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da Mark » 17/01/2013, 14:52
[17 Gennaio,ore 14:42]Erano passati solo due giorni da quando Mark era arrivato a Hogwarts e stava cominciando a conoscere alcuni ragazzi,molti dei quali naturalmente Grifondoro. Quel giorno si era dato appuntamento con sua sorella Ferobecca in biblioteca,per trovare delle informazioni sulla storia della scuola,più di quello che c'era scritto nel loro libro di "Storia della magia. Si fece dare indicazioni da alcuni ragazzi del terzo anno e arrivò in biblioteca.Gli scaffali erano pieni di libri e i tavoli erano quasi tutti occupati.Finalmente trovò un tavolo libero vicino a dei ragazzi del 2° anno. Si sedette e aspettò sua sorella.Passarono 10 o 11 minuti fino a quando scorse il profilo della sua gemella Ferobecca... Ciao Fero! Ti stavo aspettando... Sembrava che non avesse dormito per tutta la notte e Mark si chiese perchè aveva fatto così in ritardo.Si stranì quando Ferobecca non gli rispose,allora ritentò Dormito bene questa notte? Ti vedo un po' assonnataNiente.Non sapeva che fare,sua sorella sembrava ipnotizzata da alcuni libri che erano cadutti dagli scaffali lì vicino.Finalmente Ferobecca si riprese e rispose Ciao Mark, scusami ma ho avuto una giornataccia, stavamo dicendo?...che tipo di giornataccia?
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da Ferobecca » 24/01/2013, 16:59
che tipo di giornataccia?Ferobecca ora non poteva fare altro,raccontare a suo fratello quello he aveva passato quella mattina.Con coraggio rispose La giornata è iniziata con un ritardo a lezione.Non ho sentito l'orologio della torre di astronomia.A lezione di Pozioni non sono andata molto bene come saprai,ho fatto disastri con il mio calderone...Poi a pranzo ti chiederai perché non mi hai visto...beh, mi sono dimenticata dov'era il libro che ho preso in biblioteca che dovevo riconsegnare entro oggi e,dopo quasi un'ora l'ho trovato. Ora sono arrivata qua e se non ti dispiace prima devo consegnare il libroLa bambina era un po' nervosa per la domanda fatta dal fratello e con un sorriso forzato andò verso la bibliotecaria e cosegnò il libro.Ora si rivolse a Mark Tu come hai passato la mattina? Come al solito bene vero? Sei sempre così sveglio e attento alle lezioni...Il tuo calderone era perfetto... Ferobecca si stupiva sempre quando vedeva suo fratello a lezione fresco e pettinato come se avesse dormito per 24 ore.Ora però la preoccupazione della bambina era una sola A proposito, cosa siamo venuti a fare qui???
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da Mark » 24/01/2013, 20:38
La giornata è iniziata con un ritardo a lezione.Non ho sentito l'orologio della torre di astronomia.A lezione di Pozioni non sono andata molto bene come saprai,ho fatto disastri con il mio calderone...Poi a pranzo ti chiederai perché non mi hai visto...beh, mi sono dimenticata dov'era il libro che ho preso in biblioteca che dovevo riconsegnare entro oggi e,dopo quasi un'ora l'ho trovato. Ora sono arrivata qua e se non ti dispiace prima devo consegnare il libro
Mark era leggermente confuso.Sua sorella sembrava aver risposto con irritazione alla sua domanda.Il bambino invece fu molto infastidito dalla domanda di Ferobecca Tu come hai passato la mattina? Come al solito bene vero? Sei sempre così sveglio e attento alle lezioni...Il tuo calderone era perfetto... Ora Mark non si tratteneva più Io vado a letto prima perché non parlo con i compagni in Sala Comune!Ma forse non era il momento giusto per litigare e mentre stava per dire a sua sorella di cominciare a guardare i libri di ''Storia di Hogwarts'' lei lo precedette dicendo A proposito, cosa siamo venuti a fare qui??? Mark diventò rosso.Come aveva fatto a dimenticarsi di dirle cosa avrebbero fatto in biblioteca! Pronto a rispondere a voce alta disse Scusa se non te l'ho detto comunque avevo pensato di trovare alcune informazioni in più su Hogwarts,naturalmente che non sono scritte sui nostri libri di testo,che ne pensi? Spero ti piaccia l'idea.Mark sperava che a sua sorella piacesse l'idea e si fermò a guardarla,aspettando una risposta positiva...
