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Atwood&Rosenberg • Agenzia Investigativa • Boston (Massachusetts) • U.S.A.

MessaggioInviato: 07/01/2015, 12:43
da Monique
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Work in Progress

Re: Atwood&Rosenberg • Agenzia Investigativa • Boston • U.S.A.

MessaggioInviato: 21/03/2016, 21:24
da Nimue
@ 3.1.12 ¬ Boston (Massachussetts) ¬ Heaven Café ¬ 10.51 a.m. @


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Fissava l'agenzia investigativa dalla vetrina di quel café da almeno dieci minuti.
Di fronte a sé, un caffè macchiato praticamente intatto.
Anzi, sarebbe stato meglio berlo.
Ci provò, prendendone un sorso.
La smorfia sul suo volto fu più che eloquente.
Faceva schifo.
Sospirò, passandosi una mano tra i capelli mori, leggermente mossi.
Aveva scelto un look anonimo apposta.
Non voleva che qualcuno la riconoscesse, nemmeno per sbaglio.
Poco probabile, visto che non aveva alcuna conoscenza a Boston.
Ma non si poteva mai sapere.
Jeans skinny.
Stivaletti alla caviglia con tacco a stiletto, di colore nero.
Maxi-maglia a maniche lunghe, a righe bianche e nere.
Un cappotto da donna, nero, con bottoni bianchi, lungo fin oltre i fianchi.
Ed una maxi-bag, sempre di colore nero.
Con sé non aveva portato molto.
La bacchetta magica, ovviamente.
Poi il portafoglio, dei fazzoletti, una trousse per il trucco, ed il cellulare babbano.
Aveva riflettuto a lungo sul da farsi, riguardo al motivo per cui si trovava lì.
Cercare informazioni o meno?
Lasciar perdere, o insistere?
Caleb le aveva detto di seguire il proprio istinto.
Ed era ciò Nimue, alla fine, aveva deciso di fare.
Per un momento, il suo pensiero volò a Xander.
Non l'aveva praticamente più visto, dopo Capodanno.
Ma non aveva fretta.
Era convinta che il Destino le avrebbe dato una mano.
Perché il Destino l'aveva portato da lei.

D'accordo, muoviamoci.

Pensò la texana, tra sé.
Si alzò in piedi, indossò il cappotto, prese la borsa e pagò.
Il caffè, praticamente, non l'aveva bevuto.
Magari gliene avrebbero offerto uno nel posto in cui era diretta.

@ 3.1.12 ¬ Boston (Massachussetts) ¬ Agenzia Investigativa Atwood&Rosenberg ¬ 11.04 a.m. @


Aveva impiegato meno di cinque minuti, per raggiungere l'agenzia.
Le avevano detto che fosse la migliore di tutta Boston.
Forse anche del Massachussetts.
E se doveva ricorrere ad un'agenzia di investigazione, la Allen voleva che fosse la migliore.
E magari anche il più lontano possibile da casa.
Non aveva detto ai genitori della sua idea di cercare la sorellastra.
Solo Caleb ne era al corrente.
Ma tanto lui non avrebbe mai detto nulla.
Poteva starne certa.
Arrivò di fronte alla porta d'ingresso.
Osservò la targhetta accanto ad essa.
"Atwood&Rosenberg" ... suonava bene.
Prese un paio di lunghi e profondi respiri, poi finalmente suonò il campanello.
Attese, fremendo.
E quando una giovane donna bionda le aprì, Nimue le sorrise, un po' goffamente e con evidente imbarazzo.
Ora sì che le stavano venendo un sacco di dubbi.

Buon... giorno.
Non ho un appuntamento, ma avrei bisogno di una... consulenza.
C'è qualcuno disponibile ad ascoltarmi?


Si faceva così?
C'era una procedura, forse, da seguire?
Beh, tanto lei non la conosceva.
Quindi, in quella situazione, improvvisare era la cosa migliore.

Spoiler:
Caroline Priscilla

Re: Atwood&Rosenberg • Agenzia Investigativa • Boston • U.S.A.

MessaggioInviato: 22/03/2016, 18:41
da Caroline Priscilla
[3 Gennaio 2112 - Agenzia Investigativa Atwood & Rosenberg, Boston - Ore 9:45]


Allora Cappie, stammi bene a sentire, ho avuto una emergenza, devo recarmi di corsa al Ministero, a Washington, per parlare con alcuni responsabili di un caso piuttosto complesso, ma non posso portarti con me, primo perché non capiresti niente e secondo perché è top secret, roba governativa.

O-ok! Quindi cosa faccio se viene un cliente? Lo ricevo e gli dico di aspettare oppure mi faccio raccontare perché è qui o lo mando via...

Mh… Se dovesse arrivare qualcuno, fallo accomodare e fatti spiegare attentamente di cosa ha bisogno.
Qualora dovesse chiedere espressamente di noi, allora fatti rilasciare tutti i dati e una sintesi del caso.
Se invece volesse semplicemente una consulenza o non gli importasse a chi dare l’incarico è molto probabile che si tratti di qualcosa di piccolo quindi… Prova ad occupartene tu.


D-DAVVERO?!

Sono uno che scherza sul lavoro?

Va bene, ho capito, sei la persona più seria che io conosca!
Vai, me la caverò!


