Ascension Island

[Sandyon]

Il Gaiux può ritenersi CONCLUSO.

L'ottimo svolgimento delle azioni di ingresso, unito anche alla velocità di esecuzione, ha dato come risultato i seguenti PX bonus:

Estia --> 9
Lindë --> 7
Alarick --> 6
Yamato --> 8
Celine --> 9
Eibhlin --> 8
Joël --> 6

Il Dono che viene fatto ai Gildati è un +1 alle Caratteristiche e un +1 alle Predisposizioni legate all'Elemento di appartenenza.
In aggiunta, +5 PS e +1 ai danni con gli Incantesimi di Gilda.
I figli di questi Gildati benedetti, inoltre, saranno naturalmente predisposti a possedere un Elemento ed esso sarà più forte del normale.

I provvedimenti che il Mana ha preso nei confronti dei PG Indigo e Quetzal sono i seguenti:

Per Indigo:

Perdita quasi completa della memoria, purificazione al 75% dello spirito, nessuna alterazione caratteriale, ricordi mantenuti: il proprio cognome, i propri animali totem, il proprio grado come Druida, l'essere Rinnegata ma non il perché, l'ultima persona in ordine cronologico alla quale ha risparmiato volutamente la vita, i propri gusti personali in merito a qualsiasi ambito, la propria età, la propria provenienza geografica e l'identità del suo compagno animale, al quale però verrà ugualmente cancellata la memoria in modo che non possa ricordarle nulla del passato.

Per Quetzal:

Perdita quasi completa della memoria, purificazione al 50% dello spirito, alterazione caratteriale parziale (il soggetto assumerà un nuovo tratto del carattere come se fosse cresciuto in una comunità senza la guerra e con i genitori), alterazioni dei caratteri estetici, ricordi mantenuti: il proprio cognome, i propri animali totem, il proprio grado come Druido (penserà di essere un Druido Giovane, non ricordando l'innesto della Gemma del Mana), l'essere Rinnegato ma non il perché, la propria abitazione, i propri gusti personali in merito a qualsiasi ambito, la propria età e la propria provenienza geografica.

[PnG Staff]

Il giorno successivo al Gaiux
Spiaggia dell'Ascension Island
Ore 07:38



Il verso dei gabbiani era distinguibile anche a lungo raggio.
Quando il ragazzo aprì gli occhi, lentamente, sentì un forte mal di testa, come un ago al cervello.
Il dolore ebbe una durata di circa sei, otto secondi, poi pian piano andò attenuandosi fino a scomparire, ma fu abbastanza intenso da indurlo a svegliarsi e fare un gran respiro. Stava a pancia in sotto, la maglietta celeste sporca di sabbia, come anche il pantalone di jeans bianco e le scarpe sportive nere. Non si sentiva riposato, anzi, era abbastanza stanco, come se precedentemente avesse fatto chissà quale sforzo immane.
Indubbiamente però, la prima cosa che lo colpì non appena si rese conto dove si trovasse, fu lo sconcerto più totale.
Facendo forza con le braccia si mise in piedi, passando una mano tra i capelli dopo aver fatto attenzione che non fosse piena di sabbia.
Una gigantesca distesa d'acqua davanti a lui, vegetazione a non finire dietro e il vento che soffiava impervio facendo ondeggiare gli alberi.

Che razza di posto è questo?
Ieri ero dentro casa mia, non mi posso sbagliare...

Completamente solo, non un'anima oltre a lui, a parte gli animali selvatici, ovviamente.
Si girò più volte su se stesso osservando il paesaggio, ma stranamente, per quanto si trovasse a chilometri e chilometri da casa, non era spaventato, né aveva paura, un dettaglio sul quale soltanto dopo avrebbe riflettuto dovutamente.
Cominciò a camminare, massaggiandosi il retro della testa che ancora ballava per lo spossamento di una ipotetica smaterializzazione... ma, un momento, lui non sapeva smaterializzarsi! Allora come aveva fatto ad essere lì? Riusciva ad eseguire quella magia solo per i luoghi dove era già stato nelle ultime 24 ore circa, altra stranezza piuttosto singolare del suo essere un mago atipico, ma era altresì certo che su quell'isola non ci aveva mai messo piede in vita sua. Percepì qualcosa di strano, una strana sensazione, come se intorno a lui ci fossero residui di magia, ma non magia normale, come quella che vedeva tutti i giorni fatte dal padre e dalla madre, bensì una magia più naturale, simile alla propria. Già, lui di magie naturali se ne intendeva, peccato che non avesse la minima idea del perché.

Quelle rocce...
C'è scritto qualcosa... e perché mi sembra essere un linguaggio che conosco?



Affacciandosi tra due arbusti, il ragazzo individuò una serie di lastre antiche e in molte parti rotte e decadenti.
I resti di un tempio, forse, oppure qualcosa di molto simile, non avrebbe saputo definirlo con esattezza ma non gli interessava.
Ciò che invece lo lasciava perplesso era che su quelle lastre c'erano delle scritte con un alfabeto strano, mai visto e letto prima, eppure mentre scorreva lo sguardo su e giù riusciva a capire benissimo cosa dicessero, rabbrividendo un poco a quel pensiero, preoccupandosi per quella realtà.
Facendosi coraggio andò avanti, oltrepassando le piante e avvicinandosi di più alle pietre, sfiorandole con la mano. Di improvviso, le "lettere" delle varie scritte si illuminarono di un verde acceso e pulsante e il ragazzo si ritrovò a fare un piccolo balzo indietro per lo stupore e lo spavento.
Deglutì, con gli occhi sgranati e le pupille dilatate, preoccupato, allarmato e confuso da tutto ciò che stava accadendo.
Che fosse soltanto un sogno? No, impossibile, era tutto fin troppo vero, tutto fin troppo vivo.

