al suo viso e posarle, sempre che la O'Neill non si fosse spostata, un bacio sulla guancia caldo e delicato, in cui avrebbe solleticato leggermente la pelle di lei con la barba.

Questi sono per te... buon compleanno.

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Aggiunse poco dopo con sguardo penetrante e nuovamente serio, intenso, porgendole il mazzo di fiori che aveva scelto appositamente per lei: una scelta non casuale, ovviamente, ed era piuttosto sicuro che la ragazzina, col lavoro della madre, sarebbe riuscita a carpirne il senso.
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Messaggioda Caroline Priscilla » 22/12/2013, 19:59

[Sull'autostrada per Corks - 5 Maggio - Ore 09:56]


Un sorriso involontario aleggiava sulla bocca della giovane Tassorosso, mentre sedeva tranquillamente sui morbidi sedili del vecchio autobus che l'avrebbe portata nel centro di Cork. Ipod in mano, cuffie alle orecchie, il suo viaggio veniva accompagnato dalle note di You Shook Me All Night Long degli AC/DC, la testa che si muoveva a ritmo di musica e gli occhi che si perdevano dietro a mille fantasie. Che cosa avrebbe provato una volta visto di nuovo Devo, dopo tanto tempo? Che cosa avebbe pensato di lei? L'avrebbe trovata ancora carina, cresciuta,diversa, cambiata? Oh cambiata lo era tanto: Cappie non era più la fragile tassetta che era scoppiata a piangere nell'Osservatorio di Astronomia, di fronte ad un perfetto sconosciuto. Aveva superato le sue paure e aveva capito che per affrontare i propri demoni ci sarebbe voluto del tempo e che al momento giusto lei sarebbe stata all'altezza. Complice il forte sostegno dei suoi migliori amici, Jorge, Kelly, Ariel e Vergil, la giovane strega aveva recuperato parte della vecchia sè stessa. E di questo non avrebbe mai potuto ringraziarli abbastanza.
L'orologio da polso segnava che mancavano ancora trentacinque minuti, prima che l'autobus giungesse a destinazione. Devo l'avrebbe aspettata vicino la stazione di Cork, intorno alle dieci e mezza, ma la ragazza quasi non riusciva a contenere l'eccitazione nel rivederlo dopo tanto tempo. L'americano aveva scelto proprio il giorno del suo sedicesimo compleanno per andarla a trovare, facendole uno dei regali più belli e graditi che avesse mai potuto ricevere. Certo, ci era voluto un po' a convincere sua madre a lasciarla andare, ma non appena Marion aveva capito che di mezzo c'era un ragazzo, aveva infine dato il permesso alla figlia, assicurandosi solo che stesse attenta e che rispettasse il coprifuoco per quella sera. Per l'occasione, la piccola Tassorosso (ormai neanche troppo piccola) aveva indossato una semplice canotta color pesca, jeans scuri a sigaretta, un giacchetto azzurro per coprirle la braccia in caso di un abbassamento delle temperature e strano a dirsi...un paio di scarpe col tacco! Cappie non era abituata ad indossare quel genere di calzatura tipicamente femminile, ma il suo desiderio di fare bella figura di fronte al musicante l'aveva spinta ad usare quel tocco di classe che l'avrebbe resa, almeno a suo parere, più adulta e anche più bella agli occhi del ragazzo. Il suo semplice vestiario era completato poi da una lunga collana fatta a mano, con monili di vario tipo e da una borsa a tracolla fatta dello stesso materiale e colore dei pantaloni, nel quale erano contenuti i generi di prima necessità: la sua inseparabile bacchetta (inutile nel mondo babbano, ma come ogni mago o strega che si rispetti sempre a portata di mano), ma anche un cellulare, portamonete con soldi babbani, biglietti vecchi dell'autobus, fazzoletti e carta d'identità. Il viso era privo di trucco, fatta eccezione per un leggero tocco di mascara sulle ciglia e un lucidalabbra alla pesca, che metteva ancora più in risalto le labbra carnose della tassetta.

...'Cause the walls were shaking, the earth was quaking
My mind was aching
And we were making it...


Cappie canticchiava a bassa voce, per evitare di dar fastidio al resto dei passeggeri, battendo il ritmo con le dita che ticchettavano sui braccioli del sedile. Quando l'autobud svoltò, entrando finalmente nei confini di Cork, il suo cuore ebbe un tuffo e iniziò a battere ad una velocità impressionante. Presto avrebbe rivisto Devo e l'aspettativa la rendeva ansiosa e e impaziente.

[Stazione di Cork - Ore 10:32]


Capolinea!

Cappie si alzò di scatto alle parole dell'autista, fiondandosi giù dall'autobus per quanto le consentissero le sue scarpe. In effetti, più che fiondarsi la Tassorosso fu costretta a camminare a passo veloce ma attento, in quanto si sentiva ancora instabile su quei trampoli che in fondo, di trampoli avevano ben poco. In ogni caso, una volta scesa dall'autobus e messo a posto l'Ipod con le cuffie nella sua borsetta, la tassetta si guardò intorno cercando di individuare il bel ragazzo tenebroso che la stava aspettando con un mezzo sorriso divertito e strafottente sul volto, al quale lei rispose con uno dei suoi carichi di solarità ed energia.