Con quella piccola battuta e dopo qualche altra raccomandazione, Marshall aveva lasciato l'agenzia completamente in mano alla giovane apprendista O'Neill che, per contenere l'agitazione e l'euforia, era stata costretta a bere un sorso della sua tisana speciale per calmarsi. In realtà, col passare del tempo, Cappie si sarebbe tranquillizzata a prescindere dato che quella sembrava prospettarsi come una mattinata noiosa e soprattutto povera di clienti. Non svolgendo ancora mansioni da segretaria, non poteva nemmeno portarsi avanti col lavoro perchè all'effettiva non aveva assolutamente nulla da fare lì dentro.
Nell'arco quindi di quell'ora e mezza, la Ignis si dilettò a giocare un po' con il suo Ermes -dandogli ordini che lui eseguì come un bravo animaletto domestico-, prendendo la bacchetta ed esercitandosi in qualche incantesimo innocuo e soprattutto privo di senso, giocherellare un po' con il suo orologio da polso e poi con i capelli, che infine legò su in uno chignon morbido e raffazzonato alla bell'e meglio. Solo verso l'ultima mezzora -ovvero quando ormai le era chiaro che probabilmente quella giornata l'avrebbe passata nel mortorio più totale- tirò fuori uno dei libri che le aveva consigliato di leggere Marshall come ulteriore rafforzamento e avvicinamento alla carriera, che riportava in maniera specifica e tecnica i casi più eclatanti della storia di Boston. Si trattava di indagini svolte dalla polizia magica o da singoli che coinvolgevano criminali di una certa entità, scritto in maniera molto avvincente ma a volte anche complessa. Non per lei che era una Fulmen, certo, ma di sicuro ci voleva una certa dose di concentrazione per finire di leggere tutto quel libro e -per fortuna della O'Neill- sembava che quel giorno il tempo si sprecasse.
Indossava un paio di jeans con delle ballerine nere, con tanto di pois bianchi in punta e fiocchetto decorativo, una maglia a maniche lunghe larga coloro azzurro cielo e una giacchetta nera con spalline, lasciata completamente sbottonata. Il tatuaggio Ignis -sul piede- poteva essere visibile per qualsiasi gildato, ma non l'anello, che la ragazza aveva scelto di mettere al piede. Invece, era possibile intravedere un altro anello -l'Elogio del Mana- per il momento usato come semplice elemento decorativo, così come l'amuleto MagiFortunato e un paio di orecchini pendenti con perline bianche. Cappie non era mai stata quella che solitamente veniva definita una secchiona, ma quando un argomento la interessava particolarmente dimostrava di possedere delle ottime capacità di concentrazione e di elaborazione, riuscendo ad immagazzinare una buona quantità di informazioni senza alcuno sforzo. Ovvio che lei in quello fosse avantaggiata, ma certo non poteva fare altrimenti dato che ormai l'essere una Fulmen faceva parte della sua natura e non avrebbe mai saputo come far sparire quella parte di sè... Nè in realtà l'avrebbe mai voluto.
Di tanto in tanto la ragazza si permetteva anche di far vagare la mente verso il fidanzato -Vergil- e ogni volta era costretta a fare un grosso sforzo per far sì che il cuore smettesse di battere così forte e il sorriso sul suo volto si dileguasse in un'espressione serena ma tranquilla. Dopo quanto saputo a Natale, sentiva che il suo legame con il Cartwright più giovane si fosse stretto ancora di più e -cosa ancora più importante- che ogni ferita inflitta da Axell -e di riflesso Victoria- stava guarendo completamente, lasciando in lei solo una dolce serenità nel cuore. Aveva rivisto la Randall poco prima di Capodanno, desiderosa di sapere come le fossero andati gli esami e facendosi anche aggiornare sulle aspettative future dell'ex Draghessa, che aveva spiegato all'irlandese della sua decisione di studiare per bene la MagiArcheologia all'interno di un facoltoso istituto situato a Cipro. Cappie era stata molto felice per lei, ma al tempo stesso aveva provato un sincero moto di dispiacere nel sapere che l'americana si sarebbe trasferita dall'altra parte del mondo. Per lei risultava sempre più difficile riuscire a mantenere i contatti con le persone che erano rimaste in Europa e sapeva anche che questo avrebbe potuto ritardare -e nei casi peggiori compromettere- la possibilità di recuperare la loro amicizia. Non voleva però essere troppo disfattista, non era nel suo carattere. Così, aveva scelto di mettere da parte i cattivi pensieri e invece concentrarsi su tutto ciò che stava andando in positivo nella sua visita, conscia che in qualche modo una soluzione si sarebbe trovata.
Era completamente assorbita all'interno di un altro avvincente caso, quando i suoi sensi da Ignis la fecero riemergere dalla lettura al suono -inconfondibile- del campanello. Scattò in piedi come una molla, dirigendosi immediatamente verso la porta, ritornando però indietro con altrettanata velocità per ordinare ad Ermes di mettersi in qualche punto e rimanere trasformato nella sua versione lanosa. Mancava solo che quando finalmente aveva la possibilità di ricevere un cliente completamente da sola, questo scoprisse l'esistenza della sua "pecora elettrica" in giro per lo studio!

Calma, seria e professionale!
Probabilmente devi solo accogliere il cliente e prendere delle informazioni, non succederà niente altro.


Dopo quelle rassicurazioni mentali, seguite da un profondo respiro per buttare fuori un po' di tensione, Cappie aprì finalmente la porta dell'Agenzia, esibendo un sorriso tranquillo che nascondeva, in realtà, l'euforia provata in quel momento [Talento(A): 24].

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Buon... giorno.

Buongiorno!
Benvenuta all'Agenzia Atwood & Rosenberg.
Come posso esserle utile?


