Sembrava proprio che il tenero cagnolone di 75 kg stesse trovando più comoda la O'Neill rispetto al divano. Cappie amava gli animali, ma in quel caso le risultava un po' complesso riuscire a parlare quando una montagna di pelo decideva di mettersi in mezzo fra lei ed Hank, togliendole non soltanto la visuale, ma anche il respiro. Per fortuna, alla fine il dolce Salomone capì che per ottenere le tanto agognate coccole sarebbe stato meglio lasciar respirare la piccoletta, sistemandosi con le zampe all'aria e il pancino in su, pronto a ricevere tutte le attenzioni del mondo. Cappie non lo lasciò a secco, accontentandolo mentre proseguiva a parlare con il Vice Sceriffo che, in cambio del suo aiuto, non soltanto si rifiutò di obliviarla, ma in più le garantì un contatto sicuro fra i Vigilanti di Denver. Insomma, un bel colpaccio per la carriera -agli esordi- investigativa dell'irlandese. Per ricambiare, la Ignis condivise con l'uomo un'informazione sentita per caso mentre era prigioniera e che forse avrebbe potuto essere d'aiuto per il Vigilante.
... mentre ero lì, uno dei soldati si è lasciato sfuggire qualcosa riguardo una certa operazione chiamata "Crimson Assassin" in Guatemala. Il nome ti dice qualcosa?
Mh... In realtà no, non mi dice molto. Però ho dei contatti che potrebbero aiutarmi, inoltre se fosse una faccenda di mafia, potrei coinvolgere proprio Dre. Sicuramente sei stata di aiuto, contaci.
Se dovessi scoprire qualcosa in più, fammelo sapere. Terrò la bocca chiusa, ma sinceramente i traffici di quello stronzo mi interessano eccome. Se posso vorrei dare una mano a smantellare la sua organizzazione pezzo per pezzo...
Anche perché, se fosse stata coinvolta forse avrebbe saputo qualcosa in più su questa Setta e sul Supremo. Cappie si chiese se non fosse il caso di condividere con Hank anche quelle informazioni, ma alla fine decise di tenerle per sé. Aveva bisogno di elaborare tutta quella disavventura e far riposare un po' il cervello per evitare che andasse in sovraccarico il sistema. Era vero che il Fulmine l'aiutava a non avere mai mal di testa, ma non calmava certo le sue emozioni e di emozioni negative in quel momento l'irlandese ne stava provando davvero troppe. Tutte per lo stesso identico motivo.
... Posso chiederti un'altra cosa? Cosa sai su Dave Barclays? Lui... chi era esattamente?
Prima di tutto un trafficante di morte. Uccideva su commissione persone innocenti per far avanzare professionalmente raccomandati dalla malavita. A seguire un ricettatore, spacciatore di droghe magiche pesanti, ladro di identità. La lista è molto più lunga di questa sintesi, ma in sostanza aveva collezionato reati per un totale di tre ergastoli. Quando si dice proprio il tipico ragazzo che presenteresti orgogliosa alla famiglia, no?
Aveva già compreso che il Barclays avesse le mani in pasta nel caso seguito da lei ed Ethan e adesso le parole di Hank glielo confermarono. Cappie si maledì dentro di sé per non essere stata più attenta, perché se a quell'ora Dave fosse stato vivo, loro avrebbero potuto interrogarlo e scoprire qualcosa in più. Invece, per colpa sua era morto e con lui forse la possibilità di ottenere maggiori informazioni. A meno che ella non si fosse buttata su un'altra pista, come ad esempio trovare uno dei tre scagnozzi che l'avevano -per modo di dire- violentata e interrogarlo direttamente. L'unico dei tre a cui Cappie alla fine era riuscita a togliere il cappuccio, svelandone l'identità.
... Prima di morire è tornato umano.
Cosa?
Il silenzio della Ignis era stato scambiato dal Vice Sceriffo come senso di colpa. In realtà anche esso c'era, ma in minima parte perché l'unica consolazione dell'irlandese era che l'uomo si fosse ormai tramutato in un mostro e in quanto tale la morte per mano sua era un trauma più semplice da assorbire. Hank però, cercando di fare del suo meglio per aiutarla, le rivelò qualcosa che lasciò Cappie spiazzata, ottenendo l'effetto contrario a quello da lui sperato.
Questo significa che l'effetto della Pozione che si è iniettato fosse temporaneo e questo non lo potevi sapere. Una volta tornato alla forma originale, la ferita interna provocata dal veleno d'argento è stata incontenibile dal sistema immunitario, quindi è morto.
Fantastico... Quindi non ho ammazzato un mostro, ma un essere umano! Ora sì che mi sento dannatamente meglio cazzo!
Sbottò infastidita, quel 30% di Irina che si faceva sentire dentro di lei, influenzandola. Tuttavia, proprio perché tale, Cappie rimaneva per il restante settanta sé stessa, una sé stessa in grado di ragionare e razionalizzare anche sulla base di ciò che l'altro aveva provato a dirle.
... Un essere umano solo di facciata. Dave non era più un mostro fuori quando è morto, ma lo è rimasto dentro per tutto ciò che ha fatto. Mi sento in colpa ad averlo ucciso, perché avrei voluto che passasse il resto dei suoi giorni in galera, con la consapevolezza di non avere nemmeno la morte come consolazione. Ma ormai il danno è fatto e in un certo senso quello che gli è capitato se lo è meritato ampiamente. Spero che la sua anima finisca in un dannato inferno...
Disse, dura, disgustata, cercando di andare avanti anche perché non poteva abusare dell'ospitalità di Hank a lungo. Probabilmente era il suo giorno libero e lui lo stava trascorrendo insieme a lei, di certo non una compagnia simpatica e divertente in quel momento. L'uomo infatti poco dopo si alzò, prendendo dal portafoglio due bigliettini da visita che lasciò alla bionda, dopo averle spiegato che cosa fossero.
In uno c'è il mio indirizzo d'ufficio presso la Caserma di Denver. Distretto Periferico. In un altro c'è invece l'ubicazione di un Bar-Pub frequentato quasi esclusivamente da militari e combattenti della società magica locale. Non solo potrai trovare me di tanto in tanto, specie il Venerdì sera, ma potrai anche farti qualche amicizia utile per il lavoro.
Insomma un altro regalo più che gradito per la Ignis e che le sarebbe servito in futuro per il proprio lavoro. Cappie riuscì a convincere a fatica Salomone a scendere dalle sue gambe, alzandosi in piedi e fissando con un sorriso il Vice Sceriffo.
Non so davvero in che modo sdebitarmi per tutto questo. Ti sembrerà poco, ma mi stai facendo un favore enorme e per questo sento di dover ricambiare nello stesso modo. Sai già che sono un'investigatrice privata, ma non sai che sono anche una Escort e una volontaria Auror. Se dovessi aver bisogno di me per qualunque motivo per uno dei miei tre lavori, basta che mi contatti e vedrò di accorrere subito.- E se l'altro si fosse dimostrato perplesso nel sapere che quella piccoletta facesse come lavoro anche la Escort... - Be'... Sì, come Escort non sono niente male ma fidati, capirai cosa voglio dire se mai avrai bisogno di me in quel senso.
Allora, se non c'è altro da dire, penso sia giunto il momento dei saluti. Ho fatto collegare il mio camino con quello pubblico più vicino alla tua abitazione di Boston. Così non dovrai nemmeno stancarti troppo. Stammi bene. Ti aggiornerò non appena Dre ripasserà da queste parti.
Ci conto! E non appena mi sarò trasferita a Denver passerò a trovarti, così da darti anche il mio nuovo indirizzo. Grazie ancora per tutto...
Gli strinse forte la mano, sorridendogli, poi prese tutti i suoi affetti -bacchetta, anelli, ogni cosa che si era portata dietro prima di essere rapita- eccetto i vestiti, in quanto quelli erano stati trattenuti da Hank per essere lavati. Prima di andarsene, Cappie diede un ultimo affettuoso buffetto sulla testa di Salomone, prendendo poi la MetroPolvere per ritrovarsi immediatamente nella sua casa a Boston. Dove Ermes ed Ethan -eccezionalmente lì in casa- la stavano aspettando, ansioni di riabbracciarla.
[23 Maggio 2113 - Appartamento di Cappie, Boston (Massachussets) - Ore 18:30]
Ti prego, dimmi che sei riuscito a reperire qualche informazione.
Erano passati alcuni giorni da quando Cappie aveva incaricato Ethan Travis di trovarle tutto quello che riusciva a reperire al Ministero riguardo l'uomo senza il cappuccio. L'unico indizio che la O'Neill era riuscita a strappare dall'intera disavventura vissuta con Dave le aveva fruttato un volto svenuto dopo un possente K.O. messo in atto dal mercenario Dre. Quel volto era l'unica speranza che lei e il Fox avevano per poter rintracciare qualcuno della banda coinvolta nel caso di rapimento e furto d'identità su cui stavano lavorando ormai da settimane. Sarebbe stato tutto molto più semplice se il Barclays fosse rimasto in vita e dietro delle sbarre. Tuttavia, l'argento che la Fulmen gli aveva piantato nel collo lo aveva praticamente ucciso, vanificando per sempre la possibilità di interrogarlo. Aveva scelto con razionalità e molto coraggio di andare avanti e concentrarsi nella risoluzione del caso, lasciando le implicazioni di quell'atto a pensieri notturni, che si affollavano insieme alla curiosità verso il Mercenario misterioso e il desiderio di conoscerlo. Purtroppo, il Vice Sceriffo Hank non aveva ancora avuto notizie in merito al suo ritorno a Denver e l'attesa -come sempre- rischiava di mandare fuori di testa l'irlandese. Per fortuna, lo sguardo che Ethan le rivolse le fece intendere che c'erano delle grosse novità in arrivo e questo bastò a Cappie per mettere da parte le sue elucubrazioni personali per concentrarsi solo ed esclusivamente su ciò che il Fox aveva da dirle.
James Doakes. È stato arrestato più volte per furti di piccola entità: galeoni, oggetti di valore, gioielli. Non ha mai scontato la sua pena, solitamente qualcuno pagava la cauzione per lui.
Uhm... Altro? Un indirizzo di casa magari?
Qui purtroppo iniziano le noti dolenti. Pare che il nostro sospettato abbia l'abitudine di cambiare casa ogni anno, spostandosi nelle maggiori città d'America. Questa è la lista dei luoghi dov'è stato, ma è incompleta perché sono state registrate soltanto quelle in cui ha commesso un reato ed è stato arrestato.
Vedo però che l'ultima città è Philadelphia.
Esattamente, ma l'arresto risale a Gennaio di quest'anno. Potrebbe non essere più lì già da un bel po'...
Non resta che rimboccarci le maniche e scoprirlo.
[28 Maggio 2113 - Philadelphia (Pennsylvania) - Ore 19:30]
Non si vergognava a chiedere un aiuto a Marshall e Ryan quando le serviva, specie perché i due investigatori potevano vantare un vasto bacino di conoscenze e contatti utili per scoprire informazioni di vitale importanza. Subito dopo aver parlato con Ethan, la Ignis si era rivolta a loro, chiedendo se avessero da indicarle un informatore di fiducia nella zona di Philadelphia al quale fare delle domande. Dopo averle indicato il luogo, l'orario in cui trovarlo ed il nome, la ragazza si era diretta in volata verso la città della Pennsylvania, parlando a tu per tu con l'uomo. Che, non appena la vide, la trattò esattamente come ogni informatore da lei incontrato in precedenza: scettico, sarcastico e talvolta anche offensivo nei suoi confronti.
Sei tu Baxter Jones?
Dipende. Chi vuole saperlo?
Investigatrice Thea O'Quinn, salve.
Investigatrice? Smamma ragazzina, non ho tempo da perdere con le dilettanti. Tornatene a casetta da mamma e papà, hai scelto la carriera sbagliata.
Cappie nemmeno lo stette ad ascoltare, tirando fuori dalla propria borsa il suo documento d'identità e l'attestato che le era stato rilasciato dai due investigatori più famosi e capaci di lei, proprio per evitare reazioni simili da parte degli informatori che loro le suggerivano. Non appena l'uomo lesse dove avesse fatto il proprio praticantato, la sua prima reazione fu quella di sgranare gli occhi e, in seguito, di squadrare lei, chiedendosi probabilmente se quel documento fosse vero o falso.
Le assicuro che è vero, sono stati Marshall ed Edward a mandarmi da te.
Potevi dirlo subito che lavori per loro!