"Qui trascriviamo le leggi che verranno tramandate di secolo in secolo, per l'eternità...
... Noi della comunità di quest'isola ci divideremo presto in sei comunità minori...
Nostro sarà il compito di disperderci affinché la nostra religione e Gaia vengano preservate...
... Ci svilupperemo, regneremo in silenzio sulla e nella natura, rinnegando chiunque non osservi ciecamente quanto scritto.
Primo comandamento:..."

Purtroppo la lastra che conteneva i comandamenti pareva essere totalmente illeggibile ed aveva fatto un grandissimo sforzo per interpretare ogni parola precedente. Comunità? Gaia? Chi era "Gaia" e perché non gli sembrava un nome poco familiare? Il ragazzo trasse un gran respiro, consapevole che se fosse rimasto lì ancora un po', probabilmente la sua famiglia si sarebbe preoccupata non trovandolo nel suo letto.
Si rimise in piedi e si volse per andarsene via, quando ad un tratto sentì un verso ostile alla sua destra, un ringhio per la precisione.
Sbiancando e iniziando a sudare freddo girò lentamente la testa, trovandosi a pochi metri da lui una pantera nera dall'aria affamata.
Tachicardia, fiato corto, cervello in pappa, nessuna idea utile per sfuggire al predatore veloce e agile di quella giungla sconosciuta, ma non servì escogitare niente, poiché l'animale dopo aver fatto circa un paio di passi interruppe l'avanzata famelica e al ringhio si sostituì un verso calmo, placido e amichevole. La pantera si mise giù seduta, le orecchie alte a simboleggiare che non aveva più intenzioni negative e lo fissava come a chiedergli di avvicinarsi per carezzarla, per darle attenzioni.

Tu... tu non vuoi mangiarmi?

In risposta, l'animale si mise a pancia in su, agitandosi ed emettendo suoni simili alle fusa di un gatto, per quanto non fossero esattamente la stessa cosa. Assottigliando lo sguardo, il giovane decise di fidarsi della bestia selvaggia, ipotizzando che non avesse l'intelligenza addirittura per fintare un attacco come un essere umano, così avanzò cauto, arrivando a pochi centimetri da lei, allungando in fine la mano per grattare sotto il suo collo, un gesto che le piacque moltissimo. Stupore e perplessità si trasformarono presto in un sorriso e gioia. Era contento di poter carezzare l'animale, molto più di quanto potesse immaginare. La pantera tornò a pancia in sotto e si strusciò a lui, facendolo dedicare anche alla testa e alla schiena, poi gli diede un paio di leccate sul viso e contenta scattò via correndo tra le fronde degli alberi elastici, lasciandolo solo.
Adesso come adesso aveva seri dubbi che quello non fosse totalmente un sogno, ma le sensazioni erano autentiche, come anche la guancia leggermente arrossata per la consistenza ruvida della lingua della pantera.

Forse è meglio se questo non lo racconti a mio padre e mia madre...
Hanno già accettato fin troppe stranezze in me.

Tornato sulla riva della spiaggia, inspirò profondamente quell'aria immensamente pulita e limpida, provando a liberare la mente.
Non era semplice assorbire tutte quelle assurdità, ma ormai ci era abbastanza abituato, fin da quando era nato e si era dimostrato non essere un ragazzo come tutti gli altri, destinato a non poter vivere la quotidianità come tutti i maghi e le streghe normali.
Forse era decisamente il momento di tornarsene a casa e magari inventarsi che era uscito a fare una passeggiata prima della colazione.
Si concentrò attentamente a palpebre abbassate ed evocò l'incantesimo imparato per caso qualche mese prima per spostarsi da un luogo ad un altro, emulando la smaterializzazione, anche se non era altrettanto efficace, ma comunque meno doloroso. Nell'arco di un secondo o poco più, riaprendo gli occhi si ritrovò davanti alla porta della propria abitazione. Si liberò degli ultimi granelli di sabbia sparsi qua e là ed entrò con tutta la naturalezza possibile, affacciandosi sulla cucina.

Tesoro, ma che fine avevi fatto?

Ho fatto due passi prima di mangiare, avevo voglia di godermi la città di mattina presto.

Ci hai fatti comunque preoccupare.
Avvertici quando vuoi essere così mattiniero, d'accordo?

Sì papà, scusatemi, scusa anche a te mamma...

Va bene va bene, rimpiango i telefoni babbani quando accadono questi episodi!
Adesso siediti, preferisci colazione inglese o italiana?

Quello che prendete voi, non c'è problema!

Hai qualche novità, per caso?

... Novità?

Sì, novità, qualcosa di nuovo che ti è successo.

Abbassò lo sguardo, leccandosi le labbra in un gesto automatico e tirando su col naso, poi tornò a guardare il padre con un sorriso.

No papà, niente che valga la pena essere raccontato.

AUTOCONCLUSIVA

[Sandyon]

Abitazione di Alarick Denisof
05/11/2109
Ore 08:37

... Raggiungici...

... Trovaci...

... Ricongiungiti a noi...

... Svegliati...

... Compi il tuo cammino...

... Adesso...

... ADESSO...