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Ciao Devo! Scusami, l'autobus ha fatto un po' di ritardo...

Credevo mi avresti lasciato qui tutto il giorno, sai bambolina?

La ragazza arrossì nel sentire quel nomignolo che l'americano le aveva affibbiato tempo prima e che, dovette ammettere, le faceva sempre venire un po' di batticuore quando lo pronunciava ad alta voce di fronte a lei. Quando poi il ragazzo si avvicinò per posarle un bacio sulla guancia, la tassetta lo guardò timida ma felice di quel gesto, mentre Devo le porgeva un mazzo di fiori inaspettato.

Questi sono per te... buon compleanno.

Io...grazie non dovevi...

La Tassorosso prese il mazzo di fiori, fissando incantata per un attimo le rose e le orchidee che lo adornavano. Ricordava vagamente il significato di quei fiori (totale dedizione e ammirazione), ma non era sicura che il musicante avesse scelto quel particolare bouquet di proposito. Meglio non farsi strane idee in testa e in fondo la tassetta non aveva abbastanza autostima in sè stessa per azzardarsi a pensare che qualcuno provasse ammirazione nei suoi confronti.

Com'è andato il viaggio? Tutto bene, vero?
Vuoi che ti porti da qualche parte, magari a mangiare qualcosa!
Oh, aspetta...non mi hai detto dove alloggerai! Forse dovremmo prima cercare un ostello qua vicino, anche se non sono molto pratica di quelli magici...


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Messaggioda Cyprus » 23/12/2013, 21:03

Non dovette attendere molto prima di notare una ragazza dall'aria solare - più di quanto ricordasse l'ultima volta che l'aveva vista, ad Hogwarts - avvicinarsi a lui: Devo la squadrò impassibile, registrando però dentro di sé la mise della Tassorosso, ed in particolar modo le scarpe col tacco che, ne era abbastanza convinto, aveva indossato appositamente per quell'incontro, perché non ci sarebbe stato altro motivo altrimenti e d'altronde lei non pareva proprio tipo da starci comoda, su quei trampoli.
Con un sorriso magnetico, uno dei suoi insomma, Nightmare salutò Caroline Priscilla con un bacio sulla guancia e quel nomignolo che aveva coniato appositamente per lei - almeno dal punto di vista della O'Neill - porgendole poi un mazzo di fiori che la prese in contropiede, esattamente come aveva previsto.

Io...grazie non dovevi...

E' solo un pensiero... - rispose lui, anche perché il vero regalo doveva ancora consegnarglielo - ho immaginato che visto il lavoro di tua madre ti piacessero i fiori, e avresti potuto comprenderne il significato meglio di chiunque altro.

Aggiunse, allungando la mano per, se lei gliel'avesse lasciato fare, accarezzare col dorso dell'indice della destra la guancia sinistra di lei, in un tocco leggero che si sarebbe fatto accompagnare da un'occhiata intensa, profonda, ed ovviamente più adulta di quanto lei fosse abituata, quella di un ragazzo che guarda una ragazza che desidera e non certo una bambina.

Com'è andato il viaggio? Tutto bene, vero?

Intendi dire quei dieci secondi circa di spostamento? - le domandò per conferma a bassa voce, così da farle capire che aveva viaggiato tramite Passaporta magica e non certo coi trasporti babbani - Una meraviglia, a parte il solito senso di nausea post atterraggio.

Vuoi che ti porti da qualche parte, magari a mangiare qualcosa!
Oh, aspetta...non mi hai detto dove alloggerai! Forse dovremmo prima cercare un ostello qua vicino, anche se non sono molto pratica di quelli magici...


Ma come, non dormo a casa tua?

Da gran bastardo, ma convincente, qual era, Devo a quel punto finse un'espressione sorpresa - in negativo - quasi una faccia offesa come a dire che non si aspettava di doversi pure trovare un posto dove dormire dopo essere arrivato fino a lì per lei, e proprio il giorno del suo compleanno; mantenne quell'espressione contrita per circa una ventina di secondi, il tempo di metterla in imbarazzo e farla sentire in colpa, per poi aprire le labbra ad un ghigno leggero e divertito, magari anche un po' sadico.

Sto scherzando, ho prenotato una stanza in un albergo magico qui dietro l'angolo, se mi accompagni posso posare la mia roba e poi andiamo in giro dove vuoi.

Le spiegò dunque per tranquillizzarla, prima di avvicinarsi al suo orecchio, abbassandosi leggermente essendo più alto rispetto a lei, per sussurrarle qualcosa all'orecchio.

Anche se non avrei nulla in contrario a passare del tempo con te fino a notte fonda...

