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da Cyprus » 06/03/2014, 18:31
E finalmente Caroline Priscilla era arrivata, ponendo fine all'incontro "amichevole" tra Devo e Jorge, che poteva levarsi dalle scatole e lasciarli liberi di cominciare il loro appuntamento: se non altro, con quella tregua - una finzione dell'americano, ma era un dettaglio che il Delfino non era tenuto a conoscere - si era assicurato un po' di storie in meno da parte del ragazzo sulle uscite tra Nightmare e la Tassorosso, il che voleva dire aver comunque guadagnato qualcosa. Quando l'irlandese gli arrivò vicino, Devo le prese la mano e l'attirò a sé per posarle un casto bacio sulla fronte, lasciando che fosse il portoghese a tranquillizzarla e spiegarle cosa fosse successo tra loro.
Tranquilla, ho solo fatto la figura dello stupido come al solito.. Divertitevi ragazzi...
Rispose al cenno del capo con un movimento gemello, felice finalmente di poter dedicare tutte le sue attenzioni alla sua splendida bambolina, che pareva essersi vestita in modo elegante e femminile appositamente per lui, per fare colpo. Beh, ci era assolutamente riuscita, e l'americano faceva una gran fatica a contenere il desiderio di saltarle addosso all'istante. Le diede un bacio sulle labbra, rubandoglielo quasi, e la guardò negli occhi mentre ammetteva che gli fosse mancata: ed era vero, era stato difficile starle lontano e non irretirla per tutto quel tempo.
Anche tu, tantissimo... Credevo che queste ore non passassero mai! Non riuscivo a stare ferma per quanta voglia avevo di vederti...
Condizione reciproca.
Confermò Devo con un sorriso leggero, baciandole i capelli mentre lei respirava il suo odore, una mano intrecciata a quella di lei e l'altra che le accarezzava i capelli; lo sguardo tuttavia, era perso nel vuoto, un vuoto che lei non poteva cogliere visto che non lo stava guardando. E quando invece tornarono l'uno con gli occhi nell'altra, quel vuoto era sparito, lasciando il posto al nero profondo delle sue iridi.
Spero non sia successo nulla di grave fra te e Jorge...
Non devi temere, per questo. Credo volesse solo capire quando, secondo la sua concenzione, ti farò del male... e pretendeva di conoscere i miei sentimenti per te - le rispose, riportando in modo piuttosto diretto le intenzioni del Delfino per come lui le aveva intese - Ma credo anche che abbia capito di non poter fare... com'è che dicono i babbani? "Di tutta l'erba un fascio"? - domandò per conferma - Quello, insomma. È un buon inizio, dopotutto. Vedremo come va.
Ed alzò le spalle con noncuranza, segno che non era scocciato, né irritato, né altro: gli interessava poco quello che il Delfino pensava di lui, almeno attualmente, soprattutto se quel giudizio lo vedeva uniformato agli altri della Cyprus per un pregiudizio. E poi, con la bella Cappie di fronte, di pensare a determinate cose non aveva per nulla voglia.
Come sei riuscito a sfuggire alle grinfie della tua coordinatrice?
Charlie mi ha coperto - rispose Devo con un mezzo sorriso, facendo il nome della ragazza che, Cappie lo sapeva, era considerata dall'americano come la sua migliore, nonché unica, amica - E in fondo mi sono esercitato abbastanza, almeno per oggi. Questo pomeriggio è dedicato completamente a noi... e anche la sera, se vuoi.
Anche la notte per quanto lo riguardava, visto che non avrebbe avuto problemi, né qualcuno gli avrebbe mai fatto storie, se se la fosse portato in camera... ma preferì non farne parola ora, quando l'appuntamento era appena cominciato.
Hai avuto modo di girare un po' per il Campus? Ti piace?
S'informò il ragazzo, prima di rubarle un altro bacio, questa volta più lungo e con la lingua che danzava con quella di lei, se la Tassetta gliel'avesse permesso, e tornare a guardarla negli occhi con un sorriso divertito sulle labbra.
Ho una sorpresa per te... vuoi che te la mostri subito?
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da Caroline Priscilla » 08/03/2014, 19:49
Nonostante Jorge si fosse allontanato dal luogo del loro appuntamento con estrema calma (un atteggiamento diverso da quello dimostrato mesi e mesi prima nella Stanza delle Necessità) la giovane O'Neill non riusciva a non pensare che il suo migliore amico in realtà stesse mostrando qualcosa di meno rispetto ai suoi reali sentimenti. Sapeva che la paura più grande del Delfino era proprio quella di vedere la sua sorellina soffrire (sebbene Cappie non fosse al corrente della promessa che l'amico aveva fatto a sè stesso e a lei molto tempo fa) e questo lo aveva portato in passato a sparare a zero su quello che era attualmente il suo ragazzo. Devo, da parte sua, sembrava aver preso quell'incontro non previsto con assoluta calma e serenità, ma il fatto che la tassetta si sentisse incapace di cogliere ogni minima sfumatura di emozione nel suo sguardo, la metteva in agitazione e la portò infine a chiedere conferma di ciò che era successo fra i due proprio all'americano.
Non devi temere, per questo. Credo volesse solo capire quando, secondo la sua concenzione, ti farò del male... e pretendeva di conoscere i miei sentimenti per te
Un sospiro di sollievo uscì fuori dalle sue labbra, accompagnato però dal pensiero che Jorge avesse fatto il passo più lungo della gamba: non aveva problemi a gestire la sua iperprotettività, ma questa non doveva riversarsi sull'unica persona che, al momento, non la meritava. Naturalmente, il giudizio della Tassorosso si basava su fondamenta fasulle, di cui ella stessa ne ignorava l'esistenza. Ma dal momento che Nightmare si era sempre comportato bene con lei e dal momento che il suo cuore rispondeva ad ogni tenero bacio che lui le donava, Cappie si sentiva abbastanza tranquilla e fiduciosa di trovarsi di fronte ad un bravo ragazzo.
Ma credo anche che abbia capito di non poter fare... com'è che dicono i babbani? "Di tutta l'erba un fascio"?
Si...
Quello, insomma. È un buon inizio, dopotutto. Vedremo come va.
Una volta avuta la conferma che non ci sarebbero stati problemi di alcun tipo o malumore generale, la tassetta tornò a sorridere spensierata, beandosi finalmente della possibilità di avere Nightmare vicino e poter passare con lui un'intera giornata. Come l'americano fosse riuscito a sfuggire alla vigilanza della Walsh, era un mistero anche per lei, per questo preferì chiedere maggiori dettagli al ragazzo in questione.
Charlie mi ha coperto E in fondo mi sono esercitato abbastanza, almeno per oggi. Questo pomeriggio è dedicato completamente a noi... e anche la sera, se vuoi.
Assolutamente si! - rispose con più enfasi di quanto avrebbe voluto mostrare, arrossendo immediatamente e cercando di smorzare l'imbarazzo con una risata nervosa -Posso anche rientrare un po' più tardi rispetto al coprifuoco. Ariel ha promesso di comprirmi con la Vireau, quindi non ho limiti di tempo...
E non c'era bisogno di aggiungere che la cosa le faceva un immenso piacere. Per sua fortuna aveva amiche come la colombiana che erano pronte a supportarla nella sua storia d'amore, aiutandola nei limiti del possibile. In un altro contesto, si sarebbe sentita in colpa nel gettare alle ortiche la fiducia che la Vireau riponeva in lei, ma dal momento che lei e Devo non passassero chissà quanto tempo insieme, Cappie si sentiva abbastanza giustificata nel voler infrangere il coprifuoco che era stato imposto loro.
Hai avuto modo di girare un po' per il Campus? Ti piace?
