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Cucina Comune

Messaggioda Estelle » 18/06/2012, 16:01

E cosa si dice in giro sul mio conto?
Wow, voglio dire, è una cosa davvero strana, non pensavo di passare osservato nella mia normalità, sono solo un comune professore!


Un gesto molto umile, da parte sua. Evidentemente, Dylan non doveva essere molto abituato ai complimenti, o ad esser osservato come superiore rispetto alla posizione che ricopriva. Un carattere che ad Estelle piaceva molto, lo apprezzava quando c'era e non lo giudicava. Anzi, per lei era una forma di maturità, oltre che a dimostrare quanto la persona potesse essere diversa dalle altre.
Lo osservò muoversi già per la cucina, posare la borsa a tracolla - al tempo stesso elegante - su una sedia libera, accanto al tavolo.

La Vicepreside ci ha raccontato molto di te. Ci ha spiegato che hai una dote eccezionale nella pittura, e che ami più di qualsiasi altra cosa anche l'Alchimia. A mio parere.. credo sia una materia interessantissima. Era una delle mie preferite quando ancora ero una studentessa.

Ammise lei, questa volta mostrandosi molto più cordiale nei suoi confronti, come se già si fossero detti abbastanza per potersi definire in confidenza. Curvò le labbra verso l'alto, sorridendo amichevolmente, ora facendosi più interessata alla conversazione, in quanto la riguardava in prima persona. La pittura e l'alchimia. Due categorie che sempre le erano interessate e a cui si era dedicata maggiormente, con molto più dedizione. Naturalmente, la Babbanologia occupava sempre un posto speciale per lei, in fondo era la sua carriera e gli dava il sostentamento che cercava, oltre che un appagamento interiore, orgoglio e gioia ogni volta che teneva una lezione ai suoi studenti, o magari quando si ritrovava a studiare da sola, per accrescere il proprio sapere.

Ammetto che il merito è un lato che devo ancora far effettivamente vedere di me.
Ho fatto più e più lettere di richiesta di insegnamento qui, mentre a quanto ho capito tutti gli altri docenti sono stati chiamati senza bisogno di mandare curriculum, ecco perché trovo ancora più sorprendente la posizione sua e della professoressa Vilvarin, così giovani e così incredibilmente dotate tanto da non aver bisogno di chiedere lavoro perché vi è stato offerto subito!
A parte ciò, si, dipingo da molti anni, è una delle mie ragioni di vita, anzi forse al momento è l'unica... Dipingere assieme?
Scherza sarebbe a dir poco magnifico, e non può dire di non essere una grande artista fino a quando non mi avrà fatto vedere una sua opera, mai giudicare a prescindere, almeno questa è la mia filosofia... L'arte può essere in ciò che noi riteniamo poco importante o poco valente...


Non le fu complicato comprendere quanto al ragazzo piacesse parlare. Nulla in confronto a lei che, seppur sempre molto gentile e aperta a nuove conoscenze, non trovava mai le parole giuste e il momento adatto per dirle. Ma ascoltarlo era piacevole, la divertiva - ovviamente nel senso buono - e la invitava a prestare maggiore attenzione a quanto detto.
Avrebbe voluto lasciarsi andare ad un abbraccio caloroso, senza neanche chiedergli il permesso, troppo contenta perchè il ragazzo avesse accettato di dipingere con lei. Non si era mai reputata brava abbastanza, ma era sicura che Dylan avrebbe potuto aiutarla a perfezionarsi, e magari sarebbe stato un bellissimo modo per conoscersi senza divagare in incontri spiacevoli e mal posti.

Quando vuoi, passa pure dalla mia stanza. Stesso corridoio della tua.
Ne conservo parecchi, e ci terrei a farteli vedere. Con l'esperienza che possiedi, potresti essermi benissimo d'aiuto.


Sorrise ancora, convinta che il loro rapporto lavorativo sarebbe stato sicuramente migliore rispetto a quello che riserbava con gli altri suoi colleghi, o perlomeno, solo alcuni.

Lo sai che mi togli davvero un gran peso?
A me piace trovarmi a mio agio amichevolmente con le persone, ma purtroppo persino la mia collega Parker non è solita chiamarmi per nome per via della mia posizione o a darmi del "tu", sarà assolutamente magnifico poterlo fare almeno con te, senza pensieri!


A quanto pareva, Dylan aveva avuto modo di conoscere Alexis, prefetta di Delfinazzurro, nonchè prefetta di Alya, sua sorella. Le aveva raccontato molto di lei, spiegandole quanto fosse gentile nei suoi confronti ed amichevole, ed Estelle non metteva di certo in dubbio tali pensieri. Anzi, per quanto poco la conoscesse, aveva avuto modo di constatare che ciò che si raccontava sul suo conto era vero.
Notando come Dylan le stesse sorridendo ora, sorrise anche lei, vedendolo ora muoversi per la cucina intento a prepararsi il pranzo. Da quanto poteva intuire, si stava preparando una gustosa insalata. Non il suo piatto preferito, ma sembrava essere buono alla vista.

E così anche tu francese come il capo, da dove vieni?
Sempre Parigi?
La Francia è una bellissima nazione, ammetto che visitare la maggior parte dei musei presentì lì, per un artista come me, è stato davvero un sogno ed una soddisfazione.
Hai deciso di insegnare la cultura dei non maghi anche per questo, per una sorta di omaggio a quelle grandi menti e animi provenienti da persone senza poteri come Monet, Rembrandt o Magritte?


Non aveva mai pensato al suo lavoro sotto quel punto di vista. Aveva sempre considerato la sua professione e l’insegnamento della Babbanologia solo come pura e semplice espressione di ciò che più la affascinava e di quello che era la sua vita. Lei, Mezzosangue di natura, ma Babbana dentro. Non aveva avuto una educazione prettamente magica; magia e mondo babbano coesistevano, soprattutto ora che era più ad Hogwarts che a Lille, a casa sua.