Il sussurro le sarebbe arrivato all'orecchio come caldo, basso, ovviamente piuttosto adulto, modulato appositamente per smuovere gli ormoni di lei, quel desiderio che, Devo lo sperava, fosse sopito dentro la Tassorosso; si raddrizzò, poi, imperturbabile come sempre, per farle un sorriso leggero ed allungare come nulla fosse la mano così da prendere quella di lei, ed intrecciare le dita - quelle grandi dell'americano che, se Cappie avesse accettato quel gesto, avrebbero preso ad accarezzare leggermente quelle più piccole ed esili dell'irlandese.

Spero almeno che passerai con me la cena, o hai intenzione di farmi consumare il mio primo pasto serale da solo? - s'informò, sperando che l'educazione della ragazza le imponesse un po' di gentilezza "dovuta" verso il suo ospite - Intanto vogliamo andare all'albergo così mi sistemo?
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Messaggioda Caroline Priscilla » 26/12/2013, 16:24

Anche Devo era cambiato, come potè constatare la Tassorosso guardandolo meglio: si era lasciato crescere i capelli e la barba, un look che lo rendeva ancora più affascinante e gli donava un'aria molto più adulta. Gli occhi invece erano rimasti due pozzi neri e profondi, che provocavano un forte senso di vertigine ogni qual volta la ragazza ci si specchiava dentro. Cappie non si aspettava un omaggio floreale da parte dell'americano, nè credeva minimamente che Nightmare conoscesse realmente il significato di quei fiori. Tuttavia, ogni suo dubbio vennero ben presto mitigati dal mago stesso, che non si fece problemi a rivelare le sue intenzioni nel donarle quel mazzo di orchidee e rose rosa.

E' solo un pensiero...ho immaginato che visto il lavoro di tua madre ti piacessero i fiori, e avresti potuto comprenderne il significato meglio di chiunque altro.

Allora...grazie, ancora...

Eccolo, l'imbarazzo che si impossessava nuovamente di lei, facendo assumere alle sue guance una tonalità tendente al rosso. Pomodorina era un soprannome azzeccato per lei, ma in quel frangente anche giustificabile visto che era la prima volta che la tassetta diveniva l'oggetto del desiderio di un ragazzo. Quella particolare sensazione, infatti, venne sottolineata non solo dalla carezza che Devo allungò sul suo viso, ma anche dallo sguardo che le lanciò, uno sguardo che le provocò una forte stretta allo stomaco alla quale la Tassorosso non era abituata. Per cercare di alleggerire l'atmosfera, più per lei che per l'americano, Cappie si premurò di chiedergli come fosse andato il viaggio, ben sapendo che sicuramente il ragazzo avesse viaggiato con mezzi non babbani.

Intendi dire quei dieci secondi circa di spostamento? - la strega annuì, sorridendo -Una meraviglia, a parte il solito senso di nausea post atterraggio.

Be', sempre meglio della Metropolvere...- rispose a sua volta sussurrando, per evitare che altre persone potessero sentirli- Una volta mio padre mi portò al Ministero usando la metropolvere...non è stata una bella esperienza per chi mi stava vicino dopo l'atterraggio...- la mano andò automaticamente a scompigliarsi i capelli, mentre la tassetta ricordava come avesse buttato via l'anima quel giorno, un'anima costituita da due fette di pancetta croccante, uova all'occhio di bue, pane, marmellata, succo di frutta e un bicchiere di latte. Il cambiamento in lei era evidente anche nel mentre parlava di suo padre: gli occhi non si oscuravano, nè si intristivano come un tempo. Questo perchè la giovane O'Neill aveva preso il consiglio di Vergil come un dogma, cercando di gioire di tutti i bei ricordi che aveva di suo padre e provando a non lasciarsi abbattere da quelli tristi. Subito dopo Cappie si informò sul luogo dove avrebbe alloggiato l'americano, ricevendo però una risposta che freddò all'istante tutto il suo buonumore.

Ma come, non dormo a casa tua?

Il sorriso si congelò sul volto di Cappie, incapace di smascherare il tono falso [Intuito(P): 10] con il quale il ragazzo le aveva rivolto quella domanda. Che cosa avrebbe potuto dirgli per giustificarsi? Certo, le scuse che vennero in mente alla Tassorosso suonavano alle sue orecchie ben più che valide, tuttavia come avrebbe potuto convincere il ragazzo ad essere del suo stesso parere?

E-ecco non credo che sia possibile...Mia madre non vuole estranei in casa e in più da quando ha seppellito mio padre non se la sente di stare in compagnia...s-scusami, credevo che sapessi di dover stare in un ostello...

Aveva parlato accavallando le parole una dietro l'altra, guardando in volto la sua espressione e cercando di fargli comprendere quanto fosse dispiaciuta di quel malinteso. Tuttavia, il ghigno che uscì subito dopo sul volto di Nightmare, un ghigno sadico a tratti, le fece comprendere che il ragazzo non ce l'avesse veramente con lei e il suo cuore, poco prima bloccato, riprese a battere col solito vigore di prima.

Sto scherzando, ho prenotato una stanza in un albergo magico qui dietro l'angolo, se mi accompagni posso posare la mia roba e poi andiamo in giro dove vuoi.

