Nonostante fosse stata costretta dalle necessità ad abbassarsi ad un lavoro tanto umile, Tiffany Temperance Talbot Townsend cercava di non perdere mai la propria grinta ed il proprio ottimismo. Era pronta ad affrontare enormi sacrifici, prendendo quel periodo di eventi sfortunati e disgrazie come un modo per fortificare il proprio spirito e sé stessa. Cercava di mettere da parte le ansie, le paure, i dolori, perché aveva già toccato il fondo e non era disposta ad abbandonare i suoi scopi. L'uomo più importante della sua vita era in prigione per un crimine che non aveva commesso e spettava a lei il dovere di tirarlo fuori da lì.
Per questo motivo aveva accettato di lavorare in una
bettola, una tavola calda
sporca e di
basso livello, dove il proprietario nemmeno imponeva ai suoi dipendenti di indossare dei guanti mentre servivano i clienti. Ci aveva provato la Townsend a chiedere che venissero imposti per legge almeno i guanti in lattice, ma il proprietario della tavola calda aveva rifiutato, minacciandola di licenziarla se avesse insistito ancora con quell'assurda petizione. Una petizione che lei non trovava assurda, ma logica dal momento che si stava servendo del cibo a delle persone, ma erano state tutte inutili le sue proteste e alla fine la figlia dell'ex-magnate della finanza aveva dovuto accettare quell'imposizione, cercando di porvi rimedio per quanto poteva.
Utilizzava infatti sempre del disinfettante per le mani, non riuscendo proprio a rinunciare all'igiene. Pur sapendo che quella misera boccettina le costava almeno quattro dollari e cinquanta, non poteva farne a meno, spremendone poche gocce alla volta. Anche prima di servire il tavolo dove si trovava
Emmett si era pulita per bene le mani in quel modo, accogliendolo con un sorriso e servendolo esattamente come ci si aspettasse che lei facesse. Sembrava sempre piuttosto allegra, di buonumore, forse mascherando quello che in realtà si portava dentro. In ogni caso, problemi o no, ricordava perfettamente che il Chadwick prediligeva la Pepsi alla spina senza ghiaccio e fu così che ella gliela portò, ricevendo i complimenti da parte del ragazzo di colore.
Caspita, ne hai di memoria!
Sono passato quasi dieci giorni fa!Modestamente, so di essere una persona ricca di sorprese.Oltre a non essere sicuramente di queste parti, dico bene?Si nota un po' di accento vero?
Ho fatto dei corsi di dizione quand'ero bambina, ma la mia istruttrice diceva sempre che certe cadenze newyorchesi facevano talmente parte del mio parlato da non riuscire a sradicarle neanche con una paletta da giardino!
Ahahahahah mi faceva sempre ridere quella battuta... Quanto era divertente!Si sentiva orgogliosa delle sue origini, non trovando nulla di strano nel parlare di un'istruttrice e di un corso di dizione di cui in realtà non aveva alcun bisogno. Il padre l'aveva cresciuta dandole sempre il meglio del meglio, per sviluppare tutte quelle qualità che credeva le sarebbero potute servire nella vita. Una corretta parlantina -era solito dire- poteva aprirle molte porte senza alcuno sforzo. Una massima che Tiffany aveva fatto sua in pochissimo tempo, sia nella vita di tutti i giorni che nelle gare di oratoria organizzate dalla sua vecchia scuola.
Ma ella non era solamente un piccolo fenomeno con le parole. Eccelleva anche con i numeri, qualità di cui ben presto si rese conto anche Sly quando la giovane corresse i suoi calcoli senza alcun minimo sforzo.
Ehi... Dimmi un po'... Come c***o ci sei riuscita?!So che tanto non mi crederai, ma ti giuro che mi sono laureata a Yale in Economia e Finanza.
Per questo me la cavo piuttosto bene con i numeri...Non ho idea di cosa sia questa Yale, ma mi basta aver capito Economia e Finanza!Tu davvero non sai cosa sia l'università di Yale?Pose quella domanda in modo un po' strano. Vivendo a stretto contatto con il mondo della magia e con quello babbano, aveva imparato a comprendere quando si trovava di fronte ad uno oppure all'altro. Emmett poteva semplicemente essere uno di quei ragazzi del ghetto, cresciuti senza conoscere la vera educazione, ma poteva anche semplicemente trattarsi di un mago che si mimetizzava in mezzo ai babbani. Nel secondo caso, era meglio che la Townsend mantenesse un profilo basso, per non incappare nell'ennesima persona -mago o strega- pronta a sputarle in faccia. Questo però non la fermò dal voler dare una mano al ragazzo con la sua contabilità. Pur volendo fermarsi lì per aiutarlo tuttavia fu costretta a tornare a lavoro o rischiava di essere licenziata.