Non ci ho mai pensato sul serio. Ma.. credo che in qualche modo sia anche per questo. Forse.. il vero motivo per cui ho scelto la Babbanologia è perché volevo cambiare il punto di vista del mondo, far risultare affascinante il mondo Babbano e tutto ciò che ne è compreso.

Una seconda spiegazione nel giro di una settimana, esattamente diversa dalla prima, forse con parole più scientifiche e meno sentite, volute. Sorrise, sperando che quanto era stato appena detto non risultasse banale agli occhi del ragazzo.

Hai un artista preferito?
O una corrente?


Uhm.. Millet?

Interruppe subito il suo dire, ridendo dolcemente, non ricordando se quello fosse il nome giusto dell’artista che aveva spesso tenuto presente quando dipingeva nella sua camera a Lille.

Doveva essere.. naturalismo e realismo, se non sbaglio. O no?

Spoiler:
Dylan


P.S. Scusa il ritardo notevole.
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Messaggioda Dylan » 03/09/2012, 13:14

Quel pranzo, bisognava dire che stava andando davvero bene, seguendo un percorso di sorrisi e confidenze, molto leggero, ricco di belle sorprese e sopratutto povero di ansie o silenzi imbarazzanti.
Il nostro Connor amava quel tipo di complicità con le persone, forse perché negli anni della scuola non aveva mai avuto troppo tempo per dedicarsi alle amicizie, alle vicinanze con il prossimo, ed invece ora, seppur costretto, era contento di una costrizione che lo mettesse in relazione col mondo, dopo tutto, il mondo non era affatto male se paragonato alla figura della collega, una persona così a modo, carismatica ed oltre tutto anche appassionata di arte, come gli fece capire ulteriormente poco dopo.

Quando vuoi, passa pure dalla mia stanza. Stesso corridoio della tua.
Ne conservo parecchi, e ci terrei a farteli vedere. Con l'esperienza che possiedi, potresti essermi benissimo d'aiuto.


Quelle parole furono davvero preziose per quel ragazzo. Perché?
Semplice, poter condividere una passione con qualcuno, esattamente come a lezione con l'alchimia, era senza dubbio un trampolino di lancio meraviglioso per stringere un rapporto.
Gli occhi brillavano quasi mentre annuiva quasi subito, lentamente, a quella proposta della ragazza dai biondi capelli, mischiando nel frattempo il condimento dell'insalata grazie all'apposita forchetta, evitando di utilizzare la magia, forse quasi in omaggio alla materia insegnata da Estelle ad Hogwarts, chissà.

Non chiedo di meglio, cercherò di darti tutti i consigli possibili, per quanto è possibile anche che tu non ne abbia bisogno perché molto brava di tuo, no?

In fondo, che sicurezze poteva avere il nostro neo-professore riguardo le capacità della maggiore della Moreau?
La ragazza poteva avere un estro artistico ed una bravura tale da sorprendere anche lui, in fondo non si credeva nessuno, non peccava di superbia, questo mai.
Forse l'unica grande caratteristica che si riconosceva era saper cogliere la bellezza interiore delle cose in quello che disegnava, ma c'era voluto molto tempo per arrivare a tutto ciò e sapeva bene che in questo forse, era stata proprio la solitudine ad aiutarlo, un grande nemico che dal punto di vista pittorico si rivelò un prezioso alleato, com'è strana la vita, vero Dylan?
L'argomento successivo poi, fu legato principalmente alla motivazione scelta dalla ragazza per la quale insegnare babbanologia, uno studio sicuramente complesso per un mago che poteva garantire molte soddisfazioni nella vita di tutti i giorni, visto che conoscere le abitudini non magiche permetteva di mischiarsi meglio con una cultura per così dire "straniera".

Non ci ho mai pensato sul serio. Ma.. credo che in qualche modo sia anche per questo. Forse.. il vero motivo per cui ho scelto la Babbanologia è perché volevo cambiare il punto di vista del mondo, far risultare affascinante il mondo Babbano e tutto ciò che ne è compreso.

Ovviamente da una persona così piacevole non poteva che uscir fuori piacevole risposta.
Far risultare affascinante qualcosa che per tanto tempo dai puri di sangue era stato screditato.
In fondo Dylan con la sua arte non faceva una cosa tanto diversa.
La pittura, il disegno in generale erano patrimonio del mondo classico non magico.
Certo, l'arte come la musica erano patrimoni universali, ma perché non riconoscere meriti al mondo dei babbani, qualora ne avevano?
Il ragazzo, che nel frattempo attendeva che anche la collega iniziasse a mangiare per farle ulteriore compagnia, annuì vigorosamente, facendo un viso molto serio, profondo, come a volerle trasmettere il suo apprezzamento per un pensiero così aulico e complesso, a tratti anche molto altruista e fiducioso nel mondo esterno al loro.

Interessante, davvero interessante, oh, vuoi assaggiare per caso?
Non so se è di tuo gradimento l'insalata ma, se ti va, accomodati pure, mi fa piacere condividere...


Disse subito, sorridendole in modo cordiale e amichevole, avvicinando di qualche centimetro il piatto con la propria pietanza per il pranzo, attendendo quindi che lei decidesse cosa fare, non sapendo ancora bene i suoi gusti e quindi sperando di aver fatto un gesto gradito.
La conversazione nel mentre si stava spostando sulle correnti artistiche apprezzate maggiormente da Estelle, che si rivelò un'intenditrice ed apprezzatrice della corrente realista e naturalista, citando un artista davvero esemplare ed ovviamente francese, come lei del resto.

Uhm.. Millet?
Doveva essere.. naturalismo e realismo, se non sbaglio. O no?


Jean-François Millet, nato a Gréville-Hague il 4 ottobre 1814 e morto a Barbizon il 20 gennaio 1875, dici benissimo, inizialmente naturalista, passò al realismo nella seconda parte della sua vita artistica...
Fu uno dei primi ad avere il coraggio di mostrare apertamente com'era il mondo a quei tempi; la corrente realista rispecchiava una realtà nuova, impensabile dall'alta borghesia, serviva menti in grado di far vedere quanto poco rispetto e quanta poca conoscenza del mondo vero imperversava nella società... Ottimi gusti collega, mi complimento davvero, ma non potevo aspettarmi diversamente...


