|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1664 punti |
1267 punti |
1021 punti |
1415 punti |
1750 punti |
1032 punti |
| |
|
|
|
|
|
|
|
da Jasper » 08/05/2015, 9:53
... dovevo... essere... Faro di Luce...
Un faro di luce. Una figura di riferimento, un motivo di speranza. Una persona importante al fine di raggiungere uno scopo benefico per sé e per altri, in quel caso i Na'eh. Jasper si fece più attento, cercando di concentrarsi il più possibile ed assorbire ogni informazione ch'ella avesse deciso di fornirgli. Non aveva alcuna intenzione di forzarla o spingerla a dire cosa che non voleva, per questo doveva essere attento a cogliere tutto. La vide avvicinarsi alla finestra della stanza asettica e sfiorare il vetro con le dita, quasi come se stesse ancora sfiorando il diamante freddo che l'aveva tenuta prigioniera per mille lunghi anni di solitudine e tristezza. Fosse stato per lui l'avrebbe già liberata e mandata in giro per il mondo che non aveva avuto modo di scoprire e vivere da subito, ma sarebbe equivalso al condannarla a morte e quello era un crimine ancor peggiore.
Non... ero... abbastanza... stabile, ma... non... potevano... uccidermi.
Non erano in grado di ucciderla, dunque per gli stessi Na'eh ella era invulnerabile. Per questo motivo l'avevano rinchiusa, un rimedio triste all'impossibilità di farle male, di porre fine alla sua esistenza. Ma com'era possibile reputare pericolosa una creatura tanto bella e soprattutto apparentemente così dolce e buona? Evidentemente i poteri in suo possesso erano enormi, questo fu il primo pensiero di Jasper, ma bisognava capire in cosa consistessero. Mentre stava riflettendo su come chiederle maggiori dettagli su di lei, Thera si volse a guardarlo con occhi carichi di lacrime e di dolore, gli occhi di una ragazza sola, di una ragazza priva di speranza, incapace di sorridere per l'essere stata liberata, in quanto probabilmente adesso l'intero spazio che la circondava rappresentava una gabbia soltanto più grande di quella precedente, ma pur sempre una gabbia, pur sempre un luogo dove non poter mai essere felice o serena.
Perché... sono... prigioniera... ora?
Oh no no no... Non sei... Prigioniera... ... Noi... Non... Vogliamo... Assolutamente... Tenerti... Sempre... Qui! Dobbiamo... Solo... Cercare... Di... Capire... Quali sono... Le tue... Potenzialità... ... Sono uno studioso... Come... Mio fratello Haytham...
Iniziò a dire, provando ad unire ogni tanto due parole vicine per vedere se ella riuscisse a capirlo ugualmente. Anche quello era un primo allineamento, un iniziale metodo per farla rinforzare con il linguaggio odierno. Le avrebbe procurato dei dizionari molto presto, la mente della giovane era molto ricettiva, quello era un dato palese. Prese un bel respiro, non era affatto semplice relazionarsi con lei, appartenevano a due mondi completamente diversi. Tanti concetti per lui chiari ed espliciti, a lei risultavano assurdi, strani, parzialmente inconcepibili, pur sforzandocisi. L'unica soluzione al fine di aiutarla a non sentirsi troppo in gabbia era quindi partire da una base importante: la comprensione. Era necessario che lei afferrasse delle nozioni basilari di quel tempo e di quel mondo al fine di poter capire di più i discorsi sia con lui che con Haytham, altrimenti rimanere lì avrebbe significato soltanto una lenta e continua agonia.
Vieni... Sediamoci... Adesso... Voglio che tu... Cerchi di... Ascoltarmi... Attentamente. ... Ti racconterò un po'... Come è... Cambiato... Il mondo... Non... Voglio... Che... Tu... Sia... Completamente... Allo scuro... Di... Tutto... ... Inoltre... Ti... Prometto che... Dopo aver... Mangiato... Qualcosa... Andremo... A vedere... Il Sole...
Le sorrise ancora, invitandola a mettersi seduta sul lettino accanto a lui, dopo di che, la guardò intensamente negli occhi. Voleva che si fidasse, almeno di loro, almeno di lui, però per farlo doveva essere pronto ad aprirsi, a parlarle, a comportarsi con lei come con un qualsiasi essere umano, non certo una cavia da laboratorio oppure una reliquia antica proveniente da un'altra epoca. Era sicuro di farcela, in fondo i Ravnick erano molto conosciuti nell'ambiente anche per il cuore che mettevano nelle ricerche, tranne un po' Haytham considerato a volte troppo orientato sul guadagno, ma era un difetto gestibile, nulla di esagerato o troppo irrimediabile. Da quel momento in poi, Jasper iniziò a parlare con una lentezza e una calma magistrali, non smettendo mai di sorriderle per tranquillizzarla e raccontandole in soldoni i vari cambiamenti avvenuti dalla sua epoca fino a quella medievale, da quella medievale fino al Rinascimento, dal Rinascimento fino al '900 e poi ancora dal '900 fino ai giorni attuali. Un lavoraccio, sicuramente, ma utile e importante. Ovvio che in futuro le sarebbero state fornite letture più approfondite per metterla in pari, ma intanto una infarinata avrebbe sicuramente giovato. In più, le spiegò con chiarezza certi termini come "Scienza", "Purosangue-Mezzosangue-Natobabbano", le bacchette magiche, la Ricerca di Laboratorio e la divisione del potere nelle società, in quanto la Monarchia esisteva ormai soltanto in pochissime zone del pianeta. Non fu affatto facile accorpare tutto in qualche minuto, ma la sezione dell'A.G.E.R. appartenente a loro non aveva una mensa a parte, quindi il fratello ci avrebbe impiegato un bel po' prima di procurarle del cibo, quindi il tempo per la "lezione" c'era eccome, anche se contenuto.
UN QUARTO D'ORA PIÙ TARDI
Insomma... Ne... Hai... Fatta... Tanta... Di... Strada... Capisci... ? ... Hai... Qualche... Altra... Domanda... ? Sono... A... Tua... Completa... Disposizione... !
-
Jasper
- Terran delle Giungle
-
- Grado: 11
-
- Messaggi: 19
- Iscritto il: 25/04/2015, 22:56
|
|
da Thera » 09/05/2015, 11:16
Oh no no no... Non sei... Prigioniera...