Quella era la quinta volta in tre settimane che Indigo apriva gli occhi di scatto, svegliandosi do soprassalto dopo aver udito in sogno delle voci.
Parevano femminili, tal volta indistinte e ammucchiate, parlandosi l'una sull'altra, non mostrandole alcuna immagine, vaghe e apparentemente vuote. Di vuoto però avevano ben poco, questo era possibile capirlo dal fatto che, quando poi si metteva seduta sul materasso di paglia e foglie secche creatole appositamente da Alarick, gli elementi nel suo Spirito cominciavano a pulsare e vorticare tra loro come impazziti e pur essendo lei una Druida ci impiegava diversi minuti prima di ristabilire un ordine. Sudorazione accelerata, mal di testa lieve, tutto ciò impossibile per una Figlia di Gaia che in teoria poteva sudare in quantità solo normali e moderate e i mal di testa non doveva neanche sapere cosa fossero... ed invece, negli ultimi giorni fenomeni assurdi le riempivano la vita creando nel suo animo in subbuglio una sensazione insolita di timore e incompletezza.
Scesa giù nella cucina, si accorse che il suo uomo non c'era: evidentemente era giù fuori ad occuparsi di trovare sostanze per i prodotti del negozio.
I tre cani più paciocconi e desiderosi di coccole del mondo, grattavano alla porta avendola sentita sveglia, speranzosi che ella aprisse loro per dedicarsi a qualche carezza e qualche festa. La colazione, manco era necessario menzionarlo, stava già pronta per lei, preparata con cura dalla sua attuale metà, ben diversa da quella precedente ma forse ugualmente apprezzata: spremuta di arancia, pane tostato con marmellate varie, burro, miele, latte e caffè. I cornetti non c'erano perché lo sloveno glieli prendeva solo tre volte a settimana quando il fornaio preparava quelli davvero speciali. Tutto un quadretto di perfetta tranquillità, già, se non fosse stato per quei sogni, per quelle turbe notturne, per quegli incubi inquietanti.
Ciò che però mutò totalmente l'ordine disordinato di quell'inizio di giornata, fu che ad un tratto, Indigo poté sentire un sussurro nel vento che scivolò sotto la finestra trasportando cose é alcune delle parole già sentite ad occhi chiusi nelle ore precedenti, facendole probabilmente cadere il piatto o le posate che aveva in mano. "Raggiungici" ... "Trovaci" ... Ancora una volta, due femmine distinte, poi, lo Spirito nel caos, gli elementi che si accavallavano l'uno sull'altro, un fortissimo dolore alla testa, poi al ventre, poi ai muscoli che si sentirono quasi atrofizzati e poi tachicardia.
Non riuscì nemmeno ad urlare il nome di Alarick che il suo corpo scomparve come smaterializzato e la sua coscienza si perse nei meandri del buio.



Fu il verso di un gabbiano che la spinse a svegliarsi ancora, ma fortunatamente ogni particella del suo corpo rispondeva bene.
L'acqua del mare le bagnò le mani, era completamente nuda e dispersa in un paradiso terrestre mai visto prima, ed anche se ci fosse mai stata in precedenza, tanto non lo poteva ricordare a causa della memoria perduta per sempre. Le grandi rocce alte sparse in mezzo al perimetro di quell'area naturale, erano altissime e maestose. Su di esse, Indigo poteva osservare l'ombra del sole creare delle forme geometriche strane, o meglio dei disegni, disegni che poi si tramutavano in lettere antiche: quello era druidico arcaico, sconosciuto anche a lei che purtroppo si era allontanata dalla propria comunità troppo presto per impararne quanto meno le basi. Però sapeva che si trattava di una forma dimenticata del druidico, quello senza dubbio. Ma dunque si trovava in una delle comunità? No, troppa desolazione, troppo silenzio, troppa solitudine.
Poco più in là si apriva una fitta vegetazione di natura giunglosa, pochissime nuvole in cielo e nell'aria, il sibilo di quelle parole era ancora presente, flebile ma possibile da distinguere ad un orecchio attento. Più Indigo camminava in mezzo alle rocce o vicino alla vegetazione e più sentiva chiaramente una voce oppure l'altra, come se le due aree dell'isola fossero di competenza di due entità che però la richiamavano ugualmente a loro.
Una parete rocciosa, ad un certo punto, quando Indigo fu abbastanza vicina, si plasmò diventando una lunga scalinata che saliva verso l'alto, mentre in concomitanza la sabbia si tramutava in un sentiero diretto in mezzo alla boscaglia verdeggiante.
Cosa avrebbe scelto Indigo? Cosa avrebbe preferito? Era una scelta importante oppure no? Presto lo avrebbe scoperto...

[Indigo]

-Abitazione di Alarick Denisof | 5.11.09 | ore 08.37-

... Raggiungici...

... Trovaci...

... Ricongiungiti a noi...

... Svegliati...

... Compi il tuo cammino...

... Adesso...

... ADESSO...

Si svegliò di soprassalto, di nuovo: aveva il fiatone, sudava, e gli Elementi nel suo corpo vorticavano con così tanta impetuosità da farle male alla testa; ma che diavolo le stava succedendo?
Erano ormai diverse sere che succedeva la stessa cosa: aveva quello strano sogno, anzi, era più che altro un incubo, o una sorta di viaggio spirituale... non sapeva nemmeno come definirlo, il che la diceva lunga su quanto fosse confusa; sentiva sempre quelle voci che si ripetevano ancora e ancora, che la chiamavano, che la cercavano.
Scosse il capo, affondando la mano tra i capelli e scendendo in cucina lentamente, la maglia extra-large di Alarick che indossava per dormire che frusciava intorno alle sue cosce ad ogni passo: sentiva i cani grattare sulla porta per farsi coccolare, e nonostante il fidanzato non ci fosse, la colazione era bella e pronta sul tavolo, invitante come sempre.
Stava per sedersi a tavola e mangiare lentamente, cercando di riprendersi dallo scombussolamento mattutino che stava entrando a far parte, purtroppo, della sua routine, quando nuovamente sentì quelle voci - apparentemente femminili - chiamarla, cercarla: l'effetto fu devastante per il suo spirito e la sua psiche, ed il dolore fu talmente forte da farle perdere i sensi istantaneamente, il corpo che si accasciava esanime sul pavimento lucido della cucina.

-Luogo Sconosciuto | 5.11.09 | ore 08.51-

Mmmmh...

