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da Carlyle » 23/07/2017, 22:29
14/09/2113 Clinica Specialistica del Dottor Lambert Atlanta Magica - Georgia Ore 09:44
Il fidanzato sapeva perfettamente del nuovo aspetto della Everett. La migliore amica Caroline Priscilla O'Neill anche. Tutti praticamente sapevano come fosse diventata e come fosse cambiata. Peccato che l'unica ancora ignara fosse proprio la diretta interessata.
Mah... Non le è andata poi così tanto male... Anzi... ... Oh ha i capezzoli duri... Starà facendo qualche sogno interessante!
Sorrise tra sé, il MagiAnalista Carlyle Jung, osservandola ancora dormiente al termine del coma indotto dal quale era ormai stata liberata. L'operazione si era rivelata perfettamente riuscita, abbattendo il virus e facendola tornare padrona della propria vita e del proprio futuro. Ma, come detto in precedenza, l'operazione aveva avuto anche degli effetti collaterali non proprio leggeri, anzi. Altezza, taglio degli occhi, labbra, consistenza delle forme, struttura ossea, insomma quasi tutto in Kelly era irrimediabilmente mutato.
Sarà davvero un brutto colpo, forse ha fatto bene a chiedere il mio intervento.
Evan Chambers, il fidanzato della Everett, aveva praticamente pregato Lyle di poter essere presente al risveglio della fidanzata. Il motivo era semplice: ella avrebbe voluto subito constatare le modifiche a se stessa ed accettare facilmente il riflesso allo specchio era piuttosto una utopia. Quindi il Tenente dei Sicari se ne stava lì, ad osservarla mentre riposava quasi come un angioletto, peccato che di angelico in realtà da sveglia non avesse nulla. Nonostante ciò, gli stava davvero simpatica, ecco spiegato anche il perché non avesse chiesto nulla al Chambers per quella sua performance professionale.
Quei versi li conosco, ci siamo quasi...
I mugugni prima dello schiudersi delle palpebre di Kelly furono un segno elementare che fece mettere il biondo sull'attenti. In breve, difatti, la ragazza si svegliò piano, lentamente, con il viso appena baciato dal Sole del mattino inoltrato, attraverso la finestra chiusa. Non c'era nessuno oltre a lei e al MagiAnalista, infatti Lyle aveva dato disposizioni per le quali non fossero disturbati fino alle sue indicazioni. Evan stava fuori, o forse al piano di sotto, nervoso e preoccupato.
Oh... Finalmente... Ben svegliata... Quanto tempo!
Il Dottor Jung se ne stava su una poltroncina di fronte al lettino della Everett. I capelli tagliati con un look abbastanza sparato qua e là, la barba un po' lunga, ma gli occhi erano sempre quelli, vispi e curiosi. Indossava una maglietta attillata color celeste spento, dei jeans blu scuro e delle scarpe da passeggio nere, quindi nessuna particolare eleganza. Voleva che lei si sentisse a suo agio con lui, non certo sotto osservazione psichiatrica o qualcosa di simile.
Mi hanno detto che ne hai subite un po' di tutti i colori...
... Come ti senti?
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Carlyle
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da Kelly » 26/07/2017, 21:39
[31 Agosto 2113 - Clinica Specialistica del Dottor Lambert, Atlanta Magica (Georgia) -Ore 10:55]
Hey che cos'è quella faccia?
Non voglio tornare a scuola...
Cosa?! E per quale motivo, sentiamo!
... Nulla, solo non mi va...
Non me ne frega un c***o se non ti va, tu a scuola ci vai e basta.
Ma...
Niente "Ma" Cameron! Cristo! Pensi che mi sia spaccata il culo per vederti rinunciare agli studi? Tu non soltanto ritornerai ad Hogwarts, ma se non mi porti anche dei voti decenti giuro che verrò lì e ti prenderò personalmente a calci in culo.
... Se non muori prima...
Oh ma va*******o! Cos'è me la vuoi tirare? Guarda che i soldi li erediterai solo da maggiorenne, inutile che cerchi di farmi fuori prima sai? Fatti furbo e fammi campare fino a quando non ne ho accumulato un altro po', almeno diventi più ricco!
... Sì, sarà come dici tu.
... La finiamo con questo mortorio? Vieni qua, testone...
Fece sedere il fratello sul letto di ospedale, gli passò il braccio intorno alle spalle e se lo tenne stretto, abbracciandolo. Era perfettamente consapevole dei veri motivi per cui Cameron non volesse tornare a scuola. Così come sapeva che la sua faccia da zombie era la causa della sua condizione. Cinque giorni più tardi le avrebbero indotto il coma, che sarebbe durato altri nove prima di risvegliarla con l'aspetto mutato e la sua malattia completamente debellata. Anche la Everett aveva avuto paura all'inizio, ma col passare del tempo si era tranquillizzata sulla riuscita di quella pratica, dolorosa ma necessaria. Lo stesso non si poteva dire del fratello minore, timoroso che la sorella potesse tirare le cuoia in quel breve lasso di tempo.