Non ho un appuntamento, ma avrei bisogno di una... consulenza.
C'è qualcuno disponibile ad ascoltarmi?


Certo, si accomodi pure.
Mi segua, le faccio strada.


La ragazza che si era presentata a lei era giovane, giovanissima, anzi probabilmente condividevano la stessa età. Proprio come le aveva insegnato a fare Marshall, Cappie le lanciò delle occhiate veloci ma discrete, per cercare di comprendere dai vari dettagli qualcosa in più su di lei [Intuito(P): 23]. Quando le aveva stretto la mano, durante la presentazione, era riuscita a cogliere una certa callosità sulla punta delle dita, la stessa che in realtà portava lei anche se in misura minore. Da quello dedusse che fosse sicuramente una musicista o comunque che si dilettasse molto con uno strumento a corda, come la chitarra. Le sorrise, serena e felice di averla lì, anche perchè quella ragazza -possibilmente- sarebbe potuta essere la sua primissima cliente. La portò là dove era stata adibita una piccola scrivania per lei, con tanto di sedia per accogliere i clienti -anche se in realtà veniva usata più come ulteriore superficie di appoggio per qualche foglio o per la borsa- trovandoci però sopra Ermes in versione peluche, che aveva completamente travisato il suo concetto di "non farti notare".

Ma che...!
Mi scuso per il disordine, probabilmente deve essere caduto dalla scrivania quando mi sono alzata.


Mentì all'istante, prendendo il suo piccolino e sistemandolo appunto sopra la base di legno, cercando di calmarsi e facendo accomodare la ragazza prima di sedersi a sua volta.

Purtroppo nè il signor Atwood nè il signor Rosenberg sono al momento presenti, ma se le serve solo un consulto può parlare con me.
A proposito il mio nome è... Iris West, ma può tranquillamente chiamarmi solo Iris.
Allora, come mai è qui?
Mi spieghi pure la sua situazione.


Spoiler:
Nimue

Re: Atwood&Rosenberg • Agenzia Investigativa • Boston • U.S.A.

MessaggioInviato: 22/03/2016, 19:22
da Nimue
Buon... giorno.

Buongiorno!
Benvenuta all'Agenzia Atwood & Rosenberg.
Come posso esserle utile?


Non ho un appuntamento, ma avrei bisogno di una... consulenza.
C'è qualcuno disponibile ad ascoltarmi?


Certo, si accomodi pure.
Mi segua, le faccio strada.


La bionda non era l'unica a studiare l'altra figura presente all'interno dell'agenzia.
Anche Nimue la stava studiando.
Seppur non avesse molto da considerare.
Al massimo poteva pensare che la ragazza fosse giovane.
Forse erano coetanee?
Ed era anche molto, molto bella.
Non che fosse un malus, anzi.
Semplicemente non aveva mai considerato la possibilità che un'investigatore potesse/dovesse essere tanto bello.
Beh, investigatrice, in quel caso.
Avrebbe dovuto fare la modella.
Di sicuro avrebbe avuto un gran successo.
Seguì la ragazza, comunque, passando dall'ingresso al suo... ufficio?
Beh, c'erano una scrivania e due sedie, quindi poteva considerarlo tale.
Peccato che quella ad uso dei clienti fosse già occupata.

Ma che...!
Mi scuso per il disordine, probabilmente deve essere caduto dalla scrivania quando mi sono alzata.


Un peluche fatto di lana?
Forte, è molto dolce!


Le sorrise leggermente, sincera.
Le piacevano molto i pupazzi, nonostante l'età adulta.
E non ci vedeva nulla di male.
Si accomodò, quindi, sulla sedia ora libera.
Si tenne la borsa sulle gambe, mentre si spostava i capelli dietro l'orecchio.
Era visibilmente nervosa.
Ma ormai era arrivata fin lì.
E non poteva proprio permettersi di tornare indietro.

Purtroppo nè il signor Atwood nè il signor Rosenberg sono al momento presenti, ma se le serve solo un consulto può parlare con me.

Non ho preferenze nel parlare con l'uno o con l'altro; se non si fosse capito, è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere, quindi...

Quindi non era ben sicura di come comportarsi.
O se la sua situazione necessitasse di Atwood o Rosenberg.
Che poi manco li conosceva, come faceva a sapere se facessero al caso suo?

A proposito il mio nome è... Iris West, ma può tranquillamente chiamarmi solo Iris.
Allora, come mai è qui?
Mi spieghi pure la sua situazione.


D'accordo.
Io mi chiamo Nimue... Nimue Allen.


Tanto valeva presentarsi.
O forse avrebbe fatto meglio a dare un nome falso?
Beh, tanto ormai era andata.

Sono qui perché avrei bisogno di informazioni su una persona: non ho una sua foto, so soltanto il suo nome e che vive in Inghilterra, pensa che come informazioni iniziali possano bastare?

Forse era troppo poco, lo capiva.
Ma non poteva chiedere al padre più dettagli sulla sorellastra.
L'avrebbe insospettito, l'avrebbe spinto a chiederle il perché di quella curiosità.
Ed era l'ultima cosa che la Allen voleva.
Attese quindi la risposta di Iris.
E se quest'ultima fosse stata positiva, allora avrebbe proseguito.

La persona di cui vorrei quante più informazioni possibili...
Si chiama Lindë Vilvarin.


Spoiler:
Caroline Priscilla

Re: Atwood&Rosenberg • Agenzia Investigativa • Boston • U.S.A.