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da Elisabeth » 26/01/2013, 17:47
{SALA COMUNE SERPEVERDE |BIBLIOTECA: SABATO MATTINA ORE 10.00}
Quella mattina Elisabeth si era svegliata tutto sommato abbastanza presto, tanto che alle nove era già in piedi ed affaccendata nel bagno a prepararsi, con tutti gli indumenti che aveva scelto di indossare in un angolino, per prima cosa indosso un un paio di calzettoni, dei pantacollant neri, un dolcevitanero, un vestito di lana dal collo ampio color argento, una fusciacca nera ed ai piedi un caldissimo paio di stivaletti imbottiti scamosciati con risvolto sempre di colore nero. Ora doveva pensare alla pettinatura che avrebbe sfoggiato quel giorno, qualcosa di semplice o qualcosa di elaborato? Sarebbe andato bene qualsiasi cosa avesse fatto, così la ragazzina tornò in bagno e si pettinò i capelli, li lasciò naturali, leggermente mossi e per tenerli fermi prese una fascia per capelli di colore nero e vi imprigionò i biondissimi capelli. Conclusi anche l’acconciatura Elisabeth tornò in dormitorio, dove le sue compagne di stanza dormivano beate, per controllare il suo operato, così si avvicinò al suo armadio ed aprì un’anta per guardarsi allo specchio, tutto sommato vestita così non stava tanto male ed era più adeguato sia per la Biblioteca che per l’Auditorium. Proprio come l’anno prima anche quell’anno Daphne sarebbe stata la sua compagna di studi in Biblioteca quale modo migliore per restarsene tranquilla, se non lasciare che fosse Daphne a decidere chi le si poteva avvicinare e chi no. La giovane Serpeverde rabbrividì, più volte, decisamente faceva fin troppo freddo nel dormitorio femminile del terzo anno, come al solito una delle ragazze si era dimenticata di lasciare il fuoco acceso ed ora tutte ne avrebbero pagato le conseguenze, così sfregandosi le mani si rese conto di non avere al dito l’anello ricevuto in dono due anni prima dalla Sfinge durante la sua avventura nel labirinto della scuola, era un oggetto un po’ bizzarro al dito di una ragazzina, ma, ad Elisabeth piaceva e di quello che pensavano gli altri aveva imparato ad infischiarsene allegramente. Per quanto riguardava portare Daphne in Biblioteca non c’erano grossi problemi, poiché la Bibliotecaria conosceva bene sia la ragazzina che la sua piccola volpe ed avendo verificato più volte quanto Elisabeth fosse in grado di bloccare la sua accompagnatrice non sorgevano problemi a parte il fatto che era fin troppo protettiva nei confronti della padroncina, sicuramente un bene per la Serpeverde, che avrebbe potuto studiare senza il rischio di venire disturbata. L’ultima cosa che la Serpeverde doveva fare prima di lasciare il domitorio, era prendere tutte le pergamene con le lezioni ed i compiti di Erbologia, Pozioni e Volo riporle al sicuro nello zainetto, che per abitudine riponeva sempre al solito posto, dentro l’armadio, ma, quello che l’anno prima le sembrava un ottimo zaino ora le appariva un po’ piccolo, ovviamente il volume dei libri da portare in giro era aumentato, ma, per una mattinata di studio in Biblioteca, per una gita in giardino o al lago quel prezioso oggetto faceva ancora al caso suo. Così proprio come aveva fatto non una, ma, mille volte la Serpeverde, aprì lo zainetto vi ripose pergamene, quaderni, piume, libri e tutto quello che le sarebbe servito per la sua mattinata di studio, comprese un paio di bottigliette d’acqua, preso la sera prima dalla Sala Grande e qualcosa da sgranocchiare, un po’ di dolcetti e qualcosa di salato, lo stretto necessario per rovinarsi l’appetito anche quel sabato ed ovviamente qualcosa da sgranocchiare per Daphne, la copertina da esterni della piccola volpe e perché no anche un gioco per farla stare buona. Conclusa la preparazione dello zaino, la Serpeverde prese il mantello e con un movimento preciso, che ormai richiedeva poco sforzo, riuscì a sistemare perfettamente il mantello sulle spalle, ma, un attimo prima di prendere lo zaino e di uscire dal dormitorio, seguita da Daphne, Elisabeth si accorse che la Spilla a chiave di violino, da cui non si separava mai, dal giorno in cui l’aveva ricevuta era appuntata male, così armeggiò per qualche