Scusami, devo davvero scappare... Ehm... Magari ti aiuto dopo va bene?No, scusa tu!
Non volevo farti passare dei guai!
Grazie infinite!Di nulla!
È sempre bello aiutare il prossimo!Non era una martire, ma possedeva un'indole molto buona, donatale sia dalla figura paterna sia da quella della tata, morta tantissimi anni prima. Purtroppo per il Chadwick, la presenza di Tiffany era richiestissima in giro, a causa del continuo afflusso di clienti all'interno del diner. Il turno della giovane sarebbe durato fino a sera e il ragazzo non poteva certo occupare quel tavolo per tutto il tempo. Lui pagò e se ne andò via, mentre lei continuava a prendere ordinazioni e a servire, il sorriso sulle labbra e le sue scarpe firmate preferite ai piedi. Credeva che in qualche modo quei pochi oggetti di lusso che le erano rimasti le avrebbero portato fortuna, per questo aveva deciso di non separarsene nemmeno quando si era ritrovata a dormire per strada, senza una vera casa dove stare. Aveva fatto bene, in un certo senso, perché quando staccò da lavoro, le venne consegnata come mancia una banconota da cento dollari che, a detta delle sue colleghe, era stata lasciata proprio dal ragazzo di colore che aveva aiutato.
Avevi proprio ragione papà: aiutare il prossimo paga sempre.
Cento dollari... questi vanno direttamente nel barattolo...Metteva da parte i risparmi, cercando di raggiungere la cifra adatta ad avviare un investimento che le permettesse di guadagnare ancora più soldi e con quelli far uscire suo padre di prigione. Forse sarebbe riuscita persino ad assumere un bravo investigatore per indagare sul macchinoso complotto di cui era stato vittima l'uomo. Ma doveva pensare bene a come investire quei soldi, perché la sua lista dei debiti, anche se ancora gestibile, rischiava di diventare sempre più lunga.
Si tolse l'uniforme, riponendola nell'armadietto, dal quale riprese i suoi oggetti (una borsetta con all'interno bacchetta, documenti, un po' di soldi, una trousse per i trucchi, creme idratanti per viso e mani, disinfettante per la pelle, fazzoletti e salviettine). Mise dentro il portafoglio le mance di quella giornata, occupò il bagno giusto il tempo indispensabile per sciogliere i capelli e sistemarli, indossare il cappotto e andarsene. L'amica collega le aveva preparato una bella cioccolata calda da portare a casa e bere in santa pace, un gesto che Tiffany aveva imparato ad apprezzare, pur non amando particolarmente quella qualità di cioccolato. E come avrebbe potuto, considerato che non era cacao importato dalle migliori piantagioni brasiliane, che non aveva quel giusto apporto calorico da non farla ingrassare e non era stato zuccherato con dolcificante non raffinato e assolutamente biologico? Erano lontani i tempi in cui poteva gustarsi una cioccolata calda fatta bene, ma tanto era inutile stare a pensare al passato. Si cambiò le scarpe, indossando degli stivali lunghi e neri -sempre con il tacco- per non rovinare le sue preziosissime Louis Vuitton. Si sarebbe fatta una bella camminata, non potendo permettersi i soldi dell'autobus, ma non le importava. Se fosse stata troppo stanca, poteva sempre smaterializzarsi, anche se evitava ogni uso della magia che non fosse strettamente necessario. Qualcuno poteva ancora venire a cercarla per fargliela pagare a causa di suo padre, per questo per lei era meglio confondersi fra i babbani quanto più possibile. Peccato che, una volta arrivata in prossimità di casa, non poté proprio evitare di uscire allo scoperto, di fronte alla polizia locale che le bloccava l'accesso al suo condominio.