Le sorrise, certo di quello che affermava, non era assolutamente un tipo volto a dire bugie o omaggiare le persone per qualche motivo diverso dal dire la completà verità, sopratutto di fronte ad una persona come Estelle, talmente trasparente e cristallina da far passare qualsiasi voglia, anche al peggiore dei mangiamorte, di non essere altrettanto sincero con lei, almeno dal punto di vista del professore di alchimia.
Lo stesso che, pochi secondi dopo aver finito di parlare, ripensò ad un particolare che decise di far presente anche alla collega che magari poteva rivelarsi interessata all'idea.

Non so se potrebbe farti piacere ma, pensavo... Ho sentito che da Settembre i quadri di Millet dati in prestito al museo del Risorgimento di Roma verranno riportati alla National Gallery di Londra.
Contavo già di andare a quel museo, immagino comprenderai il perché, ed essendo presenti anche delle opere del tuo artista preferito, magari potremmo metterci d'accordo e andare assieme, cosa ne pensi?
Sempre se non la consideri una proposta troppo sfacciata, si intende, in tal caso, mi scuso profondamente...
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Messaggioda Estelle » 06/09/2012, 16:52

Ed il suo invito era vero, reale. Davvero Estelle desiderava avere un approccio di quel genere con il suo collega. Poteva esserle d'aiuto. In fondo era il loro primo incontro, e non si poteva di certo dire che tra loro non scorresse un buon rapporto. Non come le sue colleghe, forse un po' troppo impegnate per farle una visita di piacere, anzi, una visita che le facesse conoscere definitivamente, dopo un anno già trascorso. Estelle non aveva alcun rancore nei loro confronti, ma non era nemmeno il tipo che si faceva avanti quando poteva benissimo farlo l'altro.
Con Dylan non aveva bisogno di pensare. Con Dylan tutto scorreva da solo, e non c'era nemmeno bisogno di impegnarsi.

Non chiedo di meglio, cercherò di darti tutti i consigli possibili, per quanto è possibile anche che tu non ne abbia bisogno perché molto brava di tuo, no

Lo vide impegnarsi per preparare un'abbondante e sana insalata, condirla al meglio e allo stesso tempo era capace di interagire con lei, mostrarle un sorriso e farla sentire brava, anche se in realtà non gli aveva ancora potuto mostrare nulla. Non ancora, almeno.

Devo ancora imparare molto.

Una risposta sincera la sua, che non si era mai reputata abbastanza brava, ma era una cosa che le era sempre piaciuto fare, e abbastanza brava o no, avrebbe continuato nel suo hobby. Accavallò una gamba sull'altra. Osservava con attenzione i movimenti del collega.
L'insalata sembrava invitante, ed inoltre le faceva pensare che magari Dylan era un ragazzo legato alla linea e al mangiare salutare, un tratto che ad Estelle piaceva molto.

Interessante, davvero interessante, oh, vuoi assaggiare per caso?
Non so se è di tuo gradimento l'insalata ma, se ti va, accomodati pure, mi fa piacere condividere...


E spostò verso di lei la ciotola, rivolgendole un sorriso. Estelle comunque non voleva privarlo del proprio pranzo, in fondo aveva speso del tempo per prepararlo, ma allungò la mano verso la ciotola e ne afferrò una forchettata.

E per il resto è tutta tua.

Un sorriso al collega, poi prese tra le mani il suo panino e anche lei cominciò a mangiare con gusto.
La conversazione, intanto, si spostò sui suoi gusti artistici. Dylan sembrò esser d'accordo con lei, tanto da farle i complimenti. Di certo non era stato difficile rendersi simpatica al collega.

Non so se potrebbe farti piacere ma, pensavo... Ho sentito che da Settembre i quadri di Millet dati in prestito al museo del Risorgimento di Roma verranno riportati alla National Gallery di Londra.
Contavo già di andare a quel museo, immagino comprenderai il perché, ed essendo presenti anche delle opere del tuo artista preferito, magari potremmo metterci d'accordo e andare assieme, cosa ne pensi?
Sempre se non la consideri una proposta troppo sfacciata, si intende, in tal caso, mi scuso profondamente...


Il panino a mezz'aria, deglutì sonoramente il suo boccone, e poi si lasciò andare ad un sorriso smagliante, lieta di quell'invito inaspettato. Purtroppo, però, era arrivato anche il momento di andar via, avendo molto lavoro da svolgere.

No, nessun problema. Mi piacerebbe molto esserci.
Mandami un gufo, e ci sarò.


E detto ciò, rivolse al collega un altro sorriso, raccolse le sue cose, ed uscì dalla cucina, diretta al suo ufficio.

Spoiler:
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P.S. Scusa se ho terminato in questo modo la role. Magari in questi giorni ne apriamo una nuova, fresca fresca ;)
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Messaggioda Tisifone » 02/02/2013, 19:41

[Giovedì ore 16.30]


La stupenda nottata che aveva trascorso in compagnia di Lucas nei propri alloggi aveva permesso a Tisifone di rilassarsi e abbandonarsi all’illusione che erano una coppia normale che faceva cose normali come chiacchierare di come avrebbero potuto arredare la loro nuova casa. Al sorgere del sole, quel giorno, aveva però dissipato ogni brandello di ottimismo e la paranoia, che era un tratto caratteristico della Divinante, era tornata a fare da padrona nel suo animo, rendendo cupo il suo umore e scostante il suo atteggiamento nei confronti del prossimo, più del normale. Quello che maggiormente la rendeva nervosa era non solo il non potere fare nulla mentre Lucas pianificava il modo di incontrare Julie, apparentemente da solo, ma soprattutto l’idea che sarebbe dovuta rimanere ferma e nascosta durante tutto l’incontro, mandando già ogni Puffola Pigmea l’americana avrebbe deciso di gettarle inconsapevolmente contro.