Lavoravo per loro, adesso le informazioni che mi servono riguardano un mio caso personale. Posso offrirti una birra o qualcos'altro da bere mentre ne parliamo?
Cercare di accalappiarsi le simpatie degli informatori era di vitale importanza per la ragazza. Gli rivolse un sorriso complice, invitandolo ad entrare nel pub e a prendere posto ad un tavolino centrale in mezzo alla folla. Più gente parlava e li circondava, meno qualcuno avrebbe potuto ascoltare la loro conversazione. Una volta preso da bere e pagato quel primo giro, la O'Neill chiese immediatamente quali informazioni erano in suo possesso riguardo James Doakes. Dopo un paio di sorsi -evidentemente la birra gli piaceva parecchio- Baxter fu pronto a raccontare alla ragazza tutto ciò che sapeva dell'uomo che stava cercando. Con sua enorme sfortuna, scoprì -come avevano temuto- che il bastardo se l'era filata via da quella città circa due mesi prima e purtroppo nemmeno l'informatore di Marshall e Ryan sapeva dirle dove fosse andato. Se invece avesse voluto fare qualche domanda al proprietario dell'appartamento in cui stava in affitto, Jones le diede il nominativo completo e l'indirizzo dove trovarlo. Nulla di che, ma sempre meglio di niente in fondo.
Questo è tutto quello che so. Spero ti sia utile, ragazzina.
Lo spero tanto anche io...
Salutò l'informatore, pagando il "costo" di quell'informazione, dopodiché la Ignis uscì fuori dal pub, camminando per le vie della città. La notte era ancora lunga e nessuno le vietava di fare una capatina da quell'affittuario. Al massimo, se non lo avesse trovato, ci sarebbe ritornata il giorno dopo.
[10 Giugno 2113 - Greenville (North Carolina) - Ore 20:43]
Quella sera del 28 Maggio la fortuna aveva scelto di assistere la O'Neill, per una volta. L'uomo che aveva affittato l'appartamento a Doakes non soltanto era presente in casa, ma in più le aveva fornito un indizio al quale Cappie si aggrappò con tutta sé stessa per cercare di raggiungere quel criminale. Quasi non riuscì a credere che le cose stessero girando nel verso giusto, quando l'anziano signore affermò con sicurezza di aver sentito inavvertitamente una conversazione fra James ed un altro suo coetaneo, nella quale dichiarava che la sua prossima tappa sarebbe stata il North Carolina. Avuta quell'informazione, la Ignis aveva contattato immediatamente il Fox, escogitando con lui una strategia di ricerca a tappeto: dopo aver selezionato le maggiori città dello stato americano -difatti, Doakes non si spostava mai nei piccoli centri urbani- i due si erano messi alla ricerca dei contratti d'affitto registrati sotto quel nome, trovandone finalmente uno nell'ultima città presa in esame: Greenville.
Vediamo se riesco ad incastrarti figlio di p*****a...
Aveva osservato l'uomo di nascosto per qualche giorno, seguendolo e scoprendone le abitudini, in modo da potersi avvicinare a lui senza insospettirlo troppo. Non avrebbe mai potuto farlo nella sua versione Autentica, ma poteva sempre cercare di sedurlo come Iris West. In questo modo -se il suo piano fosse andato come sperato- avrebbe avuto libero accesso alla sua casa e lì scoprire qualche altro indizio utile. In caso contrario, sapeva chi contattare per aiutarla a far arrestare quel bastardo.
Eccolo là... Non mi sembra molto sereno...
In quei giorni che aveva seguito silenziosamente le sue tracce, Cappie aveva scoperto che Doakes aveva l'abitudine di bere qualcosa verso quell'ora in quel locale. Abitudini che facevano molto comodo alla Fulmen, mentre si avvicinava all'uomo con sicurezza e tranquillità, ancheggiando e smuovendo appena i capelli lunghi e biondi. Gli sorrise quando James alzò lo sguardo su di lei, lo sguardo di qualcuno che stava avendo dei pensieri molto lascivi. Per qualche breve istante, la O'Neill si chiese se quello fosse lo stesso sguardo avuto quando l'aveva violentata e la rabbia nei suoi confronti ritornò a farsi sentire molto forte in lei. Questo però non le avrebbe impedito di perdere il proprio autocontrollo, specialmente in una situazione tanto delicata.
Ha intenzione di guardarmi ancora per molto oppure mi offrirà qualcosa da bere prima o poi?
Grazie alla sua doppia vita come Escort, civettare non era più un problema per lei, specie sotto quell'aspetto. Era stata attenta ad ogni minimo dettaglio, coprendo le parti del corpo dove aveva i suoi tatuaggi con del trucco a lunga durata per evitare che l'altro potesse riconoscerla. Ethan stesso aveva contribuito ad aiutarla, specie con il tatuaggio del garofano che portava sulla spalla sinistra, quello che l'avrebbe immediatamente identificata. Quando aveva fatto presente il proprio piano al Fox, il Detective aveva chiesto il motivo della sua necessità di coprire proprio quella parte del corpo con del trucco, ricevendone in risposta un semplice "Sono rimasta svenuta per molto tempo, per quel che mi riguarda potrebbero aver notato il mio tatuaggio. Preferisco prendere qualunque precauzione possibile". Non desiderava un altro Vergil nella sua vita -una persona preoccupata a morte per lei- anche perché era proprio dalla forza delle persone care che lei riusciva a trovare l'energia per andare avanti. Passò quaranta minuti buoni a parlare con James, interessandosi a lui, flirtando, facendogli intendere di tanto in tanto con dei gesti -un piede che si struscia contro la sua gamba, una mano che gli accarezza distrattamente il braccio- il suo interesse nei suoi confronti. Il suo intento era quello di spingerlo ad abbassare la guardia, abbastanza da permetterle di intrufolarsi a casa sua senza che egli sospettasse nulla di losco. Dopo averla tirata per le lunghe ancora per un po', finalmente Cappie decise che era arrivato il momento di assestare il colpo finale: da quello dipendeva la buona riuscita del suo piano, un piano che aveva cercato di studiare fin nei minimi dettagli.
Ho una proposta. Che ne diresti di pagare il conto, andare a casa tua e iniziare finalmente a darci da fare?
Giusto per rimarcare ancora di più il concetto, la mano della O'Neill scese ad accarezzargli con decisione il cavallo dei pantaloni, trovandolo già pronto e duro al pensiero di ciò che avrebbero fatto. E questo poteva voler dire soltanto una cosa: James Doakes era appena cascato nella sua trappola.
[10 Giugno 2113 - Greenville (North Carolina) - Ore 22:33]
Forse non aveva studiato proprio tuttotuttotutto alla perfezione. Nascosta all'interno della borsa, Cappie aveva tenuto da parte una boccetta di profumo contenente però una Pozione Soporifera, che avrebbe dovuto stendere Doakes e permetterle quindi di girare indisturbata per casa. Aveva pensato di offrirgli qualcosa da bere prima di "darsi da fare", ma non aveva tenuto conto della mole di desiderio che aveva instillato nell'uomo, troppo per riuscire a far filare il suo piano liscio come l'olio. Una volta entrati in casa, l'irlandese si ritrovò appiccicata al muro, con la lingua di Doakes che esplorava la sua bocca e le sue mani che impazienti tentavano di toglierle il vestito. A nulla valsero i tentativi di rallentarlo, anzi sembrava che questi lo fomentassero ancora di più. E alla fine, spazientita da quella situazione, decise di cedere ma a modo suo.
Porca Trama!
L'imprecazione fu solo nella sua testa, mentre la ragazza si dava da fare, buttando l'uomo sul letto e dandogli ciò che chiedeva, sfinendolo in brevissimo tempo. Solo allora finalmente Cappie riuscì a convincerlo a bere una birra, birra che si premurò lei di andare a prendere e di correggere con la fatidica pozione. Non appena questa fece effetto, l'irlandese tirò finalmente un sospiro di sollievo, rivestendosi e guardandosi attentamente intorno. James Doakes era inerme e privo di difese, avrebbe potuto fargli di tutto -tipo tagliarli l'uccello, e fu molto, davvero troppo tentata di farlo- ma non doveva perdere la concentrazione ed il suo vero obiettivo: trovare qualche indizio utile per risolvere il caso e magari qualcosa di compromettente per far arrestare quel figlio di p*****a.
Avanti avanti avanti! Ci deve essere qualcosa!
Non aveva fretta, perché aveva abbondato con la pozione, garantendosi parecchie ore a disposizione per girare liberamente e rovistare dovunque. Sembrava proprio che l'uomo fosse del tutto pulito, visto che nell'appartamento non riuscì a trovare nulla. Fino a che la ragazza non si preoccupò di rovistare anche in cucina, trovando un barattolo per i biscotti e aprendolo incuriosita. Peccato che di biscotti non ce ne fosse nemmeno l'ombra -ne avrebbe fregato qualcuno volentieri- ma una busta di plastica sì, che conteneva qualcosa di parecchio interessante. Cappie la sollevò, osservando le pasticche bianche al suo interno e leggendovi il piccolo nome inciso sopra.
Porca puttana! Ma questa è... Osiris!
Si finiva sei mesi in prigione soltanto se ti beccavano con una di quelle in tasca, figurarsi con venti, se non trenta pasticche messe insieme. La ragazza posò la busta sul tavolo, osservando ancora il fondo del barattolo in alluminio dove risaltava all'occhio un piccolo rettangolino di pergamena. Lo prese in mano, aprendolo e leggendo le informazioni scritte al suo interno.
Possibile, ma per scoprirlo avrebbe dovuto chiedere nuovamente al suo compare di fare qualche ricerca su questo Rudy Moser. Mise il prezioso bigliettino in tasca, fissando poi nuovamente il sacchettino pieno di droga. Che cosa avrebbe dovuto farci con quella roba? Come poteva sfruttarla per mettere nei guai James Doakes?
... Trovato! Ti sei appena fregato con le tue stesse mani, ba*****o...
[15 Giugno 2113 - Appartamento di Cappie, Boston (Massachussets) - Ore 16:42]
... E quindi alla fine che cosa hai fatto con quel tizio?
Aveva scritto immediatamente ad Ethan, dandogli il nome e l'indirizzo trovato nel bigliettino a casa di James Doakes e chiedendogli di fare una ricerca tempestiva per scoprire chi fosse. Sembrava che il Fox avesse trovato qualcosa perché l'aveva ricontatta qualche giorno dopo, chiedendole di vedersi quel per discutere delle ultime novità. In quell'occasione, la Ignis gli raccontò finalmente in che modo avesse ottenuto quell'informazione, parlandogli anche della droga trovata a casa del loro indiziato.
Ho rimesso la droga al suo posto e sono corsa nella centrale di Vigilanti più vicina. Lì mi sono messa a piangere, trafelata, facendo finta di essere rimasta sconvolta all'idea di aver fatto sesso con uno spacciatore di droga e che la prima cosa che mi era venuta in mente è stata quella di correre immediatamente da loro e denunciarlo. Ovviamente ho atteso che l'effetto della pozione fosse quasi concluso prima di andarli a chiamare, altrimenti i vigilanti si sarebbero insospettiti se avessero scoperto che lo avevo drogato.
Sorrise, prendendo un saltellino -anzi lasciando che questo saltasse direttamente nella sua bocca- tutta soddisfatta di essere riuscita a sbattere in prigione uno della combriccola di Dave. Aveva già intenzione di dare quella soffiata ad Hank, perché in questo modo il Vice Sceriffo avrebbe potuto interrogare Doakes e scoprire qualcosa di più sui traffici del Barclays, specie ora che lui era morto. Tuttavia, nonostante fosse molto divertente parlare di come la ragazza avesse ottenuto un po' di giustizia, Ethan era lì per darle delle notizie speciali, notizie che fecero sperare ancora di più l'irlandese.
Ho fatto una ricerca fra gli archivi del Ministero e ho scoperto che, tieniti forte, Rudy Moser non è altro che il dirigente della fabbrica nella quale erano impiegate le due persone scomparse.
Cosa?! Dici sul serio? Ma... Per quale motivo il biglietto con il suo nome era in casa di quel criminale?
È sospetto, non è vero? Ho pensato la stessa cosa anche io, per questo sono andato a scavare un po' di più e ho scoperto che tutte le altre persone scomparse legate a questa vicenda lavoravano sempre presso la fabbrica di tale Moser. E indovina dove è situata la fabbrica?
Al 1809, SW Randolph Avenue, Topeka in Kansas?
Bingo!
Accidenti! Ethan! Questo significa che...
