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da Eibhlin » 19/01/2013, 20:57
Un solo sguardo veloce fu quello che Eibhlin si concesse per osservare se il suo commento avesse in qualche modo infastidito o risentito Yamato: in fondo lei non era una Ignis, anzi, era l'esatto opposto di esso, e forse aveva peccato di superbia nel credere di poter identificare nel giovane di fronte a loro un'inclinazione verso la Gilda del Fuoco; il sorriso del Sole era indecifrabile, come lei del resto, ma sospettava che dopotutto all'altro non fosse dispiaciuta troppo la sua considerazione.
In effetti la sua inclinazione potrebbe trarre in inganno anche me. Ma un Ignis per quanto impulsivo non pecca di educazione, né tanto meno di intelligenza. Non rispondo a coloro che pretendono risposte senza nemmeno mostrare a testa alta la loro identità.
E fu così che il giovane, di nome Typhon, si presentò loro, richiedendo comunque spiegazioni da parte dei due; la prima a rispondere fu proprio l'Oceano, che però usò parole volutamente criptiche così da far comprendere poco al ragazzo del suo discorso. Non era ben chiaro se il suo intento fosse quello di confondere il Dragargenteo, di prenderlo in giro, o se invece stesse parlando seriamente e quello fosse solo il suo modo di esprimersi, puro e semplice: notò lo sguardo confuso del giovane ma non aggiunse altro, lasciando che fosse Yamato a parlare e sicura che, se mai la futura Sempreverde avesse accettato il suo ruolo, allora probabilmente sarebbe stata lei stessa a parlare con lui e a spiegargli dell'esistenza delle Gilde.
Tieni molto alla tua professoressa, giusto ragazzo? Un giorno potrebbe ritrovarsi a pentirsi di non aver ascoltato le nostre parole. Per lei è stato scelto un destino molto più grande di quello attuale, che non tu puoi nemmeno immaginare... Ora però abbiamo faccende molto importanti da sbrigare, non intralciare il nostro cammino.
Non fermò l'Ignis Elios quando estrasse la bacchetta, né quando scagliò il leggero Schiantesimo contro Typhon: aveva ben compreso che l'intento dell'uomo era semplicemente di scostarlo, non certo di fargli del male, e dunque non c'era ragione di bloccare i suoi movimenti; osservò l'incantesimo scaturire dalla bacchetta dell'altro e colpire il ragazzo, liberando così la strada ad entrambi. Eibhlin fece qualche passo in avanti, sicura di sé e fiera come solo una Acuan Diluvium sapeva essere, ma prima di scomparire definitivamente dalla vista del giovane... si volse un momento verso di lui, a guardarlo: e quando ciò avvenne, un lieve sorriso le increspò le labbra, come se gli stesse silenziosamente promettendo che, presto o tardi, tutto gli sarebbe stato chiaro. Solo dopo aver fatto ciò riprese il suo incedere, fino a scomparire dalla portata della vista di lui per ritrovarsi sola con Yamato, pronta a congedarsi dall'uomo.
Navigate sempre in acque limpide e calme, Oceano. Il fuoco non si augura di reincontrarVi presto, la mia persona si. Omaggi.
Che il Fuoco non smetta mai di scaldare il Vostro cuore, Sole. Il mio Elemento Vi è tanto ostile quanto la mia persona Vi trova affine. Addio.
Si smaterializzarono entrambi, ciascuno all'interno del proprio villaggio, in Nuova Zelanda lui ed in Islanda lei: avevano tante cose da raccontare ai propri fratelle e sorelle e, almeno in Eibhlin, una speranza avrebbe occupato il suo cuore fino ad avere una conferma o una smentita... Che la giovane ora impegnata a curare le piante nelle Serre di Hogwarts potesse un giorno combattere accanto a loro per preservare forte e saldo il Conflux.
[Fine Ruolata]
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da Ferdy » 09/05/2013, 20:53
[Lunedì - Ore 16:27]
Il comportamento che Ferdy stava assumendo negli ultimi giorni avrebbe preoccupato tutti, tutti ma non lui: Ferdy non si stava nemmeno accorgendo di quel momentaneo cambiamento, molto probabilmente perché si era abituato a quel "tenore" di vita; inoltre, lo si sa, è molto più semplice osservare quello che accade agli altri che constatare quello che succede a sé stessi, ecco perché i suoi compagni di Casa avevano cominciato a fargli domande strane da qualche tempo. Il fatto che andassero da lui e gli domandassero "Ehi ma che ti prende?" lo aveva leggermente preoccupato, ma non aveva voglia di riflettere su di lui. Evidentemente era uno degli effetti collaterali dell'illusione di Melia, che, non essendo terminata, si ripercuoteva su di lui in quel modo. Ora camminava, senza meta, senza un compito preciso, camminava e basta. La natura e il silenzio lo facevano sentire meglio, lontano dal caos e la routine quotidiana. Si era inoltrato parecchio, troppo, e la bacchetta che teneva riposta nella tasca posteriore dei jeans sarebbe stata opportuna alla sua mano, ora: sarebbe potuto sbucare qualunque tipo di creatura dagli arbusti sparsi qui e lì lungo la radura.
Non è prudente girare da queste parti, dovrei ritornare, forse...
Si mosse di pochi passi indietro, la bacchetta salda alla mano; si voltò e prese a camminare, lentamente: non c'era fretta di ritornare subito a scuola. I suoi passi, a contatto con il suolo, provocavano un leggero fruscio. Le alte chiome degli alberi dai nodosi rami facevano ombra sulla radura nel quale era arrivato, e se non fosse stato tra gli spazi più o meno ampi tra un albero e un altro, tutto sarebbe stato oscurità.
