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da Eibhlin » 03/04/2013, 15:34
[Hogsmeade - Sabato - ore 11.23]
Un fine settimana come tanti altri, per gli studenti di Hogwarts: in particolare, per quelli dal terzo anno in poi, il weeekend significava una cosa sola... Hogsmeade. Quella piccola cittadina nemmeno troppo distante dal Castello rappresentava, per molti, il maggior punto di svago esistente, dato che Hogwarts, Quidditch a parte, non offriva molti spunti ricreativi. Per questo tutti erano felici quando si trattava di uscire dalle mura della scuola, salire sulle carrozze guidate dai Thestral, e dirigersi verso la città piena di negozietti divertenti ed interessanti e di pub romantici e caratteristici: per molti, anzi, quasi per tutti, quella era dunque una giornata come tante altre; l'ora di pranzo si stava avvicinando, ma c'era ancora tempo per qualche giro nei dintorni del luogo, vicino alla Stamberga Strillante e poi ulteriormente più in là, in mezzo agli alberi spruzzati ancora di bianco, ultimi residui della neve dei mesi precedenti. Era tra quegli alberi, che il Ghiaccio prendeva forma e richiamava a sé la presenza di qualcuno, di uno dei tanti studenti che passeggiavano da quelle parti: Elemento imperturbabile e forte, determinato e resistente, sembrava cercare qualcuno in cui nascere e crescere, fortificandosi fino a diventare un tutt'uno col suo spirito. Ed era in mezzo al punto più fitto di quegli alberi, che il Ghiaccio si era manifestato, palesandosi in una forma insolitamente delicata per lui.
Attendeva, l'Elemento più diffidente per eccellenza, che qualcuno lo trovasse - [Intuito (Sesto Senso) ≥ 20] - che si presentasse al suo cospetto per sfidarlo e vincere, così da fondersi con esso ed iniziare un cammino insieme, nell'attesa che arrivasse il giorno in cui la signora dell'Acqua e del Ghiaccio si sarebbe occupata di lui.
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da Zephyr » 06/04/2013, 15:36
[newsgoth] ( Hogsmeade - Sabato Mattina - Intorno alle 11:30 ) Sicuro di non voler restare in gruppo, c'è anche la piccola Grifondoro... Ti è passata la voglia di giocare?
Voglio stare un poco da solo, lasciami stare. Va' pure ad insidiare ancora un poco il tuo giocattolo.
Mmh... Geloso forse?
Se fossi geloso rimarrei. A dopo... Così, Zephyr Kenway liquidò velocemente la presenza di Melia Herbert decidendo di fare qualche passo per conto proprio. L'aria fresca del mattino tardo era fuorviata dal sottile calore del sole, quello di una bella giornata, apparentemente simile a tutte le altre. I suoi raggi investivano la pelle del giovane Prefetto, indebolendo come sempre le sue capacità e facoltà, rendendolo più fiacco. Ma non era per questo che non voleva "giocare" con Ariel, non era per questo che non voleva essere in compagnia dell'altro Abominio angelico. La realtà era che non aveva nessun motivo in particolare per distanziarsi dal resto del gruppo, ma sentiva che voleva fare così. Nella sua mente il tempo scorreva più lento, come una lancetta dell'orologio al rallentatore, impossibilitata a seguire un percorso naturale. Mentre camminava qua e là, portandosi dietro il peso dei suoi pensieri, avvicinava sempre più la sua figura vicino alla Stamberga Strillante. Gli occhi, simili a rubini spenti, attraversavano la grande vallata coperta di bianco dai mesi invernali, e le gambe, mosse da una volontà in parte propria e in parte istintiva, solcavano il tappeto di neve di forse cinque o sei centimetri depositato al terreno. D'un tratto, un suono simile a quello di un campanellino leggiadro richiamò la sua attenzione. Non era certo che fosse una cosa davvero sentita o soltanto immaginata nella sua mente, ma tuttavia, volse il capo in direzione del presunto richiamo cercandone una fonte, anche se fosse stata frutto della sua fantasia. Stringendosi nella giacca di pelle nera, percependo un freddo totalmente innaturale, Zephyr avanzò tra degli alberi privi di foglie con lunghi e sottili tronchi bianchi aridi di vegetazione, in attesa muta della primavera. Dunque non avevo torto... Furono le prime parole che gli vennero spontanee, quando alla sua vista si palesò una forma strana e magica. Una creatura, si, forse, probabilmente, ma mai vista o mai osservata descriversi nei libri di testo di alcuna materia. Se ne stava lì, fluttuante, per nulla baciata dal sole come se lo stesso calore non desiderasse colpirle o non ne fosse in grado. Perché fosse lì era una bella domanda, perché poi lui si fosse fermato quasi affascinato nel contemplarla poi, era ancora più insolito. D'altronde però, grazie