Si!- rispose subito con tono sollevato -Va bene, ti accompagno! Dove voglio eh? Perfetto, vedrò che cosa posso fare...- se lo scherzo fosse stato spontaneo o una tattica ben studiata da Devo per far sì che la Tassorosso acconsentisse ad ogni sua richiesta, questo Cappie non lo sapeva nè si poneva il problema. Sicuramente il senso di colpa che per un momento attanagliò il suo cuore la spinse ad acconsentire alla sua richiesta di andare nell'albergo da lui prenotato, senza preoccuparsi troppo delle conseguenze di quel gesto.

Anche se non avrei nulla in contrario a passare del tempo con te fino a notte fonda...

La ragazza ebbe un sussultò, mentre la schiena si irrigidì nel sentire quel soffio di alito caldo direttamente sulla sua pelle. Per la neo-sedicenne era strano osservare la reazione del proprio corpo ad ogni stimolo che le lanciava Devo, una reazione che a tratti le risultava oscura e che non riusciva a comprendere pienamente. La sua migliore amica aveva cercato di spiegarle come funzionavano realmente le cose fra un ragazzo e una ragazza, ma Cappie era troppo persa nella sua idea di amore romantico che non sempre era riuscita a comprendere ciò che la Everett aveva cercato di dirle. Quando Devo allungò la mano per prendere la sua, la giovane O'Neill la strinse con tutta la forza di cui era capace, vedendola molto più grande rispetto alla propria. Dentro di sè, però, provava una sorta di calore diffuso che non le riscaldava soltanto il corpo (visibile dalle guance imporporate) ma anche e soprattutto l'animo.

Spero almeno che passerai con me la cena, o hai intenzione di farmi consumare il mio primo pasto serale da solo?

L'ultimo autobus parte a mezzanotte e mezza e io ho il permesso di stare fuori tutto il giorno...l'importante è che rientri a casa per massimo l'una! Una gentile concessioe da parte di mia madre, visto che oggi compio sedici anni...

Intanto vogliamo andare all'albergo così mi sistemo?

Certo! Andiamo!

Disse la tassetta e, non appena Devo si fosse mosso, si sarebbe lasciata guidare dal ragazzo fino all'albergo nel quale avrebbe alloggiato quella sera stessa, mantenendo la presa sulla sua mano e provando una sorta di strana felicità nel sentire le loro dita intrecciarsi fra di loro.

Sei mai stato ad un Luna Park?

Chiese di colpo, pensierosa, pensando al modo migliore di passare la giornata loro due in giro per Cork.

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Messaggioda Cyprus » 28/12/2013, 13:10

Non poteva certo lamentarsi della piega che aveva preso quell'incontro, soprattutto considerando che erano ancora all'inizio: Caroline Priscilla appariva abbastanza imbarazzata e incapace di sapere come muoversi in quella situazione da stuzzicare ulteriormente il sadismo di Devo, ben deciso a far sì che la sua bambolina s'innamorasse perdutamente di lui; perché? La domanda giusta, probabilmente, sarebbe stata "perché no?", quando si parlava di lui, che aveva le sue buone - per così dire - ragioni, anche se nessuno poteva saperle o comprenderle, nemmeno qualcuno come Charlie, l'americana che più si avvicinava alla definizione di Devo per "amica".
Regalò dunque alla O'Neill dei fiori ben precisi perché preciso era il loro significato, osservando soddisfatto le guance rosse dell'irlandese che, in quel frangente, era per lui - e per chiunque - un libro aperto: era imbarazzata, sì, ma l'americano poteva essere ragionevolmente sicuro che fosse anche felice di quel regalo, delle premure dell'altro che rispose senza problemi ma a bassa voce, per non farsi sentire da nessuno, alla domanda di lei su come fosse andato il viaggio in Passaporta.

Be', sempre meglio della Metropolvere...
Una volta mio padre mi portò al Ministero usando la metropolvere...non è stata una bella esperienza per chi mi stava vicino dopo l'atterraggio...


Non gli sfuggì come e quanto fosse cambiata, da quando l'aveva conosciuta la prima volta, ed il modo in cui sembrava aver deciso di affrontare il dolore e superarlo: ognuno sceglieva la propria strada, l'aveva fatto Devo ed ora anche Cappie aveva trovato la sua dimensione; la osservò per un lungo istante, consapevole che lei avrebbe certamente notato quello sguardo serio e penetrante su di sé, poi allungò una mano, la destra, e le sfiorò i capelli in una carezza delicata, annuendo tra sé con un sospiro appena più pesante del solito.

Sei cresciuta.

E non intendeva solo fisicamente, ma anche e soprattutto nell'animo e nello spirito, anche se forse lei questo non l'avrebbe compreso: quel momento però passò presto e l'americano tornò ad essere il sadico bastardo di sempre facendole un piccolo scherzo che la mandò nel panico visto che, prendendo per buone le parole di Nightmare, praticamente lui non aveva un posto dove passare la notte.

