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da Clovis » 22/10/2015, 18:52
Deliziosa come un cupcake? O una Sachertorte? C'è una bella differenza fra i due: io preferirei di gran lunga la Sachertorte ma per l'abbinamento di colori sembro più un cupcake.
Vediamo... Mh... Diciamo che ti accosterei di più ad una cannolo alla crema, ok? O magari un bombolone ripieno di panna...
Sinceramente non sapeva nemmeno perché stesse rispondendo ad una domanda simile, specie perché non aveva alcun senso, non in quel contesto. Clovis si ritrovò quindi a scuotere la testa con un sorriso di divertimento, ironizzando su quello strano saluto iniziale e facendole strada fino al tavolo. L'atmosfera non era niente male, come anche il luogo scelto per l'incontro, decisamente adeguato ad un... appuntamento? Non avrebbe saputo come definirlo, anche perché non immaginando minimamente la situazione attuale della bionda, aveva ipotizzato male. Purtroppo però, anche in quella occasione avrebbe fatto un buco nell'acqua e considerando il tempo fuori la metafora era altamente calzante.
Grazie e scusami ancora per il ritardo e per la storia delle torte: quando piove sono sempre un po' su di giri...
Non preoccuparti, ora relax e scegli con calma quello che vuoi...
Il cameriere prese le ordinazioni quasi subito, in fondo non c'era molta gente, rassicurandoli sul fatto che il servizio sarebbe stato veloce. Normalmente il Belmont si concedeva poco i carboidrati, ma una pizza gli andava già da qualche settimana e voleva levarsi lo sfizio. Dividerla con Cecilia era la soluzione migliore, in tal modo non si sarebbe dovuto sentire troppo in colpa nei confronti di una linea necessariamente al top. Già, se solo Danielle lo avesse visto con un piccolo filo di grasso, lo avrebbe licenziato all'istante, per il solito discorso del "devi venire bene in foto". Lasciando stare comunque la contessa di Andorra, il ragazzo si focalizzò sulla bella laureata, volendo sapere subito come mai si trovassero lì.
Qualcosa mi dice che questo non è un incontro di piacere, giusto?
No, infatti io lo definirei più un incontro di affari, ma tu non sei un estraneo quindi direi più un incontro di affari fra due persone che hanno stretto una piacevole amicizia.
Eccola là... Sogni di rimorchio mandati a quel paese da poche, semplici e veloci parole.
Oh... D'accordo, sentiamo allora!
Ti racconto tutto non appena arriva da mangiare, intanto dimmi un po', come te la passi? Mi fa piacere vedere che sei ancora vivo... Sembra troppo brutto detta così? Intendevo dire che tu fai un mestiere molto pericoloso che mette in gioco la tua vita ogni giorno e vedere che invece sei qui, ancora intero e anche in salute mi rende molto, molto felice! Va bene, la smetto. Adesso è meglio che parli tu.
Me la passo... Bene direi. Non rischio esattamente la vita tutti i giorni, anzi, sono più le volte che mi annoio che quelle nelle quali sto davvero in azione. La Contessa di Andorra è una figura importante a livello nobiliare ma non così tanto da avere attentatori dalla mattina alla sera, ahahah! Comunque apprezzo che ti faccia piacere vedermi ancora tutto intero, ecco! Tu invece? Alla fine che corsi hai scelto all'A.G.E.R.?
Perché non si era dimenticato mica i dilemmi della ragazza illustratigli la sera della Vigilia tra una portata e l'altra. Di lì a poco arrivarono le famose pietanze ordinate circa dieci minuti prima, dall'aspetto meraviglioso e soprattutto espresse, niente di surgelato. Clovis sentiva già lo stomaco brontolare, in effetti per l'ansia di quell'incontro, ipotizzando che fosse galante, non aveva manco fatto colazione. La sua fortuna era che le delusioni non gli chiudessero lo stomaco, anzi, dal punto di vista gastronomico lo lasciavano piuttosto indifferente. Stava dunque per versarsi un bicchiere di vino quando la voce della Bishop richiamò quasi subito la sua attenzione.
Mi serve un favore.
... Ok.
Un grosso, grossissimo favore.
... Va bene, vai avanti, non esitare.
Ho bisogno che tu finga di essere... ehm... il mio fidanzato per una sera. Il 14 Febbraio. A San Valentino.
Come scusa?!
... Sei libero per quella data, vero?
E... Essendo single... Tecnicamente... Sì...
Pronunciò però quell'affermazione a voce un po' più bassa ed anche perplessa/spaventata, perché non voleva che lei pensasse per caso che lui avesse già accettato. Era una domanda davvero difficile, che lo metteva abbastanza in difficoltà. Non aveva mai fatto il fidanzato finto e per di più, visto che ultimamente col mondo femminile gli stava andando tutto a scatafascio, gli prendeva anche un poco a male l'idea di rappresentare una figura solo per una sera e poi fine dei giochi, fine della tiritera, fine dell'interpretazione. Sbuffò, prendendo un poco del suo maiale, chiedendo poi implicitamente alla bionda con gli occhiali se ne volesse un po', riflettendo attentamente sul da farsi e sul da dirsi. Però, magari, prima doveva avere qualche informazione in più.
Mi spieghi come mai hai bisogno di fingerti fidanzata con qualcuno? E poi, perché proprio io?
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da Cecilia » 22/10/2015, 20:38
Vediamo... Mh... Diciamo che ti accosterei di più ad una cannolo alla crema, ok? O magari un bombolone ripieno di panna...
Un b-bombolone?