al sangue di vampiro nelle sue vene, Zephyr spesso si trovava ad incuriosirsi maggiormente delle stranezze della natura rispetto ad un comune essere umano, a volte con una espressione quasi persa e rapita fuori dal mondo, dal tempo e dallo spazio. Corpo il suo che rimase immobile per diversi istanti, prima di fare un solo passo avanti e assottigliare lo sguardo, cercando di aguzzare l'udito per rendersi conto semmai un altro suono simile a quello ascoltato prima fosse intervenuto nell'aere, garantendo allora che proveniva davvero da quella strana farfalla ghiacciata, la quale non si comprendeva se stesse lì guardando a sua volta lo studente oppure no. Sei fragile, o posso toccarti? [/newsgoth]
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da Eibhlin » 06/04/2013, 17:03
Attendeva, il Ghiaccio, apparentemente senza fretta: d'altronde, cos'era il tempo per l'Elemento più imperturbabile che esistesse? Esso non sembrava nemmeno scalfibile da qualcosa di così effimero come i secondi, i minuti, le ore. Perciò avrebbe potuto attendere in eterno, e quell'eternità gli sarebbe comunque parsa lunga quanto un battito di ciglia: ma se si era manifestato proprio in quel momento, era perché sentiva che c'era un potenziale figlio del Ghiaccio da quelle parti, e voleva conoscerlo e sfidarlo. Perché? Perché il Conflux necessitava sempre di nuovi guardiani, protettori degli Elementi che lo preservassero, e nei dintorni, forse, c'era colui che stava cercando: attese dunque, fino a che una figura non si manifestò di fronte a lui. Capelli castani, occhi rossi, portamento spento, come se qualcosa gli facesse male. Come se qualcosa lo debilitasse.
Dunque non avevo torto...
La farfalla non si mosse, né sbattè le ali, come normalmente avrebbe dovuto fare se fosse stata viva, per mantenersi sospesa di fronte a lui: invece, quell'esemplare se ne stava lì, perfettamente immobile, a fisssare - ma lo stava fissando davvero? - Zephyr, come fosse in attesa di qualcosa.
Sei fragile, o posso toccarti?
Nessuna risposta a quella domanda, anche perché essa non sarebbe stata affatto semplice da affermare: era fragile, perché il Ghiaccio spesso poteva essere tale, ma toccare l'emblema dell'Elemento era davvero qualcosa di possibile, per Kenway? No, non poteva, non ancora almeno. C'era una prova da superare prima, e il Corvonero se ne sarebbe accorto presto: le ali della farfalla di Ghiaccio si mossero d'improvviso, in un unico battito veloce, e da quel battito tre schegge si staccarono da essa per essere lanciate contro il ragazzo, nel palese tentativo di colpirlo. Zephyr sarebbe riuscito ad evitarle? E poi cos'avrebbe fatto, sarebbe scappato oppure avrebbe comunque tentato di affrontare quella strana creatura ghiacciata? A lui la scelta.
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da Zephyr » 09/04/2013, 22:25
[newsgoth]A quanto sembrava, le possibilità erano due: o era sul serio molto fragile la creatura, oppure troppo riservata e irritata. Non appena il ragazzo concluse quella domanda quasi con una innaturale gentilezza nel tono, la figura di ghiaccio cercò di attaccarlo. Tre piccoli aghi ghiacciati partirono dal corpo della "farfalla", minacciando di prendere le braccia e le gambe del semi-vampiro, il quale però quasi grazie ad un talento innaturale, si mosse in modo veloce e secco, evitando quell'azione offensiva che si concluse rovinosa su un albero poco distante, albero che per buona parte si ritrovò completamente gelato dall'ago che si conficcò nel suo legno. Gli occhi del Prefetto decisero di fissarsi su quella visione per pochissimi secondi, proprio per il timore che quell'azione della creatura potesse ripetersi, ma non fu possibile per il giovane non stupirsi di quanto potere conteneva quella apparente aggraziata ed innocua manifestazione del gelo e dello stesso Inverno. Deduco di non esserti troppo in simpatia. Supposizione vera o falsa, Zephyr scelse comunque di fare un paio di passi indietro, così da lasciare intendere alla "farfalla" che il suo intento non era certo disturbarla o infastidirla, ma solo trovare un metodo di comunicazione con lei, sempre che fosse in grado di comunicare. Non smetteva di guardarla con aria ipnotizzata, proprio perché c'era qualcosa in lei che lo attirava incredibilmente. Nello stesso istante, come fosse la cosa più naturale del mondo, la mano destra del ragazzo affondò nella neve alta vicino a se afferrando una bella manciata di bianca consistenza, portandola alle labbra e mordendo con netto desiderio di dissetarsi. Gustò quell'acqua allo stato solido con intensità, mostrando