Re: Fort Collins
Inviato:
25/04/2017, 21:07
da Kirie
Non aveva mai avuto dei cani. I pochi che aveva incontrato, nella sua vita, erano sempre stati di taglia piccola, docili, affettuosi e per nulla impressionanti. Per questi motivi quando Kirie si ritrovò di fronte i due giganti -Salomone e Crixus, come venne a scoprire più tardi- la paura prevalse sulla ragione e anche sul di lei elemento, che avrebbe dovuto invece rassicurarla. Nessuno dei due cuccioloni aveva intenzione di farle del male, ma essere spintonata a terra da due molossi simili per poi ritrovarsi piena di bava senza capire da dove provenissero quegli attacchi fu abbastanza per spaventarla ancora di più e spingerla ad urlare aiuto in giapponese. Per fortuna il padrone dei due cani arrivò -anche se con molta calma- allontanandoli per poi aiutarla a rialzarsi dopo quella violenta caduta.
... Kurosawa?
Tasukete... tasukete...
Alla fine ti sei decisa a passare, allora.
Intendi restare lì sdraiata ancora per molto?
Quando finalmente si decise ad alzare lo sguardo, la figura di Hank coprì completamente la propria visuale, una visione che però sul momento non fece scattare nulla nella memoria della Morimoto. L'aveva chiamata Kurosawa, dunque questo confermava che egli la conoscesse, ma dove, dove lo aveva conosciuto? Sul momento fu difficile focalizzarsi bene su quella domanda, anche perché il petto nudo, abbronzato e bagnato dell'uomo la fece arrossire nemmeno fosse una verginella alle prime armi. Quando era al di fuori dell'ambito medico, si sentiva sempre molto in soggezione di fronte alla nudità maschile. Ed il fatto che lei si stesse presentando con i vestiti sporchi di terra, i capelli arruffati e il viso pieno di saliva canina non si poteva certo definire un aiuto aggiuntivo.
A-arigatou...
Accettò l'aiuto da parte del Muscle, che praticamente la rimise in piedi da solo senza che ella dovesse fare nulla. Questo portò il suo imbarazzo a livelli ancora più estremi, mentre il Vigilante la invitava ad entrare in casa, mettendola per il momento al sicuro dal carattere esuberante e giocherellone dei suoi cani.
Cosa ti posso offrire?
Acqua se possibile... Grazie.
... Potrei usare il bagno, per favore?
Si fece indicare dove trovare il bagno, così da potersi dare una sciacquata veloce al viso e togliere tutta la bava, regalo che Salomone le aveva donato in quantità ingente. Cercò anche di rassettare un po' la camicetta e la gonna, anche se le impronte di zampe sporche era difficile da togliere sul bianco. Questo però non la infastidì, al massimo la faceva sentire un po' a disagio di fronte ad uno sconosciuto. Che poi sconosciuto a quanto pare non era, dato che Hank di lei invece si ricordava bene eccome. Fece presto ciò che le serviva fare in bagno, ritornando poi nel soggiorno dove assistette all'incredibile prova di forza dell'uomo, che si mise ad aprire una bottiglia di birra stappandola con i denti. Davvero impressionante: un soggetto come lui era la prima volta che incrociava la strada della giapponesina.
Sei decisamente più sobria e sveglia dell'ultima volta che ci siamo visti.
Io... mi scuso davvero tanto per non essere venuta prima. Ho trovato il suo biglietto nella tasca soltanto ieri e sono qui per porle le mie più umili scuse, Muscle-san.
Non volevo... Coinvolgerla in quel bacio...
Arrossì di nuovo, ma questa volta si inchinò leggermente verso l'uomo, nascondendo il viso in maniera che le guance rosse non fossero troppo visibili. Tutto inutile, perché in realtà quando si rialzò esse erano ancora del medesimo colore. Per fortuna poté distrarsi con il bicchiere d'acqua e, nel sedersi, rammentare che per ben due volte Hank aveva utilizzato il cognome della sua famiglia di origine. Come faceva a conoscerla?
Non ricordo molto di quella sera...
Non ricordo nulla di lei, a dire il vero.
Potrebbe togliermi una curiosità? Dove ci siamo già incontrati?
Lei continua a chiamarmi Kurosawa, ma adesso il mio nome è Morimoto.
Mi dispiace, sembra che io non possieda affatto una buona memoria...