minuto davanti allo specchio. Quest’ultima operazione richiese solo un paio di minuti, fatto ciò prese lo zaino se lo mise in spalla e rivolgendosi alla sua piccola amica si diresse verso la Sala Comune Vieni Daphne, questa mattina devo per forza andare in Biblioteca a studiare, una volta finito andremo un’oretta in giardino e per concludere un pomeriggio in Auditorium. Disse la bimba accarezzando la volpe, i tempi in cui l’animaletto si lasciava prendere in braccio e condurre fuori dal Sotterraneo erano lontani, l’anno prima era Elisabeth a preoccuparsi per lei, mentre ora era tutto il contrario; ebbene si, Daphne crescendo era diventata iperprotettiva nei confronti della padroncina e se poi ci mettiamo anche gli ordini impartitegli da Alexander, la piccola volpe poteva diventare anche pericolosa per chiunque non fosse la sua amata padroncina, ma, ovviamente era abbastanza furba, come tutte le volpi d’altronde da riuscire a controllarsi. Eppure Elisabeth, si era ritrovava molte volte a rimpiangere il fatto che Daphne fosse cresciuta, anche se allo stesso tempo era felice di sapere che la sua volpe le voleva molto bene e diciamola tutta se dobbiamo giudicare il modo in cui vegliava sulla ragazzina non le voleva solo bene, l’adorava, di fatti negli ultimi tempi stava dimostrava una certa antipatia per chiunque si avvicinasse troppo alla sua padroncina e molte volte a buon ragione. Vedere Daphne gelosa, era un vero spettacolo, perché se da una parte non permetteva a chi non conosceva di avvicinare la Serpeverde, dall’altra conosceva il o la nuova venuta si lasciava seppur riluttante avvicinare, arrivando persino ad accettare le coccole che le facevano. Uscire dal Dormitorio non era stato molto difficile, come lo stesso era stato per il Sotterraneo e l’Atrio; il problema che avrebbero dovuto affrontare veniva dalle famigerate scale di Hogwarts, un vero e proprio incubo per tutti coloro che alloggiavano nella scuola. Elisabeth ricordava ancora come un paio di settimane prima fossero state tanto dispettose da farle passare metà mattinata su e giù per torri e piani della scuola, facendo perdere più volte la pazienza alla Serpeverde, anche se era riuscita ad apparire impassibile e perché no persino fin troppo distaccata dalla faccenda. Ora bisognava affrontare le scale e per uno strano scherzo del destino, quel giorno, decisero di rimanersene tranquille lasciando che la volpe e la ragazzina raggiungessero la Biblioteca in brevissimo tempo. Elisabeth fece cenno a Daphne di stare buona mentre insieme entravano in quel luogo di sapere e di silenzio. Daphne seguiva ubbidiente la padroncina, la quale si fermò proprio in mezzo alla grande stanza cercando il tavolo più indicato per i suoi studi, scegliendone uno non troppo lontano dal camino, in modo che il calore giungesse fino al tavolo e che permettesse alla volpe di poter dormire accucciata accanto al fuoco, senza disturbare nessuno. Elisabeth fu molto felice di quella scoperta, significava una sola cosa, pace, una mattinata di pace, dove avrebbero potuto fare tutti i suoi compiti e recuperare il tempo perso. Per prima cosa si diresse verso il tavolo prescelto, seguita da Daphne, che oramai si era trasformata nell’ombra della padroncina, si tolse lo zainetto lo posò sul tavolo, afferrò lo schienale della sedia più vicina e lo trascinò indietro per una decina di centrimetri, per poi sedersi, aprire lo zainetto e tirare fuori gli appunti di Erbologia, rileggere il tutto ed integrarli con il libro di testo, una volta fatta quella prima operazione, poteva dedicarsi alle domande del compito ed avendo un’intera Biblioteca a disposizione, avrebbe potuto raccogliere tutte le informazioni che voleva, così si alzò in piedi si diresse nella sezione di Erbologia prese un paio di libri a caso e tornò al suo posto. Una volta seduta la Serpeverde, prese il primo libro che aveva preso dagli scaffali di Erbologia poco prima, aprendolo sull'indice ed una volta localizzate le pagine che le servivano e trovae queste ultime iniziò a leggere l'argomento in questione, prendendo di tanto in tando qualche appunto che potesse essere utile per il compito che era stato assegnato.