Che siamo molto vicini alla risoluzione del caso! O almeno uno lo spera...
Dovremmo riuscire ad infiltrarci, capire che cosa succederà in quella fabbrica il 30 Giugno! Ma come? Come? Come? Come poss... Cazzo!
Cosa? Hey Cappie! Dove stai scappando?!
N-non c'è tempo per spiegarti! Devo correre subito a Greenville prima che sia troppo tardi!
Tardi per...? A-aspetta! I capelli di James Doakes!!!
A dopo!
Corri!
Il piano che era balenato come un fulmine nella mente della Ignis era di una semplicità a dir poco banale. Ricordava perfettamente come le sue mani avessero affondato fra i capelli di James mentre erano intenti a fare sesso, probabilmente strappandoglieli anche, capelli che potevano essere caduti sul cuscino dove l'uomo aveva dormito. Dopo l'arresto nessuno era più entrato in quell'appartamento, ma poteva essere che il proprietario avesse deciso di sgombrare tutto per rimetterlo in affitto. Cappie contava sul fatto che la Vigilanza Magica ci mettesse un po' prima di dare l'assoluta e completa libertà all'affittuario di fare ciò che voleva con il proprio appartamento. Per questo motivo, quando arrivò di fronte alla palazzina, si trasformò nella sua forma Animagus per intrufolarsi senza essere vista dentro l'appartamento. Per sua fortuna, quando forzò la finestra, vide che all'interno non vi era nessuno, segno quello che i vigilanti avevano già finito i lavori di accertamento. Sembrava che nessuno fosse passato di lì a pulire, un'altra fortunatissima notizia. La O'Neill -ritornata in forma umana- tirò fuori la propria bacchetta, castando un semplice Accio. I capelli di James Doakes le volarono dritto dritto in mano e poi vennero preziosamente riposti dentro un sacchettino di plastica che la ragazza aveva preventivamente portato in borsa. Subito dopo, Cappie si diresse nella sede centrale della Vigilanza Magica di Greenville per accertarsi che non ci fossero state fughe di notizie indiscrete e dannose per lei e per Ethan. Una volta fatto anche questo, non restò che decidere a chi affidare l'incarico di diventare per qualche ora James Doakes. Ma un'altra idea balenò luminosa nella mente della Fulmen e il volto di una persona in particolare sembrò suggerirle quale fosse la strada giusta da seguire.
[16 Giugno 2113 - Denver (Colorado) - Ore 19:05]
... Ti prego Hank! Devi ascoltarmi è una cosa urgentissima e ho bisogno di parlartene subito, prometto che dopo ti lascerò in pace. Per favore, per favore, per favore! Non te lo chiederei se non fosse davvero importante.
Ricordi che giorno è oggi?
È venerdì, ma...
Quindi sai cosa non devi fare il Venerdì.
Però passata la mezzanotte non sarà più venerdì, dico bene no?
Il divieto si estende fino alle nove del giorno dopo, pulcina.
Nove di mattina?
Certamente.
Allora ci vediamo domani mattina alle nove e un minuto!
Aveva scoperto molto presto che il venerdì era per Hank un giorno sacro. Talmente sacro da non volere rotture di coglioni di nessun tipo, né da nessuno. Il venerdì era il giorno in cui il proprietario del pub gli offriva il primo giro, in cui il Vice Sceriffo poteva rilassarsi e in cui nessuno gli dava fastidio. Nessuno, tranne la O'Neill che aveva tentato -con molto insuccesso- di scavalcare quel divieto. Era impaziente, ma se avesse voluto seguire il suo piano era meglio lasciare ad Hank i suoi spazi e le sue abitudini e aspettare ancora poche ore prima di esporgli il proprio piano. Una volta ritornata a casa -dopo aver preso i capelli di Doakes- la O'Neill aveva raccontato anche ad Ethan l'idea che le era venuta in mente. Non era molto prudente presentarsi soltanto loro due sul luogo dell'incontro, in quanto non sapevano a che cosa sarebbero andati incontro né se fossero in grado di gestirla. Era escluso a priori che Cappie prendesse la Polisucco, perché non avrebbe mai potuto interpretare un uomo, ma Ethan era poco esperto nelle situazioni di pericolo. Per cui, la soluzione ideale era coinvolgere qualcuno che non soltanto era bravo nel sapersela cavare, ma in più poteva avere anche un interesse nello scoprire cosa ci fosse sotto ed eventualmente arrestare il possibile criminale. Quella persona era proprio Hank, ma prima di tutto bisognava che la ragazza lo convincesse a collaborare. Cosa impossibile da fare il venerdì sera, ma non il sabato mattina quando alle nove e un minuto spaccate la bionda si presentò davanti alla porta di casa sua. Salutò tutti i cagnoloni presenti, tranne Salomone che sembrava essere sparito chissà dove. Quando però la ragazza suonò il campanello della porta, ad aprirle fu proprio il grosso Mastino Tibetano Gigante, lasciandola per qualche istante di stucco di fronte all'animale.
Ciao Salomone! Dov'è Hank?
Essendo i cani animali estremamente intelligenti, un Ignis del Fulmine aveva con essi una forte affinità grazie all'elemento. L'immensa montagna di pelo portò subito la ragazza a destinazione, ovvero la camera da letto del padrone dove il suddetto se ne stava beatamente sdraiato -apparentemente nudo- russando a tutto spiano. Cappie lo fissò, di nuovo impaziente, decidendo quale fosse il modo migliore per svegliarlo senza ritrovarsi scaraventata da qualche parte perché troppo fastidiosa. Alla fine, l'unica cosa che le venne in mente fu di avvicinarsi all'uomo, scuoterlo delicatamente con la mano e chiamarlo per nome, andando ad aumentare gli scossoni gradualmente fino a quando non avesse aperto gli occhi.
Hank... Hank svegliati! Ti ricordi? Dovevamo parlare di una cosa urgente ed importante...
Seconda anta alla destra del lavello. Porta una tazza di caffè vagamente decente e c’è qualche chance che io ti dia retta.
Sorrise birichina, saltandogli al collo e dandogli un bacio sulla guancia prima di accingersi a correre in cucina e lì preparargli il miglior caffè che egli avesse mai bevuto, tutto questo solo per renderlo ben disposto ad ascoltarla. Non appena riuscì a farlo mettere almeno seduto sul letto -dove fra l'altro anche lei si sistemò seduta- la ragazza gli espose finalmente il proprio piano dall'inizio alla fine, spiegandogli anche che quelle indagini erano collegate al caso che stava seguendo quando era stata rapita da Dave Barclays.
Quindi? Puoi darmi una mano?
Hai idea di quante altre persone ci saranno a questo appuntamento?
Sinceramente no. Potresti essere da solo o insieme ad altri, per questo motivo andiamo soltanto in ricognizione. Voglio capire che cosa succederà, al momento non posso fare altro.
Ricognizione? Stai scherzando? Bisogna sbatterlo in galera.
Sono d'accordo con te, ma devo prima trovare le prove per sbatterlo in galera, non trovi? Non posso accusarlo di combinare qualcosa di losco se non so esattamente che cosa! Hank, se scopriamo che quest'uomo è colpevole e si trova a monte di tutta la rete di rapimenti e furto d'identità allora tu in quanto vigilante potrai arrestarlo. Ma prima devo scoprire se è veramente così e soprattutto dove sono finite le persone che sono scomparse. ... Mi aiuterai sì o no?
Stai cercando di insegnarmi il mio lavoro forse? Sono irritabile di prima mattina.
Scusa, scusa... Allora?
… So bene come si deve agire e con quali sicurezze, ma non voglio perdere l’occasione di arrestare qualcuno andando in una semplice ricognizione. Faremo come dici tu, ma non del tutto.
Che intendi dire?
Tu fidati di me.
Perché, non puoi dirmelo prima?
… Ci sto riflettendo e probabilmente deciderò all’ultimo.
Va bene, va bene! Mi fido di te, d'accordo! Grazie, ti devo un favore... A proposito, l'uomo di cui prenderai l'aspetto, James Doakes... Ecco, è uno dei tizi che faceva parte del gruppo di Dave Barclays quando sono stata rapita. Se può esserti d'aiuto per scoprire qualche altro altarino su di lui, sappi che è stato arrestato dai vigilanti di Greenville per possesso di droga. ... Non ringraziarmi.- disse, con una linguaccia e un occhiolino.
E mi auguro tu abbia parlato con i Vigilanti di Greenville spiegando loro la tua situazione affinché non divulghino l’arresto, giusto? Sai com’è, potrebbe essere strano per il tipo dell’appuntamento venire a sapere dell’arresto di uno dei suoi e poi ritrovarselo davanti tranquillo e senza manette.
Quando sono tornata a prendere i suoi capelli. Non è il primo caso di arresto per possesso di Osiris, per cui la notizia non era stata ancora divulgata. Stai tranquillo, ho pensato a tutto!
Ma che brava questa pulcina. Perché non molli tutto e diventi una Vigilante?
Perché questo lavoro è troppo importante per me.
Vocazione di vita, mh?
Un obiettivo, più che altro. Fare l'investigatrice mi aiuterà a fare luce su una vicenda del mio passato che mi sta molto a cuore.
Quindi faccende in sospeso, ho capito. Bene, possiamo decretare il mio Sabato ufficialmente iniziato oppure ci sono altre questioni rompipalle da dovermi sottoporre?
Capito l'antifona! Ti lascio, puoi passare il resto del tuo week-end in santa pace. Ehehehe, grazie... Oh, a proposito: notizie di Dre?
Finalmente… Mh? Forse, non lo ricordo con esattezza.
Che significa che non lo ricordi? Sì o no? Ti ha detto quando passerà a Denver?
… Lo sai che ti stai scaldando un bel po’?
Non mi sto scaldando, volevo solo sapere questo!
Comunque sì, indicativamente metà Agosto.
Metà Agosto? Perfetto! Sarò lì quando lui arriverà.
Finalmente, il 30 Giugno era arrivato. Hank, sotto le spoglie di James Doakes, era entrato all'interno di un enorme magazzino nel retro della fabbrica di Moser, seguendo la scia di altre persone lì presenti venute come lui per lo stesso motivo. Cappie si era nascosta piccola e silenziosa dentro la tracolla che il Vice Sceriffo si era portato dietro, cercando di muoversi il meno possibile per non far notare la propria presenza. L'uomo si era lamentato più volte con lei della sua forma Animagus perché a detta sua gli ermellini puzzavano. Lei si era annusata più e più volte e di puzza non c'era assolutamente traccia sul suo pelo. Aveva chiesto all'amico vigilante di lasciare solo un piccolo pertugio aperto, sia per far entrare l'aria, sia per poter sbirciare di tanto in tanto ed ascoltare meglio ciò che sarebbe stato detto durante quell'incontro per privilegiati. C'erano persone di vario tipo tutto intorno, segno che se avessero dovuto arrestare qualcuno avrebbero dovuto fare una vera e propria retata.
Eccolo lì il signor Moser... Si sta mettendo al centro. Bene! Finalmente scoprirò che cosa diavolo c'è sotto!
In realtà non ci fu nessun discorso, nessuna ammissione palese di colpa o altro di plateale e concreto. Moser si limitò semplicemente a salutare i presenti, dirigendosi poi da ognuno di loro per parlare privatamente. Aveva un taccuino magico al suo fianco che segnava tutto quello che dicevano le persone con cui parlava e una sorta di borsa nella quale mettere i galeoni che riceveva sempre dagli stessi.
Sono mazzette... Ma per cosa? Se soltanto riuscissi a sentire esattamente ciò che stanno dicendo!
Si mosse un po' inquieta, cercando però di ritrovare la calma perché non poteva assolutamente far saltare la copertura di Hank. In ogni caso la fortuna le venne presto incontro, quando Rudy Moser si fermò a pochi metri da dove si trovavano loro, fermandosi a parlare con un uomo sulla cinquantina.
... È per mia sorella. Quarantasei anni massimo, se possibile bionda. Questi sono i soldi.
Tranquillo, c'è sicuramente un posto per lei. Tu invece?
Questa volta due identità. Per un mio amico e sua moglie. Coppia giovane, trent'anni circa. Ecco qua...
Hank! Hank! H-hai sentito?! Porca Trama! Questo tizio traffica identità! Lo abbiamo beccato!