Almeno una cosa la posso fare.

Si disse, mentre entrava nelle cucine riservate agli Insegnanti. Per fortuna, infatti, la Professoressa Bennet aveva risposto celermente al gufo che le aveva mandato la sera prima subito dopo cena e aveva accettato di incontrarla quel pomeriggio, dopo le lezioni, in un luogo informale che forse avrebbe favorito il crearsi di un’atmosfera se non proprio amichevole almeno abbastanza rilassata da permettere a Tisifone di chiederle un piccolo favore. Nel biglietto che aveva scritto infatti si era tenuta sul vago, sia perché non sapeva come spiegare per iscritto quello che le serviva sia perché non voleva che il pezzo di pergamena cadesse in mani sbagliate e visto che il pacco a Lucas era stato recapitato direttamente nella sua camera da letto quel timore non era poi così vago.
Aveva chiesto agli elfi domestici di portare dei biscotti e aveva bollito dell’acqua per poi versarla in una teiera dall’aspetto orientaleggiante come le tazzine e disposto il tutto sul tavolo posto al centro della stanza, insieme a una scatola di legno contenente diversi tipi di tè e tisane: non conosceva abbastanza bene la collega per sapere cosa le piaceva e non voleva di certo mancarle di rispetto o indispettirla offrendole qualcosa che non era di suo gradimento.

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In realtà non conosco per nulla Martha Bennet.

Si disse, voltando la testa verso la finestra, lo sguardo serio fisso nel vuoto. Aveva ancora indosso lo stesso abito che aveva sfoggiato quella mattina a lezione, un vestito ampio, lungo fino alla caviglia, con la gonna blu elettrico e il corpetto bianco che le lasciava scoperto il collo e una parte delle spalle. Il mantello con cui si era coperta durante la mattinata giaceva sulla spalliera di una sedia e il compito di coprirle le spalle era stato lasciato ai lunghi capelli neri che le ricadevano in libertà fino a sotto le scapole.

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Era stato un azzardo da parte sua chiedere aiuto alla Pozionista, considerato che, per quello che ne sapeva, poteva essere lei la “talpa” di Julie ma l’alternativa le piaceva ancora meno. Se mai avesse di nuovo rivolto la parola a Demetri non voleva che fosse per chiedergli un favore. Confidando nel fatto che, da quello che aveva sentito dire, la CapoScuola dei Corvi era ancora più riservata di lei e che quindi sarebbe stato molto difficile per l’americana avvicinarsi a lei abbastanza da incantarla, Tisifone si sedette al tavolo, in attesa dell’arrivo della sua ospite.
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Messaggioda Martha » 03/02/2013, 15:54

[Giovedì - Ore 16:30]


Ma che cosa sta succedendo?

Si era posta quella domanda milioni e milioni di volte la docente di Pozioni. Dall'incontro tenutosi con Ryan Angel - o "Edward Atwood" come lo conosceva la donna - al gufo ricevuto il giorno prima da Tisifone, Martha non aveva fatto altro che rimuginare incessantemente sulle ultime vicende accadute. Scoprire che il proprio mentore era stato ucciso e non morto per una legge naturale della vita era già abbastanza per i nervi della pozionista; ma ricevere addirittura una richiesta dalla divinante era ai limiti dell'assurdo. E che richiesta! Una Pozione Polisucco non si trovava facilmente a buon mercato e anche se commissionata si doveva aspettare come minimo un mese per una corretta preparazione. Il carattere urgente delle parole usate da Tisifone, invece, era abbastanza evidente [Intuito(P): 30].

Devo andare avanti...

Un'esortazione che la strega continuava a ripetersi incessantemente, sebbene sentisse, per la seconda volta nella sua esistenza, il mondo sgretolarsi sotto i piedi. E a chi avrebbe potuto confidare i propri dubbi e le proprie paure? Non aveva accennato nulla alla sorella, sia per il suo carattere introverso, sia per non coinvolgerla in un'inutile faida che rischiava di travolgerla senza freno alcuno. No, la cosa migliore era indagare da soli e per se stessi.

E diventare un'occlumante...

Un'idea quella che le era balenata in mente sempre dopo il fatidico incontro con l'investigatore privato. Qualcuno aveva cercato di portarle via i ricordi e i beni di Heathcliff, qualcuno che poteva ritornare e toglierle ciò che era suo di diritto. Avrebbe dovuto esercitarsi in fretta e subito.
Mettendo da parte questi cupi pensieri, la donna arrivò finalmente all'ingresso delle cucine private dei docenti, dove, ne era sicura, avrebbe trovato Tisifone ad attenderla. Le sue aspettative non rimasero deluse: la divinante stava in piedi col viso rivolto verso la finestra, persa in chissà quale mondo. Era rimasta talmente tanto tempo chiusa in se stessa, che la strega si ritrovò con stupore a domandarsi quale problema affliggesse la Samyliak tanto da chiederle aiuto. Non si erano mai parlate molto,infatti, visto che entrambe possedevano un carattere poco espansivo nei confronti del prossimo. La Bennet assunse per un attimo un cipiglio di disapprovazione per l'abbigliamento scelto dalla collega, prima di palesare la propria presenza schiarendosi la voce.

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Buon pomeriggio, collega. Vedo che ha già preparato tutto quanto.

La salutò con un sorriso di circostanza, apprezzando però la premura della donna nel farle trovare già pronti thè e dolcetti vari.

Su, accomodiamoci

la esortò, indicandole un grazioso divanetto posto di fronte al tavolo al centro della stanza, mentre lei si appropriò di quello più vicino. L'aroma del thè era delizioso, come ebben modo di constatare mentre versava la bevanda bollente nelle due tazze lì presenti, porgendone poi una a Tisifone.

La ringrazio per aver preparato tutto quanto in anticipo...vuole un po' di Whisky Incendiario?