Le palpebre fremettero e lentamente si aprirono, facendole mettere a fuoco il cielo azzurro sopra di lei, con dei gabbiani che sembravano quasi salutarla col loro verso: si mise seduta, piano, notando che non c'era più alcuna fitta di dolore; dove si trovasse, però, era totalmente ignaro alla Druida Rinnegata, che si guardava intorno con la fronte aggrottata.
Era svenuta? O forse era successo nuovamente qualcosa d'incomprensibile, come quando aveva perso la memoria da un giorno all'altro?
Si mise in piedi, osservando che non portava più nulla addosso, e che ora era completamente nuda; non sembrava esserci nessuno, nessuna voce né alcun movimento elementale che Indigo potesse cogliere.
Non sapendo bene che fare, ed immaginando che rimanere ferma lì dove stava fosse alquanto controproducente, la bulgara cominciò a camminare, notando subito una cosa: percepiva quei suoni, quelle voci che l'avevano fatta svenire - seppur ora non le provocassero alcun dolore - e più si avvicinava a due zone di quella... isola? Beh, più camminava da una parte e ne sentiva una, ma se poi si spostava dall'altra la voce cambiava.
Improvvisamente, qualcosa mutò nel paesaggio, facendola sobbalzare e rendendo più penetrante - ed inquieto - il suo sguardo.

Una parete rocciosa mutò in una scalinata che andava verso l'alto, perdendosi oltre l'occhio della Kostenechki, mentre dalla parte opposta la sabbia formava un sentiero che si espandeva per la foresta lussureggiante: era chiaro che la Druida avrebbe dovuto scegliere una delle due opzioni... sì, ma quale?
Il cielo o la terra?
Era difficile scegliere, perché essendo una Druida entrambi i sentieri rimandavano a potenziali Elementi che Indigo amava... allora come poter preferire uno a discapito dell'altro?

Il pensiero di Alarick la raggiunse con forza, e forse fu esattamente ciò che le serviva per scegliere: il suo uomo, il suo eroe, il suo amore... lui aveva la Terra dentro di sé; scegliere il sentiero che si perdeva nel bosco sarebbe stato, forse, un po' come scegliere il compagno, e tanto le bastava.

Sarà per un'altra volta...

Sussurrò al sentiero formatosi dalla parete rocciosa, iniziando a camminare verso la zona verdeggiante: non aveva la minima idea di cosa l'aspettasse, ma tanto c'era un solo modo per scoprirlo...

Spoiler:

Sandyon

[Sandyon]

Mai come in quell'istante gli elementi nel corpo di Indigo stavano fremendo per uscirle dallo Spirito e chissà cosa fare.
Le sembrava quasi di non essere più in grado di controllarli a dovere, ma era tutto normale e ben presto avrebbe capito il perché.
Il luogo dove si trovava, non poteva affatto ricordarlo o ricondurlo a nessuno facente parte dei suoi pochi studi nella comunità bulgara.
La Ascension Island veniva illustrata ai ragazzi solo dopo i 16 anni e lei aveva abbandonato la giusta strada intorno ai 15, per poco.
Le iscrizioni sulle rocce, incomprensibili ma familiari, non facevano che mutare di continuo, come se raccontassero all'infinito una sorta di storia.
Sarebbe stato interessante capirle, comprenderle, decifrarle, ma non potendo, Indigo si sentiva costretta a proseguire nel suo cammino.
Quando poi venne posta di fronte ad una scelta, se salire la scalinata rocciosa o seguire il sentiero di sabbia, ella optò per la seconda.
Il percorso raggiungeva la fitta vegetazione. Non appena la ragazza diede le spalle alla roccia, la scalinata scomparì con un rumore improvviso.
I piedi nudi della Druida Giovane sfiorarono la prima radice verde e subito le piante si aprirono per permetterle di passare senza sforzi.
Un comportamento simile però, non capitava nemmeno alle Guide, quindi evidentemente era voluto da un'entità più potente di esse.
Più ella si avvicinava al potenziale obiettivo e più il suo Spirito tremava, la sua anima pulsava, il suo cuore batteva forte e inesorabile.

E così infine mi hai raggiunta, trovata...

La voce femminile, come un eco, risuonò in lungo e in largo, sembrando non provenire da nessuna parte precisa.
Indigo nel contempo raggiunse una zona aperta, uno spiazzo sabbioso al centro del quale una gigantesca stele di pietra troneggiava solida.
Su di essa, altre iscrizioni, queste ferme però, in quell'alfabeto sconosciuto, a caratteri cubitali, sui quali i raggi del Sole battevano brillanti.
Ad un tratto, il corpo della ragazza venne avvolto da delle radici provenienti dal sottosuolo, radici benevole, non certo con cattive intenzioni.
Rimasero su di lei per qualche secondo e quando se ne andarono, ella scoprì di indossare dei vestiti molto particolari e quasi ancestrali.
Un bustino verde smeraldo, che lasciava l'ombelico scoperto, comprensivo di mutandina a tanga ornata di pietre preziose.
Alle braccia nonché alle caviglie diversi bracciali e cavigliere, poi verso i polsi delle specie di protezioni in legno con delle piume.
Al collo un girocollo attillato e più in basso una collana d'oro scintillante. A completare l'opera poi, sulla testa un diadema tribale druidico.
Non trascorsero molti altri secondi, prima che alcune piante alla destra della Giovane si scostassero e facessero apparire l'origine della voce.
Tale origine poi, era vestita esattamente come Indigo, con la differenza che possedeva anche diversi tatuaggi sul corpo e una affinità palese con ogni elemento pari al 210%, tranne con la Terra, la quale era vincolata ad ella per il 250%. In pratica la Rinnegata aveva davanti a sé una specie di creatura leggendaria e possibilmente mitologica, forse raccontata in qualche racconto antico ma sconosciuta per lei come quell'alfabeto.



Chiunque si trovi al mio cospetto è costretto ad aderire al mio vestiario, Figlia di Gaia.
Era da tanto che non il Mana non puniva uno di voi, esattamente mille lunghi anni.
Hai scelto il mio cammino perché esso è legato a quello dell'unica persona che ti ha restituito fiducia e speranza.
Ammirevole, i tuoi progressi sono stati notevoli nel corso di questi mesi e il nostro Padrone non potrebbe esserne più contento.