Si! E' grandissimo! L'altro giorno siamo andati un po' in giro e abbiamo visto i campi da Quidditch...davvero spettacolari! Se la mia compagna di stanza fosse qui ci sbaverebbe sopra! Poi l'altra sera siamo andati anche ad un pub qua vicino e naturalmente ho assaggiato il Milkshake! Posso affermare in tutta sicurezza che il mio preferito è quello alla fragola!
La Tassorosso aveva iniziato a snocciolare informazioni su quello che aveva fatto durante il suo breve soggiorno nell'Accademia Cyprus, rendendo partecipe il ragazzo delle esperienze vissute. Tuttavia, nel mentre si trovava nel vivo della conversazione, l'americano si abbassò su di lei, catturandole le labbra una seconda volta e, questa volta, violandole con la lingua che andava a cercare sinuosa e bollente la gemella. Cappie si ritrovò a soffocare un gemito, mentre ricambiava con trasporto quel bacio, chiudendo gli occhi e assaporando la bocca del musicante. E in quel momento non le importava che qualcuno dei suoi amici potesse vederla o che i ragazzi della Cyprus la fissassero: come ogni volta che lo guardava negli occhi, la ragazza si era persa in quel bacio lungo e profondo, abbastanza da risvegliare in lei determinati tipi di desideri.
Ho una sorpresa per te... vuoi che te la mostri subito?
Mmmh...non so, devo chiudere gli occhi prima?
Rispose divertita, mordicchiandosi il labbro inferiore appena un po' più arrossato rispetto a prima. La sua era una battuta riferita alla prima volta che i due si erano scambiati un bacio, quando Devo le chiese di chiudere gli occhi per poter assaggiare con più libertà le sue dolci labbra. Attese comunque la risposta dell'americano, prima di annuire incuriosita dalle sue parole, chiedendosi che tipo di sorpresa avesse in serbo per lei.
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da Cyprus » 08/03/2014, 21:41
Aveva reso mentalmente merito a Caroline Priscilla di essersi proprio messa in tiro quella sera, al punto che l'americano doveva trattenersi dal non toccarla dappertutto - soprattutto dopo che l'ultima volta l'aveva mandato in bianco con le sue paranoie da verginella; sperò dentro di sé che quel trucco, quegli abiti, altro non fossero che un modo silenzioso per mostrarsi più disponibile a lui, per fargli capire che forse si sarebbe lasciata andare di più, questa volta... ammesso che avessero tempo di stare un po' insieme anche ad un orario tardo, ovviamente.
Assolutamente si! Posso anche rientrare un po' più tardi rispetto al coprifuoco. Ariel ha promesso di comprirmi con la Vireau, quindi non ho limiti di tempo...
Credo di dovere un gran favore alla Jiménez...
Commentò Devo con un sorriso soddisfatto, immaginando che la Grifondoro non sarebbe stata tanto gentile se avesse saputo cosa in realtà avesse in mente il ragazzo; ma la sua ignoranza, ovviamente, gli faceva comodo, e questo lo portò a rilassarsi impercettibilmente e a chiederle se avesse già avuto modo di girare un po' per il Campus.
Si! E' grandissimo! L'altro giorno siamo andati un po' in giro e abbiamo visto i campi da Quidditch...davvero spettacolari! Se la mia compagna di stanza fosse qui ci sbaverebbe sopra! Poi l'altra sera siamo andati anche ad un pub qua vicino e naturalmente ho assaggiato il Milkshake! Posso affermare in tutta sicurezza che il mio preferito è quello alla fragola!
Ma pensa... lo stesso di Ashley.
Commentò volutamente Devo in tono del tutto casuale, modulando la voce in modo tale che apparisse davvero come una constatazione qualsiasi: alzò anche le spalle, infatti, scrollando poi appena in segno d'indifferenza.
Da lei non l'ho mai voluto assaggiare... potrò farlo da te?
Le domandò poco dopo, sapendo che il sottinteso di quella domanda - ovvero che lei come sua ragazza lo spingeva a fare cose che con altre non avrebbe mai fatto - le avrebbe fatto un immenso piacere. E non volendo resistere oltre, l'americano si abbassò per catturarle le labbra in un lungo bacio umido, caldo, con una mano intrecciata a quella di lei e l'altra che si posava dietro alla nuca per attirarla con più forza a sé; sorrise mentalmente nel sentire quel gemito soffocato, sperando che la lontananza forzata avesse aumentato anche i desideri intimi e fisici di lei, non solo i propri. E visto che si era impegnato tanto affinché tutto fosse perfetto, le rivelò subito di avere una sorpresa per lei, qualcosa di speciale che, a scelta della Tassorosso, lui avrebbe potuto mostrarle subito.
Mmmh...non so, devo chiudere gli occhi prima?
Spiritosa.
Commentò Devo, ma il sorriso che gli incurvò le labbra fu, stranamente, piuttosto spontaneo mentre si abbassava nuovamente per, questa volta, morderle il labbro superiore e succhiarlo leggermente, giusto per farla arrossire - e magari anche eccitare - un po'.
Visto che sei così simpatica, dovrai aspettare fino all'ora di cena... andiamo bambolina, ti faccio fare un giro nel cuore della Cyprus.
Le disse, stringendole la mano per poi cominciare a camminarle accanto: perché un conto era una ragazza di Hogwarts che girava per il Campus da sola, o al massimo con i suoi compagni... ed un altro era che camminasse mano nella mano con uno che studiava lì. Con la presenza di Nighmare, infatti, l'irlandese poté visitare un sacco di posti dove, col suo gruppo di amici, non aveva messo piede perché sarebbe stata presa in giro o guardata malissimo: tanto per cominciare, le aule-studio, assolutamente tecnologiche ed enormi, con un'acustica perfetta; poi, le molteplici biblioteche, divise a seconda dei periodi storici dei libri che ospitavano. Ed ancora, le sale mensa - più di una, in diversi punti del Campus - alcuni ristorantini a tema, tre pasticcerie ed una cioccolateria nella quale entrò per regalare alla bella Tassetta una confezione di cioccolatini misti, un'enorme pista di pattinaggio su ghiaccio ed infine gli edifici che ospitavano le Casate della Cyprus. Una camminata nel corso della quale, oltre a mostrarle ogni cosa, l'americano le fece molte domande: com'erano andate le cose ad Hogwarts in quel periodo, le lezioni, i G.U.F.O. alle porte, ed anche come stava sua madre, dimostrando d'interessarsi parecchio a lei - e di non aver problemi a rispondere alle sue, di domande, se ne avesse avute. Fu alle 19.30, che l'americano decise fosse arrivato il momento giusto per la sorpresa: per questo, con un mezzo sorriso divertito, portò Cappie in un pub in puro stile americano, dall'aria piuttosto accogliente.
Che ne dici di cenare qui? Ti piace il posto?
S'informò Devo, e ad un cenno di assenso della ragazza, o ad una sua conferma verbale, l'avrebbe condotta fino ad un tavolino di fronte ad un piccolo palco rialzato, dove c'erano già alcuni musicisti intenti ad accordare i loro strumenti: era strano che quel tavolo fosse libero, visto che nel pub c'era già molta gente, ma non sarebbe stato difficile, per l'irlandese, capire che Nightmare l'aveva prenotato apposta per loro. Le spostò la sedia per farla sedere, in un lieve gesto romantico, dandole un bacio mentre, ancora in piedi, faceva cenno al cameriere di avvicinarsi cosicché potessero ordinare da bere - Whiskey Incendiario per lui; non si sedette, però, accanto a lei, limitandosi a togliersi la giacca e rimanere così con la maglia di sotto, e farle un sorriso lieve e piuttosto soddisfatto prima di avvicinarsi al suo orecchio e sussurrarle un...
Adesso tocca alla sorpresa.