pienamente quanto quello fosse un lato della stagione invernale che amava a modo suo, come se potesse essere in grado di bere acqua a quel modo per ore, senza mai stancarsi. Ma nonostante fosse beato nel mangiare quella neve, comunque non mancava di porgere attenzione alla creatura, sempre allerta nel caso scegliesse di attaccare di nuovo. Certo, solo dopo una veloce riflessione dovette ammettere che magari, la soluzione era più semplice di quanto si potesse pensare. Potresti anche non conoscere il mio linguaggio. Concluse quella sfera di ghiaccio, leccandosi le labbra, adesso ancora più fredde del solito, mentre un occhio venne lanciato di nuovo in direzione dell'albero congelato in parte, decidendo per muoversi verso di esso e, tenendo sempre attenzione ai comportamenti della creatura, carezzare la superficie spessa e trasparente di quel cristallo fornito dalla natura. Non molto freddo viene percepito dal suo corpo, non da lui che il freddo lo sente scorrere nelle vene da sempre, quasi fosse un'abitudine ormai, ma non di quelle che infastidiscono o limitano; lui l'ha sempre accettata di buon grado. Per qualche secondo i pensieri si perdono, viaggiando ovunque e in nessun luogo, seguendo un percorso di infinite strade ed infiniti destini, tutti quelli che potrebbe viviere in futuro, a seconda delle decisioni che prenderà e delle persone che conoscerà. Fece attenzione a non lasciare troppo tempo il palmo sulla superficie liscia del ghiaccio in modo fa non rimanervi attaccato, cominciando ad aggirare con il passo l'emanazione celestina incontrata da poco. Forse ho capito cosa cerchi, se sei una farfalla ghiacciata... Così si chinò ancora una volta al terreno, come quando poco prima aveva tentato di sfiorarla ed esserle vicino, ma quella volta con un intento ben diverso dal precedente, ovvero iniziare a spostare diversi accumuli di neve, fissando con gli occhi rubino il terreno totalmente bianco, alla completa ricerca di uno sprazzo di terra scura come doveva essere in tutte le altre fasce dell'anno. Il suo intento non fu chiaro almeno per un paio di minuti, fino a quando, dopo aver spostato l'ennesima quantità di neve, il respiro del giovane si fece più lento e regolare, annuendo col capo soddisfatto della sua mossa. Infatti, in mezzo ad un cerchio più scuro di terra e circondato dal resto del bianco manto della boscaglia, si trovava un fiore in deboli condizioni, fino ad allora sepolto e in difficoltà di vita. I suoi petali erano cristallizzati e il suo gambo incurvato da un lato. La testa di Zephyr si alzò ancora una volta, tornando a dare attenzione alla piccola creatura, qualora si fosse trovata ancora lì, e così fece di nuovo un paio di passi indietro, volendo sincerarsi di non essere di disturbo. ... Magari cercavi un fiore ghiacciato sul quale posarti. [/newsgoth]
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da Eibhlin » 10/04/2013, 16:07
Deduco di non esserti troppo in simpatia.
Purtroppo (o per fortuna) per Zephyr, non era questione di simpatia o meno: il Ghiaccio, come Elemento, non possedeva una gamma di sensazioni ed emozioni simili a quelle umane, e non conosceva dunque il significato di termini come quello; per lui si trattava di affinità, piuttosto, e se si stava comportando in quel modo era proprio per capire se tale affinità fosse possibile o meno con Kenway. Tre proiettili si scagliarono addosso al Prefetto Corvonero, ma egli riuscì ad evitarli tutti, usando al meglio la propria prontezza di riflessi: un'agilità notevole quella del ragazzo, non lo si poteva negare, ma non ci si poteva certo aspettare che per l'Elemento più esigente di tutti questo fosse abbastanza. Non si mosse, né diede segni di vita quando lui prese la neve con le mani e se la portò alle labbra, mangiandola e dissetando così il proprio palato, magari reso secco dell'adrenalina precedente: lo stava osservando, il Ghiaccio, ma in quel modo imperturbabile che lui mai avrebbe potuto capire.
Potresti anche non conoscere il mio linguaggio.
In realtà lo capiva, lo capiva bene, ma non aveva modo di rispondergli perché non era in grado di parlare, non nel senso che lui intendeva: poteva farsi comprendere, in qualche modo, ma sicuramente senza fare versi, senza emettere suoni; era qualcosa che andava ben al di là di una voce, di un rumore. Era qualcosa che richiamava direttamente l'anima, e che con essa si rapportava. Lo osservava ancora, impenetrabile ed imperturbabile all'esterno, mentre lui prendeva a cercare qualcosa in mezzo alla neve, qualcosa di cui, secondo la sua logica, forse lei avrebbe potuto necessitare.
