Avevano trovato ciò che si celava ad un primo sguardo, sfruttando la loro forma animale per arrivarci e studiando poi il libro che ivi avevano trovato, tentando di tradurlo per capire come procedere alla liberazione della ragazza e chissà, magari comprendere anche qualcosa in più su di lei.
Nonostante Jasper avesse tentato di utilizzare i suoi poteri per comunicare a Thera parole cariche di rassicurazione, la bara di diamante gli impedì -senza che lui lo sapesse- di raggiungerla, fermo restando che probabilmente lei non avrebbe capito nulla di quanto detto dal Ravnick, al massimo avrebbe potuto cogliere il suo tono di voce: forse, però, non ci sarebbe stato bisogno di preoccuparsi per questo, perché sembrava che il duo di MagiArcheologi avesse capito come tirarla fuori di lì.
Certo, le domande che si stavano ponendo non erano poche, ma al tempo stesso lecite: liberare una sconosciuta era la cosa giusta da fare? E se fosse stata rinchiusa lì dentro per un motivo del tutto giustificato?
Potevano il suo aspetto innocente e lo sguardo spaventato essere una prova sufficiente per dimostrare che chiunque l'avesse imprigionata in quella bara preziosa, avesse commesso un errore madornale ed imperdonabile? Il minore sembrava convinto di sì, ed Haytham, pur non essendone sicuro al 100%, era pronto a seguire il fratello se egli fosse stato davvero convinto: nella sua prigione, Thera non capiva nulla di quanto stesse accadendo, sentiva solo della Trama al di là del diamante... e ne aveva paura; forse era un bene che non potesse parlare né vedere ciò che stava succedendo intorno a lei, forse era un bene che ancora il diamante non le avesse permesso di riscoprire il mondo dopo così tanto tempo.
Non appena i due fratelli furono pronti ed in posizione, le rune sulle pareti cominciarono ad illuminarsi più velocemente, quasi a voler intimare loro qualcosa: ma la magia non poteva fermare il volere del Terran e dell'Ignis che, poco dopo... usarono il Mana insito in loro per distruggere il diamante e permetterle di essere finalmente libera.
Non appena le due energie magiche colpirono la bara, un'esplosione magica di dimensioni stratosferiche colpì non solo loro, ma l'intero luogo in cui si trovavano: vennero avvolti dalla luce accecante per diversi secondi, dopodiché entrambi avrebbero sentito la sensazione familiare e fastidiosa di quando si usava una Passaporta, quello strappo all'altezza dello stomaco che toglieva il fiato... peccato che nessuno dei due avesse minimamente usato un oggetto di quel tipo -non se l'erano nemmeno portato dietro.
Impossibilitati ad aprire gli occhi -pena il rimanere ciechi- i fratelli Ravnick vennero trasportati contro il loro volere ben lontani da Madain Sari o dalla Siria stessa, nell'ultimo luogo visitato prima di partire per quella spedizione...
- Groenlandia _ A.G.E.R. _ Laboratorio dei fratelli Ravnick -
Quando finalmente quella luce accecante prese ad affievolirsi, permettendo ai due di riaprire gli occhi, sarebbe stato forse un grande shock per entrambi rendersi conto che non avrebbero potuto essere più lontani dalla Siria: si trovavano all'A.G.E.R., nell'ala dell'immensa struttura adibita al loro laboratorio.
All'interno vi erano MagiTecnici, MagiScienziati, Ricercatori, MagiBiologi, persino qualche guardia di sicurezza, tutte persone insomma che lavoravano per i due Ravnick e che ora, chiaramente, non potevano non fissare i loro superiori, visto come fossero comparsi dal nulla: inoltre, nel momento stesso in cui Haytham e Jasper si erano auto-materializzati nel laboratorio, c'era stata un'ondata di Trama così intensa da mandare in tilt ogni magi-computer o altra strumentazione scientifica presente in quella stanza... come fare un'entrata ad effetto, senza dubbio.
E Thera? Dov'era finita?
Non ci volle molto, in realtà, per accorgersi di tre cose: la prima fu che il diamante che la teneva imprigionata era come scomparso, sciolto, sparito, evaporato; la seconda fu che anche il libro usato per tradurre il rituale, e che si presupponeva fosse ancora nelle mani di uno dei due fratelli... non fece una bella fine.
E la terza fu che a poca distanza dai due uomini, finalmente libera, una Thera dormiente si trovava stesa a terra.
Dormiente, sì... ma non per molto ancora.
Aprì gli occhi di scatto, come svegliatasi improvvisamente da un sonno profondo: intorno a lei suoni, rumori, odori, volti sconosciuti.
Dov'era? Cos'era successo a Madain Sari? Cosa le avevano fatto i Na'eh? Per quanto tempo era rimasta chiusa in quella bara, testimone silenziosa ed immobile del tempo che scorreva inesorabile?
Si mise seduta con movimenti goffi, lenti, come se il corpo non rispondesse bene ai comandi imposti dal cervello, e si guardò intorno con occhi pieni di paura: ma che luogo orribile era mai quello?
Chi erano quelle persone? Perché erano vestite in quel modo? E tutti quegli oggetti così diversi che tenevano di fronte o in mano?
In quale inferno era finita? Forse si trattava della sua punizione per essere la Prima Ibrida? Forse era morta e, alla fine, quello sarebbe stato il luogo della sua eterna dannazione?
شما که هستید؟
من کجا هستم؟
(Chi siete?
Dove mi trovo?)
Provò a domandare chi fossero loro e dove lei si trovasse, ma come poteva sapere che la lingua per lei più giusta per comunicare con quelle persone -siriano della sua epoca- fosse ormai morta e sepolta?
Un senso di profonda paura la invase, facendole salire le lacrime agli occhi e riempiendo di terrore i suoi occhi chiari, ora spaventati all'inverosimile: dov'erano i Na'eh, perché le avevano fatto questo? Perché non avevano semplicemente posto fine alla sua vita in qualche modo, invece che condannarla ad un tale supplizio?
Voleva tornare a casa, voleva tornare indietro a quando tutto era ancora possibile, a quando lei era il Faro e nessuno avrebbe mai pensato di farle del male...
مرا خانه ، لطفا!
(Riportatemi a casa, vi prego!)
Tentò di supplicarli, ma non solo non venne ascoltata... per di più, sentirli parlare nella loro lingua non fece che spaventarla ulteriormente, atterrendola al punto da farle venire spontaneo allungare una mano e difendersi da quegli sconosciuti.
Incanto “Difesa a Specchio”: analogo all’incanto Protego Maxima, ma la barriera rispedisce al mittente gli incantesimi lanciati contro di essa -tali incantesimi fanno solo il danno dell’incanto stesso.
Una barriera ricoprì interamente il corpo di Thera, che fissava i presenti come se si aspettasse di essere attaccata da loro da un momento all'altro.
E non appena qualcuno, magari qualche guardia di sicurezza, avesse tentato di distruggere quella barriera con la magia... si sarebbe accorto di quanto poco saggia risultasse quella mossa, il cui unico risultato sarebbe stato di rispedire indietro l'incanto al mittente.