Ho bisogno che tu sia forte Cam. Perché se tu non sei forte, allora non sono forte nemmeno io. Ti ho già spiegato che questa è una procedura standard e che mi risveglierò sicuramente dal coma. Forse un po' cambiata, ma dentro sarò sempre io. Lo so che vorresti essere presente quando mi addormenteranno per salutarmi, ma hai dei doveri e quelli vengono prima di tutto. Se tu rimanessi qui con me saresti giustificato nel pensare che qualcosa possa andare storto, mentre invece non è così. Nessuno sconto di pena, domani ti metterai sull'Espresso di Hogwarts e riprenderai la tua vita come se nulla fosse. Quando mi sveglierò ti verrò a trovare ad Hogsmeade al primo weekend disponibile. Ho già firmato il tuo permesso, quindi cerca di godertele quelle giornate, okay?
Erano veramente rari i momenti in cui sapeva dimostrarsi dolce e affettuosa. Perfino il suo fidanzato ne riceveva meno di quanto avrebbe dovuto, ma la Everett era fatta in quel modo, molto spigolosa e poco propensa a lasciarsi andare. Tranne quando si trattava di suo fratello. In quel caso, sapeva trovare la dolcezza anche in un animo poco abituato a comportarsi come tale. Per questo motivo aveva chiesto ad Evan di lasciarla sola con lui, quel giorno. Dopo non avrebbe potuto vederlo e sapeva quanto fosse importante per il più giovane Everett passare tutto il tempo disponibile con la sorella.
Adesso la smetti di tenermi il broncio e mi fai divertire un po'? Mi annoio qua dentro, ho bisogno di svagarmi! Prendi le carte da poker: ti insegnerò qualche altro trucchetto.
Lo fece per lui, ma anche e soprattutto per sé stessa. Da quando aveva accettato la cura, aveva passato delle settimane d'inferno, con il suo corpo che si rivoltava e contraeva durante la lotta contro quel morbo. Questo l'aveva spinta a cercare ogni forma di svago e distrazione per non concentrarsi troppo sul dolore. Da buona babbana avrebbe preferito friggersi il cervello con qualche bella televisione e un programma TV trash e da far schifo, così da non dover pensare ad altro. Invece si era dovuta accontentare dei giochi di società, carte, chiacchiere frivole e letture, principalmente quotidiani. Di tanto in tanto aveva provato a fare esercizio fisico -nulla di troppo esagerato- ma aveva scoperto con sommo sconforto che anche solo camminare mentre erano in atto quei crampi dolorosissimi era un'attività poco praticabile. Alla fine si era rassegnata all'evidenza e aveva deciso di starsene buona e tranquilla sul letto, provando a contrastare le smorfie di dolore con la sua forza di volontà. E qualche bestemmia sporadica, mai detta però in presenza del Principe.
Non ho molta voglia di giocare... Quando passa Evan a prendermi? Se domani devo tornare a scuola, è meglio che non faccia tardi...
Gli avevo detto di passare nel tardo pomeriggio, ma posso mandargli un messaggio e chiedergli di tornare prima a prenderti. ... Vuoi andartene?
Cameron non rispose, ma si limitò ad annuire con il viso ancora rabbuiato. Kelly fece un enorme sospiro, ma acconsentì alla sua richiesta, chiamando una delle infermiere e chiedendo di avvisare il signor Chambers di venire subito lì. Non aveva alcuna intenzione di costringere il fratello a rimanere se non avesse voluto. E non aveva nemmeno le forze per portare avanti determinate battaglie dalle quali sapeva ne sarebbe uscita sconfitta. Cameron era ormai entrato nella difficile fase della pubertà e questo lo rendeva una mina vagante e poco propensa al dialogo. Se lui preferiva rimanere da solo, la londinese lo avrebbe lasciato da solo.
... Qualche giorno... Ancora qualche giorno e tutto questo strazio finirà...
[14 Settembre 2113 - Clinica Specialistica del Dottor Lambert, Atlanta Magica (Georgia) - Ore 09:44]
Non aveva sentito praticamente nulla quando i medimaghi le avevano iniettato il farmaco per indurle il coma. Era stato come addormentarsi, dopo una giornata di duro lavoro e con il corpo talmente stanco da fare fatica persino a sollevare un braccio. Fino all'ultimo, Kelly aveva cercato di comportarsi in maniera tranquilla, scherzando col proprio fidanzato e con la migliore amica, raccontando al primo dei suoi problemi con Cameron e facendosi raccontare dall'ultima tutto ciò che aveva in arretrato da dirle. Quando era arrivato il momento di salutarli, aveva permesso a Cappie di abbracciarla e ad Evan di stringerle la mano in maniera un po' più intensa, una stretta che lei -pur non volendo- aveva ricambiato. Aveva chiuso gli occhi con davanti a sé l'immagine della stanza completamente sfocata e all'inizio, quando li riaprì, il quadro che le si presentò davanti non era poi così tanto cambiato. Gli occhi dovevano abituarsi di nuovo alla luce del sole, ma la presenza inattesa di una certa persona accelerò il processo di messa a fuoco.
Oh... Finalmente... Ben svegliata... Quanto tempo!
Mmmmh... Mmmmmmh...
Non fu in grado di parlare. Si stava risvegliando dopo nove giorni passati in coma: sentiva la lingua annodata e i muscoli atrofizzati, sensazioni che probabilmente sarebbero passate via in pochissimo tempo. Cercò di voltare la testa verso la voce , incapace di riconoscerne la persona. Poteva essere Evan -il capello corto e biondo ingannava- ma la tonalità era completamente diversa.
Mi hanno detto che ne hai subite un po' di tutti i colori...
... Lyle?
