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da Yamato » 23/04/2014, 16:10
[tahoma]Quanto spesso i sogni avevano condizionato la vita di quella ragazza? A volte le visioni del padre, a volte invece le visioni del fidanzato, altre poi, quelle degli studi, degli esami, di tutto. La mente quando è giovane è abituata a viaggiare, a spaziare oltre i confini della realtà, spostandosi volubile e curiosa, spaventandosi di quanto nell'inconscio potessero celarsi dei segreti piuttosto inquietanti o magari anche... sorprendenti. Ciò che giaceva nell'animo della piccola Tassorosso era già stato in parte individuato da un Gildato, Desmond Flynn, durante il suo incontro in privato con la ragazza, ma non era abbastanza, serviva un risveglio vero e proprio, poiché molti possedevano un elemento fin dalla nascita, ma non tutti arrivavano a farlo sbocciare e crescere a tal punto da conciliare la loro vita con quella del Conflux. E dunque, Caroline Priscilla O'Neill ci sarebbe riuscita? Ce l'avrebbe fatta? Il padre l'avrebbe aiutata da ovunque si trovava? L'Equilibrio sapeva sempre come capovolgere e coinvolgere, benedire e condannare, poiché in esso sussistevano il bene e il male della natura, entità completamente neutra con il solo scopo di regolare e giudicare senza mai essere di parte. Quella notte, come in tante altre, la studentessa si era messa sotto le coperte, convinta di prendere sonno e sprofondarvici fino alla mattina successiva priva di qualunque sogno per quanto era stanca, distrutta e sfiancata dalla giornata intensa di studio e movimento. I suoi occhi si fecero offuscati, le palpebre pesanti, il cuscino morbido cullava nella serenità il suo corpicino bisognoso di relax per qualche ora. La mente si allontanò dal vero, dal reale, sprofondando in quell'area sconosciuta mista di sensazioni, emozioni e percezioni. Collegandosi con lo spirito, creò una fusione perfetta, una fusione alimentata da un magnetismo sopito ma esistente, magnetismo che spinse con la sua energia l'immaginazione della ragazza verso un'altra dimensione verso un altro, così tanto bene e con così tanta precisione che quando la O'Neill aprì gli occhi di scatto, gli parve davvero di essere stata trasportata da un'altra parte con tutto il corpo, mentre in realtà lei stava sempre nel suo letto, a dormire, forse ora un sonno più agitato ma comunque era un sonno. Non indossava più il pigiama dove ora pensava di trovarsi, bensì uno strano completo piuttosto estremo e succinto ma allo stesso tempo confortevole e comodo. Anche il colore dei suoi capelli era mutato, schiarendosi ancora di più ed allungando le ciocche vertiginosamente. I muscoli delle braccia, delle gambe, apparivano più scattanti e resistenti, come se si fosse allenata duramente per un anno dentro una palestra. Mettendosi in piedi, scoprì di essere alle spalle di una grande struttura che ricordava vagamente il castello di Hogwarts ma quasi del tutto diroccato. Avanti a lei una scalinata con qualche traccia di ghiaccio, del ghiaccio molto strano però, difatti di tanto in tanto emanava piccole scariche elettriche azzurrine. Più giù, raggiunta la fine di quegli scalini, forse la vera sorpresa assurda di quella visione ad occhi aperti che pareva così tanto vera da fare spavento: una landa completamente desolata immersa nella foschia magnetica di un cielo tempestoso coperto di nuvole. Non tanto distante il lago nero, o quello che sembrava esser tale, anch'esso dall'aspetto più cupo e preoccupante. Piantati al terreno dei grandissimi pali di metallo che fungevano da parafulmini. Il silenzio regnava sovrano, nulla che facesse presagire la presenza di qualcun altro o di qualcos'altro, anche se di certo in un luogo come quello non era poi così difficile aspettarsi una sorpresa negativa di improvviso. Solo in un secondo momento la ragazza di accorse di possedere qualcosa con sé, di preciso dietro la schiena, ovvero... una spada. Stile giapponese, senza dubbio, leggera ma altamente affilata, maneggevole, poteva essere tenuta ad una mano: se ricordava bene i fumetti letti e prestati dall'amico Vergil Cartwright, doveva trattarsi sicuramente di un "wakizashi". Che cosa diavolo ci faceva lì? Forse il panico avrebbe preso il sopravvento su di lei ma una strana energia che le pervadeva il cuore non le permetteva di buttarsi troppo giù, per quanto ancora piuttosto debole e non talmente potente da darle una completa sicurezza e disponibilità a ragionare. [/tahoma]
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da Caroline Priscilla » 24/04/2014, 14:02
[Dormitorio femminile dei Tassorosso - Ore 00:15]
Dopo aver concluso la ronda con Vergil, la giovane Tassorosso non si era attardata ulteriormente a rimanere in piedi, visto l'orario. Il suo inseparabile orlogio da polso segnava che la mezzanotte ormai era passata da un po' e la stanchezza accumulata durante tutta la giornata si riversò sul corpo minuto e delicato della ragazza. Cappie era riuscita a trascinarsi fino al suo morbido letto, svestendosi e mettendosi il proprio pigiama, prima di scivolare sotto le coperte dove, un volta chiusi gli occhi, si addormentò quasi immediatamente. Le lezioni, le responsabilità, l'impegno che ci stava mettendo per affinare le proprie capacità deduttive stavano stremando la mente dell'irlandese, non abituata a sopportare tanti carichi sulle proprie spalle, ma decisa a continuare nonostante tutto. La speranza che Marshall le aveva donato, suggerendole di diventare un'investigatrice, aveva dato nuova energia all'animo della tassetta, che ora stava facendo di tutto per raggiungere i propri obiettivi e per non deludere l'uomo nell'aver riposto tanta fiducia in lei. Certo, molte persone a lei care ne stavano facendo le spese (Jorge non sopportava più di sentirla parlare di Marshall come se non avesse altro in testa, mentre il suo ragazzo Devo si stava approcciando ad una fidanzata sempre meno presente nella sua vita a causa degli impegni) ma per quanto tutto questo portasse dispiacere alla ragazza, essa non riusciva a mettere un freno alla sua ambizione, un'ambizione legata principalmente al desiderio di verità che le bruciava dentro. I pensieri vorticavano intorno a tutti quei problemi e, allo stesso tempo, si spensero quando la Tassorosso sprofondò in un sonno lungo e profondo, un sonno che avrebbe riservato molte sorprese al suo risveglio.
[In un luogo imprecisato nella sua mente]
Era di nuovo sveglia. Non appena la ragazza aprì gli occhi, un cielo scuro e nebuloso accompagnò il suo sguardo, lasciandola perplessa e smarrita. Era stesa per terra, con il suolo che le premeva contro la schiena un oggetto duro e fastidioso, invece di sentire il suo morbido materasso ad Hogwarts. Si mise in piedi col busto, di scatto, guardandosi intorno e cercando di riconoscere la landa desolata nella quale si era ritrovata. Era impossibile che quello fosse un sogno, si disse, perchè era talmente reale e vivido come nessuno dei suoi sogni lo era mai stato. Tanto per essere sicura di non lasciarsi prendere dal panico inutilmente, la tassetta si diede un pizzicotto sul braccio, gemendo di dolore e sentendo la pelle pulsare nel punto dove l'aveva stretta con forza. Si, decisamente quello non era un sogno. Ed ora poteva lasciarsi prendere dal panico. Cappie si alzò in piedi, togliendosi la polvere che le era finito sopra...il vestito?! Si era talmente tanto concentrata sul luogo circostante che la giovane strega non si era resa conto delle vesti succinte con il quale era adornato il suo corpo, un corpo fra l'altro molto più atletico e allenato di quello con il quale si era addormentata, nè dei capelli biondo platino raccolti in due lunghe code laterali.
Ma che diavolo sta succedendo?!
