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Kyoto

Messaggioda Monique » 03/02/2014, 13:05

Kyoto (京都市) è una città del Giappone di quasi 1,5 milioni di abitanti, che nel passato fu la capitale del paese per più di un millennio (precisamente dal 794 al 1868) e che è oggi il capoluogo dell'omonima Prefettura. La città, nota anche come "la città dei mille templi", essendo stata quasi interamente risparmiata dalla seconda guerra mondiale, è considerata il più grande reliquiario della cultura giapponese, e per questo inserita nei siti protetti dall'UNESCO. È una sede universitaria di importanza nazionale e centro culturale di livello mondiale.
Kyoto è situata nella parte centro-occidentale dell'isola di Honshū; la parte storica della città è circondata da verdi colline ed è attraversata da nord a sud dal fiume Kamo. Il clima è subtropicale umido con inverni miti ed estati calde e afose.


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Messaggioda Miyabi » 03/02/2014, 14:01

[Shizuoka - Villa di Yamato Kusanagi - 31 Agosto - ore 10.23]


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Guardare il panorama che si godeva da casa dello zio era, per Miyabi, una delle attività più piacevoli che ci fosse, specie quando poteva dedicarsi ad un tale passatempo di fronte ad una tazza di té, nella quiete mattutina: quello, però, non era un giorno qualsiasi, perché di lì a qualche ora Yamato l'avrebbe portata a visitare il suo studio di registrazione situato a Kyoto, così da mostrarle quello che per gran parte rappresentava il suo mondo.
Aveva parlato con lo zio della possibilità di riprendere a cantare e dunque, di ricominciare con gli allenamenti, e l'uomo si era dimostrato sia molto felice di quella scelta, sia molto disponibile nel volerla aiutare: quello sarebbe stato un primo passo, per la Giapponese, ritornare a contatto con la musica partendo proprio dal posto dove lo zio la produceva.
Ancora poche ore, dopodiché si sarebbero smaterializzati in un altro luogo, quello nel quale Yamato Kusanagi smetteva di essere zio e Sole - anche se lei di quel titolo non conosceva nulla - e diventava manager musicale.

[Kyoto - Studio di Registrazione di Yamato Kusanagi - Stesso Giorno - ore 16.12]


Si era cambiata prima di uscire, volendo celebrare l'occasione e tenendoci a far fare bella figura allo zio: indossava ora dei pantaloni bianchi di lino, molto leggeri, ballerine color rosa cipria ed una maglietta a maniche corte dello stesso colore, con dei piccoli volant di pizzo sulle maniche e sull'orlo inferiore dell'indumento, un vezzo femminile che ben si sposava col viso al naturale della ragazza, circondato dai lunghi capelli neri e lisci che le arrivavano ben oltre le spalle.
Aveva salutato i dipendenti di Yamato quando era entrata con lui all'interno della casa di registrazione, in modo gentile ed educato come la madre le aveva insegnato quand'era ancora in vita, parlando poco e solo quando interpellata, ma guardandosi intorno con occhi curiosi e spalancati per la vista di quel luogo completamente sconosciuto a lei fino a pochi minuti prima; lo zio l'aveva portata in una delle sale di registrazione, ed era lì che si trovava ora.
Aveva fatto i suoi esercizi di respirazione, quelli che tempo prima le aveva insegnato la Vireau, poiché era piuttosto sicura che non fossero ancora passati di moda, nonostante lo scorrere del tempo... in fondo l'obiettivo era sempre quello di scaldare la voce, no?
Yamato non era ancora tornato: erano entrati insieme nella sala d'incisione, in quello che agli occhi di Miyabi era il mondo dello zio, l'universo nel quale l'uomo era padrone indiscusso; il suo compito, se la Giapponese l'aveva compreso appieno, era organizzare la carriera dei suoi artisti, far produrre le loro canzoni e preoccuparsi di distribuirle al pubblico. Le sembrava quel tipo di lavoro che richiedeva pazienza, perserveranza, ed anche una certa dose di prontezza mentale, di furbizia.
Miyabi gli aveva chiesto, anzi, più che altro l'aveva pregato, di mostrarle ogni più piccolo angolo di quel mondo, e che faccia aveva fatto quando, proprio in camera di registrazione, aveva visto quell'enorme postazione con mille e più tra pulsanti e leve!

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Aveva evitato di chiedergli di spiegarle tutto, perché ci sarebbbe voluta una vita, ed era rimasta ad aspettarlo metre lui andava a parlare con qualcuno di cui non aveva ben compreso il nome.
Ora era sola, in quella sala immensa, a guardarsi intorno con la circospezione di chi temeva di toccare, inavvertitamente, qualcosa di sbagliato, e per questo preferiva di grand lunga rimanere ferma: una bella scocciatura, senza dubbio, soprattutto quando quella stanza vuota, al di là del vetro dove si trovava lei, pareva chiamarla con tanta insistenza...
Lasciò andare lentamente il fiato come le aveva insegnato la Coordinatrice del Coro di Hogwarts - in fondo per respirare non si doveva muovere, poteva farlo - e si morse il labbro inferiore con indecisione prima di farsi coraggio e muovere il primo passo: in effetti, dopo quello, compiere gli altri fu decisamente più semplice, ed in pochi attimi si ritrovò ad aver varcato la soglia che divideva le due stanze, la porta che lentamente si chiudeva alle sue spalle, isolandola dagli eventuali suoni oltre al vetro.
L'aria lì era diversa, o forse era tutta una sensazione di Miyabi: c'era un odore particolare, indescrivibile, anzi no, forse avrebbe saputo a cosa associarlo, dopotutto... quello era l'odore che per lei aveva la musica.
Era un odore fatto di note, di suoni sconnessi che poi, magicamente, prendevano forma insieme per creare qualcosa di assolutamente unico e bello.
Era un odore fatto di respiri, quelli delle persone che per quel luogo erano passate, cariche di idee, di parole, di volontà nel dare loro una voce.
Era un odore fatto di anime, ognuna irripetibile nel suo genere, accomunata alle altre proprio grazie all'amore per la musica.
Per un secondo si chiese se e quanto sarebbe stata presa per matta dallo zio, se avesse provato a spiegargli come si sentiva lì dentro, ma le bastò pensare a Yamato per rispondersi da sola: lui la capiva e non la giudicava mai, nemmeno quando scoppiava a ridere per una battuta e poi, l'istante dopo, singhiozzava lacrime amare, divorata dal senso di colpa per aver provato una sorta di gioia, di divertimento, quando invece avrebbe dovuto sentirsi ancora uno schifo - situazione che, per fortuna, non accadeva più tanto spesso.
No, lui l'avrebbe sicuramente capita, e chissà che non sentisse le sue stesse sensazioni, forse avrebbe potuto anche chiederglielo!
Girò su se stessa, sola in quella grande stanza al momento vuota, tranne che per un microfono appoggiato all'asta, spento: gli si avvicinò titubante, incerta ed insicura, sì, ma attratta quasi come una calamita, in modo inspiegabile; gli fu davanti, ed il microfono era proprio all'altezza delle sue labbra, solo un caso?
Si morse nuovamente il labbro inferiore, la voce che premeva per uscirle in parole ben precise, le stesse che aveva scritto qualche giorno prima, e che non aveva fatto leggere nemmeno a Yamato: sarebbe stato tanto sbagliato provare a... cantare? Dopotutto non stava facendo nulla di male, non aveva toccato niente ed avrebbe continuato così... non c'era nessuno a sentirla, quindi nessuno l'avrebbe mai saputo.
Fu con quel pensiero che Miyabi schiuse le labbra, facendo un passetto in avanti, verso il microfono, e chiudendo poi gli occhi così da isolarsi da tutto: la voce, quando prese finalmente vita, fu delicata, a tratti incerta, soprattutto perché non stava cantando su alcuna melodia.
Era solo lei, le sue parole e la sua voce.

Koware ta kikai wa yume o mi te iru
Eien ni same ru toki o kanade te

Ato dore kurai no yoru o tsumuge ba
Anata o terasu hikari ni nareru?

Te o toka nai te anata o otte nige taku naru kara semete
Yasashii sono nukumori ni idaka re te sakase te


(La macchina rotta sta sognando
sonnecchiando eternamente, suonando le chiavi del tempo

Per quante altre notti dovrò continuare
prima di diventare la luce che ti illumina?

Non andartene
perché voglio stringerti e poi scappare
in ultimo farmi stringere dal tuo abbraccio caldo, farmi fiorire)


Non sapeva nemmeno quando fosse nata quella canzone, come o perché... era successo e basta, in pochi e brevi attimi nei quali l'anima di MIyabi era sbocciata, proprio come un fiore, portandola fino a lì, dove si trovava ora.

Just call my name
So call my name
Chiri yuku hito hi ra o
Musun de kudasai
Anata no sono ude de
Watashi ha mada watashi de irareru?
Could you get me out of this cipher?


(Chiama solo il mio nome
chiama dunque il mio nome
Per favore ricollega
i frammenti sparpagliati nel tuo unico abbraccio
Posso essere ancora me stessa?
Potrai tirarmi fuori da questa nullità?)