Il piano di Moser fu presto ben chiaro sia all'Investigatrice che al Vigilante. La sua fabbrica era soltanto un luogo di copertura per un affare che gli faceva guadagnare -illegalmente- molto di più. Gli operai che assumeva al suo interno venivano presto rapiti e le loro identità rubate per essere consegnate a chi, dietro lauto compenso, era disposto a comprarle per amici e parenti. Mogli, figli, nipoti, amici... Probabilmente nessuno dei presenti aveva un passato pulito né ce l'avevano i loro cari se erano costretti a dare loro nuove identità rubate a persone innocenti. Bisognava ancora capire che fine facessero le persone scomparse, ma a quello ci avrebbero pensato dopo. Adesso era arrivato il momento di agire, anche se ancora non sapeva come. Tutto quell'agitarsi probabilmente innervosì molto il Vice Sceriffo, stanco di sentire l'ermellino che cercava di attirare la sua attenzione con le zampettine corte e le unghiette affilate. Quando aprì la tracolla, Cappie credette che l'uomo avesse capito le sue intenzioni ed era pronto ad agire. Ma quando Hank l'afferrò per la collottola e la tirò fuori dal suo nascondiglio segreto, la O'Neill iniziò ad agitarsi peggio di prima, muovendo tutte e quattro le zampe in aria e squittendo come una pazza furiosa.
M-ma che cosa stai facendo? Mettimi giù! Non capisci che così fai saltare tutta la nostra copertura? A-aspetta! Che intenzioni hai? No... No... Ti prego nooooooooooooooooooooooooooooo!!!
IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIH!
Cappe venne lanciata addosso a Rudy Moser, volteggiando almeno tre volte in aria prima di giungere a destinazione -in faccia all'uomo- e lì presa dal panico graffiarlo. L'effetto a sorpresa che evidentemente voleva ottenere Hank riuscì alla perfezione, perché l'uomo era troppo occupato a cercare di scrollarsi un ermellino bianco dal viso per poter fuggire da qualche parte all'urlo di Hank "Siete tutti in arresto!". Uno squadrone di Vigilanti irruppe nel magazzino, circondando tutti i presenti mentre la O'Neill finalmente riprendeva la propria forma normale, ritrovandosi seduta sulla faccia del povero Moser. Aveva il cuore che batteva ancora a mille per il volo imprevisto e quando il Vice Sceriffo si avvicinò a lei per aiutarla ad alzarsi e mettere le manette al criminale, la ragazza lo fissò torvo e con la peggior espressione omicida che potesse esibire di fronte a qualcuno.
... Sei uno stronzo.
Bel volo.
Va*******o!
Sempre detto che eri una signorina a modo...
Si allontanò in quel modo, uscendo fuori all'esterno del magazzino e osservando i Vigilanti fare il loro lavoro. Avrebbe accompagnato quel traditore fino alla centrale di Denver, dove sempre il traditore si sarebbe occupato di interrogare Moser anche per conto suo. Passata l'incazzatura iniziale, Cappie sentiva il proprio cuore battere forte ed euforico nell'immaginare che finalmente fossero giunti alla fine di tutta quella storia. Non le restava che contattare Ethan e chiedergli di raggiungerla a Denver, dove avrebbero atteso insieme che il sospettato confessasse i suoi crimini.
[Sabato 2 Luglio 2113 - Denver (Colorado) - Ore 20:30]
Un brindisi a queste indagini concluse brillantemente dai sottoscritti!
YEAH!
Si trovavano nel pub preferito di Hank, bevendo una birra al tavolo mentre il vigilante si preparava per una esibizione senza impegno sul palco. Quella brutta storia si era finalmente chiusa con un enorme successo. Rudy Moser, ormai messo alle strette, aveva confessato nel giro di poche ore i suoi crimini, confermando i sospetti già avuti dalla O'Neill. Una squadra di vigilanti scelti si era mossa immediatamente per recuperare le due persone scomparse all'interno di un container. Il loro destino -se non fossero arrivati a salvarli- sarebbe stato davvero crudele: obliviati completamente dei loro ricordi e assunta una polisucco permanente, sarebbero stati abbandonati in qualche luogo sperduto del mondo, senza alcun genere di aiuto né assistenza. Ma per Lloyd Norton e Grace Holden quel triste destino era stato scongiurato.
A proposito, ho saputo che si sono rimessi e adesso hanno deciso di trasferirsi altrove. Quest'esperienza li ha sconvolti, ma ci sono grati per quello che abbiamo fatto per loro...
Questo mi rende davvero felice! Spero soltanto che anche gli altri scomparsi possano essere ritrovati...
C'era sempre un rovescio della medaglia, purtroppo. Cappie ed Ethan, insieme all'aiuto di Hank, erano riusciti ad impedire che queste due persone facessero una brutta fine, ma secondo le confessioni di Moser c'erano state già altre trenta vittime prima di loro che adesso si trovavano chissà dove. Le indagini erano tutt'altro che chiuse, ma adesso il caso sarebbe passato direttamente ai Vigilanti e non era più affare loro.
Su, non fare quella faccia! Lo so che è soltanto una mezza vittoria, ma almeno abbiamo impedito che altri facessero quella fine.
Hai ragione, scusami... Dai, festeggiamo come si deve!
Anche perché adesso è rimasta soltanto una cosa da definire...
E cioè?
Il tuo trasloco a Denver!
Il sorriso felice di Ethan fu contagioso, tant'è che anche l'irlandese non riuscì a farne a meno. Adesso che erano riusciti a superare brillantemente quella prova poteva finalmente chiudere completamente il capitolo della sua vita vissuto a Boston e iniziarne uno nuovo, emozionante, eccitante a Denver. Una città che adesso aveva molto da offrire alla Ignis.
Il trasloco dovrebbe avvenire a metà Luglio, immagino di poter contare sul tuo aiuto per trasportare i pacchi vero?
Certo, socia! Anzi direi che un altro brindisi è obbligatorio.
Ancora? Sarebbe il quinto!
Bisogna festeggiare.
E cosa esattamente?
Alla nostra agenzia. Al nostro futuro. A noi.
A noi...
Non lei e Dave. Ma lei ed Ethan. Non avrebbe potuto chiedere un partner migliore. Non avrebbe potuto desiderare carriera diversa da quella scelta. Adesso sentiva dentro di sé che l'investigazione non era più un mezzo per raggiungere soltanto un proprio scopo. Vivere quell'esperienza le aveva fatto comprendere che risolvere misteri, seguire le indagini e aiutare le persone in difficoltà era ciò che più desiderava fare. E voleva farlo, ma in quel modo. Usando il cervello, l'astuzia e la furbizia. Diventando un'investigatrice privata. Il Fox si alzò in piedi per andare a rimpinguare i loro boccali, di nuovo vuoti. Stava facendo uno strappo alla regola e sarebbe rimasto con lei ancora per qualche ora, prima di raggiungere la sua Miyabi in Giappone e passare il resto della Domenica con lei. Cappie invece non aveva una persona da cui tornare, ma non le pesava rimanere lì fino a tardi, ascoltare la musica di Hank e magari scambiare anche quattro chiacchiere con lui. Presto -mancava soltanto un mese- avrebbe anche conosciuto Dre di persona e lo avrebbe ringraziato per averle salvato la vita. Era incuriosita dal Mercenario, davvero desiderosa di incontrarlo. Tuttavia, avrebbe dovuto aspettare ancora un po' e nel frattempo non sarebbe stato male concentrarsi su come organizzare la sua nuova vita a Denver. Salutare Marshall e Ryan, avvisare gli amici, portare tutti i suoi averi nel nuovo appartamento. Lasciava dietro di sé una scia di ricordi spesso molto dolorosi, ma non voleva che questi la perseguitassero anche dove stava andando. Jorge era un capitolo chiuso. Axell era un capitolo chiuso. E anche suo padre... Per quanto strano, anche lui era già diventato in realtà un capitolo chiuso.
Sto diventando sempre più grande, papà. Sto capendo finalmente che questo lavoro lo faccio perché mi piace e non soltanto per scoprire la verità su di te. Per quella c'è tempo. L'importante è che io sia riuscita a dirti addio. Eh sì... Credo davvero di esserci riuscita.
Autoconclusiva
Spoiler:
Ringrazio il player di Ethan e quello di Hank per avermi aiutata con la stesura dei dialoghi!
Sì. Mozkovich ha collaborato in passato con James Doakes.
[26 Settembre 2113 - "The Black Tiger" Kansas City Magica - Ore 23:02]
Il suo sguardo si era fatto più intenso quando Shuyun aveva pronunciato quel nome. Non soltanto perché il suo Sagitta le aveva fatto capire -implicitamente- di conoscere perfettamente il caso in cui era stata coinvolta nel periodo di Maggio. Ma perché il nome James Doakes le procurava ancora non pochi fastidi quando lo sentiva pronunciare. Per questioni esclusivamente private della O'Neill. Ricordare lui significava ricordare i tre che l'avevano stuprata. Anche se poi, alla fine, non si era trattato di un vero stupro, non per la psiche della Fulmen che era arrivata a godere durante quell'atto invece che rimanerne traumatizzata. Non aveva voluto parlarne con nessuno, pur avendo fra le sue conoscenze uno dei MagiAnalisti più in gamba esistenti. Soltanto a Marshall e Ryan aveva confessato quanto accaduto, giustificandosi poi con sé stessa dicendosi che il modo in cui aveva affrontato la cosa era stato frutto di un meccanismo di difesa inconscio. Dave Barclays voleva spezzarle mente e corpo. Questo l'aveva spinta a fortificarsi ancora di più.
Adesso non dovrebbe esserci nessuno...
Un tenero ermellino bianco sgusciò fuori da un angoletto, dove si era nascosto per evitare che qualcuno lo vedesse. Seguendo il suggerimento di Heiji, Cappie aveva atteso due giorni prima di presentarsi alla palestra frequentata dall'uomo su cui stava indagando. Aveva svolto delle indagini prima, per capire di quale palestra si stesse parlando effettivamente, ma non ci era voluto molto grazie alla particolarità del nome del proprietario. Il discendente di Jaya aveva scelto un cognome molto comune -Black- ma il suo nome, Tiger, rimaneva il più esotico che Cappie avesse mai sentito. Aveva controllato dunque ubicazione e orari di apertura, decidendo di presentarsi una mezz'ora prima della chiusura per crearsi un piccolo alibi con il quale giustificare la sua presenza lì. Si era presentata come interessata ad iscriversi, aveva preso le dovute informazioni sui corsi che si svolgevano e infine, come scusa per assentarsi, aveva chiesto di indicarle dove si trovassero i bagni in quanto aveva urgente bisogno di recarsi causa ciclo. Ovviamente non avrebbe potuto usufruire di quello interno dello spogliatoio, per questo motivo le venne indicato quello ad uso dei dipendenti, con la raccomandazione però di non metterci troppo per via dell'imminente chiusura. Annuendo con un sorriso, Cappie si era chiusa la porta alle spalle ed aveva osservato l'interno del bagno privato, individuando subito ciò che stava cercando: una piccola finestra che dava su di un vicolo laterale l'edificio. Dopo circa cinque minuti, era uscita fuori, aveva salutato con cortesia il ragazzo per le informazioni ricevute e aveva fatto finta di andarsene. Invece, dopo essersi creata un piccolo trampolino con i bidoni della spazzatura, si era trasformata in un ermellino e aveva saltato fino ad arrivare all'interno del bagnetto, la bacchetta stretta fra le piccole fauci. Una volta lì dentro, la Ignis si era poi nascosta, aspettando soltanto che le persone all'interno della palestra andassero via. Tutte, eccetto il proprietario, che sicuramente si sarebbe soffermato per terminare i conti della giornata.
È il momento.
Riprese la sua forma umana e con quella anche il suo vestiario. Anche la sua borsa venne recuperata con un semplice Accio e fatta passare attraverso la finestra. L'aveva nascosta per bene all'interno di uno dei bidoni, conscia che nessuno sarebbe andato a rovistare nell'arco di quei pochi minuti. Prima di uscire, Cappie si assicurò che all'interno ci fosse tutto: Ermes, portafoglio, anelli e beni di poco conto. Indossò l'anello di Evocazione e quello del Mana, poi il MagiAmuleto ed infine diede una piccola pacca in testa al suo peluche rosa, rassicurandolo che a breve sarebbero tornati a casa. Dopodiché la ragazza provò ad uscire fuori dal bagno, aprendo la serratura con un Alohomora se avesse visto che era stata chiusa a chiave.
Da quella parte c'è la sala di allenamento... Ma il suo ufficio dove sarà?