Aggrottò la fronte, non comprendendo il senso di quelle parole: come faceva a dire che non fosse prigioniera quando tutto, in quella stanza, le dava quell'esatta idea? Sì, era più grande del diamante che l'aveva tenuta lontana dal mondo per un migliaio d'anni, ma a parte la possibilità di muoversi al suo interno non vedeva molta differenza.
... Noi... Non... Vogliamo... Assolutamente... Tenerti... Sempre... Qui! Dobbiamo... Solo... Cercare... Di... Capire... Quali sono... Le tue... Potenzialità... ... Sono uno studioso... Come... Mio fratello Haytham...
.. studioso?
Una parola che Thera non conosceva, perché i Na'eh non svolgevano certo occupazioni umane, e gli stessi umani lei non aveva mai avuto modo di frequentarli: ciò che aveva capito -o meglio, ciò che Jasper le aveva detto- era che non sarebbe rimasta lì sempre... perciò, prima o poi, le avrebbero concesso di andare via di lì. Sì... ma per spostarsi dove? Quella non era la sua casa, quello non era il suo tempo, il suo mondo... cos'avrebbe mai potuto fare una come lei in una realtà dove tutto le era estraneo e, nella maggior parte dei casi, le faceva anche paura?
Vieni... Sediamoci... Adesso... Voglio che tu... Cerchi di... Ascoltarmi... Attentamente.
Ipotizzando di non potersi rifiutare in ogni caso, Thera si accomodò goffamente sul lettino, accanto al MagiArcheologo, le mani posate in grembo ma lo sguardo che ancora vagava per la stanza come a voler cogliere qualsiasi accenno di pericolo.
... Ti racconterò un po'... Come è... Cambiato... Il mondo... Non... Voglio... Che... Tu... Sia... Completamente... Allo scuro... Di... Tutto...
Quasi aveva paura di scoprire come il mondo fosse cambiato -anzi, quanto fosse cambiato- ma poiché riconobbe un intento gentile da parte di Jasper, la Prima Ibrida annuì a quella proposta, rimanendo in religioso silenzio.
... Inoltre... Ti... Prometto che... Dopo aver... Mangiato... Qualcosa... Andremo... A vedere... Il Sole...
Bastò quell'ultima parola a farle nascere un piccolo sorriso spontaneo, come un moto di speranza: era da troppo, troppo tempo che non vedeva il Sole. Così, cercando di capire le parole del Ravnick -o almeno comprenderne la maggior parte, Thera apprese quanto il mondo fosse cambiato dalla notte in cui lei era stata imprigionata, un cambiamento che spesso era da considerarsi in negativo: guerre, incomprensioni, lotte per il potere e per la supremazia su un territorio o su un popolo... le sembrava che il genere umano fosse peggiorato notevolmente rispetto ai ricordi che aveva di lui, ma forse erano proprio quei ricordi ad essere fuorvianti, per la Prima Ibrida.
Insomma... Ne... Hai... Fatta... Tanta... Di... Strada... Capisci... ?
No, era stato il mondo a fare tanta strada, mentre Thera era rimasta indietro, ancorata ad un passato che non sarebbe tornato più... relegata in un presente a cui non sentiva di voler appartenere.
... Hai... Qualche... Altra... Domanda... ? Sono... A... Tua... Completa... Disposizione... !
... dopo... che... mi... avrete studiata... ... potete... uccidermi?
Forse quella era l'unica cosa che davvero le importava: assicurarsi di poter finalmente contare su un lungo, sereno e pacifico riposo.
-
Thera
- Ibrida Na'eh
-
- Grado: 14+
-
- Messaggi: 33
- Iscritto il: 24/04/2015, 20:46
|
|
da Jasper » 12/05/2015, 15:42
Non fu per niente semplice provare a spiegare per sommi capi alla ragazza tutti i dettagli più importanti della storia, specie quando c'erano da raccontare all'incirca mille anni di guerre, complotti politici, cambiamenti di gerarchie, domini e modifiche dello stesso pianeta Terra. Ella appariva sempre più sconvolta ad ogni parola che usciva dalle labbra del ragazzo, oltre ad essere molto affaticata, in quanto non conoscendo più di tanto la lingua le risultava complesso seguire i ragionamenti e di conseguenza rischiava anche di beccarsi un sonoro mal di testa. Per quello, dopo circa quindici minuti, Jasper scelse di interrompere il documentario lampo, provando a capire se avesse afferrato almeno il 50% di quanto detto e subito dopo le chiese anche se avesse qualche altra domanda da porgli, rimanendo abbastanza interdetto dalla di lei risposta.
... dopo... che... mi... avrete studiata... ... potete... uccidermi?
In quel preciso istante, gli occhi di Thera si velarono di un'ombra opaca e immensamente triste. Quando il Ravnick se ne accorse, comprese che evidentemente il dolore e la sofferenza nell'animo della giovane "Prima Ibrida" erano talmente tanto forti che il suo unico desiderio aveva annichilito completamente l'istinto di sopravvivenza, forse anche perché ad ora lei non aveva nessuno, era completamente sola e abbandonata ad un destino ignobile e soprattutto misterioso, troppo misterioso. Cosa fare quindi per cercare di tirarla su? Jasper aveva un cuore buono, il fratello glielo ricordava dalla mattina alla sera, ma un buon cuore a volte non bastava per far tornare la voglia di vivere ad una persona che aveva subito uno shock tanto grande e devastante. Le prese entrambe le mani e la fissò intensamente negli occhi.
... Sarebbe uno spreco... Uccidere una ragazza... Così bella... Come te...
Iniziò buttandola un po' sul sereno e spontaneo, sorridendole con gentilezza e facendole un occhiolino.
... No, non ho nulla... Nell'occhio... È un gesto... Di complicità... Tutto qui...
Già, aveva dimenticato che l'occhiolino ai suoi tempi non esisteva minimamente.
Perché vuoi morire? Ti senti sola? Hai paura... Di questo... Mondo?
Mentre stavano parlando, Haytham arrivò all'ingresso della stanza con un vassoio pieno di frutta e una brocca d'acqua fresca. Osservando però la scena, preferì rimanere dove stava, tanto i vetri gli permettevano di vedere dentro ma da dentro non si poteva vedere fuori. Pensò che forse il fratello stava cercando la maniera giusta per comunicare meglio con lei e renderla più tranquilla dopo il trauma subito e lui non si reputava altrettanto bravo in una manovra simile, pur avendo alla fin fine una indole positiva simile a Jasper. Gustandosi una pera in tranquillità, scelse quindi di rimanere in silenzio ed osservare lo sviluppo della situazione, chiedendosi nel frattempo come fare per studiarla senza costringerla ad ore in laboratorio o stress dovuti ad analisi ed esami di ogni genere possibile e immaginabile.