Il tono era sorpreso, ma la voce era troppo debole per enfatizzarne lo stupore. Avrebbe voluto tirarsi su, ma rimase ancorata al letto, mentre lo sguardo metteva finalmente a fuoco il volto di Carlyle, sorridente, allegro, insomma la solita faccia da schiaffi.
... Come ti senti?
... Come se mi avesse... investito un treno...
Fece un bel respiro forte, sentendo alzarsi e abbassarsi il petto sotto la camicia da ospedale. Doveva avere un aspetto orribile, ma sinceramente non sapeva nemmeno come definirlo il proprio aspetto.
Tu... che cazzo... ci fai qui? Dov'è Evan?
Lentamente i pensieri stavano ricominciando ad acquisire un senso ed una logica, portandola a realizzare che in quella stanza non fosse presente il proprio fidanzato, ma un MagiAnalista. Quando Kelly elaborò quell'informazione, gli occhi si aprirono di scatto e lei cercò di alzarsi col busto come spaventata, portando una mano a toccarsi il viso, a sentirne le linee e le forme, trovandole decisamente... diverse.
Oh cazzo no... Ti ha mandato... lui qui? Per farmi accettare quella che sono? Cazzo! Sono... Sono diventata un cesso?
Chiaro che la questione la preoccupasse, visto che era sempre stata molto sicura del proprio aspetto. Fissò Lyle, spaventata, non osando incrociare lo sguardo con qualche superficie riflettente che potesse rimandarle indietro un'immagine orribile e irriconoscibile. Ma quel viso lo sentiva diverso già al tatto ed anche il resto del corpo... Le bastò guardare quando si fossero assottigliate le braccia per capire che anche il resto di lei era completamente cambiato.
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da Carlyle » 27/07/2017, 23:30
Mi hanno detto che ne hai subite un po' di tutti i colori...
... Lyle?
In carne, fascino, intelligenza... E ossa! ... Come ti senti?
... Come se mi avesse... investito un treno...
Annuì soltanto, il Duca Jung, sorridendo ancora leggermente, fissandola mentre iniziava a rendersi conto di tutta la situazione. Le differenze sostanziali con l'estetica precedente c'erano eccome, ma lui non dava a vedere nessuna espressione stupita o stranita. Silenzioso analizzava ogni suo comportamento, da bravo MagiAnalista, riflettendo anche su cosa dovesse comprare per la spesa nel pomeriggio. Quando poi ella gli chiese a bruciapelo cosa ci facesse lì, egli attese che la bionda ci arrivasse da sola, cosa che avvenne piuttosto velocemente.
Oh cazzo no... Ti ha mandato... lui qui? Per farmi accettare quella che sono? Cazzo! Sono... Sono diventata un cesso?
... Uff... Ma perché sempre a me questi compiti ingrati... Certo anche tu però, vienimi incontro... ... Non farmi domande simili a secco? Devo argomentare una risposta che non ti faccia troppo male, insomma!
Si passò una mano tra in capelli, sbuffando con aria contrita, preoccupata e in difficoltà. Era molto realistico nel prenderla in giro, specie perché con il suo lavoro, fingere faceva parte della quotidianità. Tuttavia non era un gran bastardo fino a quel livello. Era consapevole quanto lei stesse tesa e non voleva risultare poi antipatico, oltre che stronzo. Per quello la fissò ancora, con uno scintillio divertito nello sguardo, lasciandole di nuovo il tempo necessario per realizzare.
È stato più forte di me! Dai, tu cosa avresti fatto al mio posto?! No no no no, non ti azzardare a scendere dal letto di corsa per venirmi a picchiare... ... Sei ancora tutta intorpidita, cadresti come un sacco di patate.
La avvertì per tempo, prima che tentasse qualcosa di troppo, troppo azzardato, mettendosi lui in piedi per raggiungerla, sedendosi sul bordo del letto. Alzò il dito e lo mise di fronte agli occhi della bionda (eh sì, era rimasta bionda!), muovendolo a destra e sinistra, per analizzare la reazione visiva. Poi, aprì il cassetto del mobile di fianco a lei, prendendo una bottiglietta d'acqua che le porse velocemente. Da un attimo all'altro avrebbe cominciato a sentire parecchia sete, complice anche la bocca allappata per via della flebo continua e ininterrotta.
Andiamo per gradi, ok? Non sei un cesso, ma il cambiamento c'è stato ed è notevole. Purtroppo è giusto che io ti avvisi prima: secondo i dati medici, la tua fisicità è mutata del 74,9%. In concomitanza però voglio darti subito una bella notizia, così da controbilanciare quella pessima precedente: non sei sterile.
Sorrise appena, con l'atteggiamento di certo molto più professionale del solito, proprio perché in quel momento era davvero a tutti gli effetti un professionista. Alzandosi, le fece quindi cenno di seguirlo, scoprendosi le cosce nude e mettendo i piedi per terra, tentando di stare eretta, anche se un po' barcollante. La Everett indossava soltanto una canottiera bianca con delle mutandine, cambiatele dal fidanzato ogni due giorni circa. Osservandosi immediatamente le dita dei piedi, ad esempio, ella avrebbe notato subito quanto queste fossero molto differenti, più affusolate, come la forma dell'arto stesso.
Sappi che la mia filosofia di approccio è abbastanza diretta. Vedi lì davanti? Lo specchio è coperto dal drappo bianco. Andiamo lì di fronte ed io calerò il drappo senza troppi preamboli. A quel punto sarai di fronte alla nuova te stessa e mi regolerò poi io con le tue reazioni.