Chiese, facendo apparire con un colpo di bacchetta una piccola bottiglietta del suddetto liquore e versandolo nella propria tazza per correggerne il thè. Se la donna avesse acconsentito, allora Martha ne avrebbe versato qualche goccia anche nella sua tazza, prima di farlo sparire del tutto.

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Allora...veniamo al dunque. Devo ammettere che sono rimasta molto sorpresa dalla sua richiesta. Non è da tutti al giorno d'oggi aver bisogno di una pozione tanto particolare...- una breve pausa per sorseggiare un po' del suo thè caldo, prima di riprendere il discorso - Ho qui quello che mi ha chiesto- continuò, indicando il taschino della parte destra della sua camicetta -Ma prima di consegnarglielo, devo accertarmi delle sue intenzioni, che la sappia usare...e soprattutto della ricompensa...

La docente era così vile da chiedere dei galeoni in cambio di quella pozione? Non proprio. Non aveva bisogno di denaro ma di informazioni. Informazioni su persone fidate che sapessero come destreggiarsi nell'arte dell'Occlumanzia. In realtà, la Bennet aveva già puntato al professor Vastnor: sperava, infatti, che un tipo come lui, con un passato da mercenario, conoscesse anche la pratica da Occlumante. Ma aveva bisogno di ulteriori conferme, conferme che forse solo una divinante del suo calibro e con un sesto senso tanto sviluppato avrebbe potuto darle.
Continuò a sorseggiare dolcemente il suo thè, osservando con curiosità la reazione di Tisifone...
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Messaggioda Tisifone » 03/02/2013, 21:34

Quando la Bennet entrò in cucina, Tisifone volse leggermente il capo nella sua direzione, gli occhi per un attimo spenti, come se fossero ancora impegnati a osservare “altro”. Poi un leggero battito di ciglia e il blu notte così caratteristico della donna tornò a brillare di una luce particolare che denotava intelligenza, consapevolezza e indifferenza. Pur notando il cipiglio di disapprovazione che era comparso sul volto della collega non appena entrata, la Divinante non ebbe alcun tipo di reazione, troppo abituata al fatto che in pochi al Castello apprezzassero il suo gusto tradizionale anche se non sobrio di vestire. E poi non sarebbe stato furbo da parte sua intavolare una discussione sull’abbigliamento con la persona che avrebbe dovuto farle un favore, un grosso favore.

Buon pomeriggio, collega. Vedo che ha già preparato tutto quanto. Su, accomodiamoci

Un semplice gesto del capo prima di accomodarsi sul divanetto che Martha le aveva indicato, in una postura rigida dettata dall’abitudine più che dal nervosismo e lasciò che la collega versasse il tè per entrambe.


La ringrazio per aver preparato tutto quanto in anticipo...vuole un po' di Whisky Incendiario?

Era il minimo che potessi fare per ringraziarla di aver accettato il mio invito – rispose allungando una mano per avvicinare a sé la propria tazza – Non oggi grazie… devo mantenere la mia “Vista” lucida.

Disse poi, rifiutando gentilmente l’offerta di Whisky Incendiario e prendendo dalle pieghe del vestito un sacchettino con dentro delle spezie. Un odore di zenzero e cannella si diffuse nell’aria non appena aprì il sacchetto per poi farne scivolare il contenuto nel tè. Non aveva problemi a reggere l’alcool ma purtroppo esso interferiva con il suo Dono e non poteva permettersi, nel caso in cui il Fato avesse deciso di mostrarsi a lei, di farsi trovare impreparata. Rimanendo in silenzio, prese un cucchiaino e iniziò a mescolare la bevanda ambrata, lasciando alla Bennet il compito di dirigere, per così dire, la loro conversazione, sicura che non si sarebbe persa in chiacchiere inutili.


Allora...veniamo al dunque. Devo ammettere che sono rimasta molto sorpresa dalla sua richiesta. Non è da tutti al giorno d'oggi aver bisogno di una pozione tanto particolare…

Perché non capita tutti i giorni di dover affrontare l’ex amorale e pericolosa del proprio compagno.

Rispose tra sé, prendendo un sorso del tè e avvertendo subito una sensazione di benessere non appena l’aroma speziato le scivolò lungo la gola.

Ho qui quello che mi ha chiesto - un guizzo veloce dello sguardo verso il punto incriminato, per poi riportare la propria attenzione sull’altra. - Ma prima di consegnarglielo, devo accertarmi delle sue intenzioni, che la sappia usare...

Non ho intenzione di svaligiare la Gringott o di far evadere qualcuno da Azkaban se è quello che teme. Devo solo … regolare… una questione delicata con un tipo e presentarmi sotto un altro aspetto è più pulito che usare un Oblivion.

Rispose quindi con un tono di voce neutro ma serio, senza entrare nei dettagli. Non poteva né voleva spiegare alla Pozionista il motivo per cui le serviva la Polisucco, non solo per la natura altamente personale della motivazione, ma anche perché meno persone ne erano a conoscenza più sicuro era per tutti. L’accenno poi all’incantesimo della memoria avrebbe dovuto, nell’intento della Divinante, far comprendere alla Bennet che si trattava di una questione molto delicata.

Chissà se è come Demetri…

Si chiese distrattamente, rendendosi conto solo in quel momento che aveva detto esattamente quello che il suo padrino avrebbe voluto sentirsi dire e cioè che le pozioni erano un rimedio più pulito ed efficace di un qualsiasi incantesimo.

Saperla usare non è un problema… – commentò con una scrollata di spalle: con una famiglia come la sua conoscere le Pozioni fin da piccoli, anche le più complicate, era una sorta di tradizione se non un vero e proprio obbligo – Prepararla invece… è qualcosa che non mi è mai riuscito di fare in maniera perfetta.

Aggiunse, bevendo un altro sorso di te e osservando pensierosa la donna seduta di fronte a sè. Probabilmente se non avesse ricevuto il Dono si sarebbe potuta trovare al posto della Bennet in quel momento.

e soprattutto della ricompensa...