E-ecco non credo che sia possibile...Mia madre non vuole estranei in casa e in più da quando ha seppellito mio padre non se la sente di stare in compagnia...s-scusami, credevo che sapessi di dover stare in un ostello...

Si godette quell'espressione imbarazzata e smarrita della Tassorosso per alcuni istanti, poi decise di tranquillizzarla e farle presente che stava scherzando, che aveva già prenotato in un ostello e che dunque lei non doveva preoccuparsi in tale senso.

Si!
Va bene, ti accompagno! Dove voglio eh? Perfetto, vedrò che cosa posso fare...


In albergo, da sola, con lui... quanto poteva far diventare sprovveduti il senso di colpa.
Tanto meglio per Devo, comunque, che subito dopo ammise all'orecchio della ragazza quanto gli sarebbe piaciuto stare con lei fino a tardi, arrivando poi a prenderle la mano - e constatando con molto piacere quanto quel gesto avesse incontrato il favore dell'altra.

L'ultimo autobus parte a mezzanotte e mezza e io ho il permesso di stare fuori tutto il giorno...l'importante è che rientri a casa per massimo l'una! Una gentile concessione da parte di mia madre, visto che oggi compio sedici anni...

Fino a mezzanotte e mezza... se lo sarebbe fatto bastare, per quel giorno.
Si misero dunque a camminare insieme verso l'ostello dove Nightmare aveva prenotato, con la Tassorosso che di colpo gli fece una domanda quasi avesse avuto una bella idea su come fargli passare la sua prima giornata irlandese.

Sei mai stato ad un Luna Park?

Che cos'è?

Rispose lui di rimando, il modo migliore per farle capire che no, non c'era mai stato, e che nemmeno sapeva cosa fosse quel parco di divertimenti babbano che, come Purosangue, non aveva mai avuto modo di vedere né visitare.
Ci vollero dieci minuti soltanto per arrivare all'ostello - babbano - scelto da Devo, ed una volta entrati il ragazzo semplicemente chiese la sua camera e pagò in anticipo l'intera somma del pernottamento più una generosa mancia al proprietario, il quale si premurò di assicurare all'americano tutti i comfort possibili ed immaginabili visto quanto pareva essere danaroso il suo cliente d'oltre oceano.

Vediamo se almeno la camera è decente...

Commentò a bassa voce, verso Cappie, Devo, una volta avuta la chiave, in quel tono basso, suadente ed intimo che voleva creare una sorta di complicità tra loro, qualcosa di cui lei si sentisse parte: se la Tassorosso l'avesse seguito, egli sarebbe salito al primo piano - sempre tenendola per mano - fino alla propria stanza, che si sarebbe presentata come estremamente semplice ma, se non altro, pulita ed ordinata.

Immagine


Credo di non potermi lamentare, giusto?

Le domandò con un mezzo sorriso, posando a terra il borsone coi propri effetti personali prima di voltarsi totalmente verso la ragazza.

Ho un altro regalo per te, ma è una sorpresa... chiuderesti gli occhi, per favore?

Anche gentile nel farle quella richiesta, ma era tutto calcolato per non farle capire cos'avesse in mente, per spingerla a non rifiutare quella dolce, apparentemente innocente richiesta: se però Cappie avesse acconsentito, chiudendo gli occhi, Devo si sarebbe avvicinato, silenzioso e predatore, a lei, avrebbe abbassato leggermente il viso... ed avrebbe tentato di posare le proprie labbra su quelle della ragazza, assaporandone per la prima volta la consistenza tentatrice.
Sì, Devo Nightmare voleva regalarle il primo bacio che l'avrebbe portata all'Inferno.
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Messaggioda Caroline Priscilla » 29/12/2013, 17:17

Sei cresciuta.

Mh?

La carezza del ragazzo arrivò lieve e dolce sul capo della Tassorosso, che lo fissò dal basso verso l'alto con un'espressione perplessa sul volto. Certo, sapeva di essere cresciuta almeno fisicamente, lo vedeva ogni volta di fronte allo specchio come il suo corpo stesse assumendo delle forme più morbide e femminili (sebbene non quanto volesse la tassetta). Eppure, il sospiro dell'americano sembrava dare un significato più profondo a quella frase, che però venne lasciata in sospeso per concentrarsi sul problema del pernottamento di Devo. Il musicante aveva tirato un brutto tiro alla ragazza, che non seppe come giustificarsi di fronte al suo finto sguardo deluso e offeso se non parlando delle difficoltà emotive che sua madre stava passando in quel periodo. Per sua fortuna, lo scherzo venne presto svelato e Cappie accettò con gioia e anche con ingenuità di accompagnarlo fino all'albergo dove avrebbe alloggiato. Nel mentre i due si dirigevano verso l'albergo, la giovane O'Neill ebbe l'idea di passare il resto della giornata in un Luna Park, chiedendo all'americano se vi fosse mai stato prima.

Che cos'è?

Oh è una sorta di parco giochi babbano, nel quale ci sono delle giostre, musica, clown, chioschi con dolci e palloncini...so che non è niente paragonato al nostro mondo, però potrebbe essere divertente! O almeno interessante...

