Ω June, 13 • h 08:12 • Stanza Privata di Xylia Montgomery => Laboratorio Esami Ω
Come ho detto, non mi interessa.
Doveva pensarci prima e prenotare il laboratorio esami per tempo, io l'ho fatto una settimana fa ed ora lo sfrutto quanto e come voglio. Chiaro?
Ma... ma...
Era convinzione comune che l'amore rendesse le persone più gentili, accomodanti, in pace col mondo e propense alla bontà e all'altruismo... beh, ovviamente chi aveva pronunciato quelle parole non si era mai ritrovato faccia a faccia con Xylia Montgomery. Il fatto che provasse dei sentimenti per Aidan O'Toole, realtà con la quale era scesa a patti e che l'aveva addirittura spinta ad intraprendere una vera relazione sentimentale con lui, non aveva cambiato di una virgola la sua ambizione, la sua competitività, la sua voglia di primeggiare e la poca propensione alle buone azioni: nello specifico, in quel momento a fare le spese del suo caratterino -da stronza, probabilmente, ma anche da leader naturale- era il povero TuttoFare di un collega di Xylia, la cui unica colpa era stata quella di interrompere il lavoro dell'Acuan per riportarle la richiesta fatta dal Ricercatore che stava affiancando.
Si poteva dire che, ormai, la competizione tra i partecipanti a quella sorta di "esperimento di sopravvivenza" -come l'a Montgomery l'aveva soprannominato- fosse entrata nel vivo, e che quindi i singoli progetti stessero finalmente prendendo forma con maggiore o minore velocità: al tempo stesso, ciò aveva incrementato l'utilizzo delle attrezzature messe a disposizione dai loro referenti, scatenando quindi una vera e propria corsa all'ultimo microscopio; un buon senso dell'organizzazione, di riflesso, era l'unico modo per uscirne vincitori, ed era esattamente ciò di cui era provvista Xylia che, quando si trattava di richiedere esami specifici/attrezzature particolari/consulti col proprio referente, prenotava il tutto settimane prima, per non arrivare all'ultimo con un pugno di billywig in mano.
Il fatto che quella mattina, dunque, stesse negando ad un collega la possibilità di sfruttare il laboratorio esami, non era certo un gesto dettato dalla bastardaggine insita nell'Acuan, né che lo facesse per fargli un dispetto, ma semplicemente il lasciar correre le cose nel loro ordine naturale: se il laboratorio era prenotato a nome suo, sarebbe stata lei ad usarlo, punto.
Dì a Barkas che la prossima volta si organizzi meglio, e che non può contare sul buon cuore altrui, soprattutto quando il favore deve venirlo a chiedere a me.
Perché, insomma, lei non si chiamava mica Alexis Parker -la cui fama di "buona" si era ormai estesa per l'intera struttura.
Finirò di usare il laboratorio intorno all'ora di pranzo, e se dopo di me non l'avrà già prenotato nessuno, allora sarà tutto suo.
Ora, cortesemente, vorrei tornare al mio progetto se non ti dispiace.
V-Va bene dottoressa, a-allora... g-grazie...
Non avrebbe voluto essere nei panni di quel poveretto al quale, ora, sarebbe toccato l'ingrato compito di tornare dal Ricercatore che affiancava e riferirgli il messaggio della Montgomery: d'altronde anche lei, di pensieri, ne aveva non pochi... da quando Lancelot si era rimesso con la sua ex -avrebbe dovuto scommettere fior di galeoni e sarebbe diventata multi-milionaria visto quanto il suo istinto ci avesse visto giusto- in concomitanza col fatto di aver finalmente trovato il mutagene nel suo DNA da poter studiare, l'Acuan lo vedeva di meno, non avendo più secondi fini per tenerlo in laboratorio con lei e volendogli anche lasciare più tempo con la fidanzata -d'accordo, forse un tantino più buona lo era diventata. Questo, ovviamente, l'aveva portata di riflesso a svolgere più lavoro in solitaria, considerando anche il fatto che, proprio per quel clima ora più teso e competitivo, giravano persino voci su colleghi che cercavano di rubarsi i progetti tra loro, il che aveva accresciuto lo stato di paranoia della Montgomery: certo, lei non lasciava mai in giro nulla che potesse ricondurre alle sue ricerche e all'oggetto del suoi studi, ma ciò non toglieva che la tensione fosse aumentata nell'ambiente di lavoro, e non di poco.