Chiese imbarazzata e mortificata: Clovis l'aveva appena paragonata d un dolce tondo, enorme e grasso, come se le stesse facendo presente che anche lei era così. Non aveva capito nulla del sottointeso della guardia del corpo, ma nemmeno sapeva di piacergli, almeno fisicamente parlando.
Forse ultimamente ho esagerato un po' col cibo...
L'epica giornata che aveva passato ad ingurgitare zuccheri -dopo aver saputo del fidanzamento di Haytham- probabilmente stava presentando il suo conto alla Bishop. Preferì lasciare perdere quell'argomento, spostandosi al tavolo scelto dal Belmont dove avrebbero potuto ordinare e mangiare piatti freschissimi e di altissima qualità. Il paragone fatto prima da Clovis la spinse a scegliere una semplice insalata, ma il pensiero di quello che stava per chiedergli -misto al fatto che tanto già non gli piaceva, quindi era inutile tentare di fare una dieta- la portò ad accettare di smezzare una pizza con lui e a prendere delle patatine fritte come antipasto. L'unica cosa non calorica che Cece si concesse fu l'acqua, ma essendo lei un'Acuan non aveva fatto poi chissà che grande sforzo.
Qualcosa mi dice che questo non è un incontro di piacere, giusto?
No, infatti io lo definirei più un incontro di affari, ma tu non sei un estraneo quindi direi più un incontro di affari fra due persone che hanno stretto una piacevole amicizia.
Oh... D'accordo, sentiamo allora!
Ti racconto tutto non appena arriva da mangiare, intanto dimmi un po', come te la passi? Mi fa piacere vedere che sei ancora vivo... Sembra troppo brutto detta così? Intendevo dire che tu fai un mestiere molto pericoloso che mette in gioco la tua vita ogni giorno e vedere che invece sei qui, ancora intero e anche in salute mi rende molto, molto felice! Va bene, la smetto. Adesso è meglio che parli tu.
Me la passo... Bene direi. Non rischio esattamente la vita tutti i giorni, anzi, sono più le volte che mi annoio che quelle nelle quali sto davvero in azione. La Contessa di Andorra è una figura importante a livello nobiliare ma non così tanto da avere attentatori dalla mattina alla sera, ahahah! Comunque apprezzo che ti faccia piacere vedermi ancora tutto intero, ecco!
Certo che mi fa piacere! Secondo le statistiche, la guardia del corpo di un nobile ha il 40% di possibilità di rimanere ferito durante lo svolgimento del proprio lavoro. E' meno del 50% ma comunque una percentuale molto alta, calcolando che le ferite comprendono mutilazioni e rischi di invalidità permanenti... ... Ti prego bloccami quando inizio a dire cose senza senso, per il bene di entrambi! Perchè se avesse dovuto continuare, avrebbe toccato un argomento davvero molto poco carino durante un pranzo amichevole. L'ultima cosa che voleva era far scappare via l'unico candidato plausibile con il quale la Bishop si sarebbe presentata in pubblico di fronte ad Haytham. Meno male che giunsero le loro ordinazioni a salvarla dal pericolo di fare altre brutte figure; di contro però quello era il momento della verità, ovvero spiegare il motivo per cui Cece gli aveva chiesto di incontrarsi lì.
Ho bisogno che tu finga di essere... ehm... il mio fidanzato per una sera. Il 14 Febbraio. A San Valentino.
Come scusa?!
... Sei libero per quella data, vero?
E... Essendo single... Tecnicamente... Sì...
Sciolse immediatamente le dita che aveva incrociato sotto il tavolo, anche se non le era sfuggito il tono con il quale l'altro avesse risposto affermativamente alla sua domanda. Era però un altro ostacolo superato, perchè se il Belmont nel frattempo si fosse fidanzato lei avrebbe potuto dire addio al suo perfetto finto fidanzato.
Mi spieghi come mai hai bisogno di fingerti fidanzata con qualcuno? E poi, perché proprio io?
Va bene, ti spiegherò tutto...
Tolse dalla borsa l'invito che le aveva dato il Ravnick e lo mise sotto il naso del ragazzo, facendogli comprendere quindi in sostanza quale fosse il succo del discorso: gli spiegò -fra una patatina e un'altra, assaggiando anche il maiale di Clovis- che non voleva starsene rintanata in casa evitando il problema Haytham+Miss Perfezione, ma nemmeno se la sentiva di affrontare quella prova -per lei così dura- completamente da sola. Alexis, la sua migliore amica, aveva un marito col quale avrebbe voluto passare da sola San Valentino, per questo motivo Cece aveva deciso di "affittare" una sorta di fidanzato per finta, una persona con la quale avesse instaurato un bel legame e che sapesse farle da spalla in quella serata già pesante di per sè.
Ho preparato una lista di tutte le qualità che dovrebbe avere il mio accompagnatore: ho scelto quelle fondamentali e messo da parte quelle poco fondamentali, poi ho confrontato tutti i dati con tutti i possibili candidati. Tu sei risultato essere quello perfetto sotto ogni punto di vista: sei bello, hai un fisico allenato, una carriera di tutto rispetto e un'esperienza lavorativa alle spalle che ti rende unico nel tuo campo. In più anche l'età e l'altezza coincidono con i miei parametri, sai essere inoltre di buona compagnia, elegante e scherzoso al tempo stesso. Non presenti alcun difetto, nè fisico nè caratteriale, e sono convinta che con te al mio fianco non solo farei una splendida figura, ma potrò contare anche su una persona che... insomma... mi piace e quindi con cui mi trovo bene. E questo è fondamentale, perchè avrò bisogno del tuo aiuto per non ubriacarmi non appena metterò piede là dentro!