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da Steve » 27/01/2013, 23:41
Elbeth ha scritto:Beh bravissimo, non esageriamo. Diciamo che mi esercito spesso, ecco...
Elbeth lo guardò incuriosita. Aveva alzato la voce, ma poi l'aveva abbassata rendendosi conto che erano ancora in biblioteca. I suoi occhi mandarono un guizzo di interesse nei confronti del ragazzino. Doveva essere dotato con gli incantesimi per saper incantare così bene e velocemente un pezzo di carta. Lo fissò quasi contrariata, ora. Era invidiosa! Lei riusciva a malapena ad eseguire gli incantesimi di base che venivano insegnati loro. I suoi genitori pur essendo maghi e purosangue non avevano seguito particolarmente la sua educazione, essendo spesso fuori, quindi tutto ciò che sapeva sulla magia lo stava imparando lì, ad Hogwarts! Era l'unica nota positiva di quella scuola: la magia!
Elbeth, piacere di conoscerti. Sei una grifondoro, wow...devi essere coraggiosa, a quanto pare!
Coraggiosa...
Disse la bambina soppesando il commento di Steve. Poteva definirsi coraggiosa? Avventata. Sì! Irruente. Sì! Ma coraggiosa? Non sapeva se quella caratteristica le appartenesse.
Richard mi dice spesso che sono impulsiva, ma non so se questo determini che io sia coraggiosa o meno. Non ho mai avuto modo di mettermi alla prova. Ogni tanto ho paura, quello sì.
Disse risoluta e per nulla affatto imbarazzata, quasi parlando a se stessa piuttosto che a Steve.
E tu Delfinazzurro! Bella casata anche la tua! Ecco perché sei così bravo con queste cose...
Disse con aria compiaciuta. Era l'altra casata da cui era stata incuriosita. Oltre che dalla sua, ovvio.
Magari se ne vedessero davvero, qui...
Il ragazzino nel frattempo aveva liberato l'uccellino di carta, ma mentre richiudeva la finestra sembrava quasi deluso. Elbeth si aprì in un sorriso pieno di ammirazione. Appoggiò il gomito sul ripiano del tavolo e fissò Steve sedersi di nuovo accanto a lei.
No? Neanche nella Foresta Proibita?
Affermò la ragazzina con aria furba.
Steve notò che Elbeth si avvicinava sempre di più e lo guardava con uno sguardo molto incuriosito. Il ragazzino non era così abituato al contatto con altre ragazze, sicché si imbarazzò non poco, avendo la gradita compagnia di una fanciulla, a fianco. La sua umiltà, d’altro canto, non gli avrebbe mai permesso di sfoggiare altre doti in pubblico e sicuramente la biblioteca non sarebbe stato il luogo adatto, cominciava ad avere l’impressione di dare fastidio a qualcuno. Così, prima di ricominciare a parlare, sollevò lo sguardo attorno, con l’espressione di chi si aspettava un’occhiataccia torva da qualche angolo. Richard mi dice spesso che sono impulsiva, ma non so se questo determini che io sia coraggiosa o meno. Non ho mai avuto modo di mettermi alla prova. Ogni tanto ho paura, quello sì.Nonostante l’imbarazzo, Steve non perdeva mai occasione di chiedere o fare domande, la curiosità lo spingeva sempre oltre l’indiscrezione, senza poi badarci più di tanto. E chi è Richard?Chiese il ragazzo d’istinto, non appena la fanciulla terminò di parlare. E tu Delfinazzurro! Bella casata anche la tua! Ecco perché sei così bravo con queste cose...Ah no. Cioè, sì … mi piacciono queste cose, ma mi esercito di più nel disegno. Sai, da piccolo amavo fare i ritratti e anche adesso, solo che non è facile trovare una persona che stia lì, immobile, per due ore, aspettando i comodi dell’artista.Disse Steve, con un sorriso. Era da tanto tempo che non faceva un ritratto, anche se, in realtà, non ci provava più da parecchio tempo. Dopo aver fatto uscire l’uccellino di carta, Steve notò gli atteggiamenti di Elbeth. Curiosi, come di chi sapeva già il fatto suo, di chi non aveva intenzione di chiedere il permesso per una cosa o per un’altra, la faceva e basta. No? Neanche nella Foresta Proibita?Ah beh, questo non lo so…credo che l’aggettivo sia stato affibbiato a fagiolo, no? Eppure mi sa più di un luogo tenebroso, oscuro…dubito che un esemplare così bello possa trovarsi in tanta oscurità, non credi?