MessaggioInviato: 22/03/2016, 23:10
da Caroline Priscilla
Più guardava Nimue, più qualcosa nei suoi tratti le sembrava familiare, come se la conoscesse o forse era meglio dire come se avesse visto quei lineamenti in qualcuno di sua conoscenza. Cappie non ci badò molto a dire la verità, perchè anche se fosse poteva essere una coincidenza bella e buona che lei avesse una somiglianza con un suo conoscente. La fece accomodare all'interno dell'ufficio, facendo sparire immediatamente Ermes dalla sedia e posandolo sulla scrivania, evitando di lanciargli un'occhiata solo perchè sarebbe apparsa strana alla sua nuova -e prima- cliente.

Mi scuso per il disordine, probabilmente deve essere caduto dalla scrivania quando mi sono alzata.

Un peluche fatto di lana?
Forte, è molto dolce!


Sì, è un po' il mio portafortuna...

Così non sarebbe apparso troppo strano che una ragazza già adulta come lei avesse con sè un peluche e per di più dalla forma molto singolare. Mentre si sedevano, altri dettagli saltarono agli occhi della O'Neill, come il palese nervosismo che trapelava dai gesti e dalle parole della Allen mentre parlava con lei. Forse si trattava di un lavoro troppo difficile da svolgere per l'irlandese, ma visto che ancora non sapeva nulla prima di deciderlo era meglio ascoltarla e chiederle che cosa volesse. Intanto però era meglio presentarsi con il falso nome scelto dalla Ignis per la sua carriera da investigatrice, esortando poi la ragazza a parlare liberamente.

A proposito il mio nome è... Iris West, ma può tranquillamente chiamarmi solo Iris.
Allora, come mai è qui?
Mi spieghi pure la sua situazione.


D'accordo.
Io mi chiamo Nimue... Nimue Allen.


L'accento non era quello di Boston, ma evitò di interromperla per chiederle da dove venisse. Al momento non era fondamentale saperlo e avrebbe sempre potuto rivolgerle quella domanda più tardi, se fosse saltata fuori l'occasione.

Sono qui perché avrei bisogno di informazioni su una persona: non ho una sua foto, so soltanto il suo nome e che vive in Inghilterra, pensa che come informazioni iniziali possano bastare?

A dire il vero sono un po' poche...- perchè potevano esserci tanti omonimi e l'Inghilterra non era sicuramente un paese piccolo -... Ma vedrò che cosa è possibile fare.
Intanto mi dica pure il nome in suo possesso...


Disse, prendendo il proprio taccuino e una biro, pronta a scrivere quella prima informazione così da non scordarla.

La persona di cui vorrei quante più informazioni possibili...
Si chiama Lindë Vilvarin.


... C-come?

La penna non iniziò neppure a scrivere, mentre l'irlandese alzò immediatamente lo sguardo su Nimue, sorpresa, parecchio, ma cercando di riprendersi in pochissimo perchè era meglio non far comprendere all'altra che forse sapeva già qualcosa.

Può ripetere il nome, credo di non aver sentito bene...

In fondo era molto particolare e di certo era una buona giustificazione alla sua reazione di prima. Una volta fatto finta di aver appuntato quel nominativo -finta perchè di sicuro non lo avrebbe mai scordato- Cappie posò la penna sul tavolo, congiungendo le punta delle dita sotto il labbro inferiore e prendendosi qualche secondo per osservare con attenzione la Allen, ora spiegandosi il motivo di quella strana sensazione, come se la conoscesse. Infatti, la somiglianza fra lei e il capo dei Terran era davvero impressionante.

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Allora, Nimue... Va bene se ti dò del tu?- chiese, preferendo passare ad un linguaggio più informale, data la giovane età dell'altra e il suo bisogno di metterla quanto più a suo agio possibile -Per questo genere di casi ci sono delle domande di routine che dovrò farti. Solitamente servono per carpire altre informazioni utili per aiutarmi a risolvere il caso, che magari sono in tuo possesso senza che tu lo sappia.

In verità Marshall e Edward le avevano insegnato che quando si chiedeva ad un investigatore di cercare una persona, era suo dovere tentare di capire il motivo per cui gli si stava affidando quell'incarico, in quanto spesso e volentieri potevano capitare spiacevoli sorprese come un omicidio premeditato. Nimue non sembrava affatto una persona pericolosa, ma nemmeno lei sembrava una ragazza capace di usare una spada e di trafiggere a sangue freddo un Lich, eppure lo aveva fatto quindi... Meglio non farsi ingannare dalle apparenze!

Intanto il motivo per cui stai cercando questa persona.
Per caso è una tua parente?
Come sei riuscita a scoprire il suo nome?
Ci sono altre persone oltre a te che la stanno cercando?
Lo so che può sembrare un interrogatorio ma in realtà questa è davvero la prassi.
Intanto vuoi qualcosa da bere? Abbiamo del caffè istantaneo, del tè, tisane e...
- si alzò in piedi, dirigendosi verso l'armadietto dove tenevano conservati generi alimentari come bevande e snack, trovando finalmente quello che stava cercando -... della cioccolata calda!
Oppure se preferisci andare sul classico, c'è anche una bottiglia d'acqua fresca, liscia e gassata.


Per fortuna nè Marshall nè Edward si facevano mancare niente in quello studio. Dopo aver preparato l'occorrente per la cliente, Cappie ritornò al proprio posto, sorridendo affabile e cercando di nascondere i propri reali pensieri, mentre i sensi erano allerta, pronti a individuare qualsiasi possibile menzogna.

Ti ascolto.