Insomma, si fidava di lui abbastanza da farne completo affidamento.
Inoltre, sono disposta anche a pagarti: so che il tuo tempo è prezioso e che non è bello sprecarlo accanto ad un... bombolone alla panna...- disse con uno sbuffo, come se avesse detto "cicciona" o "racchia" -La cifra è trattabile, su questo ci possiamo mettere d'accordo, tranquillo!
Come se quello fosse la sola preoccupazione per Clovis.
Ti prego... Dimmi che accetti.
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da Clovis » 24/10/2015, 23:04
Va bene, ti spiegherò tutto...
Ecco, forse è meglio...
Visto e considerato che non voleva perdersi nemmeno una parola di quella chiacchierata, Clovis incrociò anche le braccia al petto, aspettando che Cecilia iniziasse a parlare. Era piuttosto curioso di comprendere come mai fosse arrivata a scegliere proprio lui e per di più lo divertiva anche parecchio ascoltarla parlare a raffica quando era palese che fosse nervosa e ansiosa di avere un "sì" da parte sua, come se ne valesse della propria vita e magari era proprio così. Sciolse la posa di tanto in tanto solo per sorseggiare un po' di vino, analizzando di volta in volta quelle parole, cercando di essere comunque attento e concentrato. Sembrava quasi assurdo un incontro simile per una motivazione simile: proprio roba da narrativa d'altri tempi.
Ho preparato una lista di tutte le qualità che dovrebbe avere il mio accompagnatore: ho scelto quelle fondamentali e messo da parte quelle poco fondamentali, poi ho confrontato tutti i dati con tutti i possibili candidati.
Mhmh...
Tu sei risultato essere quello perfetto sotto ogni punto di vista: sei bello, hai un fisico allenato, una carriera di tutto rispetto e un'esperienza lavorativa alle spalle che ti rende unico nel tuo campo. In più anche l'età e l'altezza coincidono con i miei parametri, sai essere inoltre di buona compagnia, elegante e scherzoso al tempo stesso.
Ok, perfetto, ti seguo...
Non presenti alcun difetto, né fisico né caratteriale, e sono convinta che con te al mio fianco non solo farei una splendida figura, ma potrò contare anche su una persona che... insomma... mi piace e quindi con cui mi trovo bene. E questo è fondamentale, perché avrò bisogno del tuo aiuto per non ubriacarmi non appena metterò piede là dentro!
... Vaaaa bene.
Sorrise con leggerezza. Il "va bene" non era certo riferito al fatto che stava accettando, ma che aveva tutto chiaro e si stava facendo un quadro completo della sua mansione di quella sera. Non gli era mai capitato di fare il fidanzato per finta ma accompagnare colleghe Commando o Sicarie in delle missioni in borghese a mo' di coppia sì e quindi non gli sarebbe risultato così complesso fare la parte del ragazzo "perfetto" per pura facciata. Tornò a mangiare il proprio maiale, terminando così la portata prima che si raffreddasse, passando al contorno. Nel contempo, ascoltò il proseguire nel discorso della Bishop, interrompendosi quando ella disse una cosa ben precisa e abbastanza denigratoria su se stessa.
Inoltre, sono disposta anche a pagarti: so che il tuo tempo è prezioso e che non è bello sprecarlo accanto ad un... bombolone alla panna... La cifra è trattabile, su questo ci possiamo mettere d'accordo, tranquillo!
Cifra?
Ti prego... Dimmi che accetti.
Dopo aver sentito quelle due enormi idiozie in sequenza, Clovis sbuffò quasi esasperato, scuotendo il capo appena appena infastidito. A seguire, con la mano afferrò la base di legno della sedia sulla quale Cecilia stava poggiando il sedere e, tirando, la trascinò più vicino a sé senza il benché minimo sforzo fisico, anzi, sembrava che la sedia appena mossa fosse vuota. [Talento Fisico = 34] Infine, fissò per bene negli occhi la ragazza, con aria a metà tra il minaccioso e il gelido, quasi come se l'avesse appena offeso in qualche modo. Ovviamente non era nulla di tutto ciò e ben presto la quattrocchi l'avrebbe capito alla perfezione.
Prima di tutto, partiamo dal presupposto che io i bomboloni alla panna... li adoro. Secondariamente, siamo amici sì o no? Rispondi... ... Ecco, e ti pare che ad un amico lo si paga? Un amico fa un favore e basta, se può, non si fa dare una cifra, non sono mica un gigolò ad ore.
Alzò le spalle, leggermente dispiaciuto quindi dalla necessità della Bishop di volergli dare un compenso.
Starei comunque solo come un cane il 14 Febbraio, quindi accetto senza problemi, ma ad una condizione: non voglio più sentir parlare di pagamenti, di Galeoni, di affari trattabili e via dicendo... Dimmi soltanto come, dove e quando devo presentarmi e basta, ok?
Il tono era morbido, calmo, piuttosto gentile anche se ancora leggermente ferito.