Le fece l'occhiolino mentre si allontanava da lei, salendo sul palco dove salutò i musicisti, prese una chitarra e si sedette sullo sgabello alto di fronte al magi-microfono, poggiandosi lo strumento sulle gambe.
Buonasera a tutti, e buon appetito. Ho scritto questa canzone per una persona molto speciale che si trova qui stasera, ed è a lei che vorrei dedicarla... alla mia ragazza. Questa è per te, Caroline.
La guardò per un lungo istante, prima di fare un cenno ai ragazzi alle sue spalle, cosicché la musica potesse iniziare e lui potesse cominciare a cantare insieme a lei.
I'm gonna pick up the pieces, and build a lego house when things go wrong we can knock it down
My three words have two meanings, there's one thing on my mind It's all for you
And it's dark in a cold December, but I've got ya to keep me warm and if you're broke I'll mend ya and keep you sheltered from the storm that's raging on
E forse, nel sentirlo, Cappie avrebbe capito perché l'americano non aveva avuto bisogno di altre prove, almeno per quella giornata: lo sguardo di Devo diventava più profondo e luminoso, quando cantava, le dita scivolavano con maestria sulla tastiera [Talento (Arte) 25], e la voce si spargeva facilmente per il locale grazie al magi-microfono, così che tutti i clienti presenti potessero ascoltarlo senza difficoltà.
I'm out of touch, I'm out of love I'll pick you up when you're getting down and out of all these things I've done I think I love you better now
I'm out of sight, I'm out of mind I'll do it all for you in time And out of all these things I've done I think I love you better now
Alzò lo sguardo su di lei, guardandola intensamente negli occhi: sapeva che quelli erano gesti assolutamente romantici che la Tassorosso avrebbe dovuto, teoricamente, apprezzare moltissimo, sciogliendosi o quasi per lui. Già il fatto che avesse scritto quella canzone per lei, era un buon motivo per donargli il suo cuore.
I'm gonna paint you by numbers and colour you in if things go right we can frame it, and put you on a wall
And it's so hard to say it but I've been here before and I'll surrender up my heart and swap it for yours
I'm out of touch, I'm out of love I'll pick you up when you're getting down and out of all these things I've done I think I love you better now
I'm out of sight, I'm out of mind I'll do it all for you in time And out of all these things I've done I think I love you better now
Abbassò lo sguardo, seguendo il movimento delle dita sulla chitarra mentre i clienti del locale muovevano la testa a tempo, dimostrando il loro apprezzamento per la canzone che l'americano stava eseguendo.
Don't hold me down I think my braces are breaking and it's more than I can take
And if it's dark in a cold December, I've got ya to keep me warm and if you're broke I'll mend ya and keep you sheltered from the storm that's raging on
I'm out of touch, I'm out of love I'll pick you up when you're getting down and out of all these things I've done I think I love you better now
I'm out of sight, I'm out of mind I'll do it all for you in time And out of all these things I've done I think I love you better now
La guardò un'ultima volta mentre ripeteva il ritornello, le dita che volavano sullo strumento e la voce che usciva sicura, perfetta, forse anche per il fatto che quella canzone era sua, che gli apparteneva come nessun'altra. Gli altri strumenti si fermarono, lasciando che fosse solo la chitarra, insieme alla voce, a completare la canzone per lei.
I'm out of touch, I'm out of love I'll pick you up when you're getting down and out of all these things I've done I will love you better now
I clienti nel locale applaudirono, ma lui aveva occhi solo per l'irlandese, che fissò a lungo per constatare la sua reazione, prima di scendere dal palco dopo aver ringraziato i musicisti, ed andarsi a sedere di fronte a lei mentre un altro cantante prendeva il suo posto, così da non lasciare nel silenzio il pub.
... piaciuta la sorpresa?
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da Caroline Priscilla » 08/03/2014, 23:49
Anche se il loro appuntamento non era iniziato proprio come si deve (vedi le preoccupazioni che la presenza di Jorge aveva scatenato nella tassetta) esso si risollevò subito grazie ad una serie di buone notizie che permisero a Cappie di ritornare a sorridere più felice di prima. In primo luogo, la conferma che, se avessero voluto, lei e Devo avrebbero potuto passare molto tempo insieme, anche oltre l'orario stabilito dalla Vireau per rientrare. La Tassorosso avrebbe ringraziato mille e mille volte l'amica Grifondoro per averla aiutata a passare più tempo col suo ragazzo, il quale sembrò apprezzare la gentilezza dimostrata dalla colombiana. Nulla, sembrava, avrebbe potuto turbare quella giornata perfetta, se non un commento che per un attimo lasciò interdetta la giovane strega, alle prese con i primi, immancabili morsi della gelosia.
Ma pensa... lo stesso di Ashley.
Ogni volta che sentiva pronunciare quel nome, la Tassorosso non poteva fare a meno di provare tutta una serie di emozioni negative (malumore, scontento, delusione e tristezza) che tendevano inevitabilmente a spegnere il suo sorriso e a far salire su, al suo posto, un broncio incontrollato. No, Cappie non riusciva ancora a riconoscere la propria gelosia, nè questa era abbastanza forte da spingerla a rivelarsi in tutta la sua distruttiva maestosità; per questo, nonostante il suo sguardo si fece più corrucciato per una manciata di secondi, esso però ritornò quasi subito normale, come se l'illusione che il cuore del ragazzo le appartenesse riuscisse a tenere a bada i suoi istinti peggiori. Questo però non la salvò dal commentare in maniera un po' acida le parole dell'americano.
A quanto pare, c'è un'altra cosa che abbiamo in comune...
Disse, riferendosi naturalmente alla cotta che Ashley aveva per Devo. Cappie sapeva tutto o quasi sui sentimenti che l'americana provava per il suo ragazzo e, nonostante una parte di lei provasse dispiacere per la sua situazione, dall'altra il pensiero che di tanto in tanto la sua rivale ci provasse con Nightmare...be', di sicuro non le faceva piacere! In ogni caso, il bacio che subito dopo si scambiarono i due servì ad ammansirla dal lato della gelosia e ad accenderla da quello sessuale, dal momento che la lontananza acuiva ancora di più quel bisogno.
Se vuoi, posso prendere un altro Milkshake e fartelo assaggiare...
Disse, con un tono di voce appena un po' più malizioso, sebbene la tassetta fosse ancora ben lontana da riuscire a risultare sensuale con le parole. Ed in fondo forse questo a Devo non sarebbe neanche dispiaciuto, dal momento che nonostante il suo fosse un modo un po' più spinto per richiedere un altro bacio, la ragazza riusciva comunque a mantenere quella sorta di aria imbarazzata e innocente che tanto la contraddistingueva dalle altre ragazze del campus, come avrebbe sottolineato il suo fratellino. Maliziosità, mista a ironia, che si manifestò anche poco dopo, quando Devo dichiarò di avere una sorpresa per lei.
Spiritosa. Visto che sei così simpatica, dovrai aspettare fino all'ora di cena... andiamo bambolina, ti faccio fare un giro nel cuore della Cyprus.
Lo sai vero che non farò altro che pensarci per tutto il giorno?