Ancora ad occhi chiusi, ancora ignara che nel frattempo qualcuno potesse essere entrato e potesse averla vista, sentita: c'era solo Miyabi, in quel momento, accompagnata dalla consapevolezza di cantare un po' a random, senza melodia, e che in realtà di questo non le importasse nulla.

Musuu ni hibiku neiro no naka de
Watashi no koe ha chanto kikoeru?

Me o sorasa nai de anata no omou watashi ja naku te mo
Kuuhaku kara mirai he tsuduru shirabe o torae te

Just call my name
So call my name
Chiri yuku hito hi ra o
Kazoe te kudasai anata no sono mune de
Watashi ha mada watashi de ari tai
Could you get me out of this cipher?


(Senza le note che rieccheggiano infinite
puoi sentire la mia voce?

Non distogliere lo sguardo,
anche se non sono la me stessa che tu ricordi
Stringerò la melodia che compone il vuoto bianco del domani

Chiama solo il mio nome
chiama dunque il mio nome
I frammenti sparpagliati
per favore, includili nel tuo abbraccio
Voglio ancora essere me stessa
Potrai tirarmi fuori da questa nullità?)


La nullità, lo zero, ripreso nel titolo che la Giapponese aveva scelto per quella canzone: "Zero no Chouritsu", che si poteva letteralmente tradurre come "La Sintonia dello Zero".
La voce della Grifondoro si perdeva nell'aria, nessun altro suono disturbava le note cantate da Miyabi, anche se sicuramente molta della bellezza della canzone si perdeva, senza una melodia di fondo che la accompagnasse... e intanto la ragazza giungeva ancora una volta al ritornello, l'ultimo, prima di farsi nuovamente avvolgere dal silenzio.

Just call my name
So call my name
Chiri yuku hito hi ra o
Musun de kudasai anata no sono ude de
Just call my name
So call my name
Kono me ni yakitsuke te
Shizun de iki tai anata no sono mune he
Watashi ha mada watashi de irareru?
Could you get me out of this cipher?


(Chiama solo il mio nome
chiama dunque il mio nome
Per favore ricollega
i frammenti sparpagliati nel tuo abbraccio
Chiama solo il mio nome
chiama dunque il mio nome
Brucia nel mio sguardo
Voglio affondare fino in fondo nel tuo petto
Posso ancora essere me stessa?
Potrai tirarmi fuori da questa nullità?)


Riaprì lentamente gli occhi, sbattendo le palpebre come se si fosse abituata all'oscurità dietro di esse e necessitasse ora di qualche secondo per riprendersi: il cuore batteva forte, fortissimo in petto, come dopo una lunga corsa... strano, visto che non si era mai mossa da lì.
In realtà era stata la sua anima a viaggiare... a perdersi nella sintonia dello zero.
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Messaggioda Yamato » 05/02/2014, 23:28

[tahoma]Kyoto § Studio di Registrazione di Yamato Kusanagi § Lunedì § Ore 16.10

Le condizioni della ragazzina miglioravano di giorno in giorno, segno che la vicinanza con il proprio paese ed una persona cara stavano dando i frutti sperati. Yamato aveva confidato molto nella buona volontà della nipote di superare il dolore e tornare ad essere la studentessa allegra e solare di sempre, o almeno, la stessa allieva di Hogwarts raccontatagli proprio da lei durante alcune delle tante cene passate insieme in quei giorni.
Pareva infatti che tutto stesse procedendo secondo dei piani non stabiliti ma sperati, con il sonno della giovane Stevens che era sempre meno intriso di incubi e lacrime e sorrisi spontanei che nascevano quando ammirava un particolare paesaggio o lo zio faceva una simpatica battuta.
Spesso capitava che subito dopo si rabbuiava oppure addirittura da un secondo all'altro passasse dal riso al pianto, ma in quegli istanti, il Sole non faceva altro che avvicinarsi a lei, abbracciarla e rincuorarla che nessuno pensava male di lei, lassù, se era felice e spensierata anche senza di loro e che anzi, tutti quanti sicuramente erano fieri e più tranquilli vedendola splendere come una stella del firmamento.
Piccole attenzioni che però la aiutavano ad accettare con più sicurezza e gioia il suo percorso, un percorso che in quelle ultime ore la stava conducendo fino ad un particolare ambiente della sua vita da tempo lasciato in disparte, ovvero quello musicale.
Le piaceva la meditazione, apprendere le arti marziali, la cerimonia del tè e via dicendo, ma quando ascoltava un brano, quando sentiva lo zio strimpellare con la chitarra che possedeva in casa, quando leggeva di concerti che si svolgevano nella capitale Tokyo, era difficile non osservare negli occhi violacei di Miyabi il desiderio di tornare davanti ad un microfono ad interpretare le proprie emozioni.
Mister Kusanagi da un certo punto di vista si reputava orgoglioso di lei, facendo anche la battuta a sé stesso tipica del genitore classico del tipo: "ha preso tutto da me", ma scherzi a parte, fu anche per via della voglia nascosta della ragazzina di avere a che fare al più presto con quell'arte che prese la decisione di portarla con sé sul proprio luogo di lavoro, per mostrarle uno studio di registrazione, persone inserite in quell'ambito e via dicendo. La proposta venne accolta dalla nipote con una velocità inaudita ed infatti, il pomeriggio del loro arrivo a Kyoto, Miyabi indossava delle vesti appena eleganti e si era sistemata alla perfezione i capelli, tornando anche ad avere il tipico comportamento orientale insegnatole dalla madre. Ovunque andavano, i colleghi di Yamato erano entusiasti di quella piccolina, congratulandosi con lui per il modo in cui la stava educando e mostrando estremo cordoglio con lei parlando della famiglia scomparsa.
Dopo svariate passeggiate in lungo e in largo tra sale di incisione, aule di ascolto, stanze relax ed uffici, Yamato e la nipote si fermarono davanti ad un'altra categoria di luogo: lo studio di registrazione.
Qui, i cantanti o le cantanti, incidevano a cappella il proprio pezzo qualora ci fossero problemi nell'adattare la base musicale, la quale veniva poi sistemata in maniera artificiale ma così perfetta da sembrare quasi che avessero inciso tutti insieme, voce e band, nello stesso momento.
Purtroppo il Sole non aveva fatto in tempo a spiegare questi dettagli alla nipote poiché di improvviso venne chiamato da un collega che lo cercava di urgenza per parlare con un'altra persona ancora, un artista per la precisione: Desmond Flynn, affiliato con il suo gruppo alla "Kusanagi Record".
Sorrise un momento alla piccola Miyabi, l'Ignis Elios, chiedendole di aspettarlo per qualche secondo, prima di uscire dalla stanza e lasciarla lì da sola, libera di poter vagare ed usufruire delle sedie per mettersi comoda... Peccato che lei avesse in mente tutt'altra idea.

§ NEL MENTRE MIYABI STAVA CANTANDO §

Spoiler:
Conversazione successiva accordata tramite MP con l'altro player


Ciao Desmond, come mai da queste parti?

Ho ricevuto la sua lettera e mi sono precipitato appena possibile, tutto qui!

Ah bene.
Dunque, in sostanza il progetto dovrebbe chiamarsi "Songs of Healing".
Una percentuale del ricavato andrà devoluto in beneficenza, mentre il resto, una piccola parte, andrà per le spese di studio e come compenso.
L'iniziativa partirà effettivamente da dopo il periodo Natalizio, prima dovrò parlare con la Vice Preside di Hogwarts e con Miss Bennet.


Si d'accordo, non c'è problema!
A quanto ho capito quindi potranno partecipare voci conosciute ed altre mai sentite prima, giusto?


Esatto.
Ci sarà un vincolo di età: si potrà partecipare all'iniziativa solo a partire dai 16 anni, mi sembra l'età giusta.
Ogni brano dovrà essere autentico e coperto da diritti d'autore e saranno fatti provini per circa tre mesi da quando comincia il progetto.
Ovviamente i Saber Dynamos non saranno inseriti in lista ma potranno incidere subito: avete già pronto un pezzo nuovo?


Ci stiamo lavorando, diciamo che sto aspettando la competizione delle scuole per reclutare una nuova voce femminile, dopo di che ci penserò con maggiore attenzione adeguandomi anche al nuovo membro, comunque non si preoccupi, una mesata e siamo pronti!

Benissimo.
Ti pregherei di non parlare della questione a Lyra, vorrei occuparmene personalmente, intesi?


E' regolare!
Nessun problema, rimarrò muto, se è ciò che preferisce!
Altro?


No, direi che è tutto, adesso devo proprio andare, ho altri impegni familiari che mi attendono.
Scusa se ti ho contattato in maniera tanto celere e preoccupante ma dovevo avere la certezza che stessi già preparando la canzone...


La comodità della smaterializzazione è proprio questa, non ci ha pensato?

Già, in effetti!

Arrivederci e ci vediamo direttamente...Beh, da qualche parte!

Non ti ci sto più vedendo spesso e la cosa non mi piace...
A presto, molto presto.