Chissà cosa sarà accaduto...Passò presto dal presentare un'espressione neutra ad una incredula, sconvolta e spaventata, quando venne a sapere che due dei suoi coinquilini avevano cercato di ammazzarsi a vicenda. Anzi, uno ci era proprio riuscito e pur non avendo mai stretto con loro alcun rapporto la Townsend quasi si sentì male al pensiero che in quella casa ci fosse stato un cadavere. Peccato che l'unica alternativa fosse la strada e a Tiffany non andava proprio di ripetere quella stessa identica esperienza. Quello che aveva era un semplice bugigattolo, ma perlomeno la proteggeva per un po' dall'esterno. Specialmente durante quel periodo dell'anno, ricco di freddo e venti gelidi.
Gliel'ho già detto, signorina, non può assolutamente entrare.Ma quella è casa mia!
È un mio diritto entrarci, pago regolarmente l'affitto!Ho capito che ci abita anche lei ma ora come ora è luogo di delitto.
L'ambiente non può essere compromesso da persone non addette.Farò piano, le assicuro che non contaminerò nessuna prova, ma mi faccia entrare, c'è tutta la mia vita lì dentro!Si faccia ospitare da un parente per un paio di notti e poi torni in centrale a chiedere se le è possibile ritornare.
Non posso fare di più, mi scusi e adesso ci lasci lavorare.Lei... Lei non può farmi questo!
Non ho nessun parente pronto ad ospitarmi, dove vuole che vada?
Hey!?
Mi sta ascoltando?
Ma insomma, è così che trattate i contribuenti che pagano regolarmente le tasse?!Era un po' inutile mettersi a discutere con il poliziotto, tanto nessuno l'avrebbe fatta passare. Poco male, avrebbe aspettato che tutti se ne andassero e poi sarebbe entrata smaterializzandosi direttamente in camera da letto. Tanto l'incantesimo usato per bloccare la serratura avrebbe impedito loro di avvicinarsi alla sua stanza, l'unica all'interno di quell'edificio che brillava e splendeva come uno specchio. Ci aveva messo una settimana intera a liberarla dallo sporco e la puzza, ma alla fine il duro lavoro l'aveva ripagata. Anzi, l'affittuario avrebbe dovuto concederle uno sconto sull'affitto, considerando in che modo fosse riuscita a rialzare il prezzo di quella stanza sul mercato.
Si mise seduta sul gradino di uno dei palazzi vicini, avvicinando il bicchiere di cioccolata calda alla guancia per sentirne il calore. Non aveva niente da fare, avrebbe potuto berne un po' anche se il solo pensiero la faceva rabbrividire, quando la figura di Emmett si avvicinò a lei, con aria decisamente preoccupata.
Ehi bella, che è successo?... Il cliente della Pepsi senza ghiaccio?
Ma... Mi hai seguito fino a qui?Chiese, un tantino preoccupata, perché quello non era proprio un bel quartiere e chissà se lui fosse stato un altro di quei maniaci che aveva già incontrato in precedenza. Per sicurezza, aprì la borsetta e impugnò di nascosto la bacchetta, così se fosse stato intenzionato a farle del male avrebbe potuto bloccarlo in qualche modo. Tuttavia, una volta che Sly l'avesse rassicurata sulle sue intenzioni, Tiffany si sarebbe sentita più rilassata e pronta a condividere con lui l'ultima disgrazia accaduta.
La polizia non vuole farmi entrare nel mio appartamento perché c'è stato un omicidio.
Erano i miei coinquilini... Spero tanto che non sia morto Kevin.
Anche se tossicomane, era simpatico quando non era fatto...
L'altro invece sembrava sempre sul punto di mettermi le mani addosso...
Ma non gli avrei mai augurato la morte, ci mancherebbe, è una cosa così incivile e barbara da fare!Si sfogò con molta facilità, tanto non è che avesse molto altro da fare. Doveva aspettare che tutti andassero via, per cui a quel punto tanto valeva che proseguisse ciò che aveva iniziato al diner.
Non voglio pensare che davvero sia stato ammazzato qualcuno...
Mi riempie di ribrezzo il solo pensiero di tornare lì dentro, ma è l'unico posto che ho e non ho alcuna intenzione di abbandonarlo.
... Oh ma forse tu sei venuto qui per quei conti, dico bene?
Tanto ho da aspettare, se vuoi che dia un'occhiata alla tua contabilità puoi darmi direttamente i fogli.
Credo di riuscire a farcela in poco tempo...