Per "Padrone" si stava forse riferendo al Mana?
Quella creatura era una diretta emissaria del Mana, il Dio della natura e degli elementi?
A giudicare dal potere che sprigionava di secondo in secondo, forse non era così necessario mettere in dubbio una tale verità, per quanto assurda.
Fece qualche passo avanti, avvicinandosi a Indigo, lo sguardo neutro, inespressivo.
Se la Giovane l'avesse guardata attentamente negli occhi, in essi avrebbe visto distintamente l'immagine continua e perenne di tutte le foreste e i boschi del Mondo intero, in sequenza, come se vivessero in lei e ne fossero parte integrante.
Dai capelli si creavano boccioli di mille fiori che cadevano al terreno e poi scomparivano, i capelli color del grano mutavano colore di tanto in tanto assumendo le vari sfumature di tutti i tipi di terra possibili e immaginabili: la sabbia del deserto, il fango di palude, il terriccio grigiastro vulcanico e via dicendo. La figura posò un dito al centro del petto della Giovane e come di incanto, gli elementi in lei si placarono, trovando pace.

Il mio Padrone ha deciso di sottoporti ad una grande prova di coraggio e resistenza.
Una prova che può ridurti in ginocchio, colpirti nel profondo e farti molto male, però, può anche nascondere un prezioso premio.
Tempo fa hai dimenticato ogni cosa di te, perdendo le memorie che ti legavano ad un passato oscuro e maledetto.
Il mio Padrone vuole sapere se sei disposta a conoscere la verità su ciò che eri, ora che la tua vita è cambiata in meglio.

Un essere facente le veci di un Dio... Ma chi aveva di fronte la Kostenechki?

[Indigo]

Tutto in quell'isola le era estraneo: il paesaggio, le scritte sulle rocce riportate in una lingua sconosciuta ed assolutamente incomprensibile per la Kostenechki... era inquieta, spaventata, incerta sul da farsi anche a causa degli Elementi nel proprio spirito che non le davano tregua, ma al tempo stesso ansiosa all'idea che tutto ciò l'avrebbe portata da qualche parte - o perlomeno si augurava che fosse così.
Non appena ebbe scelto il percorso da intraprendere, spinta dall'amore che provava per Alarick, il percorso che andava verso l'alto scomparve, ed alla Druida non restò altro da fare che camminare in mezzo alla vegetazione con le piante che si spostavano per farla passare: sapeva bene che, di suo, non possedeva un potere tale da influenzarle in quel modo, ed era chiaro che ci fosse qualcosa lì di ben più forte e mistico, qualcosa che la stava aspettando.

E così infine mi hai raggiunta, trovata...

Gli Elementi vorticavano con forza maggiore ad ogni passo da lei compiuto, e nonostante la tentazione di fermarsi fosse forte, la Rinnegata continuò a camminare, camminare e camminare, fino a fermarsi ed osservare le iscrizioni enormi presenti su una stele di dimensioni considerevoli al centro di uno spiazzo sabbioso.

Chissà cosa c'è scritto...

Si domandò Indigo, ma tutto passò in secondo piano quando, dalla terra, delle radici uscirono e l'avvolsero per pochi istanti, al termine dei quali il suo vestiario - perché ora c'era e poteva considerarsi tale - era mutato radicalmente... ed era uguale a quello di colei che comparve poco dopo al cospetto della bulgara, una figura femminile con una tale potenza elementale da lasciare la Druida senza fiato, senza parole.

Chiunque si trovi al mio cospetto è costretto ad aderire al mio vestiario, Figlia di Gaia.
Era da tanto che non il Mana non puniva uno di voi, esattamente mille lunghi anni.

Punire?
Dunque il Mana l'aveva... punita? Era stato il Mana a farle dimenticare il proprio passato?
Ma perché?

Hai scelto il mio cammino perché esso è legato a quello dell'unica persona che ti ha restituito fiducia e speranza.
Ammirevole, i tuoi progressi sono stati notevoli nel corso di questi mesi e il nostro Padrone non potrebbe esserne più contento.

Aveva la fronte aggrottata, l'espressione sorpresa, perplessa... a tratti spaventata.
Da quando aveva ritrovato Alarick ed aveva cominciato a vivere da e con lui, non si era più chiesta nulla del proprio passato: non le era più importato ricordare, voleva solo ricominciare da capo e così aveva fatto.
Ma forse non era questo il proprio destino... forse doveva ricordare, forse aveva bisogno di sapere, forse era lì perché colui che l'aveva punita, ora la stava mettendo alla prova per uno scopo che, al momento, Indigo ancora ignorava: la figura di fronte a lei era ancestrale, mistica, elementalmente incredibile, e stava parlando proprio con lei, furono proprio i suoi Elementi che tranquillizzò con un solo tocco.
Ma perché?

Il mio Padrone ha deciso di sottoporti ad una grande prova di coraggio e resistenza.
Una prova che può ridurti in ginocchio, colpirti nel profondo e farti molto male, però, può anche nascondere un prezioso premio.

Una prova, come aveva ipotizzato.

Tempo fa hai dimenticato ogni cosa di te, perdendo le memorie che ti legavano ad un passato oscuro e maledetto.
Il mio Padrone vuole sapere se sei disposta a conoscere la verità su ciò che eri, ora che la tua vita è cambiata in meglio.

Tornare a ricordare... passato oscuro e maledetto...
Dunque era così? Era stata una cattiva persona in passato, ed ora era giunto il momento di ricordare?
Avrebbe potuto dire di no, e tornare da Alarick come nulla fosse, dimenticando quanto accaduto, mettendo da parte il proprio passato per non ricordarlo mai più... ma non poteva.
Ormai la curiosità era sbocciata in lei, ormai aveva bisogno di sapere... e forse anche quella figura l'aveva capito.

Fammi ricordare... ti prego.
Sento che è la cosa giusta da fare.

Spoiler:

Sandyon

[Sandyon]

Fammi ricordare... ti prego.
Sento che è la cosa giusta da fare.