Le décolleté blu scuro col tacco le regalavano una bella manciata di centimetri in più in altezza, mentre camminava lungo il corridoio. Non sapeva bene dove andare, quindi provò a recarsi verso la palestra vera e propria, la bacchetta ancora in mano e la borsa che scendeva sulla spalla destra. Non sapeva nemmeno che aspetto avesse questo Tiger, ma non aveva potuto perdere altro tempo per cercarne la carta d'identità. Doveva solo sperare che incrociarlo fosse semplice e che lui si dimostrasse ben disposto verso una ragazza carina che era rimasta chiusa all'interno della sua palestra.
Per molti quella non era solo una palestra, ma un vero e proprio luogo di ritrovo, dove confrontarsi, sfogarsi e sentirsi liberi. Temprare l'anima, lo spirito, oltre che il corpo, buttando fuori con il sudore anche ogni negatività accumulata ed assorbita, sia nella giornata, che nella vita. La Tigre Nera, così chiamata dalla Tribù di Esclusi della quale lui era diventato Campione, aveva aperto quel posto da circa un anno e sei mesi. Sfruttando l'appellativo ricevuto tra i Figli di Gaia Rinnegati, si era quindi trovato lo pseudonimo di Tiger Black. No, il suo nome, il nome legato alla sua discendenza, era tutt'altro, ma lo conosceva solamente una persona, l'unica della quale egli si fidasse davvero.
Sarebbe tornato a trovarla un giorno, per sapere come stesse, per chiedere se avesse bisogno di aiuto, ma prima doveva ritornare a sentirsi il più civilizzato possibile. La vita in mezzo alla natura lo aveva reso molto selvaggio ed appena un anno e mezzo tra le persone comuni era bastato semplicemente per renderlo di poco più "docile". Ma non è di lui che dovremmo parlare, bensì di un'altra persona, arrivata lì per svolgere delle indagini, nascostasi bene affinché la sua presenza non fosse notata. Le porte erano state sigillate magicamente da circa sei minuti quando l'irlandese ex Tassorosso decise di farsi avanti e provare a dare un'occhiata in giro, cercando il proprietario. C'era un insolito e assordante silenzio, messo in diretto contrasto con quando invece la gente affollava e parlava, accalcandosi, nel sudore e nel sangue degli allenamenti. La palestra aveva un aspetto decisamente non moderno. Ricalcava uno stile più rustico e autentico, in netto contrasto con le palestre ultra chic di ultima generazione.
C'erano anche attrezzi abbastanza inusuali per addestrarsi e fortificarsi, come grossi pneumatici di camion o sacche di corda ripiene di sassi, piuttosto pesanti. Stare lì in mezzo richiamava un perfetto equilibrio tra il selvatico e il civilizzato, tra il nuovo e l'antico, così da soddisfare esigenze di tutti i tipi. Postazioni da combattimento con la bacchetta, dei ring da boxe ed anche una zona vastissima con pesi e macchinari, praticamente c'era davvero di tutto. Che fossero Purosangue, Mezzi o Nati, non era importante, perché lì avrebbero trovato quel che cercavano, dovevano solo abituarsi all'assenza di tessere Premium o c****te consumistiche. Tornando comunque alla cara O'Neill, ella aveva appena lanciato un'occhiata in direzione degli uffici, quando si accorse di non vedere proprio nessuno. Eppure le luci erano accese, quindi Lui doveva esserci per forza, ma dove? La risposta in realtà arrivò quasi subito, perché dacché il silenzio regnasse nella palestra, ad un certo punto della musica si sparse per ogni angolo, proveniente dalla zona "boxing".
Grazie a quel suono a volume piuttosto alto, Caroline Priscilla sarebbe riuscita ad avvicinarsi senza farsi sentire, pur avendo delle scarpe "rumorose". Non appena, girando una delle colonne portanti, si fosse affacciata sulla zona del ring... Leggermente sulla destra, di fronte ad un pallone sportivo da boxe, l'avrebbe visto. Il corpo massiccio, estremamente gonfio e muscoloso. Quasi due metri di altezza per sicuramente più di cento chili di peso. Carnagione scura, occhi e capelli della stessa tonalità. Quel nome e cognome gli stavano alla perfezione, in quanto la Tigre il più pesante e grosso felino tra tutti, nonché pericoloso e letale, senza alcun predatore naturale nella catena alimentare. La velocità con la quale il ragazzone sferrava i colpi era impressionante e a giudicare da quanto il pallone andasse indietro, anche la potenza doveva essere necessariamente mostruosa. La musica puramente Hard Rock accompagnava i suoi cazzotti, i suoi montanti, i suoi ganci, i suoi diretti, in una sessione di allenamento compatta ed esclusiva.
Sulla spalla destra recava un tatuaggio, lo stesso simbolo presente sull'arma magica della bionda, il simbolo di Jaya, il simbolo della sua dinastia. Sulla sinistra invece, il tatuaggio Ignis, visibile per ovvi motivi solamente a lei come agli altri colleghi di Gilda. Infine, dietro il collo, verso il centro schiena, un altro tatuaggio, recante appunto una Tigre Tribale. Con un po' di attenzione e memoria, la ragazza avrebbe ricollegato il tatuaggio allo stemma presente sull'esterno della palestra. Un piccolo dettaglio, niente di che, ma comunque meritevole di menzione. A parte questo, quando la musica terminò, egli sferrò l'ultimo colpo, dopo di che prese a fare lunghi respiri, gonfiando il petto già enorme di suo.
Anf... Anf... Anf... Anf... Anf... Anf...
Indossava dei pantaloncini a tre quarti di una nota marca di abbigliamento sportivo babbano, "Everlast" , dedicata proprio al settore pugilistico. Ai piedi chiaramente degli stivaletti di boxe alti di colore nero con lacci stretti bianchi. Le braccia tornarono morbide, ai lati del corpo. Il ragazzone si diresse fino alla panca e da lì prese prima un asciugamano che si passò sulla fronte, poi una bottiglietta di acqua fredda. Buona parte la bevve, l'ultima se la fece finire in testa, bagnandosi di riflesso anche il viso ed il corpo. Fatto questo, però, pur rimanendo ancora di schiena rispetto a dove fosse la ragazza, alzò la voce, parlando proprio con lei.
Gradito lo spettacolo, Fulmen?
Aveva percepito il suo Elemento, pur essendoci la musica di mezzo... E quella era una variabile che purtroppo la O'Neill non avrebbe saputo proprio come evitare. Si volse a fissarla, finalmente, aspettando però che fosse lei ad avvicinarsi. Non sembrava avere un'aria minacciosa, solo piuttosto seria. Era ovvio che non gli facessero piacere visite fuori orario, specie perché avrebbe potuto pensare che fosse qualche sorta di fan accanita venuta lì per porgli qualche domanda su Jaya. Tuttavia egli non si azzardò a fiatare, voleva che fosse lei a parlare ed esporsi. Si perse però qualche secondo a fissarla meglio e darsi una panoramica di lei a livello estetico. Dalla testa ai piedi, solcò ogni centimetro della investigatrice con fare decisamente poco delicato, elegante o accorto. Ma d'altronde, si era già detto quanto fosse poco garbato, no?
Si stava ancora guardando intorno, indecisa su dove andare, quando sentì una schitarrata potente provenire dalla sala di allenamento. Cappie si voltò all'istante verso quella direzione, rimanendo però ferma al proprio posto, in attesa. Una seconda schitarrata poi una terza e infine le note di una canzone dello stile che lei amava di più. La curiosità fu molto forte e la spinse a dirigersi verso la palestra, senza nemmeno pensarci due volte. I tacchi facevano rumore lungo il corridoio, ma in realtà il ticchettio veniva coperto dalla musica, cosa che le permise di camminare molto più svelta e senza preoccuparsi di farsi scoprire. In un certo senso, era meglio se fosse accaduto, ma dalla persona giusta ovvero Tiger, il proprietario della palestra. Non lo aveva mai visto in faccia e poteva solo ipotizzare che avesse dei tratti in comune con Jaya, anche se non poteva esserne certa al cento per cento. Lungo il corso della sua discendenza, il sangue dello spettro poteva essersi mescolato con razze di tutti i tipi, anche caucasiche, e aver generato magari dei pronipoti di pelle completamente bianca. In ogni caso il mistero sarebbe stato svelato presto. Non appena infatti la ragazza girò attorno ad una delle colonne portanti, si ritrovò a fissare un ring illuminato da una luce bianca e artificiale. Accanto ad esso, svettava un ragazzo che probabilmente sfiorava i due metri di altezza, massiccio come pochi ne aveva incontrati in vita sua e di carnagione mulatta. Lo sguardo sorpreso di Cappie si posò su di lui, in silenzio e parzialmente nascosta per non disturbarlo troppo con la propria presenza. Chiaro che, in quanto Gildato Ignis di grado alto, probabilmente avrebbe potuto percepire subito il proprio elemento; ma poteva essere che, concentrato com'era sull'allenamento, sul momento il Black non avrebbe notato la ragazzina bionda che lo fissava con stupore misto a curiosità ed interesse. Gli occhi registravano automaticamente alcuni dettagli di lui che lo rendevano particolare: i tre tatuaggi sul corpo ad esempio. Quello Ignis, quello che si trovava come stemma sulla sua arma bianca e poi uno tribale, che scendeva fino al centro della schiena. Non conosceva le abitudini delle Tribù di Esclusi, quindi poteva soltanto supporre che il terzo tatuaggio fosse stato fatto per puro elemento decorativo. La saetta sulla spalla, invece, lo identificava come il discendente di Jaya, senza alcun dubbio.
A-accidenti... È velocissimo...
Non era una cosa così scontata, data l'impressionante montagna di muscoli che si portava appresso Tiger. Cappie lo fissava senza perdersi un solo istante il suo modo di muoversi, di tirare pugni possenti e veloci, ammirandolo e segretamente trovandolo eccitante, da un certo punto di vista. Era davvero un guerriero esperto, lo si vedeva dal modo in cui si allenava senza perdere un solo colpo. Nel frattempo la musica continuava a risuonare all'interno della sala, fino a quando non si chiuse e, con essa, si concluse anche l'allenamento improvvisato dell'Ignis Electrum. Il ragazzo si diresse verso una panchina, affannato, bevendo e sciacquandosi il corpo con l'acqua presa da una bottiglietta. Non si era ancora fatta vedere la O'Neill, in parte per colpa sua perché era rimasta imbambolata ad osservarlo in silenzio ancora un po'. E questo fu un grosso svantaggio per lei, quando il Black senza nemmeno alzare lo sguardo, anzi dandole persino la schiena, si rivolse a lei come se avesse sempre saputo che l'irlandese fosse lì.
Gradito lo spettacolo, Fulmen?
Aveva fatto un errore. Non sapeva che l'Electrum fosse in grado di percepire automaticamente la sua presenza, senza bisogno di concentrazione. Quindi era stata scoperta prima ancora che potesse montare su la piccola recita che aveva architettato per sondare il terreno con lui. Ormai la sua copertura era saltata, quindi non le restava che farsi avanti e sperare che egli la trovasse abbastanza carina da farle "passare" quella piccola svista.
Molto, devo dire di sì. Non avevo mai visto qualcuno allenarsi in quel modo, sei stato... Sei... stato...
Aveva iniziato ad incamminarsi sicura e sorridente verso il Black, ma il suo procedere si arrestò pian piano quando si rese conto dello sguardo che Tiger le lanciò addosso, uno sguardo che sembrò denudarla tutta dalla testa ai piedi. Era abituata ad essere guardata in maniera lasciva o semplicemente bramosa da parte degli uomini -quando era nella altre forme- e dei ragazzi. Ma non era abituata a sentirsi come una preda in presenza di un pericolosissimo predatore. Era in questo modo che la faceva sentire il Black ed era questo il principale motivo per cui, a metà strada, la O'Neill si bloccò un po' incerta, arrossendo di colpo quando avvertì il proprio Elemento impennarsi in un picco di eccitazione. Accidenti a lei e alla sua perversione! Non avrebbe potuto fare nulla per nascondere quella reazione al ragazzo, per cui -dopo un attimo di incertezza iniziale- non le restò che una cosa da fare: proseguire a camminare e arrivare fiera di fronte al Black. Seppur dentro si stesse vergognando pesantemente di sé stessa.
Ti chiedo scusa se ti ho disturbato. Sono rimasta chiusa dentro per sbaglio e ecco... Stavo cercando l'uscita o qualcuno che mi facesse uscire, ma poi ho sentito la musica e non ho resistito alla... Curiosità!