Si aspettava anche che potesse svenire, quello è vero, ma tanto nel caso la poteva riprendere al volo senza sforzi, essendo lei anche un po' dimagrita. Non che prima fosse una balena, per intendersi, anzi, ma comunque... La differenza di snellezza rispetto alla Kelly di appena un mese prima era evidente. Arrivati di fronte a quello specchio coperto, Lyle comunque per rispetto aspettò che la ragazza gli facesse un cenno di assenso, non appena fosse pronta. Quando questi giunse, il Tonum la invitò allora a girare la testa verso la parete e in appena un secondo ella si ritrovò davanti... La nuova se stessa.
È importante che tu reagisca come ti senti. Non frenarti, non farti bloccare dalla mia presenza. Esprimi ciò che percepisci dentro. Io sono qui apposta per aiutarti, Kelly.
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da Kelly » 13/08/2017, 21:10
Ritornare alla realtà non era semplice. Dopo nove giorni passati in coma, Kelly si rendeva conto che il proprio corpo rispondeva con molta fatica agli stimoli del cervello, rendendole difficoltoso anche i gesti più semplici e quotidiani. Sul momento, quando riaprì gli occhi, non realizzò quale fosse il motivo di avere Carlyle lì, al suo "capezzale". Ci fu solo la sorpresa di vedere il MagiAnalista e non Evan, il suo fidanzato. Anche il dispiacere, certo, perché di sicuro la faccia del biondo ex-capellone non è che le mettesse allegria al momento... Senza nulla togliere alla grande stima e all'affetto che provava per lui, ma il Chambers era il Chambers, punto. Tutti questi pensieri vennero spazzati via in un istante quando la Everett si rese conto che la presenza di Jung lì serviva a lei per accettare il suo nuovo aspetto. Un aspetto che temette fosse diventato davvero orribile.
Oh cazzo no... Ti ha mandato... lui qui? Per farmi accettare quella che sono? Cazzo! Sono... Sono diventata un cesso?
... Uff... Ma perché sempre a me questi compiti ingrati... Certo anche tu però, vienimi incontro... ... Non farmi domande simili a secco? Devo argomentare una risposta che non ti faccia troppo male, insomma!
L'uomo aveva davvero tanta voglia di scherzare, mentre la londinese avrebbe voluto tirare giù quattro o cinque bestemmie tutte in fila. Era sbigottita, spaventata, incazzata... E continuò a rimanerlo, anzi no, si infuriò peggio quando capì che dietro quel sorrisetto furbo ci fosse uno scherzo da parte di Lyle. Già lo vedeva morto sotto la mole di pugni e calci che stava per tirargli, ma che -per via della debolezza fisica- non riuscì a fare. Quando tentò di mettersi in piedi infatti non soltanto fu costretta a reggersi alla sponda del letto ma in più lo stesso Jung tentò di farla rimettere seduta e sdraiata per evitare che finisse pancia a terra come un pesce lesso.
... Grandissimo figlio di p*****a!
È stato più forte di me! Dai, tu cosa avresti fatto al mio posto?!
Non lo so ma di sicuro so cosa voglio fare ora! Prenderti a calci nelle palle fino a fartele rientrare, schifoso pezzo di m***a!
No no no no, non ti azzardare a scendere dal letto di corsa per venirmi a picchiare... ... Sei ancora tutta intorpidita, cadresti come un sacco di patate.
Allora vieni tu qua che ti strappo quei quattro peli che ti sono rimasti in faccia!
Era meglio che Lyle non si avvicinasse troppo a Kelly in quel momento, perché veramente rischiava di ritrovarsi con lei che lo picchiava per fargliela pagare per quel pessimo scherzo. Tuttavia la rabbia svanì in poco tempo, anche se non gli insulti che la Everett borbottava a mezza voce, nel mentre il MagiAnalista si preoccupava di analizzare le reazioni del suo corpo agli stimoli che egli le dava. Per farsi perdonare le porse anche una bottiglietta d'acqua che la bionda bevve tutta quanta all'istante, reidratando la bocca allappata dopo tutto quel tempo passato a dormire.
Andiamo per gradi, ok? Non sei un cesso, ma il cambiamento c'è stato ed è notevole. Purtroppo è giusto che io ti avvisi prima: secondo i dati medici, la tua fisicità è mutata del 74,9%.
Po**o C****o...
In concomitanza però voglio darti subito una bella notizia, così da controbilanciare quella pessima precedente: non sei sterile.
PO**O C****O SÌ! Dio ti ringrazio, grazie, grazie...