Forse ho capito cosa cerchi, se sei una farfalla ghiacciata... ... Magari cercavi un fiore ghiacciato sul quale posarti.
Se avesse avuto due occhi, la farfalla li avrebbe abbassati per osservare i suoi movimenti, per studiare il modo di fare del ragazzo: non avendoli, l'impressione che esternamente dava era di essere del tutto indifferente a lui: non era così, naturalmente, ma al momento lui non lo poteva sapere. Il Ghiaccio, tuttavia, sapeva bene che per attirare a sé Zephyr e comprendere davvero se fosse degno di avere una scintilla di esso nel proprio animo non sarebbe bastato lanciare un paio di proiettili ed osservarlo schivarli, per quanto bravo potesse essere: doveva entrargli dentro e conoscere la sua anima, questo era necessario. Così, in un battito d'ali lento e leggero, la farfalla si trasformò, assumendo fattezze diverse, più simile a quelle che lui, come essere umano, era abituato a conoscere: il corpo si allungò, gambe e braccia si crearono nel ghiaccio, ed un volto femminile venne infine rivolto verso il Prefetto, studiandone il volto.
La figura ghiacciata si alzò lentamente in piedi, il vestito lungo che si muoveva sinuoso con lei, leggero e fine, quasi trasparente: le labbra si spalancarono di colpo, e da essere una sfera di colore bianco, fatta completamente di ghiaccio, si staccò per dirigersi a velocità sostenuta verso di lui; un attacco forse, come prima... ma questa volta, una voce dolce e morbida sarebbe rimbombata nella sua testa, facendogli udire una semplice preghiera. Fatti avvolgere da me...Nessuno poteva scegliere per lui, era Zephyr a dover decidere: accettare di farsi colpire dal Ghiaccio e vedere dove questo l'avrebbe portato, o tentare di spostarsi per l'ennesima volta ed evitare così il colpo? Poteva essere una trappola o forse il Ghiaccio stava cercando di fondersi con la sua anima... nessuno poteva dargli una risposta certa, era tutto nelle sue mani.
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da Zephyr » 11/04/2013, 11:51
[newsgoth]Che fosse antipatia o simpatia, restava il fatto che la creatura non gli rispondeva. Non che la cosa lo irritasse, Zephyr era un tipo molto paziente e alla fine anche abbastanza placido, ma adesso come adesso sentiva anche la necessità di tornare a stare per conto proprio, da solo, senza nemmeno quella piccola creatura vicino a lui. Esattamente, se essa non voleva far lui compagnia con la sua presenza, continuando ad alimentare le sue domande e la sua curiosità, allora probabilmente la cosa migliore era che si separassero ed ognuno andasse per la propria strada. Una volta scoperto quel fiore sepolto sotto la neve, gli occhi del Prefetto si posarono nuovamente sulla "farfalla", osservandone le reazioni. Gli animali, pur non essendo intelligenti sapevano mostrare qualche sentimento positivo o negativo, mentre invece quella emanazione ghiacciata, proprio come il suo elemento, si limitava a restare lì, si limitava a fissare un punto fermo fermo e vuoto, impedendo in quella maniera al semi-vampiro di formulare una qualunque ipotesi e quindi, prolungare il suo interesse nel rimanere lì a cercare di comunicare. Poteva sembrare che in quel frangente fossero diversi magari, che lui fosse più vivo mentre essa più eterea, ma nella sostanza la loro uguaglianza nello spirito del ragazzo era piuttosto palese. Non era lui il primo, quando si trovava dentro la scuola, a non mostrarsi mai interessato troppo a nulla o nessuno? Non era forse lui il primo ad essere osservato con curiosità per il modo in cui pareva estraniato dal resto del mondo? Non era forse lui il primo al quale se si toccava la pelle, la si percepiva fredda e gelida, anche più di quella di Melia? Evidentemente non ti piacciono i fiori. Sarà meglio che vada, abbiamo di meglio da fare che intrattenere l'altro, non credi? Si alzò in piedi, lanciando ancora una volta un'occhiata al piccolo vegetale che aveva liberato da sotto la coltre bianca. Non lo volle ricoprire, in fondo adesso era libero forse di vivere un poco di più, e magari la "farfalla" avrebbe usufruito di lui soltanto dopo che l'aberrazione se ne fosse andata. Magari chissà, era proprio perché la creatura sentiva che lui non era normale ma un miscuglio di laboratorio, che non si fidava abbastanza di lui da avvicinarsi e comunicare. Zephyr era autorizzato anche a fare questo ed una parte interna di se, seppur