Estremamente presto!

§ FINE DEL DIALOGO - FINE DELL'ESIBIZIONE PRIVATA DI MIYABI §

Strinse la mano all'Ignis suo sottoposto con la forte tendenza verso il fulmine, dopo di che, se ne tornò in direzione della stanza dove aveva lasciato la nipotina tranquilla e silenziosa. Una volta rientrato, la vide appunto sistemata su una delle tante sedie ad aspettarlo e quando lo vide, gli mostrò subito il suo sorriso più dolce e sincero, al quale il parente corrispose subito.
Le chiese se si era sentita sola ma ella scosse il capo con decisione, con una luce strana e particolare negli occhi, una luce speciale, forse.
Yamato non poteva certo capire e sapere cosa era avvenuto lì dentro ma in un certo senso, la sbadataggine della ragazzina per via della scarsa conoscenza del posto gli sarebbe venuta in aiuto, scoprendo le carte.
A distanza di qualche secondo entrò un uomo già visto in precedenza, un tecnico che si occupava di prendere i nastri con le voci registrate e portarli poi nell'aula di "attachment" dove venivano accorpati alle musiche e alle basi impostate.

Mister Kusanagi, di nuovo...

Salve di nuovo anche a lei, Williamson-san, è venuto a prendere qualche nastro?

Ah no no, non ci sono state registrazioni quest'oggi ma devo sempre fare un controllo per evitare di sbagliare!
Tutta questione di routine e nulla più, mi allontano subito, se voleva spiegare in privato a sua nipote qualcosa sulla sala...


Ma si figuri, faccia pure il suo dovere con calma, tanto se non c'è nulla sarà concluso presto.

Sicuramente... Ecco infatti... Non c'è proprio... No, un momento, c'è una registrazione avvenuta... Più o meno 10 minuti fa...
E' entrato qualcuno mentre non c'ero per caso?


Chiese il tizio a Miyabi, sapendo che era l'unica presente lì in quei brevi minuti di assenza incrociata dello zio e del tecnico.
Nel mentre le rivolgeva quella domanda, avviò il meccanismo audio, liberando la registrazione e ascoltando quindi l'artefice della bravata.
Dopo nemmeno cinque secondi, il viso di Yamato assunse un'espressione meravigliata e colpita.

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... Ma... Ma chi è quest'angelo che stava cantando?

Credo proprio... Che si tratti di qualcuno che pensava di non essere registrata ed ha approfittato del momento...

Il volto del Sole si ammorbidì lentamente, portando lo sguardo su Miyabi ed abbassandosi per metterle le mani sulle spalle e fissarla intensamente, mentre il tecnico continuava ad ascoltare il resto del brano a cappella facendo attenzione alle parole.

Non è successo nulla... Calmati e non preoccuparti, non hai fatto niente di sbagliato, capito?
Dimmi solo... Come ti sei sentita?
Com'è stato?
Raccontami e descrivimi le tue emozioni mentre eri lì, voglio sapere tutto...


Il testo è molto toccante ma... Non credo di conoscere l'artista originale.
L'ha per caso scritto sua nipote?


Avanti Miyabi-chan, rispondi al signor Williamson, vuole sapere chi è l'autore di questa bella canzone...
Sono davvero sorpreso del tuo talento, nipotina mia.
[/tahoma]
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Messaggioda Miyabi » 06/02/2014, 0:02

Era stato bellissimo.
Non le capitava da tanto tempo di cantare, e a dirla tutta non aveva mai dato voce ad una sua canzone, prima: era stata la sua prima volta, quella, e per di più in uno studio di registrazione professionale, un'esperienza unica!
Non importava che nessuno ne sarebbe mai venuto a conoscenza, lei era felice così: se fosse stata di fronte a qualcuno, probabilmente si sarebbe sentita in soggezione, invece così Miyabi aveva potuto essere se stessa in tutto e per tutto, lasciando che le parole dessero voce alla sua anima senza sentirsi prevaricate dalla timidezza tipica della Giapponese.
Dopo aver finito di cantare, la ragazza uscì dalla stanza insonorizzata per tornare in quella principale, e lì sedersi composta e silenziosa in attesa del ritorno di Yamato: sorrise, quando lo vide, ma non poteva immaginare che i suoi occhi in quel momento stessero brillando più del solito, come se qualcosa li avesse animati.
Lo rassicurò sul fatto che non si era sentita sola mentre lo aspettava - e come avrebbe potuto se si era dedicata così tanto all'esecuzione solitaria della sua canzone? - e si alzò in piedi subito dopo, proprio mentre un tecnico entrava nella sala d'incisione: Miyabi lo salutò nuovamente, con un mormorio sommesso ed educato seguito da un piccolo inchino, non immaginando minimamente ciò che di lì a poco sarebbe avvenuto.

Mister Kusanagi, di nuovo...

Salve di nuovo anche a lei, Williamson-san, è venuto a prendere qualche nastro?

Ah no no, non ci sono state registrazioni quest'oggi ma devo sempre fare un controllo per evitare di sbagliare!
Tutta questione di routine e nulla più, mi allontano subito, se voleva spiegare in privato a sua nipote qualcosa sulla sala...


Ma si figuri, faccia pure il suo dovere con calma, tanto se non c'è nulla sarà concluso presto.

Sicuramente... Ecco infatti... Non c'è proprio... No, un momento, c'è una registrazione avvenuta... Più o meno 10 minuti fa...

Quelle parole per poco non fecero prendere un colpo alla piccola Miyabi, il cui colorito divenne pallido come quello di un fantasma, forse anche di più, e gli occhi mostrarono istantaneamente una scintilla nuova, ma questa volta carica di spavento, anzi, forse di terrore vero e proprio.

E' entrato qualcuno mentre non c'ero per caso?

Ecco... io...

Balbettò la Grifondoro, incapace di rispondere perché, tempo dieci secondi, ed ecco che la sua voce iniziò a riempire lo studio: non c'erano dubbi che fosse la sua, che quelle parole fossero le sue.
La sua canzone, la sua voce, registrate senza che nemmeno Miyabi se ne rendesse conto: abbassò lo sguardo e il capo, morendo di vergogna e non essendo in grado, in quel momento, di guardare lo zio negli occhi; si era mossa senza il suo permesso, aveva fatto una cosa quando invece lui si aspettava che rimanesse ferma e buona senza toccare nulla né tantomeno mettersi a cantare come nulla fosse...
Quanto poteva averlo deluso?
Si morse il labbro inferiore con forza, deglutendo, e solo grazie a Merlino non prese anche a tremare dalla vergogna e dall'imbarazzo per ciò che aveva appena fatto.

... Ma... Ma chi è quest'angelo che stava cantando?

Credo proprio... Che si tratti di qualcuno che pensava di non essere registrata ed ha approfittato del momento...

Quelle parole le fecero venire ancora più voglia di essere inghiottita dal terreno - e se avesse conosciuto un incantesimo che faceva al caso suo in tal senso l'avrebbe fatto, a costo di usare il Mana visto che la bacchetta dietro non ce l'aveva - e quando Yamato le posò le mani sulle spalle, un brivido le percorse la schiena: nella sua mente, la Giapponese immaginò le mille e più punizioni che l'uomo le avrebbe inflitto per quello che aveva fatto, delle quali la più dura era sicuramente rispedirla ad Hogwarts senza voler avere più nulla a che fare con lei.
Immensa fu, dunque, la sua sorpresa, quando alzando leggermente gli occhi sullo zio - perché non poteva evitare il suo sguardo per sempre - notò che lo sguardo era stranamente... morbido. Decisamente non il tipo di espressione che si sarebbe aspettata da una persona arrabbiata.

Non è successo nulla... Calmati e non preoccuparti, non hai fatto niente di sbagliato, capito?

Non ce l'aveva con lei?
Non era furioso per la libertà che si era presa in sua assenza?
Gli occhioni viola della Grifa si spalancarono leggermente in un moto di palese sorpresa, ed il cuore prese a battere forte perché Yamato non era arrabbiato con lei, non l'avrebbe punita - non l'avrebbe abbandonata.

Dimmi solo... Come ti sei sentita?
Com'è stato?
Raccontami e descrivimi le tue emozioni mentre eri lì, voglio sapere tutto...


Io... non so perché l'ho fatto - cominciò a raccontare Miyabi, con voce sommessa e leggermente tremolante - Sentivo che volevo entrare in quella stanza, e il microfono... era come se mi chiamasse, te lo giuro!
Io non volevo mancarti di rispetto o toccare niente, credimi zio
- iniziò a dire velocemente, con le lacrime agli occhi senza neanche capirne il motivo - ma era come se sentissi delle voci in quella stanza, come se fosse la musica che mi chiamava attraverso le sue note, e... e così mi sono messa a cantare! - l'avrebbe presa per pazza? Beh, quello era sicuramente il momento più adatto per farlo - Ho chiuso gli occhi e le parole sono venute da sole, e... è stato... bellissimo...