Tecnicamente avrebbe dovuto ringraziare i Medimaghi che si erano presi cura di lei, anche se certo la questione sterilità non dipendeva da nessuno di loro, così come la questione aspetto fisico. Il caso aveva voluto che Kelly cambiasse quasi totalmente esteticamente ma rimanesse con l'apparato riproduttivo funzionante. Sarebbe stato uno shock per lei guardarsi allo specchio ma, come aveva giustamente previsto Lyle, sapere di poter ancora avere figli era stata una notizia in grado di controbilanciare quella precedente. Avrebbe fatto in seguito altre riflessioni personali, perché al momento la sua mente doveva rimanere focalizzata esclusivamente sull'accettare il suo nuovo corpo, dalla testa ai piedi. Precedentemente, quando aveva provato ad alzarsi per uccidere Lyle, non si era resa conto della diversità del suo corpo alle estremità inferiori. Però, quando poggiò i piedi per terra, fu facile notare una forma diversa e più affusolata, che rendeva il suo piede molto più sottile di quello prima. Anche le gambe risultavano essere più secche e le sembravano persino più lunghe. Questo significava forse che avesse acquisito centimetri in più in altezza? Molto probabile, ma ogni cosa a suo tempo. L'uomo la accompagnò di fronte ad uno specchio, la cui superficie era nascosta da un telo bianco. Molto teatrale e snervante, pensò Kelly, abituata a fare e dire le cose in maniera diretta e fulminea.
Sappi che la mia filosofia di approccio è abbastanza diretta. Vedi lì davanti? Lo specchio è coperto dal drappo bianco. Andiamo lì di fronte ed io calerò il drappo senza troppi preamboli. A quel punto sarai di fronte alla nuova te stessa e mi regolerò poi io con le tue reazioni.
Se non ti dispiace, preferisco fare da sola. Non ho bisogno della balia...
No, ma aveva bisogno di supporto psicologico qualora ciò che avesse visto fosse stato troppo per lei. Questo lo sapeva perfettamente lei come Jung, ma la londinese preferiva tacere e non dire nulla, nella vaga illusione di potersi dimostrare forte quando invece provava paura. Una volta di fronte allo specchio, si prese qualche secondo per calmarsi, facendo dei respiri profondi ed intensi: aveva il cuore che batteva a mille, sentiva una forte stretta allo stomaco e, quando sollevò per qualche istante la mano, la vide tremare. Cazzo quanto odiava non poter aver il pieno controllo del suo corpo! Quel segnale la spinse infine ad agire senza indugiare ulteriormente: afferrando con rabbia il drappo, Kelly lo tirò via guardando la nuova sé stessa riflessa nello specchio.
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È importante che tu reagisca come ti senti.
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Non frenarti, non farti bloccare dalla mia presenza.
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Esprimi ciò che percepisci dentro.
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Io sono qui apposta per aiutarti, Kelly.
Ho capito, cazzo! Va bene? Ora però stai zitto!
Reagì molto male, ma la si poteva davvero biasimare? Doveva fare i conti con qualcosa di totalmente diverso da ciò che era stata per tanto tempo. I colori, come alcuni tratti erano rimasti, certo, ma per il resto? Non era più sé stessa, non aveva più nulla che potesse rimandare alla sua famiglia, ai suoi genitori...
Ahahahah... Ahahahahah... Ahahahahahah...
Stava ridendo. Non propriamente una risata divertita, più isterica anche se il pensiero che le era appena sovvenuto le aveva messo una certa ironica allegria. Mise una mano davanti alla bocca, ma non smise di sfogare con quella risata lo stress e lo shock, piegandosi anche in due quando la forza della sua risata le procurò dei fastidiosi crampi all'altezza dell'addome. Non chiese aiuto a Jung, ma si mantenne in piedi posando una mano sullo specchio, calmandosi quel tanto che bastava per rivolgere nuovamente parola all'amico MagiAnalista.
P***o ***... Si può dire p***o *** vero? Tutto questo tempo ad odiare i miei geni e adesso... non assomiglio più a quello stronzo di mio padre...
Ma nemmeno a suo fratello Andy. Si assomigliavano loro due, erano i più simili fra i quattro fratelli. Aveva perso un po' di quel legame che li univa e questo pensiero non le metteva allegria, anzi le fece venire immediatamente una gran voglia di piangere. Lo stava facendo, infatti, stava piangendo continuando a guardarsi con rabbia. Aveva i pugni stretti e singhiozzava, cercando di ignorare la presenza di Carlyle in quella stanza. Ma era impossibile farlo, perché lui era là pronto a dire la cosa giusta per farla sentire meglio. Doveva solo superare un piccolo ostacolo: che la Everett non voleva affatto sentirsi meglio grazie a lui.
Dì solo una parola, una qualsiasi e giuro che ti strappo le palle, Lyle. NON dire nulla. NON fare nulla. E soprattutto NON commentare quello che sto per fare.
Si avvicinò a lui e lo baciò, facendo sgusciare la lingua nella sua bocca in un bacio che non voleva trasmettere calore, ma solo prenderselo. C'erano tante motivazioni dietro a quel gesto, uno più assurdo e contorto dell'altro, ma Kelly non aveva alcuna intenzione di parlarne con il MagiAnalista anche se, in realtà, quella sarebbe stata l'idea migliore. Proseguì invece in quel bacio, facendo scendere anche la mano in mezzo alle gambe dell'uomo giusto per sentirne la reazione e l'erezione. Quando si rese conto di entrambe, solo allora si staccò, pulendosi le labbra dai residui di saliva con il pollice e mettendosi poi seduta sul letto.
... Volevo essere sicura di riuscire a far indurire ancora un cazzo.
Addusse come motivazione, sfidando Jung ad osare dire il contrario. Il suo sfogo era durato all'incirca una decina di minuti buoni, più il bacio che ne aveva impiegati un altro paio. Gli occhi non smettevano mai di vagare sulla figura riflessa dallo specchio e senza volerlo le mani presero ad accarezzarsi tutto il corpo, compreso il viso che adesso poteva sentire diverso anche al tatto.