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da Cecilia » 25/10/2015, 15:27
Passò buona parte del pasto ad illustrare a Clovis le motivazioni per cui avesse scelto proprio lui e non altri candidati come possibili partner alla festa di San Valentino organizzata da Haytham. Il Belmont era l'accompagnatore perfetto, con i suoi modi di fare alla mano ma per nulla eccessivi, il bel corpo e la sua carriera militare rispettabile, nonchè un carattere molto tranquillo, calmo e pacato, l'ideale insomma per una come Cece che invece -durante quella serata- rischiava di farsi saltare i nervi ogni tre per due. E meno male che fra i due era proprio lei l'Acuan! Infine, pur di rendere maggiormente attraente una proposta simile, la Bishop promise a Clovis un pagamento per le sue prestazioni -nemmeno fossero certi tipo di prestazioni- dato che, supponeva, non era proprio nelle sue intenzioni passare l'intera serata con un bombolone alla panna, quindi per lei una "cicciona". La reazione della guardia del corpo non fu proprio quella sperata: lo vide sbuffare, scuotere la testa, come se fosse infastidito e già sentiva di aver appena sparato un'ernome cazzata, quando il Belmont afferrò la sedia sulla quale era seduta, trascinandola vicino a sè e facendola sussultare dala sorpresa.
Clovis!
Esclamò, ma qualsiasi cosa avesse voluto aggiungere dopo venne immediatamente bloccata dallo sguardo freddo e duro che le lanciò il ragazzo, uno sguardo che la inchiodò paralizzata lì dove stava, costringendola ad ascoltarlo senza emettere un fiato.
Prima di tutto, partiamo dal presupposto che io i bomboloni alla panna... li adoro.
Quindi, quando prima l'aveva paragonata a quel dolce, le stava dicendo implicitamente che... l'adorava? Il cervello della Bishop elaborò quel dato e lo mise, momentaneamente, da parte, cercando di concentrarsi su quello che le stava dicendo il Belmont e non su quanto lui la trovasse attraente. Insomma, era assurdo che la trovasse attraente, no? Sicuramente si stava sbagliando, senza ombra di dubbio.
Secondariamente, siamo amici sì o no? Rispondi...
Sssssì...?
... Ecco, e ti pare che ad un amico lo si paga? Un amico fa un favore e basta, se può, non si fa dare una cifra, non sono mica un gigolò ad ore.
N-no, infatti, ma figurati! Non ti avrei mai e poi mai chiesto prestazioni sessuali in cambio di soldi, insomma, hai una tua dignità e io non sono certo quel tipo di persona che va... Che va... ... A prostituti.
Starei comunque solo come un cane il 14 Febbraio, quindi accetto senza problemi, ma ad una condizione: non voglio più sentir parlare di pagamenti, di Galeoni, di affari trattabili e via dicendo... Dimmi soltanto come, dove e quando devo presentarmi e basta, ok?
Aveva accettato, senza nemmeno farsi pagare. Davvero quella sera lei e Clovis erano diventati così amici? Cece stentava ancora a crederlo, ma il Belmont non le stava mentendo, glielo leggeva negli occhi, ed era serio mentre le parlava delle sue condizioni. Niente pagamenti, niente accordi fra due affaristi, ma solo la semplice e pura amicizia. Fissandolo con sguardo nuovo, Cece si umettò le labbra, sistemandosi gli occhiali in volto prima di guardarlo con un'espressione mista fra la gratitudine e la tenerezza. Perchè per lei, quel gesto, valeva davvero molto.
Grazie.
Sorrise anche in maniera più allegra e spontanea, non più nervosa come prima, anche se l'imbarazzo ancora c'era, dovuto a quel dilemma -gli piaccio o non gli piaccio?- che si stava consumando nella sua mente.
Bene, allora visto che hai accettato...- si allungò a prendere la propria borsa, tirando fuori il proprio computer portatile e accendendolo all'interno dell'Underground. Su di esso aveva stilato un programma che fece visionare a Clovis, dato che riguardava proprio lui.
Per prima cosa dobbiamo pensare al vestito: l'invito richiede un look elegante, da alta società ed è così che dovremo vestirci io e te. Quindi camicia, giacca e cravatta sono d'obbligo, ma niente fantasie vistose, meglio evitare il troppo. Successivamente dovremo lavorare sulla nostra affinità di coppia: siamo fidanzati, siamo innamorati e tu devi stravedere per me. Pensi di riuscire a fare finta di trovarmi appetibile e attraente? Non ti chiedo di sbavare per me, ma ti concedo di lanciare occhiate languide anche a parti del mio corpo non convenzionali. Se hai bisogno di fare pratica, basta dirlo subito. Terzo punto...
E così continuò quel pasto, spiegando man mano ogni singolo punto della lista su come il Belmont avrebbe dovuto muoversi e comportarsi alla festa in presenza di Cecilia. La sua mania di controllo aveva prevalso anche su quella serata che avrebbe dovuto essere almeno divertente, se la Bishop non la stesse rendendo una sorta di missione militare nella quale ci andava di mezzo la propria vita. Successivamente gli fece presente luogo e data dell'appuntamento, cosa avrebbe indossato lei e piani b e c in caso di imprevisti catastrofici -eventi che esistevano solo nella sua testa.
Fin qui tutto chiaro? Perfetto e ricordati la cosa più importante: cerca di essere quanto più spontaneo possibile.
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da Clovis » 25/10/2015, 22:53
Grazie.
Lei assunse l'espressione più riconoscente e seria che ci potesse essere, lui in risposta fece un piccolo sorriso calmo, dandole una picchiettata con la punta dell'indice della mano destra sul naso, ovviamente in modo leggero, scherzoso, complice, invitandola ad andare avanti col discorso e passare alla cose serie, ovvero tutta quanta la spiegazione su cosa dovessero fare, quando e come. Doveva sapere il vestiario da indossare ed anche il comportamento da avere nei confronti di tutti e nei confronti della finta fidanzata. La vide estrarre dalla borsa un computer portatile con all'interno diversi appunti, anzi, una marea, manco avesse preparato una sorta di tesi per la laurea, difatti il ragazzo assunse un'espressione perplessa e quasi spaventata.