Nemmeno aveva terminato la frase precedente. Troppo concentrata a sperare che la sua mezza bugia fosse abbastanza credibile, per preoccuparsi di aver tralasciato di dire che cosa egli fosse stato [d20:9 + Talento(A): 26 + 1 Bonus= 36]. La Ignis aveva volutamente scelto di dargli del tu e di non chiamarlo con il titolo che gli sarebbe spettato in Gilda per evitare che egli potesse credere fosse quello il motivo per cui si trovava lì. Se il suo intuito non si stava sbagliando, a Tiger interessava molto poco della Gilda e dei suoi seguaci e magari non era nemmeno il tipo che ci teneva particolarmente a quel tipo di etichetta. Seppur ancora un po' scossa dallo sguardo che le aveva rivolto in precedenza, Cappie si armò di tutto il suo coraggio e si avvicinò ancora un po' di più al ragazzo, continuando a mantenere un sorriso dolce e teneramente imbarazzato [Talento(A): 26].
Posso?
Gli chiese implicitamente se potesse prendere posto accanto a lui, sulla panca. Faceva ridere, la sovrastava anche da seduto, ma sul momento la O'Neill cercò di scacciare determinati tipi di pensieri, focalizzandosi sul vero obiettivo della serata.
Mi chiamo Thea O'Quinn, molto piacere.- Gli disse, porgendogli la mano, in attesa che l'altro la stringesse -Tu dovresti essere Tiger Black, giusto? Il proprietario di questa palestra...
Mentre si impegnava a conoscerlo meglio, la Fulmen poté avvertire distintamente un fremito provenire dalla sua borsa. La vicinanza con Tiger rendeva Ermes sovraeccitato, ma l'animaletto di Cappie riuscì comunque a mantenersi abbastanza controllato da non saltare fuori, rovinando così la copertura della padroncina. Anche se, di sicuro, il Black aveva già percepito la sua presenza.
Sei un pugile professionista, per caso? Io non sono un'esperta, ma mi sei sembrato davvero bravissimo! Forse però, prima di dare un giudizio, dovrei vederti veramente all'opera con un avversario...
Disse, ironica e scherzosa, sorridendo e passandosi una mano dietro i capelli. Continuando a pregare di riuscire a rendere l'altro disponibile ad un dialogo un po' più serio con lei.
Molto, devo dire di sì. Non avevo mai visto qualcuno allenarsi in quel modo, sei stato... Sei... stato...
...
Dorso del piede. Caviglia. Polpaccio. Coscia. Fianco. Petto. Spalle. Collo. Labbra. Occhi. Capelli. Il ragazzone mulatto la fissò piano, partendo dal basso e salendo su, non perdendosi nemmeno un dettaglio di lei. Non si faceva alcun problema a guardarla con una certa dose di appetito, ma lo sguardo serio, quello di un predatore feroce, non di un playboy.
Ti chiedo scusa se ti ho disturbato. Sono rimasta chiusa dentro per sbaglio e ecco... Stavo cercando l'uscita o qualcuno che mi facesse uscire, ma poi ho sentito la musica e non ho resistito alla... Curiosità!
... Ora si spiega. In realtà restando zitta non hai costituito un disturbo, pur essendomi accorto di te. Comunque adesso ti faccio usc-...
Posso?
La guardò ancora. Era chiaro che fosse pronto a mandarla via, aprendole la porta, ma era anche vero che ella non potesse farsi liquidare così presto. Ecco perché incalzò svelta, chiedendo di potersi mettere vicino a lui. La Tigre, alzando un poco le spalle, annuì, tanto non aveva troppa fretta di riprendere ad allenarsi. Nel frattempo si prese il tempo per sentire l'odore del corpo e dei capelli di lei. Aveva imparato da tempo a valutare certe cose, con istinto e impulso.
La tua pelle ha un buon profumo.
Senza filtri, le disse ciò che pensasse.
Quindi tu saresti... ?
Mi chiamo Thea O'Quinn, molto piacere.
Mio.
Cortesemente, allungò la mano per poter stringere quella di lei. Non calibrò esageratamente bene la forza della stretta, ma per lo meno riuscì a non farle del male. Ella aveva una mano abbastanza grande, con dita lunghe e affusolate, ma quella del Campione Druidico era almeno il doppio.
Tu dovresti essere Tiger Black, giusto? Il proprietario di questa palestra...
Sì è così, sono io... Tu invece cosa fai per vivere?
Aveva un modo di comunicare abbastanza alla mano, con una voce bassa, profonda, proveniente da un corpo come il suo decisamente massiccio ed imponente. Ma si notava che spesso spezzasse le risposte, che non fosse del tutto sciolto nel dialogo, un po' come quando si parlava con uno straniero o qualcosa di simile. I suoi erano sorrisi leggerissimi, ma sinceri, niente di inventato o architettato, quasi come se tutto ciò che facesse non passasse attraverso alcun filtro.
Sei un pugile professionista, per caso? Io non sono un'esperta, ma mi sei sembrato davvero bravissimo! Forse però, prima di dare un giudizio, dovrei vederti veramente all'opera con un avversario...
Potrebbe passare molto tempo. Non sono più professionista da un bel po'. Ho cominciato da molto giovane. Mio padre era un patito ed un allenatore. Aveva una palestra a Cork, in Irlanda, lui era di lì.
Andò avanti per qualche secondo, spiegandole che il padre fosse un Babbano mentre la madre una Strega, l'esatto contrario dei genitori della O'Neill. Il fatto che avesse utilizzato il passato parlando del genitore, poteva quindi significare forse che non fosse più vivo, ma quello fu un dettaglio che non espresse. Stava alla curiosità della bionda decidere o meno se avanzare ed osare chiedere di più oppure rimanere col mistero.
Tu combatti? Eri qui per iscriverti, immagino. Su quale fronte eri interessata? Duelli. Autodifesa? Fitness?
Non fu facile dissimulare l'imbarazzo che le provocò lo sguardo di Tiger. Anzi, non era propriamente imbarazzo ma più senso del pericolo. Un senso del pericolo eccitante, perché la faceva sentire desiderabile, quasi una preda ambita e, dopo il due di picche preso da Dre, quella tipologia di comportamento non poteva che farle molto piacere. Alimentando peraltro la vanità della O'Neill. Il lavoro però era lavoro e la Ignis era più che intenzionata a portarlo a termine in maniera esemplare, per dimostrare al proprio Sagitta che non era più da considerarsi una semplice novellina. Inesperta sì, ma novellina no. Per questo motivo, nonostante l'incertezza iniziale, Cappie cercò di recuperare subito dimostrandosi affabile e alla mano, con un pizzico di tenero imbarazzo frutto del suo essere comunque sé stessa, ma sfruttato per i propri scopi.
Ti chiedo scusa se ti ho disturbato. Sono rimasta chiusa dentro per sbaglio e ecco... Stavo cercando l'uscita o qualcuno che mi facesse uscire, ma poi ho sentito la musica e non ho resistito alla... Curiosità!
... Ora si spiega. In realtà restando zitta non hai costituito un disturbo, pur essendomi accorto di te. Comunque adesso ti faccio usc-...
Posso?
Non lo fece nemmeno finire, evitando che l'altro la mettesse alla porta prima ancora che ella fosse riuscita a instaurare con lui un dialogo. Non disse nulla il Black e l'irlandese ebbe la faccia tosta di scambiare il suo silenzio per un assenso, prendendo quindi posto al suo fianco. Si sentiva davvero piccolissima in rapporto al pugile e quasi le venne un colpo quando il discendente di Jaya si abbassò su di lei, oscurando per qualche istante la luce della sala. Rimase immobile a fissarlo, stupita, chiedendosi che cosa stesse per fare. Poi lo senti inspirare pesantemente e rimettersi in su, come se nulla fosse.
La tua pelle ha un buon profumo.
Animalesco. Selvaggio. Era così che Cappie percepiva Tiger, pur non conoscendo affatto il vero selvaggio ed il vero animale. Shuyun l'aveva messa al corrente dei trascorsi del ragazzo e la Fulmen ne stava avendo la riprova in quel preciso istante, osservandolo mentre agiva e si comportava normalmente, ascoltandolo parlare con qualche lieve difficoltà durante la conversazione.
Ti piace davvero? È il mio bagnoschiuma alla vaniglia e caramello. Lo adoro, ne uso in quantità industriale! Forse sarà per questo che sei riuscito a sentirlo... Avrò esagerato come al solito...
Non voleva che l'altro si sentisse a disagio stando a contatto con lei, sia per via dei secondi fini della Ignis, sia perché a prescindere era una persona che teneva a cuore il benessere degli altri. Chissà che cosa si celava dietro lo sguardo intenso e scuro di Tiger, magari proprio la difficoltà di rapportarsi ad una ragazza che, a differenza sua, era molto più civilizzata. Quel pensiero bastò affinché il buon cuore della O'Neill la portasse a fare di tutto per essere amichevole e per non badare a certe uscite un po' strane del pugile. Infatti, non perse altro tempo e si presentò a lui sotto il nome da investigatrice, chiedendogli poi conferma se fosse veramente lui il Tiger Black proprietario di quella palestra.
Tu dovresti essere Tiger Black, giusto? Il proprietario di questa palestra...
Sì è così, sono io... Tu invece cosa fai per vivere?
Sono un'investigatrice privata! O meglio vorrei esserlo, al momento sono ancora una principiante.- il che voleva dire tutto e niente, sia che stesse in proprio, sia che stesse sotto padrone. Cappie preferì mantenersi sul vago, per evitare che l'altro potesse infastidirsi troppo, riportando il centro della conversazione su di lui. -Sei un pugile professionista, per caso? Io non sono un'esperta, ma mi sei sembrato davvero bravissimo! Forse però, prima di dare un giudizio, dovrei vederti veramente all'opera con un avversario...
Potrebbe passare molto tempo. Non sono più professionista da un bel po'.
Si vede però che hai passione per il pugilato...
Ho cominciato da molto giovane. Mio padre era un patito ed un allenatore. Aveva una palestra a Cork, in Irlanda, lui era di lì.
Si fece più attenta mentre Tiger proseguiva a parlare dei propri genitori, Babbano lui e strega lei, registrando tutte quelle informazioni. L'aveva colpita sapere che il padre provenisse dalla sua stessa città natale, ma invece che saltellare contenta sul posto si soffermò su qualcosa di più importante, ovvero che il ragazzo, nel parlare del padre, si era espresso al passato. Forse era morto -anzi non forse, con molta probabilità- e questo portò la Ignis ad addolcire lo sguardo mentre guardava il Black, senza però essere troppo invasiva. Aveva imparato che era meglio non essere troppo impiccioni ed insistenti, perché la verità prima o poi sarebbe saltata fuori anche senza che lei premesse per doverlo fare. Certi tipi di verità almeno. In quel caso, si trattava anche di avere tatto con una persona appena conosciuta, sebbene ipotizzava che Tiger non fosse così attento a certi modi di fare educati e civili.
Che assurda coincidenza, anche io sono di Cork! Però lo sai che il tuo cognome... È un po' strano, non mi sembra di aver mai sentito dei Black in Irlanda.
Diede voce ai propri pensieri, ipotizzando che il cognome fosse poco comune sul suolo irlandese ma non impossibile da trovare. Per fortuna, una volta preso il via, Tiger sembrava abbastanza capace di condurre avanti una conversazione, anche se l'argomento che gli venne spontaneo chiedere subito dopo fu il motivo per cui la O'Neill volesse iscriversi nella sua palestra.
Tu combatti?
Abbastanza, devo dire che mi sono ritrovata spesso in situazioni dove è stato necessario usare la bacchetta.
Eri qui per iscriverti, immagino.
Immagini bene! Ehehehe!
Su quale fronte eri interessata? Duelli? Autodifesa? Fitness?
Devo dire che nei duelli me la cavo, anche se certo prendere delle lezioni da qualcuno esperto non può che farmi migliorare! L'autodifesa mi interessa, mi capita di frequentare zone poco raccomandabili per lavoro. Però... In realtà è altro che sto cercando, ma sinceramente non sono sicura se tu possa davvero aiutarmi...
Disse, mordendosi nervosamente le labbra, in parte sincera perché, chissà, lui aveva una grande esperienza come combattente e forse -senza saperlo- sapeva anche come si combatteva con un'arma bianca.
Ho già chiesto al ragazzo che si trovava al banco informazioni se facessero corsi dove si utilizzano armi bianche, ma mi pare di aver capito che non sia così. Io... Possiedo un Tanto molto speciale ma che so usare davvero poco. Immagino che se ti chiedessi di insegnarmi a tirare pugni saresti il migliore sulla piazza, ma se volessi imparare ad utilizzare anche un'arma, tu pensi di esserne in grado?