D'accordo... Sono diversa e sono guarita... In più posso figliare come un coniglio, se volessi... Sono in grado di accettare tutto questo... Ho solo bisogno di abituarmi all'idea. Quando potrò vedere Evan? Lui... Sa già come sono o devo urlargli "Sorpresa!" quando entrerà dalla porta?
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Kelly
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da Carlyle » 30/08/2017, 22:25
Andiamo per gradi, ok? Non sei un cesso, ma il cambiamento c'è stato ed è notevole. Purtroppo è giusto che io ti avvisi prima: secondo i dati medici, la tua fisicità è mutata del 74,9%.
Po**o C****o...
In concomitanza però voglio darti subito una bella notizia, così da controbilanciare quella pessima precedente: non sei sterile.
PO**O C****O SÌ! Dio ti ringrazio, grazie, grazie...
In quel preciso istante Carlyle comprese pienamente che sarebbe stato meglio far presente alla infermiera di non far passare nemmeno casualmente qualche uomo di chiesa di fronte alla porta della stanza, almeno per il resto dei minuti che egli avrebbe trascorso con la Everett. Giusto per precauzione. Per quanto in caso di infarto, stava già nel posto giusto, quello sì, indubbiamente. Tralasciando, fu felice di vedere la bionda così sollevata, specie perché considerare così tanto buona una notizia simile l'avrebbe aiutata ad accettare la grande novità consistente post cura. Per intendersi, sul serio, la nuova Kelly non era affatto brutta, ma la bellezza o la bruttezza finivano in secondo piano rispetto al non sapersi più riconoscere allo specchio.
Sappi che la mia filosofia di approccio è abbastanza diretta. Vedi lì davanti? Lo specchio è coperto dal drappo bianco. Andiamo lì di fronte ed io calerò il drappo senza troppi preamboli. A quel punto sarai di fronte alla nuova te stessa e mi regolerò poi io con le tue reazioni.
Se non ti dispiace, preferisco fare da sola. Non ho bisogno della balia...
Alt alt alt alt... A me sta bene fornirti tutte le libertà del mondo, scherzo sempre, lo sai, ma in tal senso sono serio. Se non vuoi seguire le mie indicazioni e fare da sola ok, però lascia che almeno ti dia un'altra linea da seguire. Abbassa il drappo da te, ma fallo prima che ti salga completamente l'angoscia, l'ansia o la paura.
Anche perché era possibile che se quelle emozioni avessero preso il sopravvento, ella non sarebbe riuscita più a guardarsi, chiudendosi in se stessa e nella volontà di non sapere. Non lo dava per scontato, il fatto che lei potesse bloccarsi, ma meglio essere subito chiari, così da lasciarle il completo potere di fare come le paresse. Così, non appena la bionda scoprì la propria identità e dopo averlo zittito così da continuare a fissare il proprio riflesso, il Dottor Jung rimase semplicemente in attesa. Non restava altro se non studiarla e studiare con attenzione ogni possibile reazione, di qualsiasi genere od entità.
Ahahahah... Ahahahahah... Ahahahahahah...
...
P***o ***... Si può dire p***o *** vero?
Puoi dire quello che vuoi.
Tutto questo tempo ad odiare i miei geni e adesso... non assomiglio più a quello stronzo di mio padre...
La conflittualità interiore con la figura paterna venne fuori prepotente, un lato della psiche della Everett che semplicemente il MagiAnalista mise in un angolo. Non poteva fermarsi solo a quello. Era il minimo, specie perché dopo, alle risate si sostituirono le lacrime, segno evidente che ci fosse di mezzo qualcosa di anche molto triste. Incapace di leggerle nel pensiero, ma ben in grado per sua dote naturale di interpretare i segni del viso e del corpo, Carlyle comprese che probabilmente quella perdita di somiglianze non fosse esclusivamente positiva perché da non riferire soltanto al padre di lei, ma forse anche a qualcun altro. Non seppe dire con certezza che potesse essere, anche perché non ne ebbe il modo, non subito almeno.
Dì solo una parola, una qualsiasi e giuro che ti strappo le palle, Lyle.
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NON dire nulla. NON fare nulla. E soprattutto NON commentare quello che sto per fare.
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Non disse nulla. Non fece nulla. Non tentò di bloccarla. Non si oppose. Accolse quel bacio con assoluta neutralità, standoci ovviamente ma aspettandosi una reazione simile da parte di lei, una volontà simile. Capì anche al volo il motivo legato a quel gesto, ma ovviamente non si azzardò a parlare, anzi, per essere più precisi andò pure con la destra a palparle il sedere. Motivazione? Farle capire di apprezzare quella zona di lei della quale andava tanto fiera anche in quella nuova versione, come a sottolineare che non avesse perso in "fascino".
... Volevo essere sicura di riuscire a far indurire ancora un cazzo.
Hai l'alito che sa di una fossa comune e l'hai ugualmente risvegliato. Direi che tu possa sentirti ben più che soddisfatta. Ma manda giù ugualmente una mentina, ok? Senza offesa...