Bene, allora visto che hai accettato...
Non sono più in tempo per ritirare tutto, vero?
Decisamente no.
Per prima cosa dobbiamo pensare al vestito: l'invito richiede un look elegante, da alta società ed è così che dovremo vestirci io e te. Quindi camicia, giacca e cravatta sono d'obbligo, ma niente fantasie vistose, meglio evitare il troppo.
Sono pieno di abiti eleganti, mi servono quando scorto la contessa alle serate di gala, lascia fare a me.
Successivamente dovremo lavorare sulla nostra affinità di coppia: siamo fidanzati, siamo innamorati e tu devi stravedere per me. Pensi di riuscire a fare finta di trovarmi appetibile e attraente?
Non avendo affatto bisogno di fare finta, direi proprio di sì. Hai qualche preferenza in particolare?
Non ti chiedo di sbavare per me, ma ti concedo di lanciare occhiate languide anche a parti del mio corpo non convenzionali. Se hai bisogno di fare pratica, basta dirlo subito.
In altre parole posso fissarti impunemente il di dietro, giusto? Niente di più semplice, vedrai, sarò promosso a pieni voti!
Terzo punto...
Ad ogni elemento che la ragazza aggiungeva, Clovis rispondeva subito a tono, sempre preparato, sempre tranquillo ed estremamente calcolatore, anche se mai e poi mai quanto lei, ovviamente. Cecilia sembrava quasi aver pianificato il giorno del suo matrimonio e non il party di fidanzamento di altre due persone. Bisognava rendergliene atto, era una specie di stratega nata, di quelle che un agente segreto avrebbe fatto a botte per averne una simile. A parte certi complimenti interiori che le fece, il Belmont si appuntò tutto cercando di non dimenticare mai nulla, facendo anche domande interessanti e facendosi rispiegare determinati concetti qualora non li avesse afferrati abbastanza bene.
Fin qui tutto chiaro? Perfetto e ricordati la cosa più importante: cerca di essere quanto più spontaneo possibile.
Va bene... Ok... Quindi, ehm, quesito cruciale: posso baciarti?
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da Cecilia » 25/10/2015, 23:29
Per prima cosa dobbiamo pensare al vestito: l'invito richiede un look elegante, da alta società ed è così che dovremo vestirci io e te. Quindi camicia, giacca e cravatta sono d'obbligo, ma niente fantasie vistose, meglio evitare il troppo.
Sono pieno di abiti eleganti, mi servono quando scorto la contessa alle serate di gala, lascia fare a me.
E il primo punto era andato. Per fortuna che Clovis era già provvisto di abiti, perchè Cece dubitava di avere il tempo per aiutarlo a fare shopping e prendere il vestito adattato.
Pensi di riuscire a fare finta di trovarmi appetibile e attraente?
Non avendo affatto bisogno di fare finta, direi proprio di sì.
Oh... Ah... Davvero?
Hai qualche preferenza in particolare?
Giusto, sì. Non ti chiedo di sbavare per me, ma ti concedo di lanciare occhiate languide anche a parti del mio corpo non convenzionali. Se hai bisogno di fare pratica, basta dirlo subito.
In altre parole posso fissarti impunemente il di dietro, giusto?
Hai il mio permesso, esatto.
Niente di più semplice, vedrai, sarò promosso a pieni voti!
Perchè ho come l'impressione che tu l'abbia già fatto?
Chiese fissandolo un po' corrucciata, continuando poi a spiegare al ragazzo ogni singolo punto della sua lista, dandogli dritte e cercando di fargli capire in che modo avrebbe voluto che lui si comportasse. Avrebbe dovuto essere una cosa spontanea, naturale, ma anche la naturalezza -secondo la Bishop- andava architettata fin nei minimi dettagli. Non voleva che nulla andasse storto, non tanto perchè temeva il giudizio degli altri, quanto perchè sperava di ottenere una sorta di piccola rivincita su Haytham, dimostrandogli che lei poteva benissimo avere un ragazzo bello e di successo proprio come Clovis. Che poi la sua fosse solo una finzione e che al Ravnick non sarebbe importato un fico secco della cosa, quello era tutto un altro discorso.
Fin qui tutto chiaro? Perfetto e ricordati la cosa più importante: cerca di essere quanto più spontaneo possibile.
Va bene... Ok... Quindi, ehm, quesito cruciale: posso baciarti?
C-come prego?
Aveva quasi rischiato di far cadere il proprio computer. Aveva avuto per un attimo un infarto ed un ictus insieme, più una serie di attacchi d'asma, tutti in sequenza e con ordine sparso. Tutto perchè la Bishop aveva capito che Clovis le stesse chiedendo di baciarla in quel preciso istante.
M-ma ma ma che dici? Insomma, per una cosa del g-genere dovresti come minimo invitarmi ad uscire, vedere come stiamo i-insieme e poi fare un secondo e un terzo e un quarto appuntamento prima di e-essere sicuri che puoi baciarmi...
L'eventuale sguardo del Belmont -sicuramente perplesso- l'avrebbe fatta riflettere attentamente sulla sua domanda, capendo finalmente dove volesse andare a parare il ragazzo.
Aaaah tu intendevi dire durante la festa! Oh oh...- altra pessima figura, sembrava abbonata ormai -Fammi riflettere un secondo...
Aveva bisogno di far funzionare di nuovo il cervello, prima di dare una risposta adeguata. C'era l'eventualità che qualcuno avrebbe potuto stranirsi nel vedere una coppia di fidanzati non baciarsi praticamente mai. Certo, Cece poteva sempre asserire che erano molto gelosi della loro privacy e preferivano non cimentarsi in effusioni in pubblico. Però anche una coppia molto discreta un minimo dimostrava segni di affetto. Alla fine la soluzione fu inevitabile.