Non è posto per gli smidollati, questo...
Mormorò tra sé Xylia mentre raccoglieva alcuni fascicoli e lasciava la propria stanza personale -chiudendosela alle spalle e dando anche un giro di chiave- per scendere nel laboratorio esami: si trattava di una stanza a parte, usufruibile solo su prenotazione -essendocene tre per ogni gruppo- all'interno della quale si trovavano alcuni dei macchinari più avanzati nel campo della magitecnologia i quali permettevano di effettuare esami di qualsiasi tipo e di ottenerne -se si era abbastanza precisi da sapere cosa effettivamente si stesse cercando- i risultati in brevissimo tempo.
Buongiorno.
Lei è la... dottoressa Montgomery, esatto?
Sì, ho prenotato il laboratorio dalle 8.15 alle 12.15.
Benissimo, un momento solo...
Perfetto, da adesso fino all'ora stabilita questo spazio è tutto a sua disposizione.
Verrà lasciata da sola per garantirle quanta più privacy possibile, ma se avesse bisogno su qualche spiegazione riguardo al funzionamento dei macchinari qui presenti, le basterà suonare quel campanello ed un tecnico la raggiungerà per aiutarla.
Molto gentile, grazie.
A lei, buon lavoro!
Non appena la porta scorrevole si chiuse alle sue spalle, Xylia tirò un lungo sospiro, respirando l'aria che la circondava: vagamente elettrica, satura di tecnologia avanzata, di conoscenza e di possibilità, un'aria quasi "ispiratrice", si sarebbe potuto dire; quel laboratorio ti dava come la sensazione di poter fare tutto, di poter riuscire in tutto, ti faceva credere di non avere limiti e che non ci fossero ostacoli tanto difficoltosi da impedirti di raggiungere l'obiettivo.
Cominciò a tirare fuori tutto il materiale che aveva portato con sé, concedendosi un paio di minuti di pensieri in libertà, come li chiamava lei, prima di intraprendere la sessione lavorativa: e a chi avrebbe mai potuto pensare, in quel poco tempo, se non al ragazzo che alla fine aveva scelto? Era stato un brutto colpo sia per Ice che Burn -soprattutto per Ice- scoprire che la Montgomery avesse intrapreso una strada diversa dalle due che le avevano proposto, mentre Daphne si era mostrata decisamente più entusiasta, forse perché anche lei all'epoca aveva messo gli occhi sull'O'Toole, reputandolo di conseguenza un ottimo partito.
Ora che conosceva il suo segreto, l'Acuan si sentiva molto più vicina a lui, e felice che ci fosse sincerità nel loro rapporto... ma non del tutto: Aidan non era un Gildato, non conosceva nulla di quel mondo, e Xylia temeva che, nel lungo tempo, quel segreto li avrebbe fatti allontanare; per questo, nel tempo, aveva iniziato a vagliare la possibilità di renderlo un semi-Gildato Acuan, avendone le capacità in quanto facente parte del Consiglio delle Maree. Tuttavia non si trattava di una decisione facile o che si potesse prendere a cuor leggero: non poteva donargli una scintilla elementale solo per far funzionare meglio il loro rapporto, doveva anche essere certa che fosse in grado di dimostrarsene degno, perché sarebbe stata sua la responsabilità, non certo del Conflux che, di suo, non l'aveva scelto -motivo per il quale, per esempio, la politica della Sempreverde fosse quella di non semi-Gildare nessuno, e per nessun motivo; l'Oceano, invece, aveva concesso ai membri del Consiglio quel potere, raccomandando loro di usarlo con saggezza... sarebbe stato saggio, si chiedeva perciò, fare dell'O'Toole un Acuan, anche se solo in parte?
Beh, perlomeno con un potere come il suo, potrebbe fare del bene per la Gilda; e poi visto che dei semi-Gildati parteciperanno alla sfida, potrebbe fare il tifo insieme a me...