Dammi una possibilità... Di essere... Un punto... Di riferimento... Per te. ... Come anche mio... Fratello. Vedrai... Non ti... Deluderemo... E presto... Non vorrai... Più... Morire...
Promesse complesse, difficili da mantenere, specie quando non si aveva la minima idea di come far tornare il sorriso ad una persona del genere. Ciò che aveva passato Thera chiusa in quel diamante non era lontanamente paragonabile a molte altre sofferenze tipiche della civiltà odierna e passata, Jasper non sapeva per nulla quantificare il malessere insito nello spirito della "Prima Ibrida" e pur provandoci, non ci sarebbe riuscito. Forse il tempo avrebbe aiutato entrambi, in un certo senso, a raggiungere uno scopo diverso ma affine, bisognava solo provare ad aspettare. Intanto, ricapitolando il da farsi, sarebbe stato necessario procurarle dei vestiti comodi ma moderni, come anche farla lavare e sottoporla ad una visita medica generica così da scongiurare pericoli di malattie ormai debellate ma al suo tempo ancora esistenti.
Nel... Pomeriggio... Ti visiterà... Un medico... ... Ricordi cos'è... Vero? Ci metterà... Pochissimo... Te lo giuro...
-
Jasper
- Terran delle Giungle
-
- Grado: 11
-
- Messaggi: 19
- Iscritto il: 25/04/2015, 22:56
|
|
da Thera » 12/05/2015, 23:50
In che razza di modo si era evoluto, il mondo? La piega che aveva preso non solo spaventava Thera, ma arrivava anche a terrorizzarla e a farle passare qualsiasi voglia -anche minima- avesse potuto avere di viverci: guerre, complotti, insubordinazioni, distruzione, morte... era questa la realtà a cui i Na'eh avevano tanto desiderato appartenere? La Prima Ibrida si chiese se il loro sogno, a posteriori, non avrebbe finito per cambiare, decretando l'annullamento da parte loro di qualsivoglia volontà di unirsi agli umani; lo stesso annullamento che provava ora Thera dentro di sé, e che la portò a chiedere un unico favore a Jasper. Volevano studiarla? Che facessero pure... ma poi lei voleva morire. Dopo tutto quel tempo passato come prigioniera, e dopo aver ascoltato in quanti e quali modi gli esseri umani avessero tentato di distruggersi vicendevolmente, tutto ciò che la ragazza voleva era una pace eterna da cui mai, mai si sarebbe potuta risvegliare.
... Sarebbe uno spreco... Uccidere una ragazza... Così bella... Come te...
Cos'era quello strano calore all'altezza del petto? E perché sentiva il cuore battere appena più forte? Con le guance leggermente meno pallide di prima, Thera rimase per qualche istante in silenzio senza sapere come rispondere, concentrandosi poi però sul gesto del Ravnick effettuato con l'occhio.
Ti... sei... fatto... male?
... No, non ho nulla... Nell'occhio... È un gesto... Di complicità... Tutto qui...
Complicità. Quella sì che, per lei, era una parola del tutto nuova.
Perché vuoi morire? Ti senti sola? Hai paura... Di questo... Mondo?
Ancora una volta non rispose, aggrottando la fronte in un gesto riflessivo: non era semplice spiegare a Jasper ciò che albergava nella sua mente, non in una lingua che non le apparteneva e a causa della quale le stava anche cominciando a girare la testa.
Io... non... appartengo... a... questo... mondo.
Cominciò a dire con fatica, passandosi una mano sulla fronte e socchiudendo poi gli occhi come in un'espressione sintomatica di stanchezza.
Non... c'è... nulla... qui... per... me. La... mia... luce... non... serve... più. Il... mondo... è... troppo... buio...
Prese un lungo respiro dopo quelle parole, umettandosi le labbra secche e chiedendosi se il ragazzo l'avrebbe capita o meno: che senso avrebbe avuto vivere, quando ormai non serviva più allo scopo per cui era stata creata? I maghi non dovevano più temere gli esseri umani, avevano il loro mondo che, tra l'altro, sembrava essere abbastanza buio quanto quello dei "babbani" -così si chiamavano i non maghi; in entrambi i casi, tutto ciò che di negativo era successo era colpa dell'animo corrotto di coloro che detenevano il potere, un potere che forse sarebbe diventato ancora maggiore grazie ad una come Thera, chi poteva dirlo? Fatto stava che lei, lì, non aveva motivo di esistere.
Dammi una possibilità... Di essere... Un punto... Di riferimento... Per te. ... Come anche mio... Fratello. Vedrai... Non ti... Deluderemo... E presto... Non vorrai... Più... Morire...
Lo fissò, silenziosa e seria, incapace di sorridere: era una promessa troppo grande perché la ragazza l'accettasse, o considerasse la possibilità che Jasper la mantenesse; lui non poteva capire cosa avesse passato Thera, cosa avesse significato per lei nascere e crescere solo per uno scopo, e per quello stesso morire poi... anzi, non morire del tutto, dover sopportare una punizione ancora peggiore. Ma non gliene faceva una colpa, non lo biasimava per quella sua ignoranza: come sarebbe potuto essere altrimenti?
Nel... Pomeriggio... Ti visiterà... Un medico... ... Ricordi cos'è... Vero?
Colui... che... controlla... le... persone... malate?
Domandò di rimando Thera, richiamando a sé la nozione che proprio il Ravnick le aveva fornito pochi minuti prima.
Ci metterà... Pochissimo... Te lo giuro...
... fate... ciò... che... dovete.
Sussurrò di rimando, apatica ed asettica nel tono, socchiudendo gli occhi e rimanendo in quella posizione, col respiro più regolare di prima ma il corpo teso, ben lontano dall'essere rilassato: sarebbe stata la loro cavia per tutto il tempo che avessero ritenuto necessario... d'altronde non aveva altra scelta, no? Ma ora, ora era troppo stanca per dire o fare altro che non fosse riposarsi un po' gli occhi... e la mente.
-
Thera
- Ibrida Na'eh
-
- Grado: 14+
-
- Messaggi: 33
- Iscritto il: 24/04/2015, 20:46
|
|
da Jasper » 13/05/2015, 15:14
Io... non... appartengo... a... questo... mondo.
Spiegati meglio...
Non... c'è... nulla... qui... per... me. La... mia... luce... non... serve... più. Il... mondo... è... troppo... buio...