Disse sorridendo, sottolineando in quel modo quanto la sua curiosità non conoscesse limiti, al punto tale che non sarebbe riuscita a godersi appieno la giornata in giro per il campus. Naturalmente, la tassetta dovette ricredersi: le ore quel pomeriggio volarono in fretta, in mezzo a luoghi ultra moderni e spettacolari, almeno dal punto di vista della ragazza; ovunque si girasse, Cappie rimaneva stupefatta da come quell'accademia si presentasse...migliore sotto ogni punto di vista! Certo, nel suo cuore Hogwarts rimaneva la scuola prediletta, ma la giovane O'Neill non riusciva a non rimanere estasiata ogni volta che passavano di fronte ad un aula, ad un chiosco o a qualche negozio particolare. In realtà, tutto questo le appariva meraviglioso anche grazie alla presenza del suo accompagnatore, che per tutto quel tempo la guidò in mezzo alla Cyprus mano nella mano, come avrebbe dovuto fare una vera coppia. E nonostante tutte le insicurezze, i timori e le paure che portavano la Tassorosso a camminare con i piedi di piombo, il suo cuore sembrava aver preso già il volo, sorretto dalla falsa convinzione che Devo fosse un ragazzo eccezionale, oltre che speciale per lei. Intorno alle sette e mezza, i due si diressero verso un locale molto caratteristico. Cappie annuì alla proposta dell'americano di cenare lì e, non appena entrati, i due presero posto ad un tavolino tenuto appositamente libero per loro. La Tassorosso non ci mise molto [Intuito (P): 13] a comprendere che Nightmare aveva calcolato tutto quanto, portandola proprio nel locale dove aveva prenotato un tavolo per lei. Ma ciò che la sorprese di più, fu vederlo dirigersi sul piccolo palco di fronte al quale si erano sistemati, piuttosto che sedersi lì insieme a lei. Quando la sua mente collegò quali erano le reali intenzioni di Devo, il suo cuore ebbe un tuffo e gli occhi si spalancarono dalla sorpresa, fissandolo senza riuscire a dire neanche una parola.
Buonasera a tutti, e buon appetito. Ho scritto questa canzone per una persona molto speciale che si trova qui stasera, ed è a lei che vorrei dedicarla... alla mia ragazza. Questa è per te, Caroline.
Quando le prime note partirono, Cappie aveva già smesso di respirare da molto tempo, ricordandosi di incamerare aria nei polmoni solo quando provò un leggero mal di testa a causa dell'assenza prolungata di ossigeno. La tassetta ascoltava con avidità ogni singola parola cantata da Devo, da un lato beandosi della sua splendida voce e dall'altra cercando di comprendere che cosa egli stesse cercando di dirle.
My three words have two meanings, there's one thing on my mind It's all for you
Tre parole. Io ti amo. L'associazione venne spontanea nella sua testa e, altrettanto spontaneamente, la Tassorosso cercò di cancellarla, come se avesse appena pensato qualcosa di proibito. Tuttavia il danno era fatto e Cappie, nonostante si sforzasse di non sorridere nè di arrossire al pensiero che Devo avesse veramente potuto dirle una cosa del genere, non riuscì a contrastare i propri sentimenti che sulle note della canzone e della voce dell'americano si lasciavano trasportare verso di lui, inesorabilmente, come una farfalla che finisce nella trappola di un ragno. Nessuna similitudine infatti avrebbe potuto spiegare meglio ciò che stava accadendo all'irlandese, talmente tanto catturata e affascinata dall'immagine che il ragazzo mostrava di sè, da non riuscire a vedere l'oscurità che celava.
I'm out of touch, I'm out of love I'll pick you up when you're getting down and out of all these things I've done I think I love you better now
I'm out of sight, I'm out of mind I'll do it all for you in time And out of all these things I've done I think I love you better now
L'amava...meglio? Che cosa aveva voluto dire? Mille domande alla quale la tassetta non sapeva rispondere, la testa completamente vuota, come se in quel momento non fosse in grado di pensare nè ragionare attentamente su quanto Devo stava dicendo. Anche perchè, se ci avesse provato, era sicura che non sarebbe riuscita a prestare attenzione al suo regalo per lei. No, Cappie in quel momento stava cercando di trattenere i battiti del proprio cuore, che sembrava pronto ad uscirle fuori dal petto in qualsiasi momento.
And if it's dark in a cold December, I've got ya to keep me warm and if you're broke I'll mend ya and keep you sheltered from the storm that's raging on
Le stava dicendo che poteva contare su di lui in qualsiasi momento, che lui sarebbe stato lì, pronto a sorreggerla ogni qual volta avesse sentito il terreno mancarle da sotto i piedi. La Tassorosso si morse nervosamente le labbra, gli occhi appena un po' più lucidi per l'emozione di avere una persona che ci teneva a lei in modo particolare; non che per il suo migliore amico non fosse lo stesso, ma Cappie poteva sentire dentro il suo cuore la differenza, una differenza che, credeva, fosse dettata dal diverso sentimento che spingeva i due ragazzi verso di lei: da un lato il sentimento di amicizia e di amore fraterno che la univa al portoghese, dall'altro il sentimento d'amore che la stava legando in maniera sempre più forte e sempre più stretta all'americano.
I'm out of touch, I'm out of love I'll pick you up when you're getting down and out of all these things I've done I will love you better now
Una volta conclusa la sua esibizione, i clienti del locale fecero partire un applauso generale, omaggiando la bravura del ragazzo che in effetti aveva appena dimostrato di essere all'altezza del suo status di membro del Coro della Cyprus. Le mani della Tassorosso, invece, sembravano come pietrificate, strette in maniera convulsa sul proprio vestito, arrossendo nel mentre Nightmare scendeva dal palco per dirigersi, di nuovo, verso la sua bambolina.
... piaciuta la sorpresa?
Cappie sbattè ripetutamente le ciglia, non riuscendo a pronunciare una singola parola per esprimere quanto fosse rimasta colpita dalla sorpresa che Devo aveva preparato per lei. Per un attimo, il suo sguardo si abbassò, come se la sua mente forse persa in chissà quali pensieri, mordicchiandosi nervosamente le labbra; poi, come se qualcosa di nuovo fosse scattato in lei, l'irlandese si alzò dalla sedia, mettendosi al fianco dell'americano già seduto e prendendogli il viso con entrambe le mani. Le labbra si schiusero e la tassetta le posò con estrema lentezza su quelle del ragazzo, donandogli un bacio lungo e intenso, come non gliene aveva mai dati prima d'ora. E questo non perchè ella fosse diventata più brava col passare del tempo, ma perchè si stava lasciando andare ad un nuovo sentimento che lentamente stava prendendo posto nel suo cuore. Qualcuno nel locale fischiò, qualcun altro fece partire un secondo applauso, facendo arrossire ancora di più la Tassorosso, che ormai era un tuttuno con il colore del proprio vestito. Tuttavia, quando infine si staccò da quel bacio, un sorriso dolcissimo le illuminava il volto, un sorriso rivolto interamente al suo ragazzo.
...Grazie...
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da Cyprus » 09/03/2014, 15:23
A quanto pare, c'è un'altra cosa che abbiamo in comune...
Ma senti senti, la mia bambolina gelosa...
Perché non c'era altro modo in cui Devo avrebbe potuto considerare l'uscita di Caroline Priscilla, evidentemente sensibile all'argomento Ashley visto che l'americana era cotta del compagno di scuola in modo palese, e non perdeva occasione per provarci con lui - cosa che sarebbe accaduta anche durante lo scontro vero e proprio tra i Cori, poco ma sicuro. Gli piaceva, comunque, che fosse gelosa, che sentisse per lui un desiderio di possessione: era estremamente piacevole la sensazione che una persona dolce come Cappie, così pura e candida, potesse provare quel tipo gi emozione negativa verso qualcun altro; piccoli passi, ecco come la doveva sporcare. Anche perché sapeva altrettanto bene come ammansirla, con le parole giuste e piccoli baci che servivano per renderla sicura - e più legata - a lui.
Se vuoi, posso prendere un altro Milkshake e fartelo assaggiare...
Sapeva anche essere maliziosa, adesso? Forse non se n'era nemmeno accorta, a giudicare dalla sua espressione innocente, ed era la cosa che più preferiva, quella che l'aveva convinto a puntare l'irlandese tra tante.
Ci sono un sacco di cose che vorrei assaggiare da te, bambolina, e vanno ben oltre un milkshake...