Nel mentre si lanciava nella descrizione del luogo dove avrebbe voluto portarlo, i due ragazzi giunsero nell'ostello nel quale Nightmare aveva prenotato una stanza. Cappie osservò in silenzio l'americano pagare il conto in anticipo, senza problemi, per poi sorridere incerta quando Devo si avvicinò a lei, invitandola a vedere insieme la camera che gli era stata assegnata.

Vediamo se almeno la camera è decente...

V-va bene...

Perchè le ginocchia le tremavano così tanto? Cappie non riusciva a spiegarselo, attribuendo quel tremore alla semplice emozione che provava nel stare vicino ad un ragazzo tanto dolce e bello, almeno ai suoi occhi, quanto poteva essere l'americano.

Credo di non potermi lamentare, giusto?

E' una stanza bellissima!

Commentò Cappie una volta entrati dentro la camera, esplorando un po' l'interno e trovandola di proprio gusto nella sua semplicità.

Ho un altro regalo per te, ma è una sorpresa... chiuderesti gli occhi, per favore?

Cosa?! Devo, non dovevi disturbarti...
Uff, va bene! Ma sappi che mi stai mettendo in imbarazzo!


La Tassorosso chiuse gli occhi, ignara di quello che stava per accadere. Certo, una parte della sua mente immaginava che forse il regalo dell'americano non fosse poi tanto convenzionale, ma la sua naturale ingenuità e innocenza la spingeva a credere che nulla avrebbe portato Devo a chinarsi su di lei per donarle il suo primo bacio. Quando invece le labbra morbide e calde dell'americano si posarono sulle sue, invitanti e tenere, la tassetta aprì di scatto gli occhi, confusa da quella situazione, sentendo un improvviso calore esplodere in tutto il corpo e concentrarsi soprattutto nella parte inferiore.

Mh!

Un mugolio di piacere le sfuggì dalle labbra, imprevisto e non calcolato, mentre le gambe cedettero del tutto tanto che la giovane strega fu costretta ad aggrapparsi alle vesti del ragazzo per evitare di cadere. Le palpebre si abbassarono lentamente, godendosi quel suo primo bacio, mentre la tassetta si faceva più audace e premeva con più forza le labbra su quelle dell'americano, cercando un contatto più intimo e caldo.

E'...un bel regalo...

Disse una volta staccatasi e fissandolo con un sorriso dolce e felice di quel dono inaspettato. Cappie si morse le labbra, sentendone il sapore dell'americano e scoprendo qualcosa di nuovo per lei, il desiderio di riprovare a baciarlo una seconda volta.

Posso...averne un altro?

Chiese, un po' sfacciata, fissandolo dritto negli occhi. Ogni suo pensiero, ogni sua paura e timore sembravano essersi annullati in quel momento, mentre la tassetta aspettava col cuore che batteva all'impazzata la prossima mossa di Devo.

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Messaggioda Cyprus » 30/12/2013, 15:24

Era comprensibile che Caroline Priscilla non comprendesse il senso della frase di lui... e come avrebbe potuto? Devo era bravissimo nell'essere criptico, nel non far comprendere a qualcuno cosa stesse pensando, quali ragionamenti stesse facendo il proprio cervello mentre parlava... anche in quel caso era stato così; non si riferiva sicuramente alla crescita fisica della Tassorosso - seppur anche quella ci fosse stata - ma a qualcosa di ben più profondo che sicuramente però lei non avrebbe colto.
Non aveva intenzione, però, di rivelarle i propri pensieri, non quando aveva ben altro in mente e di sicuro molto più piacevole: tenendola per mano, e notando che la ragazza non appariva affatto infastidita da quel contatto, anzi, Nightmare si fece accompagnare dall'altra nell'ostello in cui avrebbe pernottato, chiedendo spiegazioni alla irlandese su cosa fosse questo "Luna Park" di cui lei aveva appena parlato.

Oh è una sorta di parco giochi babbano, nel quale ci sono delle giostre, musica, clown, chioschi con dolci e palloncini...so che non è niente paragonato al nostro mondo, però potrebbe essere divertente! O almeno interessante...

Un parco divertimenti senza magia? - domandò Devo, per assicurarsi di aver compreso il senso della sua spiegazione - Se pensi che possa essere divertente... sarò ben felice di andarci con te.

Rispose alla fine, lanciandole un'occhiata profonda, intensa, come a dire che aveva accettato quel programma solo perché era stata Cappie a proporlo, perché lei aveva ritenuto che fosse interessante; d'altronde ogni suo gesto aveva un fine ben preciso, dal tenerla per mano al condurla nella propria stanza, guardandola con occhio critico senza però riuscire a disprezzarla del tutto, visto cosa fosse il luogo in cui si trovavano - un ostello babbano.

E' una stanza bellissima!

Lo è ancora di più visto che tu ci sei dentro.

Un complimento piuttosto diretto, palese, a cui seguì la mossa più importante di Nightmare: farle credere di avere un altro regalo per lei, una sorpresa che però avrebbe voluto darle ad occhi chiusi.