Re: Atwood&Rosenberg • Agenzia Investigativa • Boston • U.S.A.

MessaggioInviato: 23/03/2016, 12:58
da Nimue
Sì, è un po' il mio portafortuna...

Non dovrebbe lasciarlo in giro così, potrebbe sporcarsi...
O qualche cliente potrebbe sedercisi sopra senza che lei se ne accorga.


Lo disse in tono piatto.
Tranquillo.
In fondo, anche lei aveva il proprio portafortuna.
Il plettro che le aveva regalato Joe, il primo della sua vita.
Lo portava sempre con sé, nel portafoglio.
Se l'avesse perso, probabilmente ci sarebbe stata malissimo, per questo aveva dato quel consiglio all'investigatrice.
Non immaginando nemmeno, ovviamente, che quel peluche fosse molto più di un portafortuna.
Seduta di fronte ad Iris West, Nimue dimostrava chiari segni di nervosismo.
Beh, era la prima volta che si ritrovava in una situazione del genere...
E si sperava anche l'ultima.
Comunque si presentò col suo vero nome, e spiegò il motivo per cui fosse lì in quel momento.
Voleva cercare informazioni su una persona di cui sapeva solo nome ed ubicazione.
Ad essere onesti, le sembravano dettagli troppo miseri per investigarci sopra.
Ma non era il suo campo di competenza, quindi preferì chiedere.

A dire il vero sono un po' poche...
Ma vedrò che cosa è possibile fare.
Intanto mi dica pure il nome in suo possesso...


La persona di cui vorrei quante più informazioni possibili...
Si chiama Lindë Vilvarin.


... C-come?

A quella reazione, Nimue inarcò un sopracciglio.
Perché le era sembrata tanto sorpresa, l'altra?
Aveva forse già sentito quel nome, prima?
Che la sorellastra fosse una persona famosa, e la Allen ignorasse tale particolare?

Può ripetere il nome, credo di non aver sentito bene...

Ah, sì.
Lindë Vilvarin.


Lo disse piano, lentamente.
Fece anche lo spelling.
Capiva che non fosse il nome più comune del mondo.
D'altronde nemmeno lei, Nimue, ne aveva uno banale.
"Buon sangue non mente", avrebbero detto i babbani.
Lei non sapeva se esserne contenta oppure no.

Allora, Nimue... Va bene se ti dò del tu?

Certo, nessun problema.
Posso farlo anch'io?


Così parlare sarebbe risultato più facile per entrambe.

Per questo genere di casi ci sono delle domande di routine che dovrò farti. Solitamente servono per carpire altre informazioni utili per aiutarmi a risolvere il caso, che magari sono in tuo possesso senza che tu lo sappia.

Capisco...

Mormorò la mora, annuendo.
Il nervosismo, però, aumentò impercettibilmente.
Temeva che le domande di routine non le sarebbero piaciute affatto.

Intanto il motivo per cui stai cercando questa persona.
Per caso è una tua parente?
Come sei riuscita a scoprire il suo nome?
Ci sono altre persone oltre a te che la stanno cercando?


Devo proprio... rispondere a tutto?

Lo so che può sembrare un interrogatorio ma in realtà questa è davvero la prassi.

Mh...

Si stava velocemente pentendo di essere andata fin lì.
Non che avesse cattive intenzioni, ovviamente.
Ma l'idea di raccontare i fatti propri...
Odiava dover parlare di sé, di questioni private, con un estraneo.
Soprattutto se era costretta a farlo.
Forse, le ricerche, avrebbe dovuto farle per conto suo.
Ma non poteva certo alzarsi in piedi ed andarsene come nulla fosse, ora.
Non poteva semplicemente dire "ho cambiato idea".
Sarebbe parso troppo strano.
Mannaggia a lei.

Intanto vuoi qualcosa da bere? Abbiamo del caffè istantaneo, del tè, tisane e... della cioccolata calda!
Oppure se preferisci andare sul classico, c'è anche una bottiglia d'acqua fresca, liscia e gassata.


Un caffè andrà benissimo.

Anche perché non l'aveva bevuto, prima.
Poteva solo sperare che quello offertole fosse più buono.
Attese quindi che la ragazza le posasse la bevanda di fronte, e ne bevve subito un sorso.
Forse, visto il nervosismo, avrebbe dovuto chiedere un tè.
Non ne stava combinando una giusta.

Ti ascolto.

Ecco...
Sarebbero informazioni private, le risposte alle domande che mi hai fatto, quindi ammetto di non essere molto felice di condividerle...


Meglio essere sinceri.

Ad ogni modo non so se qualcun altro la stia cercando.
Io lo sto facendo perché ho scoperto da poco che lei... è mia sorella.
O meglio, sorellastra: mio padre ha avuto una storia con sua madre, che mi ha partorita e poi affidata alle sue cure, essendo già sposata e con una figlia... è stato lui stesso a dirmelo.


Breve pausa.
Nervosismo a mille.

Mi aiuterai a trovare informazioni su di lei?

Spoiler:
Caroline Priscilla

Re: Atwood&Rosenberg • Agenzia Investigativa • Boston • U.S.A.

MessaggioInviato: 23/03/2016, 19:16
da Caroline Priscilla
Non dovrebbe lasciarlo in giro così, potrebbe sporcarsi...
O qualche cliente potrebbe sedercisi sopra senza che lei se ne accorga.


Ha perfettamente ragione.
Dovrei metterlo al sicuro su qualche scaffale o magari in borsa, ma temo sempre di fargli un torto, come se potesse davvero essere vivo.