Si chiese spaventata, ora voltando lo sguardo dietro le sue spalle dove svettava un edificio diroccato e fatiscente che le ricordava molto il castello di Hogwarts, ora fissando la scalinata di ghiaccio di fronte a sè, che scendeva giù a valle, non sapeva ancora dove con esattezza.
HEY! C'E' NESSUNO QUI?!
Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, girando più volte su sè stessa per essere sicura che da qualche parte non spuntasse fuori qualcuno, un essere umano, un animale, un fantasma...
...un mostro!
Pensò, sentendo un brivido correrle giù lungo la schiena mentre il suo cuore prendeva a battere veloce, a causa dalla paura. Tuttavia, nonostante la scarica di adrenalina che alimentava il suo stato d'animo, la tassetta si impose di non essere sciocca e di farsi coraggio: era una strega, sapeva che i mostri non esistevano. Al massimo c'erano schifosi ibridi mezzodraghi, pronti a farla fuori per cibarsi delle sue carni...no, d'accordo, non era proprio quello il modo giusto di farsi coraggio da sola, ma poteva sempre contare sull'aiuto della sua bacchetta! Convinta di questo, l'irlandese iniziò a frugare nelle tasche della minigonna che a malapena le copriva il fondoschiena, constatando con suo sommo terrore che del proprio catalizzatore magico non c'era traccia. Con frenesia, mosse le mani un po' ovunque, cercando per terra, ancora nelle tasche, magari sotto la tunica da scolaretta giapponese, ma nulla, niente di niente. In compenso, ogni volta che si muoveva, uno strano oggetto sbatteva contro la sua schiena, dandole fastidio e spingendola infine ad allungare la mano dietro di sè, stringendola attorno...all'elsa di una spada? Cappie la estrasse, facendo vibrare la lama lunga e sottile che sembrava riflettere le nuvole cupe su in cielo. Era troppo corta e leggera per essere una katana, ma ricordava perfettamente [d20:19 + Elaborazione:8 = 27] (grazie ai miellemila manga che le aveva prestato Vergil) che i samurai giravano solitamente con una seconda spada, la wakizashi la cui descrizione corrispondeva a quella che la Tassorosso ora stava stringendo in mano. Sentiva il peso della spada stretta nella destra, eppure nonostante questo la giovane strega riusciva ad impugnarla con una mano sola, come se non fosse la prima volta che teneva in mano una cosa simile. Probabilmente, pensò, era tutto merito di quei muscoli che chissà come e chissà quando le erano spuntati nelle braccia, rendendo la presa sulla wakizashi più salda e ferma di quella che avrebbe avuto se fosse rimasta...col suo fisico originario.
Be', meglio una spada che a mani vuote...
Disse, sentendosi più tranquilla nel sapere che se fosse accaduto qualcosa di brutto (e grazie alla sua proverbiale sfiga era pronta a mettere la mano sul fuoco) avrebbe almeno potuto contare su qualcosa per potersi difendere da eventuali attacchi. Quindi, tenendo ancora la spada in mano, la Tassorosso si avvicinò alla scalinata che l'avrebbe portata, ora poteva vederlo, verso quello che sembrava essere il Lago Nero, ma decisamente molto più cupo e tetro di quel che ricordava. La terra era priva dell'erba che solitamente circondava il lago, ora una pozza scura come il catrame, effetto probabilmente di quelle nubi che sembravano uscite da qualche film post-apocalittico di terza categoria. Piantati a terra, dei pali che sembravano delle sorti di parafulmini, dal momento che di tanto in tano una scarica di energia si sprigionava dal cielo sovraccarico di elettricità, colpendo ora la punta di uno, ora la punta di un altro di quei pali. Una vista a dir poco agghiacciante e che mise ancora più angoscia alla ragazza.
Ti prego, fa che questo sia solo un sogno...
Pregava dentro di sè, mentre all'improvviso la paura le inaridiva la bocca al punto tale che la tassetta faceva fatica a deglutire. E se Hogwarts fosse stata attaccata e lei non si fosse resa conto di niente? E se tutti i suoi amici erano morti? Oppure aveva perso la memoria, aveva sbattuto la testa da qualche parte, chissà! Cappie non riusciva a ragionare a mente lucida, non riusciva a trovare una spiegazione logica che riuscisse a calmare la paura di essere finita chissà dove e di essersi persa un frammento importante della sua vita.
Stare a fissare questo spettacolo di certo non mi aiuta...
Disse a sè stessa, cercando di concentrarsi sul presente e non sulle possibili congetture che l'avevano portata lì in qualche modo. Sapeva di non poter raggiungere il Lago Nero, dal momento che la patina di ghiaccio che ricopriva la scalinata emanava dei guizzi elettrici di tanto in tanto, impedendole di intraprendere quella strada. No, non poteva rischiare di farsi arrostire da quella palese trappola mortale, quindi l'unica soluzione che le sembrò al momento più adatta era rivolgere la propria attenzione verso l'ombra del castello che stava ancora alle sue spalle. Forse al suo interno avrebbe potuto trovare un indizio di ciò che era accaduto o, meglio ancora, una persona viva che magari le avrebbe spiegato che cosa diavolo stava succedendo lì.
Coraggio, Cappie...
Si esortò, voltando le spalle alla scalinata e dirigendosi a passo svelto verso l'ex-scuola di Hogwarts, sperando vivamente di riuscire a trovare qualcuno al suo interno.
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da Yamato » 24/04/2014, 16:27
[tahoma]Spirali di energia si andavano accumulando nella grande vastità del cielo coperto dalle nuvole. Una atmosfera terribile, una incredibile quantità di magnetismo nell'aria che percorreva anche il suolo, di tanto in tanto pervaso da piccole scariche elettriche serpeggianti tra la terra, il ghiaccio, l'erba e le pozze d'acqua. Il castello diroccato di Hogwarts, o quello che sembrava essere tale, non aveva una vera e propria porta di ingresso, poiché anche quella era distrutta, spaccata a metà, e ci si poteva passare senza spingere nulla, ma soltanto facendo un poco di attenzione agli spuntoni di legno scheggiato e i filamenti di ferro di quelli che una volta erano i cardini del gigantesco ingresso della scuola. Caroline Priscilla, dall'aspetto sicuramente più adulto e differente da quello effettivamente reale del suo tempo, si avvicinò alla struttura, guardandosi con circospezione intorno, alzando un poco la voce per sincerarsi che lì non ci fosse qualcun altro, chiunque altro. HEY! C'E' NESSUNO QUI?!In tutta risposta un gigantesco tuono ruggì in mezzo alle nuvole ed un fulmine di colore azzurro e giallo squarciò la volta celeste, rabbioso. Che quello fosse stata o meno una risposta, non era ancora il momento di scoprirlo per la piccola Tassorosso, la quale forse un po' più timorosa e con la wakizashi stretta nella mano destra avrebbe avanzato ulteriormente, forse anche per ritrovare un riparo tra le rocce consumate di Hogwarts. Lì dove una volta poteva ricordare la Sala Grande, adesso non c'era altro che uno spazio gigantesco, aperto, privo di tavoli, di sedie, di vita. Tutto ciò che risaltava all'attenzione era un piccolo libricino aperto con svariate pagine strappate, rivolto con la copertina al terreno, non tanto distante dal punto in cui una volta i professore mangiavano osservando gli studenti seduti ai loro tavoli, ognuno per Casata. Se la studentessa avesse preso in mano quella sorta di piccolo diario, avrebbe potuto leggere solo il contenuto di una delle pagine, poiché tutto il resto era ormai sbiadita e impossibile da decifrare. "Nemmeno qui saremo al sicuro, il professore di Difesa ce lo ha detto chiaro e tondo. Hanno distrutto quasi tutto, stanno arrivando e presto ci uccideranno tutti. La guerra è persa, non siamo riusciti a prevalere. Pensavamo che fosse finito tutto con Voldemort ed invece no, lui era soltanto l'inizio. Non potrò dire addio alle persone più importanti. Adesso ci stanno servendo l'ultimo pasto, sappiamo tutti che non mangeremo mai più. Ho paura, ho paura papà..."