Ammise, non riuscendo a trattenere un piccolo sorriso, nonostante gli occhi lucidi, che però si spense quasi subito al pensiero di aver comunque fatto qualcosa che non doveva, per cui non le era stato dato il permesso.

Ho sentito come se la mia anima stesse... sbocciando.
Sì, come un fiore... come un uccellino che apre le ali per la prima volta e spicca il volo, capisci? Mi sono sentita libera, e serena come non mi succedeva da tanto tempo... ancor più di quando tu mi prendi tra le braccia e mi stringi...


Raccontò ancora, portandosi poi di colpo una mano alla bocca con aria inorridita: come aveva potuto essere così ingrata ed insensibile da dirgli una cosa del genere, dopo tutto quello che Yamato aveva fatto per lei.

Zio, io... non volevo dire che... oh, perdonami!!

Stava decisamente andando nel panico più totale, la ragazza, e fu solo grazie alla voce del tecnico che non scoppiò in un pianto a dirotto, senza alcun controllo.

Il testo è molto toccante ma... Non credo di conoscere l'artista originale.
L'ha per caso scritto sua nipote?


Avanti Miyabi-chan, rispondi al signor Williamson, vuole sapere chi è l'autore di questa bella canzone...
Sono davvero sorpreso del tuo talento, nipotina mia.


Si dovette fare forza a tutti i costi, per questo socchiuse gli occhi e richiamò a sé proprio quella sensazione di pace provata mentre cantava, quando tutto il resto era scomparso, lei compresa, ed era rimasta solo la sua voce: prese dei respiri profondi, sentendo il cuore che, pur continuando a battere veloce, rallentava un po' il ritmo, ed infine riuscì a guardare l'uomo negli occhi per rispondergli con un soffio di voce tremulo.

... sì... l'ho scritta e l'ho cantata io, Signore.
Scusi se l'ho fatto senza permesso.


E si morse nuovamente il labbro inferiore, le lacrime che premevano per uscire e gli occhi che tornavano subito verso l'alto, su Yamato: era una persona orribile se si era sentita tanto bene grazie alla musica, al punto da prendere un'iniziativa come quella e cantare senza pensare a nient'altro?
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Messaggioda Yamato » 07/02/2014, 17:38

[tahoma]Io... non so perché l'ho fatto...
Sentivo che volevo entrare in quella stanza, e il microfono... era come se mi chiamasse, te lo giuro!
Io non volevo mancarti di rispetto o toccare niente, credimi zio, ma era come se sentissi delle voci in quella stanza, come se fosse la musica che mi chiamava attraverso le sue note, e... e così mi sono messa a cantare!
Ho chiuso gli occhi e le parole sono venute da sole, e... è stato... bellissimo...


Conosceva molto bene quella sensazione: la provava ogni volta che saliva su un palco e fin da quando era un adolescente.
Aveva preso da lui? Non esattamente: troppo distanti a livello di sangue per parlare di eredità, ma nella famiglia della piccola Miyabi gli artisti erano molteplici, a cominciare dalla madre che in passato aveva vinto con il coro della Musashi alcune competizioni importanti.
Sua cugina Yukiko era attualmente Vice Coordinatrice dello stesso coro e a breve diplomata, e poi c'era il cugino di primo grado di Yamato, Eikichi, Coordinatore del coro e cantante di successo sul territorio giapponese e americano.
Il nonno di Miyabi, Kisuke, era un formidabile costruttore di "koto" e scrittore di melodie cerimoniali, finendo poi con la bisnonna di terzo grado Chitose, eccellente danzatrice e cantante durante i rituali religiosi del tempo.
Probabilmente la giovane Stevens non era a conoscenza di tutti quei collegamenti e di tutte quelle coincidenze ma non era nemmeno necessario che fosse lo zio ad informarla in quell'istante: ci sarebbero stati altri momento sicuramente più adatti.

Ho sentito come se la mia anima stesse... sbocciando.
Sì, come un fiore... come un uccellino che apre le ali per la prima volta e spicca il volo, capisci?
Mi sono sentita libera, e serena come non mi succedeva da tanto tempo... ancor più di quando tu mi prendi tra le braccia e mi stringi...
... Zio, io... non volevo dire che... oh, perdonami!!


Sembrava come se stesse confessando un orrendo delitto, l'uccisione di uomo o l'incendio di una casa ad opera sua.
Decisamente molto preoccupata della considerazione del parente, l'unico parente adesso al suo fianco, talmente preoccupata da farsi venire le lacrime, da non comprendere più cosa dire o cosa fare per rimediare a quel guaio, se non sotterrarsi o scomparire nel nulla.
Yamato la continuò a fissare molto intensamente, forse anche focalizzato nell'ascoltare il brano di sottofondo che, pur avendo parole molto belle, somigliava quasi ad una poesia ritmata, visto che non c'erano particolari suoni che avessero aiutato la studentessa nell'esecuzione dell'opera.
Un'opera, per altro, interamente scritta da lei: notevole, assolutamente notevole considerando la giovane età della ragazzina.
Infatti anche il tecnico si rivelò piuttosto sorpreso di non aver ascoltato prima una canzone simile e si chiese da dove provenisse, quesito risolto subito proprio dal Manager Discografico, il quale non fece altro che chiedere conferma alla nipote delle sue ipotesi.

... sì... l'ho scritta e l'ho cantata io, Signore.
Scusi se l'ho fatto senza permesso.


Williamson annuì lentamente, spegnendo il ripetitore, ma non si azzardò a cancellare l'esecuzione, perché Yamato gli fece segno di allontanarsi qualche secondo e lasciarli soli senza però rimuovere dalla memoria la voce registrata di Miyabi.
Fece un piccolo sorriso alla giapponesina, poi con un saluto solenne e veloce di congedò dalla camera, chiudendo la porta.
Finalmente calò un poco di silenzio. Il produttore si alzò in piedi, volgendo attenzione al tasto di riproduzione, che premette in modo da far ricominciare nuovamente il brano cantato dall'inizio.
Non disse una singola parola per tutti i secondi della seconda esecuzione, concentrato, ad occhi chiusi, umettandosi le labbra di tanto in tanto.
Piatto il tono della piccola, ma senza una base era piuttosto scontato: tuttavia le parole sapevano risultare toccanti, commoventi e cariche di sentimento, quindi tanto bastava per pensare di poterci lavorare molto sopra.
Quando gli altoparlanti si bloccarono facendo tornare la situazione precedente, Mister Kusanagi trasse un lungo respiro, riaprendo gli occhi, per poi fare segno alla nipote di avvicinarsi.

Ci sono alcune imperfezioni stilistiche, tecniche e vocali: si vede che non ti eserciti da molto.
Ma ci sono ottime basi non solo per un netto miglioramento, ma anche per la stesura di una canzone vera e propria, con testo e musica.


Il volto si aprì in un sorriso leggerissimo ma carico di tranquillità, calma.
Nessuna traccia di risentimento, di rabbia, di delusione, offesa... Niente di niente.

Non c'è bisogno che ti scusi se la musica per te è un balsamo sul cuore più che un mio abbraccio.
La vera forza per contrastare le avversità deve prima di tutto venire da noi stessi e poi anche dal supporto del prossimo.
Ricordi gli esercizi sulla meditazione?
Ricercare dentro allo spirito l'equilibrio necessario ad esprimere la positività e la difesa dei nostri stati d'animo.
Al massimo devi fare attenzione ad entrare in queste sale perché potrebbero essere prenotate e quindi trovarti dove dovrebbero essere altre persone e non è educato e rispettoso... Giusto?


Un occhiolino e una piccola carezza sulla testa, traendola a sé con il braccio per poi darle un bacio sulla guancia, con affetto e calore.
Quando tornò a guardarla negli occhi, sapeva già che sarebbe scoppiata di nuovo a piangere di gioia, ed era pronto ad abbracciarla subito.

Sore wa, watashi no saiai daijōbu yo.
Watashi wa anata o aishiteimasu.