L'entità ancestrale e mistica non mutò la propria espressione, semplicemente annuì con calma, pronta a fare ciò che le era stato chiesto.
Il Mana l'aveva incaricata di contattare ed incontrare quella specifica Druida Giovane per metterla alla prova e lei stava eseguendo gli ordini.
Forse creature come lei non potevano provare simpatie o emozioni particolarmente intense, perché troppo inserite nel contesto naturale.
Fatto stava, comunque, che il momento della verità per Indigo era arrivato ed ora non poteva far altro che prepararsi, anche al peggio.
Il grande muro di pietra recante le varie scritte, ad un tratto si illuminò come un pannello solare, brillando con una potenza tale da risultare quasi accecante. Qualsiasi animale in giro lì intorno si dileguò immediatamente, lasciando la giusta privacy alla Figlia di Gaia.
Di seguito, la pietra levigata, pur diminuendo la sua luce, rimase baciata dai raggi solari e su di essa cominciarono a comparire delle ombre, ombre che raffiguravano immagini ben precise: in parole povere la lastra era diventata una specie di schermo sul quale osservare il susseguirsi di vicende narrate e per Indigo totalmente sconosciute, almeno per ora. La voce dell'Entità tornò a farsi sentire, mentre invitava la Giovane a rimanere in piedi e attenta con il viso rivolto alle ombre che si creavano sulla pietra liscia.

La tua natura ribelle e poco incline al rispetto delle regole ti condusse ad un litigio con dei confratelli...

20 Minuti Dopo

... Questa donna, facente parte di una organizzazione segreta e malvagia, ti avvicinò e si prese cura di te...

50 Minuti Dopo

... I morti furono una infinità, la tua sete implacabile di sangue non si fermava, non temevi più nulla...

90 Minuti Dopo

... Prendesti in giro quell'investigatore, ma non lo uccidesti, evidentemente un barlume di ragione esisteva ancora in te...

110 Minuti Dopo

... Uno ad uno, i vampiri si polverizzarono davanti ai tuoi occhi assetati di potere, ti sentisti soddisfatta...

140 Minuti Dopo

... L'incontro con quest'altro Rinnegato significò il tuo allentamento dalla donna che ti aveva cresciuta...

170 Minuti Dopo

... Donasti la tua amicizia a questo ragazzo, che poi divenne una Aberrazione, un'affezione infantile, perversa...

200 Minuti Dopo

... L'amore oscuro provato da entrambi vi condusse ad un passo dal legame eterno, promesso dall'anello che porti...

230 Minuti Dopo

... Incontrando il Terran nella boscaglia, scegliesti di non ucciderlo, altra prova della poca luce fioca nel tuo animo...

Dopo quel lunghissimo periodo di parole, ricordi, memorie ed ombre, la roccia smise di brillare e il paesaggio tornò esattamente come prima.
Indigo aveva chiesto la verità ed essa le era stata servita inesorabile davanti ai suoi occhi con così tanta chiarezza da far male, molto male.
Non era tuttavia finita la tortura, o forse quello che stava per vedere poteva anche significare un piccolo balsamo ricostituente per il suo animo, questo dipendeva solo da come lei avrebbe interpretato la successiva visione che l'entità le provocò nella mente come un sogno improvviso.

Pensi davvero che sia lei la Druida punita dal Mana, Alarick?

Sì, Sempreverde, ho motivo di darlo per certo.

Cosa ti spinge a starle accanto?

Io credo che possa ricominciare, che possa essere una persona migliore, una persona più buona.

È solo questa speranza che ti sta motivando, mio Consigliere?

... A dire il vero, no, ci sono anche dei sentimenti, ma prometto di metterli da parte qualora scoprissi che la sua anima è ugualmente destinata al male, ve lo posso giurare, mia Sempreverde.

Faccio fatica a crederlo, ma so che sei un uomo coscienzioso. Dunque cosa suggerisci?

Suggerisco di farla sentire accettata, di darle un luogo dove stare, dove avere una piccola famiglia.
I Terran non dovrebbero sapere chi è davvero e sono sicuro che approverebbero il suo vagare per la Gilda.

Mi stai chiedendo molto, ne sei consapevole?
Potrebbe anche mettere a rischio tutti noi, qualora tornasse la persona di un tempo.

Ma se non avrà vicino gente che la faccia sentire apprezzata, che le doni affetto, sarà più facile che accada.
Mi assumo la completa responsabilità nei suoi confronti, vivrà con me, mi prenderò cura di lei.

È il cuore che ti spinge, Alarick, non solo l'altruismo.

Confido che anche questo lato di me... Possa aiutarla a cambiare vita per sempre.

Sei intenzionato a dirle la verità?

Non lo so, non ora comunque, sarebbe troppo per lei, ne soffrirebbe, è come una bambina.
Un giorno avverrà, però, quando sentirò che sarà pronta ad accettare le conseguenze delle sue azioni passate.

... E sia, domani portala qui da noi, informerò anche Typhon e Raiden, almeno loro devono sapere la realtà.

Grazie infinite, Terran Verdigris, che l'Equilibrio vi benedica sempre.

Quando la visione ebbe termine, Indigo riprese coscienza aprendo gli occhi, ove di fronte a lei c'era ancora l'inviata del Mana.

Questo è quanto, Figlia di Gaia.

[Indigo]

Considerato che la figura misteriosa aveva parlato, poco prima, di "passato oscuro", probabilmente non ci sarebbe stato nulla di positivo nel rammentare ciò che era stato prima di quella mattina quando, risvegliatasi in mezzo al nulla, tutto ciò che riusciva a ricordare era il volto di Alarick: eppure sentiva che aveva bisogno di farlo, che doveva far tornare nella propria memoria ciò che era stata, così da essere nuovamente completa; era anche abbastanza sicura che i suoi sentimenti e i suoi propositi per il futuro - essere una brava commessa al negozio di Rick, amarlo, stringere dei buoni rapporti coi Terran che frequentava quando seguiva il fidanzato al villaggio, e magari costruire una famiglia con quest'ultimo - non sarebbero cambiati anche una volta che la verità fosse venuta a galla... ma non poteva immaginare quanto orrenda essa fosse.
In silenzio, Indigo puntò le iridi color cioccolato sulla pietra, che divenne una sorta di specchio nel quale erano riflessi i ricordi del suo passato: un passato che, di minuto in minuto, si faceva sempre più orribile, sempre più oscuro... sempre più marcio.