Inarcò un sopraciglio a quell’ultima affermazione, perplessa, non riuscendo a prevedere cosa l’altra avrebbe potuto volere da lei: galeoni forse? O una Previsione? Inutile porsi mille domande quando c’era un modo semplice e veloce per ottenere la risposta giusta.

Cosa le serve?

Chiese quindi diretta, senza alcuna inflessione particolare nella voce.
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Messaggioda Martha » 04/02/2013, 17:56

Bere del thè in compagnia era qualcosa che la docente non faceva da parecchio tempo. Nonostante la conversazione fosse tuttaltro che piacevole e spensierata, doveva ammettere che non le sarebbe dispiaciuto riprendere le vecchie e sane abitudini di un tempo. Seduta comodamente sulla sua poltroncina, ascoltò con attenzione Tisifone rispondere alle sue domande. Mise via la fiaschetta di Whisky Incendiario che la collega aveva rifiutato, passando invece a parlare di ciò che premeva a entrambe.

Non ho intenzione di svaligiare la Gringott o di far evadere qualcuno da Azkaban se è quello che teme. Devo solo … regolare… una questione delicata con un tipo e presentarmi sotto un altro aspetto è più pulito che usare un Oblivion.

La strega alzò un sopracciglio. Fece un cenno d'assenso quando la divinante smise di parlare, come a dire che le bastavano quelle parole per fidarsi di lei e del suo giudizio. Aveva immaginato che la Samyliak difficilmente le avrebbe confidato nei dettagli il motivo che la spingeva ad aver bisogno di una Pozione Polisucco. Ma la sua riservatezza, in fondo, era una dote molto apprezzata dalla pozionista.

Saperla usare non è un problema…

Aveva immaginato anche quello. Tuttavia era suo dovere almeno accertarsi che la donna di fronte a sè sapesse come andava usata una pozione del genere: sempre meglio evitare spiacevoli incidenti.

Prepararla invece… è qualcosa che non mi è mai riuscito di fare in maniera perfetta.

Per questo ha deciso di rivolgersi a me.

Constatò semplicemente. Erano arrivate al punto che maggiormente premeva alla pozionista, ovvero il do ut des.

Cosa le serve?

Informazioni. Qualcuno all'interno del Castello che sappia cosa sia l'Occlumanzia...e come praticarla.
E naturalmente che sia abbastanza discreto da non andarlo a riferire in giro...


Posò la tazza sul tavolo, ormai quasi del tutto vuota. Estrasse la boccetta di Polisucco dal taschino, facendola ben vedere alla donna ma senza accennare ulteriormente a dargliela. Prima doveva ottenere quello di cui aveva bisogno, poi avrebbe pensato a tutto il resto.

E' una fialetta monodose, quindi può usarla solo un'unica volta...


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Messaggioda Tisifone » 05/02/2013, 13:22

Aveva risposto alle domande della Bennet in maniera pacata, senza rivelarle nulla del reale motivo per cui le serviva la pozione ma anche senza mentirle. L'aveva anche rassicurata sulle sue capacità di utilizzarla e, per timore di essere apparsa troppo saccente agli occhi della collega, aveva anche sottolineato i suoi limiti nel campo delle Pozioni.

Per questo ha deciso di rivolgersi a me.

No. Semplicemente non voglio dare a Demetri un'arma in più contro Lucas.

Questa era la risposta che Tisifone formulò nella sua mente, ben protetta da istintivi scudi occlumantici, consapevole che mentire agli altri le veniva molto più semplice e naturale quando diceva la verità a se stessa. Peccato che quella volta l'irritazione nei confronti del padrino era tale da rendere impossibile anche alla fredda e austera Divinante mantenersi impassibile. Se l'ex Serpeverde non fosse stato così ottuso e prevenuto nei confronti del docente di Trasfigurazioni, Tisifone avrebbe potuto chiedere direttamente a lui la Pozione, evitando così che terzi potessero in maniera indiretta venire a conoscenza delle sue intenzioni. Non credeva che Martha Bennet avrebbe raccontato a qualcuno di quel loro piccolo incontro, la riservatezza della Pozionista era nota in tutta Hogwarts ed era uno dei motivi che aveva contribuito a mettere a tacere la paranoia della donna, ma di sicuro le dava meno affidamento di Demetri: dopotutto la famiglia era pur sempre la famiglia. Peccato che, in base a questo piccolo quanto assoluto assioma, Tisifone temeva [Intuito(P)=26] che Demetri, venendo a conoscenza dell'esistenza di Julie, avrebbe fatto di tutto per aiutarla se questo avrebbe significato tenere Lucas lontano dalla sua adorata milaja.
Una piccola contrazione dell'occhio sinistro fu l'unico segno esteriore della marea di ragionamenti a cui la donna si stava lasciando andare e probabilmente la collega, non conoscendo i retroscena della sua vita, avrebbe potuto considerarlo come un segno di irritazione di Tisifone verso se stessa, per non essere stata in grado di ottenere da sola la pozione che le serviva.
In ogni caso, con enorme sorpresa da parte della donna, la conversazione tra le due non era ancora terminata. La Bennet sembrava volere qualcosa in cambio e Tisifone era pronta a dargliela, di qualunque cosa si fosse trattato, anche se dal suo viso non traspariva nè curiosità nè urgenza mentre le chiedeva cosa le servisse.

Informazioni. Qualcuno all'interno del Castello che sappia cosa sia l'Occlumanzia...e come praticarla.
E naturalmente che sia abbastanza discreto da non andarlo a riferire in giro...


Occlumanzia.