[ E' tutto a posto tesoro mio.
Ti voglio bene. ]
[/tahoma]
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Messaggioda Miyabi » 07/02/2014, 17:59

Se avesse avuto la capacità di diventare un animale qualsiasi, se avesse dunque appreso l'arte dell'essere Animago, probabilmente sarebbe diventata una formichina all'istante, così da non poter essere notata da nessuno: era talmente agitata e nervosa, convinta di aver fatto qualcosa di terribile - entrare in un posto senza permesso, cantare una canzone senza che nessuno gliel'avesse chiesto ed ammettere di aver provato una serenità nel farlo superiore all'abbraccio dello zio - che avrebbe preferito scomparire all'istante; dall'altra parte, temeva che Yamato sarebbe stato talmente furioso e deluso da lei da non volerla più con sé.
Già s'immaginava di dover tornare ad Hogwarts, ed ammettere alla Preside Bergman di essere tornata sola, perché lo zio non la voleva più dopo ciò che aveva istintivamente ed irrispettosamente fatto; nel mentre la mente di Miyabi le richiamava questi scenari più o meno apocalittici, la ragazza rispondeva alla domanda del tecnico della Kusanagi Record, confermando che era stata lei a scrivere quel testo e a cantarlo, facendogli poi un inchino quando l'uomo li lasciò soli.
Un silenzio totale cadde inizialmente tra loro, talmente intenso che Miyabi era convinta fosse possibile udire il battito del suo cuore che le rimbombava contro la cassa toracica, meglio di qualsiasi percussione, insomma: poi, lo zio fece ripartire la canzone dall'inizio, e la Giapponese abbassò lo sguardo ed il capo, chiudendo gli occhi ma non potendo fare lo stesso con le orecchie che stavano ascoltando la sua stessa voce, le sue stesse parole.
Era davvero lei quella che stava cantando? Non poteva davvero crederci, le sembrava totalmente assurdo, soprattutto considerando che prima di quel momento di follia non era nemmeno sicura di saperlo ancora fare!
Degluì sonoramente, sperando che le parole della canzone coprissero quel suono che sapeva tanto di disperazione, non azzardandosi ad alzare lo sguardo su Yamato per il timore di ciò che avrebbe potuto leggervi sopra: non notò dunque che stava ad occhi chiusi, serio e attento nell'ascolto di quell'esibizione fuori programma e che, teoricamente, sarebbe dovuta rimanere segreta.
Quando però la voce della Grifondoro si spense per la seconda volta, Miyabi dovette per forza, guardare di sottecchi lo zio, avvicinandosi poi a lui con fare incerto quando le fece cenno di avvicinarsi.

Ci sono alcune imperfezioni stilistiche, tecniche e vocali: si vede che non ti eserciti da molto.
Ma ci sono ottime basi non solo per un netto miglioramento, ma anche per la stesura di una canzone vera e propria, con testo e musica.


A dire il vero si aspettava più un "fai pena", ma detto in modo meno brusco, così da non farla rimanere troppo male - per quanto si fosse comportata in modo orribile e per questo si sarebbe meritata anche di peggio - perciò fu molto sorpresa nel sentirlo dire che secondo lui non solo non era andata male, perché le "imperfezioni" non le parevano lacune vocali o musicali troppo estese, ma si sarebbe potuta anche creare una base strumentale per il suo testo, creando così una canzone vera e propria.
Spalancò leggermente gli occhi, infatti, fissando l'espressione di Yamato che riportava un sorriso leggero, non troppo esteso, ma comunque tranquillo, non offeso né arrabbiato... particolare che riuscì a mandarla totalmente in confusione.

Non... non sei arrabbiato?

Gli domandò dunque, non riuscendo ad impedire alla voce di uscirle con una sfumatura incredula dalle labbra.

Non c'è bisogno che ti scusi se la musica per te è un balsamo sul cuore più che un mio abbraccio.
La vera forza per contrastare le avversità deve prima di tutto venire da noi stessi e poi anche dal supporto del prossimo.
Ricordi gli esercizi sulla meditazione?


Annuì a quelle parole, visto che li ripeteva ogni mattina ed ogni pomeriggio: li aveva presi molto seriamente, perché così le erano stati presentati dallo zio.

Ricercare dentro allo spirito l'equilibrio necessario ad esprimere la positività e la difesa dei nostri stati d'animo.
Al massimo devi fare attenzione ad entrare in queste sale perché potrebbero essere prenotate e quindi trovarti dove dovrebbero essere altre persone e non è educato e rispettoso... Giusto?


Io... non lo farò più, te lo prometto...

Mormorò Miyabi con le lacrime agli occhi dopo quella carezza sul capo: quando ricevette quel bacio sulla guancia, e com'era prevedibile per chi un po' la conosceva, le guance cominciarono a bagnarsi di grosse lacrime salate, testimoni del suo sollievo e della sua felicità nel sapere che no, Yamato non l'avrebbe abbandonata.
Lo abbracciò forte, lasciando che le lacrime sgorgassero perché, l'aveva imparato in quei primi tempi con lui, tenersi tutto dentro non sarebbe servito a nulla.

Sore wa, watashi no saiai daijōbu yo.
Watashi wa anata o aishiteimasu.


Watashi mo...
(Anche io...)

Sussurrò la ragazza con voce appena tremante, scostandosi da lui per asciugarsi velocemente gli occhi e tentare di sorridergli con affetto: sì, stava diventando ogni giorno un po' più forte, e momenti come quello ne erano la prova.

Ti... ti è piaciuta davvero? - si azzardò a chiedere, fissandolo con aria incerta - Pensi seriamente che... ci si possa creare una musica per renderla una vera e propria canzone?

Domandò ancora, gli occhi che brillavano per la gioia che una risposta affermativa di Yamato le avrebbe portato, ma al tempo stesso insicura in quel quesito come se temesse di sentire una risposta negativa.
E se fosse stata positiva...

... vorresti comporla... per me?
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Messaggioda Yamato » 07/02/2014, 23:54

[tahoma]Ti... ti è piaciuta davvero?
Pensi seriamente che... ci si possa creare una musica per renderla una vera e propria canzone?


E perché mai avrei bisogno di mentirti?
Inoltre, hai sentito anche il signor Williamson no?
Anche per lui era un testo davvero toccante.


Aveva ragione a non dubitare riguardo il talento della nipote, ma non sarebbe stato semplice farlo venir fuori entro poco tempo.
Se voleva provare a metterla nelle condizioni di poter gareggiare contro la Cyprus e i suoi componenti era necessario che acquistasse molta fiducia in sé stessa e inoltre, che si esercitasse un bel po' di tempo sulle tecniche vocali e sulle prove con gli strumenti a seguito.
Quando aveva parlato con la Vice Preside e Coordinatrice Monique Vireau, Yamato le aveva garantito che avrebbe fatto il possibile per far tornare nel coro un suo membro prezioso, ed ora si accorgeva che le carte in regola per procurarle un bel miglioramento c'erano e la studentessa le aveva servite su un piatto d'argento, quindi forse non avrebbe deluso la donna francese ed avrebbe permesso a Miyabi di far vedere di che pasta fosse fatta a tutti i ragazzi del gruppo avversario.

... vorresti comporla... per me?

Vorresti che creassi una base musicale per le parole che hai scritto?
Lo sai che è molto difficile?
Di solito quando si inizia a comporre un brano, si parte prima dalla base e poi si mettono le parole.
L'operazione inversa è complessa... Ma direi che con un po' di sano lavoro, ce la possiamo fare!


Mai e poi mai le avrebbe detto di "no", sapendo quanto era importante per lei quell'opera, quel testo e quelle parole.
Era la testimonianza che la musica stava tornando nuovamente a far parte della sua vita e niente e nessuno le avrebbe portato via quel sogno.
Yamato Kusanagi era una vita che non si cimentava più nello scrivere basi musicali, ancor meno con parole già scritte, ma per lei voleva fare quel piccolo sacrificio, infatti non si sentiva propenso a lasciare il compito a qualche collaboratore, per quanto fossero tutte persone di alto livello.
Gli occhi della piccola Miyabi chiedevano che fosse lo zio ad occuparsene e così sarebbe andata.
Nella sua mente prendevano già forma le note e gli accordi, i tipi di strumenti principali da utilizzare e gli attacchi con la voce, ma rimaneva un importante dubbio da risolvere, ovvero: che tipologia di voce possedeva la nipote e fin quanto lontano poteva arrivare con l'estensione vocale?
Tutti esperimenti che avrebbero fatto molto presto, senza ombra di dubbio, altrimenti non era possibile creare una base musicale adeguata.
Si alzò in piedi, porgendole la mano per farsela prendere, dirigendosi all'esterno della sala, sul corridoio.

Da domani verremo qui un paio di ore al giorno e ci occuperemo di metterti un poco alla prova.
Nel frattempo... Che ne dici di scrivere una lettera alla tua Coordinatrice del coro ed avvertirla che parteciperai alla competizione?
... Parteciperai... Con la tua canzone.


Le fece un breve sorriso, sapendo di aver acceso un nuovo barlume di speranza nel cuore della signorina Stevens.
La musica, suo zio, contribuivano ogni giorno di più a guarire le ferite del suo cuore, assieme a loro c'era anche la meditazione, l'affetto per gli amici, per il ragazzo che le piaceva e per il gatto nero che si era portata dietro e che, quando stavano dentro casa, non si separava mai da lei, facendo le fuse ogni secondo mettendosi a pancia in sù chiedendo attenzioni su attenzioni dalla padrona.
Ogni momento per lei era come un tesoro e Yamato percepiva nell'animo che forse un giorno anche lei avrebbe potuto scorgere la propria famiglia riflessa nello specchio del lago, dimostrando di essere riuscita a superare tutto quanto, dimostrando di non essere più la Miyabi di un tempo, ma una ragazza che ormai si preparava a diventare una giovane donna a tutti gli effetti.
Si fermarono giusto un istante poco prima di raggiungere l'uscita dello studio di registrazione.
L'uomo si volse guardando curioso la Grifondoro.

A proposito... Qual è il titolo del brano?