Sulla guancia, come sulla fronte, fra i capelli e le mani quanti ne vuoi. Sulle labbra hai a disposizione tre baci e solo tre, a stampo ovviamente, da dare in pubblico per... dimostrare che stiamo insieme, ma che ci teniamo alla nostra privacy. E per quanto rigurda quello che ho detto prima, riguardo gli appuntamenti e tutto il resto... stavo scherzando.
Non se la sarebbe bevuta mai.
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da Clovis » 26/10/2015, 19:28
Va bene... Ok... Quindi, ehm, quesito cruciale: posso baciarti?
C-come prego?
Quello che ho detto: mi è permesso darti un bacio o no?
M-ma ma ma che dici? Insomma, per una cosa del g-genere dovresti come minimo invitarmi ad uscire, vedere come stiamo i-insieme e poi fare un secondo e un terzo e un quarto appuntamento prima di e-essere sicuri che puoi baciarmi...
Clovis a quel punto inarcò il sopracciglio destro fissandola con aria abbastanza perplessa, scuotendo il capo.
Ma cosa hai capito? Io stavo parlando...
Aaaah tu intendevi dire durante la festa! Oh oh... Fammi riflettere un secondo...
... Ok...
Cecilia Bishop era davvero tanto, troppo strana. A volte faceva proprio fatica a capire cosa le passasse per la testa, anzi, quasi sempre. Non che ci fosse stato molto a contatto, però doveva anche ammettere che era uno spettacolo esilarante vederla incartarsi da sola e perdersi. La osservò attentamente mentre terminava di bere il proprio vino, appena sorridente e intanto riflettendo su ciò che ella aveva detto poc'anzi. Aveva un iter piuttosto lungo prima di arrivare ai baci... Oppure era una sorta di barriera di difesa alzata all'istante verso un "militare"? Già, lei lo aveva messo per bene in chiaro: mai le sarebbero potuti piacere militari e mai ci sarebbe potuta andare d'accordo...
... Poi però viene da me a chiedermi di far finta di essere il fidanzato... Bah!
Sulla guancia, come sulla fronte, fra i capelli e le mani quanti ne vuoi.
Sulla fronte? Mica sono tuo padre! Ahahah...
Sulle labbra hai a disposizione tre baci e solo tre, a stampo ovviamente, da dare in pubblico per... dimostrare che stiamo insieme, ma che ci teniamo alla nostra privacy.
Li ho anche contati? Andiamo bene... Dovrò fare attenzione. Senti, facciamo cinque e non si discute, d'altronde ti sto salvando la serata no? Concedimene due bonus, altrimenti con tre ci sto stretto, poi magari non è manco detto che li consumo tutti.
E per quanto riguarda quello che ho detto prima, riguardo gli appuntamenti e tutto il resto... stavo scherzando.
In quel preciso istante, Clovis la fissò con una espressione molto più pacata, anche se forse sarebbe stato meglio definirla leggermente mogia, quando prima invece era rimasto sempre sorridente. Di nuovo, la bionda quattrocchi avrebbe potuto capire che quella particolare puntualizzazione lo aveva un po' ferito e dispiaciuto, ma ormai l'aveva detto e di sicuro non poteva rimangiarselo. Quando giunse la cameriera con il conto per il pasto appena consumato, il Belmont non volle sentir ragioni e pagò per entrambi, osservando di seguito l'orologio. Doveva proprio andare, per quanto fosse weekend, aveva diverse faccende da sbrigare e passare a trovare la madre che sicuramente voleva sapere come stava e come andassero le cose. Quindi si alzò in piedi, mettendosi la giacca.
Tranquilla, lo immagino, in fondo mica me le dimentico le tue posizioni in merito ad una frequentazione con un soldato, che credi? Ammetto però che sono un po' invidioso di chi ha avuto la fortuna di non incappare in una vita come la mia... Almeno avrà qualche minima possibilità di godersi le tue labbra in santa pace senza aver timore di essere giudicato male per ciò che fa.
Sorrise un po' ironico, sorriso che però non contagiò affatto gli occhi, rimasti prevalentemente inespressivi.
Allora ci vediamo il 14 Febbraio davanti a casa tua, così poi potremo andare assieme. Buono studio Cecilia e buona Domenica, vedrai, saremo una finta coppia perfetta!
Alzò il pollice nei suoi confronti facendole un occhiolino, d'altronde non poteva mica farsi durare il malumore per troppo tempo. Senza aggiungere altro, quindi, il BodyGuard se ne andò dal locale, intenzionato a prendersi un po' di pioggia per poi smaterializzarsi. Era molto difficile capire un ragazzo come Clovis, all'apparenza un ragazzone robusto e temprato, ma sotto sotto, con un cuore fatto di marmellata.
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Clovis
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da Cecilia » 26/10/2015, 21:59
Sulle labbra hai a disposizione tre baci e solo tre, a stampo ovviamente, da dare in pubblico per... dimostrare che stiamo insieme, ma che ci teniamo alla nostra privacy.
Li ho anche contati? Andiamo bene... Dovrò fare attenzione. Senti, facciamo cinque e non si discute, d'altronde ti sto salvando la serata no? Concedimene due bonus, altrimenti con tre ci sto stretto, poi magari non è manco detto che li consumo tutti.
Va bene cinque, ma vedi di non approfittarne!