E lei un po' troppo pessimista. Questo fu il pensiero di Haytham, non di Jasper, forse più comprensivo ed attento a certi dettagli rispetto al fratello maggiore. Non che il più grande fosse un insensibile, ma aveva una visione della vita e del mondo decisamente più ottimistica: nella sua ottica, Thera avrebbe dovuto fare come minimo mille salti di gioia, visto che aveva la possibilità di respirare, godersi il mare, il cielo... il sesso! Anche se con molta probabilità era talmente giovane per il suo tempo che di sicuro possedeva ancora la completa verginità. Osservò Jasper fissarla con un poco di lucidità nello sguardo: nemmeno le sue parole erano riuscite a tirarla un po' su.
... fate... ciò... che... dovete.
... Senti, ti dirò... Ciò che... Penso... Una persona... Non nasce mai... Con uno... Scopo... Preciso... Anche se dici... Di essere nata... Per essere una luce... Non è detto... Che tu non... Possa avere... Altri motivi... Per esistere... Sei stata... Concepita per... Un motivo... Ma quel motivo... L'ha deciso la tua... Gente... Non la Trama... Il destino è... Ignoto... Per chiunque... Quindi secondo me... La tua vita... Anche ora... È importante e... Fondamentale...
Comprese però che continuare a parlare adesso avrebbe significato mettere in difficoltà le sue capacità cognitive. Non dormiva da mille anni, l'attività cerebrale aveva ripreso a pieno ritmo e quindi necessitava di riposo, oltre che di cibo e acqua per ristabilire il normale funzionamento fisiologico. A quel punto, quindi, Haytham decise che era giunto il momento di gettare il torsolo della pera finita ed entrare nella camera. Ovviamente fece finta di essere appena arrivato, salutando di nuovo la ragazza e porgendole davanti la ciotola di vetro con dentro ogni frutto possibile e immaginabile, alcuni da lei possibilmente mai visti a causa della zona di provenienza, come fragole, mandarini, banane e cachi. Jasper intanto si occupò di riempirle un bicchiere con dentro acqua fresca, preoccupandosi anche di metterci cinque gocce di tranquillante.
Saziati per bene... E poi... Riposa... Ne hai bisogno... Il tuo corpo... Ne ha bisogno. Ti sveglieremo... Noi... Nel pomeriggio... Per recarci... Dal medico... Va bene?
Le fece una leggera carezza dietro la nuca, sorridendo calmo e positivo, un po' più vispo rispetto a Jasper, il quale invece si permise di carezzarle direttamente la guancia destra, prima di invitarla a seguire il consiglio del fratello e rilassarsi, uscendo poi dalla stanza con lui, chiudendo la porta lentamente e rimanendo lì con lui qualche istante ad osservare cosa avesse fatto, ipotizzando naturalmente che avrebbe pianto ancora un po', dispersa in quel contesto così nuovo e incapace ora come ora di aggrapparsi alla speranza o alle parole di due persone ancora fondamentalmente sconosciute. Negli occhi del Ravnick più giovane c'era una vera e propria nota di tristezza ed immensa preoccupazione, ma quando Haytham gli diede una bella pacca sulla spalla, si costrinse a voltarsi e osservarlo interrogativo, chiedendogli cosa stesse pensando.
Ha bisogno di tempo.
Cosa intendi?
È disperata, me ne accorgo anche io, ma non puoi pretendere che stia meglio da subito. Per farle capire che questo non è un posto ostile, che noi non siamo persone ostili, dovremo aiutarla a reagire nel corso delle settimane. Soltanto così potremo ottenere da lei qualche informazione in più, spontanea e per nulla cercata con la forza.
Il medico ci aiuterà a capire come sta, se le sue condizioni sono ottimali o se ci sono problemi. Credo comunque che non riscontrerà niente di negativo: la Trama in lei è potentissima e soprattutto traboccante di energia.
Scoprire e capire quali sono le sue potenzialità non sarà utile solo a noi e al Mondo Magico, ma anche a lei stessa. Se imparerà a controllarsi un po' meglio, ne gioverà la sua abitudine a relazionarsi col resto della gente. D'altronde non possiamo mica tenerla qui per sempre.
Non sarà semplice convincere le autorità che una come lei possa svolgere una vita come tutti gli altri, lo sai vero? Con molta probabilità ci si metteranno di mezzo anche le sorelle Croft.
Abbiamo delle buone carte da giocare: il dottor Cox è sempre avverso a loro, potrebbe aiutarci. Il Presidente del Circolo MagiFilosofico Trigger è una persona ragionevole e coscienziosa. Ultimo non ultimo, il Dottor Lambert, ha diversi agganci nel settore scientifico mondiale ed è anche un cuore gentile. Questo potrebbe essere il trittico che ci aiuterà nello scopo di fornire a Thera una nuova vita, la SUA vita.
Sempre che ella ne voglia una.
Lascia che apprenda a parlare normalmente, che impari meglio alcune materie cardine e conosca l'amore.
... Forse hai ragione tu, tempo al tempo...
Cercherò di procurarle un tutore o una tutrice giovani nell'arco di 72 ore. Nel frattempo ho già dato disposizioni affinché le portino dei libri illustrati per bambini e un dizionario di inglese. Gelatine tutti i gusti +1 così da farsi un'idea della maggior parte dei sapori dei cibi e...
Ma, Haytham!
Traaaaaanquillo, ho detto di rimuovere i gusti pessimi dalla confezione!
Ah ecco, meno male!
Infine, le verrà proposta a partire dalla prossima settimana della musica classica in camera. Osserveremo i suoi apprezzamenti e settimana dopo settimana le trasmetteremo invece tanti generi diversi. Sarà un approccio molto soft alla nostra cultura e secondo me, tempo sei mesi e sarà un'altra.
Posso chiederti una cortesia?
Il Sole, vero? Non preoccuparti, basta che sia con te e la puoi anche accompagnare fuori. Basta che fai attenzione affinché non scappi o le vengano in mente strane idee. In tal caso purtroppo la responsabilità sarà completamente tua.
D'accordo, sono sicuro che andrà tutto bene.
... Ti piace?
... Un po'... Credi sia un male?
Provaci tra sei mesi, per cortesia!
Non mi hai risposto!
Uh, guarda, si è addormentata...
E non cambiare discorso!
CONCLUSIONE PER HAYTHAM E JASPER
-
Jasper
- Terran delle Giungle
-
- Grado: 11
-
- Messaggi: 19
- Iscritto il: 25/04/2015, 22:56
|
|
da Thera » 14/05/2015, 20:25
... Senti, ti dirò... Ciò che... Penso...