Non appena Caroline Priscilla terminò di leggere quelle frasi, immediatamente una voce si palesò dietro la sua schiena, distante forse cinque o sei metri, una voce mai sentita prima, femminile, autoritaria e parzialmente severa, che ispirava non solo forza ma anche immenso carisma. Sai dove siamo? ... No, certo che non lo sai. Siamo... qualche anno avanti rispetto al tuo presente. Non ti serve sapere né quando, né perché, ma è così.Intorno alla figura di quella donna dalla carnagione scura e i capelli bianchi si notavano chiaramente delle scariche elettriche che si attorcigliavano lungo le braccia, le gambe, il collo, l'addome, le caviglie, come tanti serpenti fatti di pura energia magnetica. Le vesti di quella persona erano lucide, di pelle attillata nera. Indossava dei guanti e camminava lì in mezzo con estrema facilità poiché le pietre e i detriti al suo passaggio si spostavano lasciandola passare, come se riconoscessero la sua importanza e il suo potere. Quella donna, dopo aver parlato, si volse dando la schiena alla ragazza dai capelli color platino, ed iniziò ad avviarsi in direzione delle scale all'uscita, scendendo lentamente, raggiungendo quello che una volta era il portico di Hogwarts, ora solo parte di quella grande landa desolata. Essendo lei l'unico individuo con il quale parlare e chiedere informazioni, possibilmente la O'Neill l'avrebbe seguita, e quando la donna avesse percepito che la giovane armata di wakizashi fosse stata a meno di tre metri da lei, riprese a parlare, camminando ancora, invitandola così a seguirla ulteriormente, mentre in lontananza, tra i confini del cielo, si intravedevano delle creature volanti piuttosto familiari per la memoria della Tassorosso... Mezzidraghi, a decine. Ne sono stati creati molti altri dopo la caduta del Mondo Magico, dopo l'ascesa al potere di chi o coloro che ricercavano disperatamente un nuovo ordine legato al controllo universale e totale, da raggiungere con ogni mezzo, come puoi vedere. In realtà c'erano delle forze misteriose in grado di contrastarli, forze che poterono unirsi a quelle conosciute anche da te. Affrontarono quel nuovo ordine di devastazione sotto ogni forma e sopra ogni campo... ma fallirono, sai perché?La donna interruppe il suo passo, uno dei Mezzidraghi atterrò all'improvviso davanti ad entrambe, ma la figura femminile iniziò lentamente a scomparire, dileguandosi come se non fosse mai esistita, lasciando la giovane armata completamente da sola. L'eco delle sue ultime parole però, fu udibile alla perfezione, poco prima che il mostro provasse a scagliare una palla di fuoco nero contro Caroline Priscilla O'Neill. ... Perché erano troppo pochi.Attacco del Mezzodrago: Cap. Magica (9) + d20 (13) = 22[/tahoma]
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da Caroline Priscilla » 24/04/2014, 20:59
Non era abituata a camminare in mezzo a tanta desolazione. In verità non era abituata a nulla di ciò che stava vedendo in quel momento. Il cielo era talmente carico di elettricità che la Tassorosso sentiva quello stesso magnetismo crepitare sotto la sua pelle, una sensazione immaginaria probabilmente ma che al contempo non smetteva di farla rabbrividire. La sua attenzione si volse principalmente verso l'unico luogo dove le era possibile andare, l'ormai ex-castello di Hogwarts, non prima di aver urlato a pieni polmoni se ci fosse ancora qualcuno di vivo da quelle parti. L'unica risposta, peraltro non richiesta, provenne dal cielo, che iniziò a brontolare provocando lo scarico di un fulmine giallo-azzurro, riempiendo il cuore della tassetta di terrore. Spaventata dal pensiero che una di quelle saette potesse colpirla e mettere fine alla propria vita, Cappie decise che era giunto il momento di ripararsi dietro le mura diroccate della sua scuola, facendo ben attenzione nel varcare la soglia a non graffiarsi con gli spuntoni di ferro e di legno dei cardini. La Sala Grande sembrava ancora più immensa ora che essa era completamente vuota. Le sei lunghe tavolate che solitamente stanziavano lì erano sparite, lasciandone soltanto qualche frammento, macerie su macerie che si mescolavano fra di loro, lasciando la giovane ragazza a bocca aperta. Era una visione terribile, una di quelle che non vorresti mai vedere, come se un luogo a te caro fosse stato corroso dal tempo fino a renderlo del tutto irriconoscibile. E allora i ricordi si mescolavano a quella che doveva essere in quel momento la realtà, facendo sorgere dentro il cuore le spine di un angoscia senza fine. Era proprio così che si sentiva l'irlandese: nervosa, agitata, angosciata, fissava la Sala guardando ora a destra ora a sinistra, camminando in quel silenzio rotto solamente dal continuo ruggito del cielo sopra di lei e dal ticchettare delle sue scarpe sul pavimento impolverato. Mentre camminava, la Tassorosso individuò un libro in mezzo a tutti quei massi, anzi un diario per la precisione come scoprì subito dopo sfogliando le pagine rovinate e ingiallite dalle intemperie. Solo una di esse era ancora leggibile, un piccolo pezzo scritto a mano sicuramente da uno studente o studentessa della scuola.
"Nemmeno qui saremo al sicuro, il professore di Difesa ce lo ha detto chiaro e tondo. Hanno distrutto quasi tutto, stanno arrivando e presto ci uccideranno tutti. La guerra è persa, non siamo riusciti a prevalere. Pensavamo che fosse finito tutto con Voldemort ed invece no, lui era soltanto l'inizio. Non potrò dire addio alle persone più importanti. Adesso ci stanno servendo l'ultimo pasto, sappiamo tutti che non mangeremo mai più. Ho paura, ho paura papà..."
Il professore di Difesa...Vastnor? E cosa significava che li avrebbero ammazzati tutti? E quelle parole...la persona che aveva scritto quelle parole, aveva invocato l'aiuto di suo padre. Doveva essere davvero spaventata per scrivere una cosa del genere. Cappie sentì ancora una volto un groppo formasi in gola nel leggere quell'ultima frase, tuttavia le sue riflessioni vennero interrotte dall'apparizione di una donna, una donna che sembrava non appartenere minimamente a quel mondo.
Sai dove siamo? ... No, certo che non lo sai. Siamo... qualche anno avanti rispetto al tuo presente.
Ma...che cosa...
Non ti serve sapere né quando, né perché, ma è così.
Cappie si alzò istintivamente in piedi, mettendosi in posizione di difesa mentre osservava quella sconosciuta fissarla di rimando per poi voltarsi e darle le spalle. Chi diavolo era quella donna? E perchè sembrava che il suo corpo fosse pervaso di energia elettrica, come se tanti fulmini lo attraversassero impunemente? E che diavolo significava che si trovavano nel futuro? Domande che non avrebbero avuto risposta, non se la ragazza fosse rimasta ferma lì, lasciando che l'unico essere vivente lì presente se ne andasse via così com'era apparso.
Aspettami!
Con ancora la wakizashi in mano, la giovane O'Neill corse dietro alla donna dalla pelle d'ebano, seguendola verso quello che un tempo era il portico di Hogwarts e che ora, come il resto dell'edificio, era diventato solo un cumulo di macerie.
Ne sono stati creati molti altri dopo la caduta del Mondo Magico, dopo l'ascesa al potere di chi o coloro che ricercavano disperatamente un nuovo ordine legato al controllo universale e totale, da raggiungere con ogni mezzo, come puoi vedere.