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da Indigo » 10/05/2013, 0:37
[Lunedì - ore 16.30 - Pre-Quest vs. Mezzo-Drago]
Che posto affascinante la Foresta Proibita di Hogwarts. Indigo la fissava con gli occhi luminosi rivolti verso l'alto, lo sguardo che abbracciava le fronde verdi appena mosse dal vento: li socchiuse ed inspirò a pieni polmoni l'aria intorno a lei, ruotando su se stessa con un sorrisetto divertito ed estasiato sulle labbra; capiva perché molte creature amassero stabilizzarsi da quelle parti, se fosse stata un animale probabilmente avrebbe imitato il loro comportamento. Un picchio rosso si posò su un ramo poco distante da lei, fissandola con gli occhioni neri carichi di curiosità: non era una cosa così strana, in fondo non si vedeva spesso una Druida da quelle parti; Indigo riaprì gli occhi e spostò le iridi color cioccolato sull'animale, inclinando leggermente la testa di lato col sorriso che permaneva sul suo viso, illuminandolo di dolcezza.
Bella giornata, non è vero? Ti stai costruendo casa?
Domandò ad alta voce al picchio rosso, usando la lingua della sua razza, il druidico: la voce appariva melodiosa all'orecchio di chi l'ascoltava, molto musicale e squillante, sebbene il tono non fosse eccessivamente elevato; non vi erano accenti particolari né cadenza che indicassero una sua nazionalità specifica, forse perché il druidico era uguale per tutti. Esso sarebbe stato compreso solo da altri Druidi, dalle creature magiche e dagli animali, mentre ad un ascoltatore esterno sarebbe parso come una nenia delicata, armoniosa ed argentina. Naturalmente il picchio rosso non avrebbe mai potuto risponderle allo stesso modo, non conosceva il druidico né tantomeno il linguaggio umano... tuttavia schiuse il becco ed emise dei suoni nella sua lingua, quei versi che per chiunque altro sarebbero parsi quelli tipici di uno della sua specie, ma che per la Druida avevano invece un significato ben preciso.
Ci sto provando, ma è difficile scegliere il ramo giusto su cui fermarsi.
Le rispose infatti l'animale, facendola ridere divertita: una risata musicale quanto la voce ed intensa, per quanto breve, come se si fosse concentrata in poche ma specifiche vibrazioni vocali.
Ti lascio al tuo lavoro allora, e buona fortuna!
Indigo decise di lasciare in pace il picchio rosso, salutandolo con una piccola ma perfetta riverenza prima di riprendere il suo cammino, nella direzione opposta a quella di Ferdy: non sapeva che il professore di Volo al Castello poco distante dalla Foresta si stava avvicinando a lei, provenendo dalla parte opposta rispetto a quella nella quale Indigo camminava, ma non aveva comunque di che preoccuparsi perché, dietro di sé, non vi era alcuna traccia sul terreno del suo passaggio e solo gli animali sarebbero potuti essere testimoni della sua presenza. Ma a chi avrebbero mai potuto dirlo? Un passo lento, cadenzato, di chi si stava godendo quella passeggiata perché non aveva altro di meglio a cui pensare: e all'effettiva, non c'era nulla d'impellente che costringesse la Druida dai capelli lunghi, mossi e castani a preoccuparsi; i suoi abiti erano tipici del suo mondo, quello da cui era stata cacciata dieci anni prima. Una veste lunga, dunque, fino ai piedi, senza spalline, di colore verde chiaro, pallido, delicato quanto la pelle delle spalle lasciata scoperta, libera di essere accarezzata dal vento; un corpetto stretto a sottolinearle la vita, una gonna morbida a nascondere il resto delle sue forme ed anche i piedi, nudi come sempre quando camminava nel suo habitat natio. Al collo, il medaglione ricevuto in dono da Dominique che, insieme agli orecchini e all'anello presente al medio della mano sinistra, tutti in pietra d'Onice, rappresentava l'unico abbellimento materiale alla sua figura, altrimenti lasciata del tutto naturale. Il passo morbido di Indigo si arrestò all'incirca tre minuti più tardi, quando finalmente poté percepire dei movimenti di fronte a sé: l'incedere venne interrotto con leggerezza, ed una ciocca di capelli mossi e castani le scivolò in avanti, sulla spalla sinistra.
Non era intimorita dalla possibile presenza di qualcuno nei dintorni, sapeva di avere ben più di un solo modo per sottrarsi velocemente alla vista di chiunque si fosse presentato; era più che altro curiosa, in realtà, di scoprire chi si fosse addentrato nel fitto della Foresta Proibita, chi avesse deciso di violarne la tranquillità immobile e silenziosa. Ed anche lei rimase così, immobile e silenziosa, col capo reclinato leggermente di lato, lasciando che fosse l'altro o l'altra ad avvicinarsi ancor di più alla sua figura, fino a raggiungerla e a fermarvisi di fronte.
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da Ferdy » 10/05/2013, 8:55
Niente faceva presagire la presenza di una minaccia: forse non era ancora orario per scorrazzare, forse le creature che si celavano all'interno della Foresta Proibita attendevano che l'oscurità avvolgesse anche quei punti di luce per uscire allo scoperto. Continuò il suo percorso con lentezza, pacatezza, in tal modo avrebbe potuto reagire più in fretta nel caso di un agguato, se avesse preso a correre non ne avrebbe avuto il tempo. Era giunto al termine dello spiazzo erboso quando intravide qualcosa poco più in là, oltre due alberi che impedivano di vedere chiaramente quello che si celava oltre. Si immobilizzò, gli occhi fissi in quel punto, il battito cardiaco era regolare, non occorreva farsi prendere dal panico, anzi. Mosse la bacchetta in avanti, un piede più avanti dell'altro, le gambe leggermente piegate.