minima, nascosta, profonda... Provò un moto di sofferenza e tristezza accennata, che si palesò con un rosso degli occhi ancora più scuro. Erano proprio quelli i pensieri che lo attraversavano quando stava da solo a riflettere, e magari anche per quello non voleva mai condividerli con la collega Serpeverde, troppo personali, troppo intimi, troppo diversi. Fece un altro passo indietro, adesso sul punto di andarsene del tutto, muovendo la destra in un saluto placido nei confronti della creatura, ma parve che in quel frangente, essa non fosse d'accordo con quel distacco. Iniziò a sbattere le ali e cominciare a modificare il suo aspetto, plasmandolo in modo che divenisse più simile a quello umano, con qualche lieve sfumatura fantastica e magica che ricordava quella delle fate. Zephyr non poté fare altro che rimanere piuttosto interdetto e perplesso da quella visione, tanto da schiudere appena le labbra e fissare l'emanazione ghiacciata con occhio perso e confuso. Fatti avvolgere da me... Quella voce gli avvolse la mente ed i sensi, facendogli dilatare completamente le pupille. La "farfallina", ora splendida donna con ancora delle fattezze gelide e vitree, spalancò le ali, ed una sfera candida si diresse veloce in direzione del ragazzo, proveniente dalle sue labbra. Non ci fu il tempo di prendere la bacchetta, ma a dir la verità, lui nemmeno tentò di farlo. Cercò di spostarsi però, quello si, mosso da un istinto di protezione e diffidenza che mostrava sempre, verso tutto e tutti. Ma forse anche la volontà di capire quanto fosse strana quella faccenda non gli permise di flettere così tanto le gambe ed i muscoli per muoversi, infatti lo spostamento fu minimo e l'intento della creatura andò totalmente a buon fine. A quel punto, invece che dimenarsi al seguito dell'energia scontratasi addosso a lui, Zephyr preferì rimanere immobile, limitandosi ad osservare cosa sarebbe successo di lì a poco, adesso che tanto era inutile che facesse qualcosa per rimediare, visto che era stato colpito. Il suo corpo, prese a gelare e diventare una lastra di ghiaccio, coprendosi di uno spesso strato di ghiaccio che lo coprì fino al collo, lasciando soltanto la testa scoperta. Non poteva muovere un solo arto, non un dito delle mani o dei piedi e girare appena il collo significava inevitabilmente graffiarsi con la superficie leggermente ruvida del vetro naturale. Inspirò profondamente, percependo addosso quel freddo che non era fastidioso, bensì da un lato piacevole, lui che tanto nelle vene sentiva sempre scorrere qualcosa di freddo e non bollente come negli altri essere umani. Sbatté le palpebre lentamente, qualche volta, rimanendo in contemplazione di quella "donna" che poco fa aveva spalancato le ali ed ora non accennava a fare niente, forse volendo constatare cosa avrebbe fatto o detto il suo interlocutore. Se mi hai lasciato libero di parlare e respirare, un motivo deve esserci. Ora hai una bocca per esprimerti, chi o cosa sei e perché mi hai fatto questo? Il timbro che utilizzò per comunicare con lei fu il più tranquillo e morbido possibile, e non perché avesse paura di lei, ma solo perché non era mai stato tipo in grado di manifestare largamente emozioni e sensazioni, permanendo sempre freddo, costante, imperturbabile, proprio come la "farfalla" che prima lo aveva fissato per tutto quel tempo senza fare niente. Poco dopo, alzò gli occhi al cielo, fissando le coltri di nuvole grigie e candide che coprivano tutto l'azzurro, rendendo l'atmosfera più ovattata e invernale, così che a distanza di pochi secondi, riprese ancora a nevicare, con fiocchi moderatamente grandi e delicati che si posavano sul viso, sui capelli e sul collo del Prefetto Corvonero, diventando in breve piccole gocce fredde, volte a solcare la sua pelle come sottili carezze della natura. Erano stati chiari i professori: in caso di neve fare subito ritorno per rimanere uniti, qualora si fosse deciso di spostarsi nella zona del bosco. Ma pensate davvero che a lui in quel momento interessasse qualcosa di tale avvertimento? In primis non poteva certo spostarsi, in secondo luogo, stava bene lì. Dunque in caso, avrebbe scontato la punizione. ... Sei stata tu? [/newsgoth]
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da Eibhlin » 11/04/2013, 14:48
Evidentemente non ti piacciono i fiori. Sarà meglio che vada, abbiamo di meglio da fare che intrattenere l'altro, non credi?