Immaginava già che la risposta fosse no, ma in fondo tentar non nuoce e poi parlare con lui le serviva per cercare di definire un quadro generale sulla sua persona. Al momento non c'era nulla che facesse propendere né in senso positivo né in senso negativo. Il neutro poteva essere comunque un traguardo, ma in quel caso la O'Neill preferiva proseguire ancora un po' con le chiacchiere.
Ti piace davvero? È il mio bagnoschiuma alla vaniglia e caramello. Lo adoro, ne uso in quantità industriale! Forse sarà per questo che sei riuscito a sentirlo... Avrò esagerato come al solito...
Non la chiamerei esagerazione. Esalti l'attrazione del tuo corpo nei confronti del maschio. La meccanica è come quella delle cagne in calore che si rotolano dove hanno urinato, così da attirare con l'odore sul pelo.
La spiegazione venne detta con una normalità ed una schiettezza esemplari, quasi come se avesse parlato del tempo. Non era il giusto e normale modo di rivolgersi ad una ragazza, ma Tiger pareva non essere minimamente interessato alla cosa. Proprio come esposto prima, si rivolgeva a lei senza particolari filtri, dimostrando la provenienza quasi da un altro mondo.
Tu invece cosa fai per vivere?
Sono un'investigatrice privata! O meglio vorrei esserlo, al momento sono ancora una principiante.
Quindi il tuo lavoro è scoprire i colpevoli delle cose o trovare informazioni nascoste. Sei una principiante... Ma ti reputi comunque brava? Hai un biglietto?
La domanda venne rivolta piano, con voce calma, uno sguardo tranquillo, insomma, per farla breve, non sospettava affatto che lei fosse lì per "lavoro". In effetti era facile notare quanto la natura del grosso ragazzone accanto alla O'Neill fosse istintiva e fisica, non certo mentale, non per determinati collegamenti almeno. Così, quando lei chiese altre info, in quel caso sulla sua passione per la boxe, lui si sbottonò facilmente, esponendo alcuni dettagli della sua vita.
Che assurda coincidenza, anche io sono di Cork! Però lo sai che il tuo cognome... È un po' strano, non mi sembra di aver mai sentito dei Black in Irlanda.
Mio padre è nato e cresciuto in Irlanda, ma mio nonno non lo era. Si spostò dallo Utah per seguire le origini di mia nonna, Dublino. Non so quanti Black ci siano nello Utah, ma di sicuro molti più che a Cork.
Al termine di quella frase, emise un piccolo verso che somigliò tanto ad una risata, sorridendo per la prima volta in un modo più accentuato. Era alla mano, pressoché cordiale, ma il suo lato selvaggio impediva di leggere nelle sue espressioni e nei suoi occhi troppi messaggi, troppe verità. A quel punto, scelse di chiederle come mai si fosse recata proprio lì: dove volesse sviluppare il proprio allenamento. Ipotizzava che fosse una combattente o che per lo meno fosse capace nella lotta, magico o fisica che fosse. No, non si fermava all'apparenza. Poteva anche essere una biondina apparentemente innocua, ma nessuno gli dava la certezza che fosse davvero così. E poi sapere che avesse un temperamento combattivo gli avrebbe fatto comunque piacere.
Devo dire che nei duelli me la cavo, anche se certo prendere delle lezioni da qualcuno esperto non può che farmi migliorare! L'autodifesa mi interessa, mi capita di frequentare zone poco raccomandabili per lavoro. Però... In realtà è altro che sto cercando, ma sinceramente non sono sicura se tu possa davvero aiutarmi...
Sentiamo.
Ho già chiesto al ragazzo che si trovava al banco informazioni se facessero corsi dove si utilizzano armi bianche, ma mi pare di aver capito che non sia così. Io... Possiedo un Tanto molto speciale ma che so usare davvero poco. Immagino che se ti chiedessi di insegnarmi a tirare pugni saresti il migliore sulla piazza, ma se volessi imparare ad utilizzare anche un'arma, tu pensi di esserne in grado?
Un Tanto... Il pugnale giapponese dalla lama spessa, giusto? È un'arma inusuale, come mai hai iniziato la pratica proprio con una cosa simile?
Il suo fu un quesito piuttosto elementare. D'accordo che non si poteva dare per scontato che la O'Neill fosse una sprovveduta, ma da lì ad immaginarla con un'arma del genere era tutt'altra questione. A prescindere dalla risposta veritiera o meno della bionda, comunque, il bestione mulatto si ritrovò a non poterle dare una buona notizia.
Mi spiace, non credo che questo sia il posto giusto per te. Sull'autodifesa non c'è problema, non è importante nemmeno il livello in sé, ma le armi bianche orientali qui non vengono prese in considerazione. Ti direi di provare in una palestra giapponese ma penso che il problema di fondo sarebbe il fuso orario in contrasto col tuo lavoro.
D'accordo, non era la mente più affabile e brillante esistente, ma il cervello lo sapeva usare, quello fu assodato.
... Come mai sei una Fulmen? Cosa ha corrotto il tuo Elemento? Se non ti va di rispondere, lo capisco.
Ti piace davvero? È il mio bagnoschiuma alla vaniglia e caramello. Lo adoro, ne uso in quantità industriale! Forse sarà per questo che sei riuscito a sentirlo... Avrò esagerato come al solito...
Non la chiamerei esagerazione. Esalti l'attrazione del tuo corpo nei confronti del maschio. La meccanica è come quella delle cagne in calore che si rotolano dove hanno urinato, così da attirare con l'odore sul pelo.
Aveva sentito bene? Aveva proprio detto "cagne in calore"? Lo sguardo di Cappie si fece, per qualche secondo, incredulo. Allibito. Di nuovo incredulo. Come se non potesse aver sentito ciò che Tiger pareva aver detto. Senza alcuna offesa, sicuramente, ma in un modo tanto schietto e privo di freni, quanto ingenuo. Innocente e senza alcun doppio fine. Il che rendeva la situazione davvero comica, molto comica. Talmente comica che la Ignis scoppiò a ridere in una risata divertita e allegra. Una risata che arrivò persino a farle lacrimare gli occhi, mentre lei provava a nascondere quel sorriso sincero e spontaneo, con la mancina. Tutto inutile però, il Black aveva appena fatto un'uscita strabiliante e pareva persino non essersene accorto. Era grande e massiccio, ma accidenti se pareva di avere a che fare con un grosso cucciolone selvatico!
Non ci posso credere... Trama non puoi averlo detto davvero...
Scusa, scusa, ma nemmeno ti sei reso conto di avermi dato della cagna in calore! L'ho sentito dire altre volte, in altri contesti ma così, a bruciapelo mai, da nessuno.
Ancora rideva, ancora lacrimavano gli occhi, mentre guardava il Black in maniera più sbarazzina e maliziosa, sempre con quel velo di rossore che le copriva dolcemente le guance. Puntava a flirtare con lui, certo, perché sapeva che l'uomo era sempre debole al fascino femminile e spesso molto più propenso a collaborare con una femmina che si dimostrava... disponibile. Ma al tempo stesso il pensiero di avergli appena rivelato qualcosa di vero e di intimo la portava ad imbarazzarsi. Una peculiarità di lei che, nonostante fosse cresciuta, non le era mai passata. Subito dopo, si buttò nell'essere sincera e nel dirgli quale fosse il proprio mestiere, sia perché sicura che l'altro non avrebbe fatto chissà che macchinazioni complesse, sia perché aveva posto l'accento sul fatto di essere ancora una principiante. Insomma, una persona molto innocua dal punto di vista di chiunque. Come ipotizzato, Tiger non ebbe alcuna reazione stranita o sospettosa o diffidente, cosa che fece ben sperare la O'Neill di poter ottenere da lui le informazioni che le servivano.
Quindi il tuo lavoro è scoprire i colpevoli delle cose o trovare informazioni nascoste. Sei una principiante... Ma ti reputi comunque brava? Hai un biglietto?
Sì certo! Ecco qui.
Perse qualche secondo a rovistare nella propria borsa, dando poi il biglietto stampato con sopra il nome suo e di Ethan, il socio. Dato che il ragazzone non pareva costituire una minaccia, poteva sfruttare quel momento per farsi un po' di pubblicità, visto che non potevano campare soltanto con il lavoro che procurava il Fox dal Ministero. Certo, quando mai uno come Tiger avrebbe avuto bisogno delle sue capacità? Magari però avrebbe potuto aiutarla a farsi conoscere un po' in giro.
Mi reputo capace di fare il mio lavoro. Sono molto ostinata e versatile, due qualità che mi aiutano spesso in ciò che faccio. Inoltre l'intuito non mi manca, ma questa è una cosa scontata per una Ignis del Fulmine, no?
Certo, Tiger non sembrava brillare di intelligenza, ma lui rappresentava l'altro lato dell'Elemento, quello caotico ed istintivo, almeno da ciò che riuscì a comprendere la O'Neill. Gli sorrise quando gli lasciò il biglietto, dimenticando un piccolo particolare: che su di esso fosse scritto l'indirizzo della sede di lavoro. Una persona acuta si sarebbe un po' stranita dunque nel trovarla lì a Kansas City invece che a Denver, ma forse il Black non ci avrebbe fatto troppo caso. E anche se fosse, la ragazza poteva sempre dire di lavorare lì ma abitare da tutt'altra parte. In ogni caso, proseguirono oltre con la conversazione finendo per parlare un po' delle origini del pugile. Fu molto interessante scoprire quali fossero i natali del Black. Ad esempio, venne a sapere che fosse in parte irlandese, con il padre originario di Cork. Una vera coincidenza, anche un po' strana però in quanto il suo cognome non fosse tipicamente irlandese. Ma la spiegazione saltò fuori in un battibaleno.
Mio padre è nato e cresciuto in Irlanda, ma mio nonno non lo era. Si spostò dallo Utah per seguire le origini di mia nonna, Dublino. Non so quanti Black ci siano nello Utah, ma di sicuro molti più che a Cork.
Senza dubbio! Assolutamente!
Era anche capace di scherzare e la risata che gli uscì fuori era spontanea seppur non completamente naturale. Come se lui fosse sempre fuori luogo, ma questo era anche normale visti i suoi trascorsi. Era interessata a scoprire come si vivesse all'interno di una Tribù di Esclusi, ma non poteva fargli sapere che lei fosse a conoscenza di una cosa tanto intima della sua vita. Invece la conversazione si spostò sul tipo di allenamento che la O'Neill aveva intenzione di seguire nella sua palestra. La ragazza rispose subito con duelli e autodifesa, ammettendo però di ricercare anche un maestro di armi bianche orientali. Non che Tiger ne avesse l'aria, ma l'aspetto poteva sempre ingannare. Inoltre era sempre un'informazione riservata che la spingeva a vedere la reazione dell'altro, a comprendere quanto egli comprendeva. Praticamente nulla, da ciò che almeno le parve di capire.
Un Tanto... Il pugnale giapponese dalla lama spessa, giusto?
Esattamente!
È un'arma inusuale, come mai hai iniziato la pratica proprio con una cosa simile?
L'ho ereditata da una persona molto speciale che mi ha trasmesso in parte le sue conoscenze. Adesso non c'è più e mi rattrista molto pensare di non portare avanti ciò a cui mi ha instradata.
Semplice e lineare come bugia. Perché basata sulla verità. Era una delle prime cose che Marshall le aveva insegnato, ovvero basare le proprie bugie su un fondo di verità, perché in questo modo avrebbero acquisito credibilità. Nel parlare, Cappie si dimostrò persino dispiaciuta, facendo intendere quindi all'altro che la persona speciale le stesse veramente a cuore. E visto che l'altro non parve dubitare delle sue parole, la Fulmen poté congratularsi con sé stessa per la buona riuscita della sua piccola menzogna.
Mi spiace, non credo che questo sia il posto giusto per te. Sull'autodifesa non c'è problema, non è importante nemmeno il livello in sé, ma le armi bianche orientali qui non vengono prese in considerazione. Ti direi di provare in una palestra giapponese ma penso che il problema di fondo sarebbe il fuso orario in contrasto col tuo lavoro.
Sì, non è facile trovare qualcuno che sappia darmi lezione con il Tanto, anche perché è un'arma davvero inusuale. Va bene, fa niente. Mi accontento anche delle lezioni di Autodifesa. Quelle mi servirebbero davvero! Per strada molto mi sfottono perché sono piccola e giovane e sono sicura che presto o tardi qualcuno finirà per mettermi anche le mani addosso! Se imparassi a sapermi difendere ci penserebbero due volte prima di farmi qualcosa e finalmente verrei rispettata.