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da Elbeth » 28/01/2013, 19:31
Osservò il piccolo Delfino: nonostante tutta la sua verve, pareva ora leggermente imbarazzato dalla sua presenza. Ogni tanto le lanciava occhiate fugaci e si guardava guardingo intorno. In effetti erano in biblioteca e forse aveva paura di disturbare qualcuno a quell'ora. Sorrise. Era buffo! Un attimo prima così spavaldo ed un attimo dopo così timido!
E chi è Richard?
La domanda la fece un attimo sobbalzare. Fissò gli occhi azzurri di Steve. Aveva già decretato che si poteva fidare di lui, quindi perché non continuare con i buoni propositi?
E' il maggiordomo!
Rispose come se fosse una cosa ovvia e naturale.
E' lui che mi ha cresciuta.
Aggiunse quasi con orgoglio. Poi Steve, aggiunse.
Sai, da piccolo amavo fare i ritratti.
Lo fissò cercando di non ridere.
Da piccolo? Ora ti senti molto più grande?
Lo prese in giro, cercando di non ridere troppo.
...e anche adesso, solo che non è facile trovare una persona che stia lì, immobile, per due ore, aspettando i comodi dell’artista
Eppure lo sguardo di Elbeth si era incuriosito quando aveva parlato di ritratti. Steve era un artista, quindi. Sapeva incantare la carta, sapeva dipingere, gli piacevano i colibrì perché erano colorati. Quel ragazzino aveva strani interessi rispetto ai suoi coetanei. Fu con ammirazione che commentò quell'informazione.
Wow! Sai anche dipingere....E' così faticoso stare fermi per due ore?
Chiese ingenuamente. E quando Steve le parlò della Foresta Proibita, ascoltò attentamente le sue parole.
Eppure mi sa più di un luogo tenebroso, oscuro…dubito che un esemplare così bello possa trovarsi in tanta oscurità, non credi?
Arrossì, cercando dentro di sè un modo per giustificare il suo semplice ragionamento da bimba.
Anche nell'oscurità può brillare la luce. Ecco, forse è un luogo buio e tenebroso, ma pensa a quanto deve essere bella in primavera o in estate... In estate secondo me ai colibrì potrebbe piacere!
Sussurrò un attimo l'ultima frase, abbassando gli occhi improvvisamente intimorita. Al di là del nome, la Foresta Proibita rimaneva pur sempre una foresta! Si mordicchiò il labbro inferiore imbarazzata. Sospirò. Beh, forse sì, aveva detto una stupidaggine ed il ragazzino avrebbe pensato che era una sciocca!
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da Steve » 29/01/2013, 23:03
Gli occhi di Steve incrociarono, per un attimo, un lungo attimo, gli occhi di Elbeth. Forse il ragazzo stava facendo la figura dell'impacciato cronico, ma, al tempo stesso, dubitava di non apparire come naturalmente era. Quando Elbeth pronunciò le parole "è il maggiordomo" così naturalmente, si aprì una finestra temporale proprio davanti ai suoi occhi. Chissà come sarebbe stato se nella sua vita ci fosse stato un maggiordomo, comportava sicuramente dei pregi, ma anche dei difetti. Molto spesso, infatti, Steve aveva imparato a cavarsela da sé; nessuno, infatti, nella sua famiglia, privilegiava tanto le arti, anzi, era giudicato quasi uno smidollato per la sua indole. Tutto questo aveva sicuramente aiutato Steve a prendere coraggio di sé, di privilegiare le sue forze, piuttosto che l'aiuto di terze persone. D'altro canto, questa predisposizione introspettiva, non aveva favorito le relazioni sociali del ragazzo, che appariva anche parecchio scostante, ai suoi compagni di casata. Steve ebbe l'impressione di aver pensato troppo a lungo ad occhi aperti, così, come chi si desta per un improvviso rumore da un sogno, riuscì solo ad esclamare. Wow...un maggiordomo! Chissà com'è avere un maggiordomo...Il ragazzo abbozzò un sorriso, e, per evitare che si parlasse della sua famiglia, cambiò subito discorso. Wow! Sai anche dipingere....E' così faticoso stare fermi per due ore?Beh no, in