Sussurrò vicino alla sua bocca, mordendole il labbro inferiore e poi baciandola nuovamente, con trasporto e desiderio; si ritrasse poco dopo, comunque, visto che voleva stuzzicare la sua curiosità al massimo possibile così che la sorpresa in serbo per lei venisse vissuta, dalla Tassorosso, con il grado più alto di emozione e curiosità.
Lo sai vero che non farò altro che pensarci per tutto il giorno?
Ci conto, bambolina.
Replicò lui, prendendola per mano e cominciando così a fare un giro con lei, mostrandole il Campus sotto un'ottica diversa, ovviamente più personale visto che, accanto all'americano, aveva libero accesso praticamente a tutto, ad ogni area dell'Accademia: e nessuno si azzardava a guardarla male, mentre camminavano, al massimo si chiedevano chi lei fosse e la fissavano incuriositi, ma niente di più. Fu così che il tempo passò velocemente, ed alla fine l'americano decise che quello fosse il momento giusto per la sorpresa: all'ora di cena, la portò in un pub tipico degli USA, la fece accomodare ad un tavolo di fronte al palco, e su di esso salì, rivelandole dunque le sue intenzioni... cantare per lei. E non una canzone qualsiasi, bensì una che aveva scritto e composto proprio per la Tassorosso, per farla capitolare definitivamente ai suoi piedi. Come sempre quando lasciava che fosse la musica a guidarlo, Devo si trasformava: diventava meno impassibile, quasi più caldo, più umano forse, era difficile da spiegare; gli occhi prendevano a brillare di una luce nuova, che difficilmente gli si poteva leggere in volto, le dita volavano sulle corde della chitarra con una delicatezza surreale, e la voce usciva calda, piena di sfumature che facevano sospirare più di una ragazza, dentro quel pub... peccato che Nightmare avesse occhi solo per lei. Cantò guardandola negli occhi per quasi tutto il tempo, senza dedicare attenzione a nessun altro che non fosse la sua dolce ed emozionata bambolina: quando l'esibizione finì e i clienti si misero ad applaudire - anche perché erano studenti del Campus e sapevano chi lui fosse - lui scese dal palchetto con un'eleganza del tutto noncurante, ringraziando i musicisti con un cenno del capo per poi tornarsi a sedere di fronte a lei e chiederle, con un sorriso velato, se quella canzone, quella sorpresa in generale, le fosse piaciuta. E quale migliore risposta avrebbe potuto ricevere, se non un bacio partito direttamente dalla Tassetta, tanto per cambiare? La osservò alzarsi, e già sorrideva dentro di sé quando gli prese il viso tra le mani; socchiuse gli occhi quando le bocche s'incontrarono, e fregandosene di chi applaudiva o fischiava, la spinse contro di sé in modo tale da farla sedere sulle sue gambe e poterla baciare ancora meglio, con più intensità e passione.
...Grazie...
La guardò negli occhi, studiò per un secondo il suo sorriso dolcissimo, e sorrise di rimando, più lievemente rispetto a lei, ma con quella luce nelle iridi nere che ancora perdurava - la magia della musica, ovviamente.
Prego, bambolina... - le rispose, accarezzandole la guancia destra con la mano sinistra e baciandola ancora, per un altro paio di minuti buoni, prima di tornare a guardarla: ci sarebbe stato tempo, subito dopo, per ordinare, ma prima voleva dirle ancora una cosa, una fondamentale in effetti per il suo piano - Allora... l'hai capito che ti amo, sì o no?
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da Caroline Priscilla » 11/03/2014, 23:14
Nonostante la gelosia nei confronti di Ashley, le preoccupazioni per Jorge e la curiosità trattenuta a stento, la Tassorosso aveva passato una magnifica giornata insieme al suo ragazzo, di quelle che avrebbe voluto vivere ogni giorno per scoprire un po' più di lui, del suo modo di fare e di essere, e non solo su un pezzo di pergamena. Nonostante non lo desse a vedere, Cappie soffriva molto quello stato di lontananza forzata che vedeva i due innamorati costretti a non poter stare insieme quanto volevano. Non era così che la O'Neill aveva immaginato la sua prima storia con un ragazzo, ma i sentimenti che la legavano a Devo, che la rendevano sua succube e schiava, erano abbastanza forti da farle comprendere che bisognava solo attendere la fine dell'anno scolastico dell'americano per poterlo avere tutto per sè e finalmente vicino. Nel frattempo il ragazzo, per fare colpo sulla sua bambolina e incatenare ancora di più il suo cuore, aveva architettato tutta una splendida serata dedicata solo ed esclusivamente a lei, nel quale le dichiarava i propri sentimenti con una dolcissima ed intensa canzone d'amore. Cappie non riusciva a credere che tutto quello era accaduto proprio a lei: non era una ragazza con delle alte aspettative, non credeva che qualcuno sarebbe mai stato tanto innamorato (perchè Devo si professava innamorato) di lei da dedicarle addirittura una canzone scritta di proprio pugno! E che dire poi della sua bravura nell'eseguirla, con le dita che danzavano sulla chitarra classica, mentre lei le stuzzicava con forza, a volte con violenza, proprio come la aveva insegnato Typhon-sensei? Erano due stili diversi, esattamente come loro erano completamente diversi, l'uno l'opposto dell'altro; eppure, proprio come le avevano insegnato i manga, spesso le coppie più difficili alla fine erano quelle che si amavano veramente. E Cappie viveva di quei sogni, come qualsiasi adolescente di sedici anni. Dopo aver finito l'esibizione, Nightmare ritornò al suo posto dove una O'Neill emozionata lo attendeva scalpitando, tanto da ringraziarlo con un tenero bacio che ben presto divenne pieno di passione e lussuria. Non le importava che tutti potessero guardarla, mentre Devo la stringeva a sè con così tanta forza da costringerla a sedersi sulle sue gambe; non le interessava sentire i commenti volare per tutto il pub, rivolti a quella coppia che stava dando spettacolo di sè; l'unica cosa veramente importante era lo sguardo carico e luminoso che Devo aveva posato su di lei, uno sguardo che lei aveva scambiato erroneamente come innamorato.
Allora... l'hai capito che ti amo, sì o no?
Nel sentire quelle parole, per poco il suo cuore non schizzò via dal petto, rimbalzando per tutto il locale come una pallina da ping pong. La sua mente era in totale subbuglio, non sapendo cosa rispondere nè come reagire alla domanda che l'americano le aveva rivolto. Di sicuro non pensava che lui la stesse prendendo in giro, dal momento che quale ragazzo sulla faccia della Terra era così malato da inseguire una ragazzina lontana e per giunta inesperta, per puro gusto personale? Ragionando in questi termini, la tassetta escludeva a priori che Devo fosse un bastardo, anzi pensava di lui solo il meglio, pensiero che aveva ribadito anche qualche mese prima al suo stesso fratellino. Eppure non aveva mai creduto possibile che lui arrivasse addirittura ad amarla! Forse si era innamorato, si, ma amarla? Per un attimo lo sguardo della Tassorosso si adombrò, mentre la ragazza faceva fatica a deglutire pensando che lei non avrebbe saputo cosa dirgli. Ma i consigli di Kelly, di lasciarsi andare a ciò che provava dentro senza aver paura di sbagliare o di fare del male (e se lo aveva detto la Everett allora c'era da fidarsi!) la spinse in quell'istante a lasciarsi dietro tutti i propri dubbi e a dare a Devo ciò che lei aveva da offrirgli in quel momento, sicura che lui avrebbe capito.
S-si e la cosa mi rende davvero felice...- rispose fissandolo dritta negli occhi e posandogli un bacio a stampo sulle labbra -Io devo essere sincera con te: non posso dirti che ti amo, come invece hai fatto tu, ma posso dirti che penso di essermi totalmente e irrimediabilmente innamorata di te! E non perchè tu mi hai cantato quella bellissima canzone che fattelo dire era davvero...wow! Ma è per tutto quello che sei e che rappresenti per me: sei il mio dolce cavaliere, forte e tenebroso, pronto a correre in mio aiuto ogni volta che ne ho bisogno. E ora temo che avrò sempre bisogno di te...