Ma cosa diavolo è?!
Sapeva che, chiunque o qualunque cosa fosse, lo stava guardando. Se fosse stata una belva pericolosa, fuggire non lo avrebbe salvato da un attacco, per cui tanto valeva proseguire per verificare l'identità della presenza. Man mano che si avvicinava si rese conto e confermò infine che non si trattava affatto di una creatura, bensì di una figura umana: una donna, precisamente. Lei lo guardava, immobile, senza muovere un passo: il vestito di colore verde chiaro a momenti la mimetizzava con l'ambiente circostante; era molto stretto alla vita (lui pensava che fosse davvero scomodo). I cappelli, castani e lunghi, le ricadevano con lunghi spirali sulle spalle. Gli occhi erano in perfetto allineamento con il colore dei capelli: era davvero una donna di gentile aspetto, ma sconosciuta all'ambiente di Hogwarts.
Perdona la mia sgradevolezza, ma... chi sei?
Solo se lei avesse risposto, e ovviamente se non si fosse presentata come una minaccia, lui avrebbe abbassato la bacchetta. Era nei confini di Hogwarts e non era un'abitante del castello, Ferdy avrebbe potuto pensare di tutto, soprattutto in quel periodo, dove le minacce incombevano al castello: ora che ci pensava, era stato davvero stupido a inoltrarsi nella Foresta. La sua presenza lì era anche in funzione del suo ruolo di Prefetto, per accertarsi che qualche studente troppo curioso non si fosse addentrato nella boscaglia, perciò non c'era nulla di stupido, stava solamente compiendo il suo dovere. Lo spazio intorno era immobile, fermo, come se quell'incontro fosse degno della piena attenzione di Madre Natura.
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da Indigo » 10/05/2013, 13:12
Un ragazzo con occhi e capelli scuri ed un fisico allenato, furono quelli i primi particolari che saltarono allo sguardo di Indigo quando, finalmente, Ferdy raggiunse il suo campo visivo. Le palpebre vennero sbattute due, tre volte, le ciglia che nascondevano per qualche istante le iridi prima di ridare loro luce: il capo, ancora reclinato, si raddrizzò lentamente, il corpo venne mosso e si abbassò in un saluto reverenziale, con la gamba sinistra dietro alla destra, e la prima che venne piegata per permettere la riverenza della Druida; anche il capo venne una seconda volta reclinato verso il basso, e le ciglia coprirono nuovamente lo sguardo color cioccolato, nascondendolo alla vista dell'altro per un paio di secondi, il tempo di farla tornare eretta col busto e dritta col viso. Le labbra si piegarono verso l'alto, gli angoli della bocca incurvati all'insù, e parte dei denti bianchi e perfettamente regolari venne mostrata all'altro: l'espressione era dolce, eterea, quasi astratta, come se colei che il professore di Volo aveva di fronte non fosse reale, non fosse un'umana come un'altra; ed in effetti era davvero così, poiché il sangue druidico scorreva in lei, e la magia del Mana la pervadeva interamente senza essere corrotta da quella della Trama, com'era invece per lui che di Trama era del tutto composto.
Perdona la mia sgradevolezza, ma... chi sei?
Consideri sgradevole porre una domanda legittima?
Domandò Indigo di rimando, portando le mani di fronte al corpo, all'altezza del grembo, quasi a volergli mostrare che era innocua, almeno secondo i canoni dell'altro: non possedeva la bacchetta, era palese, com'era evidente che il vestito da lei indossato non possedesse tasche interne che potevano celarla ad uno sguardo esterno. Disarmata, apparentemente, e forse questo avrebbe permesso a Ferdy di tranquillizzarsi un poco: la voce della Druida, d'altronde, era gentile, non smielata né carezzevole, semplicemente delicata come la sua figura... un'armonizzazione perfetta, in effetti.
D'altronde, credo mi sia permesso stare qui... la Foresta Proibita è fuori dai confini del Castello di Hogwarts, se sono stata bene informata.
Aggiunse la Druida, sbattendo ancora le palpebre prima di prendere finalmente passo, muovendosi dunque verso l'albero più vicino per appoggiarsi al suo tronco con la schiena, le braccia che ora si spostavano dietro di essa come a volerla sostenere meglio.
Tu, piuttosto... non ti sei ancora presentato.
Proseguì la Druida, silenziandosi dopo quell'ennesima affermazione ma rivolgendo al ragazzo un sorriso incuriosito, in attesa che rispondesse alla sua domanda e palesasse all'altra la propria identità.
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da Ferdy » 10/05/2013, 21:18
Quando Ferdy le fu abbastanza vicino ci fu un attimo di esitazione da parte di entrambi, poi lei si erse in tutta la sua statura e fletté il busto leggermente in avanti, in un segno di saluto molto formale e rispettoso: nessuno lo aveva mai fatto nei suoi riguardi. La giovane donna ritornò in posizione eretta, per poi sorridergli: ora che la loro distanza si era estremamente ridotta, poté notare il colore dei suoi occhi, un marrone molto intenso; erano semplicemente... belli. "Belli", un aggettivo che diceva poco e niente, ma era l'unico per definirli bene: nascondevano mistero, ma al contempo davano la sensazione di avere davanti una ragazza semplice e cordiale. Quell'impressione era certamente accentuata dal suo sorriso, perfetto anche quello, ma nonostante ciò non lo distraevano e non riuscì ad abbassare la bacchetta, pur se questo fosse sembrato poco educato e cordiale.