Di che cosa stava parlando? Cappie fu costretta ad avvicinarsi nuovamente prima di riuscire a scorgere i primi segni di qualcosa che decisamente non andava in quel mondo post-apocalisse. Figure volanti si stagliavano nel cielo, figure che, non appena fu in grado di riconoscere, le misero dentro tanta angoscia e tanta disperazione da farle tremare le ginocchia e rischiare di cadere lì per terra. Mezzidraghi, troppi mezzidraghi, più di quanto lei stessa potesse capacitarsene. Erano stati creati...ma da chi? Chi aveva potuto fare una cosa così spregevole?
Come...come è possibile...?
In realtà c'erano delle forze misteriose in grado di contrastarli, forze che poterono unirsi a quelle conosciute anche da te. Affrontarono quel nuovo ordine di devastazione sotto ogni forma e sopra ogni campo... ma fallirono, sai perché?
Avrebbe voluto avere il tempo di rispondere a quella domanda che le era stata rivolta, ma una nuova minaccia si stagliò in men che non si dica di fronte alla tassetta. Uno di quei mostri era sceso proprio di fronte a lei e alla donna misteriosa che, in risposta, iniziò a svanire, non prima però di concludere il proprio discorso e di lasciare la giovane strega nel bel mezzo di una battaglia, per lei, mortale.
... Perché erano troppo pochi.
No! No! Aspetta! Non lasciarmi sola!
Le sue suppliche non vennero ascoltate e ben presto la Tassorosso si ritrovò a fronteggiare da sola un incubo che credeva fosse finito molto tempo prima. La mano che stringeva la wakizashi tremava, così come le gambe mentre la ragazza accennava a fare qualche passo indietro, spaventata da quella visione.
Fa che sia solo un incubo, fa che sia solo un incubo...
Ma dentro di lei sapeva perfettamente che non era così. Il mostrò non fece attendere ulteriormente il suo attacco, caricando una sfera di fuoco nero e scagliandola contro la Tassorosso indifesa che, in risposta, cerco di voltarsi e di scappare prima che quell'enorme sfera nera potesse colpirla [d20:6 + Riflessi: 11 + Bonus +2 = 19]. La sua mossa fu inutile. Il colpò arrivo dritto sulla sua schiena, facendola volare in avanti e facendola finire a pancia in giù. La sua mente venne pervasa dal dolore, un dolore forte che si irradiava dalla parte colpita dal Mezzodrago, mentre digrignando i denti la tassetta cercava di rimettersi in piedi e di portarsi al riparo dal mostro, dietro un cumulo di macerie. Le lacrime sgorgavano dagli occhi, offuscandole la vista, lacrime che avevano il sapore acre della paura: se doveva credere a ciò che aveva detto quella donna, tutti, tutti i suoi amici erano morti (anzi, sarebbero morti) durante una guerra di cui lei non era minimamente a conoscenza ma che si sarebbe scatenata presto. Jorge, Kelly, Ariel, Vergil, Devo...non sarebbe rimasto più nessuno di loro nè dei professori, che avevano difeso tanto strenuamente la scuola dall'attacco di quei mezzodraghi, gli stessi che adesso svettavano in cielo e che avevano provocato la distruzione di Hogwarts.
Non è vero...
Come poteva essere vero? Era convinta che Vastnor fosse invincibile, che nessuno avrebbe mai potuto sconfiggere lui o la Vireau, anche lei una donna forte e pronta a tutto per salvare la scuola. E la Bergman? Che fine aveva fatto la Preside Bergman? Il cuore si riempì di terrore, mentre la Tassorosso sentiva le membra irrigidirsi, incapaci di muovere un solo muscolo per attaccare quel bestione che dimostrava tutta l'intenzione di volerla uccidere.
No, non devo lasciarmi prendere dal panico!
Non sarebbe rimasta lì a piagnucolare sulla sua sorte, non con una minaccia imminente lì vicino. Cappie sapeva di non poterlo affrontare (era quasi morta con un cucciolo, figuriamoci con un esemplare adulto!) ma non avrebbe lasciato che quel mostro si cibasse di lei senza prima aver sudato per guadagnarsi la sua carne. Avrebbe dovuto raggiungere l'uscita, scappare verso un nascondiglio più sicuro e attendere che quell'essere se ne andasse via, lasciandola in pace.
La posizione difensiva di Vastnor! Con quella dovrei riuscire a schivare il prossimo colpo!
Pronta a scattare di lato, non appena il mezzodrago l'avesse attaccata di nuovo, la Tassorosso distese la gamba sinistra come le aveva spiegato Vastnor a lezione, la destra piegata con la punta del piede che poggiava sul terreno. Teneva la wakizashi abbassata, in maniera che le desse quanto meno impaccio possibile nei movimenti, fissando il bestione e aspettando, focalizzandosi solo su di lui, che il mostro la attaccasse di nuovo.
Devo trovare un luogo sicuro, devo andarmene via da qui...
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Caroline Priscilla
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da Yamato » 26/04/2014, 18:28
[tahoma]La sfera di fuoco oscuro colpì la ragazza alle spalle, non provocando particolari bruciature ma in compenso un dolore fortissimo. Dall'esterno in realtà, il corpo della studentessa si dimenava nel sonno, sotto le coperte, mentre ella sudava e gemeva infastidita. Fuggire, scappare via di lì, da quello scontro, da quel combattimento, cercando una via di uscita, una via di salvezza, ecco come stava reagendo Caroline Priscilla, ma era un comportamento probabilmente giusto, onesto, magari non il più coraggioso... o forse si? Anziché urlare, piangere, disperarsi, la giovane decise di nascondersi solo per avere la possibilità di cogliere di sorpresa il proprio avversario e quindi colpirlo alla sprovvista. Una mossa azzardata ma forse efficace, soltanto il tempo l'avrebbe potuto dire. Il cielo coperto di nuvole continuava a tuonare ininterrottamente e i parafulmini a stento contenevano quell'energia esplosiva in caduta libera. Le mura diroccate di Hogwarts crearono non pochi nascondigli alla Tassorosso la quale, una volta individuato quello più adatto a lei, rimase in silenziosa attesa del momento più opportuno per uscire allo scoperto e colpire con la lama. Il Mezzodrago, dalla sua, si levò in volo, iniziando a sorvolare tutta l'area sopra la scuola, atterrando proprio al centro delle macerie, molto vicino a dove prima la ragazza aveva trovato il diario appartenuto a... chissà chi. In quell'istante, la O'Neill stava proprio alle spalle della creatura e avrebbe potuto attaccare molto facilmente, mentre nel frattempo la voce femminile ascoltata poco prima faceva da sottofondo a quello scontro mortale, una voce che pareva non esser minimamente ascoltata dal mostro.
Molti reagirono in questo modo. Si allontanarono, tentarono di andar via, di scappare. Alcuni provarono a giocare d'astuzia, come te. Altri invece, lasciarono da soli i compagni, come codardi. Le urla di dolore aumentavano di volume. I servi del potere accrescevano le loro schiere. Lentamente tutti gli altri soccombevano.
A quel punto, la creatura alata decise di provare ad effettuare un attacco piuttosto particolare, ovvero, alzando la testa all'insù fece partire dei fiotti di lava di colore nero che ricaddero a pioggia in un raggio di venti metri, raggio nel quale era presente anche Caroline Priscilla, sprovvista di coperture che la proteggessero dagli attacchi aerei. Avrebbe dovuto provare a schivare e poi eventualmente attaccare con la wakizashi, anche perché era questione di secondi prima che il Mezzodrago la individuasse e si dirigesse verso di lei. Adesso però, l'attenzione della bestia aberrante era concentrata tutta in un unico punto: una parete che bloccava l'accesso ad un altro settore del Castello. Con un'altra sfera fiammeggiante la mandò totalmente in frantumi e dietro di essa, gli occhi della studentessa poterono distinguere perfettamente i corpi a terra di due persone a lei molto conosciute: Jorge Alvares e Kelly Everett. Le proiezioni mentali del pensiero della Tassorosso erano raffigurate come distese e piene di lividi, ferite e tagli. Sporche di sangue e prive di coscienza, quindi alla completa mercé del Mezzodrago il quale pareva essere assolutamente intenzionato a finire l'opera iniziata dai suoi simili, visto che, a quanto pareva, i due amici dell'irlandese armata respiravano ancora, affannosamente, ma ancora. Un incentivo in più per reagire insomma, una via nuova per lasciare uscir fuori l'energia e il coraggio che aveva dentro il proprio spirito, ed ancora la voce in lontananza nell'aria che dava ulteriori spiegazioni su quel futuro, forse accaduto davvero o forse no.