Ci scherzò un po' su e poi neanche tanto, visto che Ermes poteva seriamente rimanerci male se fosse stato costretto a rimanere dentro un luogo buio e chiuso senza motivo. La sua prima cliente era davvero giovanissima, probabilmente di un'area diversa da Boston e con dei tratti molto familiari per la Ignis. Quando Nimue le disse il nome della persona che stava cercando, Cappie per un attimo rischiò di -scusate il volgarismo- sputtanarsi, dato che la ragazza stava cercando niente di meno che la Terran Verdigris in persona. Anche se certo lei sembrava non sapere assolutamente chi fosse in realtà.
Non poteva essere certa che fosse la stessa -ma quante Lindë Vilvarin potevano mai esistere nel mondo?- tuttavia, per qualche istante un'idea accarezzò la mente dell'irlandese, che si chiese se per caso la mora di fronte a lei non fosse una possibile gildata in cerca del suo CapoGilda. Non doveva lasciarsi distrarre però da quel pensiero, anche perchè -se anche fosse stato così- a causa del suo stato attuale con l'elemento non avrebbe mai potuta riconoscerla come possibile gildata. Le fece quindi le solite domande di routine per tentare di capire il motivo per cui la stesse cercando, onde evitare possibili implicazioni omicide.

Allora, Nimue... Va bene se ti dò del tu?

Certo, nessun problema.
Posso farlo anch'io?


Certo che sì!
Per questo genere di casi ci sono delle domande di routine che dovrò farti. Solitamente servono per carpire altre informazioni utili per aiutarmi a risolvere il caso, che magari sono in tuo possesso senza che tu lo sappia.


Capisco...

Non sembrava particolarmente entusiasta della cosa. Non le fu difficile capirlo, ma certo questo non le semplificava nemmeno il lavoro. Marshall l'aveva avvisata e istruita che molti clienti potevano essere restii a parlare di sè, anche se le informazioni in suo possesso potevano essere utilissime per l'investigatore. Tuttavia, dato che lei era alle prime armi e non voleva certo rischiare di farsi scappare la sua prima cliente, Cappie decise che la cosa migliore fosse tentare di essere quanto più accomodante e gentile possibile, provando anche a metterla a suo agio offrendole qualcosa da bere. Dopo averle preparato un caffè -che seppur istantaneo era di una marca buonissima- la provetta investigatrice ritornò al proprio posto, sedendosi e aspettando dunque che ella rispondesse alle domande poste poco prima.

Ti ascolto.

Ecco...
Sarebbero informazioni private, le risposte alle domande che mi hai fatto, quindi ammetto di non essere molto felice di condividerle...


Ti assicuro che non voglio impicciarmi dei fatti tuoi, ma ciò che per te può sembrare irrilevante per me invece potrebbe essere un passo in più per aiutarmi nello svolgimento del mio lavoro.

Ad ogni modo non so se qualcun altro la stia cercando.
Io lo sto facendo perché ho scoperto da poco che lei... è mia sorella.


Appunto...

Pensò dentro di sè, annotando quel dettaglio sul proprio taccuino, continuando ad ascoltarla.

O meglio, sorellastra: mio padre ha avuto una storia con sua madre, che mi ha partorita e poi affidata alle sue cure, essendo già sposata e con una figlia... è stato lui stesso a dirmelo.

Sai dirmi approssimativamente quanti anni dovrebbe avere questa persona?
Magari tuo padre te l'ha descritta e ti ha detto se avete dei tratti in comune come il colore degli occhi o dei capelli?
Non credo che esistanto tante persone con un nome simile, ma se dovessi trovarne più di una almeno avrei un metro di paragone con cui confrontarmi e capire qual è quella giusta.


Aveva dirottato la conversazione sulla Vilvarin, provando a vedere se in quel modo Nimue fosse riuscita a sbloccarsi un po' di più. Era chiaro -per lei- che una volta terminata quella conversazione, prima di iniziare il lavoro, la O'Neill avrebbe fatto una ricerca completa su chi fosse esattamente Nimue Allen, sia per dovere professionale -come le avevano insegnato Marshall e Ryan- sia perchè non le andava proprio di figurare come quella che aveva consegnato la Sempreverde nelle mani di feroci assassini. Non credeva certo che potesse esserlo davvero, ma preferiva eccedere di meticolosità che fare il contrario.
Dopo aver annotato le eventuali risposte della texana, ci fu un momento di breve silenzio fra di loro, interrotto poi dalla successiva domanda di Nimue.

Mi aiuterai a trovare informazioni su di lei?

Cappie si bloccò di nuovo, lasciando scorrere il proprio sguardo su di lei. La ragazza non le stava chiedendo di accertarsi che Lindë fosse sua sorella, ma solo di trovare una persona che corrispondesse alle caratteristiche da lei elencate, ovvero di quel nome e residente in Inghilterra. Pur avendo il compito notevolmente facilitato, la O'Neill non se la sentiva proprio di svolgere quell'incarico senza prima aver messo in guardia la sua cliente: poteva attenersi minuziosamente a ciò che le aveva chiesto, ma ritrovarsi poi a non essere sicura del legame di parentela e quindi ad un eventuale errore da parte sua. Non voluto certo, ma proprio non se la sentiva di rischiare che Nimue spendesse fior fiori di galeoni per poi non essere sicura del risultato.