Alla fine del suo discorso, la ragazza sentiva il fiato mancarle, ma non perchè avesse parlato tanto e velocemente, quanto per lo sforzo che le era costato confessare a cuore aperto i propri sentimenti a Devo. Non voleva che il ragazzo la prendesse per una stupida o per una ragazza troppo inesperta, ma per Cappie quella era la prima volta che provava qualcosa di più di una semplice amicizia o di una cotta molto forte per qualcuno e la cosa la metteva in agitazione. Tuttavia, il sorriso rassicurante dell'americano la spinse a non preoccuparsi troppo di come era apparsa all'altro: avrebbero avuto modo e tempo di parlare ancora e la serata per loro non si sarebbe certo conclusa a mezzanotte! Una volta chiusa la questione, quindi, i due innamorati continuarono a ridere e scherzare per tutto il tempo della cena, lasciando il locale solo poco dopo le ventitre, quando ormai erano ben sazi e rifocillati (specialmente la Tassorosso). Una volta usciti dal pub, Cappie afferrò la mano dell'americano, intrecciando le proprie dita con le sue e passeggiando insieme a lui per tutto il Campus, al chiaro di luna. Quando, allo scoccare della mezzanotte, Devo le chiese se volesse passare ancora un po' di tempo con lui, la tassetta non se lo fece ripetere due volte: si lasciò guidare verso gli alloggi privati dell'americano, sperando dentro di sè che il tempo insieme a lui non passasse mai.
[Fine]
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da Zephyr » 12/03/2014, 17:30
[newsgoth] Accademia Cyprus - Giorno precedente alla sfida - Panchina di fronte alla struttura riservata ad Hogwarts - 18:22 Il vento soffiava abbastanza forte quella sera, un vento freddo, un vento tagliente, un vento secco, di quelli che se non si faceva attenzione, poteva anche tagliarti la pelle, il cuore, l'anima. Le fronde degli alberi si muovevano creando un brusio di sottofondo quasi spettrale. Le prime luci venivano accese ad illuminare i vialetti, i contorni delle palazzine e degli edifici si tingevano di un chiaro scuro a tratti inquietante e a tratti poetico. Non girava molta gente da quelle parti, perché comunque quello era il settore riservato ad Hogwarts ed il patriottismo della Cyprus era palese quasi quanto il vantaggio che il coro avversario avesse sulla squadra di Monique Vireau. L'allenamento era stato arduo, ognuno si era impegnato all'inverosimile per essere degno di salire sul palco a dare il meglio, ma era davvero possibile contrastare una leggenda? Una tradizione di cinquanta lunghi anni di vittorie e trofei? A Zephyr onestamente non interessava, lui era lì per la musica, non per lottare, non per vincere, non per partecipare. La decisione presa sul suo destino, sulla sua sorte, aveva influito moltissimo sugli ultimi comportamenti che avrebbe avuto in vita, portandolo a desiderare di accogliere nello spirito tutti i rimanenti stralci di emozioni e sensazioni che in parte potevano definirsi vere e reali. Per quello non aveva abbandonato la musica, per quello non aveva abbandonato l'idea di essere lì, quel giorno e in quelli precedenti, perché voleva vivere un'ultima esperienza tangibile dalla sua anima, prima di scomparire del tutto assieme ad essa. Tanti progetti, tante idee, tanti iniziali desideri, come quello legato alla Divinazione: un paio d'anni prima era convinto che grazie ad essa avrebbe raggiunto una nuova conoscenza, una nuova consapevolezza, mentre adesso tutto era passato in secondo piano in un degenerare di considerazioni negative e pessimiste, le considerazione di un ragazzo che aveva raggiunto l'idea ed opinione di non voler più essere qualcosa di tanto imperfetto. Gli occhi rossi del semi vampiro vagarono in direzione della Luna, quella notte calante, luminosa e pallida, piena di stelle intorno ad essa, stelle brillanti di mille e più costellazioni: qualcuna di quelle l'aveva anche studiata in Astronomia, e gli sembrava di riconoscerle, non tutte ma quasi. Una giacca di pelle nera proteggeva il suo corpo, sotto una felpa con cappuccio di colore grigio. Pantaloni di jeans azzurro scuro, scarpe da passeggio pesanti e nere, capelli disordinati, una tracolla di cuoio grigia vicino a sé. Non regnava che la calma, non si sentiva nulla se non il verso di qualche piccolo animale sugli alberi o in mezzo all'erba... E lui quei piccoli rumori li percepiva non solo facilmente ma anche con nitidezza, avendo da tempo abbandonato il fastidio dell'eccessiva e palese dimostrazione dei suoni al suo udito, sapendo modulare il proprio potenziale in maniera da non soccombere allo stress dato dal sentire praticamente tutto nel raggio di metri. Quando cercava di tornare nel suo stadio da diciassettenne ormai prossimo ai diciotto, Zephyr si accorgeva ora che i tratti del viso e del corpo si andavano avvicinando sempre di più alla sua versione alterata, trasformata e resa più adulta, segno inequivocabile che il tempo, seppur molto più lentamente del normale, aveva preso a modificare anche lui. Magra consolazione, specie quando di mezzo c'era l'intenzione di farla finita molto presto, ma a parte ciò, un tale evento contribuiva ad aumentare i pensieri e le riflessioni del ragazzo, il quale non faceva altro per tutto il giorno se non pensare, viaggiare con la fantasia dovunque, chiedendosi distrattamente dove fosse adesso Melia Herbert, la sua unica amica, la sua unica ragazza, il suo unico punto di riferimento. Il giorno dopo sarebbe giunta lì per assistere alla sua esibizione, questo lo faceva contento in minima parte. Lei non conosceva le sue idee e la decisione presa, per questo poi era abbastanza difficile comportarsi come al solito anche in sua presenza, ma le avrebbe scritto una lunga, infinita lettera, prima di andarsene, un po' di scuse ed un po' di addio. Si, era la cosa migliore, perché se avesse detto ogni cosa a voce, lei non gli avrebbe permesso di allontanarsi un secondo, a costo di litigare con Dylan, a costo di impedirsi con ferite a sangue di dormire, a costo di minacciarlo di uccidersi anche lei e Zephyr sapeva molto bene che di fronte a fatto compiuto, ci avrebbe pensato il fidanzato a calmarla ed aiutarla a superare il terribile fato. ... Delle voci in lontananza, dei passi, delle risate, a nemmeno una ventina di metri da lui, seduto su quella panchina da circa mezz'ora. Ariel Jiménez era uscita per andare a fare due passi intorno alle 17:00, evidentemente aveva incontrato qualche compagno di coro lungo la strada. L'udito sopraffino del ragazzo gli fece ascoltare che però aveva intenzione di distaccarsi: voleva rientrare e provare ancora un po' prima della sfida vera e propria mentre invece gli altri avrebbero svolto qualche altro giro lì in zona, prendendosi una cioccolata calda o decidendo per una cena fuori. Ergo in breve lei sarebbe rimasta di nuovo sola e sarebbe dovuta passare per forza di lì, vicino a quella panchina, per arrivare alla porta. L'aveva osservata spesso da lontano, sia da sola che in compagnia, da dietro il tronco di una quercia o seduto sempre da qualche parte, senza mai incrociare il suo sguardo, senza mai rivolgerle la parola... E lei di questo se ne era accorta: non del fatto di essere osservata ma che ormai loro due non avevano più un rapporto da molto, moltissimo tempo, fin dalla rottura, fin da quel discorso nella stanza delle necessità, fin da quando lei aveva preferito il professore di Volo a lui. Come poteva saperlo? Beh non era difficile ascoltare l'accelerazione improvvisa del battito cardiaco della colombiana in prossimità del Prefetto Tassorosso