Le sarebbe piaciuto poter condividere con lui un momento tanto importante per l'Equilibrio, soprattutto nel caso in cui avessero vinto, e poi Aidan era uno a cui la competizione piaceva, quindi sarebbe stato divertente -a parer suo- incitare i Confratelli a dare il massimo e vincere... sì, forse la sua idea di semi-gildarlo, tutto sommato, non era affatto male.
Ed ora che ho pensato al mio bellissimo e deviatissimo fidanzato...
Due aspetti molto importanti per lei, specialmente il secondo.
... posso cominciare a lavorare seriamente.
Mutagene, a noi!
Si sentiva molto più sicura di sé da quando aveva capito su cosa fosse importante concentrarsi, per il suo progetto: inoltre Lance, forse grazie alla ritrovata serenità con Regina, le aveva anche detto di concentrarsi prima su quello e solo secondariamente sull'aiutarlo a potenziare -era quella la scelta fatta dal Kad Aran, alla fine- tutte le proprie abilità senza arrivare alla perfezione; in pratica, nella lista di priorità della Montgomery, le aveva permesso di mettere al primo posto il suo progetto individuale e al secondo quello per lui, invitandola a lavorarci con più calma e serenità. Era una gran cosa questa, per l'Acuan, che almeno poteva dedicare la maggior parte delle proprie energie allo studio del Mutagene e al suo utilizzo, lasciandosi uno spazio più piccolo per il lavoro promesso al Kad Aran -che comunque non avrebbe mai abbandonato, perché era intenzionata ad aiutarlo a prescindere dal loro rapporto- senza dimenticare il lavoro da svolgere in gruppo con Lambert anche se, doveva dirlo, quello era il minore dei suoi problemi: aveva impiegato tempo ad occupare, dalle Croft, un minimo posto di rilievo, tempo passato a lavorare in team, con un capo, perciò non aveva avuto difficoltà a riprendere quel ritmo; e in quanto all'attitudine al comando, beh... quella alla Montgomery veniva assolutamente naturale.
Dunque...
Inseriamo i dati in questo gioiellino, così... e vediamo cosa viene fuori...
C'erano dei macchinari fantastici all'interno di quel laboratorio, ma il preferito di Xylia era sicuramente il proiettore olografico tridimensionale a simulazione indotta -grazie tante, Novak Industries!- una piccola, e mica tanto, meraviglia che permetteva, collegandosi ad un magicomputer, non solo di elaborare una simulazione sui dati che uno inseriva -ad esempio per simulare la reazione chimica di un composto a contatto con un metallo- ma la proiettava tridimensionalmente grazie ad un ologramma di ultima generazione, carico di così tanti dettagli da dare la reale illusione che di poter toccare con mano ciò che veniva proiettato.
In quel momento, ciò a cui puntava la Ricercatrice era proiettare olograficamente il Mutagene studiato fino a quel momento, così da poterlo osservare più "da vicino": erano passati tre mesi da quando ne aveva scoperto l'esistenza grazie ad una mezza follia -studiare contemporaneamente le quattro basi azotate del DNA di Lance- mesi nei quali la donna aveva impiegato ogni singola particella di energia per scoprire quanto più possibile riguardo al Mutagene unico e incredibile che l'altro possedeva; isolarlo non era stato così complesso, una volta saputo cosa e dove guardare per "catturarlo", mentre comprenderne la composizione, quello sì che era stata una sfida degna di questo nome!
Tsk, assurdo come bastino delle molecole sfasate e qualche aminoacido di troppo per creare qualcosa di tanto unico nel suo genere...
Ovviamente, per poterci lavorare sopra, aveva dovuto trovarli tutti, gli aminoacidi e le molecole, uno step che aveva richiesto ore ed ore di lavoro fino a farsi bruciare gli occhi ed esplodere la testa: alla fine, però, la composizione del Mutagene era stata individuata, e Xylia era potuta passare allo step successivo, ovvero ridurne la complessità -motivo per il quale si trovava lì in quel momento.