Ci fu anche chi abbandonò le persone più importanti. La codardia sorprese persone impensabili, capi saldi ferrei. La volontà umana si plasmava a seconda degli eventi. Il terrore della morte ottenebrava le menti più caparbie. Fortunatamente non per tutti fu così. Sfortunatamente non fummo comunque abbastanza.
Attacco del Mezzodrago: Cap. Magica (9) + d20 (7) = 16[/tahoma]
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da Caroline Priscilla » 26/04/2014, 22:26
Com'era finita in mezzo a quell'incubo? E soprattutto cosa avrebbe dovuto fare per uscirne fuori e possibilmente tutta intera? L'attacco del mezzodrago le aveva provocato un dolore indicibile anche se, per sua fortuna, non le aveva ustionato la pelle come all'inizio aveva temuto. Convinta di non essere all'altezza di quello scontro (e come avrebbe potuto, dal momento che la sua mente rimaneva quella della sedicenne addormentata nel proprio letto?), Cappie aveva cercato rifugio dietro uno dei tanti massi sparsi in mezzo alle rovine di Hogwarts, osservando con attenzione il proprio nemico e aspettando il momento opportuno per colpire e poi filarsela. Non aveva altra scelta, continuava a ripetersi, non poteva affrontarlo a viso aperto, non ce l'avrebbe fatta. Quattro professori erano finiti in Infermeria, uno quasi in fin di vita, che cosa poteva mai fare una ragazzina come lei, priva addirittura della propria bacchetta e con una spada, che non aveva mai usato, in mano? La logica remava contro ogni possibile battaglia frontale e la giovane O'Neill, seguendo il buon senso e la propria logica, aveva deciso che era meglio ferirlo e fuggire piuttosto che scontrarsi e rischiare di morire nell'impresa.
E se riuscissi a rimanere in vita, magari potrei capire che cosa diavolo sta succedendo qui!
Le parole della donna l'avevano sconvolta, angosciata, ma non ancora convinta di quello che stava accadendo intorno a lei. Chi erano quelle forze che avrebbero potuto aiutare il suo mondo a sopravvivere, se fossero stati più numerosi? E perchè venire proprio da lei, lei che non aveva il potere (o così pensava la Tassorosso) di cambiare il futuro? Le domande l'assillavano, l'incertezza le bloccava il respiro, ma in quel momento l'istinto di sopravvivenza ebbe la meglio su qualsiasi paura. Gli occhi della ragazza saettarono verso la figura del mezzodrago, ora in volo alla sua ricerca probabilmente, prima di posarsi in un punto poco più avanti di lei, dandole le spalle.
Molti reagirono in questo modo. Si allontanarono, tentarono di andar via, di scappare. Alcuni provarono a giocare d'astuzia, come te. Altri invece, lasciarono da soli i compagni, come codardi. Le urla di dolore aumentavano di volume. I servi del potere accrescevano le loro schiere. Lentamente tutti gli altri soccombevano.
Io non avrei mai abbandonato nessuno!
Rispose automaticamente a quella voce che sembrava esistere solo nella sua testa. Forse non era un mostro di coraggio, forse non si sarebbe buttata a capofitto contro la morte, ma non avrebbe mai abbandonato i suoi amici al loro destino senza prima combattere. Le parole della donna le sembrarono quasi un'accusa nei suoi confronti, a quanto pare unica sopravvissuta di quella strage che si era consumata chissà quando.
Io non li avrei mai abbandonati!
Urlò mentalmente dentro di lei, fissando il suo avversario con sguardo nuovo, carico di una determinazione prima assente. Il mostro volse la testa indietro, aprendo la bocca e sputando in aria quelli che sembravano fiotti di lava nera, che ben presto ricaddero nell'area circostante rischiando di colpire anche la giovane strega. Con una prontezza di riflessi che nemmeno lei credeva di possedere [d20:19 + Riflessi:11 +2 Bonus + 4 P.D. = 40], Cappie schivò l'attacco dell'aberrazione, zigzagando a destra e a sinistra per evitare i cumuli di lava che discendevano dal soffitto, colpendo il terreno circostante. Era convinta che il mezzodrago si sarebbe voltato verso di lei, provocando un altro attacco che avrebbe dovuto evitare se avesse voluto mettersi in salvo. Tuttavia qualcosa sembrò attirare l'attenzione del mostro, una parete di roccia che mandò in frantumi con una sfera fiammeggiante, rivelando due corpi distesi a terra.
Jorge! Kelly!
L'urlo le uscì spontaneo dalla bocca, un urlo che probabilmente avrebbe attirato l'attenzione del mostro su di sè ma del quale la Tassorosso si sarebbe pentita più tardi. I suoi due miglior amici erano feriti, pieni di lividi ma ancora vivi: come avrebbe potuto lasciarli alla mercè di quella schifosa creatura? La presa sulla wakizashi si fece più salda, mentre i lineamenti della tassetta si distorsero in una smorfia di rabbia e odio, come se il suo spirito si stesse caricando della stessa furia che in quel momento imperversava in cielo.
Ci fu anche chi abbandonò le persone più importanti. La codardia sorprese persone impensabili, capi saldi ferrei. La volontà umana si plasmava a seconda degli eventi. Il terrore della morte ottenebrava le menti più caparbie. Fortunatamente non per tutti fu così. Sfortunatamente non fummo comunque abbastanza.
Basta! Smettila!
Perchè le stava facendo tutto questo? Perchè l'aveva abbandonata a combattere da sola contro quel mostro, se lei stessa sembrava soffrire di quanto era accaduto? Cappie non ebbe il tempo di continuare a porsi quelle domande: doveva evitare a tutti i costi che i propri amici diventassero di nuovo il bersaglio del mezzodrago e l'unico modo che aveva per salvarli era scendere finalmente in battaglia e sperare di ucciderlo, prima che esso uccidesse lei.
Lasciali in pace b******o!
Con un altro urlo che avrebbe attirato ancora di più l'attenzione del mostro, la O'Neill si scagliò contro di lui con la stessa cieca furia di chi non aveva nulla da perdere, se non la vita dei propri cari e di coloro che amava. Il primo colpo, di taglio, venne dato con una mano sola [d20:2 + Talento(F):17 + 4 Bonus = 23]; il secondo, più violento, venne impresso con entrambe le mani strette intorno all'elsa, speculare al primo, così da formare una sorta di X sul corpo dell'odiata creatura [d20:10 + Talento(F):17 + 4 Bonus= 31]. Non c'era il tempo di vedere se i sue colpi fossero andati a segno: prima che il mostro potesse riprendersi e ferirla in qualche modo, la Tassorosso si tirò indietro uscendo fuori dalla suo raggio d'azione, assumendo ancora una volta la posizione difensiva insegnatale tempo addietro dal professore di Difesa.
La forza di volontà, il desiderio di sopravvivere, l'istinto di non soccombere di fronte a chi ci sta minacciando, tutto questo è lo Spirito Guerriero che vi caratterizza tutti ed il solo che sarà in grado di salvarvi, quando non vi rimarrà nient'altro che un pugno di speranza.