Pur provando il forte -estremo- bisogno di riposarsi e dormire per la prima volta dopo mille anni, perché in quel diamante si era sentita come stretta in un limbo di semi-morte e semi-vita al tempo stesso, Thera si costrinse a riaprire gli occhi per posarli su Jasper, facendogli così capire che aveva intenzione di ascoltarlo, nonostante tutto.
Una persona... Non nasce mai... Con uno... Scopo... Preciso... Anche se dici... Di essere nata... Per essere una luce... Non è detto... Che tu non... Possa avere... Altri motivi... Per esistere... Sei stata... Concepita per... Un motivo... Ma quel motivo... L'ha deciso la tua... Gente... Non la Trama...
Ma se non era più destinata ad essere una luce... allora che ne sarebbe stato di lei?
Il destino è... Ignoto... Per chiunque... Quindi secondo me... La tua vita... Anche ora... È importante e... Fondamentale...
Non lo capiva. O meglio, comprendeva le sue parole nella lingua con cui Jasper le aveva pronunciate, ma non riusciva a trovare un riscontro tra esse e la propria persona: per quanto la riguardava, non avere più uno scopo per esistere equivaleva a potersi lasciar andare all'oblio della morte. Fu con un certo sollievo che Thera accolse il successivo arrivo di Haytham, non perché parlare col fratello di lui la infastidisse, ma perché semplicemente la stanchezza aveva ormai preso il sopravvento su di lei: quello che le poggiò di fronte, poco dopo, fu un vassoio pieno di... cibo, indubbiamente. E dall'aria invitante, anche.
Saziati per bene... E poi... Riposa... Ne hai bisogno... Il tuo corpo... Ne ha bisogno. Ti sveglieremo... Noi... Nel pomeriggio... Per recarci... Dal medico... Va bene?
Annuì in silenzio, lasciandosi accarezzare da entrambi i Ravnick e bevendo poi piccoli sorsi d'acqua dal bicchiere che le era stato messo tra le mani -e di cui studiò a lungo il materiale- senza però toccare il vassoio con la frutta: al momento la nausea, probabilmente dovuta al troppo sforzo, le impediva di ingerire alcunché. Li osservò uscire, ancora senza pronunciare una parola, dopodiché si ritrovò... sola. Di nuovo. Si alzò in piedi, avvicinandosi alla parete più vicina a sé per sfiorarla con la mano: percorse in quel modo tutto il perimetro della stanza, senza piangere ma con occhi carichi di tristezza e silenzioso dolore; alla fine si accucciò lentamente a terra -no, niente letto, preferiva sentire il contatto diretto del pavimento sotto di sé- e chiuse gli occhi, scivolando lentamente nel suo primo, vero sonno dopo mille anni.
Fine
-
Thera
- Ibrida Na'eh
-
- Grado: 14+
-
- Messaggi: 33
- Iscritto il: 24/04/2015, 20:46
|
|
da Haytham » 16/05/2015, 0:44
13/03/2110 Zona Giardino Esterno dell'A.G.E.R. Groenlandia 15:28
"Il mio metodo di approccio agli studi degli allievi è orientato verso la massima espressione del loro potenziale attraverso la disciplina. Il rigore presentato durante le fasi pratiche e soprattutto quelle teoriche è alla base di una conduzione ottimale del percorso didattico. Le gratificazioni devono essere ridotte al minimo, utilizzate solo in casi estremi, così da invogliare lo studente a non adagiarsi sugli allori. La lista dei programmi di apprendimento è indicativa in base all'anno e al corso specialistico, ma per un miglior sviluppo polivalente suggerirei..."
... un bell'Avada Kedavra alla tempia e non se ne parli più... ... Uff...
Sdraiato su una panchina di metallo isolata e contornata da aiuole di bell'aspetto, Haytham Yuan Ravnick leggeva piuttosto svogliato il programma inviatogli dall'ex docente di MagiArcheologia che avrebbe dovuto sostituire come supplente a tempo indeterminato. Parole su parole, noia su noia, vecchiume su vecchiume. Non ce la faceva più a leggere tutte quelle rotture infinite e senza senso. Poche gratificazioni, disciplina al 100% sotto ogni fronte, spremere gli allievi come limoni... Stimava molto il suo ex professore, ma soltanto adesso ricordava perché in tanti durante il suo corso di specialistica lo odiavano all'ennesima potenza, era un vero stronzo, tanto stronzo quanto capace e dotto. Quel pomeriggio il maggiore dei due fratelli indossava una maglia attillata di cotone a maniche lunghe di color cobalto, dei jeans neri e degli scarponcini da trekking di egual colore. I capelli, non legati e liberi al vento, ondeggiavano arricciati, mentre il gli occhi chiari terminavano di leggere quella porcheria prima che la pergamena venisse lanciata in aria e fatta andare a fuoco con un bell'Incendio. Scuotendo il capo, Haytham si fece una piccola risata, decidendo infine di modificare radicalmente il metodo di insegnamento in modo da osservare se un cambio radicale avesse potuto in qualche maniera attirare più studenti e menti pronte all'apprendimento della MagiArcheologia.
Ehi Haytham, come andiamo?
Sopraggiunsero ad un tratto due neo-laureati che evidentemente conoscevano bene il Ravnick, ai quali lui sorrise subito con intesa.
Ma guarda un po' chi si vede! Brian, Malcolm, ancora a girare da queste parti? Come mai non vi hanno già cacciato fuori a pedate?
Ci stavamo facendo la stessa domanda!
Ahahah, che stai combinando tu?
Niente di che, mi prendevo un po' di relax in compagnia di una Sprite!
Sempre il solito... Ti si riconosce solo perché stai sempre con la Sprite appresso!
Qualcosa da ridire? La Sprite è fantastica!
Ma è babbana! Non puoi mandare giù litri di BurroBirra come qualunque altro mago?
Che schifo, bevitela tu la BurroBirra! Va beh, insomma ci si vede in giro?
Stiamo organizzando un torneuccio di scacchi magici per la prossima settimana, sarai dei nostri?
Cazzo, sì!
Tuo fratello si unisce pure?
Glielo chiederò, ma credo che avrà molto da fare...
Ok, allora ci sentiamo per la prossima settimana!
Vaaaaa bene, in gamba e occhio alle femmine, la fauna è tanta e voi siete ancora a pippe!
Spiritoso! Perché tu?
Mistero della Trama! Ahahah!
