[Fuori dall'Universal Stadium di Chicago - ore 21.34]
Ecco cosa succede a fermarsi troppo al pub, cazzo sono in ritardo mostruoso!
Per quanto l'eleganza e le buone maniere fossero ingredienti necessari per il suo lavoro di Diplomatica, fuori dall'ambito lavorativo la 25enne Celine Sauvage assomigliava più ad uno scaricatore di porto irlandese, a segnalare come il cognome la dicesse lunga su di lei.
Per la precisione, la suddetta giovane donna si trovava fuori dallo stadio di Chicago dentro al quale si stava svolgendo un incontro di boxe al quale era stata invitata e per di più gratis, motivo principale per non perderselo: peccato che la nostra francesina si fosse attardata per un "paio" (leggasi 4/5) di birre ad un pub lì vicino, perdendo totalmente la cognizione del tempo.
Permesso... permesso... e che cazzo, ho detto permesso!
Sbottò la giovane in modo ben poco educato, spintonando i presenti fuori dallo stadio per riuscire ad entrare: arrivò fino all'ingresso dove un buttafuori dall'aria poco amichevole le chiese scontroso il biglietto, che lei tirò fuori dalla tasca dei jeans a vita bassa che indossava per l'occasione (non voleva attirare l'attenzione su di sé, preferiva confondersi tra la gente... che poi la cosa le riuscisse molto male, quello era tutt'altro discorso) e porse all'uomo ottenendo così il permesso di accedere all'interno del luogo nel quale, a giudicare dalle urla, si stava svolgendo una specie di massacro.
<... I contendenti tornano in piedi, gli occhi di Edward Atwood la dicono lunga, mentre quelli del francese sono più spenti, come se fossero meno carichi di adrenalina, forse pensava di buttarlo di nuovo giù in brevi secondi e invece siamo all'undicesimo round signori e Atwood sembra tornato vispo come se fosse il terzo o il quarto! >
Siamo all'undicesimo round e Boulant non ha ancora vinto?! E chi diavolo è 'sto carro armato che lo sta sfidando?!
Sempre per il discorso dell'eleganza di poco prima, se sul lavoro Celine faceva finta di amare giusto il Quidditch, sport tipicamente Purosangue, nella vita reale la ragazza adorava tutti gli sport babbani, boxe compresa: ed era inutile dire che la seguisse appassionatamente, conoscendo bene il francese che stava difendendo il suo 20esimo posto in classifica; peccato per lui che il contendente fosse una specie di furia umana, un tank corazzato pronto a buttarlo al tappeto.
Edward Atwood...
Un nome che a lei richiamava qualcosa, forse l'aveva letto su un giornale sportivo da qualche parte, chissà... si fece largo tra la folla, sgusciando tra i presenti per avvicinarsi al ring il più possibile, studiando con occhio curioso il suddetto boxeur.
<... Un diretto al corpo, un gancio al fianco, un jet, un altro jet, un altro diretto al viso, Boulant in balia completa dello sfidante che con gli occhi semichiusi lo squadra per individuare i punti scoperti, sembra un felino fulmineo che graffia non appena possibile e insegue la sua preda ovunque ella vada, è uno spettacolo come pochi altri visti in precedenza signore e signori!>
Lo spettacolo che le si presentava davanti era pazzesco, soprattutto una volta raggiunto il punto più vicino al ring: Atwood sembrava davvero un ghepardo, un leopardo, un -ardo insomma, così veloce che Boulant, per quanto bravo, non riusciva nemmeno a capire da che parte gli arrivassero i colpi.
Celine era talmente affascinata da quello spettacolo, dalla bravura dello sfidante, che non si rese nemmeno di conto di cominciare a gridare come tutti gli altri, tifando lo sfidante al titolo (e dimostrandosi così molto poco patriottica).