Proseguì a chiacchiera senza problemi, spiegandogli quindi le proprie difficoltà nel farsi accettare in ambienti poco adatti ad una ragazzina come lei. Ma Cappie era una persona molto testarda e voleva che tutti riconoscessero il suo valore anche in quella versione e senza dover per forza ricorrere alle altre due. Perché chiaro che per Iris ed Elektra tutto era molto più facile. Bastava un loro sguardo per far rincretinire gli idioti. Ma lei... Lei attirava molta poca gente. E la maggior parte erano pedofili.
... Come mai sei una Fulmen? Cosa ha corrotto il tuo Elemento? Se non ti va di rispondere, lo capisco.
Non rispose subito, perché Tiger non le aveva posto una domanda semplice. Avrebbe dovuto rispondere oppure no? In teoria, Cappie aveva già maturato una decisione riguardo il fidarsi o meno del Black. Era un po' animalesco, sì, ma non le dava l'impressione di essere poco affidabile o un poco di buono. E poi, in certi casi, l'unica via possibile era rischiare. Dunque, se aveva preso quella decisione, perché non poter essere sincera sullo status del proprio Elemento? Perché quella era tutta un'altra storia, molto complessa e che metteva in conto tante dinamiche differenti, tante altre storie coinvolte. Non se la sentiva, proprio no. Ma questo non le impediva di essere sincera con lui sul perché.
È complicato. Davvero, non è che non mi fidi di te, ma la mia condizione deriva da una situazione caotica, disordinata ed anche dolorosa. Il mio battesimo del Fulmine è stato rovinato in parte da un'altra persona ed in parte dalle mie scelte, di cui ora sto pagando il prezzo...- poter cambiare il proprio aspetto era una conseguenza imprevedibile, ma accaduta e per questo la O'Neill non poteva biasimare Irina, soltanto sé stessa per aver scelto di aiutarla. -Inoltre non sono qui per parlare di me, ti costringerei a rimanere qua fino all'alba...- cercò di stemperare la tensione con una battuta, facendosi un po' più vicina al Black e questa volta fissandolo molto seria negli occhi -... Ma per lavoro. Scusami se ti ho mentito, ma ho davvero bisogno del tuo aiuto.
Aveva scelto di fidarsi, stava facendo la cosa giusta? L'avrebbe scoperto soltanto alla fine di quella conversazione, in base a quanto si sarebbe dimostrato disposto a collaborare il Black. Facendo un bel respiro, la ragazza continuò a mantenere lo sguardo fisso negli occhi del discendente di Jaya, riprendendo a parlare.
Sto cercando delle informazioni su un uomo molto pericoloso che frequenta la tua palestra. Conosco solo il suo nominativo e nient'altro. Ho bisogno di sapere quanto più possibile: dove abita, cosa fa nella vita e quali posti frequenta abitualmente. Non ho potuto parlartene subito perché non sapevo che tipo di persona tu fossi e dovevo essere sicura di trovarmi di fronte ad un Confratello in grado di aiutarmi, senza mettermi nei guai. Ti chiedo ancora scusa per averti mentito sul perché fossi qui. Purtroppo era necessario che lo facessi prima di espormi. ... Saresti disposto a darmi una mano?
Chiese, fissandolo speranzosa e seria in volta, posando la propria mano su quella scura di lui come se dalla sua risposta ne andasse della propria vita. Be', forse della propria no, ma quella del suo Sagitta sicuro. Non aveva stabilito quel contatto soltanto per ammorbidirlo e spingerlo a cedere. Voleva che egli sentisse il Fulmine nel suo spirito, che entrasse in connessione e che avvertisse il bisogno che aveva della sua collaborazione. Se Tiger, infine, le avesse detto di sì, la ragazza allora gli avrebbe sorriso riconoscente, staccandosi da lui per poi prendere un taccuino ed una penna, aprendolo su una pagina dove c'era scritto un singolo nome.
La meccanica è come quella delle cagne in calore che si rotolano dove hanno urinato, così da attirare con l'odore sul pelo.
Si espresse con una schiettezza ed una limpidezza esemplari, il Black, non immaginando minimamente la portata delle proprie parole. Per lui quello era un paragone come un altro, una semplice constatazione di similitudine tra comportamenti umani e animali. Era poco avvezzo nel pensare al doppio senso volgare od offensivo, per quanto lo conoscesse alla perfezione visti gli anni trascorsi nella civiltà prima della Tribù. Ad ogni modo, la biondina non parve troppo colpita in negativo da quella uscita, anzi, ci rise pure sopra impunemente, non riuscendo a trattenersi. Tiger inarcò il sopracciglio, spostando l'attenzione su di lei, fissandola con aria interrogativa. Cosa poteva avere tanto da ridere?
Scusa, scusa, ma nemmeno ti sei reso conto di avermi dato della cagna in calore! L'ho sentito dire altre volte, in altri contesti ma così, a bruciapelo mai, da nessuno.
... Veramente io cercavo solo di spiegare che... Mh... Aspetta...
Sbatté piano le palpebre, fissandola ancora come se stesse riflettendo attentamente sulle parole appena sentite, salvo poi sbuffare.
Credo tu abbia ragione, non volevo accostarti all'immagine sessuale del termine...
Era un selvaggio sotto tantissimi punti di vista, ma era da un anno e mezzo che stava in mezzo al mondo moderno, dopo tutto. Inoltre prima di far parte della Tribù aveva trascorso a prescindere i primi 20 anni della sua esistenza non certo tra i selvaggi, quindi mica poco. Le sue scuse non furono sicuramente solenni. Disse di essersi spiegato male, che non intendesse niente di volgare, ecco tutto. A lei scegliere se andare avanti oppure rincarare la dose, ma a prima vista non sembrava molto una di quelle intente a tornare sugli argomenti chiusi. Non in quel senso, almeno, visto che si scoprì essere proprio il suo lavoro tornare sugli argomenti, anche quelli chiusi, per riaprirli e risolverli. Una investigatrice. Niente male, forse gli sarebbe potuta essere utile in futuro.
Mi reputo capace di fare il mio lavoro. Sono molto ostinata e versatile, due qualità che mi aiutano spesso in ciò che faccio. Inoltre l'intuito non mi manca, ma questa è una cosa scontata per una Ignis del Fulmine, no?
[color=#000000]Le facoltà cognitive degli Ignis sono molteplici, io ad esempio non sono molto intuitivo nel senso di Perspicace. Ho un ottimo Sesto Senso ed un valente comparto tattico e operativo sotto pressione, quindi credo che di base questa sia una tua dote innata particolare. Non siamo tutti uguali, non mi piace l'idea di accomunarmi a tutti gli altri...[/color]
Erano parole un po' particolari, che forse nascondevano dietro qualche relativa verità più consistente legata al suo passato, alla sua vita. Ma le pillole personali fornite dal ragazzone mulatto alla O'Neill furono comunque centellinate e non riguardarono di sicuro la faccenda. Infatti, dopo aver parlato blandamente dell'origine del suo cognome non legata all'Irlanda, spostarono la chiacchierata sul motivo della venuta in palestra di lei. Ovviamente non il motivo propriamente reale, ma quello utilizzato per riuscire a scambiare due parole con il proprietario, sperando di arrivare a qualche info interessante. Decisamente non era luogo per apprendere lezioni sul Tanto, ma vista e considerata l'atmosfera della struttura, non poteva nemmeno risultare una notizia così assurda. Per lo meno però la comodità era che Tiger non sembrava affatto un tipo dedito a far cadere le conversazioni all'improvviso, per la fortuna della Investigatrice.
... Come mai sei una Fulmen? Cosa ha corrotto il tuo Elemento? Se non ti va di rispondere, lo capisco.
È complicato. Davvero, non è che non mi fidi di te, ma la mia condizione deriva da una situazione caotica, disordinata ed anche dolorosa. Il mio battesimo del Fulmine è stato rovinato in parte da un'altra persona ed in parte dalle mie scelte, di cui ora sto pagando il prezzo...
Non devi dirmi altro.
Inoltre non sono qui per parlare di me, ti costringerei a rimanere qua fino all'alba...
Considerando l'alba come un evento piuttosto lontano e distanza di ore, quella frase non poté che mettere ancora più curiosità al pugile. Tuttavia ella sembrava non volerne proprio parlare, motivo per cui egli rimase in silenzio, specie perché le parole di Thea non erano affatto finite. Ciò che disse dopo, infatti, cambiò ulteriormente l'andazzo di quell'incontro, spostando gli stati d'animo e le condizioni di avvicinamento personale.
... Ma per lavoro. Scusami se ti ho mentito, ma ho davvero bisogno del tuo aiuto.
Lo sguardo di Tiger mutò, facendosi immediatamente più rigido, serio, contrito. Gli occhi persero parte della loro scura brillantezza, come se ella avesse appena detto qualcosa di molto, troppo grave. Era un primo stadio, non le era semplice percepire le variazioni nell'Elemento altrui, ma se avesse potuto, forse si sarebbe quasi spaventata.
Sto cercando delle informazioni su un uomo molto pericoloso che frequenta la tua palestra. Conosco solo il suo nominativo e nient'altro. Ho bisogno di sapere quanto più possibile: dove abita, cosa fa nella vita e quali posti frequenta abitualmente. Non ho potuto parlartene subito perché non sapevo che tipo di persona tu fossi e dovevo essere sicura di trovarmi di fronte ad un Confratello in grado di aiutarmi, senza mettermi nei guai. Ti chiedo ancora scusa per averti mentito sul perché fossi qui. Purtroppo era nec-...
Vai via di qui.
Non la fece terminare. No, non le diede il tempo di finire la frase, di fare effettivamente la domanda desiderata. Bloccò ed interruppe tutto quanto in quel preciso istante, alzandosi anche in piedi, per poi dirigersi verso la porta. Non ammise alcuna replica, come se non la volesse nemmeno ascoltare. Evidentemente quello era un punto delicato, quella era una condizione di esistenza per lo stargli vicino che non andava toccata. La sincerità.
Odio le bugie. Odio le prese in giro. Eri qui fuori orario, ti ho percepita subito, avrei potuto cacciarti, avrei potuto scegliere di non fidarmi. Eppure mi sono fidato della tua verità, della tua versione, credendoci. Non mi interessa che sia il tuo modo di lavorare, per guadagnare. Io non sopporto essere raggirato, non sopporto chi sceglie quanto o cosa io debba sapere sulla verità.
Spalancò la porta della palestra, nuovamente senza voler sentire niente, nemmeno una frase, perché avrebbe bloccato tutto con un...
Esci. Subito.
Non appena la ragazza si ritrovò all'esterno, sentì distintamente la serratura magica della Palestra innescarsi. Se l'era giocata male? No, semplicemente non poteva immaginare che al proprietario potessero dare così fastidio le menzogne, comprese quelle "a fin di bene". Il problema però c'era, perché senza l'aiuto dell'Ignis come avrebbe fatto ad avere in fretta le informazioni utili per il Sagitta? Doveva quindi per forza andarsene, pensare ad una soluzione valida e poi regolarsi di conseguenza, non c'erano altre possibili vie, almeno all'apparenza. Infatti, quando imboccò il vicolo di fianco alla struttura, dirigendosi verso una zona buona per smaterializzarsi, ella poté accorgersi di qualcosa. Alle sue spalle, un gruppo di persone, sei in tutto, si mossero in blocco camminando proprio verso l'entrata della palestra, non accorgendosi di lei.
Ragazzi, avete capito? Deve essere un lavoro pulito. Il signor Mozkovich è stato chiaro. Ripuliamo il sangue e facciamo sparire il corpo. Non deve più costituire un problema. Mi raccomando, mantenete a freno i canini, almeno all'inizio.
Gli altri sorrisero, mostrando nella luce biancastra dei vari lampioni lo scintillio di denti inumani. La bionda avrebbe capito subito che si trattasse di un gruppo di Vampiri con l'intento di fare del male proprio al proprietario. Ma cosa volevano da lui e soprattutto perché la persona ricercata da lei lo voleva morto? Un marchingegno piuttosto avanzato sbloccò la serratura forzandola, permettendo quindi al gruppo di entrare senza problemi. Ella non avrebbe di certo potuto fare lo stesso, ma era pur vero che l'ingresso per l'Ermellino stava sempre lì, ad aspettarla. Cosa avrebbe fatto? Sarebbe intervenuta oppure no?