Consideri sgradevole porre una domanda legittima?
Non era sicuro di dover rispondere a quella domanda; era una di quelle retoriche che non necessitavano di una risposta, per cui rimase in silenzio e continuò a spostare lo sguardo da una parte all'altra, oltre le sue spalle. Portò le mani avanti per fargli capire che non c'era bisogno di tanto allarme: era disarmata. Inoltre il vestito che lei indossava non possedeva alcuna tasca in cui poter riporre il catalizzatore magico. Il tutto appariva sempre più strano ai suoi occhi.
Una donna che si aggira da queste parti senza nemmeno la bacchetta, è molto strano! [Intuito (Perspicacia) = 10]
Ferdy si voltò, aspettandosi l'arrivo di un complice o un lampo di luce negli occhi, ma niente di tutto questo. Il silenzio era il loro unico compagno; non era da escludere la probabilità che si fossero nascosti nella boscaglia: gli veniva difficile accettare che fosse sola, indifesa. La bacchetta ferma a mezz'aria pronunciò con una frustata scaltra:
Homenum Revelio!
Homenum Revelio
Difficoltà: 5 Tipo: Incantesimo Generico Descrizione: Permette di controllare la presenza di persone nel luogo in cui ci si trova Genere: Difensivo Danno: //
Nessun segno, nessuno si nascondeva tra gli alberi, erano solo loro due. Solo allora abbassò la bacchetta, e la ripose nuovamente nella tasca. La sua espressione mutò velocemente, aprendosi in un sorriso. Forse avrebbe pensato di ritrovarsi di fronte un folle; l'avrebbe compresa pienamente, conosceva le sue stranezze.
Scusami, dovevo solo accertarmi che... Insomma... Essere cauti non è mai un male.
D'altronde, credo mi sia permesso stare qui... la Foresta Proibita è fuori dai confini del Castello di Hogwarts, se sono stata bene informata.
Ferdy annuì con il capo: era vero quello che stava dicendo; non stava violando alcun confine, alcun territorio, lei si sarebbe potuta comportare allo stesso modo, ma non l'aveva fatto. La vicinanza della Foresta al castello non ne faceva un'esclusiva proprietà: non sapeva se considerarlo un male o un bene, entrambe le cose, forse. I suoi dubbi su di lei non erano del tutto risolti, anzi; dimostrandosi diffidente non avrebbe risolto nulla, semmai non ci avrebbe ricavato alcunché, mentre se si fosse dimostrato gentile lei si sarebbe lasciata andare e sarebbe stata più chiara sui motivi della sua presenza lì e sulla sua identità.
Hai ragione, ma non credo sia prudente da parte tua scorrazzare in questo posto senza la bacchetta.
Non sospettava nemmeno l'esistenza di una Druida, non sapeva nemmeno cosa fossero. Per lui quel genere di figura era solo frutto della fantasia, non avrebbe mai creduto alla loro reale esistenza. Ne aveva letto solo in alcune leggende, ma non sapeva quanto, di ciò che aveva letto, fosse vero. Alcuni ci credevano, altri no.
Tu, piuttosto... non ti sei ancora presentato.
Hai ragione... Io sono Ferdy Stone, studio ad Hogwarts, sono al mio ultimo anno - allungò la mano verso di lei - Il tuo nome, invece?
Avrebbe voluto sapere di più, ma chiedendo ancora sarebbe parso troppo curioso e non voleva farla insospettire. La sconosciuta era abbastanza sveglia, i suoi occhi non tralasciavano nemmeno quel particolare. Una volta che lei avesse stretto o meno la sua mano, sarebbe proseguito con il discorso:
Dimmi, perché ti trovi da queste parti?
A meno che non fosse un'ottima attrice, si sarebbe accorto nel momento in cui avesse mentito. Quella ragazza non era lì per caso e qualunque informazione, dati gli accaduti recenti, era di vitale importanza per la risoluzione del caso.
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da Indigo » 10/05/2013, 22:51
Non si aspettava che lui capisse, anzi, le sarebbe sembrato strano il contrario: era normale, nell'ottica di Ferdy, che una donna da sola, nel bel mezzo della Foresta Proibita, per di più senza bacchetta, fosse un caso quantomai strano, e non poteva certo biasimarlo per la sua diffidenza; allo stesso modo, non si sentì di rimproverargli il suo Incantesimo, quell'incanto che gli permise di accertarsi del fatto che non c'era nessuno a parte loro due, all'interno di quel paradiso verde e boschivo. Lo fissò mentre agitava il catalizzatore e castava l'incanto, il petto che si alzava e si abbassava regolarmente a segno di un battito normale del cuore, così come normale era il suo respiro; lo sguardo continuava a mostrare una luce di curiosità, non di rimprovero né di fastidio per quel gesto che portò il ragazzo a riporre il proprio catalizzatore poco più tardi, con un sorriso sulle labbra molto più disteso di prima.
Scusami, dovevo solo accertarmi che... Insomma... Essere cauti non è mai un male.
Lo credo anch'io... hai fatto ciò che ritenevi giusto, e non c'è nulla di male in questo.
