[Vacanze Estive a Miami]
19h ore dopo il decollo, atterrarono all'aeroporto di Miami. Dalla finestrina Jane riconobbe l'hammer della polizia scientifica di Miami Dade e poco distante dal mezzo, intravide un uomo dai capelli rossi, con occhiali da sole, braccia poggiate sui fianchi e sguardo rivolto all'aereo. Lo riconobbe all'istante, era Horatio! Un enorme sorriso apparve sul volto della piccola. Una volta atterrati, l'uomo ricordò alla bambina di ritornare al proprio aspetto, cosa di cui si era quasi dimenticata. Furono accolti da un preoccupato quanto contento Horatio. L'abbracciò forte, salutò con un cenno l'uomo e salirono sull'hammer diretti a casa di Horatio. Quando mise piede nell'abitazione, si sentì finalmente a casa. Avrebbe voluto parlare subito con il padre adottivo, aveva tanto da raccontare ma al momento era esausta. Riuscì a farsi una doccia veloce, poi si sdraiò sul letto e crollò. Diverse ore dopo, si svegliò completamente riposata e di ottimo umore. Andò nel salone dove trovò Horatio e l'uomo mascherato chiacchierare seduti comodamente. Il suo padre adottivo/amico l'accolse calorosamente, l'altro le chiese se avesse riposato bene. Dopo aver risposto ad entrambi fece un salto in cucina deve si prese qualcosa da mangiare e una bevanda fresca. Il caldo di Miami cominciava a farsi sentire! Tornò da loro. Horatio le chiese di Hogwarts, così la piccola cominciò a raccontare ad entrambi di quei pochi ma intensi mesi passati lì. Quando finì di narrare le sue piccole avventure, l'uomo mascherato li congedò dichiarando che sarebbe tornato a prenderla il 25 Agosto per procurarsi l'occorrente per il secondo anno a Diagon Alley. Prima di scomparire nel camino, l'uomo rivelò loro il proprio nome. Disse di chiamarlo Robert. Un nome inglese.. La piccola era certa che l'uomo fosse orientale o che potesse essere il suo Sensei, che quello quindi non fosse il suo vero nome, ma un nome in codice. Per lo meno non l'avrebbero più chiamato “uomo mascherato”, il che era già una gran cosa! Una volta scomparso, lei ed Horatio si guardarono ed entrambi sapevano che stavano pensando la stessa cosa. Quella sera, l'amico pensò bene di affrontare il discorso del rapimento del Clan. Meglio affrontarlo subito, pensò la piccola. Seduti comodamente sul divano del salone con il condizionatore rigorosamente acceso, Jane si prese qualche minuto per riordinare le idee. Minuti che lui le concesse ben sapendo, da bravo Tenente qual'era, quanto fosse complicato specialmente per una bambina, parlare e ricordare certi eventi. JaneYue cominciò a parlare senza guardarlo negli occhi ma ostinandosi a guardare fisso la propria mano giocherellare nervosamente con la federa del divano. Ogni tanto dovette fermarsi, un po' per riprendere fiato, un po' perché mentre raccontava inevitabilmente la sua mente le faceva rivedere tutto come in un flashback. Non seppe quindi quali furono le reazioni di Horatio quando le disse di John prima e specialmente delle torture che lei aveva subito dopo. Lui non parlò finché lei non arrivò alla fine, all'arrivo ad Hogwarts. Solo allora lei, dopo qualche secondo di silenzio, alzò lo sguardo verso di lui. L'espressione di Horatio era un misto tra dispiacere e rabbia. Le disse che avrebbe voluto poter fare qualcosa, in quel momento avrebbe voluto essere un mago! Per lo meno sarebbe intervenuto sul piano psicologico. Avrebbe fatto il possibile per farla stare meglio e farla tornare come prima che accadesse il fatto. Disse che non avrebbero più affrontato l'argomento o solo se l'avesse voluto lei e che da quella sera fino al 25 Agosto sarebbero stati giorni di puro e sano divertimento! Un sorriso pieno di gratitudine apparve sul visino della piccola e in quello stesso momento le venne in mente per la prima volta di chiamarlo “papà”. Le scappò in giapponese ed allo sguardo curioso di lui, lei lo ringraziò facendogli credere che si trattasse di un ringraziamento. Lui la guardò dolcemente, poi la prese a sé e l'abbracciò. Quanto le erano mancati quegli abbracci! I giorni, le settimane passarono rapidamente ma come premesso piene di divertimenti. Essendo anche lui in ferie, tranne per casi particolari che per fortuna furono ben pochi, passarono molto tempo insieme. Visto l'enorme interesse della bimba verso il suo lavoro, Horatio cominciò ad insegnarle le basi di criminologia, biologia e fisica oltre ad usare la pistola, arma che lei non sapeva usare in quanto il Sensei le aveva insegnato solo l'uso di molte armi bianche. Materie interessanti quanto complicate ma lui seppe renderle tutto più semplice con la pratica. Con la pistola non ebbe problemi. La mira non le mancava! Andarono alla centrale di polizia, al laboratorio. Horatio si inventò dei casi, partendo dai più semplici ed aumentandone la difficoltà ogni volta che lei ne risolveva uno. Spesso anche i componenti della sua squadra davano il loro contributo inscenando le locations dove la piccola poteva procurarsi le “prove” per risolvere i casi. Si divertirono tutti molto. Ognuno di loro le insegnò qualcosa. Certo, erano pur sempre le basi ma tutti, specialmente Horatio, dichiararono con orgoglio la nascita di una nuova “piccola agente del CSI”! Ovviamente oltre alle sessioni di allenamento nelle arti marziali quotidiani, ebbe anche il tempo di studiare e svolgere i compiti delle vacanze, di darsi un ripasso veloce al programma del primo anno e di passare delle splendide giornate in riva all'Oceano di Miami Beach. La sua carnagione infatti, da nivea divenne molto abbronzata.