... I morti furono una infinità, la tua sete implacabile di sangue non si fermava, non temevi più nulla...
... Uno ad uno, i vampiri si polverizzarono davanti ai tuoi occhi assetati di potere, ti sentisti soddisfatta...

Aveva fatto cose terribili... indicibili.
Aveva ucciso persone innocenti, aveva sterminato comunità di Vampiri - che per quanto non amati dalla Druida, al momento quest'ultima non si sarebbe mai sentita di far sparire dalla faccia della Terra - aveva manipolato, aveva mentito, aveva ferito, aveva fatto della propria vita uno strumento di tortura, di sangue, di morte.
Si sentiva sporca, si sentiva marcia, indegna anche solo di farsi chiamare "essere umano".
Gli occhi erano gonfi di lacrime, il cuore batteva a mille, la respirazione difficoltosa come se qualcosa la stesse lentamente soffocando - e infatti una mano della bulgara, tremante, era poggiata alla base della gola.
Seguì con le lacrime che le solcavano il viso e gli occhi chiusi anche la scena successiva, sentendosi ancora più da schifo nel vedere Alarick che, pur conoscendo la verità, la difendeva anche di fronte alla sua Sempreverde, prendendosi la responsabilità del portarla tra i Terran, assumendosi il compito e l'onere di farla ricominciare: lui lo sapeva, l'aveva sempre saputo, e nonostante tutto l'aveva perdonata - doveva essere così o non sarebbe potuto stare con lei - nonostante tutto l'aveva protetta, nonostante tutto l'aveva amata e l'amava tutt'ora.

Questo è quanto, Figlia di Gaia.

Riaprì gli occhi, cercando qualcosa da dire, cercando le parole giuste per chiedere quantomeno scusa... ma non riusciva a parlare: le lacrime non accennavano a fermarsi, la respirazione si faceva sempre più difficile, le gambe tremavano e gli Elementi vorticavano con una forza tale dentro di lei da farle male.
Tanto male.
Troppo male.
Cadde in ginocchio, una mano alla gola come se fosse in preda al soffocamento e il corpo scosso dai singhiozzi: lo sguardo rimaneva fermo sulla figura di fronte a sé, ma era appannato dalle lacrime che parevano ustionarle le guance nel loro passaggio.

Fa male... fa troppo male... - non si meritava nemmeno di essere chiamata "Figlia di Gaia", non era degna di quel titolo, né degli Elementi che portava nel proprio spirito.
Perché non era morta? Perché il Mana non l'aveva uccisa? Sarebbe stata la punizione più adatta per un essere immondo come lei - Non riesco a... mi sento soffocare... ti prego...
Ti prego fallo smettere... fa male...

Se avesse avuto la forza di uccidersi, in quel preciso momento... l'avrebbe fatto.

Spoiler:

Sandyon

[Sandyon]

Fa male... fa troppo male...

Ovvio che fosse così: Indigo era stata messa di fronte ad una realtà impossibile da comprendere per il suo animo purificato.
Il Mana le aveva lasciato solo il carattere, l'indole, il temperamento, i gusti e le passioni, ma tutto il resto era stato completamente cancellato.
Le lacrime che sgorgavano dagli occhi della ragazza non rappresentavano alcun motivo di compassione per la figura intenta nel racconto, questo non per antipatia o astio nei confronti di una Druida che si era macchiata di ogni male possibile e immaginabile, bensì perché il distacco dalla realtà umana delle emozioni era tanto forte da non permetterle di intristirsi, arrabbiarsi o provare pietà.
Indigo cadde in ginocchio, seriamente provata da ogni parola ascoltata, rendendosi conto che la persona da lei amata sapeva tutto eppure aveva deciso ugualmente di darle fiducia. Questo, unito a tutto il resto, generò in lei un moto di soffocamento per attacco di panico e ansia.

Non riesco a... mi sento soffocare... ti prego...
Ti prego fallo smettere... fa male...

Il mio Padrone necessitava di conoscere la tua reazione.
Adesso che sa, posso alleviare le tue sofferenze, come da lui ordinato.

L'essere di immane potenza elementale si avvicinò ad Indigo e, toccandole con un dito la fronte, ristabilì l'equilibrio nel suo Spirito.
Adesso per lo meno le forze della natura residenti in lei le poterono dar tregua, non costituendo più un problema e una sofferenza.
L'anima invece, quella aveva subito dei colpi molto duri ma era necessario che fosse così, anche perché adesso la ragazza era a conoscenza di tutto e bisognava capire se fosse disposta a farsi perdonare oppure semplicemente a lasciarsi tutto alle spalle e continuare su un'altra strada.

Percepisco in te Paura, Repulsione, Dolore, Confusione.
Sono tutte sensazioni giuste, sensazioni che possono condurti sulla retta via, Giovane Rinnegata.
Durante tutto il tempo del racconto, non hai mai provato il desiderio di fare ancora nessuna di quelle nefandezze.
Il mio Padrone sperava esattamente in questa fortuna, così che potesse considerarti meritevole di un perdono molto raro.
Hai mai sentito parlare dei Druidi Redenti?

Una simile entità, all'interno delle comunità druidica, era spiegata fin dalla tenera età, quindi anche la stessa Indigo non poteva non ricordarla.
Si parlava di Druidi Redenti quando dei Figli di Gaia, ricevendo il perdono supremo del Mana, accettavano di affrontare un percorso di purificazione e dimostrazione nel mondo sia della benevolenza naturale che della possibilità di uscire dal circolo vizioso del male.
Pur non potendo comunque continuare a progredire come Druidi nella scala gerarchica, assumevano dei privilegi particolari e delle agevolazioni magiche non indifferenti. Questi particolari individui non costituivano nemmeno l'1% del totale druidico mondiale, per quanto rari.
Se davvero stava venendo offerta a Indigo la possibilità di diventare una di loro, allora significava proprio che la creatura di fronte a lei aveva un contatto diretto e ancestrale con il Mana stesso.