Ancora una volta, la farfalla non disse nulla: in quelle forma, con quelle sembianze, parlare al ragazzo le sarebbe stato fin troppo difficile; il Ghiaccio non aveva, normalmente, il vezzo di interagire con coloro nei quali si radicava, ma sembrava che per Zephyr fosse necessario cambiare un po' le cose; per questo, lentamente, sotto lo sguardo incredulo e sorpreso del Corvonero, la farfalla ghiacciata cambiò le proprie fattezze, divenendo più simile ad una donna, una donna munita di ali e totalmente fatta di Ghiaccio, come l'animale di poco prima. Dalla sua bocca uscì una sfera dello stesso Elemento, che volò a gran velocità contro il Prefetto nero-blu; forse perché era stato preso in contropiede, forse per curiosità verso di lei, il ragazzo non si scostò di molto, ed un piccolo passo all'indietro non gli permise certo di evitare la sfera della creatura. Ghiacciato, ecco come divenne il suo corpo dopo quello scontro con la sfera, che gli aveva congelato gli arti superiori come quelli inferiori, lasciando libero solo il volto di lui ed il collo per metà, per cui anche voltare il capo non sarebbe servito a niente se non a farsi del male da solo.
Se mi hai lasciato libero di parlare e respirare, un motivo deve esserci. Ora hai una bocca per esprimerti, chi o cosa sei e perché mi hai fatto questo?
Non rispose a quelle domande, per quanto il tono di Zephyr non fosse provocatorio né arrabbiato, fin troppo tranquillo forse. Ma al Ghiaccio poco importava della natura di chi aveva di fronte, quasi nemmeno riusciva a coglierla o, se lo faceva, non esprimeva giudizi né pensieri: di fronte a lui tutti erano uguali, l'unica cosa importante era la possibilità che le loro anime fossero pervase dal Ghiaccio, e nient'altro. Spalancò le braccia mentre muoveva passo verso di lui, un'andatura lenta che corrispose ad un'altrettanta lenta nevicata, con fiocchi di piccole e medie dimensioni che lentamente calavano su di loro, come una coperta dolce e fredda.
... Sei stata tu?
Gli si fermò di fronte, senza rispondere a quel quesito che le pareva fin troppo ovvio, con quegli occhi vuoti che sembravano fissarlo: schiuse le labbra ghiacciate poi, ora completamente immobile, per rivolgersi a chi aveva di fronte.
Il Ghiaccio non fa parte di te, eppure sei freddo. Vuoi un fiocco di neve dentro la tua anima?
Una domanda, quasi un invito quella della donna che probabilmente stava mettendo alla prova Zephyr per la seconda volta, lasciandolo libero di scegliere: certo, non poteva muoversi né andarsene, ma aveva la facoltà di rispondere in modo positivo o meno alla richiesta della fata ghiacciata... ed era già qualcosa.
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da Zephyr » 14/04/2013, 16:33
[newsgoth]Completamente bloccato, certe cose non lo aiutavano a mantenere il controllo ma prima di far perdere la pazienza a Zephyr Kenway, troppa acqua sotto i ponti doveva passare, o in quel caso, neve. Le domande che egli le pose al seguito di quell'assurdo gesto di fermarlo in una bara di ghiaccio fino al collo, parve non vennero ascoltate, come del resto anche quelle che le aveva fatto prima, quindi non c'era molto da stupirsi. Cercò di riempire quanto più possibile i polmoni di aria, aria gelida, che però non gli arrivava al cervello e nemmeno gli impediva di assumere ossigeno regolarmente, lui completamente a suo agio con il freddo e con il lato meno consono alla vita che ci fosse sul piantea. Niente che affrontava il ghiaccio sopravviveva al suo infinito grado di stasi della materia, tutto taceva e tutto finiva di muoversi, diventando una statua e una testimonianza del suo enorme potere. Tale concetto non era di un facente parte della Gilda, ma di un ragazzo che, osservando la neve e l'inverno, aveva sempre pensato quelle cose, ignaro che un giorno si sarebbe trovato davanti un esponente così perfetto e appariscente proprio del ghiaccio e della natura. Il Ghiaccio non fa parte di te, eppure sei freddo. Vuoi un fiocco di neve dentro la tua anima?