realtà non so dipingere. Io disegno solamente, cioè...ancora non ho ben imparato una tecnica per colorare. Dicono che ce ne siano così tante, ma io non ho ancora sperimentato tanto. E poi sì, è faticoso! Immagina di dover stare ferma per ben due ore. E' già difficile pensare a dieci minuti senza fare assolutamente niente!Disse Steve, studiando un po' gli atteggiamenti di Elbeth. Forse Elbeth non avrebbe raggiunto nemmeno cinque minuti, pensò il ragazzo. Anche nell'oscurità può brillare la luce. Ecco, forse è un luogo buio e tenebroso, ma pensa a quanto deve essere bella in primavera o in estate... In estate secondo me ai colibrì potrebbe piacere!Forse hai detto...no, vabbè, niente...Steve stava per aggiungere "una delle frasi più belle che abbia mai sentito", ma si lasciò vincere dalla timidezza. "Anche nella oscurità può brillare la luce", la ripetè di nuovo nella sua mente. Era proprio così e nella sua vita aveva sempre cercato quel colibrì, quella fonte di luce, anche nei momenti più bui. Secondo te, la foresta proibita, è attraente proprio perché è proibita? Cioè...secondo me, non ci saranno grandi cose, però proprio perché ha questo fascino misterioso, che avrei una gran voglia di andare a vedere il perché è così misteriosa...Finì il ragazzo, smorzando ancora di più la voce. Non se ne rendeva conto, ma quando si perdeva nei suoi pensieri, non riusciva più a tessere un filo logico, né accorgersi che il timbro della voce aumentava, sino ad essere quello normalmente proferito.
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da Elbeth » 30/01/2013, 22:52
Wow...un maggiordomo! Chissà com'è avere un maggiordomo...
Elbeth scrollò le spalle. Per lei era normale averlo, lo aveva sempre avuto al suo fianco. Nella sua ingenua mente di bambina immaginava che chiunque lo potesse avere: il proprio maggiordomo di famiglia! Perché esisteva qualcuno che non lo aveva? Fissò perplessa il ragazzino e stava per aprire bocca e domandarlo, quando Steve continuò. Evidentemente l'argomento "ritratto" doveva essere di suo particolare gradimento, dato che non badò più nè al tono della voce, nè alle occhiate di quei pochi studenti che stavano (loro sì!!) studiando!
Beh no, in realtà non so dipingere. Io disegno solamente, cioè...ancora non ho ben imparato una tecnica per colorare. Dicono che ce ne siano così tante, ma io non ho ancora sperimentato tanto. E poi sì, è faticoso! Immagina di dover stare ferma per ben due ore. E' già difficile pensare a dieci minuti senza fare assolutamente niente!
Sgranò gli occhi. In effetti stare per tanto tempo immobili non doveva essere piacevole.
Io non raggiungerei neanche i cinque minuti...
Pensò meditabonda, mentre il ragazzino la fissava. Elbeth non se ne accorse, immersa nel suo mondo. Era troppo piccola e irruente per stare ferma a lungo, ma... Steve aveva già distolto lo sguardo da lei. Si voltò a guardare il piccolo Delfino ammirata. Forse, per lui. Lei non pensava di aver alcun talento artistico in quel campo, quindi le capacità del ragazzino, seppur sminuite dal suo stesso racconto, le sembravano grandi capacità in confronto al suo... nulla!
Forse hai detto...no, vabbè, niente...
Il tono dolce con cui Steve parlò la fece naturalmente sorridere, ma poi accade qualcosa. Il ragazzino sembrò come esitante e non terminò la frase, lasciando Elbeth confusa. Cosa avrebbe voluto dirgli? Aveva sbagliato qualcosa? Ancora? Lo guardò con i suoi occhi scuri che lo fissavano perplessa. Lui sembrò per alcuni istanti assente. I suoi occhi azzurri non la vedevano neanche, persi dietro ai suoi pensieri. Elbeth incurvò un pò il capo a guardarlo meglio e lo sguardo le si addolcì. Sembrava preso dalle sue riflessioni, mentre aggrottava leggermente la fronte, come a formulare un pensiero complesso.