E saputa anche quella piccola ma fondamentale informazione, i due membri di quella piccola grande famiglia sarebbero usciti incontro al Sole del pomeriggio per dirigersi ovunque, ma proprio ovunque, il buon umore di Miyabi Fuyutsuki Stevens fosse rimasto intatto ed anzi... Accresciuto.[/tahoma]
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Messaggioda Miyabi » 08/02/2014, 13:30

E perché mai avrei bisogno di mentirti?
Inoltre, hai sentito anche il signor Williamson no?
Anche per lui era un testo davvero toccante.


Sentì le guance inondarsi di calore per quelle parole, e seppe senza nemmeno bisogno di guardarsi allo specchio che era di sicuro arrossita come un peperone: senza nulla togliere al signor Williamson, comunque, era il parere dello zio che le interessava, quello che la rendeva immensamente felice.
Il pessimismo che l'aveva avvolta fino a quel momento si sciolse come neve al Sole, e la Giapponese si ritrovò con un piccolo sorriso in volto e lo sguardo luminoso di fronte a Yamato: certo, era ancora molto dispiaciuta per la pessima - a detta sua - figura fatta, ma era anche vero che se non si fosse messa a cantare forse nessuno l'avrebbe sentita mai... e allora non avrebbero potuto creare una canzone vera e propria con quel testo.
Più che altro "avrebbe", visto che lei poteva fare poco: voleva che Yamato si occupasse della questione, perché solo di lui si fidava al punto da consegnargli un suo testo per renderlo musicale, per creare una musica che gli si adattasse come un abito fatto su misura.
Ma lo zio, con tutti gli impegni che aveva, avrebbe potuto darle retta in tal senso?

Vorresti che creassi una base musicale per le parole che hai scritto?

Io... sì, a me piacerebbe tanto...

Ammise la Grifondoro, temendo di sentirsi rispondere un "no" secco, o quantomeno scocciato: sapeva che aveva sempre molte cose da fare, ma non avrebbe consegnato il suo testo a nessun altro dei suoi collaboratori, e non perché non credeva che fossero bravi abbastanza... ma perché era l'unico, l'Ignis Elios, di cui si fidasse davvero.

Lo sai che è molto difficile?
Di solito quando si inizia a comporre un brano, si parte prima dalla base e poi si mettono le parole.
L'operazione inversa è complessa...


Si mordicchiò il labbro, annuendo: capiva cosa lui intendesse dire, e non l'avrebbe biasimato se si fosse dunque rifiutato di aiutarla; d'altronde Miyabi non conosceva la musica, non sapeva scriverla, quindi anche che avesse avuto in mente un determinato ritmo per la sua ipotetica canzone, da lì a crearlo materialmente, ad inciderlo, ne passava di acqua sotto i ponti.

Ma direi che con un po' di sano lavoro, ce la possiamo fare!

Le parole dello zio la presero totalmente alla sprovvista: spalancò gli occhi e la bocca, in un'espressione davvero buffa, e quando finalmente, alcuni istanti dopo, si rese conto che l'avrebbe aiutata davvero, che si stava offrendo per rendere quel testo unico e speciale, un lento ma gioioso sorriso le si formò sulle labbra.
Avrebbe avuto la sua prima canzone, avrebbe potuto cantare qualcosa che nessun altro conosceva... e forse i suoi genitori, ovunque si trovassero, l'avrebbero sentita.
E sarebbero stati fieri di lei.
Scacciò le lacrime dagli occhi - non poteva piangere sempre, anche se erano lacrime di gioia - e prese la mano di Yamato per dirigersi con lui verso il corridoio.

Da domani verremo qui un paio di ore al giorno e ci occuperemo di metterti un poco alla prova.

Annuì, entusiasta: ora che si era resa conto di quanto fosse pronta a cantare, e di quanto la musica le facesse bene, non vedeva l'ora di mettersi all'opera... anche perché voleva rendere lo zio ancora più orgoglioso di lei.

Nel frattempo... Che ne dici di scrivere una lettera alla tua Coordinatrice del coro ed avvertirla che parteciperai alla competizione?

Oh... - mormorò la Giapponese, riflettendo su quelle parole un secondo prima di annuire di nuovo, lentamente - Sì, credo sia il caso.

Convenne dunque, mordicchiandosi il labbro: e se Monique Vireau non l'avesse più voluta, per come si era comportata col Coro, andandosene quasi di corsa da Hogwarts, oltretutto dopo aver passato tanto tempo senza fare nulla nemmeno per i suoi compagni?
Scosse il capo con energia a quel pensiero, consapevole che se la Coordinatrice non l'avesse più voluta nel gruppo, sicuramente l'avrebbe detto a Yamato... perciò, se lui le aveva detto quelle cose, era perché sapeva che Miyabi avrebbe potuto partecipare alla competizione contro la Cyprus come componente attivo.
E lei avrebbe dato tutta se stessa, perché lo doveva allo zio, alla donna e a tutti i suoi compagni.

... Parteciperai... Con la tua canzone.

Eh?!

Domandò la ragazza, nuovamente sbalordita: ma... si poteva?
Poteva scegliere lei la canzone da portare, non sarebbe dovuto essere quello un compito della Coordinatrice? Forse Yamato gliel'avrebbe chiesto come favore personale...
Per un secondo volle quasi dire di no, perché non se la sentiva... ma d'altronde, con quale altra canzone si sarebbe sentita così in sintonia con la musica, se non con la propria?
Per questo si permise di annuire una terza volta, ancora più decisa a rendere testo e musica ancora più perfette, con l'aiuto dello zio, così da far fare ad Hogwarts, e a se stessa, un'ottima figura.
Così, con quei pensieri in mente, la Grifondoro e il Sole si avviarono verso l'uscita dello studio di registrazione, in fondo ci sarebbero tornati il giorno dopo per cominciare le prove.

A proposito... Qual è il titolo del brano?

... Zero no Chouritsu.

[FINE]
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Messaggioda Miyabi » 08/02/2014, 17:11

[Shizuoka - Villa di Yamato Kusanagi - 2 Ottobre - ore 13.34]


Era passato più di un mese da quando, per la prima volta, Yamato aveva potuto ascoltare il testo della canzone che la nipote Miyabi aveva scritto in un momento di pura ispirazione artistica: un mese, da quando aveva deciso, sotto sua richiesta, di comporre una musica per lei, che potesse ben accompagnarsi al testo da lei scritto, che rendesse quelle semplici parole, per quanto belle, una vera e propria canzone, da poter portare alla competizione contro la Cyprus programmata poco meno di tre mesi dopo.
Aveva passato ogni giorno in sala di registrazione con lo zio e i suoi collaboratori, per capire la tonalità da usare, il registro vocale più adatto, le pause, quando spingere con la voce e quando invece lasciarla più morbida.
Aveva intervallato quegli esercizi alla meditazione, una pratica che favoriva la sua concentrazione e la rendeva sempre più serena di quanto non fosse precedentemente, ed aveva anche cominciato a prendere qualche lezione di arti marziali proprio dallo zio, un tipo di sport che le era sempre piaciuto, e che inaspettatamente sentiva fosse abbastanza congeniale a sé - lei che non aveva mai nemmeno sfiorato l'idea di far parte della squadra di Quidditch, ad esempio.
Quel primo pomeriggio, subito dopo pranzo, il cielo si presentava nella sua tonalità più azzurra, il Sole ancora caldo nonostante fossero i primi di Ottobre, quasi a spingere la Grifondoro ad uscire: aveva gustato dell'ottimo sushi in compagnia dello zio, un cibo che in Inghilterra non aveva mangiato quasi mai e che da diversi mesi a quella parte era, invece, il suo pasto quotidiano, a pranzo o a cena - cibo che non sembrava stancare o nauseare la ragazza - e si era cambiata per essere pronta a seguire lo zio nel suo studio di registrazione.

Anata wa junbi ga dekite imasu ka, watashi no Oi?
(Sei pronta, nipote mia?)

La Giapponese si affacciò dalla porta della sua camera - quella che Yamato che le aveva assegnato e che aveva persino arredato col passare dei giorni affinché fosse più di una stanza degli ospiti, ma quella della nipote, riempita con le cose che lei aveva scelto e che gliela facevano sentire come propria - inclinando leggermente il capo di lato con un bel sorriso sul volto.

Immagine


Hai!
(Sì!)

Confermò Miyabi, che quel giorno aveva indossato un paio di pantaloni di cotone bianchi, delle scarpe da ginnastiche di un colore azzurro pallido che si riprendeva nella maglietta con scollo dritto che aveva indossato sopra, e che aveva parzialmente coperto con un cardigan morbido e candido con delle stelline nere sopra.
Capelli come sempre lucidi e lisci, nerissimi, uno dei regali migliori che la madre potesse farle, e gli occhi viola che scintillavano di aspettativa: dopo un mese di prove, finalmente, quel giorno avrebbe provato la canzone per intero, e sia lei che lo zio avrebbero deciso se così funzionava o meno.

[Kyoto - Studi della "Kusanagi Record" - Stesso giorno - ore 13.47]


Anata ga taidesu ka toki, watashitachiha kaishi suru koto ga dekimasu.
(Quando vuoi, possiamo cominciare.)