Ripetè tra sè la donna, bevendo un altro sorso di tè, osservando il viso della collega da sopra il bordo della tazza. Prima Stone, ora la Bennet. Le persone che sembravano avvertire la necessità di destreggiare quel tipo di incantesimo andavano aumentando a vista d'occhio e questo voleva dire che qualcosa di grosso si stava profilando all'orizzonte anche se ancora non riusciva a "vedere" cosa. Lei non si era mai soffermata a riflettere sull'importanza strategica e difensiva di quell'incantesimo perchè per lei era ormai diventata una filosofia di vita, qualcosa di istintivo come respirare. E di questo doveva ringraziare solo Demetri. Un respiro stanco, come ogni volta che pensava al padrino, per poi ritornare con gli occhi fisici sulla sua collega che forse aveva male interpretato il suo silenzio visto che le stava mostrando la boccetta di cui aveva bisogno come a volerla spronare a darle una risposta - così Tisifone aveva interpretato quel gesto.

E' una fialetta monodose, quindi può usarla solo un'unica volta...

Non ho intenzione di indossare i panni di più estranei... Basta che duri un paio d'ore.

Commentò quindi, posando la tazza sul tavolo. Se l'incontro tra Julie e Lucas fosse durato anche un secondo di più la Pozione sarebbe stata inutile visto che avrebbe dato sicuramente in escandescenza facendo saltare la sua copertura.

Tornando alla sua richiesta - disse poi, congiungendo le mani sul tavolino, senza fare il minimo accenno a prendere la boccetta - Di sicuro Vastnor conosce perfettamente l'Occlumanzia ma dubito fortemente che riuscirebbe a convincerlo a insegnarglielo, anche dopo avergli spiegato perfettamente a cosa le serve.

No, non stava utilizzando il proprio dono, ma solo il proprio istinto [Intuito(P)=26] secondo cui il docente di Difesa non sarebbe stato per nulla disponibile a insegnare a chicchessia l'Occlumanzia, o qualunque altro Incantesimo particolare, a meno che non sussistesse una motivazione più che seria. E se la Bennet le assomigliava anche solo un po' per riservatezza, non sarebbe stata per nulla contenta di dover mettere Vastnor a conoscenza dei suoi segreti.

Esiste però un'altra persona, che io sappia, che padroneggia in maniera eccellente questo incantesimo e che sarebbe disposta a insegnarglielo a scatola chiusa, sempre ammesso che si acconti di una seconda scelta.

Aggiunse con una traccia di ironia nella voce, per poi tacere una manciata di secondi, giusto il tempo necessario perchè la Bennet potesse fare le proprie valutazioni tra un esperto come Vastnor a cui avrebbe dovuto spiegare cose che forse avrebbe preferito rimanessero private, e un secondo soggetto, meno valido forse ma che non avrebbe fatto alcuna domanda.

Io - avrebbe detto alla fine Tisifone, se la docente di Pozioni si fosse accontenta di quella fantomatica seconda scelta - Una volta verificato il suo grado di conoscenza di questo incantesimo potremo stilare un programma di lezioni e decidere dove e sopratutto come svolgerle senza attirare su di noi l'attenzione di tutto il Castello - e già quello avrebbe richiesto uno sforzo non indifferente vista la natura schiva di entrambe le donne. - Prima che accetti però è bene che sappia che per verificare i suoi progressi sarò costretta a usare la Legillimanzia contro di lei.
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Messaggioda Martha » 06/02/2013, 17:49

Continuava a tenere la boccetta davanti agli occhi della donna, senza alcuna possibilità per lei di poterla prendere. Tuttavia quello non voleva essere un gesto crudele: il suo unico scopo era quello di esortare Tisifone a darle una risposta celere, cosa che avrebbe giovato ad entrambe le donne. Spiegò tranquillamente che quella fiala conteneva una sola dose di Polisucco: di più non poteva darle.

Non ho intenzione di indossare i panni di più estranei... Basta che duri un paio d'ore

Un'ora, non un minuto di più.

Ci tenne a precisare, portandosi ora la boccetta in grembo.

Tornando alla sua richiesta...

Si?

Di sicuro Vastnor conosce perfettamente l'Occlumanzia ma dubito fortemente che riuscirebbe a convincerlo a insegnarglielo, anche dopo avergli spiegato perfettamente a cosa le serve.

La pozionista non si lasciò sfuggire come Tisifone si era premurata di sottolineare il fatto che il professor Vastnor difficilmente si sarebbe messo a dare lezioni di Occlumanzia a chicchessia e soprattutto senza prima aver indagato sul motivo che spingeva una persona a diventare occlumante. Non battè ciglio nel vedere la divinante dare prova del suo formidabile sesto senso - o doveva dire intuito?- ma la cosa non le importava: se riusciva a darle ciò che voleva, difficilmente si sarebbe preoccupata del modo in cui glielo procurava.

Esiste però un'altra persona, che io sappia, che padroneggia in maniera eccellente questo incantesimo e che sarebbe disposta a insegnarglielo a scatola chiusa, sempre ammesso che si acconti di una seconda scelta.

La donna cambiò posizione a quell'affermazione, poggiando il gomito sul bracciolo destro della poltrona, accavallando le gambe e continuando a stringere la fialetta in mano. Non chiedeva un occlumante esperto, solo uno di livello alto. E ovviamente la scelta pendeva sempre verso colui o colei che mostrava maggior discrezione al riguardo.

Continui...

Io

Questa si che è una sorpresa!

La docente la fissò con più interesse dopo quell'affermazione, annuendo in segno di risposta a quello che aveva detto. Forse avrebbe dovuto immaginare che una persona come la Samyliak sarebbe stata in grado di insegnarle l'Occlumanzia, ma come avrebbe potuto? Non aveva mai avuto alcun contatto con lei, al di fuori delle normali regole di buona educazione che entrambe mettevano in pratica quando si trovavano nello stesso luogo. Ma nulla di più.

Meglio lei che un ex-mercenario troppo...curioso...

Pensò la strega, facendo cenno col capo a Tisifone di continuare nel suo discorso.

Una volta verificato il suo grado di conoscenza di questo incantesimo potremo stilare un programma di lezioni e decidere dove e sopratutto come svolgerle senza attirare su di noi l'attenzione di tutto il Castello

Mi sembra una buona idea.
Potrebbe venire nell'aula di Pozioni dopo che è scattato il coprifuoco. E' difficile incontrare qualcuno in giro a quell'ora.
O potrei venire io da lei. Le lascio carta bianca.