Hai scelto il mio cammino per via dell'amore, non è forse così?

Chiese la figura misteriosa, guardando negli occhi la Rinnegata.

La dimostrazione di essere divenuti Redenti sta nel sigillo che uno di noi "Reggenti" applica al Druido.
Tuttavia in base al Reggente scelto, i poteri che ti verranno consegnati saranno diversi, muteranno e ti cambieranno.
L'altro Reggente, il quale prima ti ha offerto la possibilità di raggiungerlo tramite la scalinata rocciosa, possiede poteri diversi dai miei.
Sei libera di decidere a chi affidarti completamente anche subito, ma ti consiglio comunque di incontrare prima anche l'altro.

E ora quindi, cosa avrebbe fatto Indigo?
Poteva anche scegliere subito di affidarsi alla Reggente davanti a lei senza parlare e rapportarsi con l'altra, ma poteva anche prendersi del tempo per riflettere, senza affrettarsi inutilmente. Non aveva mai incontrato dei Redenti prima d'ora, quindi non poteva sapere cosa le sarebbe successo qualora avesse accettato. Il problema era: poteva davvero rifiutare, nel caso? Poteva essere così folle da rifiutare il perdono del Mana?

[Indigo]

Il mio Padrone necessitava di conoscere la tua reazione.
Adesso che sa, posso alleviare le tue sofferenze, come da lui ordinato.

Nemmeno capiva le parole pronunciate dall'entità elementale, troppo impegnata a soffrire, a piangere e a cercare di recuperare un controllo di sé che non esisteva più nel proprio spirito devastato: non poteva credere a ciò che aveva visto, non poteva credere di essere stata quella persona, ma come aveva potuto?
E soprattutto, come poteva essere ancora viva dopo le nefandezze di cui si era macchiata? Sarebbe dovuta morire, e senza nemmeno la possibilità di reincarnarsi in un animale, perché non avrebbe meritato nemmeno quello: non si sarebbe più potuta guardare allo specchio, mai più.
Non appena l'entità la toccò in fronte, gli Elementi dentro Indigo si calmarono quel tanto che bastava per permetterle di respirare, seppur la Druida non potesse smettere di piangere; d'altronde, la figura di fronte a sé aveva agito sul suo spirito, mentre non c'era nulla che potesse fare per l'anima dilaniata della bulgara, che malediceva l'aver voluto sapere la verità vista la portata negativa, mortale, di quanto scoperto. Rimanendo nell'ignoranza non avrebbe mai potuto odiarsi così tanto, mentre ora... ora avrebbe solo voluto strapparsi il cuore dal petto nel modo più doloroso possibile.

Percepisco in te Paura, Repulsione, Dolore, Confusione.
Sono tutte sensazioni giuste, sensazioni che possono condurti sulla retta via, Giovane Rinnegata.

Non aveva la forza di parlare, tantomeno di guardarla: quella di fronte a lei era probabilmente un'inviata del Mana, e lei non era nemmeno degna di possederne le scintille dentro di sé.

Durante tutto il tempo del racconto, non hai mai provato il desiderio di fare ancora nessuna di quelle nefandezze.
Il mio Padrone sperava esattamente in questa fortuna, così che potesse considerarti meritevole di un perdono molto raro.

Perdono?
Aveva davvero pronunciato la parola "perdono" riferendosi a lei?!

Hai mai sentito parlare dei Druidi Redenti?

Alzò gli occhi di scatto, spalancandoli: certo che sapeva chi fossero, tanto rari da esser quasi più leggendari dei Druidi stessi per il mondo magico in generale; si trattava di Figli di Gaia che erano stati perdonati direttamente dal Mana, e che pur non potendo evolvere nella scala druidica, comunque ricevevano dei segni speciali e personali per esser contraddistinti dagli altri Druidi, e considerati come redenti, appunto.

Hai scelto il mio cammino per via dell'amore, non è forse così?

Annuì, gli occhi ancora gonfi di lacrime e lo sguardo confuso di chi non sapeva bene cosa aspettarsi di lì a poco.

La dimostrazione di essere divenuti Redenti sta nel sigillo che uno di noi "Reggenti" applica al Druido.
Tuttavia in base al Reggente scelto, i poteri che ti verranno consegnati saranno diversi, muteranno e ti cambieranno.

Quindi era questo, quella figura... una Reggente.
Ancor meno degna di guardarla in faccia, dunque, tanto che la Kostenechki non poté far altro che abbassare gli occhi, mortificata dal proprio essere.

L'altro Reggente, il quale prima ti ha offerto la possibilità di raggiungerlo tramite la scalinata rocciosa, possiede poteri diversi dai miei.
Sei libera di decidere a chi affidarti completamente anche subito, ma ti consiglio comunque di incontrare prima anche l'altro.

Io non merito alcun potere... - replicò Indigo scuotendo il capo - Ho commesso atti indicibili, il semplice fatto di voler esser perdonata dal Mana è qualcosa che non avrei mai potuto immaginare né sperare di ricevere... dovrei anche pormi il problema di quale Reggente possa farmi più comodo? - sorrise tra le lacrime, ma non c'era alcuna traccia di felicità in quell'espressione.

Avete detto bene, Reggente... - chiaro, ora le dava del voi, le sembrava pure il minimo - ho scelto questo cammino in base all'amore, lo stesso amore provato da colui che mi ha accettata pur sapendo la verità, mostrando nei miei confronti sentimenti che mai mi sarei meritata.
Non ho bisogno di incontrare nessun altro, per quanto sarebbe comunque un grandissimo onore... il perdono del Mana sarà il regalo più profondo ed importante che potrò mai ricevere nella vita, ed è tutto ciò che mi serve per ricominciare a vivere.

Spoiler:

Sandyon