Per fortuna l'estate era trascorsa senza pericoli. Nessun mago in vista, nessun uomo sospetto, tutto stranamente e fin troppo tranquillo! Jane espresse ad Horatio le proprie perplessità al riguardo ma lui la rassicurò dicendole che il Sensei e Robert e sicuramente qualche altro alleato, si accertassero costantemente che tutto procedesse senza rischi. Pensando al povero John sacrificatosi pur di salvarle la vita, non poté che credergli. Il giorno prima della partenza, il 24 Agosto, arrivò quasi senza che se ne accorgesse. Anche questa volta Horatio le organizzò una grande festa con tutta la squadra, solo che durò tutto il giorno! Splendida giornata, nemmeno questa l'avrebbe mai e poi mai dimenticata. Era felice e nuovamente di buon umore. Si, Horatio c'era riuscito! Era ritornata quasi come prima che il Clan la rapisse! Quasi, perché la notte ancora le accadeva spesso di rivedere le immagini delle torture, notti che inevitabilmente passava in bianco. Ma non importava...Prima o poi quelle immagini, quei ricordi, l'avrebbero lasciata in pace. Ancora meglio, prima o poi si sarebbe vendicata! Aveva una gran voglia di far sentire loro il dolore che lei e tutte le vittime innocenti avevano provato! Sapeva che per questo avrebbe dovuto aspettare, impegnandosi per diventare una maga potente e non solo anche una perfetta cultrice di arti marziali! Solo allora avrebbe potuto agire ed eliminare l'intero Clan dalla faccia della terra una volta per tutte! Non aveva detto a nessuno di volersi vendicare ma era certa che i 3 uomini lo sospettassero, specialmente il Sensei ed Horatio che la conoscevano bene. La serata si concluse a mezzanotte in punto. Di lì a poche ore, Robert sarebbe tornato a prenderla e lei ed Horatio si sarebbero di nuovo dovuti separare. Esattamente come la prima volta, Jane fu molto triste al pensiero di non rivederlo per un altro intero anno. Tuttavia, Hogwarts le piaceva e non vedeva l'ora di tornarci! Questa volta non le fecero tutti dei regali, non che lei se li aspettasse. Horatio le sussurrò che il suo regalo lo avrebbe ricevuto un po'...in ritardo. La piccola non capì cosa volesse dire e quando lui le disse che presto l'avrebbe scoperto lei cercò di trattenere la curiosità annuendo contenta. Verso le 10 della mattina del 25 Agosto, Robert apparve nel camino di Horatio. Inizialmente non riconoscendolo, Jane non potendo usare la bacchetta “legale” essendo minorenne, prese la bacchetta del Clan, che per tutta l'estate aveva portato con sé e con cui si era allenata negli incantesimi. La puntò verso l'uomo che invece di impugnare la propria, sorrise cordialmente scusandosi. L'equivoco era stato creato dal fatto che Robert era senza maschera! Si mostrò un uomo in vesti babbane, occidentale sulla quarantina, capelli scuri corti ed occhi color cervoni, dal marrone al giallognolo. Inevitabile l'equivoco! Dalla voce lo riconobbero. Ovviamente prima di abbassare la bacchetta Jane volle accertarsi che fosse realmente lui. Una volta appurata la sua identità, Robert spiegò loro che quello non era proprio il suo viso ma quasi. C'era qualche piccola modifica, niente al confronto di ciò che tutti gli altri vedevano cioè un viso completamente diverso! Il suo modo di essere cordiale, a suo dire. La piccola ed Horatio si scambiarono la tipica occhiata che garantiva l'uno all'altra che stessero pensando le stesse cose. Parlarono per un po', poi presero il baule e si prepararono a partire....via camino! Nuova esperienza per la bimba, Robert dovette spiegarle come procedere. Giunse il momento dei saluti. Jane ed Horatio si salutarono abbracciandosi. Lui le fece promettere di scrivergli, di mandargli almeno un Gufo al mese. L'espressione da mago che aveva appena utilizzato fece sorride tutti e tre. La piccola accettò volentieri la sua proposta. Dopo un altro abbraccio, un bacio sulla fronte e la raccomandazione di star attenti, Horatio lasciò libera Jane di entrare nel camino e prendere una manciata di polvere dal portacenere che le porse Robert. Guardò Horatio dritto negli occhi prima di scomparire.