... Arya.
Sì, Milady?
Chiama due guardie.
Voglio che sleghino il prigioniero, che lo mettano in una cella e gli diano pane ed acqua.
Ma... Lady Razìa, i Vostri genitori hanno detto...
So quello che hanno detto, Arya.
Ed io ti dico di chiamare le guardie e riferire le mie parole. Me la vedrò io coi Jinn, non temere, non verrai punita per questo.
Clemenza nei suoi confronti o desiderio di prolungare quella tortura ancora per un po', facendogli riprendere le forze per poi togliergliele?
Shay poteva soltanto chiedersi mentalmente cosa passasse nella testa dell'Erede dell'Acqua, mentre due guardie lo prendevano di peso ancora legato e lo buttavano in una cella, fornendogli un tozzo di pane morbido e acqua fresca, il quantitativo equivalente in una brocca di mezzo litro.
Inutile dire che Patrick consumò il pasto piuttosto velocemente, necessitando di energie e di sostanze nutritive per non morire.
Non mi hai ancora detto il tuo nome, Licantropo.
Ve lo dirò quando la smetterete di chiamarmi con disprezzo.
Non sono un vostro suddito, non seguirò gli ordini per paura della vostra collera, tanto sono già un condannato a morte.
Se davvero vorrete credermi e salvarmi, sarà per onore alla verità, non certo per la mia devozione.
Oltre al fatto che non mi sento proprio di rispettare chi mi ha fatto riempire di torture senza prima ascoltare la mia versione.
Che poi lei in quel momento fosse fuori dal Castello era un dettaglio che non conosceva affatto, ma in fondo il discorso poteva anche essere esteso ai genitori, i Jinn. Nel Mondo Magico, per quanto crudele e bastardo, esistevano delle regole e fra queste c'era anche l'obbligo di un regolare processo a chiunque, prima di stabilire una pena di qualsiasi genere. Le ferite finalmente tornavano a guarire, anche grazie al cibo ingerito, troppo poco per il suo reale bisogno ma era già qualcosa. Si appoggiò con la schiena al muro, fissando l'Erede dell'Acqua.
Vorresti il Ghiaccio, desideri un Elemento... tu, che sei un abominio della natura.
Non mi state invogliando poi molto a presentarmi.
Non che penso ve ne freghi molto della mia identità, comunque.
Ciò che io possiedo e che tu aneli viene messo a frutto per il benessere di Gaia, per il mantenimento e la protezione dell'Equilibrio... se il Mana avesse voluto fartene dono, non saresti qui a sperare nella mia riconoscenza per ottenere uno, perciò perché mai ti dovrei accontentare?
Perché forse il Mana ha voluto che io mi trovassi qui, oggi, pronto a ricevere ciò che ritiene mi possa spettare.
Le vie dell'Equilibrio sono infinite, inoltre sono a conoscenza dei miei doveri, qualora dovessi ricevere il Ghiaccio.
Dovrei aderire alla Gilda Acuan, mi hanno spiegato i pro e i contro di possedere un elemento.
Inoltre dubito tu lo voglia davvero... non sapendo a cosa vai incontro...
L'occhio del ragazzo si fece più vigile e attento, quasi interdetto.
Che cosa intendete?
... se un Erede dona un Elemento ad una persona che non lo possiede, che non ha in sé nemmeno la più piccola scintilla, si crea un legame indissolubile tra i due, nel quale la seconda, per riconoscenza, proverà un istinto di preoccupazione e protezione nei confronti della prima.
... Oh no...
Se anche la storia che mi hai raccontato fosse vera, ed ammettendo che ti debba la mia vita, dubito che tu voglia legarti a me per sempre... sbaglio?
No, non sbagliate affatto.
Porca di una stramaledettissima puttana!
... Non voi, sia chiaro... Meglio precisare, era solo un'imprecazione.
Diede un cazzotto al terreno, con quella pochissima forza che gli era tornata, affranto da quella notizia sconcertante e fastidiosa.
Tutto voleva meno che diventare il cagnolino da compagnia e protezione dell'Erede dell'Acqua. Magari gliela avrebbe pure data una bella ripassata, in fondo prometteva bene sotto quel vestito da nobile Druida, ma sentirsi perennemente preoccupato per lei, legato a lei, no, assolutamente no. Anche se l'effetto poteva essere non esplosivo ma blando, fatto stava che c'era: Shay avrebbe percepito in sé il minimo desiderio di stare a contatto con lei di tanto in tanto per sapere se stesse bene, facendole pure visita al Castello. Già, magari beccandosi anche un altro poco di frustate giusto per divertimento del Cancelliere stronzo. Sbuffò, esaurito ed esausto, cercando di alzarsi in piedi anche se i polsi bloccati non lo aiutavano molto nell'impresa. Poi fece qualche passo, appoggiandosi alle sbarre della cella, fissando Razìa.
Sentite, va bene così, vi ho salvato la vita e vorrà dire che... che... imparerò da solo a controllarmi.
Desideravo il Ghiaccio perché una mia cara amica una volta mi disse che l'elemento influenza il nostro carattere, influenzandolo.
In passato, per colpa della mia impulsività ho fatto sì che molte vite andassero perse, vite alle quali ero affezionato, amici, fratelli.
Volevo che il Ghiaccio mi aiutasse a placare l'istinto e a far sopraggiungere prima la ragione, per essere un uomo diverso, un Lupo diverso e badate bene... non Licantropo, ma Lupo. Sono nato da due Licantropi e mi sento un Lupo dentro e fuori, con o senza la Luna Piena.
Magari per voi non dovrebbe essere un vanto ma la vostra opinione mi è di poco interesse, so che fate di tutta l'erba un fascio, per quanto immagino sia più un motto adeguato alla vostra amica della Terra...
Sbuffò divertito, poggiando la fronte sul ferro freddo della sbarra, reggendosi a mala pena ma trovando sempre più stabilità.
Non esiste nessun complotto del Branco contro di Voi.
Ce n'era uno degli Esclusi ed ho contribuito a sventarlo, una stretta di mano e mandatemi via di qui.
Lunga vita alla dinastia dell'Acqua e tanti cari saluti, dell'elemento a quanto pare dovrò farne a meno.