Cosa ti fa credere che io ne abbia una? Ad una domanda, un'altra domanda, ma questa volta non poteva che uscirgli spontaneo un commento del genere, specie se di lui si stava parlando, specie se di anima si stava trattando, un qualcosa che non era così sicuro di avere, quasi convinto che anche quella gli fosse strappata vita assieme alla maggior parte di lembi di umanità che la Setta dei 12 si era presa la libertà di confiscargli. Lui a tutti gli effetti si sentiva una creazione, ma non del mondo, bensì di un frutto del mondo, quindi una creatura ancor meno reale di un sasso, di un granello di sabbia, di una nuvola o di una foglia d'albero... Anzi perché no, anche di un fiocco di neve. Socchiuse gli occhi, spostando la vista altrove, non volendo sostenere per qualche secondo lo sguardo della dama ghiacciata, magari perché con la mente stava viaggiando da un'altra parte ed essendo lei una creatura magica e non un essere umano, si sentì più libero di esprimere le sue emozioni, quasi stufo di porre sempre un blocco tra se il mondo intero, in quella scuola che più andava avanti con i mesi e più gli appariva solamente come un'altra delle tante prigioni di cristallo che aveva popolato nel corso della sua amara esistenza. Se dovessi davvero trovare qualcosa di simile nel mio corpo, riempila pure con ciò che vuoi. Tanto al momento è un guscio vuoto, quindi non ho nulla da perdere, al massimo, forse da guadagnarci. Purtroppo per lui era così. Nel suo spirito non percepiva niente che avesse un effettivo spessore. Per lui le emozioni erano ovattate dalla perenne tristezza che attanagliava il cuore e lo rendeva inerme di fronte ai sorrisi altrui. Ogni tanto provava stupore, come quando vide quella farfalla tramutarsi in persona, oppure il desiderio di avere anche lui qualcosa per se, un giocattolo, invidiando Melia per il suo e desiderando di averne uno allo stesso modo, o nel suo caso, una. E' vero, anche gli animali non potevano sorridere, non potevano rivelare grandi emozioni o espressioni differenti dal normale, ma in compenso loro potevano affezionarsi, provare gelosia, dolore, istinto di sopravvivenza. Mentre lui... Beh lui poteva scomparire anche in quel preciso istante, e non gliene sarebbe importato niente, nemmeno sforzandocisi. Tornò con i rubini a fissare la figura femminile, sostenendo nuovamente con serietà il suo sguardo, attendendo la prossima mossa, o forse la prossima domanda o parola criptica, insomma, qualunque cosa, mentre la neve ancora cadeva a grandi fiocchi sul suo viso e pareva quasi ricordare, trasformandosi in acqua limpida, delle possibile lacrime sul viso pallido del semi-vampiro. Prima parlavi del Ghiaccio che non fa parte di me... Che cosa intendi? Non dovrei forse assomigliarti se fosse il contrario? [/newsgoth]
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da Eibhlin » 14/04/2013, 18:06
Cosa ti fa credere che io ne abbia una?
In tanti modi si era mostrato, in passato, il Ghiaccio, a coloro che, secondo il giudizio dell'Elemento, potevano forse essere degni di portarne con sé una scintilla: e in tutto quel tempo, ne aveva incontrate di persone diverse. Buoni, cattivi, forti, deboli, spietati, compassionevoli, a lui non interessava: non era lì per giudicare l'anima dei possibili portatori di Ghiaccio, quanto per comprendere se fosse degna di lui, al di là dell'essere pura o meno; ma era la prima volta, da quando aveva iniziato a manifestarsi agli esseri umani - o semi tali - che qualcuno gli rispondeva in quel modo. Se avesse potuto provare sentimenti ed emozioni, la Dama di Ghiaccio si sarebbe potuta ritenere incuriosita da Zephyr, forse anche impietosita dalle sue successive parole.
Se dovessi davvero trovare qualcosa di simile nel mio corpo, riempila pure con ciò che vuoi. Tanto al momento è un guscio vuoto, quindi non ho nulla da perdere, al massimo, forse da guadagnarci.
Per sfortuna del ragazzo - ma davvero di sfortuna si trattava? - il Ghiaccio non provava nulla del genere, nulla che si avvicinasse a qualcosa di paragonabile alle emozioni umane, e nemmeno a quelle animali: era un Elemento, e come tale agiva, freddo e distaccato da tutto, interessato solo a trovare figure degne di lui in cui crescere e fortificarsi, per alimentare la protezione e l'Equilibrio del Conflux. La Dama lo fissava ancora, come intenzionata a cercare a tutti i costi il suo sguardo anche se non rispondeva a nessuna delle sue domande, come se non ne fosse in grado o, semplicemente, non le interessasse.
Prima parlavi del Ghiaccio che non fa parte di me... Che cosa intendi? Non dovrei forse assomigliarti se fosse il contrario?
Un'altra domanda da parte del Corvonero, lo sguardo rosso ora in quello vuoto della Dama che però, Zephyr l'avrebbe potuto giurare, gli aveva sorriso per un secondo, per un singolo, infinitesimale istante; ora, però, era nuovamente imperturbabile, distaccata come l'Elemento che rappresentava. Era evidente che Zephyr non aveva capito chi aveva davanti.
Non puoi essere simile all'imperturbabile Ghiaccio, Aberrazione.
Rispose per la prima volta la Dama di Ghiaccio, definendo Kenway per ciò che era: eppure non c'era alcun velo di disgusto, di disapprovazione o di sdegno nella sua voce che, nella mente di lui, sarebbe parsa assolutamente atona.
Hai fatto la tua scelta. Da adesso in poi, il Ghiaccio albergherà dentro di te, nell'attesa che il Conflux ti chiami per proteggerlo. Quando quel giorno arriverà, lo sentirai.