La Giapponese annuì lentamente, facendo dei respiri lunghi e profondi, con gli occhi chiusi e le mani congiunte al petto, quasi a voler prendere il ritmo per la canzone col battito del suo cuore.
Contò mentalmente fino a dieci, lasciando che tutto svanisse intorno a lei: sapeva che la base era ormai registrata, perché Yamato non l'avrebbe mai fatta provare per la prima volta di fronte ad altre persone che non fossero lui, quindi non doveva preoccuparsi di un eventuale pubblico e della timidezza - corrispondente a delle stonature - che sarebbe potuta scaturire da questo, consapevole che sarebbero state le prove seguenti gli esercizi più utili a vincere la paura da palcoscenico, quelle dove sarebbero stati presenti anche altri collaboratori dello zio.
Adesso, invece, nella "stanza al di là del vetro", così l'aveva soprannominata Miyabi, c'era solo lei, e nessun altro; fece un piccolo cenno del capo, che Yamato avrebbe sicuramente colto, ed ecco che la canzone ebbe inizio, partendo da alcune note di un pianoforte che davano un tono morbido e lento al tutto, e che poi lasciarono spazio ad altri strumenti, ad una musica ed un ritmo decisamente più rock.
Ad occhi chiusi, Miyabi mosse il capo a tempo di musica, andando poi a spostare le mani dal petto all'asta del microfono, pronta per cominciare a cantare.

Koware ta kikai wa yume o mi te iru
Eien ni same ru toki o kanade te

Ato dore kurai no yoru o tsumuge ba
Anata o terasu hikari ni nareru?

Te o toka nai te anata o otte nige taku naru kara semete
Yasashii sono nukumori ni idaka re te sakase te


(La macchina rotta sta sognando
sonnecchiando eternamente, suonando le chiavi del tempo

Per quante altre notti dovrò continuare
prima di diventare la luce che ti illumina?

Non andartene
perché voglio stringerti e poi scappare
in ultimo farmi stringere dal tuo abbraccio caldo, farmi fiorire)


Era come la prima volta che l'aveva cantata, in quella stessa stanza... e al tempo stesso era tutto diverso, perché non la stava interpretando a cappella, c'era una musica sotto che cullava quelle parole, che dava loro una certa importanza, un tono diverso dalla prima registrazione.
Riaprì lentamente gli occhi, il battito del cuore che quasi si accordava col ritmo della musica creata da Yamato appositamente per lei, dopo giorni e giorni di preparazione.
Puntò lo sguardo dritto di fronte a sé, senza sapere che stava fissando Yamato oltre al vetro - non poteva rendersene conto, perché il vetro era oscurato quando si lavorava e non le dava modo di vedere chi ci fosse nell'altra stanza - e lasciando che la voce uscisse fuori con quella potenza che non sapeva nemmeno di avere, e che era stata tirata fuori dallo zio giorno dopo giorno, insieme ad una ritrovata serenità ed una piccola dose di fiducia in se stessa.

Just call my name
So call my name
Chiri yuku hito hi ra o
Musun de kudasai
Anata no sono ude de
Watashi ha mada watashi de irareru?
Could you get me out of this cipher?


(Chiama solo il mio nome
chiama dunque il mio nome
Per favore ricollega
i frammenti sparpagliati nel tuo unico abbraccio
Posso essere ancora me stessa?
Potrai tirarmi fuori da questa nullità?)


Mentre la prima volta aveva interpretato la canzone con molta dolcezza, anche durante il ritornello, non avendo una sorta di base musicale a cui fare riferimento, adesso invece si ritrovava a cantarla con voce potente, con forza, quasi graffiando le parole con veemenza, come a volerle proiettare da se stessa a chi la stava ascoltando, abbracciando un eventuale pubblico in quella melodia, in quelle parole, in quella storia che stava raccontando ad ogni sillaba.

Musuu ni hibiku neiro no naka de
Watashi no koe ha chanto kikoeru?

Me o sorasa nai de anata no omou watashi ja naku te mo
Kuuhaku kara mirai he tsuduru shirabe o torae te

Just call my name
So call my name
Chiri yuku hito hi ra o
Kazoe te kudasai anata no sono mune de
Watashi ha mada watashi de ari tai
Could you get me out of this cipher?


(Senza le note che rieccheggiano infinite
puoi sentire la mia voce?

Non distogliere lo sguardo,
anche se non sono la me stessa che tu ricordi
Stringerò la melodia che compone il vuoto bianco del domani

Chiama solo il mio nome
chiama dunque il mio nome
I frammenti sparpagliati
per favore, includili nel tuo abbraccio
Voglio ancora essere me stessa
Potrai tirarmi fuori da questa nullità?)


Un intermezzo musicale dopo l'altro ritornello, dopo che Miyabi aveva tratto forza dalla musica e l'aveva raddoppiata, espandendola poi intorno a sé proprio grazie alle parole miste alle note della canzone: una volta finito probabilmente si sarebbe chiesta se fosse andata bene quella prova o meno, ma al momento non riusciva a concentrarsi su alcun pensiero che non fosse quello di cantare.
Era come se si guardasse dall'esterno, come una spettatrice che fissava se stessa mentre eseguiva quella performance, mentre dava tutta se stessa per una canzone, la sua canzone, la prima e dunque la più importante di sempre.
Schiuse le labbra, pronta a cantare per l'ultima volta quel ritornello, con la stessa intensità di quando aveva iniziato, e la consapevolezza di aver fatto prendere il volo alla propria anima.

Just call my name
So call my name
Chiri yuku hito hi ra o
Musun de kudasai anata no sono ude de
Just call my name
So call my name
Kono me ni yakitsuke te
Shizun de iki tai anata no sono mune he
Watashi ha mada watashi de irareru?
Could you get me out of this cipher?


(Chiama solo il mio nome
chiama dunque il mio nome
Per favore ricollega
i frammenti sparpagliati nel tuo abbraccio
Chiama solo il mio nome
chiama dunque il mio nome
Brucia nel mio sguardo
Voglio affondare fino in fondo nel tuo petto
Posso ancora essere me stessa?
Potrai tirarmi fuori da questa nullità?)


La musica s'interruppe, e così anche la voce della Giapponese, che rimase avvolta nel silenzio per almeno un paio di minuti, il capo diretto verso il basso e lo sguardo semi-chiuso: il cuore batteva come un tamburo, quasi avesse fatto una corsa immensa piuttosto che aver cantato una canzone.
Solo dopo quei due, tre minuti, si decise ad alzare lo sguardo sul vetro, ora nuovamente trasparente: suo zio la stava fissando intensamente, silenzioso, quasi deciso a comprendere cosa lei stesse provando prima di dire qualsiasi cosa; Miyabi fissò Yamato per un lungo istante, una lacrima che le era caduta lungo la guancia senza che se ne accorgesse... e poi, lentamente, gli sorrise con affetto e riconoscenza.
La sua prima canzone era finalmente venuta al mondo.

[FINE AUTO-CONCLUSIVA]
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Messaggioda Desmond » 13/04/2014, 21:29

Kyoto - Studi della "Kusanagi Record" - 26 Aprile 2108 - ore 09:05

§ Provino di Barbara Depsey §



... Oh I wanna dance with somebody
I wanna feel the heat with somebody
Yeah I wanna dance with somebody
With somebody who loves me
Oh I wanna dance with somebody
I wanna feel the heat
Yeah I wanna dance with somebody
With somebody who loves me...


Nel frattempo, seduti ad una lunga scrivania, tutti i componenti dei Saber Dynamos, esclusa la musicista ormai allontanatasi dal gruppo, osservavano i movimenti della nuova possibile entrata oltre che la sua fenomenale potenza vocale, nonché il carisma e la presenza scenica, commentando di tanto in tanto e rispondendo alle domande del Capo Band, Desmond Flynn, posizionato al centro.

Allora, che ne dite per il momento?

Ha moltissima grinta, e poi non c'è che dire, come voce ci siamo, spacca parecchio!

Si ma... non so, questo non è il nostro sound, secondo me siamo fuori strada.

... Somebody who somebody who
Somebody who loves me
Somebody who somebody who
To hold me in his arms oh
I need a man who'll take a chance
On a love that burns hot enough to last
So when the night falls
My lonely heart calls...


Non tocca mai tonalità basse, nel senso, non scende mai sotto le cinque ottave, secondo voi è voluto?

Ci ho fatto caso anche io in effetti, beh una che vuole entrare a tutti i costi dà il massimo quindi...

... Quindi vuol dire che raggiunge le otto ottave ma non scende sotto le quattro, uhm...

Cazzo, a noi ci serve una che vada dalle quattro alle sette ottave senza sforzi, va bene, facciamola finire intanto.

... Don't you wanna dance say you wanna dance
Don't you wanna dance?
Don't you wanna dance say you wanna dance
Don't you wanna dance?
Don't you wanna dance say you wanna dance?
Uh huh. With somebody who loves me...