Replicò Indigo, il sorriso che si ampliava sul suo volto e metteva in mostra molto più di prima i denti bianchi, candidi, più che regolari su quel viso che di perfetto, all'effettiva, aveva tutto. Sembrava che il professore di Volo avesse deciso di essere gentile con lei, forse pensando che fosse più semplice così farle parlare, farle rivelare cosa ci facesse una ragazza così, con quell'abito che la faceva quasi sembrare fuori dal mondo, o meglio, dal mondo civilizzato e moderno nel quale uno come Ferdy, probabilmente, abitava. Ma era per quello, perché lei si sentiva fuori da quell'ambiente, perché lei era qualcosa di davvero diverso dagli altri, da tutti coloro che vivevano e studiavano in quel Castello, che non si poneva problemi nel girare in luoghi come quello senza bacchetta e, apparentemente, senza protezione.
Hai ragione, ma non credo sia prudente da parte tua scorrazzare in questo posto senza la bacchetta.
C'è qualcosa per cui dovrei avere paura, qui in giro?
Chiese di rimando la Druida, ruotando il capo prima a destra e poi a sinistra, spostando gli occhi in su e in giù come se stesse cercando un pericolo invisibile: sapeva bene, in realtà, che non c'era alcun pericolo per lei nei dintorni, che al massimo era Ferdy quello più soggetto ad un eventuale attacco da parte degli animali del luogo, ma non era il caso di farlo presente all'altro, il ragazzo che poco dopo si presentò per primo, allungando la sua mano verso di lei.
Hai ragione... Io sono Ferdy Stone, studio ad Hogwarts, sono al mio ultimo anno. Il tuo nome, invece?
Uno studente dunque, non che per lei facesse differenza non avendo nulla di specifico in mente: abbassò lo sguardo sulla sua mano, come soppesandola silenziosa con gli occhi, ma non la prese; al contrario, si staccò dal tronco d'albero a cui si era appoggiata, dandosi una sorta di spinta con le mani e con la schiena, per tornare eretta e piegarsi nuovamente in una nuova riverenza, educata ed estremamente rispettosa come poco prima. Per quei brevi istanti, il capo di Indigo si abbassò in comunione col suo corpo, gli occhi che andavano a riempirsi del verde del terreno sotto di lei prima di tornare sul volto del ragazzo col sorriso che non lasciava le sue labbra, come se fosse parte integrante del suo viso.
Mi chiamo Indigo.
Niente cognome, non per screzio né per diffidenza, più semplicemente perché non era abituata a fornirlo alle poche persone che incontrava; d'altronde, si poteva constatare che fosse tranquilla dal battito regolare del suo cuore, e dal respiro che le faceva alzare ed abbassare il petto ad intervalli anch'essi regolari, normali.
Dimmi, perché ti trovi da queste parti?
Volevo fare una passeggiata in mezzo al verde.
Rispose alla sua domanda. No, non aveva alcun bisogno di fingere, semplicemente perché non stava affatto mentendo: d'altronde anche dalla voce della giovane Druida traspariva sincerità, nulla poteva distorcere quel tono musicale e solare che veniva prodotto dalle labbra schiuse di lei. E fu Indigo, subito dopo, a reclinare il capo di lato, come spesso faceva quando si ritrovava a studiare qualcuno con più attenzione del normale.
E tu, invece, sei di pattuglia nei dintorni, o volevi semplicemente goderti il silenzio della Foresta?
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da Ferdy » 10/05/2013, 23:56
La donna non rimase offesa dal suo gesto; non si poteva mica aspettare che lui si fidasse alla cieca, soprattutto se era un soggetto estraneo al castello. Tra Mezzi-Draghi e strane creature ci mancava solo un'altra sorpresa; doveva prestare la giusta cautela in certe situazioni: se non fosse stato per il posto, però, non si sarebbe preoccupato così tanto. Indigo (questo era il nome della ragazza) comprese la sua incertezza, lui, sinceramente non lo avrebbe fatto; al suo posto avrebbe anche compreso di essere uno sconosciuto, ma per un gesto così... evidente, palese, ci sarebbe rimasto un po male: lo avrebbe fatto sentire una minaccia, un individuo malevolo, anche se dopo non si sarebbe rivelato tale.
Lo credo anch'io... hai fatto ciò che ritenevi giusto, e non c'è nulla di male in questo.
Ferdy chinò il capo, sollevato da quanto fosse incredibilmente comprensiva. Fortunatamente non si era offesa: questo voleva dire che era una ragazza molto matura; qualcun altro al suo posto lo avrebbe subito aggredito verbalmente. Non si smosse dal tronco dell'albero, quando tornò ad osservarla gli sorrideva ancora, più di prima, e per quanto potesse sembrare stupido, ciò lo rasserenava e rendeva il dialogo meno pungente e imbarazzante. La risposta al suo accorgimento lo lasciò ancora di stucco:
C'è qualcosa per cui dovrei avere paura, qui in giro?
Come scusa?!
Sbottò lui inevitabilmente in una risatina: probabilmente non le era chiaro dov'era finita con esattezza. La Foresta Proibita era nota a tutti i maghi per la sua pericolosità, o almeno a tutti i maghi che avessero frequentato Hogwarts. Negli anni precedenti era il luogo prediletto in cui mandare gli studenti per scontare una punizione: la paura che incuteva il luogo non li avrebbe più indotti a infrangere le regole. Ovviamente questo accadeva in casi gravi.
Penso che tu sappia delle colonie di ragni giganti, Acromantule e Centauri qui nei dintorni, vero?