Prima che accetti però è bene che sappia che per verificare i suoi progressi sarò costretta a usare la Legillimanzia contro di lei.

La Bennet stette in silenzio per qualche secondo. Ecco, era arrivato il nodo pungente della questione: per poter apprendere quella pratica avrebbe dovuto mettere a repentaglio i suoi pensieri più profondi e i suoi ricordi più intimi. Era una cosa a cui aveva già pensato più di una volta durante le notti passate in bianco, a cercare una soluzione a quel dilemma. E ormai, seppur contraria a tale circostanza, non poteva fare altro che mettere da parte il proprio orgoglio e accettarla a testa bassa.

Sono consapevole dei rischi a cui vado incontro. Tuttavia mi fido delle sue capacità come occlumante...e del suo giudizio.
Qualunque cosa lei vedrà, qualunque cosa verrà a scoprire, so che non andrebbe mai in giro a riferirla.
Meglio evitare spiacevoli...incomprensioni da parte di entrambe, giusto?


Aggiunse, con tono velatamente minaccioso. Non si riteneva una persona capace di fare veramente del male a qualcuno, ma preferiva non rischiare di passare per una donna troppo inerme per sapersi difendere. In fondo, ne andava di mezzo il suo Io più intimo e profondo, quello che nessuno lì dentro era riuscito a scoprire.

Allora, siamo d'accordo?

Disse in conclusione, porgendo alla divinante la fiala che stringeva in mano. Se Tisifone l'avesse presa, allora Martha avrebbe considerato suggellato il loro patto...
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Messaggioda Tisifone » 07/02/2013, 11:31

Un'ora, non un minuto di più.

Annuì con un semplice cenno del capo, un'espressione riflessiva sul viso. Per quanto ritenesse che un'ora fosse più che sufficiente per concludere l'incontro con Julie, doveva mettere in conto la probabilità che qualcosa potesse andare storto e quindi che avrebbe avuto bisogno di più tempo.

Me la farò bastare.

Mormorò poi più a proprio beneficio che per quello della collega, un tono di voce determinato mentre con la mente vagliava altre opzioni in supporto. Senza perdere di vista la boccetta ma senza neanche apparire ansiosa o preoccupata, Tisifone riprese la conversazione affrontando l'argomento che stava a cuore alla Bennet, chi avrebbe potuto darle lezioni di Occlumanzia. Il primo nome che le fece fu, ovviamente, quello del Docente di Difesa che però avrebbe preteso di conoscere i motivi che spingevano la donna a imparare quell'incantesimo. Il secondo nome fu il proprio: grazie agli insegnamenti di Demetri non sempre molto ortodossi ormai per lei chiudere la mente era diventata qualcosa di istintivo come respirare.
Diede il tempo alla collega di assimilare la notizia, valutare i pro e i contro nel permettere che fosse lei a introdurla nel complesso mondo dell'Occlumanzia e solo dopo che la Pozionista le ebbe dato l'ok, le illustrò come avrebbero potuto procedere.

Mi sembra una buona idea.
Potrebbe venire nell'aula di Pozioni dopo che è scattato il coprifuoco. E' difficile incontrare qualcuno in giro a quell'ora.
O potrei venire io da lei. Le lascio carta bianca.


Purtroppo sappiamo perfettamente che il coprifuoco non è un deterrente per tutti gli studenti - riflettè ad alta voce, anche se l'alternativa che le era balenata in mente, incontrarsi nei propri alloggi, non le sorrideva per nulla sopratutto ora che Lucas si era trasferito da lei. - Forse la Torre di Divinazione o quella di Astronomia potrebbe essere una scelta migliore, per iniziare. Non si trovano vicino a nessun Dormitorio e ci accorgeremmo facilmente se qualcuno tentasse di intrufolarsi lì.

Difficile che qualcuno, infatti, avrebbe potuto arrampicarsi lungo la scaletta che conduceva all'aula di Divinazione senza che una delle due docenti se ne accorgesse. La conversazione era quasi giunta al termine, le due donne sembravano aver raggiunto un accordo, ma c'era ancora una cosa che a Tisifone premeva mettere in chiaro, onde evitare eventuali recriminazioni future: per poter monitorare i miglioramenti della collega avrebbe dovuto utilizzare su di lei la Legilimanzia.

Sono consapevole dei rischi a cui vado incontro. Tuttavia mi fido delle sue capacità come occlumante...e del suo giudizio.
Qualunque cosa lei vedrà, qualunque cosa verrà a scoprire, so che non andrebbe mai in giro a riferirla.
Meglio evitare spiacevoli...incomprensioni da parte di entrambe, giusto?


Credo che la discrezione e il rispetto della privacy altrui siano delle qualità che in poche sappiamo ancora apprezzare.

Rispose, bevendo l'ultimo sorso di tè, gli occhi fissi in quelli dell'altra. Se la minaccia della Bennet avesse in qualche modo scosso Tisifone, questa non lo diede per nulla a vedere

Allora, siamo d'accordo?

Si, siamo d'accordo - affermò la Divinante, stringendo finalmente le dita intorno alla boccettina di Polisucco - Le invierò un gufo quanto prima per fissare il nostro primo incontro.

Si alzò dal divanetto con la tazza ancora in mano e si avvicinò al lavabo, dando in quel modo le spalle alla CapoScuola dei Corvi.

Il Fato opera in maniera tortuosa e complessa anche quando ci offre dei potenziali alleati.

Aggiunse poi con un tono di voce basso, come se stesse riflettendo tra sè, insinuando implicitamente che forse l'essere obbligate a frequentarsi, nonostante la loro natura schiva per un lasso di tempo imprecisato, avrebbe spinto le due donne a intraprendere un cammino che le avrebbe portate a fidarsi davvero dell'altra.

Spoiler:
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