e a giudicare dallo stesso identico evento nel petto di Vergil... Beh, l'equazione era semplice. Quella ragazza lo aveva ucciso una seconda volta, gli aveva donato speranza per poi privarlo all'improvviso di essa e strappare quindi anche l'ultimo briciolo di prospettiva per un futuro normale, con una persona normale, in un contesto... Normale. Nonostante quello che lei gli avesse fatto però, Zephyr non riusciva in alcun modo ad odiarla, nemmeno impegnandocisi, e quando Melia la insultava apertamente mentre facevano sesso, lui le chiedeva di non farlo, di lasciar perdere, che non ce la faceva a sentire oltre... E lei lo accettava. Per quello lui adesso si trovava esattamente lì, il giorno prima della sfida, seduto su quella panchina ad attendere che Ariel passasse di là. Non era convinto che lei stesse bene, non sapeva se quella condizione di gelo tra loro la rendesse più nervosa del normale o magari incapace di dare il 100% nello scontro del giorno successivo, e visto che sapeva quanto per Ariel fosse importante riuscire a dare il massimo, affermare che per una volta non era seconda a nessuno, non poteva permettersi di rovinarle quella possibilità, non poteva permettersi di determinare un suo calo di qualità canora... Perché? Perché l'amore non svanisce nel nulla e il suo concetto di un simile sentimento era di mettere sempre davanti lei a se stesso. Ella non si sentiva perdonata per ciò che gli aveva fatto, la colpa e il dolore le facevano del male e forse non le permettevano di allenarsi come dovuto, anche se Zephyr era certo che più allenata di così non poteva essere, bisognava solo che desse il meglio sul palco, che non avesse pensieri. Per la prima volta dopo mesi, Zephyr alzò volontariamente lo sguardo fissando negli occhi Ariel e probabilmente le se ne sarebbe accorta facilmente. Si alzò in piedi, con le mani nelle tasche del giacchetto, guardandola come a volerle dire di avvicinarsi a lui. Sperava fortemente nel consenso della Grifondoro e non appena l'avesse vista indirizzare il passo in propria direzione, avrebbe iniziato a camminare anche lui, per accorciare le distanza quanto prima e raggiungere subito lo scopo voluto. A pochi centimetri di distanza, Zephyr percepì il cuore andare appena più svelto, dimostrandogli ancora una volta che quella era l'unica vera prova che si trovava di fronte ad una persona normale da poter amare: nessuna faceva aumentare il battito in lui se non Melia, eppure Ariel ci era riuscita ed ancora ci riusciva un poco, meno che cinque mesi fa, ma comunque l'effetto era ancora vivo, pulsante. Nessuna espressione, soltanto molta serietà. Non un sorriso, non ne sarebbe stato in grado. Le lacrime vennero ricacciate, un'impresa facile per un ragazzo come il Kenway che per parte non era nemmeno umano. Inspirò profondamente, sbattendo le palpebre, dopo di che... Mosse la mano nella tasca e, afferrando qualcosa, la estrasse per poi porgerla alla colombiana, non aspettando una qualunque reazione ma parlando subito, per non dover ascoltare la sua bellissima voce, per non avere l'istinto di baciarla, per non avere l'istinto di sperare di nuovo... Perché le speranze erano finite e lui doveva convincersene ancora un po'. Sssshhh. ... Mangialo domani, prima di salire sul palco. Promettimelo. Non con un "si", mi basta che tu annuisca. La voce era piatta, calma, confusa nel vento della sera, una voce più matura, più adulta di quando si erano conosciuti. Quante cose erano cambiate da allora, lui più di tutti e probabilmente anche la stessa Ariel, magari anche un poco grazie al Corvonero. Attese che ella annuisse, senza volere alcun fiato, dopo di che, annuì a sua volta e tornando con le mani nelle tasche, si diresse per uno dei tanti vialetti dell'Accademia, desiderando rimanere ancora un po' da solo. Un cioccolatino, come quelli che le portava ogni giorno per addolcirle la giornata, come quelli che gli avevano permesso di strapparle di nuovo qualche sorriso, come quelli che le avevano dato l'illusione di aver dimenticato Cartwright per dedicarsi ad un'altra persona. Il suo gusto preferito, lo ricordava ancora, e come dimenticarlo? Perché proprio un gesto simile avrebbe dovuto diradare le nebbie nell'animo della Jiménez? ... A tutto c'era una spiegazione e ad Ariel non bastava altro che attendere nemmeno 12 ore, prima di scoprirla... Il giorno seguente, prima dell'esibizione Qualora lei avesse seguito le indicazioni, scartando il cioccolatino avrebbe trovato un piccolo foglietto nel quale era avvolto il dolciume. Sul foglietto, la calligrafia di Zephyr Kenway. E' tutto a posto. Metticela tutta.
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da Jorge » 14/03/2014, 0:58
[ 12 Dicembre 2107 – Durante la sfida con la Cyprus] E alla fine il momento tanto atteso era giunto e la tensione, almeno per quello che riguardava Jorge, si tagliava con un coltello. Incapace di rimanere fermo in un punto troppo a lungo e risentendo ancora dei postumi di quando faceva solo il supporter, il Delfino aveva iniziato ad andare avanti e indietro dietro le quinte passando da un compagno a un altro – evitando con cura sia Typhon che Zephyr perché ancora un po’ di spirito di autoconservazione gli era rimasto - per vedere se avevano bisogno di qualcosa da una bottiglietta di acqua a una camomilla a una qualche battuta stupida per tirarsi su il morale. Sul palco poi non si era risparmiato, cercando di infondere nelle corde della sua chitarra tutto se stesso e la passione per la musica che lo aveva posseduto in quei mesi tanto che a fine gara non era più in grado di dire se possedeva ancora o meno delle dita. Impegnato a non saltare neanche una nota non aveva potuto prestare la giusta attenzione all’esibizione dei suoi amici – anche se in realtà l’unica canzone che non conosceva bene e che si sarebbe dovuto far tradurre il prima possibile era quella di visino di pesca visto che la giapponesina l’aveva scritta mentre stava in vacanza dallo zio - mentre era stato fin troppo consapevole della bravura degli americani anche se alle sue orecchie il loro modo di cantare era suonato più “automatico” e meno “sentito” rispetto al loro. In quel contesto però la sua opinione non contava molto giacchè non era né un critico né un giurato, cosa di cui si rammaricò non poco – tra una esibizione e l’altra - visto chi ne rivestiva i panni. Con Desmond Flynn da un lato e Lyra– si aveva sentito il conduttore della gara pronunciare anche il suo cognome, Bennet, ma lì per lì non aveva fatto i giusti collegamenti – dall’altro gli sarebbe sembrato di stare in Paradiso. E fu lì, nel Paradiso della musica, che di due giovani giurati trasportarono i presenti esibendosi poco prima di decretare i vincitori della gara con un brano inedito che fece sentire Jorge più piccola di una pulce, rafforzando in lui la consapevolezza che la musica non sarebbe mai stato il suo futuro. Ovviamente l’esibizione di Desmond e Lyra portò non poco scompiglio nell’Auditorium sostituendo per un attimo o due la tensione dovuta alla gara con l’euforia tipica da concerto così che il Delfino, preso il coraggio a due o meglio a sei mani, si lanciò nel disperato quanto ottimistico proposito di tentare di strappare alla ragazza una sorta di appuntamento. Purtroppo però il tempo era decisamente tiranno – doveva approfittare di quei dieci minuti prima che decretassero i vincitori della gara perché dopo sarebbe stato troppo impegnato a esultare o, più realisticamente, a consolare e farsi consolare – e così decise per un approccio