Insomma, niente lingua in bocca, niente baci appassionati e niente che durasse oltre i due secondi di tempo. Non certo perchè Cecilia avesse deciso di mettere un palo fra lei e Clovis -un palo che all'effettiva, in passato, lei aveva posto- ma semplicemente perchè il bacio era qualcosa di molto importante per lei, qualcosa che andava dato solo ad una persona davvero speciale per il suo cuore. Avrebbe dovuto preparasi mentalmente fino al giorno della festa per evitare di respingere automaticamente il Belmont ogni volta che si fosse chinato a baciarla, come se ne andasse della sua stessa vita -o verginità, il paragone calzava anche per quello. Le serviva anche per non arrossire imbarazzata e per non fare nulla di stupido e avventato.
E per quanto riguarda quello che ho detto prima, riguardo gli appuntamenti e tutto il resto... stavo scherzando.
Nel momento stesso in cui la Bishop pronunciò quella frase, Clovis cambiò totalmente espressione del viso, passando da un sorriso sincero e spontaneo ad uno sguardo più serio e intristito, come se quello che gli avesse detto la ragazza lo avesse davvero ferito. Cecilia lo fissò un po' allarmata e preoccupata: ci stava davvero rimanendo male oppure era lei che si stava immaginando tutto? E poi, rimanerci male di cosa? Forse si stava sbagliando sul suo conto. Forse il Belmont desiderava davvero poter uscire con lei, ci aveva sperato, forse...
... Forse gli piaccio davvero.
Che fosse così o meno, quel pensiero -per il momento- rimase chiuso dentro la sua scatola cranica, in attesa che Cece lo elaborasse nel corso dei giorni prima di giungere ad una conclusione soddisfacente. Proseguirono il pranzo -nemmeno per troppo tempo- fino a quando la guardia del corpo non fu costretta ad andarsene, per impegni vari.
Tranquilla, lo immagino, in fondo mica me le dimentico le tue posizioni in merito ad una frequentazione con un soldato, che credi?
Cosa?
Ammetto però che sono un po' invidioso di chi ha avuto la fortuna di non incappare in una vita come la mia... Almeno avrà qualche minima possibilità di godersi le tue labbra in santa pace senza aver timore di essere giudicato male per ciò che fa.
G-godersi... le mie...
Allora ci vediamo il 14 Febbraio davanti a casa tua, così poi potremo andare assieme. Buono studio Cecilia e buona Domenica, vedrai, saremo una finta coppia perfetta!
Sorrideva affabile, aveva persino alzato il pollice come a farle comprendere che era tutto a posto, ma quell'ultima affermazione del ragazzo le aveva lasciato un sapore amaro in bocca, come se la Bishop avesse respinto -senza veramente volerlo- un ragazzo buono e gentile come il Belmont. Però insomma, lei ancora pensava ad Haytham, aveva Haytham in testa e non stava forse mettendo su tutta quella messinscena per lui, giusto?
A presto Clovis e... Grazie, per tutto.
Oppure no.
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da Yrjö » 06/12/2015, 18:48
* Pub Underground * 06/05/2111 * Ore: 22:36 *
Aveva fatto moltissimi compere quel pomeriggio, presso Diagon Alley, la celebre strada commerciale della Londra Magica, conosciuta principalmente per l'immensità di negozi di ogni genere adatti alle esigenze di praticamente tutti i lavori del Mondo Magico. La volontà di Gabriel di migliorarsi nell'allevamento delle Creature Magiche lo aveva spinto all'acquisto di attrezzi e arnesi da lavoro sofisticati e professionali, ecco perché si era portato dietro un grosso borsone adatto a contenere tutti gli oggetti comprati. Una volta terminata la sessione di shopping sfrenato, si era recato poi presso una Farmacia Magica dove lavorava un suo caro amico, per salutarlo e chiedergli come gli girassero vita ed affari, facendo un po' più tardi del previsto, ma non avendo lezione la mattina dopo, poteva permetterselo. Purtroppo però, alla richiesta di mangiare un boccone insieme, l'amico si trovò costretto a rifiutare, lasciandolo solo.
Adesso sì che è un guaio. Avrei dovuto chiedergli di indicarmi un buon posto dove mangiare... Aspetta!
Mi segno mentalmente il nome, sono nuovo dei paraggi inglesi e dovrò girare un po' di posti per farmi un'idea di dove trascorrere quel poco tempo libero serale a disposizione, anzi, se sapessi indicarmi qualche buon pub sia ad Hogsmeade che a Londra di qualità, ti sarei di nuovo eternamente grato! Ahahah...
Vediamo un po, la Cioccolateria si trova nei paraggi di uno dei più famosi pub londinesi, l'Underground. Tecnicamente è un pub babbano -perché appunto si trovava nella Londra Babbana- ma é frequentato da moltissimi maghi e streghe e una delle bariste é una mia cara amica.
Giusto, come aveva fatto a non pensarci subito? Le parole di Amy Harada, l'infermiera della scuola, gli corsero in aiuto, fornendogli la risposta al suo dilemma del "dove andrò a rifocillarmi prima di rientrare alla base?". Gli bastò chiedere informazioni ad un qualunque passante per sapere l'indirizzo e l'ubicazione esatti del pub che sembrava essere proprio tra i più famosi in assoluto di tutto il circondario, anzi, forse pure della periferia. Non preoccupandosi minimamente del suo abbigliamento tipico da ragazzo di paese e non certo figo modaiolo londinese, Yrjö si affrettò a raggiungere il locale che si presentò a lui con delle luci sfavillanti, della musica a volume moderato e una buona percentuale di persone, anche se non troppe essendo un giorno della settimana. Affamato ma anche curioso, quindi, entrò all'interno, incontrando quasi subito le occhiate perplesse di molti dei clienti presenti, occhiate non ricambiate.