Ridurre la complessità del Mutagene voleva dire, in termini semplici, eliminare alcuni elementi della sua composizione per renderlo più facilmente manovrabile: la Montgomery era convinta, infatti, che la sua complessità fosse inversamente proporzionale alla sua stabilità, e che quindi più fosse stata capace di semplificarlo, maggiori sarebbero state le possibilità di renderlo stabile.
Ed è qui che entri in gioco tu, amico mio...
Mormorò la donna, sedendosi di fronte al magicomputer connesso al proiettore ed iniziando a digitare tutta una serie di dati che le servivano per la simulazione: usare quel proiettore olografico era il modo più veloce per osservare il Mutagene più da vicino e capire quali elementi si potessero eliminare mantenendo per la sua proprietà integra.
Quando il macchinario si accese, Xylia si prese qualche istante per osservare la proiezione olografica tridimensionale del Mutagene, così dettagliata da risultate quasi impalpabile.
Incredibile...
Sorrise, un po' incredula ed un po' entusiasta -perché pure le Croft, macchinari come quello, se li potevano sognare- con gli occhi luminosi e coinvolti da quello che per molti non avrebbe avuto alcun significato, ma che per lei valeva la possibilità di etfettuare un salto di qualità enorme nella sua carriera.
D'accordo, cominciamo.
Al momento la percentuale di stabilità del Mutagene è... mh, 18%, e poi ci stupiamo che non riesca a funzionare come dovrebbe...
Commentò la Montgomery con uno sbuffo sarcastico, ripensando a Lance ed al suo dono di replicare ogni capacità psico-fisica dell'essere umano solo fino al 45%; avrebbe dovuto eliminare un componente per volta e ricalcolare la stabilità del composto ad ogni passaggio per capire se si stesse muovendo o meno nella direzione giusta.
Come? Oh beh, il simulatore entrava in gioco anche in quel caso con uno schema di reazione tanto intuitivo quanto semplice: se il Mutagene, nella simulazione, esplodeva... allora era meglio ricominciare tutto da capo.
Vediamo quindi se ho capito bene come funzioni...
Avvio della prima simulazione: eliminazione della molecola biatomica di H2+ dal Mutagene in analisi...
Appena il tempo di digitare l'ordine all'interno del magicomputer, che si sarebbe poi di seguito trasferito al simulatore... e, all'interno della proiezione, il Mutagene cominciò a tremare, ad accartocciarsi su se stesso e ad esplodere, disintegrandosi.
... d'accordo, questa ce la teniamo, fantastico.
Mormorò Xylia, scuotendo la testa e sognando qualcosa sul block-notes che aveva portato con sé, consapevole che quello sarebbe stato un lavoro molto, molto lungo.
Circa tre ore dopo, e a seguito di un numero imprecisato di tentativi, la Montgomery era riuscita a ridurre la complessità del Mutagene di un quarto, aumentando la sua stabilità fino al 36%.
Un risultato niente male, ma comunque non sufficiente...
Insomma, chi mai avrebbe iniettato in un paziente un Mutagene stabile solo in quella percentuale? Non avrebbe potuto mai portarlo al 100% di stabilità, considerando il tempo a disposizione e le conoscenze di cui disponeva -era intelligente e brillante, ma non così tanto- ma puntava perlomeno a fargli superare la soglia del 50%, al fine di poter procedere con la creazione del composto adattivo -che l'avrebbe reso idoneo alla conservazione esterna al corpo umano- e, cosa più importante, al fine di poter lavorare sul suo "movimento", riuscendo quindi a plasmarlo in modo tale da indicargli, in un certo senso, in quale punto del DNA posizionarsi ed agire.
È una mia impressione o quando l'ho spiegato a Lance sembrava tutto molto più semplice di così?
Si domandò a bassa voce Xylia, con uno sbuffo e gli occhi che bruciavano: il suo tempo nel laboratorio non era ancora scaduto, ma l'aveva prenotato anche per il giorno dopo, quando ci sarebbe stato Lance, perciò poteva comunque interrompersi e riposare il cervello, preferendo continuare l'indomani con la presenza del ragazzo che, chissà, magari le sarebbe tornato utile.
E poi così Barkas avrebbe potuto strappare un'oretta di operatività a quei macchinari...
Sì, sto decisamente diventando troppo, troppo, troppo buona!