Le parole utilizzate tempo addietro da Vastnor [d20:6 + Elaborazione: 8 + 2 Bonus = 16] rimbombavano nella sua mente come se il tempo non fosse riuscito a cancellarle, segnando irrimediabilmente l'animo della Tassorosso. Il quel luogo e in quel futuro sembrava non esserle rimasto più nulla per cui valesse la pena combattere, salvo la speranza di poter riabbracciare i propri amici, ancora vivi. Era quello lo Spirito Guerriero di cui aveva parlato Sandyon, quella sorta di fuoco interiore che le bruciava dentro impedendole di arrendersi? Non ne era sicura e non poteva saperlo: tuttavia ora che era in gioco non solo la sua sopravvivenza, ma anche quella delle persone che più amava al mondo, non si sarebbe tirata indietro, non li avrebbe abbandonati al loro destino.
Mi hai sentito? Io non li abbandonerò!
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da Yamato » 27/04/2014, 16:09
[tahoma]Io non avrei mai abbandonato nessuno! Io non li avrei mai abbandonati!
Il corpo più atletico e adulto della ragazza la aiutò a non farsi cogliere impreparata dal colpo che in altezza minacciava di farle del male. Più veloce, più scattante, più pronta, di certo non la ragazzina del terzo anno che si era trovata in difficoltà con appena un singolo cucciolo. Inoltre quello non era un esemplare potente come quello incontrato dai docenti di Hogwarts, essendo i Mezzidraghi di quella dimensione creati a stampo ed in serie, dimostravano comunque minore forza e velocità dell'originale, ma questo naturalmente lei non poteva saperlo o immaginarlo. Fin troppo impegnata a preoccuparsi della propria vita ed anche di quella dei suoi amici, adesso rinvenuti tra le macerie del Castello e pronti a soccombere alla devastante malvagità del mostro alato. Nell'aria non c'era più traccia della donna pervasa da elettricità incontrata poc'anzi, eppure quella voce di tanto in tanto risuonava al solo scopo di irretire la O'Neill, fornirle spiegazioni di un racconto terribile e devastante psicologicamente. Magari fomentata dalla rabbia per quello che stava accadendo ed anche dalle presunte insinuazioni della donna misteriosa, Caroline Priscilla decise di uscire allo scoperto, correndo con la lama alzata in direzione del nemico, ricordando le parole del suo docente di Difesa, Sandyon Vastnor. L'urlo che lanciò permise alla creatura di capire dove ella si trovava, ma considerando che era totalmente focalizzata sull'uccidere quelle altre due prede, non fece in tempo a voltarsi e ricevette il primo e il secondo colpo a croce sulla schiena, una croce dalla quale uscì zampillante dello schifoso sangue melmoso di colore violaceo scuro e verde acido.
Mi hai sentito? Io non li abbandonerò!
Il gesto l'aveva aiutata moltissimo, infatti i suoi amici per il momento erano salvi, ma la cattiva notizia fu che la ferita provocata al Mezzodrago si richiuse molto, troppo in fretta, causando nella ragazza il ragionamento istantaneo che possedesse una rigenerazione dei tessuti incredibile. In qualche modo era riuscita a distrarre il mostro dall'uccidere i suoi amici ma ora l'attenzione di esso era totalmente rivolta alla persona che aveva osato fargli del male e per di più stava ancora lì, nella posizione Difesa, minacciandolo come se avesse qualche chance minima di vittoria. In lontananza, esattamente a circa trenta metri dal castello, una delle torrette para-fulmine presenti nella landa desolata si spezzò, incrinandosi, cadendo infine al suolo con un tonfo che fece tremare la terra ed anche le stesse mura di Hogwarts. Un tuono squarciò il cielo e rivelò una saetta che precisa colpì il pavimento nello stesso identico punto ove prima c'era la torretta, segno che da adesso in poi non esisteva più alcuna protezione che evitasse in quella zona che cadesse incontrastata tutta quell'energia elettrica devastante. Il Mezzodrago nel frattempo partì al contrattacco e scattò in avanti per colpire con una artigliata il corpicino della ragazza, artigliata seguita da una codata dal basso verso l'alto con l'intento di prendere la giovane al petto e al mento e farla volare all'indietro e ricadere a terra malamente. Che tali mosse fossero riuscite oppure no, la voce della donna invisibile si sparse nuovamente nell'etere, udibile dalla Tassorosso, ma non certo dal suo nemico, ignaro di tutto, concentrato solo ad uccidere la propria ostinata preda.
Questo è un coraggio ammirevole, probabilmente. Ma se invece dovesse essere in gioco la tua vita, vita che può scomparire in un istante e non in uno scontro. Allora che faresti, accetteresti di provare? Di dare il tutto per tutto? Da un combattimento si può fuggire, da un fulmine no. Nessuno può scampare alla sua potenza, nemmeno il più ostile e resistente degli avversari.
La donna stava indirettamente invitando Caroline Priscilla a dirigersi nel punto dove adesso cadevano le saette a random, facendosi seguire anche dalla creatura alata. Uno dei due sarebbe morto non appena preso dall'intensa energia elettrica, ma non era detto che fosse stato per forza il Mezzodrago. Ora ella doveva scegliere: continuare quella battaglia eterna e senza via d'uscita, cercare ancora di scappare per rifugiarsi chissà dove e lasciare al loro amaro destino i suoi amici... oppure tentare l'estrema sorte, pronta a sacrificare anche sé stessa pur di riuscire nell'intento di aiutare le persone a lei più care e salvarle da una morte certa.
Attacco I° del Mezzodrago: T/F (18) + d20 (8) = 26
Attacco II° del Mezzodrago: T/F (18) + d20 (11) = 29[/tahoma]
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da Caroline Priscilla » 29/04/2014, 15:55
La vista dei corpi feriti e indifesi dei suoi migliori amici aveva fatto scattare qualcosa nella giovane Tassorosso: acceccata dalla rabbia e dalla bramosia di metterli in salvo, Cappie era corsa incontro al mostro che fino a poco prima l'aveva terrorrizzata con la sua sola presenza, utilizzando infine la wakizashi per infliggergli due profondi tagli sulla schiena. Il suo intento era quello di distogliere l'attenzione dell'aberrazione da Jorge e Kelly, uno scopo facile da perseguire dal momento che i due colpi della lama andarono a segno, facendo fuoriuscire dalle ferite una sostanza melmosa e putrida, che la tassetta ipotizzò fosse il sangue della creatura. Quello che non aveva previsto, invece, era che tutta la sua fatica sarebbe stata totalmente inutile: le ferite si rimarginarono in pochi secondi, facendo morire in lei la speranza di poter uccidere la bestia. Un enorme boato sconquassò l'aere, mentre infine uno dei parafulmini cedeva schiantandosi per terra e lasciando libero accesso alle saette di scaricare tutta la loro potenza sul suolo sotto di esso. Tuttavia, almeno per il momento, la ragazza non si rese conto di tutto questo, troppo impegnata a schivare gli attacchi che il mezzodrago presto caricò su di lei. L'artigliata non la colse impreparata: spostandosi di lato, Cappie riuscì a non farsi colpire [d20:6 + Talento(F): 17 + 4 Bonus + 4 P.D.= 31], mettendo a frutto gli insegnamenti che Vastnor le aveva impartito, a quanto pare, anni e anni prima. Tuttavia nulla riuscì a bloccare la codata che subito dopo la creatura le inflisse, colpendola dal ventre fino al mento e facendola volare all'indietro, con la schiena che colpì dolorosamente il pavimento impolverato [d20:7 + Talento(F):17 + 4 Bonus= 28].
Questo è un coraggio ammirevole, probabilmente. Ma se invece dovesse essere in gioco la tua vita, vita che può scomparire in un istante e non in uno scontro.