Era tornato ad essere più scherzoso, ma anche perché sapeva perfettamente di non essere lì in veste medica completa, bensì anche come amico. La vide toccarsi un po' ovunque, accarezzando quelle zone diverse di sé, cambiate, fattesi in alcuni punti più sode, in altre più sottili, ma da nessuna parte più "brutte". Fu un commento solo mentale, ma il Jung la preferiva nella sua nuova forma, nel suo nuovo aspetto, anzi, gli faceva ancora più gola di quanta già non gliene facesse prima. Tuttavia quelle erano uscite che mai e poi mai avrebbe avuto così presto e soprattutto con toni tendenzialmente colloquiali.
D'accordo... Sono diversa e sono guarita... In più posso figliare come un coniglio, se volessi... Sono in grado di accettare tutto questo... Ho solo bisogno di abituarmi all'idea.
Qualora volessi darti una ulteriore occhiata completamente nuda ti assicuro che non mi scandalizzerei eh?!
Alzò le mani in segno di innocenza assoluta.
... Tralasciando, ti invito a riflettere attentamente sul farti magari quattro sedute da me, una a settimana, per un mesetto. Per te ovviamente farei metà del prezzo e in questo modo potrei aiutarti in un modo leggermente migliore, più attivo. Lo sapremmo solo io e te, nel caso. Non è necessario che lo sappia nessuno, neanche il tuo fidanzato.
Perché, perché in quel momento gli venne in mente l'idea di una sveltina da almeno quaranta minuti ad ogni fine seduta?
Quando potrò vedere Evan?
Eh? Come? Ah sì sì, giusto, Evan! In realtà quando preferisci...
Lui... Sa già come sono o devo urlargli "Sorpresa!" quando entrerà dalla porta?
No no, lui lo sa già. Ti ha osservata spesso mentre riposavi, ti è stato vicino praticamente ogni giorno e notte, compatibilmente col lavoro. Sanno del tuo nuovo aspetto anche il Principe Montesquieu, Mister Owens e Caroline Priscilla. Non dovrai gridare "Sorpresa" a nessuno insomma...
Le sorrise più morbido, avvicinandosi a lei, sedendosi sul letto al suo fianco, guardandola negli occhi.
Credo che tu abbia saputo affrontare la cosa molto bene. Sei una femmina forte, molto forte, ma anche le menti più toste ogni tanto hanno bisogno di aiuto. Quindi prendi davvero in considerazione la mia proposta, intesi? Farsi due chiacchiere non significa essere deboli, anzi, è debole chi non si riconosce ogni tanto dei limiti, coniglietta!
In riferimento al suo essersi definita prima capace di figliare possibilmente come un coniglio e non certo come battuta riferita all'avere paura.
Il mio compito per oggi è finito! Se vuoi posso dire ad Evan di entrare. O magari gli faccio presente che quando vorrai lo farai chiamare tu. Altrimenti, qualora potessi esserti utile ancora per domande o cose simili, sono a disposizione...
Non le restava altro che esporre le proprie preferenze, alla cara Kelly, dopo di che, un caro benvenuto alla sua nuova identità.
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Carlyle
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da Kelly » 31/08/2017, 0:17
Aveva avuto davvero una reazione del c***o. Quando infine si era decisa a guardarsi allo specchio, l'immagine riflessa l'aveva portata a ridere e piangere in meno di tre secondi. Kelly mal sopportava l'idea di farsi vedere così di fronte a qualcuno, ma era stato inevitabile e del tutto incontrollato. Carlyle era lì presente in quanto MagiAnalista esperto e capace, che avrebbe potuto dare una mano alla Everett a superare il trauma di vedersi diversa. Almeno al 74%. Tuttavia, la londinese difficilmente chiedeva aiuto o si prestava facilmente a riceverlo. Preferiva fare di testa sua, agendo a volte in maniera istintiva e senza pensare alle conseguenze, come quando si avvicinò a Lyle e lo baciò, strusciando anche la mano contro il cavallo dei pantaloni.
... Volevo essere sicura di riuscire a far indurire ancora un cazzo.
Hai l'alito che sa di una fossa comune e l'hai ugualmente risvegliato. Direi che tu possa sentirti ben più che soddisfatta. Ma manda giù ugualmente una mentina, ok? Senza offesa...
Kelly lo guardò perplessa, poi si alitò sulla mano e provò a sentirne l'odore. Fossa comune era un termine anche fin troppo delicato per gli standard della Everett, che avrebbe utilizzato ben altri aggettivi per descrivere il proprio alito. Fece una smorfia, chiedendo scusa all'uomo per averlo "costretto" a subire un simile trattamento. Anche se a giudicare da come aveva palpato con desiderio il suo culo, non è che gli fosse dispiaciuto poi così tanto.
D'accordo... Sono diversa e sono guarita... In più posso figliare come un coniglio, se volessi... Sono in grado di accettare tutto questo... Ho solo bisogno di abituarmi all'idea.
Qualora volessi darti una ulteriore occhiata completamente nuda ti assicuro che non mi scandalizzerei eh?!
Ma va? Non lo avrei mai detto, c***o mi hai davvero sorpresa!
Rispose con altrettanto sarcasmo, le mani poggiate sui fianchi -non più abbondanti come prima ma ugualmente sensuali- e la bocca atteggiata ad un sorriso divertito.
... Tralasciando, ti invito a riflettere attentamente sul farti magari quattro sedute da me, una a settimana, per un mesetto. Per te ovviamente farei metà del prezzo e in questo modo potrei aiutarti in un modo leggermente migliore, più attivo. Lo sapremmo solo io e te, nel caso. Non è necessario che lo sappia nessuno, neanche il tuo fidanzato.