Secondo te, la foresta proibita, è attraente proprio perché è proibita? Cioè...secondo me, non ci saranno grandi cose, però proprio perché ha questo fascino misterioso, che avrei una gran voglia di andare a vedere il perché è così misteriosa...
L'improvviso cambio di argomento la colpì, ridestandola dai suoi sogni ad occhi aperti e dalle sue impressioni. Steve aveva improvvisamente abbassato la voce, forse accorgendosi di essere stato troppo "focoso" nelle sue esternazioni, per essere in una biblioteca. In effetti, avrebbero dovuto studiare quel benedetto compito sui vampiri!
Sì - le rispose in un sussurro la bimba - per me la Foresta Proibita è molto molto affascinante. E chissà che misteri cela. Sarei curiosa anch'io di dargli un'occhiata!
Ed il suo sguardo volò immediatamente alla finestra: il crepuscolo avanzava e scendeva dalle pendici intorno al castello.
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Elbeth
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da Steve » 03/02/2013, 14:13
Elbeth ha scritto:Wow...un maggiordomo! Chissà com'è avere un maggiordomo...
Elbeth scrollò le spalle. Per lei era normale averlo, lo aveva sempre avuto al suo fianco. Nella sua ingenua mente di bambina immaginava che chiunque lo potesse avere: il proprio maggiordomo di famiglia! Perché esisteva qualcuno che non lo aveva? Fissò perplessa il ragazzino e stava per aprire bocca e domandarlo, quando Steve continuò. Evidentemente l'argomento "ritratto" doveva essere di suo particolare gradimento, dato che non badò più nè al tono della voce, nè alle occhiate di quei pochi studenti che stavano (loro sì!!) studiando!
Beh no, in realtà non so dipingere. Io disegno solamente, cioè...ancora non ho ben imparato una tecnica per colorare. Dicono che ce ne siano così tante, ma io non ho ancora sperimentato tanto. E poi sì, è faticoso! Immagina di dover stare ferma per ben due ore. E' già difficile pensare a dieci minuti senza fare assolutamente niente!
Sgranò gli occhi. In effetti stare per tanto tempo immobili non doveva essere piacevole.
Io non raggiungerei neanche i cinque minuti...
Pensò meditabonda, mentre il ragazzino la fissava. Elbeth non se ne accorse, immersa nel suo mondo. Era troppo piccola e irruente per stare ferma a lungo, ma... Steve aveva già distolto lo sguardo da lei. Si voltò a guardare il piccolo Delfino ammirata. Forse, per lui. Lei non pensava di aver alcun talento artistico in quel campo, quindi le capacità del ragazzino, seppur sminuite dal suo stesso racconto, le sembravano grandi capacità in confronto al suo... nulla!
Forse hai detto...no, vabbè, niente...
Il tono dolce con cui Steve parlò la fece naturalmente sorridere, ma poi accade qualcosa. Il ragazzino sembrò come esitante e non terminò la frase, lasciando Elbeth confusa. Cosa avrebbe voluto dirgli? Aveva sbagliato qualcosa? Ancora? Lo guardò con i suoi occhi scuri che lo fissavano perplessa. Lui sembrò per alcuni istanti assente. I suoi occhi azzurri non la vedevano neanche, persi dietro ai suoi pensieri. Elbeth incurvò un pò il capo a guardarlo meglio e lo sguardo le si addolcì. Sembrava preso dalle sue riflessioni, mentre aggrottava leggermente la fronte, come a formulare un pensiero complesso.
Secondo te, la foresta proibita, è attraente proprio perché è proibita? Cioè...secondo me, non ci saranno grandi cose, però proprio perché ha questo fascino misterioso, che avrei una gran voglia di andare a vedere il perché è così misteriosa...
L'improvviso cambio di argomento la colpì, ridestandola dai suoi sogni ad occhi aperti e dalle sue impressioni. Steve aveva improvvisamente abbassato la voce, forse accorgendosi di essere stato troppo "focoso" nelle sue esternazioni, per essere in una biblioteca. In effetti, avrebbero dovuto studiare quel benedetto compito sui vampiri!
Sì - le rispose in un sussurro la bimba - per me la Foresta Proibita è molto molto affascinante. E chissà che misteri cela. Sarei curiosa anch'io di dargli un'occhiata!