Sempre mortificata quando dimostrava di essere in difetto per qualcosa. E se invece l'uomo facesse parte del passato di cui lei non aveva più alcun ricordo? Possibile, ma in quel caso era ugualmente un po' assurdo che lui si ricordasse di lei dopo tantissimo tempo. Inoltre le sembrava che ai gaijin non fosse concesso entrare nella tenuta privata dei Kurosawa. Quindi anche quell'ipotesi era da scartare.
Re: Fort Collins
Inviato:
30/04/2017, 21:28
da Kirie
Momoka?
Il mio nome... veramente... sarebbe Kirie...
Ma non mi dire?
... Pf, era un soprannome.
Io dò sempre soprannomi alle femmine appena conosciute.
Ah... E... posso sapere... perché proprio... Momoka?
In giapponese, Momoka aveva il significato di "Fiore di Pesco" per cui che tipo di analogia aveva fatto il Muscle con la ragazza orientale? Se lo chiese, incuriosita, ed espresse la propria domanda a voce alta ma titubante, aspettando pazientemente la sua risposta. Stava seduta sul divano con la schiena dritta, una postura appresa anni e anni addietro nella sua famiglia d'origine. Furono proprio i Kurosawa il tema centrale della loro conversazione, che poi si spostò inevitabilmente sugli anni di scuola. Il motivo per cui Hank si ricordava di Kirie era proprio per quello, perché avevano frequentato entrambi la Musashi. All'epoca però la Morimoto non era una persona molto socievole, a differenza del presente anche se -agli occhi di una persona estranea- poteva non sembrare così.
Eppure non è che l'istituto pullulasse di ragazzi occidentali.
La colpa è mia.
Quando andavo a scuola cercavo di passare inosservata, per questo cercavo sempre di stare buona e tranquilla senza dare fastidio a nessuno.
Ero molto chiusa all'epoca...
Eh sì perché si vede proprio che oggi sei un animale sociale.
Si fa davvero fatica a fermarti quando inizi a chiacchierare, mh?
... S-sumima...
Lasciamo perdere...
Annuì in silenzio, arrossendo anche un minimo sulle guance, quasi fosse una colpa non essere una persona estroversa e allegra in ogni ambiente e contesto. C'erano volte in cui invidiava la sicurezza e l'allegria ostentata dalla migliore amica, pur sapendo quanto quella fosse in realtà una facciata architettata a regola d'arte per nascondere le sue di insicurezze. Almeno Kirie non faceva mistero di com'era fatta, ma non era detto che quel suo modo di fare fosse apprezzato da tutti.
Ho scelto io di allontanarmi da loro e di cambiare cognome.
... Non sono una Kurosawa, per questo è inutile che continui a portare il peso di un nome che non mi rappresenta e che disonoro.
Mh... Ma sbaglio o da quel che ricordo certe uscite di ingegno alle antiche famiglie giapponesi non piacciono?
Un-un... Sì, è così.- Hank dimostrava di conoscere molto bene le antiche usanze delle famiglie giapponesi più facoltose, dando a Kirie, senza volerlo, una persona in grado di capire il profondo disagio e il coraggio messo nel fare una simile scelta - Non mi è mai importato di perdere il mio lignaggio come Kurosawa, ma la mia famiglia non la pensa allo stesso modo. Per tradizione, dovrei sposare un uomo appartenente alla nostra famiglia e dare alla luce la prossima capostipite ma ho scelto di ribellarmi a questo destino. Vorrei solo che anche Okaasama si rassegnasse e forse un giorno lo farà davvero...
Lo disse con una risata, sempre per mascherare l'imbarazzo che provava nel parlare di tali questioni. Il fatto che avesse aggiunto quel "sama" per rivolgersi a sua madre avrebbe fatto capire al Muscle quanto rispetto vi fosse nei confronti dell'attuale Capofamiglia Kurosawa, un rispetto che la figlia continua a portarle nonostante fosse ormai lontana da quel mondo da ben undici anni.