Cosa?! Devo, non dovevi disturbarti...
Uff, va bene! Ma sappi che mi stai mettendo in imbarazzo!


Le sorrise, quasi dolcemente, osservandola mentre chiudeva gli occhi e si lasciava avvolgere dal buio: in effetti aveva davvero un regalo per lei, ma era qualcosa di decisamente diverso da ciò che la Tassorosso si sarebbe mai potuta aspettare... un bacio.
Non un bacio sulla guancia, per quanto ugualmente piuttosto casto, ma un bacio vero e proprio in cui le labbra dell'americano raggiunsero quelle dell'altra, assaporandole, catturandole, facendole proprie per la prima volta - e forse era letteralmente la prima volta, per la O'Neill.

Mh!

Un mugolio.
No, non l'aveva messo in conto, in effetti aveva anche previsto la possibilità che la ragazza si scostasse e gli mollasse un bel ceffone sulla guancia... invece Cappie si mostrò arrendevole a quel tocco, tanto che le gambe le cedettero e dovette aggrapparsi a lui per non cadere: e per Devo non ci fu alcun problema a stringere la Tassorosso a sé, posandole una mano sulla schiena per spingerla contro il proprio petto e così facendo, sostenerla.
Sentì le labbra della ragazza premere con più forza sulle proprie, e sorrise mentalmente per quella che era senza alcun dubbio una vittoria.

E'...un bel regalo...

Non sono mai stato così felice di donarlo a qualcuna come in questo momento.

Commentò Devo con voce calda, la mano libera che andava ad accarezzare la guancia di Cappie e lo sguardo che s'inchiodava a quello di lei per farla perdere nelle pozze nere quanto il suo animo sadico e bastardo: voleva che lei si convincesse, voleva che credesse alle sue parole, al fatto che sì, aveva baciato altre ragazze, ma non era mai stato felice di averlo fatto come con lei.

Posso...averne un altro?

Nemmeno quello se lo sarebbe mai aspettato... che ne volesse ancora.
Sorrise lentamente, sorpreso a quella richiesta mentre col capo annuiva, silenzioso, riavvicinandosi al suo viso: non la baciò subito, però, scese prima coi denti e le morse piano il labbro inferiore, col chiaro intento - per se stesso - di far concentrare il calore e l'eccitazione per quel momento in mezzo alle gambe di lei; dopo il morso salì finalmente anche sul labbro superiore, baciandolo nella sua interezza.
Mosse lentamente le labbra su quelle di lei, le assaggiò piano ma con intensità, continuando ad accarezzare la sua guancia con delicatezza e tenendola per la schiena come a non volerla far scappare: poi, sempre lentamente, lasciò che la punta della lingua arrivasse al suo labbro superiore, che accarezzò con un tocco caldo e delicato, giusto per capire come si sarebbe comportata lei, come avrebbe reagito.
L'avrebbe sorpreso ancora?
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Messaggioda Caroline Priscilla » 31/12/2013, 1:17

Un parco divertimenti senza magia?

Esatto!

Se pensi che possa essere divertente... sarò ben felice di andarci con te.

Devo Nightmare sembrava il ragazzo perfetto: dolce, attento, premuroso, non aveva rifiutato la sua proposta, ma l'aveva accolta come se fosse una grande idea, come se non vedesse l'ora di passare del tempo insieme a lei. Cappie si sentì fortunata di poter passare quel giorno in sua compagnia, riuscendo addirittura ad accantonare per il momento il pensiero che suo padre non avrebbe visto neanche il suo sedicesimo compleanno. Ci sarebbe stato tempo da dedicare al suo ricordo, lo sapeva; lo faceva ogni sera, prima di addormentarsi, rammentando un ricordo felice o buffo o divertente che aveva passato insieme a lui e imprimendoselo per bene nella sua mente. Avrebbe apprezzato molto uno di quei pensatoi per il suo compleanno, sarebbe stato un ottimo modo per conservare i propri ricordi. In quel momento, però, tutte le sue attenzioni erano rivolte verso il bel tenebroso, che l'aveva abbindolata con i suoi modi di fare, incastrando il suo cuore ingenuo e sincero in una gabbia fatta di falsi sorrisi e dolci tenerezze.

Vedrai, sarà divertente! Ti farò assaggiare lo zucchero filato, è la cosa più buona che esista al mondo! L'hai mai mangiato? E' un po' appiccicoso, ma ne vale davvero la pena...

Mentre si dirigevano verso l'albergo prenotato dal ragazzo, la Tassorosso si lanciò ad illustrare le meraviglie di un Luna Park, sguinzagliando la sua parlantina veloce e vibrante, incrementata dall'agitazione che la ragazza stava provando in quel momento. Agitazione dovuta al batticuore certo, ma che comunque aumentava quello che, per certi versi, poteva essere visto come un difetto dai più. Eppure in quel momento, felice di stare vicino a Devo, la neo-sedicenne sembrò non curarsi di frenare un po' la sua parlantina da perfetta irlandese, esternando in quel modo tutto l'entusiasmo che animava il suo corpo.