Aggiunse, e furono le ultime parole che la Dama pronunciò, per così dire, nella mente di Zephyr: si avvicinò ancora di più a lui, e senza dargli possibilità di replica o di rifiuto, poggiò le labbra ghiacciate su quelle di lui. Nell'esatto momento in cui questo avvenne, la figura ghiacciata sparì, e con essa anche tutto il Ghiaccio che aveva avvolto il ragazzo; non solo, ma anche la neve caduta precedentemente sembrava essere sparita. Tutto sembrava tornato normale, come se mai fosse successo... ma se Zephyr si fosse concentrato attentamente, se avesse scavato nel più profondo del suo spirito, in quell'anima che non era sicuro di avere, avrebbe quasi potuto percepirlo il piccolo fiocco di neve che, leggero, aleggiava in lui nell'attesa che arrivasse il giorno perfetto nel quale essere richiamato dall'Equilibrio.
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da Zephyr » 17/04/2013, 13:02
[newsgoth] Non puoi essere simile all'imperturbabile Ghiaccio, Aberrazione.
Molto gentile. Ma tanto la gentilezza non era ciò che il ghiaccio doveva dimostrare, giusto? Era lì per un motivo ed uno solo, interrogare il ragazzo e scoprire se fosse degno di possedere un dono, un prezioso regalo dalla natura. Perché avesse scelto proprio lui, beh, quello non si poteva sapere o comprendere e fino a quando egli non avrebbe avuto risposto in merito, probabilmente sarebbe rimasto silenzioso nella propria camera ogni notte focalizzandosi su quelle domane solenni e prive di logica. Tuttavia, la sua risposta in un certo senso l'aveva data, ed era chiaro che la "donna" avanti a lui adesso, avrebbe reagito di conseguenza. Il corpo sinuoso gelido si mosse ancora, avvicinandosi a quello di Zephyr, così tanto vicino che, per quanto la temperatura di lui fosse già piuttosto bassa, in quell'istante potè percepire un brivido di freddo, tanto il il ghiaccio era potente e sprigionato, e nemmeno del tutto. Hai fatto la tua scelta. Da adesso in poi, il Ghiaccio albergherà dentro di te, nell'attesa che il Conflux ti chiami per proteggerlo. Quando quel giorno arriverà, lo sentirai. "Conflux", altra parola interessante e già sentita in una lezione, ma allora non erano soltanto dicerie stupide e leggende. Forse avrebbe dovuto parlare con il professore di Astronomia, chiedergli qualcosa in proposito, ma era anche vero che condurre le proprie ricerche con un adulto vicino all'amministrazione scolastica poteva significare soltanto indurre al dubbio e alle domande. Perché mai un ragazzo soltanto adesso si stava interessando così intensamente a quella parola, a quell'argomento? No, decisamente il professor Trigger non era indicato per nulla... Ma qualcun altro forse ugualmente abbastanza informato c'era... Le labbra della dama si unirono alle sue che non si scostò nemmeno un millimetro, curioso di assaporare quel corpo così tanto diverso dal proprio e da quello di un essere umano, e la sensazione che provò fu assolutament unica ed insostituibile. Chiuse gli occhi, percependo come una goccia gelida che gli scorreva giù per la gola fino a toccare il cuore. Poco dopo, quella figura scomparve, come anche la neve che cadeva dal cielo e la bara di ghiaccio che gli impediva i movimenti. Quindi sapeva cos'ero... Evidentemente alla Natura non sfugge nulla. Sentenziò tra se, guardandosi le mani, poi il corpo ed infine, un occhio rivolto al fiore non troppo distante che la creatura giunta poco prima però, vi era rifiutata di calpestare, forse avendo capito che quello era un dono per lei, o magari non ci aveva semplicemente fatto caso. Sbatté le palpebre, mentre deglutiva saliva e si sentiva diverso, strano, come più... Vicino all'ambiente circostante. Posando il palmo sulla neve, afferrandone una manciata, assaggiandola poté affermare con certezza che era come se sentisse il sapore dell'acqua ghiacciata per la prima volta, e questo lo metteva leggermente a disagio, proprio perché non era abituato a sorprendersi di qualcosa, qualunque cosa, anche la più assurda. Sospirò, e l'aria che uscì dal naso era più fresca del solito, forse la sua stessa temperatura si era abbassata ulteriormente. Leccandosi le labbra scelse di non riflettere adesso su quella faccenda, scelse di non cominciare a far lavorare la mente fino a quando non avesse avuto qualche risposta in più, qualche nozione aggiuntiva a proposito di quel "Conflux". Prese a camminare in direzione di Hogsmeade, conscio che non appena tornato sul luogo, avrebbe dovuto chiedere a Melia un piccolo favore, a proposito di una specifica persona. ... Parker.
- FINE - [/newsgoth]
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