Una volta salutati i due amici, Haytham prese un altro sorso di Sprite, la lattina infatti stava ai piedi della panchina, un po' nascosta nell'erba. Dopo qualche secondo passato ad occhi chiusi a respirare l'aria piacevole del pomeriggio, il ragazzo si tirò su, mettendosi seduto normalmente e assumendo via via un'espressione sempre più seria, vacua e persa nel vuoto. A cosa stava riflettendo? Forse ai propri affari, forse al proprio lavoro, forse alla nuova scoperta umana presente nel laboratorio o magari alla bellezza del paesaggio, fatto stava che per alcuni momenti il suo volto fu l'immagine stessa dell'uomo e non del ragazzo, un'immagine che non regalava spesso in pubblico e si concedeva quasi sempre nel privato.
Gli occhi si mossero, spostandosi sulla destra. I suoi sensi più acuti del normale avevano captato qualcosa di non tanto nuovo, ultimamente. Quella bionda con gli occhiali conosciuta tempo prima in mensa ogni tanto lo seguiva per osservarlo da lontano manco fosse una maniaca sessuale. Leccandosi appena le labbra e finendo la propria lattina, che poi gettò nel secchio poco distante, Haytham si mise in piedi, dandosi una bella stiracchiata, facendo finta di non essersi accorto di lei. Dopo di che, come se nulla fosse, mise le mani in tasca e si diresse verso un angolo della grande struttura accademica dietro al quale scomparì dalla vista della stalker. Lei non lo poteva immaginare, ma il Ravnick aveva in mente una bella sorpresa da farle qualora avesse deciso di seguirlo ancora per sapere dove si fosse diretto. Difatti, qualora Cecilia avesse girato l'angolo poco più tardi, si sarebbe ritrovata di fronte un serpente Taipan lunghissimo e minaccioso intento a fissarla ed emettere il proprio tipico verso.
... AAASSATASSSAAA...
Di seguito, fece qualche scatto i avanti mostrando la lingua, giusto per spaventarla un poco di più ed aumentare la percentuale di infarto. Non appena avesse visto in lei una buona percentuale di terrore, allora sarebbe tornato nella sua forma umana, guardandola con aria estremamente divertita, lasciandosi scappare anche una sonora risata, ma della durata di pochi secondi.
... E ti avverto, la prossima volta potrei anche morderti...
Detto ciò, non gli rimase altro che rimettere le mani in tasca ed oltrepassarla, per poi andarsene verso la fontana centrale come nulla fosse.
-
Haytham
- Ignis Tonum
-
- Grado: 13
-
- Messaggi: 76
- Iscritto il: 25/04/2015, 20:31
|
|
da Cecilia » 16/05/2015, 13:03
{13/03/10 -Zona Giardino Esterno dell'A.G.E.R. - 15:28}
Quanto faceva caldo quel giorno! Il sole splendeva alto nel cielo artificiale creato dai più abili magitecnologi dell'A.G.E.R., per permettere agli studenti raccolti lì dentro di godersi le quattro canoniche stagioni, senza dover subire il clima freddo e glaciale della Groenlandia. Cecilia Bishop era convinta che le temperature scelte fossero state alzate un po' troppo rispetto al dovuto, ma era inutile andarsi a lamentare in segreteria per una questione simile. Un po' perché ultimamente stava avendo non pochi problemi a farsi ricevere dai professori, per chiedere loro di diventare assistente, un po' perché al momento c'era un'altra persona che aveva catturato la sua attenzione. Dopo l'incontro con Jean-Drew, la bionda aveva seguito, almeno all'inizio, il consiglio del suo MagiPsicologo, osservando -quando se ne presentava l'occasione- Haytham nel suo vivere quotidiano lì in Accademia. Aveva cercato di essere quanto più discreta possibile e forse i primi due giorni ci era anche riuscita, lanciandogli solo quale occhiata di sfuggita e nulla di più. Ma le cose erano andate peggiorando col passare del tempo e anche a causa dell'inesperienza dell'americana. Riuscire a non apparire una stalker era veramente difficile, specie quando quel ragazzo continuava ad esercitare su di lei un fascino e un'attrazione maggiore rispetto a tanti altri. Il desiderio di provare a scambiarci qualche parola era diventato, quindi, sempre più forte. Stessa cosa non si poteva dire per il coraggio della Bishop invece, rimasto praticamente a zero. Ogni volta che vedeva il Ravnick, Cece provava una forte conflitto interiore che si divideva fra il continuare ad osservarlo da lontano e il provare a buttarsi -come le aveva suggerito di fare Doc- e scambiare qualche parola con lui. Sì, ma cosa mai avrebbe potuto dire ad uno come Haytham?
Ciao, sono Cece Bishop e provo da un po' di tempo una strana forma di attrazione fisica verso di te. Ti va di conoscerci meglio?
Suonava davvero ridicolo, assurdo e da maniaca sessuale! Non aveva alcuna esperienza con i ragazzi, non quando si trattava di partire dalle basi: con Aaron era stato tutto molto più semplice, perché era stato proprio il ragazzo a provarci con lei, andando oltre le stramberie che a volte la Bishop esibiva. Ma con questo ragazzo, che cosa avrebbe dovuto fare? Lo vedeva ridere e scherzare con gli amici e si sentiva attratta da quel sorriso dolcissimo, quasi in contrasto su una faccia da schiaffi come la sua. L'aria da ribelle l'aveva ancora, eppure Cecilia non riusciva proprio a fare a meno di osservarlo, da lontano, nascosta parzialmente dietro un tronco d'albero, indecisa se partire all'attacco oppure se continuare a rimanere nascosta in mezzo al verde. Ad un tratto, quando i due ragazzi si allontanarono dalla panchina dove era seduto Haytham, Cece potè vedere qualcosa di assolutamente raro e prezioso in lui: uno sguardo molto più maturo, intenso e riflessivo, che la lasciò sorpresa e anche un po' rapita. Poteva davvero un teppista possedere uno sguardo simile? Forse aveva ragione Doc, forse lo aveva giudicato male e troppo in fretta. Avrebbe dovuto raccogliere il coraggio e provare a parlarci lei stessa, anche solo per vedere come si sarebbe comportata con lei. Ci mise qualche secondo per decidersi infine, ma quando lo fece un lieve sorriso spuntò sulle labbra dell'americana, mentre usciva allo scoperto e si dirigeva, finalmente decisa, verso il punto dove era seduto il MagiArcheologo.