Ed il suo sguardo volò immediatamente alla finestra: il crepuscolo avanzava e scendeva dalle pendici intorno al castello.
Il movimento di spalle di Elbeth fece capire che per la ragazza di Grifondoro era così naturale, averlo. Per la prima volta, Steve si sentiva un po' inferiore, eppure cercava di non far trapelare nulla. In fondo, aveva cercato sempre di dimostrare chi era lui, non chi erano i suoi genitori o da dove proveniva. Seppur Elbeth avesse potuto farlo, non continuò ad insistere sull'argomento. Steve apprezzò moltissimo ciò, sebbene non gli capitasse raramente di condurre il discorso su ciò che voleva. Solo dopo rimuginava che poteva sembrare scortese interrompere un argomento di discussione, ma cercava di farlo in maniera più velata possibile. Gli occhi di Steve ora seguivano quelli di Elbeth, chissà cosa stesse pensando di lui la fanciulla, che aveva di fronte il classico ragazzo smidollato timidone, eppure Steve era tutto il contrario, a parte la timidezza, ma Elbeth gli faceva uno stranissimo effetto. Steve aveva voglia di scoprire ogni tassello di Elbeth, lo incuriosiva, tuttavia il suo carattere lo costringeva ad essere un po' troppo "focoso", sfacciato. Gli occhi di Steve si abbassarono verso i compiti di Elbeth, le stava rubando il tempo che aveva scelto di dedicare allo studio. E questo lo incoraggiava a non fermarsi! Mi sa che eri venuta qui per studiare, invece ti sto facendo perdere del tempo...ma mi piace questo tempo perso con te! Quindi continuerei a farlo!Disse Steve, sorridendo alla ragazza. Steve non aveva avuto tante occasioni per conoscere ragazze del castello, ma quegli occhi furbetti e capricciosi della grifondoro lo rapivano non poco, avevano un effetto magnetico, che ogni tanto Steve doveva evitare, per non diventare rosso come alcuni tratti della divisa di Elbeth.
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da Elbeth » 04/02/2013, 23:39
Mi sa che eri venuta qui per studiare, invece ti sto facendo perdere del tempo...ma mi piace questo tempo perso con te! Quindi continuerei a farlo!Elbeth abbassò lo sguardo sui libri ed aggrottò la fronte. Sì, aveva ragione il Delfino: in realtà avrebbe dovuto studiare. Ma si era sentita così tanto sola che avere qualcuno con cui parlare non le sembrava vero. Anche se non era loquace e non sapeva neanche come parlare con altri bambini, Steve le dava fiducia. Era strano: a volte sorrideva tanto, altre si rabbuiava e sembrava perso nei suoi pensieri. Eppure aveva due occhi limpidi e chiari... Il ragazzino le sorrise, a quella semplice affermazione. Era vero! Le era passata la voglia di studiare, era infinitamente più divertente guardare gli animali di carta animata di Steve! Non stiamo perdendo tempo!Affermò con tono saccente. Stiamo facendo conoscenza...Disse con aria "da grande". Era una frase che aveva sentito ripetere a sua madre e le sembrava corretta per quella situazione. Certo, la biblioteca non era il luogo adatto per parlare o giocare... Ma non potevano andare in sala comune, essendo di due casate diverse. Il visino di Elbeth si accigliò un pò. Dovevano trovare un altro luogo, migliore per poter chiacchierare in pace e senza dover subire le occhiatacce della bibliotecaria, Madama Berforth. Iniziava ad avvicinarsi pericolosamente e a fissarli dietro le lenti degli occhiali che ogni tanto abbassava per poterli scorgere meglio. Elbeth si sentiva alquanto imbarazzata. Anche se forse dovremmo approfondirla in un altro luogo.E con un cenno del capo indicò a Steve, Madama Berforth che li fissava con aria di rimprovero. La piccola sospirò. Non le andava di lasciare il ragazzino proprio mentre stavano facendo amicizia! Con aria altezzosa iniziò a raccogliere i libri, le pergamene e la piuma. Qui non siamo graditi! Che ne dici di trovare un luogo migliore e più divertente?Disse alzando leggermente il tono di voce all'indirizzo dell'anziana signora! [FINE]
Ultima modifica di Elbeth il 01/04/2013, 23:24, modificato 1 volta in totale.
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Elbeth
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