La voce era di nuovo riapparsa, mentre la ragazza cercava di rigirarsi malamente sulla pancia per potersi dare la forza necessaria a rialzarsi. Il colpo le aveva fatto talmente male che la testa le doleva, così come la schiena nel punto dove aveva sbattuto. Gli occhi, non più rivolti verso il proprio nemico, ma lontani, sulla landa desolata, videro ora con chiarezza quello che era successo poco prima, mentre il cielo scaricava tutta la propria furia sul terreno circostante, rendendo l'aria ancora più elettrica di quanto già non fosse.
Che cosa intendi dire?
Allora che faresti, accetteresti di provare? Di dare il tutto per tutto?
Io...
Da un combattimento si può fuggire, da un fulmine no. Nessuno può scampare alla sua potenza, nemmeno il più ostile e resistente degli avversari.
Un lampo di consapevolezza attraversò lo sguardo della Tassorosso, mentre infine riuscì a mettersi in piedi e a fissare l'arma che la natura, inconsapevolmente, le aveva donato. Quella strana donna aveva ragione: la wakizashi, contro il mezzodrago, era inutile; ma un fulmine avrebbe potuto metterlo a tacere per sempre e salvato la vita dei suoi amici.
E anche la mia!
Avrebbe accettato di mettere in gioco la propria vita per salvare quella dei suoi migliori amici, ma non si sarebbe arresa tanto facilmente, non fino a quando ci fosse stato anche un solo barlume di speranza di sopravvivere.
E' questo che vuoi? Bene ti accontento! Goditi lo spettacolo, perchè ne uscirò vincitrice!
Urlò alla volta del cielo, per poi fissare il proprio sguardo sul mezzodrago. Che cosa l'aveva resa tanto sicura, spavalda e sfrontata in quelle parole? Forse l'adrenalina, un concentrato di energia pura che crepitava sotto la sua pelle, pronta a scattare in qualsiasi momento; forse la rabbia di essere stata messa in mezzo a quella situazione senza una spiegazione logica nè razionale, se non la purà crudeltà di mostrarle un futuro apocalittico al quale era impossibile credere; oppure una parte di Cappie, quella che aveva affrontato la catastrofe e ne era uscita viva, si stava risvegliando, prendendo le redini di un corpo che le apparteneva e che fino a quel momento era stato guidato dalla mente di una sedicenne ineseperta. Dunque è così che sarebbe diventata? Una ragazza sprezzante del pericolo? Tutto era possibile e il destino poteva sempre essere cambiato. Ciò che contava veramente in quel momento era riuscire a vincere quella partita con la morte a tutti i costi, per potersi dedicare infine ai suoi amici, che giacevano ancora esanimi in mezzo alle macerie.
Forza, vienimi a prendere! Non avrai paura di me, eh b******o!
Dopo essersi assicurata che il mezzodrago fosse stato irretito abbastanza dalle sue provocazioni [Carisma(A): 19 + 4 Bonus= 23], la giovane O'Neill si mise a correre di volata verso l'esterno di Hogwarts, in direzione della scalinata ricoperta di ghiaccio vista poco prima e, infine, della landa desolata dove con un pizzico di fortuna sarebbe riuscita a eliminare del tutto la creatura che la minacciava. Una volta in prossimità delle scale, la tassetta non perse tempo a pensare sul come e quando avrebbe fatto a superarle: sfruttando tutta la potenza accumulata grazie alla corsa, si diede una spinta e saltò giù, evitando quindi di finire sulla patina di ghiaccio infestata da scariche elettriche [Talento(F): 17 + 4 Bonus= 21]. Riuscì ad atterrare senza troppi danni, sbucciandosi appena un ginocchio sul terreno accidentato, per poi rimettersi subito in piedi e raggiungere l'epicentro di quel luogo. Non era prudente tenere in mano una lama di metallo in mezzo a quella trappola mortale: con un colpo secco la Tassorosso la ripose nel proprio fodero, conscia che la wakizashi in quel caso non le sarebbe stata utile. Dopodichè, attese con un certo batticuore l'arrivo del mezzodrago e, ancora peggio, la prima scarica di fulmini, assumendo l'identica posa difensiva di prima. I sensi erano all'erta, pronti a cogliere quel rumore di sottofondo che accompagnava l'arrivo di una scarica elettrica, mentre il respiro aumentava di ritmo con l'aumentare dei battiti cardiaci della Tassorosso.
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da Yamato » 30/04/2014, 15:17
[tahoma]Era necessario trovare una soluzione drastica e in fretta, poiché il nemico possedeva capacità rigenerative e andando avanti di quel passo, solo a colpi di lama, la giovane combattente non sarebbe mai riuscita ad avere la meglio su di lui, nemmeno con qualche colpo di fortuna. Se non altro l'attenzione della creatura si spostò da Jorge e Kelly e si focalizzò interamente su di lei, così che almeno gli amici della ragazza, per il momento, potevano essere considerati non salva ma meno in pericolo rispetto a prima. La voce intanto mostrava ancora la presenza della donna misteriosa nell'area, raccontando altri aneddoti e facendo allo stesso tempo delle domande piuttosto delicate alle quali era abbastanza difficile rispondere con tanta tranquillità. Rischiare la vita, avere una sola, singola possibilità e sfruttarla sperando sul serio che qualcosa non andasse per il verso storto. Mettersi sotto quel cielo terso di nuvole cariche elettrostaticamente, rabbiose e ruggenti, rappresentava un rischio non indifferente, ma anche l'unica garanzia che forse in quel modo il Mezzodrago sarebbe morto carbonizzato dalla furia di quell'elemento potente e imprevedibile. Dopo essere stata colpita dalla coda del mostro, la O'Neill volò all'indietro cadendo al terreno, con un taglio enorme che dal mento le aveva squarciato il labbro e la punta del naso, facendo colare sangue a fiumi, suscitando, nella sua versione dormiente, delle lacrime e dei spasmi incontrollati che la fecero anche scoprire delle lenzuola e gettare il cuscino al terreno.
E' questo che vuoi? Bene ti accontento! Goditi lo spettacolo, perché ne uscirò vincitrice! Forza, vienimi a prendere! Non avrai paura di me, eh b******o!
Nella dimensione dei suoi sogni invece, la Caroline Priscilla più adulta si alzò in piedi con poca fatica, sofferente si, ma intenzionata e determinata a dimostrare allo spirito nel vuoto che aveva tutte le carte in regola per abbattere il nemico e vincere la sfida che le era stata lanciata. Una volta urlato contro il mostro che forse comprendeva il linguaggio umano, calcolando che le ringhiò contro piuttosto furioso, la ragazza si volse mettendosi a correre ad una velocità inaudita, inaudita per la forma fisica che poteva ricordare di possedere nel suo corpo di sedicenne studentessa. Ma lei non era la stessa in quel mondo, lei era più grande, più adulta, più matura, ed anche quella provocazione verso l'avversario mai le sarebbe uscita spontaneamente se avesse avuto la stessa identica mentalità della Tassorosso ancora non diplomata. Con un salto atletico superò la scalinata irta di neve elettrificata, scattando verso la landa grande e vasta, molto vicino a dove la torre para fulmine era caduta miseramente, con la punta scura per il troppo accumulo di energia che l'aveva fatta cedere. Una volta arrivata fin lì, rinfoderò la spada, ricordando perfettamente quanto il metallo fosse un ottimo conduttore di elettricità, e si preparò all'arrivo del Mezzodrago ponendosi ancora una volta nella posizione difensiva facendo ugualmente attenzione ai lampi alti nel cielo che preannunciavano l'arrivo di fulmini devastanti. La punta del para fulmine forse poteva ancora essere in grado di assorbire qualcosa, o per lo meno di assorbirla prima che raggiungesse il corpo della ragazza, quindi ella avrebbe fatto bene a trovarsi vicino ad essa per quasi tutto il tempo, così da limitare ulteriormente le possibilità di morire colpita da una saetta letale.