Fu facile aprirsi con lui proprio perché il Vigilante le dava l'idea di poter capire ciò che aveva passato. Man mano che ci stava sempre più a contatto, le veniva anche più semplice cogliere tanti piccoli particolari dalla sua persona che la tranquillizzavano, anche se la sua era soltanto una sensazione che non sapeva spiegarsi. Emanava tanta forza, una forza che sembrava fatta apposta per proteggere e non per fare del male. Era rude e anche ironico, ma la Morimoto sentiva che nascondesse qualcosa di bello sotto quell'apparenza a tratti -per alcuni- sgradevole. Lei invece semplicemente lo accettava per ciò che stava vedendo e poi, una persona che possedeva dei cani tanto meravigliosi e stupendi come Otto, non poteva che essere speciale.
Forse prima mi sono spaventata un po' troppo, mi dispiace...
Non sono abituata a trattare con i cani, spero che non si siano spaventati anche loro.
Spaventati? Salomone e Crixus? Quelli scodinzolano e ululano festosi anche durante i botti di Capodanno...
Salomone e... Cri... Cric... Crixus?
Che nomi buffi!
Rise, molto più allegra, più sciolta e anche più capace di portare avanti una conversazione senza stare costantemente a scusarsi per qualcosa. Merito della vicinanza con quegli animali che, essendo legati al suo elemento, le davano la sicurezza di cui la Morimoto peccava così tanto. Anche se quello che disse dopo Hank la fece di nuovo vacillare per qualche breve istante.
Quindi a scuola mi conoscevi per fama, vero?
In quale Casata eri?
Eh?... Oh sumimasen! Mi sono permessa di passare direttamente ad un linguaggio informale!
... È un problema?
Veramente a scuola ti conoscevo per le orecchie.
Hai detto proprio... Orecchie?
E chi se le scorda delle orecchie come le tue?
P-perché? - Chiese, andando a toccare una delle suddette, chiedendosi che cosa avessero di male. Erano molto grandi vero, ma solitamente quel difetto veniva coperto dai lunghi capelli castani.
I giapponesi hanno delle orecchie talmente minuscole che una volta incontrata te è difficile rimuovere quel dettaglio dalla memoria.
Oh... Capisco...
Non lo prendere come un insulto, sono carine, mi piacciono.
Lui rise, mentre il viso di Kirie divenne presto una sfera incandescente e gli occhi due pozze scure sfuggenti che cercavano di non incrociare per nessun motivo al mondo lo sguardo dell'uomo. Non riceveva chissà quanti complimenti, ma quando questo accadeva era facile farla arrossire come una ragazzina. Ed in più, dal modo in cui l'altro si era espresso, sembrava anche apprezzarla persino per un dettaglio tanto particolare come quello.
A-arigatou...
Disse, tentando di celare il proprio imbarazzo e riuscendoci grazie all'arrivo di una altro cane, un levriero irlandese che, da seduto sul divano, era alto quanto lei e che la fissava carico di aspettativa e con la lingua di fuori.
E lui... sarebbe...?
Non puoi concedere le tue attenzioni ad uno solo senza aspettarti che presto arrivino gli altri gelosoni.
Comunque lui è Enea.
Se gli dai il comando "piacere", ti dà la zampa e la muove su e giù.
Fece proprio come le era stato indicato, ritrovandosi ad ottenere la zampa dell'animale e ridendo anche di quella cosa buffa da parte del levriero. Era scontato che anche Enea presto ricevette una dose abbondante di coccole e grattini da parte della Terran, sempre più conquistata da quegli animali intelligenti, affettuosi e per nulla spaventati da lei.
Comunque stavo nella Casata di Dragone Azzurro, Prefetto per il Quarto, Quinto e Sesto anno.
Usa il linguaggio che preferisci, tanto qui mica siamo a casa tua o nel tuo paese.
Grazie...
... Comunque che fai nella vita adesso?
Ho preso l'abilitazione come MagiDottore e MagiFarmacista, ma al momento svolgo solo il secondo.
Mi sono trasferita da meno di un anno a New Orleans dove lavoro all'interno di uno studio medico associato.
Prima mi trovavo a Londra, lavoravo come medico statale per gli Auror, i Commando e i Sicari del Ministero.
Tuttavia alcune motivazioni personali mi hanno costretta ad abbandonare quel lavoro...
Sorrise dolce, con un velo di tristezza che interessava soltanto gli occhi, una mano occupata a coccolare Otto l'altra Enea,
i due cagnoloni più beati del mondo in quell'istante.
Vorrei poter tornare a fare di nuovo la MagiDottoressa, anche altrove da New Orleans, ma per il momento non credo di potermelo permettere.
Tu invece? Che lavoro svolgi?