Peccato che Haytham invece non fosse dello stesso avviso. Dopo aver finito di bere la sua lattina, il ragazzo si alzò in piedi dirigendosi verso un angolo nascosto dell'edificio, sparendo completamente dalla vista dell'americana.
Oh no!
Presa dal panico di non avere più un'opportunità come quella, la bionda si diresse verso lo stesso luogo del Ravnick, quasi correndo per cercare di diminuire la distanza fra di loro. Quando però girò anch'essa l'angolo, non vide più il bel ragazzo moro con gli occhi azzurri, ma qualcosa di decisamente più pericoloso.
Hiiiiii...!!
Dodicesima puntata di "Wild Nature", I serpenti più velenosi del mondo e dove trovarli. Taipan comune, nome tassonomico Oxyuranus. Velenosissimo. Queste informazioni passarono più veloci della luce nella mente di Cece, mentre con un balzo inciampò nei suoi stessi piedi e finì col culo per terra, dolorante e paralizzata dal terrore. Quegli idioti del centro di Ricerca Scientifica Sperimentale si erano di nuovo lasciati sfuggire le loro cavie da laboratorio, una cavia che al momento sembrava ben intenzionata a far del male alla bionda. La Bishop non aveva la minima idea di cosa fare: la bacchetta era nella sua borsa e ogni movimento brusco avrebbe potuto innervosire il serpente, spingendolo ad attaccarla.
B-buono piccoletto...sta buono... Giuro non voglio farti del male...se mi lasci andare, t-ti prometto che ti libero...
La paura la rendeva proprio scema se credeva di poter comunicare in quel modo con un rettile. Infatti il taipan sembrò non prestarle ascolto, emettendo invece il suo tipico verso e facendo anche qualche scatto in avanti, facendo mancare al cuore della studentessa almeno cinque o sei battiti tutti d'un colpo.
... AAASSATASSSAAA...
AAAAAH! Ti prego, ti prego, ti prego, non uccidermi!
Chiuse gli occhi, incapace di assistere allo scempio che il taipan avrebbe fatto di lei una volta morsa, quando una sonora risata la spinse a riaprirli, incredula, trovandosi di fronte proprio il ragazzo che stava seguendo poco prima.
... E ti avverto, la prossima volta potrei anche morderti...
Era tutto uno scherzo. Haytham sapeva trasformarsi in serpente e le aveva fatto uno scherzo. Ancora col culo ancorato a terra, Cece lo vide sorpassarla senza dire un'altra parola, soddisfatto probabilmente di aver eliminato definitivamente la sua ostinata pedinatrice.
Lo sapevo... Lo sapevo che non mi ero sbagliata!
Disse dentro di sé furiosa, provando a rialzarsi non appena avesse sentito le proprie gambe riacquistare forza e stabilità e togliendosi la polvere che si era concentrata all'altezza del suo fondoschiena.
Teppista, mascalzone e delinquente! Altro che parlargli, d'ora in avanti gli starò ben lontana, lontanissima!
Si disse, ancora un po' pallida, ma tutto sommato intatta. Avrebbe tanto voluto dirgliene quattro, ma c'era di mezzo il fatto che la Bishop non aveva fatto proprio una bellissima figura di fronte al Ravnick. Fu quindi ancora leggermente scossa dall'accaduto e anche un po' arrabbiata che la bionda si decise infine a rientrare in Accademia, per cercare l'unica persona che avrebbe saputo ascoltarla e consolarla.
Leeeeeeeeeex! Dove eri finita? Non sai che cosa mi è successo....
{Autoconclusiva}
-
Cecilia
- Ricercatore Capo
-
- Grado: 10
-
- Messaggi: 228
- Iscritto il: 11/04/2015, 22:06
|
|
da Cecilia » 17/05/2015, 15:46
{27/03/10 -Ufficio del professor Kettlewell - 14:50}
Professore! Professor Kettlewell, mi scusi...
Signorina Bishop, al momento sono molto impegnato e ho un sacco di lavoro da fare.
Lo so professore, ne sono consapevole, ma sono due settimane che sto aspettando la sua risposta alla mia domanda come sua assistente e non mi ha ancora fatto sapere nulla. Ho cercato di non disturbarla ma sa, il tempo passa e per me è fondamentale iniziare quanto prima possi-
Aaaah, giusto, giusto... La mia risposta è no.
C-come scusi? Ma perché?
Non ho bisogno di assistenti al momento.
Ma se il suo ex-assistente mi ha assicurato che ne stava cercando proprio uno!
Per la miseria, lui e quella sua boccaccia... Va bene, non ho bisogno di LEI come assistente signorina Bishop. E ora se ne vada, ho molte cose urgenti da fare.
Ma-
Ho detto FUORI!
Raccogliendo la propria borsa e il computer portatile, la Bishop uscì fuori dall'ufficio, dirigendosi verso l'esterno dell'Accademia. Se una piccola parte di lei, in tutto quel tempo, aveva sperato che non fosse lei il motivo per cui nessuno la prendeva come assistente, adesso -dopo la sfuriata di Kettlewell- ne aveva la assoluta certezza. Aveva forse dei pessimi voti agli esami? Era troppo organizzata e precisa per loro? No, semplicemente nel corso di quei mesi la bionda si era fatta una nomea fra i vari docenti dell'A.G.E.R come una bella gatta da pelare e una grana grossa da dover gestire. Insomma una rompipalle. E nessuno dei signori lì presenti era disposto a prendersi una rompipalle, anche se questa possedeva un cervello di tutto rispetto e una capacità organizzativa impressionante. Era abituata a non essere amata dai suoi coetanei, ma era la prima volta che anche gli "adulti" la scansavano per il suo modo di essere e di fare. Una delusione che, aggiunto ad uno stato d'animo non particolarmente felice, non faceva altro che buttarla giù.
Ho bisogno di qualcosa di dolce...
Per tirarsi su di morale, per mettere qualcosa nello stomaco, per non pensare alla voglia matta che aveva di piangere. Deviò verso la caffetteria dell'Accademia, comprando un enorme bombolone ripieno di crema e facendoselo incartare per poterlo mangiare in santa pace all'esterno. Non aveva voglia di rimanere chiusa lì dentro, sentiva il bisogno di prendere un po' di aria pura, di stare sotto il sole e di non avere altri esseri viventi attorno a lei. Tanto, a parte Alexis -impegnata in quel momento in laboratorio- non avrebbe saputo con chi altro passare quelle ore di pausa.