Lo è ancora di più visto che tu ci sei dentro.

Una volta entrati in camera, la tassetta, imbarazzata a quell'ennesimo complimento, cercò di dissimulare le proprie emozioni con una linguaccia, buttandola sul ridere e sullo scherzo com'era solita fare col suo migliore amico. Per sua fortuna, ad evitarle di dover dare una risposta che la giovane O'Neill non avrebbe saputo dare, intervenne lo stesso Nightmare, che la convinse di avere un altro regalo per lei, ma che le sarebbe stato consegnato solo se avesse chiuso gli occhi. Il bacio che ricevette subito dopo fu carico di emozioni disparate, che lasciarono la Tassorosso sconvolta e allo stesso tempo eccitata: impulsiva fino all'ultimo, Cappie si protrese verso la bocca del ragazzo, ricambiando quel bacio che le stava prosciugando in un attimo tutte le energie, tanto da costringerla a sorreggersi al corpo di Devo. Dal canto suo, l'americano venne in suo soccorso, posandole una mano sulla schiena per sorreggerla e un'altra sul viso, accarezzandola con delicatezza.

Non sono mai stato così felice di donarlo a qualcuna come in questo momento.

Era sincero nello sguardo, o almeno questo fu quello che pensò la giovane strega [Intuito(S):9], troppo inesperta ancora per capire che fosse possibile mentire anche con gli occhi. Un sorriso, che il suo fratellino avrebbe definito ebete, le spuntò sul volto, mentre la mano destra andava ad accarezzare a sua volta la guancia di Devo, cercando di ignorare quella cosiddetta sensazione che i più chiamavano "farfalle nello stomaco".
L'impulsività di Cappie, unita ad un pizzico di audacia, la spinse a ricercare ancora quel contatto fisico, formulandola sotto forma di richiesta all'americano. Il ragazzo riuscì a dissimulare bene la sorpresa o più semplicemente la tassetta non se ne rese minimamente conto, mentre si abbassava nuovamente sulle sue morbide labbra, per soddisfare la richiesta della dolce irlandese. Il tenero morso che ricevette sul labbro inferiore fece uscire un altro gemito di piacere non previsto dalla ragazza, che non riusciva a comprendere la propria incapacità di trattenere quei versi che alle sue orecchie suonavano come sconvenienti. Tuttavia, il suo corpo sembrava di tutt'altro parere, visto che rispose prontamente alla stimolazione del ragazzo, ben visibile dal respiro che passò da un ritmo normale ad uno molto più velocizzato. Quando infine Devo si chinò nuovamente su di lei, catturando finalmente le sue labbra, la ragazza si meravigliò di sentire una punta di umido saggiarla con dolcezza: la lingua dell'americano si muoveva calda e lenta, cercando di stuzzicare la gemella irlandese a fare altrettanto. Cappie avrebbe voluto in quel momento ricordare i consigli che l'amica Kelly le aveva dato a proposito di come baciare un ragazzo, ma la sua mente completamente vuota si rifiutava di collaborare e così fu costretta, in un certo senso, a seguire il suo istinto. Con gli occhi semi aperti, schiuse leggermente le labbra, toccando prima con timidezza e poi con più audacia la lingua e la bocca dell'altro, cercando di seguire gli stessi movimenti che Devo le stava indirettamente insegnando.

S-scusami...non sono molto brava a baciare...

Si interruppe di colpo, temendo di fare una pessima figura di fronte all'americano che, a discapito di tutto, le piaceva e anche parecchio. Non aveva mai baciato nessuno in vita sua, non sapeva come ci si comportava in quei casi, nè come muovere le labbra e la lingua. In più, la tassetta stava scoprendo qualcosa di nuovo nel suo corpo, che invece reagiva istintivo alle mosse di Devo, facendola avvampare, accelerando i battiti del suo cuore e concentrando la maggior parte del calore in mezzo alle sue gambe. Cappie si sentiva confusa da tutta quella miriade di sensazioni, ubriaca come non lo era mai stata in vita sua prima d'ora, mentre le guance si tingevano di un rossore leggero e soffuso.

I-in realtà...questo è il mio primo bacio...

Confessò a mezza voce, un po' inutile dirlo, ma forse era bene ricordare al ragazzo che lei non era un'esperta, che per lei tutto era nuovo, anche sentire l'odore di un ragazzo tanto vicino a sè. Un odore che in quel momento stava inebriando i suoi sensi, come forse sperava che anche il suo, una fragranza di dolce vaniglia, stesse facendo con Devo.

Posso sedermi...un attimo?

Chiese, attendendo la risposta del ragazzo prima di dirigersi sul morbido letto e sedendosi in maniera composta, cercando di dissimulare l'imbarazzo e la vergogna che all'improvviso si erano impossessate della sua mente. E se a Devo non fosse piaciuto il suo modo di baciare? La ragazza sorrideva timidamente, ma dentro di sè sentiva il proprio cuore agitarsi all'idea che l'americano potesse stufarsi di lei a causa delle sua totale inesperienza.

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