Disse lui, con un sorriso tra il divertito e il preoccupato: il suo intento non era quello di spaventarla, anzi: voleva solamente metterla al corrente dell'alto rischio che si correva, oltretutto senza una bacchetta magica. E poi i maghi non lasciano la loro bacchetta nemmeno per un istante, lo si sa, figuriamoci se la si lascia prima di inoltrarsi nella Foresta Proibita: a lui venivano i brividi solo al pensiero. Quando fece per porgergli la mano lei ci pensò a lungo: la osservò alcuni istanti senza afferrarla, poi si decise a staccarsi dal tronco dell'albero con uno slancio in avanti e ripeté lo stesso gesto di poco prima: quella specie di inchino. Ferdy osservò ancora stranito, con la mano a mezz'aria. Quando tornò in posizione eretta notò che ancora gli stava sorridendo: era davvero una tipa strana.
Mi chiamo Indigo.
Che nome particolare "Indigo"; a primo impatto il Corvonero pensò che non avesse origini inglesi, ma non volle chiederglielo, anche perché lei non sembrava intenzionata a volerglielo dire: già che non avesse rivelato il suo cognome la diceva lunga. Aveva molta discrezione sul rilasciare l'identità, e non si faceva problema alcuno.
Non ho mai incontrato una ragazza così singolare, non deve essere inglese...
Fu quella l'unica motivazione che riuscì a trovare a quel suo modo di fare molto inconsueto; quelle sue erano solo supposizioni. Mentre rifletteva sui suoi atteggiamenti, cercando di trarre conclusioni plausibili, si promise di andare da Monique una volta tornato al castello: doveva sapere di quell'incontro, forse lei avrebbe potuto dargli delle risposte, forse lei sapeva qualcosa che lui ignorava.
Volevo fare una passeggiata in mezzo al verde.
Dovette trattenersi da non prendere un colpo: non sapeva se prenderla più sul serio; con tanti posti dove fare una passeggiata, proprio la Foresta Proibita? Beh, allora doveva amare molto il senso del pericolo. Si muoveva in quel posto molto sicura di se, come se nulla potesse spaventarla: nemmeno quando lui le aveva puntato la bacchetta aveva tentato di difendersi, sapeva mantenere un incredibile autocontrollo, quasi la invidiava.
Hai scelto un posto davvero singolare, allora!
Disse lui con un sorriso, cercando di non apparire ancora sospettoso e al contempo investigativo. In quel modo stava ottenendo abbastanza risposte, certo, meno di quanto si sarebbe aspettato, ma pur sempre risposte preziose. Era curioso del giudizio di Monique; sarebbe rimasto molto deluso se nemmeno lei fosse stata capace di fornirgli anche una spiegazione a quell'atteggiamento davvero strambo. Indigo inclinò il capo lateralmente, era già la seconda volta lo faceva, come se quel semplice gesto le bastasse per studiarlo meglio.
Quando si è presentata e palesata ha fatto una specie di inchino, mentre quando rimane in silenzio per un po sposta leggermente il capo di lato, che stanezza... [Elaborazione = 8]
E tu, invece, sei di pattuglia nei dintorni, o volevi semplicemente goderti il silenzio della Foresta?
Questa è una bella domanda, sai? Credo un po entrambe.
Osservandola meglio si rese conto di un altro particolare: Indigo non aveva le scarpe, era scalza. Stette ad osservarle i piedi per circa due o tre secondi, poi la guardò nuovamente negli occhi con un'espressione interrogativa: forse aveva già capito la domanda che stava per farle.
Tu... Non indossi delle scarpe... - dell'esitazione nella voce - Per quale motivo?
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da Indigo » 11/05/2013, 20:58
Se non voleva dare nell'occhio, non le stava riuscendo un granché bene... se invece l'intento di Indigo era d'incuriosire l'altro, beh, allora stava facendo del suo meglio; la verità era che per la Druida non c'era motivo di nascondersi, poiché non aveva intenzioni ostili né contro Ferdy, che aveva incontrato solo per caso durante il suo cammino solitario, né contro la scuola di Hogwarts in generale. Oltre a questo, si sentiva fiera del suo essere veicolo per il Mana, degli Elementi che scorrevano fluidi dentro di lei, vorticando in sfere colorate nel suo spirito, e per questo non aveva problemi a mostrarsi come se stessa in tutto, per quanto ciò potesse destare curiosità nell'altrui pensiero. Cercò con lo sguardo e col capo la presenza di creature pericolose, nemmeno si aspettasse di trovarne qualcuna pronta a palesare la propria presenza di fronte a loro: non sarebbe accaduto e lei lo sapeva bene, perché nessun animale avrebbe mai attaccato la Druida Giovane, riconoscendo in lei la presenza del Mana, della natura magica primordiale, quella che Ignis, Acuan e Terran avevano sporcato con la Trama per ergersi a Druidi completi che, di completo, non avevano nulla; in effetti, era una fortuna per il ragazzo di fronte a lei essere un semplice mago, poiché incontrare qualcuno di appartenente ad una Gilda l'avrebbe portata ad essere molto meno ben disposta e gentile, soprattutto se quel qualcuno fosse stato il Capo Terran, la Sempreverde, anche lei docente ad Hogwarts, colei che i Druidi odiavano, se di odio si poteva parlare, più di chiunque altro per il suo essere definita "Madre Natura", un soprannome che a lei, insieme senza capo né coda di Trama e Mana, non si addiceva proprio.
Come scusa?! Penso che tu sappia delle colonie di ragni giganti, Acromantule e Centauri qui nei dintorni, vero?