{Giardino esterno - 15:30}
Ed eccola lì, seduta su una panchina a guardare di preciso non si sa cosa e a gustarsi un dolce ipercalorico e ripieno fino a scoppiare. Fra l'altro era la stessa panchina dove qualche settimana prima aveva seguito Haytham, senza avere però la possibilità di parlargli. Dopo lo sfogo avuto con Alexis, la Bishop aveva riflettuto e ragionato che forse la Parker non aveva poi tutti i torti. Ma tanto, era inutile porsi il problema di dover andare dal ragazzo e chiedergli scusa o dimostrargli tutta la grinta di cui lei era provvista -una scorta enorme, come no!- perché il Ravnick stesso sembrava sparito dalla circolazione. Cece non l'aveva più incontrato e da un lato era meglio così: non aveva tanta voglia di parlargli, anche perché aveva ora ben altro in mente a cui pensare. Se non fosse diventata assistente non avrebbe ottenuto dei crediti in più e questo significava che sarebbe stata destinata a rimanere una fra tante nella massa. Doveva trovare il modo di distinguersi, a tutti i costi!
Tu avresti saputo cosa fare...
Si stava riferendo ovviamente ad Aaron, che rispetto a Cecilia sapeva come farsi ascoltare dal prossimo ed essere convincente. Lei invece mordeva e graffiava solo quando considerava ci fosse in atto un'ingiustizia, ma a parte risultare una rompiscatole non riusciva ad ottenere altro. Ok, forse qualche risultato lo aveva ottenuto, ma solo perché prendeva gli altri per sfinimento, non certo perché li convinceva delle sue buone ragioni! E in ogni caso, il bonbolone alla crema, per quanto goloso, non riusciva proprio a mandarlo giù, lasciandolo intatto e posato su un tovagliolo di carta sopra le proprie ginocchia.
Cavolo...mi viene da piangere...
Si tolse gli occhiali e per un momento nascose il viso dietro le mani, chiuse a pugno e posate sulla sua fronte abbassata, mentre cercava di resistere a quell'impulso per nulla carino da fare all'aperto e dove tutti avrebbero potuto vederla. Non era sicura in realtà che qualcuno si sarebbe mai accorto delle sue lacrime, ma tanto cosa le importava? In quel momento era sola, completamente sola. E il senso di vuoto per la morte di Aaron sembrava essere tornato proprio nel momento in cui lei si sentiva più debole.
-
Cecilia
- Ricercatore Capo
-
- Grado: 10
-
- Messaggi: 228
- Iscritto il: 11/04/2015, 22:06
|
|
da Haytham » 17/05/2015, 19:50
27/03/2110 Bar Interno dell'A.G.E.R. & Zona Giardino Esterno Groenlandia 15:25
Scusa, posso avere una bomba alla crema?
Mi spiace ma sono appena finite!
Cosa? Eh? Come? Davvero?
Già, sono desolata... L'ultima l'ha presa proprio poco fa quella ragazza laggiù che sta andando via.
Mmmhh...
Haytham osservò la figura di Cecilia che si stava avviando in direzione della zona giardino.
... Ok, allora cambio idea, potrei avere...
Quella mattina, il responsabile della divisione di ricerca dell'A.G.E.R. era tornato nella sezione accademica per svolgere alcune fastidiose questioni burocratiche ed iniziare a familiarizzare con il corso che sarebbe cominciato entro una mesata scarsa. Le scartoffie non erano poche ma ciò che lo infastidiva di più era il non potersi godere i suoi zuccheri preferiti prima di proseguire col lavoro. Quando ancora frequentava l'Accademia, la bomba alla crema rappresentava una alleata preziosa nelle nottate più pesanti. Una volta la caffetteria ne prendeva molte di più, adesso sì che erano diventati dei veri taccagni, e dire che i soldi mica mancavano! Camminando nella stessa direzione intrapresa dalla Bishop, Haytham raggiunse il luogo dove, qualche tempo prima, le aveva fatto uno scherzo davvero niente male, di quelli che a lui venivano pressoché spontanei. Un vero burlone nato, che non tutti avrebbero apprezzato, lei in primis. La vide seduta sulla panchina, completamente da sola e inarcò il sopracciglio destro, rimanendo qualche secondo ad osservarla. Sembrava molto, molto disperata e depressa. Evidentemente aveva litigato col fidanzato, oppure aveva ricevuto un brutto voto ad un test. Poteva succedere, ma ricordava alla perfezione quando andavano male a lui i test e in quelle rare occasioni era meglio stargli molto lontano. Quando si accorse che la bionda stava per mordere la bomba alla crema strinse il pugno... ma per fortuna, le era passato l'appetito!
Fiuuu... La mia bomba è salva!
Si passò una mano sulla fronte, come se avesse scampato un immane pericolo, decidendo infine di farsi avanti con la ragazza in modo da smetterla di sembrare aver scambiato con lei il ruolo di guardone maniaco. Forse la ventenne con gli occhiali non si sarebbe accorta subito di lui, troppo impegnata a decidersi se piangere o meno, ma presto o tardi le parole di Haytham l'avrebbero destata dalla sua marea di pensieri ed elucubrazioni di ogni genere, spingendola a voltarsi per guardarlo. Il MagiArcheologo intanto, si era sistemato tranquillamente seduto sulla panca vicino a lei. Teneva un cibo in mano che le porse sotto gli occhi con estrema sicurezza, perché sapeva essere il giusto elemento di scambio, l'aveva sentito.
Ti propongo un affare: la tua bomba per questo! Ci puoi stare?
Indosso aveva una polo di color celeste denim, jeans neri, scarponi da trekking bianchi e una giacca di jeans ugualmente nera.
Giornataccia?
-
Haytham
- Ignis Tonum
-
- Grado: 13
-
- Messaggi: 76
- Iscritto il: 25/04/2015, 20:31
|
|
|
|
|
|
Data |
Utente |
Tipo Dado |
Risultato |
|
2015-09-21 23:27:35 |
Thera |
d20 |
7 |
|
2015-09-21 11:51:54 |
Rebecca |
d20 |
4 |
|
2015-07-10 22:49:35 |
Cecilia |
d20 |
4 |
|
2015-07-10 22:47:53 |
Sandyon |
d20 |
16 |
|
2015-05-01 16:32:00 |
Cecilia |
d20 |
8 |
|
2015-04-15 22:12:09 |
Cecilia |
d20 |
2 |
|
2015-04-15 22:11:54 |
Cecilia |
d20 |
9 |
|
2015-04-15 22:11:40 |
Cecilia |
d20 |
11 |
|
| |
|
|
|
|
|
|
|
|
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite
| |
|
|
|
|
|
|