Nimue, tu mi sembri molto giovane, probabilmente io e te abbiamo la stessa età e per questo motivo non voglio mentirti o prenderti in giro.
Questo è un'agenzia molto esclusiva, una delle migliori sul campo, il che significa anche una delle più costose.
Sei sicura di volere solo che io trovi delle informazioni su questa persona?
Te lo chiedo perchè potrei trovare una Lindë Vilvarin che abita in Inghilterra, ma in realtà potrebbe non essere tua sorella, mentre invece la persona che cerchi, magari, si è spostata da qualche altra parte.
Se te la senti, posso anche provare ad accertarmi che la persona che troverò sia effettivamente tua sorella. Ma in questo caso dovrò rivolgerti altre domande che possono anche infastidirti.
Sentiti libera di scegliere ciò che pensi sia meglio per te. In ogni caso, ti prometto che mi impegnerò a fondo per darti una mano.


In fondo le stava simpatica quella piccoletta. Era meglio non lasciarsi coinvolgere, lo sapeva, ma quando provava empatia per qualcuno era un po' difficile ignorarla e basta. L'importante era che la Ignis non si lasciasse influenzare troppo da essa.

Re: Atwood&Rosenberg • Agenzia Investigativa • Boston • U.S.A.

MessaggioInviato: 23/03/2016, 21:54
da Nimue
Ha perfettamente ragione.
Dovrei metterlo al sicuro su qualche scaffale o magari in borsa, ma temo sempre di fargli un torto, come se potesse davvero essere vivo.


Le sorrise, annuendo.
Anche lei aveva dei peluches a casa.
E se anche erano oggetti inanimati, lei li trattava a volte come fossero vivi.
Dando loro dei nomi, ad esempio.
Lavandoli periodicamente.
Prendendosene cura, insomma.
Poco più tardi, davanti ad un caffè caldo -che questa volta bevve subito- si ritrovò a dover rispondere ad alcune domande.
Di routine, aveva detto Iris.
Questo non le rendeva più semplice rispondere ad esse.

Ti ascolto.

Ecco...
Sarebbero informazioni private, le risposte alle domande che mi hai fatto, quindi ammetto di non essere molto felice di condividerle...


Ti assicuro che non voglio impicciarmi dei fatti tuoi, ma ciò che per te può sembrare irrilevante per me invece potrebbe essere un passo in più per aiutarmi nello svolgimento del mio lavoro.

Ad ogni modo non so se qualcun altro la stia cercando.
Io lo sto facendo perché ho scoperto da poco che lei... è mia sorella.
O meglio, sorellastra: mio padre ha avuto una storia con sua madre, che mi ha partorita e poi affidata alle sue cure, essendo già sposata e con una figlia... è stato lui stesso a dirmelo.


Sai dirmi approssimativamente quanti anni dovrebbe avere questa persona?

Tra i 20 e i 30, approssimativamente.

Magari tuo padre te l'ha descritta e ti ha detto se avete dei tratti in comune come il colore degli occhi o dei capelli?
Non credo che esistano tante persone con un nome simile, ma se dovessi trovarne più di una almeno avrei un metro di paragone con cui confrontarmi e capire qual è quella giusta.


No, mio padre non mi ha detto nulla di più, solo il suo nome e dove vive.

Disse lei, con un tono piatto.
Era evidente quanto stesse cercando di non mostrare segni di nervosismo.
Ma lo provava.
Il nervoso.
E anche tanto.
Aveva dato alla ragazza tutte le informazioni che possedeva.
Sarebbe stato abbastanza per poter ottenere le informazioni richieste?

Nimue, tu mi sembri molto giovane, probabilmente io e te abbiamo la stessa età e per questo motivo non voglio mentirti o prenderti in giro.
Questo è un'agenzia molto esclusiva, una delle migliori sul campo, il che significa anche una delle più costose.


Sì... ne sono consapevole.

Sapeva che fosse la migliore.
Ergo anche la più costosa.
Per questo aveva dato fondo a tutti i suoi risparmi.
Che altro avrebbe potuto fare?
Probabilmente si sarebbe dovuta dare da fare con più serate di musica.
Così, tanto per arrotondare.

Sei sicura di volere solo che io trovi delle informazioni su questa persona?

In... in che senso?

Te lo chiedo perchè potrei trovare una Lindë Vilvarin che abita in Inghilterra, ma in realtà potrebbe non essere tua sorella, mentre invece la persona che cerchi, magari, si è spostata da qualche altra parte.

Capisco...

Se te la senti, posso anche provare ad accertarmi che la persona che troverò sia effettivamente tua sorella. Ma in questo caso dovrò rivolgerti altre domande che possono anche infastidirti.
Sentiti libera di scegliere ciò che pensi sia meglio per te. In ogni caso, ti prometto che mi impegnerò a fondo per darti una mano.


Ti ringrazio per... la premura.

Dopotutto non era obbligata ad avvisarla in quel senso.
Avrebbe potuto prendersi i soldi e basta.
La apprezzava, per questo.

Ma mio padre sembrava molto sicuro del fatto che era e sarebbe rimasta in Inghilterra, perciò... vorrei solo che trovassi quante più informazioni possibili su di lei.

Confermò, sorridendo leggermente.
Bevve un sorso di caffè, poi un altro.
In effetti era davvero buono, per essere una bevanda istantanea.

E visto che hai accennato al fatto che siete molto costosi...
Quanto... quanto mi verrebbe a costare tutto questo?


Meglio essere pronte prima.
E sperare di avere abbastanza soldi da coprire tutte le spese.

Re: Atwood&Rosenberg • Agenzia Investigativa • Boston • U.S.A.