Ne ho sentito parlare, ed immagino siano creature piuttosto... pericolose.
Convenne Indigo dopo alcuni istanti, tornando a concentrare la propria attenzione sull'altro, non perché fosse noioso o sgradevole ascoltarlo, ma perché spesso i pensieri vagavano liberi e senza freni nella sua mente al punto da farla staccare per alcuni istanti dalla realtà. Gli rivolse un sorriso accomodante, non di supponenza, ma volto a fargli comprendere che non lo stava prendendo in giro, che credeva alla presenza di quegli animali da lui elencati... ma come poteva avere paura di qualcosa che era naturale, lei che di natura era fatta? Per questo stesso motivo non si fece alcun problema ad ammettere che aveva deciso di passeggiare per la Foresta Proibita per il semplice gusto di farlo, senza alcun motivo particolare se non la volontà pura ed essenziale di stare in mezzo al verde.
Hai scelto un posto davvero singolare, allora!
Sorrideva, Ferdy Stone, ma Indigo percepiva - [I/P 38] - la sua diffidenza e la comprendeva, trovandola più che giusta: come allievo dell'ultimo anno si sentiva giustamente in dovere di assicurare l'incolumità della scuola dove studiava, ed una sconosciuta intenta a passeggiare per la Foresta, senza bacchetta ed apparentemente ignara dei pericoli che avrebbe potuto incontrarvi era quantomeno... singolare, per usare le sue parole. E lui, al di là del sospetto legittimo, si stava comportando in modo molto gentile e cortese con la Druida, doveva rendergliene merito.
Io trovo sia... senza tempo. Quando cammini in mezzo a questi alberi, perdi la cognizione di tutto, è come essere avvolti da Madre Natura stessa.
Commentò la Druida. Era forse la prima volta che si esprimeva in quel modo, così diretto e palese, nei confronti della natura in generale, e della Foresta Proibita in particolare; eppure, anche quelle parole, come le precedenti, vennero pronunciate con una voce che nel tono appariva serena, solare, allegra ma pacata, musicale senza bisogno di sforzo o di inutili fronzoli vocali. Non era solo Ferdy, però, il curioso tra i due, anche se forse per motivi diversi: lui era incuriosito da Indigo per la sua presenza sospetta nei pressi della scuola, mentre la Druida... lei era incuriosita dal ragazzo e basta, come da qualsiasi altra persona così diversa da sé.
Questa è una bella domanda, sai? Credo un po' entrambe.
Per piacere e per lavoro, un connubio interessante. Lo capiva piuttosto bene, lei stessa si ritrovava spesso a coniugare piacere e lavoro, all'interno della Setta, anche se considerava il proprio contributo alla loro causa molto di sfondo, su un piano poco pratico e molto, quasi totalmente teorico. Prese passo verso di lui, camminando lentamente, come per rassicurarlo sulla sua intenzione di non attaccarlo o aggredirlo in alcun modo, avvicinandoglisi: il passo era leggero, in effetti c'era anche la possibilità che Ferdy si accorgesse del fatto che non c'era traccia dell'impronta dei suoi piedi sul terreno, nonostante stesse inequivocabilmente poggiando quegli stessi piedi sull'erba, come chiunque altro. Le braccia erano rilasciate lungo i fianchi, si muovevano avanti ed indietro con lei, ed il capo era nuovamente reclinato leggermente sulla destra; gli occhi erano puntati sul suo volto, incuriositi e luminosi, ma il sorriso ora era appena più smorzato, come se fosse intenta in chissà quale seria riflessione. Si fermò a circa cinque passi da Ferdy, interrompendo il proprio incedere per tornare dritta col capo e finalmente ampliare l'espressione gioiosa sul suo viso come poco prima, tornando a farlo splendere di genuina e dolce curiosità, le palpebre che vennero sbattute un paio di volte per nascondere in pochi istanti le iridi color cioccolato.
E tra piacere e dovere... chi vince al momento?
Gli domandò, con lievi sfumature maliziose nella voce che si mischiavano ad un'innocente curiosità dai tratti quasi infantili: un dualismo particolare, malizia ed innocenza, ma d'altronde tutto nella Druida era opinabile e giudicabile come strano, particolare, fuori dal comune, e persino Ferdy se ne accorse senza difficoltà.
Tu... Non indossi delle scarpe... Per quale motivo?
Quasi fosse stata presa in contropiede, Indigo sbatté nuovamente le palpebre, veloce, almeno cinque o sei volte, prima di abbassare lentamente il capo verso il basso: i capelli seguirono quel movimento, circondandole le guance per nasconderle parzialmente il volto, e le mani corsero ai lembi del proprio vestito, afferrandone il tessuto verde pallido per alzarlo verso l'alto, a scoprire i piedi perfettamente puliti, che cosa singolare, della Druida, che agitò le dita sul terreno quasi come si fosse accorta solo ora della cosa.
Sì...
Confermò Indigo, fissandoli per un paio di secondi prima di lasciar andare il vestito a coprire nuovamente i piedi scalzi e tornare col capo in direzione del ragazzo, spostandosi i capelli dal viso e portandoseli dietro le spalle prima di aprire le labbra ad un sorriso che appariva ora come estremamente divertito, quasi biricchino nella sua luce scherzosa.
Mi fa sentire bene trovarmi a contatto col terreno. Tu non l'hai mai provato? Dovresti...