Uh... E' molto spazioso. Gli odori che arrivano sono davvero gradevoli, chissà che tipo di cucina servono...
Così cominciò a vagare per il pub alla ricerca di qualcuno o qualcuna che potesse illustrargli dove sedersi e consumare. Vista anche la sua non certo comune altezza, era ancora più semplice notarlo e notare quanto stonasse con tutto il contesto, ma anche quando sentiva delle battute di scherno nei suoi confronti, Gabriel si limitava a guardare altrove e a non prendersela, tanto non era certo un tipo insicuro o con bassa autostima. Si chiese anche distrattamente chi fosse l'amica di Amy e si diede per l'ennesima volta dello stupido per non averle chiesto a suo tempo di descrivergliela o dirgli il nome, così che avesse potuto chiedere di lei e dirle da chi era stato mandato, ma ormai era troppo tardi, casomai si sarebbe informato il giorno dopo o lo avrebbe scoperto direttamente sul campo.
Adesso che ci penso, anche la sete non mi manca. Una Guinnes forse potrei concedermela, no?
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Yrjö
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da Zoé » 06/12/2015, 22:00
∂ Bancone del Pub • Giovedì 6 Maggio • ore 22.39 ∂
Nottata abbastanza piena, all'Under. Tanto per cambiare, insomma. Nonostante nel weekend raggiungesse il culmine, anche durante la settimana la fila non scherzava. A volte era così lunga da arrivare fino alla strada. Tutti volevano entrare, tutti volevano vivere lì la loro serata. In mezzo ad alcol, buon cibo, bella musica. Si poteva giocare a biliardo, freccette. Si poteva ballare. Si poteva mangiare ottimi piatti rustici e bere fantastici drink al bancone. Cosa chiedere di più? Jordan, come sempre, era alla postazione del D.J. Bree girava per i tavoli, cameriera sexy e disponibile -in molti sensi. E Zoé, insieme a Dan, stava come sempre dietro al bancone. Serviva un cliente dopo l'altro, senza fermarsi né perdere il sorriso. Era fondamentale non farsi vedere mai stanchi. Anche quando, dalla stanchezza, si crollava. Se non altro, da quando non stava più con Xander, non doveva più fingere. Poteva flirtare con chiunque, senza ferire un fidanzato. Era un po' triste, a dire il vero, ma cercava di trovarci il lato positivo. Di sicuro Liv era stata felice di quella notizia. "Così nessuno dei clienti potrà sospettare qualcosa", aveva detto. Stronza opportunista. Brava nel suo lavoro, certo. Ma sempre stronza opportunista era.
Come va tesoro?
Impegnata. Tu? Hai già deciso chi ti porterai a letto stasera?
Sto ancora vagliando qualche possibilità.
Era bello poter parlare con Bree ogni tanto. Significava poter riprendere fiato.
Zoé, ma l'hai visto quello?!
Chi?
Il campagnolo!
La Bourgeois seguì con lo sguardo la direzione indicata dalla bionda. Beh, era difficile da non notare a chi si stesse riferendo. Intanto, il ragazzo in questione era alto. Un sacco alto. E poi com'era vestito... A dire il vero non le dispiaceva quel look easy, casual-sportivo. Il problema era che all'Under stonava di brutto.
Niente male.
In effetti una bottarella gliela darei anch'io... Ma come si è conciato?!
Magari è straniero e non conosce l'Under.
Il pub era famosissimo a Londra, certo. Ma se il ragazzo fosse venuto da fuori -da un'altra parte dell'Inghilterra o dell'Europa- come poteva conoscerlo a dovere? A prescindere dagli abiti, era molto carino. Ed alto. Molto alto. Quasi una pertica, a dire il vero. Una pertica dall'aria decisamente spaesata.
Meglio che tu vada ad accoglierlo, se Liv ti vede qui a far niente sono cazzi...
Un giorno o l'altro mi licenzierò, vedrai!
Certo, certo...
Lo diceva da... tre anni, ormai. La verità era che si divertiva troppo, all'Under. Ed anche Zoé.
Ehi, bel ragazzo! Prima volta all'Under?
Domandò Bree al campagnolo, come lo chiamava tra sé. Gli sorrise, affabile e accattivante. Ed anche un po' zoccola, a dirla tutta.
Al momento tutti i tavoli sono occupati, ma puoi sederti al bancone se vuoi. Fidati, i cocktails di Zoé sono i migliori di tutta Londra e dintorni, provane uno!
Lo guidò fino al bancone, indicandogli uno sgabello libero. Certo, l'alternativa era che lo sconosciuto se ne andasse. Ma perché farlo, quando bastava avere un po' di pazienza e nel frattempo bere qualcosa? Se il ragazzo si fosse seduto al bancone, quindi, di lì a poco avrebbe sentito una voce femminile rivolgersi a lui. Morbida e dolce, la voce. Ma anche con una sfumatura femminile, provocatoria, maliziosa. Ed un delizioso accento francese.
Ehi, dolcezza...
Lo salutò, appoggiandosi al bancone. Canottiera nera scollata, attillata, senza reggiseno sotto. Shorts di jeans a vita bassa, decisamente "short". Niente calze. Stivali lunghi fin sotto al ginocchio con tacco alto. Capelli sciolti, morbidi. E lo sguardo di una femmina che, più che preda, sembrava a suo agio nei panni di una predatrice.
Che ti servo?
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