Accetti così l'esito della natura. Ti affidi ad essa perché comprenda il tuo valore e ti risparmi. Molti lo hanno fatto, da secoli a questa parte. Molti hanno giurato fedeltà all'Equilibrio del Mondo. Molti hanno promesso di combattere per esso. E tu invece... Cosa vuoi fare? Preservare l'Equilibrio o riavere semplicemente indietro la tua vita?
Il Mezzodrago partì nuovamente all'attacco, ma quella volta decise di sfruttare la sua potenza magica per l'offensiva verso la Tassorosso. Dagli occhi scaturirono dei raggi di colore rosso scuro, quasi nero, che si diressero verso le gambe della nemica, al seguito, la stessa palla di fuoco oscuro esibita in precedenza venne utilizzata nuovamente cercando di centrare la ragazza al centro del petto. Nel frattempo, il bagliore incredibile di due lampi nel cielo irradiò tutta l'area, segno che entro breve sarebbero giunti anche due fulmini. Il primo calò molto vicino al mostro, mancandolo però di circa due metri, il secondo cadde proprio a pochi centimetri da Caroline Priscilla, ma mancò anche lei. Non sarebbero stati però così tanto fortunati una seconda volta.
Attacco I° del Mezzodrago: Cap. Magica (9) + d20 (18) = 27
Attacco II° del Mezzodrago: Cap. Magica (9) + d20 (14) = 23[/tahoma]
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da Caroline Priscilla » 30/04/2014, 22:54
La codata con il quale il mezzodrago l'aveva gentilmente fatta volare all'indietro, aveva fatto più danni di quanto avesse immaginato. Il sapore ferroso del sangue fu l'unico gusto che la sua bocca, da quel momento in poi, fu in grado di sentire, mentre la rabbia continuava a crescere in lei, così come il desiderio di sopravvivere e di farla finita con quello scontro. Volontà rafforzata dalla presenza dei suoi migliori amici, ancora in fin di vita certo, ma al momento salvi dalla brama di distruzione che l'aberrazione amava esibire in tutta la sua ferocia. Dopo averlo provocato un po', giusto per essere sicura che il mostro non avesse altro in mente se non inseguire lei, la Tassorosso corse come una forsennata verso l'unico punto che le avrebbe garantito una speranza di vittoria. I suoi muscoli, allenati e scattanti, la fecero correre ad una velocità di cui lei stessa non si capacitava: al momento però quello non era un pensiero sul quale fosse giusto soffermarsi. Presa a scappare dalle ire del mezzodrago, la tassetta saltò le scalinate innevate, finendo dall'altra parte incoluma e illesa e volgendo la propria corsa verso il punto nel quale era caduto il parafulmine.
Accetti così l'esito della natura. Ti affidi ad essa perché comprenda il tuo valore e ti risparmi. Molti lo hanno fatto, da secoli a questa parte. Molti hanno giurato fedeltà all'Equilibrio del Mondo. Molti hanno promesso di combattere per esso. E tu invece... Cosa vuoi fare? Preservare l'Equilibrio o riavere semplicemente indietro la tua vita?
Nonostante avesse sentito le parole della donna misteriosa, Cappie non ebbe il tempo di dare una risposta al suo quesito. L'aberrazione non si fece attendere e una volta arrivato nello stesso identico luogo della ragazza scagliò con tutta la potenza di cui era capace un'attacco che, per sua sfortuna, andò a segno. Le gambe della giovane strega vennero trapassate da parte a parte, come se due aghi larghi quanto due dita le si fossero appena conficcati nella carne, procurandole un dolore acuto sconvolgente [d20:7 + Riflessi:11 + 2 Bonus + 4 P.S.= 24]. Non era riuscita a schivarlo, non era stata abbastanza veloce e non avrebbe più potuto farlo: nell'attimo seguente quell'attacco, le gambe cedettero al peso del giovane corpo della Tassorosso, facendola accasciare al suolo sulle propia ginocchia, privata della capacità di potersi più rialzare.
Mi...mi ha reciso i tendini!
La consapevolezza la colpì come uno schiaffo in faccia, facendole comprendere che ormai non avrebbe più potuto mettersi in salvo, neanche se fosse riuscita ad ucciderlo. La Tassorosso non ebbe tempo, tuttavia, di pensare ad altro: la creatura, assetata di morte, non fece in tempo a vederla cascare giù che già aveva preparato un secondo attacco, pronto a farle ancora più male se possibile. I riflessi scattanti della ragazza, però, la salvarono ancora una volta: abbassandosi all'indietro, riuscì a schivare la sfera di energia magica [d20:13 + Riflessi:11 + 2 Bonus= 26] che il mostro puntava a lanciarle sul petto. Una volta rialzata, due fulmini calarono dal cielo, scaricandosi a pochi metri dal suo nemico e a pochi centimentri dal punto dove giaceva lei. Aveva poco tempo per riflettere ad una strategia, una mossa che le permettesse di avere qualche chance di vittoria.
La wakizashi!
Sapendo bene il pericolo nel quale stava incorrendo, Cappie tuttavia non potè fare a meno di perseverare in quel tentativo che, se fosse andato a buon fine, avrebbe potuto salvare la vita ai suoi amici. Asciugandosi il sangue che fiottava dalla ferita sul labbro e sul naso, la ragazza estrasse la spada una seconda volta, prendendo bene la mira sul corpo del mostro e lanciandogliela contro a mo' di lancia, sperando di riuscire a infilzarlo a dovere [d20:6 + Talento(F):17 + 4 Bonus= 27]. Se il mezzodrago fosse stato colpito, il prossimo fulmine avrebbe potuto colpirlo, attirato dalla lama di metallo dell'arma. Ma le sue speranze vennero vanificate, quando l'aberrazione evitò senza problemi la sua spada.
No...
Lacrime di rabbia e di disperazione iniziarono a solcare il suo viso, mentre il terrore della morte invase in un'istante il cuore dell'irlandese, conscia ormai della fine di tutto. Il volto si alzò, fissando il cielo e chiedendosi se sarebbe morta prima per mano della natura o per quella dell'aberrazione, avvertendo dentro di sè tutta la piaga e il dolore che il fallimento portava con sè. Un fallimento che bruciava dentro perchè a causa sua anche i suoi migliori amici sarebbero morti.
Jorge...Kelly...mi dispiace...
Il pensiero di poter proteggere i suoi amici era la sua sola speranza: lei non era Vastnor, con il suo alto senso di autoconservazione. Era una semplice ragazzina che trovava una ragione per combattere nella salvezza delle persone che amava. Nel momento stesso in cui quella speranza era sfumata, anche la determinazione della Tassorosso aveva ceduto, lasciandola in preda alla disperazione e alla resa più totale. Oppure no? C'era una domanda, una domanda fattale dalla misteriosa donna e alla quale era giusto e doveroso risponderle, prima di soccombere.
Non voglio riavere indietro la mia vita. Voglio semplicemente vivere ed essere in grado di proteggere i miei amici. Se per farlo devo combattere e preservare questo Equilibrio, lo farò! Ti prego, non permettergli di far loro del male...se sono destinata a morire, fa che anche lui abbia lo stesso destino...
Che cosa avrebbe fatto la donna misteriosa? L'avrebbe aiutata? Avrebbe ascoltato le sue preghiere? O l'avrebbe abbandonata al proprio destino? Pregare che la natura colpisse il mostro fu l'unica cosa che Cappie riuscì a fare. Non aveva altro modo per salvarsi, non aveva più alcun pensiero, se non quello dei volti di Jorge e Kelly svenuti per terra, e lo sguardo assassino del mezzodrago che ora puntava nuovamente il corpo indifeso della giovane strega.
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Caroline Priscilla |
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Caroline Priscilla |
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Caroline Priscilla |
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Yamato |
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Caroline Priscilla |
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Yamato |
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Caroline Priscilla |
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