diretto e molto Grifondoro, facendosi spazio tra la folla fino a ritrovarsi di fronte a lei. Miss Bennet, Jorge Alvares al suo servizio.Si presentò quindi, scacciando la sensazione di “stranezza” nel pronunciare quel cognome in quel modo, facendo un piccolo inchino con il braccio destro piegato dietro la schiena e quello sinistro disteso lungo il fianco. Quelle furono le uniche parole coerenti che riuscì a pronunciare senza arrossire per l’imbarazzo e balbettare per l’emozione tanto che si sentì uno stupido e un illuso mentre le chiedeva con toni cortesi e decisamente poco credibili sulla bocca di un ragazzino di quindici anni – ma purtroppo non aveva avuto molte possibilità di esercitarsi nelle conversazioni formali se non durante i giochi di ruolo babbani ad ambientazione storica dal vivo a cui partecipava durante le vacanze con i suoi amici – se avrebbe potuto scortarla il giorno dopo in giro per il Campus ad assaggiare le prelibatezze locali. Di certo lo breve scambio di battute che aveva avuto con Lyra era stato l’ultimo momento di gioia della giornata perché, una volta ripresa la gara, i giurati avevano decretato alla fine la vittoria della Cyprus. [ 13 Dicembre 2107 – ore 10.25 – prima della partenza per Hogwarts] Era finita! Nel bene o nel male – più la seconda considerato che avevano perso – la sfida canora con la Cyprus era giunta al termine e lui non solo era sopravvissuto alla gara ma anche ai rituali consolatori/di vittoria che avevano posto in essere la sera stessa per appunto festeggiare Typhon e Miyabi che avevano sbaragliato i loro avversari e consolare tutti gli altri. Lui soprattutto si era prodigato non poco per tirare su il morale di Cappie cercando di non lasciar trapelare troppo il suo disappunto – delusione sarebbe stato il termine più adatto – per la sconfitta di Kenway a opera di Devo – si, ci aveva davvero sperato che il Prefetto dei Corvi riuscisse a far abbassare un po’ la cresta a quello snob del ragazzo della sua sorellina. In ogni caso la serata era trascorsa senza troppi eccessi, almeno per lui, così che quella mattina Jorge si era potuto presentare pimpante e fresco come una rosa – come dicevano i babbani – a quella sorta di appuntamento con la cantante. Non disponendo di un abito elegante aveva cercato nel suo baule un accostamento che non lo facesse sembrare troppo infantile, giusto per non mettere Lyra in imbarazzo, finendo per indossare un paio di pantaloni neri di cotone e una camicia bianca – l’unica che possedeva – sotto il giaccone bordò. Aveva sistemato i bagagli in fretta e furia e, messa la bacchetta in tasca, era uscito di corsa in modo da presentarsi sul luogo dell’appuntamento – nello spiazzo di fronte al plesso dove avevano alloggiato i giurati – con cinque minuti di anticipo, un po’ perché era una sua abitudine, un po’ perché non voleva fare aspettare la sua ospite e un po’ perché quella sarebbe stata l’unica volta della sua vita in cui avrebbe visto una bellezza del genere andargli incontro. Si trovava quindi in piedi, con le mani nelle tasche del giaccone, la schiena appoggiata alla spalliera di una panchina e il viso rivolto verso il portone da cui credeva sarebbe comparsa la cantante.
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da Lyra » 16/03/2014, 21:55
[13 Dicembre 2107 - Ore 10:25]
Miss Bennet, Jorge Alvares al suo servizio.
Quando il ragazzino di quindici anni si era presentato in quel modo, dopo che lei e Desmond avevano concluso di esibirsi di fronte al loro pubblico, Lyra era rimasta stupita dall'audacia con il quale l'adolescente le aveva chiesto di poter passare un po' del proprio tempo in sua compagnia, girando per il campus. In realtà la cantante aveva fatto un po' di fatica a comprendere i desideri del ragazzo, dal momento che in sua presenza sembrava incapace di esprimersi bene e in maniera comprensibile. Tuttavia, senza scomporsi minimamente da quel fatto, aveva accettato l'offerta del Delfino, non vedendoci nulla di male nel voler esaudire il desiderio di un suo piccolo fan.
Ma bene, bene: prima due insieme e ora la pedofilia. Di male in peggio, sorellona...
Che c'è fratellino? Geloso perchè vorresti essere al posto suo?
Il commento di Desmond era arrivato quasi subito, sarcastico e provocatorio come solo il batterista dei Saber Dynamos sapeva essere. E altrettanto provocatoria fu la risposta della cantante, che non si lasciò sfuggire quell'occasione per poter stuzzicare un po' il collega musicista, prima di scoppiare a ridere entrambi e tornare a sedersi ai loro posti. La gara si era conclusa, la Cyprus aveva vinto -con sommo rammarico della Bennet- e infine tutti si erano ritirati, chi andando a festeggiare, chi andando a consolarsi e altri semplicemente andando a passare una piacevole serata. Il giorno dopo tutti gli ospiti sarebbero ripartiti dall'Accademia per tornare a casa e la cantante non faceva eccezioni. Tuttavia, come promesso, avrebbe condiviso un po' del suo tempo con il giovane Delfino che tanto coraggiosamente l'aveva invitata ad uscire. Aveva optato, quel giorno, per un maglioncino color turchese, una gonna nera a tubo che le fasciava le gambe snelle e sode, calze trasparenti, décolleté nere tacco dodici e infine un trench del medesimo colore. Nonostante fossero ormai a Dicembre inoltrato, le temperature in quella parte del mondo permettevano di vestire in maniera più leggera rispetto ai rigidi inverni inglesi. Fu quindi bevendo una tazza di caffè americano bollente e chiacchierando con una delle assistenti di Alfred che Lyra attendeva l'arrivo del portoghese, seduta sulle scalinate che portavano all'alloggio assegnatole per il suo soggiorno a Los Angeles.
Quando infine il ragazzo arrivò, la cantante si alzò in piedi sorridendogli con dolcezza e salutandolo con la mano libera.
Camille ti spiace riportarlo dentro? Grazie mille!
Disse alla donna lasciandole la tazza che aveva stretta in mano, salutandola poi con un bacio sulla guancia prima di dirigersi verso il Delfino che la stava aspettando -almeno secondo lei- con un po' di batticuore.
Sei arrivato addirittura in anticipo! Meno male, ero convinta che fosse tutto quanto uno scherzo e che non saresti venuto!
In effetti lo aveva pensato almeno un paio di volte non solo la sera prima, ma anche quella stessa mattina mentre si preparava per uscire. Non che la giovane donna non credesse alle parole del ragazzo, semplicemente era così strano e inusuale ricevere un invito in quel modo che per un attimo aveva creduto che Jorge non si sarebbe mai presentato realmente all'appuntamento. In ogni caso, il modo disponibile e affabile con il quale Lyra si pose nei suoi confronti mirò non solo a renderlo più a suo agio in presenza della cantante - cosa che non risultava tanto semplice a tutti - ma anche a fargli comprendere che per lei era un piacere poter passare del tempo con lui e conoscerlo: in fondo, il portoghese faceva parte della squadra per cui lei tifava e neanche tanto segretamente. Prima della conclusione della sfida si era comportata bene, cercando di essere quanto più imparziale possibile, ma una volta finito tutto nulla le vietava di far presente le sue preferenze.
Jorge...Alvares giusto? Bene, ricordo ancora il tuo nome. E' un gran bel traguardo per me! Lyra Bennet, molto piacere!
Disse e, se il Delfino avesse accettato, gli avrebbe stretto la mano con delicatezza e dato due baci, uno per guancia.
A cosa devo l'onore di conoscere un ragazzo tanto audace come te?
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