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Indigo
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da Ferdy » 12/05/2013, 0:16
Bene, anche quella situazione poteva rientrare tra le più strane che gli fossero mai capitate durante la sua carriera scolastica; Indigo, l'unico dato che aveva della giovane capitatagli davanti lungo il cammino nella Foresta, si era presentata con le sue mille sorprese, strane sorprese, tanto strane da fargli salire alcuni dubbi sulla sua presenza lì intorno, in un luogo angusto e, per coincidenza, vicino alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Se stesse nascondendo qualcosa lo stava facendo davvero bene: finora aveva risposto alle sue domande "investigative" con naturalezza, tanto da convincerlo che fosse davvero lì per un caso fortuito; le sue domande diventavano sempre più puntigliose e se non voleva suscitare dubbi doveva contenersi. Chissà se l'avrebbe più rivista, dopo essersi congedati. Chissà se sarebbe tornata nella Foresta per una delle sue passeggiate.
Ne ho sentito parlare, ed immagino siano creature piuttosto... pericolose.
Rise ancora; il suo intento non era deriderla, ma la risata usciva così spontanea che gli veniva difficile controllarla: parlava di quelle Creature come se fossero animali domestici indifesi, innocui. Il suo tono di voce non sembrava affatto una caricatura ed il suo sorriso lo confondeva ogni volta sempre di più: non sapeva nemmeno se prenderla più sul serio. Ma non scherzava, lei non provava davvero alcun timore: ammirevole per una ragazza tutta sola, perlopiù disarmata. Ferdy cercò di andare sempre più in fondo a quella storia, tanto da calcolare ogni affermazione ed osservare la sua reazione.
Io trovo sia... senza tempo. Quando cammini in mezzo a questi alberi, perdi la cognizione di tutto, è come essere avvolti da Madre Natura stessa.
Ora era chiaro che stesse parlando seriamente: lei ci trovava davvero qualcosa di affascinante in quel luogo, a suo parere, cupo e carico di tensione e mistero. Parlava della Foresta Proibita come parlerebbe qualcuno di una normale persona: più che buffa, ora era particolare, strana. Si era quasi convinto a lasciar perdere, a convincersi della sua reale presenza lì per una visita senza un fine specifico. L'attenzione si spostò sui di lui, e sul perché si trovasse anche lui lì: nemmeno lui non aveva un valido motivo, non era nemmeno compito suo controllare la zona quel giorno, ma utilizzò quel pretesto ugualmente.
E tra piacere e dovere... chi vince al momento?
Indigo era a pochi passi da lui; la sua voce aveva cambiato tono, ora era più persuasiva, ma comunque dolce, tinta di un mezzo tono provocatorio. Il marrone che colorava le sue iridi era più intenso di quanto si aspettasse, ora che la osservava meglio. La caricavano di fascino e sentimento: erano uno spettacolo raro. Rimase ad osservarli per una manciata di secondi, senza pronunciare una parola: l'intervallo silenzioso lo mise leggermente in imbarazzo, tanto che si portò una mano dietro la nuca; non era un buon segno quando la sua mano indugiava sul capo: poteva significare o che fosse in imbarazzo o che la sua attenzione fosse focalizzata su qualcosa di interessante. Un po entrambe le cose, in quel caso. Era una ragazza molto carina, era indubbio.
Beh... Io... Non saprei.
Distolse velocemente lo sguardo e fissò il terreno: le guance avvamparono, ma fortunatamente lei non se ne sarebbe accorta grazie al colore scuro della sua carnagione. Lui lo avvertì bene, invece: odiava quando gli succedeva. Fu così che si accorse che non portava le scarpe; quando glielo fece notare parve sorpresa anche lei, e questo causò una confusione generale tale da farlo riflettere ancora: ai suoi occhi non appariva consapevole delle sue azioni. La bellezza era direttamente proporzionale alla stranezza.
Sì... - alzò la veste per constatarlo anche lei, come se se ne fosse dimenticata - Mi fa sentire bene trovarmi a contatto col terreno. Tu non l'hai mai provato? Dovresti...
Alzò le spalle, assecondando il suo consiglio, senza portare avanti l'ennesima curiosità.
Se lo dici tu...
Le sorrise per rassicurarla: aveva notato che dopo quell'accorgimento era rimasta perplessa, ma poi era tornata a sorridere. Di tipi strani se ne vedevano da quelle parti, lui ne aveva a che fare tutti i giorni al castello, ma nessuno finora aveva raggiunto quel livello.
Io odio sentire i fili d'erba che mi punzecchiano le piante dei piedi, è una sensazione sgradevole.
Lui odiava andare scalzo in generale, anche sul pavimento; molti dicevano che facesse bene al corpo, che aiutasse a mettere di buon umore poiché agevolasse la produzione di endorfina e serotonina. Era quella la motivazione al suo comportamento? Forse aveva camminato troppo scalza e il cervello aveva ecceduto nella produzione delle sostanze. Ovviamente non era così. La sua presenza gli incuteva tranquillità, così come la sua voce, tanto dolce quanto i tratti del viso morbido e delicato.
Da dove provieni, Indigo? Sei inglese?
Sapeva ancora molto poco; voleva elargire la conoscenza, dopotutto gli sembrava apposto. Era davvero stato così stupido da credere che una ragazza tanto dolce e "ingenua" potesse essere una minaccia? Ovviamente Ferdy non conosceva il suo vero potere, le sue caratteristiche e le sue potenzialità. Dietro quel viso angelico si celava una vera e propria forza della natura, un talento.
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Ferdy
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- Grado: 12+
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Data |
Utente |
Tipo Dado |
Risultato |
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2013-01-18 19:41:23 |
Yamato |
d20 |
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