Una volta terminato il suo pezzo, Barbara prese un gran bel respiro, sorridendo a tutto il gruppo serenamente, visibilmente provata però.
Posato il microfono sopra l'asta di sospensione, tornò a sedersi, attendendo quindi i commenti da parte di Desmond ed anche gli altri, eventualmente, speranzosa di aver fatto un'ottima figura come obiettivamente immaginava.

Beh, insomma...
Cosa ne pensate?


Dunque ehm... Barbara...
Vediamo un po', da dove posso cominciare?... Uhm...
Diciamo che sicuramente hai la grinta e la stoffa per essere una grande nel settore musicale, però vedi... ecco...


Immagine


Ecco cosa?!

... ecco, abbiamo notato tutti che non hai mai abbassato il tono scendendo sotto le cinque ottave.
Ne sei in grado e ci hai mostrato solo una piccola gamma delle tue qualità oppure hai difficoltà in tal senso?


Sotto le cinque ottave?!
La mia ex Coordinatrice mi ha sempre detto che non era importante coltivare le tonalità basse con una voce come la mia!
Sono in grado di eseguire acuti che fanno vibrare i bicchieri di cristallo e voi mi state chiedendo di dare... di meno?


No no, non è quello il senso, mi spiace tu abbia avuto una Coordinatrice un po'... un po'...

Un po'?

Chiese Barbara piuttosto alterata da quei commenti e da quella situazione, per lei impensabile, lei che credeva di essere presa immediatamente.

Il termine giusto è "ignorante", senza dubbio!

Aggiunse con nonchalance Jaimie Lannister, annuendo tra sé con convinzione spiazzante.
A quel punto le vene sulle tempie della ragazza di colore presero a pulsare furiosamente ed ella si alzò in piedi indignata.

Gli ignoranti siete voi che non avete capito chi vi state lasciando scappare!
Mi rifiuto di lavorare assieme a dei tali cafoni!


E detto questo con aria scocciata, offesa e altezzosa, Barbara Depsey, la prima candidata, si allontanò uscendo dalla porta, sbattendola pure.

Caspita che caratterino la primadonna...

Meglio che se n'è andata, una così nel nostro gruppo non l'avrei accettata per niente al mondo!

Quoto in pieno Guybrush!

Va bene va bene, vediamo chi è la prossima... uhm... Noel Tathe.
Ex Vice Coordinatrice del coro della Cyprus, facciamola entrare, avanti, e speriamo sia meno isterica e mestruata della Depsey!


Kyoto - Studi della "Kusanagi Record" - 26 Aprile 2108 - ore 09:20

§ Provino di Noel Tathe §



... Oops!
... I did it again.
I played with your heart.
Got lost in the game.
Oh, baby; baby.
Oops!
... You think I'm in love.
That I'm sent from above...
I'm not that innocent...


Che mi dici Miguel?

Che ha due tette da infarto Des!

Smettila di fare lo scemo, inguaribile arrapato!
Io dico che non è niente male, anzi, ci sa fare, eccome se ci sa fare!


Ed oscilla tra le tre e sei ottave, trovando il suo punto forte nella sensualità e nel ritmo carismatico del corpo.

... You see my problem is this:
I'm dreaming away;
Wishing that heroes, they truly exist.
I cry watching the days.
Can't you see I'm a fool
In so many ways?
But to lose all my senses...
That is just so typically me.
Baby, oh...


Quindi tendenzialmente per voi è dentro, ho capito bene?

Io non avrei obiezioni, ha una bella voce, è giovanile nel modo di cantare e si potrebbe adeguare facilmente al nostro sound.
Aspettiamo che finisce e poi diamole la lieta notizia!


... Oops!
... I did it again.
I played with your heart.
Got lost in the game.
Oh, baby; baby.
Oops!
... You think I'm in love.
That I'm sent from above...
I'm not that innocent...


Finita l'esibizione anche per Noel, la ragazza senza nemmeno eccessivo fiatone ripose il microfono al suo posto per poi andare a sedersi.
A differenza di Barbara però, la ragazza appariva molto meno nervosa o preoccupata e questo fece leggermente accigliare il Capo Band Flynn il quale, prima di decretarla come vincitrice, decise di farle qualche domanda, suscitando curiosità anche nel resto del gruppo che non si aspettava un risvolto simile della faccenda, credendo di dover già fare le congratulazioni alla ex Vice Coordinatrice americana.

Posso farti una domanda Noel?

Ma certo!
Dimmi pure!


Ok dunque... innanzitutto wow, ci sei piaciuta subito, dico sul serio, sei davvero esplosiva!
Anche se adesso che ti osservo bene sto notando un dettaglio piuttosto strano...


Immagine


Uh?
Di cosa si tratta?


... per farla sintetica, Noel, a te quanto interessa sul serio essere dei nostri?

Miguel e Selina volsero il capo perplessi e interrogativi verso Desmond.
Che razza di domanda era quella?
Era ovvio che le interessasse da morire entrare nel gruppo, altrimenti perché trovarsi a quel provino?
Eppure, forse Flynn ci aveva visto molto meglio degli altri...

Beh... a me... interessa... abbastanza!

Abbastanza?
Abbastanza?
Abbastanza?

Ssssshhh, calma ragazzi!
Va' avanti, in che senso "abbastanza"?


A dire la verità mi sono presentata qui perché ero curiosa di sapere cosa avreste pensato di me.
I miei duplici sogni in realtà sono la recitazione e la legge magica, però se fossi stata presa qui, non mi sarei affatto lamentata, ecco!


Capisco...
... Va bene Noel, mettiamola su questo piano: per il momento sei la nostra scelta migliore e se avessi risposto in modo diverso alla mia domanda probabilmente saresti già con la penna ed il contratto tra le mani, ma noi necessitiamo di una persona che voglia dare anima e corpo per questo gruppo...


Corpo soprattutto... aho, ma che cavolo fai?!

Miguel ricevette una bella gomitata al fianco da Selina.

... quindi avendo noi anche pochissimo tempo per scegliere, qualora non trovassimo nessuno alla tua altezza o migliore, ti prenderemo, ma con un contratto a tempo determinato, ovvero 48 mesi, all'interno dei quali ci riserviamo di trovare una tua sostituta.
Sei d'accordo?


Oh... va bene!
Nessun problema, allora fatemi sapere, ciao ciao!


Non appena si chiuse la porta, iniziò il delirio generale del gruppo.

Vogliamo smetterla o no?
Non è detto che tutte le cantanti del mondo vogliano strapparsi i capelli per essere dei nostri.
In fondo non ci ha mica fatto perdere tempo, accetterebbe comunque di cantare con noi per qualche mese, sentito?
Non perdiamo tempo e andiamo avanti, sperando di trovare qualcuno di meglio, a questo punto, altrimenti lei rimane la scelta migliore.


Ma guarda te che situazioni assurde che ci devono capitare...

Bene, Ariel Jiménez, coro di Hogwarts, fatela passare per cortesia...
... Cosa? Non si è presentata?


Selina e Guybrush si diedero uno schiaffo in fronte, increduli.

Ma che gli prende a tutte oggi?
Deliri di onnipotenza la prima, ruote di scorta per la seconda e la terza addirittura ci snobba...
Andiamo avanti allora, Miyabi Fyutsuki... ah no, lei no, il manager ha detto che non avrebbe partecipato, è sua nipote.


Quindi chi è rimasto?

Una certa Charlie Mitchell, sostituita però da Regina Jones, alla quale ha ceduto il pass per il provino.
In poche parole un'altra che ha considerato il nostro invito poco interessante, tanto da regalarlo a un'amica.


Ma almeno questa Regina c'è oppure dobbiamo scritturare la tettona, alla fine?

Mi dicono che c'è, anzi, è stata la prima ad arrivare, con quindici minuti di anticipo.

Ah cazzo, finalmente, forse, una seria!
Ti prego Des falla entrare...


Chiamatela pure, grazie...

Fece quindi cenno all'inserviente di chiamare Regina Ginevra Jones e farla entrare all'interno della grande Sala dei Provini, dove ad attenderla c'era una sedia comoda, un piccolo tavolino con una bottiglietta d'acqua, del succo di frutta adatto al riscaldamento delle corde vocali e un contratto da compilare per l'eventuale riuscita dell'esibizione.
Non appena la bionda Aquilarossa si presentò a tutti loro, Flynn la invitò ad accomodarsi per la tipica conversazione pre canzone.

Benvenuta Regina, quanti anni hai?
Da quel che leggo sei una delle punte di diamante del coro della Cyprus ma non mi pare averti vista esibire alla sfida con Hogwarts, dico bene?
Senti un po', viste alcune situazioni precedenti, vorrei chiederti: come mai ti sei presentata a questo provino?


Saggia domanda, onde evitare un'altra Noel Tathe, ed infatti gli altri ragazzi sorrisero soddisfatti facendo un occhiolino al loro Capo Band.

Kyoto - Studi della "Kusanagi Record" - 26 Aprile 2108 - ore 09:40

§ Inizio provino di Regina Ginevra Jones §


Spoiler:
Le PnG Barbara e Noel sono state mosse dal sottoscritto dietro consenso dell'Amministrazione.
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