MessaggioInviato: 23/03/2016, 22:27
da Caroline Priscilla
Sai dirmi approssimativamente quanti anni dovrebbe avere questa persona?

Tra i 20 e i 30, approssimativamente.

Magari tuo padre te l'ha descritta e ti ha detto se avete dei tratti in comune come il colore degli occhi o dei capelli?
Non credo che esistano tante persone con un nome simile, ma se dovessi trovarne più di una almeno avrei un metro di paragone con cui confrontarmi e capire qual è quella giusta.


No, mio padre non mi ha detto nulla di più, solo il suo nome e dove vive.

C'erano troppe poche informazioni, ma ovviamente Cappie se le sarebbe dovute far bastare, anche perchè Nimue non sembrava capace di mentire o di nascondere altro. Probabilmente era vero che quello era tutto ciò che sapeva della sua sorellastra e ora sarebbe toccato a lei continuare le sue ricerche. Non sarebbe stato difficile, le sarebbe bastato controllare i registri del censimento per vedere tutte le Lindë Vilvarin presenti in Inghilterra e da lì regolarsi. Temeva, a dire il vero, che potesse essere davvero la Sempreverde, forse perchè -per una forma di rispetto- lei era a conoscenza di un suo possibile segreto molto intimo, senza che la donna glielo avesse concesso. Ma quello era il suo lavoro, quindi i sensi di colpa inutili non erano ammessi.
Invece, si sarebbe sentita una vera carogna se non avesse chiarito il concetto a Nimue che rischiava di sprecare i propri soldi, magari cercando la persona sbagliata. Per questo preferì mettere in chiaro come stavano le cose e spiegarle che, se avesse voluto, lei avrebbe potuto svolgere qualche ricerca in più per scoprire se davvero la Vilvarin fosse sua sorella, ma a discapito però della privacy della ragazza.

Ti ringrazio per... la premura.
Ma mio padre sembrava molto sicuro del fatto che era e sarebbe rimasta in Inghilterra, perciò... vorrei solo che trovassi quante più informazioni possibili su di lei.


D'accordo, allora va bene.
Vedrò quello che posso fare.
Potresti lasciarmi un tuo recapito? Non appena ci saranno novità ti contatterò per informarti di quanto scoperto.


Disse, appuntandosi quindi l'eventuale risposta della texana e scoprendone finalmenete la provenienza d'origine.

E visto che hai accennato al fatto che siete molto costosi...
Quanto... quanto mi verrebbe a costare tutto questo?


Per un caso simile sono 360 galeoni, il 30% subito e il restante una volta che il caso è stato portato a termine.
Se dovessero esserci delle spese impreviste, ti informeremo, ma stai tranquilla, di solito non facciamo mai pagare oltre il 50% e dubito che ce ne potrebbero essere per una questione simile.
Comunque per il momento sono 108 galeoni.


Attese dunque il pagamento, preparando la fattura nel frattempo e chiedendole, nel caso, se avesse partita iva. Dopo aver fatto ciò, la O'Neill si alzò in piedi, porgendo la mano alla ragazza per stringerla ancora una volta.

Nimue, è stato un vero piacere.
Spero davvero di riuscire a darti buone notizie.
Vieni, ti accompagno alla porta.


E così facendo si allontanò con lei, accompagnando la sua prima cliente verso l'uscita.

Re: Atwood&Rosenberg • Agenzia Investigativa • Boston • U.S.A.

MessaggioInviato: 24/03/2016, 11:03
da Sandyon
Il colloquio tra le due ragazze sembrava andare a gonfie vele, o almeno, senza nessun intoppo.
La O'Neill però non immaginava minimamente cosa potesse succedere da lì a qualche secondo.
Mentre terminavano la conversazione e di conseguenza stavano per salutarsi, ad entrambe accadde qualcosa di insolito.
Caroline Priscilla sentì una specie di groppo alla gola e il battito cardiaco accelerò all'improvviso.
Nimue, invece, si sentì come ovattata, sia nella mente che nello spirito, via via sempre più prepotentemente.
Intanto, sopra il grattacielo dell'Agenzia Investigativa e in generale su tutta Boston, si creò una serie di nubi nere, minacciose e misteriose.
Nell'arco di pochissimi istanti, un enorme tuono cadde sulla terrazza più alta dell'edificio, emettendo un rumore assordante.

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L'Elettricità nello spirito di Cappie ebbe un sussulto fortissimo, scuotendola dall'interno con una tale ferocia da destabilizzarla.
Nimue invece sentiva il desiderio assurdo di voler raggiungere la terrazza, ne sentiva il bisogno, doveva andare sulla terrazza.
Qualora la O'Neill avesse deciso di seguirla per assicurarsi che non corresse rischi, giunte entrambe sulla vetta del grattacielo avrebbero trovato ad attenderle uno strano buco dimensionale. Sospeso nel vuoto e ad appena un metro da terra, tale buco oscuro era circondato da un vortice di più colori, un vortice che emanava senza dubbio energia del Mana, ma per qualche strana ragione, l'irlandese non avrebbe potuto considerare quella energia come positiva.
Il foro nel vuoto pulsava, e ad ogni pulsazione, Nimue sentiva di voler fare un passo avanti verso di lui, sempre più vicina, sempre più vicina.

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Cosa avrebbe fatto la ex Tassorosso?
Seguire la ragazza sconosciuta rischiando di finire chissà dove, oppure no?
La Allen, pur avendo ancora la facoltà di scelta, inconsciamente era attratta dal varco, non immaginando per nulla il pericolo che stava correndo.