... Ci penserò.
Non disse subito di no e non lo mandò nemmeno a quel paese. Avrebbe potuto farlo, perché -orgogliosa com'era- non avrebbe mai accettato l'idea di aver bisogno di uno strizzacervelli. Ma sinceramente quell'esperienza l'aveva ammorbidita un po', anche se magari l'effetto era solo temporaneo. In fondo non si stava parlando di intraprendere una cura lunghissima, ma soltanto di vedere Carlyle una volta a settimana per un mese. Era un tempo relativamente accettabile. Quello che le riusciva più difficile era accettare di parlare tanto apertamente con l'uomo delle proprie faccende private. Però l'aveva baciato con l'alito che sapeva di fogna e non si era scostato, anzi si era pure eccitato. Insomma, se la meritava un po' della sua fiducia.
Quando potrò vedere Evan?
Eh? Come? Ah sì sì, giusto, Evan! In realtà quando preferisci...
Lui... Sa già come sono o devo urlargli "Sorpresa!" quando entrerà dalla porta?
No no, lui lo sa già. Ti ha osservata spesso mentre riposavi, ti è stato vicino praticamente ogni giorno e notte, compatibilmente col lavoro.
Il solito idiota apprensivo...
Rispose, nascondendo quanto invece fosse felice che lui fosse proprio così, un idiota apprensivo. Era proprio per quel motivo che lo amava così tanto. Quello e il fatto che fosse felice di farsi mettere le corna dalla fidanzata, che aveva trovato in lui il partner perfetto con cui sposare alla perfezione la propria indole ed essenza. In più c'era qualcosa che, ai suoi occhi, aveva un valore talmente alto da non poter essere eguagliato facilmente da qualcuno: Evan non avrebbe mai osato picchiarla. E questo, più di qualunque altra cosa, aveva permesso al Chambers di conquistare il cuore della londinese.
C'è qualcun'altro che lo sa oltre a lui?
Sanno del tuo nuovo aspetto anche il Principe Montesquieu, Mister Owens e Caroline Priscilla. Non dovrai gridare "Sorpresa" a nessuno insomma...
Meglio così. Non avrei sopportato l'idea che fossero impreparati.
Ma altre persone avrebbero dovuto passarci, come ad esempio i suoi fratelli. Quel pensiero le metteva addosso un'angoscia assurda, al punto tale che il viso della Everett si rabbuiò. Forse, vedendola così, Lyle venne spinto a tentare di consolarla e a farle comprendere che era stata forte nell'affrontare la novità senza uscire completamente fuori di testa. Un gesto che sotto sotto Kelly apprezzò, pur non dicendolo apertamente.
Credo che tu abbia saputo affrontare la cosa molto bene. Sei una femmina forte, molto forte, ma anche le menti più toste ogni tanto hanno bisogno di aiuto. Quindi prendi davvero in considerazione la mia proposta, intesi? Farsi due chiacchiere non significa essere deboli, anzi, è debole chi non si riconosce ogni tanto dei limiti, coniglietta!
Coniglietta?- replicò, ma con un sorriso perché quel nomignolo anche se zuccheroso in fondo non le dispiaceva affatto -Ho detto che ci penserò, quindi non è un no categorico, tranquillo. Dammi il tempo di capire se ce la faccio da sola e se dovessi vedere che proprio non ci riesco... Mi presenterò nel tuo studio, intesi?
Gli lanciò uno sguardo più intenso, fino a quando l'altro non fu d'accordo con lei. Come già ribadito prima, era diventata più morbida e malleabile, ma aveva ugualmente bisogno dei propri tempi prima di accettare l'aiuto di un'altra persona. Ad ogni modo, l'uomo non si fermò oltre avendo ormai ampiamente superato il tempo da concedere alla Everett. C'erano altre persone fuori dalla stanza che attendevano di vedere e soprattutto abbracciare la bionda. Evan in particolare, che probabilmente stava camminando avanti e indietro davanti alla porta, preoccupato. L'immagine del fidanzato che l'attendeva ansioso le mise addosso una bella dose di buonumore, mentre Carlyle si rendeva disponibile verso di lei un'ultima volta, prima di salutarla.
Il mio compito per oggi è finito! Se vuoi posso dire ad Evan di entrare. O magari gli faccio presente che quando vorrai lo farai chiamare tu. Altrimenti, qualora potessi esserti utile ancora per domande o cose simili, sono a disposizione...
No, non ho altre domande. Puoi dire ad Evan di entrare, non mi va di aspettare ancora. ... Grazie per essere rimasto... E grazie anche per aver sopportato quel bacio. La prossima volta mi assicurerò di aver mangiato una mentina prima...
Disse con tono malizioso e volutamente provocante, facendo intendere che ci sarebbe potuta essere un altro tipo di incontro fra di loro, molto più piacevole della seduta di psicanalisi. Kelly attese che l'altro uscisse fuori chiudendosi la porta alle spalle e, quando fu sola, fece un bel respiro profondo. Entro pochi secondi la porta si riaprì nuovamente, facendo entrare dentro la stanza il Chambers, trafelato tanto quanto -forse- la stessa Everett. Lui la fissò e lei lo fissò di rimando, in silenzio. Fino a quando non si decise ad interromperlo, facendogli anche un sorriso nervoso e un po' incerto, ma ugualmente solare e forte.
... Ehm... Sorpresa!
[The End]
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Kelly
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