<Non finisce, non smette un secondo, è in preda ad una trans bellica incredibile, ancora un diretto, un gancio, un sinistro teso, Boulant non comprende nemmeno più cosa sta succedendo, ha gli occhi spenti, sempre più spenti, un colpo dopo l'altro, l'allenatore ha le mani nei capelli e gli urla di reagire ma no, non ce la fa, ancora un jet, un altro e un altro ancora... e poi...>
Buttalo giù, andiamo!!
<... A TAPPETO!>
Sììì!!!!!
La folla esplose e lei con essa, saltando ed abbracciando chi aveva accanto (un signorina sulla cinquantina) manco fosse la fan più sfegatata di colui che, dopo la conferma del giudice della sua vittoria per K.O., aveva appena vinto l'ultimo posto nella top 20 dei pesi medi: dettaglio molto poco rilevante per Celine che, solare ed esplosiva, riusciva ad entusiasmarsi per qualsiasi cosa e a trovare divertimento ed adrenalina in tutto ciò che catturava la sua attenzione.
Non ho molti commenti da fare, a parte che per qualche giorno mi sarà difficile rimorchiare con la faccia ridotta così!
Adesso se volete scusarmi, ho solo una gran voglia di prendermi un paio di birre da "Rocky's Tavern", vi avverto, chi mi seguirà lì con taccuini e registratori verrà pestato esattamente come l'ex 20esimo, chiaro?
Buona serata e mi auguro che lo spettacolo sia stato di vostro gradimento!
Rocky's Tavern... un nome una garanzia...
Pensò Celine con un sorriso divertito sulle labbra, decisa a conoscere quel bel fusto (un po' ammaccato certo, ma lei i bei ragazzi li sapeva riconoscere a chilometri di distanza) che aveva appena calpestato l'orgoglio e la faccia del campione francese.
Ci vediamo amico!
Salutò con un'amichevole pacca sulla spalla il signore abbracciato poco prima e nuovamente si fece largo tra la folla, spintonando quando serviva fino a ritrovarsi fuori dallo stadio, dove fermò il primo tizio capitatole a tiro per chiedere informazioni su dove si trovasse il luogo in cui era andato Atwood: in fondo, se fosse stata fortunata avrebbe rimediato un paio di birre e a quelle come si faceva a dire di no?
[Rocky's Tavern - 22.12]
Ci aveva messo un po' a trovare il posto, ma alla fine ce l'aveva fatta ed era fiera di sé visto che non conosceva bene Chicago, anzi quasi per niente: il posto era gremito di persone, ma Celine non fece fatica ad individuare Atwood, seduto al banco con un sacco di gente intorno, ragazze comprese.
Si avvicinò al manipolo di presenti, scostando tutti nel modo più gentile che conosceva.
Scusa, scusa, scusa, scusa, smamma bella, scusa... Atwood, cazzo che incontro!Spostò tutti più velocemente possibile fino a ritrovarsi di fronte all'uomo, al quale diede una pacchetta sulla spalla prima di sedervisi accanto come se lo conoscesse da sempre: in realtà era la prima volta che lo vedeva, ma anche quello era per lei un dettaglio che si poteva tranquillamente mettere da parte.
Mi chiamo Celine, piacere di conoscerti, peccato essere arrivata in ritardo ma anche se mi son persa l'inizio son riuscita ad esserci per il finale spettacolare, e... che cazzo vuoi, non vedi che sto parlando con Atwood? - il fiume delle sue parole venne interrotto dall'occhiataccia che la ragazza riservò ad una rossa avvicinatasi all'altro forse con l'intento di proporgli una notte di sesso sfrenato e mediocre -
Fuori dai piedi cocca! Dicevo... senti, perchè non mi offri una birra?Nessuno, guardandola, avrebbe mai pensato a lei come una maga Purosangue, tantomeno come una Diplomatica mondiale, cosa che invece era... ma era quello il bello: sorrise ad Edward amichevole ed esuberante, in attesa che il ragazzo ponesse fine alla sua sete perenne di birra.